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PROGETTO
RHO
IL TEATRO SI APRE ALLA CITTÀ
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Verso la conclusione i lavori per il nuovo teatro di Rho, una struttura capace di ridisegnare il centro cittadino con spazi innovativi e multifunzionali
Il nuovo Teatro “Roberto de Silva”, progettato con dotazioni tecnologiche all’avanguardia, sorgerà nel centro cittadino di Rho
Sono alle battute conclusive i lavori per il nuovo Teatro “Roberto de Silva” commissionato a CMB da Bracco Real Estate, in collaborazione con l’amministrazione comunale di Rho (MI). Il progetto si inserisce in un’importante iniziativa di rigenerazione urbana che sta ridisegnando i tratti del centro cittadino lombardo con la sua facciata in vetro, segno di apertura e trasparenza, il teatro si affaccerà su una nuova piazza restituendo un’ideale connessione di spazi di cultura e bellezza accessibili a tutti i cittadini.
L’architettura del teatro prevede spazi innovativi che potranno accogliere varie attività, garantendo la massima flessibilità e la miglior risposta acustica in funzione dei diversi utilizzi: la nuova struttura è progettata con dotazioni tecnologiche all’avanguardia dal punto di vista ambientale ed energetico, ma anche scenotecnico. A fine lavori il teatro si presenterà come uno spazio multifunzionale gestibile in vari assetti e configurazioni a partire dalla morfologia della sala principale dotata di una capienza massima di 570 spettatori, ma modulabile in vari assetti e capienze in funzione dell’utilizzo, anche grazie a una seconda sala polifunzionale adiacente al foyer.
— LA STRUTTURA
Fino al livello di palcoscenico la struttura risulta ipogea, al fine di minimizzare l’impatto dei volumi in altezza rispetto al contesto edificato. La struttura portante principale, caratterizzata da tracciati interni curvilinei, è realizzata in conglomerato cementizio armato gettato in opera. La struttura del corpo a sbalzo posto a nord dell’edificio, quella di copertura della sala e la struttura del piano di graticcia sono realizzati invece con struttura portante in carpenteria metallica e solai in lamiera grecata con getto di calcestruzzo collaborante.
La copertura della sala è stata realizzata con strutture principali reticolari e secondarie in acciaio. Queste ultime, sagomando la forma compositiva della copertura stessa, si articolano tramite un reticolo di carpenterie di acciaio e pannelli metallici tipo deck atti a supportare i diversi pacchetti di finitura. La struttura della cavea di platea è realizzata mediante una soletta in cemento armato in opera inclinata, su cui sono state posate le gradonate composte da elementi in cemento armato prefabbricato. L’intercapedine tra la soletta e i gradoni funge da plenum per l’impianto di climatizzazione delle singole poltrone.
— I VOLUMI E L’INVOLUCRO
Il rivestimento esterno delle parti cieche è caratterizzato al piano terra da elementi in cemento prefabbricato avente superficie esterna con disegno a matrice a fughe verticali, il rivestimento esterno dal primo livello fino alla copertura è caratterizzato da una facciata ventilata a composizione tridimensionale realizzata con pannelli di lamiera di alluminio stirata. La colorazione è stata realizzata mediante ossidazione anodica dorata che, come da concept iniziale, vuole richiamare le tonalità e le riflessioni caratteristiche degli ottoni. Le facciate vetrate del foyer sono caratterizzate da geometrie complesse: quella sul lato nord è inclinata e ancorata ai pilastri in carpenteria di acciaio. L’ingresso principale sul lato nord è caratterizzato da un volume aggettante rispetto al piano della facciata. La copertura è caratterizzata da una geometria compositiva complessa ed evidenzia il volume più alto della zona della macchina scenica e della graticcia. La maggior parte del manto di copertura è costituito da un sistema a verde estensivo con inclinazioni multiple atte a creare sinuosi raccordi visuali. La parte sud del corpo di fabbrica è caratterizzato ai piani interrati dai locali tecnici per l’impianto di climatizzazione, gli impianti elettrici e gli spazi di servizio. Sempre sul fronte sud sono
concentrati al livello +1 i camerini per gli artisti, mentre nella parte nord dell’edificio a livello +2 si trovano i locali di regia, proiezioni e traduzioni a servizio della sala principale.
— IL CUORE
La sala principale è caratterizzata da un’elevata flessibilità di configurazioni che permette l’utilizzo polivalente quale teatro, auditorium per orchestra sinfonica, opera e balletto classico, teatro sperimentale, cinema e sala congressi. Le varie configurazioni sono definite mediante sistemi di fondali mobili ed elementi scenotecnici. I posti per il pubblico sono distribuiti nella platea principale, nelle barcacce laterali, nelle gallerie ai livelli +1 e +2 nonché nella platea retro-palco. La fossa orchestra è costituita da una piattaforma mobile motorizzata che può essere elevata a diverse quote e su cui possono essere poste due file di poltrone in assenza di orchestra. La saletta polivalente, confinante con il foyer, avrà una funzione di spazio espositivo per work-shop e occasionali proiezioni.
I rivestimenti di sala sono caratterizzati da diverse tipologie di elementi lignei aventi ognuno spessore, geometria e caratteristiche acustiche definite nel progetto specialistico. Tra questi sono presenti anche elementi orientabili con movimentazione meccanica motorizzata che modificano la risposta acustica della sala in funzione dei diversi utilizzi. Il sistema di controsoffitto è realizzato con elementi lignei con funzione acustica e ha caratteristiche statiche e dinamiche stabilite al fine di consentirne la calpestabilità in condizioni di sicurezza. Sopra il controsoffitto sono presenti le strutture della macchina scenica e le americane di sala. La pavimentazione dell’area palcoscenico è realizzata in legno massello di Pino dell’Oregon, essenza selezionata per l’ottima risposta acustica, e prevede 24 pedane a pantografo elevabili, incassate a pavimento, al fine di permettere un’ulteriore plasmabilità dei volumi di palco.
— I DETTAGLI
Il progetto e la realizzazione dell’opera hanno richiesto massimo impegno nella cura dei dettagli a livello acustico ed estetico: di ogni stratigrafia costruttiva si sono analizzate le caratteristiche di isolamento, assorbimento e impedenza acustica. Gran parte degli elementi d’opera sono stati realizzati su prototipo non rientrando negli standard di mercato e sono stati sottoposti a test preliminari al fine di definirne le reali caratteristiche acustiche ed ignifughe. Tutte le componenti scenotecniche e multimediali verranno gestite da un unico sistema di controllo implementato ad hoc per il Teatro. IN CANTIERE I rivestimenti di sala sono caratterizzati da diverse tipologie di elementi lignei
CARTA D’IDENTITÀ Il teatro in numeri
10,5 milioni
IMPORTO LAVORI
26
MESI DI COSTRUZIONE
LA STRUTTURA
4.000 m3
CALCESTRUZZO 1.500 m3
CALCESTRUZZO CON SISTEMA A VASCA BIANCA
450.000 kg
ACCIAIO D’ARMATURA
380.000 kg
CARPENTERIE METALLICHE
2.600 m2
RIVESTIMENTI IN LEGNO DI SALA
1.500 m2
FACCIATE TRIDIMENSIONALI IN VETRO E LAMIERA STIRATA
24 PEDANE ELEVABILI IN PALCOSCENICO 446 POLTRONCINE IN PLATEA
124
POLTRONCINE IN BALCONATA
Dialoghi
— a tu per tu con i soci
Conosciamoci meglio. Una breve intervista per scoprire il ruolo e la storia professionale dei colleghi.
A cura di Francesca Martinelli
Maura Massone dopo esperienze internazionali, oggi si occupa dei cantieri di Milano e dintorni.
ESSERE SOCIA
Sono socia dal 2018, da quando è stato possibile associarmi alla Cooperativa. È stata una scelta naturale: ero già parte di un gruppo, ma diventando socia questo legame si è rafforzato ancora di più. Quando si devono stringere i tempi, lavorare tanto e dare tutto di noi stessi ci si sente ancora di più inseriti in questa grande famiglia.
SOPRA Maura Massone in cantiere
Ciao Maura, qual è la tua formazione? Ci puoi raccontare come è nata la tua passione per le costruzioni?
Ho studiato architettura al Politecnico di Milano e, durante la laurea specialistica, mi sono recata in Olanda. Dopo una breve esperienza di lavoro ad Amsterdam, ho proseguito gli studi all’Università di Eindhoven. Quando mi son laureata ho ricevuto una proposta di lavoro da uno studio di architettura cinese di Shanghai: erano gli anni 2009 e 2010, in Italia si sentiva la crisi economica e così sono partita.
Nello studio cinese eravamo divisi in due gruppi di lavoro e ogni settimana presentavamo un progetto al responsabile dell’ufficio, che selezionava il lavoro da portare al cliente. La competizione era altissima e i ritmi di lavoro serrati. È stata davvero un’esperienza di vita. Sono tornata in Italia con il desiderio di ampliare le mie competenze tecniche e di misurarmi con il settore delle costruzioni: in quel momento ho intrapreso la strada che mi ha portata in CMB.
Qual è stato il primo progetto al quale ti sei dedicata appena entrata in CMB?
Sono entrata in CMB nel 2011 come addetto qualità nel cantiere Eni Green Data Center a Ferrera Erbognone, tra le risaie pavesi. È stata un’esperienza interessante per tanti versi: c’era un grande affiatamento con la squadra di colleghi in trasferta, oltre che il continuo confronto con le procedure aziendali di Saipem ed Eni. Si trattava di un cantiere molto complesso, ma anche molto formante per chi lavora ai Sistemi di gestione.
in cantiere? Rispecchiava quello che ti eri immaginata?
Nella breve esperienza in studi di architettura, mi sono occupata principalmente dell’elaborazione di progetti che sarebbero stati messi in gara: mi mancava la comprensione della parte successiva del lavoro e del costruito. CMB ha rappresentato l’occasione per vedere grandi progetti e per “sporcarmi un po’ le mani” in cantiere.
Come è evoluto il tuo ruolo all’interno della CMB? Quali sono state le principali esperienze fatte?
Dopo Eni, ho lavorato in contemporanea alla realizzazione delle infrastrutture di Cascina Merlata, di Feltrinelli Porta Volta e del Villaggio Expo: ho cominciato ad approcciare i temi ambientali e la certificazione LEED. Nel 2015 sono diventata responsabile qualità
Maura Massone ha studiato architettura al Politecnico di Milano e all’Università di Eindhoven. Dopo un'esperienza a Shanghai, nel 2011 è entrata in CMB. È la responsabile qualità in alcuni dei principali cantieri della Divisione dei Territori.
AZIENDA E QUALITÀ
Negli anni la percezione di chi si occupa di qualità sta cambiando: è sempre più stretto il legame con le altre funzioni aziendali. Oggi si deve pensare all’Ufficio qualità come un’unità che può contribuire a orientare scelte in merito a fornitori e a soluzioni tecnologiche più idonee. Esiste qualità in un progetto solo se tutti i componenti si rendono partecipi al processo.
A DESTRA Da sinistra Agostino Pinna, Marialuisa Cammarata, Luca Nicolini e Maura Massone
Le immagini riportate in questo articolo sono state scattate prima dell’emergenza Coronavirus
per la Divisione dei Territori e nel 2016 mi sono unita al gruppo di lavoro di CityLife. Nonostante mi sia inserita in corsa nel gruppo già formato, i cantieri CityLife sono diventati la summa di tutte le mie esperienze professionali precedenti: a qualità e ambiente ho affiancato la prevenzione incendi e ho cominciato a coordinare un gruppo di lavoro. Oggi seguo l’esecuzione di Torre Unipol, l’ampliamento dello stabilimento di STMicroelectronics e la costruzione degli edifici di Covivio e CAP.
Nella tua esperienza ti sei occupata di Sistemi di gestione e in particolare di qualità: come è cambiata la percezione della qualità nel tempo?
Negli anni la percezione di chi si occupa di qualità sta cambiando: è sempre più stretto il legame con le altre funzioni aziendali. Oggi non si deve pensare all’Ufficio qualità come un’unità che compila i piani dei controlli e prepara la documentazione per gli audit, ma che possa contribuire a orientare scelte in merito a fornitori e a soluzioni tecnologiche più idonee, che porti avanti il controllo tecnico dell’opera al fine di arrivare al collaudo in un clima positivo.
Qual è il legame fra qualità e progettazione? Puoi spiegarci cosa significa controllo tecnico sul progetto?
Esiste qualità in un progetto solo se tutti i componenti si rendono partecipi al processo. La Qualità, insieme alle altre funzioni di staff, deve essere vigile, occuparsi in maniera attiva di controllo tecnico in fase di realizzazione: questo consentirà di evitare problemi in fasi successive, come la consegna, il collaudo e le manutenzioni. Ad esempio, con ICMQ abbiamo seguito fin dalla realizzazione in stabilimento la produzione dei prefabbricati, che sono stati impiegati per la costruzione di STMicroelectronics. Verificare tutto il processo e non limitarsi alle “carte” ci ha permesso di prevenire alcune problematiche.
Mi rendo conto che questa attività sia onerosa. Bisogna fare in modo di valorizzarla, anche per prevenire contenziosi.
Sei socia di CMB? Cosa ti ha spinto a fare questa scelta?
Sono socia dal 2018, da quando è stato possibile associarmi alla Cooperativa. È stata una scelta naturale: ero già parte di un gruppo, ma diventando socia questo legame si è rafforzato ancora di più. Quando si devono stringere i tempi, lavorare tanto e dare tutto di noi stessi ci si sente ancora di più inseriti in questa grande famiglia.