Provincia di Modena. Estratto dal verbale della seduta del 14/02/2001

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PROVINCIA DI MODENA CONSIGLIO

PROVINCIALE

Prot. N. 12770 Estratto dal verbale della seduta del 14/02/2001 L’anno duemilauno il giorno quattordici del mese di Febbraio alle ore 15:00, convocato dal Presidente nelle forme prescritte dalla Legge, il Consiglio Provinciale si è riunito nella sala delle proprie sedute, per deliberare sugli oggetti iscritti all’ordine del giorno. Presiede LIVIANO RUOLI, Presidente del Consiglio Provinciale, con l’assistenza del Segretario Generale GIOVANNI SAPIENZA. E’ presente il Presidente della Provincia, GRAZIANO PATTUZZI Sono presenti, nel corso della trattazione dell’argomento, i Consiglieri: ANNOVI ENRICHETTA BARBIERI GIANCARLO BARBIERI GIORGIO BENATTI MAINO BERGONZINI NATALINO BERTACCHI MASSIMO BIONDI MAURO ANGELO CAVAZZUTI MAURO DOTTI EMIDIA FALZONI CESARE LEONI ANDREA LIOTTI CATERINA RITA LUPPI GIOVANNI MAZZI DANTE MORANDI FILIPPO MOSCA FABIO ORLANDI ANTONELLA

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PATTUZZI GRAZIANO PICCININI BRUNELLA PIVETTI GILIOLA POLETTI MAURIZIO QUARTIERI GINO REGGIANI VALTER ROCCO FRANCESCO ROMANI SUSANNA RUOLI LIVIANO SILVESTRI ALFREDO SIROTTI ANDREA TAGLIANI TOMASO VACCARI GIUSEPPE VANDELLI VINCENZO

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Presenti N. 26 Assenti N. 5 Il Presidente, constatato che il Consiglio si trova in numero legale per poter validamente deliberare, dichiara aperta la seduta. Il Presidente dà atto che sono presenti altresì, ai sensi dell’art. 29 comma 2 dello Statuto della Provincia, gli Assessori: BERGIANTI CLAUDIO, DIAZZI MORENA, GIOVANELLI FERRUCCIO, LUGLI MARIO, MALETTI MAURIZIO OGGETTO n. 32 : INTERPELLANZA DEL CAPO GRUPPO CONSILIARE RIFONDAZIONE COMUNISTA, SILVESTRI: “VILLA SORRA: VOGLIAMO SALVARE E VALORIZZARE LA PIU IMPORTANTE VILLA STORICA MODENESE?”.


PROVINCIA DI MODENA ATTO N. 32 DEL 14/02/2001 - PAG. 2 __________________________________________________________________________________ OGGETTO: INTERPELLANZA DEL CAPO GRUPPO CONSILIARE RIFONDAZIONE COMUNISTA, SILVESTRI: “VILLA SORRA: VOGLIAMO SALVARE E VALORIZZARE LA PIU IMPORTANTE VILLA STORICA MODENESE?”.

Il Presidente concede la parola al Consigliere Silvestri il quale dà lettura della seguente interpellanza: Nel 1972 la Provincia di Modena ed i Comuni di Castelfranco Emilia, Nonantola, e S. Cesario acquistarono congiuntamente, a condizioni vantaggiose, dall’Opera Pia “Cavazza”, la Villa Sorra di Gaggio/Panzano di Castelfranco Emilia. Si tratta di un complesso settecentesco di 172.000 mq. comprendente una residenza nobiliare di campagna: villa, grande parco, case coloniche, caseificio e serra e che costituisce un grande patrimonio culturale ed ambientale destinato ad un uso pubblico. Tale patrimonio necessita anche di imponenti investimenti per il restauro, la conservazione e la valorizzazione. Dopo alcuni anni, nei quali il complesso è stato adibito a mostre, iniziative varie e –per il parco – all’usufruizione pubblica, le risorse finanziarie necessarie sono venute a mancare, la Provincia si è ritirata dal Consorzio ed è iniziato un inevitabile processo di degrado ed abbandono, fino al crollo di una parte del solaio della villa. Villa Sorra è stata e, nonostante tutto, continua ad essere meta di escursioni e visite di migliaia di persone attratte dalla singolare bellezza paesaggistica del parco e dal significato storico e culturale della sua organizzazione padronale /mezzadra. Per questo si interpella il Presidente per conoscere se la Provincia di Modena non ritenga opportuno riprendere il suo interessamento alla conservazione, manutenzione, restauro e valorizzazione del complesso di Villa Sorra a beneficio della cultura storicourbanistica, del turismo ambientale e di un positivo uso del tempo libero della gente della pianura modenese. Alfredo Silvestri Dopo di che, in merito all’argomento, si svolge la seguente discussione: SILVESTRI ALFREDO - Consigliere gruppo Rifondazione Comunista Villa Sorra si trova a Panzano, anzi tra Gaggio e Panzano di Castelfranco Emilia. Si chiama Villa Sorra perché venne costruita dai signori Sorra alla fine del ‘700 o durante il ‘700 e poi completata nell’800. Poi è passata ad altre famiglie, fino a che nel 1972 venne acquistata a trattativa privata e grazie all’avvento della Regione che riuscì a consentire questa vendita da parte dell’Opera Pia Cavazza ad un consorzio formato dai Comuni di Modena, Castelfranco Emilia, Nonantola e San Cesario della provincia di Modena, acquisto anche ad un prezzo diciamo decente. Questa villa è stata oggetto di diverse attenzioni da parte degli enti locali interessati ed anche di alcuni interventi notevoli nei primi anni ‘70 fino agli inizi degli anni ‘80. Tra l’altro il Comune di Modena ha pubblicato un pregevole volume della serie dei beni culturali e la Provincia di Modena ha incaricato degli esperti per fare una ricerca ed anche per allestirvi nel piano terra e negli scantinati un museo della civiltà contadina. E` stata, quindi, oggetto di diverse attenzioni da parte di questi enti, sennonché ad un certo punto la Provincia


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di Modena stranamente si è ritirata dal consorzio e ha smesso di partecipare alla sua manutenzione e alla sua valorizzazione. E` un complesso notevole, si parla di villa ma comprende anche un giardino con canali, con serra, inoltre con caseificio, case coloniche, ghiacciaia, cioè un grande complesso padronale, munito di tre strade che ricalcano decumani o cardi romani e che proprio perché allora faceva parte del bolognese, dello Stato Pontificio, ma era di proprietà di un cittadino modenese, Sorra, che però era un possidente bolognese anche, quindi storicamente ed anche attualmente dal lato storico, artistico, paesaggistico etc. è valutata sia da Bologna come da Modena come una delle più pregevoli, se non la più pregevole villa storica del territorio. Ultimamente, anche in seguito all’abbandono della partita da parte della Provincia, i Comuni interessati hanno perso interesse a questo complesso di beni, hanno lesinato gli interventi, talché la stessa villa è stata chiusa al pubblico ed anche il parco è stato ripetutamente chiuso al pubblico. Per cui ci sono degli indizi di degrado anche edilizio. Recentemente è crollata anche una parte del tetto e di fronte a questa emergenza i Comuni interessati hanno stanziato qualche mese fa 700 milioni, 750 milioni per alcuni interventi, ma rappresentano poca cosa perché il grande parco, tra l’altro attraversato da canali, laghi etc., per essere aperto al pubblico necessita di una custodia, di una manutenzione per non costituire pericolo per i visitatori. Villa Sorra credo che negli ultimi anni sia diventata soprattutto famosa perché nel cortile di questa villa è stato ripetutamente allestito il festival dell’unità. A parte questo, però tutte le domeniche e non solo le domeniche d’estate e non solo d’estate nei dintorni, nel parco, anche quando è chiuso, questo complesso viene frequentato da migliaia di cittadini, escursionisti, gente di tutte le età, soprattutto giovani, che vanno a fare un’escursione in campagna intorno a questo complesso. La villa ha anche un valore architettonico notevole e pittorico, dato che contiene una serie di vedute di quadri di pregevole valore. Io intervengo con questa interpellanza presso la Giunta perché la Provincia ritorni sui suoi passi, ritorni sui passi che aveva intrapreso negli anni ‘70 e fino agli anni ‘80, dando il suo contributo e manifestando il suo interesse per questo splendido patrimonio pubblico della collettività che ha, appunto, un interesse storico, artistico, monumentale ma anche paesaggistico, ambientale, ricreativo e sportivo. Credo che la Provincia si è interessata di tanti problemi culturali, di tanti aspetti anche di minore entità rispetto a questo. Penso che il bilancio della Provincia possa sostenere un intervento all’altezza delle esigenze e credo che proprio perché ci troviamo di fronte ad un bene pubblico, già in parte anche di proprietà della Provincia, la Provincia, per il valore che ha intercomunale, provinciale, regionale e nazionale questo bene, debba riprendere il suo interesse riaderendo al consorzio, alla forma associativa, comunque coordinandosi con i Comuni proprietari incentivandoli, coordinandoli, spingendoli a fare delle cose buone nell’interesse di tutti ed anche manifestando il suo interesse finanziario. LUGLI MARIO - Assessore Le osservazioni che ha fatto il Consigliere Silvestri sono in gran parte condivisibili nella misura in cui le osservazioni e le valutazioni che ha fatto intorno al valore del complesso sono sicuramente esatte. Qualche precisazione intorno invece a quella che è stata la sua storia recente in termini di soggetti proprietari. E` dal 1972 che la villa, che era allora proprietà, come ha detto giustamente il Consigliere Silvestri, dell’Opera Pia Cavazza, è stata venduta, ceduta a 5 enti, uno dei quali era anche la Provincia, uno era il Comune di Modena che ha una quota che era ed è del 31%, un’altra era il Comune di Castelfranco che aveva una quota del 28%, la Provincia di Modena aveva una quota di proprietà del 20%, il Comune di Nonantola aveva ed ha una quota proprietaria del 14% e il Comune di San Cesario che aveva ed ha una quota del 7%. Nel 1983, quindi 18 anni fa, l’allora Amministrazione Provinciale decise di cedere la propria quota del 20% al Comune di Castelfranco Emilia, che così diveniva proprietario di quasi la


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metà del complesso, arrivando ad avere una quota del 48%. Questa è la situazione attuale, quindi i proprietari oggi sono quattro, sono questi i quattro soggetti che fanno parte del consorzio e che gestiscono la villa. La villa ha quel valore a cui faceva cenno il Consigliere Silvestri. E`, come mi dicono gli esperti, sia il complesso architettonico, ma forse ancora più il giardino è l’elemento originale, il giardino mi dicono essere uno dei più bei giardini romantici della nostra regione e forse non solo di quella. Il complesso però è decisamente -io ho avuto la fortuna di vederla l’anno scorso nella sua interezza durante la giornata di apertura che ha organizzato il FAI- in uno stato oggettivo potremmo definire di abbandono. L’intervento è un intervento economico assai oneroso sia per la vastità del complesso che da un punto di vista architettonico; non comprende solo la villa, ma ci sono anche altri elementi, come le scuderie, il caseificio, la ghiacciaia, la portineria, c’è una serra e poi altri elementi che costituiscono il vasto complesso del giardino e del parco. Noi anche prima dell’interrogazione intorno a questo argomento, proprio per il valore stesso del complesso, ci siamo interrogati, perché indubbiamente, su questo non ci sono dubbi, un recupero di questo sito per la collocazione proprio della villa stessa (è in un luogo facilmente accessibile, è quasi a metà strada tra Modena e Bologna), incontrerebbe sicuramente un grandissimo interesse da parte di un pubblico di visitatori, ma non solo. Già oggi nei giorni festivi, nella bella stagione il parco è frequentatissimo. Il problema per la Provincia è che di fatto però non è più uno degli enti gestori, non fa parte del consorzio e in linea di massima non è prevedibile che la Provincia ritorni ad acquisire quote di proprietà. Però questo, a nostro modo di vedere, non esclude che si possano fare degli interventi, che la Provincia si possa fare protagonista e sollecitatrice dei diversi soggetti, cioè dei quattro Comuni, per vedere se è possibile individuare delle soluzioni, ripeto, soluzioni che sono oggettivamente di grande impegno economico. A me è capitato di parlarne anche con l’Assessore alla Cultura del Comune di Modena e rispetto a questo c’è il comune sincero convincimento della necessità e dell’utilità del recupero del complesso; c’è però la variabile economica che è una variabile rilevante, forse non insormontabile però. Allora, noi in linea di massima nel ragionamento che abbiamo fatto come Giunta, avremmo pensato che si possono esperire due strade, essenzialmente: da un lato appunto, e questo è l’atto concreto che come Provincia intendiamo fare, chiederemo un incontro dei quattro Comuni per vedere con loro quali sono gli interventi che è possibile fare. Da quello che so, che mi è dato sapere, per esempio non esiste nessun progetto intorno ad un possibile anche piano, progetto di gestione, perché a nostro modo di vedere sullo stile di altri complessi di quella natura, penso a Villa Magnani Rocca, Traversetolo, non c’è solo il problema di un recupero di natura architettonica, c’è anche il problema di vedere di destinare alcune funzioni a quel complesso che possano ulteriormente valorizzarla, al di là di quello che è una valorizzazione e recupero di tipo museografico, diciamo così. Il problema vero, il limite vero di un nostro intervento è questo, cioè che noi possiamo sollecitare, stimolare, possiamo anche di nostro vedere che impegni ci possiamo prendere di natura politica ed eventualmente anche economica, ma tutta questa operazione è vincolata anche ad una adesione politica ed economica dei soggetti che sono proprietari. Comunque la nostra intenzione è di andare ad un incontro con questi e valutare con loro alcune ipotesi. C’è nell’aria -qui lo dico con una certa cautela- l’ipotesi di un accordo di programma tra il Ministero e la Regione che dovrebbe investire alcuni dei siti storico - architettonici più importanti della Regione, quindi qualcuno anche nella nostra provincia. Questo potrebbe essere uno dei candidati migliori per un’operazione di questo tipo. Un’altra ipotesi è quella che i quattro, cinque soggetti, i Comuni più la Provincia, si facciano promotori di un’iniziativa presso altri enti, nel caso specifico per esempio la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che di fatto è interessata, che ha i Comuni di Modena e Castelfranco tra i Comuni della sua area di intervento privilegiata e chiedere a lei eventualmente se c’è la possibilità di un


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coinvolgimento complessivo di questi soggetti per cominciare ad avviare un processo che porti sia alla progettazione per il recupero e per valutare che tipo di gestione fare, poi concretamente per avviare dei lavori di recupero intorno a questo complesso. Noi siamo in questa situazione, cioè anche noi come Provincia riteniamo che non sia intelligente e non sia il caso di stare fermi, nel senso che il tempo non è innocuo, cioè il tempo tende a fare deperire questi complessi, quindi è necessario che ci sia qualche forma di intervento. I 700 milioni che sono stati investiti mi risulta che sono destinati ad interventi di stabilizzazione, non certo di valorizzazione. Questo ci dà anche il senso però della rilevanza e dell’entità economica dei finanziamenti che sono necessari. Il punto a cui siamo arrivati è questo, noi intendiamo andare nei prossimi giorni a chiedere un incontro, fare queste valutazioni, di cui poi vi riferiremo. BARBIERI GIORGIO - Consigliere gruppo Lega Nord per l’Indipendenza della Padania Io devo dire che il parco di Villa Sorra e quant’altro l’ho visitato molti ma molti anni fa e poi non sono più andato perché mi hanno sempre indicato questo stato di abbandono ormai perenne di questa villa e relativo parco. Questa è stata una ennesima donazione. Insomma, a me pare che lo sperare che qualche Fondazione esca allo scoperto con un finanziamento per ripristinare ai cittadini l’utilizzo, il pieno utilizzo di Villa Sorra, insomma... forse io speravo, rimane la speranza, che qualcosa di nuovo in cantiere ci fosse, ad esempio ci sarebbero molti sponsor privati disponibili ad entrare in questa e in altre situazioni per il ripristino di queste opere straordinarie. Bisognerebbe solo studiare come e perché riuscire a farli entrare, anche qualche sgravio fiscale. Mi meraviglio che oggi come oggi si senta parlare un po’ da tutti, Ministeri compresi, di questa possibilità, però quando c’è da metterla in essere a livello locale chissà perché diventa tutto molto complicato. Prima di sperare che una Fondazione qualsiasi, ne abbiamo diverse, sempre bancarie, possa entrare nel merito, io andrei proprio a cercarmi gli sponsor; è possibile farlo, non solo per questo ma anche per l’altra azione che avevamo fatto io e Vandelli insieme sull’oasi presente a Manzolino, dove c’è la possibilità di acquisire il vecchio mulino... non si può dire? E` meglio non dirlo, non più. Mi sa che i tempi siano ormai passati, non c’è più possibilità. Io sono rimasto deluso dell’immobilismo, penso che anche lui, lui più di me perché, tra l’altro, è di maggioranza e perciò francamente credo che la sua delusione sia maggiore della mia. La mia forse è una constatazione. Mi fa piacere che il dottor Silvestri abbia sollevato il problema di Villa Sorra perché comunque è una cosa molto sentita nella zona di Castelfranco. VANDELLI VINCENZO - Consigliere gruppo I Democratici L’argomento di Villa Sorra è un argomento, come tutto il tema dei beni culturali, importante; credevo che prima o poi il Consiglio provinciale lo discutesse in maniera forse un po’ meno distratta e con una frequenza un po’ più maggiore. Mi spiace perché probabilmente proprio non è all’ordine del giorno anche l’attenzione su questo, comunque spero che veramente qualcosa cambi, come sta veramente cambiando, perché se noi guardiamo la risposta che ha dato l’Assessore, in effetti ci sono delle novità consistenti e lo dico perché io da anni su Villa Sorra sto tentando di promuovere un’opinione, una pressione pubblica, tant’è vero che l’anno scorso con il Fai in due giornate abbiamo avuto 5 mila visitatori, e quindi ringrazio anche il dottor Silvestri che ha presentato l’interrogazione, cioè l’oggetto. Villa Sorra è un argomento importante perché è il complesso villa e giardino dell’800 più importante dell’Emilia Romagna. Sia Silvestri che l’Assessore hanno fatto un po’ la storia di come è arrivata ad essere questa grande, complessa proprietà pubblica, che è stato un passo importante. Ovviamente sono passati 30 anni e molte cose sono cambiate, anche proprio l’atteggiamento del pubblico è cambiato nei confronti della gestione. Allora, la proprietà pensate che è 42 ettari, di cui soltanto il giardino storico è 10 ettari. Silvestri ha detto ville e scuderie, insomma molti


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fabbricati. Questa è la proprietà del consorzio dei quattro Comuni, poi il Comune di Castelfranco tutto intorno a questa proprietà ha altri 20 ettari. Quindi in totale un’azienda formata da 62 ettari di proprietà. Potete immaginare, è una cosa enorme, abbiamo dietro l’angolo un tesoro, una sorta di miniera da valorizzare. Allora cosa tocca fare? Io ho detto, facendo riferimento a quello che ha detto l’Assessore, che sono cambiati i termini, i tempi, cioè la Provincia, anche se non è più proprietaria, ha però con le nuove leggi, il decreto 112, l’accordo Stato - Regione, la legge 9/89, la 18/2000, l’articolo, mi sembra, 8, ha un ruolo importante nel coordinamento dei beni culturali nei confronti della Regione, che è la nuova erogatrice dei finanziamenti. Quindi la Provincia adesso può essere non soltanto il salvadanaio di turno, ma può essere il nuovo promotore politico nella salvaguardia e nella gestione dei beni culturali. Il problema è questo. Ci troviamo di fronte ad una proprietà complessa di quattro Comuni che forse gestiscono la proprietà in un modo un po’ tradizionale. Cosa vuol dire? Finalmente hanno nominato, pochi anni fa, un direttore, però è un direttore ancora legato ad un sistema amministrativo tradizionale, per cui ci troviamo che a Villa Sorra per cambiare una vite occorre una delibera. E` un rischio che è una vera paralisi. Ecco allora che le scuole di pensiero più recenti parlano di gestione del bene culturale. Se noi andiamo a vedere le stesse dichiarazioni del nuovo responsabile del patrimonio pubblico, se noi andiamo a vedere per esempio anche gli atti del convegno di Siena, una città che è stata la prima, quando rettore era ancora Berlinguer, che ha fondato questo orientamento di gestione aziendale dei beni culturali, dice che una cosa fondamentale è la valorizzazione. Cosa vuol dire valorizzazione? Dice: è un concetto molto ampio che implica non soltanto il concetto di tutela e salvaguardia, ma anche la gestione e la utilizzazione. Ecco, signori, è questa la grande scommessa, è la grande scommessa perché, come dice anche, per esempio, Alessandra Mottola Morfino, che è stata l’anno scorso nominata la nuova dirigente per la cultura, musei, sport e tempo libero del Comune di Milano, facendo un confronto, sfruttando l’ex articolo 10, decreto legislativo 368 del ‘98, i Comuni trasformano queste strutture in Fondazioni. Enrico Bellezza sul Sole 24 Ore, facendo il confronto tra le Fondazioni Bancarie e le Fondazioni dove sono presenti gli enti pubblici, dicono che queste sono le nuove grandi prospettive per questa gestione, sono Fondazioni dove possono partecipare le proprietà pubbliche, dove ci possono essere le Fondazioni bancarie, gli sponsor; pensate che addirittura Milano, sull’esempio anche di Torino e Torino nel progetto delle ville Sabaudia ha ottenuto addirittura il finanziamento comunitario dove si crea una nicchia di eccellenza per i grandi sponsor. Non è molto facile, però molto spesso gli sponsor chiedono sempre qualcosa in cambio. In una questione del genere -perché a Villa Sorra occorrono dei miliardi- bisogna vedere esattamente qual è il tornaconto. Se dobbiamo valorizzare un bene con un concetto pubblico, però attraverso una molteplicità di usi, perché Villa Sorra è talmente complessa e talmente articolata che possiamo frane un museo di se stessa, possiamo fare quello che vogliamo, occorrono delle compartecipazioni. Io penso che proprio una delle cose che può fare la Provincia è quello che ha detto l’Assessore e lo sostengo, cioè di essere il nuovo promotore perché anche dal punto di vista gestionale, amministrativo, i Comuni che sono nel consorzio cambino idea e le Fondazioni ormai sono le uniche vie di sbocco per risolvere queste cose, con dei direttori che sono dei direttori responsabili, come sono quelli di una azienda. Scusate, io ho fatto un conto economico, adoperando dei parametri che vengono usati, perché anche al recente convegno promosso dalla Provincia di Ferrara sulla gestione dei grandi complessi, vari sovrintendenti e vari direttori di centri analoghi hanno sottolineato il fatto che non è vero che la cultura da sola può gestire questi grandi beni, ha sempre bisogno di qualcuno che regoli i finanziamenti. La cultura è sussidiaria. E` inutile dire quel grande slogan usato negli anni ‘80 “i beni culturali sono i nuovi pozzi petroliferi”, si sono rivelati soltanto un modo per


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fare uscire denaro da destra e sinistra. In realtà la cultura è ancora sussidiaria, purtroppo, però ci sono modi e modi per affiancare questo. Villa Sorra ha queste possibilità. Facciamo un conto? Oggi ci sono circa 40 mila visitatori. Considerando nelle tabelle aziendali che il 70% spende circa 10 mila lire come minimo, quelle 10 mila lire sono date da quelli che aprono quei carrozzoni dove fanno i toast etc., quindi spendono 280 milioni, ai privati e non al pubblico. Sono pochi, però se noi calcoliamo che invece di quei 40 mila visitatori possono diventare anche 60 mila visitatori, che possono spendere 20 o 30 mila lire almeno il 60 o il 70%, qualcosa di più all’ente pubblico o alla Fondazione viene. Quindi cosa vuol dire? Ad un certo punto occorre promuovere ai Comuni un passo alla volta, perché se si fanno questi passi dopo si può con la Provincia andare in Regione, andare al Ministero e chiedere che entro due anni sia inserito all’interno dei nuovi lotto, cioè i finanziamenti per il gioco del lotto, si può anche essere, speriamo, inseriti nei Progetti Raffaello della Comunità, che sono molto più complessi perché pretendono dei partner che vanno da tre, e fra pochi anni passeranno addirittura a cinque, per essere complessi; comunque bisogna passare alla conoscenza dell’esistente e il suo stato conservativo, le compatibilità e le vocazioni, le destinazioni d’uso congrue, il modello di gestione e poi il progetto. Solo con questo possiamo ottenere dei finanziamenti, solo con questo possiamo andare dagli enti, possiamo andare dai privati, perché ci presentiamo in un modo serio, professionale, su come questo veramente deve essere gestito, perché se noi andiamo a chiedere soltanto l’elemosina non c’è più fiducia, l’abbiamo visto, l’abbiamo sperimentato; lo sperimentiamo giorno per giorno quando noi progettiamo delle mostre. Se non creiamo dei progetti concreti, come ha detto anche poco tempo fa la vice Presidente della Regione: la Regione non è più un salvadanaio soltanto per erogare i finanziamenti a tappeto; noi vogliamo dei progetti seri, concreti, per dare un aiuto, in modo che il meccanismo parta e poi piano piano cerca dei suoi canali di finanziamento. Diciamo la verità, Villa Sorra è la nostra bella addormentata nel bosco, ha anche il bosco! Quando c’è stata la presentazione di un progetto molto simile, Palazzo Stella, nella Provincia di Bologna, l’Assessore alla Cultura della Provincia di Bologna ha detto questo: questa sta a sperimentare -e poi dice il nome della villa- l’ideale raccordo tra natura, arte, pensiero e conservazione, quasi un moderno e inedito teatro, atelier, mostra seminario etc. etc., insomma un patrimonio con una specificità che si incontra in un connubio inedito. Dice “inedito” nel senso emiliano - romagnolo. Io spero che fra qualche anno l’Assessore alla Cultura, e spero che sia per la Provincia ancora l’Assessore Lugli, spero che tutti i Comuni oppure che il dirigente al tempo messo a capo di questa auspicabile Fondazione possano dire veramente che il patrimonio di Villa Sorra sia a disposizione della collettività, ma sia anche un patrimonio per la collettività. FALZONI CESARE - Consigliere gruppo Alleanza Nazionale Sono in difficoltà dopo l’intervento estremamente argomentato del Consigliere Vandelli. Io ho poche cose da dire, comunque ritengo che l’interpellanza di Silvestri abbia un suo fondamento, cioè un fondamento nel senso che la Provincia secondo me e secondo il gruppo che rappresenta tante volte spende soldi in tante cose inutili, utili per la maggioranza certamente, come immagine, cioè per cercare di farsi della propaganda e poi in realtà non so fino a che punto queste cose siano realizzate, anche perché poi vedo che molte volte la Provincia fa tutte queste pubblicazioni sul restauro etc.. Qui c’è un’accusa abbastanza grave fatta da Silvestri, è un’accusa vera, il fatto che la Provincia era socia in questa cosa e poi se ne è tirata fuori e quindi questo è stato probabilmente uno dei motivi che l’hanno portata al degrado attuale; né è servito a salvare questa villa dal degrado il fatto che ci fosse stata fatta la festa dell’unità, anzi pare, da quello che mi risulta, comunque, Bergonzini, da articoli che lessi a suo tempo, che la presenza della festa dell’unità alla fine lasciava un po’ di danni, di rifiuti vari, cioè abbandoni,


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cartacce, ma anche un po’ sparse, cartacce e cicche varie, per lo meno mi sembra di avere letto qualche articolo, poi adesso magari te lo troverò. Quindi, dicevo comunque che anche la presenza della festa dell’unità, anche nelle vicinanze, non ha contribuito all’aggrado, se esiste questo termine, ma anche al degrado della villa, nel senso che poi finita la festa, come dice il proverbio, la villa è rimasta così. Ritengo invece che quello che dice Silvestri e quello che anche ha detto Vandelli vada sostenuto, anche perché probabilmente questa villa che io personalmente non conosco se non per averla vista su delle foto, non sono mai stato, però penso che sia un patrimonio notevole ed è un peccato che vada sciupato, rispetto, come dicevo all’inizio del mio intervento, a tante altre cose inutili, magari propagandisticamente utili e costose che questa Provincia ha fatto e continua purtroppo a fare. SILVESTRI ALFREDO - Consigliere gruppo Rifondazione Comunista Mi rendo conto di avere sollevato un problema di un certo spessore, ma credo che sia per me personalmente doveroso in quanto frequentatore, anche se abusivamente, di quel giardino da 30 o 40 anni, anche quando era chiuso, attraversando i canali, come facevano tanti. Certo è che su questo tema, ovviamente, la Giunta attuale della Provincia non ha responsabilità dirette, però dal punto di vista istituzionale credo che nel 1983 chi c’era allora a governare questa Provincia abbia commesso un gravissimo errore, dopo anni nei quali i Sindaci e i Presidenti della Provincia, penso che allora ci fossero i Beccaria, i Bulgarelli ed anche i Barbolini in Provincia che hanno declamato l’acquisto, la valorizzazione di questo complesso, come sede di conferenze, come sede del Museo della Civiltà Contadina, come finanziatore di una ricerca di un progetto che è stato anche pubblicato, fra l’altro dalla dottoressa Paltrinieri, attualmente dipendente di un Ufficio Regionale di Modena; furono fatte anche delle assemblee, delle riunioni anche a livello istituzionale presso quel grande salone centrale di quella villa. Poi inopinatamente, non si riesce a capire il perché la Provincia abbia voluto tirarsi fuori, non so, avrà venduto questa quota. Povera Provincia! chissà che cosa ha ricavato e a che cosa è servito questo ricavo. Certo, il vero significato di quell’atto negativo non era tanto rimborsarsi di quella quota che aveva speso, ma liberarsi dagli oneri della manutenzione, recupero, ma anche privarsi dell’onore, della valorizzazione di quell’immenso patrimonio. A questo punto, Assessore, io credo che serenamente si debba riconoscere che lei ha preso atto dell’esistenza di questo problema, ma che la sua risposta non sia stata fino ad ora né esauriente né, per quel che mi riguarda, totalmente soddisfacente. Esiste il progetto di recupero di quella villa da diversi anni, per un valore, credo, di 16 miliardi, di alcuni anni fa, solo della villa, poi c’è il giardino e il resto. E` stato fatto un progetto di gestione alcuni anni fa che ha comportato come primo magrissimo risultato la nomina di un custode della villa e la nomina di un direttore della villa. Ora quel direttore in base all’ordinamento dovrebbe avere gli stessi diritti e gli stessi doveri degli altri dirigenti del Comune, anche per quel che riguarda l’uso del budget che gli viene affidato dei diversi Comuni. Quindi burocraticamente dovrebbe essere in parte risolto il problema, ma non è risolto il problema finanziario perché i Comuni, i singoli Comuni purtroppo campanilisticamente pensano alla valorizzazione di altri beni culturali e quindi al finanziamento di altri interventi che stanno nel capoluogo di Nonantola, nel capoluogo di Castelfranco Emilia, che stanno a Modena, che stanno a San Cesario e non pensano a questo immenso loro patrimonio che è in comune tra i Comuni e che è non in un capoluogo, ma ai confini quasi di un Comune, quindi lontano dal capoluogo e che pare non faccia immagine; mentre invece questo significa ignorare il fatto, il fenomeno che ogni domenica, e chiunque lo può verificare, anche se è chiuso, anche se non c’è nessuno, anche se non c’è niente, però migliaia di persone si recano da Modena, da Bologna, da tutti i Comuni, dalla Bassa fino alla collina a fare una scampagnata lì intorno, senza neanche sedersi perché a volte non ci si può sedere quando tutto è chiuso, per l’interesse che questo immenso patrimonio richiede.


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Credo che sia poco, Assessore, l’impegno che lei si è assunto di incontrarsi con gli altri Comuni, di ricercare delle fonti di finanziamento, le Fondazioni, le banche, le solite vie insomma. Penso che coscientemente e coscienziosamente su questo punto la Provincia possa e debba impegnarsi per lo meno a sborsare quei soldi che ha ricavato da quella viziosa cessione che ha fatto nell’83 e che dia l’esempio del suo interesse nel campo della cultura, dell’ambiente e della storia dell’arte, dando quei soldi che la Provincia non riesce a spendere, i famosi avanzi di amministrazione, miliardi tutti gli anni, l’aumento delle entrate. Possibile che questa Provincia non riesca, per esempio, nella prossima variazione di bilancio che, come al solito, aumenteranno le entrate perché le macchine vengono vendute, la benzina si vende, i poveracci pagano perché devono pagare etc., fra l’altro adoperano le macchine anche per andare a Villa Sorra da diversi territori. Io auspico, invito la Giunta a stanziare non dico 50 miliardi, ma a stanziare una somma decente per un intervento, anche a sua scelta, perché c’è il giardino, ci sono i fabbricati, c’è la villa vera e propria, c’è il cortile, c’è il parco, le necessità sono immense; auspico che dia un contributo tangibile anche per poi invitare altri a contribuire, dal Ministero ai privati, perché venga valorizzato questo patrimonio che veramente è di interesse provinciale. La Provincia vediamo nel bilancio che spende qualche centinaio di milioni di lire tutti gli anni nel campo dei beni culturali anche per iniziative che hanno un valore soltanto locale, per non dire in certi casi parrocchiale o di frazione; una volta intervenga in un campo che è di interesse provinciale, oltre che anche regionale e di più. Infine il Presidente dichiara conclusa la trattazione dell’argomento.


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E’ copia conforme all’originale. Modena, ________________ IL SEGRETARIO GENERALE

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