Welcome to Italy

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Portofino “Italy�

Raccolta di appunti, annotazioni ed immagini realizzate dai protagonisti del prologo in musica di un nuovo media. Portofino, 6 maggio 2001

Outdoor Media Company


Si ringraziano: Mariangela Bonatto (The Media Edge), Virginio Briatore (www.aedo-to.com), Gianni Burato (Studio Burato), Carmelo Carluzzo (Il Pitosforo), Ezio Maria Ciuti (CIA Medianetwork), Umberto Collesei (Università Ca’ Foscari), Mauro Conta (Carat Italia), Dado (Radio Capital), Ermes De Megni (Hotel Splendido), Arcangelo Di Nieri (Zenith Media), Ezio Dozio (CIA Medianetwork), Branko Drndalovskij (Brod Reklama D.O.O.), Adriana Esposito (Carat Italia), Giorgio Fiaschi (LOSTUDIO), Enrico Finzi (Astra-Demoskopea), Roberta Frigerio (Pubblico), Monica Gianotti (Advertiser), Felice Lioy (UPA), Katy Mandurino (24 ore Television), Antonio Margoni (Media Consultants) , Marino Massaro (Il Sole 24 Ore), Gianfranco Mazzi (Match Music Television), Francesco Mendini (Atelier Mendini), Pierpaolo Micheletti (Creative Media), Luigi Mozzi (Mediamarketing), Nick the Nightfly (Radio Capital) , Marco Pavanello (Blu), Antonio Pillon (San Pellegrino), Gianni Quarleri (Gruppo Pubblicità Italia). Piero Rica (Mediakey), Enrico Robbiati (Ediforum), Pietro Rognini (Muller), Isabella Rota (Optimum Media Direction), Domenica Scigliano (Strategia) , Laura Seveso (Media Italia), Riccardo Verbani (T&T Postering).


GUGLIELMO MARCONI DA BORDO DELL’ELETTRA “LA NAVE DEI MIRACOLI” ANCORATA NELLA BAIA DI PORTOFINO IL 26 MARZO 1930, TRASMISE PER MEZZO DELLE ONDE CORTE IL SEGNALE CHE ACCESE LE LUCI DELL’ESPOSIZIONE UNIVERSALE DI SIDNEY IN AUSTRALIA

Questa iscrizione, incisa su pietra, è murata sul belvedere di fronte al porticciolo di Portofino. Rivolgendomi a Nick mi è venuto istintivo dirgli “ma ti rendi conto che se Marconi avesse fallito, tu saresti senza lavoro?” È incredibile: la magia di certi luoghi sembra essere contagiosa e lascia spazio, nella fantasia di chi ci vuole credere, alla convinzione che le iniziative partite da lì possano avere più fortuna. È quello che abbiamo pensato con il mio amico musicista la sera prima del 6 maggio girando per il paese, con la troupe di Match Music, a caccia di immagini da catturare per il nostro spettacolo. Portofino ci è sembrato il luogo ideale per festeggiare la nascita di “Italy”, con uno spettacolo multimediale dove abbiamo provato, almeno nel linguaggio, ad avvicinarci agli altri media, quelli dai quali ci siamo sempre sentiti distanti, non tanto per i numeri quanto per le possibilità espressive. Adesso, con “Italy”, con le sue dimensioni e con la qualità di coloro che l’hanno voluta e che l’hanno costruita, ci siamo. Se lo sapremo fare sarà possibile avvicinare il mondo della comunicazione esterna a quella radiofonica, quella televisiva, al mondo della stampa e... perché no, a quello del cinema la cui storia è legata ai manifesti dalla sua nascita. E poi c’è il rapporto con la città, quello che ci impegna di più ma anche quello che ci dà più soddisfazioni. Mendini e Briatore a Portofino, quella sera, hanno saputo raccontare le buone intenzioni di “Italy” ed i propositi del gruppo nei confronti del design dei prodotti e dell’approccio etico ai servizi per la collettività all’interno della città.


La città, in fondo, è il palinsesto dell’affissione. I manifesti ed i loro supporti non capitano in città, non piovono dal cielo: ne fanno parte, la arredano o meglio la corredano, la caratterizzano ed in molti casi, la rendono funzionale. Ogni città ha un suo modo di vivere, di essere, di muoversi, di fermarsi e di accelerare. Questa è la logica di “Italy”, basata sul rispetto della caratterizzazione di ogni area urbana, del suo modo di vivere, della sua personalità. Per questo motivo, quando progettiamo un manufatto di arredo o un supporto pubblicitario, lo facciamo città per città e, per ognuna, forma e funzione cambiano intonandosi allo stile di una o dell’altra. Allo stesso modo abbiamo definito i prodotti “città per città”: uguali ed omogenei secondo le logiche di copertura e frequenza, diversi nei pesi e nella distribuzione conformemente alla “macchina urbana” ogni volta diversa. Per questo, un po’ per gioco, un po’ per sfida a Portofino, al Pitosforo, i nostri “esperti” avevano posti a sedere differenti. Ognuno di loro con grande senso dell’ironia ha accettato di “vestire” una seduta diversa (solo gli indisciplinati l’hanno cambiata a pochi minuti dalla fine). Il pulpito, il cuscino dietro la lavagna, il puf rosso vicino al tavolo rotondo e trasparente, la poltrona Proust, il cuscino sulle riviste, la cattedra ed il mio sgabello vicino alla libreria. La stessa postazione di Nick ed i tavolini degli ospiti rappresentano la materializzazione della personalità, del ruolo e dello stile di coloro che li occupavano, magari anche solo in quella notte. Già, perché di notte l’abbiamo fatta. Finzi ha detto «... per sadismo creativo...», ma naturalmente scherzava, anche lui sa che certe cose hanno bisogno di atmosfera e come gli altri ha parlato con un sottofondo musicale personalizzato con tanto di stacco ad hoc. Per ognuno ce n’era uno. Certo è stato diverso dal solito. Sentire la voce rauca di Fiaschi, quella baritonale di Margoni e quella flebile di Collesei intonarsi a tastiere, percussioni ed archi è stato curioso, nuovo e a detta di coloro che l’hanno provato, emozionante.


Una serata “strana”, ricca di segni, di significati e di linguaggi che si intersecavano. La postazione radiofonica di Nick, la sua voce della notte, le telecamere mobili di Match Music, le riprese fotografiche in bianco e nero, la scenografia coloratissima, la musica e Portofino ci hanno aiutato a raccontare e a raccontarci. Nelle pagine di questo piccolo libro ci sono i nostri appunti, le annotazioni e le immagini di quella serata: ci serviranno per riviverla e a ricordarci come ”Italy” è nata, in un golfo meraviglioso, vicino alle più belle barche del mondo, in compagnia di amici. Paolo Casti











Italy Outdoor – Il punto di vista del business marketing Siamo abituati a considerare la pubblicità esterna da pianificatori e da utenti e valutarne la combinazione con gli altri media. Inserire la pubblicità esterna in un piano, è spesso un gioco di pazienza e operazione complessa, alla ricerca della quadratura del budget, del target, e degli obiettivi. Alla discesa in campo di Italy Outdoor, evento di per sé rilevante, va colta l’occasione per parlare della pubblicità esterna come business marketing. Partendo da questa angolazione emergono una serie di evidenze e contraddizioni che possono rivoluzionarne la posizione strategica. Seguiamo lo schema tipico del b. to b. e al centro abbiamo protagonista il mercato con gli operatori, gli utenti e le regole che guidano il suo sviluppo. Secondo il modello classico del business marketing, la pubblicità esterna soddisfa il bisogno di comunicazione marketing e contribuisce al raggiungimento degli obiettivi della comunicazione. Dobbiamo, quindi, iniziare dalla conoscenza e interpretazione del mercato. Come soddisfano questo bisogno gli intermediari professionali e gli utenti pubblicitari? Dai dati forniti da Nielsen e da UPA risultano attive, nel 2000, quasi 15.000 aziende che investono al netto, nei media, tra i 14 e 16.000 mld di cui in Stampa e in Affissione, rispettivamente 5.880 mld e 1.330 mld. Analizziamo alcuni dati significativi: • circa 1.000-1.500 aziende inseriscono la pubblicità esterna nei loro media mix • 14.000 utenti pianificano la Stampa • quindi in 9 piani su 10 non viene inserita la pubblicità esterna. Quest’ultimo punto pone l’accento sull’impiego strategico della Stampa e tattico della Pubblicità Esterna. L’impiego tattico della Pubblicità Esterna rispetto a quello strategico, significa marginalità nelle decisioni, ritaglio di piccola parte del budget, scarso coinvolgimento di importanti funzioni aziendali come la distribuzione. Sostenere il posizionamento tattico della Pubblicità Esterna, è in parte spiegato dalla ulteriore elaborazione dei dati di mercato. La curva di concentrazione ci segnala che circa 200 aziende attive nella Pubblicità Esterna coprono l’80% e nel 20% abbiamo aziende con grandi budget e altrettanto importanti problemi distributivi sul territorio non risolvibili con gli altri media. Da un’altra angolazione potremmo dire che c’è un grosso potenziale per


la Pubblicità Esterna se soltanto un terzo dei grossi spenders investe in questo medium. La strategia del territorio e delle esigenze del marketing locale, tendono a dimostrare che anche con ponderate distributive vicino al 100% esistono così forti differenze tra zona e zona che, soltanto con una strategia di micromarketing e di media mix territoriale, si può ottimizzare l’investimento. Dall’analisi dei dati, per settore merceologico, il quadro tecnico non appare molto diverso da quello presentato. I dati europei della pubblicità esterna ci indicano una posizione migliore di quella italiana per un’attenzione culturale e professionale alla ricerca del media mix ottimale. Non ci sono dubbi che la Pubblicità Esterna sia un mezzo strategico e di rilievo crescente per il futuro. Che cosa ne frena il corretto inserimento nel media mix? Ricorriamo al modello di business marketing per scoprirlo. Due sono sicuramente i punti critici: • la definizione del target • l’informazione sulla audience e la qualità del prodotto. Il target: la lettura di molti piani marketing e di marketing communication non chiarisce spesso gli obiettivi di mercato e di comunicazione e come il target media debba convergere sul target reale (ponderata per prodotto). L’informazione sulla audience: molte ricerche soddisfano la base informativa necessaria per ottimizzare la posizione degli impianti sul territorio (copertura, frequenza, visibilità, traffico) ma occorre puntare ad un modello che comprenda anche i consumi (e la distribuzione) sul territorio. Recenti indagini dimostrano che il sell out di una microarea (piazza, area di attrazione, bacino di utenza) dipende per più del 50% dal potenziale di consumo. Un collegamento puntuale tra posizione degli impianti e il potenziale di consumo, su una sommatoria di microaree locali rende la Pubblicità Esterna come il mezzo più efficace rispetto a tutti gli altri. Ci sono già, quindi, informazioni sufficienti per le strategie di micromarketing e di qui passare a un vero target nazionale. Possiamo ancora ammettere che il business marketing della Pubblicità Esterna sia impossibile? Giorgio Fiaschi




Portofino (Umberto Collesei) In contesti caratterizzati da crescente concorrenza e dall’evoluzione dei mercati le strategie di marketing delle imprese più innovative vengono sempre più formulate per gruppi di clienti su base locale. Questo approccio è favorito: — Dalla concentrazione della distribuzione e dalla conseguente crescita delle grandi superfici; — Dall’esigenza di essere vicini al cliente nel momento della scelta tra la grande varietà di offerta di cui dispone; — Dalla possibilità di conoscere i suoi bisogni e desideri non solo di prodotti ma anche di immagine. Chi opera nella funzione di marketing e di comunicazione è quindi chiamato a sviluppare nuove competenze, passando progressivamente dalla capacità di gestire fenomeni di massa a quella di operare con un marketing diretto a gruppi ristretti di consumatori, scegliendo metodologie, tecniche e soluzioni operative molto flessibili. In questo ambito l’esterna appariva fino ad ieri un mezzo teoricamente efficace, ma con limitate potenzialità operative, data la frammentazione dell’offerta, la scarsa qualità dei supporti, il difficile controllo delle affissioni… Da oggi non è più così: la piattaforma allargata di Italy cambia totalmente la prospettiva. E’ possibile quindi elaborare nuovi strumenti di pianificazione, adottare nuovi criteri di scelta, in un certo senso riprogettare l’uso di un mezzo antico e che oggi diventa estremamente moderno, flessibile e adattabile al contesto locale. Italy ha prima di tutto costretto noi stessi a ripensare i nostri metodi di lavoro, a riformulare programmi, a mettere a punto nuove tecniche e nuove soluzioni.


E’ da questa esperienza che si è avvertita l’esigenza di trasferire tali conoscenze ai nostri interlocutori, ai clienti e agli utilizzatori del servizio per metterli in grado di adottare i nuovi linguaggi e di fare un uso mirato, efficiente e creativo dell’esterna. Un primo assaggio di tale programma di formazione è già stato realizzato con un incontro in casa Porche, effettuato il 19 aprile scorso a Milano, durante il quale si è dibattuto il tema della creatività nei manifesti. A breve ne seguiranno altri in sedi diverse. Spero in un’occasione di potervi ospitare a Venezia come pure di ritornare a Portofino alternando di volta in volta: — Incontri a contenuto informativo sull’uso e sulle potenzialità dell’esterna con analisi di casi concreti di successo; — Incontri dove si analizzano risultati di ricerche di mercato sulle affissioni e sul gradimento delle campagne; — Incontri a contenuto più tecnico con l’obiettivo di apprendere metodologie, tecniche e criteri di pianificazione efficaci nell’uso integrato dell’esterna. Anche come studioso, mi auguro che questi programmi che stiamo preparando con Italy servano a diffondere un vera cultura di micromarketing e, con il vostro aiuto, ad aumentare la professionalità di chi opera con questo fantastico mezzo che è il manifesto.


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L’estetica della città è fatta dall’urbanistica, dall’architettura, dalla natura, dal panorama, dal cielo, dalla stagione, dalle persone che la popolano…… Ma non solo. E’ fatta anche dalle automobili, dai fili elettrici appesi, da antenne e parabole, da pali e paletti, dai graffiti, dai cartelli della segnaletica stradale, dai cassonetti, dalle cartacce per terra…………. dall’arredo urbano: le edicole, i lampioni, i cestini, le fermate d’autobus……. dalla pubblicità…… Su quasi tutti questi elementi si può agire, in qualche modo anche sul cielo e la stagione. Su certi con più difficoltà. E’ chiaro che urbanistica ed architettura sono fondamentali nella definizione dell’immagine, ma hanno due difetti di nascita: uno è la lentezza esasperante, l’altro la dipendenza perversa da logiche economiche, politiche e mafiose. Si pensi solo al fenomeno dell’abusivismo.


Automobili, fili elettrici, antenne, segnaletica e affini dipendono dalla buona amministrazione: merce rara nel nostro paese. Arredo urbano e pubblicità – uniti in un fenomeno unitario - hanno invece la possibilità di far parte di un circolo virtuoso, perché la pubblicità per essere attrattiva deve essere essa stessa bella, ma necessita anche di un arredamento della città bello. “Arredamento della città” più che semplicemente arredo urbano, perché deve essere progettato e progettato per quella città. Ma anche “Scenografia della città”. Spesso la casualità dell’aggregazione degli edifici e degli oggetti urbani crea situazioni antiestetiche, squallide, irrisolte, non finite o abbandonate. Spesso solo la creazione di una quinta o la pitturazione di una testata cieca di un edificio determinano miglioramenti importanti. Ma oltre ad interventi di semplice mascheramento, è spesso possibile agire in positivo trasformando situazioni irrisolte in occasioni artistiche o di riscatto d’immagine.

Francesco Mendini


“Pensieri x Italy e Paraggi” Si può dire che tutto è predestinato, che tutto ha un’assetto estremamente sapiente e di questo ordine noi non vediamo che una minima parte. Si può anche dire che tutto è caos. Altri dicono che la città è un organismo, un corpo, uno scorrere di flussi, vasi sanguigni cuore lava fluida escrementizia intestini secrezioni vitali umori. Con i centri di comando, i cervelli amministrativi e poi il cuore pulsante, l’energia, e il cavo cablato, aorta, e le reti idriche i flussi le vie che non a caso sono dette arterie. Ma dove risiede l’anima? È eterea, un soffio, un sospiro... eppure ogni luogo ha un anima e benché il corpo sia simile, Zurigo non sarà mai Napoli, l’aria di Genova non è quella di Baltimora... Hermann Finsterlin, scienziato, grafico, architetto tedesco che negli anni Venti che disegnava architetture simili a quelle che Frank Ghery oggi realizza, dice che la massima conoscenza è la legge dell’accoppiamento e la relatività dei contrapposti: “Non esiste infinito senza finitezza. Luce eterna cessa di essere luce. Non c’è relatività senza assolutezza. Non c’è nulla senza tutto.”* Così non c’è, nella città moderna, down town senza up town, urbe senza suburbia, borsa o agenzie di comunicazione senza happy hours e after hours. E, sempre Finsterlin ci ricorda che la proporzione dei contrapposti è il segreto del mondo, dello stato dell’uomo... E laddove la contrapposizione non è armonica, nella sua crudezza, di notte e giorno sorge il guaio come, ad esempio, nel pubblico e privato...


questioni di interesse.... questioni politiche...... e poi questioni di egoismo di noi che pratichiamo la cura all’interno e l’incuria all’esterno. Bene... si può conciliare l’interesse privato dotando il pubblico di un manufatto-servizio... che deve essere percepito sia nel suo evidente stato di servizio-funzione ma soprattutto essere vissuto per la sua bellezza, come fenomeno etereo... che quindi deve essere legato all’anima del luogo... come il progetto di arredo urbano per Napoli pensato da Paolo Casti e dall’Atelier Mendini. Una doppia etica quella del valore materiale... e quella del valore immateriale xché.... come disse l’imperatore Adriano: “ Ciascuno la sua china; ciascuno il suo fine, la sua ambizione se si vuole, il gusto più segreto, l’ideale più aperto. Il mio er a racchiuso in questa parola: il bello, di così ardua definizione a onta di tutte le evidenze dei sensi e della vista. Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo. Volevo che le città fossero splendide, piene di luce, irrigate d’acque limpide, popolate di esseri umani il cui corpo non fosse deturpato né dal marchio della miseria o della schiavitù, né dal turgore d’una ricchezza volgare.....” ** Virginio Briatore

* Giacomo Ricci, Hermann Finsterlin, Dal “gioco di stile” all’architettura marsupiale, edizioni Dedalo, Bari, 1982. ** Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano, Einaudi, Torino, 1963







Portofino “Italy”


VIRGINIO BRIATORE

23.05



GIORGIO FIASCHI

23.15



FRANCESCO MENDINI

23.16



ENRICO FINZI

23.18



ANTONIO MARGONI

23.23



VIRGINIO BRIATORE

23.31



PAOLO CASTI

23.33



NICK E DADO

23.41



UMBERTO COLLESEI

23.42



GIORGIO FIASCHI

23.45



ANTONIO MARGONI

23.47



FRANCESCO MENDINI

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PAOLO CASTI

23.50



UMBERTO COLLESEI

23.51



VIRGINIO BRIATORE

23.52



FRANCESCO MENDINI

23.54



ANTONIO MARGONI

23.57



VIRGINIO BRIATORE

23.59



PIETRO ROGNINI

00.12



GIANNI BURATO

00.13



PIETRO ROGNINI

00.15



ANTONIO MARGONI E NICK THE NIGHTFLY

00.24



NICK THE NIGHTFLY E PAOLO CASTI

00.33



GIANNI CELENTANO, CARLO CELENTANO, RINO ALESSI, ALESSIO ALESSI, FRANCESCO CELENTANO, PAOLO CASTI

00.59



Paolo Casti. Paolo Casti. E’ laureato in Architettura presso l’Università di Venezia ed è iscritto all’Ordine degli Architetti di Verona. Nato a Verona il 333° giorno del 1958. Nel 1984 fonda la “Casti Associati”, Agenzia di pubblicità per la quale lavora fino al 1992. Negli stessi anni sviluppa la sua attività professionale progettando e realizzando boutiques, ristoranti, ville ed appartamenti privati spesso per gli stessi clienti dell’agenzia. Nel 1992 inizia il rapporto con il mondo dell’outdoor partecipando al Congresso Mondiale della Pubblicità Esterna a Vienna, sostenendo la necessità di un’ecologia e di un’etica progettuale anche per i manufatti pubblicitari. Dal 1992 entra in “Jolly” (facente parte del gruppo “Clear Channel Communication” leader mondiale dell’outdoor) come Direttore Commerciale occupandosi anche della progettazione, della ricerca e dello sviluppo di prodotti di arredo urbano con forti componenti di servizio alla collettività. Dal 1993 contribuisce al dibattito ed allo scambio di idee, promovendo e proponendo Tavole Rotonde, Dibattiti e Convegni in ambito accademico ed imprenditoriali: Local Leadership, Colonne della Città, Mappe Intelligenti, Città Pubblicità, Forme Pubblicitarie, Qualità Nascoste e Manifeste, Bellissima Cercasi, Manifesti - Storia e Storie di creatività. Sviluppa progetti editoriali, realizzando pubblicazioni per il mondo dell’”outdoor”. Negli ultimi anni ha progettato e brevettato, per conto della Jolly, una serie di impianti pubblicitari che si distinguono per la qualità del design e per le funzionalità innovative. Dal 2001 è Direttore Generale di ITALY, società leader in Italia nel mercato dell’outdoor, e continua la sua attività di Design Director per Jolly, progettando insieme a designer di fama internazionale I suoi progetti sono contenuti nei libri “Design for business” ed “Outdoor city art” presentati a Montreal ed Istanbul. Ha pubblicato “Stanze Segrete”, raccolta di espressioni sul modo di intendere l’arredo. Ha scritto un romanzo “Umori, colori, sapori ed amori”, che pubblicherà nel 2001.

Enrico Finzi. Milanese, 54 anni, sposato con due figli, laureato in filosofia, specializzato in psico-sociologia, è presidente di alcuni istituti di ricerca e consulenza Astra (scenari e consulenza strategica), di Demoskopea (ricerche sociali e di marketing), Alphabet (communication research) e Research On Line (indagini via Internet). E’ socio ed è stato vicepresidente vicario dell’AISM (Associazione Italiana per gli Studi di Marketing). E’ membro altresì dell’ESOMAR (l’organizzazione europea dei ricercatori e consulenti di marketing) e della TP (quale tecnico pubblicitario professionista). Ha avuto esperienze universitarie (alla ‘Statale’ di Milano), di direzione di istituti di ricerca (Fondazione Agnelli, Società di Studi Politici, Intermatrix), manageriali (direttore marketing periodici del gruppo Rizzoli-Corriere della Sera), giornalistiche. E’ autore di saggi e studi di sociologia e di marketing.

Giorgio Fiaschi. Nasce a Torino nel 1932. Si laurea in scienze economiche e commerciali e frequenta corsi postuniversitari presso IPSOA e Scuola Italiana di Pubblicità. Opera a livello dirigenziale presso Fiat e L’Oreal de Paris. Ricopre la carica di Direttore Generale nel Gruppo ODG/Linea SPN/Bimes, agenzie di pubblicità, con clienti quali Henkel, Durban’s, Nestlè, Shell-IP, Standa, Sangemini, Vick International, Chiari & Forti, Agip. Dirige dalla fondazione l’agenzia di pubblicità M & C, che in seguito diviene Dolci-MC, con clienti quali Salvarani, Telefunken, Saba, Nordmende, Standa, Palmolive, Suchard. Con l’ingresso, in seguito, della Young & Rubicam, è presidente della Impact & Dolci Biasi.(clienti FIAT, Thomson,Palmolive) Nell’ambito delle ricerche di marketing, è stato Direttore Generale dell’Audipress, nella formazione è docente alla SDA Bocconi/Gemini. Ha elaborato una sessatina di case histories in 20 settori merceologici. E’ stato Consigliere AssAP (Associazione agenzie di Pubblicità) ed attualmente è Consigliere ADICO (Associazione Direttori Commerciali & Marketing) Oggi è titolare de LOSTUDIO Giorgio Fiaschi e si occupa di marketing strategico, marketing communication e micromarketing. Tra gli altri clienti, è consulente della Saiag, marchi Cuki e Domopack, per il quale ha seguito fusioni, diversificazione e lancio di nuovi prodotti.

Antonio Margoni. Fondatore e amministratore di Media Consultants. Con la sua società si occupa da 25 anni si servizi professionali per il mecato della pubblicità, con particolare enfasi su prodotti e servizi informatici riguardanti tutti i mezzi pubblicitari italiani. Nello specifico campo della pubbicità esterna, oltre ad aver messo a punto uno strumento per la gestione delle campagne di affissione che oggi e' utilizzato praticamente da tutte le centrali media, da parechhi anni ha messo a punto GEOPLAN: uno strumento, basato sulla tecnologia dei Sistemi Informativi Geografici, che consente di "visualizzare" gli impianti di affissione disponibili sulle carte digitali delle città, rendendo possibile quindi la loro sceltasulla base di criteri oggettivi quli, per esempio, la prossimità a determinati "punti" all'interno delle città. Attualmente sta seguendo con attenzione gli sviluppi dell'indagine Audiposter nell'ottica di integrare tali nuove informazioni nei sistemi di pianificazione,non appena queste saranno rese disponibili.


Umberto Collesei. Laureato in Economia e Commercio è professore ordinario di Marketing del corso di laurea in Economia aziendale dell’Università Ca’ Foscari Venezia. Dalla sua fondazione (1989), direttore del corso Master in Comunicazione d’azienda attivato a Venezia dal Dipartimento di Economia e Direzione Aziendale dell’Università di Venezia e dal Comitato UPA Formazione. Attualmente ricopre l’incarico di Pro Rettore nella stessa Università. Dal 1992 è’ membro del Comitato di Redazione della Rivista Micro & Macro Marketing e dal 1994 del Comitato Scientifico del premio Philip Morris per il Marketing. Autore di numerose pubblicazioni in tema di Marketing, Comunicazione, distribuzione commerciale. Svolge attività di consulente di marketing e di direzione. Francesco Mendini. Architetto, è nato a Milano nel 1939. A metà degli anni 60 inizia l’attività alla Nizzoli associati con progetti di architettura: quartieri, i nuovi uffici e il centro sociale per l’Italsider a Taranto e successivamente altri complessi in Europa, Africa, Arabia. Nel 66 incomincia ad usare, tra i primi, i computer per la progettazione architettonica. Con Alessandro, il fratello maggiore, fonda negli anni 80 l’Atelier Mendini dove lavorano 25 designers, architetti e grafici. Lavori: - 150 negozi Swatch in Italia - 120 negozi Swatch nel mondo: New York, Tokio, Londra, Parigi, Barcellona, Madrid, Bruxelles, Amsterdam, Toronto, Sydney, Singapore, Berlino, …….. - il Museo di Groningen diventato una tra le maggiori attrazioni turistiche d’Olanda, - Museo dell’Occhiale, Museo del Casalingo, Museo di Storia Naturale, …… - I negozi Alessi nel mondo: Milano, Londra, Oslo, Helsinki, Istambul, Tokyo, …….. - La casa di Alberto Alessi - Teatri, piscine, alberghi, …Consulente di direzione. Virginio Briatore. 1955, Piemonte, è uno studioso dei linguaggi contemporanei e si occupa prevalentemente di Life design. Su questi temi ha pubblicato oltre 200 articoli, numerosi saggi e tre libri. Ha tenuto conferenze e prtecipato a seminari in Europa, Nordamerica e Asia. Ha studiato filosofia a Genova, dal 1976 al 1986 ha lavorato e vagabondato in Italia, Europa, Africa e Nordamerica. Nel 1986 si è fermato a Lecce dove è stato fra i fondatori dello Studio Atlantide e del mensile ForYou. Dal 1990 al 1995 ha lavorato come copywriter a Treviso. Dal 1995 vive a Ravenna, nella casa in cui visse Dante, con la moglie Rita e i figli Luigi, 1996, e Valentino, 1998. Per 5 anni nella redazione di MODO, dal 1996 è contributing editor di INTERNI dove ha ideato la rubrica Giovani Designer. Scrive inoltre per Graphis, la rivista internazionale di grafica edita a New York. E' consulente per il design presso Villa Tosca Design Management Centre, Milano, il centro ricerche europeo del Gruppo Matsushita, dove è anche editor della testata aedo-ba e del portale della creatività aedo-to.com. E' uno dei fondatori nonché Guest Professor alla Akademie für Design Bolzano. Consulente di direzione. Nick the Nightfly. Scozzese di Glasgow. E’ arrivato in Italia negli anni ’80. In Scozia era un musicista e componeva canzoni. Arriva in Italia portato dall’amore, ma la musica occupa sempre un posto fondamentale. Radio Monte Carlo gli propone di collaborare e nasce Nick the Nightfly, con MonteCarlo Nights inventa un nuovo modo di fare la radio la notte in Italia. Da tre anni è a Radio Capital dove conduce il suo programma Capital Nightfly. Presentatore televisivo e di eventi musicali. Scrive, compone e canta la sua musica. Grande conoscitore della musica internazionale. Produce compilation di successo The Nightfly Music for the night,Music for your life con musica mandata in onda nei suoi programmi. E’ sposato e ha due figli e due gatti scozzesi !!!!!. Francesco Mendini. Nasce nel 1956 a Verona dove vive e lavora. Artista eclettico con una disposizione naturale per il disegno che sviluppa con grande creatività utilizzando tutte le tecniche. Grande talento e una sensibilità non comune lo portano a creare illustrazioni raffinate per le maggiori testate come le celebri copertine per il “Venerdì” (La Repubblica), le collaborazioni con “Tango”, inserto de L’Unità e successivamente con “Cuore”. Collabora con i più noti disegnatori satirici e non, Staino, Manara e Giuliano, per citare i più conosciuti. E’ tra i fondatori, con Milo Manara, del giornale satirico “Verona Infedele”. Nel 1995 vince, nella sezione multimediale, il 1° Premio Internazionale di Satira Politica di Forte dei Marmi disegnando il CD interattivo “MegalomaNet”, riconosciuto anche dalla Apple Italia. E successivamente, nel 1998, giunge il riconoscimento, sempre al Premio Internazionale di Satira Politica di Forte dei Marmi, per le illustrazioni dedicate all’Euro. La satira non esaurisce la sua vena creativa. Corteggiato dalle più importanti Agenzie di Pubblicità crea splendide illustrazioni per la Ferrero, il Gruppo Volkswagen, Ferrari Spumanti, l’Aeroporto Catullo, Telecom e alcune fra le maggiori case vinicole italiane. Il suo segno è ormai inconfondibile: preciso, espressivo, ricco di particolari, suggestivo. Tutte le tecniche gli appartengono e sono esplorate con curiosità e desiderio di scoperta.


The End


Portofino “Italy� Progetto e coordinamento grafico Paolo Casti Elaborazioni grafiche e impaginazione Paolo Menon Luca Bozza Giuseppe Roberti Ilaria Bettini Ufficio stampa Monica Bisato Michela Barbetta Maria Teresa Ruzzi Composto con caratteri Andale Mono Arial Bodoni Book Courier Chicago Din Mittelschrift Helvetica New Baskerville Stampato su carta Fedrigoni Kilim 150 g Fedrigoni Splendorgel 160 g Carta di copertina Fedrigoni Constellation Snow Bufalo 110 g Fotolito e stampa Gruppo Immagine Verona Finito di stampare Verona, 13 giugno 2001


6 Maggio 2001


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