Le Meraviglie della Tuscia PERCORSI A TEMA PER SCOPRIRE LA TERRA DEGLI ETRUSCHI

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Le Meraviglie della Tuscia PERCORSI A TEMA PER SCOPRIRE LA TERRA DEGLI ETRUSCHI

Archeologia

Arte

Natura

Sapori

Folclore


Le Meraviglie della Tuscia PERCORSI A TEMA PER SCOPRIRE LA TERRA DEGLI ETRUSCHI

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Percorso Etrusco e Vestigia Archeologiche

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Percorso Medioevale e Rinascimentale

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Percorso Religioso

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Percorso Naturalistico Cammini Lenti, Via Francigena, Parchi e Giardini

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Percorso del gusto i Sapori della Tuscia

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Eventi, Folklore, Sagre e Tradizioni

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Percorsi - Cartina

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Musei, Ville e Palazzi della Tuscia Viterbese

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CAMERA DI COMMERCIO DI VITER 4 - Viterbo www.vt.camcom.it

Pubblicazione realizzata dalla Via Fratelli Rosselli, Camera di Commercio di Viterbo

Redazione e traduzioni Luca Della Rocca, Simona Gigliotti Giulio Della Rocca Grafica e impaginazione AgenziaPropaganda Immagini Magdolina Marton AgenziaPropaganda Stampa Tipolitografia Quatrini - Viterbo dicembre 2017 Distribuzione gratuita

Il turismo enogastronomico con “Tuscia Welcome”

La spiccata vocazione agricola, l’elevata presenza di aziende biologiche e agriturismo, la grande attenzione alla biodiversità, fanno della Tuscia un territorio ideale per il turismo enogastronomico. In tal senso le strutture ricettive e i tour operator aderenti al progetto di turismo integrato “Tuscia Welcome” predispongono offerte ricettive e pacchetti turistici dove propongono visite e degustazioni guidate in cantine, frantoi, caseifici, allevamenti, fattorie didattiche, o nei borghi medievali per le feste tradizionali. Info: www.tusciawelcome.it

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Percorso Etrusco e Vestigia Archeologiche

Tarquinia. Necropoli dei Monterozzi. Tomba dei Leopardi.

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e fantasiose interpretazioni che scrittori come D. H. Lawrence e A. Huxley, e poeti come Giosuè Carducci hanno dato degli etruschi, contribuirono ad accrescere quell’alone di fascino e di mistero che tutt’ora risuona sulla loro cultura. Seppur le ricerche archeologiche abbiano strappato molti veli al misterioso popolo degli etruschi, questi continuano ad affascinare i visitatori di tutta Europa, che a migliaia arrivano a visitare la loro terra, la Tuscia o terra degli etruschi. Primo fra tutti, tra i poli d’interesse della cultura etrusca, è senza dubbio la città di Tarquinia. Tappa imperdibile sono le tombe dipinte della necropoli dei Montarozzi, dal 2004 sotto l’egida dell’UNESCO, patrimonio mondiale dell’Umanità. Qui sono degne di nota le tombe del Triclinio (V sec. a.C.),

degli Auguri (530 a.C.), del Barone (fine VI sec. a.C.), della Caccia e della Pesca (520-510 a.C.), dei Giocolieri (fine VI sec. a.C.), la tomba Cardarelli (fine VI sec. a.C.), dei Leopardi (470 a.C.) e dell’Orco (IV sec. a.C.). Sempre a Tarquinia è possibile visitare i resti dell’acropoli con il tempio etrusco dell’Ara della Regina

1 e il porto romano di Gravisca. All’interno del Palazzo Vitelleschi invece è ospitato il Museo Nazionale Etrusco. Dalla cittadina costiera, percorrendo l’Aurelia, si raggiunge a nord il Parco Naturalistico Archeologico di Vulci, nel territorio di Canino e Montalto di Castro. Qui, oltre alle necropoli etrusche di Ponte Rotto, Osteria, Cavalupo, Cuccumella - con la famosissima Tomba François del IV sec. a.C. - si possono ammirare gli imponenti resti della Città etrusco-romana e il Museo Nazionale all’interno del Castello della Badia. Probabilmente questa è la località etrusca più affascinante d’Italia, non solo per i resti dell’antica acropoli di Vulci ma anche per la splendida cornice fornita dal Parco con i suoi 4 Km di sviluppo snodati tra i monumenti, le necropoli, e le bellezze natu-

Tarquinia. Necropoli Etrusca dei Montarozzi. Patrimonio UNESCO. 3


Percorso Etrusco e Vestigia Archeologiche

Vulci, Castello della Badia.

ralistiche quali Lago del Pellicone e il fiume Fiora. A 20 km verso l’interno si raggiunge Tuscania, sede di una ricca e fiorente produzione di sarcofagi in nenfro, oggi visibili all’interno del Museo Nazionale di S. Maria del Riposo. Con Tuscania si chiude il “triangolo etrusco”. Nel territorio della città si conservano le necropoli etrusche dell’Olivo (V-IV sec. a.C.) con la Tomba della Regina, della Peschiera (VII-VI sec. a.C.) con la Tomba a Dado e la necropoli etrusca di Pian di Mola (VI sec. a.C.). Sono presenti anche vestigia romane con resti delle terme, della Via Clodia e di alcune ville situate sull’acropoli di S. Pietro. Dalle tombe a tumulo caratteristiche delle città costiere, come Tarquinia e Vulci, le suggestive testimonianze etrusche cambiano forma. Si passa alle tombe a dado, semi-dado e a facciata semplice scolpite nelle pareti tufacee delle forre che caratterizzano tutti gli insediamenti etruschi all’interno della costa. A Viterbo troviamo la necropoli di Castel d’Asso (IV sec. a.C.), i cui reperti sono conservati presso il Museo Civico di S. Maria della Verità. Nella città è il Museo Nazionale della Rocca Albornoz quello che ci permette di avere una panoramica completa degli insedia4

menti etruschi. Qui sono visibili gli straordinari esempi dell’architettura civile di Acquarossa, sede di un importante insediamento arcaico (VIII-IV sec. a.C.), oltre ad una serie di vestigia provenienti dalle necropoli di Norchia, San Giovenale, Bisenzio. Nel Museo è conservato inoltre il gruppo scultoreo di età Augustea proveniente dal teatro di Ferento, le cui rovine del III sec. a.C. sono visitabili insieme ai resti delle terme romane. Procedendo verso Roma, subito a sud di Viterbo è possibile visitare Norchia, un antico insediamento di cui si conservano la necropoli etrusca e una serie di strutture risalenti al periodo medievale. Nella stessa zona sono visibili ampi resti di basolato romano appartenenti all’antica via Clodia. Poco distante, nel territorio di Vetralla, si trovano le necropoli etrusche di Grotta Porcina (VII-III sec. a.C.) e del Cerracchio (VIV sec. a.C.) e i resti del Forum Cassii, antica stazione di posta lungo la via Consolare Cassia poi sede di alcune ville romane. Non lontano, a Barbarano Romano, sorgono le necropoli etrusche di San Giuliano (VII-IV sec. a.C.), dove sono conservati imponenti resti della città etrusco-romana e di quella medioevale. Nel vicino territorio di Blera si trovano le necropoli di Pian del Vescovo e del Mattarello (VII-II sec. a.C.), come anche i resti dell’insediamento preistorico di Luni sul Mignone (XV-XII sec. a.C.) e le testimo-


Percorso Etrusco e Vestigia Archeologiche

degli insediamenti preistorici trovati nei fondali del Lago di Mezzano, Farnese e Ischia di Castro. Nella zona è interessante la visita agli insediamenti dell’età del Bronzo della Selva del Lamone a Farnese, e la valle dei romitori sul fiume Fiora, tra cui spicca fra tutti il Romitorio di Poggio Conte a Ischia di Castro. Oltre all’insediamento delle Sorgenti della Nova, sono da visitare qui le ricchissime necropoli etrusche sparse sul territorio (VII - VI sec. a.C.) e le rovine della città di Castro, la capitale del ducato dei Farnese distrutta nel 1649 dalle truppe pontificie e mai più ricostruita. Ultime tappe del nostro itinerario sono il Lago di Mezzano, con importanti resti di insediamenti preistorici su palafitte, la vasta necropoli di Bisenzio (cit-

Tarquinia. Museo di Tarquinia. Cavalli alati.

nianze relative all’insediamento dell’età del Bronzo di San Giovenale. Procedendo lungo la via Cassia si incontra l’antichissima città di Sutri dove, nella zona a fondovalle, è possibile visitare le necropoli etrusche (VI-IV sec. a.C.), lo splendido anfiteatro etrusco romano e la chiesa della Madonna del Piano nota anche come Mitreo. Dal “triangolo etrusco” (Tarquinia, Vulci, Tuscania), ci si sposta per raggiungere la zona del lago di Bolsena toccando il paese di Valentano, dove troviamo il Museo della preistoria della Tuscia, all’interno del quale si conservano le testimonianze

Bolsena Tratto della Cassia. 5


Percorso Etrusco e Vestigia Archeologiche

tà di origine umbro-etrusca) a Capodimonte, e a Bolsena, gli insediamenti palafitticoli in località Gran Carro, le necropoli etrusche di Poggio Pesce e Battaglini. Il Museo Territoriale del lago di Bolsena, che ha sede nella Rocca Monaldeschi della Cervara e nel vicino Palazzo Monaldeschi, conserva testimonianze archeologiche, geologiche e naturalistiche provenienti dal territorio del lago e i manufatti ritrovati nell’antica citta etrusco romana di Velzna (odierna Bolsena), visitabile presso gli scavi di Poggio Moscini. Inoltre, situate nel limitrofo territorio di Grotte di Castro, sono da ricordare le necropoli etrusche di Vigna di Piazza, di Maccarino, e di Pianezze (VII-V sec. a.C.). Tra Vitorchiano, Soriano nel Cimino e Bomarzo si snodano zone archeologiche di particolare interesse, con necropoli etrusche alternate

Viterbo. Museo Civico di S. Maria della Verità.

da vestigia longobarde e resti di insediamenti del bronzo finale. Seppur non sempre indicate e non facilmente raggiungibili, troviamo le zone archeologiche di Corviano, Malano e Santa Cecilia. Non meno importanti e ricche di un fascino particolare, sono visitabili tra percorsi non indicati, la Valle degli Altari e la Piramide Etrusca. Oltrepassati i Monti Cimini, nel territorio dell’Agro Falisco, vicino Fabrica

Civita Castellana. Forte borgiano, o anche detto Forte Sangallo. 6

di Roma, incontriamo le rovine di Falerii Novi, città sorta nei pressi della via Amerina dopo che nel 241 a.C. i Romani conquistarono e distrussero l’antico centro di Falerii Veteres. Poco distante si trova Civita Castellana, sede del Museo Nazionale Archeologico dell’Agro Falisco, realizzato all’interno del Forte Borgiano, opera di Antonio da Sangallo, e ricco di reperti della cultura falisca.


Percorso Medioevale e Rinascimentale

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Viterbo. Palazzo dei Papi.

P

er i cultori della storia dell’arte e dell’architettura, il territorio viterbese offre un campionario denso e consistente di testimonianze che vanno dall’alto Medioevo a tutto il Rinascimento e oltre. Data la sua posizione al centro della Provincia, Viterbo resta il punto di partenza, conosciuta anche come “Città dei Papi” per essere stata nominata nel 1257 sede pontificia, per volere di papa Alessandro IV. Dal 1268 al 1271 ospitò all’interno dello splendido Palazzo dei Papi il primo conclave della storia. Il centro storico del capoluogo è racchiuso all’interno di un’imponente cerchia muraria che

si estende per 5 km. Palazzi nobiliari, fontane e monumenti attestano le glorie passate dell’antica città, nominata anche come “la città delle belle donne e delle belle fontane”. Sono proprio le fontane con la loro caratteristica forma a fuso che ne rievocano spesso la suggestione spiccatamente medievale. Prima meta obbligatoria per la visita della Città è la centralissima Piazza del Plebiscito (seconda metà del XIII secolo), dove si affaccia il Palazzo dei Priori (1264, ampliato nel 1448), con l’elegante portico e il giardino interno, il Palazzo del Governatore, il Palazzo del

Podestà (con la Torre dell’Orologio), e la Chiesa di S. Angelo (1145) con il monumento alla Bella Galiana. Una visita all’interno del Palazzo Comunale, vi permetterà di apprezzare i bellissimi affreschi realizzati nel XVI secolo, in particolar modo quelli della sala Règia, della sala della Madonna e la sala del Consiglio. Imperdibile è il quartiere medievale di San Pellegrino (unico esempio di quartiere conservato completamente integro e inalterato dopo 800 anni dalla sua nascita), dove è possibile ammirare il palazzo Alessandri e il museo dei Facchini della Macchina di Santa 7


Percorso Medioevale e Rinascimentale

San Martino al Cimino. Abbazia cistercense e Palazzo Doria Pamphili.

Rosa. Imperdibile il complesso monumentale del Palazzo dei Papi: il Duomo, il Palazzo dei Papi, la medievale casa di Valentino della Pagnotta (XIII sec.) e il Museo Diocesano. A soli 4 km dal centro, si trova la frazione di Bagnaia. Qui, oltre al borgo medievale, è visitabi-

Basilica della Madonna della Quercia 8

le la straordinaria Villa Lante, realizzata nel 1578 probabilmente su disegni di Jacopo Barozzi da Vignola. Con il tipico esempio dei “giardini all’italiana”, la villa rappresenta uno degli exempla rinascimentali più interessanti dell’Italia centrale. A soli 7 km dal centro di Viter-

bo, nella frazione di San Martino al Cimino, è possibile visitare Palazzo Doria Pamphili (XVII sec.) e l’Abbazia cistercense (XII sec.), collocati nel centro seicentesco voluto da donna Olimpia Maidalchini, caratteristico esempio di urbanistica popolare caratterizzato dalle piccole case a schiera. Poco lontano dal capoluogo si trova Vitorchiano, suggestivo esempio di borgo medievale arroccato su uno sperone tufaceo. Proseguendo lungo la via Ortana, si arriva a Bomarzo, sede del Castello Orsini (XIII - XVI sec.) e del più famoso Parco dei Mostri (XVI sec.), voluto da Vicino Orsini, dove è possibile rivivere i fasti e gli ozi del Rinascimento alla presenza di mostri fantastici. Poco oltre, sulle pendici dei Monti Cimini, sorge Soriano nel Cimino. Qui si possono visitare la Roc-


Percorso Medioevale e Rinascimentale

ca Orsini (XIII sec.) e il Palazzo Chigi-Albani (XVI sec.), dove fa bella mostra la pregiata Fontana Papacqua, opera del Vignola. Dopo una visita al Castello Orsini di Vasanello (XIII sec.) e al Castello Ruspoli a Vignanello (del XVI sec.), una sosta particolare merita Caprarola, in cui domina la perla indiscussa del Rinascimento italiano, il Palazzo Farnese. Di pianta pentagonale, realizzato sul finire del Cinquecento dal Vignola, il palazzo sfoggia fantastici affreschi e stupendi giardini all’italiana. Qui lavorarono i maggiori artisti del XVI secolo, dai fratelli Zuccari impegnati nelle opere pittoriche, a Tommaso Ghinucci per gli impianti delle acque. Proseguendo si arriva a Civita Castellana, dove si può visitare la Rocca Dei Borgia (1447) sede

Vitorchiano.

del Museo Nazionale Archeologico e la stupenda cattedrale di Santa Maria Maggiore, esempio indiscusso dell’arte dei Cosmati. Dal centro falisco ci trasferiamo ad Oriolo Romano, dove si trova il rinascimentale Palazzo Altieri realizzato sul finire del Cinquecento; si prosegue poi per Monte Romano nel cui territorio è situato l’imponente castello di Rocca

Respampani (1608). Poco oltre, lungo la costa raggiungiamo Tarquinia (un tempo Corneto), che sorge su una piatta collina di fronte al mare, ed è subito riconoscibile per le numerose torri che ne contraddistinguono il centro storico medioevale. Unico nella sua architettura quattrocentesca, d’impronta fiorentina, il Palazzo Vitelleschi (1440), sede del Museo Ar-

Tarquinia dal Torrione su S. Maria in Castelllo. 9


Percorso Medioevale e Rinascimentale

Acquapendente. Cripta del Santo Sepolcro.

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visitiamo la Rocca farnesiana di Valentano e il Palazzo Farnese di Gradoli, entrambe del XVI sec. e sedi museali. Poco oltre, al confine con la Toscana, incontriamo Acquapendente, che ci offre una suggestiva visita alla Cripta del Santo Sepolcro e ai castelli di Torre Alfina, Trevinano e Proceno. Ritornando sulle sponde del lago, si arriva

foto: Bert Kaufmann - Visual hunt / CC BY-NC

cheologico Nazionale e il Palazzo Comunale, con l’imponente profferlo medievale restaurato in epoca barocca. Al suo interno la sala degli affreschi con episodi e personaggi della storia cornetana, dipinti tra i secc. XVI e XVII. Proseguendo sull’Aurelia, arriviamo a Vulci per visitare il Castello Della Badia (XIII Sec.) dove spicca l’omonimo ponte etrusco – romano. Ritornando verso l’interno incontriamo Tuscania con il suggestivo centro storico, ricco di palazzi signorili costruiti tra il XIV e il XVII secolo, e le due superbe chiese romaniche di San Pietro e Santa Maria Maggiore. Arrivati a Capodimonte sul Lago di Bolsena, troviamo la Rocca Farnese (XVI sec.). Al centro del lago spiccano due isole momentaneamente non visitabili, la Martana e la Bisentina. La seconda ospita numerosi edifici opere di famosi architetti rinascimentali, quali il Sangallo e il Vignola. Costeggiando il lago

a Bolsena, dove si erge il Castello Monaldeschi della Cervara (XIII-XIV sec.) che ospita il Museo Territoriale del Lago di Bolsena e il complesso di Santa Cristina (XVI sec.). Procedendo verso Viterbo, incontriamo Montefiascone la cui sommità è dominata dai resti dell’antica Rocca dei Papi (XIIIXVI sec.). e dalle monumentali chiese di San Flaviano (XII-XIV sec.) e Santa Margherita (XVI sec.). Andando verso l’interno si raggiunge Civita di Bagnoregio meglio conosciuta come la “Città che muore”, uno dei borghi più suggestivi d’Italia, immerso nella valle dei calanchi, isolato nel tempo su uno sperone tufaceo. Infine, passando nella valle del Tevere, raggiungiamo il borgo di Orte, dove a settembre con l’apertura delle taverne ci si immerge in un’affascinante realtà medievale.

Civita di Bagnoregio. La città che muore.


Percorso Medioevale e Rinascimentale

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Percorso Religioso

Basilica Madonna della Quercia.

C

ome tutto il territorio italiano anche nella Tuscia sono numerosi i luoghi dove eventi miracolosi e di culto fecero nascere edifici di particolare interesse storico-artistico, tuttora venerati e presenti nella provincia di Viterbo. Tra i più importanti sarà particolare la visita al Santuario della Madonna della Quercia. Situato nell’omonima frazione di Viterbo, è uno dei luoghi di culto più importanti del capoluogo. Qui ogni anno viene rinnovato il Patto d’Amore con la Vergine Maria in ricordo dell’azione salvifica operata per la sua intercessione nel lontano 1467, quando salvò i Viterbesi e gli abitanti della Tuscia dalla peste.

Da allora ogni anno il 10 settembre confluiscono presso il Santuario i rappresentanti delle Confraternite di tutto il Lazio per dare vita ad una solenne processione e ringraziare la Vergine di quel miracolo. Al suo interno si trovano: la miracolosa tegola con la raffigurazione della Madonna della Quercia, conservata in un pregevole tempietto in marmo, opera di Matteo Bregno, e il Museo degli Ex Voto, una raccolta di oggetti e tavolette votive risalenti dalla fine del XV secolo in poi. L’evento religioso più intenso e spettacolare del capoluogo si tiene il 3 settembre, nella vigilia del giorno dedicato alla ricorrenza della Santa patrona:

Rosa da Viterbo che nel XIII secolo guidò i Viterbesi nella rivolta contro Federico II. Seguendo ancora oggi un’antica tradizione, dai primi del XVII secolo, ogni anno si ripete il tra-

Viterbo. Trasporto della Macchina di S. Rosa. 11


Percorso Religioso

Soriano nel Cimino.

sporto della Macchina di Santa Rosa. Un baldacchino, oggi alto quasi 30 metri, portato per le vie della città a spalla da 100 uomini, denominati “Facchini di santa Rosa”, sulla cui sommità è collocata la statua della santa. Oltre al santuario a lei dedicato, che conserva ancora il suo corpo incorrotto, è visitabile anche la sua casa natale.

Montefiascone. Basilica di S. flaviano. 12

Uno dei luoghi più ricchi di sacralità del territorio è senza dubbio il santuario di Santa Maria ad Rupes (VIII-XI sec.) a Castel Sant’Elia. la Valle Suppentonia che si apre tra Nepi e Civita Castellana in uno scenario di ripide pareti tufacee, ospita all’interno di una grotta dal 1777, una tela cinquecentesca della Vergine con il Bam-

bino. Da allora il luogo contina a richiamare turisti e devoti da ogni parte del mondo. La grotta Mariana è collegata alla chiesa con il pianoro di accesso mediante 144 gradini scavati nel tufo.
 La fama di santità per la devozione Mariana raggiunse il suo massimo riflesso quando Il 17 maggio 1896 fu


Percorso Religioso

concessa dal Capitolo Vaticano la solenne incoronazione dell’immagine e nel 1912 S. Pio X elevò il santuario alla dignità di Basilica Minore. Una voce a se stante ricoprono invece le catacombe della Tuscia viterbese, che costituiscono una fonte di informazione primaria non solo per la storia del cristianesimo primitivo, ma anche per la conoscenza nella tarda antichità e nell’alto medioevo. A Soriano nel Cimino troviamo la chiesa e le catacombe di Sant’Eutizio, dedicate al Santo che in questa località subì il martirio ai tempi di Diocleziano. A Nepi troviamo le catacombe di Santa Savinilla, considerate uno dei maggiori e più importanti complessi funerari dell’Italia centrale, proprio per la sua monumentalità. E infine a Bolsena troviamo le catacombe di Santa Cristina, collocate presso il famoso altare del Miracolo Eucaristico. A tal proposito sarà importante ricordare il complesso monumentale di Santa Cristina di Bolsena che nel 1263 fu il teatro dove avvenne il Miracolo Eucaristico, e da cui nacque dal 1264, esteso a tutta la Chiesa, la solennità del Corpus Domini, oggi qui ricordato con una processione che si snoda nel centro storico su un lunghissimo tappeto di fiori colorati. Nel luogo dove fu sepolta la Santa martirizzata ai tempi di Diocleziano, oggi possiamo visitare l’altare del Miracolo Eucaristico,

Bolsena. Basilica S. Cristina.

le chiese dedicate alla santa e le catacombe già menzionate. Sul lago di Bolsena si affaccia Montefiascone, dove si ammira la suggestiva chiesa di San Flaviano (XI-XII sec.). E ancora è presente sul lago un luogo di sacralità legato alla Vergine. A Marta, la Grotta delle apparizioni, dove a partire dal 19 maggio 1948, si verificarono

diverse apparizioni della Santa Vergine Maria. Nonostante i decenni ormai trascorsi, le apparizioni della Vergine riescono ancora a richiamare gente da gran parte del viterbese e non solo per la sua devozione. A Marta, troviamo anche il Santuario della Madonna del Monte, dove ogni anno il 14 maggio si conclude la manife-

Bolsena Altare quattro colonne 13


Percorso Religioso

città di Tarquinia riveste particolare interesse religioso la Processione del Mare che si svolge ogni anno il 15 agosto. Di particolare suggestione a Tuscania la processione del Venerdì Santo con i penitenti incappucciati e catene ai piedi, così come le altre processioni che si svolgono negli altri centri di Bagnaia, Vetriolo e Orte. Spostandosi ad Acquapendente troviamo la Cattedrale del Santo Sepolcro (XI sec.). Qui nella terza domenica di maggio in occasione della ricorrenza della Madonna del Fiore, avviene la processione dei Pugnaloni, quadri realizzati con petali di fiori, foglie ed erbe a ricordo della cacciata di Federico Barbarossa.

Montefiascone. Cupola di Santa Margherita.

stazione folcloristica - religiosa della Barabbata, pittoresca processione di ringraziamento alla Vergine. Infine, raggiungiamo Civita di Bagnoregio, famosa anche per aver dato i natali a San Bonaventura, filosofo e scrittore, ministro dell’Ordine Francescano. Qui nel periodo natalizio si svolge una suggestiva rappresentazione della Natività. Degni di nota anche gli altri presepi viventi dei centri di Corchiano e Bassano in Teverina. Sono inoltre di particolare interesse a Vallerano il Santuario della Madonna del Ruscello e la Chiesa della Madonna della Pieve (XI sec.). A Gallese, eretta sulla grotta dove fu sepolto il Santo, è visitabile la chiesa di san Famiano (XII sec.). Nella 14

Orte. Veduta aerea.


Percorso Naturalistico Cammini Lenti, Via Francigena, Parchi e Giardini

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A pochissima distanza da Roma, la Tuscia offre una serie di piacevoli camminate, definibili oggi come percorsi lenti, che offrono la possibilità di ammirare un territorio ricco di bellezze naturali, così come parchi e giardini. LA VIA FRANCIGENA Un itinerario tutto da vivere alla scoperta della Tuscia tra bellezze naturalistiche, con borghi suggestivi, prelibatezze enogastronomiche e antiche tradizioni grazie alla collaborazione dei Comuni attraversati dal tratto dell’antica via che un tempo univa la Francia a Roma, da cui venne adottato il nome di Via Francigena o Romea. Nei Comuni di Proceno, Acquapendente, San Lorenzo Nuovo,

Bolsena, Montefiascone, Viterbo, Vetralla, Capranica, Sutri e Monterosi, sono indicate grazie ad una funzionale cartellonistica, le strade che percorrevano i pellegrini per raggiungere la città eterna. Ogni anno, la prima settimana di ottobre, la Camera di Commercio di Viterbo organizza un percorso assistito che in sette giorni a piedi porta alla scoperta di paesaggi mozzafiato e bellezze artistiche e architettoniche attraversando da nord a sud tutta la Tuscia lunga la via Francigena prima di imbarcarsi su un pullman per il trasferimento in piazza San Pietro a Roma per l’udienza papale del mercoledì. Appuntamento da non perdere per godersi questo cammino in sicurezza e tranquillità, con la splendida accoglienza dei Comuni attraversati. SENTIERI TEMATICI SOTTO LA RUPE DI VITORCHIANO Dalla valle delle statue, un’aerea verde ai piedi del borgo di

Vitorchiano allestita con statue realizzate da scalpellini locali durante i simposi dedicati alla loro arte e alla pietra locale (il peperino), partono i sentieri tematici che circondano la rupe su cui si erge il borgo, con una lunghezza totale di 10 Km. I sentieri sono formati dal cammino religioso, che porta al santuario di san Michele, dal sentiero natura e fitness e dal percorso dell’armata Brancaleone. Piacevoli percorsi con aree di sosta, dove arte, archeologia e natura si uniscono in un’unica esperienza per trekking o in mountainbike. CIRCUITI NATURALISTICI, STORICI, ARCHEOLOGICI DELLA VALLE PERLATA A MONTEFIASCONE. I circuiti si snodano all’interno della caldera del lago di Bolsena sotto la cittadina di Montefiascone, all’interno della valle definita per la sua bellezza “Perlata”. Quattro possibili percorsi di media e alta difficoltà, da un minimo 15


Percorso Naturalistico - Cammini Lenti, Via Francigena - Parchi e Giardini

gianni, falchi, pavoncelle, picchi, ghiandaie, beccacce e colombacce e mammiferi come cinghiali, volpi, istrici e tassi.

di 7 Km. a un massimo di 13 Km., tra boschi, sorgenti, chiese rurali e ruderi archeologici. CENTRO BOTANICO MOUTAN, GIARDINO DELLE PEONIE Si trova su Strada Ortana, 46, Località Il Pallone, Vitorchiano. Il Centro Botanico Moutan riunisce in un’area di 15 ettari la più vasta collezione al mondo di peonie arboree ed erbacee cinesi (oltre 200.000 esemplari). Raccoglie circa 600 differenti varietàe ibridi naturali appartenenti alle specie botaniche conosciute. Fiore all’occhiello dell’intera raccolta, oltre a rari esemplari appartenenti al gruppo delle Delavayane, sono le piante madri adulte della specie Rockii, straordinarie varietà che crescono spontaneamente sugli altipiani del Tibet, ad oltre 2000 metri di altitudine, sopportando temperature estreme, anche al di sotto dei -20°C. Si tratta di arbusti particolarmente rari e pregiati di cui il Centro Botanico Moutan raccoglie oltre ottanta cultivar. Nei mesi di Aprile e Maggio è possibile visitare il Giardino delle Peonie, alla scoperta di questi magnifici fiori che danno vita ad un parco unico. LA RISERVA NATURALE DEL LAGO DI VICO È un’area di circa 3.000 ettari che bagna le sponde del lago, racchiusa nella cornice dei monti Cimini, ricoperta per due terzi da una vegetazione caratterizzata da maestosi faggi, castagni e cerri secolari, e il restante dalla col16

tivazione delle nocciole. La flora rigogliosa, ci mostra splendidi esempi di orchidee, viole, scille, bucaneve e gigli di san Giovanni. Anche la fauna ci mostra un ricco campionario: dalla poiana al lanario, dal nibbio al falco pellegrino, dal picchio all’allocco, al gufo, alla civetta per passare poi alle specie acquatiche quali l’airone, le anatre e i limicoli. Lungo i sentieri si possono incontrare volpi, istrici, cinghiali, tassi e faine. Per quanto riguarda la fauna ittica troviamo la tinca, il persico reale, il luccio, l’anguilla e il coregone. Sentieri naturalistici, aree parcheggio e per il pic-nic offrono al visitatore ottime opportunità per immergersi nella natura. Collocata sempre sui monti Cimini a oltre 1.000 metri di altezza nei pressi di Soriano nel Cimino, si trova la Faggeta, un’ampia area di faggi secolari. Presso Corchiano è visitabile l’Oasi WWF con 500 ettari di verde incontaminato. Qui il vasto repertorio della fauna ci permette di incontrare moltissime specie di uccelli quali il gheppio, i gufi reali, civette e barba-

PARCO SUBURBANO VALLE DEL TREJA Spostandoci nella valle del Treja troviamo presso Calcata il Parco Suburbano Valle del Treja. L’area di circa 1.000 ettari, caratterizzata dalle caratteristiche forre (gole scavate dal fiume) è popolata da volpi, istrici, tassi e donnole, così come falchi nibbi, gheppi, poiane e rapaci notturni. PARCO SUBURBANO MARTURANUM A Barbarano Romano il parco, con un dislivello di 300 metri, dai 900 metri di altezza, dei Monti Cimini si attraversa l’area del parco fino ai 600 metri dei monti della Tolfa, passando attraverso continui cambi climatici e morfologici del terreno. Qui trovano il loro habitat naturale, numerosissimi uccelli come il nibbio, la poiana, il gheppio, il falco pellegrino, l’allocco, la civetta, l’assiolo e il gufo reale. Si incontrano frequentemente anche faine, donnole, volpi e cinghiali, e a volte l’eccezionale presenza del gatto selvatico. Divertente e frequente è l’incontro con mucche maremmane e cavalli che pascolano allo stato brado. RISERVA NATURALE DELLE SALINE E PARCO DI VULCI Sulla costa di Tarquinia. Qui trovano rifugio uccelli quali gli ai-


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roni, i cormorani, i falchi, le garzette e le anatre. Sempre sulla costa, salendo verso nord lungo la S. S. Aurelia, a Vulci (Montalto di Castro) è situata un’Oasi del WWF, un’area protetta di oltre 158 ettari, che si estende lungo il corso del fiume Fiora, dove aironi, nitticore, garzette, germani reali, ma anche la lontra, trovano riparo. Tornando all’interno, nel territorio di Farnese si incontrano la Selva del Lamone e il Lago di Mezzano a Valentano. Fitti e impenetrabili boschi, caratterizzati da alberi di cerro e macchia mediterranea, si estendono da qui fino ai confini con la Toscana. Grandi pietre riunite insieme, denominate Murce, appaiono qua e là nel sottobosco. Proseguendo ancora in direzione nord arriviamo ad Acquapendente, nella Riserva Naturale di Monte Rufeno. L’area, che si estende su circa 3.000 ettari nei pressi del fiume Paglia, ospita molte specie animali tra cui il daino, il tasso, la volpe, l’istrice, la faina, il cinghiale e tra gli uccelli come l’assiolo, il gufo, la civetta e la ghiandaia. Anche la flora si mostra abbondante e lussureggiante. Presso il Museo del Fiore è possibile svolgere esperienze didattiche o fruire di servizi che permettono la scoperta dei percorsi naturalistici della riserva. Scendendo lungo la via Cassia si raggiunge il Lago di Bolsena. Con un perimetro di circa 43 km, il bacino caldèrico costituisce il più grande dei laghi vulcanici italiani. Proseguendo verso la valle del Tevere raggiungiamo la Valle dei Calanchi

di Bagnoregio, formata da guglie scavate dagli agenti atmosferici in forme suggestive. GIARDINI ALL’ITALIANA Secondo una moda in voga nel Rinascimento italiano, le grandi residenze degne di questo nome iniziarono a munirsi dei cosiddetti giardini all’italiana. Degni di particolare nota sono i fantastici giardini presenti nelle ville rinascimentali di Bagnaia (Villa Lante) e Caprarola (Palazzo Farnese), e al Castello Ruspoli di Vignanello. Il perfetto connubio tra natura e opera dell’uomo prende forma sotto le perfette geometrie delle siepi sempreverdi che incorniciano in un salotto unico terrazze e fontane. Di contro, proprio dello stesso periodo, si contrappose in questa zona l’affascinante Parco dei Mostri di Bomarzo, con le sue creature fantastiche intagliate nella pietra. Qui l’irrazionalità e la meraviglia, ora come allora, trovano spazio nella fantasia del visitatore.

PALAZZO FARNESE A CAPRAROLA È una delle opere più importanti dell’Europa del Rinascimento. Il palazzo ed i giardini sono immersi nel verde dei Colli Cimini, a metà strada tra Viterbo e Roma. Ci troviamo nell’Alto-Lazio, nei pressi del lago di Vico. I Giardini della Villa si trovano alle spalle del palazzo. L’edificio ha la forma di un grande pentagono a cinque piani, ha un cortile circolare e una grandiosa scala a chiocciola. I piani più importanti sono quelli dei Prelati ed il piano nobile. L’opera fu commissionata alla fine degli anni ’40 del XVI secolo dal cardinale Alessandro Farnese il giovane (1520- 1589) al Vignola. La costruzione del palazzo-fortezza a cinque piani fu realizzato in soli venticinque anni, tra il 1550 e il 1576. L’interno è uno spazio che ostenta ricchezza, caratterizzato da superfici molto estese di affreschi. Anche i giardini furono disegnati da Jacopo Barozzi da Vignola, ma

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Palazzo Farnese. Caprarola.

la realizzazione si protrasse fin dopo la morte di questi (1573). Gli ultimi lavori dei giardini furono completati dal pronipote del cardinale, Odoardo, nel 1620. I giardini sfruttano la collina boscosa di tufo dietro il palazzo-fortezza. I Giardini Bassi si allacciano molto strettamente allo spazio del palazzo, sono raggiungibili attraverso due ponti che scavalcano un fossato. Sono due grandi quadrati, il giardino d’estate e il giardino d’inverno posti alle spalle dell’edificio. I giardini sono a siepi

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di bosso a meandro e ripropongono il modello del recinto sacro. Come tutti i giardini all’italiana, anche i giardini di Caprarola dovettero riflettere la struttura dell’Universo. Perfetto perché di natura divina. Il giardino geometrico era concepito come un microcosmo, composto in forme geometriche dalle proporzioni perfette. Una forma ricorrente dei giardini all’italiana era il quadrato che simboleggia la Terra. In tutte e due i giardini si trova una grotta, luogo

importante nelle simbologie rinascimentali. Nel giardino d’estate la Grotta dei Satiri, in quello d’inverno la Grotta dei Tartari. La Grotta dei Tartari è la ricostruzione di una caverna, con un laghetto, giochi d’acqua e sei Satiri. Costituiva lo sfondo per gli spettacoli che il cardinale organizzava per allietare i suoi ospiti. Dai Giardini Bassi si sale lungo un bel viale alberato di abeti bianchi nei Giardini Alti. Il Parco da caccia venne in parte trasformata in un giardino, su quattro terrazzamenti. Con fontane dai giochi e suoni d’acqua, labirinti a siepi, e sculture. Dopo la morte del Vignola (1573), gli subentrarono Giacomo del Duca, assistente apprezzato di Michelangelo e Giovanni Antonio Garzoni da Viggiù. Le Fontane dei Giardini Alti di Villa Farnese e la Casina del Piacere: La prima fontana che s’incontra è la Fontana del Giglio che raccoglie nella sua vasca circolare l’acqua che scende dalla Catena dei Delfini. Si sale la grande scala a due rampe. Lo sguardo viene intenzionalmente indirizzato dagli alti padiglioni laterali fino al secondo ripiano, della Fontana dei Fiumi. Al centro di una doppia scala semicircolare si trova una grande vasca e un enorme vaso in peperino a forma di calice, sormontato da due grandi sculture. Queste simboleggiano i fiumi Tevere e Arno. Si arriva al terzo terrazzamento, della Casina del Piacere (158486), una elegante palazzina affrescata a due piani. Amava


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Villa Lante. Bagnaia.

il cardinale, ormai verso gli ultimi anni della sua vita, ritirarsi qui dalla vita movimentata del palazzo. Intorno alla casina affrescata si estendono labirinti di bosso con fontane e sculture scolpite da Pietro Bernini. Padre del famoso Gian Lorenzo. Dopo la morte del cardinale, avvenuta nel 1589, fu il suo pronipote il card. Odoardo a fare completare i lavori. Incaricò quindi il suo architetto di fiducia, Girolamo Rainaldi (1620). Il Rainaldi perfezionò minuziosamente il lavoro dei predecessori, ridefinì gli spazi, migliorò i giochi d’acqua ed aggiunse le 28 cariatidi. Dal fondo dei due quadrati a siepi del ripiano della Casina del Piacere, due scale poste in simmetria all’edificio conducono al quarto e ultimo terrazzamento, dove sorge una fontana ottagonale. Da qui parte un viale in asse all’edificio e sale tra le grandi aiuole laterali ornate da sculture e fontane con mascheroni. Le fontane sono alimentate da una galleria sotterranea, l’acque-

dotto farnesiano, che attinge direttamente alle sorgenti dei Monti Cimini. Provvedeva anche al fabbisogno idrico del complesso. VILLA LANTE A BAGNAIA Offre l’esempio più compiuto di Giardino all’italiana, con delle soluzioni innovative nel disegno e nelle forme acquee. Villa Lante fu costruita nella seconda metà del secolo XVI, probabilmente sul progetto di Jacopo Barozzi da Vignola. Con ulteriori interventi di Pirro Ligorio.

Tanta acqua scolpita dalle fontane in varie forme: in cascata, in ruscello, in giochi e scherzi d’acqua. Dove guardi, noti lo scintillio dell’acqua che scorre dall’alto in basso, attraverso cinque livelli di fontane. Dai punti panoramici si ammira il panorama sul borgo di Bagnaia e sui terrazzamenti. Tra questi ultimi il Quadrato dei Mori diviso in sedici riquadri con la fontana circolare dei Mori è denso di significati simbolici. Come tutti i giardini all’italiana, anche quello di Villa Lante vuole riflettere la struttura dell’Universo, perfetto, perché di natura divina. Il cardinale Giovan Francesco Gambara Invece di un edificio “villa” ne fece costruire due gemelle: la Palazzina Gambara (1568-1578) e la Palazzina Montalto (1590-1612) con le logge e gli importanti cicli di affresco delle stanze. IL PARCO DEI MOSTRI O SACRO BOSCO DI BOMARZO Sotto il borgo di Bomarzo, in una valle cosparsa di massi di roccia vulcanica fu realizzato il giar-

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Parco dei Mostri. Bomarzo.

dino più singolare, che la storia dell’architettura dei giardini abbia mai visto: gigantesche statue ricavate nel peperino, enormi Dei pagani, vasi grandi come elefanti, inverosimili costruzioni pendenti, animali esotici, spaventosi mascheroni dalle fauci spalancate che invitano ad entrare dentro la loro bocca, statue parlanti, finte rovine, sfingi e draghi, destano stupore e meraviglia nel visitatore che si imbatte nelle strutture del parco, come all’improvviso, tra le foglie dei cespugli e degli alberi. Il giardino, chiamato dal suo ideatore e committente, Pier Francesco Orsini (1545-1585) il “Boschetto”, fu modellato secondo la cultura e il gusto manierista del tardo Rinascimento, “…amante di giganti, di mostri, di invenzioni sceniche che preludono al Barocco, con la sua volontà di provare ad essere tutto, il fingersi in mille guise, pianta, animale, occidente e oriente, di sorprendersi con maschere e travestimenti.” L’Orsini, uomo di raffinata 20

cultura ed amante di misteri, aggiunse la propria fantasia ed il proprio vissuto, alla maniera dell’espressione artistica della sua epoca. Il Parco dei Mostri dominato dall’alto dal Tempietto eretto da Pier Francesco in memoria alla moglie, imita un bosco incantato oppure una selva oscura, – un luogo adatto ad un viag-

gio spirituale -, un giardino ricco di mirabili opere d’arte, portatore di simboli. Il visitatore è invitato ad attraversare questo bosco e ad orientarvisi secondo le indicazioni degli Orsini che gli parlano attraverso le statue e le strutture del parco, accompagnate da iscrizioni. A volte si rimane disorientati in questo microcosmo dove Vicino Orsini, volendo sovvertire le regole dell’espressione artistica del Rinascimento, fa apparire il mondo con delle deformazioni prospettiche, in cui le proporzioni sono sproporzionate, esageratamente grandi o piccoli. E un mondo teatrale che il visitatore scoprirà sciogliendo enigmi, divertendosi, vivendo sensazioni irresistibili, entrando nella Casa pendente, addentrandosi nella bocca dell’Orco, esplorando un percorso assieme artistico, culturale e spirituale.


Percorso del gusto i sapori della Tuscia

VINO

Come ogni territorio del nostro Paese, anche la Tuscia Viterbese si distingue grazie ai suoi prodotti tipici, delle vere e proprie delizie. Partiamo dal vino, la cui produzione è molto radicata nella Tuscia grazie ad un clima particolarmente favorevole e alle caratteristiche morfologiche del terreno: una secolare tradizione enologica che ha portato alla istituzione della Strada dei Vini della Tuscia, un itinerario enogastronomico attraverso il quale è possibile percorrere le zone di produzione dei vini locali, in cui si distinguono 7 vini a D.O.C. L’EST! EST!! EST!!! di Montefiascone, vino bianco ottenuto da uve Trebbiano toscano detto Procanico, Trebbiano giallo detto Rossetto, Malvasia bianca lunga e/o Malvasia del Lazio. Può essere prodotto anche nelle tipologie Classico e Spumante. I terreni adagiati sulle pendici del lago di Bolsena, forniscono uve per vini fini, eleganti ma anche ben strutturati ed armonici. Per assaporare l’EST! EST!! EST!!! vi consigliamo di visitare la Fiera del Vino a Montefiascone che si svolge ogni anno nel corso del mese di Agosto. L’Aleatico di Gradoli, ottenuto da uve rosse sulle pendici dei Monti Volsini nella zona del lago di Bolsena, è un vino aroma-

5 tico DOC prodotto da uve aleatico minimo 95% in diverse tipologie Aleatico di Gradoli, Aleatico di Gradoli liquoroso, Aleatico di Gradoli liquoroso riserva e Aleatico di Gradoli passito. Per il vino liquoroso il titolo alcolometrico minimo è di 12%, mentre per il Passito è del 16%. L’occasione migliore per degustare questo vino è il Pranzo del Purgatorio, una rievocazione perpetuata dal lontano Medioevo di un pasto di penitenza consumato ogni anno nel Mercoledì delle Ceneri “in onore delle anime del Purgatorio”. La produzione dell’Orvieto DOC si estende nella valle del Tevere tra le province di Terni e Viterbo. Il disciplinare prevede come vitigno uve Procanico e Grechetto (minimo 60%) e le tipologie con cui questo vino è realizzato sono secco, abboccato, amabile, dolce, superiore, vendemmia tardiva e muffa nobile. I vini che rientrano nel disciplinare di produzione Colli Etruschi Viterbesi o Tuscia DOC, creata nel 1996, sono prodotti in un vasto territorio che comprende quasi quaranta comuni della provincia di Viterbo. Il Cerveteri, la cui zona di produzione si estende lungo la fascia costiera fino a Tarquinia. La combinazione tra natura del terreno e fattori climatici rendono questo territorio particolarmente vocato alla coltivazione della vite. Il Tarquinia DOC comprende le tipologie di vino Bianco (anche Amabile e Frizzante), Rosso (anche amabile e Novello) e Rosato. Degne di rilievo sono anche le tre IGT: Lazio, Colli Cimini e Civitella D’Agliano. Il

marchio collettivo di qualità Tuscia Viterbese, istituito nel 2003 dalla Camera di Commercio di Viterbo, ha contribuito notevolmente a dare impulso alla valorizzazione di questa tipicità del territorio.

L’OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA

Un’antichissima leggenda mediterranea narra che Atena e Poseidone un giorno si sfidarono per offrire il dono più bello al popolo, Zeus sarebbe stato il giudice della gara tra le due potenti divinità. Poseidone, colpendo con il suo tridente il suolo, fece sorgere il cavallo più potente e rapido, in grado di vincere tutte le battaglie. Atena invece colpì la roccia con la sua lancia e fece nascere dalla terra un albero bellissimo, il primo albero di ulivo, in grado di dare frutti quindi benessere e pace. Da questo passo già si evince l’importanza dell’ulivo, ossia dell’olio per il genere umano, oggi usato non solo in cucina ma anche per le sue peculiarità curative e nel campo della cosmesi. Negli ultimi anni, grazie ad un lavoro sapiente e organizzato, la filiera dell’olio d’oliva della Tuscia Viterbese ha raggiunto un ottimo livello con un prodotto di alta qualità grazie ai cambiamenti

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introdotti nei sistemi di coltivazione, di raccolta e di frangitura. L’intero territorio della Tuscia Viterbese è tra le realtà di maggiore pregio in Italia per la produzione dell’extra vergine, come attestato dal riconoscimento di due DOP “Canino” e “Tuscia”. La Tuscia offre molte zone che producono un ottimo olio extra vergine d’oliva, consigliamo di degustarlo sulla bruschetta o come condimento per le carni, verdure e legumi.

“Nocciola romana” che si basa sulle caratteristiche della varietà “Tonda Gentile Romana”.

CASTAGNA DEI MONTI CIMINI

La morfologia dei Monti Cimini e le sue altitudini consentono anche la produzione di castagne (e marroni) che da anni ha caratterizzato l’economia montana del Viterbese con un prodotto di qualità commercializzato particolarmente nei mercati esteri. Anche la castagna, anche se per una zona limitata, ha avuto il riconoscimento della Dop “Vallerano”.

IL PESCE DEI LAGHI

NOCCIOLA DEI CIMINI

Lungo le pendici dei Monti Cimini si estende per oltre diciottomila ettari la coltivazione delle nocciole, uno dei prodotti agroalimentari più importanti sia in termini di fatturato sia per le quantità prodotte, collocando l’Area tra i primi posti a livello nazionale. La nocciola è un frutto rotondeggiante che cresce su alberi a cespuglio e contiene potassio, magnesio, calcio, fosforo, ferro, amido, proteine, grassi, zuccheri, e vitamine A, B1 e C, che ne fanno un ottimo alimento per tutti coloro che soffrono di carenze minerali o vitaminiche. La nocciola costituisce l’ingrediente principale in tanti dolci tipici del Viterbese come ad esempio i “Tozzetti”, ma soprattutto è utilizzata dall’industria dolciaria per produrre la crema di nocciole. Nel territorio esiste anche la DOP 22

I due specchi lacustri di Vico e Bolsena, forniscono una varietà ittica eterogenea, come la tinca (dalla carne tenera e saporita), il persico (famoso per i delicatissimi filetti che vengono preparati con ricette tipiche del luogo), il coregone (ottimo alla piastra) e l’anguilla di Bolsena che secondo la tradizione fu una delle cause del “peccato di gola” di Bonifacio VIII, il quale usava cucinarla affogata nella Vernaccia, fatto ricordato anche da Dante.

I PRODOTTI CASEARI

Il comparto dei prodotti caseari della provincia di Viterbo vanta un’estesa varietà di tipologie di formaggi, in parte lascito di secolari tradizioni e in parte frutto

di ricerche di prodotti innovativi al passo con i gusti e le mode dei consumatori. Nel disciplinare dei formaggi della Tuscia Viterbese sono stati valorizzati entrambi i suddetti aspetti, in modo da non affievolire la capacità di innovazione delle imprese in nome di alcune tradizioni produttive che non sempre trovano riscontro presso i mercati. Nel disciplinare l’elemento che si è voluto fortemente valorizzare è l’origine del latte che deve provenire da animali pascenti nei pascoli o nelle stabulazioni della provincia di Viterbo. La valorizzazione dell’origine del latte vuole evidenziare il ruolo primario dei pascoli dei territori della Tuscia Viterbese, che conferiscono quelle caratteristiche qualitative di genuinità e di sicurezza riscontrabili anche dal punto di vista organolettico nel prodotto finito. A dimostrazione di quanto appena detto è il forte utilizzo del latte della provincia di Viterbo per prodotti caseari a marchio di origine geografica (DOP e IGP), realizzati nell’Area ma anche in Toscana e nella provincia di Roma.

I PRODOTTI BIOLOGICI

La produzione di alimenti biologici nella Tuscia rappresenta una realtà economica di tutto rispetto, vista la presenza di circa un migliaio di aziende convertite al regime biologico, ad oggi pari a più del 40% delle imprese


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biologiche presenti in tutto il Lazio. Questi straordinari prodotti spesso vengono trasformati dalle Aziende per ottenere lavorazioni di pregio dal punto di vista salutistico e qualitativo.

MIELE E PRODOTTI APISTICI

La produzione del miele nella Tuscia Viterbese dispone di una vasta gamma di specie floreali che solo un territorio integro dal punto di vista ecologico e paesaggistico può garantire. A testimoniare questa condizione è la varietà di sapori e sfumature riscontrabili nei mieli della Tuscia Viterbese, associati ad un’indiscutibile qualità organolettica. Tra le produzioni troviamo, oltre il miele monoflora, e millefiori, pappa reale, polline e propoli ed estratti vegetali da infuso con alti contenuti di miele (95%).

PRODOTTI ALTA TUSCIA

I prodotti dell’Alta Tuscia Viterbese, già annoverati tra i “Prodotti Agroalimentari Tradizionali” sono: l’Aglio rosso di Proceno, Il Farro del Pungolo di Acquapendente, il Cece del solco dritto di Valentano, il fagiolo del Purgatorio di Gradoli e la lenticchia di Onano. Il profondo ed antico legame tra questi prodotti e le popolazioni del luogo trovano conferma nel perpetuarsi delle tecniche di produzione rispettose dell’ambiente e nelle consolidate tradizioni culinarie, periodicamente rievocate con sagre e feste paesane.

IL CONIGLIO VERDE LEPRINO DI VITERBO

PASTICCERIA E PRODOTTI DA FORNO

I prodotti delle pasticcerie e dei forni della Tuscia Viterbese rappresentano un’espressione secolare delle feste e ricorrenze religiose e laiche del territorio. Moltissime realtà ancora producono con modalità artigianali, usando materie prime di qualità del territorio (nocciole, vino, olio, castagne, ecc..). Molte di queste lavorazioni fanno parte dell’elenco nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali.

Le caratteristiche della carne del Coniglio Verde Leprino di Viterbo sono dovute essenzialmente a due fattori: l’appartenenza degli animali alla razza “Leprino di Viterbo”, appositamente selezionata per iniziativa della facoltà di Agraria dell’Università della Tuscia, e le modalità di allevamento. L’allevamento previsto per il

Coniglio Verde Leprino di Viterbo è all’aperto, così da ottimizzare le condizioni sanitarie ed eliminare l’inalazione di odori sgradevoli che si vanno a fissare nelle carni. Gli animali sono alimentati con mangimi bilanciati non medicati o con fieni o foraggi freschi. Le carni sono considerate di particolare pregio in quanto ricche dal punto di vista proteico e a basso contenuto lipidico. Inoltre l’allevamento non prevede l’uso di medicinali e al manifestarsi di qualsiasi sintomo di patologia gli animali sono abbattuti. Solo la vaccinazione è ammessa ed è facoltativa.

LA PATATA

La patata inclusa nel Marchio Tuscia Viterbese corrisponde alla patata dell’Alto Viterbese, prodotto agroalimentare tradizionale già inserito nell’elenco nazionale dei prodotti tipici. L’area interessata alla produzione confina con l’Umbria e la Toscana, a nord del Lago di Bolsena, e comprende per intero i Comuni di Grotte di Castro, S. Lorenzo Nuovo, Gradoli, Latera, Bolsena, Onano, Acquapendente e Valentano. La patata dell’Alto Viterbese trova in questo territorio, ricco di naturali elementi nutritivi, le condizioni ideali di sviluppo e grazie alla sua naturale predilezione ai terreni sciolti d’origine vulcanica, permeabili, poveri di calcare, ricchi di potassio. La valorizzazione della Patata nell’area dell’Alta Tu23


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scia è stata potenziata con il riconoscimento del marchio comunitario IGP “Alto Viterbese” che prende in considerazione l’antica tradizione produttiva e la naturale vocazione di queste zone. Il prodotto è un tubero di forma e pezzatura regolare, ovale o allungata, con buccia liscia ed occhi superficiali. La parte edule consiste in una pasta gialla di colore chiaro, con notevole contenuto d’amido, di potassio e di vitamina C; per alcune varietà la pasta può essere bianca o anche rosa. Le tecniche di coltivazioni previste nel disciplinare consentono un uso minimo di fitofarmaci, tale che il tenore sia inferiore del 50% rispetto al livello dei residui massimi ammessi dalla vigente normativa.

CARNI FRESCHE E LAVORATE

Le carni fresche e lavorate del marchio Tuscia Viterbese provengono da allevamenti locali condotti secondo metodiche vicine alle esigenze ed al benessere degli animali, i quali devono essere alimentati da fieni e foraggi locali OGM-free. Ulteriori elementi di qualità introdotti nel disciplinare è quello del divieto di d’uso di antibiotici, se non a fini terapeutici, e di promotori della crescita. I salumi e gli insaccati a marchio Tuscia Viterbese sono prevalentemente di tipo tradizionale e tipico, frutto di elaborazioni artigianali locali che danno luogo ad un vasto assortimento di prodotti di qualità.

I FUNGHI

Lungo le pendici dei Monti Cimini in particolare nel sottobosco dei castagneti, è possibile trovare ottimi porcini. Rinomate sono le località di San Martino e Canepina, dove nella stagione autunnale è possibile degustare i porcini cotti al forno con patate. Posto altresì importante è occupato dai ferlenghi, così chiamati perché si trovano nei pressi dei cespugli di ferule. Questi funghi hanno un sapore davvero eccezionale, crescono abbondanti nella zona di Tarquinia e Monteromano, e sono particolarmente indicati per il sugo e le minestre.

Il marchio Tuscia Viterbese

Costituito nel 2003 dalla Camera di Commercio di Viterbo per contraddistinguere e promuovere prodotti e servizi realizzati o erogati nella provincia di Viterbo che rispondano a determinati requisiti di qualità e tipicità. L’origine ed il rispetto dei disciplinari di qualità sono verificati e garantiti attraverso controlli mirati dall’Ente camerale. Oltre a molti prodotti agroalimentari sopra esemplificati, è stato disciplinato e certificato con il marchio Tuscia Viterbese, l’Artigianato di qualità e l’Ospitalità di qualità.

Ospitalità di qualità

Maggiori informazioni sul marchio e tutti i licenziatari sono disponibili sul sito: 24

www.tusciaviterbese.it


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Eventi, Folklore, Sagre e Tradizioni

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Alcuni culti pagani e altri religiosi si tramandano da secoli nel territorio della Tuscia, trasformati nel tempo o tramandati per tradizione in eventi folcloristici e religiosi. A questi si affiancano manifestazioni culturali che allo stesso tempo sono in grado di esaltare il patrimonio artistico di una terra ricca di storia e tradizioni artigiane. Un repertorio variegato, legato a volte alle ricorrenze del calendario religioso o all’origine di antiche tradizioni agricole e pastorali. Per tutto l’arco dell’anno sono moltissime le feste che vengono celebrate, ognuna con una particolare connotazione, ognuna con un particolare profumo, sapore e colore, assolutamente da vivere e assaporare. IL PRANZO DEL PURGATORIO Dove: Gradoli. Quando: mercoledì delle Ceneri (febbraio/marzo) Fin dal Medioevo, a conclusione dei festeggiamenti del mondo sottosopra o all’ingiù (così era chiamato il carnevale), il primo giorno di Quaresima si svolgeva il Pranzo del Purgatorio, allo scopo di fare penitenza in comune. Il pasto di penitenza consumato in onore delle anime del Purgatorio permetteva di raccogliere delle offerte, una volta destinate alle preghiere per le anime del Purgatorio, oggi utilizzate per aiutare le persone bisognose. Il menù, inalterato nei secoli, prevede tutte pietanze di magro realizzate con prodotti tipici del luogo: brodo di tinca, fagioli bianchi all’olio, baccalà arrosto e in umido, frittura di pesce e dolcetti tipici accompagnati dai vini della zona Grechetto e Aleatico Di Gradoli. FESTA DELLA MERCA Dove: Tarquinia (località Roccaccia). Quando: Pprima domenica di aprile. Un evento che in un percorso tra cultura e folklore rivive la marchiatura del bestiame tra gare e spettacoli equestri,

con esibizione di butteri a cavallo per la marca di vitelli allo stato brado. È chiaro l’attaccamento al territorio e alla figura del buttero che esalta in tutta la sua fierezza il legame tra uomo e cavallo, connesso con l’elemento ludico e propiziatorio proprio delle feste primaverili.

SAN PELLEGRINO IN FIORE Dove: Viterbo. Quando: Weekend del 1° maggio. Un insolito itinerario floreale ambientato nelle vie e nelle piazze del quartiere medioevale di Viterbo. L’abilità e l’inventiva di numerosi floro-vivaisti danno vita a suggestivi scorci floreali che incorniciano ed impreziosiscono il quartiere di San Pellegrino. L’importanza di questo evento è stato nel tempo collegato ad altre manifestazioni ed iniziative come il passaggio della Mille Miglia, rievocazioni storiche, degustazione di prodotti tipici della Tuscia.

BARABBATA O FESTA DELLA MADONNA DEL MONTE Dove: Marta Quando: 14 maggio. La festa della Barabbata è una mescolanza di elementi sacri e profani che ci riportano ai riti etruschi della fecondità e del ciclo delle stagioni. La festa si svolge con una processione di carri, ognuno rappresentante un’attività lavorativa locale. Sfilano uno dopo l’altro i gruppi di Casenghi (sorveglianti delle tenute agrarie), dei Bifolchi (coloro che arano e lavorano la terra con l’aratro trainato dai buoi), dei Villani (quanti lavorano come agricoltori nelle grandi aziende terriere) e dei Pescatori. La processione si sposta dal paese al santuario di Santa Maria del Monte, concludendosi con un banchetto. FESTA DEI PUGNALONI Dove: Acquapendente. Quando: Terza domenica di maggio. Nel lontano 1166 la popolazione di Acquapendente riuscì a liberarsi definitivamente dal giogo del governatore di Federico Barbarossa. Il segnale per la rivolta fu il miracoloso rifiorire di un ciliegio ormai secco. Da allora gli 25


Alessandro Mazzuoli

Eventi, Folklore, Sagre e Tradizioni

Pugnaloni esposti in Piazza del Duomo.

Acquesiani, come ringraziamento alla Madonna, fecero nascere la festa della Madonna del Fiore, caratterizzata da una processione di “Pugnali”, attrezzi decorati con i fiori. A distanza di secoli il tema dell’antica liberazione è oggi ricordato con la processione dei Pugnali divenuti Pugnaloni, stupendi mosaici di petali di fiori e foglie che rappresentano il principale elemento folcloristico dell’antichissima festa. Queste stupende opere, realizzate da gruppi che si contendono la migliore opera, restano esposti per tutto l’anno nella Basilica del Santo Sepolcro. FESTIVAL CAFFEINA CULTURA Dove: Viterbo. Quando: fine giugno-inizio luglio. Dieci giorni di cultura globale, idee, condivisione animano vie e piazze del centro di Viterbo. Tantissimi eventi giornalieri vedono protagonisti giornalisti, scrittori, attori, musicisti, performer, e artisti nazionali e internazionali. Il festival Caffeina è un grande aggregatore culturale, un eccitante che scorre nelle vie del centro storico, è la festa dei libri, della musica, dell’intrattenimento, del teatro, per grandi e piccini. 26

TUSCIA FILM FEST Dove: Viterbo e altri borghi della provincia. Quando: prima metà di luglio. È una rassegna cinematografica giunta quest’anno alla quindicesima edizione. Il programma si articola nel cuore di Viterbo in nove giorni di proiezioni e di incontri con i protagonisti del cinema italiano. Ogni anno, all’interno della rassegna, viene assegnato ad una personalità emergente del cinema italiano il premio Pipolo Tuscia Cinema, dedicato a Giuseppe Moccia, in arte Pipolo, che, insieme a Franco Castellano, è stato sceneggiatore di moltissimi film italiani. OMBRE FESTIVAL Dove: Viterbo. Quando: luglio Organizzato dall’Associazione Culturale Mariano Romiti, è forse l’unico caso in Italia di un Festival organizzato da appartenenti alla Polizia di Stato amanti della lettura. Il Festival permette di riflettere sull’importanza di conoscere e attraversare le zone d’ombra. Per questo ogni anno un filo conduttore diverso lega incontri con autori, presentazioni di libri e dibattiti.

EST FILM FESTIVAL Dove: Montefiascone. Quando: fine Luglio Nato nel 2007, il suo nome deriva dal vino Est! Est!! Est!!! prodotto a Montefiascone. Il Festival si articola in tre sezioni, che si contendono cinque premi: Lungometraggi (esclusivamente riservata a opere prime italiane), Cortometraggi e Documentari. A queste si aggiunge la sezione degli Incontri Speciali, dedicata agli appuntamenti con i protagonisti più prestigiosi del cinema italiano e internazionale NOTTE DELLE CANDELE Dove: Vallerano. Quando: fine agosto. La Notte delle Candele è un appuntamento unico nel suo genere e di grande fascino. Un´atmosfera intima e surreale con le fiammelle che esaltano i contorni degli archi, delle case e delle chiese, incorniciano le porte e le finestre seguendo i tratti di scalinate e vicoli. Un percorso magico che guida il pubblico alla scoperta di un viaggio artistico tra suoni, immagini ed emozioni. All’imbrunire le luci di Vallerano


Eventi, Folklore, Sagre e Tradizioni

si spegneranno e il paese sarà illuminato soltanto da 100.000 candele e dal cielo stellato. Con i telescopi di Astronomitaly e la guida di un esperto potrai fare un emozionante viaggio nello spazio osservando dal vivo stelle, pianeti ed altri affascinanti oggetti della Via Lattea. TRASPORTO DELLA MACCHINA DI SANTA ROSA Dove: Viterbo. Quando: 3 settembre. Tra gli eventi folcloristici del territorio, uno dei più importanti è senza dubbio la Macchina di santa Rosa. Ogni anno il 3 Settembre alle 21,00 viene trasportata a spalla per le vie buie della città da circa 100 uomini, chiamati Facchini, la cosiddetta “macchina”, una torre alta circa 30 metri e dal peso di oltre cinque tonnellate rivestita da centinaia di lampadine accese. Sulla sommità della macchina la statua di santa Rosa, patrona della città. Il percorso di oltre un chilometro con cinque soste, vede la folla accalcata nelle piazze o ai lati delle strade in attesa di vedere il passaggio della macchina che in altezza supera gli edifici della città. Il trasporto ricorda quello avvenuto il 4 settembre 1258 quando furono traslate dalla chiesa di Santa Maria in Poggio, alla chiesa di San Damiano le spoglie della Santa trovate miracolosamente incorrotte. Quell’evento segnò il primo passaggio trionfale di Rosa per le vie di Viterbo e fu ripetuto ogni anno. Da allora, in ricordo di questa processione, fu portato un

baldacchino processionale con l’immagine della Santa, che con il passare del tempo è divenuto sempre più sfarzoso e soprattutto sempre più alto. L’ultima parte del trasporto è quella più avvincente: la salita che conduce alla chiesa di Santa Rosa. Tutti i facchini vengono impiegati di corsa per circa cento metri a sostenere, spingere e trainare la macchina, raggiungendo il sagrato antistante la chiesa accolti da entusiastici applausi e calorosi abbracci. Il primo trasporto di una torre definita “macchina” nel senso di apparato scenico risale al 1664, probabilmente realizzata come voto fatto dai viterbesi alla patrona per essere scampati alla terribile epidemia di peste del 1657. Da allora, sia nella ricerca dei materiali, sia nelle forme, la macchina è andata sempre più trasformandosi seguendo le mode artistiche del tempo, rinnovata o riproposta oggi ogni cinque anni.

I facchini, intrepidi “cavalieri della santa”, ogni anno devono sostenere una prova di trasporto di 140 Kg di peso per poter essere ammessi al trasporto vero e proprio. La loro divisa è caratterizzata da camicia bianca, un fazzoletto bianco in testa, una fascia rossa alla vita, pantaloni bianchi alla zuava, calzettoni bianchi e scarponcini di cuoio nero. Nei giorni precedenti al trasporto, avvengono altre manifestazioni legate ai festeggiamenti della santa patrona. Dal 1921, il pomeriggio del 2 settembre il cuore di Santa Rosa, custodito in un prezioso reliquiario, viene portato in processione. Dagli anni ‘70 fa parte di questa processione anche un corteo storico, rappresentato da antichi personaggi e autorità che già dal 1200 rendevano omaggio all’evento della traslazione del corpo della Santa. OTTAVA MEDIOEVALE Dove: Orte. Quando: Fine agosto, seconda settimana di Settembre. Così chiamata per gli otto giorni di festa che si celebrano in onore di sant’Egidio, Patrono di Orte, tra storia e tradizione, cultura e folclore. La cittadina medievale, dall’alto dello sperone tufaceo su cui è costruita, muta il suo aspetto, facendoti tuffare nel pieno XIV secolo con rievocazioni storiche, cortei, e tornei. Oltre il corteo storico con figuranti vestiti con abiti del 1300, l’ottava propone ogni anno di enorme suggestione, il Palio degli Arcieri. La manifestazione storico-rievocativa dell’Ottava, solennizzata 27


Eventi, Folklore, Sagre e Tradizioni

nel 1396 da Papa Bonifacio IX, propone anche per tutta la durata dell’evento, l’apertura notturna di strutture culturali quali il Museo Diocesano e quello delle Confraternite, così come mostre di pittura, scultura e di ceramiche. Come da migliore tradizione, l’evento suggella il fascino della rievocazione con l’apertura al pubblico delle taverne in ognuna delle sette contrade in cui è divisa la città. Oltre al pregio storico-architettonico, ogni taverna, gestita direttamente dai contradaioli, si distingue per i piatti dagli antichi sapori e tradizioni che propone. CAFFEINA CHRISTMAS VILLAGE Dove: Viterbo. Quando: Fine Novembre - 6 Gennaio. Il centro storico, in occasione delle feste di Natale, si trasforma in un luogo fatato per grandi e piccini. Il Caffeina Christmas Village, un villaggio incantato, dove regna la magia del Natale, è reso possibile attraverso le ambientazioni di luoghi fiabeschi come la casa di Babbo Natale, la casa degli Elfi, le poste, la fabbrica dei Giocattoli, la tana del drago, la Taverna del Gioco, la Biblioteca dei Desideri, il presepe e tante altre attrazioni. Le vie del centro offrono ospitalità e accoglienza 28

anche per i più grandi con i mercatini di Natale e le tante delizie enogastronomiche della Tuscia. Passeggiando si è avvolti nella straordinaria atmosfera creata dalle tante suggestive casette di legno sapientemente decorate da mille luci e colori. La Camera di Commercio, Industria, e Artigianato ha promosso in questi ultimi anni, con il patrocinio della Provincia, della Regione e di diversi Comuni del territorio della Tuscia, la realizzazione di una serie di eventi mirati alla promozione del territorio e delle sue antiche tradizioni e alla valorizzazione dei prodotti tipici locali. Queste manifestazioni sono delle vere e proprie feste, che presentano un cartellone ricco di eventi. Offrono l’opportunità di trascorrere piacevolissime serate degustando i prodotti agroalimentari e allo stesso tempo permettono di scoprire angoli incantevoli dei centri storici medioevali così come delle aree d’interesse naturalistico. FESTE DEL VINO DELLA TUSCIA Si svolgono dalla fine di luglio alla metà del mese di agosto nei comuni di Acquapendente, Lubriano, Civitella d’Agliano, Gradoli, Tarquinia, Montefiascone, Castiglione in Teverina e Vignanello. Per tutte le feste del vino sono previste degustazioni di vini condotte da esperti sommelier e la partecipazione di giornalisti specializzati. La partecipazione a queste feste offre l’occasione di scoprire i prodotti tipici locali

negli stand enogastronomici, di visitare le numerose cantine e vigneti e di prendere parte a esibizioni folcloristiche. FESTE DELLA CASTAGNA DELLA TUSCIA Tra ottobre e novembre Soriano nel Cimino, Canepina, Vallerano, San Martino al Cimino, Latera e Caprarola ospitano le Feste della Castagna. In programma oltre 150 appuntamenti tra stand enogastronomici, rievocazioni storiche, musica e spettacoli, convegni, visite guidate ai palazzi storici, cene nelle taverne e caldarroste in piazza per tutti. Un’opportunità per turisti e visitatori di trascorrere piacevoli giornate degustando i prodotti tipici della Tuscia, fare passeggiate tra i monti Cimini e apprezzare gustose ricette. FESTE DELL’OLIO DELLA TUSCIA A Blera, Canino, Gallese, Vetralla e Vignanello si svolgono le Feste dell’Olio dai primi giorni di Novembre alla metà del mese di Dicembre. Tra stand enogastronomici, degustazioni di prodotti tipici, incontri e visite ai frantoi, le feste dell’olio sono un’ottima opportunità per gustare l’olio novello e fare provviste per l’intero anno direttamente dal produttore.


Le Meraviglie della Tuscia

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Fabrica Corchiano di Roma Ronciglione Castel Sant'Elia Civita Castellana

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ROMA NAPOLI

Faleria

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CIVITAVECCHIA

Norchia Tarquinia Montalto di Castro Vulci Vetralla Sutri Barbarano Romano Viterbo Ferento Vitorchiano Soriano nel Cimino Bomarzo Capodimonte Bolsena Ischia di Castro Fabrica di Roma Civita Castellana

Viterbo Bagnaia San Martino al Cimino Bomarzo Soriano nel Cimino Vignanello Caprarola Civita Castellana Oriolo Romano Monte Romano Tarquinia Vulci Capodimonte Gradoli Acquapendente Trevinano e Proceno Bolsena Montefiascone Civita di Bagnoregio Orte

ROMA

ROMA

Viterbo Nepi Civita Castellana Castel Sant’Elia Soriano nel Cimino Sant’Eutizio Acquapendente Bolsena Marta Civita di Bagnoregio Vallerano Tarquinia Bagnaia Bagnoregio Orte

Via Francigena Rupe di Vitorchiano Valle Perlata, Montefiascone Parco delle Peonie, Vitorchiano Riserva Naturale Lago di Vico La Faggeta, Soriano nel Cinimo Parco Valle del Treja Parco Marturanum Le Saline, Tarquinia Parco Archeologico, Vulci Selva del Lamone, Farnese Lago di Mezzano, Latera Monte Rufeno, Acquapendente Lago di Bolsena Calanchi, Bagnoregio Villa Lante, Bagnaia Palazzo Farnese, Caprarola Castello Ruspoli, Vignanello Parco dei Mostri, Bomarzo

Vino L’olio extra vergine di oliva Nocciola dei Cimini Castagna dei Cimini Il Pesce dei Laghi I prodotti caseari I prodotti biologici Miele e prodotti apistici Prodotti da forno Prodotti Alta Tuscia Il coniglio verde leprino La patata Carni fresche e lavorate I Funghi

Pranzo del Purgatorio, Gradoli Festa della Merca, Tarquinia San Pellegrino In Fiore, Viterbo Barabbata, Marta I Pugnaloni, Acquapendente Festival Caffeina, Viterbo Tuscia Film Fest, Viterbo Ombre Festival, Viterbo Est Film Festival, Montefiascone Notte delle candele, Vallerano Macchina di Santa Rosa, Viterbo Ottava Medioevale, Orte Caffeina Christmas Village, Viterbo Feste del Vino della Tuscia Feste della Castagna della Tuscia Feste dell’Olio della Tuscia

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A spasso nella Tuscia Viterbese, per musei, ville e palazzi storici ACQUAPENDENTE Museo del fiore Casale Giardino Nella riserva naturale di Monte Rufeno il museo è dedicato alla storia dei fiori www.museodelfiore.it ACQUAPENDENTE Museo della ceramica Torre Julia de’ Jacopo All’interno del museo sono esposti importanti reperti di maiolica arcaica, dipinti in ramina e manganese, decorati con motivi vegetali, geometrici, stemmi araldici e figure umane. Tel. 0763.733642 www.laperegina.it BAGNAIA Villa Lante Via Jacopo Barozzi Splendido gioiello rinascimentale (XVI secolo) di Jacopo Barozzi da Vignola con giardini all’italiana. All’interno le due palazzine sono decorate da Raffaellino da Reggio, Antonio Tempesta, Cavalier d’Arpino e Marzio Ganassini. Info 0761 288008 BAGNOREGIO Museo auto storiche “Pietro Taruffi” Piazza Sant’Agostino Auto e moto d’epoca legate al mito del pilota Pietro Taruffi. Info 0761 780811 BARBARANO ROMANO Museo archeologico delle necropoli rupestri. Via Sant’Angelo, 4 I materiali raccolti si inseriscono in un ambito cronologico compreso tra la preistoria ed il medioevo e consentono di ripercorrere le tappe principali dello sviluppo culturale del territorio. 0761 414531/601 BASSANO ROMANO Palazzo Giustiniani Odescalchi Piazza Umberto I Architettura monumentale (XVI secolo) con pregevoli affreschi di Tempesta, Castello, Domenichino e Albani. Info 0761 636919 BLERA Museo civico Gustavo Adolfo VI di Svezia La struttura museale si divide in due settori: il primo, al piano superiore, dedicato alla preistoria e alla protostoria; il secondo, al piano inferiore, e nell’area scoperta, riservato all’età moderna e contemporanea che esplora gli aspetti folkloristici della Maremma e della campagna Romana. Info 0761 415031 BOLSENA Santuario Eucaristico via G. Mazzini, 1 Situato nell’antica basilica di Santa Cristina ospita una raccolta epigrafica di età paleocristiana. Info 0761 799067 www.basilicasantacristina.it BOLSENA Catacombe di Santa Cristina Via G. Mazzini, 1 Splendido complesso ipogeo con decorazioni parietali medievali. Info 0761 799067 www.basilicasantacristina.it BOLSENA Museo territoriale del lago Il Museo Territoriale del lago di Bolsena, ospitato nella Rocca Monaldeschi della Cervara 30

è un riferimento per la conoscenza e la documentazione sulla storia del distretto vulcanico volsiniese e le varie fasi insediative sulle sue sponde, che vanno dalla preistoria sino alle più recenti manifestazioni della cultura locale. Il museo comprende cinque sezioni espositive. Info 0761 798630 www.simulabo.it

FARNESE Museo civico Nato come mostra permanente dell’abitato protovillanoviano di Sorgenti della Nova, è completo di una sezione installata a cielo aperto. Sono inoltre allestiti spazi dedicati alla ceramica rinascimentale rinvenuta nel corso di scavi nel centro storico di Farnese. (Aperto su richiesta) 0761 458849/8381 BOMARZO Museo delle sculture iperspaziali GALLESE Museo sull’attività di Attilio Pierelli contenente le Museo “Scacchi” sue famose sculture iperspazi ali. Via Lorenzo Filippini Il Museo e Centro Culturale “Marco Scacchi”, www.pierelli.com Tel. 0761 588048 dedicato all’illustre musicista gallesino del BOMARZO XVII secolo, presenta la storia della città e del Parco dei Mostri territorio dal punto di vista artistico, etnografico Splendido complesso naturale ideato da Pirro e ambientale e comprende la biblioteca, il centro Ligorio (XVI secolo) nel quale sussistono fontane, studi con l’archivio storico, il centro informatico e i sculture e bizzarrie. Tel. 0761 924648 laboratori di restauro. http://www.sacrobosco.it/ Tel e fax 0761 495503 GRADOLI CALCATA Museo del costume Farnesiano Museo d’arte nella natura Piazza Luigi Palombini, 2 loc. Colle, snc Consta in una raccolta di abiti ed accessori che È un museo all’aperto di arte contemporanea su delinea la storia della moda nella Tuscia tra il due ettari di bosco nella forra della Valle del Treja XV e il XVII secolo con una raccolta di armi e a Calcata. Un percorso di quaranta tra opere ed armature che completano l’esposizione. Il percorso istallazioni di arte nella natura. museografico si articola in senso cronologico. 0761 588048 - cell. 3282769123 Info 0761 457965 - www.comune.gradoli.vt.it www.operabosco.com GRADOLI CANEPINA Museo d’arte sacra Via Cavour, 8 Museo delle tradizioni popolari Raccolta di oggetti liturgici, sculture, paramenti Largo Maria de Mattias, 7 sacri (secoli XVI-XIX) Il museo è suddiviso in diverse sezioni con materiali che testimoniano la religiosità popolare, il Info 0761 456127 - www.comune.gradoli.vt.it ciclo della vita familiare, la cucina locale, il mondo GROTTE DI CASTRO dell’infanzia. Ampi spazi sono dedicati al lavoro ed Museo civico e delle tradizioni popolari Vicolo del Fede 1/3 ai mestieri. Il museo, diviso in due sezioni, contiene nella prima Info 0761 750990 - www.comune.canepina.vt.it il corredo di una tomba a camera della necropoli di CAPRAROLA Vigna la Piazza, la seconda sezione è dedicata alle Palazzo Farnese arti e alle tradizioni popolari Una delle maggiori realizzazioni architettoniche Info 0763 797173 della Tuscia di Jacopo Barozzi da Vignola (XVI GROTTE DI CASTRO secolo) completamente dipinta da Federico e Museo della basilica Madonna del Suffragio Taddeo Zuccari, Raffaellino da Reggio e Antonio Basilica della Madonna del Suffragio Tempesta Raccolta sculture, dipinti e arredi liturgici Info 0763796167 Info 0761 646052 - www.caprarola.com ISCHIA DI CASTRO CASTEL SANT’ELIA Museo civico “Pietro e Turiddo Lotti” Museo degli arredi sacri Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto Santuario di Santa Maria ad Rupes Raccolta di paramenti sacri, pianete, camici, funicelle e sandali Raccolta di materiale proveniente dalla villa Romana della Selvicciola, oltre ad affreschi staccati pontificali. del XII secolo. Info 0761 557729 Info 0761 425400 CIVITA CASTELLANA LATERA Museo archeologico dell’Agro Falisco Museo della terra via del Forte, 86 Grancia di San Pietro Nel forte Sangallo (XV secolo) sono conservati Il percorso museale ha inizio in luoghi chiusi che ospitavano lo scorrere della vita familiare e sociale, reperti archeologici, corredi tombali, ceramiche, bronzi, armi e vasellami che provengono da tombe all’interno del borgo, per proseguire con gli spazi aperti, dove si svolgeva la maggior parte delle falische. Info 0761 513735 attività lavorative. www.comune.civitacastellana.vt.it info 0761 459041/608 - 0763 733642 CIVITA CASTELLANA www.museodellaterra.it Museo della ceramica MONTEROMANO Via SS. Martiri, 4 Antiquarium Il museo “Casimiro Marcantoni”comprende una Via Piave, 9 serie numerosissima di ceramiche artistiche che Raccolta di materiale archeologico proveniente dal tanto caratterizzano la città civitonico. territorio di Monteromano Info 0761 590401 Info 0761860021


VITERBO Biblioteca di San Giuseppe Viale Armando Diaz, 25 Il museo consta di una biblioteca molto fornita con testi rari ed antichi. Una ricchissima raccolta di materiale vario proveniente dai paesi del Sud e Centro America e dell’Africa. vt.sanpietro@murialdo.org info Tel. 0761 343134 - fax 0761 321026 TARQUINIA VITERBO Museo nazionale Etrusco tarquiniese Museo civico Via Madonna del Riposo Piazza Crispi, 1 Palazzo Vitelleschi Contenente la collezione Rossi Danielli e importanti NEPI Materiali archeologici provenienti dall’antica opere da cavalletto di Michelangelo, Sebastiano del Museo civico Tarquinia Piombo, Salvator Rosa e una collezione di bozzetti c/o Palazzo Baronale della Macchina di Santa Rosa. Info: 0766 856036 Raccolta di reperti del VII-VI secolo provenienti www.comune.viterbo.it TARQUINIA dalle necropoli di Cardinali, Cerro, San Paolo e info 0761 348276/275 Museo diocesano d’arte sacra Tre Ponti. VITERBO Info 0761570604 Via Roma - Palazzo Vescovile Museo del “Colle del Duomo” Il Museo propone una mostra di opere pittoriche Piazza San Lorenzo ORIOLO ROMANO facenti parte delle raccolte diocesane Contiene paramenti liturgici di pregio e una Palazzo Altieri notevole quadreria di opere dal XVI al XIX secolo Info 0766 840370 Imponente complesso architettonico (XVI secolo) (Domenico Corvi, Vanni e Michelagelo) contenente affreschi attribuiti al Baglione e una TUSCANIA www.museodelduomo.viterbovirtuale.com sala con quadreria settecentesca. Museo archeologico info 0761 325462 Info 06 99837145 Ex convento di Santa Maria del Riposo VITERBO, LA QUERCIA Il Museo è articolato in sette sale complete ed altre Museo degli Ex voto ORTE Museo diocesano d’arte sacra cinque in fase di allestimento. Le prime due delle Piazza del Santuario, La Quercia piazza Colonna Contiene la più importante collezione di ex voto dal quattro sale del piano terra sono interamente XV al XX secolo; codici miniati, paramenti e oggetti Raccolta sculture, dipinti e oreficerie dedicate alle necropoli e più precisamente alle Info 0761 493371 tre Tombe Curunas e contengono i sarcofagi oltre liturgici Info 0761 303430 VITERBO che i preziosi corredi funebri prevalentemente di SAN MARTINO AL CIMINO Museo della ceramica materiale bronzeo. Museo dell’Abate Palazzo Brogiotti, via Cavour, 67 Info 0761 436209 Piazza dell’Oratorio, 2 Contiene 250 importanti reperti antichi, la maggior Contenuto nella sala adiacente alla capitolare è parte dei quali di tipo ceramico. VALENTANO arricchito del prezioso stendardo processionale Museo della preistoria della Tuscia e della Rocca www.fondazionecarivit.it di Mattia Preti, di dalmatiche, piviali e paramenti info 0761 346136 Farnese liturgici Info tel. 0761.379803 VITERBO Piazza della Vittoria 12 Museo della Macchina di Santa Rosa SAN MARTINO AL CIMINO Sono esposti manufatti dell’Alto Lazio risalenti ad Via San Pellegrino, 60/62 Palazzo Doria Pamphilij un’epoca compresa tra il Paleolitico Inferiore e Sono raccolti documenti e testimonianze Piazza dell’Oratorio l’Età del Ferro provenienti dai più importanti siti del riguardanti l’attività del Sodalizio e la trazione sul La severa struttura è ingentilita da aeree finestre, territorio. Inoltre, vi sono reperti che raccontano lo trasporto della Macchina di santa Rosa. presenta un ricco piano nobile con saloni affrescati, sviluppo del territorio a partire dall’Alto Medioevo, www.facchinidisantarosa.vt.it soffitti lignei finemente lavorati e un camino info 0761 345157 con una particolare attenzione alla storia della monumentale. famiglia Farnese fra il 1300 e il 1600. VITERBO Info 0761.291000 Museo archeologico della Rocca Albornoz info 0761 420018 Piazza della Rocca SUTRI VETRALLA Reperti etruschi provenienti dai siti di San Raccolta del duomo Museo della città e del territorio Giovenale e Acquarossa, reperti di età neolitica, del Piazza del Duomo, 1 Vicolo della torraccia - via di Porta Marchetta, è bronzo e del ferro. Raccolta di epigrafi latine e greche, reperti www.comune.viterbo.it stato insignito dal Fai (Fondo ambiente italiano) provenienti da ville romane e dall’antico duomo info 0761 325929 nel 2005 tra i 400 siti da visitare. Si potrà vedere dell’Assunta (V. sec. d. C.) la sezione “Ferro e metalli” del museo, la sezione VITERBO SUTRI Orto botanico “Ceramica e la casa” - museo nella Torre del Museo minerario “Oasi di Sapientia” Strada Santa Caterina snc, (Bulicame) Capitano del Popolo. Via Cassia - 50 Km Contiene specie arboree preziose su una vasta Info 0761 461889 area dislocata nel perimetro limitrofo al Bulicame. Nell’antico tribunale dell’Inquisizione sono raccolti www.unitus.it info tel e fax 0761 352566 VIGNANELLO oltre 2500 specie di minerali Palazzo Ruspoli Info 0761 600463 VITERBO Questo imponente castello fu costruito nel secolo Palazzo dei Papi SUTRI Piazza san Lorenzo IX, a pianta quadrata e con fossato, ma venne Museo del Patrimonium Il complesso, sede istituzionale della Viterbo più volte rimaneggiato nei secoli successivi. Sul Il museo è allestito in tre sale: nella prima sono medievale è stata per 24 anni la sede estiva dei ospitati reperti lapidei, plutei, capitelli, un sarcofago retro del castello si aprono i meravigliosi giardini pontefici. Info 0761 341716 di Ottavia Orsini che fanno dell’intero complesso (I e XVI sec.), affreschi staccati dalle pareti della VULCI architettonico uno dei più bei monumenti del chiesa di Santa Fortunata (XIII sec. e XV-XVI sec.) Museo archeologico Lazio. L’interno, ben mantenuto, conserva alcuni e un frammento con la rappresentazione di due Castello dell’Abbazia pregevoli affreschi e molti ritratti, nei quali sono santi che fuoriescono da una città (IX sec.), una Raccolta di materiale archeologico ritrovato nella delle più alte testimonianze di pittura medioevale raffigurati i vari proprietari del castello. vicina necropoli dal IX secolo all’epoca imperiale. Info 0761 437787 Info 0761 755338 dell’alto Lazio Info 0761. 600867 MONTEFIASCONE Museo Antonio da Sangallo Piazza della Rocca Il museo prima di essere un luogo di esposizioni e raccolta di opere e disegni è un vero e proprio centro studi e documentazione sul celebre architetto rinascimentale. La posizione permette agevoli escursioni alle singole opere del Sangallo. Il percorso museografico si snoda attraverso varie sale che si trovano al piano terreno della Rocca dei papi. Info 0761 832060

TARQUINIA Museo della ceramica via delle Torri - Palazzo dei Priori La mostra raccoglie produzioni locali e reperti provenienti da altri centri italiani e stranieri, dal XIII al XVIII secolo Info 0766 858194

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Camera di Commercio Viterbo www.tusciawelcome.it

Le Meraviglie della Tuscia PERCORSI A TEMA PER SCOPRIRE LA TERRA DEGLI ETRUSCHI

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