diversamente dal comune “usa e getta”; in alternativa allo spreco di materiali e risorse; differentemente da altre modalità e metodologie di gestione; in modo diverso dal sistema prevalente di produzione-distribuzione; in altro modo per generare economia circolare, favorire l’innovazione e l’occupazione ... altrimenti
altrimenti srls presenta Risorse Materiali un progetto imprenditoriale per il salvataggio dal naufragio nel maremagnum di rifiuti urbani benvenuti a bordo della nostra scialuppa
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Altrimenti - Risorse Materiali - INDICE:
schede/pag
Altrimenti Srls: chi, cosa come e perché 1 Altrimenti: ad esempio, quanto valgono gli imballaggi? 1A Altrimenti: Risorse materiali 2 Altrimenti: Cosa 2A Altrimenti: Come 2B Altrimenti: Perchè 2C Altrimenti: i vantaggi 2D Altrimenti: i nostri servizi 3 Altrimenti: praticamente green job in circular economy 4 Le plastiche 4B I metalli NON ferrosi 4C La carta e il cartone 4D Altrimenti: gli interlocutori privilegiati 5 • gli enti e le istituzioni pubbliche e private • i beni di oggi sono le risorse per domani al prezzo di ieri • l’artigianato, il commercio, l’agricoltura, i servizi Altrimenti: progetti speciali 6 • OfficinaRicicleria® • CicloRiciclo® Il contesto: nel maremagnum dei rifiuti 7 Le prospettive: l’Emilia-Romagna verso il 2020 8 La situazione rifiuti 2014 in Emilia-Romagna: dati a confronto 9 La produzione dei rifiuti: un esempio quantitativo 10 La produzione dei rifiuti: un esempio qualitativo 10A rappresentazione grafica composizione merceologica RU percentuali di scarto delle frazioni merceologiche rispetto ai sistemi prevalenti di raccolta differenziata dei rifiuti urbani (domestici e speciali assimilati) 11 Il flusso dei rifiuti in Europa 11A Il labirinto normativo dei rifiuti 12 Indagine conoscitiva sui rifiuti urbani - Agcm IC49 12A L’assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani 13 L’economia circolare 14 Le buone pratiche 15 Cosa si può fare 15A Altrimenti: in sintesi e in conclusione ... 16
Fonti: - Agenzia europea dell’ambiente; Perché i rifiuti urbani sono una risorsa (economica), Maria Ioannilli, Università di Roma Tor Vergata, 2013 - Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare “piano d’azione per la sostenibilita’ ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione” - assolombarda, “Dalla culla alla culla, l’economia circolare in alternativa a quella lineare per il riutilizzo delle risorse nel ciclo produzione-consumo ..... ” - I Quaderni di Symbola, waste end, Economia circolare, nuova frontiera del made in Italy, Marzo 2015 - Parlamento Europeo 2014 - 2019, A8-0215/2015, RELAZIONE sull’efficienza delle risorse: transizione verso un’economia circolare (2014/2208(INI) 25.6.2015 - Unione Nazionale Imprese Recupero, L’Italia del Riciclo 2015, Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile - Autorità Garante della Concorrenza e del mercato, indagine conoscitiva sui rifiuti solidi urbani, Concorrenza e tutela dell’ambiente nel settore dei rifiuti, 10 febbraio 2016, Provvedimento n. 25823 (IC49); indagine conoscitiva riguardante il settore dei rifiuti da imballaggio (IC 26); AS922 - criteri di assimilabilità dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, Roma, 29 marzo 2012; Audizione del Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato - Prof. Giovanni Pitruzzella sul tema dei profili concorrenziali nell’ambito della gestione dei rifiuti solidi urbani, anche con riferimento alle attività dei consorzi per la raccolta - Roma, 6 novembre 2014. - Regione Emilia-Romagna, Deliberazione Assemblea legislativa 3 maggio 2016, n. 67 Piano Regionale Gestione Rifiuti (pubblicazione Bur 13 maggio 2016 n. 140); Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti; Report rifiuti 2015 - Arpae; I rifiuti speciali in Emilia-Romagna - Arpae; produzione e gestione dei rifiuti urbani in emilia-romagna, Quadro di sintesi dati 2014 Arpae, Bologna, luglio 2015 - Camera dei deputati, Senato della Repubblica, XVII Legislatura, DDL S. 1676, Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali, n. 135/4, 01/10/2015. - Sentenza della Corte di cassazione, sezione tributaria, n. 9858/16 - quotidianoentilocali.ilsole24ore.com - Enti locali e PA, La Cassazione stoppa la Tari sulle aree che producono rifiuti speciali. - Claudio Carbone, Come funziona l’assimilazione dei rifiuti speciali: criteri e tecniche,( 2 Feb 2015), Quotidiano Enti Locali & Pa - Valentina Cattani, L’assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani. i presupposti di assoggettabilita’ dei rifiuti alle imposte comunali , Diritto all’Ambiente - ambiente.it, L’assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti solidi urbani - Danile Carissimi, Assimilabilità dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, Eco anno 5 numero 21 - ambiente legale.it - gestione-rifiuti.it, Definizione e Classificazione dei Rifiuti - Ispra, Rapporto Rifiuti Speciali Edizione 2015; Rapporto rifiuti urbani 2014 - Gruppo Hera, Modelli territoriali a confronto e FOCUS CDR, Novembre 2013 [EDC_dnws3362.pdf] - CGIA Mestre, i rifiuti ci costano 8,8 miliardi. negli ultimi anni aumenti boom per negozi di frutta, bar e ristoranti, - ENEA, Economia circolare ed uso efficiente delle risorse non energetiche . Marzo 2016 - United Nations Environment Programme, 2015 United Nations Environment Programme, 2015, Global Waste Management Outlook
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Altrimenti Srls: chi, cosa come e perché
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ALTRIMENTI Srls Sede legale Ravenna (RA) CAP 48125, Via Ariano Casadei n. 24, Iscrizione REA n° RA-211722, C.F. e P.IVA 02549520399. Sedi operative: Comuni aree del forlivese, bolognese e modenese oggetto sociale: • attività e servizi di raccolta, cernita, trasporto, recupero, riciclo, riutilizzo, trattamento, lavorazione, intermediazione, commercializzazione, stoccaggio e più in generale gestione, direttamente o conto terzi, di materiali, sostanze da rifiuti urbani e da rifiuti speciali non pericolosi ... • opere e/o servizi connessi alla tutela dell’ambiente, al risparmio delle risorse, alla riduzione qualitativa e quantitativa dei rifiuti urbani in genere e alla promozione, progettazione, realizzazione e gestione di forme e modalità di economia circolare … • assistenza tecnica e legislativa relativa alla corretta gestione dei rifiuti a favore di enti ed imprese pubbliche e private ... • studio, consulenza, progettazione, comunicazione, formazione, informazione, educazione, monitoraggio nel settore ambientale (aria, acqua, suolo, energia e rifiuti) … • progettazione, organizzazione e realizzazione di attività, consulenze e progetti che abbiano lo scopo di favorire e promuovere l’economia circolare anche mettendo in relazione gli enti pubblici e privati, le organizzazioni, i cittadini per l’analisi dei bisogni, la facilitazione e la progettazione partecipata ... • costruzione e gestione di campagne d’indagine ... di attività educative, project management, fundraising … • gestione diretta od indiretta di qualsiasi attività ed evento a carattere culturale, artistico, ricreativo, sportivo e del tempo libero inclusa l organizzazione e la gestione di congressi, fiere ed eventi pubblici e fieristici in genere ... • eccetera
Altrimenti: ad esempio, quanto valgono gli imballaggi?
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1A
Altrimenti: Risorse materiali
2
Altrimenti: i nostri servizi 3
Le nostre Risorse sono quei Materiali che vengono impropriamente definiti “rifiuti”. Gli scarti e i residui delle attività lavorative costituiscono quella grande “miniera urbana” che la strategia “Europa 2020” ha individuato per realizzare un processo di estrazione di materiali e risorse altrimenti destinati allo smaltimento fine a se stesso con tutte le conseguenze ambientali che conosciamo. Nell’ottica dell’Economia Circolare (i rifiuti di qualcuno diventino le risorse di qualcun altro) questi Materiali, se opportunamente recuperati possono diventare Risorse da riutilizzare nel ciclo produttivo dei beni di consumo.
L’ottimizzazione socio-economica della gestione dei rifiuti, l’attivazione di forme e metodi praticabili di economia circolare, lo sviluppo di nuova occupazione. Vantaggi competitivi per la collettività e l’utenza pubblica e privata. Altrimenti Risorse Materiali®, grazie al proprio team di professionisti è in grado di offrire una serie di servizi e attività quali ad esempio:
Altrimenti: Cosa 2A
Ci preoccupiamo che le materie prime/seconde degli scarti delle lavorazioni e dei “rifiuti speciali non pericolosi” generati nell’ambito delle aziende di piccole e medie dimensioni vengano adeguatamente valorizzate e rese economicamente convenienti a beneficio della collettività. Di conseguenza ideiamo, progettiamo e realizziamo azioni pratiche e attività concrete per individuare, intercettare e recuperare alcune frazione di materiali in purezza da destinare al riciclo.
Altrimenti: Come 2B Attraverso il “sistema a ritiro” con frequenze mirate eseguiamo “mico-raccolte monomateriali” di “scarti e residui di produzione” (“rifiuti speciali non pericolosi” quali carta e imballaggi in cartone, plastiche, alluminio e metalli non ferrosi) generati da “utenze non domestiche” (uffici pubblici e privati, attività commerciali, terziarie e dei servizi, magazzini, negozi, laboratori, aziende commerciali, agricole e artigianali con meno di dieci addetti). In questo modo si intercettano quote rilevanti di materiali con un elevato grado di purezza merceologica da conferire al sistema del riciclo senza ulteriori separazioni.
Altrimenti: Perchè 2C Siamo convinti e consapevoli che debba e possa essere promosso e reso attuabile e praticabile un processo organizzato localmente nei territori su base regionale rivolto alle “utenze non domestiche” in grado di azzerare i rifiuti (anche attraverso l’applicazione concreta della Responsabilità Estesa dei Produttori e dei Distributori per la ri-progettazione di prodotti di consumo ancora oggi non riciclabili e per la riduzione a monte degli sprechi in particolare di imballaggi e packaging) e contemporaneamente per promuovere nuova occupazione attraverso la creazione di imprese innovative nel settore della “green-circular economy”.
Altrimenti: i vantaggi 2D
Offriamo nuove opportunità di lavoro, anche autonomo, a soggetti fuoriusciti o che devono ancora entrare nel mercato del lavoro. I vantaggi sono complessivamente di ordine socio-economico sia per le piccole e medie imprese in ogni settore di attività, sia per i fornitori di materiali, per chi opera nel settore del recupero e del riciclo sia per le comunità locali che incrementano sensibilmente le quote di raccolta differenziata e di materiali da inviare al riciclo raggiungendo così soglie ed obiettivi elevati in termini di risparmio energetico ed economico.
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• coinvolgimento degli attori sociali e istituzionali, della produzione, dei servizi, della grande distribuzione e delle piccole e medie imprese (con meno di 10 addetti) per percorsi partecipativi sugli obiettivi della Legge Reg. ER 16/2015 e strategie conseguenti; • analisi, studi e ricerche mirate sui dati statistici qualitativi e quantitativi relativi ai materiali recuperabili dai rifiuti urbani; • indagini di mercato, consulenze, progettazioni e gestioni per sulle economie circolari e per pratiche efficienti di riciclo; • progettazione e gestione di moduli organizzativi finalizzati all’intercettazione di materiali post-consumo, prima che vengano conferiti nel circuito dell’indifferenziato, al monitoraggio delle quantità raccolte e delle materie prime seconde consegnate; • redazione e realizzazione di progetti finalizzati ad avviare interventi di gestione per l’ottimizzazione del recupero e del riciclo di materiali intercettabili dai “rifiuti speciali non pericolosi” (imballaggi in genere) generati da “utenze non domestiche”; • realizzazione di micro-raccolte selettive di materiali a “maggior valore aggiunto” e di micro-aree di conferimento di prossimità anche tramite la creazione di centri consortili (fra piccole e medie imprese e amministrazioni comunali) per il deposito temporaneo di materiali avviabili al riciclo; •
attività di informazione, comunicazione e formazione rivolta agli operatori pubblici e privati;
• gestione di relazioni pubbliche per conto di associazioni d’impresa e di categorie economiche nei rapporti con enti pubblici e privati con metodologie off-line e on-line; • consulenze, svolte anche con il concorso di collaboratori terzi, per l’analisi, la pianificazione e la gestione di specifiche problematiche territoriali ambientali ed economiche; • progettazione e realizzazione di strumenti e sistemi informativi di supporto ai processi decisionali e gestionali della committenza.
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Altrimenti: praticamente green job in circular economy
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Altrimenti Risorse Materiali® è una nuova azienda di servizi per la green economy che si è posta l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale delle imprese a un livello sostenibile per limitare la produzione di rifiuti, il consumo di materie prime e per produrre benefici ecologici ed economici. Ciò che definiamo rifiuti, in particolare prodotti delle attività lavorative, sono di fatto uno spreco di risorse, quindi uno spreco economico e una limitazione a nuove opportunità di sviluppo. Per questo Altrimenti Risorse Materiali® esegue micro-raccolte selettive presso le imprese e gli enti e le istituzioni pubbliche e private attraverso il ritiro domiciliare di alcune frazioni di rifiuti speciali NON pericolosi. In specifico vengono privilegiate alcune tipologie di materiali, a maggior valore, da destinare al circuito del riuso di beni e al riciclo.
Altrimenti: argomenti efficienti
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Altrimenti: gli interlocutori privilegiati
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gli enti e le istituzioni pubbliche e private
I materiali in pratica 4A I materiali da intercettare, prima che diventino rifiuti, sono prevalentemente: • rimanenze, scarti e sfridi di lavorazioni e giacenze di magazzino; • prodotti difettosi o non più conformi ed economicamente “fuori mercato”; • componenti di beni di consumo che si sono deteriorati o diventati inservibili; • materiali che vengono eliminati al termine del loro uso pratico; • tutti i tipi di imballaggi e packaging, involucri primari, secondari e terziari. Sono esclusi tutti gli involucri in vetro; per alcuni materiali la “contaminazione” da alimenti e tutto ciò che è riconducibile a materiale organico.
Nella prospettiva della riduzione dei rifiuti, nell’incremento dei materiali da riciclo, per favorire e realizzare metodi praticabili di economia circolare è fondamentale il ruolo attivo degli enti e delle istituzioni pubbliche e private. Affinché le “buone pratiche” possano diffondersi a tutti gli ambiti socio-economici è necessario che il “buon esempio” parta innanzitutto dalla Pubblica Amministrazione. In particolare gli Enti locali, essendo più prossimi alla cittadinanza, sono quelli in cui maggiormente devono essere attivate “buone pratiche” così da renderle esemplari, credibili, effettive ed efficienti. In tutti i luoghi di servizio pubblico (scuole, ospedali, centri sociali, sportivi e culturali, eventi pubblici) potrebbero essere adottati sistemi automatici e incentivanti per il recupero di quantità considerevoli di bottiglie di plastica e di lattine per bevande. I municipi, i centri di aggregazione sociale, le organizzazioni del volontariato, laiche, civile e religiose, le strutture socio-assistenziali, sono infatti i principali interlocutori per l’attivazione di forme di recupero di materiali da sottrarre ai rifiuti urbani. I Comuni, in specifico, sono gli enti preposti a determinare le regole per rendere più efficienti ed efficaci le pratiche gestionali connesse alle problematiche ambientali dei rifiuti.
i beni di oggi sono le risorse per domani al prezzo di ieri [The Performance Economy - L’Economia delle prestazioni, 2010, Walter R. Stahel]
Le plastiche 4B • bottiglie per liquidi e bevande; • recipienti per liquidi non pericolosi; • vasche e vasetti; • imballaggi plastici; • film plastico; • gomme e fibre sintetiche; • contenitori sigle PE, PET e PVC. NO pneumatici e sanitari
I metalli NON ferrosi
4C
• alluminio e rame; • fogli di alluminio; • latta - lattine; • banda stagnata; • barattoli e bidoni; • capsule e coperchi metallici; • bottiglie per bevande; • bombolette spray vuote. NO contenuto pericoloso
La carta e il cartone 4D • carta d’archivio; per stampanti, per computer; • cartone ondulato da imballaggio; • giornali, riviste, libri, inserti pubblicitari e depliants; • buste, cartelle, scatole e sacchetti; • cartoni per bevande; NO contaminazione da alimenti
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Le pubbliche amministrazioni sono chiamate a svolgere un ruolo attivo nel piano di riduzione dei rifiuti, e non semplicemente a porsi come intermediari o promotrici di azioni destinate ad altri soggetti. La P.A. può svolgere, quindi, il duplice ruolo di “cliente” e di “consumatore”, e in quanto tale può avere una forte capacità di “orientamento del mercato”. [Progetto Life “Mo.Re.&Mo.Re.”] Per questo i “rifiuti” possono essere valorizzati come risorse materiali fondamentali per il passaggio dall’usa e getta dell’economia lineare (produci, consuma, dismetti), a un’economia sociale e circolare dove non ci siano prodotti di scarto e le materie vengano riutilizzate.
l’artigianato, il commercio, l’agricoltura, i servizi
Tutte le aziende con meno di 10 addetti, operanti nei settori dell’artigianato di produzione, artistico e dei servizi, del commercio al dettaglio e all’ingrosso, gli studi professionali, così come le attività agricole possono ottenere dei vantaggi economici conferendo i propri scarti di produzione, le rimanenze di magazzino e gli imballaggi in particolare, sempre molto eccessivi, al sistema indipendente del riciclo di materiali. Attualmente i “rifiuti” delle “aziende con meno di 10 addetti” vengono assimilati agli “urbani” e per il loro conferimento viene pagata una tassa locale quando invece, trattandosi di “rifiuti speciali non pericolosi”, liberi quindi dalla “privativa comunale”, potrebbero essere intercettati, conferiti o raccolti da aziende specializzate per destinarli al sistema del riciclo. In questo modo le “piccole e medie imprese” possono ottenere sconti sulla tassazione; incentivano l’occupazione; riducono le quantità di rifiuti da destinare allo smaltimento, contribuiscono a migliorare l’ambiente e favoriscono lo sviluppo di nuove iniziative di economia circolare come ad esempio tanti e diffusi centri del riuso e del riciclo. Questo complesso di “piccole e medie imprese” in forma associata, tramite convenzioni pubbliche locali, potrebbero dar vita a tante “isole ecologiche”, dei “centri del riciclo”, diffusi nel propio territorio.
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Altrimenti: progetti speciali
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Nei capitoli successivi verranno approfonditi gli argomenti a sostegno dell’efficacia e dei vantaggi che Altrimenti Risorse Materiali® propone ai propri interlocutori privilegiati, siano essi fornitori, committenti, clienti o utenti. Prima di addentrarci nei meandri delle problematiche relative al tema dei rifiuti occorre evidenziare che il team di Altrimenti Risorse Materiali® è composto da esperti in economia sociale e tecnologie sostenibili. Da molti anni i componenti del team sono attivi nella tutela ambientale e aderiscono a varie organizzazioni nazionali ed internazionali; fra cui la Rete Rifiuti Zero (Zero Waste Italy). In natura nulla si crea nulla si distrugge: l’obiettivo è superare ed eliminare il concetto di rifiuto ri-progettando i prodotti, gli imballaggi e i sistemi attuali di gestione, trattamento e smaltimento in base la principio naturale che il rifiuto non esiste. La congiuntura economica negativa e la scarsità di materie prime hanno avuto effetti devastanti sia per l’industria sia per i consumatori con aumenti dei costi di produzione e dei prezzi dei beni di consumo. A tutto ciò si è aggiunto anche l’aumento del tributo sui rifiuti a fronte di un inefficiente servizio di raccolta. Il risultato più evidente di questa situazione lo si riscontra nelle nostre città in cui crescono i “vuoti urbani”. Tanti negozi e capannoni, piccoli e grandi, sfitti e in disuso, a rappresentare, non più solo simbolicamente, la profonda crisi del modello socio-economico prevalente. Per questo Altrimenti
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Risorse Materiali® ha progettato nuovi format praticabili di green job.
OfficinaRicicleria® è un nuovo concetto di “isola ecologica”, un innovativo “centro del riciclo”.
Il progetto di OfficinaRicicleria® ha come finalità il recupero, nei centri storici e nelle zone produttive, di quei “vuoti urbani” da restituire alla socialità. Negozi e capannoni chiusi per inattività da trasformare in tanti, piccoli e diffusi spazi “pubblico-privati” in cui le piccole e medie imprese conferiscono materiali da destinare al riciclo; dove i cittadini consegnano beni di consumo obsoleti che si ripropongono all’uso. Laboratori dove si riparano accessori, abbigliamento, piccoli elettrodomestici e dove si creano nuovi oggetti d’arte e d’uso. Officine per lo studio e la ricerca sulla riduzione dei rifiuti e soluzioni per il ri-design di prodotti e materiali finalizzati a durare nel tempo, per essere più facilmente riciclabili, recuperabili e riutilizzabili in un continuo ciclo.
CicloRiciclo® è un sistema di raccolta ecologico, adatto per le zone urbane dei centri storici dove
la mobilità deve essere smart, ecologica, non invadente. Tante “cargo bike” attrezzate che rivisitano la tradizione del “rigattiere” [dal latino re-captare (prendere)]. CicloRiciclo® è una modalità innovativa di micro-raccolte di materiali da destinare al riciclo dedicate alle attività commerciali, ai servizi di pubblica utilità e al terziario, localizzate in prevalenza nelle zone centrali delle nostre città. Raccolte mirate che offrono soluzioni pratiche sia agli operatori economici sia alla crescente domanda di nuova occupazione.
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Il contesto: nel maremagnum dei rifiuti
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La nostra produzione di rifiuti, siano essi sprechi alimentari, scarti di beni di consumo, sfridi di produzione o imballaggi più elaborati in quantità crescenti o apparecchi elettronici con una durata di vita più breve, rispecchia il nostro comportamento in materia di consumi ed è aumentata costantemente negli ultimi decenni. Per garantire una gestione più sostenibile delle nostre risorse è indispensabile raggiungere due obiettivi fondamentali: dissociare la produzione dei rifiuti dalla crescita economica e prevenire gli effetti nocivi dei rifiuti stessi.
I rifiuti rappresentano un problema ambientale, sociale ed economico della massima urgenza. L’aumento dei consumi e lo sviluppo economico continuano a generare grandi quantità di rifiuti, comportando la necessità di maggiori sforzi di riduzione e prevenzione. In passato i rifiuti erano qualcosa da buttare, oggi invece sono sempre più una miniera di risorse materiali da reimpiegare nei cicli produttivi e di consumo. Sprechi e scarti che devono essere ridotti, recuperati e riciclati. La prevenzione è il cardine su cui improntare modelli e attività di economia circolare e rappresenta la vera innovazione economica, sociale ed ambientale su cui puntare da subito per il futuro. Chi inquina paga. Lo spreco di beni, materiali e risorse deve essere penalizzato premiando e favorendo azioni (sia pubbliche che private) che generano meno rifuti, recuperano materia, producono e distribuiscono beni più sostenibili in modo responsabile. Quanti più materiali si riescono a recuperare dagli scarti delle lavorazioni e dai rifiuti generati dalle attività produttive tanto più si liberano risorse anche sociali per una crescita esponenziale dell’economia circolare e il settore della green economy trae vantaggi competitivi e si incrementa. Lo sviluppo di pratiche efficienti di recupero e riciclaggio di materiali diventano il volano per nuove iniziative imprenditoriali eco-sostenibili e concorrono alla creazione di nuova occupazione. Questi sono gli obiettivi di Altrimenti Risorse Materiali®, queste sono le direttrici su cui si muovono le nostre proposte, i progetti e le azioni praticabili delle nostre attività imprenditoriali. La nostra missione è “verso rifiuti zero”!
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Le prospettive: l’Emilia-Romagna verso il 2020
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La Regione Emilia-Romagna si è dotata recentemente di una legge (L. 16/2015) sulla gestione dei rifiuti e per l’economcia circolare all’avanguardia sia a livello nazione che europeo. La legge 16/2015 punta su obiettivi molto ambiziosi allo scopo di creare una nuova filiera del riuso e del riciclo, appoggiando il passaggio da un’economia lineare a una circolare. [Atto di indirizzo n.253 del 05.10.2015] La legge regionale 16/2015 pone come criterio principale di giudizio di efficienza nella gestione dei rifiuti la riduzione degli sprechi ed in particolare la minimizzazione dei rifiuti non inviati a riciclaggio, indicando quale obiettivo generale, il contenimento per il 2020 dei rifiuti non inviati a riciclaggio entro i 150 Kg procapite. Per il raggiungimento di tale obiettivo generale la legge regionale indica i seguenti obiettivi di pianificazione al 2020: a) la riduzione della produzione procapite dei rifiuti urbani dal 20 per cento al 25 per cento, rispetto alla produzione del 2011; b) la raccolta differenziata al 73 per cento; c) il 70 per cento di riciclaggio di materia. Legge Regionale 16/2015 prevede inoltre un fondo di incentivazione alla trasformazione del servizio e alla riduzione dei rifiuti con una linea specifica di finanziamento ai progetti comunali di riduzione della produzione di rifiuti.
La situazione rifiuti 2014 in Emilia-Romagna: dati a confronto
La legge regionale 16/2015 afferma che: La riduzione dei rifiuti non inviati a riciclaggio costituisce il criterio principale per la valutazione di efficienza nella gestione dei rifiuti. Su questo criterio è basato un meccanismo economico automatico di premiazione dei comuni. La legge fissa in 150 Kg per abitante residente il quantitativo massimo di rifiuti non inviati a riciclaggio entro il 2020. Questo è l’obiettivo principale cui tendere e su cui valutare i vari sistemi di raccolta vigenti. I dati regionali dimostrano che il sistema di raccolta diferenziata dei rifiuti urbani (siano essi rifiuti speciali che domestici) eseguita con modalità capillare presso le utenze (Porta a Porta) si avvicina all’obiettivo fissato dalla legge. La legge regionale 16/2015 stabilisce inoltre per il 2020 una riduzione di rifiuti tra il 20% e il 25% rispetto ad una produzione del 2011 di 673 kg procapite. La raccolta Porta a Porta è quella che produce i quantitativi minori di rifiuti (72,9% rispetto al 53,3% della raccolta con cassonetto stradale e al 60,6% del sistema misto). La raccolta capillare dei rifiuti urbani presso le utenze (sia domestiche che aziende con meno di 10 addetti), se adeguatamente efficentato ai fini della massima resa di riciclo, è il sistema più funzionale per raggiungere gli obiettivi della Legge regionale 16/2015. Anche in termini economici sia la raccolta capillare presso le utenze sia la gestione dello smaltimento dei rifiuti è più conveniente rispetto a gli altri sistemi vigenti.
Devono essere abbandonati i sistemi di raccolta e tariffazione puntuale che portano a peggiorare la qualità delle frazioni differenziate o mantenere elevati quantitativi complessivi di rifiuti prodotti. Vanno favoriti e finanziati quei sistemi di raccolta che riducono maggiormente i rifiuti non riciclati. Impegna la Giunta .. ad affrontare inoltre, complessivamente, nel prossimo PRGR, la valutazione del sistema dell’assimilazione a livello regionale. [Atto di indirizzo n.253 del 05.10.2015] Per raggiugere gli obiettivi della nuova legge 16/2015 è necessario saper leggere la realtà delle situazioni esistenti (dati e sistemi gestionali) e progettare il cambiamento e l’evoluzione verso metodi e pratiche di vera e propria economia circolare. Questo è il compito di Altrimenti Risorse Materiali®.
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La produzione dei rifiuti: un esempio quantitativo
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E’ sempre molto difficile rendersi conto di quanto siano ingombranti i rifiuti urbani che annualmente produciamo. Per questo ci affidiamo all’immagine (modificata per l’occasione) tratta da una notizia di cronaca del 2013: il transito davanti alla riva di San Marco a Venezia di una una della più grandi navi da crociera, la Carnival Sunshine (oltre 102mila tonnellate di stazza, lunga 272 metri e larga 35 e alta 62). Il confronto è disarmante e allarmante allo stesso tempo, ma reale. La sola provincia di Ravenna a tutto il 2014, con 393.154 abitanti residenti e 40.560 aziende con meno di 10 addetti nei vari settori di attività i cui Rifiuti Speciali sono assimilati, ha prodotto 299.709 tonnellate di Rifiuti Urbani. Di questi, 129.500 circa sono Rifiuti Indifferenziati a smaltimento e 170.250 circa di Rifiuti Differenziati.
La produzione dei rifiuti: un esempio qualitativo
10A
Alcuni studi condotti in regione hanno indicato che le famiglie producono direttamente circa il 50 - 60% dei rifiuti urbani mentre l’altro 40-50% viene prodotto dalle attività artigianali, dalle piccole medie industrie e dal commercio. (PRGR 2016 quadro conosctivo RU RS aggiornato 2013)
rappresentazione grafica composizione merceologica RU Rapportando i dati esposti sulla produzione dei rifiuti alla percentuale per le diverse utenze, si evidenzia che le aziende ravennati con meno di 10 addetti, i cui rifiuti speciali sono stati assimilati a quelli domestici, nel 2014 hanno prodotto procapite circa 1.600 Kg di rifiuti indifferenziati destinati allo smaltimento nell’inceneritore e in discarica e, poco più di 2.000 kg di rifiuti differenziati, di cui circa 410 Kg di carta, 240 kg di plastica, circa 36 kg di metalli e 218,27 kg di altri differenziati.
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percentuali di scarto delle frazioni merceologiche rispetto ai sistemi prevalenti di raccolta differenziata dei rifiuti urbani (domestici e speciali assimilati) 11
SOLO I CENTRI di RACCOLTA permettono un miglioramento delle performance gestionali e ambientali complessive: • consentono di conferire la più ampia varietà di raccolte differenziate di rifiuti avviabili a riciclaggio e/o corretto smaltimento (migliore efficacia); • aumentano al massimo la qualità del rifiuto raccolto (punto di controllo puntuale e presidiato) e quindi si migliorano le perfomance delle successive fasi di trattamento (migliore qualità); • permettono di ottimizzare tutte le movimentazioni per il trasferimento agli impianti di destinazione anche delle raccolte effettuate sul territorio specie se con piccoli mezzi (es. porta a porta) riducendone impatti e costi (migliore efficienza economica e ambientale).
Il flusso dei rifiuti in Europa
11A
In Europa 6 tonnellate annue pro-capite di materiali vergini e una significativa quantità di potenziali materie “prime seconde” quali metalli, legno, vetro, carta, plastica finiscono come rifiuti in discarica.
Solo il 40% dei materiali viene riutilizzato o riciclato.
Nel 2014, la Regione Emilia-Romagna, ha prodotto quasi 3 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. Di questi, il 58% è stato intercettato dal sistema della raccolta differenziata e il riciclo dei materiali recuperati è stato del 51%. I rifiuti indefferenziati sono poco più di 1,2 milioni di tonnellate e il 60% circa della loro composizione potrebbe essere recuperato per dar loro una seconda vita, contribuendo così alla transizione verso l’economia circolare. I rifiuti speciali, pericolsi e non, sono stati poco più di 8 milioni di tonnellate.
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Il labirinto normativo dei rifiuti
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Diritto ambientale? Fra tutti quello sui rifiuti? Un’acrobazia tra un labirinti di Leggi, Decreti, Regolamenti comunitari, nazionali e regionali stratificatisi nel tempo, sovrapposti, tra versioni modificate e integrate, sospese e in corso di definitiva approvazione. Una materia complessa che non facilita l’azione delle piccole e medie imprese che rappresentano quasi il 90% del sistema produttivo del nostro Bel Paese. Proprio in materia di rifiuti le piccole e medie imprese potrebbero avere un ruolo non secondario rispetto alle grandi multiutily ma sono ostacolate da troppi elementi sfavorevoli. Il Decreto Legislativo n. 22/97 (decreto Ronchi) ha disposto una privativa comunale per le attività di raccolta, trasporto e smaltimento dei Rsu, aprendo però alla libera concorrenza le altre attività di trattamento e recupero/riciclaggio degli stessi. Il successivo Decreto Legislativo n. 152/06 (cosiddetto Testo unico ambientale o TUA) ha mantenuto tale impostazione, tuttora vigente. La logica dell’esclusione dell’attività di trattamento e recupero dalla privativa comunale risiede nel fatto che è possibile attribuire un valore economico positivo al rifiuto, atteso che lo stesso può essere riutilizzato e/o riciclato all’interno di un processo produttivo. In tale contesto, nel quale l’attività di trattamento e recupero è pertanto liberalizzata e il mercato attribuisce un valore al rifiuto che diviene così un bene economico. In particolare, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) in recenti e ripetute osservazioni, proposte e chiarimenti, anche all’indirizzo della Regione Emilia-Romagna, ha ribadito che l’affidamento delle fasi di intercettazione e raccolta di materiali potenzialmente destinati al riciclo non possono essere riservate in via esclusiva ad un gestore unico monopolista in quanto distorsivo dei principi di concorrenza e di libera iniziativa imprenditoriale. Infatti, come evidenzia l’Agcm, sul mercato della raccolta differenziata i sistemi dipendenti dai Consorzi garantiscono l’avvio a riciclo solo di una parte (media totale 34,6% nel 2014) delle frazioni merceologiche intercettate mentre il contributo dell’avvio a riciclo indipendente le percentuali raggiungono e superano (media totale 65,9%) gli obiettivi nazionali previsti dalle normative vigenti.
Indagine conoscitiva sui rifiuti urbani - Agcm IC49
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L’assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani
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I rifiuti nascono assimilabili e non assimilati a quelli urbani. La quantità procapite di Rifiuti Solidi Urbani risulta essere composta per circa il 40/60% da “rifiuti assimilati” (ISPRA -Arpae Reg ER). Sono “rifiuti speciali” i rifiuti da attività agricole, agro-industriali, commerciali, di servizio, sanitarie, di demolizione e costruzione, di lavorazioni industriali e artigianali, i veicoli fuori uso e i macchinari deteriorati e obsoleti, mentre quelli urbani comprendono i “rifiuti domestici”, quelli provenienti dalla pulizia delle strade, dei parchi pubblici e delle spiagge (D.Lgs. 152/2006). Sono “rifiuti assimilati non pericolosi” quelli prodotti dalle imprese (con meno di 10 addetti) o da enti, ovvero provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso diverso da quello di civile abitazione e similari come previsto nel punto b), comma 1 dell’art. 7 del D. Lgs. 22/1997. L’ampia discrezionzionalità con cui i Comuni applicano il criterio di assimilazione dei “Rifiuti Speciali” agli Urbani, con lo scopo di allargare la platea dei soggetti cui applicare la tariffa sui rifiuti, riduce la qualità dei materiali assimilati, disattende il principio di Responsabilità Estesa del Produttore (e del distributore) e determina dei blocchi allo svilupppo della libera inziativa economica. L’assimilazione generalizzata limita lo sviluppo di iniziative volte al maggior recupero selettivo e mirato di materiali a maggior valore aggiunto rintracciabili sia dagli scarti di produzione sia da rifiuti speciali non pericolosi generati nell’ambito dalle attività produttive. Una recente sentenza della Corte di cassazione (n. 9858/16i) ha confermato un principio fondamentale per l’economia delle piccole e medie imprese: i locali delle aziende (anche con meno di 10 addetti) destinati alla produzione in cui si derminano rifiuti speciali non possono essere assoggettati alla tassa sui rifiuti urbani. La tassa sui rifiuti urbani quindi può non essere applicata sui rifiuti speciali generati nelle aree dedicate alle attività produttive delle aziende nella misura in cui le stesse dimostrino che sostengono da sé i costi di raccolta e di smaltimento con l’affidamento di questi servizi ad aziende autorizzate specializzate. • Come funziona l’assimilazione dei rifiuti speciali: criteri e tecniche, Claudio Carbone, Quotidiano Enti Locali & Pa (2 Feb 2015) • L’assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani. i presupposti di assoggettabilita’ dei rifiuti alle imposte comunali, Valentina Cattani, Diritto all’Ambiente • L’assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti solidi urbani, ambiente.it • Assimilabilità dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, Danile Carissimi, Eco anno 5 numero 21, ambiente legale.it • Definizione e Classificazione dei Rifiuti, gestione-rifiuti.it • Rapporto Rifiuti Speciali Edizione 2015, ISPRA • I rifiuti speciali in Emilia-Romagna, ARPA ER
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L’economia circolare 14 L’economia circolare come strumento per la riduzione dei rifiuti e una migliore qualità delle frazioni di materiali da inviare al riciclaggio L’economia circolare fa in modo che i rifiuti di qualcuno diventino le risorse di qualcun altro L’economia circolare è quello spazio in cui tutti i materiali non rinnovabili circolano all’interno di circuiti chiusi. I rifiuti derivanti dal consumo vengono raccolti in modo efficiente, riciclati e utilizzati per realizzare nuovi prodotti. [24.3.2015 - Parlamento Europeo 2014 - 2019 Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare].
Obiettivi da perseguire nel breve periodo con una attenzione maggiore posta al concetto di rifiuto come risorsa. Nella logica dell’economia circolare, il cerchio si chiude con la trasformazione dei rifiuti in risorse. È un modello in cui non dovrebbero esistere rifiuti da smaltire ma solo risorse da riutilizzare [Doc. XXIV, N. 51 Legislatura 17ª - 13ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 167 del 30/07/2015].
L’economia circolare a differenza di quella orizzontale prende gli estremi di questa linea e li unisce fino a chiudere il cerchio attraverso l’adozione di nuove soluzioni innovative, creative, ma soprattutto efficienti, come la valorizzazione degli scarti di produzione. La circolarità si contrappone al modello prevalente di economia lineare che ha caratterizzato gli ultimi secoli della nostra storia industriale. Modello che ha utilizzato e sfruttato le risorse in ingresso nel ciclo produttivo per farle diventare un bene di consumo fine a se stesso e che a fine vita viene smaltito in discarica o incenerito come rifiuto.
OFFERTA degli ATTORI ECONOMICI: • approvvigionamento sostenibile • responsabilità estesa dei produttori e dei distributori • progettazione ecocompatibile • ecologia industriale • economia della funzionalità
Questo modello ha portato all’esaurimento delle stesse “risorsematerie prime” quando invece si può e si deve far ricorso al recupero delle stesse come “materie-prime-seconde” quali risorse appunto rinnovabili e riutilizzabili in un ciclo continuo di produzione/ consumo.
COMPORTAMENTO dei CONSUMATORI: • consumo responsabile • allungamento della durata d’uso dei beni e dei materiali GESTIONE degli SPRECHI, degli SCARTI
Lo sviluppo di nuove forme e modelli imprenditoriali e occupazionali e dei RIFIUTI: nell’ottica della economia circolare fonda la propria ragion d’essere • riduzione • recupero • riuso • riciclo su piccole economie di scala territoriali. Piccole e medie imprese locali che possono essere il volano per una concreta ripresa produttiva. Il percorso da attuare per attivare mezzi e strumenti di economia circolare deve necessariamente seguire il ciclo “recupero, riuso, riciclo”. Il primo step da cui partire è necessariamente quello di adottare azioni puntuali ed efficaci di recupero di materiali il più possibili “vergini” in origine. NB: Tra le norme generali contenute nella nuova legge (Ddl Green economy - Collegato Ambientale) “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali“ (Legge n. 221 del 28/12/2015 G. U. n. 13 del 18/01/2016) sono previste: misure per favorire l’economia circolare; recupero e riciclo dei rifiuti, che possono essere trasformati in risorse da impiegare di nuovo nel ciclo produttivo; misure per ridurre i rifiuti e offrire agevolazioni sulle tasse per i comuni virtuosi.
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Le buone pratiche 15 Affinché le “buone pratiche”, gli obiettivi comunitari, nazionali e regionali, superino l’enunciazione e possano diffondersi e applicarsi a tutti gli ambiti socio-economici è necessario che il “buon esempio” parta innanzitutto dalla Pubblica Amministrazione (PA). Il Green Public Procurement (Gpp) o Acquisti sostenibili (Sustainable Public Purchasing - SPP) della Pubblica Amministrazione è il programma europeo recepito a più riprese nel corso dell’ultimo decennio anche dall’Italia che prevede di orientarne le scelte su beni, servizi e lavori che presentano i minori impatti ambientali (…) come strumento di contenimento della spesa pubblica (…) oltre a proporre un modello culturale di contenimento dei consumi e di “dematerializzazione (…) con l’obbligo del contenuto del 30% di materiali riciclati negli acquisti della pubblica amministrazione. [PAN_GPP.pdf ] Le Pubbliche Amministrazioni dovrebbero: • coprire il 40% dei consumi di carta riciclata (Dlgs. 22/1997) • coprire il fabbisogno di beni e manufatti con almeno il 30% di prodotti in materiale riciclato (artt. 195 e 196 del D.lgs. 152/2006, in riferimento al DM 203/2003 e all’art. 52, c. 56 lett. a) della L. 448/2001); • acquistare manufatti in plastica riciclata per una quota di almeno il 40% del fabbisogno totale di manfatti in plastica (l. n. 443/2001, art 1); [da Delibera Reg ER GPG/2014/110] Purtroppo il Gpp è un’opportunità facoltativa e, data anche una complessità applicativa, ancora oggi gli “acquisti verdi” nella PA sono appena l’1,3% rispetto agli obiettivi prefissati.
Cosa si può fare 15A E’ necessario che, “a monte”, ci sia la volontà politica degli enti pubblici a orientare e promuovere “buone pratiche” oltre ad una buona predisposizione del sistema produttivo verso modelli maggiormente sostenibili; “a valle”, la disponibilità dei cittadini ad adeguare i propri stili di vita a nuove modalità etiche di consumo. Cosa si può fare? Coinvolgere e responsabilizzare tutti gli attori socio-economici sia “a monte” e “a valle” che determinano il contesto in cui realizzare una gestione sostenibile e circolare dei rifiuti come risorse per facilitare, favorire, promuovere, incentivare e attivare (elenco non esaustivo ma comunque una traccia ricca di spunti e suggerimenti): • lo sviluppo di un mercato locale di beni e materiali a “fine vita” con la realizzazione di “centri del riuso”, “centri del riciclo”, “eco-centri urbani”, delle Officina Ricicleria® per creare una “filiera corta del riciclo” diffusa; • il recupero di materiali (plastica, carta, alluminio) dai rifiuti e dagli scarti di produzione da destinare al riciclo per le piccole e medie imprese anche attraverso la creazione di consorzi; • controlli sui materiali destinati al consumo per verificare la composizione degli imballaggi primari e secondari, verificare le caratteristiche del processo produttivo; • indagini merceologiche dei rifiuti urbani per quantificare le varie tipologie di materiali contenuti al fine di costruire una banca dati di offerta per il mercato del riciclo; • micro raccolte puntuali, libere dal regime di privativa, al fine di massimizzare il recupero di materie prime/seconde per la produzione di materiali/prodotti da reintrodurre sul mercato; • l’insediamento locale di attività che privilegino l’utilizzo di materiali riciclati; • realizzare dei “depositi temporanei al pretrattamento dei rifiuti” (LEGGE 6 agosto 2015, n. 125), autonomi e indipendenti dal regime di “privativa”, per le piccole e medie imprese per il conferimento di alcune tipologie e frazioni di materiali al fine di favorirne il riciclo; • la razionalizzazione dei flussi di materiale tra aree di raccolta consentendo la creazione di una “filiera corta del riciclo” diffusa. (eccetera ...) [Agenzia europea dell’ambiente; Perché i rifiuti urbani sono una risorsa (economica), Maria Ioannilli, Università di Roma Tor Vergata, 2013]
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Altrimenti: in sintesi e in conclusione ...
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In sintesi il progetto “Risorse Materiali” che Altrimenti srls si propone di attuare nei territori con lo scopo di perseguire la “strategia Rifiuti Zero” (riduzione, recupero, riuso, riprogettazione, riciclo, risparmio) è innanzitutto quello di intercettare in maniera selettiva i materiali, prima del loro ingresso all’interno del ciclo di gestione dei rifiuti e di incentivare la raccolta differenziata di “rifiuti speciali non pericolosi” prodotti da “utenze non domestiche”, mediante: • fare rete; il valore di una rete cresce in modo esponenziale se ci si riferisce a gruppi con interessi comuni, che condividono idee, obiettivi, modalità espressive e che abbiano un senso di appartenenza (Legge di Reed) • realizzare dei depositi temporanei al pre-trattamento tramite centri consortili (fra piccole e medie imprese e amministrazioni comunali) per il deposito temporaneo di materiali avviabili al riciclo; • realizzare una nuova logistica di conferimento dei rifiuti non pericolosi prodotti da utenze non domestiche presso piattaforme specializzate per le diverse tipologie di materiali; • realizzare micro-raccolte selettive di materiali a “maggior valore aggiunto”; • realizzare di aree di conferimento di prossimità; • realizzare di sistemi e metodologie di collocazione sul mercato dei materiali da riciclare attraverso la creazione di “borse dei materiali”; • incentivare la produzione innovativa di nuovi prodotti da materiali riciclati. • regolamentare l’assimilazione prevedendo che i materiali provenienti dai cicli di lavorazione non entrino nel ciclo della gestione integrata dei rifiuti potendo essere usati come materie prime seconde in altri cicli di lavorazioni; • progettare e gestire dei moduli organizzativi finalizzati all’intercettazione di materiali post-consumo, prima che vengano conferiti nel circuito dell’indifferenziato; monitore le quantità e i materiali raccolti.
In conclusione: diversamente dal comune “usa e getta”; in alternativa allo spreco di materiali e risorse; differentemente da altre modalità e metodologie di gestione; in modo diverso dal sistema prevalente di produzione-distribuzione; in altro modo per generare economia circolare, favorire l’innovazione e l’occupazione ...
... altrimenti, grazie comunque per l’attenzione http://altrimentirisorsemateriali.blogspot.it/