Alunni della classe 1A – Scuola Secondaria – A.S. 2020/21
In cammino verso la fantasia
Collegio Dimesse - Padova - www.collegiodimesse.it
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Introduzione Noi ragazzi di IA vi presentiamo il nostro libro di fiabe. Tutto è iniziato quando la nostra professoressa ci ha dato un compito: scrivere una fiaba in vista della settimana della lettura. «Una fiaba? Ma non siamo mica dei bambini!» qualcuno di noi avrà forse pensato. Eppure, da quel compito in apparenza poco attraente, è iniziata un’avventura che ci ha resi protagonisti di un’esperienza straordinaria. Quest’anno è stato molto particolare: la pandemia ha limitato le nostre attività, ci ha tolto la possibilità di viaggiare e ha modificato il nostro modo di relazionarci con gli altri. A volte, abbiamo addirittura la sensazione che la mascherina nasconda le nostre emozioni. Ebbene, con questo libro abbiamo trovato un modo per esprimerci, per stare vicini agli altri e, non ci crederete, anche per viaggiare. Dopo che ognuno di noi ha scritto la propria fiaba, il professore di tecnologia ci ha detto che avremmo realizzato un libro digitale! Questo ci ha permesso di collaborare e di aiutarci a vicenda: eravamo tutti felicissimi di poter condividere con i compagni la nostra fantasia. E, scoprendo i lavori degli altri, ci siamo pian piano sorpresi a viaggiare. Infatti, inaspettatamente, ogni fiaba ci ha aperto un mondo nuovo: siamo stati sulla Luna e poi più lontano in altre galassie, abbiamo esplorato castelli e fluttuato nei videogiochi, abbiamo parlato con corvi e unicorni, con idoli della tv e con personaggi politici, abbiamo vissuto in villaggi medievali ma anche nella Padova di oggi. E poi, come si sa, ogni viaggio insegna qualcosa: dalle nostre fiabe abbiamo appreso il valore dell’amicizia, del coraggio e della lealtà, ma i racconti ci hanno anche permesso di riflettere su temi di attualità. Ovviamente, non potevamo dimenticare le risate: se alcune delle nostre fiabe hanno toni sentenziosi e solenni che ben si addicono alle fiabe più tradizionali, altre sono scherzose e pungenti, tanto da avvicinarsi alla satira. Abbiamo diviso le nostre fiabe in due sezioni: nella prima, “Cappuccetto rosso nel XXI secolo”, ci siamo divertiti a capovolgere la fiaba di “Cappuccetto rosso”, una delle più famose e conosciute. Quando si parla di fiaba, generalmente si pensa a un racconto fantastico che, come i miti e le leggende, ha un’origine molto antica. Eppure, le fiabe 3
possono essere ambientate anche ai nostri giorni. Non ci credete? Nelle nostre fiabe moderne l’ambientazione e l’atmosfera della storia sono contemporanee e i personaggi si comportano come dei cittadini del XXI secolo: pur mantenendo alcuni degli elementi tradizionali della fiaba di Cappuccetto (il cestino di cibo da portare alla nonna, un percorso difficile da affrontare e un “cattivo” che vuole fare del male ai protagonisti), abbiamo lasciato volare la nostra fantasia…preparatevi a qualche finale a sorpresa! Nella seconda sezione, “Fiabe tradizionali”, ci siamo ispirati al genere della fiaba inteso come una narrazione della tradizione popolare che, di conseguenza, racconta molto sia del popolo che l’ha prodotta sia del periodo in cui è stata scritta. Queste fiabe sono state prodotte dal “popolo” della IA: abbiamo voluto raccontarci attraverso di esse. Non ci resta che augurarvi buona lettura. In ogni pagina troverete la favola di un autore diverso con anche un disegno realizzato dallo stesso autore. Dentro questo libro è racchiusa la passione di noi ragazzi: abbiamo creato storie e disegni emozionanti e divertenti, che fanno immaginare mondi sconosciuti, che rapiscono nelle loro avventure intriganti e invogliano ad andare avanti. Speriamo noi tutti che il libro vi piaccia e che vi appassioni!
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Cappuccetto nel XXI secolo
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Cappuccetto Trasparente Un giorno Cappuccetto Trasparente voleva andare a trovare sua nonna. Sua mamma, molto accuratamente, le preparò un grazioso cestino ripieno di prelibatezze fatte in casa. Ma nessuno riusciva a vederla a causa del suo mantello. Per il tragitto, però, si scontrò con un grande corvo che, arrabbiato e affamato, incominciò a mangiare tutte le provviste della povera bambina. Sola e a mani vuote, incominciò a piangere. Il corvo, che sentiva il suo pianto ma non riusciva a vederla, dispiaciuto un po’, diede un consiglio a Cappuccetto: “Vai a casa di tua nonna all’una precisa e, davanti a casa sua, raccogli un fiore rosso e giallo e mettilo nel cestino.” Cappuccetto fece così ma, quando si trovò dentro all’appartamento della nonna, al posto di tirare fuori dal cestino i fiori che aveva raccolto, prese tante prelibatezze: lasagne, pasta, una succulenta bistecca, cassate e tanti altri cibi squisiti. Lei e la nonna mangiarono tutto con gusto, finché non furono sazie. Tutto il resto del cibo che avanzò lo regalò alla nonna, che ne fu molto felice. Tornando a casa, si perse per il centro della sua bellissima città e camminando si ritrovò dentro a una piccola bottega. Lì dentro c’era un po’ di tutto: libri, scatole e scatoloni pieni di cianfrusaglie, varie raccolte tra cui una grandissima collezione di francobolli e una collezione di penny. Cappuccetto entrò con molta curiosità e cercò qualcosa da regalare alla sua mamma che le aveva preparato molto accuratamente il cestino per la nonna. Cercando in mezzo ai libri, ne trovò uno con una copertina rosso scuro, con due serpenti che si mangiano la coda a vicenda e formano un ovale. Lo aprì e vide che il libro era scritto con due colori differenti. Lo richiuse e lesse il titolo di quel bizzarro libro: scritto con caratteri molto particolari, c’era scritto “La storia infinita”. Ma questa è un’altra storia. 6
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Cappuccetta Styles In una via di Manhattan abitava Cappuccetta Styles, una Pop Star molto brava e famosa. Nella sua famiglia erano tutti assai fieri di lei, tranne sua sorella Olivia Wilde. Un giorno, la sua cara nonnina fu ricoverata in ospedale e Cappuccetta Styles doveva portarle un cestino con dentro i cibi preferiti e le medicine. Per andare in ospedale doveva fare una strada molto corta, ma con tanta gente e il rischio era che i fan la riconoscessero e le impedissero di andare in ospedale. Mentre Cappuccetta Styles andava per la strada, Olivia urlò: “O mio Dio, tu sei Cappuccetta Styles!!!”. Allora tutti corsero verso di lei. Intanto Olivia prese il cestino e, al posto delle medicine, ci mise del veleno. Andò in ospedale e, quando la nonna prese le medicine, morì sul colpo. Olivia fece tutto questo solo per prendere l’eredità della nonna, che era molto ricca, e anche perché amava il marito della sorella Cappuccetta Styles: pensava che, se lei fosse stata più ricca, lui si sarebbe innamorato di lei. Ma lui non ricambiava l’amore di Olivia perché amava solo Cappuccetta Styles. Dopo queste vicende, Cappuccetta Styles e suo marito Harry Styles fecero un album assieme e diventarono ancora più famosi e innamorati. Riguardo a Olivia, beh, la nonna non le aveva lasciato tantissimi soldi, quindi venne sfrattata. Poi si scoprì che era stata lei a ucciderla, dunque andò in prigione e prese l’ergastolo.
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Cappuccio Cromatico C’era una volta Cappuccio Cromatico, aveva dieci anni, indossava vestiti arcobaleno e viveva in un videogioco: Brawl Stars. Un giorno, doveva portare un cesto di punti energia alla nonna, perché era scesa al livello uno e si era ammalata. Per raggiungerla, scelse di prendere la via più veloce, anche se era la più pericolosa. Doveva attraversare un labirinto combattendo contro altri giocatori di livello dieci, senza perdere la partita. Aveva un unico compagno alleato, Gelindo, ma era dalla parte opposta del labirinto. Cappuccio Cromatico continuava a correre e, ogni volta che vedeva un nemico, si nascondeva per non essere ucciso: una volta in un cespuglio, un’altra dietro a un muro. Così avanzò fino a dopo la metà del labirinto, ma a quel punto si trovò davanti una Shelly, cioè un nemico armato di una Super Pronta (un’arma che spara tantissime palline ed è capace di togliere tutta la carica vitale). Cappuccio Cromatico era spaventato, ma vide alle spalle di Shelly arrivare Gelindo e congelare con il raggio ghiacciante il nemico. Il peggio era passato e i due arrivarono sani e salvi dalla nonna, le consegnarono il cestino e la nonna in un baleno tornò al livello dieci: era guarita! Ma al ritorno Cappuccio Cromatico scelse la strada più lunga e sicura. Dopo cosa successe si sa…ma questa è un’altra storia. 9
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Cappuccetto Rosa C’era una bambina di nome Cappuccetto Rosa che abitava in centro a Padova e che era abituata a spostarsi da sola in città con il suo monopattino elettrico rosa. Chi la vedeva sfrecciare la chiamava Cappuccetto Rosa, perché aveva sempre la felpa rosa con il cappuccio tirato su. Il monopattino era un regalo da parte di sua nonna Annalisa. La nonna da qualche giorno era ammalata di Covid 19 e non poteva uscire di casa per fare la spesa. Cappuccetto Rosa si era offerta per portarle mascherine, gel per le mani, medicine, il pranzo e la cena pronti. Purtroppo, attraversando il centro della città, Cappuccetto incontrò un gruppo di bulli che le bloccarono la strada e la presero in giro. Lei provò a scappare, ma i bulli la spinsero in mezzo alle rotaie del tram e la sventurata cadde rompendosi una gamba. La bambina tornò a casa zoppicante e la mamma la portò in ospedale, dove incontrò la nonna ammalata. La stavano ricoverando perché aveva tanta tosse e raffreddore. Così le due si sentirono più vicine e, anche se stavano in due stanze diverse, comunque potevano videochiamarsi con il telefono. Il quarto giorno entrambe tornarono a casa, sane e salve.
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Cappuccetto Arcobaleno C’era una volta una bambina che abitava in una città chiamata Fast Food. Tutti lì erano tondi e grassottelli, tranne Cappuccetto Arcobaleno. Lei era chiamata così perché ogni giorno si vestiva di un colore diverso. Doveva raggiungere la nonna per cenare con lei. L’unico problema era che, davanti a casa sua, c’era un’enorme strada trafficata e aveva paura che il panino, che aveva comprato al Mc Donald’s per l’occasione, si sarebbe raffreddato. Così, mentre camminava, chiese a un barbone di accompagnarla e in cambio gli avrebbe comprato qualcosa da mangiare. Lui accettò e si incamminarono. Arrivati lì, il barbone rubò dalle mani di Cappuccetto il cestino con i due panini e se ne andò scappando a gambe levate. A quel punto la nonna, che aveva visto tutto, lo rincorse finché non lo colpì con il suo bastone e lo portò in galera. In tutto questo i panini si erano raffreddati.
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Cappuccetto Snob C’era una volta un bambino che si chiamava Jack. Era snob e indossava sempre il cappuccio: per questo era soprannominato Cappuccetto Snob. Un giorno sua madre gli disse: “Vai da tua nonna e portale questi Iphone, così impara a usarli”. Lui ci andò con il suo jet, ma all’improvviso apparve un lupo volante che gli disse: “Vai di là che fai prima”. Lui ci andò, ma ci mise il doppio del tempo. Arrivò prima il lupo e si mangiò la nonna. Poi arrivò Jack e, ignaro di tutto, diede il cesto di Iphone a colei che credeva fosse la nonna. Quindi tornò a casa e disse alla madre che la nonna era stranamente più giovane.
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Cappuccetto Lilla C’era una volta una bambina che chiamavano Cappuccetto Lilla. Un giorno Cappuccetto andò nel bosco incantato per portare delle buone cose alla nonna malata, ma nel tragitto incontrò un unicorno cattivo che le chiese: “Ciao bambina, che cosa hai in quel cesto?”. Cappuccetto Lilla rispose: “Ho del buonissimo cibo da portare alla mia nonnina”. E l’unicorno le chiese: “Dove abita la tua nonnina?”. Cappuccetto glielo disse e così l’unicorno lo rivelò ai suoi amici cattivi che andarono lì. Nel frattempo, l’unicorno chiese a Cappuccetto qualcosa da mangiare minacciandola. Cappuccetto gli disse: “Ma certo che puoi avere un dolcetto, anzi anche due se vuoi, non c’è bisogno di minacciare. Ma ora devo proprio andare dalla nonna, ciao ciao”. Così l’unicorno mangiò il dolcetto ed era così felice per la gentilezza di Cappuccetto che diventò un bellissimo unicorno buono. C’era tuttavia un problema: doveva andare a fermare i suoi amici che stavano andando a casa della nonna. Quando Cappuccetto arrivò, era pieno di unicorni malvagi che distruggevano la casa e, quando videro Cappuccetto, la legarono insieme alla nonna. Ma in quel momento arrivò l’unicorno buono che cacciò gli unicorni cattivi e liberò Cappuccetto Lilla e la nonna. La fiaba ci aiuta a capire che a volte un gesto di gentilezza può cambiare le persone e le fa diventare più buone.
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Cappuccetto Draghi Un giorno la figlia di Draghi doveva andare dalla nonna, ma lei era dall’altra parte di Roma, a Palazzo Chigi. Il suo migliore amico era il suo cane: un barboncino color nocciola di nome Max. La bambina allora si incamminò con il cesto con medicine e cibo da portare alla nonna. Ad un certo punto, una folla di giornalisti la bloccò, ma il suo cane morse i paparazzi che scapparono terrorizzati. La ragazza così arrivò dalla nonna, che la ringraziò per quello che le aveva portato. Poi lei tornò a Palazzo Chigi, dove con il papà visse felice e contenta.
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Cappuccetto Fuxia Cappuccetto Fuxia era una bambina che viveva in una bellissima casa moderna con un grande giardino. Suo papà faceva l’architetto e sua mamma la veterinaria. Cappuccetto Fuxia aveva una cagnolina che si chiama Amelie, che la seguiva dappertutto e insieme erano una squadra eccezionale! Quel giorno Cappuccetto Fuxia doveva andare dalla sua povera nonnina che stava poco bene e la mamma le aveva dato un cestino con una buonissima cheese cake e un tortino al cioccolato. Per arrivarci, però, Cappuccetto Fuxia doveva superare una prova: fare una partita di tennis contro il lupo cattivo. Se Cappuccetto non avesse vinto, il lupo l’avrebbe mangiata. Lei però si allenava sempre moltissimo per vincere queste partite! Infatti il lupo fu sconfitto. Quando Cappuccetto Fuxia arrivò dalla nonna, le diede il cestino e la nonna le regalò un libro di Agatha Christie: Assassinio sull’Orient Express. Poi Cappuccetto Fuxia tornò a casa e cominciò subito a leggere il suo nuovo libro!
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Cappuccetto Verde C’era una volta una bambina a cui piaceva vestirsi di verde e tutti la chiamavano Cappuccetto Verde. Un giorno Cappuccetto doveva portare un cestino con del cibo alla nonna e, per andarci, doveva attraversare il bosco. Mentre si trovava dentro il bosco, da lontano vide un cacciatore dirigersi verso la casa della nonna. Allora Cappuccetto lo seguì e, appena aprì la porta della casa della nonna, lo vide puntarle una pistola contro. Cappuccetto Verde, intrepida, gli si attaccò al collo da dietro e, prima che l’uomo potesse difendersi, la bambina gli aveva rubato la pistola e gli aveva sparato. Cappuccetto corse dalla nonna per chiederle se fosse tutto a posto e, nel mentre, un lupo iniziò a suonare il campanello all’impazzata. Cappuccetto, non sapendo del lupo, aprì la porta e il lupo si mangiò sia la nonna sia la bambina. Alcuni mesi dopo dei cacciatori trovarono un lupo morto e una donna anziana e una bambina vestita di verde al suo fianco coperte di sangue.
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Cappuccetto e la carestia Nel 2050 scoppiò una grande carestia. Un gruppo di rifugiati nella valle di Trento aspettava l’arrivo di un camion pieno di provviste. Un giorno, una ragazzina con un cappuccio bussò alla porta di questo accampamento di fortuna e chiese del cibo e dei medicinali per lei e per la nonna. Allora le diedero le medicine e la lasciarono andare. Pochi mesi dopo la bambina tornò e chiese altro cibo, ma stavolta anche loro ne avevano poco e il camion di provviste non arrivava. Allora proposero a lei e alla nonna di trasferirsi con loro e di aspettare assieme il camion. Lei accettò e si trasferirono nell’accampamento, ma poco dopo iniziò a sparire il poco cibo rimasto e i cittadini pensavano che i ladri fossero la bambina e la nonna, quindi le cacciarono. Pochi giorni dopo si venne a scoprire che a rubare il cibo erano i cittadini della città a fianco e così scoppiò una lunga guerra tra le due città. Alla fine vinsero i rifugiati del campo di Trento e si ristabilì la pace. Col passare del tempo i rifugiati videro giungere molte persone, ma il camion di provviste non arrivava. Passarono anni e, più la comunità si espandeva, meno cibo si aveva, finché morirono tutti di fame. Anzi no, aspettate: mi chiamo Allegro di cognome, la mia fiaba non può finire in modo così triste...ricominciamo: col passare di molti anni i rifugiati videro arrivare molte persone e alla fine arrivò anche il camion di provviste. Gli abitanti fecero un grande banchetto, a cui invitarono anche la ragazzina col cappuccio e la nonna. Vissero tutti felici e contenti. Questa fiaba ci insegna che un cognome può cambiare il finale.
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Fiabe tradizionali 25
Il principe e il gufo C’era una volta un ragazzo che era figlio del re di un regno molto lontano dalla città. Questo ragazzo, che era il principe, voleva scoprire che cosa ci fosse fuori dal regno, ma i suoi genitori gli dicevano sempre: “Tu non puoi uscire, il mondo lì fuori è pericoloso. Ci potrebbero essere persone che ti potrebbero rapire e ammazzare con un colpo”. Il ragazzo li ascoltava, ma comunque voleva andare in città. Un giorno passò un gufo magico che gli disse: “Io potrei portarti in città, ma se vuoi che ti accompagni dovrai superare tre prove e svolgere tre lavori domestici”. Il ragazzo ci pensò e rispose: “Hmm... Va bene, però, mi dovrai accompagnare e farmi da guida di tutta la città, perché io non ci sono mai andato”. Il gufo gli diede un foglio con scritto le tre prove e i tre lavori domestici, dopodiché volò via e gli disse che sarebbe tornato una volta terminate le prove. Il principe lesse la prima prova: c’era scritto che doveva fare ventiquattro giri del campo. Mentre il gufo parlava al principe, il suo fratellastro Gino li spiava perché anche lui voleva andare in città. Quindi rapì il gufo e lo legò a un albero perché non lo portasse in città. Il principe, intanto, aveva finito la prima prova e cominciò la seconda, cioè quella di tagliare l’erba di tutto il regno. Per questa prova ci mise due/tre mesi perché Gino con la “pozione della ricrescita” continuava a far ricrescere l’erba di nascosto. Come terza prova doveva lavare tutte le finestre del castello e ci mise un mese perché Gino gli buttava il fango sulle finestre. Adesso il principe aveva finito le prove, ma doveva ancora svolgere i tre lavori domestici. Il primo consisteva nel pulire tutti i water del castello e ci mise tre giorni, perché il fratellastro gli rubava lo straccio. Il secondo gli richiedeva di pulire tutti i piatti d’oro della credenza e ci mise una settimana, perché il fratellastro gli aveva nascosto la chiave. Nel foglio c’era scritto che, come ultimo lavoro, doveva stirare tutti i vestiti della madre. Per questo lavoro non gli fece nessun dispetto, poiché nel frattempo aveva obbligato il gufo a portarlo in città. Ma il 26
gufo non voleva aiutarlo, quindi lo portò in un vicoletto dove c’erano tutti i ladri del regno e uno di questi lo ammazzò. In seguito il gufo andò dal principe e gli disse che suo fratello era morto e che l’avrebbe portato in città, ma a quel punto il principe rispose: “No no no, Gino è morto perché è andato in città e io non voglio morire come lui.” Il gufo se ne andò e il principe recatosi dai genitori, disse loro che avevano ragione e che, da quel momento in poi, li avrebbe ascoltati sempre. Poi il padre gli rispose che er contento che finalmente avesse capito che si deve sempre ascoltare i genitori e che hanno sempre ragione. Quindi si abbracciarono e vissero sempre felici e contenti.
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La ragazza Galassia Tanto tempo fa c’era una ragazza di nome Stella. In un giorno che sembrava come tutti gli altri, durante la ricreazione, cominciò a leggere un libro sulla ragazza Galassia e pian piano, leggendo, scoprì che era stata colpita da una maledizione e solo una ragazza come lei avrebbe potuto salvarla. Il giorno dopo, quando finì di leggere il libro, Stella scoprì di essere uguale a Galassia, così seguendo la sua storia capì come liberarla. Ma la strega Buco-nero, colei che aveva lanciato la maledizione a Galassia, fermò Stella e le disse che avrebbe potuto salvare l’amica solo se fosse riuscita a risolvere un indovinello. Stella disse che avrebbe fatto qualunque cosa pur di salvarla, quindi accettò. L’indovinello era: qual è la stella più luminosa della Via Lattea? Stella rispose che era la stella in cui la strega aveva trasformato l’anima di Galassia. Era giusto e così, indovinata la risposta, la strega si polverizzò e l’incantesimo si spezzò. Galassia, che era la custode del potere della luce e della notte, era così felice che Stella l’avesse liberata che le regalò il potere della luce. Stella e Galassia diventarono migliori amiche e vissero felici e contente. E ancora adesso, se nel cielo vediamo una costellazione a forma di cuore, sono loro che insieme ci dicono di avere sempre un po’ di luce e amore nei nostri cuori.
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Il Pifferaio magico Tanto tempo fa, in Florida, la gente viveva in pace, ma un giorno milioni di topi assalirono strade, scuole, ponti, ospedali. Gli abitanti cercarono di mandarli via con trappole e veleno topicida, ma fu tutto vano. Nessuno poteva dormire, giocare, studiare o lavorare. I cittadini andarono dal sindaco e gli chiesero di eliminare quella piaga. Il farmacista chiamò il Pifferaio magico che, con un incantesimo, fece comparire così tanti gatti che nel giro di una settimana i topi non c’erano più. Il Pifferaio magico in cambio voleva due sacchi di monete d’oro, ma nessuno gli dava niente. Allora lui nascose dei bambini in una grotta in montagna. I genitori dei bambini li reclamarono e così il sindico diede al Pifferaio i due sacchi d’oro. Così quello liberò i bambini e vissero tutti felici e contenti.
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Una vera e propria avventura C’era una volta una mamma lupa con sette cuccioli, tre maschi e cinque femmine. Dopo quattro giorni di estenuante cammino dai monti per raggiungere la città, trovarono riparo nella cavità di un albero. Verso la notte, arrivò un orso affamato: dei cuccioli di lupo indifesi erano un pasto perfetto. La mamma avvertì il pericolo, bloccò l’entrata della tana e mise a tacere i cuccioli. Pericolo scampato. La mattina seguente si rimisero in viaggio. Arrivarono a una città molto trafficata. A un certo punto, due cani si misero a inseguirli. I sette cuccioli corsero a più non posso e alla fine i due cani si arresero. Il giorno dopo partirono per un villaggio indiano a un centinaio di chilometri. Lì erano ben accetti, coccolati e amati da tutti. Le persone che abitavano lì sapevano benissimo che i lupi, nonostante stessero con loro, non erano diventati animali domestici e quindi bisognava rispettare il loro volere. Dopo qualche giorno i lupi si spostarono nella valle di Aramba, dove li attendeva il resto del branco. La lupa si era dovuta allontanare dal branco a causa dei cacciatori. Infatti, essa aveva un manto candido e bianco, che tutti i cacciatori desideravano. Per proteggere sia i cuccioli sia il branco si era allontanata. Tutti i membri del branco erano felici di rivederla e di accogliere i nuovi nati. VISSERO TUTTI FELICI E CONTENTI.
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Furto in casa di Clarissa C’era una volta una principessa di nome Clarissa che abitava a Marina di Pietrasanta, una bellissima località della Versilia in Toscana. Clarissa era simpatica e benvoluta da tutto il villaggio, con l’eccezione di Alfio, un omone grande e grosso, molto arrogante e con dei lunghi baffi arricciati all’insù. L’abitazione di Clarissa era grande e lussuosa, protetta da alte mura. Un giorno, attraverso la posta, arrivò un grosso pacco che conteneva un milione di mascherine d’oro e novecentocinquantamila bottiglie di gel igienizzante ricoperte d’argento puro. Una notte, visto che si era dimenticata di accendere l’allarme, di soppiatto il losco individuo Alfio entrò e rubò tutto il pacco contenente la preziosa merce. Il mattino seguente Clarissa, accortasi del furto e immaginando che fosse opera di Alfio, chiamò i suoi tre fidati cagnolini alati: Lilly, Trilly e Luna. Raccontò loro i fatti e si misero a cercare l’arrogante Alfio nella fitta pineta di Pietrasanta. Durante il percorso incontrarono Cippy, la loro amica scimmia con le orecchie da elefante: lei conosceva molto bene la fitta pineta e per questo sapeva dove dimorasse Alfio. La pineta era fredda e molte persone non ne uscivano vive. Fortunatamente, grazie all’aiuto di Cippy, i piccoli cagnolini alati che accompagnavano Clarissa arrivarono a casa di Alfio sani e salvi. Quando aprirono la porta, trovarono Alfio steso a terra, ma non sapevano il perché! A un certo punto sbucò da dietro la porta del bagno Mago chimicoscientifico Luppo, un aiutante della principessa che, grazie alla sua sfera magica del futuro, era arrivato in un batter d’occhio a casa di Alfio e con la sua magia lo aveva ucciso. Tutti applaudirono Luppo e tornarono a casa sani, salvi, felici e contenti.
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Il Pinguino e L’Orso Polare C’era una volta un pinguino che veniva bullizzato da un orso polare. Il pinguino incontrava l’orso polare solamente quando andava a scuola e quando tornava a casa da scuola. Un giorno l’orso polare trovò il pinguino mentre comprava un gelato, glielo rubò subito e se ne andò mangiandolo. Il pinguino andò a casa triste, ma mentre camminava trovò un libro magico e iniziò a sfogliarlo. Lo lesse tutto e imparò il jujitsu, un’atre marziale, così era pronto ad affrontare il suo nemico l’orso. Il giorno dopo incontrò l’orso e gli tirò un calcio: l’orso volò fino in Cina e diventò uno spiedino. Vissero tutti felici e contenti, tranne l’orso polare.
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I due cavalieri C’erano una volta in un posto molto lontano due cavalieri. Un cavaliere era molto ricco, aveva una bellissima armatura preziosa e dei cavalli. L’altro cavaliere invece era molto povero. Era coraggioso e forte, ma purtroppo non aveva abbastanza soldi per comprarsi un’armatura e un cavallo. Un giorno il cavaliere povero incontrò un mago che poteva aiutarlo. Gli disse che, per diventare ricco, doveva affrontare una sfida: scalare un’alta montagna e, arrivato sulla cima, uccidere l’aquila che si trovava lì e rubare l’uovo magico all’interno del suo nido. Il cavaliere non era molto sicuro di riuscire ad affrontare questa sfida perché amava gli animali, ma decise comunque di farsi avanti. Il cavaliere più ricco venne a sapere della sfida e, avendo paura di perdere il primato come cavaliere più forte, decise di sfidarlo. La gara iniziò. Il primo a raggiungere la cima fu il cavaliere più ricco che colpì l’aquila con la sua spada e rubò l’uovo magico all’interno del suo nido. L’altro cavaliere, preoccupato per le condizioni dell’animale, la curò e l’aquila, dopo essere guarita, per ringraziarlo prese il volo e rubò l’uovo magico al cavaliere più ricco. Il cavaliere povero grazie all’uovo divenne molto ricco. Si comprò un’armatura preziosa e un bellissimo cavallo bianco. Inoltre, per onorare l’aquila, fece incidere la figura dell’animale sul suo scudo. Divenne il cavaliere di corte, sposò la figlia del re e vissero tutti felici e contenti.
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Tobias il grande re di Albania C’era una volta in Albania un piccolo bambino di nome Tobias, che dagli amici veniva chiamato Tobayenco. Il suo sogno era diventare il re d’Albania, solo che aveva paura della rivoluzione albanese, che temeva di causare candidandosi come re. Un giorno Tobias andò a chiedere come si potesse diventare il re d’Albania e gli dissero che doveva mangiare 150 chili di Pringles della San Carlo in due ore. Non sapeva come fare e quindi chiamò i suoi amici Lollo struzzo dal lungo collo, Jacobbe cammello a tre gobbe e Leò quel seductor per farsi aiutare. Arrivarono all’Albanidonald’s, ma dopo molte patatine Leò svenne, Jacobbe fece indigestione e dovette correre in bagno e Lollo venne teletrasportato a Bollywood. Tobias era solo e mancavano cinque minuti, ma gli rimaneva solo un pacchetto di patatine. Però, quando le patatine finirono, ricrebbero magicamente. Tobias le rimangiò, ma ricrebbero nuovamente. Sfortunatamente in quel momento arrivò il tizio dell’Albanidonald’s per cacciarlo fuori dal negozio, ma venne aggredito dalla SWAT indiana mandata da Bollywood. Subito dopo ci fu una grande esplosione, tutti i ragazzi caddero a terra svenuti. Quando Tobias si rialzò vide che il pacchetto magico era esploso, perché mai nessuno prima di lui era mia riuscito a mangiare così tante patatine. Dopo l’esplosione del pacchetto Leò si svegliò, Jacobbe tornò dal bagno e Lollo tornò all’Albanidonald’s grazie ad un passaggio in elicottero dalla SWAT indiana. Tobias diventò il re di Albania, però il suo nome venne ricordato come Tobaias. 39
Tobias -o meglio Tobaias- era il re dell’Albania, ma Piccolo-mini-bullo, un soldato ecuadoregno, voleva usurpare il suo trono e quindi mise in atto la Rivoluzione Albanese. La guerra era durissima e Piccolo-mini-bullo aveva un esercito formato da orsi con un cannone sulla schiena. Ma Tobias aveva un esercito più forte: era formato da polli che sparavano crocchette di pollo e da piccioni con orecchie molto lunghe. Tobias ebbe fame e si mangiò metà esercito di polli, perciò fu costretto a scappare sul monte Everest dove incontrò e sposò la figlia di Bigfoot. Tobias ritornò in guerra con Bigfoot che, sfortunatamente (o fortunatamente?), dopo aver mangiato 15 chili di fagioli in scatola scorreggiò mettendo fine alla guerra e facendo svenire Tobias. Quando Tobias si svegliò, l’Albania era lo stato più evoluto del mondo, però Tobias non ebbe tempo di ammirare la capitale Tirana -città che, per la cronaca, ha più di 25 miliardi di abitantiperché l’Albania era sotto attacco dal conquistatore di terre Napolantonio, il re dello Zimbawe. Tobias riuscì a sconfiggere Napolantonio nel bassopiano egiziano spruzzandogli lo spray allo zucchero di barbabietola. Ed è così che si concludono le incredibili ed avventurose storie di Tobias, che viene ricordato come l'unica persona tanto coraggiosa da tentare l'impossibile per diventare un grandissimo e importantissimo re dell'Albania. 40
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Mister Lorenzo Trump Mister Lorenzo Trump, un personaggio molto potente, si era appena sposato con Baracca Umana. Dato che era calvo e molto invidioso di tutti coloro che possedevano una chioma fluente, decise di torturare tutti quelli con i capelli. Per fortuna intervenne un mago che, per punirlo, gli diede un parrucchino decisamente brutto, tanto che Baracca Umana lo lasciò e lui venne licenziato. Così Giacomo Biden lo sostituì. Allora Mister Lorenzo Trump era molto arrabbiato e con la magia nera creò 20.000 nani da giardino che ballano con i fucili da caccia. Quindi attaccò la Casa Bianca con tanto di razzi, aerei e alieni. Ma Giacomo Biden aveva un piano: diventare amico di Mister Lorenzo Trump. Quindi gli inviò con un piccione viaggiatore un parrucchino molto bello e, appena Lorenzo lo ricevette, lo indossò e si calmò. I due diventarono amici, Giacomo Biden rimase il presidente e Lorenzo Trump divenne il suo vice.
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Il principe che volle diventare re C’era una volta un principe che voleva diventare re, ma per realizzare il suo desiderio egli doveva compiere una prova: andare sulla Luna e prendere la bandiera che era stata piantata dai primi uomini sbarcati sulla Luna. Quindi il principe prese i suoi cavalli, li legò al suo carro, schioccò le dita e questi iniziarono a volare. Prima di arrivare, ci mise cinque giorni e cinque notti.
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Quando atterrò sulla Luna, iniziò a cercare la bandiera ovunque. Era stanchissimo. Tuttavia, prima che si addormentasse, la vide. Si avvicinò e la stava per prendere, ma sparì sotto terra e ricomparve dietro di lui. Poi si ripeté la stessa cosa e la bandiera risbucò un po’ più lontano, poi un po’ più indietro e così fino a quando una talpa lunare sbucò da sotto la bandiera. Così il principe capì che era la talpa a farla scomparire, quindi scavò sotto di lui per trovare le gallerie della talpa, arrivò da lei, la uccise e prese la bandiera. Quando tornò sulla Terra, diventò re e visse felice e contento.
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Il collezionista C’era una volta un ragazzo di tredici anni che si chiamava Drake. Aveva un desiderio da molti anni, che consisteva nel possedere delle Jordan 1 high x Off White Chicago, però non le trovava mai in negozio. Un sabato mattina, dopo aver finito i compiti, appena arrivato in soggiorno, gli comparvero tre maghi davanti agli occhi. Si chiamavano Lorenzetto, Gioele e Travis Scott. I tre proposero al ragazzo di scegliere un paio di scarpe tra le Jordan Black and White, le Jordan Dark Mocha e l’ultimo medello delle Jordan Travis Scott. Drake scelse le ultime perché gli piacevano di più, ma le sue preferite non c’erano. Circa un anno dopo in America aprì un nuovo negozio di Jordan e il ragazzo, che si era appena trasferito proprio lì, corse subito a dare un’occhiata. Appena entrò, trovò i tre maghi che gli erano comparsi l’anno precedente, questi si fusero insieme in una nuvola magica, scomparvero in una bolla di fumo luccicante e lasciarono a Drake un super regalo: le scarpe da lui tanto desiderate! Ma non erano scarpe normali, erano scarpe dotate di poteri magici: ogni volta che Drake le indossava, poteva volare verso il cielo, saltare i grattacieli della sua città e diventare invisibile. Per questo decise di mettere le sue scarpe da collezione a servizio della comunità e quindi di aiutare tutte le persone in difficoltà. Poteva finalmente combattere il crimine, sconfiggendo i malvagi e dando loro una lezione. Con le sue scarpe divenne l’eroe della città, tutti lo amavano e si sentivano sicuri e protetti.
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L’arcobaleno In una calda serata d’estate, un nonno speciale raccontò la favola dei sette colori dell’arcobaleno al suo nipotino. Dopo qualche minuto, il bimbo si addormentò immaginando di correre leggero sulle soffici nuvole. Esprimendo tutta la sua creatività, tirò fuori un pennello dalla tasca e tracciò un semicerchio rosso come la sua esuberanza, appoggiandolo a due nuvole. Meravigliato dal suo splendore, decise di farne un altro vicino di colore arancione, simbolo della sua allegria. Dopo il rosso e l’arancione non poteva mancare una pennellata di giallo solare. A questo punto, decise di dare una svolta alle tonalità del suo capolavoro, accostando al giallo la speranza di poter continuare il suo disegno con un bel verde. La speranza sta sempre a braccetto con un pizzico di serenità e il color indaco accresceva decisamente la sua felicità. Per avere un’idea così geniale, un tocco di blu non poteva mancare. Il bambino, oramai stanco di aver speso tutte quelle energie, giunse alla fine del lungo sogno e lasciò al suo arcobaleno una spolverata di viola malinconia, per poi tornare alla realtà e dimostrare che tutto quello che era successo non era magia. Una volta risvegliato, il bambino corse dal nonno per raccontargli il suo sogno colorato e l’anziano, che era molto emozionato, gli donò delle tempere. Insieme accostarono i sette colori dell’arcobaleno e, poco dopo, da un ballo tra il sole e la pioggia come per magia il loro arcobaleno apparve nel cielo fuori dalla finestra.
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Chanel e Belle Tanto tempo fa viveva una ragazza di nome Belle. I suoi genitori la abbandonarono all’età di otto anni e così Belle rimase sola. Tutti i giorni cercava una casa, ma era un totale fallimento, andava a scuola e imparava, però tutti la prendevano in giro. Tra le compagne più antipatiche c’era Chanel, la ragazza più smorfiosa della scuola. Tutti i giorni Belle andava a passeggiare al lago, però Chanel cercava sempre di infastidirla. Un giorno Belle incontrò un bellissimo ragazzo con due occhi verdi e un gran sorriso. Lei si innamorò subito e anche lui, ma bisognava evitare Chanel per essere felici! Quindi i due decisero di creare una pozione formata da acqua e profumo di rosa e la regalarono a Chanel. La ragazza se ne versò un po’ addosso, pensando fosse un regalo gentile, e così cadde nel tranello: era un profumo talmente forte, che si sentiva a chilometri di distanza! Così Belle e il suo fidanzato ogni giorno potevano sentire Chanel che si avvicinava e fuggire da un’altra parte. Alla fine si sposarono e vissero felici contenti!
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I due principi C’era una volta due principi. Uno di loro era arrogante e rissoso, si chiamava Jack, e l’altro, di nome Lial, era gentile e pacifico. Un giorno il loro padre, il re del regno di LIONES, disse loro che, per diventare re, avrebbero dovuto superare tre prove: chi avrebbe vinto sarebbe stato il re del regno di LIONES. La prima consisteva di rubare i due scettri magici della fata Gigia. I due corsero subito alla FORESTA DELLE FATE e rubarono i due scettri, ma al ritorno il loro zio, il fratello del re, li ostacolò dicendo che doveva essere lui il re e che, se non gli avessero consegnato subito gli scettri, li avrebbe uccisi. Ma i due non lo ascoltarono e consegnarono gli scettri al padre. La seconda prova consisteva nell’andare a CARANEL e prendere due bicchieri di olio bollente dal lago al centro di CARANEL e offrirli al cane di OMEGA, la guardia suprema di CARANEL E LIONES. Giunti a CARANEL, Lial arrivò per primo al centro e prese due bicchieri per darne uno a suo fratello. Intanto Jack arrivò e insieme andarono sul ponte del lago dove c’era il cane di OMEGA. Ma lo zio, che li aveva seguiti, attaccò Lial e Jack, dalla rabbia, lo spinse nell’olio bollente e lo uccise. I due diedero i bicchieri al cane e tornarono a casa dal loro padre. Costui però morì e i due si divisero il regno, così da essere tutti e due re. Alla fine era questa la terza prova.
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Sommario Introduzione .............................................................................................................. 3 Cappuccetto nel XXI secolo ................................................................................ 5 Cappuccetto trasparente ......................................................................................6 Cappuccetta Styles ................................................................................................. 8 Cappuccio Cromatico .............................................................................................. 9 Cappuccetto rosa ................................................................................................... 11 Cappuccetto snob ..................................................................................................14 Cappuccetto Lilla ...................................................................................................15 Cappuccetto Draghi .............................................................................................. 17 Cappuccetto Fuxia .................................................................................................18 Cappuccetto Verde............................................................................................... 20 Cappuccetto e la carestia ................................................................................. 22 Fiabe tradizionali .................................................................................................. 25 Il principe e il gufo .............................................................................................. 26 La ragazza Galassia............................................................................................. 28 Il Pifferaio magico ............................................................................................... 30 Una vera e propria avventura .......................................................................... 32 Furto in casa di Clarissa..................................................................................... 35 Il Pinguino e L’Orso Polare ............................................................................... 36 I due cavalieri ........................................................................................................ 37 Tobias il grande re di Albania .......................................................................... 39 Mister Lorenzo Trump ........................................................................................ 42 Il principe che volle diventare re ................................................................... 43 Il collezionista ....................................................................................................... 45 L’arcobaleno............................................................................................................ 46 Chanel e Belle ........................................................................................................ 48 I due principi .......................................................................................................... 50
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