Imballaggi e impatto ambientale nel settore alimentare

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UNIONE EUROPEA REGIONE MARCHE PSR MARCHE 2007‐2013

IMBALLAGGI E IMPATTO AMBIENTALE NEL SETTORE ALIMENTARE

Il consumismo si può definire una delle malattie della società e dell’uomo contemporaneo. Si compra più di quanto serve, si acquistano oggetti non tanto per la loro necessità o per il piacere di adoperarli, il cosiddetto valore d’uso, quanto per quello che rappresentano, perché sono degli status symbol per il loro cosiddetto valore di scambio. Basta osservare quanti giocattoli possiede un bambino: la sua attenzione viene attratta per breve frazione di tempo dal giocattolo, perché il suo desiderio è già rivolto a qualche altra novità propagandata dall’industria tramite la pubblicità. Gli adulti non si discostano dal comportamento dei piccoli: il telefono cellulare viene sostituito non quando si rompe, ma quando esce un nuovo modello con prestazioni superiori e così il computer e l’infinita gamma dei prodotti elettronici, che ci affascina e ci attrae irresistibilmente. L’auto dopo un po’ che la si possiede non soddisfa più la nostra smania di novità e il desiderio, stuzzicato dalla pubblicità martellante dei mass media, corre già a qualche modello più recente. Infatti la nostra vita quotidiana è piena di oggetti , spesso superflui. Gli oggetti sono diventati talmente pervasivi nella nostra vita da sostituirsi progressivamente agli affetti e alle relazioni umane. Essi servono per placare le insicurezze dell’uomo moderno, a volte privo di valore reali e concreti, lo confermano nella sua importanza e nel suo valore. Intanto il nostro livello di consumi erode le riserve naturali del pianeta e mette probabilmente a rischio la vita sulla terra per le generazioni successive. Se anche le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo adottassero in futuro il modello di consumo occidentale sarà, secondo gli esperti, la catastrofe. Probabilmente il consumismo


risponde, almeno in parte, ad una esigenza atavica dell’essere umano. Già nei secoli passati le aristocrazie abbagliavano il popolo con la loro vita sfarzosa e i potenti entravano in competizione fra loro, a volte anche in modo cruento, ma a volte a chi costruiva il castello, la cattedrale o il palazzo più sfarzoso. Lo spirito competitivo, che oggi si esaurisce per lo più in una squallida competizione da condominio, un tempo ha prodotto grandi opere artistiche, la cui magnificenza ancora ammiriamo. Persino le popolazioni delle zone sottosviluppate del pianeta invidiano i nostri consumi. Infatti una delle molle che crea la migrazione di massa di folle di disperati, sono le immagini televisive provenienti dal ricco occidente e captate anche in sperduti villaggi del terzo Mondo. Il miraggio di una vita agiata e ricca di beni seduce anche i più poveri. La pubblicità ci induce, tramite spot che trasmettono le immagini di esigenze perfette quanto irreali, a consumare sempre di più prodotti di cui non abbiamo alcun bisogno. Di più, essa non si limita a vendere prodotti reali, bensì propaganda sogni, modelli di vita, da perseguire e imitare, pena un doloroso sentimento di inadeguatezza. Dal canto loro, gli economisti ci assicurano che soltanto incrementando i consumi, costruiremo un’economia sana e vincente. I beni, che una vota quando si rompevano si preferiva ripararli, oggi vanno sostituiti, perché aggiustarli non conviene più. Al consumismo non riescono a sfuggire neppure i suoi più austeri critici. Sembra che da questa situazione non ci sia scampo. Forse il consumismo è un fenomeno insito nello sviluppo maturo della civiltà occidentale, così scettica, individualista, priva di ideali e di certezze. Ora si tratta di modularlo, di arginarlo. Di trovare un rimedio ai disastri economici e ambientali che sta producendo. Per fortuna già oggi si avverte la diffusione di una nuova sensibilità: l’edilizia più aggiornata si orienta verso materiali biocompatibili, impegnandosi inoltre nella costruzione di edifici funzionanti attraverso forme di energia rinnovabile; una parte dei cittadini è molto interessata al tema del recupero e del riciclaggio dei rifiuti. Sta aumentando la consapevolezza che l’acqua, l’aria e il suolo sono risorse preziose da rispettare e da proteggere. Fra qualche decennio


useremo auto elettriche ed abiteremo case robuste, durevoli e autosufficienti sotto il profilo energetico e soprattutto salveremo la terra dalla catastrofe. LO SVILUPPO SOSTENIBILE Lo sviluppo sostenibile ormai è un obiettivo strategico chiaramente individuato e condiviso a livello mondiale, ed il suo conseguimento rappresenta un impegno politico e sociale che dipende in buona sostanza dai paesi industrializzati. La strategia dell’Unione Europea per lo sviluppo sostenibile riconosce che nel lungo termine, la crescita economica, la coesione sociale e la tutela dell’ambiente devono andare di pari passo. Impegnarsi per lo sviluppo sostenibile significa lavorare per una società più prospera e più giusta, con la promessa di un ambiente più pulito, più sicuro e sano, quindi una società che garantisca una migliore qualità della vita per noi e soprattutto per le generazioni future. Per raggiungere questi obiettivi è necessario che la crescita economica sostenga il progresso sociale e rispetti l’ambiente. Il continuo consumismo dovuto allo sviluppo economico avutosi dopo la seconda guerra mondiale e tuttora in corso, ha prodotto un miglioramento delle condizioni di vita, tuttavia la diretta conseguenza di un benessere diffuso è l’enorme quantità di rifiuti prodotti. In quest’ottica l’Unione Europea , già negli anni ’90, ha cercato di risolvere il problema identificando nella diminuzione dei rifiuti e della loro pericolosità una delle azioni chiave per il miglioramento ambientale. In particolare attraverso i Programmi d’azione comunitaria in materia ambientale, l’Europa si dota di strumenti programmatici a medio‐ lungo tempo che mosytrano le condotte politiche della Comunità per il periodo di riferimento.


GLI IMBALLAGGI L’uomo ha sempre fatto uso di contenitori e già 3500 anni fa le popolazioni egizie immagazzinavano e trasportavano unguenti, oli e vino in contenitori di vetro e terracotta. Attualmente l’impiego di imballaggi è diffuso in tutto il mondo anche se esistono aree, situate in particolare nei Paesi del Terzo Mondo,

dove la mancanza di imballaggi adeguati è causa del

deterioramento del cibo e del suo difficile trasporto. La maggior parte delle famiglie oggigiorno fanno uso sempre maggiore di cibi pronti. Cibi in scatola o surgelati, in una diversa e vasta varietà di formati, per risparmiare tempo sia sulla cottura che sulla loro preparazione. Tutto questo è reso possibile dagli imballaggi. IMBALLAGGIO PRIMARIO

Si definisce imballaggio primario il rivestimento che confeziona il singolo prodotto pronto al consumo. Ad esempio, in una lattina contenente aranciata, il barattolo di alluminio costituisce l’imballaggio primario. L’imballaggio consente di conservare nel tempo e trasportare beni altrimenti deperibili. IMBALLAGGIO SECONDARIO E’ un imballaggio che costituisce il raggruppamento di un certo numero di unità di vendita: ad esempio la scatola che contiene le buste del latte. IMBALLAGGIO TERZIARIO E’ imballaggio concepito in modo da facilitare la logistica e il trasporto di un certo numero di unità di vendita: un pallet ( bancale) di confezioni o di scatole ad esempio la scatola che contiene le buste del latte.


LA SIMBOLOGIA I produttori di imballaggi sono invitati ad indicare le caratteristiche del materiale usato per l’imballaggio. In particolare tutti gli imballaggi devono essere opportunamente etichettati secondo le modalità stabilite con decreto ministeriale, che istituisce un sistema di identificazione per i materiali di imballaggio. A tal fine possiamo trovare sugli imballaggi una serie di specifici simboli che dovrebbero aiutare i consumatori da una parte a scegliere l’adeguata via di smaltimento e dall’altra all’acquisto del prodotto ad impatto ecologico più basso. In particolare la Direttiva Europea 94/62/CE definisce i numeri e le abbreviazioni per l’identificazione delle materie plastiche, la carta e il cartone, i metalli, i tessili il vetro e il materiale composito. Accanto a simboli codificati da enti specializzati ed adottati da diversi produttori di imballaggi in tutto il mondo, troviamo simboli il cui uso è legato al singolo produttore, alla tipologia e alla regione geografica in sui viene distribuito il prodotto. Sebbene non esista una codifica valida in materia univoca per tutti i produttori, i simboli di questo tipo possono essere suddivisi i 4 categorie fondamentali: 1‐ Indicazione del materiale usato, 2‐ Indicazione di riciclicità, 3‐ 3‐indicazione di materiale riciclato, 4‐ Indicazione dell’impatto ambientale. MATERIALE UTILIZZATO L’apposizione di tali marchi è volontaria. I produttori fanno riferimento ad un sistema di abbreviazione solitamente uniforme. L’abbreviazione può essere circondata o meno, da varie figure geometriche, tra cui le più frequenti sono l’esagono e il cerchio.


INDICAZIONE DI RICICLABILITA’ Le tre frecce che si rincorrono formando un nastro triangolare di Mobius a partire dalla direttiva europea del 1983 sono diventate il simbolo della riciclabilità.

Le tre frecce a nastro senza altra indicazione si riferiscono, secondo l’intento iniziale, a confezioni di carta riciclata. Ogni singola freccia indica una diversa fase del ciclo del riciclo: 1‐separazione e raccolta differenziata degli imballaggi in base al materiale, 2‐ri‐utilizzo del materiale riciclabile da parte di aziende specializzate, 3‐commercializzazione ed uso del materiale riciclato. MATERIALE RICICLATO Il simbolo delle tre frecce a triangolo può indicare anche che la confezione è fatta di materiale riciclato. La figura delle tre frecce può essere inserito in un cerchio e nella parte bassa ( al centro) del simbolo vi è l’indicazione della percentuale di materiale riciclato.


IMPATTO AMBIENTALE Un fiore a dodici stelle con al centro la E della comunità europea è il marchio, ad adesione volontaria, che assicura che il prodotto ha un ridotto impatto ambientale in ogni fase del suo ciclo di produzione.

Inoltre un contenitore di spazzatura mobile barrato da una croce invita a fare la raccolta separata di altri prodotti che contengono sostanze tossiche.

REQUISITI ESSENZIALI CONCERNENTI LA COMPOSIZIONE E LA RIUTILIZZABILITA’ E LA RECUPERABILITA’ DEGLI IMBALLAGGI1. Requisiti per la fabbricazione e composizione degli imballaggi: -gli imballaggi sono fabbricati in modo da limitare il volume e il peso al minimo necessario per garantire il necessario livello di sicurezza, igiene e accettabilità tanto per il prodotto imballato quanto per il consumatore;


-gli imballaggi sono concepiti, prodotti e commercializzati in modo da permetterne il reimpiego o il recupero, compreso il riciclaggio, e da ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente se i rifiuti di imballaggio o i residui delle operazioni di gestione dei rifiuti di imballaggio sono smaltiti; -gli imballaggi sono fabbricati in modo che la presenza di metalli nocivi e di altre sostanze e materiali pericolosi come costituenti del materiale di imballaggio o di qualsiasi componente dell’imballaggio sia limitata al minimo con riferimento alla loro presenza nelle emissioni, nelle ceneri o nei residui di lisciviazione se gli imballaggi o i residui delle operazioni di gestione dei rifiuti di imballaggio sono inceneriti o interrati. 2. Requisiti per la riutilizzazione di un imballaggio I seguenti requisiti devono essere soddisfatti simultaneamente: -le proprietà fisiche e le caratteristiche dell’imballaggio devono consentire una serie di spostamenti o rotazioni in condizioni di impiego normalmente prevedibili; -possibilità di trattare gli imballaggi usati per ottemperare ai requisiti in materia di salute e sicurezza dei lavoratori. -osservanza dei requisiti specifici per gli imballaggi recuperabili se l’imballaggio non è più utilizzato e diventa quindi un rifiuto. 3. requisiti per la recuperabilità di un imballaggio a) Imballaggi recuperabili sotto forma di riciclaggio del materiale: l’imballaggio deve essere prodotto in modo tale da consentire il riciclaggio di una determinata percentuale in peso di materiali usati, nella fabbricazione di prodotti commerciali, rispettando le norme in vigore nella Comunità europea. La determinazione di tale percentuale può variare a seconda del tipo di materiale che costituisce l’imballaggio.


b) Imballaggi recuperabili sotto forma di recupero di energia i rifiuti di imballaggio a scopi di recupero energetico devono avere un valore calorifico minimo inferiore per permettere di ottimizzare il recupero energetico. c) Imballaggi recuperabili sotto forma di compost i rifiuti di imballaggio trattati per produrre compost devono essere sufficientemente biodegradabili in modo da non ostacolare la raccolta separata e il processo o l’attività di compostaggio in cui sono introdotti. d) Imballaggi biodegradabili i rifiuti di imballaggio biodegradabili devono essere di natura tale da poter subire una decomposizione fisica, chimica, termica o biologica grazie alla quale la maggior parte del compost risultante finisca per decomporsi in biossido di carbonio, biomassa e acqua. CONCLUSIONI Le normative comunitarie hanno indirizzato i produttori di imballaggi a prendere in considerazione il loro ciclo di produzione, intervenendo sulla sensibilità di tutti i soggetti coinvolti in esso, ad adoperare tecniche e materiali che risultino ecocompatibili. Operando in tale ottica, si è dimostrato, che è possibile raggiungere obiettivi un tempo lontani, ma ora realizzabili, grazie in particolar modo ad una maggiore sensibilizzazione che porti ad un cambiamento dello stile di vita dei cittadini, con la conseguente nascita di una “ coscienza ambientale”, votata al recupero e al riciclaggio. Nella risoluzione del problema rifiuti d’imballaggio, possiamo quindi dire in conclusione, che non c’è ragione di aggirare il problema, in quanto, sviluppando il senso di responsabilità e l’intelligenza progettuale di tutti i soggetti implicati, l’imballaggio può essere trasformato in un oggetto pienamente ecocompatibile, minimizzando il suo danno ambientale.


Molto importante: anche per i mezzi tecnici necessari per l’attività agricola vengono utilizzati gli imballaggi di varia natura, i quali possono essere avviati al recupero utilizzando l’Accordo di programma con la Provincia di Macerata per la corretta gestione dei rifiuti speciali agricoli. Piano di sviluppo rurale 2007‐2013 Misura: 1.1.1. Azione nel campo della formazione professionale e dell’informazione. Sottomisura: b) Attività informativa nel settore agricolo forestale con la partecipazione comunitaria‐ Domanda n. 4591/2010


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