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ilfe delis Periodico sportivo edito dal Siena Club Fedelissimi – Anno XI
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Partita doppia nicnat
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Aspettavamo conferme, speravamo in una decisa inversione di marcia, ma ancora una volta il Siena formato trasferta ha fallito l’obiettivo e torna da Parma con il carniere vuoto. Il vantaggio sulle inseguitrici si assottiglia e la paura riemerge nei cuori dei tifosi. È vero, il Siena ad oggi sarebbe salvo, l’obiettivo dell’anno sarebbe stato raggiunto, ma ci sono ancora 20 partite da giocare e l’attuale classifica lascia aperta la porta della speranza, non quella della tranquillità. Diciotto punti in altrettante partite non sono né tanti né pochi, diciamo che rappresentano il minimo sindacale per sperare nella salvezza, ma per incrementare le possibilità è necessario imporre un cambio di marcia, soprattutto quando si cercano punti lontano dal Rastrello. Ma perché il Siena si è involuto dopo una partenza più che promettente? Ridotto impegno? Scarsa concentrazione? No, niente di tutto questo, fortunatamente chi scende in campo ha sempre dato il massimo, ma se questa obiettiva affermazione rappresenta una garanzia, al contempo fa sorgere spontanea la domanda sulla reale consistenza della rosa a disposizione dell’allenatore. In situazioni simili e in Investire sulla questa fase del campionato può essere salvezza è d’aiuto il calcio mer- sicuramente cato, ma le strategie meno impegnativo della società sono che vincere il ben chiare e non prevedono investimenti campionato di consistenti per raffor- serie B e sarebbe zare la squadra. Toc- auspicabile che cherà quindi al duo questa valutazione Perinetti-Faggiano solo qualche aggiutrovare le soluzioni trovasse la stamento che non è più vantaggiose, ma condivisione della possibile ignorare. andare al mercato proprietà. Ci giochiamo una con il portafoglio vuofetta importantissima del nostro futuro, to non agevola il lavoro dei due dirigenti. Trovare giocatori di categoria a costo zero una scommessa in cui non è in ballo solo non è facile, per non dire impossibile, chi il mantenimento della categoria, ma anli ha se li tiene ben stretti; ci si può arrivare che e soprattutto una serie di conseguenattraverso scambi, o ricorrendo alla formula ze che una retrocessione porterebbe. del pagamento dilazionato, ma se un accorCrediamo nella salvezza, abbiamo fiducia do può essere trovato con le società, più difnegli uomini che lottano per raggiungere ficile è ottenere il consenso del calciatore. questo importante obiettivo, qualche inIl Siena non è una squadra da rifondare, tervento di spessore, oltre a quello che ha valori tecnici e morali importanti, serve ha portato Giorgi, ci farebbe guardare al
futuro con un maggiore ottimismo. Investire sulla salvezza è sicuramente meno impegnativo che vincere il campionato di serie B e, pur non dimenticando le ventilate difficoltà economiche della società – che non conosciamo se non in modo generico –, sarebbe auspicabile che questa valutazione trovasse la condivisione della proprietà. Intanto oggi c’è il Napoli, una partita, sulla carta, con poche possibilità di fare punti, ma non avevamo fatto questa considerazione anche contro la Lazio? Forza Robur!
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servono soluzioni tattiche e rinforzi
meno smalto, almeno in campionato, di quello visto lo scorso anno, ma i vari Lavezzi, Cavani e Inler fanno paura, soprattutto in questo momento. I partenopei, però, vivono di alti e bassi, vedi il pari casalingo contro il Bologna e le diverse debacle esterne (pari a Novara e Cagliari, sconfitta a Catania e a Verona) e questo può lasciare margine alla speranza. L’importante sarà scendere in campo con determinazione e concentrazione, altrimenti, se la paura la farà da padrona, il rischio sarà di buscarne senza metterci mano, visti i diversi valori tecnici in campo. Le soluzioni a breve termine non sono molte, viste le assenze forzate di gente come Rossettini, Gazzi e Bolzoni. Auguriamoci che arrivi qualche altro rinforzo, di quelli che possono fare la differenza. Altre squadre si stanno muovendo, speriamo che le risorse del Siena possano permetterci qualcosa di concreto.
Dopo la scorpacciata di reti con la Lazio e lo scatto in avanti in classifica, eccoci tornare alla dura realtà. Il brusco stop di Parma, sommato ai risultati positivi delle dirette avversarie, ha fatto ripiombare l’ambiente bianconero in un clima di paura. L’effervescente squadra vista contro i biancocelesti si è squagliata nel gelo del Tardini. Complice un approccio troppo molle e rinunciatario davanti a una squadra, invece, decisa a riscattare le ultime oscene prestazioni, la Robur ha perso con tanto di goleada. Non possono valere gli alibi dei gol sbagliati o delle reti annullate, il Siena visto a Parma non ci è piaciuto, senza se e senza ma. Adesso dobbiamo tornare a rimboccarci le maniche, perché le prossime gare, a Le soluzioni a breve partire da oggi, sono termine non sono davvero terribili. Do- molte, viste le po il Napoli, infatti, assenze forzate di gente come Rossettini, andremo a Firenze, Gazzi e Bolzoni. panchina dove di solito, altra squadra in ferAuguriamoci che vanno giocatori che posmento, poi arriverà il arrivi qualche altro sono subentrare? PossiCatania, successiva- rinforzo, di quelli bile che i due non potemente avremo Juve che possono fare la vano giocare nemmeno e Roma e lo scontro differenza. uno spezzone di gara? importantissimo con Il nostro dubbio è forse il Lecce, rilanciato da un po’ troppo semplicistico, ma richiede Cosmi, in casa loro. Urgono rimedi tattici, sicuramente spiegazioni. ma anche in chiave rinforzi. Il solo Giorgi, Oggi arriva una squadra forte, forse con benvenuto, non può servire a rilanciare
Giornata dura anche per il Cesena che andrà a Roma, sponda giallorossa, per il Novara che ospiterà il Milan, ferito dal derby, mentre il turno più agevole è per il Lecce che aspetta in casa il Chievo, squadra non irresistibile in trasferta dove ha perso ben sei volte. Il Bologna è impegnato nel derby con il Parma, mentre l’Atalanta giocherà tra le mura amiche contro la capolista solitaria Juventus.
antonio gigli
una squadra che pare sempre più sulle gambe dopo un avvio sfolgorante. Non siamo ancora pessimisti, il bicchiere crediamo sia ancora mezzo pieno, ma i punti di vantaggio dalla zona rischio si stanno assottigliando e non possiamo far finta di niente. Il gioco di Sannino si fonda sugli esterni, come abbiamo visto bene contro la Lazio, ma se questi non funzionano si devono trovare soluzioni alternative. Ci sono, poi, alcuni casi che dovrebbero essere spiegati. A Parma abbiamo visto latitare, salvo nell’arrembante finale, il gioco sulle fasce e in panchina sedevano Mannini e Reginaldo. Non sono in condizione? Ok, ma allora perché sedevano in
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l’in terv ista guido de leo
andrea bellandi
Per la Robur è un momento importante, in campo e fuori. La società con grande passione sta cercando di migliorare e di migliorarsi, ponendo le basi per un progetto che possa essere duraturo negli anni. Per Andrea Bellandi, consigliere di amministrazione del Siena, ci sono i presupposti per fare bene, ma ancora c’è molto da lavorare.
Partendo dall’ambito sportivo, come vede il momento della squadra dopo il ko di Parma? “Al Tardini credo che si sia fatto un passo indietro dal punto di vista della grinta e del gioco. Speravo che dopo le vacanze e la bella vittoria contro la Lazio si potesse proseguire in quella direzione, tornando a fare anche punti in trasferta. Il rammarico aumenta perché il Parma non era certo imbattibile e, alla fine, un pareggio sarebbe potuto tranquillamente starci per quello che si è visto in campo. Con la nostra classifica non ci possiamo permettere cali di tensione o approcci diversi da quello avuto contro la Lazio o all’inizio della stagione. In quel momento mi sembrava ci fosse più intensità e grinta da parte di tutti. Adesso occorre fare quadrato: ci aspettano almeno quattro turni di campionato molto difficili, a partire da oggi. Il Napoli è un avversario forte, e noi siamo in una
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situazione di oggettiva emergenza in un reparto fondamentale. Ma il Bologna e tante altre squadre come noi dimostrano che anche contro le grandi si può e di deve credere nel ‘miracolo’. La sconfitta contro l’Inter per esempio è stata un vero peccato visto che quella squadra era davvero alla nostra portata”. Da qui alla fine di gennaio, come detto, ci sarà un tour de force in campo, con la distrazione del mercato ancora presente. “La società aveva individuato da tempo i suoi obbiettivi, sia in entrata che in uscita. Per adesso è arrivato Giorgi, e credo che possa arrivare anche un attaccante. Ma non penso che la nuova punta serva solo per garantire gol, ma dare allo stesso tempo più stimoli a chi c’è già. Vale per tutti i reparti, va ritrovata la determinazione e la cattiveria di inizio stagione, quando furono impiegati molto giocatori e tutti lottavano per una maglia da titolare creando una grande concorrenza che faceva bene a tutti. Tornando al mercato io credo che più che sperare nei nuovi bisogna confidare nei vecchi, nel senso che la rosa attuale può e deve dare molto di più. Occorre ricordare che la nostra società, come tutte, vive una situazione particolarmente legata al bilancio e prima di tutto bisognerà cedere: ci sono dei giocatori che, andando a giocare e a rivalutarsi, potranno alleggerire le casse della società, anche se a volte sembra che i calciatori tengano sempre più a garantirsi buoni contratti. In ogni caso confidiamo in Perinetti, che è un maestro e saprà muoversi al meglio”. Non solo il campo nella stretta attualità bianconera. A Taverne qualcosa sembra essersi mosso nella giusta direzione. “Con sei mesi di ritardo sul progetto siamo arrivati a un punto in cui sembra vicina la realizzazione e il completamento dell’impianto. C’è voluto un tempo tecnico superiore alle aspettative, com’era preventivabile vista la situazione generale in questi settori. L’ottimismo e soprattutto la svolta data dal presidente Mezzaroma negli ultimi tempi è stata importante. Gli impianti sportivi e lo stadio per una società rappresentano una grande occasione e la Robur ha bisogno di dotarsi di strutture importanti”. Altro capitolo recentemente salito agli onori della cronaca è stato quello relativo alla vendita del marchio, inizialmente non molto compreso dall’ambiente bianconero. “Sono rimasto piuttosto stupito quando ho sentito qualche titubanza riguardo alla vendita del marchio, che invece rappresenta un investimento sicuro, già fatto da altre società, che permetterà al Siena di riacquistare il marchio stesso a una cifra stabilita e garantentirà molti guadagni sotto diversi punti di vista. Il marketing deve rappresentare anche per noi il futuro, un passaggio fondamentale per la patrimonializzazione della società per poter guardare anche al futuro con maggiori certezze e non contando quasi esclusivamente sullo sponsor, che resta uno sponsor eccezionale”.
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fac cia a fac cia angela gorellini
Luigi giorgi
Sfido quelli della mia generazione (e anche i genitori che hanno passato i pomeriggi alla tv davanti a Bim Bum Bam) che, il giorno del suo arrivo, non hanno canticchiato la sigla del famoso cartone animato Georgie, titolo che letto all’italiana è proprio il suo cognome. Luigi Giorgi, classe 1987, non è certo una ragazzina dai capelli biondi, anche se corre sul prato, lui lo fa a gran velocità. Non ha due fratelli, ma due sorelle. È un ragazzo estroverso, alla mano, e di cultura: calciatore non per caso, ma per volontà. “Atipico” però..
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Quanto ti piace correre ‘felice sul prato’? “Ah Ah Ah… S’inizia bene… Tanto finché reggo continuo: non c’è cosa più bella che fare il calciatore”. ‘Porti sempre con te amore e dolcezza’? “Sempre e comunque”. Cos’altro porti? “Eh... Tante cose: mi definirei un giocatore un po’ atipico… Amo la musica alternativa, rock, elettronica, minimalista. La mia più grande passione è la letteratura. Leggo di tutto, in particolare il filone futurista inglese. Il mio autore preferito è Mc Ewan: tratta la struttura della mente umana, i suoi lati più nascosti, la sua follia. Vengo da una famiglia di umanisti: le mie sorelle Alessia e Valentina sono laureate,
Alive
Ho sofferto tanto, sono abituato a soffrire, e sono contento di poterlo fare adesso per questi colori. Forse la serie A è proprio un premio per non aver mai mollato. Le mie migliori qualità sono la corsa e il dinamismo: sono un esterno offensivo che si sacrifica anche in fase difensiva”. A gol come stai messo? “Non bene: il mio massimo stagionale è di cinque reti. Vado meglio con gli assist…”. Conosci già Siena? “Ci sono stato solo una volta da piccolo, ma il Palio lo seguo sempre in tv e giuro che non è per essere ruffiano. Mi piace tantissimo: un turbinio di emozioni concentrate in poco più di un minuto. La mossa è il momento più bello: si può
sarà la colonna sonora della nostra salvezza una in Lettere, l’altra in Filosofia. Anch’io mi sono iscritto a Lettere dopo il diploma al Liceo Scientifico, ma ho dovuto mollare, non ce la faccio. Prima o poi, però, riprenderò: la Laurea è uno degli obiettivi che mi sono posto”. I tuoi genitori come hanno preso la tua scelta di lasciare gli studi per il calcio? “Direi bene, anche se inizialmente non credevano che il pallone potesse davvero diventare una professione. Lo vedevano più come un divertimento. Ma quando si sono accorti che non era così non mi hanno ostacolato. Anche perché sono due grandi amanti del calcio: sempre allo stadio a tifare Ascoli”. Come descriveresti il Giorgi giocatore? “Generoso, altruista, forse troppo. Non ho mai lottato, in carriera, per un traguardo diverso dalla salvezza e forse è per questo che la sfida Siena non mi spaventa.
toccare con mano tutta la tensione e tutta l’esasperazione dei senesi, sensazioni che però solo voi potete assaporare fino in fondo”. Visto da fuori, come valuti il campionato del Siena? “Diciotto punti sono un buon bottino, ma credo che almeno quattro ne manchino all’appello per quello che ha fatto vedere il campo. È comunque difficile fare bilanci adesso: il Cesena sembrava morto e in poco tempo si è rimesso in corsa. Il calcio è così, fino alla fine è pronta la smentita”. Siena-Napoli: che partita ti aspetti? “Loro vengono da uno stop casalingo e arriveranno qua per rifarsi e riprendere il cammino interrotto. Affidandosi alla qualità degli attaccanti. Ma noi siamo una squadra viva che, anche a Parma, al di là del risultato, ha dimostrato di poter dire la sua. Venderemo cara la pelle”.
La tua vita: un cartone animato, una fiction o un film di avventura? “Direi più una commedia all’inglese tipo Quattro matrimoni e un funerale…”. La scena più rappresentativa di questa tua commedia? “Londra, 2010, concerto dei Pearl Jam. Li adoro, li seguo ovunque: vedo già la fine del campionato, con Alive sparata a tutto stadio. Potrebbe essere benissimo la colonna sonora della nostra salvezza”. Paura della fine del mondo? “Della morte, in generale, sì, ho paura. Alle varie dicerie, invece, non credo: l’ansia anche per quella no eh…”. Perché, sei ansioso? “Più che ansioso direi agitato: non sto fermo un attimo, anche nel parlare da quanto vado veloce mi mangio le parole…”. E la barba dove l’hai messa? “Me la sono fatta, ma vedrai che tornerà. Non piace a nessuno, dicono tutti che sto meglio senza, ma piace a me e questo è l’importante. Anche la mia ragazza non la disdegna. Il fatto è che senza sembro proprio un bambino. Con, un pluriquarantenne. Dovrei trovare la via di mezzo…”. C’è qualcosa che vuoi dire ai tuoi nuovi tifosi? “Li saluto con la speranza che tutti insieme riusciremo a raggiungere una tranquilla salvezza. Io prometto che, quando chiamato in causa, darò tutto me stesso”.
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Passione Selvaggia
“Napoli è la città dove sono nata e vivo anche adesso, ma a Siena ho lasciato il cuore e una parte di me”. Ci risponde così Selvaggia De Luca quando gli chiediamo chi scegliere tra Siena e Napoli in vista della sfida di domenica prossima al Franchi. La figlia dell’indimenticato presidente che ha portato il
più belli degli anni trascorsi con la famiglia nella nostra città. “Sono stati anni stupendi, fatti di tante soddisfazioni. Mi ricordo la storica promozione in serie A, le salvezze ottenute agli ultimi minuti negli anni successivi e sofferte fino in fondo. Mi chiedi qualche aneddoto? Ce ne sono tantissimi e ci vorrebbe un giorno intero per raccontarli e chissà se basterebbe. Ricordo che mio padre viveva tutti i giorni per il Siena: si alzava al mattino alle sei e cominciava a cantare i cori della curva che sapeva perfettamente a memoria. Dico io, alle sei del mattino per casa sentire mio padre cantare non era proprio il massimo. Poi mi vengono in mente i prepartita con tutti i riti scaramantici che mio padre ripeteva ogni volta con maniacale precisione. Lui
Siena per la figlia del compianto presidente non vuol dire però solo calcio, ma anche amore. Selvaggia è infatti fidanzata con Farelli, attuale terzo portiere bianconero, arrivato alla Robur proprio sotto al presidenza De Luca: “Simone arrivò a Siena nel 2002, ci siamo messi insieme e da allora stiamo vivendo una storia bellissima. Anche lui, come me, adora Siena e appena ha avuto l’occasione è tornato subito. Credo che entrambi, col tempo, abbiamo fatto nascere un rapporto con questa città davvero unico”. Purtroppo però la signorina De Luca non ci ha ancora garantito la sua presenza domenica sugli spalti del Franchi, causa impegni familiari ai quali si può difficilmente rinunciare. “Il 22 è il compleanno di mia madre e, sai
Siena per la prima volta in A ci ha parlato di calcio e non solo, da tutti i ricordi del periodo trascorso nella nostra città al grande attaccamento dato e ricevuto da tutti i senesi. “Mi aspetto una partita dagli alti valori tecnici: del Napoli inutile parlarne, perché tutti conoscono la sua forza. Il Siena invece era partito benissimo, poi aveva rallentato e fortunatamente ha iniziato l’anno nuovo alla grande con la bella vittoria sulla Lazio. Per domenica non so, ma spero che vinca il Siena anche perché credo che tre punti ci servono di più a noi”. Parlando dei Siena-Napoli del passato Selvaggia ammette di non aver mai perso una sfida, né al San Paolo e nemmeno al Franchi, ma di ricordarne uno con particolare affetto. “Quando giocano la Robur e il Napoli contro, faccio di tutto per non mancare perché sono le mie due squadre e da sempre hanno dato vita a grandi partite. Ricordo bene quando a Napoli vincemmo per 2-1 con gol di Riccio e quanto fu prezioso quel successo nella marcia verso la A”. Proprio la promozione è uno dei ricordi
era fatto così e si era attaccato a questa città e ai ragazzi che indossavano la maglia. Personalmente sono rimasta legata a molti di loro, come Vergassola con cui capita anche adesso di vedersi ogni tanto con le famiglie o Portanova”.
com’è, la mamma è sempre la mamma. Vedrò un po’ come fare, perché torno sempre volentieri a Siena e la gara con il Napoli è tutta particolare. Poi ero venuta anche con la Lazio e mi sembra proprio di aver portato bene…”.
luca casamonti
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jacopo rossi
Il panzer, il kaiser, il soldatino. Ma anche l’assedio, il missile, la cannonata, la fucilata. Il calcio e i suoi protagonisti non sono mai stati immuni da guerra e polvere da sparo. L’ardimento e la fisicità in campo più volte sono stati descritti dai cronisti d’ogni tempo con metafore e parole forse più adatte a campi di guerra. Ma il linguaggio delle pistole, prepotente, da sempre s’è insinuato nel comune lessico pallonaro. A volte, purtroppo le armi stesse sono comparse in pugno a giocatori improvvi-
satisi pistoleri, a volte con risultati comici, più spesso con esiti disastrosi o, peggio, mortali. Rientra nella goliardia, fortunatamente, il gesto di Mario Raso, deciso forse a concretizzare la mitraglietta mimata di Batistuta. L’attaccante dell’Arezzo, l’8 gennaio scorso, al sesto minuto si è presentato sul dischetto per battere un rigore. Palla in rete, vantaggio sul Group Castello e corsa verso la panchina. Qui, come Groucho a Dylan Dog, qualcuno ha lanciato una pistola giocattolo al bomber, che girandosi verso i compagni ha “aperto” il fuoco. Risate della squadra e dei tifosi, solite tristi polemiche di chi non ha niente di meglio nella vita. Altrettanto bene non è andata all’adiposo Adriano, l’ex giocatore di Inter, Roma e Parma. Qualche giorno fa, fuori da una discoteca di Rio de Janeiro, giocherellando con una pistola, ha ferito una ventenne di fianco a lui nella sua auto. Smentite e confessioni ritrattate circolano tuttora, in pieno stile ex-imperatore. Seguendo il ritmo del Letkiss, decantato dai Giganti, qualche
passo indietro per poi doversi riavvicinare. Erano gli anni Settanta, l’Italia conosceva, e non per la prima volta, gli scontri di piazza, le bombe, gli attentati. Il calcio, da par suo, conosceva la Lazio di Maestrelli, che il 12 maggio 1974 vinse il suo primo scudetto, mentre alle urne si votava per il divorzio. Ed era una squadra che, come quel referendum, eccitava alcune coscienze e ne inorridiva altre. “Militanti missini, pistoleri e paracadutisti, giocatori d’azzardo e ballerini di night club. Una squadra divisa in clan, con due spogliatoi: e se qualcuno entrava nella stanza sbagliata poteva trovarsi un vetro di bottiglia sotto la gola”. Così è descritta in un libro su quegli anni, così era. Sergio Petrelli, terzino titolare, in albergo, spegneva il lampadario a pistolettate, con una 44 Magnum per la precisione, se era a letto e non aveva voglia d’alzarsi. Stando alle cronache, tutti si odiavano, in quella squadra: Chinaglia, Wilson, Oddi e il suddetto Petrelli da una parte, Martini, Garlaschelli e Re Cecconi dall’altra. Logico che portare una pistola sotto il cappotto come i detective noir fosse normale. Così come passare il quarto d’ora d’intervallo in campo, a braccia conserte, per scontare la pessima prestazione della prima frazione di gioco e prepararsi alla seconda. Una Lazio che vinse subito e poco e la cui favola finì all’improvviso. Così come si conclu-
se anzitempo la parabola del suo angelo biondo Luciano Re Cecconi, che una pistola non l’aveva, ma che possedeva un beffardo senso dell’umorismo. Con alcuni amici entrò in una gioielleria, il 18 gennaio 1977. Bavero alzato, mano in tasca a mimare un’arma che non c’era e l’esclamazione, ironica e fatale: “questa è una rapina”. Il negoziante si girò, estrasse una pistola vera e lo freddò sul colpo, senza riconoscerlo. Si uccise, pochi anni dopo, uno dei suoi avversari sul campo: Agostino di Bartolomei, centrocampista simbolo della Roma dei primi anni Ottanta. Depresso, deluso dal calcio che gli aveva chiuso le porte, nel ‘94 si sparò nella sua casa di Castellabate, al cuore, con la sua Smith&Wesson calibro 38. Ma, ancora oggi, se qualcuno le pistole le usa, evidentemente c’è chi le vende, come Jasminko Hasanbasic, ex perno difensivo della Dinamo Zagabria, al centro di un traffico, scoperto recentemente, di armi e droga tra Slovenia, Croazia, Spagna e Italia. Chiamato “Mister”, vantava gloriosi trascorsi anche a Belgrado, sponda Stella Rossa, e qualche presenza in nazionale. Nelle sue intercettazioni, armi comuni che diventavano giocatori, armi da guerra come attaccanti, luoghi di scambio come stadi. Lui, difensore come trafficante.
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Tutte le vittorie valgono tre punti. Si dice così, nel tentativo di sgonfiare il pallone della sua emotività, cercando di analizzare i novanta minuti con raziocinio. Una pratica doverosa per gli addetti ai lavori, che non possono concedersi divagazioni
stato neppure accarezzato. Gli uomini di Papadopulo, reduci da una salvezza miracolosa, stanno ben figurando, ma non hanno ancora vinto in trasferta e la notte di Genova, chissà, esiste soltanto nella testa di Paolo De Luca. Entrando al San Paolo, il Siena comincia a scrivere la sua storia più bella, quella ambientata in serie A, senza ancora saperlo. Prende confidenza con uno stadio che ha visto scendere in campo tanti miti del calcio italiano e mondiale; prende le misure a un pallone diverso, più pesante, per certi versi logoro e sporco, ma sempre irresistibile. La terza e quarta serie, ma anche la B, sono più a misura d’uomo; sono la gavetta di cui andare fieri, una bandiera da sventolare con orgoglio. Ma il calcio vero è lassù, ovviamente insieme a quello dei campetti di periferia, dove la magia del pallone fa sì che ogni bambino possa vivere un pomeriggio da Totti o Del Piero.
Di notte, a Fuorigrotta, Papadopulo manda in campo Fortin, Carbone, Mignani, Mandelli, Radice, Riccio, Brambilla, Cavallo, Pinga, Scalzo e Tiribocchi. Sulla panchina di casa siede Colomba, comandante di una carretta del mare: a bordo elementi come Mancini, Stellone, Dionigi, un giovanissimo Floro Flores, insieme ad altre comparse, dignitose ma nulla più, che raccontano un Napoli in completo declino. Nonostante ciò, il San Paolo festeggia la rete di Dionigi. Si va al riposo sull’ 1 a 0 per gli azzurri, senza sapere che, di lì a meno di un’ora, il Siena poserà la prima pietra del progetto serie A. A metà della ripresa Riccio, faticatore per nulla abituato a gonfiare la rete, vince la maglia di Maradona, promessa dal presidente De Luca in caso di gol. È suo il punto del pareggio, come nel copione di un film. La Robur prende coraggio e nella notte napoletana sente il profumo
La notte del sul tema, ma improponibile per gli appassionati, visto che trattare il calcio in maniera asettica significa rubargli l’anima, privarlo della sua essenza. Alcune partite, infatti, restano nella memoria collettiva e vengono appuntate alla giacca per anni; numerose altre, invece, finiscono la corsa appena sette giorni dopo, quando l’impegno successivo le cancella con un colpo di spugna. Questo perché il risultato è importante, a volte pure fondamentale, ma per finire nei libri di storia calcistica non è sufficiente. Occorre altro: serve una storia da raccontare e da tramandare. Quando la vecchia Robur scende a Napoli, nel novembre 2002, il calcio dei grandi è un sogno lontano. Tanto distante, fino ad allora, da non essere mai
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San Paolo del sogno. Oltre a Martinelli, dentro Rubino e sul finire Ardito: dopotutto è un punto prezioso e va già bene così. Ma il calcio ama le imprese ed ecco il trentuno che la mette dentro nel recupero della partita: i bianconeri espugnano il catino di Fuorigrotta e diventano grandi. Seguiranno altre vittorie prestigiose, su campi teatro di scudetti, fino a Genova, la nostra amata Genova. Napoli-Siena, dunque, valse tre punti, la prima vittoria in trasferta e una notte da leoni. Ma non è solo per questo che viene ricordata. È nel cuore dei tifosi bianconeri
perché quella partita, di fatto, racconta la storia del nostro esame di maturità. Un appuntamento che, come pochi altri, segna un solco profondo nella vita di ognuno di noi: da una parte del fiume l’adolescenza; dall’altro si diventa uomini. È un attimo, il salto da una sponda all’altra. E la vittoria di Napoli, per il Siena, è stato il primo passo per crescere, la prese di coscienza che un mondo ancora sconosciuto poteva essere conquistato. Ne è passata di acqua sotto i ponti e oggi quel mondo lo sentiamo nostro, anche se ogni giorno il traguardo raggiunto va
confermato. Siena-Napoli, più di nove anni dopo, è l’ennesima tappa di un percorso difficile ma stimolante, che deve assolutamente portarci al nostro settimo scudetto. Facciamo tutti gli sforzi possibili – sul campo, dietro la scrivania, sul mercato – per andare avanti e crescere ancora, con i risultati sportivi ma anche con progetti concreti a lunga scadenza. Non è più tempo di tornare agli anni della maturità; è ora di dare stabilità alla Robur pensando al futuro, che oggi si chiama Napoli, domani mercato, dopodomani salvezza e poi infrastrutture.
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Nicola Natili
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Paolo Rubei
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Trasferta a firenze
Trasferta di Coppa Italia a Verona
Il Siena Club Fedelissimi organizza alcuni pullman per la trasferta di Firenze domenica 29 gennaio alle ore 12.30. La partenza è prevista per le ore 10:00 da San Prospero. La spesa complessiva è di 20,00 euro. Per i soci del club 15,00 euro. L’acconto è fissato a 5,00 euro. È possibile prenotarsi presso il Bar Filusè in via Cesare Battisti. Si consiglia di prenotare con anticipo.
Il Siena Club Fedelissimi e il Sienaclubvaldarbia organizzano un pullman per la trasferta di Coppa Italia a Verona. Chievo-Siena si giocherà mercoledì 25 gennaio alle ore 17.30. La partenza è prevista per le ore 12.30 dal posteggio degli impianti sportivi dell’Acquacalda. La spesa complessiva è di 35,00 euro. Per i soci dei Club 30,00 euro. L’acconto è fissato a 5,00 euro. È possibile prenotarsi presso: Bar Filusè, via Cesare Battisti Sienaclubvaldarbia, dalle 21.00 alle 24.00 tel. 0577.373190 valdarbia@sienaclubvaldarbia.it Domenico Chiantini, tel. 335.6980575 Roberto Cannoni, tel. 338.8692924 Ferramenta Hobby Idea, Monteroni d’Arbia tel. 0577.373091
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Cooprint, Siena
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Torneo di Briscola Martedì 24 gennaio, a partire dalle ore 21:30, inizia il Torneo di Briscola a coppie che si svolgerà presso la nostra sede in via Mencattelli 11. La prima coppia classificata vincerà due spalle di maiale, la seconda due salami.
Fed eli ssimo d’oro 33a edi zio ne
CLASSIFICA generale GAZZI D’AGOSTINO BRKIC BRIENZA CALAIò BOLZONI DESTRO VITIELLO MANNINI DEL GROSSO VERGASSOLA ROSSETTINI TERZI ANGELO GROSSI REGINALDO GONZALEZ
6,48 6,43 6,39 6,39 6,37 6,32 6,27 6,25 6,21 6,21 6,17 6,16 6,13 6,02 6,00 5,85 5,83
La classifica del Fedelissimo d’Oro sarà presentata in anteprima su Antenna Radio Esse da Alessandro Pagliai e Giacomo Luchini nel corso del programma “Anteprima Sport” in onda tutte le domeniche mattina.
siena – lazio DESTRO CALAIò GAZZI BRIENZA TERZI PEGOLO DEL GROSSO BOLZONI ROSSETTINI ANGELO CODREA MANNINI GROSSI
7,45 7,29 6,98 6,78 6,69 6,51 6,48 6,45 6,45 6,43 6,03 6,00 6,00
parma – siena GROSSI GAZZI BRIENZA D’AGOSTINO DEL GROSSO ANGELO PEGOLO GONZALEZ ROSSETTINI TERZI VITIELLO CALAIò DESTRO
6,52 6,32 6,19 6,19 6,12 6,00 5,98 5,89 5,67 5,60 5,54 5,53 5,51
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OR GA NI CI
A.C.
Siena
(Robur 1904) Allenatore: Giuseppe Sannino (1957)
S.S.c.
NAPOLI (1926) Allenatore: Walter Mazzarri (1961)
N. cognome Nome Ruolo Anno
N. Nome Cognome
1 Brkic 12 Farelli 89 Ivanov 25 Pegolo 33 Angella 15 Belmonte 80 Contini 3 Del Grosso 27 Milanovic 26 Pesoli 13 Rossettini 21 Rossi 19 Terzi 2 Vitilello 20 Acosta 6 Angelo 36 Bolzoni 10 D’Agostino 14 Gazzi 17 Grossi 70 Mannini 77 Sestu 8 Vergassola 7 Giorgi 23 Brienza 11 Calaiò 22 Destro 18 Gonzalez 9 Larrondo 83 Reginaldo
15 1 83 6 85 14 28 8 21 3 2 18 32 34 31 20 23 17 88 11 19 7 22 99 29 16
Zeljko P Simone P Mihail Aleksandrov P Gianluca P Gabriele D Nicola D Matteo D Cristiano D Milan D Emanuele D Luca D Andrea D Claudio D Roberto D Joel C Mariano de Almeida C Francesco C Gaetano C Alessandro C Paolo C Daniele C Alessio C Simone C Luigi C Franco A Emanuele A Mattia A Pablo Andres A Marcelo Alejandro A Ferreira da Silva A
1986 1983 1989 1981 1989 1987 1980 1983 1991 1980 1985 1986 1984 1983 1991 1981 1989 1982 1983 1985 1983 1983 1976 1987 1979 1982 1991 1985 1988 1983
Colombo De Santis Rosati Aronica Britos Campagnaro Cannavaro Dossena Fernandez Fideleff Grava Zuniga Chavez Donadel Dezi Dzemail Gargano Hamsik Inler Maggio Santana Cavani Lavezzi Lucarelli Pandev Vargas
Ruolo Anno
Roberto Morgan Antonio Salvatore Miguel Angel Hugo Armando Paolo Andrea Federico Ignacio David Gianluca Juan Camilo Cristian Gabriel Marco Jacopo Blerim Walter Alejandro Marek Gokhan Christian Mario Alberto Edison Ezequiel Cristiano Goran Eduardo
P P P D D D D D D D D D C C C C C C C C C A A A A A
1975 1977 1983 1978 1985 1980 1981 1981 1989 1989 1977 1985 1987 1983 1992 1986 1984 1987 1984 1982 1981 1987 1985 1975 1983 1989
21
le clas sifi che
PARTITE ODIERNE
19a giornata, 22 gennaio
Roma-Cesena (21.01 ore 18:00) Cagliari-Fiorentina (21.01 ore 18:00) Atalanta-Juventus (21.01 ore 20:45) Bologna-Parma (ore 12.30) Lecce-Chievo Novara-Milan Palermo-Genoa Siena-Napoli Udinese-Catania Inter-Lazio (ore 20:45)
CLASSIFICA MARCATORI
13 reti: Di Natale (Udinese; 3 rigori)
PARTITE ODIERNE
12 reti: Denis (Atalanta; 3 rigori),
20a giornata, 29 gennaio
Ibrahimovic (Milan; 6 rigori) 11 reti: Cavani (Napoli) 10 reti: Klose (Lazio) 9 reti: Jovetic (Fiorentina; 2 rigori) 8 reti: Giovinco (Parma; 3 rigori) 7 reti: Calaiò (Siena; 2 rigori), Palacio (Genoa; 1 rigore), Milito (Inter; 2 rigori), Matri (Juventus), Osvaldo (Roma)
Catania-Parma (28.01 ore 18:00) Juventus-Udinese (28.01 ore 20:45) Fiorentina-Siena (ore 12.30) Cesena-Atalanta Genoa-Napoli Lecce-Inter Milan-Cagliari Palermo-Novara Roma-Bologna Chievo-Lazio (ore 20.45)
classifica generale TOTALE IN CASA Squadre
P G V N P F S G V N P F S G V N P F S
Juventus 38
18 10 8 0 29 12
9 6 3 0 19 6
9 4 5 0 10 6
Milan
37
18 11 4 3 37 17
9 6 2 1 21 5
9 5 2 2 16 12
Udinese
35
18 10 5 3 26 13
9 8 1 0 18 3
9 2 4 3 8 10
Lazio
33
18 9 6 3 26 17
10 4 4 2 12 7
8 5 2 1 14 10
Inter
32
18 10 2 6 28 19
9 5 1 3 15 8
9 5 1 3 13 11
Napoli
28
18 7 7 4 33 20
10 4 4 2 21 13
8 3 3 2 12 7
Roma **
27
17 8 3 6 23 19
8 4 2 2 13 9
9 4 1 4 10 10
Genoa
24
18 7 3 8 22 29
9 5 2 2 13 9
9 2 1 6 9 20
Chievo
23
18 6 5 7 14 20
9 5 3 1 9 4
9 1 2 6 5 16
Parma
22
18 6 4 8 24 32
10 5 3 2 19 12
8 1 1 6 5 20
Catania **
22
17 5 7 5 20 25
8 4 2 2 9 6
9 1 5 3 11 19
Cagliari
22
18 5 7 6 16 18
9 2 5 2 6 7
9 3 2 4 10 11
Palermo
21
18 6 3 9 19 24
8 6 0 2 17 10
10 0 3 7 2 14
Fiorentina 21
18 5 6 7 18 16
9 4 3 2 14 7
9 1 3 5 4 9
Atalanta * 20
18 6 8 4 23 23
9 4 4 1 11 7
9 2 4 3 12 16
Bologna
19
18 5 4 9 17 25
9 3 1 5 9 13
9 2 3 4 8 12
Siena
18
18 4 6 8 19 19
9 4 2 3 15 7
9 0 4 5 4 12
Cesena
15
18 4 3 11 12 25
9 2 3 4 8 9
9 2 0 7 4 16
Lecce
12
18 3 3 12 18 34
8 0 1 7 7 16
10 3 2 5 11 18
Novara
12
18 2 6 10 18 35
9 2 4 3 12 16
9 0 2 7 6 19
* 6 punti di penalizzazione
22
FUORI CASA
** una partita in meno