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Conclusioni
L’avvio nel 2018 di un Osservatorio permanente sulle priorità del sistema infrastrutturale regionale mostra come la fragilità del territorio, la mancanza di un’azione sistemica di protezione e monitoraggio dei manufatti e la mancanza di una progettualità di lungo periodo abbiano generato solo un corto circuito nel sistema della mobilità nazionale. Se lo scorso anno avevamo individuato 96 criticità oggi ne abbiamo rilevate 3 in più, per un totale di 99:
Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Imola Ferrara Forlì-Cesena Ravenna Rimini 4 10 2 18 15 10 19 7 6 8
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Ritenendo non più rinviabile tale azione politica di tutela di tutte le imprese che operano, investono e generano ricchezza per il nostro territorio, abbiamo voluto anche quest’anno mettere in evidenza quali sono state le infrastrutture avviate, i progetti resi cantierabili e le opere che sono ancora soggette a valutazioni di fattibilità e opportunità. Senza soffermarci su quelle più note ormai in attesa della posa della “rete di protezione” come la Campogalliano–Sassuolo, la Cispadana, il passante di Bologna, ci sono altre opere, come per esempio: il ponte di Colorno e il ponte Verdi sul Po, i ponti sul Reno e Volano in territorio di Ferrara che, nonostante i lavori sono ancora interdetti al traffico dei mezzi pesanti; il Polo del ferro di Piacenza che ha visto la firma dell’accordo di programma nelle scorse settimane; i ponti di Castelvetro Piacentino e Castel San Giovanni che sono ben lontani dalla definizione di un orizzonte temporale di fine lavori. Resta tuttavia critica la mobilità dei mezzi eccezionali in particolare nei percorsi che collegano il Porto di Ravenna con le aree di maggiore intensità produttiva, non solo regionale ma dell’intero territorio nazionale.