Palazzo Furietti Carrara Presezzo

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PALAZZO FURIETTI CARRARA PRESEZZO RECUPERO E ADEGUAMENTO ALA NORD OVEST 2002-2009



PALAZZO FURIETTI CARRARA PRESEZZO RECUPERO E ADEGUAMENTO ALA NORD OVEST 2002-2009

Localizzazione Via Vittorio Veneto, 1295 24030 Presezzo (Bg) Cronologia Progetto Preliminare: 12. 2002 Progetto Definitivo: 01. 2006 Progetto Esecutivo: 12. 2006 Inizio Lavori 02. 2007 Fine Lavori 05. 2009

Committente COMUNE DI PRESEZZO Responsabile del procedimento ARCH. COSTANTINO BONOMI Progetto architettonico e coordinamento ARCH. GIANLUCA GELMINI Progetto strutture ING. IVAN LOCATELLI

Importo Lavori 1.000.000 Euro

Pogetto impianti termo-idrico-sanitari ING. ROBERTO ALESSIO

Dati dimensionali area disponibile 1030 mq superficie SLP 900 mq spazi esterni 780 mq volumetria complessiva 3500 mc

Progetto impianti elettrici e illuminotecnici ING. ALESSANDRO GELAIN ING. ALFREDO RAVASIO Coordinamento sicurezza GEOM. NICOLA BONCOMPAGNO

Opere Edili CARTAGO srl, Bergamo STE.MA. COSTRUZIONI srl Brembate Sopra (Bg) F.LLI FOGLIENI Srl, Bonate Sotto (Bg) Opere di restauro VILLA RESTAURI s.n.c., Bergamo Opere da Fabbro F.LLI CROTTI snc, Bonate Sopra (Bg) Impianti elettrici, illuminotecnici e speciali CIPIEMME s.r.l., Bovisio Mascago (MI) CEAM ascensori, Caldera di Reno (Bo) TROLL, Canovelles (Barcelona) ES Impianti termo-idrico-sanitari e meccanici COSBOTEK s.r.l., Desio (Mb) Finiture interne ed esterne Cartongessi GEI srl, Treviolo (Bg) Pavimentazioni GELPI Ambivere (Bg) Imbianchino BORONI Carvico (Bg) ARREDI 3N Giussano (Mb) PORFIDI DELL’ISOLA Bonate Sopra (Bg) F.LLI SALVI s.r.l., Valbrembo (Bg) CRICURSA, Granollers (Barcelona) ES



INDICE

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Premessa

NOTE SOTRICHE 12 Il palazzo tra tarritorio e architettura 14 Cronologia delle trasformazioni edilizie 20 22 24 26 28

STATO PREESISTENTE Consistenza delle parti Cortile Piano terra Piano primo Piano interrato

PROGETTO 32 Ambiti d’intervento 36 Restauro apparato decorativo interno: stato di conservazione e interventi previsti 38 Restauro apparato decorativo interno: inquadramento ciclo pittorico piano terreno 41 CANTIERE 59 OPERA ULTIMATA


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PREMESSA

Palazzo Furietti Carrara è un imponente complesso monumentale dalle antiche origini del quale il Comune di Presezzo possiede la parte meglio conservata e rappresentativa. Questo lavoro traduce in progetto di architettura un programma culturale ambizioso: far divenire Palazzo Furietti Carrara un “osservatorio” e un “laboratorio” di arte e cultura. Diversi sono gli aspetti che giocano a favore di un suo completo recupero come polo culturale privilegiato dell’Isola bergamasca: 1. La posizione baricentrica rispetto al potenziale bacino d’utenza, e un buon grado di collegamento alla mobilità interna ed esterna al comune. 2. La notorietà della sua storia e del suo valore artistico e architettonico, riconosciuto anche al di fuori del contesto locale per le testimonianze lasciate da pittori e architetti del calibro di Gianpaolo Cavagna, Vincenzo Bonomini o Nicolino Calepio. 3. I profondi rapporti intrattenuti con il territorio, come il legame con la centu-

riazione o il sistema delle ville, trovano continuità nella promozione d’iniziative dedicate alla costruzione storica del paesaggio e in particolare nelle attività culturali promosse dal Centro Studi Storici dell’Isola che ha sede nello stesso Palazzo. 4. Dimensioni e qualità degli ambienti interni, ancora in grado di restituire pienamente caratteri e singolarità della dimora nobiliare, consentono l’inserimento di funzioni collettive e di rappresentanza senza l’apporto di sostanziali modifiche all’impianto originario. 5. La predisposizione, già ampiamente verificata, a ospitare e promuovere eventi di natura artistica. Il Palazzo, che già da alcuni anni ospita il “Premio Agazzi”, una volta restaurato, potrà garantire un valido punto di appoggio per il decentramento territoriale di manifestazioni promosse in collaborazione con il sistema museale urbano. Il presente progetto definitivo approfondisce le soluzioni già proposte in fase di progetto preliminare, prevedendo una rilettura funzionale e architettonica della

fabbrica storica e individuando per i tre piani oggetto d’intervento, altrettanti comparti funzionionali. Piano terra: pazio di accoglienza e rappresentanza per le manifestazioni che avranno luogo nel palazzo. Le sale esistenti sono facilmente adattabili per conferenze e riunioni, mentre il cortile diverrà un grande atrio per eventi all’aperto. Piano interrato: spazio in parte destinato ai servizi. il recupero del vasto ambiente voltato ne permetterà l’uso per rinfreschi e banchetti, e la creazione sotto il cortile di una vasta sala espositiva, garantirà la possibilità di ospitare eventi d’arte contemporanea. Piano primo: luogo deputato per accogliere la sede stabile della Fondazione Agazzi (promotrice dell’omonimo Premio di pittura). L’insieme dei locali al piano primo (galleria e cinque sale) potrà garantire l’allestimento sia di una collezione permanente, sia di mostre d’arte temporanee legate alle iniziative della Fondazione.

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PALAZZO FURIETTI CARRARA RECUPERO E ADEGUAMENTO ALA NORD OVEST NOTE STORICHE


IL PALAZZO TRA TERRITORIO E ARCHITETTURA

Palazzo Furietti Carrara rappresenta una tra le più importanti testimonianze architettoniche e materiali che hanno contribuito, in maniera decisiva, alla costruzione storica del territorio nell’Isola bergamasca. Il processo di stratificazione materiale, succedutesi fino al secolo scorso, è testimone di una progressiva definizione funzionale dell’impianto, leggibile nella netta separazione tra parte rustica e parte nobile. Tale impianto si è mantenuto vivo nel tempo, nonostante le molteplici trasformazioni avvenute, sia all’interno dell’edificio, sia nell’urbanizzazione delle aree circostanti. Il complesso definiva, con l’estensione dei suoi terreni, buona parte dei margini occidentali del territorio di Presezzo, e aveva nel “Palazzo della Colombera” il suo nucleo edilizio principale. Quest’ultimo costruito in prossimità dell’incrocio tra l’antica strada che dal Porto d’Imbersago proseguiva verso Bergamo e una strada vicinale, detta “della Colombera”, diretta a Locate. Il prospetto principale del palazzo affaccia sull’attuale Via Veneto, ed è articolato secondo un impaginato architettonico

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frutto della riorganizzazione neoclassica operata da Nicolino Calepio alla fine del ‘700. Con questo progetto il Calepio si rende artefice di un importante rinnovamento della fabbrica, attraverso alcuni elementi e caratteri compositivi, come il salto di scala dimensionale (operato nel superamento della semplice reinterpretazione della palazzina rinascimentale) e l’introduzione di un asse di simmetria principale su cui è reimpostato l’impianto a corte aperta verso la campagna. Con Calepio si assiste, dunque, alla messa in atto di una serie di accorgimenti finalizzati al raggiungimento di una maggiore unità d’insieme di corpi e spazi sviluppatesi con tempi e modalità diverse. La dignità e il carattere di palazzo urbano è pienamente rappresentato, oltre che dall’impianto e dal nuovo fronte monumentale, anche dal sistema di sale passanti del primo piano riunite attorno alla galleria, o ancora dalla realizzazione del giardino con fontane e prospettive, dalla decorazione con stucchi e cineserie tipiche del gusto contemporaneo. La zona, rimasta campagna fino all’ultimo Dopoguerra, fu progressivamente saturata da un’edilizia residenziale di tipo diffuso che ne ha eroso gran parte dell’originario

sedime, rendendo oggi più difficile la lettura del rapporto, un tempo esistente, tra le varie parti dell’antica proprietà. Per comprendere complessità e consistenza di tale sedime basta ricordare che esso comprendeva tra l’altro: un broletto prativo con frutti cinto da muri e un brolo grande coltivo vitato con moroni cinto pure da muri, una casa d’abitazione dominicale e attigui corpi masserizi, stalle e granai, orto e Giardino. Attualmente gran parte del palazzo (l’ala est e metà dell’ala nord) è proprietà privata testimone, in passato, di pesanti opere di trasformazione delle strutture originarie che hanno portato alla perdita di unitarietà garantita dalla grande corte interna e dal fronte su strada.


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CRONOLOGIA DELLE TRASFORMAZIONI EDILIZIE

1559 Guarisco dei Sonzogni detto “Furietti”, facoltoso mercante originario della media valle Brembana rileva da Santo Muttoni di Santa Croce la proprietà di un fondo di circa quaranta pertiche di terreno su cui insisteva anche un complesso agricolo (sedumen). La proprietà aveva il toponimo prediale di “Calori” (ad Caluros, Calores, etc.), nome che ancora oggi è rimasto ad indicare i terreni confinanti con il territorio comunale di Bonate Sopra. Il toponimo Colombera, che identifica nella storia il complesso edificato di Palazzo Furietti Carrara, si ricollega a quelle strutture fortificate che proliferarono, soprattutto nelle pianure, fra il XIII e il XVI secolo, e che avevano nella torre il loro principale elemento caratterizzante. Si trattava dunque di un insediamento sicuramente preesistente e già da tempo consolidato e trasformato dall’epoca medievale. La torre della Colombera è da identificare con la struttura edilizia che ancora oggi insiste sull’angolo di Nord-Est, in diretto contatto con l’unico ingresso al recinto storicamente documentato e posta all’incrocio di assi viari riconducibili al sistema della centuriazione romana.

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1570-1580 costruzione del palazzetto con doppio loggiato nell’angolo di Nord-Ovest del recinto. Probabile progettista della costruzione della villa-palazzetto è Giovanni figlio di Pietro Ragnolo. L’edificio era costituito da un volume compatto articolato attorno ad un salone principale e dotato di quattro sale ad esso collegate, ed un doppio loggiato prospettante l’interno del cortile. 1580-1590 Decorazione delle sale e del porticato al piano terreno con affreschi del pittore Giovan Paolo Cavagna. 1653 Maria Furietti sposa Antonio Gualandris esponente di un’altra ricca famiglia originaria della media valle Brembana (Brembilla) presente nel territorio di Presezzo con proprietà e appezzamenti già dalla seconda metà del XIV secolo. Il matrimonio innescherà non poche questioni sulla leggitima proprietà del palazzo tra le due famiglie. Vertenza che si risolse solo nella prima metà del Settecento con il definitivo insediamento della famiglia Gualandris.

1737 Definitivo subentro della famiglia Gualandris nella proprietà del palazzo. I Gualandris non apportarono significative modifiche al palazzo costruito dai Furietti. A questa data risale un inventario che descrive le parti del palazzo che permette di verificarne la consistenza e l’articolazione. Comprendeva dieci stanze: sala, saletta e numerose camere da letto, esisteva ancora il loggiato sue due livelli. La caneva, la casa delle tine, il solaro, la stalla e lo stuino. 1754 Francesca Gualandris sposa Aurelio Carrara. Da questa unione scaturirà la radicale riconfigurazione del palazzo che si protrarrà fino ai primi decenni dell’Ottocento. 1788 Aurelio Carrara e Francesca Gualandris ereditano dal canonico Alessandro Gualandris la possessione della Colombera. 1790-1792 A questo periodo risale la completa trasformazione del palazzo su un progetto generale di riforma elaborato da Nicolino


dei Conti di Calepio e seguito nelle sue fasi operative da Giovanni Moroni Terzo detto Romano (Architetto e allo stesso tempo impresario). Il rinnovo del palazzo era mirato soprattutto alla riorganizzazione distributiva per “appartamenti” e alla disposizione dei locali di servizio secondo i criteri più aggiornati. Proprio in questo senso potrebbe esserci stata la consulenza del Calepio. Gli “appartamenti” erano generalmente composti da una camera da letto, da un’anticamera, da un gabinetto e dal guardaroba e la loro disposizione assicurava l’uso esclusivamente privato. Al piano nobile del palazzo furono ricavati tre appartamenti: uno per la madre Francesca e altri due per i figli Antonio e Camillo ricavati nella parte più antica del palazzo, collegati da una luminosa galleria ricavata dalla chiusura della loggia cinquecentesca. I primi interventi documentati riguardano la costruzione dell’oratorio in un ambiente a piano terra già esistente nella casa (1790) e la sistemazione del giardino ad ovest del palazzo con l’inserimento di una prospettiva. Allo stesso periodo è da ricondurre la riforma della facciata nord con un disegno

unitario che andava a ricucire la parte nobile con la parte rustica della Colombera in un unico disegno simmetrico. 1795 Costruzione del corpo della filanda. Al piano terra c’erano 33 telai. Al piano superiore gli alloggi per i lavoratori (24 posti letto).

1796 Decorazione della Sala Verde (sala del trionfo della pace), decorazione della Sala Rosa (sala dei miti classici). 1797 Riforma e abbellimento della corte interna al palazzo con inserimento di una fontana disegnata dallo stesso Bonomini.

1796 Costruzione della “Casa Nuova della Barchessa”. Si tratta di un corpo di fabbrica che prolunga verso sud il corpo del palazzo cinquecentesco. Al piano terreno comprendeva una cucina e la sala da bilirado. Al piano nobile si disponevano i locali dove abitava Francesca Gualandris.

1798 Decorazione della Sala Gialla (sala delle quattro stagioni) ad opera di Matteo Camuzio.

1795 – 1802 Realizzazione delle decorazioni neoclassiche a stucco e ad affresco. (1790) Decorazioni a stucco dell’Oratorio del Crocefisso (stuccatore Giorgio Solari, bottega dei Camuzio) I motivi decorativi dei quattro pennacchi sono tutti incentrati sul tema della passione di Cristo (cattura, prigionia, ultima cena e crocifissione, ed infine la deposizione. Al centro della volta la colomba simbolo dello spirito santo.

1801-1802 Decorazione pittorica del palazzo ad opera di Vincenzo Bonomini. Il lavoro riguardava sia il piano terreno, sia il piano nobile.

1800-1802 Comletamento del vano scala (gradini e parapetto) e della galleria

1844 – 1850 Aurelio Carrara, figlio di Camillo progetta e realizza il giardino pittoresco all’inglese nel brolo ad ovest del palazzo (di esso ci rimangono alcune fotografie e un disegno

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dell’impianto, del quale non sappiamo quanto in realtà sia stato realizzato). Il giardino comprendeva 125 piante provenienti dall’Imperial Regio Vivaio di Monza, tra cui 100 abeti bianchi, 4 pini strombi e 4 magnolie purpuree. C’era anche un padiglione alla cinese con copertura ad ombrello progettata dall’architetto Angelo Cattò. 1850 Cessazione dell’attività della filanda 1914 Notifica di vincolo da parte della Soprintendenza ai Monumenti di Milano 1922 divisione dell’itero complesso tra i fratelli Giuseppe e Alberto Carrara. I mappali 106/1 e 106/2 corrispondenti di fatto alla parte nobile dell’edificio andarono a Giuseppe, mentre il mappale 106/3 corrispondente al lato rustico del complesso fu intestato a Alberto che lo girò a Giosuè figlio di Giuseppe e ai fratelli Dentella. 1925 Ulteriori frazionamenti della parte rustica

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del palazzo nei mappali 106/3 e 106/4 tra i due rami delle famiglie Carrara e Dentella. Questo fenomeno di progressiva parcellizzazione proprietaria della parte rustica del palazzo della Colombera determina trasformazioni edilizie funzionali all’adeguamento dell’edificio in complesso di più unità abitative, con introduzione di nuovi divisori interni e l’apertura di nuove bucature sui fronti. Oltre all’adeguamento dei vani esistenti sul lato nord si procedeva alla sostituzione del lato est con la costruzione di un corpo decisamente più elevato. 1937 Acquisto da parte del Comune di Presezzo della parte nobile del palazzo in proprietà a Giuseppe Carrara e accordo tra i Carrara e l’Amministrazione Comunale per lo strappo degli affreschi di Giovan Paolo Cavagna. Incarico all’ingegner Leone Vassalli per la redazione di un progetto di sistemazione dei locali al piano terreno del Palazzo da adibire a sede comunale e alle sedi del Partito Nazionale Fascista, dell’Associazione Nazionale Combattenti, del Fascio Femminile, e a Colonia dei Bagni di Sole con Ambulatorio Medico collegati

al giardino dell’antico palazzo. Al piano primo erano previsti due alloggi di cui uno per il custode. Il progetto fu realizzato solo in parte. 1939 – 1942 Operazioni di strappo degli affreschi nelle sale nobili del piano terreno del palazzo. E le decorazioni più significative del piano primo (le pitture neoclassiche di Vincenzo Bonomini). Gli strappi furono realizzati dal restauratore Franco Steffanoni. Degli affreschi originali rimane oggi una traccia solo ella campagna fotografica realizzata all’atto dello strappo, depositata presso la Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo (BCB, fondo “Bergamo Illustrata”, fald. 23, tavv. 42-64). 1972 In seguito alla cessione del terreno su cui insisteva il parco venne costruito un complesso residenziale che ha definitivamente cancellato il rapporto tra palazzo e spazi aperti. 1975 Dopo essere stato per anni a sede municipale e abitazione privata il palazzo viene abbandonato.


1989 Il Consiglio Comunale approvava il progetto di recupero e riuso dell’edificio per l’edilizia residenziale pubblica. 1993 Parere favorevole della Soprintendenza al progetto di ristrutturazione e restauro.

graffito databili tra XVII e XVIII secolo. Eliminazione del corpo aggiunto di fronte alla filanda. Creazione di nuove unità abitative. Da questa prima opera di recupero e ristrutturazione rimangono esclusi i locali più importanti per qualità architettonica e decorativa.

1996 La Giunta Comunale approva il progetto definitivo ed esecutivo dei lavori. 1997-1999 Lavori di recupero e restauro del palazzo promossa dall’Amministrazione Comunale. Tali lavori riguardarono in particolare: Verifica statica degli elementi portanti Nuove reti impiantistiche Rifacimento dell’orditura e del manto di copertura del tetto Eliminazione degli elementi di superfetazione introdotti nel corso del XX secolo (divisori, scale, ribassamenti delle volte del piano terreno). Restauro degli affreschi nelle volte del portico a piano terreno e campagna di saggi nei locali un tempo affrescati. Rifacimento degli intonaci esterni con consegunte perdita di lacerti d’intonaco a

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PALAZZO FURIETTI CARRARA RECUPERO E ADEGUAMENTO ALA NORD OVEST STATO PREESISTENTE


CONSISTENZA DELLE PARTI

Piano interrato Il piano interrato, usato in passato come cantina e deposito, è stato trasfomato e ampliato dal progetto. Esso rappresenta l’unico livello del palazzo usato esclusivamente per funzioni pubbliche. I locali preesistenti occupano solo in parte il sedime del soprastante fabbricato (a testimonianza di precedenti assetti). Allo scalone preesistente, usato anche dalle abitazioni, il progetto affianca una nuova scala che collega i tre livelli pubblici. piano era posto su due livelli sfalsati tra loro di circa 50 cm e corrispondenti a due differenti ambienti: il più grande, posto alla quota più bassa, rappresentato da un unico locale inutilizzato, il secondo molto più piccolo, contiguo con la scala anch’esso vuoto. Piano terra A questo livello sussisteva un uso promiscuo degli elementi di distribuzione con la conseguente sovrapposizione tra funzioni pubbliche e private. Il piano terra dava accesso all’edificio dall’esterno in tre punti principali : da Nord lungo via Veneto al civ. 157 direttamente all’interno del corpo porticato (ingresso attualmente inutiliz-

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zato per l’incompatibilità con l’intensità del traffico e la mancanza di un idoneo marciapiede); da ovest lungo la strada di servizio direttamente all’interno del vano scala A; da sud risalendo il lotto lungo il nuovo percorso che porta all’imbocco del corpo porticato. La destinazione funzionale del piano e di tipo mista (pubblica e residenziale). Anche in questo caso l’elemento di separazione tra pubblico e privato è costituito dal vano scala A: a nord di questo si sviluppa la parte pubblica composta da cinque locali organizzati attorno al corpo porticato; a sud della scala la residenza si articola in due parti distinte, due unità ricavate all’interno del corpo nobile e più a sud altre quattro unità ricavate nei due piani del corpo della filanda con vano scala indipendente. Piano primo uso promiscuo degli elementi distributivi e conseguente sovrapposizione tra funzioni pubbliche e residenziali. L’elemento di separazione tra pubblico e privato coincide ancora con l’elemento di distribuzione verticale costituito dal vano scala esistente. La parte pubblica, si sviluppa a nord della scala e comprende cinque locali organizzati attorno ad una galleria. La

parte residenziale, posta a sud della scala, si compone di due unità abitative, distribuite al piano da un piccolo disimpegno che infine si ricollega alla stessa galleria. Piano secondo_ Livello non oggetto d’intervento. attualmente destinato a residenza. Comprende quattro appartamenti raggiungibili dall’unica scala esistente, non essendoci altri accessi dall’esterno. La distribuzione al piano è regolata sia dal pianerottolo della scala, che disimpegna un primo appartamento (unità 5), sia da un breve corridoio, sovrapposto alla galleria del piano nobile, accessibile dallo stesso pianerottolo, che porta alle restanti tre unità abitative (unità 6, 7, 8). Al fine di compiere una valutazione precisa sulle potenzialità insite nella fabbrica esistente e sul grado d’intervento da adottare per il riutilizzo dei locali dell’ala nord ovest di Palazzo Furietti Carrara, di seguito sono illustrate in modo sintetico le caratteristiche tecniche, materiali e impiantistiche di ogni singolo vano interessato dal progetto e i corrispondenti livelli di degrado e finitura.


TRASFORMAZIONI EDILIZIE STORICHE

opere edilizie - fase 1 opere edilizie - fase 2 TRASFORMAZIONI EDILIZIE STORICHE

ribassamenti opere edilizie - fase 1

PAVIMENTAZIONI ESISTENTI rifacimento operepavimenti edilizie - fase 2

cotto

ribassamenti rifacimento pavimenti

pietra lacuna graniglia cemento tappeto erboso

PIANO INTERRATO

PIANO TERRA

PIANO PRIMO

PIANO INTERRATO

PIANO TERRA

PIANO INTERRATO

PIANO TERRA

PAVIMENTAZIONI ESISTENTI

cotto pietra lacuna graniglia cemento tappeto erboso

PIANO INTERRATO

PIANO TERRA

PIANO PRIMO

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CORTILE STATO PREESISTENTE

Il piano terreno oltre ai cinque locali interni, dispone di un porticato (202) e di un cortile a giardino (208) che costituiscono più del 50% della superficie utile per il progetto. caratteristiche materiali: il porticato (202), presenta un pavimento in lastre di arenaria, una copertura a volta affrescata, una parete aperta verso la corte con un’infilata di arcate su colonne in pietra. Il porticato svolge un ruolo distributivo e di collegamento tra tutti gli spazi del piano terreno. Il cortile (208) presenta per tutta la sua estensione un manto

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erboso praticabile, esso è diviso con un cancello dalla restante parte di verde di pertinenza della parte pubblica. Sul piano verde insistono alcuni elementi tecnici e impiantistici (fossa biologica, tombinature, vano contatori, etc.). degrado: Per quanto riguarda il porticato, il restauro del 1995 ha risolto le problematiche più evidenti. Lo stato di conservazione è buono, tuttavia sussistono problematiche legate ai punti di contatto tra cortile e pareti dell’edificio. In particolare lungo il lato nord, dove si riscontrano fenomeni di umidità per risalita capillare.


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PIANO TERRA STATO PREESISTENTE

Sono cinque i vani localizzati al piano terreno per una superficie di 167 mq. Si articolano in due blocchi uniti dal porticato. caratteristiche materiali_ I pavimenti dei locali 203, 204, 205 e 207 sono in mattonelle quadrate di cotto disposte in diagonale conclusi da una cornice con le stesse mattonelle disposte a correre. Il pavimento della sala 206 è invece costituito da piastrelle di graniglia. Pareti e volte sono tutte intonacate e presentano segni evidenti di un ciclo di affreschi che coinvolgeva per intero tutti gli ambienti del piano terra. Di tali affreschi,

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strappati agli inizi degli anni quaranta, è attualmente in corso una campagna di restauro. I serramenti, di recente realizzazione, sono in legno veniciato. Gli impianti sono del tutto assenti. degrado_ Presenza d’umidità diffusa sulle pareti dei locali del lato nord fino ad un’altezza di circa 2 metri da terra, dovuta a infiltrazioni per risalita capillare dal terreno, con conseguente degrado degli intonaci per distacco o caduta dal supporto murario sottostante. Pavimentazione sconnessa e in alcuni punti mancante.


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PIANO PRIMO STATO PREESISTENTE

Raggiungibili dall’unica scala esistente i sei ambienti del piano primo sono attualmente senza destinazione e in parte allo stato rustico. I cinque locali (303, 304, 305, 306, 307) sono organizzati sul medesimo schema tipologico del piano terreno: due blocchi riunitida una galleria che funge da spazio distributivo e di collegamento. unica differenza rilevante la differente quota di calpestio del vano 303, dovuta all’ingombro della volta inferiore. La superficie complessiva è di 262 mq. caratteristiche materiali_ I pavimenti dei

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locali 303, 304, 305, 306, 307, sono in mattonelle di graniglia mentre la galleria 302 non ha pavimento e presenta un piano al rustico in cemento. Pareti e coperture sono in parte semplicemente intonacate e in parte decorate da stucchi. Lungo le pareti della galleria sussistono tracce di un apparato pittorico. degrado_ Discontinuità della pavimentazione (in buona parte mancante o sconnessa). Pessime condizioni delle controsoffittature, in particolare della galleria 302 e della sala 304. Presenza di un quadro fessurativo critico da monitorare.


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PIANO INTERRATO STATO PREESISTENTE

Il piano interrato, raggiungibile dall’unica scala esistente, si compone di tre vani: la cantina (102) che con i suoi 68 mq costituisce il locale principale di questo livello, e due piccoli depositi (103, 104). caratteristiche materiali_ La scala è costituita da gradini in massello di pietra. La pavimentazione dei tre locali è in mattonelle di cotto disposte a spina di pesce, concluse sul perimetro da una cornice sempre in cotto con mattonelle disposte a correre. Pareti e volte in muratura intonacata con malta di calce. Il locale principale della

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cantina (102) e un dei due depositi (103) presentano prese d’aria e luce ricavate. degrado_ Presenza d’umidità diffusa lungo volte e pareti, dovuta a infiltrazioni per risalita capillare dal terreno e/o per percolazione dal piano soprastante, con conseguente degrado degli intonaci per distacco o caduta dal supporto murario sottostante. Pavimentazione sconnessa e in alcuni punti mancante. Pessime condizioni dei serramenti esistenti e mancanza di opportune chiusure in corrispondenza delle bocche di lupo.


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PALAZZO FURIETTI CARRARA RECUPERO E ADEGUAMENTO ALA NORD OVEST PROGETTO


AMBITI D’INTERVENTO

La parte di palazzo interessata dal progetto di recupero e restauro è l’ala di nord-ovest ed è costituita da un insieme di locali distribuiti su tre livelli: piano interrato (mq 84), piano terreno (mq408) e piano primo (mq 262) per una superficie complessiva di mq 754. Il progetto è iniziato nel 2002 con la fase preliminare e giunto all’esecutivo nel dicembre 2006, mentre i lavori sono stati ultimati nel maggio 2009. La proprietà dei locali è del Comune di Presezzo, tranne per il locale a piano terreno dell’ex oratorio del SS. Redentore, la cui proprietà è tutt’ora parrocchiale. Attualmente, tutti i locali sono sgomberi e in disuso. Le loro caratteristiche non contrastano con il progetto di riuso previsto. Il tipo d’intervento previsto coinvolge sia aspetti legati al campo del restauro e della conservazione, sia altri legati alla realizzazione di nuovi elementi necessari per il riutilizzo della fabbrica storica. L’ala Nord/Ovest di Palazzo Furietti Carrara conserva gli ambienti più rappresentativi, per qualità architettonica e pittorica, dell’antica dimora nobiliare.

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Solo marginalmente questi locali sono stati coinvolti nella ristrutturazione, avvenuta tra il 1997 e il 1998, mirata al riutilizzo della parte di proprietà comunale nell’ambito di un programma di Edilizia Residenziale Pubblica. Nell’ambito del progetto preliminare si erano individuati sei punti su cui lavorare nell’approfondimento del progetto. In relazione alle disponibilità dell’Amministrazione e alla necessità di concretizzare in tempi brevi l’uso del Palazzo per eventi culturali, il presente progetto definitivo affronta e approfondisce i primi quattro obbiettivi dei sei individuati nell’ambito del progetto preliminare. Si tratta di quattro ambiti di intervento che rispondono a criteri di ordine conservativo, distributivo-funzionale, impiantistico ed architettonico: 1. La messa in sicurezza del fabbricato mediante le più urgenti opere di risanamento conservativo e consolidamento statico di volte e murature interessate da fenomeni di umidità e da eventuali patologie strutturali evidenziate dall’attuale quadro fessurativo.

2. L’accessibilità i percorsi e le funzioni, ovvero la riorganizzazione dell’assetto distributivo/funzionale del palazzo al fine di garantire la compresenza e la contemporaneità, nello stesso edificio, di residenza e attività collettive. 3. L’adeguamento impiantistico (riscaldamento, elettricità, climatizzazione) che, compatibilmente ai relativi gradi d’invasività all’interno di un palinsesto materiale così riccamente stratificato, dovrà raggiungere un sufficiente e opportuno livello prestazionale. 4. La riqualificazione architettonica di tutto ciò che non rientra strettamente negli interventi di restauro conservativo, come la pavimentazione del cortile, o i nuovi elementi introdotti per la funzionalità stessa dell’edificio (rampe, scale, servizi, ascensore, etc.).


Aspetto rilevante del progetto è rappresentato dalla realizzazione di elementi in aggiunta alla fabbrica storica che hanno consentito di aggiungere all’edificio in centro culturale e museale in parallelo alla funzione residenziale che già svolge. In questo senso risulta imprescindibile la riflessione sul rapporto tra “vecchio e nuovo”. Il progetto ha assunto come base di partenza la natura e il carattere proprio dell’edificio storico senza per questo proporre elementi in mimetismo con le forme e i materiali già esistenti. Il concetto che sta alla base del ridisegno delle parti esterne e del nuovo corpo scala propone una sorta di richiamo al rapporto un tempo esistente tra palazzo e giardino. Rapporto oggi totalmente annullato a causa delle radicali trasformazioni che hanno progressivamente menomato il complesso monumentale. La linea curva, la sinuosità dei percorsi, i pergolati, i padiglioni coperti da strutture in ferro, le sedute opportunamente ricavate in punti strategici e le visuali che consentivano allo sguardo la rivelazione di un preciso disegno paesaggistico, rappresentano i principali elementi che hanno guidato il progetto. Nei percorsi e nelle strutture in elevato si è privilegiata la dialettica tra

curva e spezzata. La scala in acciaio e vetro, si innalza trasparente dal cortile pavimentato. Lungo il percorso di accesso da sud una panca accompagna lo sguardo verso la facciata del palazzo. Al di sotto del cortile un’ampia sala ipogea amplia gli spazi esistenti disposti su tre livelli espositivi.

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RESTAURO APPARATO DECORATIVO INTERNO STATO DI CONSERVAZIONE E INTERVENTI PREVISTI

APPARATO DECORATIVO PIANO INTERRATO: ESTENSIONE APPARATO DECORATIVO: mq 215 101.

Corpo scala esistente

102.

"Caneva" (mq 215) pareti e volta mq 215

ambienti decorati già restaurati ambienti decorati da sottoporre a restauro ambienti non decorati copertura a volta affrescata copertura piana in gesso e cannicciato scialbata copertura piana in gesso e cannicciato con riquadrature a stucco pareti con affreschi a vista pareti a tinta piatta con riquadrature a stucco pareti scialbe PIANO INTERRATO

Aspetto determinante, che qualifica gli ambienti dell’ala Nord-Ovest di Palazzo Furietti Carrara, è la presenza di un ricco apparato decorativo interno alle sale del piano terreno e del piano nobile. Si tratta dei locali più rappresenttivi dell’intero complesso, distinti dal resto e, non casualmente, connotati da parti architettoniche (quali il porticato, le coperture a volta del piano terreno o la galleria del piano nobile) che ne definiscono compiutamente il carattere di dimora signorile di fine Cinquecento, successivmente aggiornata al gusto neoclassico. Esiste una sostanziale differenza, tipologico-formale e cronologica, tra le decorazioni del piano terreno e quelle del piano nobile. Al piano terreno gli affreschi presenti, su pareti e volte delle sale e del portico, sono stati attribuiti dal Tassi (1793) al pittore bergamasco Giovan Paolo Cavagna (1550 ca. - 1627), presente nel cantiere del palazzo tra il 1580 e il 1585, nell’ambito della prima opera di riassetto architettonico dell’intera parte dominicale, promossa dai Furietti. I temi affrescati dal Cavagna sono tra i

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più ricorrenti e cari alla cultura erudita di fine Cinquecento, come il rapporto tra natura e artificio (le quattro stagioni) o le allegorie delle virtù, cui sono dedicati gli affreschi del portico; e ancora le gesta e il mito degli eroi dell’antichità e del mondo classico raffigurati all’interno delle sale. Al piano nobile la situazione si riferisce ad una seconda campagna decorativa, avvenuta tra l’ultimo decennio del Settecento e i primi anni dell’Ottocento, anche in questo caso in occasione di una consistente trasformazione architetonica del palazzo promossa dai Carrara che, subentrati nella proprietà a fine Settecento, affidano a Nicolino Caleppio l’incarico di ridisegnare la fabbrica secondo un disegno simmetrico e riconoscibile nel monumentale impianto a corte aperto verso la campagna che conferisce all’insieme eterogeneo dei corpi la forma e la dimensione di un vero palazzo urbano. Tra gli artisti coinvolti in questa seconda fase decorativa si ricordano Paolo Vincenzo Bonomini (1756 - 1839) e la famiglia dei Camuzio. Al primo sono stati attribuiti affreschi e decorazioni per le pareti e la volta della

scala padronale, per la galleria “dipinta e ornata nelle pareti con infissi ad olio e colla”, ed infine per la decorazione della facciata con la realizzazione di tre finte finestre. Ai Camuzio sono attribuite le decorazioni a stucco di gusto neoclassico delle 102 stanze affacciate su via Veneto, oltre che dell’oratorio al piano terreno. Stato di conservazione e interventi 101 previsti I piani interessati dall’intervento di restauro sono il piano terra (con cinque ambienti, escluso il portico già restaurato, per un totale di 632 mq di superfici affrescate e/o decorate) e il piano primo (con altri cinque ambienti per un totale di 704 mq di superfici affrescate e/o decorate). Nel complesso lo stato di conservazione dell’apparato decorativo è caratterizzato da una serie di problematiche (umidità e fessurazioni) desunte sia dal luogo e dalle condizioni materiali e strutturali dell’edificio, sia da un insieme di azioni antropiche (scialbi, strappi degli affreschi e trasformazioni interne dei locali) che, avvenute nel corso del tempo, hanno portato ad un diffuso stato di degrado. I fenomeni di degrado sono particolar-


APPARATO DECORATIVO PIANO INTERRATO: ESTENSIONE APPARATO DECORATIVO: mq 215

PIANO PRIMO: ESTENSIONE APPARATO DECORATIVO mq 958

PIANO TERRA: ESTENSIONE APPARATO DECORATIVO mq 632 302.

Galleria (mq 255) pareti mq 196 volta mq 59

303.

Sala (mq 254) soffitto e pareti mq 254

304 .

Sala (mq 111) pareti mq 84 volta mq 27

101.

Corpo scala esistente

202.

102.

"Caneva" (mq 215) pareti e volta mq 215

porticato ambiente già restaurato

203.

Salone delle fatiche di Ercole (mq 209) pareti mq 128 volta mq 81

204.

Sala di Giuditta e Oloferne (mq 106) pareti mq 74 volta mq 32

205.

Sala di Susanna e i due seduttori (mq 106) pareti mq 74 volta mq 32

305.

Sala (decorazioni Camuzio, mq 112) pareti mq 84 volta mq 28

206.

Sala di Febo sul carro dorato (mq 115,5) pareti mq 78 volta mq 37,5

306.

Sala (decorazioni Camuzio, mq 117) pareti mq 88 volta mq 29

Oratorio del SS. Redentore (mq 96) pareti mq 88 volta mq 28

307.

Sala (decorazioni Camuzio, mq 109) pareti mq 76 volta mq 23

ambienti decorati già restaurati ambienti decorati da sottoporre a restauro ambienti non decorati copertura a volta affrescata

207.

copertura piana in gesso e cannicciato scialbata copertura piana in gesso e cannicciato con riquadrature a stucco pareti con affreschi a vista pareti a tinta piatta con riquadrature a stucco pareti scialbe PIANO INTERRATO

PIANO TERRA

204

304

206

205

PIANO PRIMO

306

305

307

207

202 102

203

303

302

101

mente evidenti sulla parte bassa delle pareti e nelle coperture dei locali al piano terreno. L’aspetto più rilevante in questo caso è infatti costituito dall’umidità di risalita dal terreno o per infiltrazioni provenienti dall’alto. Questo tipo di degrado provoca il distacco della superficie pittorica dall’intonaco con la cristallizzazione dei sali in superficie. In alcuni punti l’intonaco scoppia a causa delle subefflorescenze lasciando a vista la muratura sottostante a tratti già sfarinante. Prima di intervenire con l’opera di restauro si è proceduto alla risoluzione dell’umidità con vespai aerati e intercapedini esterne ai locali del piano terra e del piano interrato. Altro aspetto delicato è rappresentato dai fenomeni fessurativi che interessano le coperture a volta delle sale a piano terra, dove nonostante un quadro fessurativo apparentemente in equilibrio sarà opportuno quanto prima controllarne l’attività, oltre alla verifica di stabilità e portata dei carichi nei locali al piano superiore (non oggetto dei lavori eseguiti). L’opera di restauro compiuta tra 2008 e 2009 si è articolata in tre fasi operative:

Fase 1 - Analisi e messa in sicurezza degli elementi di degrado macroscopico In questa fase sono incluse, tutte le operazioni messe in atto per conoscere natura e consistenza della fabbrica e delle sue patologie tra cui il rilievo e la restituzione delle superfici decorate, la mappatura del degrado, l’analisi dei materiali e delle tecniche pittoriche, l’indagine stratigrafica su tinte piatte e stucchi bianchi. Fase 2 - Consolidamenti e puliture delle superfici decorate A questa fase sono riferibili tutti gli interventi mirati sia alla risoluzione puntuale dei guasti individuati sulle superfici, sia le operazioni implicite alle scelte progettuali, in relazione al trattamento delle parti coperte da tinte piatte che potrebbero nascondere affreschi o decorazioni. I principali interventi sono stati: il consolidamento e l’ancoraggio degli intonaci antichi con iniezione di malta a base di calce idraulica ed inerti selezionati. La pulitura meccanica della superficie da materiali incoerenti con uso di pennelli da spolvero e gomme, previo preconsolidamento delle parti in precarie condizioni statiche.

La rimozione dei sali mediante impacchi con polpa di cellulosa. Il discialbo completo delle superfici, mediante pulitura meccanica con bisturi, martelline, microscalpelli. La pulitura mediante impacchi di sostanze decalcificanti o resine a scambio ionico, con bisturi o ablatori ad ultrasuoni; Il fissaggio del colore che spolvera con resina metacrilca e latte di calce, stesi a pennello, interponendo carta di riso. La stuccatura di buchi e crepe con malta di calce ed inerti selezionati di granulometria simile all’originale effettuate a livello o sottolivello in relazione alle scelte concordate con la Soprintendenza. Fase 3 - Restauro pittorico e del modellato Nel restauro pittorico delle lacune si è proceduto con velature mediante colore ad acquarello e sucessiva protezione con resina metacrilica. Nelle lacune in tinte piatte si è operata una riequilibratura cromatica mediante colore ad acquarello e terre naturali. Tutte le operazioni di restauro e le scelte progettuali sono state preventivamente discusse e concordate in sede di sopralluogo del funzionario di Soprintendenza.

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RESTAURO APPARATO DECORATIVO INTERNO INQUADRAMENTO CICLO PITTORICO PIANO TERRENO

5. Porticato. Nelle vele sono raffigurate le Virtù, nelle lunette le allegorie delle Stagioni, di cui rimangono in buono stato l’Estate e l’Autunno e solo in parte la Primavera. 6. Salone delle “Fatiche di Ercole”. L’opera di discialbatura ha rimesso in luce la monumentalità del ciclo pittorico, ancora visibile nonostante gli strappi operati nel 1942 ca.. Nella volta, sette riquadri (sei perimetrali e uno che occupa il quadro centrale) sono dedicati ad Ercole e alle sue imprese: a. Ercole uccide il Gigante Anteo b. Ercole sostiene il globo c. Ercole fra i centauri d. Ercole in culla mentre strozza i serpenti e. Ercole uccide l’invulnerabile Leone della valle Medea f. Ercole uccide l’Idra di Lerna g. Ercole tra gli Dei dell’Olimpo Intercalate ai riquadri principali le nove figure di Muse ed Apollo. 7. Sala di Giuditta e Oloferne. 8. Sala di Susanna e i due vecchioni. 9. Sala di Febo sul carro dorato.

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PALAZZO FURIETTI CARRARA RECUPERO E ADEGUAMENTO ALA NORD OVEST CANTIERE


FASE 5 RESTAURO SALE AFFRESCATE PIANO TERRA

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FASE 5 RESTAURO SALE AFFRESCATE PIANO TERRA

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FASE 1 MESSA IN SICUREZZA DELL’EDIFICIO E CONSOLIDAMENTO CON MICROPALI

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NODO D

NODO A

NODO C

NODO B

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FASE 2 RISANAMENTO LOCALI PIANO TERRA E PIANO INTERRATO

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FASE 3 RECUPERO E AMPLIAMENTO PIANO INTERRATO

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FASE 4 REALIZZAZIONE NUOVA SCALA

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FASE 5 ADEGUAMENTO IMPIANTI

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FASE 6 RIASSETTO CORTILE E INGRESSI

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PALAZZO FURIETTI CARRARA RECUPERO E ADEGUAMENTO ALA NORD OVEST OPERA REALIZZATA


PIANO TERRA RESTAURO SALE AFFRESCATE

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PIANO TERRA RESTAURO SALE AFFRESCATE

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PIANO TERRA RESTAURO SALE AFFRESCATE

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RIASSETTO SISTEMA DISTRIBUTIVO NUOVA SCALA

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PIANO INTERRATO RECUPERO LOCALI PREESISTENTI

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PIANO INTERRATO NUOVI SPAZI ESPOSITIVI E DI SERVIZIO

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RIDISEGNO AREE ESTERNE E NUOVA ACCESSIBILITÀ

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NUOVA ACCESSIBILITÀ

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GIANLUCA GELMINI ARCHITETTO via case nuove, 10 24039 sotto il monte (bg) +39 035799983 +39 3486963425 info@gianlucagelmini.it www.gianlucagelmini.it


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