Communication Agency Int. srl Anno XIX - N. 5/2013 Sped. in A.P. 45% Art. 2 Comma 20 Lett. B Legge 23/12/96 N. 662 - Filiale di Milano Prezzo di copertina E 2,00
MAGAZINE D’OPINIONE SUL MONDO DEL TURISMO
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BUSINESS TRAVEL 6 STRATEGIE PER CONTENERE I COSTI COME SALVARSI DALLE BUGIE IN RETE MARKETING LE 4 C DEL WEB 3.0
Carlo Pochy Rianò Energy Trading International
UNA SQUADRA VINCENTE
JOE BASTIANICH RISTOSTAR Quando la cucina è protagonista
GOLF Un’opportunità per il turismo
SCENARI DEL TURISMO L’hotel di lusso si ripensa
START UP Quando l’azienda è giovane
Via Andrea Mantegna, 130 00147 Roma Ufficio Commerciale: 06.98952719 aran.events@barcelo.com
Via Riccardo Forster, 24 00143 Roma Ufficio Commerciale: 06.98952719 aran.events@barcelo.com
www.barcelo.com
Lungomare Duca degli Abruzzi, 72 Nuovo Porto Turistico 00121 Lido di Ostia (Roma) Ufficio Commerciale: 06.98952719 aran.events@barcelo.com
INDICE INSERZIONISTI
Barcel贸 Hotels & Resorts - Roma
Direttore Commerciale: Dolores Iannantuoni
www.barcelo.com
II cop.
Bettoja Hotels - Roma
Direttore Commerciale: Gerardo Forestiero
tel. 800 860004 www.bettojahotels.it
pag. 125
tel. 0187 599737
pag. 161
www.btc.it
pag. 12
Blastness srl - La Spezia
Presidente: Andrea Delfini
BTC 2013 - Firenze Cegalin Group - Milano, Roma, Vicenza
Direttore Commerciale: Pierantonio Pegoraro
www.cegalingroup.com
pag. 87
Energy Trading Int - Roma
Presidente: Carlo Pochy Rian貌
www.energyti.it
pag. 9-10
Grand Hotel Bristol - Stresa (Vb)
Direttore: Antonio Zacchera
tel. 0323 32601 www.zaccherahotels.com
pag. 5
Grand Hotel Continental - Tirrenia (Pi)
Direttore: Bruno Campana
tel. 050 37031
pag. 153
Grand Hotel Dino - Baveno (Vb)
Direttore: Andrea Zacchera
tel. 0323 922201 www.zaccherahotels.com
pag. 5
Hhonors Hilton Worldwide
Ufficio Vendite Italia: ISO.Italy@hilton.com
tel. 02 69833000
Hotel Federico II - Jesi (An)
Direttore: Andrea Ferrari Acciajoli
tel. 0731 211079
pag. 137
Hotel Savoy Palace - Gardone Riviera (Bs)
Titolare: Silvia Dalla Bona
tel. 0365 290588 www.savoypalace.it
pag. 159
tel. 0323 924112 www.zaccherahotels.com
pag. 5
tel. 0323 924583 www.zaccherahotels.com
pag. 5
tel. 035 4522434 www.hpoint.it
pag. 151
Hotel Simplon - Baveno (Vb)
Hotel Splendid - Baveno (Vb)
H-Point - Milano
Direttore: Massimo Zacchera
Direttore: Raffaele Zacchera
Presidente: Giovanni Borriello
IV cop.
India Tourism Milan - Milano
Direttore: Gobind C. Bhuyan
www.indiatourismmilan.com
pag. 127
Marina di Loano - Loano (Sv)
Relazioni esterne: Laura Mondellini
tel. 019 675445
pag. 155
Nero Hotel Group
Amministratore delegato: Gianluca Giglio
www.nerohotels.com
pag. 157
Nova Yardinia Resort - Castellaneta Marina (Ta)
Direttore generale: Vincenzo Gentile
tel. 099 8204901
pag. 68-69
Nuovo Trasporto Viaggiatori - Roma
Resp. Marketing e Servizi N.T.V: Gianluca Pinto
italotreno.it/aziende
pag. 3
Palazzo Borghese - Firenze
Direttore: Claudio Baggiani
tel. 055 2396293
pag. 163
Park Hotel ai Cappuccini - Gubbio (Pg)
Direttore: Maria Carmela Colaiacovo
tel. 075 9234
pag. 7
Pedersoli - Assago (Mi)
Titolare: Martino Pedersoli
tel. 02 48844854 www.pedersoli.com
III cop.
Radisson Blu es. Hotel - Roma
Direttore Generale: Gianluca Capone
tel. 06 444841
pag. 14
Rome Marriott Park Hotel - Roma
Ufficio Sales:
tel. 06 65882700
pag. 147
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sommario
4 11
Indice inserzionisti Argomenti del mese
HOTEL&FINANZA
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Notizie su valori, espansioni, management alberghiero
COVER STORY
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Energy Trading International. Una squadra vincente
L’INCHIESTA
28 32
Le previsioni dei travel manager Le bugie in rete
L’alta cucina fiorentina (ma non solo) abita qui. Four Seasons Hotel Firenze
60 62
Cucina toscana con fantasia. Castel del Nero
64 66
Il Mare in tavola. Vis à Vis
Vintage gastronomico d’autore. Grand Hotel de la Minerve Alta cucina in Riviera. Quartopiano
SPECIALE GOLF
70
Un’occasione unica per il turismo
SELECTED BY MM
RISTOSTAR
36
58
Quando la cucina è protagonista
SELECTED BY MM
48 50
L’ABC della buona tavola. Boscolo Palace Hotel
52
Creatività e atmosfera per un viaggio nel gusto. Hilton Molino Stucky Venice
54 56
La vera anima gourmet di Venezia. Gritti Palace
La principessa icona del buon cibo lombardo. Hotel Principe di Savoia
All day dining nel Giardino dell’h club>diana. Sheraton Diana Majestic
78 80 82 84 85 86 88 90 92 94
Argentario Resort Golf&Spa Due Lune Resort Golf&Spa Golf Hotel Campiglio Golf Hotel Punta Ala Il Picciolo Etna Golf Resort Radisson Blu Resort, Terme di Galzignano Terme di Saturnia Spa & Golf Resort Sheraton Golf Parco de’ Medici Hotel & Resort UNA Hotels & Resorts Verdura Golf & Spa Resort
GOLF ALL’ESTERO
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Hole in one tutto l’anno. In Turchia
dimora storica contemporanea L’Umbria conserva intatto il fascino della natura, delle arti e delle tradizioni. Gubbio, nel cuore dell’Umbria, rappresenta un candido gioiello incastonato nel verde, le sue architetture sono tra le testimonianze più alte di un Medioevo colto e raffinato e giungono a noi come monumenti senza tempo. In questa cornice vi accoglie il Park Hotel ai Cappuccini, dimora ideale di un’antica, nuovissima ospitalità, offrendovi spazi esclusivi e servizi eccellenti per convegni e incentives di sicuro successo.
Park Hotel ai Cappuccini Via Tifernate • 06024 • Gubbio (Perugia) • Italy • Tel. +39 075 9234 • Fax +39 075 9220323 www.parkhotelaicappuccini.it • info@parkhotelaicappuccini.it
SOMMARIO
FINANCE CONFIDENTIAL
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Investimenti: non tutta la spazzatura si rivela tale
MI PIACE
142
Giulio Scarpati. Il calore è più importante dei dettagli
SUITE EXPERIENCE
LA PAROLA ALLE AZIENDE
100
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Gabriele D’Annunzio Junior Suite. Grand Hotel Gardone
Quando l’impresa è giovane
SAI L’ULTIMA?
LE NUOVE FRONTIERE DEL MARKETING
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102 106
AERONEWS
Le 4 C del web 3.0 Quanto conta il gadget in hotel
TREND
166 168
Notizie dal mondo dei viaggi e dell’ospitalità
Notizie dal mondo Emirates Air Canada. Una storia d’eccellenza
LE LOCATION DI MM
170 172
Hotel Corte Valier Radisson Blu es. Hotel, Rome
SERVIZI
174 176
Jewels Hotels & Resorts Collection Cantina Santadi
INSIDE THE CHARACTER
112
Comunicare la propria immagine con dolcezza
177
Romana Petri
SCENARI DEL TURISMO
UN WEEKEND A...
118 120 122 126 128
178
Madrid
185
Libri
L’hotel di lusso si ripensa Milano e i grandi congressi Stazione Marittima di Venezia & Vtp Events Una nuova era per Accor IT&CM cresce e si rinnova a Shanghai
RISORSA UOMO
132
Riunioni a distanza
UNA METAFORA PER CRESCERE
134
Riduciamo le vele: accettiamo il cambiamento
IL PARERE DEL LEGALE
135
Cerotti sul campo da golf
LA PAROLA AL FORMATORE
136
Evviva il pessimismo
PSICOLOGIA
138
Comunicare? Conosci te stesso!
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LE VIE DELL’INCENTIVE
186
Ciudades Patrimonio de España
GLI ARGOMENTI DEL MESE
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11
W W W BTC IT
LA FIERA DEGLI EVENTI
GLI ARGOMENTI DEL MESE
Business travel. Sei strategie per contenere i costi
Le bugie in Rete
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In Italia tengono le trasferte di lavoro, ma cauto è l’atteggiamento prevalente riguardo alla previsioni dei viaggi d’affari nei prossimi mesi. A rivelarlo è una recente indagine di settore svolta da AirPlus Travel Management Study, su un campione di 2.100 travel manager di 24 Paesi. Secondo la ricerca, c’è da aspettarsi in Italia, per il prossimo semestre un generale incremento (21%) dei costi associati ai viaggi business. Intanto le aziende che hanno implementato una travel policy sono passate dal 58% al 75%, e, oggi, al travel manager, chiedono un livello di professionalità ancora più elevato per risparmiare tempo e denaro. A tale riguardo, lo studio evidenzia sei efficaci strategie per contenere i costi del business travel.
Ristostar. Quando la cucina è protagonista
Dalla cucina alla tv. Oggi la ribalta mediatica è degli chef, veri e propri intrattenitori capaci di trasformare la preparazione di un piatto in uno show. Spopolano sul piccolo schermo, dettano mode e i loro ristoranti finiscono nelle guide gourmet. Ma non sono certo gli unici a decretare, con il loro carisma e le loro fantasiose creazioni, il successo di una cucina. Tanti altri sono infatti gli elementi che possono rendere l’esperienza in un ristorante unica o comunque meritevole di essere vissuta: per esempio una location di speciale appeal, o un programma di iniziative ad hoc, capace di trasformare un ristorante in un happening, aperto anche agli eventi business. Tra questi sono soprattutto i ristoranti d’albergo a proporre la grande cucina. Tra nuove tendenze, star emergenti e indirizzi “chicca” ecco tutto ciò che c’è da sapere e da segnare in agenda.
Non sempre le bugie in rete hanno le gambe corte, e a subirne le conseguenze sono spesso albergatori e ristoratori, oltre che i consumatori. Un modo per ovviare al problema della concorrenza sleale e della compravendita di opinioni, ci sarebbe, ed è la tracciabilità. Ma molti siti, come Tripadvisor, non ne vogliono sapere, e così chiunque e in qualsiasi momento può continuare a scrivere recensioni presunte vere senza dover dimostrare di essere stato realmente presso le strutture citate. Un problema che esiste e preoccupa, non poco, gli addetti ai lavori e che fa riflettere sulle grandi potenzialità ma anche sulle grandi contraddizioni di Internet, dove la libertà di espressione di tutti, a volte, finisce per ledere i diritti di qualcuno.
Golf. Occasione unica per il turismo
Il mercato internazionale del golf muove un giro d’affari di 40 miliardi di dollari all’anno, con una media di 25 milioni di viaggi effettuati da 70 milioni di giocatori, 7 dei quali solo in Europa. Numeri che parlano chiaro circa le dimensioni del business legato a questo tipo di gioco. Paesi come Spagna, Portogallo e Turchia, già da anni, hanno avviato un redditizio progetto di valorizzazione e promozione del turismo golfistico a livello nazionale. In Italia, benché se ne siano comprese le potenzialità di crescita economica per l’intero territorio, e benché premesse (natura e clima ideale) e dotazioni (campi bellissimi) ci siano tutte, il settore stenta a decollare per mancanza di un piano di sviluppo unitario. Intanto alcune singole realtà si sono date da fare per conto proprio e molto bene.
Comunicare la propria immagine con “dolcezza”
Due settimane, sei città patrimonio in Spagna
Chi lavora nel mondo degli eventi, sa bene quanto la giusta sollecitazione dei sensi sia un’importante, per non dire fondamentale, discriminate del successo. L’appagamento di gola e vista in particolare, è in grado di conferire all’evento quell’intangibile value, che poi facilmente si traduce in ricordo indelebile in chi vive l’esperienza, rinsaldando il rapporto di fiducia con l’azienda, ancor più quando al piacere si abbina l’elemento artistico. È il caso del cake design, ovvero l’arte di creare torte dalle forme e dalle proporzioni più impensate, stravagante moda londinese che da qualche anno sta riscuotendo molto successo anche in Italia. Frutto di un saper fare che non pone limiti alla fantasia e alla personalizzazione, il cake design è anche un modo per esprimere il valore del made in Italy.
Armati di curiosità, passione e un’auto a noleggio, in due settimane, si possono scoprire almeno sei delle tredici città patrimonio spagnole: Alcalá de Henares, famosa per avere dato i natali a Miguel de Cervantes, Cordova con la sua superba Moschea-Cattedrale, Mérida, la Emerita Augusta, fondata nel 25 a.C. da Ottavio Augusto, Salamanca, la città universitaria spagnola per eccellenza e Santiago de Compostela, punto di arrivo del più famoso tra i cammini della fede. E se il tempo a disposizione è più lungo, ci sono la città medioevale fortificata di Ávila, Cuenca, arroccata su di un ripido sperone di roccia, Ibiza/Elvissa, che custodisce la più grande Necropoli fenicio-punica del mondo, San Cristobal de la Laguna, nelle isole Canarie, Segovia con il suo castello dell’Alcazar, la romana Tarragona e infine Toledo capitale del Sacro Romano Impero ai tempi di Carlo V. 5 2013
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Notizie su valori, espansioni, management alberghiero
BON TON
COME DISTINGUERSI, FIDELIZZANDO HOTEL TRANSACTION
E, ADESSO, IN GARA, ENTRANO I TURCHI TREND
I CLIENTI DEGLI HOTEL ECONOMY: I PIÙ SODDISFATTI
ITALIAN HOTEL MONITOR
SCENARI
Da gennaio ad aprile, indici in calo, con occupazione che segna –0,6% e un decremento di 4 punti percentuali del prezzo medio camera. Best performance: Milano, con un’occupazione pari al 66,1%, seguita da Firenze, Roma e Bergamo
Si riducono gli investimenti alberghieri. Gli hotel più d’appeal per i tycoon si confermano i 4 e 5 stelle. Scarso interesse per i 3 stelle, il cui acquisto comporta spesso anche la gestione diretta
PREVISIONI
DOVE ANDRANNO IN VACANZA GLI ITALIANI Secondo Trademark Italia, sarà un’estate in flessione, con arrivi e presenze in calo di oltre 7 punti percentuali e con solo un 22% di persone che sa già quando e dove andrà in vacanza
Editoriale di Aureliano Bonini*
Sopravvivere distinguendosi 3 verbi: differenziare, migliorare, fidarsi del cliente! è poco di buono, di sociale e di marketing tra le persone che non fidandosi vogliono i soldi prima di prenotare una camera. Per sopravvivere tra le difficoltà bisogna distinguersi dai concorrenti e per distinguersi bisogna “fidarsi”. Oggi la parola di un potenziale ospite sul web non vale niente: prima i soldi poi la camera. Le carte di credito valgono solo se concedi i numeri chiave e il pin. È un brutto trend anti-marketing e gli alberghi si sono omologati: così fanno tutti, lo faccio anch’io! L’alternativa all’omologazione è distinguersi! Ci si distingue dando fiducia a chi chiama e a chi scrive, perché non tutti quelli che hanno scelto il tuo albergo sono dei furbetti che non rispettano la parola data. Nove persone su dieci che prenotano sono di parola ma ricevono uno schiaffo morale: “prima i soldi!”. Sul filo della maleducazione si evita di ringraziare e di trasmettere al cliente l’idea che si trova di fronte a un manager, magari fallibile, ma onesto che accetta le prenotazioni al volo! Alla base della caduta del bon ton alberghiero ci sono anche le tariffe che chiamiamo “dinamiche”, quelle destinate a premiare i furbi, a trasformare il prezzo e la prenotazione in un “rogito” notarile. Un recentissimo studio di Cisalpina Research analizza le nuove politiche di pricing degli alberghi deducendo che quasi mai coincidono con il “giusto prezzo”. La tariffa si determina infatti in base al giorno della settimana, agli eventi, alla prenotazione garantita, al pagamento anticipato, al tipo di stagione, al canale utilizzato e ad altre furbesche variabili. I prezzi vengono negoziati a video da impiegati “sordomuti” attraverso macchine anonime e freddi canali che entusiasmano le persone amanti del self service, delle vending machines, dello shopping online. Guai ad entrare in contatto con i receptionist; chi compra via Internet non vuole persone tra i piedi, evita il contatto umano, preferisce essere servito dai muletti che prelevano gli oggetti dagli scaffali e da confezionatrici meccaniche di pacchi. Li chiamo “orsi”, odiano le contaminazioni, comunicano ma non socializzano e purtroppo cancellano le consuetudini dell’ospitalità. È essenziale differenziarsi per non seguire gli “orsi”, per mostrarsi umani, per convincersi che chi prenota è un ospite: quando un ospite non arriva non lo fa per farti un dispetto. Valutiamo il danno di un mancato arrivo in un giorno normale. Oggi in Italia l’indice di occupazione della camere alberghiere raramente tocca il 70% (più spesso fatica a superare il 60%), quindi di camere libere ce ne sono sempre, con e senza i no show. Dove sta allora “il gravissimo danno di un cliente prenotato che non arriva”?
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Circa la metà degli intervistati da Cisalpina Research afferma che l’utilizzo del web è percepito dalla gente come un vantaggio economico, una comodità. Non è così, le soluzioni offerte in rete sono quasi sempre cariche di obblighi, restrizioni, sovrapprezzi e penalità che prenotando via telefono non ci sarebbero. Per un magico incontro tra alberghi migliori e clienti felici, per trovare il prezzo giusto conviene tuttora investire qualche minuto per telefonare, per parlare con i receptionist: se il cliente li chiama per nome è molto probabile che gli assegnino le camere migliori a prezzi più convenienti. Gli “orsi” dicono che non è vero, che prenotare la camera online nobilita, anche se poi la camera fa schifo. Vincono gli smartphone e le OTA, trionfano Tripadvisor e Trivago, ma il meglio dell’ospitalità non va in rete a prezzi stracciati... il peggio sì. E per gli “orsi” una branda o un letto sono la stessa cosa. Milioni di turisti collegano il prezzo inferiore all’ospitalità peggiore, altri milioni vanno in vacanza pensando che “tanto gli albergatori se ne fregano di me”. Quelli che contano davvero per fare un buon bilancio, non sono gli “orsi”, sono i frequent travellers che non ne possono più di ricatti e di comunicazioni tra sordomuti. Se li conquisti “a voce” hai vinto la lotteria. E loro, se incontrano un albergatore che si fida, diventano suoi fedelissimi ospiti! Per uscire dal circolo vizioso bisogna dare fiducia al cliente, fidarsi di lui. Fidarsi significa apparire onesti, generosi e diversi. Se ti fidi del cliente e di quello che dice, anche lui si fiderà di te. Conquista l’ospite semplicemente. Non minacciarlo con richieste di pagamento anticipato. Non imporre prepagamenti e cancellation policy truffaldine. Mantieni i prezzi. Distinguiti per bon ton. Offri ospitalità e vera accoglienza!
*Aureliano Bonini è esperto di organizzazione alberghiera e hotel management, ha insegnato alle facoltà di Economia dell’Università di Perugia, di Rimini e alla Luiss di Roma. Dal 2007 è Lecturer di European Food&Beverage alla Hotel School della Cornell University di Ithaca, N.Y. (USA). Trademark Italia opera nel settore dal 1982 con un portafoglio attuale di 250 alberghi.
Valutare, acquistare e vendere un hotel Master Meeting offre ai suoi lettori un nuovo servizio gratuito di consulenza e assistenza rivolto a chi desidera valutare, acquistare o vendere il suo albergo. Contattate la redazione di Master Meeting (tel. 02862327) e sarete richiamati il più rapidamente possibile dai nostri consulenti.
HOTEL TRANSACTION
E, adesso, in gara, entrano i turchi A fronte di un’Europa stagnante, la Turchia cresce intorno al 2,5%, attirando l’interesse di imprenditori dinamici a caccia di nuove opportunità. Ma anche gli investitori turchi puntano sempre più gli occhi sul Vecchio Continente, in particolare, sull’Italia na volta si diceva “mamma li turchi” ricordando quale minaccia furono pirati e soldati regolari ottomani per l’occidente in età moderna. Oggi la Turchia è un Paese che, erede di un grande impero, ha ripreso autorevolezza in campo mondiale e si ripropone come potenza economica. Non è ancora del tutto sicuro che Ankara entri in Europa, i negoziati con Bruxelles vanno a fasi alterne, per le incertezze dell’Europa, da un lato, e la volontà della Turchia di non legarsi troppo le mani, dall’altro. I turchi, comunque, sull’onda di una congiuntura economica favorevole, si stanno affacciando in maniera importante sullo scenario europeo. Il Paese cresce intorno al 2,5% a fronte di una Europa stagnante e ciò fa pendere la bilancia dalla parte degli ottomani. E così sono iniziate le prime mosse anche nel comparto turistico che è di sicuro interesse per imprenditori dinamici e desiderosi di crescere cogliendo importanti opportunità. Le relazioni tra Italia e Turchia in campo turistico sono, in generale, molto strette da anni e gli stessi turchi sono ormai una componente apprezzabile dei flussi turistici verso l’Italia. C’è da aspettarsi dunque che a breve vengano realizzate importanti operazioni. Un banco di prova decisivo sarà la gestione della gara per l’isola di San Clemente di Venezia. Potrebbe diventare così ottomana una splendida cornice a cinque stelle lusso come quella dell’hotel appartenuto alla catena dei Leading hotels e oggi chiuso dopo la crisi del gruppo alberghiero della famiglia Ramondetti. In gara per il prestigioso albergo c’è il gruppo turco Permak, una conglomerata che spazia dall’energia all’immobiliare, che è in corsa per rilevare la struttura. Si parla di
D
un’offerta intorno agli 80 milioni di euro per uno degli hotel cult a livello mondiale. La gara gestita dai giudici di Torino si deciderà a breve e quello di Parmak potrebbe essere il secondo grande affare turco in Italia, nel settore turistico, dopo quello realizzato dalla Dogus a Capri, con l’accordo siglato da Ferit Sahenk con Tonino Cacace. Un’intesa strategica per valorizzare un grande albergo dell’isola azzurra sui mercati mondiali quella siglata tra i due imprenditori, che dovrebbe preludere anche allo sviluppo a livello internazionale della ristorazione made in Italy onore e vanto di Cacace. Ma ci sarebbe anche un altro fronte per gli investitori turchi. Stavolta si parla della toscana e dell’interesse mostrato da imprenditori turcotedeschi per alcuni borghi e proprietà di turismo rurale del Centro Italia. Voci corrono anche in relazione a un supposto interesse per l’Umbria e le Marche. Finora non ci sono conferme ufficiali ma tra gli operatori del settore finanziario legato all’immobiliare si vocifera di visite effettuate da manager di società finanziarie turche nel Grossetano e in Versilia, così come nella zona di Gualdo Tadino e nell’entroterra di Pesaro. E non poteva neppure sfuggire in Sud Italia, l’area dove, secoli fa, il
“mamma li turchi” risuonava più spesso e con vero allarme. Anche la Puglia, dopo la Campania, sarebbe ora nel mirino di investitori nel settore turistico-immobiliare. Non bisogna dimenticare che capitali turchi sono fortemente legati a investitori russi e balcanici (Bulgaria in primis, ma anche Albania), a caccia di opportunità. I turchi si muovono in maniera autonoma, da un lato, ma costruiscono reti e sinergie, dall’altro e quindi probabilmente ci saranno numerose occasioni per loro visto l’interesse degli operatori russi verso il settore turistico italiano. Questo è un momento molto buono per effettuare investimenti dicono le grandi case di consulenza, ricordando l’elevato livello di attrattività delle proprietà immobiliari italiane, con particolare riguardo per quelle legate al turismo, per gli investitori internazionali. Non guasta poi il fatto che i prezzi sono oggi decisamente abbordabili grazie alla perdurante crisi del comparto real estate. E lo sconto oggi è notevole. Proprietà da investimento che potevano essere commercializzate intorno ai 4/5 milioni di euro, oggi vengono rilevate con uno sconto che in pratica arriva anche al 50% e per chi deve investire si tratta di un vantaggio notevole, visto che l’Italia resta in generale una destinazione di sicuro interesse con particolare riguardo per la fascia medio/alta del mercato. Ma è probabile che l’interesse degli investitori, stavolta parliamo sempre dei turchi, si rivolga anche alle proprietà di medio livello o alle strutture di fascia più popolare, soprattutto nelle aree dei centri a maggior vocazione culturale o alle destinazioni di shopping. La classe media turca si sta allargando sempre di più e domanda una capacità di potere d’acquisto adeguata. 5 2013
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SCENARI
Si riducono gli investimenti alberghieri Gli investitori negoziano solo 4 e 5 stelle, le strutture ritenute più performanti e d’appeal per i tycoon. I tre stelle non interessano perché il loro acquisto spesso significa comprarsi un lavoro e gestirlo direttamente el corso del 2013 gli investimenti alberghieri in Italia si riducono. Le stime parlano di un ammontare di circa 600 milioni di euro, un dato che va guardato con prudenza. La realtà infatti nasconde sofferenze, passaggi di hotel dagli istituti di credito alle bad company e brutali acquisizioni di hotel insolventi da parte dei creditori. I valori in campo scivolano. Gli hotel di periferia, anche quelli ben serviti e raggiungibili, toccano prezzi ridicoli. A Brescia il moltiplicatore si colloca tra 50.000 e 70.000 euro a camera, a Torino si va dai 60.000 agli 80.000 euro, a Napoli da 40.000 a 70.000 euro, fino a Milano dove la “forchetta” si colloca tra i 100.000 e 220.000 euro. Le banche più generose verso il settore se la passano male, hanno prestato denaro su garanzie immobiliari e non hanno badato al reddito di gestione. Immobili di prestigio sono passati di mano per essere convertiti a
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ricettivo così oggi sulla performance degli alberghi, in molte città, pesa l’eccesso di overbuilding che si è verificato negli anni d’oro del turismo italiano. Tempi difficili per tutti dunque, soprattutto per la spina dorsale del sistema ricettivo italiano, gli alberghi a 3 stelle che gli investitori non guardano. Acquisire un hotel a 3 stelle spesso significa comprarsi un lavoro gestendolo direttamente. Gli investitori studiano e negoziano solo strutture a 4 e 5 stelle e questi ultimi, come riferisce il Corriere della Sera, dal punto di vista economico performano meglio di tutti gli altri e piacciono a emiri, sceicchi e tycoon. I fondi d’investimento internazionale girano, parlano, negoziano ma cercano rendite annuali vicine o superiori al 10% del capitale investito. E quando non ci sono né crescita, né rivalutazione immobiliare, non comprano. Le catene, la cui penetrazione in Italia è ancora bassissima, da de-
cenni hanno smesso di acquisire gli immobili. Si sono orientate all’espansione attraverso il franchising e il management, e nient’altro. Le compagnie di assicurazione possiedono poco meno del 10% del patrimonio alberghiero delle grandi città: preferiscono cedere gli alberghi con la formula della locazione d’immobile. Per fortuna sopravvivono alcuni big spender mediorientali ovvero i principali acquirenti di oggetti di lusso e di hotel dai valori immobiliari crescenti. Per chi ha denaro fresco da investire: le piazze italiane da tenere d’occhio sono Milano, Venezia, Firenze e Roma rimangono le uniche in grado di garantire tassi di occupazione decenti e un ritorno dell’investimento (ROI) in tempi ragionevoli. Ma ecco un allarme: per sedurre le banche serve una equity del 50% del valore finale, accompagnata da una valutazione a reddito che garantisca il rientro del prestito in 10 anni.
ITALIAN HOTEL MONITOR
Primo quadrimestre: calano occupazione e prezzi medi lteriore flessione dell’occupazione e dei prezzi a livello quadrimestrale. L’Italian Hotel Monitor di Trademark Italia registra anche nel periodo gennaio-aprile una flessione tanto dell’occupazione camere (–0,6% rispetto allo stesso periodo del 2012, dal 57,7% al 57,1%) quanto del prezzo medio camera (–4 punti percentuali, da 111,52 euro a 107,07 euro). La contrazione in termini di occupazione riguarda tutte le città della Penisola, fatte alcune rare eccezioni: Genova +2,3%, Bologna +2,4% e Firenze +3,4%. A livello di prezzo medio in diverse si è registrata una diminuzione superiore ai 5 punti percentuali: Milano – 5,9%; Bergamo –5,4%, Roma –5,2%; Napoli –6,1%; Palermo –5,4%; Catania –5,0%. Leggeri aumenti invece a Torino (+2,6%) e Firenze (+1,9%). Analizzando le tipologie ricettive, i dati evidenziano soprattutto le difficoltà commerciali degli alberghi a 3
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stelle (–2,3 punti di occupazione camere e –6,7% del prezzo medio camera nel quadrimestre). L’aggressività e il dinamismo dei concorrenti di categoria superiore (upscale) si accentua. Diverso il discorso per gli alberghi del segmento luxury che, nel periodo gennaio-aprile, hanno fatto registrare un aumento del prezzo medio di 1,8 punti percentuali. Per quanto riguarda la performance delle città capoluogo nel primo quadrimestre 2013, solo 4 città superano la fatidica soglia del 60 percento di occupazione: Milano con il 66,1%, Firenze con il 64,3%, Roma con il 61,7% e Bergamo con il 60,3%. In termini di prezzo medio al vertice della classifica si conferma Venezia con 143,59 euro di prezzo medio camera nel quadrimestre (in diminuzione rispetto ai 150,42 dello scorso anno). Al secondo posto Milano (129,52 euro), seguono Firenze (117,43 euro), Roma (112,04) e Torino (102,27).
REPORT ITALIAN HOTEL MONITOR - GEN-APR 2013 Occupazione e Prezzo per Città Città
AOSTA TORINO GENOVA MILANO COMO BRESCIA BERGAMO PARMA REGGIO EMILIA MODENA TRENTO BOLZANO VENEZIA VERONA VICENZA PADOVA TREVISO UDINE TRIESTE FERRARA BOLOGNA RAVENNA RIMINI REP. SAN MARINO FIRENZE PISA SIENA ANCONA PESARO PERUGIA ROMA VITERBO LATINA RIETI PESCARA NAPOLI BARI FOGGIA TARANTO POTENZA REGGIO CALABRIA PALERMO MESSINA CATANIA CAGLIARI SASSARI TOTALE ITALIA
Zoom sulle città Top Ten
Occupazione % Camere Gen-Apr Gen-Apr Var 2013 2012 13/12
45,9 55,2 55,2 66,1 42,0 39,4 60,3 50,7 45,6 46,1 47,9 50,1 55,0 48,3 43,9 48,1 48,4 51,4 52,4 43,5 54,6 55,4 50,3 48,8 64,3 53,2 55,6 52,0 48,0 36,9 61,7 44,7 41,8 45,7 48,4 52,4 51,7 38,2 49,2 43,0 42,3 49,5 43,7 55,3 49,6 48,0 57,1
48,6 54,4 52,9 67,9 44,9 41,4 60,5 54,1 47,6 49,1 52,3 50,1 57,9 51,9 46,5 50,4 50,4 50,8 54,6 49,3 52,2 58,1 52,5 49,2 60,9 54,9 55,9 50,9 52,5 40,6 61,3 47,7 44,8 45,7 48,4 54,0 54,7 43,0 51,3 43,1 46,4 50,6 47,8 55,5 51,2 50,7 57,7
-2,7 0,8 2,3 -1,8 -2,9 -2,0 -0,2 -3,4 -2,0 -3,0 -4,4 0,0 -2,9 -3,6 -2,6 -2,3 -2,0 0,6 -2,2 -5,8 2,4 -2,7 -2,2 -0,4 3,4 -1,7 -0,3 1,1 -4,5 -3,7 0,4 -3,0 -3,0 0,0 0,0 -1,6 -3,0 -4,8 -2,1 -0,1 -4,1 -1,1 -4,1 -0,2 -1,6 -2,7 -0,6
Gen-Apr 2013
Prezzo Medio Gen-Apr Var 2012 13/12
85,02 102,27 90,66 129,52 97,03 82,27 88,41 87,77 84,09 82,42 88,28 89,69 143,59 93,12 84,54 82,21 83,09 86,93 91,77 91,90 96,57 86,08 85,47 59,79 117,43 85,10 90,01 84,85 77,69 84,54 112,04 82,11 81,86 78,79 88,91 97,13 84,14 81,33 77,50 76,20 82,19 89,88 80,37 88,70 90,35 84,38 107,07
85,11 99,69 92,76 137,61 98,31 86,44 93,48 90,76 86,17 86,64 90,22 87,16 150,42 97,57 87,21 83,80 85,33 85,61 94,32 94,99 100,04 89,46 88,62 63,85 115,21 87,71 93,59 88,08 83,39 88,34 118,16 84,41 82,99 82,96 91,00 103,47 88,03 82,44 79,17 75,90 81,41 95,04 79,90 93,40 91,70 84,82 111,52
-0,1% 2,6% -2,3% -5,9% -1,3% -4,8% -5,4% -3,3% -2,4% -4,9% -2,2% 2,9% -4,5% -4,6% -3,1% -1,9% -2,6% 1,5% -2,7% -3,3% -3,5% -3,8% -3,6% -6,4% 1,9% -3,0% -3,8% -3,7% -6,8% -4,3% -5,2% -2,7% -1,4% -5,0% -2,3% -6,1% -4,4% -1,3% -2,1% 0,4% 1,0% -5,4% 0,6% -5,0% -1,5% -0,5% -4,0%
Occupazione % Camere Luxury Upscale Midscale
Città
VENEZIA MILANO FIRENZE ROMA TORINO NAPOLI BOLOGNA VERONA GENOVA BARI TOTALE ITALIA
Città
53,3 59,9 55,9 52,5 54,7
Luxury
VENEZIA MILANO FIRENZE ROMA TORINO NAPOLI BOLOGNA VERONA GENOVA BARI TOTALE ITALIA
402,22 346,30 382,23 277,67 331,65
55,0 66,1 64,3 61,7 55,2 52,4 54,6 48,3 55,2 51,7 57,1
56,9 62,7 60,0 64,8 54,9 54,3 55,3 48,4 55,3 51,7 54,0
Prezzo Medio Upscale Midscale
143,59 129,52 117,43 112,04 102,27 97,13 96,57 93,12 90,66 84,14 107,07
86,63 67,27 64,80 64,81 57,51 56,71 62,64 54,82 52,49 54,12 56,11
Occupazione e Prezzo per Tipologia Tipologia
Luxury Upscale Midscale
Tipologia
Luxury Upscale Midscale
Gen-Apr 2013
Occupazione Camere Gen-Apr Var 2012 13/12
54,7 57,1 54,0
55,9 57,7 56,3
-1,2 -0,6 -2,3
Gen-Apr 2013
Prezzo medio Gen-Apr Var 2012 13/12
331,65 107,07 56,11
325,66 109,31 60,15
Fonte: Italian Hotel Monitor - Trademark Italia
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1,8% -2,0% -6,7%
TREND
Dove andranno in vacanza gli italiani econdo l’indagine-sondaggio condotta da Trademark Italia, quella di quest’anno sarà un estate in flessione, con arrivi e presenze in calo di oltre 7 punti percentuali. La contrazione del movimento non avverrà “a macchie” come nel 2012, sarà piuttosto un regolare alternarsi di alti e bassi e di polemiche localizzate che accentueranno le difficoltà dei gestori e ridurranno le assunzioni stagionali
S
a fine estate l’Italia registrerà significative perdite di giro d’affari e di posti di lavoro - La 22a indagine realizzata da Trademark Italia rivela un’Italia “avvitata” su se stessa, diffidente, decisa a risparmiare, a ridurre i budget di spesa, a contrarre le giornate di vacanza e tagliare lo shopping turistico - Il dato più grave riguarda il ridotto numero delle persone che hanno già deciso dove andare e quando andare: so-
lo il 22%. Mentre il 23,5% del campione prevede di fare una vacanza senza avere ancora deciso dove e quando – Grave l’atteggiamento degli italiani che non hanno deciso: stanno pensando di rinunciare o di ridurre drasticamente la durata del soggiorno. Il 54,5% risponde in modo disinteressato e nega la necessità (per sé e per gli altri) di un periodo di riposo e rigenerazione – L’indagine consente da oltre vent’anni di prevedere, con margini di errore ridotti, che circa 5,4 milioni di italiani in meno rispetto al 2012 si presenteranno sul mercato delle vacanze facendo perdere all’industria del turismo 2,7 miliardi di euro di ricavi lordi. Questo dato peserà negativamente anche sull’occupazione stagionale che scenderà di ulteriori 250/300 mila unità – Gli italiani che preferiscono l’estero, già dimezzati dalla crisi dell’anno scorso, al momento risultano in pesante calo (–16%), ma è prevedibile che le offerte a basso costo di alberghi e trasporti li convinceranno ad acquistare crociere e vacanze di gruppo (che non vorrebbero fare ma che permettono di rispettare il budget).
I clienti più soddisfatti? Quelli degli hotel economy na recente indagine dell’Istituto tedesco qualità e finanza (Itqf) su dati Service Value ha analizzato il grado di soddisfazione dei consumatori italiani rispetto al servizio percepito (non oggettivamente offerto) da 274 aziende in 49 settori economici diversi. Tra questi anche quello alberghiero, dove risulta per esempio che la percentuale più alta di gradimento la ottengono gli hotel di fascia economy, quelli che evidentemente rispetto al prezzo richiesto forniscono servizi adeguati e standard soddisfacenti. Ecco la classifica per categorie:
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Hotel Economy
Hotel Quality
Hotel Premium
Compagnia Holiday Inn Ibis Mercure Quality (Choice) Compagnia Best Western Novotel Atahotels NH Hotels Blu Hotels Compagnia Hilton Sheraton Starhotels Westin Crowne Plaza Baglioni Hotels
Punteggio gradimento 82,4% 80,6% 61,6% 51,7% Punteggio gradimento 76,8% 73,2% 62,3% 61,5% 61,5% Punteggio gradimento 80,2% 76,3% 66,7% 66,3% 63,4% 60,5%
TREND
Expedia: da oggi il conto in hotel si paga al check out ncredibile dictu: Expedia sta facendo qualcosa di generoso a favore dei turisti. Sta accettando infatti l’idea, per ora solo negli Stati Uniti d’America, di consentire ai clienti di pagare il conto d’albergo al momento del check out e non più in anticipo. La notizia uscita qualche mese fa sulla stampa sta diventando realtà e dovrebbe andare a buon fine. All’interno del programma ETP (Expedia Traveler Preference) la più famosa OTA mondiale offre ai viaggiatori, oltre alla possibilità di pagare al momento della prenotazione (Expedia Collect), l’opportunità di saldare il conto al momento del check-out direttamente in albergo (Hotel Collect). Il servizio frutto dello “spintone” del maggior gruppo alberghiero mondiale (Intercontinental Hotel Group) siamo certi piacerà moltissimo ai viaggiatori americani. Non è difficile dunque prevedere il trionfo commerciale di Expedia che con questa apertura aggiungerà simpatia al proprio brand oltre a veder crescere i ricavi! Hotel Collect risponde perfettamente ai bisogni della clientela internazionale che ha difficoltà crescenti di programmazione e non riesce a fissare l’arrivo in albergo con largo anticipo. Le cause sono note: emergenze, scioperi, problemi aziendali, familiari, di salute. Dice la stampa di settore: “sarebbe troppo bello se il vantaggio fosse dei clienti e non di Expedia”. In effetti i vantaggi e le opportunità del programma sono ancora da scoprire. In termini di marketing – una disciplina che con la recessione è stata praticamente dimenticata – si
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potrebbe parlare di “zampata del leone”. Hotel Collect dovrebbe infatti produrre un maggior costo per l’albergo (spese per l’incasso delle carte di credito) ma lancerebbe un forte segnale di fiducia verso l’ospite che anche i migliori albergatori, sedotti da internet e dal revenue management, hanno smesso di considerare: “se l’albergatore non ha fiducia in chi prenota, perché la
il passaparola. Vuole restare leader di mercato e se punta sulla diffusione veloce di questo eccellente sistema che sottrae garanzie all’albergo ma favorisce il cliente consoliderà la posizione e sarà l’OTA più amata dal mondo. Ma quanto costerà prenotare con questo apparentemente vantaggioso Hotel Collect? Negli USA, secondo le prime indiscrezioni costerebbe 4 dollari
persona che prenota dovrebbe avere fiducia nell’albergatore?”. La domanda più volte girata agli albergatori resta tuttora senza risposta. Expedia è un’organizzazione furba, una Online Travel Agency che studia la concorrenza, conosce il valore della fiducia, sa pesare la lealtà del turista, sa quanto veloce corre
ogni 100: prenotando una camera da 150 dollari il supplemento sarebbe di 6 dollari. È chiaro che la cifra è ridicola rispetto all’attuale formula del pagamento anticipato e al cappio delle cancellation policy che gli hotel impongono a chi non ce la fa ad arrivare in tempo all’appuntamento stabilito. Facile prevedere che – se mai fosse applicato alla rete Expedia europea – le prenotazioni attraverso Hotel Collect dominerebbero il mercato: quelli di Expedia dicono che questo metodo influenzerebbe il 70% delle prenotazioni. D’altronde chi mai al mondo è contrario a pagare il conto dell’albergo al momento della partenza? 5 2013
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Breaking news Il peso economico degli eventi per gli alberghi internazionali Per la finale di Champions League del 25 maggio i prezzi degli alberghi a Londra sono aumentati, secondo l’indice dei prezzi hotel Trivago (tHPI), del 63%: una notte a Londra costerà mediamente 281 sterline, 108 sterline in più della media mensile di maggio (173 pound a notte). Ma gli improvvisi boom dei prezzi non sono eventi straordinari; ci sono infatti casi eclatanti, ad esempio quello di Cannes: per il Festival del Cinema i prezzi degli hotel aumentano addirittura di due volte e mezza. A Milano i prezzi degli hotel, in occasione del Salone del Mobile, aumentano del 60% rispetto alla media mensile. Roma è più onesta, per la recente nomina di Papa Francesco, in occasione del Conclave, le tariffe degli alberghi romani in prossimità di Città del Vaticano, sono cresciute solo del 37%. Anche a Montecarlo le impennate dei prezzi sono ragionevoli: i prezzi degli hotel aumentano “solamente” del 34% in occasione del celeberrimo Gran Premio di Monaco.
Londra vola e batte New York Secondo gli analisti internazionali la capitale inglese supera New York in termini di appeal immobiliare in fatto di alberghi. Il recente caso dell’InterContinental New York Barclay Hotel, che IHG non è ancora riuscito a vendere fa pensare a quanto successo con altre proprietà a Londra (vedi InterContinental Park Lane). Il mercato immobiliare statunitense, grazie ai REIT (Real Estate Investment Trust) si sta riprendendo, ma secondo gli analisti, la vera capitale del pianeta è Londra che continua ad essere il centro di gravità degli investimenti alberghieri con tassi di crescita anno su anno costanti e regolari. Londra è la sede finanziaria di IHG e di altre catene mondiali e da Londra partono i capitali degli emiri e degli investitori arabi. Chissà perché, ma Londra, unica
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capitale mondiale che resiste alla aggressiva finanza cinese, riesce ancora a vendere prospettive prestigiose e sicurezza dei capitali.
Lo storico Gritti di Venezia riapre ecofriendly Dopo il pre-opening dello scorso gennaio, il 7 maggio il Gritti Palace Hotel di Venezia ha riaperto le sue leggendarie porte dopo una riqualificazione costata 35 milioni di euro. Il restauro, durato 15 mesi ha riportato l’edificio al suo splendore originale grazie anche all’impegno di artigiani locali, architetti e istituzioni culturali che hanno lavorato per preservare l’eleganza e la personalità di una struttura unica e irripetibile che è stata per decenni ai primi 3 posti della classifica mondiale dell’ospitalità De Luxe. Starwood gestisce l’albergo con il brand Luxury Collection e ha rinunciato a 10 camere per dotarsi di un congruo numero di suites. Il Gritti dispone ora di 61 camere e 21 suite, protette dagli effetti dell’acqua alta da un sistema di vasche che difendono fondamenta e piano terra. L’interior design porta la firma di un americano (Chuck Chewing di Donghia Associates), ma l’atmosfera del Gritti resta quella tipicamente lagunare. Non mancano i simboli della sostenibilità, le misure ecocompatibili, l’illuminazione a LED, il riciclo delle acque di scarico, ma quello che più conta sono l’isolamento termico e acustico per il comfort di ospiti che pretendono l’aria condizionata di standard statunitense. Al Ristorante Club del Doge e alla Scuola di cucina epicurea si aggiunge anche una innovativa SPA declinata da Acqua di Parma.
300 nuovi alberghi in Europa entro la fine dell’anno La crisi non sembra colpire il settore alberghiero nel Vecchio Continente. Entro la fine dell’anno apriranno infatti quasi 300 nuove strutture: 67 sono gli alberghi che hanno già aperto per un totale di quasi
9mila camere, a questi se ne aggiungeranno nei prossimi 7 mesi altri 215 per oltre 34mila camere. La fascia Upscale è quella più sfruttata: 44 alberghi per un totale di 7.200 camere, seguito dal segmento Upper Midscale (42 alberghi con 6.823 camere) e da quello Upper Upscale (24 alberghi con 5.888 camere).
Nuovo Autograph Collection by Marriott a Londra Marriott International ha lanciato il suo terzo albergo a marchio Autograph Collection nel Regno Unito. Dall’inizio di maggio, lo storico Hotel St. Ermin’s, che per diversi anni è stato anche nel portafoglio della catena Jolly Hotels, opera sotto l’insegna Autograph Collection che raggruppa gli hotel indipendenti che si distinguono per offrire particolari esperienze di soggiorno e per questo vengono raggruppati in varie sottocategorie: Culinary Delight, Artistic Getaway, Historic Exploration o Sporting Adventure. L’albergo, completamente ristrutturato tra il 2010 e il 2012, è situato in un edificio vittoriano di fine ‘800 a pochi passi da Westminster, dispone di 331 camere e si distingue per la qualità dell’ospitalità, il look distintivo e l’originalità dell’atmosfera.
Hilton Garden Inn Orlando entra nel portfolio di GF Management GF Management ha annunciato l’acquisto, da parte della società del gruppo, HGILM Associates, dell’Hilton Garden Inn Orlando North/Lake Mary. L’hotel (123 camere) manterrà il brand Hilton Garden Inn e resterà aperto durante i lavori di rinnovamento. «In un mercato dinamico e volatile come quello attuale, è necessario agire rapidamente», ha dichiarato Jeffrey Kolessar, SVP development of GF Management. «Quando abbiamo preso in considerazione l’acquisto dell’Hilton Garden Inn Orlando North/Lake Mary, eravamo consa-
pevoli che sarebbe stata una solida addition al nostro portfolio, in linea con la nostra politica di investimenti». Con questa acquisizione GF possiede e gestisce attualmente 20 Hilton-branded hotels, con un portfolio complessivo di 120 alberghi, per oltre 19400 camere.
Sunstone compra il Boston Park Plaza Hotel per 250 milioni di dollari Il Boston Park Plaza Hotel & Towers (1053 camere) è stato recentemente acquistato da Sunstone Hotel Investors per 250 milioni di dollari. L’investimento prevede anche un importante piano di ristrutturazione e di rinnovamento dei servizi per migliorare il posizionamento sul mercato dell’albergo. Per il momento – ha fatto sapere Sunstone – l’hotel continuerà ad essere gestito da Highgate Hotels. Nel mese di maggio, Sunstone ha acquistato anche l’Hilton New Orleans St. Charles (250 camere) per 59.4 milioni di dollari. La notizia coincide con la pubblicazione del report relativo al primo quadrimestre che rivela un aumento del RevPAR del 2.1% ($124.84). Il total revenue del quadrimestre è invece aumentato del 9.4 per un valore di 194.9 milioni di dollari rispetto ai 178.2 milioni di dollari dello scorso anno. Escludendo i 4 hotel attualmente in fase di restyling, il portfolio del Gruppo ha generato complessivamente una crescita del RevPAR del 6.5%.
Rumors sulla possibile vendita del Fairmont Dubai Bloomberg ha recentemente riportato la notizia secondo la quale IFA Hotels & Resorts Co., compagnia che fa capo anche al miliardario principe saudita Alwaleed Bin Talal, sarebbe in trattativa con alcuni investitori del Middle East per vendere il Fairmont Dubai, cinque stelle (381 camere e una spa di 1600 mq) costato 330 milioni di dollari e inaugurato lo scorso gennaio sull’isola Jumeirah Palm a Dubai, paese in cui il tasso di occupazione alberghiera ha raggiunto quest’anno una media del 87%. La proprietà, secondo le indiscrezioni, sarebbe intenzionata a vendere il resort a
350 milioni di dollari. Oltre a 1600 mq di spa, il Fairmont Dubai possiede 2200 metri quadrati di spazi congressuali, una spiaggia privata di 460 metri e 7 tra ristoranti e bar.
Grace Hotels si espande nel Nord Africa Grace Hotels ha annunciato il proprio ingresso nella regione nordafricana con l’acquisizione, in Marocco, del boutique hotel Les Terres M’Barka, a circa 13 miglia a sud est della città di Marrakech. L’albergo, che prenderà il nome di Grace Marrakech e aprirà, totalmente rinnovato, entro la fine dell’anno, offrirà 18 tra suite e loft, un ristorante, una piscina e una spa.
In vendita il Trinity Capital Hotel di Dublino The Irish Times ha recentemente riportato la notizia della messa in vendita del Trinity Capital Hotel in Pearse Street a Dublino, albergo che, lo scorso anno, ha fatturato circa 3 milioni di euro. CBRE Hotels sta gestendo la trattativa con la speranza di arrivare alla cifra di 35 milioni di euro. L’hotel appartiene ai fratelli Liam and Des O’Dwyer, sul cui gruppo Toji Holdings grava attualmente un debito di circa 116 milioni di euro. Secondo il quotidiano irlandese sarà ancora una volta un acquirente straniero ad ac-
caparrarsi l’hotel, come già è successo per altri tre alberghi cittadini venduti lo scorso anno: il Morrison Hotel in Ormond Quay, venduto alla tycoon russa Elena Baturin per 22 milioni di euro, il Burlington (501 camere) acquistato dal colosso statunitense Blackstone per 67 milioni di euro e il Marker Hotel comprato da Midwest Holdings in join venture con Brehon Capital per 30 milioni di euro.
IHG è pronta a vendere il Barclay di N.Y A quanto pare il Barclay di New York, di proprietà di IHG, potrà finalmente trovare un nuovo proprietario. L’albergo, ha fatto sapere il Ceo di InterContinental Hotels Group, Richard Solomons, verrà messo in vendita dopo un accurato e costoso (oltre 100 milioni di dollari) restyling che ne migliorerà il posizionamento sulla piazza, dotandolo di nuove sale meeting. La proprietà era già stata messa in vendita nel 2011.
Starwood pronta a vendere alcune proprietà per un valore compessivo di 3 miliardi di dollari Come molte altre catene, anche il colosso Starwood Hotels & Resorts Worldwide ha deciso di puntare più sul management alberghiero che sulla proprietà. Il Ceo Frits van Paasschen ha dichiarato a Bloomberg di voler portare complessivamente il revenue management dall’attuale 65% all’80%, vendendo, nei prossimi tre anni, immobili del suo portfolio alberghiero per un valore di circa 3 miliardi di dollari. Già ad aprile la Compagnia ha venduto il W New Orleans French Quarter al 316 di Chartres Street a New Orleans e il Chesapeake Lodging Trust per 25.5 milioni di dollari, mentre negli ultimi 12 mesi sono stati venduti, tra gli altri, il W Chicago Lakeshore (sempre al Chesapeake Lodging Trust), per 128.8 milioni di dollari, il W Los Angeles/Westwood, acquistato dal Pebblebrook Hotel Trust per 125 milioni di euro e il Manhattan at Times Square Hotel, venduto ad affiliati del Rockpoint Group per 275 milioni di euro. 5 2013
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COVER STORY
Una squadra vincente Una società di servizi flessibile ed efficiente, ma anche una società attenta ai valori etici e ambientali. Energy Trading, in pochi anni, si è guadagnata una posizione di assoluto rilievo nel settore della fornitura low impact di gas naturale. E, oggi, punta al mercato internazionale, forte di un ottimo know how e di un team preparato e coeso
✒Cristina Chiarotti In un panorama imprenditoriale sempre più incline all’omologazione, Energy Trading International Spa – specializzata nella gestione delle attività di approvvigionamento, shipping e vendita al city gate di gas naturale – è da sempre consapevole che il valore aggiunto all’interno di un’organizzazione è costituito dalle persone, vero motore propulsivo dell’azienda che ne disegna cultura e valori. Ne è convinta la sua “anima”, il direttore generale Roberto Giuli. A lui e al suo spirito imprenditoriale si deve il costante upgrade che
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la società ha raggiunto in pochissimi anni (è nata nel 2008). Una volontà testimoniata anche dal presidente del Cda, Carlo Pochy Rianò, che quotidianamente e in prima persona partecipa alla crescita dell’azienda. «Tra le ragioni di un successo imprenditoriale sostenibile vi è, oltre alla competenza in materia, una buona comunicazione interna ed esterna che favorisce lo spirito di squadra e l’attaccamento ai valori aziendali, facendo sentire i collaboratori parte attiva nella vita quotidiana della società», afferma Pochy Rianò, ag-
COVER STORY
giungendo che in Energy Trading il coinvolgimento del personale è davvero massimo: «ascoltiamo attentamente le proposte dei nostri collaboratori. Sono infatti loro a confrontarsi giorno dopo giorno con problemi e imprevisti». Attitudine aziendale, quella di Energy Tradining per nulla scontata. È infatti raro trovare nella filosofia di una società di fornitura di servizi, concetti che travalicano il piano commerciale, mettendo in luce valori umani ed etici profondi. Non a caso il claim dell’azienda è “Energia in libertà”. Libertà come impegno per un futuro migliore. Libertà come consapevolezza, perché un mondo più pulito è possibile. Li-
A sinistra, il presidente del Cda Carlo Pochy Rianò (al centro) con alcuni collaboratori della sede romana di Energy TI. Sotto, il direttore generale Roberto Giuli con la moglie
SiCurezza e riSparmio Energy Trading International è un partner affidabile nella gestione della fornitura di gas naturale che offre un servizio di qualità, garantendo sicurezza e risparmio, nel pieno rispetto dell’ambiente e della comunità in cui opera. «La nostra offerta si rivolge a ogni segmento di consumo», dice Roberto Giuli che aggiunge «Oggi, per misurarsi con un mercato sempre più globale, è indispensabile partire da un’attenta analisi del mercato internazionale e da uno studio altrettanto accurato sulla dual fuel, diversificando le fonti di approvvigionamento. Solo così si può garantire risparmio e sicurezza di fornitura ai clienti. È una sfida che vale la pena affrontare». Per una scelta fortemente voluta da Roberto Giuli, Energy Trading in questi ultimi anni, ha, inoltre, investito molto sull’immagine del brand, attraverso una mirata strategia di marketing e di comunicazione che ha portato anche alla creazione di un nuovo sito web, ancora più user friendly.
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COVER STORY progetti ConCreti, grandi partnerShip EnergyTI Spa crede da sempre nella sinergia e nella collaborazione per obiettivi comuni e sostiene iniziative e progetti di ricerca, prevenzione e sviluppo. Fondamentale in questo senso le partnership con importanti realtà sociali italiane, come quella con la “Fondazione Veronesi”, volta a sostenere la raccolta fondi per la ricerca, o quella con la società di calcio “Juventus”. Energy T.I. ha sponsorizzato anche il Team Dams, nel Campionato Porsche 2013, e la Moto Ducati durante il campionato del mondiale SBK 2013.
che un processo di internazionalizzazione verso il mercato europeo ed extra europeo. «In un momento difficile come quello attuale», continua Pochy Rianò, «non deve mancare la voglia di cercare nuove opportunità. Proiettarsi oltre i confini nazionali, per Energy Trading significa una struttura più forte, e nuove possibilità di approvvigionamento di materia prima, grazie ad alcune partnership internazionali con importanti produttori di gas naturale. Ad oggi Energy Trading International S.p.A. ha aperto sedi in Francia, Svizzera e Bielorussia, ma il piano di espansione è ancora tutto in divenire. Molti sono infatti i progetti in fase di lancio, senza trascurare la produzione di energia da fonti rinnovabili che ben si concilia con Sopra, Umberto Veronesi e Roberto Giuli durante la serata dedicata alla Fondazione Veronesi, svoltasi lo scorso 30 novembre all’Hotel Principe di Savoia di Milano. A destra, Carlo Pochy Rianò
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bertà come scelta, perché il cambiamento globale parte sempre da una decisione individuale. È su questi cardini che si regge la brand reputation dell’azienda, impegnata a portare avanti una strategia commerciale che sta dando ottimi frutti. «La relazione con il cliente è improntata su trasparenza, concorrenzialità dell’offerta e servizio di alta qualità», dice Pochy Rianò. Dalla richiesta di un preventivo alla fatturazione, il supporto è totale e costante, «la personalizzazione del servizio, ma anche il feedback della clientela sono tra gli elementi che ci hanno permesso di crescere tanto in poco tempo»: in appena due anni, la società ha registrato un tasso di incremento annuale pari al 332% dei volumi di gas commercializzati e ha aperto due sedi, una a Milano e una a Roma e, ora, si prepara a raggiungere nuovi traguardi, forte di una struttura organizzativa e commerciale che copre l’intero territorio. Nel 2012 la società ha avviato an-
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COVER STORY il valore dell’arte aiuta l’impreSa
l’attenzione di Energy TI per l’ambiente. «Altro elemento fondamentale nel progetto di espansione societaria è l’investimento costante nell’innovazione tecnologica», conclude Rianò. ■
La Energy Trading International ha voluto restituire al pubblico, grazie alla disponibilità del suo direttore generale, Roberto Giuli, “Petrolio”, il grande dipinto ad acrilico su tavola realizzato dal maestro spagnolo Xavier Bueno. L’opera racconta in un’unica scena la filiera produttiva del petrolio, dalla localizzazione del sito alla costruzione dei pozzi, dall’estrazione alla raffinazione. La mostra è tuttora visitabile in uno dei più straordinari siti d’archeologia industriale in Italia, la Centrale Montemartini di Roma. «Vi sono opere che possono rappresentare ovunque il genio di un artista», afferma Giuli. Petrolio è l’esempio di una pittura che permea il quotidiano, la vita vissuta e sottolinea importanza dell’ambiente culturale in cui sono state concepite. Un connubio intrigante e suggestivo tra tematiche produttive e pittura di cui volevo che Energy Trading fosse protagonista». Un mecenatismo che vuol essere d’esempio per l’intero mondo imprenditoriale.
Roberto Giuli e Xavier Bueno all’inaugurazione della mostra “Petrolio”
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L’INCHIESTA
Le previsioni dei travel manager Diminuiscono gli ottimisti, è vero. Ma oltre la metà dei travel manager internazionali prevede la tenuta del mercato. Nonostante la difficile congiuntura economica, si continua a viaggiare
✒Testo e foto di Barbara Ainis
Per contenere i costi del business travel i travel manager devono adottare strategie mirate all’ottimizzazione e all’efficienza
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La cautela sembra essere l’atteggiamento più diffuso tra i travel manager a livello internazionale. Cautela nelle previsioni di crescita dei viaggi, cautela nelle previsioni dei costi associati al business travel, cautela nei confronti di una possibile ripresa in un mercato ancora messo alla prova dalla crisi. È questo l’aspetto più
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caratterizzante del quadro dipinto dall’AirPlus Travel Management Study 2013 (ITMS), un’indagine annuale giunta all’ottava edizione e condotta nel secondo semestre del 2012 da AirPlus, società leader nello sviluppo di soluzioni di pagamento e analisi delle spese di viaggio aziendali. Oltre 2.100 travel manager in 24 Paesi, tra cui l’Italia, hanno preso parte allo studio che ha coinvolto quest’anno anche Canada, India, Russia e Turchia. «Non vi è dubbio che a livello internazionale i travel manager si dimostrino molto cauti sulle previsioni di viaggio 2013», commenta Diane Laschet amministratore delegato AirPlus International Italia. Per la maggior parte delle aziende nel mondo, infatti, stando ai risultati della ricerca, i viaggi d’affari nel 2013 tenderanno a mantenersi sui livelli del 2012. «Solo il 32% stima che il numero di trasferte di lavoro nella loro azienda crescerà, un dato che scende al 20% per l’Italia. Pur trat-
L’INCHIESTA «I travel manager italiani sono tra quelli che più di tutti hanno percepito i potenziali vantaggi offerti dal mobile payment» tandosi del dato più basso degli ultimi 3 anni (in calo rispettivamente del 12% e del 19% rispetto al 2012, ndr), bisogna sottolineare che la maggioranza dei travel manager intervistati (54%) prevede che il numero di trasferte aziendali si manterrà sui livelli del 2012, un dato che sale al 62% per l’Italia. La tenuta del numero di trasferte di lavoro delle aziende italiane rappresenta a nostro giudizio un dato molto positivo perché testimonia che queste, pur in presenza di una difficile congiuntura economica e politica, continuano a viaggiare per cercare nuovi mercati e nuove opportunità».
Atteso aumento dei prezzi A fronte di questi dati, la ricerca ha rilevato, però, che la percentuale dei travel manager che prevedono un incremento dei costi associati ai viaggi di lavoro sale al 39% a livello internazionale e al 21% in Italia: indice questo di un atteso aumento dei prezzi dei servizi associati. Guardando allo scorso anno, e in particolare al nostro Paese, ad aumentare sono stati i costi medi dei viaggi aerei, passati da 449 euro a 484 euro (a fronte di una invariata incidenza delle classi di servizio e di una crescita del low cost dal 14% al 16%), e degli hotel, passati da 247 euro a 263 euro, mentre i treni hanno visto un lieve calo, da 63 euro a 61 euro (fonte database AirPlus).
In crescita i viaggi d’affari nei paesi BRIC Dallo studio emerge chiaramente un divario di vedute tra i travel manager provenienti dai Paesi emergenti e quelli dai paesi industrializzati a più bassa crescita. Asia-Pacifico e America Latina presentano, rispetto a Europa Occidentale e Nord America, un numero molto superiore di travel manager che prevedono un incremento nei viaggi d’affari. «Secondo l’AirPlus Travel Management Study, le aziende con sede in Europa Occidentale, Gran Bretagna, Scandinavia, Nord America, Australia e Singapore manterranno volumi di viaggio e di spesa associata alle trasferte sugli stessi valori registrati nel 2012», spiega ancora Diane Laschet. «Più ottimisti i travel manager delle aziende nei paesi BRIC, dove il 47% degli intervistati prevede un aumento del numero di
trasferte e nei paesi emergenti dell’America Latina e dell’Asia Pacifico, dove il 42% prevede un aumento del numero di trasferte. Questi paesi sono destinati a fare da locomotiva nel 2013 al settore dei viaggi d’affari a livello globale».
Secondo AirPlus i viaggi d’affari nel 2013 tenderanno a mantenersi sui livelli del 2012. I travel manager internazionali non si sbilanciano su una possibile ripresa
Una figura professionale sempre più competente Le indicazioni dei travel manager sono sempre più caute e ponderate forse anche perché, come emerge dallo studio di AirPlus, è aumentato notevolmente il livello di professionalità di questa figura. L’ottimizzazione dei processi e le tendenze in atto, dai Management Information Systems alla Business Intelligence, ha richiesto nel mondo e in Italia un progressivo incremento della preparazione specifica di chi si occupa di business travel all’interno delle aziende. In Italia, in soli tre anni, si sono visti praticamente scomparire gli estratti conto cartacei, che nel 2009 rappresentavano ancora il 9%; le aziende che hanno implementato una travel policy sono passate dal 58% al 75% (a livello globale dal 78% all’82%); sono raddoppiati i reparti viaggi all’interno delle aziende, passati dal 12% al 24%; mentre in un solo anno, dal 2011 al 2012, l’uso delle carte di credito corporate è passato dal
«Il settore Mice offre ulteriori opportunità per controllare e ridurre la spesa. Ma in Italia solo il 23% dei travel manager si occupa anche di questo segmento» 5 2013
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In Italia, sei travel manager su dieci prevedono la tenuta del numero delle trasferte. Si continua a viaggiare per cercare nuovi mercati e opportunità
68% al 76%. La professionalità e la collaborazione con i fornitori di servizi di viaggio consentono di ottenere diversi benefici che possono far risparmiare tempo e denaro: ottimizzazione dei processi, sviluppo di soluzioni personalizzate, informazioni su nuovi sviluppi, individuazione di nuovi trend del mercato. Tra questi, ad esempio, lo studio AirPlus segnala quello del Mobile Payment. Sebbene non rappresenti ancora una realtà consolidata, que-
«In Italia, lo scorso anno, i costi medi dei viaggi aerei sono passati da 449 euro a 484 euro mentre quelli degli hotel, da 247 euro, sono saliti a 263 euro. I treni hanno visto un lieve calo, da 63 euro a 61 euro»
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sto trend interessa in particolare l’Italia, il Paese europeo nel quale la telefonia mobile si è diffusa maggiormente e nel quale il traffico dati da connettività broadband mobile è triplicato tra il 2010 e il 2012. Di fatto sono i Travel Manager italiani a percepire più di tutti gli altri (72%) i potenziali vantaggi offerti dai pagamenti tramite smartphone.
Le 6 strategie per contenere i costi delle trasferte di lavoro Dall’AirPlus Travel Management Study 2013 emergono 6 principali strategie che possono essere adottate dai travel manager per contenere i costi del business travel. 1. Analizzare la spesa. L’analisi della spesa associata ai viaggi d’affari è ormai prassi comune nelle aziende a livello
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globale, Italia in testa, dove il 91% dei travel manager dichiara di effettuarla (Europa 77%; mondo 81%). 2. Avere una travel policy. L’introduzione di una travel policy in azienda e l’estensione di questa a tutti i dipendenti è divenuta una prassi largamente adottata. In Italia tuttavia vi sono ancora ampi margini di miglioramento. Solo il 55% dei travel manager, infatti, dichiara che la policy aziendale è estesa a tutti i dipendenti (Europa 70%; mondo 71%). 3. Utilizzare processi digitali. Le imprese italiane non desiderano più ricevere estratti conto cartacei, una pratica ancora comune in molti altri paesi. L’adozione del formato PDF in Italia è particolarmente elevata (84%). La prossima sfida tuttavia sarà nel passare da que-
sto formato a un flusso di dati direttamente interfacciabili con i gestionali aziendali, una pratica questa adottata solo dal 3% dei travel manager italiani (Europa 10%; mondo 11%). 4. Innovare con i pagamenti mobili. Uno sviluppo futuro questo per il quale i travel manager italiani si dimostrano i più sensibili a livello mondiale. L’82% di essi infatti è consapevole dei potenziali futuri vantaggi offerti dall’utilizzo di smartphone per i pagamenti mobili (Europa 34%; mondo 38%). 5. Perseguire la collaborazione tra fornitori di servizi. La collaborazione tra fornitori di servizi di business travel porta numerosi benefici. Per i travel manager italiani (100%) il più importante è l’ottimizzazione dei processi con conseguenti risparmi (Europa 73%; mondo 68%). Tra i diversi benefici solo il 5% dei travel manager italiani percepisce un risparmio di tempo (Europa 58%; mondo 59%). 6. Ampliare il raggio d’azione al segmento Meeting & Congressi. Il settore MICE offre ulteriori opportunità per controllare e ridurre la spesa. Ma in Italia solo il 23% dei travel manager si occupa anche di questo segmento (Mondo 33%). Il 63% di essi è convinto che è possibile ottenere ulteriori risparmi rispetto al 44% dei travel manager a livello mondiale. ■
I più ottimisti sono i travel manager delle aziende nei paesi BRIC, dove il 47% degli intervistati prevede un aumento del numero di trasferte
Le aziende che hanno implementato una travel policy sono passate dal 58% al 75% (a livello globale dal 78% all’82%); mentre i reparti viaggi all’interno delle aziende, sono passati dal 12% al 24% 5 2013
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Le opinioni online sono considerate utili da quasi 9 utenti su 10. Eppure sono in molti a pensare che una parte non irrilevante di esse siano false
Le bugie in Rete Il problema delle recensioni false è molto sentito da albergatori e ristoratori. Concorrenza sleale e compravendita di opinioni, terrorizzano chi sta già combattendo con la crisi. Il problema esiste, ma esistono anche le soluzioni. Ecco cosa si sta facendo e cosa resta da fare
✒Barbara Ainis Dire la verità non è una virtù comune tra gli esseri umani, tantomeno quando di mezzo ci sono soldi, business, lavoro. Ma se alle bugie, piccole e grandi, della pubblicità siamo abituati e in un certo modo vaccinati, tanto da saper valutare con spirito critico questo tipo di comunicazione, di fronte ai contenuti del Web tendenzialmente la nostra diffidenza cala, specie quando le informazioni ci arrivano, apparentemente, da un altro utente come noi, in una sorta di passaparola, attraverso le pagine di un sito di recensioni online.
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I consigli e le valutazioni che si trovano in Rete godono, infatti, di una credibilità percepita decisamente alta: l’87% degli utenti di TripAdvisor, secondo uno studio condotto da PhoCusWright e commissionato dallo stesso TA, ritiene che le recensioni aiutino a sentirsi più sicuri nelle proprie decisioni, mentre 8 utenti su 10 sono d’accordo nell’affermare che le recensioni online aiutano a migliorare l’esperienza di viaggio. Così siti come TripAdvisor, ma anche Expedia, Booking.com, Orbitz e molti altri, con le
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opinioni pubblicate sulle loro pagine condizionano in modo importante la sorte degli alberghi e dei ristoranti, in particolare di quelli che si trovano in aree turistiche ad alta concorrenza. Purtroppo, però, le bugie corrono anche nella rete e non tutte le recensioni sono veritiere. Anzi, c’è chi è convinto che non tutte le recensioni siano false, vale a dire che le fake reviews superino in numero le opinioni sincere. In realtà la situazione in merito alla piaga delle bugie in Rete è tutt’altro che chiara e numeri e percentuali (da spiccioli al 30% e oltre) si contraddicono tra di loro tanto da non permettere una stima reale. Di certo il problema esiste e preoccupa, non poco, gli addetti ai lavori. Ma non si può di certo buttare il bambino con l’acqua sporca.
Tra libertà di espressione e diritto alla reputazione Le recensioni online, in fondo, non fanno che riflettere le grandi potenzialità e le grandi contraddizioni di Internet, dove la libertà di espressione di tutti a volte finisce per ledere i diritti di qualcuno. Servono regole, ma queste regole non devono e non possono limitare eccessivamente questo spazio democratico. Nel caso delle recensioni online, ogni sito ha la sua politica e i suoi sistemi di controllo. «TripAdvisor adotta una politica di tolleranza zero per le recensioni false», ci ha dichiarato Valentina Quattro, Senior Media Relation Manager per l’Italia. «Si tratta innanzi tutto di una violazione dei termini del servizio, di una pratica non etica e anche di una violazione della direttiva europea sulle pratiche commerciali sleali. Per garantire la veridicità delle recensioni esiste innanzi tutto un algoritmo che controlla le corrispondenze elettroniche, indirizzi ip, browser e persino risoluzione dei monitor, e in seconda battuta un team di specialisti (a cui si è unito di recente un americano che lavorava per la CIA) che verifica i casi sospetti rilevati automaticamente e quelli segnalati dagli utenti. Una volta che si hanno le prove che una struttura ha cercato di raggirare il sistema, si procede con le sanzioni previste: dalla compromissione dell’indice nel sito, all’inserimento nella pagina di un alert che segnala la pratica sleale, dal non essere più incluso negli award di TripAd-
visor, alla perdita di posizioni. In ogni caso noi stimiamo che le recensioni false siano una minima parte di tutte le recensioni postate». Se questa è la posizione di TripAdvisor, diversa è quella di molti operatori del settore. «Stimiamo una quota di recensioni non realistiche tra il 25 e il 30%”, commenta Aldo Cursano, vicario della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE) e presidente FIPE Toscana. «Naturalmente noi rappresentiamo i ristoratori e i pubblici esercizi in genere e la nostra ricerca è basata sul punto di vista dei ristoratori soci in Toscana, sulla valutazione soggettiva delle recensioni online delle loro strutture. Abbiamo verificato, inoltre, come sia rilevante la componente del valore turistico di una zona: maggiore è l’importanza della destinazione turistica, maggiore è la percentuale di recensioni ritenute non realistiche. A scrivere le recensioni false (positive o negative) sarebbero concorrenti sleali, agenzie specializzate, ma anche fornitori, partner e altri soggetti interessati al mercato. Perché intorno alle recensioni girano tanti soldi e le opinioni non veritiere possono sposta-
Valentina Quattro, Senior Media Relation Manager per l’Italia di TripAdvisor
«TripAdvisor non vuole ancora parlare di tracciabilità, l’unico modo per filtrare le recensioni e sgombrare il campo, almeno in parte, dalle recensioni false» 5 2013
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Per limitare i danni delle recensioni false è necessario monitorare attivamente il web, rispondere con puntualità e segnalare tempestivamente gli illeciti
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re volumi di visitatori e clienti fino al 20% (turismo esterno e internazionale)». Anche tra gli albergatori si sollevano timori, critiche e dubbi. La paura della concorrenza sleale si trasforma, in questi tempi di crisi, in ansia per il proprio avvenire. E così alcuni si adeguano e usano il sistema in modo scorretto sfruttandone i difetti e le falle, mentre altri si rifiutano di sottostare a condizionamenti e a ricatti, ma perdono fiducia. In ogni caso il rischio è quello di non utilizzare in modo efficace quella che è, al netto dei problemi, una vetrina potentissima e priva di intermediazioni. «Si è innescato un meccanismo che desta molta preoccupazione», ci ha detto Barbara Casillo, direttore generale di Confindustria Alberghi. «Le preoccupazioni hanno motivo di esistere, ma spesso i problemi più importanti sono quelli operativi. Abbiamo iniziato a parlare con TripAdvisor da 2-3 anni e sappiamo quali siano i problemi. Devo dire che siamo riusciti a ottenere delle modifiche importanti che riguardano soprattutto aspetti organizzativi, come ad esempio la possibilità di slegare dalla struttura che subentra le recensioni della precedente gestione». Da quasi un anno è operativo un HelpDesk presso gli uffici di Confindustria Alberghi, ma fornito da TripAdvisor, per supportare le aziende vittima di queste aggressioni nella relazione con il sito stesso. «In realtà fino ad oggi il numero di
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problemi legati a recensioni false è stato molto circoscritto, mentre le questioni sollevate vertevano soprattutto su come utilizzare il sistema», chiarisce ancora Barbara Casillo. «Stiamo cercando di inserire quanti più correttivi possibili per non lasciare solo l’albergatore e stiamo trovando maggior disponibilità nell’interlocutore TripAdvisor (su alcuni aspetti più, su altri meno). Alle aziende suggeriamo innanzitutto di cercare di capire tempestivamente se si è vittima di recensioni false o non corrette, quindi di predisporre subito e in ogni caso una risposta che faccia chiarezza e di contattare l’Helpdesk come intermediario. Uno strumento importante (avendo partecipato posso dirlo con convinzione) è rappresentato dai seminari organizzati da TripAdvisor. Sono capillari, frequenti (a breve inizierà un nuovo ciclo) e interessanti per le aziende perché permettono di comprendere le logiche del sito».
Il problema della tracciabilità Dei passi avanti sono stati fatti, dunque, per venire incontro alle aziende e oggi, monitorando accuratamente le recensioni
L’INCHIESTA DecALogo consIgLI peR pRopRIeTARI (foRnITo DA TRIpADvIsoR) della propria struttura e segnalando tempestivamente le opinioni ritenute non veritiere, se ne può ottenere la cancellazione in tempi brevi (sempre che si possa supportare la denuncia con “prove” di incoerenza o di totale stravolgimento della realtà). Anche il FIPE, che la scorsa estate si è scontrato in modo importante con TripAdvisor rendendo pubblici i risultati della ricerca condotta tra i propri soci, riconosce che qualcosa sta cambiando. «Dopo la nostra forte presa di posizione c’è stato un maggiore investimento nel controllo e nella reazione, sia nei confronti delle recensioni non veritiere sia nei confronti di quelle strutture organizzate che vendono opinioni false (che devono essere immediatamente denunciate!)», ammette Aldo Cursano. «Ma rimane il fatto che TripAdvisor non vuole ancora parlare di tracciabilità, a nostro avviso l’unico modo per filtrare le recensioni e sgombrare il campo, almeno in parte, dalle recensioni false». Il tema della tracciabilità in Internet, come è noto, è davvero complesso. Se all’atto dell’iscrizione si devono indicare indirizzo e-mail, nome, cognome e provenienza, nessuno vieta che questi dati siano creati ad hoc. Qualche passo in avanti si è fatto con la definizione dei recensori qualificati e con il passaggio attraverso facebook (a livello globale nell’ultimo anno più del 35% delle recensioni sono arrivate attraverso collegamento con facebook). Ma questi strumenti non sono oggettivamente sufficienti a responsabilizzare l’utente riguardo i contenuti della propria recensione (ad esempio nel caso di diffamazione). «L’elemento della responsabilizzazione è al centro di questo fenomeno», afferma ancora Cursano. «Chiunque e in qualsiasi momento può scrivere una recensione senza tracciabilità, senza corresponsione e senza dover dimostrare di essere stato presso il ristorante o la struttura recensita». Da qui deriva l’aspetto deviante. I limiti dati da TripAdvisor non hanno evitato il crearsi di un mercato delle recensioni. Legare il diritto di recensione alla certezza della fruizione è possibile: basta indicare il contesto temporale, ad esempio fotografando lo scontrino, senza limitare il numero di recensioni associate (nel caso di più persone presenti per una sola ricevuta). Questa “prova” non è necessario
1. Registratevi sul Centro Gestione TripAdvisor Ottenete accesso alle risorse gratuite a vostra disposizione per aiutarvi a gestire la vostra pagina e a sfruttare al massimo la vostra presenza su TripAdvisor. 2. Fornite informazioni sulla vostra struttura Aggiungete dettagli relativi alla vostra struttura, e sui servizi che offre, sulla vostra pagina, per evidenziare cosa vi distingue dalla concorrenza. 3. Caricate foto Assicuratevi di avere almeno 20 foto sulla vostra pagina su TripAdvisor. I viaggiatori trascorrono 150% di tempo in più sulle pagine di strutture con quel numero di immagini! 4. Aggiungete video Caricate video che diano vita alla vostra struttura. 5. Invitate i vostri ospiti a scrivere una recensione Usate i nostri biglietti personalizzati, volantini e widget per invitare gli ospiti a scrivere una recensione del loro soggiorno presso la vostra struttura. Assicuratevi di avere contenuti recenti e aggiornati che aiutino i viaggiatori nella delicata fase di ricerca e prenotazione dell’alloggio ideale. Questi strumenti sono disponibili ai seguenti link www.tripadvisor.it/owners or www.tripadvisor.it/widgets 6. Monitorate le recensioni Ricevete e-mail di notifica ogni volta che la vostra struttura è stata recensita, per conoscere il livello di soddisfazione dei vostri ospiti. 7. Replicate alle recensioni Scrivete Repliche della direzione a recensioni sia positive che negative e dimostrate di essere interessati alle opinioni dei vostri clienti e di prendere a cuore l’assistenza al cliente. 8. Valutate le vostre performance Monitorate l’indice di gradimento dei vostri ospiti, misurate le vostre performance recenti e confrontatele con quelle dei vostri concorrenti 9. Identificate le tendenze nel feedback degli ospiti Ottenete una vista istantanea del feedback degli ospiti grazie all’elenco di termini e frasi più frequenti nelle recensioni dei viaggiatori. 10. Scoprite da dove arrivano i potenziali ospiti Utilizzate i dati relativi alle fonti dei principali visitatori della pagina della vostra struttura per scoprire quali sono i Paesi di provenienza. che sia a disposizione di tutti, ma solo di TripAdvisor. Così forse ci sarebbe qualche recensione in meno [a livello globale hanno superato i 100 milioni di recensioni, 60 nuove ogni minuto, ndr], ma sarebbero più credibili. Dovrebbe essere interesse di tutti, perché le recensioni, se sono sincere e spontanee, positive o negative, sono un patrimonio per l’utente e per l’azienda. Ma deve essere riconosciuto il diritto di difendersi da danni economici. Quello che auspichiamo è un accordo strutturale con TripAdvisor e, in generale una legislazione specifica». ■ 5 2013
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MAURO FIORESE
L’INCHIESTA Dalla cucina alla tv. Non c’è dubbio, oggi le star del piccolo schermo sono loro: gli chef, protagonisti indiscussi di trasmissioni, fiction e reality show da ascolti record. La cucina, insomma, piace e diventa sempre più intrattenimento, portando alla ribalta nuovi ristoranti e nuovi talenti. Ma il destino della grande cucina, secondo Gualtiero Marchesi potrà compiersi solo nei grandi alberghi. Tra nuove tendenze, star emergenti, location “chicca” e alberghi dove mangiare (e dormire) benissimo, ecco tutto quello che c’è da sapere e, soprattutto, da segnare in agenda
✒Gaia Fiertler Tutti a lezione di cucina. Davanti alla tv. Impazza la moda del cibo così ben presentato da mangiarlo con gli occhi e da venir voglia di copiarlo. Fanno audience anche le trasmissioni che lo mettono su un piatto d’argento, con passaggi facili facili da seguire a casa. Sempre più spesso il cibo è anche al centro di competizioni dove vince sì l’abilità culinaria, ma anche la resistenza alle implacabili critiche di chef ormai assurti a personaggi televisivi. Più temuti di quei critici enogastronomici interpretati in modo esemplare nel film di animazione della Pixar Ratatouille. Dove anche quell’ombra incombente dimostrerà di avere un cuore quando ritroverà nel piatto i sapori della nonna.
A sin., Heinz Beck, chef del ristorante La Pergola del Rome Cavalieri
Chef come star Oggi, nel settore del gourmet, le star sono gli chef. In televisione, Masterchef Italia su Sky ha fatto scuola, con Carlo Cracco, Bruno Barbieri e Joe Bastianich (vedi pag. 45) a bacchettare gli aspiranti cuochi in gara. E a metà maggio su Fox Life è partito un nuovo programma con lo chef di Villa Crespi Antonino Cannavacciuolo, Cucine da Incubo, sulla falsariga del format dello chef inglese Gordon
«In certe trasmissioni fa presa la smart kitchen, rapida ed economica, la logica dell’Ikea portata in cucina, che fa perdere la magia del piatto fumante, fatto non solo di chimica ma anche di alchimia» (Adriano D’Aloia) 5 2013
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Gualtiero Marchesi, rettore della scuola internazionale di cucina italiana Alma, a Colorno in provincia di Parma. Il 22-24 giugno è stato organizzato “Alma Viva - The Italian Culinar Festival”, che ha previsto anche un career day il 23 giugno con testimonianze internazionali dei diplomati Alma
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Ramsey, terrore dei ristoratori. I grandi chef sono attesi anche dal vivo negli show cooking sempre più frequenti nelle settimane del gusto che ormai si avvicendano a quelle della moda. Come il due stelle Michelin Cracco e la stella Davide Oldani a marzo a Milano, con lezioni di alta cucina ed esibizioni nel corso dell’evento “Cibo a regola d’arte”, oppure il tre stelle Massimo Bottura a maggio, sempre a Milano, in cucina nel temporary restaurant ideato e curato dal gastronomo e scrittore Fabiano Guatteri per il Carlyle Hotel, dove è stato ricreato il bistrot modenese “Franceschetta 58” di Massimo Bottura e Marta Pulini per la food week. Nuovi ospiti arriveranno a settembre, tra cui l’attesissimo tre stelle Heinz Beck de La Pergola dell’Hotel Cavalieri di Roma. In pratica, si rende itinerante la cucina di innovazione e gourmet, con sempre più contaminazioni tra cultu-
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ra, enogastronomia, musica, spettacolo, internet e fotografia. Argomento di aggiornamento continuo su blog e social network, con fotografie sempre più belle scattate dai “foodies” stessi, gli appassionati di cucina.
La buona cucina per tutti È un vero boom di canali tematici e programmi tv e sul web dedicati ai corsi di cucina. Sana, veloce ed economica. Ma anche buona e piacevole al gusto, alla vista e all’olfatto. Pensata per tutti, senza partire dall’abc, ma con soluzioni pronte e facili da rifare a casa, per chi ha poco tempo, magari è un po’ imbranato e pure single. Per chi deve arrangiarsi insomma, ma non vuole rinunciare al buon gusto a tavola e vuole stupire i suoi ospiti. «Alcuni programmi, come Cotto e mangiato o I menù di Benedetta, propongono un modello che si potrebbe chiamare “smart kitchen”», spiega Adriano D’Aloia (foto), docente di linguaggi e forme espressive dello spettacolo dell’Università Cattolica, «una cucina rapida ed economica, dal risultato soddisfacente con il minimo sforzo, che spazza via l’impegno tipico della ristorazione classica. Il rischio è quello di portare in cucina la logica dell’Ikea, che fa perdere il carattere magico del piatto fumante, fatto non solo di chimica ma anche di alchimia. Insomma si tende alla
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standardizzazione del prodotto, ti do i pezzi e ti dico come montarli e se anche ne sostituisci uno con un altro non succede niente. Altri programmi, come La prova del cuoco, pur collocati nelle reti generaliste, sono attente alla valorizzazione della tradizione e alla cura del dettaglio nelle ricette e sui canali tematici c’è certamente più attenzione alla qualità (non solo in termini di cucina, ma anche di linguaggio televisivo)». In certi casi, infatti, come nei format culinari del Gambero Rosso Channel, all’eccessiva semplicità si aggiunge quel pizzico di arte e creatività di uno vero cuoco, che dispensa informazioni su come scegliere le materie giuste e come abbinarle. Lo chef trentenne Simone Rugiati, per esempio, è espressione di questo fenomeno mediatico di divulgazione e alfabetizzazione culinaria, e lo fa in modo simpatico e divertente, che in tv non guasta (vedi intervista a pag 42).
Le nuove tendenze della ristorazione italiana Mentre impazza la moda del cibo “spettacolo”, e il maestro Gualtiero Marchesi annuncia che il destino dell’alta cucina potrà compiersi solo all’interno dei grandi alberghi (vedi intervista a pag. 40), in Italia si sta diffondendo l’approccio della ricerca e innovazione accessibile economicamente, complici i tempi duri della crisi. E allora si moltiplicano i menu degustazione a 25-30 euro a pranzo, come al ristorante Unico di Milano dello stellato Fabio Baldassare, quando invece a cena il conto lievita oltre i 100 euro senza vino. Stanno anche emergendo ristoranti e giovani chef che, già in partenza, prediligono questo approccio: menu gourmet con prezzi tra i 60 e gli 80 euro anche la sera, grazie alla sostenibilità economica dell’intero processo. Soprattutto la nuova generazione di chef, che promette bene con tre stellati nel 2013 sotto i 30 anni (Lorenzo Cogo 26, Luciano Monosilio 27 e Nicola Fossaceca 29) e circa la metà delle 30 nuove proposte della Guida Michelin sotto i 35 anni, spingono in questa direzione (vedi intervista Lorenzo Cogo a pag. 43). Un po’ a causa della crisi come confermano dalla bibbia delle guide, che è in fase di cambio di direttore dopo il congedo di Fausto Arrighi. La crisi ormai strutturale, infatti, impone un cambio di for-
mula. A Parigi l’hanno fatto per primi, con pranzi con menu diversi e a prezzi decisamente più bassi. D’altra parte nessuno oggi può permettersi di stare tre ore seduto a tavola a pranzo. E anche a cena «l’alta ristorazione sta soffrendo decisamente», dicono gli ispettori anonimi della guida Michelin, «l’impressione è che il cliente abbia preso in mano la situazione perché non è lo chef che comanda, piuttosto il cliente che sceglie in base al prezzo e che se prima ci andava per mangiare solo un piatto veniva cacciato via, oggi mangia due piatti appena, senza fare un grande pasto, e nessuno dice nulla». Ma dietro questo nuovo stile, mangio meno ma in
Davide Oldani, inventore della cucina pop, chef e titolare del D’O di Cornaredo dove a pranzo si mangiano leccornie a 11,50 euro
«Fare la spesa al mercato, accorciando la catena produttiva con prodotti di stagione e del territorio, è una direzione inevitabile per una ristorazione sostenibile, di qualità e di ricerca» (Massimiliano Bruni) 5 2013
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IL FUTURO DELLA CUCINA ITALIANA SECONDO GUALTIERO MARCHESI
Abbiamo chiesto a Gualtiero Marchesi, padre del gran gourmet in Italia, come vede il futuro della cucina italiana e quale consiglio si sente di dare alle nuove generazioni di cuochi. Dalla sua scuola sono passati tutti, Cracco, Oldani, Santin, Bottura, Cannavacciuolo. I bravi li spediva all’estero a farsi le ossa e a completare l’esperienza perché «un vero maestro lascia andare i suoi allievi». Maestro, cosa pensa del fenomeno mediatico degli chef in tv e dei numerosi format con cibo e aspiranti cuochi? «In termini di pubblicità c’è un innegabile ritorno economico per i miei colleghi, ma agli aspiranti chef in gara o tra il pubblico di casa dico di fare attenzione. Nel nostro lavoro non ci sono scorciatoie, serve una grande preparazione, tanto lavoro sulle materie prime, i tagli, i metodi di cottura, le tecniche, le consistenze, ecc. In pratica, il rischio di questi programmi è che si diffonda l’idea, errata, che sia un gioco da ragazzi diventare un bravo cuoco, ma non è così». Come vede il futuro dell’alta cucina italiana? Quella davvero alta la vedo tornare da dove è venuta, nei grandi alberghi, gli unici a potersi permettere brigate di cuochi numerosi, con un flusso di clientela internazionale sofisticata e con forte capacità di spesa. I bravi stanno già andando negli alberghi, alcuni ci sono già in giro per il mondo, perché solo gli hotel
possono sostenere quello che un proprietario di ristorante da solo non potrebbe». Che consigli dà alle nuove generazioni? «Andate all’estero, abbiamo da imparare da tutti, dal Marocco come dal Giappone. Non perdete mai la curiosità, noi dobbiamo realizzare le ricette della tradizione attualizzandole». Consigli pratici? «Ungere le cose ma non condirle, è il prodotto che deve emergere. Fa bene Oldani a non portare il pane all’inizio. Inoltre, come diceva mia mamma da cui ho imparato, la salsa serve per condire la pasta e non il piatto. Bisogna avere senso della misura. Rispettare la stagionalità, non facendosi mandare le cose a casa ma andando al mercato ogni mattina. Io prendevo la mia R4 e alle 6 andavo al mercato del pesce, alle 7 andavo per il pollame e così via. Insomma bisogna arrivare a conoscere la materia e a rispettarla con la giusta cottura e i corretti abbinamenti. Bisogna arrivare a questa coscienza». Lei è rettore di Alma, la scuola internazionale di cucina italiana, che è ospitata nella reggia di Colorno (Pr) dal 2004. Trasferisce il suo stile ai docenti? «Qui si fanno i primi passi, ma certo do la mia linea ai docenti che sono spesso miei ex allievi. Il fenomeno cui stiamo assistendo è quello di tanti laureati in altre materie che frequentano con entusiasmo i nostri corsi di cucina e pasticceria per provare, anche loro, la strada del cuoco».
modo eccellente, si nasconde anche una vera e propria filosofia della ristorazione, che piace e convince non solo gli operatori, ma gli stessi avventori. In fondo è la
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cucina pop introdotta in tempi non sospetti, dieci anni fa, da Davide Oldani nel suo D’O di Cornaredo in Provincia di Milano. Una cucina che enfatizza l’equili-
RISTOSTAR «L’alta ristorazione sta soffrendo: non è lo chef che comanda, ma il cliente che sceglie in base al prezzo e non più di due piatti» (Guida Michelin)
brio tra i contrasti e anche il design e il contenitore per valorizzarne il contenuto, ma è senza fronzoli e ben fatta, coniuga il buono con l’accessibile e l’innovazione con la tradizione, nel rispetto di tutte le materie prime e di tutte le persone sia in cucina che fuori. La spesa, poi, viene fatta a stomaco pieno per evitare gli sprechi, come si legge sul suo sito www.cucinapop.do. «Accorciare la catena produttiva con prodotti stagionali e del territorio è
una direzione auspicabile per una ristorazione che voglia essere sostenibile, ma anche di qualità e ricerca», sostiene Massimiliano Bruni (foto), direttore del Master of Management in Food and Beverage della Sda Bocconi e professore associato di strategia aziendale alla Iulm. «Visti gli investimenti necessari nel settore, è anche interessante la decisione, come fatto ad esempio da Oldani, di aprire locali gourmet in provincia e non nel centro città per contenere anche i costi di affitto. Mi viene in mente anche l’esperimento del gruppo DoloMitici in Alta Badia, tre ristoranti stellati che fanno una ottima cucina di ricerca e che già dal 2004 hanno unito le forze per l’organizzazione di eventi gastronomici e azioni di marketing e pubblicità. Tuttavia, a parte qualche eccezione, in Italia non si fa abbastanza ricerca, perché siamo ancora troppo legati alle tradizioni locali, anziché osare e innovare come stanno facendo i nuovi chef all’estero, senza per questo perdere le nostre radici e il legame con il territorio». In effetti in Italia le tre stelle Michelin si contano sulle dita di una mano e poco
Da sin., Bruno Barbieri, Carlo Cracco e Joe Bastianich
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Simone Rugiati, un comunicatore con le mani in pasta
Dalle pagine della “Mia Cucina” alle lezioni di cucina del Gambero Rosso Channel (Oggi cucino in..., S.O.Simone e, nel 2010, Io, me e Simone e Nudo e Crudo) e conduttore di Cuochi e fiamme su La7, il 32enne chef toscano Simone Rugiati è l’uomo delle ricette sane e veloci senza spendere una fortuna. Autore di numerosi libri di ricette tra cui i fortunati “Stupire in cucina in 20’”, “Il gusto di sedurre” e “Storie di brunch”, è consulente di ristoranti, titolare di Sr Catering e testimonial di aziende importanti come Coca Cola. Sei un comunicatore, con le mani in pasta, di una cucina ben fatta per tutti. Ti ritrovi in questa definizione? «Sì, mi sono sempre messo nei panni di chi deve rifare le ricette. Il mio segreto è usare pochi ingredienti
e, con le tecniche giuste (facili da seguire), creare un gran piatto in 20 minuti. Ma per prima cosa bisogna insegnare a fare la spesa e a distinguere gli alimenti». Da dove nasce questa passione? «Mi è sempre piaciuto cucinare. A quattro anni la tata mi teneva buono facendomi fare i biscotti». Sei arrivato giovanissimo a Parma alla casa editrice “Hobby and Food”. Che cosa ti fa fatto decidere di uscire dalla cucina dei ristoranti toscani ed entrare in quelle delle riviste? «Da un lato mi annoiavo a fare sempre le stesse cose, dall’altro notavo che sulle riviste mancavano idee. Così mi sono proposto in modo un po’ spavaldo e mi hanno chiamato subito. Era il 2002, mi assunsero come chef della rivista “La mia cucina” e dopo poco assunsi la direzione delle testate “Buon Appetito” e “Mangiar sano”. Nello stesso periodo collaboravo alla produzione di libri di cucina, corsi di aggiornamento presso istituti alberghieri, lezioni di cucina naturale e macrobiotica. L’aspetto straordinario è che lì orbitavano i migliori chef italiani, dalla Val d’Aosta a Pantelleria e così in quei cinque anni lavorando con loro, tra libri, riviste e visite nei loro locali, ho fatto un corso intensissimo con i migliori». Poi sono arrivate la televisione e la notorietà. Che cos’è per te l’innovazione in cucina? «Alleggerirla, perché abbiamo stress ma facciamo meno fatica fisica. Quindi sì la tradizione ma leggera, sana e divertente. Il palato deve divertirsi, giocare con i contrasti, gli sbalzi di temperatura e i colori per esempio. Ma sempre con i piedi per terra, perché preferisco il buono al bello. Ci si può anche curare con il cibo. Preziosi dall’oriente sono le alghe, lo zenzero e l’umeboshi, la prugna salata». Le prime tre regole in cucina? «L’igiene, la scelta delle materie prime legate al territorio (prodotti di nicchia anche per far vivere i piccoli produttori) e l’organizzazione e standardizzazione dei piatti, perché la mano dev’essere sempre la stessa da una volta all’altra». Progetti? «Voglio iniziare a mettere le basi per cose mie in giro per il mondo, in modo da occuparmi solo di queste tra qualche anno. Prime destinazioni Milano, Stati Uniti, Sudamerica e sto valutando in Africa».
più, sono solo sette, e occupiamo solo quattro posizioni tra i primi 50 ristoranti del premio “The World’s 50 Best Restaurant’s award” sponsorizzato da San Pellegrino. Certo abbiamo il terzo posto con l’Osteria Francescana di Bottura a Modena (primi i fratelli Roca di Girona in Spagna e secondo René Redzepi del Noma di Copenaghen); il 27° con Massimiliano Alajmo de Le Calandre di Rubano (Pd); il 40° con Davide Scabin del Combal.Zero
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di Rivoli (To) e il 41° con Enrico Crippa di Piazza Duomo ad Alba (Cn), che ha appena conquistato la terza stella. Ma sono tante le giovani promesse che stanno rinnovando la cucina italiana, in questa logica «no frills», semplice, senza fronzoli, ma con un grande lavoro sulle consistenze, i contrasti, gli abbinamenti e le tecniche di cottura acquisite anche in preziose esperienze all’estero. Come il 33enne uruguayano Matias Perdomo, chef della
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trattoria Pont de Ferr di Milano, che con lui ha cambiato cucina (menu degustazione da 60 e 80 euro) e che è passato anche dai fratelli Roca a Girona in Spagna (primo posto del premio San Pellegrino). O Piergiorgio Parini del Povero Diavolo di Torriana, vicino a Rimini e Alessandro Belligeri, chef emergente 2012 che, a novembre, ha aperto L’Osteria de L’Acquarol in Val di Fiemme, dopo aver lavorato sia con Crippa che con Bottura. Brillano anche le stelle promesse della Guida Michelin 2014 (da confermare ovviamente) Stefano Deidda (31 anni) del Corsaro di Cagliari, Flavio Faedi (36) del Vespasia di Norcia, Stefano Marzetti (36) del Mirabelle dello Splendid Royal di Roma e Giuseppe Iannotti (30) del Kresios di Telese Terme, in provincia di Benevento, “cuoco più promettente delle nuove generazioni” secondo la guida Espresso 2013.
La cucina “personale” di Lorenzo Cogo Lorenzo Cogo è il più giovane chef stellato d’Italia a soli 26 anni (27 a luglio). Dopo sei anni tra Gran Bretagna, Australia, Giappone, Spagna e Danimarca, è tornato in Italia e due anni fa ha aperto il ristorante El Coq a Marano vicentino. Qui bisogna venirci apposta per provare la sua cucina, che non gli piace definire “alta”, ma “personale”, di ricerca e di prodotto, di innovazione. Da dove viene questo spirito imprenditoriale? «Dalla mia famiglia, che ha una trattoria. Sono sempre stato abituato a mettermi in gioco in prima persona».
Lorenzo Cogo e alcuni suoi piatti
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RISTOSTAR IL PRIMATO DELLE DONNE CHEF VA ALL’ITALIA Ovunque sarà, il suo ristorante sarà sempre un imperdibile. Critici enogastronomici non hanno dubbi sul futuro di Paola Budel, che aveva appena guadagnato la prima stella Michelin nella Guida 2013 con il Venissa Ristorante Ostello dell’isola Mazzorbo nella laguna di Venezia di proprietà di Gianluca Biasol, quello del prosecco, quando ha lasciato il sodalizio all’inizio dell’anno. Allieva di Gualtiero Marchesi e Michel Roux, si è distinta in ristoranti di primo piano in Italia, ma anche a Londra, Monaco, Tokio e Hong Kong. Poi, per quattro anni aveva guidato una brigata di soli uomini giovani e giovanissimi al ristorante del Principe di Savoia di Milano, quindi la nuova sfida sull’isola della laguna, in mezzo alle vigne. “Marchesiana” come si definisce lei, ha lavorato sulla fragranza del prodotto, costruendo i piatti in base alle materie prime che offre il territorio, con menù diversi tutti i giorni e a chilometro zero. Raccontava che «le biete, i piselli, i carciofi sono dell’orto, il pesce arriva dalla laguna e dall’alto Adriatico, le carni dall’entroterra veneziano e veneto». Ora si è presa una pausa, girerà per la Francia per un anno a conoscere i bistrot più da vicino, o meglio la “bistronomia” francese (alta cucina in un locale informale), ben rappresentata dal basco Inaki Aizpitarte nel suo locale Le Chateubriand a Parigi. Del suo prossimo progetto Paola Budel così racconta sul sito del Gambero Rosso: «Sarà sempre in Veneto e sempre in campagna. Stare vicino all’origine dei prodotti che trasformiamo è il modo più diretto per fare questo lavoro. In questi anni ho fatto un passo indietro e lasciato il ruolo di protagonista alla materia prima, voglio assecondare la magia degli ingredienti, rimanere vicina all’orto». La quarantaduenne chef bellunese è interprete di quel filone della cucina italiana che valorizza i prodotti stagionali di ciascun territorio ed è portabandiera della crescita delle donne chef in Italia. Sono tante in termini assoluti, 50 su 307 ristoranti stellati (in una professione che, ai vertici, è tradizionalmente maschile). Tante anche rispetto agli altri Paesi perché, da sole, raggiungono la metà di tutte le cuoche stellate nel mondo. Solo due le nuove stellate di quest’anno (su 26 nuove proposte), Paola Budel appunto e Rosanna Marziale, quarantenne delle Colonne di Caserta, mentre Viviana Varese del ristorante Alice di Milano l’ha ottenuta nel 2012. Sono due le tre stelle rosa su sette totali: Nadia Santini del ristorante Al Pescatore di Canneto sull’Oglio (Mn) e Annie Feolde dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze, chef insieme con Italo Bassi e Riccardo Monco). Perde invece una stella la tre volte stellata Luisa Marelli Valazza di Al Sorriso a Soriso (No).
Che cosa ti ha dato l’esperienza all’estero? «Un approccio diverso, un’apertura a 360°. La nostra tradizione non è tutto, anzi può diventare un limite. È cambiato il mio approccio al territorio, che rappresenta il 90% di ciò che uso, ma ora ho una dispensa più ampia cui attingere di volta in volta, senza usarla sempre tutta. I cinesi per esempio sbagliano a mettere la soia dappertutto. Ma è importante guardare al futuro in un mondo globalizzato e sarà sempre più importante muoversi avendone la possibilità, come fa Bottura». Che “attrezzi” nuovi hai in cucina? «In Giappone ho trovato il connubio per-
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I 7 CheF ImperdIbILI (tra emergenti e consolidati) di Fabiano Guatteri gastronomo e scrittore, collaboratore della Guida de L’Espresso
Fabio barbaglini chef e socio Antica Osteria del Ponte Piazza Negri 9 - Cassinetta di Lugagnano (Mi) tel. 02 9420034 info@anticaosteriadelponte.it Ilario benciguerra (1 stella Michelin e tre forchette Gambero Rosso) Ilario Benciguerra Restaurant Via Roma 1 - Gallarate (Va) Tel. 0331 791597 info@ilariovinciguerra.it www.ilariovinciguerra.it Antonino Cannavacciuolo chef (due stelle Michelin) Villa Crespi Via Fava 18 - Lago d’Orta San Giulio (No) Tel. 0322 911902 www.villacrespi.it Lorenzo Cogo chef e titolare (1 stella Michelin) El Coq Via Canè Marano Vicentino (Vi) Tel. 0445 188 6367 www.elcoq.com Fabio pisani e Alessandro Negrini chef Il luogo di Aimo e Nadia (2 stelle Michelin) Via Montecuccoli 6 - Milano Tel. 02 416886 www.aimoenadia.com Nicola portinari chef e socio con il fratello Pierluigi (due stelle Michelin) La peca Via Giovanelli 2 - Lonigo (Vi) Tel. 0444.830214 info@lapeca.it - www.lapeca.it Viviana Varese chef e socia (1 stella Michelin) Alice Via Adige 9 Milano Tel. 02 5462930 www.aliceristorante.it alice@aliceristorante.it
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Joe Bastianich: sushi & wine bar? Perché no Abbiamo raggiunto al telefono a New York Joe Bastianich, appena rientrato da un viaggio in Italia. Giudice di MasterChef America e, con Bruno Barbieri e Carlo Cracco, di MasterChef Italia, di recente si è raccontato nell’autobiografia Restaurant man pubblicato da Rizzoli. Figlio di Felice e di Lidia, cuoca friulana che ha portato in America la cucina italiana, dopo studi di finanza e qualche esperienza nel settore, ha deciso di dedicarsi all’attività di famiglia, dando una impronta fortemente imprenditoriale al business. Il suo primo ristorante è il Becco di Manhattan, aperto con i genitori nel 1993, esattamente 20 anni fa. Da allora ne ha aperti una decina di gran successo a New York, Los Angeles e Las Vegas, dal wine bar al locale stellato, varietà che ritiene molto più divertente da gestire di un modello unico. Nel 2010 con Oscar Farinelli ha portato a New York Eataly, catena di ristorazione e prodotti artigianali italiani. Possiede numerosi vigneti in Italia (Toscana, Friuli, Piemonte) e in Argentina. Abbiamo rivolto alcune domande all’imprenditore italo-americano più noto del momento. Il piatto della mamma che non riesci proprio a copiare «Il risotto al granchio» Quello per cui le sarai grato tutta la vita «Tortellini in brodo» L’abbinamento che odi di più «Non mi piace il cibo con troppo burro. Pasta con burro e salvia va benissimo, ma non sopporto il burro nascosto, quello nelle salse della carne per esempio». L’alta cucina che ancora non hai assaggiato «Il sushi a Tokyo» Il cattivo gusto in cucina «Vino e farina crudi nel cibo che, messi alla fine, danno una sensazione davvero negativa. È un errore che fanno ancora in molti». Il cattivo gusto in sala «Bicchieri che puzzano di vino prima ancora di averli usati. Succede spesso, anche in Italia». La sgridata che farai oggi «Oggi sono felice e contento, spero non ci sia
motivo di sgridare nessuno. Non rimprovero se non serve». La felicità di oggi «Essere tornato a casa dopo due settimane a Milano e aver fatto colazione con i bambini. Oggi il mondo è perfetto». Cosa migliorerai domani nei tuoi ristoranti «Voglio trovare un modo per cui quando i clienti decidono di dividersi il piatto di pasta lo facciano in modo elegante, senza fare pasticci come ora. Non ho ancora trovato la soluzione». Il ristorante che ancora non hai «Un ristorante di sushi tradizionale da abbinare a un wine bar di alta qualità. Forse nascerà a Milano, dove sta aprendo un ristorante Eataly». Cosa dici quando ti guardi allo specchio «Stai diventando vecchio, hai la barba grigia! Con i capelli, invece, i problemi sono risolti da vent’anni!» L’errore che non ripeteresti? «Aprire un ristorante francese. È l’unico ristorante ad essere andato male. Lasciamo i bistrot ai francesi: riflettono la loro sensibilità al cibo, non la nostra». Esiste un Joe Bastianich in Italia per gusto e spirito imprenditoriale o bisognerebbe inventarlo? «Joe Bastianich resta americano. Anche se comprende gli italiani e la loro cucina, ha una prospettiva americana. Sono stili imprenditoriali diversi, anche se fra noi c’è grande simpatia». Il maggior pregio e il maggior difetto di Cracco «Carlo Cracco per me è il simbolo dell’altissima cucina portata alle masse con i libri e la tv, ma a volte è troppo serio». Il maggior pregio e il maggior difetto di Barbieri «Bruno Barbieri è la valida alternativa a Cracco. Lui ha portato a tutti la tradizione di nonne e mamme, in pratica l’Italia dei sogni. L’unico difetto è che corre sempre al treno per andare dalla mamma quando finiamo le registrazioni, anziché rimanere con me a parlare!» E il tuo maggior pregio e maggior difetto «Un pregio è che sono convinto che tutto ciò che voglio posso. In pratica vivo tutta la vita in un giorno. Il maggior difetto è la mancanza di pazienza, che è un problema quando si ha a che fare con tante persone come me».
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RISTOSTAR «A parte qualche eccezione, in Italia non si fa ancora abbastanza ricerca, siamo ancora troppo legati alla rivisitazione dei piatti, anziché osare come stanno facendo i nuovi chef all’estero» (Massimiliano Bruni)
fetto tra tecnica e rispetto per la materia prima nelle cotture e nella lavorazione dei pesci. Mentre in Italia tendiamo a rovinarli. Da loro gli chef ogni sera affilano i coltelli prima di andare a casa. Per me è stata una novità. In Italia ho lavorato a Milano e in Veneto da stellati, ma all’estero ho appreso di più, una più profonda conoscenza degli ingredienti, una cucina più personale e gli chef sono molto preparati e appassionati». Al Noma di Copenaghen cos’hai imparato? «L’organizzazione. Ho visto una grande capacità nel gestire una complessità di 40-50 cuochi (Lorenzo ne ha tra quattro e sei più due stagisti)» Anche uno stile di sala semplice e asciutto (“no frills”)? «Sì, il concept di El Coq è di dare attenzione totale al piatto, e non a quanto sia bello il ristorante, che certo è un completamento dell’esperienza, ma io voglio far arrivare al paesello per la grande materia prima lavorata bene. Io uso molto anche la brace come metodo di cottura, che esalta la qualità del prodotto e ne evidenzia i difetti se è scarsa». Com’è la tua cucina? «Istintiva». Chi ti piace di più in Italia? «Bottura e Crippa, ma io cerco di trovare Fabiano Guatteri, gastronomo e scrittore, collaboratore della Guida de L’Espresso
il mio stile. Che è in evoluzione, lo sto cercando». Intanto, questa ricerca gli ha meritato una stella, dopo aver preso il meglio dalle diverse culture per tecniche, prodotto e approccio. ■
I 7 must deL GrAN Gourmet di Fabiano Guatteri
max Alajmo (tre stelle Michelin) Le calandre Via Liguria 1 Sarmeola di Rubano (Pd) Tel. 049 633000 www.alajmo.it - info@alajmo.it heinz beck (tre stelle Michelin) La Pergola Hotel Cavalieri Via Alberto Cadlolo 101 - Roma Tel. 06 3509 www.romecavalieri.it/lapergola massimo bottura (tre stelle Michelin) Osteria Francescana Via Stella 22 - Modena Tel. 059 210118 www.osteriafrancescana.it enrico Crippa (tre stelle Michelin) Ristorante Piazza Duomo P.zza Risorgimento 4 - 12051 Alba (Cn) Tel. 0173 366167 www.piazzaduomoalba.it info@piazzaduomoalba.it Gualtiero marchesi L’Albereta Relais & Chateaux Via Vittorio Emanuele 23 25030 Erbusco (Bs) Tel. 030 7760550 www.albereta.it davide scabin (due stelle Michelin) Combal.Zero Piazza Mafalda di Savoia - Rivoli (To) Tel. 011 9565225 www.combal.org Ciccio Sultano (due stelle Michelin) Ciccio sultano Via Capitano Bocchieri 31 97100 Ragusa Ibla - Ragusa Tel. 0932 651265 - fax 0932 651265 www.cicciosultano.it
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Dove mangiare (e dormire)
benissimo Se è vero che sono soprattutto i celebrity chef, con il loro carisma e le loro creazioni fantasiose a lanciare ristoranti e bistrot e a dettare bon ton e mode culinarie (perlopiù mediatiche), è altrettanto vero che a decretare il successo di un ristorante, oltre all’alta qualità del cibo – un piatto lo si apprezza con gli occhi, ma soprattutto con il palato – sono tanti altri elementi, ciascuno dei quali è “star” a proprio modo. A rendere unica, o comunque meritevole di essere vissuta, l’esperienza in un ristorante, può essere, per esempio, una location dallo speciale appeal, come una terrazza con vista o un ristorante au dehors sulla spiaggia. Ma “star” possono essere anche il territorio, valorizzato nella proposta di tipicità a chilometro zero, o una cucina particolare, improntata alla filosofia del benessere, e, perché no, un programma di iniziative ad hoc, capace di trasformare un ristorante in un happening, aperto anche agli eventi business. Non è un caso infatti che tra i migliori indirizzi segnalati dalle guide più prestigiose ci siano i ristoranti d’hotel. E non solo perché, come dice il maestro Gualtiero Marchesi, la grande cucina è possibile solo qui, ma anche perché i grandi alberghi, con la loro innata vocazione all’accoglienza, regalano un fascino, una storia e un’ambientazione difficilmente trovabili altrove. Nelle pagine che seguono vi proponiamo una selezione di indirizzi “speciali”, per un’indimenticabile esperienza gourmet in hotel.
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L’ABC della buona tavola Far sentire ogni ospite a casa è il leitmotiv del Boscolo Palace Hotel, tra arte, buona musica e soprattutto buona tavola. Qui i grandi piatti e i prodotti del territorio sono in armonia con la tradizione ma rivisitati con gusto in un’atmosfera chic. Tutto nella via più bella e più famosa di Roma e del mondo
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ei Boscolo Hotels la cucina italiana di alto livello è elemento imprescindibile di qualità e di gusto, simbolo dell’accoglienza italian style nel mondo. Tra questi una vera perla il Boscolo Palace Roma, splendido cinque stelle lusso, in stile anni Venti, in via Veneto, a pochi passi da Piazza di Spagna e Villa Borghese. Al timone dell’hotel il General Manager Andrea Fiorentini, che ha affidato all’Executive Chef Max Mariola la cura dell’offerta gastronomica del Palace. Agli splendidi spazi dell’hotel dedicati al gusto, il Ristorante ABC e l’attigua Lounge Bar Cadorin, si aggiunge ora il nuovo “Bistrot la Dolce Vita”, che accoglie l’ospite all’aperto in un delizioso giardino direttamente su via Veneto. Lo chef Mariola, maestro nel trasformare odori e sapori in piccoli capolavori gastronomici, proponendo ricette pregiate, si serve di materie prime di grande qualità (spesso DOP), legate al territorio e di stagione. L’offerta gastronomica prevede piatti della tradizione romana ed internazionali rivisitati. Un esempio: il classico abbacchio alla romana nelle tre cotture (abbacchio scottadito, la polpetta di spalla fritta e lo stinco alla cacciatora) o una cacio e pepe al sentore di limone. Tra i primi piatti anche paste fresche fatte in casa, risotti e zuppe con condimenti ricercati nella tra-
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dizione. Imperdibili le tre cotture del pesce: crudo (fasolari, tartufi, cannolicchi, astici, gamberi, etc.), bollito e fritto. Il pesce viene presentato su alzate “Plateau Royal”. Notevole la colazione à la carte dove l’ospite può scegliere piatti cucinati al momento come pancake, pollo con vedure, crepes dolci e salate ed infine uova nelle varie cotture. Innovativa, infine, la “linea benessere”, con hamburger di soia, centrifugati e smoothy. Boscolo Palace Hotel ospita una delle aree dedicate al benessere più spaziose e accoglienti di Roma, con uno spazio dal mood tutto orientale di ben 300mq: la Kami SPA, da poco inaugurata. Per questo sono stati creati i pacchetti “Take a break” che prevedono accesso alla Kami SPA da abbinare a buffet gastronomici bilanciati e piatti personalizzati. C.C.
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BOSCOLO PALACE ROMA Via Vittorio Veneto 70 - 00187 Roma Tel. 0647871 - fax 0647871800 www.boscolohotels.com Ristorante ABC, Lounge Bar Cadorin: aperto tutti i giorni dalle 11.00 alle 24.00 Bistrot la Dolce Vita: aperto tutti i giorni dalle 12.00 alle 24.00 (tempo permettendo) L’hotel dispone inoltre di 3 sale polifunzionali per meeting o eventi privati. Per informazioni e prenotazioni: 0647871173 concierge@palace.boscolo.com
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La principesca icona del buon cibo lombardo Acanto, il nome del ristorante dell’Hotel Principe di Savoia, nel linguaggio dei fiori significa prestigio e benessere: perfetto binomio della realtà che rappresenta grazie alla proposta gastronomica dell’Executive Chef stellato Fabrizio Cadei, che rivisita le antiche ricette lombarde e italiane, combinando tradizione e innovazione
Menu degustazione di giugno Spuma di tonno e limoncina Tartare di tonno, asparagi, marmellata di fichi e pomodori datterini canditi Ravioli del plin con caviale di melanzane, pinoli, uvetta e veli di tonno Trancio di tonno, semi di sesamo, papavero e coriandolo con cipollotti e composta di pomodori verzellini
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ook elegante, tavoli firmati da un corredo esclusivo, in linea con lo stile lussuoso dell’albergo, il Principe di Savoia di piazza della Repubblica di Milano, ambienti intimi e luminosi, grazie alle vetrate a parete con vista sul giardino all’italiana e – cosa rara – un ingresso indipendente, aperto alla clientela esterna. L’Acanto è uno degli indirizzi cult per chi nel capoluogo lombardo ama la gastronomia di qualità e le sue moderne interpretazioni. Tocco scenografico di gran classe, cucina a vista, il ristorante è punto di ritrovo del jet set internazionale, perfetto per una cena, ma ottimo anche per un’esclusiva pausa pranzo o per il brunch domenicale, o, ancora, per un happening aziendale. Ogni proposta è frutto della creatività di Fabrizio Cadei, soprannominato dai media“ lo chef delle celebrità” per aver deliziato i palati di numerose personalità. Dopo una lunga esperienza nell’haute cuisine in Francia, Inghilterra e Australia, Cadei torna in Italia per realizzare il suo sogno: rinnovare in chiave moderna la tradizione gastronomica italiana e conquistare l’ambita stella Michelin. Successivamente approda come Executive Chef al Principe di Savoia, la perla italiana della Dorchester Collection, unendosi alla rosa dei celebrity
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Caffè e friandises (70 euro per persona, bevande non incluse)
chef, tra cui Alain Ducasse e Yannik Alleno, che fa parte della prestigiosa catena. Base della cucina da lui proposta sono le antiche ricette lombarde preparata con prodotti di alta qualità, sempre freschi e di stagione, riviste con estro in cui si percepiscono delicate influenze mediterranee. L.S.B.
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ACANTO Hotel Principe di Savoia Piazza della Repubblica 17 - 20124 Milano Tel. 0262302026 www.hotelprincipedisavoia.com
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Creatività e atmosfera per un viaggio nel gusto Nuovi concept gastronomici all’Hilton Molino Stucky Venice. Da ambienti sofisticati e intimi a location vintage, per un’eccezionale esperienza gourmandise nella tradizione della cucina mediterranea. E, ai sapori prelibati, si unisce il piacere di una vista mozzafiato
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Hilton Molino Stucky Venice è davvero un punto di riferimento gastronomico d’elite della città lagunare, capace di offrire una ricchissima selezione di prestigiosi ristoranti e bar. Primo fra tutti, il raffinato e raccolto Aromi Restaurant, che propone un ritorno al passato, attraverso la ricerca, la riscoperta e la valorizzazione dei sapori veri della cucina mediterranea. Il Ristorante Aromi offre prodotti semplici ma di altissima qualità, con menù in armonia con il ritmo delle stagioni. Nuovo concept anche per il servizio ai tavoli, rivisitato secondo la tradizione esclusiva di inizio Novecento. L’Executive Chef Ivan Catenacci e il Maitre stupiscono con piatti della cucina flambé o cotti in pentole di rame, e per il nuovo menù alla lampada c’è anche il servizio guéridon. Da non dimenticare il “Bacaromi”, la Cicchetteria Veneziana dell’hotel che si distingue per l’atmosfera accogliente e conviviale tipica dei Bacari veneziani, gli arredi vintage e il pavimento a mosaico. Sulla parete, tre lavagne riportano il menu e i piatti del giorno. Cinque cicchetti tipici e cinque piatti creati appositamente compongono il menu, scritto in dialetto veneziano con traduzione in lingua inglese. E per i golosi di crema gianduia, in un campiello dell’albergo, c’è la “Piazzetta Nutella”, aperta in joinventure con Ferrero, con un chiosco che prepara crepes e altre delizie ça va sans dire, alla nutella. Per una vista mozzafiato sulla laguna e sulla città, da provare l’esclusivo Skyline Rooftop Bar, all’8° piano dell’hotel, perfetto per un cocktail in un’atmosfera magica. Durante i mesi estivi la Terraz-
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za Sky Pool ospiterà l’esclusiva champagnerie Ice Sky, in collaborazione con Moët & Chandon. Torna così, nel segno dell’eccellenza e dell’unicità, Moët Ice Impérial, il primo champagne al mondo servito rigorosamente on the rocks, per offrire agli ospiti un’esperienza intensa e travolgente. C.C.
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HILTON MOLINO STUCKY VENICE Giudecca 810, 30133 Venezia - Italia Tel. 0412723 311 - 0412723 311 www.molinostuckyhilton.com - venice.info@hilton.com Aromi: da metà aprile a fine ottobre, per cena dalle 19.00 alle 22.30 Bacaromi: aperto tutto l’anno, per cena e aperitivo dalle 18.00 alle 22.30 Skyline: aperto tutto l’anno dalle ore 17.00 all’1.00 Piazzetta Nutella: da maggio a metà ottobre dalle 16.00 alle 22.30
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La vera anima gourmet di Venezia La terrazza del Gritti Palace sul Canal Grande, realizzata in modo da richiamare gli eleganti ponti degli yacht italiani anni ’30 in stile Art Deco in teak marino e nobilitati da lucidi tocchi di dettagli, torna ad essere l’elegante fulcro della vita sociale di Venezia con il Ristorante “Club del Doge”
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ollocato davanti alla maestosa basilica di Santa Maria della Salute, a pochi passi da Piazza San Marco e da La Fenice, The Gritti Palace, parte di The Luxury Collection Hotels & Resort, brand del gruppo Starwood Hotels & Resort Worldwide, ha di recente riaperto le sue leggendarie porte dopo un meticoloso e imponente restauro che ha riportato lo storico edificio ai suoi fasti originari. La sua perla è Il Ristorante “Club del Doge” dove si celebra la tradizione culinaria veneziana più autentica. Qui si respira l’atmosfera di un club sofisticato. Gli ospiti sono accolti per nome, e le preferenze culinarie personali sono registrate per garantire un servizio ottimale. Distinti menù per pranzo e cena rendono l’esperienza culinaria al Club del Doge un viaggio di scoperta. A pranzo, in un’atmosfera più informale, gli ospiti possono assaggiare piatti di pesce fresco, ma anche delizie come “Spinosini limone prosciutto crudo e ricotta affumicata” o il “Risotto Carnaroli del giorno”. Al tramonto le luci si abbassano e l’atmosfera cambia. Tavoli ben distanziati in un elegante blu e bianco porcellana e cristalli e fiori freschi ben si stagliano sullo sfondo di pareti ornate con pregiati broccati, specchi dorati e dipinti originali. Il menù della cena esplora la tradizione con innovazioni
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culinarie: tra questo gli “Spaghettoni alla Chioggiotta” o i “Maltagliati di farina integrale con cozze e crema di melanzane alla mentuccia”. Da assaggiare in due la “Carta dei Risotti”. Superba la carta dei vini, che abbraccia le migliori nuove e vecchie annate del Mondo. Qui l’Executive Chef Daniele Turco dimostra il suo patrimonio culturale gastronomico: l’innovazione e la sua visione al futuro caratterizzano le sue creazioni culinarie, al motto di “Coniugare senza mai coprire i sapori”. Per questo, i sapori unici e autentici dei piatti di pesce, carne o verdure di stagione sono completati dalle salse e condimenti serviti a parte, per permettere agli ospiti di unirli e combinarli a proprio piacimento. Con la riapertura dell’Hotel torna a vivere anche l’acclamata scuola di cucina Gritti Epicurean School che, dal 1975, ha ospitato l’elite sociale della città per feste, degustazioni ed eventi. La scuola continuerà ad essere il luogo per imparare, assaggiare e celebrare, offrendo un viaggio nell’esperienza culinaria locale. C.C.
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RISTORANTE CLUB DEL DOGE Campo Santa Maria del Giglio 2467 - 30124 Venezia Tel. 041794611 - fax 0415200942 ristoranteclubdeldoge@starwoodhotels.com Orari di apertura: Pranzo: 12.30 - 15.00. Cena: 19.30 - 23.00
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All day dining nel Giardino dell’h club >diana Riapre con una formula inedita, senza orari, l’esclusivo spazio en plein air dello Sheraton Diana Majestic. Piatti espressi della migliore tradizione italiana, firmati Paolo Croce
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MATTEO BARRO
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Milano, nella bella stagione, è tra gli hottest spot più amati dai cultori dell’aperitivo e dell’easy dinner in stile cosmopolita. In viale Piave, a due passi da Corso Venezia e dal quadrilatero della moda, l’esclusivo open restaurant dello Sheraton Diana Majestic, l’h club>diana, sa molto bene come fare tendenza. Quest’anno, per esempio, ha aperto con una formula nuova e dinamica che, a differenza dei ristoranti tradizionali, non prevede orari, per la gioia di quei turisti stranieri che magari hanno voglia di gustare un buon piatto di pasta alle cinque del pomeriggio. Dal power breakfast d’affari all’easy lunch, dall’aperitivo alla cena, fino all’ultimo snack della notte (senza dimenticare il brunch domenicale), si può infatti mangiare quando si vuole in un’unica grande location conviviale, immersi nel verde e seduti, in totale relax, intorno ad accoglienti social tables. L’ambiente, moderno e di design, è sicuramente un altro motivo d’appeal dell’h club >diana: in questo salotto glamour, firmato dal brand Baxter, ogni momento della giornata e della sera si colora di un mood speciale, intimo e social allo stesso tempo. E se questo non bastasse a fare tendenza, ci sono i ricercati e creativi piatti espressi dello chef Paolo
Croce che si rifanno alla migliore tradizione italiana. Quella di Croce è un’arte che riflette una personalità innovatrice ma legata al territorio e alla grande materia prima. Il suo interesse è a tutto tondo, con una predilezione per gli ingredienti semplici che, però, tra le sue mani, diventano eleganti creazioni, dai sapori sapientemente mescolati ed esaltati da un eccellente abbinamento dei vini. Tra le novità di quest’anno, la nuova formula che combina, in un’unica soluzione di gusto, primi e secondi. Due esempi, che vivamente consigliamo: le mezze maniche cacio e pepe con la tagliata di manzo cube roll irlandese e gli spaghetti alla bottarga di muggine di Carloforte e insalata di polpo verace con capperi e pomodorini agli agrumi. E poi ci sono gli evergreen, come il famoso e richiestissimo Club Sandwich Diana. Da segnalare infine, dalle 12 alle 15, una speciale promozione, l’h club>easy lunch, che include un piatto a scelta dal menu, con acqua, soft drink e caffe a 15 euro. G.B.
MATTEO BARRO
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h club>Diana Viale Piave 42 Milano Tel 022058 1- fax 0220582058 www.hclub-diana.it - hclub.diana@sheraton.com Orari: dalle 7 del mattino all’una di notte Giorni chiusura: nessuno Business lunch: h club> Easy lunch a 15 euro Possibilità di riservare una sala per eventi o per società
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L’alta cucina fiorentina (ma non solo) abita qui Materie prime eccellenti e accostamenti audaci. Ma anche un’insolita capacità di curare ciò che va oltre il piatto. Al ristorante Il Palagio del Four Seasons Hotel Firenze tutto questo è arte
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a aperto solo tre anni fa, ma si è conquistato in fretta il posto d’onore nell’agenda dei bon vivant fiorentini, merito anche della stella Michelin, arrivata poco dopo l’inaugurazione. Certo è che oggi il ristorante “Il Palagio” del Four Seasons di Firenze è un must per chiunque desideri vivere un’esperienza di gusto difficilmente replicabile altrove (da provare anche il brunch domenicale), in un ambiente di charme, ricavato dalle antiche scuderie del Palazzo della Gharardesca che, nella bella stagione, si trasferisce sulla splendida terrazza. Ma non sono solo i palati fiorentini o quelli degli ospiti dell’hotel a lasciarsi deliziare da Il Palagio. Qui arrivano da tutta Italia e anche dall’estero solo per assaggiare i “cavatelli cacio e pepe con gamberi rossi e calamaretti”, specialità proclamata piatto dell’anno 2013 dalla Guida dell’Espresso. Un riconoscimento che fa pendant con quello di migliore chef dell’anno assegnato, dalla Guida ai Ristoranti de “Il Sole 24 Ore” all’autore del piatto, Vito Mollica. Nato ad Avigliano, in Basilicata, Vito Mollica inizia il suo apprendistato da bambino aiutando la mamma in cucina. Qui impara a scegliere le materie prime, seguendo la stagionalità. A vent’anni, la scelta di fare di questa passione il suo mestiere. Dopo la scuola alberghiera, si fa le ossa al Principe di Viareggio, e poi inizia a viaggiare, in Italia e all’estero, lavorando anche in alberghi congressuali, dove impara a “trattare” i grandi numeri. A Milano conosce Sergio Mei, il suo mentore, ma deve molto anche a Herbert Berger, che gli insegna la tecnica della cucina francese e al gm Mariano Toffoletto, da cui apprende l’arte, mai scontata, di gestire le persone e gli acquisti. Il suo stile viene dal cuore, dai rapporti che instaura con i produttori a quelli con la sua brigata, «l’ingrediente più importante di tutti», dice Mollica, «il cibo è un’esperienza, che va oltre a quello che si vede nel piatto». Tanta
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Dalle capesante con ribollita al capriolo arrosto; dal carpaccio di ricciola con burrata ai cavatelli cacio e pepe con gamberi rossi e calamaretti. La cucina di Vito Mollica è un tripudio di colori e sapori, di stagioni e giochi di consistenze
tradizione, tanta esperienza ma anche tanta umanità e fiuto nello scegliere i fornitori e produttori di fiducia. Una sapienza condensata oggi nel suo libro “Invito a cena al Palagio di Firenze”. Ad accompagnare i piatti del ristorante, una ricca carta dei vini, con oltre 400 etichette, e la gustosa pasticceria dell’Executive Pastry Chef Domenico Di Clemente. G.B.R.
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RISTORANTE IL PALAGIO Four Seasons Hotel Firenze Borgo Pinti 99 - 50121 Firenze Tel 055 2626450 www.fourseasons.com/florence Orari cucina: 19-23 Giorno chiusura: tutti i giorni a pranzo e la domenica sera Business lunch: sì Possibilità di riservare la sala per eventi: sì
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Cucina toscana con fantasia Al Ristorante La Torre di Castel del Nero il menù a la carte si sdoppia: da un lato superbi piatti della tradizione e dall’altro nuove proposte dal tocco contemporaneo. La firma è quella dello chef Giovanni Luca di Pirro
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bicato in quella che una volta era la scuderia, il Ristorante La Torre è un rifugio raffinato – l’attenzione ai dettagli è davvero impeccabile – per chi ama i sapori tipici toscani del territorio, proposti però con tocco personale e in perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione. Piatti tipici d’autore, dunque, con prodotti di alta qualità e a km 0, la maggior parte dei quali, fatti in casa: dalla pasta all’olio, dal pane ai dolci fino ai pregiati vini locali. Nella tenuta, dove si alternano lunghi e interminabili filari di viti e di ulivi, si produce un ottimo Rosso Toscano del Castello del Nero, e un olio extra vergine d’oliva di categoria superiore, ottenuto con spremiture a freddo. Lo chef Giovanni Luca di Pirro, classe 1966, romagnolo di nascita, abruzzese di origini e toscano di adozione, rende omaggio al territorio con creazioni deliziose che seducono per la freschezza delle materie prime e per quel “guizzo” di contemporaneità che caratterizza tutti i piatti. Il menu a la carte non può quindi che “sdoppiarsi”: da una parte l’omaggio alla tradizione con, per esempio, prosciutto crudo Dop Grigio del Casentino con schiacciata Toscana al sale grosso e pici tirati a
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mano con ragù tradizionale di cinghiale e, dall’altra, piatti più creativi, come l’uovo cotto a bassa temperatura, soffice di pecorino e tartufo di stagione, tortelli ripieni di anatra speziata, tartufo e torchon di foie gras, piccione della Val di pesa arrosto con ciliegie cotte nel Chianti del Castello e foie gras, agnello della Val di Pesa, salsa all’aglio e verdurine saltate. E non mancano piatti vegetariani e ricette light, per andare incontro alle esigenze di tutti, sempre, però, osando proporre qualcosa di nuovo. Che è proprio la filosofia di Giovanni Luca di Pirro. Una filosofia nata lavorando al fianco di celebrity chef, in alcuni dei più prestigiosi ristoranti del mondo come Le Circle di New York, il Savoy di Londra, la Brasserie Bocuse di Lione e il “Al Vicoletto d’Alba”, in quest’ultimo di Pirro lavora come sous chef e conquista la stella Michelin. Nel 1999 approda in Toscana, a Montalcino, lavorando come executive chef al Castiglion del Bosco Hotel e gestendo anche un proprio ristorante con la moglie. Dal 2012 è a Castello del Nero dove, insieme al Maître Tiziano Siggillino, studia raffinati abbinamenti cibo-vino. R.M.
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RISTORANTE LA TORRE Castello del Nero Hotel & Spa Strada Spicciano 7 - 50028 Tavarnelle Val di Pesa (Firenze) Tel. 055806470 www.castellodelnero.com - latorre@castellodelnero.com Aperto tutti i giorni Pranzo 12.30-14.30 Cena 19.30-22.00
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Minerva Roof Garden, vintage gastronomico d’autore Il piacere di una buona cucina si esalta grazie al panorama mozzafiato, unico al mondo, che si gode dalla splendida Terrazza del Grand Hotel de la Minerve, location ideale per vivere sublimi emozioni gastronomiche
Sopra, una splendida veduta della terrazza del Grand Hotel de la Minerve. Il ristorante gode di una vista magica delle cupole di Roma. A sinistra, lo Chef Antonio Falco e il Restaurant Manager Stefano Ambrosini
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ero fiore all’occhiello di gourmandise, il Minerva Roof Garden è un’alternativa di classe per incontri che spaziano dal business al gourmet, in grado di modellarsi in base alle esigenze più diverse, regalando momenti spettacolari in uno degli scorci più belli della Capitale con vista a 360 gradi sulla città. Ad oggi considerato tra le più belle location di Roma – è l’unico a dominare la cupola del Pantheon in tutti i suoi particolari, mentre a poca distanza si profilano la cupola di S. Ivo e l’altana del Quirinale – il Minerva Roof Garden ospita l’esclusivo ristorante, capace di donare al palato sublimi emozioni. Aperto a pranzo e a cena, regala suggestioni visive e culinarie sia d’estate che d’inverno, seducendo con i profumi e i sapori di una cucina creativa, ma al tempo stesso legata alla tradizione. Il Ristorante è rinomato soprattutto per la professionalità, la discrezione e il savoir faire del Restaurant Manager Stefano Ambrosini e dello Chef Antonio Falco. Ambrosini è maestro in una tecnica di ristorazione antica, la “cucina alla lampada”, complessa tecnica vintage di preparazione del piatto eseguita in sala sotto gli occhi dei commensali: in una grande padella, senza assaggiare, ogni ingrediente viene mesco-
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lato ad arte, un vero spettacolo di tecnica e velocità. Lo Chef Falco, napoletano di nascita, è Executive Chef del Minerva Roof Garden dal 2009. Discepolo di Auguste Escoffier, segue ancora con passione i principi del grande maestro. Per lui, l’arte culinaria deve essere praticata con semplicità, valorizzando al meglio sapore e nutrimento dei cibi. I suoi piatti sono ispirati a una cucina prettamente tradizionale che privilegia i prodotti della sua terra d’origine, esaltandone i sapori e confezionando piatti particolarmente “solari”. Tra le sue specialità, la fantastica “Fregula al ragù di astice e gocce di pesto alle erbe aromatiche”, e la sublime “Pescatrice ripiena di gambero rosso di paranza e spinaci in crosta di melanzana, su intingolo di pachino e rucola”. C.C.
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Minerva Roof Garden Piazza della Minerva 69 - 00186 Roma Tel. 06695201 - 0669520714 - fax 066794165 info@grandhoteldelaminerve.com banqueting@grandhoteldelaminerve.com www.grandhoteldelaminerve.com www.minervaroofgarden.it Aperto a pranzo dalle 12:00 alle 15:00, e a cena dalle 19:00 alle 23:00. Costo medio orientativo: 80,00 euro (vini esclusi).
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Il mare in tavola Una cucina profondamente radicata nel territorio, che abbina a una materia prima di elevata qualità e a km 0 l’estro creativo di due giovani chef. È la cifra distintiva dei menu dei due ristoranti dell’Hotel Vis à Vis, l’Olimpo e il Portobello, quest’ultimo con vista sulla Baia del Silenzio di Sestri Levante
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ue diverse prospettive sulla cucina ligure: questo offrono i ristoranti dell’Hotel Vis à Vis, struttura intima e raccolta sul rinomato Golfo del Tigullio, nel cuore della cittadina rivierasca di Sestri Levante. Alta cucina e accoglienza, sono gli elementi distintivi dell’albergo, 46 camere e moderno centro congressi, che ha raddoppiato la propria offerta gastronomica. Il ristorante principale, all’interno dell’hotel, è l’Olimpo, che ricorda, negli arredi e nel design, le grandi sale dei transatlantici di inizio Novecento: ambiente raffinato, mise en place curata nei dettagli, enormi vetrate da cui spaziare con lo sguardo dal borgo fino al mare. La cucina, sotto la direzione dello chef Vladimiro Ghio (a destra), propone un viaggio tra i gusti e i sapori della tradizione ligure, rivisitati con creatività, ma sempre basati su materie prime freschissime e di elevata qualità. Il pesce, naturalmente, è il re incontrastato del menu: dai tortelli alla cernia serviti su una vellutata di crostacei, ai filetti di rombo in guazzetto di crostacei con profumo di zafferano, ai gamberi grigliati al dragoncello. D’estate, poi, ci si trasferisce all’aperto, per light lunch e cene in giardino, nello spazio del Ponte Giunone. Nel 2011 il Vis à Vis ha acquisito anche un secondo ristorante, il Portobello, veranda affacciata direttamente sull’acqua nella suggestiva Baia del Silenzio. Dopo una profonda opera
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Un look total white per il Ristorante Portobello, aperto tutte le sere a cena e, durante i fine settimana di luglio e agosto, anche a pranzo. Ideale per banchetti e ricevimenti privati, offre la possibilità di organizzare cene di gala e pranzi di lavoro
di rinnovamento è diventato uno dei punti fermi dell’offerta culinaria di Sestri, grazie alla capacità del giovane chef, Daniele Sanguineti (sopra, a sin.), di raccontare il territorio attraverso i suoi piatti. Riproponendo in chiave moderna le ricette della tradizione, ha conquistato i palati con le sue specialità, come il risotto con aragostelle affumicate e cipolla di Tropea mantecato con burrata pugliese o la tempura di gamberi rossi e fiore di zucchina farcito con ricotta e basilico. La cantina, curata da Giacomo Pittaluga, che è stato nominato Miglior Sommelier della Liguria 2013, alterna alle etichette più note i vini delle piccole produzioni locali. G.G.
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Ristorante Olimpo Via della Chiusa 28 - 16039 Sestri Levante (Ge) Tel. 018542661 - fax 0185480853 www.hotelvisavis.com - visavis@hotelvisavis.com
Ristorante Portobello Via Portobello 16 - 16039 Sestri Levante (Ge) Tel. 018541566 - fax 0185408053 www.ristoranteportobello.com - giacomo@hotelvisavis.com
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Alta cucina in Riviera Proposte creative e menu degustazione sempre aggiornati nel ristorante Quartopiano, locale di successo sul lungomare di Rimini che, all’interno del complesso in cui si trova il Centro Congressi SGR, offre un’esperienza culinaria di livello, tra suggestioni del territorio, tocchi insoliti e servizio impeccabile
La sala è sempre inondata di luce, sia per i grandi lampadari a vetro che scendono a illuminare i tavoli, sia per le ampie vetrate che danno sul Roof Garden esterno
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n’esperienza di ristorazione a tutto tondo, in cui la passione della cucina e dello staff di sala sa fare la differenza, e uno chef di talento e carattere. Sono questi i punti forti del ristorante Quartopiano, proposta di alta gastronomia sulla Riviera Romagnola e locale ormai affermato diretto da Andrea Tani. All’interno del complesso che ospita il Centro Congressi SGR, su lungomare di Rimini, Quartopiano offre, all’interno di una sala elegante, una cucina profondamente radicata nel territorio, ma contemporaneamente creativa e con tocchi insoliti. A dirigerla lo chef Silver Succi, romagnolo doc, che predilige il pesce, data la suggestione del vicino mare, le carni e i primi locali. Succi, che ha potuto apprendere le tecniche e i segreti dell’alta gastronomia al fianco di cuochi come Gualtiero Marchesi, Vincenzo Cammerucci e Mauro Uliassi, propone una cucina creativa e ricercata, all’insegna della rivisitazione dei piatti della tradizione. Gli ingredienti, freschi di stagione, sono la base per ricette che hanno sempre uno spunto originale, anche nella pre-
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sentazione, oggetto della massima cura, e sanno trasmettere il gusto e la passione per la cucina di qualità. Inoltre, le degustazioni variano ogni settimana, per permettere un excursus completo dei piatti dello chef, da abbinare a una ricca carta dei vini, in cui, accanto alle produzioni più rinomate si trovano etichette di nicchia, di piccole cantine nazionali e internazionali. Per quanto riguarda l’ambientazione, la sala si apre, durante la bella stagione, verso l’esterno. Qui, nella grande terrazza del Roof Garden, affacciato direttamente sul mare, si possono anche allestire cocktail e buffet in occasione di eventi e meeting. L’intero ristorante, poi, può trasformarsi in location per pranzi di lavoro, cene di gala e party aziendali, con una capienza che raggiunge i 150 posti. Se, invece, non sono previsti eventi, Quartopiano ha scelto di contenere i coperti a una cinquantina di persone, per conservare l’atmosfera intima e raccolta ideale per serate in coppia o con gli amici. G.G.
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Ristorante Quartopiano Via Chiabrera 34C - 47924 Rimini Tel. 0541393238 www.quartopianoristorante.com info@quartopianoristorante.com
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Prova a immaginare il massimo. Noi ti daremo di più. Nova Yardinia accoglie i tuoi sogni e ospita i tuoi desideri, per concederti il lusso di personalizzare il tuo evento e misurare la tua creatività con l’efficienza della nostra organizzazione MICE. Nova Yardinia è la Convention & SPA Resort d’eccellenza nel cuore del Mediterraneo, un luogo speciale stretto nell’abbraccio del mare cristallino e della riserva naturale, uno spazio capace di coniugare architettura, benessere e comfort per rendere unico il tuo evento.
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30 Sale Meeting
790 Camere
14 Ristoranti
7,800 sqm Spazi non convenzionali
3,500 sqm di Thalasso-Spa
5 km di Spiaggia privata
SPECIALE GOLF
Golf occasione unica per il turismo
Rilanciare l’Italia come meta per gli amanti dello sport all’aria aperta è uno snodo cruciale della politica turistica del prossimo futuro. E le premesse di qualità ci sono tutte: eccole ✒Davide Deponti Spiegava spesso agli amici il famoso scrittore Oscar Wilde che “il rugby è il miglior modo per tenere trenta energumeni lontano dal centro della città durante il fine settimana”. Ma l’eclettico intellettuale irlandese, famoso anche per essere un amante dei piaceri rilassanti della vita, aveva invece una ben diversa opinione di un altro sport. “Nel golf come nella vita è il concludere che fa la differenza”, infatti era solito dire, trasformando questa attività all’aria aperta in una sottile ma speciale metafora dell’esistenza. Certo, è
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passato oltre un secolo da quell’epoca nella quale a giocare a golf erano soprattutto le teste coronate, i nobili e i grandi capitani d’industria. Oggi, invece, lo sport delle mazze e delle palline è sicuramente diventato molto più “democratico” e sono i numeri del giro d’affari ad esso legato che ce lo dimostrano. Nel mondo infatti ci sono 70 milioni di giocatori, 7 dei quali sono residenti in Europa, anche se appena centomila sono italiani. Lungo la penisola però si trovano oggi circa 410 campi attivi, secondo i dati di Federgolf, e quin-
SPECIALE GOLF
Belpaese terra del golf? Anche se lo sport ha un’anima britannica, i 411 circoli tricolori sono una solida base di partenza per trasformarci in una golf destination
di si può dire che l’Italia è un Paese che offre strutture particolarmente adatte a favorire un maggiore sviluppo, non solo della pratica amatoriale dello sport, ma anche del turismo nazionale e, soprattutto, internazionale ad esso legato. Certo quella del turismo golfista è un’occasione da perseguire subito e con forza, anche se, per attirare nelle strutture italiane il golfista giocatore, indigeno o internazionale che sia, non basta cantare le lodi dei giovani talenti sportivi che sono nati nel Belpaese, come i fratelli Molinari, vincito-
ri dalla World Cup, o il più giovane Matteo Manassero. Promoter di Emilia Romagna Golf e consulente di lunga data per la Federazione Italiana Golf, Maurizio De Vito Piscicelli (foto sopra) ha le idee chiare su quello che sarebbe possibile fare per rendere in tempi brevi, il golf in Italia un affare turistico molto interessante. «Bisogna partire subito con un piano che preveda un grande sviluppo dell’indotto turistico. Il golf infatti è un’attività perfetta per generare un turismo che faccia crescere tutta l’area coinvolta. Lo dicono le cifre: il mercato internazionale del golf muove un giro d’affari pari a circa 40 miliardi di dollari all’anno, attraverso una media di 25 milioni di viaggi fatti da 70 milioni di giocatori, 7 solo in Europa. Tutto questo incide sulla redditività dei golf club o dei golf resort al massimo al 20%: tutto il resto del dato economico va a impattare sul territorio e sull’indotto. Ditemi voi se non è un buon affare. Certo ci vuole un progetto serio e di ampio respiro che lanci a livello internazionale il turismo golfistico italiano. Esempi all’estero
«Il mercato internazionale del golf muove un giro d’affari pari a circa 40 miliardi di dollari all’anno, attraverso una media di 25 milioni di viaggi fatti da 70 milioni di giocatori, 7 solo in Europa» 5 2013
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SPECIALE GOLF
Sardegna, Is Arenas
Sardegna, Il Pevero Green di Sardegna e Toscana: sono due delle regioni che fanno parte del consorzio Italy Golf and More, progetto di ampio respiro sul turismo golfistico in Italia
ce ne sono: basta guardare quello che hanno fatto in Algarve e in Turchia per capire come sia possibile creare una speciale offerta per i golfisti attraverso grandi campagne nazionali, anche politiche».
Impegno nazionale E in Italia oggi un progetto che ha le peculiarità per poter andare incontro a questa visione c’è, è quello chiamato Italy Golf And More. «Esatto: è un’idea partita già nel 2003», spiega Maurizio De Vito Piscicelli, «alla quale hanno aderito sette regioni italiane: Friuli, che è la capofila, Emilia Romagna, Alto Adige, Liguria, Lombardia, Toscana, Sardegna e Sicilia. La mission del consorzio è stata da subito quella di promuovere l’offerta golfistica italiana sul mercato internazionale, oltre che nazionale, tanto è vero che dopo la fase iniziale appoggiato solo dai contributi regionali Italy Golf And More è stata ed è finanziata a livello nazionale dal ministero. Non per nulla oggi si è unita al progetto anche la Federazione Italiana Golf, in rappresentanza delle altre regioni non
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Toscana, Le Pavoniere
ancora conglobate e per ribadire il serrate le fila del movimento che ha capito, finalmente, l’importanza dell’impatto turistico per la crescita di tutto lo sport in Italia. Grazie a questo progetto, completo di un catalogo, un sito internet e dei tornei pensati ad hoc, si vuole quindi portare avanti un compattamento nazionale del sistema golf per crescere, come è stato fatto all’estero, tutti insieme. Al momento infatti ci sono regioni più avanti, penso ad esempio all’Emilia Romagna il cui progetto golfistico è partito addirittura nel 1998, grazie ai finanziamenti delle Apt e alla vocazione innata del territorio per l’acco-
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e mezza in hotel, e l’Italia tutta è invece ferma a 500mila, capite bene anche voi quali potrebbero essere i margini di crescita di questo business turistico sportivo». L’Italia certo è una “macchina” complessa, anche solo burocraticamente, ma l’appoggio della Federgolf alle nuove idee per il rilancio dello sport a livello vacanziero è un ottimo segnale. «La federazione ha comprato un nuovo sistema web», conclude Piscicelli, «in grado di fare prenotare anche agli stranieri pacchetti di golf e soggiorno in hotel convenzionati. Questo imprimatur è davvero una garanzia di serietà a livello globale. Poi non dimentichiamo che in Italia già esistono anche diversi e famosissimi, oltre che splendidi, Golf Resort che sono le strutture perfette per trasformare lo sport all’aria aperta anche in un’occasione unica di meeting e team building d’alto bordo».
Un target importante
glienza anche a chi arriva dall’estero. Oggi, con il probabile coinvolgimento dell’Enit (a breve ci saranno novità governative dopo l’incontro del 28 maggio, ndr) lo scopo prossimo è quello di aiutare i territori che hanno potenzialità ad aumentare l’indotto di turismo golfistico. Pensiamo al sud Italia e ai suoi magnifici campi uniti alle bellezze naturalistiche, artistiche e archeologiche. Sarebbe un sogno in primis per i tanti giocatori stranieri del nord Europa andare a giocare al caldo anche fuori stagione. E se la Costa del Sol in Spagna realizza oggi 8 milioni di giri di golf all’anno, ogni giro è pari a una notte
Alessia Martinis (foto), referente Prodotto Golf per il Turismo della Regione Friuli Venezia Giulia, rappresenta un’altra faccia della medaglia del progetto Italy Golf And More, ma soprattutto porta avanti con forza la politica favorevole alla crescita del movimento vacanziero golfista promossa dalla sua istituzione territoriale. «La motivazione principale che ci porta a lavorare duramente ogni giorno, nell’abito del progetto del consorzio, oltre che in ottica regionale del Friuli, è la necessità di superare il gap con altri stati attualmente più forti nel turismo golfistico rispetto all’Italia, penso alla Spagna e al Portogallo, destinazioni la cui offerta turistica globale è inferiore rispetto a quella del Belpaese. Un’offerta unitaria italiana infatti si presenterebbe con molta più forza e potrebbe davvero far capire a tutti
Toscana, Terme di Saturnia
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SPECIALE GOLF Il Golf nel Mondo (principali paesi interessati) Nazione
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%Gioc/Pop
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Stati Uniti Giappone Canada Cina Australia Corea del Sud Corea del Nord Thailandia Nuova Zelanda Indonesia Sudafrica Malesia India Filippine Taiwan
21.700.000 18.000.000 5.172.000 2.000.000 1.320.000 450.000 390.000 150.000 130.000 130.000 130.000 130.000 130.000 95.000 63.000
285.000.000 127.000.000 31.600.000 1.188.710.000 19.500.000 44.606.000 19.824.000 58.336.000 4.000.000 195.000.000 41.250.000 17.566.000 846.302.000 48.000.000 21.159.000
17.100 2.500 2.100 410 1.630 200 250 260 400 300 440 250 140 100 280
7,61 14,17 16,37 0,1 6,77 1,01 1,97 0,26 3,25 0,07 0,32 0,74 0,02 0,20 0,30
1.269 7.200 2.463 4.878 810 2.250 1.560 577 325 433 295 520 929 950 225
Nazione
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Popolazione
Campi
%Gioc/Pop
%Gioc/Camp
Inghilterra Germania Svezia Scozia Francia Irlanda Olanda Spagna Danimarca Finlandia Galles Norvegia Irlanda Nord Austria Italia Svizzera Belgio Rep. Ceca Portogallo Totale Altre nazioni Totale Europa
3.100.000 630.000 530.000 520.000 420.000 400.000 380.000 340.000 160.000 150.000 140.000 130.000 120.000 110.000 100.000 90.000 60.000 55.000 20.000 7.455.000 145.000 7.600.000
49.380.000 82.500.000 8.700.000 5.150.000 57.500.000 3.550.000 15.300.000 39.500.000 5.165.000 5.060.000 2.900.000 4.300.000 1.642.000 7.865.000 57.200.000 7.000.000 10.500.000 10.280.000 9.850.000 382.892.000 317.108.000 700.000.000
1.960 720 460 590 580 430 225 360 210 130 180 210 80 155 411 95 80 95 90 7.061 139 7.200
6,28 0,76 6,09 10,10 0,73 11,27 2,48 0,86 3,10 2,96 4,83 3,02 7,31 1,40 0,17 1,29 0,60 0,54 0,20 1,95 0,05 1,09
1.582 875 1.152 881 724 930 1.689 944 762 1.154 778 619 1.500 710 243 947 750 579 222 1.056 1.043 1.056
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Il Golf in Europa
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che l’Italia abbina una peculiarità sportiva di livello a un contesto naturale e artistico senza rivali nel mondo e del quale i giocatori potrebbero godere totalmente, una volta posate mazze e palline. Senza dimenticare che il golf è uno sport che va a colpire un target di medio alto livello dalle capacità di spesa buone anche in un
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periodo di magra finanziaria come l’attuale. Un turismo internazionale ampio e di alto livello, che crea indotto e che a lungo andare si lega emotivamente ai luoghi che sceglie di frequentare». Il potenziale di crescita e le idee, insomma, non mancano: ora è indispensabile tradurre questa volontà nella capacità di
SPECIALE GOLF Il Golf in Italia Regione
Tesserati 2012
Circoli 2012
Giocatori x Campo
Abruzzo Calabria Campania Emilia Romagna Friuli Venezia Giulia Lazio Liguria Lombardia Marche Piemonte Valle d’Aosta Puglia Sardegna Sicilia Toscana Trentino Umbria Veneto Basilicata Molise Totale Totale Europa
723 201 578 11.144 2.278 9.844 4.184 26.078 2.470 15.499 1.020 874 1.137 458 6.846 3.665 898 10.390 0 90 98.377 7.600.000
7 3 6 44 9 30 11 69 14 63 7 8 12 7 40 23 11 45 0 2 411 7.200
103 67 96 253 253 328 380 378 176 246 146 109 95 65 171 159 82 231 0 45 239 1.056
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far funzionare al meglio il legame turismo e golf a livello nazionale, come evidenzia anche Elena David, amministratore de-
legato di Una Hotels & Resorts. «Penso che con l’ampliarsi del pubblico appassionato di golf, trend che ha fatto uscire que-
Piemonte, terra di golfisti doc: da qui infatti arrivano i giovani campioni Edoardo e Francesco Molinari
Piemonte, Torino La Mandria
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SPECIALE GOLF
Umbria, Antognolla
Sicilia, Il Picciolo
partner sulle opportunità che il turismo golfistico può generare per il territorio, proponiamo, nei nostri resort dotati di campo da golf, varie iniziative di ampio respiro». Emilia Romagna, Cervia
Creare “golf destination”
Emilia Romagna, Le Fonti La Federazione Italiana Golf ha sposato il progetto di lancio turistico di Italy Golf and More insieme al Ministero del Turismo
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sta disciplina da un ambito ristretto d’elite, sia iniziata a crescere anche un’offerta più adeguata e competitiva, ma c’è ancora molto da fare», dice David, «in particolare, a livello nazionale, non bisogna perdere l’occasione di sviluppare un piano concreto di supporto all’offerta, potenziando le infrastrutture in grado di agevolare il collegamento tra i diversi campi e puntando su una strategia coordinata di promozione del territorio. Noi, a livello di gruppo, oltre a sensibilizzare istituzioni e
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Gian Paolo Fumagalli, direttore del Due Lune Resort, importante struttura sarda fortemente vocata a questa attività sportiva, è un esperto di turismo golfistico. A lui abbiamo chiesto un parere sulla situazione in Sardegna. «Non esiste un mercato golfistico vero e proprio in Sardegna, la regione non si è ancora posizionata come destinazione golfistica. A livello nazionale, la prima cosa da fare dovrebbe dunque essere quelle di promuovere le destinazioni. In secondo luogo, e questo è un problema generalizzato che riguarda tutto il turismo in Sardegna, bisognerebbe incentivare un sistema adeguato di trasporto verso l’isola. Come Due Lune Resort ci siamo attivati per promuovere la nostra struttura all’estero in particolare sui mercati svizzero, austriaco e dei Paesi del Nord Europa, oltre che ovviamente su quello italiano, attraverso campagne mirate nei circoli golfistici e presso i tour operator specializzati del settore». Con l’intervista a Filippo Spanò (foto in alto a destra), golf specialist di JSH Hotels & Resorts abbiamo voluto infine comprendere il punto di vista, molto inte-
SPECIALE GOLF
ressante, di una compagnia di gestione alberghiera giovane ma dalla crescita costante, che vede il golf come un’opportunità da non perdere. «Siamo molto attenti allo sviluppo commerciale di un turismo di alto livello come quello promosso dal golf che porta ricadute positive su tutta la destinazione. Certo in Italia siamo ancora un po’ indietro con la progettualità sulle “golf destination”, ma mi sembra che oggi anche le istituzioni stiano capendo l’importanza economica di far crescere la vacanza golfistica. Già da tempo, JSH Hotels & Resorts si propone come compagnia “very golf friendly”: le nostre quindi-
ci strutture presenti sul territorio italiano sorgono tutte in prossimità di campi molto belli, che abbiamo convenzionato e inserito in una mappa dettagliata piaciuta enormemente al mercato del golf. In alcune strutture cittadine, lontane dai campi da golf, metteremo dei simulatori per permettere al cliente di giocare anche quando ha poco tempo. Non dimentichiamoci poi che il golf è un’ottima opportunità di destagionalizzazione e una possibilità in più per il mercato Mice, inserendosi molto bene nelle attività di team building e di post congress. Intanto noi, come JSH, tre destinazioni a misura di golfista, le abbiamo già realizzate. Sono Terme di Galzignano e Golf Hotel Punta Ala, dove i giocatori possono divertirsi dentro e fuori dal green. E il Picciolo Etna Golf Resort, sui verdi pendii del Parco dell’Etna, dove si può giocare 365 giorni l’anno!». ■
Piemonte, Golf Club Barolo
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Argentario Resort Golf & Spa
L’
Argentario Resort Golf&Spa nasce come campo da golf, a soli 4 km da Porto Ercole tra Talamone e Capalbio, affacciato su uno splendido litorale di fronte all’Isola del Giglio e di Giannutri. Il Club vanta 18 buche panoramiche per un totale di 6.218 metri e par 71. Il percorso è certificato “Agri Cert” bio ecocompatibile e tutti i prodotti usati per la sua manutenzione sono naturali, anche nell’utilizzo delle riserve idriche per il normale mantenimento del campo. Premiato per questo impegno, l’Argentario Golf Club ha avuto inoltre riconoscimenti per aver messo a dimora piante autoctone. La Laguna di Orbetello, il mare e i pendi della zona offrono itinerari di gioco di straordinaria bellezza, percorribili in qualsiasi periodo dell’anno. Un Resort di lusso quindi, in un’oasi naturale e protetta, grazie anche a un particolare microclima che caratterizza questo angolo incontaminato. Il Resort offre 73 camere di cui 7 Suite, 55 Junior Suite e 11 Superior Room, tutte dotate di terrazze con vista sul campo da golf o del Monte Argentario, distribuite su quattro livelli. Per riacquistare il benessere del corpo, qui, si trova una delle più belle e moderne Spa del territorio, il centro benessere “Espace”, caratterizzato da spazi bianchi interrotti dal nero e da legni chiari che creano uno stile tra retrò e il contemporaneo. Anche l’offerta gastronomica utilizza solo prodotti locali: nel “Dama Dama Restaurant” l’executive chef Emiliano Lombardelli propone un’interpretazio-
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ne della cucina mediterranea attingendo dalla tradizione toscana in versione gourmet. C.C.
Intervista al direttore sul turismo golfistico L’Argentario Golf Club ospita vari tornei di golf tra i più importanti d’Italia, tra i quali pro-am e finali nazionali di vari circuiti. «La nostra filosofia leisure», conferma Ottavio Coppola, Golf Manager, «privilegia un sapiente connubio tra natura, benessere e sport, tutto con gli altissimi standard della nostra struttura». Molte le offerte da non perdere: “4 notti” in camera doppia superior con 3 green fee a persona, oppure “7 notti” con 5 green fee a persona e menu degustazione accompagnato da vini dedicati. Tutti i pacchetti includono la colazione a buffet, l’ingresso giornaliero al centro benessere e l’uso di campi da tennis, di calcetto e dei percorsi per jogging. Imperdibile “100 giorni di golf”, con 4 lezioni di 30’, accesso illimitato a tutte le zone golf, materiale didattico e corsi di teoria. Per i veri appassionati, la Golf Academy dove scoprire le ultime tecniche e le attrezzature più moderne per un rapido apprendimento dello swing migliore. Nell’Academy è possibile fare sessioni di fitting con test e misurazioni della struttura fisica e tecnica, per adattare al proprio gioco i bastoni più idonei e la sacca ideale.
SPECIALE GOLF Un Resort all’insegna del benessere e dello sport, fedele ai valori e alla bellezza del territorio maremmano, il cui microclima perfetto consente di giocare a golf in qualsiasi periodo dell’anno
Il Campo L’Argentario Golf Club si snoda in un’oasi protetta di macchia mediterranea il cui microclima consente di giocare a golf tutto l’anno. Le 18 buche championship disegnate e realizzate da Davide Mezzacane e Baldovino Dassù, per un totale di 6.218 metri e par 71, sono state poi modellate da Brian Jorgensen. Il risultato è un tracciato sorprendentemente vario, tecnicamente molto valido e spettacolare. I grandi green presentano molte pendenze, gli ostacoli d’acqua e gli innumerevoli bunker costringono anche i giocatori più esperti ad un gioco più attento e tattico, gli oltre 100 battitori invece consentono una fruibilità di gioco anche ai giocatori meno esperti, rendendo a tutti il percorso piacevole. Una brezza è sempre presente per mitigare la temperatura e aggiungere un’altra variabile al gioco che, su questo campo, richiede precisione e potenza insieme. All’interno, la Club house, dove ritrovarsi dopo una giornata dedicata al gioco, e la Buvette, situata tra il driving range e il campo da golf, che include la segreteria e il bar. Altamente qualificato il team di professionisti con una grande esperienza nell’insegnamento, come Emanuele “Peppo” Canonica (vincitore nel 2005 del Johnnie Walker Championship at Gleneagles) e Jamie Harris, entrambi a disposizione per lezioni individuali o di gruppo. Tra gli altri servizi a disposizione degli ospiti: un driving range con 24 postazioni (12 delle quali coperte); due putting green, una chipping area e un bunker per la pratica; noleggio golf cart; noleggio attrezzatura; un pro-shop con importanti firme di abbigliamento, accessori e attrezzatura.
Argentario Resort Golf & Spa Via Acquedotto Leopoldino - 58018 Porto Ercole (Grosseto) Tel. 0564810292 - info@argentarioresort.it booking@argentarioresort.it - www.argentarioresort.it
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Due Lune Resort Golf & Spa Immerso in un’oasi naturale e affacciato sul mare della costa nord-orientale della Sardegna, propone week-end o intere settimane all’insegna del golf e della cura di sé
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enisola di Puntaldìa, sulla costa della Gallura, a pochi chilometri da Olbia: qui, in uno spazio di quiete e relax, dove dominano il verde della vegetazione incontaminata, il bianco delle ampie spiagge e il turchese del mare, si trova il Due Lune Resort, tra le mete più amate in Sardegna dai giocatori di golf. 66 le camere, ciascuna con una sua personalità, ma tutte dotate di veranda per godere del panorama. Punto di partenza per andare alla scoperta di un entroterra ricco di tradizioni e cultura, offre anche Spa con percorsi benessere e trattamenti personalizzati, ristorante Le Caravelle (alta gastronomia in un’elegante sala) e centro congressi con 2 sale modulabili (110 e 20 posti). G.G.
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Intervista al direttore sul turismo golfistico Ma qual è la situazione del mercato golfistico nell’isola? Ce lo spiega Gian Paolo Fumagalli, direttore del Resort: «secondo me in realtà non esiste ancora un vero e proprio mercato legato alla pratica di questa disciplina». Che cosa si potrebbe fare allora per spingere un’attività che incontra sempre più l’interesse del pubblico, sia quello vacanziero sia le aziende? «Innanzitutto promuovere le destinazioni presenti, senza dimenticare quello che è un limite generale del turismo sardo: il sistema dei trasporti». «Noi - conclude - stiamo lavorando per sostenere la nostra struttura sui mercati internazionali (soprattutto Svizzera, Austria e il Nord Europa), oltre che su quello italiano, attraverso azioni mirate nei circoli golfistici e con i tour operator specializzati».
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Il campo da golf e i pacchetti Con il suo percorso immerso in un’oasi naturalistica tipicamente mediterranea da 9 buche, il Golf Club Puntaldìa è stato ideato per mettere alla prova l’abilità tecnica del giocatore. Agli esperti permette di migliorare il controllo di palla, mentre ai principianti è dedicato il campo pratica, con possibilità di frequentare le lezioni nella Golf Accademy del maestro Luca Maria Giansanti. Accanto al campo si trova la Club House, punto di incontro con living room, sala sacche e pro-shop. Per sfidare gli altri appassionati della disciplina, il Resort offre alcuni pacchetti che comprendono soggiorno nell’hotel, accesso al campo, iscrizione alle gare e, per ricaricarsi e distendersi dopo la competizione, possibilità di usufruire dei servizi della Spa. Tra questi il Trofeo Due Lune Resort Golf & SPA, in programma l’ultimo fine settimana di settembre. Ma sono tantissime le occasioni per praticare il golf a Puntaldìa: con le Settimane Golf, disponibili fino all’inizio di ottobre, per esempio, si può godere di un lungo soggiorno di tutto relax, tra la pensione completa e l’accesso alla Spa, e di 5 green fee inclusi.
Due Lune Resort, Golf & Spa Loc. Puntaldia, 08020 San Teodoro (Olbia-Tempio) Tel. 0784864075 - fax 0784864017 info@duelune.com - www.duelune.com
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Golf Hotel Campiglio Dimora ottocentesca nel Parco Naturale Adamello Brenta, il Golf Hotel Campiglio vanta il primo campo europeo 9 buche costruito a 1650 metri d’altitudine. Progettato nel 1919 da Herry Cotton, propone a luglio 3 sessioni di golf clinic con 3 noti professionisti una suggestiva foresta di abeti. Si tratta di uno dei primi campi da golf costruiti in Italia e primo in assoluto per altura in Europa (si trova a 1.650 metri). L.S.B.
I maestri
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ello splendido scenario delle Dolomiti del Brenta, in località Campo Carlo Magno, si trova il Golf Hotel Campiglio, una bellissima dimora storica di fine Ottocento, trasformata in albergo agli inizi del Novecento e, dopo alterne vicende, acquisita da Atahotels dal 2005. Il restyling ha conservato molte delle particolarità dell’antico chalet di caccia, meta di vacanze della Corte Asburgica di Franz Josef e della Principessa Sissi. Oggi l’albergo dispone di 109 eleganti camere e suite di un ottimo e raffinato ristorante, il Carlo Magno, collegato al Rododendro il moderno American Bar. Tre sono le sale riunioni con vista mozzafiato sulle montagne tra cui una plenaria da 180 posti con annessa un’area espositiva molto funzionale. A disposizione anche un centro benessere con sauna e piscina coperta. D’estate il plus è il campo da golf 9 buche, Carlo Magno Golf Club che si snoda attraverso
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Romolo Napoleoni nasce golfisticamente al Golf Club dell’Acquasanta sotto la guida del maestro Pietro Manca. Ha disputato per diversi anni gare nel Tour Europeo e 13 Open d’Italia. Dopo anni di professionismo ad alto livello si è dedicato all’insegnamento dei giovani conseguendo ben 15 titoli Italiani e portando i ragazzi alla vittoria di 470 gare giovanili. Ha successivamente fatto parte dello Staff della Nazionale Maschile e Femminile conseguendo la vittoria nei campionati Europei. Alessandro Napoleoni, giovane professionista ancora in attività vincitore di numerosi trofei nazionali ed internazionali. È entrato nel Challenge Tour nel 1998 e contemporaneamente anche nella Nazionale Italiana della quale ha fatto parte fino al 2005. Dal 2009 è anche maestro. Alberto Giolla, professionista dal 2005 ha svolto in passato la carriera di giocatore e istruttore conseguendo importanti risultati soprattutto in ambito Nazionale. In qualità di maestro, ha partecipato a numerosi corsi di aggiornamento e formazione sia nazionali che internazionali, conseguendo il diploma TPI.
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Il campo e lo speciale pacchetto luglio La storia del Carlo Magno Golf Club inizia nel 1919 con la trasformazione di alcuni terreni situati nella zona Carlo Magno ed ereditati da Fritz Osterreicher dalla casa Imperiale d’Austria, in un campo da golf il cui progetto venne affidato al più grande giocatore professionista di quei tempi: Herry Cotton. Nonostante le iniziali difficoltà tecniche e di mano d’opera, il campo iniziò a funzionare già nel 1921 e venne affiliato alla Federazione Italiana Golf nel 1923. Nel tempo il percorso di 5.200 metri complessivi ha subito alcune modifiche, come la creazione delle doppie partenze, ma nell’insieme, è rimasto come era nato, a 9 buche con par 70. Attualmente è a disposizione anche un campo pratica con 20 piazzole, di cui 6 al coperto, puttin-green, pitching-green e, nella club house, uno bar dedicato. Per il mese di luglio, il resort riserva un pacchetto speciale, a partire da 190 euro per persona al giorno in pensione completa che prevede una Golf Clinic di tre giorni con i tre maestri del campo, i professionisti Romolo Napoleni, Alessandro Napoleoni e Alberto Giolla. Nel pacchetto sono inclusi: sistemazione in camera doppia executive + late check out, pensione completa (con 1/4 di vino e 1/2 minerale inclusi), ingresso alla SPA e al percorso benessere, 1 massaggio sportivo 50 minuti, programma golf clinic, green fee 9 buche, golf car 9 buche. Campo pratica con gettoni illimitati. Le date sono: prima sezione: 7, 8, 9 e 10 luglio. Seconda sezione: 14,15,16 e 17 luglio. Terza sezione: 21, 22, 23 e 24 luglio. Ogni sessione è limitata ad un numero massimo di 18 partecipanti e inizia la domenica sera alle ore 19.00 con un wellcome drink, briefing di benvenuto, presentazione di allievi e maestri e introduzione al programma Golf Clinic seguito dalla cena.
Golf Hotel Campiglio Via Cima Tosa 3 - 38084 Madonna di Campiglio (Trento) Tel. 0465441003 - fax 0465440294 www.atahotels.it -prenotazioni@golfhotelcampiglio.com
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Golf Hotel Punta Ala Uno dei percorsi golfistici più entusiasmanti d’Europa, ma anche tanto altro: acque cristalline, una spiaggia di sabbia dorata, un ristorante di pesce con vista mozzafiato e 800 metri quadrati di beauty&wellness Teambuilding made in JSH
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el cuore della Maremma Toscana, il Golf Hotel Punta Ala sorge a pochi minuti d’auto dal Golf Club Punta Ala, uno dei più bei campi da golf d’Italia. Quando non si calca il green, si può frequentare la spiaggia privata dell’hotel, immersa nei profumi della macchia mediterranea e proiettata sul mare cristallino del Golfo di Follonica. Qui si possono praticare Storico paradiso golfistico a 18 buche Il Golf Club Punta Ala ha iniziato la sua attività nella primavera del 1964 e nei decenni si è conquistato la fama di uno tra i più bei campi da gioco europei, sia sotto il profilo tecnico che paesaggistico. Il green, situato in una zona panoramica con vista sul mare, sviluppa una lunghezza complessiva di mt. 6.168 con un PAR 72, con leggere e naturali ondulazioni del terreno, nel bel mezzo della “macchia maremmana” composta da una folta vegetazione di alberi sempreverdi: pini domestici e marittimi, sughere, lecci secolari, querce, cespugli di albatro che costituiscono anche bellissimi ostacoli naturali per il gioco. Ogni buca presenta difficoltà di vario genere creando, nell’insieme, un campo che riesce a soddisfare le esigenze di ogni giocatore. Il progetto delle 18 buche è stato realizzato da Giulio Cavalsani, secondo i criteri più moderni di architettura golfistica. I green, quasi tutti ondulati e di vaste dimensioni, sono stati ubicati nei punti più strategici dell’area a disposizione. Da sempre il Golf Club Punta Ala è sede di un intenso programma di competizioni soprattutto durante la stagione estiva.
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Non soltanto il Golf Hotel Punta Ala ma anche le altre strutture JSH Hotels & Resorts sono ottimamente improntate agli incentive e offrono, tra i vari servizi congressuali, numerose, interessanti e originali possibilità di teambuilding. Gli alberghi a vocazione golfistica, ad esempio, si prestano alle golf clinic: percorsi di avvicinamento e perfezionamento sia per gruppi di principianti, sia per giocatori esperti. Adiacente al Golf Hotel Punta Ala, a Marina di Grosseto, immerso nella grande pineta affacciata sul mare, si trova il “Parco Avventura Cieloverde”, attrezzato con 6 percorsi sospesi tra chiome di pino e passaggi, da 1 a 12 metri di altezza, con difficoltà progressive. Con un elicottero privato, gli ospiti del Picciolo Etna Golf Resort possono arrampicarsi su per le pendici del vulcano o a picco sugli incantevoli paesaggi delle Eolie. Più intimiste le attività proposte da Radisson Blu Resort, Terme di Galzignano: come lezioni di gruppo di yoga e pilates. windsurf, canoa, corsi di vela ed equitazione, o semplicemente, lasciarsi cullare dalle bolle della piscina all’aperto, fornita di idromassaggio e cascate d’acqua. Nel centro benessere dell’hotel, 800 mq di “Beauty e Wellness”, ci si rimette in forma con massaggi, trattamenti estetici e discipline orientali, fino a raggiungere il massimo giovamento psicofisico. P.T.
Golf Hotel Punta Ala Via del Gualdo 2 Punta Ala 58040 Castiglione della Pescaia (Grosseto) Tel. 05649401 www.golfhotelpuntaala.it -info@golfhotelpuntaala.it
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Il Picciolo Etna Golf Resort La vista dell’Etna impreziosisce lo scenario golfistico a 18 buche del Picciolo Golf Club, adatto al gioco 365 giorni all’anno. La tipica macchia mediterranea fa il resto: immerge il resort tra i profumi di nodosi olivi, noccioli in fiore e filari di vigne, destinati alla produzione di vini di prestigio
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ui dolci pendii del Parco dell’Etna sorge il Picciolo Etna Golf Resort: un luogo deputato al relax e alla scoperta dei veri tesori di Sicilia. I 650 metri sul livello del mare, e l’estrema vicinanza al Golfo di Catania, assicurano temperature amabilmente fresche nel caldo dell’estate, e tiepide nelle belle giornate invernali. Cosa che rende il campo da golf perfetto per il gioco 12 mesi all’anno. Il centro benessere di 900 metri quadrati invita al relax incondizionato, la cucina stuzziUn campo per tutto l’anno Primo campo da golf a 18 buche in terra siciliana, Il Picciolo Etna Golf Club è collocato in un anfiteatro naturale sul versante settentrionale della montagna, all’interno del Parco dell’Etna, tra i comuni di Randazzo, Linguaglossa e Castiglione di Sicilia. Il campo è un 18 buche PAR 72 e si snoda su un percorso di 5.870 metri, offrendo driving range, putting e pitching green. Le buche, disegnate all’interno della scura pietra lavica, residuo dell’eruzione del 1916, sono un progetto dell’architetto Luigi Rota Caremoli, che ha saputo sfruttare al meglio i 44 ettari di terreno collinare e gli ostacoli tecnici in esso inseriti. Le prime buche attraversano il vecchio noccioleto, poi si procede fra gruppi di ginestre, forsizie e ciuffi di margherite fino ad arrivare alla zona dove il terreno vulcanico diventa protagonista. Le ultime buche terminano proprio dinanzi alla club house. Dalla terrazza della grande casa rosa, colore tradizionale delle ville padronali situate alle falde del vulcano, la vista spazia verso la cima scura di lava e il verde dei monti Nebrodi. Il campo ha ospitato i Sicilian Italian Open, Lady e Senior.
JSH HOTELS & RESORTS: una compagnia very golf friendly Con tre strutture vocate al golf in portfolio, JSH Hotels & Resorts si propone non solo come società di gestione alberghiera ma anche come partner di fiducia per la creazione di un circuito di strutture golfistiche di qualità. Consapevole che il segmento golfistico è in costante crescita, che il valore mondiale del movimento golfistico è di 40 milioni di euro, la compagnia riminese suggerisce di investire in questa nicchia come valore aggiunto per l’hotel. Affidarsi a JSH Hotels & Resorts significa promuovere il golf attraverso canali dedicati, ideare pacchetti di soggiorno per golfisti, usare il golf come attività di intrattenimento settimanale per i neofiti e aziende. Perché il golfista viaggia mediamente in bassa stagione (da febbraio ad aprile e da ottobre a novembre) con permanenze medie di vacanza di 7 giorni contro una media di 4 giorni del turista. ca il palato con ricette stagionali e territoriali, l’ospitalità si compone di 115 tra camere e suite, tutte con vista sui vigneti, frutteti e boschi che circondano la struttura e si inerpicano sull’Etna e un centro congressi dotato di luce naturale e 350 posti a sedere. P.T.
Il Picciolo Etna Golf Resort SS 120 km 200 - 95012 Castiglione di Sicilia (Catania) Tel/fax 0942986252/986138 www.ilpicciologolf.com - info@ilpicciologolf.com
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Radisson Blu Resort, Terme di Galzignano Un resort che vanta terme di origini antichissime, un’ospitalità a quattro stelle (suddivisa in tre strutture alberghiere) e proposte sportive per tutti i gusti. Il fiore all’occhiello? Un campo da golf che emoziona campioni e principianti, con giochi d’acqua e laghetti, immersi in 35 ettari di verde secolare JSH & PGA GERMANIA: una partnership di successo PGA: tre lettere che rappresentano un marchio di qualità nel mondo del golf. Promuovono lo sport golfistico, tutelano gli interessi dei membri associati, organizzano incontri e tornei. PGA Germania – “Professional Golfers’ Association of Germany” – ha scelto JSH Hotels & Resorts per firmare un accordo triennale relativo alla scelta delle Winter Bases selezionate dall’associazione Professionisti Golf Tedeschi. JSH, prima compagnia alberghiera very golf friendly, ha indicato 2 delle sue strutture più vocate al golf: Radisson Blu Resort, Terme di Galzignano e il Picciolo Golf Club, in Sicilia, ideali basi di allenamento invernale della Penisola. Secondo l’accordo, le strutture di JSH ospiteranno il Team Pro della Germania, oltre ai nuovi talenti tedeschi durante il loro periodo di allenamento invernale. Questa nomina è un’ulteriore prova della straordinaria qualità delle strutture e dei servizi dedicati al golf, nel portfolio di JSH Hotels & Resorts.
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n concentrato di wellness, golf e benessere termale incastonato nella cornice dei Colli Euganei: ecco Radisson Blu Resort. Baricentrico rispetto a città ricche di storia, arte e cultura, il resort propone 6 piscine termali di cui 2 piscine sportive, campo da golf a nove buche, 6 campi da tennis e un Un parco che diventa campo da golf Ecco ciò che rende unico il percorso a 9 buche, immerso in 35 ettari di verde secolare, alle pendici del Parco Regionale dei Colli Euganei, dove la quiete più assoluta è la colonna sonora di ogni partita. Un’oasi naturale di benessere e relax nel cuore del Veneto, a pochi chilometri da Venezia, Padova, Vicenza e Verona. Il campo, disegnato dall’Architetto Marco Croze, è stato inaugurato nel 1999 ed è inserito nella Golf Destination dell’area padovana, a pochi km dai campi di Padova, Frassanelle e Montecchia: 4 campi che soddisfano le aspettative di ogni tipo di giocatore. Il campo a 9 buche, con i suoi 2.048 metri di lunghezza, vanta un design esclusivo arricchito da giochi d’acqua e laghetti che lo rendono avvincente ed entusiasmante: la buca 4, per esempio, presenta il tee in mezzo al lago; la buca 9 vanta un green che sembra galleggiare circondato dall’acqua. È un percorso 9 buche par 31, suddivise in 6 par 3, 2 par 4 e 1 par 5, ideale per campioni dello sport e per principianti che iniziano a cimentarsi con le mazze da golf.
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campo da beach volley immersi in 350 mila metri quadrati di parco. L’ideale per dedicarsi alla cura del proprio corpo, ma solo dopo aver beneficiato dei trattamenti del Revital Center, che associano l’efficacia delle cure termali a proposte benessere specifiche e innovative. E poi, si dimora in tre strutture alberghiere a quattro stelle, con le camere proiettate direttamente sul campo da golf. P.T.
Radisson Blu Resort Terme di Galzignano Viale Delle Terme 82 - 35030 Galzignano Terme (Padova) Tel. 0499195555 - fax 0499194250 www.galzignano.it -info@galzignano.it
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NON BASTA RIORDINARE LA STANZA, BISOGNA OFFRIRE AI PROPRI CLIENTI L’ESPERIENZA DELLA PRIMA VOLTA. Quello che tradizionalmente viene rappresentato come semplice servizio di pulizie è in realtà un ambito altamente strategico, uno dei principali “post sensibili” su cui l’utenza misura il valore dell’accoglienza e su cui spesso una struttura ricettiva si gioca la propria reputazione. La crescita delle dotazioni tecnologiche e i nuovi strumenti di approccio e servizio, ci permettono oggi di parlare, non più di pulizie, ma di vero restoring: il processo mediante il quale l’ambiente è riportato alla sua condizione originaria. Servire una struttura alberghiera significa offrire alla clientela dell’hotel la possibilità di vivere un’esperienza unica nelle camere e nei locali, come se vi si accedesse per la prima volta. Il servizio di restoring ricrea nei vostri ospiti la sensazione di essere accolti in un ambiente nuovo. Non basta garantire una buona accoglienza, il mercato ci chiede oggi di offrire un’esperienza di soggiorno memorabile, per questo Cegalin ha rivoluzionato l’idea di riordino stanza, trasformandola in uno strumento fondamentale per la reputazione del vostro hotel.
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Terme di Saturnia Spa & Golf Resort Un prestigioso Campo Golf in perfetta armonia con la natura e una SPA termale di fama internazionale costituiscono l’offerta unica di uno dei Resort più famosi in Europa. Tutto in un ambiente completamente ecosostenibile
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ocation ideale per una vacanza o per un semplice week-end rigenerante, ma anche destinazione incentive unica, Terme di Saturnia Spa & Golf Resort offre tutto l’anno un ricco e innovativo ventaglio di proposte “meeting&incentive”, incentrate sul benessere e sull’attività sportiva, catalizzatori di energie. Fiore all’occhiello del Resort, e parte del prestigioso circuito Leading Golf, il campo da golf, che porta la firma prestigiosa dell’architetto Ronald Fream dello studio Golfplan. Un percorso da campionato, 18 buche di 6316 metri, par 72, che dista solo 100mt dall’Hotel e si estende per ben 70 ettari. Tra numerosi ostacoli d’acqua e con green ondulati e profondi, il percorso si sviluppa nel verde della valle di Saturnia. Ecco il luogo ideale dove ritrovare se stessi, tra una sessione golfistica e un massaggio rilassante (la Spa prevede trattamenti specifici per i golfisti), completamente immersi in un panorama mozzafiato. A soli 200 km da Firenze e 170 km da Roma, il Terme di Saturnia Spa & Golf Resort è ricavato da un’antica costruzione in travertino e abbraccia 4 piscine termali: conta 140 camere, di cui 2 Grandsuite e 65 Deluxe, costruite secondo la filosofia dell’habitat. Da 3000 anni, ininterrottamente, l’acqua termale di Saturnia sgorga all’interno di un cratere naturale, al ritmo di circa 500 litri/sec e alla temperatura costante di 37°C, identica a quella del liquido amniotico. C.C.
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Intervista al direttore sul turismo golfistico Il perfetto microclima della Maremma rende il campo pratica del Golf Club del Resort una location ideale per organizzare clinics e lezioni di golf, coniugando così i benefici dello sport con quelli dell’acqua termale sorgiva di Saturnia. Per questo è possibile approfittare di vantaggiosi pacchetti, come il “Saturnia Spa &Golf Experience”. Grande attenzione anche ai giovani: «Nella pratica del golf, una corretta impostazione dei movimenti è fondamentale sin dai primi passi e aiuta a valorizzare un talento naturale», conferma il Direttore Golf Sabbatino Procolo. Per questo Terme di Saturnia Spa&Golf Resort ha aperto le porte anche ai giovani golfisti under 14. Molte le iniziative in programma: il Junior Summer Camp, aperto ai ragazzi di età 6-14 anni per il prossimo luglio e il corso di golf annuale “Club dei Giovani” aperto a neofiti e non, di età compresa tra i 6 e i 14 anni, che prevede lezioni giornaliere tra il campo pratica (con analisi dello swing, allenamento personalizzato, test di gioco corto e putting) e le 18 buche del Golf Club. Il “Club dei Giovani” permette di partecipare a gare e campionati per il raggiungimento del brevetto federale e il conseguimento dell’Hcp di gioco. Il percorso ha inoltre ospitato nel mese di maggio il 12° Trofeo “Pinocchio sul Green”, gara nazionale (18 buche Medal) valida per il ranking giovanile under 16. Circa 50 giovani golfisti si sono sfidati sui 6.316 metri del prestigioso tracciato di Saturnia. Terme di Saturnia Golf Club è sede per la regione Toscana della US Kids Italy.
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Le caratteristiche del percorso Nel campo da Golf a 18 buche, inaugurato nel 2008 e strettamente integrato nella struttura del Resort, è possibile giocare tutto l’anno grazie al clima mite della Maremma su un percorso mozzafiato da competizione internazionale. Tra ostacoli d’acqua e molti bunker, il campo presenta alcune zone leggermente collinari e qualche fairway ondulato. I tre ruscelli, i grandi ostacoli d’acqua presenti nelle buche 1,2,3,9 e 18, i bunkers di sabbia silicea e i green circondati da graduali mount rendono il percorso davvero suggestivo. Da non perdere le buche più scenografiche, la 1/2/6/16. Un’utile mappa interattiva del campo è consultabile sul sito. Chi desidera allenarsi su un percorso meno impegnativo o prendere lezioni di golf, può approfittare dello splendido campo pratica con scuola a pochi metri dall’hotel. Il campo pratica misura circa 33.000 metri quadrati, dispone di doppi battitori che, situati frontalmente ad una distanza di 350 metri, permettono di giocare tra due suggestivi panorami: il castello di Saturnia e le dolci colline maremmane. Le caratteristiche tecniche del campo pratica sono: la simulazione perfetta di una buca, la possibilità di praticare sul manto erboso naturale tutto l’anno e la presenza di molteplici target green. Il campo pratica è inoltre dotato di un’area con videocamera e strumenti sofisticati per l’analisi e correzione dello swing che vengono utilizzati per le golf clinics o lezioni individuali.
Terme di Saturnia SPA & Golf Resort Via delle Terme 1 - 58014 Saturnia (Grosseto) Tel. 0564600111 - fax 0564601266 info@termedisaturnia.it - www.termedisaturnia.it
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Sheraton Golf Parco de’ Medici Hotel & Resort Ben 27 buche per il Golf Club Parco de’ Medici, meta privilegiata per eventi leisure, meeting e post congress, puntando sulle straordinarie potenzialità della sua anima green
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ontano dal traffico e dal caos cittadino, lo Sheraton Golf Parco de’ Medici può rivendicare di diritto la sua natura di autentico Golf Resort. È il più grande branded hotel d’Italia, raggiungendo un’offerta d’eccezione sia per il turismo leisure che business con le sue 818 camere, 42 meeting rooms, 4 ristoranti, 4 bar e uno splendido campo da golf da 27 buche di richiamo internazionale. Il tutto in 80 ettari di verde a pochi chilometri dal centro della città, dalla Nuova Fiera Di Roma e dall’Aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino. Le 818 camere sono suddivise in Superior, chalet e villini, Deluxe, Executive, Executive Deluxe, Junior Suites, Senior Suites e Presidential Suites. La maggior parte ha il parquet, alcune piccoli balconcini, patio o giardinetti. Da tutte si gode una vista vasta e rilassante, che affaccia sulle piscine, sulle aree comuni verdeggianti o sul campo da golf, il vero fiore all’occhiello dell’hotel. Lo Sheraton Golf ha saputo diventare, complice una gestione dinamica e un grande lavoro di squadra, una vera location natural trendy dove trascorrere una giornata in completa tranquillità. Grandi energie sono dedicate al banqueting, arricchendo l’offerta gastronomica e mantenendone altissima la qualità: ben tre i ristoranti à la carte: il “Savoia” con il suo arredamento caldo e accogliente che propone cucina mediterranea; il “Rinascimento”, con spazi più luminosi e moderni e una cucina più internazionale; la “Club House”, un ambiente più rustico aperto solo a pranzo. C.C.
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Una vera oasi per il congressista «Lo Sheraton Golf Parco de’ Medici», conferma il Direttore Paolo Bellè, «privilegia una clientela fortemente meeting e congressuale, che costituisce quasi il 62 % delle affluenze, una tendenza volutamente assecondata alla quale si affiancano iniziative più leisure, che puntano in particolare sulle straordinarie potenzialità del nostro campo da golf». Ormai meta conosciuta della Capitale, anche per la sua anima natural green, il complesso offre i suoi spazi anche a grandi eventi, a romantici matrimoni, a suggestive cene a bordo piscina. Molte le offerte studiate appositamente per i soggiorni meeting, con sale completamente attrezzate e spaziose, capaci di accontentare tutte le esigenze, WiFi gratuito nella sala selezionata, 2 camere gratuite ogni 25 prenotate, 3 upgrade ogni 50 camere prenotate; per soggiorni dedicati al golf, come sport o attività di team building, è possibile approfittare di pacchetti con soggiorno in camera superior, colazione a buffet, libero accesso alla piscina esterna, ingresso gratuito alla palestra, ovviamente con lezioni di golf personalizzate su ogni esigenza.
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Il Campo Il Golf Club Parco de’ Medici vanta ben 27 buche (percorso bianco par 35, blu par 37 e rosso par 35; corse rating 72,9, slope rating 135) 3 Putting Greens, campo pratica con 12 postazioni coperte e 30 scoperte. La zona era ricercata fin dal Rinascimento da Papa Leone X, che alloggiava in quella sontuosa dimora poi chiamata “Castello della Magliana” o “Castello dei Papi”. Lì, Leone X viveva con la sua corte tra letterati, musici ed artisti, e si dilettava a seguire nei dintorni le favolose battute di caccia al cervo e al cinghiale descritte dai cronisti dell’epoca. Il Golf Club è ubicato all’interno del complesso alberghiero e circonda tutti gli spazi comuni e ricettivi. È senz’altro un percorso tecnico di grande interesse, che ogni anno accoglie diversi tornei e gare nazionali e internazionali, come gli Open femminili. Nel percorso Bianco, dalla 1 alla 9, Par 35, 3056 mt, è consigliabile tenersi a sinistra sul tee shot e avere molta accortezza sul secondo colpo che porta inspiegabilmente a destra. Il percorso Blu, dalla 10 alla 18, Par 37 3247 mt costeggia delle rovine romane al centro del fairway difficilmente raggiungibili dal tee shot. La Club House è dotata di un pratico Pro Shop, di un accogliente bar e di un ristorante con servizio buffet a pranzo. La segreteria – con personale multilingue – è a disposizione per la prenotazione dei Tee Time; i Pro supportano la clientela nell’organizzazione di lezioni private, di gruppo, golf clinique, nella consulenza e nel supporto tecnico per gare e tornei o attività di team building. Il circolo rimane chiuso di martedì.
Golf Club Parco de’ Medici Viale Salvatore Rebecchini 37 - 00148 Roma Tel. 0665287345 - fax 0665287377 www.golfparcodemedici.com www.sheraton.com/golfrome - info@sheratongolf.it
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UNA Poggio dei Medici
UNA Hotels & Resorts Buona cucina, benessere e relax nei pacchetti golf offerti dalle due strutture del Gruppo UNA nei pressi di Firenze e di Biella. Un’ospitalità tutta italiana per il golfista internazionale
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ue strutture, una stessa vocazione per il golf. UNA Poggio dei Medici, immerso nella vallata del Mugello, a 25 chilometri dal centro storico di Firenze, e UNA Golf Hotel Cavaglià, nel Biellese, appartengono al Gruppo UNA Hotels & Resorts, catena alberghiera tutta italiana. Entrambe dimore storiche, caratterizzate da uno stile profondamente legato al territorio e dalla continuità con il verde che le circonda, offrono benessere, relax, buona cucina e, soprattutto, la possibilità di praticare il golf in campi interni al complesso. Poggio dei Medici è un elegante resort dalla tipica architettura toscana con pavimenti in cotto e travi a vista. 70 le camere che si affacciano sulla campagna circostante e permettono l’accesso diretto al green. Al suo interno anche il centro benessere e il ristorante, che dispone di ampi spazi per banchetti e ricevimenti, mentre suggestive cene di gala si imbandiscono nelle sale della cinquecentesca Villa di Cignano. Per meeting e incontri aziendali il centro congressi dispone di 6 sale, fino a 200 partecipanti. Molto caratteristico, con le sue 37 camere in stile country, il Golf Hotel Cavaglià si trova sulle principali direttrici del Nord Italia. Piscina all’aperto immersa nel verde e area fitness permettono di tenersi in forma, mentre per gustare le grigliate di carne tipiche della cucina USA ci si sposta nella Club House, dove si trova la Rosso Cuoco Steak House. Anche qui non mancano gli
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spazi e i servizi per il Mice: 7 sale meeting, per 150 posti, e la nuova terrazza con vista sul campo da golf, per G.G. cerimonie e pranzi di gala.
Intervista all’AD sul turismo golfistico «Il golf, da sport d’elite, si sta diffondendo anche presso un più ampio pubblico di appassionati: rappresenta quindi un’occasione da non perdere per lo sviluppo di un altro prodotto turistico che l’Italia potrebbe offrire», spiega Elena David (nella foto), ad di UNA Hotels & Resorts. Che continua: «è significativo che, per la prima volta, il golf sia stato ammesso alle Olimpiadi 2016 di Rio: questo fatto deve diventare uno stimolo per l’industria turistica nazionale a continuare a investire in un settore dalle altissime potenzialità. Come Gruppo», conclude, «stiamo portando avanti con regolarità iniziative di ampio respiro per promuoverlo nei Resort UNA dotati di campo da golf. In particolare, all’UNA Poggio dei Medici Golf Club ospitiamo il Mugello Tuscany Open, inserito nel prestigioso circuito dell’European Challenge Tour. Inoltre abbiamo dato vita alla UNA Golf Cup, una competizione in costante crescita, giunta alla quarta edizione, che per la prima volta quest’anno farà tappa anche fuori dall’Italia, a Vienna».
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UNA Poggio dei Medici
UNA Poggio dei Medici
Il campo da golf e i pacchetti
UNA Poggio dei Medici
UNA Golf Hotel Cavaglià
Inaugurato nel 1992, con 18 buche, par 72, il campo da golf dell’UNA Poggio dei Medici è stato recentemente riconosciuto tra i 10 migliori golf club d’Europa secondo la classifica stilata dalla prestigiosa guida “Where2golf”. Il percorso, immerso nel verde della Valle del Mugello, offre 5 diversi tee di partenza per una partita appassionante per tutti i livelli. È anche possibile fare pratica e prendere lezioni, individuali o di gruppo, con un maestro. Con il pacchetto “Golfing in Tuscany”, fino al 31 ottobre, si può soggiornare 4 notti e abbinare al golf escursioni e visite nei dintorni, oltre a poter usufruire di bagno turco e palestra per momenti di relax. Il Golf Club Cavaglià offre invece un percorso di nove buche regolamentari, par 73, e un secondo percorso di 6 buche executive, par 19. Anche qui non occorre essere professionisti per accedere al campo da golf: per i principianti sono a disposizione putting green e pitching green, noleggio attrezzature e lezioni di golf. Inoltre, data la vicinanza ai migliori campi da golf del Piemonte, molti dei quali nel raggio di 45 minuti di viaggio, si possono organizzare sfide itineranti, interessanti suggerimenti per competizioni aziendali se si hanno a disposizione più giorni di pernottamento. Tra i pacchetti offerti, da non perdere il “Golf e degustazioni”, che permette di abbinare all’accesso al green mezz’ora di lezione con un maestro, una visita al Castello di Masino e una degustazione di vini accompagnata da formaggi e salumi tipici del territorio.
UNA Poggio dei Medici Via San Gavino 27 - 50038 Scarperia (Firenze) Tel. 05584350 - fax 0558430439 una.poggiodeimedici@unahotels.it - www.unahotels.it
UNA Golf Hotel Cavaglià
UNA Golf Hotel Cavaglià
Via Santhià 75 - 13881 Cavaglià (Biella) Tel. 0161966771 - fax 0161966620 una.cavaglia@unahotels.it - www.unahotels.it
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Verdura Golf & Spa Resort La Sicilia, un’eccellente destinazione golf per tutto l’anno. Sotto un meraviglioso cielo azzurro e circondati dalla vista di un mare e di un paesaggio straordinari, al Verdura Golf & Spa Resort, giocare una partita di golf diventa un’esperienza indimenticabile
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ituato lungo la costa meridionale della Sicilia, il Verdura Golf & Spa Resort è una delle location più esclusive tra i nuovi resort europei, come sempre quando si parla delle strutture lusso della Rocco Forte Hotels, ed offre ai propri ospiti un’esperienza golf ai massimi livelli insieme al servizio tipico dei più esclusivi club privati. Il Resort è in una riserva naturale, su 230 ettari di splendido paesaggio con circa 2 km di costa orlata da un mare turchese. Poco distante, la località di Sciacca e la maestosa Valle dei Templi agrigentina. Il Verdura dispone di 203 camere, di cui 47 suite, tutte con terrazza o patio privato ed eleganti interni firmati Olga Polizzi. Ma la particolarità del Verdura risiede nel suo aspetto “green” e in particolare all’offerta legata al mondo del Golf. Sir Rocco Forte, sportivo e golfista appassionato, si è affidato al famoso architetto californiano Kyle Phillips, che ha creato due percorsi links da campionato mozzafiato e un campo executive per golfisti di ogni livello, regalando l’emozione di giocare sul terreno su cui si sono sfidati i migliori professionisti dell’European Tour. Il Verdura Golf Resort è anche la meta C&I più suggestiva d’Europa, grazie alla versatilità degli spazi e alla ricchezza culturale del territorio. Il centro congressi conta 10 sale riunioni, con luce naturale e tecnologie all’avanguardia, 7 delle quali dai 43 ai 112 mq, una sala da ballo con alti soffitti (355
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mq) che può ospitare sino a 250 delegati e uno scenografico anfiteatro all’aperto che può accogliere sino a 500 persone. C.C.
Intervista al direttore sul turismo golfistico Punto di forza del Verdura Resort, la Golf Academy, guidata dal Direttore Golf Niall Cameron e dal suo team di qualificati professionisti PGA. Cameron vanta anni di esperienza sia nel campo operativo che nella realizzazione di percorsi da golf. Le lezioni sono organizzate dall’Head Pro David Waters, trasferitosi in Sicilia dopo aver lavorato a lungo in Inghilterra. Il campo pratica, con doppio battitore largo 75 metri per ciascun lato, è l’ideale per gruppi di tutte le dimensioni e allievi di tutti i livelli. «Con i suoi 3 chipping e putting green e 3 bunker di pratica» – conferma Niall Cameron, «il Verdura Golf & Spa Resort è il posto perfetto per sessioni di pratica per professionisti e per appassionati. Le due buche sul mare sono emozionanti per il paesaggio circostante. Il punto di forza del campo Golf del Verdura è la sapiente distribuzione delle buche tra i due percorsi e da green e fairway veloci, che ne fanno una delle destinazioni golfistiche più esclusive d’Europa».
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Il Campo Il Campo Golf del Verdura è costituito da due campi da campionato a 18 buche e un campo a 9 buche, tutti tra uliveti e aranceti e con incantevoli viste sul mare. Nonostante entrambi i percorsi siano stati realizzati seguendo gli stessi standard e occupino all’incirca la stessa porzione di terreno, il campo East e il West offrono ai giocatori due esperienze di golf differenti. L’East, che parte dalla destra del campo pratica, è caratterizzato da cambi di direzione frequenti e da una parte centrale nel caratteristico paesaggio siciliano, mentre quello West, che parte dalla parte sinistra, ha un andamento più lineare interrotto solo nelle 4 buche finali nelle quali il campo si interseca tra la parte centrale del Resort e il mare. Ogni giorno un campo a 18 buche è dedicato al gioco two-ball e l’altro al gioco four-ball. Il campo pratica è con doppio battitore e in ogni battitore i tee sono posizionati a 80 iarde, creando le condizioni perfette per fare pratica. Vi sono anche putting green, chipping green e diversi bunker. Professionisti qualificati PGA sono disponibili per lezioni private. Costruita intorno a una piccola piazza, la Club House offre un ambiente informale dove socializzare. All’interno della Club House, spogliatoi, boutique, un negozio di articoli per il golf e il bar della Torre, perfetto per un drink dopo partita. Il Golf Club propone lezioni private individuali e corsi collettivi brevi, Tee time ogni 12 minuti e cinque serie di tee-marker. I giocatori possono essere accompagnati da un caddie o servirsi di un carrello; sono disponibili anche cart elettrici.
Verdura Golf & Spa Resort S.S. 115 km 131 - 92019 Sciacca (Agrigento) Tel. 0925998001 - fax 0925998038 www.verduraresort.it - www.roccofortehotels.com
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ALL’ESTERO
Hole in one tutto l’anno.
In Turchia
Rinomata meta turistica internazionale, la Turchia offre cinque dei più affascinanti golf resort del bacino del Mediterraneo. Quattro dei quali si trovano nei dintorni di Belek, mentre il quinto nei pressi di Istanbul
✒Mario Masciullo Qui sopra, e, a destra, il National Golf Club Belek
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La Turchia è entrata da qualche anno nell’elenco delle destinazioni mondiali più ambite dai giocatori di golf, in particolare europei, e nei calendari delle competizioni internazionali. Nella regione di Antalya – riviera mediterranea conosciuta con il nome di “Costa Turchese” – si trovano quattro delle cinque maggiori strutture golfiste del Paese: Gloria Golf Resort, Nobilis Golf Club, Le Tait Golf Belek e Le National Golf Club. Nelle immediate vicinanze di Istanbul si trova invece la quinta struttura, il Klassis Golf Club. Ai golfisti la capitale dell’Antalya, Belek, offre, oltre ai quattro splendidi golf re-
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sorts, anche numerosi itinerari archeologici sparsi nella vasta regione. La scelta spazia dalle tombe rupestri di Myra in località Demre (a circa 90 km), uno dei siti più suggestivi dell’antica Licia, al Teatro Romano di Aspendos, antica città della Panfilia (a circa 50 km), dall’Anfiteatro Romano di Side (a circa 45 km) alle antiche rovine di Perge. In questa regione (tra la Panfilia e la Licia) si trovano profondi e antichi legami con la fede cristiana: da qui infatti si sviluppa una parte del cammino di San Paolo, a Myra nacque, invece, San Nicola (le cui spoglie furono poi traslate a Bari). Il territorio custodisce
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anche affascinanti monumenti e luoghi legati alla fede islamica, come il Mausoleo di Konya, sede della fede del mistico Mevlana, che vale la pena visitare anche se dista 300 km da Belek. Nella regione dell’Antalya, secondo la leggenda, si trova l’Eden. E di qui sono passate tutte le grandi civiltà del bacino mediterraneo. Greci e Romani vi posarono le pietre del loro impero, oltre alle ricchezze culturali. A fare dell’Antalya una delle mete più amate dal turismo internazionale sono anche la dolcezza del clima, e lo spettacolo della natura, con la costa e, sullo sfondo, i monti Taurus dalle cime innevate. La regione è apprezzata anche per la qualità delle strutture turistico-balneari e gli sport marittimi.
I campi da golf Il golf in Turchia si pratica su campi di erba Bermuda che cresce rigogliosa. Il Gloria Golf Resort è un percorso da compe-
tizione tra i più conosciuti, progettato dal francese Michel Gayon. Con le due strutture gemelle (il Gloria Verde e il Gloria Serenity) arriva ad un totale di 45 buche. Un percorso a 9 buche dedicato permette ai giocatori debuttanti di perfezionare i loro colpi su un tracciato più accessibile. Il percorso non è tra i più facili ed è attraversato da 4 grandi specchi d’acqua. Da sottolineare la qualità eccezionale del green. Il Gloria è anche un complesso alberghiero con piscina e un bar all’interno di un vecchio galeone. Il Nobilis Golf Course sorprende per la spettacolarità dell’ingresso, un curioso melange architettonico tra antico e moderno. Anche la facciata della club house stupisce, per lo stile vittoriano che ricorda quello delle Indie britanniche. Al bar (in una biga romana) il barman propone cocktail dai nomi esotici. Molto bello il percorso che si dipana per 18 buche ai bordi del fiume Acicus, tra coltivazioni di banani. Il Tat Golf 5 2013
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Qui a fianco e sotto: Tat Golf Belek
lussureggiante, è davvero bella. Malgrado una certa rigidità da “vecchio impero” si trova una convivenza con l’epoca odierna. Lo impongono le giovani bionde teutoniche venute da oltre Reno fino sulle rive della Costa Turchese, sia per curare l’abbronzatura che per perfezionare il proprio “drive”. Con un 9 buche accademia di cui 7 per 3 tecnico e un 18 buche da campionato, il Nazionale offre ai golfisti una serie di giochi completi per tutti gli handicap. D’altra parte un percorso disegnato dal giocatore di Ryder Cup, David Feherty, non può essere altro che eccezionale! A sessanta chilometri da Istan-
A destra, due immagini del Nobilis Golf Course
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Belek si può definire, a ragione, un piccolo gioiello. Sulla riva del mare, le sue 27 buche si snodano tra dune, laghi e fiume. È senza dubbio il percorso più vario poiché durante il game si può scoprire un parkland coperto di pini, eucalipti, ci sono circa 654 bunker di green e 16 bunker di fairways. Con tanto charme e tante difficoltà per i giocatori, non c’è da stupirsi che il Tat Golf Belek abbia ospitato i campionati di Turchia e sia diventato il preferito dai giovani golfisti locali. Nel percorrere in vetturetta questi campi, si ha la sensazione di essere sulla Parigi Dakar per quante dune si incontrano. A meno di 25 minuti dall’aeroporto di Antalya si trova il National Golf Club, classificato dalla rivista tedesca Die Welt tra i primi dieci percorsi mondiali. Un giudizio pienamente giustificato! Il suo disegno architettonico è particolarmente curato e la club house, nascosta tra la vegetazione
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bul, dove si trova uno dei più antichi e grandi mercati coperti del mondo, il Grand Bazaar, è ubicato il Klassis Golf Club. Un Par 72, 27 buche che vuole condizioni fisiche da sherpa nepalese nel caso in cui decidiate di giocare per tutto il percorso a piedi: il percorso sale e scende, risale e piomba nella valle. Le buche 2 e 9 si giocano sopra il livello del lago, il solo punto acqua del percorso. La buca più impressionante resta senza dubbio la 12 che si ingolfa in una vallata-gola di 50 metri di profondità contando dal punto partenza al green. A questo punto c’è da dire una sola cosa: attenzione alle vertigini. I campi si raggiungono in 15 minuti grazie alla navetta dell’albergo. Con due piscine, suites di lusso, spiaggia privata, il resort è il rendez-vous preferito dal jet set
locale. Raggiungere Istanbul da Antalya in macchina potrebbe essere un’interessante esperienza, ammesso che lo spirito del golfista sia anche quello del curioso scopritore delle caratteristiche del Paese. In una notte di viaggio potreste scoprire che la Turchia non dorme, che i negozi alle tre del mattino stanno ancora servendo tè bollente o kebap, che i giornali sono sempre in vendita, che c’è gente che sale e scende ovunque posiate lo sguardo. E, all’alba, la traversata del Bosforo è il più sublime spettacolo: Bisanzio dei nostri sogni, Costantinopoli oppure Istanbul, città magica che ha fatto sognare scrittori e poeti, offre un sogno orientale. ■
In questa pagina, immagini del Gloria Golf Resort Belek
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sceltA peRché A 150 anni dalla nascita del Vate Immaginifico, l’albergo simbolo di Gardone Riviera inaugura una junior suite a lui dedicata, in cui rivivono i fasti del Vittoriale
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SUITE EXPERIENCE
curiosità Il 2 febbraio 1921 Gabriele D’Annunzio soggiornò al Grand Hotel – che già allora era il più elegante albergo della Riviera – con la pianista Luisa Baccara. Di certo influì nella scelta del poeta il magnifico giardino sul lago. Risaputo è infatti il suo amore per “sorella” acqua.
Una junior suite gioiello ispirata al Vittoriale che evoca lo stile immaginoso e appariscente tanto amato dal Vate. È così che la famiglia Mizzaro, proprietaria da oltre mezzo secolo del Grand Hotel Gardone, ha deciso di rendere omaggio all’uomo e al poeta Gabriele D’Annunzio – di cui quest’anno ricorre il 150esimo anniversario – uno dei grandi nomi della letteratura italiana che ha fatto la storia del Novecento, e, in parte, anche la storia dell’albergo di Gardone. Qui, infatti, il poeta soggiornò a lungo, in attesa che fossero ultimati i lavori di Villa Cargnacco, sua futura dimora e oggi monumento storico. Un legame, quello con il Grand Hotel Gardone, forte, viscerale, che non si spezzò mai, tanto che lo scrittore abruzzese ribattezzò l’albergo “succursale dell’Eremo”, mandandoci familiari, amici, personaggi di spicco, artisti e politici. Inaugurata lo scorso mese, la junior suite è un viaggio nell’arte e nella storia del primo Novecento ma anche, come ci tiene a sottolineare Orietta Mizzaro, un modo per celebrare la bellezza del territorio, con il lago e il suo magnifico entroterra. Curata dall’architetto Salvatore Pellitteri, la junior suite offre un ambiente moderno, con suggestivi riferimenti al classicismo, amato dal poeta, dai calchi in gesso, che ricordano quelli disseminati nella sua Villa alle cineserie che prediligeva fino alle abatjour decò che rimandano a quelle della Stanza della Cheli. Anche le scelte cromatiche rispecchiano i gusti del Vate: dominano il rosso “dannunziano” e il verde che richiama le tappezzerie della Prioria. Non manca nemmeno un vecchio baule da viaggio, come quelli presenti nei guardaroba del Vittoriale. G.G.
Note sulla location Nei suoi quasi 150 anni di storia, il Grand Hotel Gardone Riviera ha accolto, oltre a Gabriele D’Annunzio, anche altre numerose personalità, tra cui re Giorgio di Sassonia, Churchill, Nabokov e Maugham. Oggi l’albergo porta avanti la tradizione della grande accoglienza, con una doppia anima, leisure e business, mettendo a disposizione 167 camere con vista lago, due ristoranti, di cui uno gourmet, “Il Giardino dei Limoni”, un centro congressi di 5 sale, un Salone delle Feste per 300 persone, una zona wellness con Centro Anti-aging novità 2013 e una terrazza solarium a bordo lago. Grand hotel Gardone via Zanardelli, 84 25083 Gardone Riviera (Brescia) Tel. 036520261 - fax 036522695 www.grandhotelgardone.it info@grandhotelgardone.it
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LE NUOVE FRONTIERE DEL MARKETING
Le 4 C del web 3.0 Forse non è finita l’era delle 4P ma di certo è iniziata quella delle 4C. Di cosa stiamo parlando? Del marketing social e web. Ma attenzione, il futuro della comunicazione passerà anche (e ancora) attraverso i canali più tradizionali...
✒Dante Daverio
I social media rappresentano il futuro del turismo, non si può fare senza. Parola di Philip Kotler
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Erano i pilastri del marketing mix, secondo quanto teorizzato dal professor Jerome McCarthy: stiamo parlando delle 4P, corrispondenti a product, price, place e promotion, per anni i quattro punti focali sui quali sono stati incentrati, con successo, i principali processi di marketing a livello industriale e quindi anche turistico. Oggi però, che dalla prima rivoluzione di internet si è già nel pieno dell’era del web 2.0, sono i canali digitali e i social media ad avere preso possesso della comunicazione e del marketing aziendale, a tutti i livelli, arrivando a modificare significativamente le tecniche con le quali le aziende si relazionano al mercato e a sostituire l’approccio classico con un sistema che focalizza l’attenzione sull’interazione con il cliente. «La rivoluzione digitale del marketing ha spostato in modo copernicano l’attività delle aziende, ma, aldilà, del sen-
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sazionalismo, alcuni elementi sono così palesi da indurre un ripensamento in tutti coloro che si occupano professionalmente di questi temi. Per prima cosa infatti, se il marketing tradizionale si basava sulla ripetizione dei messaggi tramite media che accoglievano monoliticamente il target di riferimento, oggi questa strategia non è più possibile perchè la matrice tra device e luoghi virtuali, dalle app ai forum, dalle community ai social network, rende impossibile poter reiterare il medesimo messaggio in un unico posto. Oltretutto questo è ancora più vero se si considera che ogni “luogo digitale” ha una sua lingua e un suo modello di interazione sociale. Ecco dunque che la comunicazione deve essere integrata e declinarsi in differenti creatività per seguire le sensibilità diverse». Esperto manager del settore, il Responsabile Comunicazione Digital Bticino, Andrea Cerri, ci aiuta a raccapezzarci nel nuovo mondo del web marketing. «C’è da aggiungere poi che la campagna marketing “vecchia scuola” non prevedeva nessun tipo di interazione in corso d’opera con il cliente, si lanciava la propria selling proposition e si valutava il gradimento con sistemi statistici. Ora non è più così perchè le campagne sui media digitali esigono che le aziende siano pronte a rispondere in tempo reale a critiche, richieste e anche proposte che arrivano dai clienti. E non si tratta di sola netiquette, perchè in ognuna di quelle interazioni si cela un potenziale tesoro di informazioni per l’azienda, e, soprattutto, una relazione con un cliente che impegna il proprio tempo per parlare con il brand. La grande rivoluzione infine tocca anche la misurazione dei risultati; una volta si poteva dire: “Piacerà un fustino al posto di due? Attendiamo e vediamo...”. Oggi si possono avere in tempo reale le risposte di performance delle proprie campagne di comunicazione direttamente attraverso pannelli di controllo che sarebbero stati il sogno di qualsiasi media planner di trenta anni fa. Poter utilizzare sistemi come
LE NUOVE FRONTIERE DEL MARKETING «Non bisogna disconoscere i canali di marketing tradizionali: anzi essi vanno mantenuti, perché il futuro sarà un ibrido» Google Adwords ha aperto alle aziende la capacità di raggiungere grandi masse di pubblico selezionato con budget relativi: ma, ovviamente, in virtù del budget di accesso minore, aumenta la pressione competitiva per gli spazi. In sostanza allora il marketing digitale è una questione di contenuto, di interazione, di misurazione e, soprattutto, di velocità».
Interazione consapevole Andiamo adesso a scoprire quali sono le nuove chiavi di volta che sono state create per imprimere la massima efficacia alle campagne di social media marketing. Poiché, come abbiamo appena visto, proprio ai social va imputato il grande cambiamento nel volto del marketing, diventato oggi uno strumento nuovo, più veloce e tarato su un costante feedback con il cliente finale, la comunicazione del web 2.0 si presenta oggi come una integrazione tra lo storico modo di fare marketing, le famose 4P, e il nuovo modo social di pensarlo, rappresentato appunto dalla formula delle 4C. Introdotte per la prima volta da uno dei massimi studiosi del settore, quel Philip Kotler (foto) al quale si deve in pratica la paternità del marketing attuale, negli anni Ottanta, rappresentavano customer cost, customer value, customer communicatons e customer convenience. Ma il web e la società digitale viaggiano veloci e allora è stato lo stesso Il guru del marketing 3.0 Philip Kotler e lo schema delle 4C suggerito dal sito Createyournextcostumer.com
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LE NUOVE FRONTIERE DEL MARKETING Come trarre massImo vantaggIo DaI soCIaL Ecco i quattro passi del Modello L.E.A.D per insegnare alle aziende a trarre il massimo dagli sforzi (anche economici) destinati ai social media. • L=Listen: le aziende devono ascoltare quello che i clienti e il pubblico dicono di loro online. Fondamentale è il controllo di tutte le conversazioni che avvengono sul web e delle informazioni divulgate da clienti e consumatori e riguardanti prodotti, servizi e marchi. • e=experiment: un’azienda social non deve solo fare un monitoraggio passivo del web, ma essere proattiva e predisporre “esperimenti” in termini di attività, come ad esempio la pubblicazione di una brand page su Facebook. Si tratta di tentativi che possono essere i primi passi di un percorso volto ad un maggior coinvolgimento del pubblico nella creazione di prodotti o slogan. • a=apply: è l’altra faccia dell’esperimento. Una volta fatto il primo tentativo e verificato l’esito positivo, occorre procedere ampliando il campo di applicazione dello stesso. • D=Develop: infine bisogna arrivare a un’integrazione tra i diversi strumenti utilizzati e le campagne promosse sul web, per creare un approccio marketing che includa anche i social e i benefici che ne conseguono. Si deve giungere insomma un modello di marketing creativo, soprattutto nelle modalità di comunicazione col pubblico di riferimento.
Philip Kotler, nel 2009, a ripensare l’idea delle 4C, nel suo libro “Marketing 3.0” come elementi che rappresentano lo specchio esatto di tutti i cambiamenti che sono in atto in questi ultimi tempi. Ecco alLa comunicazione nell’era di internet deve essere semplice e veloce, come teorizza Kotler
«Il marketing digitale è una questione di contenuto, di interazione, di misurazione e, soprattutto, di velocità»
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lora che la nuova prima C sta per credibilità: un’azienda, inserendosi nei molteplici canali comunicativi offerti dal web social, va incontro a una grande esposizione mediatica. Per questo deve agire cercando sempre di risultare credibile agli occhi degli utenti, dei clienti attuali, di quelli potenziali e financo dei concorrenti. Secondo elemento importante è quello della contestualizzazione. Oggi la comunicazione infatti non deve più essere intesa come un’interruzione dell’attività del fruitore, ma deve essere in grado di entrare e integrarsi nel contesto di essa. Col social web marketing un’azienda cerca di instaurare un rapporto diretto con il cliente effettivo o potenziale, andando a inserirsi in quei canali utilizzati spesso per altri motivi da parte degli utenti. Per questo, i contenuti della sua
«I contenuti della comunicazione di un’azienda, devono intrecciarsi sempre più con la “way of life” del consumatore» comunicazione, non solo devono essere personalizzati in base alle esigenze del consumatore, ma devono intrecciarsi con la sua “way of life”. La terza C è la conversazione, ovvero uno dei fattori più importanti poiché riguarda l’aspetto predominante del web social, ovvero l’interazione tra gli utenti. Con i nuovi strumenti, l’azienda non è più promossa, o meglio non soltanto, attraverso proprie azioni, campagne o messaggi, bensì sono le altre persone, gli altri clienti, a promuovere l’impresa. Oggi, infatti, sono le persone che fanno una marca, ovvero “people are the message”. Infine c’è la chiarezza: per scegliere lo strumento di promozione più congeniale alle proprie esigenze un’azienda deve prestare molta attenzione e quindi fare chiarezza. Se, infatti, una piccola cifra investita nel digitale può portare a dei risultati e a dei profitti di gran lunga maggiori rispetto a quelli ottenibili con un investimento classico, spesso, però, può accadere anche il contrario. Prima di muoversi allora è meglio conoscere perfettamente tutte le variabili del contesto col quale si ha a che fare.
LE NUOVE FRONTIERE DEL MARKETING «Oggi, infatti, sono le persone che fanno una marca, ovvero “people are the message”» La community si costruisce su contenuti di qualità, non solo commerciali Social web marketing e turismo: quale può essere ora la relazione? Proprio lo stesso Philip Kotler recentemente in visita nel nostro Paese, ha dichiarato che «In un mondo che ha sempre più bisogno di bellezza, l’Italia deve imparare a valorizzare i suoi tesori. E se non impererà a farlo proprio attraverso i social media, il suo turismo sarà morto e tutto il Paese sarà morto. Certo non bisogna disconoscere i canali di marketing tradizionali: anzi essi vanno mantenuti, perché il futuro sarà un ibrido, nel quale l’alternativa è tra innovare e scomparire». Ecco il secondo pilastro del futuro allora: dopo la velocità della comunicazione social, la capacità di innovarsi e di seguire gli andamenti del nuovo mercato web. A tal proposito sono interessantissime le 4C teorizzate recentemente dal portale americano di information technology Createyournextcostumer.com. Siamo alla formula social ugua-
I DIeCI ComanDamentI DeL marketIng 3.0 (il marketing 3.0 non deve divorare il mondo ma migliorarlo) 1. Ama i tuoi clienti e rispetta i tuoi concorrenti 2. Attento al cambiamento, pronto a cambiare 3. Tutela il tuo nome, sii chiaro circa la tua identità 4. I clienti sono diversi: rivolgiti a quelli cui puoi offrire i massimi vantaggi 5. Offri sempre il massimo ad un prezzo equo 6. Sii disponibile e diffondi la buona novella 7. Fatti una clientela, mantienila, e accrescila 8. Qualunque sia il tuo business, è un servizio 9. Affina costantemente i tuoi processi di business a livello di qualità, costi e risultati 10. Raccogli tutte le informazioni appropriate, ma poi decidi in base al buon senso
le content, conversations, community e connections. Ecco cioè che per imprimere efficacia alle campagne di social media marketing, volte all’acquisizione di nuovi clienti, bisogna dare peso innanzitutto al content, ovvero alla condivisione di contenuti di qualità, che è il vero motore che crea coinvolgimento sui social ed è un aspetto rilevante nella ricerca pre-acquisto. Oggi è il 59% dei professionisti tecnologici a usare i social per informarsi su nuovi prodotti e servizi e il 45% per informarsi su nuove aziende e brand. Analizzare i luoghi del web dove il target è presente e partecipare alle conversazioni è il modo migliore per fornire contenuti che soddisfino le esigenze dei propri clienti e potenziali tali. Secondo step, conversations: ovvero più conversazione, meno promozione. Nel marketing social è necessario ascoltare, monitorare e rispondere al target nel più breve tempo possibile. Secondo CreateYourNextCustomer. com il 69% dei buyer si aspetta una risposta dall’azienda entro un giorno o due, ma solo la metà delle aziende controlla giornalmente o più volte al giorno le menzioni ricevute sui social media, e ancora meno utilizzano applicazioni specifiche per rilevare quando e dove si parla di loro. Ecco l’aspetto vincente: la conversazione non deve essere finalizzata necessariamente alla vendita, ma alla costruzione di una relazione con il proprio target. Terzo elemento, web per antonomasia è la community: nel web social l’acquisizione di informazioni professionali avviene attraverso il confronto con persone con le quali si hanno in comune interessi ed esigenze. E il marketing social deve quindi prevedere la realizzazione di community attorno a contenuti di elevata qualità, non solo commerciali. Ultima C sta per connections, ovvero per la percezione che i social non sono tutti uguali. Meglio studiarne i contenuti e concentrarsi su quelli nei quali si può trovare il proprio target di clienti e potenziali tali. ■
«Non sempre l’investimento nel digitale dà un buon ritorno. Occorre individuare lo strumento di promozione più congeniale alle proprie esigenze» 5 2013
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Quanto
conta il gadget in hotel Fidelizzare il cliente con qualcosa che non sia un semplice oggetto usa e getta, ma un vero e proprio souvenir in grado di evocare l’esperienza del soggiorno, legandola al marchio dell’hotel e del suo territorio, magari per il suo profumo o per la sua storia, è diventato un must per gli albergatori, anche se non sono molti, in Italia, coloro che riescono a raggiungere l’obiettivo
✒Tiziana Conte I gadget sono rilevanti in tutte quelle attività di marketing che hanno la finalità di fidelizzare la clientela ed evidenziare il brand dell’azienda. La cultura del dono, però, da qualche anno a questa parte, è stata modificata da quella dei fattori immateriali che ha investito il loyalty marketing trasformandolo nella dimensione dell’emozione, ritornando al principio di far vivere una sensazione unica e irripeti-
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bile. In questo il marketing offre le risorse per sviluppare un’idea di dono inatteso. Fidelizzare un cliente con qualcosa che non sia un semplice oggetto usa e getta ma un vero e proprio souvenir in grado di evocare l’esperienza del soggiorno legandola al marchio dell’hotel e del suo territorio, magari per il suo profumo o per la sua storia, è diventato un must per gli albergatori, anche se non sono molti, in Ita-
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All’Hotel Savoy di Firenze, l’orsetto di peluche è il dono di benvenuto ai bambini
lia, coloro che riescono a raggiungere l’obiettivo. «Il vero souvenir di quest’epoca è il ricordo, consiste in cose che non sono cose», ricorda Annamaria Milesi (foto a destra), esperta di marketing dei Fattori Immateriali. «Il primo passo da fare, quando pensiamo ad un possibile dono, è di abbassare il livello del suo valore fisico o commerciale e contemporaneamente innalzarne il valore percettivo». L’hotel per farsi ricordare deve evocare uno stato d’animo. «Anche i fiori che si fanno trovare in camera come forma di benvenuto possono trasformarsi da messaggio anonimo a messaggio emozionale, come insegna il marketing olfattivo, se sono tipici di un determinato luogo e magari accompagnati da un cartoncino di benvenuto con poche righe di testo in grado di accendere il pathos tramite la narrazione e di evocare quel momento tutte le volte che capiterà di sentire lo stesso profumo». Accade, per esempio,
negli alberghi di Zanzibar, che fanno trovare in camera fiori di gelsonomino o di zagara. Un profumo, un ricordo in grado di evocare un luogo. Non è quindi importante impressionare la clientela con oggetti preziosi, che abbiano un valore materiale, ma piuttosto «puntare su cose semplici, su quei fattori immateriali in grado solleticare i cinque sensi», avverte la Milesi, raccontando qualche esempio. «La custodia della key card di un hotel di Cipro riportava, sul suo cartoncino, la frase “you may forget what you see, but you’ll never forget the way we’ll make you feel”. Ecco come gestire l’arrivo del cliente innalzando il senso di attenzione verso di lui e suscitandogli un’emozione». E ancora: «Quando gli alberghi adottarono la key card, un hotel in Florida regalò, ai clienti più affezionati, il pomello al quale era legata la vecchia chiave: un dono con un valore percettivo superiore a quello di un gioiello».
«Più che l’oggetto in sé, conta l’emozione che questo riesce a comunicare a chi lo riceve» 5 2013
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arriva in hotel, trova ad aspettarlo in camera un orsetto di peluche, brandizzato, che potrà fargli compagnia durante tutto il soggiorno e restare insieme a lui anche dopo», precisa, «mentre i più grandicelli, tra i 6 e i 14 anni, ricevono in regalo, un libro della favola di Pinocchio, colorato e illustrato a seconda dell’età». Anche il benvenuto destinato ai ragazzi è personalizzato: «Il cartoncino scelto è meno formale rispetto a quello utilizzato per salutare l’arrivo dei grandi». Un’emozione per i bimbi suscita il menù ad hoc, lunch e dinner, che, ci informa la Gricini «è disponibile anche in camera e pubblica personaggi delle fiabe, forme divertenti e colori intensi capaci di divertire anche a tavola». In piatti decorati, pensati per loro, si alternano: la Pizza Pinocchio, la Zuppetta di Sofia, le Penne ai tre colori; l’Hamburger di Poldo; i Bastoncini del Capitano; il Pesce dell’Isola Che Non C’è, per citare qualche esempio. «E a colazione serviamo le nostre marmellate ma anche la ricetta da portare con sé magari per cimentarsi a casa nella sua realizzazione». Dedicata ai bambini è anche l’intera linea di bicchieri, posate, piatti. Per catturare l’attenzione del cliente, fide-
Anche una fotografia può diventare un regalo in grado di lasciare una traccia importante se accompagnata da un messaggio evocativo. «In Italia si crede che la sensibilità sia solo un valore etico ma è anche uno strumento di marketing, quindi acutizzarla è importante», continua Milesi. Lo sanno bene all’Hotel Savoy di Firenze della Rocco Forte, dove c’è un piccologrande mondo di attenzioni riservate ai bambini, fatto di colori, profumi, sapori e dettagli che fanno la gioia dei più piccoli. «Tutto è racchiuso nell’unforgetable family affare: un insieme di idee e proposte che spaziano dal gioco al cibo» ci spiega Anna Gricini (sopra) direttore sales & marketing, il tutto, declinato a seconda dell’età e poi personalizzato sulle singole esigenze. «Ogni bambino fino a 5 anni che
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lizzarlo e farsi pubblicità ci sono poi i set di cortesia: un fattore chiave nel determinare il grado di soddisfazione degli ospiti e che non va, quindi, trascurato. Anzi, può diventare un vero e proprio investimento per far parlare bene di sé, e conquistare nuova clientela. «Al Rocco Forte Hotel De Roussie di Roma, oltre ai prodotti Rem della linea bagno e Carita per la Spa, facciamo trovare quelli da massaggio legati al territorio e alla tradizione locale, spiega sempre il direttore sales & marketing Anna Gricini. «E sul cuscino mettiamo i campioncini di prodotti per invitarlo a provare i trattamenti della nostra Spa». Nelle suite ci sono pure i cofanetti omaggio contenenti prodotti di bellezza o quelli da bagno della Ortigia. Amenities dolciarie sono previste, invece, per il turndown service (rimbocca coperte) e «sono rigorosamente fatte in casa e personalizzate con il marchio dell’hotel», sottolinea. «Abbiamo fatto realizzare, da un artigiano fiorentino, anche per sottolineare il valore del made in Italy, la nuova linea in pelle, brandizzata, che consiste in un porta passaporto, porta carte di credito e porta iPhone. La scelta dei colori non è stata casuale: il verde e fango che richia-
mano il primo, i colori del giardino dell’hotel romano; il secondo i colori del Savoy di Firenze, hotel sempre della Rocco Forte. L’idea è che diventi una collezionedono per i repeaters». “A solid piece of memory” è, invece, uno dei doni che alcuni clienti dell’InterContinental De la Ville di Roma ricevono per ricordare il loro soggiorno. «Si tratta di miniature tridimensionali che riproducono l’albergo», informa il direttore Ciro Verrocchi. Sempre con la stessa filosofia del ricordo, sono stati fatti realizzare, per gli ospiti delle suites, i magneti in argento che riproducono tre dei più importanti monumenti simbolo della città eterna: il Colosseo, la Fontana di Trevi e Trinità de’Monti, nella confezione cadeaux e accompagnati da una breve narrazione sulla loro storia. Nella scelta del gadget seguiamo le nuove tendenze dell’intangible marketing convinti che, più che l’oggetto in sé, conti l’emozione che questo riesce a comunicare a chi lo riceve. Scegliere un gadget non è semplice, perché bisogna re-
Ciro Verrocchi, direttore dell’InterContinental De la Ville di Roma. Al centro: “A solid piece of memory” è l’InterContinental De la Ville in miniatura tridimensionale
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I gadget dell’Hotel Lunetta stimolano i sensi e la fantasia: la fragranza per l’ambiente, il gustoso cioccolatino, la “Moleskine”
galare qualcosa di utile, che non sia mai banale o anonimo e soprattutto, studiato su misura per la clientela ospitata. I clienti abituali, poi, meritano un’attenzione particolare. Per i repeaters che prenotano alcune tipologie di stanze, all’InterContinental De la Ville si realizza un set di biancheria personalizzata con le iniziali del nome del cliente: dalle federe dei cuscini alle salviette per le mani. «E si possono portare con sé come souvenir». Per
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il turndown service è stata scelta l’emozione della narrazione con i cartoncini delle bed time stories. «Un modo di augurare la buona notte con le immagini e la narrazione di uno spaccato della storia di Roma». Per esempio l’origine della pasta alla carbonara e la sua ricetta originale o la curiosa storia della Scala a spirale, chiamata anche Scala di Momo o Scala a chiocciola dei Musei Vaticani, giusto per citare qualche esempio». E ogni sera i racconti cambiano. È sull’olfatto che l’Hotel Lunetta di Roma punta per emozionare la sua clientela repeaters e business. «In camera gli facciamo trovare una fragranza per l’ambiente che abbiamo fatto creare, appositamente per noi e con l’utilizzo di essenze naturali», ci dice il direttore Luca Rombi (a sin.). Un profumo in grado di evocare le vacanze romane in un albergo che scuote i sensi anche soltanto ammirando le antiche mura del Teatro di Pompeo, tornate a splendere dopo un attento e certosino restauro. «E trae l’ispirazione proprio da questo il nostro prossimo gadget ancora in lavorazione: la riproduzione di un’antica moneta romana, accompagnata dalla storia del Teatro di Pompeo». Oltre all’essenza, fra i cadeaux c’è una scatolina dal ricercato design che contiene un cioccolatino artigianale di cuneo, «per sottolineare l’importanza dell’arte dolciaria italiana», ed una riproduzione del leggendario taccuino degli artisti e intellettuali degli
LE NUOVE FRONTIERE DEL MARKETING «Il set di cortesia, può diventare un vero e proprio investimento per far parlare bene di sé, e conquistare nuova clientela» ultimi due secoli, da Vincent Van Gogh a Pablo Picasso ad Ernest Hemingway (Moleskine) con matita rigorosamente nera, per annotare le emozioni provate nei momenti più belli trascorsi durante il soggiorno. Il tutto, ovviamene, brandizzato. Anche Starwood Hotels & Resorts, segue le nuove tendenze per quanto riguarda i guest amenities. «Sempre più di impatto emozionale e sensoriale, legati al territorio e spesso accompagnati da un racconto evocativo che ne spieghi il legame con il luogo d’origine», fa sapere Gianfranco Masiero, direttore acquisiti, per l’Italia, del Gruppo di cui fanno parte il St Regis di Roma e Firenze, i Westin Hotels di Milano, Roma, Firenze e Venezia; il Danieli, il Gritti di Venezia e Pitrizza, Romazzino e Cala di Volpe in Sardegna, questi ultimi tutti appartenenti al marchio The Luxury Collection, senza dimenticare lo Sheraton Rome, Malpensa e Diana Majestic di Milano. Pure l’omaggio delle fragranze per l’ambiente, che regala ai repeaters, non è
casuale ma sono distintive per ogni brand o hotel del gruppo. «Acqua di Parma, per esempio, è stata adottata per il Gritti di Venezia, (brand Luxury Collection): un prodotto quindi made in Italy che caratterizza il percorso olfattivo dell’Hotel e della sua Spa. che non a caso si chiama Blu Mediterraneo Acqua di Parma Spa». Negli hotel della Luxury Collection, ai clienti abituali è dedicata tutta una serie di amenities di food & wine, biologici e a chilometro zero, legati alle produzioni locali e di grandi marchi, promuovendo così anche le eccellenze italiane. Fra i gadget per la clientela business ci sono i portachiavi in argento e dal design originale, realizzati appositamente per Starwood e personalizzati. I clienti affezionati ricevono anche le cravatte con le iniziali del nome, fatte da importanti sarti italiani e l’accappatoio da bagno sempre con le iniziali. ■
Dono per i repeaters, la nuova linea in pelle, brandizzata Rocco Forte per l’Hotel Savoy Firenze e De Roussie, Roma
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Comunicare la propria immagine con “dolcezza” Il cake designing, ovvero l’arte di creare torte dalle forme e dalle proporzioni più impensate, con pasta di zucchero e glasse colorate, sta conquistando sempre più anche gli italiani. E, in particolare, le aziende che vi ricorrono per dare quel tocco di originalità in più ai loro eventi
✒a cura di Tiziana Conte Arriva da Londra l’ultima moda scoppiata da un paio di anni a questa parte in Italia e che continua a riscontrare un sempre maggiore interesse da parte del pubblico. Anche le aziende ne sono state contagiate e, sempre più numerose, vi si affidano per comunicare la propria immagine in modo originale. Stiamo parlando del cake designing, ieri un passatempo, oggi un vero e proprio business che in un batter d’occhio ha visto il moltiplicarsi di corsi rivol-
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ti a professionisti. E anche le industrie stanno investendo sempre più negli utensili e negli ingredienti necessari a realizzare le creazioni: pasta di zucchero, coloranti, attrezzatura, accessori, stampi, packaging, nastri. Ce lo conferma Paolo Zolla, direttore generale della Saracino di Altavilla Vicentina (Vi): «nel 2011 l’azienda ha investito in macchinari per la fabbricazione di ingredienti legati al cake decorating raddoppiando così il fatturato, e sia-
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mo certi che il raddoppio ci sarà anche quest’anno». Lo sanno bene anche i pasticceri che si sono visti lievitare i fatturati legati alla richiesta di dolci decorati da abili mani, ma anche gli editori di riviste specializzate. Basta andare in una della tante manifestazioni dedicate per rendersene conto. Affollatissima è stata, per
esempio, al Salone Hobby Show di Roma, l’area dedicata a Il Grande Spettacolo del Cake Design. «Nel mondo della decorazione dei dolci si sta assistendo, in Italia, a una vera e propria rivoluzione dettata dalla richiesta del mercato, di ottenere un prodotto personalizzato e in grado di coniugare qualità e originalità». A parlare è Eleonora Giuffrida, 29 anni, direttore artistico del “Il grande spettacolo del cake design” e titolare del marchio Miss Cake, con diploma Master Course Wilton, specializzazione allo IED Istituto Europeo di Design e occupata nelle attività di corsi e collaborazioni editoriali tra cui la rubrica su Cake Design Cucina Chic. «Stiamo parlando di un’attività che attrae e affascina, per la quale i corsi e le dimostrazioni si susseguono in un vortice di creatività e di tecniche a confronto, i cui esiti sono il frutto di un saper fare che non si pone limiti, guidato dalla fantasia che rende le sculture in pasta di zucchero creazioni meravigliose ed emozionanti. In più, facendo confluire le esperienze e le modalità tipicamente nazionali, sarà possibile far affiorare, anche in questo mondo di derivazione anglosassone, tutto il prezioso valore del made in Italy».
Qui sopra, Eleonora Giuffrida, direttore artistico del “Il grande spettacolo del cake design” e titolare del marchio Miss Cake. Sotto, Paolo Zolla, direttore generale della Saracino di Altavilla Vicentina (Vi)
Comunicare con la Sugar Art C’è anche un nuovo business che si sta sviluppando grazie a questi abili maestri capaci di realizzare vere e proprie sculture di zucchero. «Abbiamo sempre più richieste da parte di società che operano in vari settori, soprattutto della moda, che ci 5 2013
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Sopra, per diventare cake designer occorre manualità e fantasia. In basso, fa sognare i bambini la principessina di zucchero, marchio di Eleonora Giuffrida
richiedono creazioni ad hoc per il lancio di una nuovo prodotto o per un evento a tema” ci conferma la giovane Paola Azzolina, cake designer, figlia di ristoratori e siciliana doc, che a Roma da un paio di anni gestisce il suo laboratorio, Torte d’Autore, con annesso negozio di rivendita accessori e ingredienti di pasticceria. Lei era una consulente finanziaria, quan-
do, a 25 anni, durante una vacanza a Londra fu letteralmente folgorata da una torta e decise di cambiare attività, dopo aver frequentato corsi nella patria della sugar art, in Inghilterra. «Realizzo anche vere e proprie sculture di zucchero e dummy cake che sono state richieste, per esempio, da Laura Biagiotti, dall’atelier Peter Langner, da Alta Roma, ma anche da testate come Woman & Bride e il Corriere della Sera, oltre che da American Express. Insomma torte che possono essere riprodotte nei più famosi atelier di Prada, Gucci, Vuitton, Chanel. E siamo in grado di realizzare anche l’idea più bizzarra per ogni occasione: una torta borsa griffata per festeggiare un evento importante ed essere fashion allo stesso tempo, quelle per un ricevimento di nozze, un compleanno, un anniversario. E non meno artistici sono i nostri cupcake, sempre molto fashion e decoratissimi».
Sull’onda del cake design Che sia scoppiata una vera e propria febbre del cake designing se ne è accorta anche Grimaldi Lines, che cavalcando l’onda di questo successo, ha pensato bene di attirare più passeggeri a bordo con un pacchetto ad hoc. Gli eventi di bordo sono diventati una parte determinante delle offerte commerciali di molte compagnie di navigazione perché, come ormai è dimostrato, incuriosiscono e sono un modo di farsi pubblicità. E con la Cake Design Cruise, Grimaldi ha centrato l’obiettivo. Sarà un long week end, dal 22 al 25 giu-
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Qui a fianco, sempre più aziende investono in utensili per il cake design. Al centro, Roberta Maurizi e Ida Magliocchetti nel loro stand alla Fiera di Roma. In basso, Liliana Marcela Blanco (a destra) insegna la tecnica del cake design
gno 2013, a bordo dell’Ammiraglia: la nave più grande della flotta. «Vi prenderanno parte i più noti cake designer: da Toni Brancatisano a Marika Coluzzi, da Manuela Blasi alle Sorelle Nana e Nana, per citare qualche nome, con corsi durante la navigazione da Civitavecchia a Barcellona e ritorno», fanno sapere dalla Compagnia di navigazione. Per partecipare basta acquistare il pacchetto cake design cruise che da 299 euro include il viaggio da Civitavecchia a Barcellona e ritorno, tre notti in cabina e oltre al corso cake design, di 3 ore al giorno, anche tre prime colazioni, due pranzi e due cene.
Superare la crisi con “dolci” fantasie Un nuovo mestiere che crea occupazione in un momento di crisi economica come quello che stiamo attraversando suscita l’attenzione di molti: donne, uomini e giovani oltre che di chi ha improvvisamente perso il lavoro e si è ritrovato, a quarant’anni superati, a dover ricominciare. «Tutti possono fare i cake designer, basta avere creatività e una certa manualità nel plasmare, impastare e colorare ma anche la costanza di aggiornarsi con corsi formativi per restare sul mercato», ci dice Ida Magliocchetti, passata dall’hobby della sugar art a vera e propria professionista inventandosi, a 44 anni, una nuovo lavoro dopo aver frequentato corsi specifici. «Ho fondato Smoothly Cake Design insieme a Roberta Maurizi che, a 38 anni, si è licenziata dall’Alitalia dove lavora-
va come hostess di volo. Presto avremo un laboratorio tutto nostro, ad Ostia, grazie ai finanziamenti che siamo riuscite ad ottenere», ci dice con orgoglio, ed una certezza: «in un anno riusciremo a recuperare i 50 mila euro d’investimento». Nel frattempo, le due socie, oltre ad organizzare e tenere corsi, che sono pubblicizzati sul sito smoothlycakedesign.com, si dilettano con i catering e non solo. Anche lo shopping infatti sta diventando sempre più “dolce”. “Ci chiamano pure i centri commerciali, come ad esempio Ikea, per dimostrazioni che possano attirare gente e coinvolgerla», ci informano. Non proprio giovanissima, ha intrapreso questa attività anche Liliana Marcela Blanco, argentina che vive a Roma. Aveva 42 anni quando, in Argentina, si accorse che era scoppiata la mania del cake decorating e
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Paola Azzolina fra Luca Sansone, sugar boy e Martina Di Cristofano confectioner e designer. Qui sotto, Moreno Rossoni, il famoso pasticcere di Pescara
dopo un inizio in sordina, sei anni fa decise di farne una professione con il marchio Lilla’s Cupcakes specializzandosi in rivestimenti di piccole torte. «Poi il successo, grazie al mio blog che mi ha dato visibilità e tengo corsi aperti a tutte le fasce d’età in tutta Italia».
Non basta il pasticcere Ma il cake designer nella maggior parte dei casi non è pasticcere mentre il pasticcere, anche quando lo è, preferisce avvalersi della collaborazione del cake desi-
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gner. Il motivo è semplice e spiega anche perché il costo di queste dolci opere d’arte sia elevato: «per realizzare un decoro come una rosa di dimensioni medie, si impiegano anche 2, 3 ore e un pasticcere non si può permettere di perdere un giorno intero solo per decorare una torta», spiega Moreno Rossoni, il famoso maestro pasticcere di Pescara, esperto decoratore, abile nella tecnica con l’isomalto e decori con la ghiaccia reale oltre che nella difficile lavorazione dello zucchero tirato, colato e soffiato. «Inoltre, non tutti i pasticceri sono bravi designer. E non è un caso se in questa arte si dilettano anche persone che escono da istituti artistici o che hanno studiato architettura. Per questo, nella maggior parte dei casi, il cake designer affianca il pasticcere in molte aziende dolciarie che intendono stare al passo con i tempi, soddisfacendo le richieste della clientela che diventa sempre più esigente. Rossoni, nato da genitori pasticceri, desideroso di apprendere meglio quella che più che un mestiere comincia a considerare un’arte, dopo il diploma ha frequentato corsi mirati che lo hanno portato, dal 1996 ad insegnare a sua volta specializzazione di pasticceria presso gli istituti alberghieri della regione Abruzzo, fra cui quella di Pescara e la prestigiosa scuola di Villa S. Maria. In continuo aggiornamento sulle novità e le richieste del
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mercato, dedica parte della sua attività alla consulenza per la realizzazione di buffet presso aziende e privati, avvalendosi anche di collaboratori di stimata esperienza.
Il business dei corsi La maggior parte dei cake designer, oltre a frequentare continui corsi di aggiornamento, soprattutto in Inghilterra e negli Stati Uniti, insegna, grazie anche alla promozione su internet dove chi vuole intraprendere quest’arte non ha che l’imbarazzo della scelta. Ed è anche possibile rivolgersi alle accademie, per esempio alla Boscolo Etoile Academy, in antico convento in Tuscania, dove «i corsi sono aperti anche ad amatori, oltre che a professionisti e sono di varia durata», come ci spiega il responsabile di pasticceria e docente lun-
ghi percorsi, Pietro Ditrizio. C’è poi la scuola professionale e semi professionale Les Chefs Blancs, fondata da Sandro Masci e Giulia Steffanina due anni fa a Roma, all’interno della tenuta Casali Margherita, nello splendido paesaggio del Parco di Veio, in via della Giustiniana. «Organizziamo corsi professionali, semi professionali ma anche per appassionati e bambini e i costi oscillano secondo durata», spiega Masci. «Stiamo assistendo a un vero e proprio boom di iscrizioni, anche perché parliamo di un’attività in cui tutti si possono cimentare». In Italia il cake designing si è diffuso a partire dal 2007-2008, soprattutto grazie alle casalinghe e delle mamme che volevano realizzare in casa le torte per i loro bambini.
«Sembrerà strano, ma anche in tempi come questi, di crisi economica, sono molte le persone che spendono cifre considerevoli per acquistare queste torte gioiello, soprattutto se si tratta del compleanno di un figlio o di un matrimonio», ci informa Masci, «e le richieste vengono proprio dal cento medio basso». Tanto per rendere l’idea, il costo di una torta monumentale decorata in modo molto semplice e a tre piani, può costare 1500 euro. C’è chi, invece, di corsi non ne ha fatti e dopo aver lavorato prima come grafica e poi come art director, nel 2011 ha debuttato, da autodidatta, come cake designer diventando subito famosissima. Stiamo parlando di Eleonora Coppini (classe 1979) in arte Molly, definita dai più un architetto dolciario poiché, come ha più volte detto nel corso di numerose interviste, la sua manualità era già sviluppata da bambina con il pongo e i fiori. Insomma un talento innato che l’ha portata ad avere migliaia di fan e tiene corsi in tutta in Italia con la sua appassionante e coinvolgente creatività. ■
In alto a sinistra, Pietro Ditrizio insegnante pasticcere alla Boscolo Etoile Academy. Qui sopra, la torta monumentale di Sandro Masci e Giulia Steffanina
A sinistra la borsa di zucchero per un evento tutto al femminile. Qui sotto, sempre affollati i corsi per imparare le tecniche della sugar art
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L’hotel di lusso
si ripensa Innovativo, stravagante, seduttivo e all’ultima moda, ma anche tradizionale, esperienziale e sostenibile. Così il viaggiatore big spender vede oggi il proprio albergo ideale. Di questo e, più in generale, dei trend nell’haute hotellerie, si è parlato al 40esimo General Meeting EHMA
✒Anna Rita Maggi È stato il lusso il grande protagonista dell’ultimo General Meeting EHMA, svoltosi lo scorso aprile a Milano. Lusso, ovviamente, declinato secondo l’haute hotellerie, settore, quest’ultimo, sempre più cruciale – oggi ben il 50% del valore delle transazioni globali è rappresentato dai beni di lusso – e in continua evoluzione che, in molti casi, si rivela anche una vera e propria fucina di idee e tendenze. Ad animare il dibattito dell’intensa “tre giorni” su come “reinventare il luxury hotel”, organizzata dal comitato ospitante, sono intervenute diverse personalità internazionali, tra cui anche il designer Adam D. Tihani. Tutti insieme, gli ospiti hanno provato a tracciare l’identikit delle tante e variegate anime del luxury hotel: da quello tradizionale, innovativo, avventuroso e all’ultima voga, a quello esperienziale, seduttivo, stravagante e sostenibile. A fare gli onori di casa, alcuni tra i manager più noti dell’ospitalità milanese, come il delegato nazionale Ezio Indiani, General Manager dell’Hotel Principe di Savoia, Alessandra Bragoli dell’Atahotel Expofiera, Francesco Brunetti del The Westin Palace Milan, Antonio Cailotto del Grand Hotel et de Milan e Damiano De Crescenzo di Planetaria Hotels. Ma cosa cerca oggi il viaggiatore negli alberghi di lusso? Certo la formula dell’eccellenza rimane pressoché la stessa: un sapiente mix tra infrastrutture, stile e servizi ad personam, difficilmente replicabili a casa propria. Nel tempo, tuttavia, è cambiata la percezione del lusso che oggi si identifica sempre di più in un fatto sostanzialmente esperienziale, come ha sottolineato il CEO della Dorchester Collection, Christopher Cowdray, durante il
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forum moderato dal professore dell’Ecole Hôtelière de Lausanne, Ray Iunius. «Dalle generazioni più giovani ai nuovi ricchi provenienti dai mercati emergenti, gli hotel del segmento up-level devono essere in grado di soddisfare tutte le aspettative», ha detto Cowdray, «in tale evoluzione è quindi cruciale riuscire a cambiare per rimanere competitivi, pur mantenendo i legami con le proprie tradizioni. Ma soprattutto bisogna concentrarsi su quelle che sono da sempre le variabili più importante nell’hôtellerie: la professionalità e il calore». Che l’esperienza in hotel non possa prescindere dalla forza delle risorse umane è stato ribadito anche dall’’Associate Professor della Cornell School of Hotel Administration, Michael C. Sturman, che ha aggiunto «la forza del brand e di un staff altamente qualificato sono gli asset intangibili più importanti di ogni impresa». Di tecnologia ha invece parlato il presidente della Hotrec, Kent Nyström, mentre Nick van Marken, Global Head - Hospitality Deloitte LLP ha introdotto una panoramica sulle ultime tendenze del mercato, evidenziando l’arrivo dei grandi operatori asiatici in Europa, soprattutto a Londra e Parigi, l’affermazione delle spa come elementi fondamentali degli hotel contemporanei, il boom dei restyling dovuti al proliferare di nuovi brand sempre più competitivi e l’entrata, nel settore dell’ospitalità, di alcuni dei marchi del lusso più celebri al mondo, come Bulgari, Armani o Missoni. Tutti brand in grado di generare ed evocare forti emozioni, come hanno tenuto a sottolineare, durante il convegno, i rappresentanti di due, icone del made in Italy: Brunello Cucinelli, Pre-
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sident and Managing Director della Brunello Cucinelli Spa, e Mario Almondo, Production Processes Senior Vice President, della Ferrari Spa, aggiungendo che, oggi, un occhio di riguardo va anche ai temi della sostenibilità e della corporate social responsibility. E proprio la sostenibilità è una delle politiche al centro delle attività della Energy Trading International Spa, il cui General Manager, Roberto Giuli, ha illustrato le opportunità apertesi alle imprese alberghiere con la liberalizzazione del settore energetico, in termini sia di contenimento dei consumi, sia di crescita nel rispetto dell’ambiente. L’eco-compatibilità è un tema caro anche al gruppo Diversey: Orhun Çapanoglu, Vice President Sales Europe, Hospitality and Commercial Laundry Sectors della compagnia specializzata in forniture per la pulizia e l’igiene ha evidenziato come la qualità della pulizia rimanga ancora oggi la principale variabile di valutazione della clientela alberghiera. Durante la tre giorni, si è parlato inoltre di marketing digitale, di management alberghiero, e di nuovi trend del consumo, con un focus sul mercato cinese, oggi tra
quelli a più alto tasso di crescita. Tanti insomma i momenti di approfondimento e le occasioni di confronto, ma tanti anche i momenti di svago e relax, a partire dal welcome cocktail del Westin Palace, con sfilata di moda firmata Raffaella Curiel e dalla cena all’Osteria dei Binari ai Navigli. Non sono mancate poi le visite alle eccellenze della città, come al quartiere di Brera e alla Pinacoteca, e gli shopping tour al Fidenza Chic Outlet Village. E, per gli accompagnatori, si sono svolte simpatiche lezioni di cucina a cura degli chef del Principe di Savoia e del Westin Palace. Haute cuisine, infine, al Gala Dinner che si è svolto nell’esclusiva cornice di Palazzo Reale. Durante il General Meeting si è svolta anche l’elezione del nuovo presidente EHMA, Hans Koch, e sono stati consegnati i premi, per corsi di Professional Development Program presso l’americana Cornell University, a Carlo Antonio Fontana del Lugano Dante Center, ad Alessandro Cabella dell’Hilton Molino Stucky Venice e a Klaus Kabelitz del Le Richmond Geneva. L’appuntamento per il prossimo General Meeting è a Ginevra, nel 2015. ■
Da sin. Michel Fernet, past first vice presidente EHMA, Michel Cottray, direttore generale del “The Romanos Costa Navarino” in Grecia e vincitore del premio EHMA Sustainability award by Diversey 2013, Orhun Capanoglu, vice president sales Europe, hospitality and commercial laundry sectors
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Milano
e i grandi congressi Presentata il 16 maggio scorso a Palazzo Marino la prima ricerca ASERI – Università Cattolica – sul posizionamento in Europa di Milano e l’impatto economico del turismo d’affari legato ai grandi congressi commissionata da Fiera Milano Congressi in collaborazione con il Comune di Milano e Fondazione Fiera
✒Linda Smiderle Barattieri I grandi congressi internazionali sono un importante motore di sviluppo economico per le località in cui si svolgono e Milano, nonostante la crisi, grazie a strutture congressuali adeguate e alla buona offerta turistica, ultimamente sta ottenendo un crescente consenso internazionale. Per evidenziare i benefici e le potenzialità di crescita che offre il comparto per l’intero territorio, Fiera Milano Congressi, in collaborazione con il Comune di Milano e Fondazione Fiera, ha commissionato la prima ricerca ASERI-Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica sul “posizionamento di Milano in Europa e l’impatto economico del turismo d’affari legato ai grandi congressi”. Presentato il 16 maggio scorso a Palazzo Marino lo studio evidenzia con dati, confronti, statistiche e indica-
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zioni assolutamente inediti l’importanza che riveste il congressuale rivelandosi utile sia per le istituzioni, sia per gli operatori che possono utilizzarlo per una valida programmazione operativa e strategica sul territorio. Protagonisti dell’ampia esposizione fatta alla numerosa platea intervenuta per l’occasione, preceduti da un saluto di Franco D’Alfonso (assessore al commercio, attività produttive, turismo, marketing territoriale, servizi civici del Comune di Milano): Corrado Peraboni (Direttore generale di Fondazione Fiera Milano) Vittorio Emanuele Parsi (direttore ASERI Università Cattolica) Roberto Nelli e Paola Bensi (research lab on the International Meeting Industry-LAMCI Università Cattolica). L’indagine, nello specifico, ha evidenziato l’attuale posizionamento all’11° posto di
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MiLano, aL terzo poSto per i Maxi eventi internazionaLi Prima classificata secondo l’analisi di ASERI è la città di Parigi, seguita da Londra, Madrid, Berlino, Barcellona, Vienna. Roma è al settimo posto, prima, quindi, di Milano che conquista la decima posizione per requisiti congressuali e l’undicesima per quelli turistici. Il capoluogo lombardo risulta terzo per quanto riguarda il numero di congressi internazionali effettuati con almeno 1.500 delegati e ottavo (tra le più care d’Europa), in relazione al costo medio di un viaggio d’affari. Per i requisiti turistici la debolezza sta nel numero delle camere d’albergo, la percentuale d’occupazione, il numero dei pernottamenti totali e quelli usufruiti dai viaggiatori internazionali e, non meno importante, il numero dei passeggeri dell’aeroporto più vicino. La forza, di contro, sta nel numero effettivo di alberghi di 4 e 5 stelle. L’analisi sull’impatto economico diretto (cioè la spesa totale dei delegati, degli accompagnatori e degli organizzatori) generato dai 5 mega congressi ospitati al MiCo del 2012 con 27.000 delegati (pari al 18% del totale complessivo di partecipanti raggiunto lo scorso anno dal Centro Congressi milanese) è stato di 54,5 milioni di euro, mentre quello indiretto di 38,1 milioni di euro per un totale complessivo di 92,6 milioni di euro. Lo studio evidenzia una spesa media giornaliera per partecipante di 254 euro (con una forbice che va dai 117 euro spesi dagli italiani ai 440 euro spesi dai delegati provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa seguiti poi da asiatici, australiani e nordamericani). Infine, vista l’effettiva importanza per la crescita della realtà locale che riveste il turismo d’affari, la ricerca sottolinea come sia necessario da parte dell’amministrazione migliorare l’accessibilità alla città e allo stesso MiCo nonché, da parte degli operatori privati, puntare sulla qualità degli alberghi e dei servizi con particolare attenzione al contenimento dei prezzi, specialmente in previsione dell’Expo.
Milano rispetto alle 20 città europee che, secondo la classifica ICCA (International Congress and Convention Association) rappresentano le maggiori destinazioni congressuali. Un risultato impensabile fino a qualche tempo fa e ottenuto grazie alle recenti infrastrutture sorte nella capitale lombarda che offrono spazi adeguati per accogliere i grandi eventi tra cui spicca il MiCo-il centro congressi di Milano: la struttura che, da maggio a novembre 2012, ha ospitato 5 grandi congressi associativi internazionali portando in città oltre 27.000 delegati per un valore economico complessivo di 92,6 milioni di euro. Dati che da soli evidenziano l’importanza del settore congressuale per la crescita di una destinazione. Ma tale successo è anche il risultato di sinergie e grande lavoro di squadra che ha visto coinvolto tutto il mondo accademico, scientifico e culturale della città. Premiati quindi, al termine della presentazione, gli ambasciatori MAP, Milan Ambassador Programme: una iniziativa che arruola opinon leader e personalità per proporre e sostenere la candidatura di Milano come destinazione di congressi internazionali che, mettendo in rete istituzioni, associazioni, gruppo Fiera Milano e comunità scientifica, punta alla valorizzazione delle eccellenze cittadine per contribuire all’affermazione di Milano quale capitale internazionale della scienza. ■
Fiera MiLano CongreSSi Fiera Milano Congressi è una società del Gruppo Fiera Milano leader in Italia nella gestione di centri congressi internazionali. Un’attività che svolge attraverso MiCo: il centro congressi milanese in grado di accogliere fino a 18.000 persone (www.micmilano.it). È stato realizzato da Fondazione Fiera Milano con un investimento di 65 milioni di euro ampliando il Centro Congressi Fiera Milano City (MIC PLUS). Inaugurato nel maggio 2011 ha come punti di forza dimensioni, flessibilità, comfort e tecnologie d’avanguardia. Oggi, con 1 auditorium da 1.500 persone, 1 sala plenaria da circa 4.000 posti, 64 sale modulari da 20 a 2.000 posti, 54.000 metri quadrati espositivi a supporto e servizi congressuali eccellenti rappresenta uno dei maggiori centri congressuali d’Europa.
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Stazione Marittima di Venezia & Vtp Events Il punto d’incontro tra la terraferma e la laguna di Venezia, il modo più intelligente di vivere appieno la bellezza di Venezia facilitati da soluzioni e proposte smart
✒Luciana Sidari
Terminal 103. Qui sopra, l’Auditorium. In basso, a destra, l’ingresso principale
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Che cos’è VTP Events? È una società soggetta ad attività di direzione e coordinamento della Venezia Terminal Passeggeri S.p.A., società che gestisce la Stazione Marittima di Venezia, dove arrivano e da dove ripartono le navi da crociera; è costituita da una serie di edifici, terminal appunto, alcuni dei quali a disposizione 365 giorni all’anno (altri utilizzabili quando la crocieristica rallenta la sua attività, nei mesi autunnali e invernali). Dal 2009 organizza e gestisce in forma diretta o in partnership 40.000 mq di aree espositive e più di 1500 mq di sale convegni: qui hanno luogo fiere specialistiche, aperte al pubblico o riservate a operatori, congressi, mostre mercato, convention aziendali, roadshow, sfilate, carshow, serate di gala
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e molto altro. Detto questo – la descrizione in fondo si attaglia ad altre location – non si è tenuto conto dei molti valori aggiunti di questo straordinario luogo.
Non siamo a Venezia, ma siamo a Venezia Non stiamo giocando con le parole, non siamo nel meraviglioso paese di Alice, ma in uno spazio veneziano, è uno spazio della mente che fa fantasticare. Un tempo questi erano gli antichi magazzini del Porto di Venezia, chissà quali meravigliose merci provenienti da paesi lontani sono sbarcate qui! Oggi i Terminal realizzati secondo criteri architettonici e strutturali all’avanguardia offrono spazi molto ampi, personalizzabili. Il Terminal 103 si sviluppa su 7000 mq, disposti su due piani. Il piano superiore ospita un centro congressi attrezzato di 1500 mq suddiviso in sale modulabili; Il Terminal 107/108 è composto da due corpi che formano un’unica struttura di 13.000 mq disposta su due livelli e il Terminal 117 che grazie alle sue notevoli dimensioni può ospitare rassegne fieristiche. Sono tutti spazi polifunzionali, di alto profilo tecnologico e di sicurezza, ma sono anche spazi dai quali si parte alla scoperta di Venezia.
Perché siamo a Venezia Siamo a 500 metri da Piazzale Roma, start point d’obbligo per chi arriva a Venezia by car, siamo a 1 km dalla Stazione Santa Lucia, 13 km dall’Aeroporto Marco Polo e a brevissima distanza dalle tangenziali e
Il Presidente Roberto Perocchio Presidente della VTP Events e Amm. Delegato di Venezia Terminal Passeggeri S.p.A. Dal 2005, Roberto Perocchio è anche presidente di ASSOMARINAS (Associazione Italiana Porti Turistici). È stato Membro del Consiglio di Amministrazione del CISET (Centro Internazionale di Studi sull’Economia del Turismo con sede a Venezia). Già Director per le relazioni con l’UE e l’area Adriatica di MEDCRUISE (Associazione dei Porti Crociere del Mediterraneo), dal 1991 è membro della Commissione per lo Sviluppo della Portualità Turistica dell’ICOMIA (International Council of Marine Industries Associations - Federazione Mondiale delle Industrie Nautiche con sede a Londra) di cui è diventato Presidente nel settembre 2009. Con quest’ultima collabora inoltre all’organizzazione delle conferenze mondiali sulla gestione dei porti turistici promosse ogni tre anni dall’associazione. Dal 2008 al 2013 è stato Presidente di Venice Yacht Pier Srl, società nata per gestire l’accoglienza alla nautica da diporto a Venezia mentre dal 2011 è consigliere di UCINA, Vice Presidente di Federturismo-Confindustria e Presidente del Consiglio di Amministrazione di Catania Cruise Terminal Srl. caselli che portano a Milano, Trieste, Belluno/Cortina, Padova/Bologna.Siamo in una posizione baricentrica, nel cuore del Triveneto.
Eppure non sembra Venezia, ci sono 2100 posti auto Ebbene sì, si arriva percorrendo il bellissimo ponte stradale che prepara l’animo alla luce e alla lentezza di Venezia, si scende verso la Marittima e già si capisce che molti problemi sono risolti: spazi enormi modulabili, parcheggi a volontà, risparmio assicurato.
Professionalità, visione manageriale e un occhio al budget VTP Events è associata a Confindustria Venezia e al “Welcome 2Venice Conven5 2013
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Sopra, Terminal 107-108. Sotto, Terminal 103. A sin. l’Auditorium, a destra, l’area adibita al check in per il buffet lunch
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tion Bureau”, quando si incontra lo staff ci si rende conto che si ha a che fare con manager che sanno offrire soluzioni per oliare tutti i meccanismi che a volte nell’organizzazione di un evento non funzionano o hanno dei momenti di criticità. Un’annotazione: VTP Events è dotata di spazio attrezzato per bambini e, durante un convegno di pediatria, le mamme hanno potuto partecipare senza soffrire di complessi di colpa, perché i bambini erano a pochi passi, ben sorvegliati. Dalle terrazze di VTP Events si vede Venezia, in 20 minuti di vaporetto di raggiunge San Marco, oppure si può organizzare un giro in laguna con
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pranzo o cena a bordo. E per strizzare l’occhio al budget fino a settembre 2013, chi dovesse organizzare un convegno avrà lo sconto del 10% sull’utilizzo di imbarcazioni private per visitare la Laguna. I responsabili organizzativi di VTP Events hanno selezionato una rosa di hotels, catering, fornitori di servizi tecnici, noleggiatori, guide e animatori, in modo che, anche in caso di cene di gala per grandi numeri (fino a 800, con possibilità di montare anche una tensostruttura che aumenti il numero considerevolmente), il risultato sia di qualità. I risultati sono entusiasmanti: VTP Events è stata scelta dal Principe Carlo d’Inghilterra, Ariston, Bentley, Caixa Pendes, Cassa di Risparmio di Venezia, Diesel, Lyreco, Nims caffè, Poste Italiane, Telecom Italia Sparkle, Tim, Regione del Veneto, Renault, Replay, Unione Industriali Venezia, Vodafone, Ganassini, Klorane. ■
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Una nuova era per Accor Il Grand Visconti Palace è l’ultima acquisizione milanese di MGallery, brand upscale di Accor che oggi conta 60 alberghi nel mondo, di cui 12 in Italia, con l’obiettivo di arrivare ad un centinaio entro il 2015
✒Linda Barattieri ta un eccellente sistema operativo, un ottimo programma di fidelizzazione e la sinergia con un network mondiale. «Il brand MGallery è presente in Italia dal 2008 e conta oggi 12 hotel», ha precisato Renzo Iorio (sotto), Ad Accor Italia, «ben dislocati in città business come Milano, città d’arte come Venezia, Roma e Firenze, e stupende località di ma-
Il 23 aprile scorso si è tenuta presso il Grand Hotel Visconti Palace di via Isonzo 14, una conferenza stampa per presentare ai numerosi giornalisti stranieri e italiani il brand MGallery di Accor. Una opportunità, per chi ancora non lo conosceva, di sperimentare personalmente l’unicità del 5 stelle milanese recentemente acquisito in franchising dal brand MGallery, uno dei marchi up scale del gruppo che vede nella Francia e nell’Italia i mercati i di riferimento più importanti. Attualmente gli MGallery sono 60 nel mondo ma ci sono progetti di sviluppo per arrivare ad un centinaio entro il 2015; si tratta di alber-
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ghi di prestigio, accuratamente selezionati, che assicurano all’ospite momenti ed emozioni indimenticabili: «possono avere da 30 a 200 camere, ma sono tutti hotel esclusivi ed unici, connotati da una forte identità, che può essere determinata dalla storia, oppure da un nuovo design o, ancora, da una posizione di particolare appeal e sono accomunati da un servizio estremamente accurato», ha affermato Christophe Alaux (a sin.), D.G. MGallery Europa, che ha voluto sottolineare lo sforzo da parte della galassia Accor di cavalcare questo momento di crisi internazionale come un’opportunità di crescita, investendo in nuove acquisizione con una predilezione per la formula di franchising. Un settore, quest’ultimo in forte espansione grazie all’affidabilità, riconosciuta internazionalmente, del marchio che van-
re. Recentemente si sono aggiunti alla collezione Villa Olmi a Firenze, La Griffe a Roma e l’Hotel La Gare a Murano e, con la formula del franchising, oltre al Grand Visconti Palace di via Isonzo 14, si è aggiunto anche l’Uptown Palace di via S. Sofia 10». ■
Ammira l’amore di Mughal per sua moglie
Trova quello che cerchi
Il Taj Mahal ad Agra, una delle sette meraviglie del mondo. Per saperne di più, accedi a www.indiatourismmilan.com - info@indiatourismmilan.com
Ammira l’amore di Mughal per l’Architettura
SCENARI DEL TURISMO
IT&CM cresce e si rinnova a Shanghai Cresce l’interesse per il settore Mice in Cina. La fiera, giunta alla settima edizione, si è svolta, quest’anno in concomitanza con la Shanghai Business Events Week, una serie di incontri d’affari volti a promuovere il Paese come destinazione d’appeal per il turismo incentive e congressuale
✒Testo e foto di Mario Masciullo I viaggi Mice verso la Cina sono in aumento, nonostante la crisi economica mondiale. L’andamento positivo è sostenuto dai prezzi che, nel Paese, si mantengono a livelli ragionevoli. La dichiarazione del continuo successo del settore è stata resa da Darren Ng, presidente di TTG Asia (la società organizzatrice della IT&CM Asia) nella sede dei lavori, presso lo Shanghai World Expo Exhibition&Convention Center dove ha avuto luogo la settima edizione della fiera: una tre giorni dal ricco programma di networking e formazione, affiancata quest’anno da una
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settimana all’insegna di incontri d’affari, la “Shanghai Business Events Week”. Tra gli eventi business organizzati, ha riscosso un successo particolare il China (Shanghai) International Meetings & Conferences Forum, durante il quale è stata data ampia visibilità in chiave Mice alle città di Beijing e Shanghai. Darren Ng ha dichiarato inoltre che le stime, per quanto riguarda i viaggi all’interno della Cina, si prevedono in crescita, per la precisione ci si aspetta un +15,2% nel 2013, e un +16, 9% nel 2014. Sempre in riferimento ai trend, è emerso che le destinazioni del
SCENARI DEL TURISMO Vista del Bund dall’Hotel Gran Meliá di Shanghai
Continente Asiatico a più alto potenziale Mice sono quelle attualmente di più facile accesso e con i prezzi calmierati, come i paesi dell’Asean, con, in testa, la Thailandia (meta privilegiata e partner commerciale sempre più rilevante) seguita da Malesia, Corea del Nord, Vietnam, Cambogia, Singapore, Indonesia e Filippine. Il presidente ha poi sottolineato la costante domanda di viaggi in Europa da parte di turisti cinesi che, avendo già viaggiato nel territorio asiatico desiderano scoprire nuove destinazioni. Anche il mercato alberghiero è in grande espansione, con nuove aperture previste in tutto il continente asiatico. Numerosa la partecipazione all’evento dei grandi marchi dell’hotellerie internazionale che hanno spiegato in dettaglio la propria offerta Mice. Tra le catene presenti c’erano il Melia Hotel International, che ha presentato la passione latina del suo portfolio a vocazione leisure e business e suddi-
viso in sette brand. « in particolare, con la categoria premium», ha sottolineato Sharon Lee, Area Vice President Sales Asia Pacifico Melia, «il brand dà agli organizzatori di eventi l’opportunità di vivere un’esperienza assolutamente unica per qualità del servizio e life style». La catena Starwood, tornata a IT & CM China quest’anno, ha presentato i suoi nuovi hotel, tra cui la recente apertura “W Guangzhou”, il primo “W Hotel” di marca in Cina, lo Sheraton Huzhou Hot Spring Resort, e lo Sheraton Macao Hotel Cotai Central, il più grande hotel attualmente in portfolio. «La Cina è il secondo mercato di Starwood al di fuori degli Stati Uniti ed è molto importante per noi», ha detto Carol Chung, direttore di Starwood per la Cina, aggiungendo che «il 2012 è stato un anno da record nel paese asiatico: abbiamo aperto 25 alberghi e siglato 36 offerte di gestione alberghiera». E nuove aperture in Cina sono previste anche per Shangri-La che recentemente ha aperto nuovi hotel anche a Londra e Istanbul. Durante la tre giorni, gli acquirenti hanno avuto l’opportunità di incontrare il team di vendita dell’hotel Jing An Shangri-La, West Shanghai situato nel cuore del Jing An quartiere centrale degli affari, con 4.465 mq di spazio per meeting e conferenze. A rappresentare l’hotel c’era Connie Gao, il Sales Coordinator regionale. E all’evento
Da sin. Ng Darren, managing director TTG Asia Media, Ike Zhang, executive gm Shanghai Branch, Esther Ho, gm meeting planners division Pico International
Anteprima dell’edizione 2014 (sono aperte le registrazioni!)
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SCENARI DEL TURISMO
Un momento della cena dedicata alla presentazione dei plus di Hong Kong
era presente anche la catena Accor, con i tutti i suoi brand: «il nostro primo mercato internazionale è il Giappone, seguito da Stati Uniti e Australia. In Cina, per noi, è particolarmente strategico l’hotel Pullman Guangzhou Baiyun Airport che si trova a solo un’ora di auto da Hong Kong e vicino a Guangzhou». Alla fiera, hanno partecipato tra gli altri, anche il Millennium Hotel & Resorts, Marina Bay Sands, Il Venetian Macao, Fujita Tokyu Hotels & Resorts, New Century Hotels & Resorts, Shangri-La.
La Cina, Pozzo di San Patrizio Lo sviluppo economico della Cina fa gola tanto alle imprese alberghiere internazioLa cerimonia di inaugurazione di IT&CM con il gruppo di organizzatori
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nali quanto agli undici paesi dell’Association of South East Asia Nations (ASEAN) la cui presenza a IT&CM 2013 è stata totale, in particolare in vista della formazione del mercato unico nell’ambito della Comunità Economica dell’ASEAN nel 2015. In questo contesto, IT&CM Asia ha rappresentato una piattaforma ideale per discutere le opportunità di business con imprese, organizzazioni e leader dei viaggi incentive e per promuovere nuovi prodotti e nuove strategie. Hong Kong Tourism Board, HKTB, si sta, per esempio, concentrando sulla crescita del segmento incentive e meeting della Cina-Mainland che, nel 2012, ha registrato un aumento pari all’8,5% (730.000 presenze), e che
SCENARI DEL TURISMO
Shanghai New International Expo Centre, sede della settima edizione di IT&CM
rappresenta il 45% del traffico turistico complessivo. La strategia di Hong Kong prevede lo stanziamento di ingenti budget a favore della promozione, in particolare, dei turismi medico, farmaceutico, informatico e assicurativo. Alte anche le aspettative dell’Indonesia. Nonostante si stia sviluppando solo ora, il settore Mice a Bali ha già raddoppiato gli arrivi. Nel 2012, il Paese ha accolto numerosi turisti dalla Cina, di cui il 30% viaggiatori d’affari, seppure con collegamenti aerei limitati e costi di viaggio elevati. Entro l’anno, il Ministero indonesiano del Turismo ed Economia Creativa prevede di toccare il milione di arrivi, anche grazie a un nuovo regolamento, il VOA (Visa on arrival) che faciliterà il viaggio in Indonesia per i turisti di 64 paesi. La Cina è un mercato molto importante anche per il Giappone «Presto, sarà lanciato un nuovo sito web per incontri “www.japanmeetings.org”,
Una CarTa dI CredITo anTI frode Partendo dal presupposto che “La frode è la più grande preoccupazione per gli organizzatori di attività di viaggio MICE, MasterCard ha presentato una modalità di pagamento chinesefriendly che facilita le spese di viaggio. La nuova carta Mastercard – e.cheque – (http://card.transforex.com.cn) funziona come un assegno turistico, si rivolge a viaggiatori in uscita cinesi e può essere utilizzato in oltre 37 milioni di punti commerciali in tutto il mondo.
uno sportello di informazioni on-line per gli organizzatori di eventi e viaggi incentive», ha fatto sapere Bun Cho, Assistant Manager Business Development del Japan Convention Bureau.
Migliorare la professionalità degli addetti ai lavori «La corsa senza sosta della Cina verso obiettivi di sviluppo e guadagno non deve far dimenticare agli addetti al settore turistico la necessità della formazione. Qualifiche professionali obbligatorie per un sincronismo di dialogo con la clientela occidentale», lo ha dichiarato Nikki Walker Vice President Global della Associazione Managent & Consulting - MCI Group che ha condotto un seminario (in programma a IT&CM) sulla necessità di adeguare la professionalità degli addetti ai lavori del ricettivo turistico, in particolare del Mice, al livello del sistema occidentale. «La Cina ha le potenzialità per diventare leader nel mondo nel settore Mice», ha dichiarato Ms Nikki. «Il cambiamento parte da qui ma il suo successo, a lungo termine, è subordinato alla migliore conoscenza della lingua inglese e a un’adeguata preparazione e interpretazione del marketing da parte degli operatori professionisti. Questo è il problema di oggi: le associazioni occidentali danno alle regole del marketing un’interpretazione che è recepita diversamente dagli operatori cinesi, cosa che può creare tensioni». Tra le novità di quest’anno, la messa in onda di video giornalieri di 20 interviste con specialisti presenti all’evento, visibili su face book e su www.it&cm. ■ 5 2013
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a cura di Alessandro Lazzaroni
RISORSA UOMO
ale.lazza@libero.it in collaborazione con Silvia Testi silviatesti@hotmail.com
Riunioni
a distanza
Fino a che punto è possibile? Grazie allo sviluppo raggiunto dalle tecnologie di comunicazione, nel mondo del lavoro la co-presenza fisica in una riunione è spesso sostituita da altre forme di contatto “mediate”. Questo apre opportunità in passato inesistenti e rende possibili cambiamenti in diverse relazioni di tipo professionale.
Conference call: un atto quotidiano In molti ambienti le riunioni in teleconferenza sono abituali e ormai vissute in modo quasi analogo alle riunioni face-to-face: sono organizzate in modo preciso (ad esempio con degli alert al computer) e si svolgono con puntualità ed efficacia; spesso ogni partecipante si reca in una
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stanza dedicata, isolata dagli altri uffici e dotata delle tecnologie necessarie. La riduzione degli spostamenti fisici delle persone diminuisce i costi aziendali, anche a fronte di contatti frequenti: probabilmente la crisi economica contribuisce a sua volta a favorire il riscorso a queste modalità di interazione. La videoconferenza, laddove possibile, consente un maggior coinvolgimento e una migliore possibilità di essere compresi. L’utilizzo di videochiamate o streaming permette poi di seguire da spettatore eventi e riunioni in qualsiasi posto, in tempo reale. Nel settore del marketing e delle ricerche di mercato, negli ultimi 10 anni si è assistito ad un incremento esponenziale dell’uso di queste metodiche: briefing te-
RISORSA UOMO
lefonici, presentazioni in videoconferenza, possibilità di seguire focus groups in streaming; anche i colloqui qualitativi face-to-face, individuali o di gruppo, sono stati affiancati sempre più da interviste telefoniche e forum online.
Le resistenze alle interazioni a distanza Non vanno però sottovalutate le differenze tra un incontro face-to-face e uno a distanza. A volte i comportamenti delle persone rivelano una sensibilità, più o meno consapevole, a queste differenze: alcune comunicazioni (es. un licenziamento) quasi mai verrebbero espletate a distanza. Altre volte, si rischia invece di sottovalutare queste differenze. Il mezzo attraverso cui si comunica, audio o video che sia, ha ripercussioni sul contenuto di ciò che viene comunicato. Come diceva McLuhan, “il mezzo è il messaggio”: il cambiamento del sistema comunicativo modifica la fruizione del contenuto e finanche il contenuto stesso. In una comunicazione telefonica ad esempio il linguaggio non verbale è penalizzato e in certe situazioni ciò fa mancare una fonte di informazione rilevante. Possiamo portare esempi, da diversi am-
biti, sintomatici di questa ambivalenza verso la comunicazione a distanza. Se pensiamo alla psicoterapia, anche chi ricerca uno specialista attraverso internet difficilmente accetterebbe di partecipare a sedute a distanza (es. via Skype); e tra gli stessi psicoterapeuti troverebbe non poche resistenze e parecchi distinguo (es. terapeuti che lo prevedono solo con pazienti già incontrati offline). Possiamo riscontrare analoghe ambivalenze anche in un ambito completamente diverso, come quello bancario. Molti usano banche online o l’home banking di banche tradizionali, ma pochi si accontenterebbero di contatti a distanza per una consulenza. I più digitalizzati accettano di utilizzare la chat – che diverse banche online offrono – per richieste di piccole informazioni o di supporto informatico, ma pochi chiederebbero consiglio su un investimento o un mutuo solo via telefono o videoconferenza. Non a caso anche alcune banche online prevedono la possibilità di incontrare fisicamente un consulente. Anche un’intervista, di ricerca di mercato o giornalistica, non fornisce la stessa ricchezza di informazioni e spunti se effettuata al telefono invece che di persona. Un colloquio telefonico, nella sua apparente semplicità, richiede inoltre una certa tecnica per essere gestito in modo appropriato: ad esempio, la gestione delle pause e dei turni di parola è più difficile rispetto ad un’interazione faccia a faccia. Anche la formazione a distanza, sempre più diffusa, deve tener conto di possibili ostacoli, che possiamo riassumere nel rischio di minor coinvolgimento emotivo, che spesso si ripercuote sugli effetti della formazione stessa. Non a caso, il mondo dell’incentive continua giustamente a prediligere incontri fisici tra le persone, per far vivere appieno esperienze anche emotive che abbiano impatto su atteggiamenti e comportamenti. In conclusione, l’evoluzione tecnologica ci consente oggi modalità di comunicazione a distanza di sempre maggiore qualità, moltiplicando le nostre possibilità di interazione e ottimizzando tempi e costi, ma non dovremmo dimenticare che l’esperienza relazionale che ne deriva non è del tutto sovrapponibile a quella faccia a faccia. Almeno finché i nativi digitali non saranno la maggioranza. ■ 5 2013
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UNA METAFORA PER CRESCERE
a cura di Leonardo Frontani edu@leonardofrontani.com
Riduciamo le vele:
accettiamo il cambiamento
Quando sento parlare di decrescita felice non capisco di cosa si parli. Se questo intende un contenimento dei consumi dovuto ad una re-visione dei bisogni voluttuari dell’uomo, non posso che essere d’accordo. Mi viene in mente una metafora (l’unica) che forse può dare un’immagine di come il mondo economico dovrebbe affrontare la “mancanza di vento”: ridurre le vele. In barca si fa ogni volta che manca “potenza”, per evitare che ciò che è stato messo lì ad intercettare la potenza, diventi d’intralcio alla navigazione, ”sbattendo” e addirittura creando intralcio alle manovre. Se vuoi far camminare la barca con un refolo di vento devi saper timonare ed usare poche vele. Il segreto dell’abbrivio è nel timoniere che deve avere grande sensibilità. Ma non basta. L’equipaggio di una barca a vela, deve in questa circostanza dimostrarsi molto coordinato, muoversi con abilità, evitare personalismi e spostamenti
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bruschi di peso: la barca con poco vento si può piantare per un errore individuale. Ecco in questo vedo l’azienda che affronta la carestia economica di oggi. Il vento è la domanda di consumi, ma potrebbe anche essere la spinta del credito bancario e la fiducia che il mercato ripone in noi. Le vele cosa sono? Impianti, intere fabbriche, uomini da mettere in cassa integrazione? Una visione triste del sistema che però consente di continua-
re a muoversi e a sperare in un rinforzo che ci faccia ripartire. La cosa più amara che accade in regata, ma che ci lascia anche in un certo senso affascinati è quando in una situazione di “scarso” qualcuno più abile ti te, con lo stesso tipo di barca ed equipaggio equivalente, ti supera e ti lascia indietro. Lo fa lentamente, beffardo, sicuro, come se non aspettasse altro. Per un po’ esita davanti alla tua prua, sembra darti una possibilità e poi si allontana con una virata altezzosa. Quale equipaggio non si sentirebbe afflitto da questo. Sul mare come nella vita aziendale gli eventi esterni sono in grado di condizionare il risultato, ma un equipaggio affiatato, capace di fare in barca e in azienda cultura comune ed identità di team, può veramente fare la differenza. Occorre anche un buon timoniere e come succede nella vela, se lo skipper (il comandante), non ritiene le sue competenze adeguate al particolare momento, lascia la ruota del timone ad uno specialista e lui si prepara a fare tattica di gara. Sul mare come nella vita aziendale, le condizioni cambiano velocemente, la direzione del vento si modifica come il mercato modifica la sua chiamata ai nostri prodotti o servizi. La metafora della barca è così scontata che non ci avevo pensato, ma la vela è davvero l’attività ideale per imparare ciò che si deve sapere sulla leadership ed il teamwork. ■
Negli anni ’80 Christopher Cross cantava in “Sailing” Non è lontano il paradiso almeno non è lontano per me e se il vento è giusto puoi navigare lontano e trovare tranquillità la tela può fare miracoli aspetta e vedrai credimi La tela di cui parla è quella delle vele, che usate con abilità restituiscono dignità a quelli che vedono l’avventura della loro vita professionale come l’avventura in mare, fuori dal porto, ma in acque sicure.
IL PARERE DEL LEGALE
a cura dell’avvocato Roberta Borghini
Cerotti sul campo da golf Sport di precisione per eccellenza, con regole “di etichetta” che affiancano le regole sportive, eppure anche nei circoli golfistici più esclusivi il pericolo è sempre in agguato, per i giocatori, per gli spettatori e per i green-keeper. I fulmini, attirati dai ferri dei giocatori, rappresen-
tano l’insidia più nota dei campi da golf, tanto da aver indotto a monitorare la carica elettrica presente nell’aria e previsto la sospensione della gara nel caso in cui venga superata la soglia di sicurezza. Ma non mancano esempi più stravaganti, talora costati la vita a sfortunati golfisti. La cronaca fa registrare la morte di un giocatore travolto da un grosso ramo di rovere, sradicato dal forte vento; la caduta a sei metri di profondità di uno sportivo inghiottito da una voragine che si è aperta improvvisamente sotto i suoi piedi; ed ancora, il contatto fatale di un golfista con un fungicida usato da un country club statunitense per proteggere l’erba del percorso. In questi casi, potrà senz’al-
tro essere ravvisata una responsabilità in capo al gestore del circolo, tenuto a predisporre un rigoroso sistema di controlli e delimitazioni per tutelare l’integrità fisica degli utilizzatori della struttura, mediante la creazione di itinerari sicuri ai bordi del fairway e prevedendo la presenza di personale addetto per far rispettare tali percorsi con l’uso di cordoni mobili. Naturalmente il golf club sarà chiamato a rispondere solo degli eventi dannosi prevedibili ed evitabili, oltre che strettamente connessi all’attività sportiva. Se, per ipotesi, un giocatore in collera scagliasse una pallina contro il pubblico, colpendo un malcapitato supporter, la colpa sarebbe solo sua. A questo proposito, le palline che vagano minacciose possono rivelarsi dei veri e propri killer. In un noto circolo golf romano, la pallina lanciata nel
vuoto da un principiante oltrepassava la recinzione del campo ed andava a colpire il parabrezza di un veicolo in transito il cui conducente, per la sorpresa, sbandava e causava lesioni al proprio passeggero. La responsabilità dell’accaduto è stata addossata dal Tribunale di Roma al gestore del campo da golf, che aveva omesso di recintare adeguatamente l’area di gioco, pur potendo facilmente prevedere che i giocatori che lo frequentavano avrebbero colpito male la pallina, dirigendola verso la strada. Infatti, il campo dal quale era stata lanciata la pallina era un campo scuola, privo di buche e destinato alle sole esercitazioni, per di più privo di recinzione nel punto in cui la pallina era uscita. Insomma “in tale contesto sarebbe stata quindi esigibile, da parte del gestore dell’impianto sportivo, una condotta diversa, improntata a diligenza, consistente nell’approntamento di un sistema idoneo ad evitare la fuoriuscita delle palline verso la strada carrabile adiacente il perimetro del campo, mentre non risulta che l’Associazione convenuta si sia in alcun modo attivata per ovviare a tale situazione di pericolo” (sez. XIII, 24 gennaio 2003). ■
Altra fonte di pericolo del golf, in costante ascesa, è rappresentata dalle golf car, le piccole auto a batteria usate per spostarsi lungo il percorso di gioco. Sono diventate sempre più potenti e possono raggiungere velocità considerevoli anche grazie alle pendenze dei campi. Secondo le statistiche, ci si fa male soprattutto cadendo o saltando giù da queste automobiline e sono maggiormente esposti al pericolo i più piccoli, poiché queste vetture non sono progettate per il trasporto dei bambini. L’uso di queste vetturette ha trasformato i campi da golf in vere e proprie “piste” dove sfrecciano piloti improvvisati e spericolati. Tanto da aver indotto i giudici ad equiparare i campi da golf – aree pacificamente private – alle aree pubbliche e ad applicarne la relativa disciplina, sul presupposto che vi si svolga un traffico di veicoli e passanti (“spostamenti sistematici, lungo gli stessi percorsi, di pedoni, veicoli addetti alla manutenzione e golf-cars”) di intensità tale da determinare una situazione paragonabile, quanto a pericolosità, a quella propria del traffico stradale (Trib. Milano, 26 maggio 1994). Se volete rivolgere qualche domanda all’avvocato Roberta Borghini potete scrivere a: avv.borghini@alice.it 5 2013
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LA PAROLA AL FORMATORE
a cura di Paolo Mazzaglia di Otherwise srl pmz@otherwise.it
Evviva il pessimismo Ristrutturazioni, calo delle vendite, interruzioni di linee di business, licenziamenti ma anche relazioni che non funzionano, problemi di salute, mancanza di senso e direzione. Sono argomenti di attualità e a tutti può capitare di vivere momenti di profonda preoccupazione professionale o personale: “potrebbe succedere anche a me”. E a tutti capita invece di incontrare qualcuno che, venuto a conoscenza del nostro stato meditabondo e mal mostoso, si propone come salvatore dicendoci “ma dai, pensa positivo!”. So da fonti certe che spesso la reazione istintiva di fronte a questa perla di saggezza sarebbe quella di afferrare il nostro portatore di positività per la coloratissima cravattona che probabilmente indossa e scaraventarlo giù dalla tromba delle scale. Non che il pensare positivo sia un male, anzi. Ma se le emozioni negative sono profonde, spesso il pensiero positivo non attacca perché è un’applicazione artificiale che impegna la nostra mente cosciente, mentre il nostro subconscio, rappresentato dallo stomaco che brontola e frigge, continua nella sua attività di “preoccupazione” drenando energie preziose. E allora non solo non riusciamo davvero a vedere le famose “opportunità” nei momenti di crisi, ma ci perdiamo anche il bello dell’essere pessimisti e negativi. Perché un bello c’è, tanto che la presenza di almeno un pessimista in un team può essere assolutamente benefica. Ne parleremo. Concentriamoci adesso però sulle nostre ansie, quelle che ci attaccano al mattino appena svegli e magari sulle quali siamo concentrati guidando verso casa o andando al lavoro. Quante di queste “paure” nascono dall’esperienza diretta? Di norma molto poche. Normalmente le nostre inquietudini nascono più dall’incertezza che dall’esperienza. L’ignoto
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Il messaggio è chiaro. Finché non hai definito con chiarezza l’origine delle tue paure non puoi fare niente per risolvere la situazione. Viaggiando a ritroso troviamo lo stesso concetto nei filosofi stoici che esortavano a sconfiggere innanzi-
terza colonna in cui definiamo un piano d’azione per ripristinare lo status quo nel caso in cui il peggio sia avvenuto. I vantaggi sono molteplici: innanzitutto una sensazione di benessere legata all’aver consegnato le nostre angosce alla carta, quindi la possibilità di fare riflessioni profonde sulla direzione della nostra vita. Il secondo e più radicale passaggio proposto dagli stoici riguarda la possibilità di passare dall’immaginazione del peggio al viverlo concretamente. Sicuramente difficile e con un po’ di fantasia possibile. Ho conosciuto una persona che per affrontare la propria paura delle malattie e del dolore fisico si è dedicato a fare del volontariato in ambulanza, ed ha funzionato. Il principio è molto sempli-
tutto l’ignoranza relativa ai propri timori con l’invito a immaginare con chiarezza e addirittura a praticare gli scenari peggiori. Un particolare esercizio di preparazione al peggio suggerito da Seneca consisteva nel fare una bella lista delle proprie paure (e così potremo cominciare a dare loro un nome e soddisfare l’invito del maestro Yoda). Quindi definire per ogni paura le azioni necessarie affinché non si verifichi. E infine dedicarsi ad una
ce... ogni volta che scegliamo la sicurezza rinforziamo le nostre paure. Vivendole abbattiamo il muro dell’ignoto e ci mettiamo in condizione di cambiare profondamente il modo in cui percepiamo noi stessi e il mondo. Insomma, se il pensare positivo con noi non funziona o magari ci ha semplicemente scocciato, pratichiamo il pessimismo, ma facciamolo con metodo. Si possono fare scoperte molto interessanti. ■
insomma spaventa più del noto. Cosa fare allora? Il problema se lo sono posto in molte epoche e molte culture diverse. Incominciando da una cultura popolare che arriva addirittura dal futuro. Un grande maestro recitava: Devi dare un nome alla tua paura prima di poterla sconfiggere. Maestro YODA (da Guerre Stellari)
a cura del dottor Marco Bellato psy.bellato@gmail.com
PSICOLOGIA
Comunicare? Conosci te stesso...! Prima o poi ognuno di noi sperimenta nella vita quotidiana un’esperienza comunicativa non completamente soddisfacente ed a tratti addirittura misteriosa negli effetti che produce interiormente. Eppure, uno dei più grandi doni in possesso dell’essere umano è proprio il linguaggio, declinabile nelle varie forme conosciute. Secondo gli ultimi autorevoli studi sulla comunicazione è emerso il dato, credo per qualcuno sorprendente, che su di un’ipotetica scala di importanza pari a 100 la parola incide sull’efficacia di una qualsiasi comunicazione per il 7%; al contrario l’aspetto vocale (volume, tono, ritmo) per il 38% ed infine i movimenti del corpo (soprattutto la mimica facciale) per il 55%. Questi dati dimostrano come il semplice linguaggio verbale sia mediamente sopravvalutato e di contro come il linguaggio del corpo, la mimica, l’espressività e gli aspetti non verbali della comunicazione possano addirittura trascendere le barriere linguistiche andando a costituire un vero e proprio linguaggio “universale”. Vorrei però qui descrivere un particolare aspetto della comunicazione che mi piace definire “fantasmatico”. Quando ci troviamo a dialogare con qualcuno si attivano centinaia di processi inconsci che dipendono dalla nostra storia, dalla nostra famiglia, dalla nostra formazione, in generale dalla nostra identità; questi processi influenzano pesantemente quella conversazione, spesso la trasformano completamente stravolgendone le intenzioni di partenza.
In sintesi, stiamo davvero parlando con la persona che abbiamo di fronte? Stefania ricopre un ruolo di grandissima responsabilità all’interno di una delle maggiori banche del Paese; il reparto da lei diretto produce ogni trimestre grandi risultati e la stima nei suoi confronti da parte di tutto il team lavorativo è pressoché unanime. Eppure, mi racconta: “Alla fine di ogni trimestre è sempre la stessa storia, mi reco nell’ufficio del mio capo e gli illustro i risultati del mio lavoro, lui ne
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è entusiasta e mi incoraggia ad andare avanti, nonostante questo però io non riesco a credergli, esco sempre da quell’ufficio con una sensazione di sconfitta e sistematicamente cado in uno stato depressivo”. Com’è possibile sperimentare dei vissuti apparentemente così distonici?
PSICOLOGIA
Nel corso della terapia di Stefania emerge molto chiaramente come questo confronto con il suo superiore, cioè con l’autorità, la riporti istantaneamente alla relazione col padre, che nonostante l’abbia sempre supportata ed accompagnata con affetto nei passaggi importanti della vita rimane, nella percezione di Stefania, insoddisfatto e deluso dalla figlia. Con ogni probabilità Stefania proietta su
suo padre la propria sofferenza per un vuoto affettivo derivante dalla necessità (evidentemente non soddisfatta) di essere riconosciuta e amata per il semplice fatto di esistere e non per ciò che si fa e si produce. Ogni volta che Stefania si trova a dover sostenere un “esame”, questo meccanismo proiettivo si attiva prontamente, e il piano su cui si gioca la partita comunicativa si sdoppia: sul piano di realtà, del qui e ora, la sua prestazione è efficace e vincente, sul piano profondo il confronto con il “fantasma/padre” la mette in crisi, attivando in lei vissuti di sconfitta e incompetenza. Questi meccanismi proiettivi della comunicazione sottendono spesso molte cause per mobbing; aldilà dei casi estremi e conclamati di ingiustizie e violenze psicologiche sul luogo di lavoro, molte “vittime” continuano a sentirsi tali anche dopo l’eventuale riconoscimento da parte dell’autorità giudiziaria. Appare chiaro che quello della vittima diventa un “ruolo” per queste persone che tenderanno sempre a ricercare situazioni nelle quali sperimentare la perfidia di un “persecutore” spesso del tutto innocente e inconsapevole; esse agiranno con risposte e comportamenti eccessivi come se stessero sempre “reagendo” o “difendendosi” di fronte all’attacco da parte di qualcosa o di qualcuno. In definitiva è evidente che quando ci relazioniamo con qualcuno, chiunque esso sia, siamo sempre a rischio di prendere deviazioni impreviste; oltre ad un’eventuale psicoterapia, per proteggersi da questi rischi sarebbe sempre buona regola porsi prima qualche domanda sul nostro stato d’animo e sull’intensità delle energie in gioco, sforzarsi di rimanere il più possibile sul piano di realtà e nella specificità dell’argomento in questione. ■ Per maggiori informazioni Dott. Marco Bellato, Psicologo – laureato a Padova in psicologia clinica e di comunità – vive e lavora a Bolzano. Specialista nella diagnosi e trattamento delle new Addictions (gioco d’azzardo patologico - shopping compulsivo - dipendenza da lavoro - dipendenza da internet - disturbi della sessualità). Studio Professionale: Via Grappoli 50 - 39100 Bolzano (www.liberatidalgioco.org) e-mail: psy.bellato@gmail.com
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FINANCE CONFIDENTIAL
a cura di Andrea G. Moscatelli mag2063@yahoo.it
Investimenti:
non tutta la spazzatura si rivela tale Parlando di investimenti finanziari ma soprattutto nel mercato delle obbligazioni, vige la regola che a parità di denaro investito più è alto il rischio, più è alto il rendimento atteso, il famoso “spread”. Relativamente al mercato delle obbligazioni (bond) per sintetizzare il rischio che viene valutato dalle imprese specializzate di “rating”, si è deciso di assegnare un punteggio rappresentato dalle lettere A e B e dai segni + e – a seconda dei parametri che presenta l’emittente delle obbligazioni in un dato momento tenendo altresì conto che il rischio assunto può essere rappresentato dalla perdita del rendimento promesso, di parte dell’investimento o addirittura dell’intero investimento. In generale tutte le obbligazioni o veicoli che le contengono che vengono valutati sotto la BB sono considerati a forte rischio, e gli strumenti finanziari che rincorrono alti rendimenti (ad esempio gli High Yield Funds – Fondi ad alto rendimento), investono quasi esclusivamente in queste categorie di obbligazioni o veicoli che comprendono Cat Bonds, i Junk Bonds, Risk-Linked-Securities. Sorprendentemente, nel periodo compreso tra il febbraio 2012 e il febbraio 2013 gli analisti hanno notato che l’indice per i titoli obbligazionari statunitensi ad alto
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rischio ha evidenziato una progressiva diminuzione passando da un rendimento medio dell’8% ad uno del 5%: quindi sembrerebbe che i titoli spazzatura ed i Cat Bond non siano così rischiosi o almeno non quanto il rendimento atteso sembrerebbe identificare. I Cat Bonds (Catastrophe Bonds), diventati ultimamente di gran moda, sono obbligazioni che vengono emesse per coprire i rischi di danni da catastrofi naturali; possono essere emesse direttamente da Governi Centrali (es: Turchia per rischio di terremoto, con l’appoggio del Fondo Monetario Internazionale) oppure dalle società di ri-assicurazione che costruiscono dei veicoli finanziari appositi per far investire terzi e quindi suddividere il rischio tra tantissimi investitori infine da organizzazioni che vogliono tutelarsi dinanzi ad una ipotesi catastrofale come fece la FIFA che emise un Cat Bond di 260 milioni di dollari, per il rischio che non si potessero disputare i campionati mondiali di calcio del 2002. Fukushima, l’uragano Sandy, il terremoto di Haiti, pur in presenza di numerose recenti catastrofi, la diminuzione dei rendimenti evidenzia come il mercato finanziario pur obbligato da queste obbligazioni a rimborsarne in parte i danni, non ne subi-
FINANCE CONFIDENTIAL
sca importanti contraccolpi, anche tenendo conto che statisticamente gli eventi catastrofici che hanno causato perdite di infrastrutture ed imprese nei soli Stati Uniti, sono stati 80-90 per decennio. È accaduto che la grande diffusione di queste obbligazioni, ha determinato una polverizzazione tra innumerevoli soggetti del singolo rischio coperto, e quindi un investitore finale trova nel proprio portafoglio ad alto rischio una percentuale di singola obbligazione così piccola da non rappresentare una perdita significativa sul proprio patrimonio complessivo, oltre al fatto che il manifestarsi di catastrofi a catena contemporaneamente su tutto il pianeta è talmente remota che questo portafoglio così strutturato non venga più considerato ad alto rischio. In effetti non si è abbassato il rischio dell’evento in sé ma quello degli effetti finanziari sugli investitori che lo hanno assunto, e quindi paradossalmente è diminuito il rendimento dei Cat Bond che come si ricordava è passato quindi dal 8-9% annuo ad un rendimento pari al Libor più 2 punti (circa 5%), meglio dei nostri Btp del 2012. I Junk Bonds, titoli spazzatura come vennero denominati negli anni ’90 e considerati una piaga del sistema finanziario, hanno trovato un ruolo importante tra gli high yield: grazie ad analisti sempre più cauti a valutare le emissioni di obbligazioni, il numero di Junk Bond (ossia titoli che non superano la valutazione di BB) è inesorabilmente in crescita, tuttavia pur dovendo essere considerati high yield in
relazione al rischio, le statistiche degli ultimi decenni rivelano che proprio spazzatura non sono. Mediamente questi titoli, vengono pagati con uno “sconto” del 30-40% mentre all’atto del rimborso la perdita risulta essere inferiore mediamente del 22% rispetto a quanto attesa e, tra minor prezzo e interesse incassato, questi titoli spazzatura hanno visto realizzato un rendimento medio del 12%, decisamente interessante. In considerazione di queste dinamiche e questi risultati, Junk Bonds e Cat Bonds diventano sempre più ricercati, gli investimenti su questi titoli sempre più massicci e quindi pur in presenza di una classificazione di alto rischio i rendimenti diminuiscono anche perché gli emittenti non hanno più interesse a promettere alti tassi di interesse per collocarli. Rischio atteso e rischio reale molto spesso divergono anche con riferimento ad altre situazioni economiche finanziarie, prova ne è che una Banca Italiana specializzata nel trattare crediti “non performing” per intendersi crediti incagliati, o verso le amministrazioni pubbliche in eterno ritardo nella liquidazione, ha visto un miglioramento dei propri conti 2012 con utili in forte crescita. In pratica anche per questi crediti si è valutato il rischio di un loro possibile mancato incasso superiore a quanto in realtà non fosse. Mediamente i crediti sono stati rilevati con un forte sconto pensando che non fosse recuperabile, mentre tali stime si sono rivelante errate e si è incassato il 20% circa in più di quanto previsto. La crisi finanziaria e sociale acuisce pessimismo e cautela: ciò determina una valutazione del rischio più elevata del reale, di conseguenza un maggior guadagno o una minore perdita. Una più puntuale valutazione del fenomeno dovrebbe attirare investitori high yield con il conseguente afflusso di liquidità per le imprese e sostegno dei mercati. Junk Bond e Titoli Non Performing ci dimostrano che malgrado il pessimismo del breve periodo, nel medio lungo termine le imprese sono in grado come statisticamente dimostrato, di re-inventarsi e ristrutturarsi per sopravvivere ed onorare gli impegni presi, quanto ai Cat Bonds, malgrado siano di gran moda, temo che le opportunità per alti rendimenti siano oramai terminate. ■ 5 2013
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MI PIACE
Giulio Scarpati il calore è più importante dei dettagli Per l’attore, un albergo deve essere confortevole, vicino al teatro, con un buon ristorante e soprattutto gestito con gentilezza oltre che con professionalità
✒Giorgio Vizioli
«Chi come me fa il mestiere dell’attore, sopratutto di teatro, trascorre gran parte della propria vita in giro per l’Italia e per il mondo», dice Giulio Scarpati, «l’albergo, così, diviene un po’ una seconda casa: durante le tournée, è infatti il posto dove lavori e ti riposi, il tuo rifugio per ricaricare le batterie. Per questo, il calore e la gentilezza del personale sono molto importanti». Che tipo di viaggiatore si considera? «Quando ero più giovane viaggiavo molto per piacere: per il gusto del viaggio in sé, oltre che per scoprire nuovi luoghi e nuove realtà. Ora invece viaggio prevalentemente per lavoro, ma sempre con la voglia, appena ne ho la possibilità e soprattutto il tempo, di conoscere il posto in cui mi trovo e la gente che vi abita». In base a quali criteri sceglie un albergo? «Sembra banale, ma al primo posto viene la vicinanza al teatro: per non perdere tempo nel traffico e riposare fino all’ultimo momento prima di andare in scena. Agli
Per Giulio Scarpati (nella foto in alto) il servizio in hotel deve essere ineccepibile
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Napoli, città che Scarpati ama per i suoi angoli meno noti, da scoprire e riscoprire
hotel di catena, preferisco le piccole strutture a gestione familiare dove, tornando spesso, alla fine diventi come uno di famiglia. Guardo anche il servizio che deve essere puntuale e di buon livello». Un albergo dove si è trovato particolarmente bene in Italia? «Me ne vengono in mente diversi. Lo Stadt Hotel Città di Bolzano, l’Hotel Aquila d’Oro di Trento, l’Hotel Al Vivit di Mestre, l’Hotel Vittoria di Brescia, il particolarissimo Hotel Costantinopoli 104 di Napoli, l’Hotel Gabbia d’Oro di Verona, per finire con l’Hotel La Rosetta di Perugia, il mio preferito, dove ho anche bellissimi ricordi di gioventù, con gli amici (e colleghi) Ennio Fantastichini e Sergio Fantoni». E all’estero? «Ho un bel ricordo di un albergo messicano, di cui non rammento il nome. Era al confine con il Guatemala, ed era stato appena inaugurato: un posto molto pittoresco e divertente!». Quali alberghi invece si sono rivelati inferiori alle sue aspettative, e perché? «Quelli che su internet o su un dépliant sembrano bellissimi, ma che poi visti dal vivo sono tutt’altra cosa. Non necessariamente perché le foto siano false o truccate ma perché a volta basta un’inquadratura particolare per creare un certo effetto».
MI PIACE
La prima cosa che guarda in un hotel? «La pulizia e lo spazio, è importante che la camera non sia angusta. È importante anche la temperatura: io amo il caldo e non c’è niente di peggio per me di una camera non ben riscaldata; quando viaggio all’estero per lavoro, inoltre, mi preoccupo subito di guardare come sono le spine elettriche, anche se per esperienza, porto sempre con me diversi tipi di commutatori, per lavorare al computer». Il dettaglio trascurabile? «Le rifiniture. I particolari di design non mi interessano tanto quanto il calore e la gentilezza del personale». La sua idea di lusso in un particolare? «Un bel bagno spazioso, con una vasca molto grande, meglio ancora se con l’idromassaggio». Il ristorante d’albergo dove hai mangiato meglio? «Quello dell’Hotel La Rosetta di Perugia». Quanto influisce la presenza di una bella spa nella sua scelta di un hotel? «Quando viaggio per diletto, molto. Amo in particolare le terme (in Italia ce ne sono di bellissime); quando invece mi sposto per lavoro, non ho tempo per la spa». Il viaggio che consiglierebbe ai lettori di Master Meeting? «In Italia. Non c’è città, anche tra quelle più conosciute e visitate, che non abbia qualche angolo ancora da scoprire. Recentemente sono stato a Brescia, Padova e Napoli e ho visto particolari bellissimi che mi erano sfuggiti durante altri viaggi. All’estero, invece, consi-
glierei un viaggio in Centro America, tra Messico meridionale, Guatemala e Belize, luoghi dal fascino ineguagliabile». ■
Le rovine di Tulum, sito archeologico dal fascino impagabile e destinazione preferita da Scarpati. In alto, a destra, dettaglio di un bagno con vasca idromassaggio. Quando viaggia l’attore predilige gli hotel con ampie stanze da bagno e confortevoli Spa
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LA PAROLA ALLE AZIENDE
Quando l’impresa
è giovane
Archiviato il posto fisso, e sempre più lontano anche quello a tempo determinato, la sfida per i giovani, che oggi hanno idee e voglia di fare, è quella imprenditoriale. Una scelta coraggiosa che spesso paga, e anche molto bene, soprattutto all’estero
✒David Acito Le nuove imprese italiane del web sono oggi il vero motore dell’occupazione. Lanciate da giovani e giovanissimi fatturano milioni e il mondo ce le invidia
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Certo, a leggere i quotidiani e a guardare i notiziari viene spontaneo domandarsi se, per le nuove generazioni italiane, ci sarà un futuro e, nel caso, come sarà. Per fortuna, però, c’è chi non cede allo sconforto di un orizzonte stretto e buio, e, con coraggio, continua a sognare, rimboccandosi le maniche. Perché la crisi si combatte anche partendo da una idea e dalla sua condivisione con altre persone: una società che perde la capacità di immaginare e di mettersi in relazione con l’altro, ovvero di fare eco-sistema, alla lunga, si
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impoverisce anche economicamente. In Italia, un segnale positivo, tra tanta incertezza, c’è, ed è dato dal numero crescente di “giovani” start up, alcune davvero innovative tanto da vincere importanti gare internazionali. Il guaio è che spesso i progetti con mente e cuore made in Italy trovano successo fuori dai confini nazionali: da noi troppo fiscalismo e troppa burocrazia rendono difficile concretizzare l’idea in un’impresa. È il caso, per esempio di Doochoo, una piattaforma per raccogliere aggregare e condividere opinioni
LA PAROLA ALLE AZIENDE
on line che utilizza i social network, nata da un progetto di un giovane informatico, Paolo Privitera e del suo socio esperto di marketing, Armando Biondi. Una sorta di “wikipedia semantica per le opinioni”, così l’hanno definita i suoi ideatori, italiani di nascita, ma internazionali nel business: la loro azienda, che oggi vale circa 25 milioni di dollari e vanta clienti come Ikea e Toyota, è a Silicon Valley e, nel palmares dei traguardi raggiunti, c’è anche un’importante recente gara vinta in Cile per il migliore progetto di innovazione. Ma la creatività vulcanica di Privitera non si è di certo fermata qui: a riprova del fatto che un’idea tiri l’altra, il giovane imprenditore ha già dato vita ad altri sei progetti simili. Un altro esempio di startup italiana che ha avuto successo all’estero è quello di Beintoo, una piattaforma di applicazioni per il gioco (da tre milioni di utenti al
giorno!) fondata dal trentenne siciliano Antonio Tomarchio, che, a Parigi, ha vinto il premio LeWeb, prestigioso riconoscimento europeo dedicato all’economia digitale. In tempi recenti ha fatto parlare bene di sé anche la vicenda di Augusto Marietti, Marco Palladino e Michele Zonca, tre ragazzi ribattezzati dal Sole 24 Ore “i nuovi pirati della Silicon Valley”. Facendo mattina nel garage di casa, i tre hanno dato vita al progetto di Mashape, in pratica un mercato on line specializzato nella compravendita dei “mattoncini” che compongono il software. Un’idea, partorita a Milano ma che ha visto la luce nella Silicon Valley grazie al finanziamento di un milione e mezzo di dollari stanziato dal numero uno di Google e dal fondatore di Amazon. Per fortuna, c’è anche qualche “cervello giovane” che resta in Italia, come il ventenne Daniele Pelleri, una laurea in ingegneria, che si è inventato un generatore
In tre minuti esatti (il tempo di una corsa in ascensore), uno startupper è in grado di spiegare il suo progetto a un potenziale investitore
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LA PAROLA ALLE AZIENDE GiovAni, smArt e occupAtissimi
Molto giovani, in prevalenza uomini, gli startupper sanno usare benissimo la rete, parlano alla perfezione l’inglese, viaggiano in economy anche quando hanno successo perché, dicono, i soldi non si sprecano
Giovane, prevalentemente maschio, ottima conoscenza della rete e della lingua inglese. È più o meno questo l’identikit dei ragazzi che decidono di lanciarsi in un’avventura imprenditoriale, rinunciando alla stabilità del posto fisso. Giovani smart e “veloci”, capaci di presentare il proprio progetto a un potenziale investitore in meno di tre minuti, ovvero il tempo di una corsa in ascensore (elevator pitch). Se è vero che di startup si sente parlare soprattutto oggi, in realtà si tratta di un fenomeno che arriva da lontano, almeno dalla fine degli anni Novanta, figlio della cosiddetta New Economy che, anche in Italia, ha prodotto un florilegio di aziende legate al business del web. Ma quanti sono oggi i ventenni che hanno aperto un’impresa? Le statistiche della Camera di Commercio di Monza e Brianza parlano di 19mila individui, una cifra che fa riflettere se paragonata ai 18mila individui assunti a tempo indeterminato e se accompagnata dalla considerazione che questi 19 mila giovani imprenditori, a loro volta, assumeranno circa 6mila persone: Groupon Italia, ad esempio, dal 2008, ha assunto più di 450 persone a tempo indeterminato, alla media di 7,5 persone al mese. Ne risulta che, nel sistema economico attuale, le startup rappresentano un motore importante per creare nuova occupazione. Non è un caso, che il presidente Obama stia promuovendo, negli Stati Uniti, sostanziosi investimenti per le startup. E qualche opportunità interessante c’è anche in Italia. Chi non ha ancora compiuto 35 anni ha, per esempio, la possibilità di costituire una società semplificata con un euro di capitale e senza spese notarili. Restano tuttavia ancora un po’ di ostacoli da superare. Oltre all’eccesiva burocratizzazione e a un sistema fiscale pesante, c’è per esempio un problema di mentalità da superare: gli italiani hanno meno la cultura del fare squadra, tendono a tenersi stretta, quasi segreta, la propria idea per tema che qualcuno gliela possa rubare, senza considerare che condividerla con altri potrebbe significare trovare nuove idee e soprattutto maggiori risorse economiche. Ma c’è un problema anche per chi decide di rischiare: in fatto di venture capital l’Italia è l’ultimo paese d’Europa, per ogni dollaro investito in Italia, la Svizzera ne investe 69, l’Olanda 62, persino Portogallo e Grecia fanno meglio. Volendo tuttavia chiudere questo articolo in positivo, prendiamo atto che un certo fermento in Italia c’è, ha solo bisogno di una forte accelerata. E qualcuno ci sta già pensando, come Microsoft che, insieme a Fondazione Cariplo e Fondazione Filarete con il progetto Startup revolutionary road, coinvolgerà quest’anno 17mila giovani informatici italiani interessati a trasformare la propria idea in business. Insomma, la strada pare tracciata, ora tocca solo andare fino in fondo. online di applicazioni su misura – AppsBuilder – che consente a chiunque di creare la propria App, compatibile con tutte le più importanti piattaforme, e di pubblicarla sui vari web store a prezzi davvero concorrenziali, si parte da 19 euro al mese contro le decine di migliaia di
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euro richieste da analoghe società. Ad aiutare Pelleri a decollare sono stati due imprenditori esperti del web, Massimiliano Magrini di Annapurna Ventures e Mario Mariani di The Net Value che hanno investito nel progetto 1,5 milioni di euro, mettendo a disposizione anche il loro know how. Senza dubbio una bella case history che dà coraggio e fiducia ai giovani come anche quella di Paolo e Simone di Custom Barrel, due creativi con il pallino del design ecosostenibile che, in una cascina nel cremonese, hanno trovato il modo di trasformare comuni bidoni di olio per motori in pezzi d’arredo unici, quali originali poltrone, sgabelli e tavolini. Nella migliore tradizione di self made man story, si inserisce infine l’avventura dello startupper Vito Lomele, ingegnere informatico che, in uno scantinato di Milano, ha creato una piattaforma di job recruiting simile a Indeed, in grado di raccogliere tutti gli annunci di ricerca lavoro inseriti in migliaia di siti web, nelle bacheche e negli annunci sui giornali. ■
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Nuove acquisizioni, giri di poltrona, offerte ed eventi cerca di Agricola San Felice sul Sangiovese, come il Vigorello, il Poggio Rosso e il Campogiovanni, un Brunello di Montalcino DOCG. «Per me la cucina non è solo l’esecuzione corretta di una ricetta», dice Francesco Bracali, «ma ideazione, struttura, abbinamento di gusti, temperature, consistenze e presentazione del piatto». Il Relais & Chateaux Borgo San Felice, di proprietà del Gruppo Allianz, è un antico borgo di origine medievale sulle colline del Chianti classico senese, circondato da 140 ettari di vigneti. Offre 17 suite e 29 camere. Info: www.borgosanfelice.it.
Un nuovo riconoscimento prestigioso per Ezio Indiani
Da poche settimane e dopo un restauro quasi filologico, ha aperto un’incantevole Villa del 1500 placidamente adagiata sulle rive del fiume Brenta: Villa Valier. Impreziosita da un antico oratorio e da un’imponente barchessa, la Villa è immersa in un lussureggiante giardino di alberi secolari, per una superficie totale di 20.000mq. In passato la residenza ebbe l’onore di ospitare alcune tra le più influenti famiglie aristocratiche veneziane e di essere stata scelta come abitazione privata da ben due Dogi della Serenissima, i Valier. Ad immortalarne la fama contribuirono i festeggiamenti ufficiali che vi ebbero luogo nel 1666 in occasione del passaggio per gli Stati Veneti di Margherita, figlia del Re di Spagna,un ricevimento che per sfarzo ed eleganza fece parlare di sé in tutta Europa. Dopo secoli da quello storico evento, grazie alla tenacia dell’attuale proprietario Maurizio Corò, leader nel Triveneto per il mobile di pregio, questo meraviglioso edificio riprende vita aprendo le sue porte al pubblico. Villa Valier offre spazi e sale per meeting, convention e team building aziendali. È, inoltre, una location dove ambientare cene di gala, spettacoli culturali, servizi fotografici e naturalmente la cornice perfetta per ricevimenti di nozze. Info: info@villavalier.it; tel. 041423972.
Estate gourmet al Poggio Rosso Ha riaperto per la bella stagione il ristorante Poggio Rosso del Relais & Chateaux Borgo San Felice a Castelnuovo Berardenga. Il ristorante toscano, diretto dallo chef Francesco Bracali, due stelle Michelin, propone ricette che nascono dall’esaltazione dei prodotti della terra e delle tradizioni locali, reinterpretate con creatività e ricercatezza. Le verdure e le carni, in particolare, hanno un ruolo di primo pia-
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no e vengono presentate in ricette toscane e italiane squisitamente tradizionali, oppure in una rivisitazione creativa di piatti chiantigiani. Tutte le materie prime utilizzate in cucina privilegiano le produzioni artigianali più esclusive: ceci Rosa di Reggello, zafferano di San Gimignano, cipollotti di Certaldo, carne fiorentina degli allevamenti di razza chianina dell’Agricola San Felice da cui provengono anche oli pregiati e gli straordinari vini locali tra cui spiccano etichette nate dalla ri-
Il Direttore Generale dell’Hotel Principe di Savoia di Milano, Ezio Indiani (nella foto) è stato insignito della Stella al Merito del Lavoro dal Presidente della Repubblica. Con oltre 25 anni al servizio di alcuni tra i più begli alberghi del mondo, tra cui l’Hotel Villa d’Este di Cernobbio, l’Hotel Des Bergues di Ginevra e l’Hyde Park Hotel di Londra, Indiani ha saputo coniugare al meglio le sue doti manageriali con la creatività italiana portando gli hotel da lui diretti ai più elevati standard di servizio. La Stella al Merito del Lavoro viene conferita F. CIOFFI
Incantevole Villa a Mira
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dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministro del lavoro a cittadini italiani, lavoratori dipendenti, distintisi per singolari meriti di perizia, laboriosità e buona condotta morale. La decorazione comporta il titolo di Maestro del lavoro. Durante la sua carriera, il gm del Principe di Savoia, ha ottenuto importanti premi: nel 2002 il Premio Hermes, come migliore direttore d’albergo al mondo. Nel 2009 ha ricevuto il Premio Excellent come “manager alberghiero internazionale che ha saputo trasmettere il brand Italia nel mondo”. Nel 2010 è stata la volta della medaglia d’oro del premio nazionale “La Torretta” d’argento e la “Vittoria Alata” assegnatagli dalla sua città natale Calvatone. Infine, a giugno 2012, il Presidente della Repubblica gli ha conferito l’insegna di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Italia e Egitto un rapporto privilegiato Il ministro del turismo egiziano S.E. Hisham Zaazou, in occasione dell’evento Fiavet (Federazione Italiana Associazione Imprese Viaggi e Turismo) svoltosi a Luxor lo scorso mese ha annunciato un traguardo ambizioso: 30 milioni di turisti e 25 miliardi di dollari di ricavi entro il 2022. Un obiettivo alla portata dell’Egitto, che conta su un contributo sempre maggiore della domanda italiana.«Gli italiani hanno inventato il turismo in Egitto scoprendo prima Sharm El Sheikh e poi Marsa Alam, che sono diventate attrazioni per tutto il mondo», ha detto Zaazou, «ora sempre gli italiani stanno sviluppando la zona di Marsa Matrouh sulla costa del Mediterraneo, contribuendo ulteriormente alla crescita del nostro turismo». D’altronde i dati parlano chiaro: con i viaggiatori internazionali che, a livello globale, hanno ormai superato la fatidica soglia del miliardo di arrivi nel 2012, anche il turismo egiziano ne ha beneficiato grandemente; gli arrivi stranieri nel
Il Move Hotel di Mogliano Veneto ha trovato il modo di far diventare i meeting un’occasione per vivere e valorizzare l’estate 2013. Il magnifico quattro stelle, situato in una posizione invidiabile tra Treviso e Venezia, oltre ai vasti spazi congressuali interni (fino a 800 posti), dispone di spazi esterni che possono diventare quinte teatrali, scenografie per eventi post congress, serate a tema e feste aziendali. Già in occasione dell’inaugurazione, avvenuta nell’estate 2011, l’originalità dei contenuti, molti legati al territorio, ha suggerito un format, che viene proposto in esclusiva ai clienti e che utilizza i grandi spazi attorno alla piscina e il grande Cam-
piello, curato e ben allestito, antistante alle grandi vetrate della hall e del ristorante. «Qui tutto è possibile», afferma il direttore Antonio Barbieri, «spettacoli, feste, animazione a prova di temporale estivo, perché il Move ha modo di proteggere qualunque evento dai capricci del clima. Naturalmente nel caso gli organizzatori congressuali o le aziende volessero esplorare il territorio circostante della Marca Trevigiana, il Move Hotel offre speciali programmi per le attività di formazione e team building. Tante sono le attività che si possono praticare tra canoa, kayak sul fiume Sile, trekking, golf e mountain bike. Uno staff dedicato seguirà i clienti dalla prima all’ultima fase organizzativa dell’evento. Insomma, in caso di meeting e attività indoor o outdoor, al Move Hotel, ci si chiederà se si stia lavorando o se si stia facendo una mini vacanza. Info: tel. 0415977001; info@movehotel.it.
Paese sono passati dai 5,5 milioni del 2000 ai 14,7 milioni del 2010. Nello stesso periodo i ricavi sono saliti da 4,2 miliardi di dollari a 12,5 miliardi, mentre l’offerta alberghiera è arrivata a toccare, nel 2010, le 225.600 camere, con 208.000 stanze in costruzione. Ma soprattutto il turismo rappresenta, per l’Egitto, il 47,8% del valore dell’esportazione complessiva di servizi, contribuisce per il 19.2% ai flussi in entrata di valuta straniera, conta per l’11,3% del Pil nazionale e impiega il 12,6% dei lavoratori totali. A partire da queste cifre, il Ministro ha quindi illustrato le strate-
gie di sviluppo del comparto, che comprendono tra gli altri il supporto ai partner commerciali, tramite la promozione di attività di co-marketing, la garanzia di incentivi ai collegamenti charter verso l’Egitto e il lancio di campagne promozionali outdoor. Un’altra grande sfida che aspetta l’Egitto è poi quella relativa allo sviluppo di un turismo sostenibile con il varo di un piano strategico quinquennale, che prevede incentivi per gli impianti a energia solare, nonché per le soluzioni di ottimizzazione del consumo energetico, e soprattutto il lancio dell’iniziativa Green Star Hotel. 5 2013
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Quest’ultima, la prima del suo genere in un paese mediorientale, ha consentito la realizzazione di un marchio ad hoc per hotel e resort eco-friendly, certificato a livello nazionale. Nato con l’obiettivo di ridurre il consumo di acqua, di energia e di agenti chimici del 30%, di migliorare la gestione dei rifiuti, riducendone l’accumulo del 20%, nonché di aumentare l’utilizzo di energia rinnovabile del 25%. Info: www.egypt.travel
La scelta controcorrente di Palazzo Coppini Con la riapertura di Palazzo Coppini, la Fondazione Romualdo Del Bianco – Life Beyond Tourism – ha voluto inaugurare nel cuore di Firenze un nuovo luogo per incontri, presentazioni e scambi culturali, sede anche di una collezione particolare: migliaia gli oggetti della memoria provenienti da ogni parte del mondo e una biblioteca composta da 6 mila volumi in dieci alfabeti diversi. Tutte testimonianze di gratitudine e apprezzamento da parte delle tante persone venute a Firenze, invitate a partecipare alle attività promosse dalla Fondazione. Il prestigioso Palazzo viene restituito così alla città, dopo un restauro, sapientemente combinato con soluzioni hi tech, che lo ha riportato all’originale bellezza. Le sette sale
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di cui dispone sono adatte ad ospitare ogni tipo di evento, dai convegni, ai workshop fino ai piccoli incontri organizzati all’interno di più ampi eventi scientifici e culturali. La Fondazione Life Beyond Tourism promuove il concetto di Patrimonio culturale come potenziale strumento di dialogo interculturale, con un forte messaggio: un rovesciamento del concetto di turismo, non più solo inteso come offerta di servizi e consumi, ma come viaggio consapevole che sia di impulso all’economia di un territorio e che sia in grado di promuovere una conoscenza e un apprezzamento delle diversità culturali. Ed è per questo che la Fondazione ha fatto un passo indietro rispetto all’originario progetto di trasformare il Palazzo in una struttura alberghiera e ha deciso di creare, invece, un luogo di incontro culturale: «Palazzo Coppini rappresenta fisicamente l’esito e il simbolo del pluridecennale lavoro compiuto dalla Fondazione Romualdo Del Bianco® - Life Beyond Tourism® e dalla sua rete internazionale», spiega il Presidente della Fondazione Paolo Del Bianco, «perché le relazioni umane, l’apertura all’altro, la reciproca conoscenza attraverso il patrimonio culturale e naturale, tangibile e intangibile, possano essere riconosciute come imprescindibili esigen-
ze della “Famiglia Umana”».Con il suo modello “con il patrimonio, per il patrimonio” la Fondazione ha un sistema di autofinanziamento che la rende autonoma dal mutare dei poteri e delle condizioni. Per questo sta impostando un sistema di certificazione Life Beyond Tourism dei viaggi e delle destinazioni, cioè una certificazione dei programmi di viaggio e di accoglienza capaci di introdurre alle “personalità culturali” dei luoghi, favorendo il dialogo fra culture.
UFI nel 2015 al MiCo di Milano Torna dopo 67 anni a Milano il Congresso dell’Unione mondiale delle fiere UFI - the Global Association of the Exhibition Industry. Il congresso si svolgerà nel 2015 al MiCo - Milano Congressi, il grande convention centre gestito da Fiera Milano Congressi e situato nell’area di fieramilanocity. L’UFI è nata nel 1925 a Milano per promuovere la cooperazione fra i diversi enti fieristici e rivitalizzare il settore dopo la fine della prima guerra mondiale. Oggi, ne fanno parte 325 organizzatori, 201 centri espositivi e 38 associazioni, per un totale di 625 membri di 85 Paesi, rappresentanti oltre 4.500 fiere. UFI stima che nel mondo vengano organizzate più di 30.000 manifestazioni fieristiche, che corrispondono a 103 milioni di metri quadrati netti e che richiamano 2,8 milioni di espositori diretti e 260 milioni di visitatori. La decisione di assegnare a Milano il congresso è stata presa lo scorso aprile durante la riunione del Comitato Esecutivo UFI che si è svolta a Shanghai. «La decisione relativa all’assise dell‘UFI nel 2015», commenta Corrado Peraboni, Direttore Generale di Fondazione Fiera Milano, primo Vice Presidente del capitolo europeo UFI e tra i componenti dell’ Executive Committee, «decreta ancora una volta l’importanza a livello internazionale del sistema fieristico milanese, oggetto in questi ultimi dieci anni
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di una profonda trasformazione guidata da Fondazione Fiera Milano e attuata proprio per dotare il nostro sistema Paese di un hub fieristico e congressuale in grado di competere con la sempre più agguerrita concorrenza estera».
Nuovo incarico in Hilton per Sebastian Siciliano Hilton Worldwide ha nominato Sebastian Siciliano, italo-argentino, 36 anni, una laurea in Turismo e Tour Sales Management, nuovo Business Development Manager per l’Hilton
Hans Koch nuovo presidente Ehma
Florence Metropole e l’Hilton Garden Inn Florence Novoli. «Accetto questa sfida con grande entusiasmo», ha dichiarato Siciliano, «il mio ruolo prevede, innanzitutto, il supporto strategico e commerciale alle strutture presenti su Firenze. In primo piano naturalmente l’offerta Mice, uno dei segmenti di punta di Hilton Florence Metropole, con la valorizzazione delle caratteristiche che contraddistinguono l’hotel, tra le quali la posizione strategica, l’ampio parcheggio gratuito e la possibilità di ospitare fino a 1000 delegati». Sebastian Siciliano sarà, inoltre, responsabile dell’ideazione e implementazione delle strategie commerciali e di revenue management degli altri asset dei due hotel: il business travel e il leisure. In passato, Siciliano ha ricoperto incarichi importanti in prestigiosi hotel a
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Hans Koch è stato nominato nuovo presidente Ehma, durante l’ultimo general meeting dell’Associazione svoltosi all’Hotel Principe di Savoia di Milano. 62 anni, svizzero di Lucerna, Hans Koch, subito dopo gli studi in hotel management, ha iniziato a lavorare in strutture svizzere, ma presto si è trasferito in Asia ed ha maturato esperienze prima all’Hilton e poi al Peninsula di Hong Kong. Nel 1983 si è trasferito a Tokyo, per l’apertura dell’Hilton, nella posizione di Food & Beverage Manager, ed è stato quindi promosso ad Executive Assistant Manager all’Hilton Tokyo Bay. Dopo un breve intermezzo nel 1991 come General Manager ad interim all’Hilton di Zurigo, Koch ritorna in Asia come General Manager all’Hilton di Shanghai, vincitore del premio Hilton International “Hotel of the Year 1993”. Dal 1995 al 1998 Koch diventa General Manager dell’Hilton di Osaka. Nel 1999 continua l’ascesa della sua carriera in India come Vice President & General Manager dello Sheraton Mumbai del Gruppo ITC Hotels/Welcomgroup. Nel 2001 Koch ritorna in Svizzera per dirigere il Grand Hotels Bad Ragaz - Health, Spa & Golf Resort. Dal 2004 al 2007 è alle Mauritius come General Manager del Taj Exotica Resort & Spa. Nel 2007 Koch torna in Svizzera come General Manager del Palace di Lucerna, prestigioso boutique hotel 5 stelle con Spa e tre ristoranti di cui uno insignito di 1 Stella Michelin. Attualmente è Delegato Nazionale del Chapter Ehma Svizzera e CEO del centro culturale e congressuale KKL di Lucerna. Il nuovo Executive Committee, presieduto da Hans Koch, è composto da Kurt Dohnal (First Vice President), Manuel Otero Alvarado (Second Vice President) e Johanna Fragano (EHMA Treasurer). www.ehma.com. Nella foto (da sin.) Hans Koch con il gm del Principe di Savoia di Milano Ezio Indiani.
Miami, negli Stati Uniti e a Barcellona, in Spagna. Negli ultimi quattro anni è stato Conference & Events Sales Manager all’Hilton Molino Stucky Venice.
Jill Mathis e Valerio Tedeschi in mostra allo Splendid di Baveno Fino al 30 settembre nella galleria dell’Hotel Splendid di Baveno sarà visitabile la mostra promossa da
Zacchera Hotels Art Divison, dedicata a Valerio Tedeschi e Jill Mathis. I due artisti, esprimono la loro arte attraverso canali diversi: la scultura e la fotografia. Tedeschi, classe 1958 di Verbania, risiede e lavora a Mergozzo sul Lago Maggiore. Dopo aver frequentato il liceo artistico di Novara, si trasferisce nel 1979 a Londra, dove svolge attività di musicista jazz. Dal 1988 frequenta i laboratori di scultura di
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SAI L’ULTIMA? Arte e gusto all’Hilton Molino Stucky
Carrara. Artista di raro talento ha partecipato a numerose mostre ed è presente in collezioni private e museali. Jill Mathis, moglie di Valerio Tedeschi, nasce a Sant’Antonio (Texas), dove studia fotografia presso l’università del Texas a San Antonio e Austin. Dopo cinque anni a New York, quattro dei quali come assistente di Ralph Gibson, si trasferisce in Italia dove conosce Tedeschi. Jill attualmente è impegnata in uno studio di ritratti sull’etimologia.
L’Hilton Molino Stucky Venice, moderno capolavoro veneziano, considerato uno dei simboli più affascinanti di architettura industriale, rinnova anche quest’anno il suo forte legame con l’arte con due iniziative: il pacchetto speciale Biennale, che include i biglietti d’ingresso dell’Esposizione Internazionale d’Arte Biennale (dal 1 giugno fino al 24 novembre 2013) che quest’anno vedrà la presenza di 150 artisti provenienti da 37
Vacanze e incentive stellati al Green Park Resort Splendido esempio di recupero architettonico, tra il mare cristallino e il verde di Tirrenia, il Green Park Resort è un hotel business oriented in posizione strategica, a 13 chilometri dall’autostrada e dall’aeroporto di Pisa, e a 10 dalla stazione. L’hotel dispone di 148 camere ultraconfortevoli e con connessione wi-fi, sale meeting da 10 a 570 posti, una ristorazione d’eccellenza, un centro benessere e un parcheggio. Per le aziende l’hotel ha ideato un conveniente pacchetto valido fino a settembre (per un massimo di 50 partecipanti). Si può scegliere tra una sistemazione in camera doppia uso singola (a partire da 89 euro al giorno a persona) e in camera doppia (a partire da 119 euro) che include: cena gastronomica al ristorante 1 stella Michelin “Lunasia” (a partire da 65 euro a persona) e un’ampia scelta di attività di team building come la regata dal porto di Rosignano “Cala dei Medici”, un percorso benessere nella spa, attività al “Laboratorio Burlamacco” nella cittadella del carnevale di Viareggio, caccia al tesoro all’interno delle mura di Lucca. Info: tel. 0503135711, events@greenparkresort.com
A Casina di Poggio ogni evento è possibile Casina di Poggio della Rota è una residenza dallo stile architettonico particolare, capace di armonizzare
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nazioni, e Art@Hilton, un ciclo di mostre che si alterneranno durante tutto l’anno su base bimestrale, negli ampi e versatili spazi comuni, luoghi ideali per esposizioni ed occasioni di aggregazione. La prossima mostra, in calendario dal 24 Maggio al 28 Luglio, sarà dedicata all’artista Monica Marioni, che esporrà una selezione delle sue opere più famose. In particolare, il pacchetto Biennale include, oltre ai 2 biglietti d’ingresso per la manifestazione, soggiorno minimo di due notti per due persone, buffet breakfast, a partire da 214 euro per camera a notte. venice.info@hilton.com oppure telefonare al 041 2723508.
Piazzetta Nutella: una sorpresa Hilton per i golosi Nutella e Hilton hanno deciso di dare vita ad uno spazio gourmet dedicato a tutti i golosi. A partire dallo scorso maggio e per i prossimi due anni in uno dei campielli dell’Hilton Molino Stucky Venice, sarà presente Piazzetta Nutella, uno spazio gourmet con proposte, tutte a base di Nutella, come gelati, mousse, frappé, torte, brownies, cheesecake, muffin, crème brulée, crêpes, zuccotti. Alessandro Cabella, general manager dell’Hilton Molino Stucky Venice, annuncia con grande soddisfazione la partnership: «è un piacere e un privilegio associare il nostro hotel a una realtà così prestigiosa come la Ferrero che, come il Gruppo che ho l’onore di rappresentare, ha posto alla base della propria filosofia aziendale la qualità e il benessere, di cui Nutella e Hilton sono da sempre ambasciatori in tutto il mondo».
in modo originale l’antico con il moderno. Location esclusiva per meeting, congressi ed eventi, si trova a soli 30 minuti da Roma e Viterbo, immersa nel verde dei 10 ettari di terreno, in una posizione panoramica in cima alla collina, a metà
strada tra i laghi di Vico e Bracciano. L’eleganza neutra della Villa la rende ideale per qualsiasi tipo di evento, aziendale o privato. L’ampiezza degli spazi interni è senz’altro uno dei suoi punti di forza, insieme al meraviglioso giardino con
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Ospitalità italiana premia l’hotel Villa Michelangelo di Arcugnano A soli pochi mesi dalla conclusione di un importante progetto di restauro, la prestigiosa certificazione Ospitalità Italiana, promossa dalle Camere di Commercio per valutare l’offerta ricettiva e ristorativa di qualità in Italia, ha assegnato il marchio 2013 all’Hotel Villa Michelangelo di Arcugnano, località nei pressi di Vicenza. Il premio all’hotel è stato consegnato al neo direttore, Michele Citton, dal Presidente della Camera di Commercio di Venezia, Vittorio Mincato. Così Michele Citton ha commentato la premiazione: « è un grande riconoscimento per l’Hotel Villa Michelangelo, e in qualità di nuovo direttore al primo mese di incarico, è anche una meravigliosa testimonianza della qualità e del calibro della struttura». Alla cerimonia di premiazione, che si è svolta il 29 aprile scorso presso la Camera di Commercio di Vicenza, hanno preso parte il Direttore Relazioni Enti e Amministrazioni Piero Zagara, il Presidente del Consorzio “Vicenza è” Dino Secco, e Marino Finozzi, Assessore Regionale al Turismo, Commercio Estero e Internazionalizzazione. L’Hotel Villa Michelangelo, nato nel Settecento come villa nobiliare di vacanza, gode di uno scenario naturale unico. Immerso nella pace e nel silenzio del paesaggio collinare di Arcugnano, a pochi minuti dal centro di Vicenza, l’albergo offre 52 camere e suites finemente arredate dall’atmosfera calda e accogliente. Circondato da un parco privato, che comprende campo da golf e piscina, è il luogo ideale per una fuga dalla città. L’Hotel fa parte del gruppo italiano Royal Demeure, che comprende anche l’Hotel d’Inghilterra e la Residenza di Ripetta a Roma, l’Hotel Beverly Hills Rome, l’Helvetia & Bristol di Firenze e il Grand Hotel Continental di Siena. Info reservation.michelangelo@royaldemeure.com.
piscina, alla romantica piazzetta con fontana e ad una terrazza con ulivi secolari. I catering, esterni, effettuano banqueting e sono attentamente selezionati tra i migliori sul mercato, offrendo la possibilità di studiare il menù più adatto alle proprie esigenze. Le molteplici ambientazioni, sia interne che esterne della location, possono essere utilizzate per dare movimento all’evento: pranzo o cena all’interno (salone interamente vetrato sul
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giardino e sulla piscina), oppure all’aperto (giardino a bordo piscina, all’ombra degli ulivi sulla terrazza panoramica o nella piazzetta con fontana). A seconda delle esigenze, è possibile prenotare la villa in esclusiva per l’intera giornata dell’evento. Casina di Poggio della Rota offre inoltre un servizio unico tra Roma e Viterbo: il rito civile ufficiale. La cerimonia è proposta ai residenti in tutta Italia ed all’estero. Casina propone infine il Con-
tempo Wedding, cioè una formula di ricevimento abbinata al Rito Civile ufficiale in villa, al Rito Religioso nella chiesetta antistante la villa o in una delle numerose chiese dei dintorni, con soluzioni dinamiche all’insegna della semplicità e della raffinatezza, e un occhio attento ai costi senza per questo rinunciare all’eleganza. La caratteristica principale del Contempo Wedding è la possibilità di creare un matrimonio su misura, ideato nei dettagli in base alle esigenze dei futuri sposi, con professionisti selezionati da Casina o dalla coppia stessa. Per informazioni: Casina di Poggio della Rota, www.casinadipoggiodellarota.it.
Louvre Hotels Group sbarca in Algeria Louvre Hotels Group – presente in Africa dal 1991 – apre i primi suoi due alberghi in Algeria, nella città di Annaba. L’annuncio fa parte della strategia del gruppo, che intende raddoppiare il numero di alberghi in Africa entro il 2017, proponendo ad altre strutture di operare sotto il proprio nome, in tutte le più importanti regioni e città. Gli alberghi appena inaugurati sono il Golden Tulip Hotel Sabri (4 stelle con 224 camere con vista sul Mediterraneo) e il Tulip Inn Hotel Rym El Djamil (3 stelle con 76 camere con vista sulla baia di Annaba). Entro il 2013, il gruppo intende aprire altri due alberghi, a Oran e a Skidda, e, nel 2014, uno ad Algeri. Ad oggi il Louvre Hotels Group è presente in sei paesi Africani: Marocco, Algeria, Tunisia, Tanzania, Ghana, Nigeria. Da quando ha acquisito il Golden Tulip nel 2009, Louvre Hotels Group è diventato il gruppo più importante dell’industria alberghiera del continente africano, con 33 alberghi. Lo scorso febbraio, il gruppo ha annunciato un accordo di collaborazione con la compagnia marocchina Ynna Holding: il contratto di otto anni, rinnovabile, copre la gestione e la commercializzazione della catena di Hotel Ryad
SAI L’ULTIMA?
Mogador e la divisione turismo e servizi della Ynna Holding. Grazie a questa collaborazione, la catena Ryad Mogador, con venti alberghi e 3000 camere, diventerà “Mogador Hotel by” Tulip inn, Golden Tulip, o Royal Tulip, a seconda della singola realtà. Il gruppo è pronto ad aprire nuovi alberghi anche nell’Africa francofona (Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Senegal, Camerun, Gabon e Conarky nella Guinea), così come nell’Africa orientale e sub-sahariana (Kenya, Rwanda, la Repubblica Democratica del Congo e l’Etiopia).
Un cast stellato di chef donne al San Pietro
Un piccolo paradiso a Capo Rizzuto All’interno dell’area marina protetta di Capo Rizzuto (la più grande d’Italia, con 15mila ettari di verde) in un tratto di costa armoniosamente preservato della Calabria, sorge il Praia Art Resort: un piccolo gioiello dell’ospitalità immerso in un giardino sub tropicale, con 12 camere, molte delle quali con patio e terrazze, e un ristorante gourmet, il Pietramare Natural Food dove vivere un’esperienza di gusto ad alto livello. Riparata da pini marittimi e ad appena 10 metri dalla spiaggia, c’è anche una bella piscina, a bordo della quale ci si rinfresca nei caldi pomeriggi estivi con il canto delle cicale come colonna sonora. Un soggiorno al Praia Art Resort è anche l’occasione per visitare la zona archeologica di Hera Lacinia e il museo civico di Crotone che custodisce alcuni tra i ritrovamenti più preziosi della Magna Grecia. Meritano, inoltre, una visita Le Castella, con il magnifico maniero aragonese sull’acqua, i musei delle tradizioni popolari e la vicina Sila. Per raggiungere le destinazioni, c’è il servizio navetta dell’hotel. Info: tel. 09621902890; info@praiaartresort.com; www.praiaartresort.com.
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Il San Pietro di Positano, per il terzo anno consecutivo rinnova il suo impegno a favore del reparto TIN, Terapia Intensiva Neonatale, dell’Ospedale Santobono di Napoli. Impegno che, lo scorso anno, ha permesso di raggiungere la cifra di 32.450 euro interamente devoluta all’acquisto di macchinari per il reparto TIN dell’ospedale campano. Da luglio ad agosto, per promuovere la raccolta fondi, al ristorante a mare del cinque stelle, cucineranno tre grandi chef donne: Marianna Vitale, 1 stella Michelin, del ristorante Sud di Quarto a Napoli, Vittoria Aiello, 2 stelle Michelin, della Torre del Saracino di Vico Equense e Angela Tinari, 1 stella Michelin, del ristorante Villa Maiella di Guardiagrele, Chieti. Le cene avranno un prezzo fisso di 150 euro a persona e l’intero ricavato sarà devoluto all’Ospedale Santobono di Napoli.
Napoli, da oggi più vicino all’Oriente In un’ottica di trasporto integrato, si fonde la tratta ferroviaria di Napoli, già operata da NTV, a quella aerea dei voli intercontinentali di Cathay Pacific Airways in partenza da Roma Fiumicino verso Hong Kong, la “Porta d’Oriente”, nonché hub strategico di Cathay Pacific Airways. Già a partire da questo
SAI L’ULTIMA? SuperTo: la Toscana proposta all’estero da operatori toscani Nato da un percorso formativo promosso un anno fa da Toscana Promozione, SuperTO è un network di “Travel Experience Professionist” nato con l’obiettivo di sviluppare un nuovo prodotto turistico in partnership con l’intera filiera di fornitori di servizi per il settore. L’obiettivo? «Formare gli imprenditori sul turismo esperienziale, così da garantire al viaggiatore un’offerta qualificata e adatta ad ogni esigenza, sia in termini di interessi che di costo. Lontano, dunque, da quel turismo di massa che non lascia nulla sul territorio», commenta Cristina Scaletti (foto), assessore alla cultura, commercio e turismo della Regione Toscana. Sei i concept esperienziali sviluppati da SuperTO, vere e proprie esperienze di viaggio in cui gli attori protagonisti, i viaggiatori, sono immersi in uno screenplay supportato da un adeguato storytelling: Naturalia, Massive Art Storm, To Be Cool, The Grand Tour Of Europe, The Moments You Deserve, Educational Travel, ciascun concept ha la sua “sceneggiatura di viaggio” che esce dalle rotte tradizionali del turismo di massa. «In tutte le fasi di elaborazione del progetto, dallo scouting alla formazione degli operatori di filiera coinvolti, abbiamo fatto atto di umiltà per cercare di andare oltre il concetto che il prodotto turistico Toscana, e Italia in generale, funzioni da sé e solo grazie al suo territorio ed eccellenze» afferma Pia Carminelli, direttore generale del SuperTO, che spiega: «per avere successo sui mercati internazionali è necessario offrire qualcosa di innovativo rispetto agli itinerari classici e customizzare il prodotto turistico anche in base alle diverse esigenze dei mercati target, informando e formando tutti gli attori co-protagonisti della filiera di erogazione e distribuzione del prodotto turistico della filosofia cosiddetta di “cinematografia del viaggio esperienziale». L’affiliazione degli operatori a SuperTO avviene attraverso il pagamento di una fee d’ingresso che garantisce agli associati la certezza di essere sempre in contatto tra loro, di poter contare sul supporto e la supervisione del Super TO e sulla forza del suo brand.
mese, i viaggiatori in partenza per Hong Kong e per le numerose destinazioni asiatiche del network di Cathay Pacific, possono usufruire di un circuito completo di servizi che agevolano l’avvicinamento a Roma Fiumicino. Nello specifico, Cathay Pacific offre un transfer gratuito sui treni ad alta velocità Italo per i propri passeggeri in partenza dalla stazione ferroviaria di Napoli Centrale fino a quella di Roma Tiburtina. Qui i passeggeri, a seconda della classe di volo, troveranno ad attenderli un’auto con conducente o un comodo minivan che li accompagnerà fino all’aeroporto internazionale di Roma Fiumicino. «La partnership con Ca-
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thay Pacific Airways ha dato subito ottimi risultati in Emilia Romagna e Toscana relativamente al traffico aereo su Malpensa», ha dichiarato Edmondo Boscoscuro, responsabile vendite di Ntv, «offrire ai viaggiatori, nostri e di Cathay Pacific, un servizio di mobilità integrata di altissima qualità e a costo zero ha riscosso un grande successo. Per questo, è stato naturale allargare la collaborazione anche alla Campania per i viaggi intercontinentali da/per Fiumicino».
Melomania a Bagni di Pisa Palace & Spa Il resort termale Bagni di Pisa Palace & Spa, in occasione dell’ottava
edizione del Teatro del Silenzio a Lajatico (Pisa), che vede protagonista il 13 luglio Andrea Bocelli propone dall’11 al 16 luglio, a partire da 292 euro a persona il pacchetto “Concerto Boccelli & Spa” che include: 2 pernottamenti in camera doppia, colazione a buffet con angolo di prodotti bio, cena al ristorante dei Lorena a base di prodotti tipici del territorio, aperitivo light prima del concerto a la Sala Shelley, seduta nell’Hammam del Granduca, accesso alle piscine termali con consulenza del medico tutor. Sempre in musica è il pacchetto Opera & Spa (valido per i mesi di luglio e agosto) pensato per la 59esima edizione del Festival Pucciniano (www.puccinifestival.it) che unisce alla lirica la remise en forme. L’offerta a partire da 484 euro a persona comprende: 2 pernottamenti in camera doppia, colazione a buffet, welcome drink, un biglietto per un’opera della 59° edizione del Festival Pucciniano, scrub corpo ai sali marini, massaggio rilassante, accesso alle piscine termali e consulenza medica. Nella foto la facciata di Bagni di Pisa Palace & Spa. Info: tel. 05088501; www.bagnidipisa.com.
Tutta la Francia in tasca Non è sempre facile destreggiarsi fra guide, mappe e opuscoli durante un viaggio in Francia. Occorre trovare il documento più adatto, andare alla pagina giusta e, a volte, completare le informazioni incrociandole con quelle di un’altra fonte e ripetere l’operazione per ogni luogo visitato. La guida France-Voyage.com offre una soluzione semplice e completa che faciliterà la vita di chi si trova in viaggio. L’unica cosa da fare è accedere a http://m.france-voyage.com/it dal proprio cellulare. Localizzando automaticamente la posizione geografica dell’utente, la guida presenta in modo dettagliato e illustrato i luoghi d’interesse turistico che si trovano nei dintorni, fornisce idee per possibili escursioni e indica le
SAI L’ULTIMA?
Swan Tour fa tris... Si è concluso ad aprile con successo il tris di Convention organizzato da Swan Tour. 500 agenti di viaggio coinvolti in un mese. Il programma, tutto dedicato agli agenti di viaggio, ha esordito con la prima Convention “Tra Dune e Coralli” che si è svolta al Laguna Vista Swan Club di Sharm el Sheikh e che ha ospitato circa 250 agenti di viaggio da numerose regioni con volo da Roma e Milano. Gli ospiti hanno avuto modo di visitare anche il Laguna Garden Swan Club, il Melia Sharm Swan Club e altre strutture commercializzate dal tour operator nella località. Subito a seguire, Swan Tour ha inaugurato, con 150 agenti di viaggio del Centro Sud, la novità sul Mediterra-
attività disponibili per il tempo libero, così come tutti i servizi utili: mappe interattive, previsioni meteo, ristoranti e strutture ricettive. Chi possiede un iPhone o uno smartphone Android potrà anche visualizzare i luoghi interessanti dei dintorni tramite la realtà aumentata, che sovrappone i siti selezionati all’immagine della fotocamera del dispositivo. L’intera guida mobile proposta da France-Voyage.com si aggiorna in base al posizionamento della persona in viaggio, il che permette di percorrere tutto il paese con una sola interfaccia coerente in formato tascabile. Anche chi ama preparare le pro-
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neo Egiziano, il Ghazala Regency Swan Club, con la seconda Convention “Tra Oasi e Mare”. Nell’occasione gli ospiti hanno potuto visitare, oltre al Carols Swan Club di Marsa Matrouh, anche il sacrario italiano di El Alamein, le Piramidi al Cairo, nonché chiudere il soggiorno con una visita ad Alessandria e alla sua famosa biblioteca. Il mese dedicato alle Convention si è concluso con un terzo appuntamento, quest’ultimo tutto dedicato ai colleghi del Nord Italia, con 125 agenzie tra Emila Romagna, Lombardia Veneto e Trentino, “Tra Palme e Deserti” che si è svolto al Carols Swan Club di Marsa Matrouh. Nella foto il Carlos Swan Club di Marsa Matrouh.
prie vacanze in anticipo può crearsi un itinerario su misura prima della partenza accedendo al sito di France-Voyage.com dal proprio computer. Potrà quindi ritrovare ogni tappa sul proprio cellulare giorno per giorno e in maniera personalizzata.
Nuovo Golden Tulip a Aix-les-Bains Louvre Hotels Group ha recentemente annunciato l’apertura del Golden Tulip Hotel a Aix-les-Bains, il decimo albergo del gruppo in Francia e il numero 230 nel mondo. Ex Radisson Blu, l’albergo, certificato da Green Key, sarà sottoposto
a una vasta ristrutturazione di tutte le stanze e degli spazi comuni, rimanendo comunque aperto per tutta la durata dei lavori. Situato su Avenue Charles de Gaulle, nel centro della città, vicino alla stazione del treno ad alta velocità e al casinò, l’albergo offre 102 stanze, un centro relax di 600, un ristorante e uno spazio, illuminato naturalmente, per meeting ed eventi privati di 500 metri quadrati. L’apertura dell’albergo a Aix-les-Bains rafforzerà ulteriormente la strategia nazionale di sviluppo annunciata dal marchio Golden Tulip che prevede, entro il 2015, l’apertura di nuove 50 strutture in Francia.
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SAI L’ULTIMA?
Apre Room Mate Luca a due passi da San Marco Room Mate Hotels, la catena spagnola di hotel di design fondata e guidata da Kike Sarasola e approdata a Firenze lo scorso marzo, apre ufficialmente Room Mate Luca. Ospitato in un palazzo neoclassico del 1865, a due passi da Piazza San Marco e dal David di Michelangelo, Luca offre 53 camere all’interno di un ambiente elegante e confortevole. Tutte le stanze sono dotate di Wi-Fi, schermo piatto con TV via cavo e satellitare e vetri insonorizzati. Il concept di ospitalità che propone si ispira a una cordialità friendly capace di far sentire l’ospite a casa di un caro amico.
Langhiparma, un’eccellenza made in Italy L’esportazione dei prodotti del classico made in Italy (design, alimentari, moda ecc,) e il turismo culturale ed enogastromico anche nel 2012 hanno registrato indici positivi. Si tratta di percentuali di crescita ormai molto modeste ma che confermano la forza attrattiva che il nostro Paese è in grado di esercitare verso il mercato internazionale del turismo di livello medio e medio alto. A dimostrazione che alta artigianalità e bellezza funzionano sempre, negli ultimi anni, sono nate nuove imprenditorialità come Langhiparma, il primo network multicanale italiano di ristobotteghe di arte norcina, dedicate a valorizzare queste eccellenze, in particolare quelle del quadrilatero di Langhirano, Parma, Modena e Reggio Emilia, «Le specialità – dichiara Alberto Isi, fondatore, insieme a Sonia Verri, dell’azienda – provengono dalla regione Emilia-Romagna, la prima in Italia e in Europa per il numero di prodotti Dop, ben 33, da un ristretto gruppo di fornitori che seguo personalmente in modo da portare nei negozi il meglio del territorio, con il nostro brand e a prezzi accessibili». Il 27 marzo nella ristobottega di Mozzate (Co), Alberto Isi, che è tra l’altro, noto ristora-
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Quest’anno il “big event” si fa al Pala Forte Il Forte Village Santa di Margherita di Pula presenta la novità più entusiasmante della stagione 2013, il magnifico Pala Forte, modernissima tensostruttura ad alto contenuto tecnologico, accurata negli allestimenti, versatile e veloce nell’interpretare ogni esigenza: da una magnifica convention a un lancio di prodotto con scenografie su misura e di altissimo livello. Allestito nel cuore della frizzante Leisure Land, il Pala Forte esprime al meglio la personalità del Forte Village, che si riconferma come punto di riferimento nel mondo dei meeting & incentive. Ogni evento si avvale della “ospitalità made in Italy” del Forte Village e di tutti i servizi e dello stile di una struttura d’eccellenza. La struttura del Pala Forte, personalizzabile fin dalla copertura (bianca, nera o trasparente), misura più di 2000 mq, è dotata di aria condizionata e della più sofisticata tecnologia, e può ospitare fino a 2000 persone nell’allestimento a teatro, e 1500 per una meravigliosa cena. A disposizione di ogni evento un ufficio tecnico specializzato in grado di evadere le richieste più esigenti, provvedendo ad esempio all’allestimento di scenografici palchi con cabina regia o procurando innovativi sistemi di proiezione.
tore ed esperto in norcineria, e Sonia Verri, specializzata in marketing e comunicazione, hanno festeggiato il lancio ufficiale del brand, con una serata e una cena alla quale ha partecipato il tenore verdiano Marco Berti, testimonial di Langhiparma. Nelle 3 Ristobotteghe – che diventeranno 4 con l’apertura di Varese- si vende, si compra, si beve, si mangia e ci si intrattiene a tutte le ore, tutti i giorni, secondo una multicanalità altamente produttiva. Le specialità vengono in gran parte vendute a peso, così da offrire ai clienti sia al banco che al tavolo, da consumare o da asportare, un food di elevata qualità ma a prezzi accessibili. Due i fattori di business: un franchising di nuova generazione basato su un modello ad alta efficienza, che si avvale di un software di controllo in grado di razionalizzare tempi e costi, e di garantire totale tracciabilità, con un’unica gestione di cassa sia per le vendite che per la ristorazione. Il secondo elemen-
to riguarda il rientro dall’investimento poiché il partner – al quale viene richiesto un investimento di 250 milioni di euro – riceve un negozio chiavi in mano, completo di tutto, che può contare su un break even già al primo mese di apertura. Le Ristobotteghe Langhiparma sono a Gargnano (BS) Riviera dei Limoni, Lomazzo (CO), Seregno (MB) e Varese, pieno centro, Via Vetera 2, aperti lo scorso mese. Da maggio opera inoltre la nuova piattaforma logistica e direzionale a Limido Comasco (CO). Nella foto Sonia Verri e Alberto Isi. ■
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AERONEWS
Notizie dal mondo Emirates www.emirates.com
Emirates e JetBlue espandono la loro partnership
La Compagnia aerea di Dubai e la squadra vincitrice della Ligue 1 2012/2013, il Paris Saint-Germain, hanno siglato un nuovo accordo di collaborazione che prevede il prolungamento della sponsorizzazione del Club fino alla fine della stagione 2018/2019. L’annuncio è stato dato lo scorso mese da Thierry Antinori (nella foto a destra), Emirates Executive Vice President Passenger Sales Worldwide e da Nasser Al-Khelaïfi (nella foto a sin), Presidente del Paris Saint Germain durante una conferenza stampa tenutasi al Parc des Princes Stadium di Parigi. La sponsorship consentirà alla compagnia aerea di estendere ulteriormente la presenza del proprio marchio in Francia e nelle tante altre nazioni che in cui è presente.
Nuovi premi Quest’anno Emirates si è portato a casa anche l’award “Cargo Operator of the Year Award”. Il riconoscimento premia i benefici che la divisione merci della Compagnia porta ai consumatori utilizzando la tecnologia e-cargo e provvedendo ad una moltitudine di soluzioni di qualità, con un incessante focus sul miglioramento dei servizi. «Emirates SkyCargo è il primo vettore ad aver implementato le spedizioni con l’ElectronicAir Waybill (e-AWB) in conformità agli standard eAWB» ha voluto sottolineare, ritirando il premio, Jassim Saif, Vice President Cargo Commercial UAE Sales di Emirates. E un altro riconoscimento a Sky Cargo arriva anche dall’AFSCA (Asian Freight & Supply Chain Awards) con l’assegnazione del titolo “Best Air Cargo Carrier Middle East Award ”, per le innovazioni apportate nella logistica aerea locale.
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JetBlue Airways, l’ Hometown Airline™ di New York, e Emirates, espanderanno la loro attuale partnership in favore di un codeshare bilaterale, sottoposto all’approvazione della FAA (Federal Aviation Administration) e del DOT (Department of Transportation) e soggetto al parere delle autorità governative straniere. Nell’accordo di espansione, JetBlue metterà il suo codice “B6” su tutti i voli attualmente effettuati da Emirates tra gli USA e l’aeroporto internazionale di Dubai, oltre che su quello tra New York e Milano. L’attuale codeshare offerto da Emirates sui voli JetBlue include 28 destinazioni tra cui Boston, Chicago, Orlando e Porto Rico alle quali si sono aggiunte in primavera anche Bridgetown, Barbados, Cancun, Messico, Montego Bay, Jamaica e Santo Domingo, Santiago e Punta Cana, nella Repubblica Dominicana. Con l’accordo esistente, i clienti potranno usufruire di un solo biglietto per i voli di entrambe le Compagnie, più altri vantaggi come uno sportello per il check in dedicato e il trasferimento bagaglio.
L’ispirazione per viaggi globali Con il nuovo servizio “Inspire Me”, disponibile su www.emirates.it, i passeggeri potranno personalizzare i loro viaggi grazie a questo servizio dedicato. Sia che si tratti di una vacanza da soli, di un viaggio in famiglia o con un gruppo di amici, l’applicazione Inspire Me può soddisfare qualsiasi bisogno del turista – dai resort sulle spiagge alle gite culturali, dallo shopping sfrenato a fughe nella natura. Oltre ad aiutare le persone a scegliere la vacanza perfetta, Inspire Me fornisce ulteriori dettagli su ogni destinazione suggerita compresi i voli, il prezzo, la data, la nazione, il clima e il tempo di viaggio. Le informazioni sulle mete comprendono anche attività consigliate ed informazioni sulle abitudini locali, consentendo ai passeggeri di scoprire nuovi posti, non presi in considerazione precedentemente.
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AERONEWS
AIR CANADA una storia di eccellenza Con una flotta di 355 velivoli che servono circa 177 destinazioni, la compagnia di bandiera privata del Canada continua sulla rotta del successo, puntando sul servizio ri servizi aerei dedicati ai frequent e business traveller. «Il servizio a bordo è curato nei minimi dettagli, in particolare la ristorazione», dice il direttore generale per l’Italia, Umberto Solimeno, «i passeggeri della Premium/First Class hanno a disposizione spazi ampi e poltrone che si trasformano in veri e propri letti di oltre 2 metri, schermi TV al plasma di 17 cm e menù con 4 primi e 4 secondi. Ma non mancano i comfort neanche in classe economy, come per esempio i grandi schermi LCD». Altri punti di forza della Compagnia sono la regolarità del servizio, intorno al 99.8% e la puntualità, oltre l’87%. Anche l’offerta dei prezzi – sottoli-
Ha raggiunto felicemente 75 anni di attività e prosegue forte in un mercato dove l’aviazione commerciale attraversa un momento difficile, sicura del proprio know- how e del proprio staff qualificato e fidelizzato. Parliamo di Air Canada, la compagnia di bandiera privata del Canada. Un caso di successo tra i pochi che possano vantare una gestione oculata rivolta al servizio e ai profitti. In uno stato grande oltre 33 volte l’Italia con solo 33 milioni di abitanti, Air Canada gestisce una flotta aerea di 355 velivoli che servono circa 177 destinazioni verso cinque continenti e un operativo giornaliero di oltre 2.500 voli e 27.000 dipendenti nel mondo. Solo lo scorso anno la compagnia ha raggiunto 35 milioni di passeggeri e un fatturato di oltre 15 miliardi di dollari canadesi. Grazie ai rapporti ormai storici tra Italia e Canada i collegamenti aerei tra i due paesi hanno consentito un crescente operativo di voli diretti da due destinazioni chiave in Italia: Roma Fiumicino per Montreal e Toronto che serve il territorio del Centro Sud Italia e da Venezia per Toronto che serve il territorio economico industriale del Nord Italia. Dai due hub, i passeggeri possono raggiungere circa 54 destinazioni negli Stati Uniti, oltre 22 nei Caraibi ed altre destinazioni ancora in centro e sud America, in coincidenza con i voli in arrivo dall’Italia. Serietà, servizio e attenzioni rivolte ai suoi passeggeri hanno procurato a Air Canada riconoscimenti importanti tra cui quello di “Migliore compagnia aerea del Nord America” e conferito dalla rivista Skytracks, per i miglio-
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nea Solimeno – è molto competitiva, in particolare per quanto riguarda le rotte Italia e Usa. Air Canada si posiziona infine tra le prime compagnie aeree al mondo ad adottare il biocarburante per la sua nuova flotta di Dreamliner B787 di cui ne ha in ordine 37. Si tratta di aerei di nuovissima generazione che permettono un risparmio di carburante di oltre il 30% e una riduzione dell’impatto sonoro di circa il 70%. ■
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LE LOCATION DI MM
Hotel Corte Valier di Lazise La primavera 2013 ha portato una ventata di novità: la direzione di Marco Baffoni. Con pochi, quasi impercettibili ma sostanziali interventi, il neo direttore ha impreziosito una location, che in tre anni, ha colmato una nicchia finora mancante a Lazise: il leisure di alta gamma Non è esagerato dire che Marco Baffoni (foto), il senso dell’accoglienza e l’empatia tipica romagnola li abbia nel dna. Nell’albergo di famiglia, in Romagna, dove rimane fino a diciotto anni, si guadagna, esperienza dopo esperienza, la postazione nel back office. Quindi il volo, il desiderio di libertà, di esperienze, grazie alla gestione, per conto di alcuni noti tour operator, di villaggi e resort in Italia e all’estero. La conoscenza di realtà e modelli turistici diversi nonché la possibilità di esprimersi anche in altre lingue, ampliano i suoi oriz-
zonti, senza però mai fargli dimenticare il motto dell’ospitalità romagnola“arrivano come clienti e partono come amici”. Dopo l’apertura a Porto Cervo, di un hotel di qualità, Baffoni approda sul Garda, dove dirige una struttura complessa, a Costermano (1000 posti letto, 600 per la ristorazione) per cimentarsi, successivamente nello start up di un hotel nel territorio bresciano. Ormai è fatta, la formazione a tutto tondo gli permette di accettare la direzione dell’Hotel Corte Valier di Lazise. I mesi invernali, durante i quali l’hotel è chiuso, servono per “ripensare” la sua vision e per piccoli aggiustamenti. Decide di mantenersi fedele al concept, all’anima con la quale Corte Valier ha aperto nell’estate del 2010.
Un albergo d’eccellenza Ripensare significa farsi delle domande, ascoltare il cuore dell’Hotel, prendere confidenza e cominciare il lavoro di cesello. Gli interventi sono pochi ma decisi: si potenzia la brigata del ristorante, si crea, mixando personalità e competenze, una squadra ben affiatata. Il risultato è una cucina eccellente (a prezzi interessanti), con un ristorante gourmet à la carte, aperto anche alla clientela esterna, cu-
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LE LOCATION DI MM
rato dallo chef Alex Broch, di Rivoli Veronese, che porta innovazione nei piatti tradizionali del territorio. D’appeal anche il contesto, con i tavoli open air, protetti da eleganti vele viola, uno dei colori simbolo dell’hotel.
La novità 2013 Una delle sorprese della primavera è il gazebo estivo in legno, immerso nel giardino, con ampio plateatico di 20 tavolini, a pochi metri dalla piscina: nella bella stagione gli ospiti hanno la possibilità di pranzare, oltre che al ristorante Dome, anche all’esterno, con una ristorazione easy, fresche insalate, bruschette, caprese, pizza. Per la cena il ristorante, aperto anche per gli ospiti esterni, offre la doppia opzione, negli spazi del Dome (da 40 a 300 persone) oppure sotto le vele.
Le camere e la spa L’intervento di rinnovo ha riguardato anche le 84 camere, dotate di nuovi materassi Simmons e biancheria di qualità, per garantire freschezza, igiene e buon riposo. Anche la Wellness Laguna Spa, capolavoro di cesello (con grande piscina interna, e ampio settore wellness) è stata riorganizzata negli spazi. Altra novità: ad accogliere gli ospiti, oltre al personale specializzato, da oggi c’è anche una responsabile beauty.
Il Mice in un hotel dall’anima leisure Alle 84 camere corrisponde un interessante spazio congressuale, due sale per complessivi 190 posti, che si possono suddividere in 4 sottosale, alle quali si accede da un ampio foyer adatto per coffee break, welcome drink. Le sale hanno attrezzature di base di ultima generazione, ma c’è la possibilità di noleggiarne in aggiunta. Dal foyer si accede anche al ristorante dove – è da segnalare – si può, all’occorrenza allestire un unico tavolo imperiale per 40 persone. L’Hotel offre altri spazi, in e out door, per team building, fiere leggere, esposizioni e presentazioni di prodotto.
E per i socialite... C’è la zona bar – abbellita da un soffitto con un’illuminazione hi tech, a effetto arcobaleno – dove, la sera si può guardare la TV con schermo full hd, o ascoltare musica dal vivo. Per welcome drink e cocktail, ci sono le terrazze antistanti, veri giardini fioriti, che, grazie alla mitezza del lago, si possono godere da primavera a autunno inoltrato.
Già... il Lago di Garda Hotel Corte Valier deve molto del suo fascino alla posizione: uscendo dal cancello del giardino si è subito sul lungolago della sponda veronese che, in pochi minuti, conduce al grazioso centro di Lazise, oppure, nel giro di mezz’ora, al centro di Cisano e Bardolino. Ma lo spettacolo è assicurato anche rimanendo in albergo. Basta andare infatti in terrazza per sentirsi immersi in tutta la bellezza del lago. L.S.
Hotel Corte Valier Via della Pergolana 9 - 37017 Lazise (Verona) Tel. 0456471223 - www.cortevalier.com - info@cortevalier.com 5 2013
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LE LOCATION DI MM
Radisson Blu es. Hotel, Rome Una sintesi tra eleganza essenziale, materiali innovativi e grandi spazi, concepiti secondo un industrial chic design di spirito europeo
Il Radisson Blu es. Hotel Rome, progettato come il ponte di una nave e sospeso sui resti di una strada romana del II sec. a.C., è un hotel dal design fortemente contemporaneo, ma ben integrato nel contesto storico antico del centro della Capitale, a pochi passi dalla stazione ferroviaria di Termini e facilmente raggiungibile con la navetta di collegamento dall’Aeroporto di Fiumicino, che dista solo 32km dalla città, un luogo dove le testimonianze più antiche coabitano armoniosamente con il frenetico stile di vita contemporaneo. L’Hotel è parte del gruppo riminese JSH, una società che gestisce 15 strutture su tutto il territorio nazionale di cui tre nel Lazio, a Roma il Radisson Blu es. Hotel e il JSH Hotel Roma e a Fiano Romano, a pochi chilometri dalla città,
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l’Euro Hotel. Dispone di 232 camere di lusso, comprese 27 Suite e 14 camere per gli ospiti disabili, arredate in diversi stili, ognuna con una personalità propria inconfondibile. Ogni camera ha una parete finestra che si affaccia sul cortile o sulla strada, con vetrate alte dal pavimento al soffitto. Di notte il cortile è illuminato da luci multicolori, evocatrici di suggestive atmosfere. «Da maggio», ci conferma Pippo Savarese, Director of Sales and Marketing, «nell’ottica di un costante upgrade degli elevati standard dell’Hotel, sono a disposizione degli ospiti 110 camere di una nuova tipologia (Superior Room). Come protagonisti indiscussi di questa nuova tipologia, abbiamo voluto colori brillanti e tessuti rinnovati, interpreti di una nuova ospitalità, fatta di materiali e spazi concepiti secondo i princìpi dell’urban design». Nelle nuove Superior Room, Tv plasma 28 pollici con accesso ai canali Sky, wi-fi gratuito, ma anche tariffe perso-
LE LOCATION DI MM
nalizzate per il ristorante e il bar, e lettino per gli ospiti sulla splendida piscina dell’ultimo piano. Il Radisson Blu es. Hotel Rome gode infatti di un “Roof Top” da 1250mq con vista mozzafiato, con piscina esterna panoramica, due ristoranti, un centro benessere e un’area fitness, dove ogni settimana vengono ospitati “Roof Top aperitif” con dj set e serate a tema. Quando la giornata volge al termine, questa terrazza con la sua vista a 360° regala colori di tramonti indimenticabili per emozioni davvero uniche, che deliziano anche il palato. Al settimo piano, ecco “Sette”, un raffinato ristorante che propone deliziose pietanze dal gusto tradizionale della cucina italiana, rivisitata in chiave moderna. D’estate i pasti sono serviti in terrazza, a fianco della piscina, in uno spazio che può accogliere fino a 170 ospiti, per regalare momenti di indimenticabile suggestione. L’Hotel dispone, inoltre, una grande capacità ricettiva grazie ai suoi spazi meeting, 10 sale modernamente attrezzate ideali per accogliere eventi e incontri aziendali di ogni tipologia. La sala conferenze “XL”, con luce naturale, è situata al piano terra, in prossimità della reception. Misura 500mq, può ospitare fino a 500 delegati ed è disponibile per seminari, videoconferenze,
riunioni ed eventi speciali. Può essere divisa in tre sotto-sale: “S”, “M” e “L” da combinare fra loro a seconda del numero dei partecipanti e del set up richiesto. Al primo piano, direttamente collegato al Centro Congressi, si trova la es. Libris Lounge: 300mq per presentazioni, coffee break e ricevimenti. Al settimo piano la sala meeting “Conference Sette” può ospitare fino a 60 partecipanti ed offre una terrazza privata con vista sulla città, ideale per coffee break più concentrati. Per piccole riunioni di lavoro, l’hotel dispone di 7 “Meeting Suites” (42mq) la cui capacità massima è di 20 delegati. Sempre nell’ottica di un costante upgrade, sono stati rinnovati anche gli spazi comuni, con grande attenzione ai dettagli, come la moquette dei corridoi, il cui disegno ricorda una strada di ciottoli in pietra, o gli ascensori (5 in tutto), con una nuova pavimentazione colorata e plasma che proiettano le immagini in loop del Roof Top. Cristina Chiarotti
Radisson Blu es. Hotel, Rome Via Filippo Turati 171 - 00185 Roma Tel. 06444 841 - fax 0644341396 info.rome@radissonblu.com - ww.radissonblu.it/eshotel-roma/ 5 2013
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SERVIZI
Jewels Hotels & Resorts Collection Marchio del Gruppo LCG World, racchiude alcune perle dell’accoglienza italiana in una prestigiosa Collection
✒Giulia Broggi
Qui sopra, il giardino dell’Hotel Manin di Milano. In basso, Valeria Condorelli, responsabile sviluppo commerciale Jewels Hotels & Resorts Collection
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Nata con l’intento di assistere le strutture alberghiere lungo tutto il processo di commercializzazione, LCG World si sta affermando rapidamente sul mercato, grazie a un deciso ed ambizioso processo di crescita e sviluppo, fortemente voluto dal Chief Executive Officier e co-fondatore Gerardo S. Forestiero. L’obiettivo strategico è quello di elevare i livelli di servizio forniti agli Hotel che si affidano ad LCG World. Per realizzare tale programma sono stato sostenuti sostanziosi investimenti, sia nello sviluppo tecnologico sia nelle risorse umane, ed è stato realizzato un nuovo portale di prenotazione, potenziando considerevolmente la squadra commerciale. Ma il progetto centrale, sul quale si stanno portando avanti rapide e determinate azioni di sviluppo, è quello legato alla Collezione di proprietà di LCG World, “Jewels Hotels &
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Resorts Collection” che raggruppa “prodotti alberghieri” esclusivi ed eterogenei selezionati per l’ottima qualità dell’offerta, e per il fascino del territorio circostante, in grado di assicurare ai clienti un’accoglienza degna delle aspettative più ambiziose. Alcune delle strutture che fanno attualmente parte della collezione sono veri e propri gioielli dell’ospitalità italiana, come Terme di Saturnia Resort & SPA, Hotel Villa del Quar a Verona, Relais Todini a Todi, Grand Hotel Parker’s a Napoli, Grand Hotel Wagner a Palermo. La grande innovazione apportata dal 2013 è la creazione di una rete commerciale dedicata in grado di assicurare a tutti gli hotel della Collection risposte commerciali e promozionali adeguate alle loro esigenze, con attività di vendita personalizzate e mirate. Vista l’importanza di questo ambizioso progetto, il Direttore Generale di
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A sinistra la facciata di Terme di Saturnia Resort & SPA. Sotto il ristorante dell’Hotel Villa del Quar
LCG World, Paolo Tedeschi, ha chiamato a capo del progetto Valeria Condorelli, con il ruolo di Responsabile Sviluppo Commerciale Brand Jewels Hotels & Resorts Collection. Esperta nella commercializzazione di Hotel esclusivi, Condorelli ha maturato esperienza in importanti realtà del panorama alberghiero italiano, tra i quali gli alberghi dell’ex Turin Hotels e il Bulgari di Milano, e ha seguito, in qualità di consulente, il riposizionamento di importanti strutture di lusso italiane. Ma quali sono i vantaggi per strutture già top level di far parte di Jewels Hotels & Resorts Collection? «I privilegi della Collection» spiega Valeria Condorelli, «sono quelli di disporre di una rete vendita dedicata e di un programma di sales calls (face to face) sui principali mercati internazionali, di poter partecipare a fiere, workshop ed eventi (Mice, Leisure, Wedding, Golf, SPA) con il supporto di portali dedicati ai mercati B2C e B2B, nonché la possibilità di aderire a programmi di co-marketing personalizzati e iniziative di partnership promosse dal Gruppo. Il nostro obiettivo è sviluppare il portafoglio del network Jewels Hotels & Resorts Collection con un’azione mirata su strutture di prestigio, che vogliono allargare il loro bacino di clientela, offrendo un servizio sempre più efficace che si focalizza sulle nicchie di mercato con più alto potenziale per i nostri alberghi». Al via importanti azioni di co-marketing e sponsorship, con grandi marchi dell’editoria, del settore automobilistico e del lusso, ma non solo. «Quest’anno», conclude Valeria Condorelli, «saremo ancora più impegnati con un calendario serratissimo di partecipazione alla principali fiere e workshop di rilevan-
za nazionale e grandi eventi di settore, convinti come siamo che il successo di Jewels Hotels non risieda solo nel marketing e nella comunicazione». ■
Jewels Hotels & Resorts Collection Via Isonzo, 28/b - 00198 Roma Tel. 0696843721 - fax 0696843722 www.jewelshotels.com - info@jewelshotels.com 5 2013
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SERVIZI
cantina santadi Destinati a un mercato che sa apprezzare la qualità e l’impegno di una cooperativa di piccoli produttori attiva da 50 anni, i vini di Cantina Santadi hanno grande successo a livello internazionale
✒gianna Bellotto rosa
Il Terre Brune Carignano del Sulcis Doc Superiore è sicuramente l’etichetta di punta di una cantina che, nata 50 anni fa nella parte sud-occidentale della Sardegna, oggi ha saputo ampliare i propri orizzonti, posizionandosi sui mercati internazionali, dall’Europa all’America, dall’Australia all’Oriente, fino a Giappone e Cina. La vendemmia 2008 di questo vino, dal prezioso color rubino intenso e gusto ricco e morbido con note fruttate e speziate, è stata più volte premiata dalle maggiori guide enogastronomiche italiane: ha ricevuto i 5 Grappoli 2012 dalla guida Bibenda, il premio Tre Bicchieri 2012 del Gambero Rosso e le Tre stelle dalla guida di Veronelli 2012, per citare solo gli ultimi in ordine di tempo. Quest’anno, in occasione di Vinitaly, è stata inserita dalla rivista Gambero Rosso tra le 10 etichette italiane che sono state in grado di conquistare il mondo: prodotti non massificati, ma di elevata qualità, che sono apprezzati all’estero e serviti nei ristoranti di maggiore fama nei 5 continenti. A
fronte dei riconoscimenti ottenuti e con l’obiettivo di valorizzare una cultura del bere che vada al di là dei soli obiettivi commerciali, ma sia anche in grado di diffondere il gusto e l’abitudine a prodotti di qualità, la Cantina in questi ultimi mesi è stata impegnata in varie attività di promozione delle sue eccellenze, e in particolare proprio del Carignano. Il progetto più ampio in
questo senso è quello che l’ha vista coinvolta, con alcune altre aziende del territorio, nella creazione del Consorzio di Tutela del Carignano, con il sostegno della Regione Sardegna. La prima tappa del tour promozionale è stata New York, con la presentazione del Carignano al pubblico americano, ma ne seguiranno altre, dalla Russia ai Paesi del Sol Levante, mercati dalle enormi potenzialità, ma con un gusto ancora in via di formazione per i prodotti vinicoli. ■
Una storia che parte da lontano, ma che gUarda al fUtUro Se la Cantina Santadi oggi può estendere le proprie attività al di fuori dei confini nazionali e puntare alla crescita sui mercati esteri, il merito va alla capacità di conservare i legami con la terra in cui si trova e alla continuità con la tradizione cooperativa da cui si origina. Nata come associazione di piccoli produttori dell’area del Sulcis, si è presto trasformata in una cantina rinomata, grazie alla lungimiranza del presidente storico, Antonello Pilloni, che si è avvalso della consulenza del maggiore enologo del Novecento, Giacomo Tachis (nella foto a sin.). Oggi sono quasi 2 milioni le bottiglie, molte delle quali a Denominazione di Origine Controllata o Protetta, prodotte ogni anno, da uve che crescono nell’arco di 30 chilometri dalla Cantina.
cantina santadi Via Cagliari 78 - 09010 Santadi (Carbonia-Iglesias) Tel. 0781950127 - fax 0781950012 - info@cantinadisantadi.it - www.cantinadisantadi.it
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di Red Penugo Liberamente ispirato al questionario di Bernard Pivot rivolto agli artisti della trasmissione “Inside the Actor’s Studio”
INSIDE THE CHARACTER
Romana Petri
Segni particolari? Fosforica 24 ore su 24 La parola che ami di più? Rimembranza La parola che ti piace di meno? Intrigante La paura più grande? Le malattie Il film che non consiglieresti mai? L’attimo fuggente. È reazionario Il libro da tenere sul comodino? Il Don Chisciotte. Ma anche L’Iliade e l’Odissea Il tuo tallone d’Achille? Dire sempre la verità La prima cosa che guardi in un uomo? La bellezza L’uomo ideale? Un mix tra Charles Bronson e Alain Delon L’uomo che più ti annoia? Il seduttore Cosa ti deve dire un uomo per conquistarti? Mi deve piacere e basta Da cosa dipende la tua felicità? Dalla speranza La cosa che ami di più del tuo lavoro? Creare vite altrui La cosa di cui faresti a meno? L’automobile La persona verso la quale ti senti debitrice per quello che sei oggi? I miei genitori Il tuo rifugio? La solitudine
Quali sono le tue ricerche più frequenti su Google? Spiagge del Brasile. Alberghi in Brasile. Costo delle case in Brasile La tua sveglia? Tra le 9 e le 10 Il tuo debole? Il prosecco gelato Se potessi mettere qualcosa in una macchina del tempo e farla trovare ai tuoi discendenti tra duecento anni, cosa metteresti? C’era una volta il West di Sergio Leone Il piatto che ti riesce meglio? Gli spaghetti allo scoglio Il lavoro domestico che non ti annoia? Stendere i panni quando c’è il sole Un errore che non rifaresti? Li rifarei tutti. Altrimenti chissà cosa sarebbe di me. Poteva anche andarmi peggio La cosa più stravagante per cui hai speso dei soldi? Una cornice antica per la mia casa di Lisbona L’oggetto più prezioso che possiedi? Una vecchia stilografica Mont Blanc che era di mio padre Il vizio che non riesci a toglierti? Fumare La tua peggiore abitudine? Lavorare troppo La qualità di cui vai più fiera? L’onestà L’indumento a cui non puoi rinunciare? I blu jeans. Ne ho almeno 30 paia. Il sogno che non hai ancora realizzato? Avere di nuovo un cane. Per l’esattezza un Jack Russel che chiamerei Nando Sei invisibile. Qual è la prima cosa che fai? Cerco di tornare subito ad essere visibile Nel tuo frigorifero non può mancare... Il prosciutto di Parma Che cosa proprio non ti riesce? Essere ordinata Cosa ti annoia di più? Fare programmi La tua ispirazione? Il silenzio assoluto Il gesto più romantico che hai fatto? Mandare una lettera dentro una bottiglia
Il successo che non ti saresti mai aspettata? Avere un ottimo rapporto con mio figlio Mai più senza? Occhiali da vista Felicità è? Stare in pace Cosa ti emoziona di più? Lo sguardo dei cani Il regalo che fai più spesso? Vario sempre Un regalo che vorresti ricevere? Qualsiasi cosa, purché mi piaccia. Mai successo La tua migliore nemica? La sigaretta Vacanza in albergo 5 stelle o in sacco a pelo? Va bene anche un 2 stelle. Sacco a pelo mai Una vacanza memorabile... 35 giorni in Brasile con mio marito Diego e mio figlio Rolando. La tua serata preferita? A letto con un libro che mi piace molto. Quaderno per prendere appunti, una tazza di decaffeinato sul comodino Un vizio capitale? L’infedeltà Cosa vorresti che Dio ti dicesse una volta arrivata in paradiso? “Ciao Romanella, eccoti qui. Fatto buon viaggio?” E chi vorresti incontrare per primo? Mio padre
Editrice, traduttrice e critica letteraria, Romana Petri, è considerata una delle migliori autrici italiane contemporanee. Nel suo ultimo potente romanzo famigliare, Figli dello stesso padre (Longanesi, 16,40 euro) racconta il rapporto difficile tra Germano ed Emilio due fratelli, figli dello stesso padre, ma di due donne diverse che si rivedono dopo un lungo silenzio. Riemergeranno antichi rancori, gelosie e passioni sopite... 5 2013
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La magia
di Madrid in un weekend Per le strade, nelle piazze e negli affollatissimi tapas-bar va in scena a tutte le ore la vita effervescente e colorata della capitale spagnola. Nei musei e nei palazzi imperiali, svela il suo volto piÚ austero e regale. Con il sole o con la pioggia, le cose da fare a Madrid sono tante e tutte ad alto tasso di gradimento. Se il tempo lo consente la città va visitata a piedi: il modo migliore per scoprirla è passeggiare a
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ruota libera e lasciarsi sorprendere dallo splendore delle sue piazze, delle fontane, dei giardini e dei viali alberati. Ma per spostarsi, i 293 km di linee metropolitane coprono tutta la cittĂ e con un abbonamento di uno, due o tre giorni, si possono effettuare infiniti trasbordi a prezzo contenuto. Per chi, poi, preferisce il taxi: sono bianchi, corrono a buon prezzo, si prendono anche al volo e se ne trova
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Sontuosa, maestosa, imperiale. È la capitale di re e nobili spagnoli. Originale, cosmopolita, all’avanguardia. È la stessa città, ma vissuta nei barrios (quartieri) più divertenti e modaioli. Spunti per un fine settimana nella capitale madrilena, all’insegna dell’arte e del divertimento ✒Cristina Piccinotti
Cattedrale dell’Almudena, principale luogo di culto cattolico di Madrid e sede vescovile, nella piazza de la Armería, di fronte al Palazzo Reale. © Agustín Martínez
sempre uno disponibile, basta che la luce sul display sia verde. Tre giorni a disposizione e tante cose da vedere e da fare nella capitale.
Primo giorno Da Calle Serrano, il barrio più elegante e più chic della città, in direzione Plaza de la Indipendencia, è tutto un susse-
guirsi di scintillanti negozi d’alta moda e griffe internazionali e spagnole (da Ágatha Ruiz de la Prada a Carolina Herrera, da Loewe fino ai grandi magazzini di lusso El Corte Ingles). Camminando verso Puerta de Alcalà c’è l’ingresso al Parco de El Retiro, il più grande della capitale. Da un lato all’altro di Plaza de la Indipendencia, al civico 10, Harina (www.harinamadrid.com) è un nuovissimo, candido, 5 2013
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UN WEEKEND A...
Tutto Dalì al museo Reina Sofia Dal 23 aprile al 2 settembre Salvador Dalì in 200 opere nella grande mostra antologica dal titolo: “Dalì tutte le suggestioni poetiche e tutte le possibilità plastiche”
Mercato di San Anton, nel popolare quartiere di Chueca, oggi un luogo alla moda dove acquistare prodotti di stagione di alta qualità, passare il tempo, prendere l’aperitivo in terrazza, assaporare tapas e altre prelibatezze. © NoPhoto
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bianco-bar con panetteria e caffetteria dove il pane è sfornato dalla mattina alla sera e fatto con ingredienti naturali, cosi come la pasticceria e i centrifugati di frutta e verdura. Superato l’ingresso principale del parco, tra scalinate, fontane e aiuole fiorite, domina imperiosa sul laghetto centrale la statua di Alfonso XII. Ci vorrebbe una vacanza intera solo per vivere appieno la magia di questo luogo tanto rilassante quanto ben curato. Superato il
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Palacio de Cristal – una serra molto particolare sormontata da una cupola di vetro e usata per ospitare piante tropicali –, dopo la Estatua del Angel Caido, ecco svelarsi La Rosaleda, un vero e proprio giardino nel giardino, con una grande varietà di rose arrivate da tutta Europa. Improvvisamente il cielo si fa scuro. Quale miglior riparo del Museo del Prado (Paseo del Prado) dove, Madrid Card alla mano (www.madridcard.eu), si entra senza fare la fila. Un’abbuffata di opere d’arte dopo – tra le quali alcune di geni italiani come Mantegna, Botticelli, Raffaello – e si riprende la marcia verso Fuente de Cibeles, la gloriosa fontana dedicata alla dea greca Cibele, nell’omonima piazza tra i distretti Centro, Retiro e Salamanca. Qui le possibilità sono tornare in albergo (Hotel High President, un quattro stelle design ultramoderno in via Marqués de Villamagna, metro Serrano), o snobbare la stanchezza e buttarsi nella movida madrilegna. Buona la seconda! E allora via lungo Calle AIicalà verso Porta del Sol, passando per Gran Via fino ad arrivare a Chueca, noto per essere il quartiere gay di Madrid, ma anche il supertrendy laboratorio creativo della città, ricco di gallerie d’arte e boutique di autori e giovani stilisti, locali alla moda e spazi riqualificati. Un esempio per tutti, il rinnovato Mercato di San Anton (www.mercado-
sananton.com), oggi un tempio della tradizione culinaria spagnola e internazionale, dov’è possibile acquistare – o farsi consegnare a casa – la migliore selezione di frutta, verdura, pesce, pane, carni, salumi e formaggi in circolazione, o gustare sul posto cucina madrilena, ma anche japan, greca, catalana, naturalmente a prezzi convenienti (il pranzo, anche a base di ostriche e bollicine, non supera i 20 euro). E, al terzo piano, El Cielo de San Anton, un ristorante-salotto con terrazza dove mangiare e godersi una vista spettacolare sulle vie di Chueca.
Museo del Prado, tra le pinacoteche più importanti del mondo, ospita opere di artisti italiani, spagnoli e fiamminghi, fra cui Caravaggio, Botticelli, Goya, Mantegna, Raffaello, Rubens, Picasso, Velzquez, El Greco e molti altri. © Madrid Visitors & Convention Bureau
Secondo giorno Partenza in metropolitana dalla fermata Serrano. Direzione: Plaza de Espana. Il programma della giornata prevede la visita della parte occidentale della città. Un must da visitare in questa zona è Casa Mingo, la più antica sidreria di Madrid, un antico magazzino in cui si servono piatti tradizionali, come il pollo arrosto e le croquetas de jamon (crocchette di prosciutto) e naturalmente bicchieri di sidro (Paseo de la Florida 34). Appena fuori dal metro Plaza de Espana, ecco il Monumento a Cervantes con le statue di Don Chisciotte e Sancho Panza, sovrastato dalla Torre de Madrid (nei suoi 142 metri è la più alta di Madrid) e, accanto, 5 2013
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Sopra, la Fontana de Cibeles, dedicata alla dea greca Cibele, nell’omonima piazza tra i distretti Centro, Retiro e Salamanca. © Madrid Visitors & Convention Bureau. Sotto, lo Stadio Santiago Bernabéu, il secondo più grande della Spagna, dove gioca il Real Madrid e al cui interno si può visitare il museo dedicato alla squadra. © Madrid Visitors & Convention Bureau
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dall’Edificio de Espana (l’ottavo più alto della capitale). Da qui lungo Calle Bailèn, senza spingere troppo in là lo sguardo, ecco stagliarsi maestoso il Palacio Real in tutto il suo splendore neoclassico. Sono visitabili molti degli appartamenti reali, la farmacia e la Cattedrale de La Almudena. Storditi dalla vista di così tanta ricchezza e opulenza, all’uscita, ci si perde volentieri nel labirinto di vie e viottoli che, a spanne, condurranno a La Latina, uno dei quartieri più popolari della città, nelle cui strade medioevali ogni domenica si svolge il famoso Rastro di Madrid, un mercato popolare all’aperto. Ma per una deviazione imprevista, si arri-
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va prima nel piazzale De San Miguel dove, si trova il meraviglioso Mercato di San Miguel, l’unico a Madrid che ha mantenuto l’originale struttura in ferro degli inizi del ‘900. Sarà perché è il sabato madrileno, o perché si sta avvicinando l’ora dell’aperitivo/pranzo, fatto è che il mercato straborda di gente intenta a mangiare tapas e a bere vino in un piacevole
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chiacchiericcio dal suono internazionale. All’uscita, piantina alla mano, si arriva a Plaza Mayor – che andrebbe vista la domenica mattina, quando va in scena El Rasto, uno dei più grandi mercatini delle pulci più grandi d’Europa – al quale si accede da una delle sue nove porte, tra cui il famosissimo Arco de Cuchilleros. Lungo il rettangolo di porticati è tutto un susseguirsi di negozi dalle insegne storiche, bar e ristoranti. Tra questi, Casa Rua offre il migliore bocadillo de calamares, tipicissimo in tutta la Spagna, ma soprattutto in questa piazza. Da qui, come previsto, si arriva a La Latina, e intanto s’è fatta sera e si avvicina l’ora giusta per ir de copas (letteralmente “andare di bicchieri”). Traduzione: si comincia ordinando un bicchiere di vino, si stuzzica mangiando le classiche tapas e poi si cambia locale e si ricomincia ordinando da bere. Per questo, il barrio migliore è Chueca, dove c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Terzo giorno Madrid dorme fino a tardi la domenica, la giornata perfetta per dedicarsi ai musei (che invece aprono presto). Visto il Prado, è la volta del Centro de Arte Reina Sofia (Calle de Santa Isabel 52), che custodisce il celebre Guernica di Picasso.
Muovendosi a piedi, si percorre Plaza de Colon – dov’è il monumento eretto in memoria di Cristoforo Colombo, il Grande Navigatore, rappresentato mentre emerge vincitore dalla fontana che simboleggia l’oceano –, e si ammira la bellezza della Fuente de Neptuno, in Plaza de Canovas del Castillo, con la statua in marmo bianco del dio dei mari. Nella zona del Reina Sofia, Atocha, merita una visita la stazione centrale, una vera e propria opera d’arte che unisce ad acciaio e cemento
Sopra, Plaza Mayor, dall’antichità luogo di vita e di commercio, ristorazione, corride ma anche centro di aggregazione è qui che si mangia il milgior bocadillo de calamares, il tipico panino con i calamari fritti © José Barea. A fianco, metro di Madrid, con i suoi 293 km di linee è la seconda più estesa d’Europa dopo quella di Londra e la sesta del mondo. © Madrid Visitors & Convention Bureau. Al centro, chiesa di San Jeronimo El Real, fatta costruire dai re cattolici come zona di raccoglimento e riposo, al suo interno si trovano sculture di Benlliure e Juan Pascual de Mena. © Escarabajo Amarillo
ArrivAre A MAdrid: La compagnia Air Europa propone quattro partenze quotidiane dall’Italia, due da Milano Malpensa e due da Roma Fiumicino. A seconda della tratta, Air Europa permette di imbarcare bagagli a mano di diverso peso (www.aireuropa.com).
Dormire a Madrid: In via Marqués de Villamagna, vicino a Via Serrano, a due passi da Plaza de Colon e dal Parco del Retiro, l’Hotel High President è un quattro stelle di design ultramoderno. Stanze ampie con terrazzo, servizio cortese, free-wifi e ottimo il breakfast: frutta fresca affettata e spremute di arancia, ananas e mela, pasticceria e piatti salati. Tutto quel che ci vuole per affrontare al meglio una maratona! (http://www.hthoteles.com/it/hotel-high-tech-president-castellana-madrid/).
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UN WEEKEND A... Palazzo de Cibeles, un tempo Palazzo delle Telecomunicazioni, oggi fornisce spazi per eventi culturali e artistici. © Escarabajo Amarillo
un giardino tropicale di quattromila metri quadri. Volano le ore nella bella capitale, ma, prima di ripartire, vale la pena visitare il Museo Thyssen Bornemisza (Paseo del Prado), nel Palacio de Villahermosa, con opere d’arte dal XIII secolo all’arte contemporanea (Rinascimento, Manierismo, Barocco, Rococò, Romanticismo, arte del XIX secolo, Fauvismo, Espressionismo e la Pop Art). A questo punto si fa ritorno in zona Serrano, e dopo aver pranzato nel Club del Gourmet nel supermercado de El Corte Ingles, ci si dirige verso Madrid-Barajas, l’aeroporto internazionale che dista meno di mezz’ora di metro dal centro città. ■
A MAdrid si Corre A ritMo roCk’n roLL 10, 21, 42. Sono i kilometri fortunati di Madrid, capitale, per un giorno, anche della corsa. Un evento cittadino, la Madrid Maratòn, dall’anno scorso entrata a far parte della serie delle Rock’n Roll. Un circuito, nato nel 1998 negli Stati Uniti, che oggi è diventato il più ampio del mondo con più di 600 mila persone che partecipano in 27 città del Nord America e sei in Europa (www.runrocknroll.competitor.com). Alla base del format: rendere la corsa ancora più divertente combinandola alla musica live. Naturalmente al ritmo di Rock’n Roll! E dagli Stati Uniti, toccando varie città d’Europa – Edinburgo, Dublino, Nizza, Lisbona, Oslo –, fino a Madrid, dove domenica 28 aprile oltre agli sportivi professionisti venuti da ogni parte del globo per competere sui 42 km della maratona classica, per la prima volta hanno corso al ritmo di Rock’n Roll anche i runners appassionati – azzardando i 21 km, distanza della media, per dirla in spagnolo –, e anche loro, i runners improvvisati, che lungo un tracciato di 10 kilometri hanno animato le vie della città raggiungendo, con successo, il loro traguardo personale. A rendere il tutto ancora più divertente ed entusiasmante, la musica live suonata dalle band sparse lungo il percorso di gara allo scopo di supportare i corridori durante la corsa e accompagnarli, una falcata dopo l’altra, all’arrivo. L’appuntamento per tutti, oltre 26.000 i partecipanti, alle ore 9.00 in Plaza de Colon. Arrivo, 10, 21 o 42 km dopo lo start, a La Rosaleda, il giardino delle rose nel bel mezzo del Parco del Retiro. Prima di partire, sotto un cielo plumbeo e minaccioso, il pensiero va alla tragedia di Boston: un minuto di silenzio durante il quale con la mano destra levata in alto, il pollice e l’indice uniti a formare una “b” di Boston, il pubblico e i partecipanti hanno commemorato le vittime.
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LIBRI a cura di M.M. e C.M.
Autore: Garcia Nina Titolo: Look book Casa editrice: De Agostini Costo: 20,00 euro Che cosa indossare per un colloquio di lavoro o per un evento? Nina Garcia, unendo competenze fashion e buon senso, spiega in maniera utile e divertente come abbinare i vari capi e che cosa evitare. Il volume è impreziosito dai bei disegni di Ruben Toledo e da tante spiritose citazioni. Da leggere e adottare
Autori: Attilio Piazza e Monica Colosimo Titolo: La saggezza viene dal cuore Casa editrice: Tea Costo: 13,00 euro Un manuale pratico e diretto per affrontare con lucidità ogni aspetto della nostra vita e trasformarlo, anche se carico di dolore, in un'inaspettata occasione di crescita personale. Gli autori, guidano il lettore attraverso un percorso meditativo che insegna ad ascoltare il cuore abbandonando gli schemi mentali nocivi
Autore: Maria Konnikova Titolo: Master Mind Casa editrice: Ponte alle Grazie Costo: 16,80 euro Qual è il segreto della mente più brillante della letteratura di tutti i tempi? La risposta è in questo saggio della psicologa Maria Konnikova che, da lettrice appassionata delle avventure di Sherlock Holmes, attraverso un’analisi accurata ne studia il processo mentale. Konnikova fa luce sui meccanismi cognitivi umani innati – il sistema Watson – e sulle loro falle, che conducono a scelte e deduzioni erronee; per contro ci introduce al sistema Holmes, aiutandoci a capire come potenziare il nostro spirito di osservazione e le nostre capacità decisionali
Autrice: Roberta Schira Titolo: Il bon ton a tavola e l’arte di conoscere gli altri Casa editrice: Salani Costo: 13,50 euro Da una scrittrice gourmet che è anche “analista del gusto”, uno psicogalateo che insegna in chiave moderna e ironica le regole del bon ton e che svela i segreti per sapere tutto dei propri commensali. Perché, se si vuole davvero conoscere una persona, bisogna mangiarci insieme. Almeno una volta
Autore: Rolf Dobelli Titolo: L’arte di pensare chiaro (e di lasciare agli altri le idee confuse) Casa editrice: Garzanti Costo: 14,00 euro Originale e divertente manuale ricco di consigli pratici per pensare con chiarezza, non ripetere i propri errori e imparare a sfruttare quelli degli altri. Un libro che ha cambiato il modo di pensare a più di 500.000 lettori in Germania Autore: Rossella Panigatti Titolo: La paura della paura Casa editrice: Tea Costo: 9,90 euro L’autrice, che tiene corsi e seminari di comunicazione energetica integrata, analizza le più comuni forme di timore (paura di non avere abbastanza, di non essere noi stessi, di non essere meritevoli d’amore, di essere soli) e ci mostra la chiave per superarle, trasformando la paura da nemica a potente alleata Autore: Fredéric Gross Titolo: Andare a piedi. Filosofia del camminare Casa editrice: Garzanti Costo: 14,90 euro Camminare. Sembra la cosa più naturale del mondo, eppure il filosofo francese Frédéric Gros, in questo libro spiega come andare a piedi significhi accedere a un piano esperienziale diverso rispetto alla semplice attività sportiva. Camminare non è solo uno sport, ma un’opportunità per guardare dentro sé stessi
Autore: Barbara Ronchi Della Rocca Titolo: Si fa non si fa Casa editrice: Vallardi A. Costo: 12,90 euro Una guida per reimparare a essere gentili: mettersi nei panni dell’altro è infatti il modo più veloce per sapere cosa fare. Insomma si tratta spesso di provare ad ascoltare il cuore. Il libro inizia con una frase di Sergej Aleksandrovic Esenin “mostrarsi semplici e sorridenti è l’arte suprema del mondo”, ma come si fa a trovare la giusta misura che ci permette di essere creativi senza essere bizzarri, pazienti senza essere vittimismi? I segreti di quest’arte sottile ce li spiega Barbara Ronchi Della Rocca, che sul tema tiene corsi e ha scritto diversi libri Autrice: Elsa Punset Titolo: Le ventuno chiavi Casa editrice: Corbaccio Costo: 16,40 euro “Siamo più leggeri e flessibili di quanto crediamo perché programmati a conquistare e scoprire” dice la filosofa Elsa Punset che, in questo saggio, indica 21 chiavi di accesso per: conquistare equilibrio negli affetti, contenere l’ emotività, sfruttare l’ empatia, superare l’indifferenza e non perderci in fraintendimenti e banalità Autrice: Ida Visocchi Titolo: Un po’ di tutto Casa editrice: Salani Costo: 18,00 euro Il diario di Ida Visocchi (1891-1977), casalinga napoletana – oggi ritrovato e pubblicato dalla nipote – riporta suggerimenti per la salute e rimedi naturali, consigli di bon ton e di bellezza, ricette di cucina, fiori e piante, giochi e curiosità. Un diario che conduce per mano il lettore tra i profumi, i colori e i sapori di un’ Italia magica, che non c’è più
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Ciudades
Patrimonio de España In quanto a tesori d’arte, storia e cultura, è con una certa alterigia che noi italiani guardiamo alle altre nazioni. Dall’alto del nostro primato assoluto nella classifica dei siti Unesco, anche il più intransigente critico delle debolezze e delle sempre coerenti contraddizioni del nostro Paese ha un moto d’orgoglio, un guizzo di patriottismo involontario, un improvviso e inatteso sentirsi italiano. Sarà per questo che, esterofili o no, l’atteggiamento dei nostri connazionali in viaggio nei Paesi geograficamente e culturalmente a noi vicini, spesso non va oltre una benevola
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condiscendenza verso il bello altrui, una tiepida ammirazione costantemente soggetta all’ingrato paragone italico. Eppure, come un buon libro non è solo fatto di tutte le sue magnifiche espressioni, ma deve possedere la dote rara di saper raccontare complessivamente la propria storia, così è indispensabile saper comunicare e proporre in modo organico e affascinante al visitatore curioso il patrimonio artistico e culturale di una nazione. Lo ha compreso, e molto bene, la vicina Spagna, che fin dal 1993 ha raccolto, in una sorta di preziosa antologia, le sue tredici
LE VIE DELL’INCENTIVE Tredici città dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO raccontano, come veri libri d’arte, la storia e la filosofia, l’anima e le origini del Paese iberico. Città da sfogliare e da osservare, monumenti da ascoltare come una lectio magistralis, vicoli come fitte pagine nelle quali trovare il segreto di una cultura che appartiene anche a noi
✒Testo e foto di Barbara Ainis
città dichiarate Patrimonio dell’Umanità, trasformandole nei capitoli di una storia da raccontare, o, se vogliamo, nelle tappe di un viaggio che consente di scoprire le radici profonde della cultura spagnola ed europea, che affascina per la meraviglia dei suoi tesori, ma anche per la chiara visione d’insieme che regala a chi accetta il consiglio e si mette in cammino. Già la scelta di riunire e promuovere in particolare le città Patrimonio dell’Umanità, e non genericamente i siti patrimonio, è indicativa delle intenzioni degli amministratori spagnoli. Non si vuol certo dire che non siano di per sé un valido motivo di viaggio in Spagna l’Alhambra granadina, la Cattedrale gotica di Burgos, o le visionarie opere architettoniche di Gaudì, ma il caso delle città patrimonio è diverso. L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha voluto riconoscerle quali tesori inestimabili da tutelare per i loro interi centri storici, composti dai più importanti
monumenti, ma anche dalle viuzze che li circondano e dagli edifici minori che vi si affacciano. Le città sono intese e valorizzate come espressione vivente delle diverse culture che le hanno abitate e che in esse hanno lasciato la loro impronta, come spazi urbanistici che non possono comprendersi nella loro interezza se non in relazione con il territorio, la gente e le tradizioni locali. La creazione del Grupo Ciudades Patrimonio de la Humanidad Unesco (Gcphu) ha permesso in Spagna negli ultimi vent’anni di salvaguardare e valorizzare questo mosaico culturale e artistico, le cui tessere si incastrano perfettamente l’una con l’altra a formare la trama di una storia comune, pur mantenendo intatte e protette l’identità e l’unicità di ognuna. «Abbiamo voluto dare particolare rilievo al patrimonio storico, artistico e linguistico del nostro Paese per farlo conoscere all’estero e valorizzare il turismo culturale», spiega Marian Revuelta, coordinatrice del Grupo Ciudades Patrimonio. «Ma se vogliamo attirare un turista attento ed esigente dobbiamo saper offrire al meglio i nostri tesori. Per questo abbiamo negli anni attivato piani di recupero e manutenzione delle città coinvolte, miglio-
La meta del cammino per eccellenza, Santiago de Compostela, è una delle più affascinanti tra le città patrimonio della Spagna. Qui arte e devozione, divertimento e sentimento mistico si incontrano e si fondono come in nessun altro luogo. Il centro storico fa parte dell’Unesco dal 1985
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servati di tutta Europa, Cáceres, testimone intatto delle epoche e delle culture che hanno fatto la storia della Spagna, e ancora Salamanca. E poi c’è la meta per antonomasia, Santiago de Compostela, il senso ultimo del cammino di tanti pellegrini che ogni anno percorrono la Navarra, la Castiglia e la Galizia per la remissione dei peccati, o solo per scoprire qualcosa di sé.
DuE sETTimAnE, sEi CiTTà PATrimonio Qui sopra e in alto a destra, due immagini iconiche di Alcalá de Henares: il profilo del Don Chisciotte (qui nacque il suo autore Miguel de Cervantes) e la imponente facciata dell’antica Università Complutense
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randone la qualità e la sostenibilità come destinazioni turistiche». Un lavoro importante è stato anche quello di proporre e valorizzare itinerari culturali tra le città patrimonio per condurre il viaggiatore lungo il filo rosso dei suoi interessi. C’è la Gran Ruta de la Lengua, che tocca Alcalà de Henares, dove nacquero Miguel de Cervantes e la prestigiosa Università Complutense, la medievale Ávila, cinta tra maestose mura (quelle meglio conservate di tutta Europa) entro le quali si sviluppò la grande letteratura mistica spagnola del XVI secolo, e la rinascimentale Salamanca, sede di una delle università più antiche del mondo, ma anche di alcuni tra i migliori esempi del cinquecentesco stile plateresco. C’è anche la Gran Ruta de la Plata, antica via preromanica delle migrazioni stagionali tra sud e nord, che tocca, tra le altre, Mérida, l’Emerita Augusta capitale della Lusitania e uno dei siti d’epoca imperiale romana meglio con-
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Armati di curiosità, passione e un’auto a noleggio si possono dedicare le vacanze alla scoperta di alcune tra le più interessanti città patrimonio spagnole. Ci sono mille ragioni per visitarle tutte (www.spain.info). Noi ne abbiamo scelte sei, ognuna per un ottimo motivo.
Alcalá de Henares Qui, come in nessun’altra città iberica emerge l’unicità del patrimonio linguistico e letterario. Nel 1547 Alcalá de Henares diede i natali al massimo scrittore spagnolo, Miguel de Cervantes, autore delle pagine visionarie e ancora attualissime del Don Chisciotte. Alcalá è l’antica Complutum romana, porta le testimonianze del suo passato medievale, ma è soprattutto la Città del Sapere e la Città di Dio, disegnata e voluta dal Cardinale Cisneros, sede dell’antica e magnifica Università Complutense fondata nel 1508 e trasferita a Madrid nel 1836. ➜ Da non perdere: entrate nel magnifico
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Le cultura araba, cristiana e giudaica convivendo e compenetrandosi hanno dato luogo all’attuale città di Cordova. A sinistra l’interno della MoscheaCattedrale; in alto il ponte romano sul fiume Guadalquivir; in basso il bellissimo Cristo de los Faroles
Paraninfo dell’Università, dove si svolge ogni anno la cerimonia di consegna del Premio Miguel de Cervantes, per sentirvi, sotto il soffitto stellato, parte del gotha della letteratura spagnola.
Cordova La sua superba Moschea-Cattedrale è un tesoro unico al mondo, testimone dello splendore dell’epoca del Califfato di Al-Andalus e della successiva Reconquista cattolica. Ma oltre alla magnifica bellezza della mezquita (moschea in spa5 2013
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La Provincia romana trova in Merida la sua più spettacolare testimonianza. Dal Teatro Romano, in alto, al Museo Nazionale di Arte Romana, a destra, la capitale della Lusitania conserva perfettamente la traccia della sua storia più antica
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mérida È la Emerita Augusta, fondata nel 25 a.C. da Ottavio Augusto per i veterani delle Guerre Cantabriche e capitale della provincia romana della Lusitania. In tutta la città si possono scoprire le testimonianze del suo periodo di massimo splendore: il teatro e l’anfiteatro, il circo e i templi, i ponti e l’acquedotto sanno sorprendere per la impressionante qualità della loro conservazione. ➜ Da non perdere: visitate uno dei teatri della Roma imperiale meglio conservati e innamorartevi del Museo Nazionale di Arte Romana dell’architetto Rafael Moneo.
Cáceres Questa bellissima città raccoglie in sé tutta la storia spagnola, tutto il passato glorioso e affascinante del Paese iberico.
Sopra e sotto il suolo di Caceres si conservano magnifici esempi di arte e storia. In basso, la cisterna araba nei sotterranei del Museo di Caceres
gnolo), l’intero centro storico della città è un esempio emozionante della convivenza armoniosa tra culture e religioni diverse, musulmana, ebraica e cattolica, che, in pieno Medioevo, seppe generare sublimi e luminosi esempi di arte, cultura, filosofia e scienza. Passeggiando tra le strette stradine del quartiere ebraico, si incontrano l’uno affianco all’altro la Sinagoga, l’Università Islamica e la musulmana Casa Andalusì, ciascuna decorata secondo il prezioso stile Mudejar, che fonde correnti artistiche cristiane con l’architettura araba. ➜ Da non perdere: mangiate il riso perol cordobés e ascoltate buon flamenco in un tablao del centro; concedetevi un originale e rilassante baño arabe e ammirate l’eleganza dei cavalli andalusi. 5 2013
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Romani, califfi Almohadi, ebrei, portoghesi, castigliani, tutti coloro che hanno retto le sorti della Spagna hanno lasciato qui il loro segno e la loro cultura. Questa diversità consente di accedere alla città passando per una porta romana o una in stile barocco, di addentrarsi nei vicoli del quartiere ebraico o di salire sulla torre almohade, di ammirare una facciata mudejar e giusto affianco un palazzo rinascimentale. ➜ Da non perdere: scoprite il sapore unico del jamon iberico de bellota della Estremadura, salite sulla Torre de Bujaco e ammirate dall’alto la città rinascimentale spagnola meglio conservata.
salamanca Centro di cultura, conoscenza e trascendenza universale, la città universitaria spagnola per eccellenza è un tesoro d’arte e architettura, con tendenze artistiche che vanno dal romanico al gotico, dal plateresco al barocco. È l’espressione più importante del Rinascimento in Spagna: pensiero umanista e amore per il sapere danno ai suoi palazzi ai suoi conventi, alle sue piazze e alle sue case un carattere unico. Oggi è sede dell’Università di lingua più importante al mondo che attira studenti da ogni continente e regala alla città la sua aria cosmopolita e contemporanea.
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➜ Da non perdere: visitate la città universitaria di lingua castigliana per eccellenza, sulle cui soglie si ricorda il valore del talento (“Quod natura non dat, Salamantica non prestat”), e osservate al tramonto i suoi edifici tingersi d’oro.
santiago de Compostela In questa splendida città, punto di arrivo del più famoso tra i cammini della fede, si integrano in armonioso equilibrio gli stili romanico, gotico, rinascimentale, barocco e neoclassico. Che siano pellegrini, giovani universitari o semplici visitatori, tutti sono conquistati dalla sua capacità di conservare intatte una cultura, una lingua e una vocazione all’accoglienza uniche al mondo e tutte da scoprire. ➜ Da non perdere: che siate pellegrini o no, arrivate in Praza do Obradoiro, la meta per eccellenza, e sedetevi per terra a osservare la facciata barocca della Cattedrale e i volti stanchi e soddisfatti delle persone che qui concludono il loro lungo cammino.
LE ALTrE CiTTà PATrimonio Ávila La più interessante e la meglio conservata tra le città fortificate del Medioevo spagnolo.
Cuenca Questa splendida città arroccata su di un ripido sperone di roccia, conserva una storia millenaria, la sua magnifica cattedrale e le sorprendenti Casas Colgadas, case sospese costruite sul roccione a partire dal XIV secolo, sostenute da travi.
ibiza/Elvissa Nell’isola delle discoteche e delle feste si nasconde una città antica e preziosa, fondata dai fenici 2600 anni fa. Splendida la città alta fortificata e imperdibile la Necropoli fenicio-punica di Puig des Molins, la più grande del mondo.
san Cristobal de la Laguna Nelle isole Canarie si trova la prima e più antica città coloniale non fortificata, modello per tutte le città coloniali nel conti-
nente americano, che conserva ancora oggi chiese ed edifici dal XVI al XVIII secolo.
segovia Una città tanto bella da sembrare irreale, nel cuore della Castiglia e Leon, costruita su una collina. Imperdibili il castello fiabesco dell’Alcazar, le mura medievali, le sue moltissime chiese in stile romanico e il magnifico acquedotto romano.
La città rinascimentale spagnola per eccellenza è Salamanca. Nella pagina precedente in alto, la duecentesca Cattedrale Vecchia; in basso, l’Università di Salamanca, la più prestigiosa e cosmopolita; in questa pagina in alto, le navate della cinquecentesca Cattedrale Nuova
Tarragona Una splendida città romana, dotata di superbi edifici che mostrano l’immagine della grandezza di questa capitale della provincia della Spagna Citeriore.
Toledo Municipio romano, capitale del regno dei visigoti, fortezza dell’Emirato di Cordova, avamposto dei regni cristiani contro i mori e capitale del regno spagnolo e del Sacro Romano Impero ai tempi di Carlo V. Il centro della città racconta duemila anni di storia. ■ 5 2013
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