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Quando la forma è sostanza
Cherubina Bertola
Presidente del Consiglio Comunale presidentecc@comune.monza.it
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L’aula dove si riunisce e lavora il Consiglio Comunale, al secondo piano del Palazzo Municipale che affaccia su Piazza Trento e Trieste e su Piazza Carducci, è piena di simboli. Voglio qui elencarne alcuni: le bandiere dell’Europa, dell’Italia e di Monza; il testo della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948; il documento di Riconoscimento al Valor Militare ad Oscar Levi nato a Monza nel 1915; il ritratto ed il Riconoscimento della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria al Partigiano Gianni Citterio del 1944; il ritratto di Monsignor Luigi Talamoni. Questo «esercizio» non mira solamente a descrivere l’ambiente dove la città è rappresentata durante i lavori del Consiglio, ma vuole cercare di far intendere a tutti noi cittadini quanto sia «impegnativo» radunarsi e praticare l’attività di analisi, studio, valutazione delle decisioni da prendere in un luogo, l’Aula Consiliare, che non solo ci ricorda una parte della storia della nostra comunità cittadina ma che anche ne evoca i valori, i sacrifici, i protagonisti ed i modelli a cui ispirare l’attività politico-amministrativa. Tutti noi consiglieri, infatti, siamo chiamati a prendere molto sul serio il mandato che ci ha dato chi ci ha votato, ma siamo anche tenuti a suscitare in chi non ha votato (e purtroppo sono moltissimi) il desiderio di tornare ad occuparsi, tramite gli eletti in Consiglio Comunale, della vita pubblica, del bene comune, dello sviluppo della nostra città. Quando le persone esprimono il loro disamore per la politica, non lo fanno solo per una freddezza, se non per un completo distacco, che purtroppo possono suscitare alcune vicende della vita politica nazionale, ma anche per la poca cura che a volte (ma quelle poche volte hanno spesso una grande risonanza mediatica) anche i rappresentanti del proprio Comune manifestano. Nella nostra città, ed anche in questo Consiglio Comunale eletto il 12 giugno ed insediatosi il 16 luglio, gli amministratori fanno il loro dovere con grande passione e cura, ma questo non basta. L’informazione, il coinvolgimento, la condivisione di temi e problemi devono uscire dall’aula consiliare e dal Palazzo, non solo tramite i social e gli strumenti di comunicazione, ma anche attraverso i nostri racconti, i contatti, la conoscenza delle persone del nostro quartiere, delle aule scolastiche frequentate dai figli e dai nipoti, degli esercizi commerciali e dei centri sportivi che frequentiamo, dei luoghi del nostro tempo libero. La nomina di Consigliere Comunale acquisisce il proprio spessore per intero quando va oltre l’attività consiliare, quando si estende oltre il tempo che passiamo a discutere e a confrontarci: non si riduce a forma ma diventa sostanza se attraversa la nostra vita quotidiana di cittadini per tutto il tempo che ci vedrà impegnati in questo compito e servizio. Un’ultima riflessione: questo Consiglio comunale vede tante persone «giovani» in aula: per età e per esperienza di amministratore pubblico. Questo elemento costituisce per i consiglieri più «esperti» una responsabilità che è contemporaneamente un’opportunità: quella di costituire un «modello». L’impegno di tutti i consiglieri e della Giunta sarà pertanto sempre più quello di dibattere in modo corretto nei contenuti e nei modi, di prestare attenzione e misura nei toni e negli atteggiamenti, di prepararsi ed approfondire adeguatamente gli oggetti da esaminare e valutare, di ascoltare con attenzione e rispetto gli interventi di tutti, nel rispetto delle regole e nell’applicazione concreta dei principi che ispirano il funzionamento del Consiglio Comunale attraverso lo strumento del Regolamento del Consiglio stesso. La qualità dell’impegno amministrativo e il gusto per la «cosa pubblica» che esso esprime devono diventare un obiettivo che questo Consiglio Comunale ha condiviso il giorno del proprio insediamento (il 16 luglio) e deve mantenersi per tutto il tempo dell’attuale Amministrazione. Solo così potremo e sapremo testimoniare il significato profondo del valore del bene comune.