UNIONE EUROPEA REGIONE MARCHE PSR MARCHE 2007-2013
MICOTOSSINE NEI CEREALI A CICLO AUTUNNO-VERNINO Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di micotossine, che sono sostanze pericolose per la salute dell’uomo e degli animali, prodotte da funghi diffusi in tutti gli ambienti naturali, capaci di vivere in numerosissime piante coltivate e spontanee e anche sui cereali a paglia come orzo, frumento tenero, duro, avena ecc.. La presenza di micotossine, negli alimenti per l’uomo ha indotto il legislatore comunitario ad intervenire attraverso l’emanazione di Regolamenti dove sono stati indicati limiti della loro presenza nelle granelle. L’indicazione dei limiti della presenza di micotossine è stata dettata dalla necessità di: a. uniformare la legislazione dei singoli stati membri; b. dare risposte all’aumento dell’attenzione alle problematiche sulla sicurezza alimentare; c. scongiurare il rischio di distorsioni commerciali tra i paesi europei, giocando sulla definizione di limiti diversi. In Italia la contaminazione da micotossine nelle produzioni cerealicole non è più un problema emergente ma è un problema conosciuto, evidenziato dalla presenza di queste sostanze nelle produzioni nazionali, anche se non sempre in quantità tali da superare i limiti imposti dalla legge. Essendo le micotossine sostanze stabili nel tempo e per le quali ad oggi non sono disponibili tecniche capaci di risanare una partita di cereale contaminata, senza comprometterne la qualità e la commerciabilità, l’intera filiera produttiva è impegnata a ridurre al minimo il rischio di avere partire di cereali non commercializzabili. L’attenzione va posta a partire dalla produzione in campo per proseguire durante lo stoccaggio e nelle diverse fasi di trasformazione da parte delle industrie agroalimentari.
PRINCIPALI MICOTOSSINE NEI CEREALI AUTUNNO-VERNINI Durante la fase di produzione le piante di frumento tenero, duro, orzo ecc. possono essere contaminate da funghi che possono produrre diverse micotossine, quali: Deossinivalenolo (DON); Zearalenone (ZEA); Nivalenolo (NIV); T-2 – HT-2 - Diacetossiscirpenolo (DAS). Tra questi il composto più presente e in maggiore concentrazione è il Deossinivalenelo (DON), sulla cui presenza e concentrazione ad oggi ci si basa per stabilire il grado di rischio di una partita di cereali. Le autorità sanitarie mondiali da tempo hanno posto l’attenzione sulle sunnominate micotossine perché ritenute responsabili di effetti negativi sull’uomo e sugli animali anche gravi, come: Micotossine Effetto Deossinivalenolo Animali: Emesi (vomito vomitossina), rifiuto alimentare, (DON) immunosoppressiva. Uomo: Nausea, vomito, diarrea, disturbi gastro-intestinali, vertigini, febbre. In alcuni casi alcuni tumori sono stati correlati alla presenza di Deossinivalenolo. Tossina T-2 e Animali: Attività dermotossica, emorragica e immunosoppressiva. HT-2 Uomo: Leucopenia tossico alimentare (ATA): lesioni necrotiche a livello di cavo orale, esofago, stomaco; emorragie, pronunciata leucopenia dovuta a ipoplasia e aplasia del midollo osseo. Nivalenolo Inadeguata evidenza di cancerogenicità negli animali Zearalenoni Animali: Iperestrismo (sindrome estrogenica) soprattutto nei suini e bovini, atrofia testicolare ed ovarica, aborto. Uomo: associato ad alcuni casi di Iperestrismo (adolescenti a Porto Rico). Uno dei più potenti estrogeni di origine naturale conosciuti.
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FUNGHI PRODUTTORI DI MICOTOSSINE E MANIFESTAZIONI IN CAMPO I funghi produttori in campo di micotossine causano una malattia dei cereali nota con il nome di “Fusariosi della spiga” che in Italia è nota fin dai primi del 1900, ma che a partire dal 1995 nel territorio centro-settentrionale si è manifestata sempre più virulenta e accompagnata dalla presenza di Deossinivalenolo. Le cause dell’aumento della presenza della fusariosi della spiga su frumento, probabilmente, sono dovute al cambiamento delle condizioni climatiche durante le fasi di crescita delle piante comprese tra la fioritura e la maturazione lattea e all’uso di tecniche colturali sempre più spinte, che potrebbero avere fatto aumentare la presenza dei funghi nel terreno.
FUSARIOSI DELLA SPIGA La fusariosi della spiga a livello mondiale è considerata uno dei principali fattori limitanti della produttività dei cereali, con risvolti economici che possono essere molto gravi. Essa è una malattia molto complessa perché è causata da numerose specie fungine appartenente al genere Fusarium e Microdochium che, oltre a colpire le graminacee coltivate (frumento,orzo, avena, segale, triticale, riso, mais, sorgo ecc.) colpiscono anche graminacee spontanee appartenenti al genere Bromus e Festuca. Almeno una ventina di specie di Fusarium è stata associata a questa malattia, sebbene quattro siano le specie predominanti a livello mondiale: Fusarium graminearum, Fusarium culmorum, Fusarium avenaceum e Fusarium poae; a esse va aggiunto il Microdochium nivale principalmente nelle due varietà majus e nivale. Sulla spiga queste specie possono essere presenti contemporaneamente o avvicendarsi in rapida successione. Fusarium graminearum è il principale patogeno più frequentemente isolato nelle regioni del Nord e del Centro-Italia dove la malattia è più grave. Fusarium culmorum, meno frequente del precedente come agente causale della fusariosi è stato isolato soprattutto nelle regioni centro-merdionali. Microdochiun nivale è stato frequentemente isolato da seme e da internodi basali del culmo soprattutto in alcune aree del Centro-nord e del Nord con una frequenza relativamente bassa. Tuttavia, l’incidenza di questo patogeno potrebbe essere stata sottostimata, a causa del più lento accrescimento sui substrati utilizzati per identificare Fusarium spp. La diversità delle specie fungine e che hanno condizioni di sviluppo e di produzione di micotossine differenti, risulta un fattore che crea molti problemi per la definizione di una strategia di difesa efficace. Purtroppo ad oggi una corretta identificazione visiva dei patogeni non è possibile, come non è possibile la loro identificazione tramite l’analisi dei sintomi in quanto generici e non sempre facilmente identificabili. Inoltre sono state rilevate anche infezioni asintomatiche. Per individuare la specie fungina occorre ricorrere a indagini di laboratorio, oppure a diagnosi basate sull’analisi del DNA.
MANIFESTAZIONE DELLA MALATTIA La fusariosi nel frumento si manifesta con alcuni fondamentali aspetti: a. disseccamento parziale o totale della spiga: le spighette si presentano sbiancate rispetto alla parte della spiga sana che rimane verde. La differenza di colore con l’avanzare della maturazione va diminuendo; b. comparsa sulle spighette di cuscinetti di spore che assumono la colorazione dal salmone all’arancio che si manifestano principalmente quando il clima si mantiene a lungo umido; c. comparsa sulla spiga di piccoli corpiccioli nerastri e rotondeggianti; d. presenza di vistosi imbrunimenti dell’asse centrale della spiga; e. presenza di spighette vuote; f. presenza di cariossidi striminzite e di colore grigiastro o rosato se l’attacco avviene precocemente. g. presenza di cariossidi normali infettate dalla malattia qualora l’infezione avviene nella fase finale di maturazione. Nel grano duro spesso le cariossidi perdono il loro aspetto traslucido ed appaiono pallide o opache. Nel frumento lo stradio di maggiore suscettibilità è la fioritura, mentre nell’orzo è il momento dell’emissione delle spighe e la manifestazione della malattia in campo è spesso poco appariscente. Il riconoscimento in campo della fusariosi delle spiga non è facile in modo particolare
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se le piante accorciano il ciclo vegetativo per siccità. Inoltre i sintomi della fusariosi possono essere facilmente confusi con quelli di altre patologie, come il complesso della septoriosi o del mal del piede. La septeriosi si manifesta con delle macchie scure e violacee sulle glume, ma le cariossidi all’interno non risultano attaccate. Nel mal del piede l’attacco alla pianta è portata dagli stessi agenti della fusariosi ma interessando il culmo o la zona del colletto determinano un disseccamento dei tessuti e il blocco della salita della linfa verso l’alto che è la causa della morte completa della spiga. In quest’ultimo caso, con attacchi precoci, la spiga risulta priva di cariossidi. L’individuazione del mal del piede può essere eseguito tramite l’estirpazione di alcune piante e l’osservazione degli internodi e della corona basale che mostrano imbrunimenti, accompagnati della riduzione del capillizio radicale. La gravità delle infezione della fusariosi della spiga e la produzione di DON dipende dal numero di infezioni stagionali, dal numero di spighette infette, dal loro stadio di sviluppo al momento dell’infezione, dalla velocità di invasione della spiga da parte dei funghi e dal tempo che il fungo ha avuto a disposizione per invadere le cariossidi e sintetizzare il composto chimico.
BIOLOGIA ED EPIDEMIOLOGIA DELLA FUSARIOSI DELLA SPIGA Il ciclo della fusariosi è stato studiato in maniera approfondita sul Fusarium graminearum ma il suo ciclo è comune ai diversi altri funghi che concorrono alla malattia. Tra i diversi generi di Fusarium tuttavia esistono differenze anche notevoli su alcuni aspetti epidemiologici e delle esigenze ecologiche dei vari funghi. I funghi responsabili della malattia possono conservarsi nel suolo come clamidospore (spore durevoli) e come micelio (corpo del fungo) nei residui colturali infetti, nei culmi e nelle cariossidi cadute al suolo. I funghi del genere Fusarium possono infettare le piante di cereali partendo dal terreno. L’argomemto è stato studiato in uno specifico lavoro i cui risultati hanno messo in evidenza che: il “Fusarium graminearum” può crescere e diffondersi all’interno dei tessuti delle piante di frumento a partire dai semi o dal suolo. Il fungo proveniente dal basso non riesce a penetrare nella spiga (sembra esserci una barriera al di sotto della spiga che impedisce la penetrazione al suo interno); sia per “Fusarium graminearum” che per la tossina “deossinivalenolo” (DON), da questo prodotta, il livello di contaminazione all’interno dei culmi si è dimostrato estremamente alto; il DON può essere presente nelle cariossidi senza che ci sia la presenza del fungo o il suo DNA nella spiga, segno evidente che la tossina può essere trasferita nell’interno della pianta grazie alla sua alta solubilità in acqua. Su residui e organi vegetali infetti i funghi producono a più riprese le spore (Khonga e Sutton, 1988; Rossi et al., 2002b) che, diffuse nell’ambiente, causano le infezioni a carico delle spighe. La diffusione delle spore può avvenire tramite la pioggia, sia per trasporto che per schizzi, e tramite correnti d’aria dopo che gli organi di contenimento delle spore si sono aperti a causa della presenza di piogge prolungate o forti bagnature. Le spore una volta raggiunta la spiga e in presenza di umidità e temperature favorevoli germinano producendo tubetti germinativi che penetrano e infettano i tessuti della spiga. Uguale capacità di infettare la spiga hanno le ascospore e i conidi. La pioggia ha molta importanza nella germinazione delle spore perché quando le piante di cereali rimangono a lungo bagnate nel periodo successivo alla spigatura, l’attacco della malattia avviene più facilmente. Per la fusariosi occorrono ben 12 ore di bagnatura della spiga affinché il fungo possa penetrare nei tessuti e nello stesso tempo la temperatura, favorevole allo sviluppo della malattia, deve essere di almeno 18°C. Pertanto la fusariosi è favorita da un clima piovoso e caldo-umido, durante la fase di sviluppo compresa tra la fioritura e la maturazione latteo-cerosa. Le spighette sono più sensibili agli attacchi prima dell’antesi (fioritura), infatti è il polline che fornisce le sostanze nutritive (betaina e colina) che stimolano la germinazione delle spore di Fusarium. Il fungo non rimane localizzato nel punto d’infezione, la sua penetrazione nel fiore avviene o seguendo i filamenti degli stami o arrivando direttamente nei tessuti fiorali portando ad un disseccamento della spighetta. La velocità di diffusione dipende dalla temperatura, che assume valori diversi da specie a specie, e dalla disponibilità di acqua nei tessuti vegetali (acqua libera aw). Durante la fase di invasione, i funghi capaci di sintetizzare micotossine accumulano questi composti tossici nei tessuti vegetali. Le condizioni che facilitano la produzione di micotossine e in
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particolare di DON sono la temperatura e l’aw (acqua libera), ma con limiti più ristretti rispetto alla crescita dei funghi (Tab. n° 2) (Sanchis e Magan, 2004; Hoper et al., 2005). Tab. 2 – Principali caratteristiche ecologiche ed epidemiologiche delle più importanti specie fungine agenti della fusariosi della spiga su frumento. Specie fungina Conservazione Diffusione Infezione delle Invasione Sintesi di dell’inoculo dell’inoculo spighe micotossine F.avenaceum Residui infetti Splash-borne LW prolungata T 20– 25°C (macroconidi) RH elevata Air-borne T 27 °C (ampio (microconidi) ranger) F. culmo rum Residui infetti LW anche breve .aw >0,90 .aw >0,95 Mal del piede Splash-borne RH bassa T 28- T 20-24 °C T 20-25 °C 30° C F.graminearum Residui infetti Splash-borne LW prolungata .aw >0,90 .aw >0,95 (mais) (macroconidi) RH elevata T 22-24 °C T 25-30 °C Air-borne T 25-30°C (ascospore) F.poae Residui infetti Splash-borne (macroconidi) ? ? T 20-30°C Air-borne (microconidi) M.nivale Residui infetti Splash-borne LW prolungata Mal del piede (macroconidi) RH elevata T 18-20°C Air-borne T 18-20°C (ascospore) Legenda: Splash-borne indica la diffusione della spore attraverso gli schizzi e gli aerosol generati dalle gocce di pioggia che impattano sulle sedi di produzione delle spore. Air-borne indica la disseminazione delle spore attraverso le correnti d’aria; LW indica la bagnatura degli organi vegetali; T la temperatura ottimale; RH l’umidità relativa dell’aria; aw l’acqua libera.
AZIONI DI CONTRASTO ALL’ISTAURARSI DELLA FUSARIOSI NEI CEREALI AUTUNNO-VERNINI Lo sviluppo e il diffondersi della malattia sono regolati da numerosi fattori, ciò costringe l’agricoltore ad adottare una strategia integrata di tutti gli strumenti ad oggi conosciuti. Molto sinteticamente e per semplicità i principali fattori che agiscono sullo sviluppo della malattia sono: il clima e all’ambiente; la genetica della pianta coltivata; Il genere e la specie dei funghi tossigeni e agli altri microorganismi competitori; la tecnica colturale. Di questi quattro fattori sul primo e sul terzo l’uomo non ha la possibilità di intervenire. In merito alla genetica della pianta si stanno portando avanti studi di miglioramento varietale per ottenere varietà (non ancora disponibili) più resistenti e/o tolleranti alla Fusariosi della spiga e che assicurino adeguate produzioni quali-quantitative. Indagini conoscitive sulle condizioni ambientali favorevoli allo sviluppo dei funghi tossigeni hanno messo in evidenza che il controllo della fusariosi della spiga può avvenire in maniera: Preventiva e indiretta attraverso l’adozione di adeguate tecniche agronomiche; Diretta con l’utilizzazione di specifici fungicidi. Ad oggi alla tecnica colturale viene assegnato un ruolo determinante per ottenere dei risultati apprezzabili per il contenimento delle micotossine nei cereali.
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INDICAZIONI AGRONOMICHE PER RIDURRE IL RISCHIO DELLA PRESENZA DI MICOTOSSINE NELLE PRODUZIONI CEREALICOLE ROTAZIONE E RESIDUI DELLE COLTURE La rotazione delle colture è un mezzo efficace per ridurre il rischio della presenza di micotossine, soprattutto con l’adozione di lunghe rotazioni. La coltura che precede il cereale ha molta influenza sul grado di presenza di DON, come molta importanza assume la presenza dell’inoculo del fungo nel terreno o sui residui colturali infetti dove essi sopravvivono e svernano. Sopravvivenza (Durata e siti di sopravvivenza del Fusarium) Residui colturali M. nivale 12 mesi su stoppie (Colhoun, 1971) F. culmorum 24 mesi su residui colturali sepolti (Jones & Clifford, 1978) F. graminearum 3,5 mesi in superficie su residui (Burgess & Griffen, 1968) Clamidospore F. culmorum, F. crookwellense, F. graminearum Seme Fusarium ssp. 2‐13 anni (Neergaard, 1977) Il contenimento dell’attacco della Fusariosi della spiga è stato limitato coltivando i cereali autunnovernini dopo le leguminose da foraggio e da seme, le foraggere (loiessa, prati oligofiti o polifiti), gli ortaggi, e le colture da rinnovo (patata, pomodoro, barbabietola da zucchero, girasole, ecc.), che hanno consentito di ridurre la quantità di inoculo dei funghi nel terreno. E’ importante evitare la monosuccessione o rotazioni tra cereali autunno-vernini, precessioni con cereali primaverili estivi, quali mais e sorgo, che contribuiscono ad incrementare la quantità di funghi nel terreno, aumentando il rischio di infezioni. Il mais è sensibile agli stessi patogeni responsabili della fusariosi della spiga dei cereali autunno-vernini, soprattutto a Fusarium graminearum agente causale anche del marciume del culmo e della spiga di mais. I risultati della ricerca hanno messo in luce che il mais ed il sorgo sono i substrati su cui meglio si perpetua e si sviluppa il Fusarium e quando precedono il frumento nella rotazione possono portare al raggiungimento di valori molto alti di DON nella granella. La quantità di residui lasciati al suolo dalla coltura precedente influenza con chiarezza il rischio di attacco della Fusariosi e la contaminazione da DON, in quanto la produzione di inoculo di queste specie fungine dipende direttamente dalla qualità di substrato disponibile per la loro sopravvivenza e il loro sviluppo al suolo. La quantità di residui al suolo non ha influito sul contenuto in DON nella granella con andamenti climatici molto o poco piovosi durante gli stadi di sviluppo della coltura più suscettibili. Questo suggerisce che le condizioni ambientali asciutte limitino lo sviluppo del micelio e la produzione e dispersione dell’inoculo più della quantità di substrato disponibile, al contrario di ciò che avviene con frequenti e forti precipitazioni. Indipendentemente dalle condizioni meteorologiche, non si sono mai osservate differenze significative nel contemuto di DON con l’asportazione della quota superficiale di residui colturali, rispetto alla semina su sodo. Questo suggerisce che la rimozione meccanica dei residui colturali prima della semina su sodo possa non essere sufficiente per controllare la Fusariosi della spiga Infatti se le condizioni meteorologiche favorisono la produzione di inoculo, la dispersione delle spore può essere garantita a un livello sufficiente per infettare le spighe già con la quota di residui che rimangono incorporati nel terreno. Diversi studi hanno messo in evidenza come le spore e i propaguli di Fusarium non sono prodotti solo se i residui sono completamente interrati con le lavorazioni, mentre proprio la quota di residui presente nei primi 5 cm di terreno è la principale responsabile della produzione di inoculo di queste specie fungine (Khonga e Sutton, 1988; Champeil et al., 2004). In conclusione è scaturito che le lavorazioni conservative del terreno possono aumentare la contaminazione di DON nel frumento rispetto all’aratura, ma questo aumento varia non solo in funzione delle condizioni meteorologiche dell’annata e della tipologia della coltura precedente, ma anche con il quantitativo di residui presenti al suolo. Il rischio dello sviluppo della Fusariosi della spiga va visto in relazione al tipo di percorso colturale che viene adottato: ‐ Basso rischio con l’adozione di adeguate rotazioni in cui la coltura che precede non è ad alto rischio di consevazione dell’inoculo; ‐ Medio rischio ‐ Alto rischio: adozione di semina diretta.
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Percorsi produttivi con diversa graduazione del rischio di contaminazione da DON della granella di frumento duro Percorso Precessione Residui colturali Varietà Fertilizzazione Trattamento Raccolta azotata fungicida Molto Mais Presenti sul Suscettibile Elevata Assente Ritardata rischioso terreno Rischioso Mais/altro Presenti sul Suscettibile Media Assente Tempestiva cereale terreno Basso Altro Interrati/asportati Poco Medio‐ Assente Tempestiva rischio cereale suscettibile elevata Ruolo esercitato dalle diverse tecniche colturali sulla contaminazione da DON, T2 e HT2 su frumento tenero Operazioni colturali DON T2 HT2 Rotazioni Residui/lavorazioni Epoca di semina Epoca di raccolta Varietà Concimazione n.r. n.r. Diserbo n.r. n.r. Difesa da Fusarium Effetto moltiplicatore “1” < 2 2 – 4 “ > 4 Come si evidenzia le rotazioni, i residui colturali della coltura precedente e la difesa chimica assumono una notevole importanza ai quali viene assegnato il più elevato effetto moltiplicatore del rischio. n.r. = non rilevato Tricoteceno (T2 e HT2), deossinivalenolo (DON) Fonte: La fusariosi si previene in campo di Amedeo Reyneri, Massimo Blandino – I.A. 12 supplemento n. 1 al numero del 17/23 marzo 2006. Influenza della lavorazione Quando il Fusarium è presente nella coltura precedente si conserva nei residui e favorisce lo sviluppo della malattia negli anni successivi. L’interramento di residui di mais con presenza di Fusarium a 5 cm di profondità consente di ridurre di oltre il 90% la vitalità dei funghi tossigeni dopo 6 mesi e, conseguentemente, anche il potenziale di inoculo (Gilbert, 2002). Anche la frantumazione dei residui può avere un effetto importante nel diminuire sensibilmente il potenziale di inoculo, anche se l’efficacia complessiva è sicuramente inferiore all’interramento profondo. La tecnica colturale di semina su sodo con residui colturali in superficie permettendo ai patogeni presenti in essi di svilupparsi e diffondersi qualora le condizioni ambientali lo permettano. Quanto in precedenza esposto non significa che l’adozione di tecniche di minima lavorazione o semina su sodo non debbano essere adottate, occorre tenere presente che sono a più alto rischio di diffusione della fusariosi della spiga, e pertanto tutte le scelte agronomiche successive devono essere valutate attentamente. Sistemazione del terreno Con la sistemazione del terreno si deve curare con attenzione lo sgrondo delle acque in eccesso, in modo da creare un ambiente meno favorevole al mal del piede. Influenza della varietà I diversi genotipi delle varietà dei cereali autunno-vernini mostrano una diversa suscettibilità ai genotipi fungini che compongono il complesso della fusariosi della spiga. Nell’ambito delle varietà di frumento tenero sono state messe in evidenza accentuate variabilità di tolleranza, mentre più attenuate sono le differenze fra quelle di frumento duro. La minore resistenza del frumento duro
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sembra sia collegabile al fatto che le maggiori varietà di grano duro sono state selezionate al sud dove la pressione della malattia è meno selettiva e le stesse varietà sono state coltivate al centronord, dove le condizioni climatiche sono favorevoli allo sviluppo dei funghi. Una controprova viene data dalle osservazioni che le varietà selezionate al nord o quelle selezionate in Francia (dove la malattia è presente da sempre) risultano più tolleranti. Per il tenero le varietà molto precoci sono in genere più suscettibili; e la spiegazione sta, in parte, nella diversità del ciclo della varietà. Mentre le precoci, dalla spigatura alla fioritura, hanno un ampio lasso di tempo durante il quale il fungo può penetrare più agevolmente, nelle varietà tardive e soprattutto nelle molto tardive, quando fuoriesce la spiga molto spesso è già avvenuta la fecondazione. Le numerose indagini condotte in Emilia-Romagna per rilevare il grado di contaminazione da micotossine hanno sempre evidenziato valori crescenti di DON passando dall’orzo al frumento tenero e al frumento duro. Concia L’impiego di seme sano e conciato contribuisce a diminuire la carica patogena nel terreno, in quanto sul seme si possono ritrovare numerosi patogeni responsabili della fusariosi della spiga (Infantino et al., 2005). Tuttavia la concia per essere efficace dovrà essere effettuata con sostanze attive che siano in grado di agire nei confronti delle specie di Fusarium responsabili della fusariosi della spiga. Epoca e densità di semina. Semine troppo anticipate aumentano sia l’incidenza del “mal del piede”, sia la densità della vegetazione primaverile e, quindi, il rischio da micotossine. Negli ambienti più freddi è consigliabile anticipare l’epoca di semina, mentre le semine più tardive sono indicate per le varietà più prococi e per quelle più suscettibili all’allettamento. Semine troppo fitte favoriscono lo sviluppo della fusariosi della spiga. Le ricerche in merito alla dose di semente ad ettaro hanno stabilito dosi ottimale di piante a fine inverno e le relative quantità di cariossidi da seminare. Una volta definita la densità di seme che si intende adottare, la dose di semina (Kg/ha) sarà in funzione del peso medio delle cariossidi. Densità ottimale di semina Coltura Densità ottimale (numero Quantità seme (numero cariossidi piante/m2) germinabili/m2) Grano tenero 350 – 400 400 – 450 Grano duro 300 – 350 350 – 400 Orzo 240 – 280 300 – 350 Fonte: Disciplinari di produzione integrata – Regione Emilia-Romagna, 2008 Concimazione Non sono conosciuti i motivi per i quali la presenza di micotossine generalmente è più consistente in piante eccessivamente nutrite con azoto. Una delle ipotesi è quella che l’eccesso di azoto causa uno squilibrio nel rapporto con il potassio che, come succede anche per il mais, favorisce l’attacco fungino. Nelle fasi di squilibrio nutrizionale forse la mancanza di cationi potassio, che favoriscono l’ispessimento delle pareti cellulari, crea le condizioni favorevole allo sviluppo dei funghi nel loro complesso. Fondamentale pertanto risulta procedere ad una equilibrata somministrazione di elementi fertilizzanti per evitare stress nutrizionali alle piante (carenze ed eccessi), che possono renderle maggiormente predisposte alle infezioni fungine. Occorre prestare attenzione agli apporti tardivi di azoto (botticella), evitando gli eccessi che potrebbero prolungare il ciclo della coltura ed aumentare il rischio di incorrere in contaminazioni da fusario-tossine. Gestione delle erbe infestanti Importante è mantenere pulito il terreno dalle erbe infestanti in modo da evitare competizione idrica e nutrizionale con i cereali. Lo svilupparsi di fenomeni di stress consistenti per la pianta deve essere considerato, in linea generale, come un fattore predisponente le infezioni fungine.
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Da una vasta gamma di erbe e di specie erbacee infestanti a foglie larghe sono state isolate varie specie di Fusarium e tanto più esse sono presenti, tanto più è elevato il tasso di infezione da Fusarium. Allettamento E’ dimostrato che l’allettamento incide notevolmente sulla quantità di Fusarium-tossine presenti nelle granaglie. Lotta chimica alla fusariosi I metodi chimici di lotta, basati sull’impiego di prodotti da applicare sulla spiga, sono consigliati qualora si sia accertato il reale rischio di infezione e l’effettiva efficacia del prodotto chimico verso il patogeno o i patogeni responsabili della fusariosi. La tempistica di intervento è fondamentale per rendere efficace il trattamento; la fase di maggiore suscettibilità alla fusariosi è la fioritura, per cui il momento migliore per l’intervento si colloca fra la spigatura e la presenza delle prime antere visibili. L’uso di fungicidi, pur non essendo in grado di garantire il controllo totale della fusariosi della spiga, ha tuttavia una efficacia compresa tra il 40 e il 70% e determina una conseguente riduzione della contaminazione da deossinivalenolo (DON) del 35-60% (Campagna et al., 2005). Per il conseguimento di validi risultati è importante abbinare alla tempestiva distribuzione del formulato in coincidenza con la fase di maggiore suscettibilità (inizio fioritura – 20% di emissione delle antere) , la verifica della persistenza di condizioni climatiche favorevoli alla malattia, dal momento che alcuni fungicidi mostrano la massima efficacia se applicati 1-2 giorni prima o dopo l’evento infettante (Santori et al., 1999). Il periodo di intervento è molto ristretto e generalmente è compreso tra i 3 giorni che precedono e che seguono la fioritura, mentre l’efficacia dell’intervento chimico si riduce in modo rilevante con l’applicazione anticipata alla levata, non è risultato conveniente il doppio trattamento. Se la previsione infettiva è molto forte l’efficacia del trattamento, nei confronti dei disseccamenti della spiga o di porzioni di spiga, raggiunge a malapena il 50%. Alla lotta contro la fusariosi non è da trascurare l’importanza del controllo chimico operato anche nei confronti del mal del piede qualora questa malattia, che condivide diversi aspetti eziologici con la fusariosi della spiga, costituisca un ulteriore aggravamento del quadro fitosanitario della coltivazione. Raccolta (trebbiatura) E’ opportuno che la raccolta sia effettuata al giusto grado di maturazione delle cariossidi, quando l’umidità delle stesse è inferiore al 14%. L’operazione deve essere eseguita con mietitrebbia idonea a fornire un prodotto pulito da polveri, da cariossidi molto striminzite (che sono in genere quelle a più alto tenore di micotossine) e rotte.
DANNI DA FUSARIOSI La fusariosi determina il disseccamento delle spighette e pertanto in caso di forte infezione il risultato può essere devastante. Il quadro dei danni è variabile, si passa dalla riduzione della produzione (minor numero di cariossidi), alla riduzione delle dimensioni e del peso specifico (striminzimento); al peggioramento qualitativo della granella (distruzione delle pareti cellulari con alterazione della frazione lipidica e riduzione di quella proteica); alla diminuzione della germinabilità; all’accumulo di micotossine.
Elaborato realizzato nell’ambito del progetto di informazione nel settore agricole e forestale - n° 4589/2010 – Bando PSR Misura 1.1.1. b)c) dal titolo “Condizionalità e pacchetto igiene: valorizzazione delle produzioni nella media e bassa collina maceratese”, con la partecipazione comunitaria. La bibliografia è presso la Federazione Provinciale Coldiretti Macerata
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