Editoriale
Torna il ticket sanitario di Angelo Nardi I costi della crisi non potevano
non arrivare anche alla Sanità.
Arrivano nuove misure finalizzate a contrarre la spesa farmaceutica
ed a far incassare di più allo Stato.
Con l’anno nuovo torna il ticket
da 10 euro sulle prestazioni di as-
sistenza specialistica ambulato-
riale per i non esenti e di 25 euro
per le prestazioni da pronto soccorso in cosiddetto codice bianco. Questo significa che dovrà essere pagata la prestazione di chi si rivolge a un ospedale senza motivi d’urgenza.
La manovra indica una crescita per la quota dello Stato di-
retta al finanziamento del fondo sanitario nazionale. L’au-
mento vuole garantire il rispetto degli obblighi di finanza pubblica. Si tratta dello 0,5% in più nel 2013 e l’1,4% nel
2014. Sono così ridefiniti i costi standard della sanità. Il nuovo
calmiere dei prezzi è l’osservatorio dei contratti pubblici che deve fornire alle regioni dati e strumenti per rendere più effi-
cienti le spese sanitarie. Nuovo protagonismo anche per l’agen-
zia del farmaco nuovamente chiamata a determinare il tetto
per la spesa farmaceutica territoriale. Questa riforma scatta dal 2013. Nel 2014 gli enti Regione entrano in compartecipa-
zione. I governi locali delle regioni infatti tra due anni saranno
tenuti a intervenire anche sulla spesa per gli acquisti delle prestazioni sanitarie presso gli operatori privati accreditati. Deb-
bono essere regolamentati i parametri con i quali e per i quali si
comprano strumenti, farmaci e altro a servizio della medicina nelle strutture pubbliche.
Ma c’è una misura che mette in guardia lo stesso legisla-
tore. Entro la fine del 2012 debbono essere definite le mano-
vre a carico degli enti regione, pena l’immissione di contributi pari al 30%, 40%. Lo stesso vale per il settore farmaceutico per cui i contributi nei servizi alle spese sanitarie
scatterebbero al 30%. Confermato il sostanziale finanzia-
mento agli enti regione in deficit. Il livello del finanziamento del servizio sanitario nazionale è incrementato di 486,5 mi-
lioni per far fronte al maggior finanziamento concordato con
le regioni con riferimento al periodo primo giugno-31 dicembre 2011, ossia la copertura del ticket. Ma è l’ultimo
aiuto dello Stato centrale alla Sanità federale.
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Un premio letterario per la Medicina
Anamnesi sulla Sanità del Lazio Diete, faticose e incomprensibili Nuovi farmaci per la Sclerosi Rubrica Prevenzione & Salute
Ritiro della patente per alcol. Che fare? IHG/ Disturbi del Comportamento Alimentare Cancro, dagli antigeni la sua sconfitta Aneurisma, operato, non invasivo Mal di stomaco male nostrum Trapianto del rene con lo stesso rene riparato “Una diagnosi precoce vi salva la vita” “Tradisco mio marito perché me lo dice il gene di mio padre” La Pillola
Finisce la falcidia della tubercolosi
Cittadini & Salute Mensile di informazione Socio-Sanitaria della Provincia di Roma est editore e Direttore Generale Mario Dionisi Direttore Responsabile Angelo Nardi Art Director Antonella Cimaglia Webmaster Mariano Trissati Redazione Via Galletti, 16 00012 Villanova di Guidonia (Rm) e-mail: redazione@cittadiniesalute.it Te l e F a x 0774 529498 - 0774 320278 S ta m p a Fotolito Moggio strada Galli, 5 Villa Adriana (Rm). Registrazione n. 31 del 29 giugno 2010 presso il Tribunale di Tivoli. Tutte le collaborazioni sono considerate a titolo gratuito, salvo accordi scritti con l’editore. Tutto il materiale cartaceo e fotografico consegnato o spedito alla redazione, non verrà restituto. Chiusura: giovedì 7 luglio 2011
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Eventi
Un premio letterario per la Medicina Se il diritto alla Salute si fonda sulla conoscenza, non c'è forma migliore di diffusione di questo sapere che attraverso la letteratura divulgativa. Ed è su questo obiettivo che è nato il Premio dell'Osservatorio Salute e Sanità di cui presidente, Cesare Cursi, è stato il fondatore.
È nato il premio letterario sulla Salute. Il 5 luglio al Tempio della Sibilla a Tivoli, con la direzione di un notaio, sono state assemblate le valutazioni di una giuria competente composta da imprenditori, dirigenti della sanità, medici e consulenti editoriali. Si è aggiudicato il primo posto, tra undici opere di ottima qualità letteraria e divulgativa, il libro di Massimo Massi Benedetti, Scacco al Diabete, ed. Sperling & Kupfer. Un saggio dal carattere pedagogico, molto amabile nella lettura dove si vuole dare oggettività al male. Guardarlo. Affrontarlo. Saperne decifrare i segni e anticipare le mosse. Il male è il diabete ampiamente diffuso anche perché silenzioso. Un male che da solo riguarda l’otto per cento della spesa della nostra Sanità. Si può battere, anche se non definitivamente. Al di là del piacere della lettura colpisce la sua utilità: si tratta di un vademecum perfetto per chi ha questa malattia o la teme. Il suo stile letterario
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riesce ad essere sempre scorrevole, chiaro, comprensibile senza togliere nulla alla complessità. Doverosa però la classificazione del secondo arrivato. Si tratta di un saggio di grande attualità sull’importanza dei vaccini. A scriverlo Rino Rappuoli e Lisa Vozza che è intervenuta a presentare il testo. Il suo titolo, I vaccini dell’era globale, Zanichelli l'editore. Nelle scorrevolissime 185 pagine viene tracciata la storia di come la storia dell'umanità si sia caratterizzata nel modo in cui le etnie o semplici comunità sono uscite da epidemie che oggi assumono carattere globale. Un saggio dal grande carattere divulgativo, tra Storia, Storia della Scienza e Scienza. Ha il merito, come ha detto Lisa Vozza, di convincere ciascuno, specialmente le madri, a vaccinare i propri figli e di affidarsi con maggiore fiducia ai risultati della scienza. Nella classifica segue, a ruota, la narrazione di Enrica Bonaccorti dove si racconta di un uomo ridotto allo stato di
vita vegetativa che però ha molto attive le sue facoltà percettive. Il titolo, L'uomo immobile. A fare gli onori di casa il presidente dell’Osservatorio Salute e Sanità, il Senatore Cesare Cursi: “Insieme alla domanda di buona sanità tra le persone cresce giustamente la voglia di conoscere. Ma troppo spesso i canali di accesso alle nozioni di scienza medica, se lasciate alla giungla di internet o ad altri strumenti divulgativi tra i quali gli stessi giornali che hanno il solito difetto del sensazionalismo, distorcono invece di informare. E allora bisogna tornare al vecchio amico libro. Ad uno strumento che sia sicuramente divulgativo ma in contempo concorra a costruire la formazione di una soggettività sempre più informata, sempre più consapevole, sempre più libera”. Anche il Consigliere della Provincia di Roma, Francesco Petrocchi, riprende la necessità di saperne di più in una materia così importante come la propria salute e in contempo la difficoltà ad accedere a strumenti di conoscenza adeguati. “Come tutti davanti a certe questioni così importanti la consapevolezza di non sapere rende più inquietante il timore di una possibile malattia. Oggi dobbiamo conoscere quali sono gli w w w.cittadinies alut e.it
Eventi strumenti della scienza medica, i suoi grandi progressi e noi persone impegnate in politica, dobbiamo dare il massimo perché la nostra Sanità dia il massimo”. Amabile chairman, tra un intervento e l’altro, nella presentazione dei diversi autori il giornalista televisivo Attilio Romita che ha saputo dare alla serata quel tono di sapiente leggerezza senza togliere la specificità di ciascuno dei temi trattati. I testi in concorso hanno infatti affrontato con Alessandra Graziottin “L’Educazione sessuale” (ed. Giunti) tra i giovanissimi, con Mario De Santis il tema politico della gestione della Sanità con alcune metodiche per uscirne (“Groviglio sanità, autoprodotto”), argomento trattato però con valenza più saggistica da Ivan Cavicchi (“Medicina e Sanità: snodi cruciali”, ed. Dedalo) e con un taglio di formazione per giovani medici nel libro di
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Vito Cagli (“Le cime e le valli”, ed. Armando). Con un tocco di levità completamente centrata sulla prevenzione il libro “Osteoporosi, non ce la voglio avere”, di Maria Luisa Brandi, e “Farmacologia di Genere” di Flavia Franconi, Simona Montilla, Stefano Vella. Hanno un carattere maggiormente divulgativo invece i testi dove si parla di terapia psicologica con gli animali - Vincenzo Tondi, Ezio Del Gottardo, “Ippoterapia e formazione emozionale” - e di come allontanare i segni degli anni: “Medicina anti-aging”, di Gianluigi Bertuzzi. A dare le valutazioni il giudizio insindacabile dei migliori professori della medicina: Mauro Picardo, dirigente dell’Istituto di dermatologia San Gallicano, il famoso Giancarlo Cappello responsabile dell’ospedale Umberto I che ha lanciato il metodo del sondino per dimagrire, Luca Cipriani primario
geriatra del San Camillo Forlanini, Piergiorgio Zuccaro dirigente di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità, e Paolo Siviero Coordinatore Area strategie e politiche del farmaco dell'AIFA. Sempre nella giuria c’erano nel mondo dell’impresa: per la diagnostica medica, Mario Dionisi, e per la tradizione tiburtina, il travertino, Elisabetta Giansanti. Presenti anche gli amministratori locali hanno dato il loro saluto Stefano Sassano, presidente del Consiglio comunale di Guidonia Montecelio e Riccardo Luciani assessore alla Cultura di Tivoli. Fra tutti la convinzione che al di là della demagogia, la politica debba riprendere in mano l’asse direzionale della Sanità che lasciata ai medici o ai tecnici non ha dimostrato di saper funzionare meglio che nel recente passato.
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Politica
Anamnesi sulla Sanità del Lazio
Contestata e autoglorificata la cura Polverini. Obbliga a una stretta virtuosa da parte del settore farmaceutico, dei centri di costo, ma anche dei medici di base. La scommessa è aperta. Il Sanit - la tre giorni di convegni, presentazioni di nuove attività, operazioni di marketing sulla tecnologia diagnostica - concluso al palazzo dei congressi di Roma il 17 giugno, ha discusso le conseguenze del piano di rientro del governatore Renata Polverini. A dare una mano al governatore del Lazio l’intervento di Ferruccio Fazio, ministro della Salute, che ha indicato nel Lazio l’ente regione in deficit con maggiori elementi di ripresa dallo stato di crisi. Chiaramente Polverini non poteva che far sua questa prima promozione: “La Regione Lazio è la Regione che ha avuto la miglior performance ed ha permesso al sistema Paese un risparmio molto importante”. Così ha concluso il governatore del Lazio: “Abbiamo dimostrato che anche il Lazio è capace di conciliare salute ed economia. Abbiamo messo in campo il coraggio per rivoluzionare il nostro sistema sanitario che non è fatto di tagli ma mette al centro la persona e la salute. Siamo orgogliosi ma c’è ancora molto lavoro da fare. Siamo in una fase delicata perché sono www.cittad inies alut e.it
partite le convenzioni e stiamo mettendo in campo delle novità importanti anche per l’abbattimento delle liste di attesa”. In verità, la Sanità nella Regione Lazio occupa il 75% del bilancio che è di 27 miliardi. La politica del centro unico per gli acquisti ha consentito che fossero risparmiati 400 milioni di euro in quattro mesi. Solamente con la riforma interna di un unico fulcro centrale per gli acquisti si prevede quindi un risparmio di circa novecento milioni di euro in un anno. Un vero e proprio tesoretto che può accelerare i tempi della conclusioni e di questo stato commissariale per l’essere la Regione Lazio in deficit. Ma durante il Sanit lo stesso vice presidente Luciano Ciocchetti ha ammesso che il governo italiano non ha aiutato il Lazio a poter gestire meglio le proprie risorse perché etero diretto dalla Lega. Sempre durante il Sanit Mario Falconi, il presidente dell’ordine dei medici, non comprende il criterio economico dei tagli. Una società in deficit deve, semmai, aumentare il proprio
deficit per iniziare con questa iniziativa di nuovo investimento una stagione di gestione totalmente nuova. Ma la spesa sanitaria, rispetto al totale, deriva per il 79% dalla componente pubblica (di cui il 12% dalla farmaceutica) e per il 21% da quella privata (di cui il 6% dalla spesa farmaceutica e per il restante 15% dalle altre voci di spesa sanitaria privata). La spesa pubblica e privata per medicinali venduti in farmacia nell’ultimo anno si aggira intorno ai 25 miliardi di euro, di cui il 74% a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Il 13% è composto da farmaci di classe C con prescrizione, il 9% da farmaci senza obbligo di prescrizione e il restante 4% da ticket. Ma sulla ripresa dallo stato di deficit sono aperte le scommesse. Una parte più delicata sicuramente dovrà passare attraverso i tagli di alcune realtà nosocomiali di provincia che oggi non sono in grado di dare servizi sanitari appropriati agli standard del terzo millennio. A torto o a ragione, questa è una linea che tutti gli amministratori pubblici e la classe di governo ha deciso di intraprendere. Una linea che si predica da dieci anni, che quindi ha condiviso anche chi oggi siede all’opposizione. Ellery Queen
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Alimentazione
Diete, faticose e incomprensibili Al congresso sulle malattie digestive di Chicago concluso il 10 maggio emerge che alimentazione sempre meno si declina con digestione. Necessario un regime sui cibi assunti, specialmente per coloro che soffrono di ipertensione.
Dal 1960 le popolazioni occidentali hanno ridotto del 25/35% il loro apporto quotidiano di calorie (in particolare grassi) e, paradossalmente, l'obesità è aumentata del 400% nello stesso periodo. In questi ultimi 25 anni il fattore che appare rilevante nell’aumento di peso della popolazione - occidentale, industrializzata - non è di natura calorica, ma ormonale. L'eccessiva secrezione d’insulina, l’ormone chiave del metabolismo, è solo l’ultima fase di una reazione metabolica a catena provocata a monte dal consumo di alcuni alimenti. Da diversi decenni lo scenario alimentare delle nostre società occidentali si è notevolmente trasformato. Innanzitutto, si sono progressivamente e insidiosamente introdotti nella nostra alimentazione alcuni alimenti nuovi e quasi sconosciuti dai nostri antenati al punto da costituire oggi la parte principale del nostro consumo quotidiano. L’indice glicemico misura la capacità di un determinato glucide di alzare la glicemia dopo il pasto rispetto a uno standard di riferimento che è il glucosio puro. L’ipertensione può essere curata
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Cittadini & Salute
impostando una dieta corretta e povera di sale. Purtroppo questo disturbo ha conseguenze gravi sulla salute, ma cercare di condurre una vita sana e regolare, fare una moderata attività fisica ed eliminare alcuni cibi nocivi dalla propria alimentazione, aiutano a gestire la pressione alta. Vediamo quindi quali accortezze sono necessarie per tenere controllato anche il valore della pressione alta, partendo da un dato chiave: quindi bisogna ridurre il sale. Ma il sodio è ovunque. Lo troviamo in tantissimi alimenti, anche nella carne, senza la necessità di aggiungerlo questo perché aiuta la conservazione dei cibi e poi perché, soprattutto i prodotti già confezionali, lo utilizzano per aggiungere sapore. È importante quindi impostare una dieta iposodica e sostituirlo, quando si può, con delle classiche spezie. Sono molto saporite e fanno anche bene alla salute. Tutto può e deve partire da una corretta ripartizione giornaliera della dieta che è bene preveda il 45% di carboidrati, il 15% di proteine, il 25% di grassi e il restante 15% deve essere personalizzato in base al grado di sedentarietà del soggetto.
Per esempio lo sportivo può aggiungere proteine o se ha bisogno di zuccheri, più carboidrati. Questa è la regola base con cui organizzare la dieta quotidiana, soprattutto se si è scelto il modello mediterraneo. Anche qui entriamo nella Babele dei linguaggi che ciascuna dieta adotta:il regime alimenare individua delle priorità assolute e modella le regole alimentari su queste priorità. Ne scaturisce che alcuni alimenti vietati in certi regimi, sono tollerati in altri, per cui il soggetto sceglie la dieta non in base a prescrizioni di natura scientifico-sperimentale, ma semplicemente cercando di assecondare i suoi gusti personali. L’unico lavoro possibile del redattore di questa bolgia di messaggi, di leggi confutate da discipline avverse, consiste nel delineare il comune denominatore. Individuare, quindi, ciò su cui dietologi, ricercatori e medici operativi, convengono. E allora, alcuni cibi sono da eliminare: cibi fritti o arrostiti, carni grasse, formaggi grassi... Non del tutto però, perché il fegato di tanto in tanto va messo alla prova. Tagliare con bevande gassate, alcolici e superalcolici... Anche qui la vita diventerebbe penosa per molti. E poi: “Bisogna guardare a come si mangia, più che a cosa si mangia”. Chi scrive rimanda la ricerca al minimo comune denominatore. Rex Stout w w w.cittadinies alut e.it
Malattie
Nuovi farmaci per la Sclerosi Frenare la malattia perché non cresca e assuma caratteri di invalidità. Nuovi farmaci presentati al convegno dell’Osservatorio per la Sanità in cui è intervenuto il senatore Cesare Cursi
Nei prossimi 5 anni è previsto l’arrivo di 10 nuovi farmaci per la sclerosi multipla. Ad annunciarlo è Carlo Pozzilli, responsabile del Centro sclerosi multipla del S. Andrea di Roma. “Metà di questi farmaci - spiega - sostituiranno alcuni tra i più usati, come l’interferone, ora iniettati. Potranno essere somministrati per via orale”. Tra i farmaci per le forme più aggressive della malattia c’è il natalizumab, impiegato anche nei bimbi. Il 4% dei casi ha un esordio tra i 12 e 16 anni. La prospettiva è stata indicata durante il convegno organizzato dall’Osservatorio per la Sanità del senatore Cesare Cursi a Roma. “Esistono farmaci innovativi che compensano i problemi
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di costi che si verificherebbero se il malato non fosse assistito adeguatamente. Oramai il caso della Sclerosi è un problema di cronicità, non di acuzie. Abbiamo a disposizione dieci nuovi farmaci in grado di migliorare fortemente le condizioni del malato che se preso per tempo può convivere con la sua malattia. Gli enti Regione che non hanno problemi di deficit sulla Sclerosi possono concorrere ad aiutare gli enti in difficoltà” l la proposta del Senatore. Le politiche di affiancamento dovrebbero collaborare tra loro per essere d’aiuto alla cura della Sclerosi multipla. Lo ha detto l’onorevole Maurizio Perazzolo. Il professore di economia Sanitaria di Tor Vergata Federico Spandonaro ha
invece elencato gli obiettivi e i vincoli della sanità. Nel trattare più specificatamente i problemi della malattia è invece intervenuto il professore di neurologia della Sapienza Carlo Pozzilli che ha ricordato l’importanza della diagnosi “anticipata” e la conseguente somministrazione di farmaci che deve essere fatta preventivamente. Tutto questo è fondamentale in una malattia che colpisce soprattutto soggetti dai 20 ai 30 anni. La Sclerosi multipla è una malattia cronica del sistema nervoso che determina la distruzione della guaina mielinica delle fibre nervose. Le cause sono tutt’ora da cercare con esattezza, tuttavia l’ambiente e la predisposizione genetica giocano un ruolo fondamentale così come gli agenti infettivi. La curiosità è che in un rapporto donna-uomo i casi sono 3 a 1 per le donne. John Dixton Carr
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Rubrica
Prevenzione & Salute
Prevenzione & Salute vuole informare, in maniera semplice ed efficace, sulla prevenzione e sul modo di combattere le patologie più diffuse del terzo millennio.
Il percorso virtuoso per recuperare la patente, ma anche un rapporto equilibrato con il bere.
Al centro specializzato del Laboratorio Analisi Guidonia ogni passaggio per le attestazioni sui requisiti con i quali recuperare il diritto alla guida.
Dottoressa Helen Costanzi Chimico Tossicologo GRUPPO EUROMED Via Roma 186 (Guidonia Montecelio) Tel. 0774 300401 gruppoeuromedguidonia@gmail.com
Ritiro della patente per alcol. Che fare?
Come risolvere sugli effetti della legge 186 e 187 del Codice della strada Seguire le procedure negli uffici pubblici per riavere la patente di guida comporta lungaggini che possono essere evitate. Questo, senza mancare al rigore con il quale deve essere osservata la fase di recupero. Chi è stato trovato con un livello alcolico superiore della norma consentita ha diritto a rimettersi in linea. Ci sono strutture adeguate in grado di dare risposte adeguate. Diversamente, si rischia di stare un anno senza patente. Rivolgersi a strutture qualificate, quindi, assicura tempi meno lunghi. Colui che deve sottoporsi ad esami ciclici ha però l’obbligo di mettersi in linea con i parametri richiesti. I sistemi di analisi nel sangue, nelle urine e nel capello danno l’identità esatta nella sua abitudine al bere e al consumo di droghe. I cosiddetti furbi abbandonino ogni velleità di raggirare con espedienti di ogni tipo le rilevazioni fatte nei laboratori di analisi. Gli strumenti messi a disposizione della tecnica consentono di individuare anche ogni piccola anomalia dai comportamenti virtuosi.
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Cittadini & Salute
Un laboratorio organizzato adotta procedure documentate Nel laboratorio tossicologico vengono adottate un insieme di procedure definite CATENA di CUSTODIA, che, come primo passo, prevede l’identificazione del soggetto fino alla refertazione dei risultati analitici. Nel Laboratorio Analisi di Guidonia, ad esempio, il percorso di nuova acquisizione della patente consiste in una regolazione in cui si è seguiti passo passo. Gli esami consistono nel monitoraggio di droghe, (con cadenza settimanale) e in concomitanza si esegue un prelievo di sangue per il test della CDT (transferrina desialata) che consente di svelare l’eventuale abuso alcolico. Si tratta infatti di un marcatore molto specifico. L’esame che può esser fatto solo in strutture organizzate ha bisogno della massima correttezza nei protocolli. Quindi, per questo, l’importanza di dotare di personale specializzato a queste speciali diagnosi. Sarà poi lo stesso Laboratorio a fornire alla Commissione Medico Locale gli esiti degli esami dei soggetti interessati nell’arco di pochi giorni. w w w.cittadinies alut e.it
Italian Hospital Group
CENTRALINO 0774 38.61 FAX 0774 38.61.04 188, Via Tiburtina 00012 Guidonia (RM) www.italianhospitalgroup.it
Italian Hospital Group Centro per la cura e il trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare Villa Pia Via Pantano, 35 Guidonia Montecelio Lo psichiatra Antonio Sarnicola
Disturbi del Comportamento Alimentare Il Trattamento del paziente a “Villa Pia”
I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) rappresentano una problematica socio-sanitaria sempre più preoccupante, soprattutto per la pesante incidenza sui giovani. Per Disturbo del Comportamento Alimentare si intende una sindrome caratterizzata da un disturbo persistente del comportamento alimentare, che dà luogo ad una alterata ed inadeguata assunzione degli alimenti. Ciò, pur non essendo causato direttamente da patologie organiche, può compromettere il benessere fisico della persona. Ne parliamo con il Dr. Antonio Sarnicola, Medico Psichiatra e Responsabile Sanitario di “Villa Pia”, Centro per la Cura ed il Trattamento dei DCA, gestito dalla Italian Hospital Group. Il Centro opera dal 2005 in regime di accreditamento con il Sistema Sanitario Regionale ed in stretta collaborazione con il Centro per Studio, Diagnosi e Trattamento dei D.C.A. della ASL RM G. “Anoressia e Bulimia - spiega il Dr. Sarnicola - sono le due principali varianti dei diversi disturbi del comportamento alimentare di cui, ogni giorno, si occupa l’equipe multiprofessionale operante a Villa Pia. La compresenza di diverse professionalità fa sì che tutti i versanti coinvolti nel disturbo (organico, psicologico, nutrizionale, sociale) siano valutati e trattati in modo specialistico e professionalmente qualificato. L’equipe multidisciplinare consta, quindi, di tutte le figure professionali dedicate ai vari aspetti della patologia, sono presenti psichiatri, psicologi, internisti, dietisti, fisioterapisti, educatori e altre figure professionali specifiche per la riabilitazione di tali sindromi. L’esigenza di una equipe multidisciplinare nasce da un tentativo di risposta alla com-
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plessità e alla multifattorialità dei DCA e permette di darne una lettura sufficientemente adeguata per strutturare un Piano Assistenziale Individuale che risponda alle varie caratteristiche e necessità specifiche del singolo paziente. La struttura ospita 60 pazienti e il trattamento può avvenire in regime di ricovero o in regime semiresidenziale, che permette al paziente di afferire al Centro per alcune ore, seguire le varie terapie e rientrare a casa. Il contesto residenziale o semi-residenziale, quindi non ospedaliero, consente al paziente di affrontare e risolvere il proprio disagio anche attraverso un confronto umano con l’equipe, la quale conosce le problematiche e le caratteristiche individuali di ciascuno. Il vantaggio del Centro unico consiste nell’ospitare pazienti con problematiche e disturbi diversi, condividendo le competenze del team di professionisti che monitorizza costantemente il quadro clinico-psichico del paziente. All’interno del Progetto Assistenziale Individualizzato, tra tutti gli interventi si imposta un Progetto Dietoterapico Individualizzato attraverso il quale i pazienti hanno miglioramenti rilevanti nel rapporto con la propria immagine corporea e nelle relazioni familiari e interpersonali. Un monitoraggio ad ampio raggio esperto e dedicato fa sì che tutti gli aspetti siano regolati da professionisti, cosicché il piano internistico, farmacologico, dietoterapico, sia corretto e specifico. Terminato il ricovero, il paziente potrà essere indirizzato presso altri centri e operatori territoriali, rimanendo quindi in una rete assistenziale integrata in grado di seguirlo nelle varie fasi del percorso riabilitativo”.
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RICERCA
Cancro, dagli antigeni la sua sconfitta Forse si è arrivati ad un vaccino contro il tumore alla prostata che già si annuncia applicabile verso altre forme di tumore come quella al polmone. Il tutto senza controeffetti e senza chemio. Sui topolini da laboratorio ha funzionato. Ora deve essere sperimentato sugli uomini. Il meccanismo è semplice e rischia di ripetere un motivo già sperimentato. Si è dimostrato però funzionale senza dare effetti collaterali e senza dover far ricorso a radio o chemioterapia. A pubblicare la ricerca del Mayo Clinic di Rochester (Stati Uniti) e i loro collaboratori nel Regno Unito è stato il prestigioso periodico di attualizzazione della ricerca Nature Medicine pubblicato il 19 giugno. Il meccanismo si attiva con il nostro stesso sistema immunitario che crede di essere stato attaccato dal virus, esprime antigeni correlati al cancro affinché siano eliminati. Il risultato è quello di una reazione
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immunitaria contro le cellule tumorali. Una lotta senza effetti collaterali, che se effettivamente arrivasse in clinica, potrebbe rivoluzionare la terapia oncologica. Istruire il nostro sistema immunitario ad aggredire le cellule tumorali non è certo un gioco da ragazzi. È stata semplicemente applicata la tecnica che utilizza una libreria di DNA proveniente da organi in cui possono formarsi i tumori. Quindi, il metodo consiste nell’impiegare le nostre stesse potenzialità, la risposta immunitaria dell’organismo in grado di creare un vaccino per la cura del cancro. In queste prime sperimentazioni sui topi affetti da cancro alla prostata, il vaccino sperimentale è stato
funzionale alla riduzione dei tumori. Di qui la sua sperimentazione su larga scala affinché possa trasformarsi in cura. Lo stesso approccio potrebbe essere utilizzato nel trattamento del melanoma e di tumori più aggressivi, come quelli al polmone, al cervello e al pancreas. La sperimentazione clinica potrebbe iniziare entro due anni. Difficile fare una stima esatta dei casi di cancro alla prostata perché c’è una forte differenza di dati tra latitudini geografiche, secondo l’American Cancer Society. Meno comune tra gli uomini asiatici, più comune tra gli uomini di colore, il tumore alla prostata si sviluppa più frequentemente negli ultra cinquantenni. È il secondo più comune tipo di tumore negli Stati Uniti. Nella medicina occidentale è stata individuata come malattia solo nel 1853. Philiphe Marlowe
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Chirurgia
Aneurisma, operato, non invasivo
La messa a punto di questa tecnica porta a una grande innovazione in chirurgia. Sarà una svolta epocale quando il metodo sarà diffuso per un’affezione che creava problemi per l’intervento Il 14 giugno è stata data ufficialmente notizia che è stata sostituita l’aorta con cinque piccole incisioni di tre centimetri invece di un taglio lungo torace e addome. L’intervento è stato eseguito al San Matteo di Pavia. È la prima volta che viene svolto in Europa e nel mondo occidentale. Durata sei ore, in anestesia totale, l’operazione ha avuto il carattere di massima urgenza perché su un paziente arrivato in elicottero da Udine in codice rosso con sospetto di rottura imminente dell'aorta a rischio morte. Dopo una set-
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timana il paziente è tornato a casa. La tecnica di massima precisione ha seguito le modalità della chirurgia mini invasiva endovascolare. Un intervento di questo tipo sugli aneurismi della aorta nel tratto toracico e addominale può portare a morte improvvisa, paralisi e altre complicanze importanti. La persona era stata giudicata inoperabile con la chirurgia tradizionale. L’aneurisma dell’aorta incide per il 28,1% delle malattie delle arterie. Stefano Pirrelli, uno dei chirurghi facenti parte dell’equipe, ha così spiegato
l’esito dell’intervento: “Si tratta di un trauma chirurgico limitato. Niente rianimazione. Zero trasfusioni di sangue, una ripresa rapida già a partire dal giorno successivo e una alimentazione normale”. Attilio Odero, il coordinatore dell’equipe: “Questa tecnica diminuisce sensibilmente il rischio paralisi. La rapidità di esecuzione e il mantenimento del flusso sanguigno aperto riducono i danni midollari a causa della paralisi. È stato possibile farlo perché al San Matteo possiamo utilizzare diverse competenze professionali e lavorare in squadra”. Ma c’è anche un altro vantaggio, questa operazione, costa un terzo di quella tradizionale. Francesca da Polenta
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Attualità
Mal di stomaco male nostrum
Il 40% degli italiani soffre di “disturbi funzionali” dell’apparato digerente. Ancor prima di ricorrere alle medicine meglio cambiare alimentazione. Disturbi digestivi, sindrome dell’intestino irritabile, affezioni non gravi ma mediamente non curabili e caratterizzate da un alto tasso di cronicità. Sono questi i disturbi funzionali con rilevanti implicazioni sociali ed economiche quali costi per la ricerca diagnostica al fine di escludere patologia organica, elevata inappropriatezza nella richiesta e nell’esecuzione di metodiche diagnostiche, perdita di giornate lavorative, prescrizioni farmacologiche. Ogni anno, inoltre, il 15% degli italiani viene visitato dal medico di Medicina generale per malattie digestive, che sono la causa di 1 ricovero ospedaliero su 12. Ne consegue che tra le malattie digestive anche per patologia di non elevatissima incidenza si può stimare un impatto per il Servizio Sanitario Nazionale assai elevato. Il ministro della salute, Ferruccio Fazio, è intervenuto il 7 giugno al Convegno Le malattie digestive in Italia dedicato alla presentazione del nono volume della collana Quaderni del Ministero della Salute. In questo quaderno la situazione nel dettaglio e in sintesi degli effetti da cattiva digestione molto spesso sintomali di altre patologie. www.cittad inies alut e.it
La misura è stata presa dal Ministero della Salute e visibile nei suoi Quaderni in cui dà notizia delle disposizioni. A scandagliare le cause del mal di stomaco si deve innanziutto guardare a scelte alimentari sbagliate o eccesso dell’alimentazione. Laddove la cattiva alimentazione si trasforma in abitutinde quotidiana le cause del malessere si presentano in modo frequente, la qual cosa deve dare un indice di attenzione speciale perché il mal di stomaco si presenta come affezione speciale, non ordinaria o cronica. Dispepsia , gastrite e ulcera gastrica sono le vere patologie che insorgono. Si tratta di cause di ulteriori malesseri dandogli maggiore frequenza. Il mal di stomaco può infine avere origine batterica. Molto spesso è tutta colpa dell’Helicobacter pylori. Importate innanzitutto individuare nelle proprie abitudini i possibili fattori di rischio. Quando invece il mal di stomaco ha una caratteristica solo occasionale, scompare in poche ore spontaneamente. Farmaci adatti ce ne sono. Ma considerando le controindicazioni meglio tenersi a distanza. Un rimedio vecchio quanto il cucco può consistere nell’immergere
qualche fogliolina di salvia o di alloro in un pentolino ricolmo d’acqua, far bollire per 5 minuti, aggiungere qualche goccia di limone per poi bere l’infuso ancora caldo. Oppure affidarsi a una sana, intramontabile, tisana. Ma innanzitutto bisogna badare bene a cosa si mangia. Riso in bianco, con poco olio di oliva extravergine. Il riso ha un effetto spugna. Asciuga rapidamente lo stomaco, saziando e riducendo acidità e bruciore. Lo yogurt! Aiuta a regolarizzare il transito intestinale e a ripopolare la flora batterica. Frutta fresca, verdura di stagione, ricche di fibre. Lo zenzero! Masticarne un pezzetto o ad usarlo per condire il riso. Sospendete con la pastasciutta. Rischia di aggiungere acidità all’acidità. Vanni Fucci
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RICERCA
Trapianto del rene con lo stesso rene riparato Intervento che apre una strada ad altre potenzialità chiurgiche. Il primato va all’ospedale Molinette di Torino, primo in Europa in questo tipo di operazione.
Trapiantato un rene riparato, quindi reimpiantato nel paziente. L’operazione è avvenuta avvalendosi della tecnica laparoscopica. Il record effettivo riguarda infatti l’uso di questa tecnica per questo tipo di operazione. La settantaduenne che è stata operata aveva una rara patologia vascolare. Pietro Rispoli per chirurgia vascolare, Paolo Gontero urologo, sono i chirurghi che hanno effettuato l’intervento. Il rene sinistro, affetto da una rara patologia dei vasi consistente in un volu-
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minoso aneurisma di uno dei rami profondi dell’arteria renale, è stato espiantato per via laparoscopica. Ciò ha permesso di collocare il rene su un banco di lavoro, effettuare in ipotermia una resezione microchirurgica dell’aneurisma e, subito dopo, un autotrapianto utilizzando la medesima piccola incisione da cui il rene era stato estratto per via laparoscopica. Il rene è stato quindi immediatamente reimpiantato utilizzando la stessa piccola incisione da cui era stato estratto. La tecnica utilizzata per la
prima volta, rivoluziona in maniera sostanziale quella che è la prassi di autotrapianto comunemente utilizzata dai nosocomi per interventi di questo genere. Questa operazione infatti avviene solitamente per normale via chirurgica, aprendosi uno spazio partendo dalla fossa iliaca. La funzione dei reni è fondamentale nella meccanica del nostro organismo. I reni filtrano dal sangue i prodotti di scarto del metabolismo che sono espulsi tramite l’urina. Mantengono il corretto equilibrio idro-salino nell’organismo e assicurano la depurazione dei circa 150170 litri di sangue che dalle arterie passano nelle vene. Piccarda Donati
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Curiosità
“Una diagnosi precoce vi salva la vita”
Ce lo dice Antonio Banderas durante la presentazione del film girato con Almodóvar prossimamente nelle sale. L’argomento del suo tumore benigno, sconfitto prontamente, oscura la presentazione del film.
Oramai fare Outing su una propria malattia è diventato un genere letterario. Coinvolge il divo e il giornalista. Quando si vuole dare più forza a una dichiarazione o alla presentazione di un film oppure quando non si ha proprio nulla da dire ma si deve dire qualcosa, argomento consigliato da parte dei press agent consiste nel tirare fuori una malattia dalla quale si è usciti vittoriosi. Bisogna esserne usciti, altrimenti si trasformerebbe in cattiva pubblicità, specialmente per i produttori che debbono fare una proposta a un attore di cui è garantita l’ottima salute. La produzione non vuole scherzi sul set, il protagonista può astenersi per la promozione che molto spesso si traduce nella vera maratona, una volta completate le riprese sul set e terminata la montatura. Ultimo di questa schiera è Antonio Banderas. Felici di rivederlo. Felici di poterlo apprezzare con il suo regista si sempre Pedro Almodóvar. Ma evidentemente non bastava come operazione d’immagine. Ha dovuto raccontare in un’intervista di essere uscito da un tumore alla schiena. Non bisogna essere dei medici per chiedersi cosa siwww.cittad inies alut e.it
gnifichi un’espressione come questa che può indicare la presenza cancerosa alla pelle, alle ossa, ad un organo… Niente di tutto questo. Alla schiena. Operato in somma urgenza con altrettanta ne è uscito tanto che può parlarne serenamente. Siamo tutti contenti. Ma è un tipo di esperienza, quella di asportare un tumore benigno che fa parte oramai di circostanze di vita molto comuni. Un’esperienza che sarebbe sempre meglio non fare, ma che può far parte degli accadimenti di vita ai quali bisogna sapersi sottoporre. L’esperienza di Banderas non aggiunge nulla e non toglie nulla a quanto comunemente conosciuto circa gli scherzi che può dare il nostro corpo e la necessità di sapervi fare fronte. Banderas ce l’ha voluto raccontare. Va bene. Benissimo. Importante però non dimenticare mai il monito che lui stesso fa verso la prevenzione. Decisivo farsi controllare al primo sospetto. Banderas infatti racconta di aver scoperto il tumore alla schiena mentre era in doccia. Uno strano bozzo, mai sentito prima, sulla schiena. Ne ha parlato al medico e due giorni dopo era in sala
chirurgica. “La biopsia ha rivelato, con grande sollievo, che si trattava di un tumore benigno, ma era piuttosto grosso, come mi ha detto in seguito il chirurgo: - Fai conto che nella schiena avevi una specie di pugno, così, come il mio, infilato dentro -. Fortuna che mi sono accorto in tempo di avere una cosa strana là dietro”. Antonio Banderas, protagonista del melodramma horror di Pedro Almodóvar “La piel que habito”, ci dice: “Ascoltate con attenzione il vostro corpo. Toccate, tastate e nel dubbio correte subito dal medico. Una diagnosi precoce vi salva la vita”. I tumori nell’area della colonna vertebrale sono piuttosto rari e possono colpire le strutture ossee o il midollo spinale: si rimuovono in sala operatoria e i risultati sono quasi sempre positivi, senza bisogno di ulteriori cure. Banderas ha voluto sottolineare l’importanza della diagnosi precoce, parlando della sua esperienza. Unica controindicazione dall’operazione di Outing, sempre ben riuscita quando riguarda questioni della salute del divo. Funziona a tal punto da oscurare il film o l’opera che si vuole presentare, tanto che tutti i titoli delle agenzie si sono occupate del mal tolto di Banderas e il film rischiava di passare in secondo piano. Margaretha Geertruida Zelle
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Cittadini & Salute
RICERCA
“Tradisco mio marito perché me lo dice il gene di mio padre” Forse anche la sindrome a fecondare al di fuori della coppia ha una radice genetica
Esistono diverse specie animali che socialmente formano legami di coppia monogama. Tra queste gli uomini. Resta pur vero che all’interno della specie una parte considerevole della prole è rappresentata da maschi con tendenza ad accoppiarsi in modo promiscuo. Questa osservazione è rimasta un enigma per i biologi evolutivi: anche se l’accoppiamento al di fuori del legame di coppia può ovviamente aumentare la produzione di prole di sesso maschile, i benefici di tale comportamento per le femmine sono meno chiari. Ma va pur detto che se la tendenza è maschile, la disponibilità è femminile a sollecitare attivamente accoppiamenti promiscui. Quindi, secondo una tesi, sono le femmine ad essere colpite dalle stesse varianti genetiche dei maschi, tanto da poter ritenere esserci una vera sindrome genetica all’accoppiamento promiscuo. Secondo un’altra tesi il comportamento femminile evolve per la selezione indiretta sul comportamento maschile. Nello studio pubblicato il 17 maggio si dimostra che in una specie monogama che si chiama diamante mandawww.cittad inies alut e.it
rino le differenze individuali nel comportamento di accoppiamento voluttuario hanno una componente ereditaria. Curiosamente, questa base genetica è condivisa tra i sessi, come dimostra una forte correlazione genetica tra le misure maschili e femminili di comportamento di accoppiamento. Quindi, la selezione positiva sui maschi di padre libertino, porterà ad un aumento di accoppiamento altrettanto libertino da parte delle femmine come risposta evolutiva correlata. Questo comportamento porta ad una visione radicalmente diversa di accoppiamento libertino femminile: può esistere anche a causa di antenati di sesso maschile. Lo studio è stato pubblicato da PNAS, una delle più autorevoli riviste di aggiornamento scientifico degli Stati Uniti. Ma conferme arrivano anche in altre sedi di ricerca. Dalla Svezia, alcuni ricercatori dell’Istituto Karolinska di Stoccolma hanno rilevato che il gene agisce sull’ormone denominato vasopressina. Con esperimenti sui roditori ritengono di poter arrivare ad una medicina per il tradimento. Chiaramente siamo a un passo dal ridicolo. Abituati a pensare il
tradimento come una dinamica che interagisce nella coppia ed è il contenitore di altri malesseri, ripugna chiunque l’ipotesi di una pillola che risolva il problema. Ma a ben guardare, questo potrebbe essere l’inizio di un rovesciamento del problema. Non guardare la trasgressione dalla coppia come un problema comportamentale ma come sistemico nel corredo genetico. Quindi da accettare come tale. Oppure da modificare, se si ritiene opportuno modificare. D’altra parte il tradimento non ha connotazioni sociali, etniche né culturali o ideologiche. Esiste in tutti i livelli di coesistenza tra uomo e donna. . I motivi che portano al tradimento, da un punto di vista psicologico e relazionale, sono diversi da caso a caso. Al di la di attrazioni fatali, desiderio sessuale, gusto di sedurre ed essere sedotti, il tradimento è un comportamento che esprime un messaggio importante: il bisogno di affermazione del proprio Sé e la necessità di separarsi (talvolta in maniera illusoria). Sotto il profilo della Psicologia, come viene spesso trattato, il tradimento rappresenta una modalità di mettere un confine tra la propria persona e il partner. Tutto questo, spesso, all’interno di una relazione che deve sempre rispecchiarsi, o comunque fare i conti con l’Altro/a. Louise Salomé Cittadini & Salute
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La Pillola
Finisce la falcidia della tubercolosi Quel che non ottiene la ricerca si conquista grazie al caso: scoperta la penicillina
Il rimedio di Carlo Forlanini - il pneumotorace artificiale - non riesce ad arrivare a tutti e al meglio allontana la sentenza finale, non guarisce. La bonifica non ottiene gli effetti sperati. Anche il rimedio di Eduardo Maragliano con il quale attraverso un’emulsione di bacilli morti si sarebbe creata una reazione tale da rendere il corpo immune dalla tubercolosi, non raggiunge i livelli di cura e di guarigione che erano nelle prime entusiasitiche aspettative. La lezione per la Storia della Scienza è esemplare e ridimensiona le pro-
spettive scientiste del Positivismo iniziato nella seconda metà dell’Ottocento: attraverso la ricerca attenta, analitica, induttiva, attraverso la sperimentazione degli effetti determinati da ipotesi, non necessariamente si trovano le risposte giuste. Ed è solo negli anni Cinquanta, con la sperimentazione degli antibiotici e dei chemioterapici, che la medicina è in grado di agire su larga scala. Così come fu fatto per la malaria attraverso il chinino. I morti per tubercolosi decrescono da 37.168 nel 1929 a 33.571 nel 1930, a 33.058 nel 1931, a 31.998 nel 1932. Nell’arco di tempo del ventennio dal 1923 al 1940, il tasso di mortalità si dimezza dall’1,5% allo 0,75%. G. Cosmacini, Storia della medicina e della Sanità in Italia, pagg. 396-397, ed. Laterza Bari 2005.
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