Civico Museo di Storia e Arte - Trieste [estratto]

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Comune di Trieste Civici Musei di Storia ed Arte

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CIVICO MUSEO DI STORIA ED ARTE TRIESTE


MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia Collana Memorie Musei e aree archeologiche del Friuli Venezia Giulia collana a cura di Luigi Fozzati, Marta Novello coordinamento editoriale Annalisa Giovannini Ufficio Stampa e Comunicazione Carmelina Rubino

Trieste. Civico Museo di Storia ed Arte di Marzia Vidulli Torlo © Prima Edizione 2013 by Luglio Editore Loc. Domio, 107 - San Dorligo della Valle - Trieste Tel. 040.381416 - Fax 040.280215 Internet: www.luglioeditore.it E-mail: info@luglioeditore.it Impaginazione e stampa Luglio Fotocomposizioni - Trieste Stampato in Italia - Printed in Italy Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia. ISBN 978-88-6803-XXX-X


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hi arriva a Trieste scopre una città tutta rivolta sul mare, nel quale si specchia e dal quale trae il suo fascino e la sua stessa esistenza. Nei secoli è sempre stato così, Trieste e il suo mare. Ma per scoprire la sua storia è necessario allontanarsi dalle rive e salire in cima al colle che porta il nome del suo principale patrono, San Giusto. Qui sono le testimonianze archeologiche del suo passato, evocate dai resti romani, dai luoghi della fede cristiana e dai segni guerreschi nascosti in un castello sorto tra ‘300 e ‘600. A San Giusto hanno sede i musei archeologici e storici i cui reperti parlano della comparsa dei primi cacciatori del paleolitico, dei primi stanziamenti sui castellieri nelle età del bronzo e del ferro, dell’arrivo dei romani che vi fondarono la città di Tergeste. Città da cui provengono iscrizioni, monumenti, statue e lapidi sepolcrali, mosaici e materiali di una vita agiata tra I e II secolo d.C. (esposti nel Lapidario Tergestino del Castello di San Giusto).


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Nei musei si possono ammirare, accanto all’archeologia locale, tutta una serie di collezioni e raccolte che spaziano dall’Antico Egitto alla Grecia classica, alle colonie magnogreche, alla produzione ceramica di Cipro, ma si soffermano persino su una piccola raccolta di materiali provenienti da El Salvador di cultura Maya, anch’essa legata a un personaggio triestino. La presente pubblicazione propone uno dopo l’altro, in cronologia, approfondimenti su temi specifici accanto a percorsi trasversali, cogliendo tra le sezioni del Museo e dei lapidari quei frammenti capaci di ricomporre argomenti e storie di civiltà.


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Il Civico Museo di Storia ed Arte Orto Lapidario

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l primo nucleo del Museo nasce da un’idea di Domenico Rossetti (1774-1842), procuratore civico e appassionato studioso di storia patria, il quale volle realizzare un monumento che ricordasse il grande antiquario tedesco J.J. Winckelmann, morto a Trieste, per mano assassina, l’8 giugno 1768. Il proposito fu di “riparare” al grave torto col porre la memoria del “padre della moderna storia dell’arte e dell’archeologia” quale centro della rinascita culturale e del riscatto della città, incolpevole palcoscenico di così luttuoso misfatto. Nel 1808 Rossetti aveva diffuso un invito a stampa al fine di raccogliere sottoscrizioni per il monumento, che intendeva sistemare all’interno della


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Il Lapidario Tergestino

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’esposizione si articola all’interno del cinquecentesco Bastione Lalio del Castello di San Giusto, illustrando la Tergeste romana attraverso i monumenti provenienti dall’area capitolina, dagli edifici sacri, dal Teatro e dalle necropoli; tutti materiali che erano esposti fino al 2000 all’Orto Lapidario. La prima sala comprende alcuni dei monumenti onorari più noti, tra cui le iscrizioni affisse presso le porte urbiche in memoria della costruzione delle mura e delle torri, fatte erigere per volontà di Ottaviano nel 33-32 a.C., e la base del monumento equestre dedicato dalla plebs tergestinorum al senatore concittadino Lucio Fabio Severo.


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Echi dall’Antico Egitto

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l piano terra del Museo è esposta l’intera collezione civica di egittologia, che riunisce più di un migliaio di pezzi giunti dall’Egitto nell’Ottocento per mezzo dell’intenso traffico marittimo dell’emporio triestino. La città di Trieste, principale porto dell’impero austriaco fino al 1918, mantenne un intenso rapporto commerciale e mercantile con la terra del Nilo: nel Settecento vennero fondate società triestino-egiziane, soprattutto in relazione al traffico del legname. Nell’Ottocento triestini fondarono banche al Cairo, mentre la rotta marittima Trieste-Alessandria fu attivata nel 1837 e mantenuta stabilmente dalle navi del Lloyd di Navigazione. Il barone Pasquale Revoltella (1795-1869), nato a Venezia ma trasferitosi a Trieste in giovanissima età, fu vicepresidente della Società del Canale di Suez (inaugurato nel 1869), rappresentando gli interessi austriaci


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Le usanze funerarie nel territorio

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e aree sepolcrali relative alla cultura dei castellieri, inquadrabili nel periodo compreso tra l’XI e il V secolo a.C., erano poste sui pendii delle alture prossime agli abitati. Erano composte da file o gruppi di tombe a fossa, coperte da lastre di pietra, con le ceneri del defunto deposte direttamente sulla nuda terra o, a volte, in un vaso/ossuario. Il corredo era formato da vasellame, oggetti d’ornamento personale, utensili e, nelle sepolture di ricchi guerrieri, da armi spesso intenzionalmente piegate o spezzate. Dalla necropoli di Brežec, la più antica finora individuata nell’area di San Canziano del Carso (Škocjan, Slovenia), ad esempio, provengono, tra i molti oggetti d’ornamento personale in bronzo, armi come una spada con manico pieno e resti del fodero piegata ritualmente, rinvenuta accanto ad un coltello con lama serpeggiante (tomba 136, VIII secolo a.C.).


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La collezione dei Vasi Greci

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a sezione dei vasi greci riunisce diverse collezioni private di triestini, poi confluite al Museo, alle quali affianca una serie di acquisti mirati a fornire un quadro il più possibile completo e ricco della produzione ceramica dell’antichità mediterranea, a partire dal VII secolo a.C. fino al termine dell’età ellenistica; incrementi che miravano a selezionare la maggior varietà tipologica e iconografica, con lo scopo didattico di documentarne gli sviluppi cronologici e stilistici, al fine di educare al bello la gioventù ma anche gli artisti e gli artigiani. La prima collezione acquisita dal Comune di Trieste il 3 novembre del 1871, ancor prima della istituzione ufficiale del Museo d’Antichità, era la collezione Ostrogovich: i fratelli Francesco e Ferdinando Ostrogovich, nati a Trieste ma residenti a Lecce, dove avevano una Casa di Commercio, vi avevano acquistato 361 vasi e


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fatto eseguire scavi, soprattutto a Rudiae, Carvinium e Caelium (siti di provenienza indicati sulle etichette dei pezzi della collezione). Nel 1910, poi, il Comune ricevette dalle eredi del barone Giuseppe Sartorio le sue importanti raccolte d’arte, tra le quali anche quella di vasi antichi. Il nucleo della raccolta risaliva alla passione


TRIESTE. CIVICO MUSEO DI STORIA ED ARTE

Ceramica Corinzia ed Attica

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l percorso alla conoscenza della ceramica antica inizia con la produzione corinzia del VII secolo a.C. esemplificata dai piccoli contenitori a fiala, detti alabastra e aryballoi, usati per conservare preziosi olii per la cosmesi, e anche da brocche o oinochoai e scatole o pissidi, caratterizzati dall’uso di argille fini, superfici chiarissime e lisce, ma soprattutto da motivi decorativi a fasce e a fregio di animali in movimento tra disegni geometrici e floreali: produzione artigianale e seriale, che ebbe un’amplissima diffusione in tutto il bacino mediterraneo, fino al VI secolo compreso. In seguito venne imitata,

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Ceramica Etrusca

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n discorso a parte deve essere fatto per la ceramica etrusca, presente con alcuni notevoli pezzi: in ceramica a figure nere, l’hydria del Pittore di Micali, con lotta tra guerrieri (VI secolo a.C.); in ceramica a figure rosse, lo stamnos raffigurante un essere mostruoso, dio della morte, che incombe su un uomo (325-300 a.C.); e il cratere del Gruppo di Alcesti con defunta trasportata negli inferi. Ăˆ presente inoltre il caratteristico vasellame in bucchero: anfore, oinochoai, kantharoi e i calici su alto piede (VIII-VII secolo a.C.).


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Il Giardino del Capitano e il Postantico

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el 1913 il Comune acquistò l’edificio di via della Cattedrale 15 insieme alla vasta area verde che lo precede, per farne la sede del Museo e compiervi ricerche archeologiche. L’area è nota come Giardino del Capitano, essendo stata di pertinenza del capitano cesareo che reggeva la città in nome dell’imperatore d’Austria ed aveva la sua dimora nel Castello di San Giusto. Di forma rettangolare, si addossa alle mura civiche ed è a sua volta murata, infatti conserva a tutt’oggi su due lati (il terzo lato è occupato dall’edificio museale) le antiche fortificazioni risalenti al ‘300-‘400, con camminamenti merlati, torri pentagonali e una porta di epoca più recente (1641-1642). Gli scavi archeologici, condotti in trincea tra 1927 e 1971, hanno indagato diversi settori del giardino, ma non hanno portato alla luce né edifici né l’ipotizzato piazzale/foro, bensì un’imponente struttura


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Crediti fotografici Tutte le fotografie sono di proprietà del Comune di Trieste, Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte. Tutte le immagini dei beni di proprietà dello Stato Italiano, in consegna alla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia e al Comune di Trieste, sono state riprodotte su loro concessione e ne è vietata l’ulteriore riproduzione e duplicazione con ogni mezzo senza la loro autorizzazione.


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Aquileia. Città delle gemme Il Lapidario Tergestino Dedicato alla memoria di Winckelmann Echi dall’Antico Egitto Carlo Marchesetti e la preistoria La cultura dei castellieri Le usanze funerarie nel territorio Il sito di Santa Lucia di Tolmino La collezione dei Vasi Greci Ceramica Corinzia ed Attica Ceramica Magnogreca Ceramica Etrusca La Collezione Tarantina La Collezione Cipriota La sezione della Civiltà Romana


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I ritratti romani Parole di pietra Il Teatro Romano di Tergeste Una lussuosa villa marittima La scultura funeraria romana: le urne La scultura funeraria romana: i sarcofagi Le due necropoli di San Servolo Il mondo degli dei Il vasellame romano in ceramica Le lucerne in terracotta Manufatti romani in bronzo La fibula nella storia Le affascinanti forme del vetro La multiforme ambra Lavorare l’osso e l’avorio La raccolta di glittica Carlo Kunz e la numismatica La scrittura nell’antichità La Collezione Maya “Cesare Fabietti” Il Giardino del Capitano e il Postantico Didascalie delle immagini Bibliografia essenziale


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