Le produzioni, l’ambiente, l’alimentazione
Coldiretti Cremona Informa, Anno V NewsLetter
Informazione on line Venerdì 17/09/2010 – Anno V, Numero 30 ♦
Suinicoltura. Lotta al falso made in Italy per ridare reddito alle imprese
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Latte. Coldiretti contro gli accordi al ribasso: “Penalizzano tutti”
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Km zero. L’azienda Rho di Capralba inaugura lo spaccio di vendita diretta
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Appuntamenti. E’ iniziata la “festa del Salame Cremona IGP”
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Campagna Amica. Calendario dei mercati degli agricoltori
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In agenda. Festa del Pensionato / Agricoltura e ambiente online e in tv
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Suinicoltura, lotta al falso made in Italy per ridare reddito alle imprese agricole Coldiretti Cremona: “L’origine in etichetta fondamentale per uscire dalla crisi” “Ottenere, subito, l’obbligo di indicazione dell’origine in etichetta per i prodotti della suinicoltura è il primo, fondamentale, passo per garantire un’equa remunerazione agli allevamenti italiani, ormai da troppo tempo alle prese con una crisi di reddito che mina la sopravvivenza stessa di tante imprese. Indicare l’origine in etichetta, dunque l’allevamento dove i suini sono stati allevati, permette di superare l’inganno che oggi vede spacciata per made in Italy una montagna di cosce di suini in arrivo dall’estero, a danno sia degli allevatori che dei cittadini-consumatori. L’origine in etichetta consentirà al cittadino di compiere una scelta informata e dunque autenticamente libera: dal canto nostro non abbiamo dubbi che le famiglie italiane sapranno scegliere la qualità e la sicurezza italiane, che nascono dai nostri allevamenti. E si porrà così fine alle astuzie di un’industria di trasformazione e di una grande distribuzione che traggono vantaggio dall’assenza di trasparenza, dalla contraffazione legale del made in Italy, continuando a pretendere di acquistare quella che chiamano la ‘materia prima’ a prezzi europei per poi rivedere il prodotto finito a prezzi italiani”. Con queste parole Simone Solfanelli, Direttore di Coldiretti Cremona, torna ad evidenziare il grande valore della battaglia della prima Organizzazione agricola del Paese tesa ad ottenere l’origine in etichetta per tutti i prodotti dell’agricoltura. Un provvedimento essenziale – ribadisce Coldiretti Cremona – per ridare reddito alle imprese agricole, a partire da quelle suinicole che, com’è noto, stanno attraversando una fase di grande difficoltà. “La suinicoltura italiana è provata da anni di prezzi bassi delle carni, da una concorrenza estera molto forte, concorrenza che noi consideriamo sleale, in quanto i suini esteri non sono marchiati e non devono rispettare le rigide regole imposte dai disciplinari dei consorzi di tutela in materia di alimentazione dei maiali. Eppure la carne di questi suini arriva in Italia e poi, in assenza dell’obbligo di indicazione dell’origine in etichetta, viene trasformata e venduta al
cittadino come made in Italy. E il cittadino acquista, e paga, quella che crede sia l’autentica qualità italiana” aggiunge il Direttore Solfanelli. “Alle cause della crisi della nostra suinicoltura si aggiunga pure la miopia degli altri attori della filiera – macellatori, stagionatori, grande distribuzione – che preoccupati di massimizzare il proprio profitto riducono progressivamente i margini degli allevatori. Si pensi che per un euro speso dalla massaia per carne o prosciutto solo 15 centesimi arrivano agli allevatori, mentre 85 vengono divisi tra gli altri attori della filiera”. Il comparto (una voce fondamentale dell’agricoltura cremonese: secondo i dati Istat, la consistenza del patrimonio suinicolo in provincia, al 1° giugno 2010, era pari a 1.053.701 unità, con 450 allevamenti) negli ultimi mesi sta vivendo una situazione di grande difficoltà. “I costi di produzione aumentano mentre i ricavi si riducono progressivamente – chiarisce Pietro Scolari, Responsabile dell’Ufficio Economico di Coldiretti Cremona –. Si pensi all’aumento dei costi di produzione legato all’alimentazione dei suini: basti dire che ai primi di settembre il prezzo dei cereali rilevati presso le principali borse merci nazionali (mais nazionale, orzo e frumento) ha registrato quotazioni di quasi il 50 per cento superiori rispetto a quelle rilevate nello stesso periodo dello scorso anno. Anche farina di soia e crusca registrano quotazioni in sensibile aumento rispetto allo scorso anno. Per contro, la carne di suino pagata agli allevatori registra quotazioni più basse rispetto all’anno scorso. Parliamo di una diminuzione di circa il 7 per cento. La quotazione della Camera di Commercio di Cremona ad inizio settembre 2009 prevedeva una remunerazione per la carne di suini di 160-180 kg pari a 1,4 euro/chilo, mentre sempre la CCIAA di Cremona, ad inizio settembre 2010, ha rilevato per la stessa categoria di suini una quotazione pari a 1,300 euro/kg”. “Certo sarebbe utile, per la suinicoltura italiana, il rafforzamento della commissione unica nazionale a scapito delle altre borse merci locali, affinché si possa formare settimanalmente un prezzo che rispecchi davvero la situazione di mercato” chiosa Scolari, aggiungendo che “tra le cause delle difficoltà del comparto vanno annoverati gli oneri burocratici in carico alle imprese agricole, in particolare quelle suinicole, con un conseguente aumento dei costi che vanno ad aggravare i già risicati bilanci delle stesse. Una situazione che sta mettendo a rischio la sopravvivenza di tante imprese”. Per Coldiretti Cremona la strada maestra per ridare reddito alle imprese agricole è quella che passa per l’introduzione dell’obbligo di origine in etichetta. Il tutto nel segno del progetto per una filiera tutta italiana: un progetto che si sta concretizzando in una serie di tappe, il cui fine ultimo è combattere il grande male della nostra agricoltura, che sta nella contraffazione illegale e legale del Made in Italy, che determina un doppio furto ai danni degli agricoltori italiani: il furto di identità (nel nostro Paese tre prodotti italiani su quattro di quelli venduti nella grande distribuzione non sono italiani, ma questo nessuno lo sa) e il furto di valore (per ogni euro speso dai consumatori in media solo 17 centesimi vanno agli agricoltori. Il resto si perde in lungaggini e inefficienze della filiera, con la distribuzione organizzata a farla da padrona). L’intento è portare sugli scaffali il cibo autenticamente italiano, pienamente riconoscibile, firmato (e garantito) dagli agricoltori. Garantito dagli agricoltori cremonesi è il “Salame Cremona IGP”, uno dei prodotti più noti ed apprezzati della nostra agricoltura, autentico made in Italy fin dalla sua origine, sul quale si accenderanno tutti i riflettori nel fine settimana. Ha preso il via da ieri, infatti, l’edizione 2010 della Festa del Salame Cremona IGP, manifestazione che – con la regia del Consorzio Salame Cremona – proseguirà fino a domenica. Genuinità, tipicità e gusto stanno invadendo le vie e le piazze del centro storico di Cremona, proponendo degustazioni, musica, mostre d'epoca, proiezioni, giochi, dibattiti e visite guidate.
Latte, Coldiretti contro gli accordi al ribasso “Gli accordi al ribasso svendono il latte italiano e sono il cavallo di Troia con il quale le industrie vogliono piegare gli allevatori e il nostro vero Made in Italy”: così la Coldiretti regionale boccia l’ultima intesa siglata nei giorni scorsi fra Galbani-Italatte (uno dei più grossi importatori di prodotti dall’estero), la Libera Associazione Agricoltori di Cremona e la Confagricoltura regionale per un prezzo al litro che chiuderà il 2010 in discesa a 36,5 centesimi e una media intorno ai 36,9 centesimi. Quell’accordo è una ferita per tutto il settore zootecnico lombardo – afferma Coldiretti – perché prevede condizioni economiche molto distanti dalla realtà del mercato, mentre le aziende agricole stanno sopportando costi di gestione sempre più pesanti. Inoltre – aggiunge la Coldiretti – non c’è neppure una clausola di salvaguardia sulla valorizzazione dei prodotti lattiero caseari italiani rispetto a quelli stranieri, di cui Galbani importa circa 8 milioni di quintali all’anno. “Noi continueremo a lottare per un prezzo equo che tenga conto del trend al rialzo di tutto il mercato perché, al contrario di altri, non vogliamo farci trattare da burattini nelle mani degli industriali ” commenta Nino Andena, Presidente di Coldiretti Lombardia. Intanto fra gli allevatori monta la rabbia. All’interno della stessa Confagricoltura faticano a nascondere l’irritazione per una firma voluta da alcuni esponenti di Cremona che l’hanno poi imposta ai loro referenti regionali, di fatto esautorandoli. “In un momento in cui tutte le quotazioni dei formaggi hanno preso il volo e i consumi sono in ripresa – conclude Andena – qualsiasi intesa svantaggiosa siglata anche solo da una minoranza del mondo agricolo rischia di danneggiare tutti. E questo non lo possiamo accettare”.
Gli allevatori: “Gli accordi al ribasso penalizzano tutti” Latte, cresce il malcontento tra gli allevatori contro tutti gli accordi al ribasso, mentre manca ancora un prezzo regionale di riferimento che tenga conto del trend positivo del mercato. “Quando il grana era a 5,30 euro al chilo siamo riusciti ad avere 31 centesimi al litro per il latte - dice Ettore Prandini, vicepresidente regionale di Coldiretti -. Questo vuol dire che oggi rispetto a un grana padano a 7,10 euro al chilo il latte vale 42,9 centesimi al litro. Ma c’è chi ha firmato accordi a 36,9 centesimi e non mi pare un gran bel risultato, considerato che tra Lombardia ed Emilia ci sono caseifici che stanno già pagando più di 38 centesimi al litro”. All’inizio dello scorso luglio Italatte aveva proposto a Coldiretti un prezzo pari a 37 centesimi al litro, ma l’offerta era sta rifiutata sia perché troppo lontana dai reali valori di mercato sia per restare coerenti con l’indicazione di non andare sotto i costi di produzione. “Gli obiettivi che ci siamo posti non sono certo disperati visto che sul mercato piemontese, dove le quotazioni del latte sono in genere inferiori di un centesimo a quelle lombarde, si sono raggiunti accordi sopra o pari a 37 centesimi” aggiunge Prandini. Dopo averci provato con Coldiretti, Italatte si è rivolta a un’associazione meno rappresentativa che ha firmato una proposta addirittura peggiorativa rispetto a luglio, scendendo a 36,9 centesimi al litro. “Noi siamo coerenti e non tradiamo gli impegni presi con gli allevatori – spiega Andena, Presidente di Coldiretti Lombardia – qualcun altro ha deciso di non comportarsi allo stesso modo e adesso rischia di spingere al ribasso le intese ancora da raggiungere con le aziende casearie del grana padano.” Una situazione confusa che danneggia l’intera filiera, tanto che la stessa Regione Lombardia, per bocca dell’assessore all’agricoltura De Capitani insieme agli assessori delle province lombarde, ha auspicato un’intesa sul prezzo del latte che tenga conto della “ripresa delle quotazioni e dei volumi dei prodotti trasformati, confermata anche da parte industriale”.
Capralba, domenica presso l’azienda Rho inaugurazione dello spaccio di vendita diretta “Carni e salumi garantiti dagli allevatori” Una nuova occasione di incontro diretto tra l’agricoltore e il cittadino-consumatore nasce a Capralba – nella piccola frazione di Farinate – grazie all’azienda agricola di Giampietro, Carlo e Stefano Rho che, domenica 19 settembre, inaugurerà ufficialmente lo spaccio di carni suine e bovine, ma anche di salumi e pollame. Allevatori di suini d’eccellenza in gran parte destinati alla produzione di prosciutto di Parma, gli imprenditori agricoli Rho hanno deciso di diversificare la propria azione, puntando anche sulla vendita diretta ai consumatori. Tanto più che, accanto all’allevamento suinicolo, la famiglia Rho possiede una piccola mandria di manze limousine, cui si è affiancato un allevamento familiare di pollame. “L’obiettivo è offrire ai clienti una buona varietà di carni, tutte rigorosamente provenienti da animali allevati presso la nostra azienda – spiega Stefano Rho, imprenditore agricolo ventottenne, a cui si deve l’avvio della nuova sfida –. Nasciamo come allevatori di suini, iscritti al consorzio prosciutto di Parma. Diversificare la produzione, puntando per una parte del nostro prodotto sulla vendita diretta, è secondo noi la strada giusta per ottenere un’integrazione del reddito, e così facendo assicurare un futuro più certo alla nostra azienda”. La vendita diretta ha preso il via già dal mese di giugno. Lo spaccio offre carni di tutti gli animali presenti in azienda, ma anche salumi, affettati, “la salciccia tipica, fatta con brodo di carne e formaggio”. Gli insaccati sono garantiti al naturale, prodotti senza conservanti né coloranti. Ci sono anche “piatti della casa”: spiedini, peperoni ripieni, involtini, cotolette, polpette e altro ancora. Domenica sarà giornata di inaugurazione: lo spaccio sarà aperto dalle ore 9 alle 13; intorno alle 10 inizieranno le degustazioni di porchetta, salamelle e altri prodotti. “Abbiamo alle spalle tre mesi di ‘prova generale’. Ed abbiamo avuto, da parte della gente, una risposta davvero positiva, oltre ogni previsione. Le persone acquistano presso il nostro spaccio perché sanno di trovare qualità, convenienza e genuinità. Puntiamo esclusivamente sui nostri prodotti, che garantiamo personalmente. La gente è contenta e torna ad acquistare” prosegue Stefano, che presso lo spaccio è affiancato dalla moglie Laura. Altro elemento di forza dell’impresa è il lavoro di Giorgio Lena, “macellaio da una vita… e da generazioni”, all’opera presso il laboratorio attiguo allo spaccio e alle celle di conservazione. Il tutto nel segno della tradizione, esperienza, e origine garantita. “La Coldiretti tiene a battesimo questa nuova avventura imprenditoriale con entusiasmo ed orgoglio – sottolinea Luigi Bonzanini, segretario della Zona di Crema –. La scelta compiuta dalla famiglia Rho si pone perfettamente nel segno del progetto di Coldiretti, che sta costruendo una filiera tutta agricola e tutta italiana. Presso il nuovo punto vendita della famiglia Rho sono garantite l’eccellenza, la sicurezza, la bontà dei prodotti della nostra agricoltura. Ed è ciò che i cittadini chiedono: l’autentica qualità made in Italy, quella che nasce fin dall’origine del prodotto, nei campi e nelle stalle degli agricoltori”. L’azienda è in via Carnita, a Farinate di Capralba. Lo spaccio è aperto dal martedì al sabato ore 8.30-12.30/16-19.30. Domenica ore 8-12. Info: tel. 348 6373672.
E’ “festa del salame Cremona IGP” Non solo torrone. Da ieri e fino a domenica Cremona sarà invasa da degustazioni, musica, mostre d'epoca, proiezioni, giochi, dibattiti e visite guidate dedicate a un prodotto che fa parte dell’aristocrazia degli insaccati italiani, il salame tipico Igp. Il “Salame Cremona” è frutto della lavorazione di carne suina selezionata ed aromatizzata al sale e aglio pestato, insaccata in budelli naturali. Il disciplinare prevede l’esclusivo impiego di carni ottenute da suini allevati in Italia, nelle zone di produzione delle materie prime del Prosciutto di Parma e del Prosciutto di San Daniele. Inoltre è possibile usare solo carni fresche. “Nel salame Cremona Igp è vietato l’uso di carni congelate o straniere, purtroppo però non avviene la stessa cosa per altri insaccati venduti con nomi italiani ma che arrivano dall’estero – spiega Eugenio Torchio, Direttore di Coldiretti Lombardia –. Quando a luglio abbiamo presidiato il valico del Brennero abbiamo scoperto migliaia di prosciutti olandesi e danesi diretti verso la Lombardia. Un’importazione che falsa la concorrenza e danneggia il vero Made in Italy, anche per la carne suina”. Un settore che sta pagando un caro prezzo alla crisi, infatti se per gli animali più pesanti ci si è attestati su 1,345 euro al chilo, i lattoni da 30 chili, quelli più diffusi hanno perso circa 20 euro a capo rispetto alla migliore del quotazione dell’aprile 2010, passando da circa 90 euro a sotto i 70 euro. In Lombardia ci sono circa 4 milioni e mezzo di maiali (quasi il 50 per cento di tutti quelli presenti in Italia) e il valore del comparto a livello regionale supera i 9 miliardi di euro fra produzione, macellazione, trasformazione e consumo al dettaglio. In Italia si cura in particolare il suino pesante, che arriva a 160 chili e che serve per produzioni di alta qualità come i prosciutti Dop. Dal prossimo 30 settembre Mantova, dove si alleva un milione e mezzo di maiali all’anno e se ne macellano oltre due milioni, sarà la sede della Commissione unica nazionale sulle quotazioni suini.
Il Punto Coldiretti, il giornale online E’ il giornale online per le imprese del sistema agroalimentare, creato dalla Coldiretti, che assicura un costante aggiornamento su economia e settori produttivi, fisco, ambiente, lavoro, credito, energia, previdenza, formazione, qualità, innovazione e ricerca, scadenze e prezzi, previsioni meteo. Per sfogliare Il Punto Coldiretti l’indirizzo è: www.ilpuntocoldiretti.it.
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Agricoltura e Ambiente sono in tv W l’Agricoltura, la trasmissione di agricoltura, ambiente, alimentazione proposta da Coldiretti Cremona, va in onda: * ogni giovedì, ore 20.15 circa, su TeleColor e PrimaRete * in replica la domenica, ore 12, su Telecolor.
L’ASSOCIAZIONE PROVINCIALE PENSIONATI COLDIRETTI CREMONA organizza la
FESTA PROVINCIALE DEL PENSIONATO S O N C I N O - mercoledì 13 OTTOBRE 2010 PROGRAMMA: ore 9,30 arrivo in Soncino (P.zza del Castello) con visita guidata al Castello, alla Casa degli Stampatori e alla città; ore 11,30 visita alla chiesa di Santa Maria delle Grazie; ore 12,00 S.Messa concelebrata da Don Emilio Garattini e Don Primo Pavesi; ore 13,00 pranzo presso il Ristorante “LA PREDERA”.
Mercato di Campagna Amica, il calendario Ricordiamo che in provincia di Cremona gli agricoltori di Coldiretti, con il Mercato di Campagna Amica, sono regolarmente presenti a: CREMONA. Al Foro Boario ogni venerdì, dalle ore 8 alle 13. CASALMAGGIORE. In Piazza Turati, il sabato mattina. VESCOVATO. Tutti i sabati, in piazza Roma. CASTELLEONE. La mattina del sabato in via Garibaldi. SORESINA. Il lunedì, ore 8-13, davanti al Palazzo Comunale. PANDINO. Il 1° e il 3° giovedì del mese, in piazza Vittorio Emanuele. BAGNOLO CREMASCO. La seconda domenica del mese, in piazza Aldo Moro. CREMA. In via Terni: domenica 19 settembre / 3 ottobre / 10 ottobre.
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