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SOURCES OF VISION
ILARIA FEOLI
Sources of Vision A cura di Diego Cicionesi
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Quale romanzo, opera letteraria, cinematografica o musicale hanno inciso profondamente sulla tua identità, pensiero e visione del mondo? Sicuramente Giacomo Leopardi è stato colui il quale ha avuto una forte impronta, forse indelebile nella mia ricerca artistica, e nella mia visione del mondo. Non c’è un’opera specifica a cui rifarmi, dall’Infinito al Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, sono tutti eterni; tutti speciali per il loro essere speciale. Come speciali sono le poesie di Emily Dickinson, Salvatore Quasimodo o Giuseppe Ungaretti. Insomma per me ogni poesia è come fosse una piccola parte di una pagina che ogni giorno tengo con me, in tasca, per leggerla appena sento un bisogno di conforto. Infondo la malinconia si cura con un’altra malinconia.
Quale specifico passaggio, testo o brano musicale ti hanno cambiato e ispirato?
Come ho detto prima non ho un testo che mi abbia cambiato radicalmente e immediatamente. Nell’atto del leggere probabilmente son cambiata e cresciuta un poco alla volta e ancora continuo a farlo ogni volta che i miei occhi seguono dei versi. Ma se proprio devo rispondere pensando alla mia ricerca artistica e a ciò che essa insieme a me, sta diventando e divenendo; allora mi vengono in mente le seguenti parole, che Leopardi riportò nello Zibaldone, immaginando il mondo come fosse un giardino pieno di fiori che nonostante i loro esser “bellezza” son caratterizzati dalla disarmonia: “ […] Là quella rosa è offesa dal sole, che gli ha dato la vita; si corruga, langue, appassisce. Là quel giglio è succhiato crudelmente da un’ape, nelle sue parti più sensibili […] ”
In che modo hanno inciso, da lì in poi, nel tuo lavoro di fotografo?
Quel giardino me lo porto in ogni cosa che faccio. In ogni fotografia, in ogni poesia, in ogni giorno che passa e lo vedo andar via. Quei fiori sono tutta la mia metafora di vita, d’ anima, di delicatezza.Una ricerca che si basa sulla descrizione poetica ed effimera delle cose; sulla fragilità dell’essere e ciò che sente l’animo umano vivendo le proprie emozioni. Perché come dico sempre le mie fotografie non devon esser lette come immagini, ma come poesie.




Biografia
Ilaria Feoli nasce ad Avellino nel 1995. Inizia il suo percorso artistico iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove approfondisce la sua ricerca nei percorsi didattici prima di Pittura e poi in Fotografia come Linguaggio d’Arte. Il suo lavoro incentrato sull’autoritratto, si basa sulla descrizione poetica ed effimera delle cose, sulla fragilità dell’essere e ciò che sente l’animo umano vivendo le proprie emozioni. Nel 2017 espone alcune delle sue opere al ristorante L’Etto a Napoli durante la fiera d’arte contemporanea Paratissima. Nel 2018 una sua fotografia viene selezionata per l’esposizione Woman- #spazioFotocopia presso Magazzini Fotografici di Napoli; partecipa ai Festival IJ STO CCA presso la Sala Consilina di Avellino e Balconica di Futari in provincia di Salerno. Nel 2019 consegue il 1° Premio al Premio Gianluigi Parpani “Il Mondo in Tasca” presso Lodi; partecipa alla 5ª della Biennale del Libro d’Artista presso Sala della Biblioteca del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore di Napoli, partecipa alla IV edizione di Photo Patagoni-Festival de Fotografía Analógica y Procesos Alternativos, espone alcune opere nella Biblioteca Anna Caputi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e riceve una menzione speciale ex aequo al concorso fotografico Confini esponendo le opere alla Fondazione Circolo Artistico Politecnico di Napoli; alcuni dei suoi scatti vengono pubblicati su: Apologie Magazine (Francia), Peculiars Magazine (Belgio), CLIC-HE’ Webmagazine di Fotografia e Realtà Visuale n°36, ClickMagazine n° 66 e ZEUSI – Linguaggi contemporanei di sempre n. 8/9.
