Mikhail Baryshnikov

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Mikhail Baryshnikov conferimento laurea magistrale ad honorem

Scienze dello Spettacolo lunedĂŹ 2 luglio 2018



Mikhail Baryshnikov conferimento laurea magistrale ad honorem

Scienze dello Spettacolo lunedĂŹ 2 luglio 2018 Rettorato | Aula Magna

piazza San Marco, 4 - Firenze


Mikhail Baryshnikov conferimento laurea magistrale ad honorem

Scienze dello Spettacolo programma della giornata


Introduzione Luigi Dei

Magnifico Rettore

Andrea Zorzi Direttore SAGAS

Laudatio Sara Mamone

Professore ordinario di Discipline dello spettacolo

Saluto Mikhail Baryshnikov


Breve storia dell’Ateneo L'Università degli Studi di Firenze ha le sue origini nello Studium Generale che la repubblica fiorentina volle far nascere nel 1321. Le discipline allora insegnate erano il diritto, civile e canonico, le lettere e la medicina. Come docenti furono chiamati molti nomi famosi: Giovanni Boccaccio fu incaricato di tenere lezioni sulla Divina Commedia. L'importanza dello Studium fu sancita da una Bolla di papa Clemente VI, con la quale furono riconosciuti e convalidati i titoli da esso rilasciati, gli furono estesi i privilegia maxima già concessi alle Università di Bologna e di Parigi, vi fu istituita la Facoltà di teologia. Nel 1364 con l'imperatore Carlo IV, lo studio fiorentino diventa università imperiale. I Medici, al momento del loro avvento al governo della Toscana, lo esiliarono a Pisa nel 1472: da quell'anno i trasferimenti diventarono frequenti, a seconda dei cambiamenti di governo. Carlo VIII lo riportò a Firenze dal 1497 al 1515 anno in cui, con il ritorno dei Medici lo Studium venne nuovamente spostato a Pisa. Rimasero a Firenze, anche dopo questa data, molti insegnamenti, mentre le ricerche ebbero un ottimo appoggio nelle numerose Accademie fiorite nel frattempo, come quella della Crusca e quella del Cimento.


Short history of the University The origins of the University of Florence date back to the Studium Generale set up by the Florentine Republic in 1321. The subjects taught were Civil and Canon Law, Literature, Medicine. There have been illustrious scholars such as Giovanni Boccaccio, who lectured on the Divina Commedia. The importance of the Studium was ratified with a bull by Pope Clement VI whereby all titles awarded were officially recognised. The course of Theology was subsequently added. The Studium had also the privilegia maxima extended to it, as it was the case with the universities of Bologna and Paris. In 1364 the Studium became an imperial university. When the Medici came to power in Tuscany in 1472 it was exiled to Pisa. From that time onward there were frequent transfers between Florence and Pisa according to the different changes in the government. Charles VIII brought back the Studium to Florence between 1497 and 1515. Then, a comeback of the Medici moved it again to Pisa. Throughout this period many teachings and research remained active in Florence supported by the numerous academies that came to flourish in the meantime, such as Accademia della Crusca and Accademia del Cimento.


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Solo con il 1859 con la cacciata del granduca dal governo della regione, tutti questi insegnamenti sparsi riottennero la dignità di un'organizzazione e una struttura proprie: nasce così l'Istituto Superiore di Studi Pratici e di Perfezionamento, che, nello stato italiano unitario, avrà riconosciuto il carattere universitario. Soltanto nel 1924, tuttavia, un apposito decreto conferì la denominazione di Università all'Istituto. La successiva organizzazione degli studi dell'Università si è articolata, fra il 1924 e il 1938, nelle Facoltà di Agraria, Architettura, Economia, Farmacia, Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, Magistero, Medicina e Chirurgia, Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali e Scienze Politiche. A queste dieci Facoltà, nel 1970, è stata aggiunta quella di Ingegneria, il cui primo biennio, però, era già stato attivato dall'anno accademico 1928-29. Nel luglio del 2002 poi è stata costituita la facoltà di Psicologia. Dal 1 gennaio 2013, a seguito della riforma introdotta dalla legge 240/2010, le Facoltà sono state abolite; il compito di coordinamento delle attività didattiche e della gestione dei relativi servizi è svolto dalle Scuole. Oggi è una delle più grandi organizzazioni per la ricerca e la formazione superiore in Italia, con 1.800 docenti e ricercatori strutturati, circa 1.600 tecnici e amministrativi, e oltre 1.600 dottorandi e assegnisti.


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In 1859 with the expulsion of the Grand Duke from Tuscany a unified structure re-emerged in the shape of the Istituto Superiore di Studi Pratici e di Perfezionamento (Higher Institute of Vocational and Advanced Studies). In 1924 the Istituto was officially granted the title of university. Between 1924 and 1938 the university organised itself into the Faculties of Agriculture, Architecture, Economics, Pharmacy, Law, Humanities, Education, Medicine, Mathematical, Physical and Natural Sciences and Political Sciences. Engineering was added in 1970 and Psychology in 2002. As of January 1, 2013 according to Law 240/2010 all faculties have been abolished giving all responsibility to provide teaching and services to the Schools. The University has various campuses scattered throughout the town and beyond, with the new Science Campus in Sesto Fiorentino, the ones in Empoli and Calenzano. Some teaching activities are carried out also in Pistoia and Prato.


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L’Università di Firenze ha insignito della laurea ad honorem personalità della cultura, della ricerca e delle professioni, testimoni significativi, in un orizzonte internazionale, dei diversi percorsi della scienza e dello sviluppo dell’uomo in tutti i campi del sapere. Tra i nomi di questo albo d’onore - circa 60 lungo gli ultimi quarant’anni: Willy Brandt statista Mary Robinson statista Sir John Pope Hennessy storico dell’arte David Grossman scrittore Mario Vargas Llosa scrittore Orhan Pamuk scrittore Zubin Mehta direttore d’orchestra Hans Werner Henze compositore Richard Rogers architetto Roberto Burle Marx architetto Amartya Sen economista Vandana Shiva ambientalista Eric A. Cornell fisico Mario Capecchi genetista John Robert Vane farmacologo Harold Pinter drammaturgo


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The University of Florence has awarded the Honorary Degree to personalities of the cultural, scientific and professional world, eminent witnesses, in the international scene, of the different pathways of science and human development in all fields of knowledge. Some of the names (about 60 in the last forty years) in this honorary list include: Willy Brandt statesman Mary Robinson stateswoman Sir John Pope Hennessy art historian David Grossman writer Mario Vargas Llosa writer Orhan Pamuk writer Zubin Mehta conductor Hans Werner Henze composer Richard Rogers architect Roberto Burle Marx architect Amartya Sen economist Vandana Shiva environment activist Eric A. Cornell physicist Mario Capecchi genetist John Robert Vane pharmacologist Harold Pinter playwright


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Commissione per il conferimento della laurea magistrale ad honorem in Scienze dello Spettacolo a Mikhail Baryshnikov: Luigi Dei Presidente Vittoria Perrone Compagni Prorettore vicario Sara Mamone Proponente Paola Valentini Presidente del Corso di Laurea Andrea Zorzi Direttore Dipartimento SAGAS Anna Nozzoli Presidente Collegio Area Umanistica Gianfranco Bandini Presidente Scuola Studi Umanistici e della Formazione Teresa Megale Delegata del Rettore per le attivitĂ di Spettacolo Renzo Guardenti Docente di Discipline dello Spettacolo Stefano Mazzoni Docente di Discipline dello Spettacolo Caterina Pagnini Docente di Storia della Danza


Committee 13

Committee for the awarding of the honorary degree in Performing Arts to Mikhail Baryshnikov: Luigi Dei President Vittoria Perrone Compagni Vice President Sara Mamone Proponent Paola Valentini President of the Master’s Degree in Performing Arts Andrea Zorzi Director of the SAGAS Department Anna Nozzoli President of the Humanities Staff Board Gianfranco Bandini President of the School of Humanities Teresa Megale President’s Delegate for Performing Activities Renzo Guardenti Professor of History of Performing Arts Stefano Mazzoni Professor of History of Performing Arts Caterina Pagnini Researcher of History of Dance


Note biografiche Mikhail Baryshnikov Nato nel 1948 a Riga, in Lettonia, Mikhail Baryshnikov è considerato uno dei più grandi ballerini dei nostri tempi. Dopo aver cominciato una spettacolare carriera con la Kirov Ballet di Leningrado, nel 1974 venne in Occidente e si stabilì all’American Ballet Theatre (ABT) a New York City come primo ballerino. Nel 1978 si unì al New York City Ballet, dove lavorò con George Balanchine e Jerome Robbins. L’anno successivo fu nominato direttore artistico dell’American Ballet Theatre in cui, nei dieci anni a seguire, introdusse una nuova generazione di ballerini e coreografi. Baryshnikov, dal 1990 al 2002, è stato direttore e ballerino del White Oak Dance Project, che co-fondò insieme al coreografo Mark Morris per espandere il repertorio e la visibilità della danza moderna americana. Come attore ha recitato in larga parte, di tanto in tanto, a Broadway, così come nei film e in televisione, ottenendo una nomination al Tony Award e un Drama Desk Award per La Metamorfosi, e una nomination all’Academy Award per Due vite, una svolta (The Turning Point). Altre produzioni teatrali includono Forbidden Christmas or The Doctor and the Patient, Beckett Shorts, In Paris, Man in a Case, The Old Woman e Letter to a Man. È in tour, al momento, con Brodsky/Baryshnikov


Biographical notes Mikhail Baryshnikov Born 1948 in Riga, Latvia, Mikhail Baryshnikov is considered one of the greatest dancers of our time. After commencing a spectacular career with the Kirov Ballet in Leningrad, he came to the West in 1974, settling in New York City as principal dancer with American Ballet Theatre (ABT). In 1978 he joined New York City Ballet, where he worked with George Balanchine and Jerome Robbins. A year later he was appointed artistic director of ABT where, for the next decade, he introduced a new generation of dancers and choreographers. From 1990-2002, Mr. Baryshnikov was director and dancer of the White Oak Dance Project, which he and choreographer Mark Morris co-founded to expand the repertoire and visibility of American modern dance. As an actor he has performed widely on- and off-Broadway, as well as in television and film, receiving a Tony Award nomination and a Drama Desk Award for Metamorphosis, and an Academy Award nomination for The Turning Point. Other theatrical productions include Forbidden Christmas or The Doctor and the Patient, Beckett Shorts, In Paris, Man in a Case, The Old Woman and Letter to a Man. He is currently touring Brodsky/Baryshnikov, directed by Alvis Hermanis. In


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diretto da Alvis Hermanis. Ha dato il via, nel 2005, al Baryshnikov Arts Center (BAC) a New York City, uno spazio creativo disegnato per supportare artisti multidisciplinari provenienti da tutto il mondo. Tra le innumerevoli onoreficienze vi sono il Kennedy Center Honors, il National Medal of Arts, il Commonwealth Award, il Chubb Fellowship, il Jerome Robbins Award ed il Vilcek Award. Gli è stato attribuito il rango di Ufficiale della Legion d’onore francese nel 2010 ed il prestigioso Praemium Imperiale International Arts Award in Theatre/Film giapponese nel 2017.


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2005, he launched Baryshnikov Arts Center (BAC) in New York City, a creative space designed to support multidisciplinary artists from around the globe. Among Mr. Baryshnikov’s many awards are the Kennedy Center Honors, the National Medal of Arts, the Commonwealth Award, the Chubb Fellowship, the Jerome Robbins Award, and the Vilcek Award. In 2010, he was given the rank of Officer of the French Legion of Honor, and in 2017 he received Japan’s prestigious Praemium Imperiale International Arts Award in Theatre/Film.


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Brodsky / Baryshnikov, Photo Janis Deinats


Introduzione Luigi Dei Buongiorno Signore e Signori, benvenuti alla cerimonia di conferimento della Laurea ad Honorem in Scienze dello Spettacolo a Mikhail Baryshnikov. Siamo profondamente grati al Soprintendente del Teatro del Maggio Musicale fiorentino Cristiano Chiarot, alla cui cortesia molto deve la realizzazione di questo evento. E’ un grande onore e privilegio per la nostra Università il conferimento di questa prestigiosa onorificenza a uno straordinario artista che ha attraversato metà del secolo scorso, proiettandosi fino ai giorni nostri, alle soglie del primo ventennio del secolo ventunesimo. Nell’introdurre questa cerimonia, vorrei brevemente soffermarmi su un tema che considero significativo e, a mio giudizio, caratterizzante l’intera opera artistica di Baryshnikov: il movimento. Il dizionario della lingua italiana Treccani così definisce il movimento: in generale con movimento s’indica un cambiamento di posizione di una “cosa” rispetto a un’altra, inclusi pensieri e cose astratte. Ebbene, questo cambiamento di posizione ci accompagna tutta la vita, a partire dalla natura che ci circonda, nel suo costante e perenne panta rei, dalle nostre origini, da come ciascuno di noi fu generato: noi siamo qui grazie al movimento, alla incredibile danza sfrenata di milio-


Introduction Luigi Dei Good morning Ladies and Gentlemen welcome to the ceremony to award the Honorary Degree in Performing Arts to Mikhail Baryshnikov. We are deeply grateful to the Superintendent of the Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Mr Cristiano Chiarot for his courtesy, determinant for the realization of this event. It is a great honour and privilege for our University to confer this prestigious distinction to an extraordinary artist who has lived through the middle of the last century, until the present day, almost twenty years into the twenty-first century. In introducing this ceremony, I would like briefly to reflect on a subject that I consider significant and that, in my opinion, characterises the entire artistic work of Baryshnikov: the movement. The Treccani dictionary of the Italian language defines movement as follows: in general, movement indicates a change in the position of a “thing� compared to another, including abstract thoughts and things. Well, this change of position accompanies us throughout life, starting from the nature that surrounds us, in its constant and perennial Panta Rei, from our origins, from how each of us was generated. We are here thanks to the movement, to the incredible wild dance of millions of spermatozoa! They came out in great numbers in a moment of extreme joy and pleasure: they want-


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ni di spermatozoi! Uscirono in tanti in un momento di grande gioia e piacere: volevano conquistare lei, cellula uovo, lontanissima e apparentemente inarrivabile. Ed erano pieni di movimento, correvano all’impazzata, una gara frenetica dove avrebbe vinto uno solo. Il movimento, dunque, generatore della nostra meravigliosa individualità. Il movimento è nell’aria che ci circonda e nell’acqua che copre oltre il 70% della superficie del nostro pianeta, ma anche nella poesia del grande Lucrezio: la forza sfrenata del vento sferzi il mare e travolga grosse navi e disperda le nuvole, e talvolta, percorrendo con rapinoso turbine i campi, grandi alberi vi abbatta e sparga, e contro le vette dei monti si avventi con raffiche che schiantano le selve. Tanto infuria con fremito violento e imperversa con minaccioso rombo. Il potere della parola, evocativa del movimento: forza sfrenata, sferzare, travolgere, disperdere, percorrere, turbine, abbattere, spargere, avventarsi, schiantare, raffiche, infuriare, fremito violento, imperversare, minaccioso rombo. Movimento disordinato di volumi d’aria che produce fischi, sibili e fruscii. Rumori della natura, non suoni. Può l’aria muoversi più ordinata? Certo, ed ecco la meraviglia della musica: melodie, armonie, canti, ossia aria che ha deciso di muoversi in modo periodico, ondeggiante, sincrono e garbato. Un movimento ordinato che può evocare, fantasticamente, il movimento disor-


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ed to conquer her, the egg cell, very distant and apparently unreachable. And they were full of movement, they were running wild, a frenetic race where only one would win. The movement, therefore, generates our marvellous individuality. Movement is in the air that surrounds us and in the water that covers over 70% of the surface of our planet, but also in the poetry of the great Lucretius: “The wild winds infuriate across the seas and swamp huge ships and rend the clouds, or, eddying wildly down, bestrew the plains, with mighty trees, or scour the mountain tops, with forest-crackling blasts.� The power of the word is evocative of movement: wild force, lashing, swamping, rending, treading, whirling, breaking down, scattering, rushing, crashing, gusts, raging, violent quivering, blasting. Irregular movement of air masses that produces whistles, hisses and rustles. Noises of nature, not sounds. Can the air move in a more ordinate manner? Of course, and here is the wonder of music: melodies, harmonies, songs, or air that has decided to move in a periodic, rolling, synchronous and gentle way. An orderly movement that can evoke, fantastically, the disorderly movement of the wind, as in the finale of the symphonic poem La mer by Claude Debussy, which concludes with the dialogue of the wind and the sea and has an agitato tumultuoso subtitle. The sea in movement, as in the painting by William


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dinato del vento, come nel finale del poema sinfonico La mer di Claude Debussy, che si conclude con il dialogo del vento e del mare e che ha sottotitolo agitato tumultuoso. Il mare in movimento, come nel quadro di William Turner The Shipwreck (1805): la pittura, emblema e quintessenza della fissità e quindi antinomica al movimento, diventa acqua, aria, uomini, barche, canne da pesca in frenetica agitazione. Tutto si muove agitato dalle forze della natura, creatrici di movimento. Insomma, questo movimento sta un po’ dappertutto. Chissà che non stia in un’altra arte, distillato di stasi e pesantezza: la scultura. Anche le opere marmoree o bronzee statiche e fisse? Macché! Niente affatto. Guardate la meraviglia del Ratto delle Sabine del Giambologna. Due angolature, tutto si muove in questo star fermo dei corpi. Osservateli bene, tesi nel movimento. Incredibile, no? Sono i punti di vista multipli che fan muovere la statua. La statua ci costringe a muoverci per apprezzare il suo plastico movimento. La statua non si muove, ma lo spettatore sì. Guardate bene questi corpi, fermi eppure quasi danzanti nello spazio visivo. Sì, questa idea della danza di statue marmoree mi piace molto, perché evoca di nuovo il movimento e c’introduce all’arte del nostro premiato: la danza. Qui il movimento è reale, ritmico, armonico e son corpi umani viventi e dalle movenze perfettamente sinuo-


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Turner The Shipwreck (1805). Painting, emblem and quintessence of fixity and therefore antinomic to movement, becomes water, air, men, boats, fishing rods in frenetic agitation. Everything moves, agitated by the forces of nature, creators of movement. In short, movement is everywhere. Who knows that it is not in another art, sculpture, the quintessence of stasis and heaviness. And the static and fixed marble or bronze works? Of course not! Not at all. Look at the wonder of The Rape of the Sabine Women by Giambologna. Two angles, everything moves in this stillness of the bodies. Observe them carefully, tense in their movements. Incredible, isn’t it? It is the multiple points of view that move the statue. The statue forces us to move to appreciate its plastic movement. The statue does not move, but the viewer does. Look carefully at these bodies, still but almost dancing in the visual space. Yes, I like this idea of the dance of marble statues, because it evokes the movement again and introduces us to the art of the man we are honouring today: dance. Here the movement is real, rhythmic, harmonious and there are living human bodies with perfectly sinuous movements. From the humans sculpted by Giambologna who evoke movement, to the real movement of male and female bodies guided by the rhythm of music. Bodies that are able to draw us into fantas-


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se. Dagli umani scolpiti dal Giambologna che evocano movimento, al movimento reale di corpi maschili e femminili guidati dal ritmo della musica. Corpi in grado di farci immergere in mondi fantastici, sognanti e immaginifici, i mondi delle fiabe. Favole che ci trasportano nelle magie delle nostre piccole menti di fanciulle e fanciulli in crescita: Cenerentola, La bella addormentata nel bosco, Schiaccianoci, Uccello di fuoco, con le emozioni da brividi sgorgate dalle movenze immortalate dal nostro artista. Grazie alla danza, Signor Baryshnikov, lei è riuscito, come suggestiona il pittore Edgar Degas, a dipingere il movimento della gente e delle cose che ci consola. E senza la sua arte – sempre parafrasando Degas – le foglie degli alberi non si sarebbero mosse, gli alberi sarebbero rimasti infinitamente tristi e la loro tristezza sarebbe stata la nostra. Le fiabe ballate, il movimento che narra di cose fantastiche e sognanti. La fiaba che rende l’irrealtà realista. Come chiosava Jean Cocteau, anche il cinema possiede il sogno di rendere l’irrealtà realista. Il movimento nel cinema, la decima musa di Cocteau. Il movimento è la quintessenza del cinema. Danza e cinema hanno quindi in comune immagini o corpi in movimento. Il movimento del cinema è rapidissimo, migliaia di fotogrammi in movimento così veloce da darci l’impressione del continuo, insomma del fluire della vita, anch’essa caratterizzata da milioni di fotogrammi in mo-


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tic, dreamy and imaginative worlds, the worlds of fairy tales. Fables that transport us in the magic of our little minds of growing girls and boys: Cinderella, The Sleeping Beauty, The Nutcracker, The Firebird, with the thrills of shivers brought by the movements immortalized by our artist. Thanks to dance, Mr. Baryshnikov, you managed, as the painter Edgar Degas suggests, to paint the movement of people and things that comfort us. And without your art - always paraphrasing Degas - the leaves of the trees would not have moved; the trees would have remained infinitely sad and their sadness would have been ours. The danced fairy tales, the movement that tells of fantastic and dreamy things. The fairy tale that makes unreality realist. As Jean Cocteau claimed, cinema as well has the dream of making realistic unreality. The movement in the cinema, the tenth muse of Cocteau. The movement is the quintessence of cinema. Dance and cinema therefore have in common images or bodies in motion. The movement in film is very fast, thousands of frames in motion so fast that it gives us the impression of a continuum. In short, the flow of life, also characterized by millions of moving frames, from the first cry to the last breath. That of cinema, is another performing room adorned by the magic of our Baryshnikov. Fairy tales, moving images on white sheets, dancing


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vimento, dal primo vagito all’ultimo respiro. Quel cinema, altra stanza spettacolare ornata dalla magia del nostro Baryshnikov. Fiabe, immagini moventesi su lenzuola bianche, corpi danzanti, corpi viventi: insomma, il movimento della vita che si distilla in storie, cioè la letteratura! Ho cercato di evidenziare le mille proprietà del movimento e come esso si declini, oltre che nella natura, in ambiti artistici dove forse non vi aspettavate di trovarlo. E poi lo abbiamo visto dialogare e contrapporsi alla staticità. Dalla staticità, dunque, al movimento e viceversa: un esempio eclatante? Prendete un pezzo di legno che parla, emette suoni, fa muovere l’aria e poi, gradualmente, con articolazioni e snodi, comincia a muoversi e si prepara a vivere una storia unica. Quando le gambe gli si furono sgranchite, Pinocchio cominciò a camminare da sé e a correre per la stanza; finché, infilata la porta di casa, saltò nella strada e si dètte a scappare. …Quello che accadde dopo, è una storia così strana da non potersi quasi credere, e ve la racconterò in quest’altri capitoli. Dai movimenti del burattino ai movimenti delle storie che si traducono in movimenti della realtà, quella realtà che si snoda nel tempo, altro meraviglioso regista di movimento e che ci porta alla penultima suggestione, ossia al movimento nel teatro, quel teatro che muove il tempo. Nel teatro si sta fermi due o tre ore e siamo catturati da storie che durano lo stesso tempo, o tempi


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bodies, living bodies: in short, the movement of life that is distilled into stories; that is literature! I have tried to highlight the thousand properties of the movement and how it declines, as well as in nature, in artistic environments where perhaps you did not expect to find it. And then we saw movement talking to and opposing to static. From static, therefore, to movement and vice versa: a striking example? Take a piece of wood that speaks, emits sounds, makes the air move and then, gradually, with articulations and joints, begins to move and prepares himself to live a unique story. When his legs were stretched, Pinocchio began to walk by himself and run around the room; until, exiting the front door, he jumped into the street and ran away. ... What happened next, is a story so strange that you can hardly believe it, and I’ll tell you in the other chapters. From the movements of the puppet to the movements of stories that translate into movements of reality; that reality that winds through time, another wonderful director of movement and that leads us to the penultimate fascination: the movement in the theatre, that theatre that moves time. In the theatre we sit still for two or three hours and we are captured by stories that last the same amount of time, or a more dilated time and that take place at that time evoking other moments. In short, many years, one day, two hours: it is time that moves with unimaginable compressions and


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più dilatati ancora e che si svolgono in quel momento rievocando altri momenti. Insomma, tanti anni, un giorno, due ore: tempo che si muove con compressioni e dilatazioni impensabili. A teatro possiamo conoscere il nostro o altrui passato di lunghi anni in un giorno, il movimento di azioni e gesti già storia rivisitato, scoperto e narrato, in una manciata di minuti, dal palcoscenico verso le nostre menti e i nostri cuori. Pensate, potremmo avere di colpo consapevolezza di un’orrenda verità nascosta che, grazie al movimento dei ricordi, emerge con tutta la crudezza e la forza dirompente di un Edipo. Dopo questa passeggiata un po’ sognante a cavallo del movimento, che spero abbia alimentato in tutti voi pensieri ed emozioni, vi saluto con l’ultimo volo che non poteva che riguardare il movimento dei nostri pensieri e delle nostre emozioni. Ritornando alla definizione della Treccani, con la quale ho iniziato il mio movimentato omaggio al movimento in onore di uno dei più grandi artisti dei nostri tempi, cito: cambiamento di posizione di una “cosa” rispetto ad un’altra, inclusi pensieri e cose astratte. Sì, movimento anche di pensieri e cose astratte e quindi di emozioni, quelle emozioni che, in modo smisurato, ci ha regalato e continua a regalarci Mikhail Baryshnikov. Grazie della vostra attenzione.


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expansions. At the theatre we can learn about our long gone past, or that of others, in a day, the movement of actions and gestures that have already become history, discovered and narrated, in a matter of minutes, from the stage to our minds and our hearts. Just think about it, we could suddenly become aware of a horrible hidden truth that, thanks to the movement of memories, emerges with all the crudity and disruptive power of an Oedipus. After this slightly dreamy ride through movement, which I hope has sparked in all of you thoughts and emotions, I conclude with the last flight that could not but concern the movement of our thoughts and our emotions. Returning to the definition of the Treccani, with which I began my animated tribute to the movement in honour of one of the greatest artists of our time, I quote: change of position of a “thing� compared to another, including thoughts and abstract things. So, yes, movement of thoughts and abstract things as well, and, therefore, emotions. Those same emotions that gave us and continues to give us, in his own immense way, Mikhail Baryshnikov. Thank you for your attention.


Introduzione Andrea Zorzi Autorità, colleghe e colleghi, studentesse e studenti, è con grande piacere che prendo a mia volta la parola, in qualità di Direttore del Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo, in questa sede solenne in cui l’Ateneo conferisce la Laurea ad honorem in Scienze dello Spettacolo al Maestro Mikhail Baryshnikov, uno dei più grandi ballerini dei nostri tempi. Mi fa piacere ricordare come l’iniziativa muova dalle colleghe e dai colleghi del Settore di Discipline dello spettacolo che rappresenta, sin dal momento della costituzione del Dipartimento agli inizi del 2013, una delle sue anime più vive per spirito di iniziativa e per qualità della attività didattiche, di ricerca e di terza missione, agendo nel solco di una tradizione che, grazie all’opera fondatrice di alcuni illuminati maestri, fece dell’Ateneo di Firenze, fin dagli anni settanta del secolo scorso, uno dei poli eminenti della allora nascente disciplina dedicata agli aspetti teorici, storici, metodologici e organizzativi della storia dello spettacolo e in particolare di quello teatrale. La proposta di conferire a Mikhail Baryshnikov la Laurea ad honorem ha trovato nel Corso di laurea magistrale in Scienze dello Spettacolo la sua sede naturale. Tale corso di studio è uno dei sei di secondo livello che af-


Introduction Andrea Zorzi Authorities, colleagues and students, I am pleased to intervene, as Director of the Department of History, Archeology, Geography, Fine and Performing Arts, in this solemn place where the University of Florence assigns an honorary degree in Performing Arts to Master Mikhail Baryshnikov, one of the greatest dancers of our time. I would like to pointing out that the initiative stems from the colleagues of the Performing Arts area which, from the creation of the Department at the beginning of 2013, represents one of its most lively souls for its entrepreneurial spirit and the quality of the teaching, research and diffusion of knowledge. All this is achieved in the wake of a tradition that, thanks to the founding work of some enlightened masters, made the University of Florence, since the 1970s, one of the eminent centers of the emerging discipline dedicated to the theoretical, historical, methodological and organizational aspects of the history of the performing arts and in particular of the theatre. The proposal to confer the honorary degree to Mikhail Baryshnikov found its natural place in the Master Degree in Performing Arts Sciences. This course of study is one of the six master’s degrees that belong to our De-


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feriscono al nostro Dipartimento e che nella loro varietà – dalla storia all’archeologia, dalla geografia alla storia dell’arte e dello spettacolo – ne rispecchiano la natura pluridisciplinare e lo spettro ampio di percorsi educativi, laboratoriali e di inserimento nel mondo del lavoro in cui sono attivamente impegnati gli oltre 70 suoi docenti e ricercatori. Il Corso di laurea magistrale in Scienze dello Spettacolo fa parte di un coerente percorso formativo che ha il suo primo livello nelle lauree in Discipline delle arti della musica e dello spettacolo e in Progettazione e gestione di eventi dell’arte e dello spettacolo (che ha sede nel Polo universitario di Prato), e che poi sfocia nella specializzazione avanzata offerta dal Dottorato di Storia delle Arti e dello Spettacolo che fa capo anch’esso al Dipartimento SAGAS. I numerosi insegnamenti, di base e specialistici, offerti in questi diversi livelli didattici richiamano ogni anno nel nostro Ateneo centinaia di studenti, una buona percentuale dei quali provenienti da fuori regione e numerosi anche dall’estero. Evidenzio anche con piacere come si tratti della prima Laurea ad honorem proposta dal Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo, e come essa sia coincisa temporalmente – nel gennaio scorso – con il conferimento dello status di Eccellenza da parte del Ministero dell’Istruzione e dell’Università per la qualità della ricerca che in esso si svolge. La dotazio-


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partment and that, in their variety - from history to archeology, geography, art history and performing arts reflect its multidisciplinary nature and the wide spectrum of programs, seminars and tight connections to the industry in which more than seventy of its professors and researchers are actively involved. The Master’s Degree Program in Performing Arts is part of a coherent training program that has its first level in the Degrees in the disciplines of Music and Performing Arts and in the Planning and Management of Artistic Events and Projects (which is based in the university campus of Prato), and that then flows into the advanced specialization offered by the Doctorate of History of Arts and Performing Arts, which also belongs to the SAGAS Department. The numerous basic and specialized courses, offered at these different levels of education, draw hundreds of students to our University every year, a good percentage of which come from outside the region and many from abroad. I am also pleased to point out that this is the first honorary degree by the Department of History, Archeology, Geography, Fine and Performing Arts, and that its timing coincided - last January - with the conferral of the status of Excellence by the Ministry of Education and University for the quality of research that takes place in this department. The provision of additional human and infrastructural resources will allow our De-


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ne di risorse umane e infrastrutturali aggiuntive consentirà al nostro Dipartimento di attivare nuovi percorsi didattici e di rafforzare le attività di ricerca condotte nell’ambito delle eredità culturali. Il conferimento della Laurea ad honorem al Maestro Mikhail Baryshnikov si inserisce pertanto coerentemente nelle attività di eccellenza del nostro Dipartimento. La sua presenza qui oggi è un grande onore per l’Ateneo tutto e per il Dipartimento SAGAS in particolare.


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partment to activate new curricula and to strengthen research activities conducted in the context of cultural heritage. The conferment of the honorary degree to the Maestro Mikhail Baryshnikov therefore fits consistently within the high level of activities of our Department. We are sincerely grateful, Mr Baryshnikov, for having accepted our proposal. Your presence here today is a great honor for the whole University and for the SAGAS Department in particular.


Photo Peter Baryshnikov


Brodsky / Baryshnikov, Photo Janis Deinats


Laudatio Sara Mamone Mikhail Baryshnikov nasce a Riga il 27 gennaio del 1948. Ballerino, coreografo, attore e fotografo, è considerato uno dei più grandi interpreti della storia della danza. Comincia i suoi studi coreutici a Riga nel 1960, all’età di 12 anni, e nel 1964 è ammesso alla prestigiosa “Accademia di danza Vaganova1” del Balletto Kirov, a Leningrado. Tra i suoi maestri va ricordato Aleksander Pushkin, sotto la cui guida Baryshnikov trionfa al prestigioso concorso di Varna (1966), aggiudicandosi la medaglia d’oro. Nel 1967 entra nella Compagnia, diventandone solista. Nel 1969 all’età di 21 anni vince la medaglia d’oro al Concorso Internazionale di Mosca con l’assolo tratto da La Bayadère2, acquistando notorietà planetaria. Tra le sue prime prove ricordiamo il Passo a due dei Contadini in Giselle, l’interpretazione di Basilio in Don Chisciotte (uno dei ruoli che lo renderà famoso nel mondo) e le straordinarie esibizioni con Natalia Makarova, sia nel repertorio classico che in quello moderno. Ben presto le sue esibizioni al Kirov rivelano una sensibilità personalissima capace 1 2

www.youtube.com/watch?v=cxtsBSOtJfE www.youtube.com/watch?v=neaWSJxZEoI


Laudatio Sara Mamone Mikhail Baryshnikov was born in Riga on 27 January 1948. Dancer, choreographer, actor and photographer, he is considered one of the greatest interpreters in the history of dance. He began his dance studies in Riga in 1960, aged 12, and he was admitted to the prestigious “Vaganova Academy of Dance1” of the Kirov Ballet of Leningrad in 1964. Among his teachers there was Aleksander Pushkin, under whose guide Baryshnikov would triumph at the prestigious Varna competition (1966), winning the gold medal. In 1967 he entered the Kirov Ballet, becoming soloist. In 1969 at the age of 21 he won the gold medal at the International Competition in Moscow with the solo piece taken from La Bayadère2, acquiring worldwide notoriety. His first performances include the Peasant Pas de Deux in Giselle, the interpretation of Basilio in Don Quixote (one of the roles that will make him famous in the world) and the extraordinary exhibitions with Natalia Makarova, both in the classic and modern repertoire. Very early his exhibitions at the Kirov reveal a peculiar sensitivity that is able 1 2

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di aprire vie nuove alla danza e stimolano molti coreografi a creare per lui nuovi balletti. Oleg Vinogradov, Konstantin Sergeyev, Igor Tchernichov lavorano a inedite aperture, in particolare Leonid Yakobson che nel 1969 gli aveva già dedicato Vestris3, assolo in sette episodi che gli era valso il premio Nijinsky dell’Académie de Danse di Parigi. Nel 1974, durante una tournée in Canada con il Bolshoi, chiede asilo politico a Toronto; la sua prima performance pubblica dopo la fuga dall’Unione Sovietica è con il National Ballet of Canada ne La Sylphide. Dal 1974 al 1979 è primo ballerino dell’American Ballet Theatre di New York, dove interpreta accanto a Gelsey Kirkland e Natalia Makarova i grandi balletti del repertorio classico, fra cui Giselle, Lo Schiaccianoci, Don Chisciotte, Cenerentola e Le Spectre de la Rose. Apprezzato parimenti nelle creazioni moderne, come Medea di John Butler con Carla Fracci (1975), e Other dances di Jerome Robbins con Natalia Makarova (1976). Nel 1978 entra nel New York City Ballet di George Balanchine e Lincoln Kirstein; debutta con la compagnia come interprete di Franz in Coppélia. Nel 1979 danza in due lavori di Balanchine: La Sonnambula e la rivisitazione (dello stesso Balanchine) di Apollo (da Apollon Musagète). Dopo questa breve parente3

www.youtube.com/watch?v=CT_-zevaJEw


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to open new paths to dance and stimulate many choreographers to create new ballets for him: Oleg Vinogradov, Konstantin Sergeyev, Igor Tchernichov work towards new perspectives, in particular Leonid Yakobson who had already created for him Vestris3 (1969), a soloist part in seven episodes that earned Baryshnikov the Nijinsky prize at the AcadĂŠmie de Danse in Paris. In 1974, during a tour in Canada with the Bolshoi, Baryshnikov asked for political asylum in Toronto. His first public performance after the escape from the Soviet Union was La Sylphide with the National Ballet of Canada. From 1974 to 1979 he was the principal dancer of the American Ballet Theater in New York, where he danced the great ballets of the classical repertoire, including Giselle, The Nutcracker, Don Quixote, Cinderella and Le Spectre de la Rose, with Gelsey Kirkland and Natalia Makarova. He was also appreciated in the interpretation of modern creations, such as Medea by John Butler with Carla Fracci (1975), and Other Dances by Jerome Robbins with Natalia Makarova (1976). In 1978 he joined the New York City Ballet of George Balanchine and Lincoln Kirstein; he debuted with the company in CoppĂŠlia, in the role of Franz. In 1979 he danced in two works by Balanchine: La Sonnambula 3

www.youtube.com/watch?v=CT_-zevaJEw


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si, nel 1980 Baryshnikov ritorna all’American Ballet, per ricoprire il duplice ruolo di primo ballerino e di direttore artistico, posizione che manterrà per dieci anni. Gli anni newyorkesi sono straordinariamente ricchi e mettono in luce, oltre al grande talento, una versatilità prodigiosa che lo vedrà sperimentare i generi di danza più vari. Sono gli anni dei lavori firmati da Merce Cunningham e Erick Hawkins e della collaborazione con Liza Minnelli nello spettacolo televisivo Baryshnikov on Broadway4 (1980). Danzatore di pura matrice accademica Barishnikov è qui un perfetto interprete di questo lavoro che indaga il mondo del musical. Da ricordare anche Push comes to Shove e Once More, Frank5 (1976), ideati per lui da Twyla Tharp, una delle più talentuose coreografe contemporanee; creazione che mette in luce le sfumature più ampie e insondate della sua poliedrica personalità: la forza, l’eleganza e il virtuosismo tecnico del repertorio classico, ma anche l’ironia, la libertà e la contaminazione stilistica caratteristiche del repertorio moderno. La coreografia entra tra i suoi banchi di prova, con esiti di grande rilievo quali la personale versione de Lo Schiaccianoci6 (1977) con Gelsey Kirkland, e, a fianwww.youtube.com/watch?v=Iaxhj5GPGzM www.youtube.com/watch?v=_7jj8McPlVY 6 www.youtube.com/watch?v=LSerfyejJNk 4 5


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and the choreographer’s own revisiting of Apollo (from Apollon Musagète). After this brief period, in 1980 Baryshnikov returned to the American Ballet, covering the dual role of principal dancer and artistic director, a position he will maintain for ten years. The New York years were extraordinarily rich and they highlight, in addition to his great talent, a prodigious versatility that saw his experimentation in the most varied kinds of dance, with the works signed by Merce Cunningham and Erick Hawkins and the collaboration with Liza Minnelli in the TV special Baryshnikov on Broadway4 (1980). A dancer of pure academic matrix, Baryshnikov proves here to be a perfect interpreter of this original work dedicated to the world of musicals. Worth remembering are also Push comes to Shove and Once More, Frank5 (1976), created for him by Twyla Tharp, one of the most talented choreographers of these times. These creations highlight the wide-ranging and most unfathomable nuances of Baryshnikov’s multi-faceted personality: the strength, elegance and technical virtuosity of the classical repertoire, but also the irony, freedom and stylistic contamination of his modern performances. Choreography became another bench test for him, 4 5

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co di Cynthia Harvey, la reinterpretazione del Don Chisciotte7 (1983), percepita immediatamente come un capolavoro. Continua la sua collaborazione con Roland Petit che gli aveva dedicato la prima versione de La Dame de Pique nel 1978. Nel 1980 il coreografo francese crea per lui e Zizi Jeanmaire il nuovo allestimento di Carmen8; per il film White Nights, di cui Baryshnikov è assoluto protagonista, rivedrà parimenti la coreografia di Le Jeune Homme et la Mort (1946), già riadattata da Baryshnikov nel 1975 per l’American Ballet. Mai stanco di sperimentare nuove possibilità artistiche, Baryshnikov si era quindi già messo alla prova anche in campo cinematografico. Si ricordano i film The Turning Point (1977) di Herbert Ross, per il quale riceve la nomination all’Oscar; il già citato White Nights9 (1985) di Taylor Hackford con coreografie di Twyla Tharp; Company Businnes (1991) di Nicholas Meyer. Nel cortometraggio Baryshnikov in Hollywood10 (1982) il ballerino ‘incontra’ alcuni fra i più importanti protagonisti di Hollywood (fra cui Gene Wilder, Shirley MacLaine, Orson Welles) durante una immaginaria giornata passata negli studios. www.youtube.com/watch?v=1ThWN9B9120 www.youtube.com/watch?v=EQk0JKOHICs 9 www.youtube.com/watch?v=ImzkWZkaIIM 10 www.youtube.com/watch?v=aUirgk9SPvA 7 8


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with outstanding results such as the personal version of The Nutcracker6 (1977) with Gelsey Kirkland and his reinterpretation of Don Quixote7 with Cynthia Harvey (1983), which was immediately considered a masterpiece. Baryshnikov also continued his collaboration with Roland Petit, who had dedicated him, just few years before, the first version of La Dame de Pique (1978). In 1980 the French choreographer created for him and Zizi Jeanmaire the new arrangement of Carmen8; for the film White Nights, where Baryshnikov is the star attraction, Petit also reworked the choreography of Le Jeune Homme et la Mort (1946), which had been already adapted by the dancer for the American Ballet (1975). Never tired of experimenting with new artistic possibilities, Baryshnikov had already tested himself in the field of cinema. We should mention The Turning Point (1977) by Herbert Ross, for which he received the Oscar nomination; the above said White Nights9 (1985) by Taylor Hackford with choreography by Twyla Tharp; Company Business (1991) by Nicholas Meyer. In the short film Baryshnikov in Hollywood10 (1982) the danc6

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www.youtube.com/watch?v=1ThWN9B9120 www.youtube.com/watch?v=EQk0JKOHICs 9 www.youtube.com/watch?v=ImzkWZkaIIM 10 www.youtube.com/watch?v=aUirgk9SPvA 7 8


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Nel 1986 viene naturalizzato cittadino statunitense e nel 1989 debutta in teatro, a Broadway, nell’opera Metamorphosis, adattamento di Steven Berkoff dal racconto di Kafka, ottenendo ottime recensioni e una nomina come miglior interprete. Nel 2004, sempre per il teatro, recita in Forbidden Christmas or The Doctor And The Patient di Rezo Gabriadze al Lincoln Center di New York; nel 2007 in Beckett Shorts di JoAnne Akalaitis al New York Theatre Workshop; nel 2012 in In Paris di Dmitry Krymov al Santa Monica College Performing Arts Center; nel 2013 nell’adattamento di Annie-B Parson e Paul Lazar di Man in a Case di Anton Cechov, all’Hartford Stage; lo stesso anno insieme a Willem Dafoe è diretto da Robert Wilson in The Old Woman, tratto dalle opere dell’autore russo Daniil Kharms; nel 2016, sempre con Robert Wilson, interpreta Letter to a Man, basato sugli scritti autobiografici di Vaslav Nijinsky. Intanto nel 1990 è entrato definitivamente nel mondo della modern dance fondando con Mark Morris il “White Oak Dance Project”. Di questo piccolo gruppo è direttore artistico fino al 2002, lavorando con maestri affermati quali Martha Graham, José Limòn e Merce Cunningham ma anche commissionando creazioni originali allo stesso Morris, alla Tharp e ad altri coreografi contemporanei, sulla via di una sempre più decisa sperimentazione.


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er ‘meets’ some of the most important Hollywood stars (including Gene Wilder, Shirley MacLaine, Orson Welles) during an imaginary day spent in the studios. In 1986 he became a US citizen and in 1989 he made his debut in theater, on Broadway, in the opera Metamorphosis, an adaptation from Kafka by Steven Berkoff, obtaining excellent reviews and a nomination as best interpreter. In 2004 he played in Forbidden Christmas or The Doctor and the Patient by Rezo Gabriadze at the Lincoln Center in New York; in 2007 in Beckett Shorts by JoAnne Akalaitis at the New York Theater Workshop; in 2012 in Dmitry Krymov’s In Paris at the Santa Monica College Performing Arts Center; in 2013 in the adaptation of Annie-B Parson and Paul Lazar of Man in a Case by Anton Chekhov, at the Hartford Stage; in the same year he was on stage next to Willem Dafoe in The Old Woman, a pièce inspired by the works of the Russian author Daniil Kharms and directed by Robert Wilson. In 2016, again with Robert Wilson, he played in Letter to a Man, from the autobiographical writings of Vaslav Nijinsky. In the meantime, in 1990 he definitively entered the world of modern dance, founding the “White Oak Dance Project” with Mark Morris. He is the artistic director of this small company until 2002, working with established masters such as Martha Graham, José Limòn and Merce Cunningham but also commission-


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Accanto alla sperimentazione si era già rivelata una generosa attitudine didattica con la fondazione nel 1979 della “Baryshnikov Dance Foundation” (BDF), che confluirà nel 2005 nel “Baryshnikov Arts Center” (BAC), aperto a tutti gli artisti indipendenti con sede a New York (www.bacnyc.org). Il Centro si configura, nell’ottica del fondatore, come un laboratorio artistico multidisciplinare che ospita progetti internazionali, performances di musica, danza, teatro, residenze d’artista e progetti con le scuole. Attraverso queste attività Baryshnikov promuove la formazione e la trasmissione del sapere. In linea con questa tendenza di storicizzazione, nel 2011 il ballerino ha donato alla New York Public Library il fondo “Mikhail Baryshnikov Archive”, miniera di documenti relativi all’intera sua attività artistica, dal 1960 al 2010. Nel 2013 parte della sua raccolta privata, consistente in 70 fra disegni e dipinti da lui collezionati a partire dagli anni Settanta, è confluita nel BAC. Nel 2015 ha debuttato al New Riga Theatre con la regia del lettone Alvis Hermanis in Brodsky / Baryshnikov, che sarà in scena per i fiorentini al Teatro del Maggio; lo spettacolo lo ha riavvicinato alla terra d’origine della quale ha ricevuto nel 2017 la cittadinanza onoraria per il suo contributo alla diffusione internazionale della cultura del suo paese. Fra gli innumerevoli riconoscimenti si segnalano: Aca-


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ing original creations of Morris, Tharp and other contemporary choreographers, towards an increasingly experimentation. Next to the experimentation he had already revealed a generous teaching attitude, with the constitution in 1979 of the “Baryshnikov Dance Foundation” (BDF), which in 2005 converged in the “Baryshnikov Arts Center” (BAC), a space open to all independent artists and based in New York (www.bacnyc.org). According to the idea of the founder, the Center is configured as a multidisciplinary artistic laboratory that hosts international projects, performances of music, dance, theater, artist residences and projects with schools. Through these activities Baryshnikov promotes the development and transmission of knowledge. In line with this trend of historicizing, in 2011 the dancer donated to the New York Public Library the “Mikhail Baryshnikov Archive”, a wealth of documents relating to his entire artistic activity, from 1960 to 2010. In 2013 part of his private collection, 70 drawings and paintings he has collected since the seventies, has been endowed to the BAC. In 2015 he made his debut at the New Riga Theater with the direction of Latvian Alvis Hermanis in Brodsky / Baryshnikov, on stage at the Teatro del Maggio in Florence just in these days; this new production brought him back to his homeland, where he received honor-


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demy Award Nomination “Best Supporting Actor” per The Turning Point di Herbert Ross (1977); Chubb Fellowship, Yale University (1979); Commonwealth Award (2000); Kennedy Center Honors (2000); Jerome Robbins Award (2004); National Medal of Arts (2005); Ufficiale della Legion d’onore francese (2010); Vilcek Award (2012); Praemium Imperiale International Arts Award della Japan Art Association per il teatro e per il cinema (2017). Quella che ho brevemente riassunto non è la biografia di una sola persona: riassume più vite, più epoche, all’insegna del continuo movimento, della ricerca, dell’innovazione, in una sorta di moto perpetuo che mette in costante dialogo il corpo con la mente. Non è solo perché è sommo artista, universale come auspicavano gli artisti del Rinascimento, che ci onoriamo di laureare in quest’aula Mikhail Baryshnikov. È anche per la lezione di rigore applicata ad una curiosità inesausta, per il coraggio con cui ha sempre esercitato il cambiamento, per la ‘mente scientifica’ con cui ha esplorato le possibilità del suo corpo, magnifico strumento al servizio della sua arte. La sua intelligenza ha applicato al suo corpo i principi della scienza sperimentale, quel ‘provando e riprovando’ della galileiana Accademia del Cimento che mette lo scienziato a conoscenza e controllo dei suoi mezzi di indagine e l’artista a conoscenza e controllo dei suoi mezzi fisi-


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ary citizenship in 2017, for his contribution to the international dissemination of his country’s culture. The countless awards include: Academy Award Nomination for “Best Supporting Actor” for The Turning Point by Herbert Ross (1977); Chubb Fellowship, Yale University (1979); Commonwealth Award (2000); Kennedy Center Honors (2000); Jerome Robbins Award (2004); National Medal of Arts (2005); Officer of the French Legion of Honor (2010); Vilcek Award (2012); Praemium Imperiale International Arts Award of the Japan Art Association for theater and cinema (2017). What I have briefly summarized is not the biography of a single person: it sums up more lives, more epochs, under the banner of continuous movement, research, innovation, in a sort of perpetual motion that puts body and mind in a constant dialogue. It is not only because he is a supreme artist, as universal as the Renaissance artists advocated, that we are honored to graduate in this hall Mikhail Baryshnikov. It is also for the lesson of rigor applied to an inexhaustible curiosity, for the courage with which he always exercised the change, for the ‘scientific mind’ that allowed him to explore the possibilities of his body, a magnificent tool at the service of his art. His intelligence has applied to his body the principles of experimental science, that ‘testing and re-testing’ of the Galilean Accademia del Cimento that puts the scientist in knowledge and control of his


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ci. Metafisica del corpo, l’ha definita Joseph Brodsky. Ci permettiamo di dissentire dal grande scrittore: quella di Baryshnikov è scienza del corpo, dominio espressivo radicato nell’esperienza, nella somma delle esperienze, dalle quali non si stacca mai e proprio per questo raggiunge risultati sublimi. È la lezione del grande maestro Aleksander Pushkin11 negli anni lontani dell’Accademia Vaganova, la lezione mai dimenticata di quest’uomo «senza niente di speciale, un uomo molto tranquillo, una figura paterna» di cui ha sempre ricordato, più che l’insegnamento tecnico-espressivo, il rispetto per il lavoro e la fatica, l’allenamento giornaliero, la routine giornaliera della classe, quasi sempre noiosa e stancante. «Il problema non è fare (…): è riuscire ad essere padroni di se stessi; non importa chi ti sta insegnando, chi è il tuo partner (…), tu devi essere padrone della tua mente» (Baryshnikov: the Dancer and the Dance, London Weekend Television, 1983, traduzione mia). Quella mente che ha sempre diretto il corpo e lo ha reso materia della sua sperimentazione con l’intelligenza esatta dei propri strumenti. Grazie alla sua mente strutturata e curiosa non si è mai perso in translation ma ha sempre misurato le differenze, in un processo di contaminazione fertile distribuita nel tempo. La misurazione delle differenze gli ha 11

www.youtube.com/watch?v=bL7Au7zQLxI


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means of investigation and the artist in knowledge and control of his physical means. Metaphysics of the body, as Joseph Brodsky defined it. We beg to disagree with the great writer: that of Baryshnikov is the science of the body, an expressive mastery rooted in experience, in the sum of experiences, from which he never strays and for this reason he achieves sublime results. This is the lesson of the great master Aleksander Pushkin11 in the long gone years of the Vaganova Academy, the never forgotten lesson of this man with «nothing special, a very quiet man, a father figure», whose deep respect for work and fatigue, daily training, daily class routine, boring and tiring most of the time, Baryshnikov has always remembered, rather than his technical-expressive teaching. «How to do it’s not the problem (…), but to be a master of your own; it doesn’t matter who is couching you, who’s your partner (…), you have to be a man of your own mind» (Baryshnikov: the Dancer and the Dance, London Weekend Television, 1983). That mind which has always directed his body, shaped as the substance of his experimentation through the exact intelligence of his instruments. Thanks to his structured and curious mind, he has never been “lost in translation” but has always measured the differences, in a process of fertile contamination 11

www.youtube.com/watch?v=bL7Au7zQLxI


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consentito di negoziare la nostalgia con l’entusiasmo, di mettersi in relazione con pubblici diversi, di adeguare il materiale della sua costruzione artistica, cioè il suo corpo, al tempo, producendo, in questo cammino, un continuo scarto rispetto alle attese. Lo laureiamo quindi non solo per la sua grandezza ma per la lezione di metodo che conforta il nostro compito di docenti e ricercatori. Si può essere leggenda in due modi: morire presto o vincere il tempo nella sua durata. Per noi storici dello Spettacolo la sua scelta, caro Mikhail, è stata di gran lunga la migliore: ci ha permesso di attraversare più di mezzo secolo di storia artistica e ci consente oggi di laureare un giovane che ancora molto avrà da dirci, un giovane che ci riserverà ancora molte sorprese.


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distributed over time. The measurement of differences allowed him to negotiate nostalgia with enthusiasm, to relate with different audiences, to adapt the material of his artistic construction, that is his body, to the time, producing along this journey a continuous gap compared to expectations. So we graduate him not only for his greatness but for the lesson of method that encourages our task as teachers and researchers. You can be a legend in two ways: die early or win over time in its duration. For us historians of the Spectacle, your choice, dear Mikhail, was by far the best: it allowed us to span over more than half a century of artistic history and today it allows us to graduate a young man who still has much to tell, a young man that still holds a lots of surprises for us.


Stampato su carta di pura cellulosa Fedrigoni Arcoset e Fedrigoni Materica/Verdigris




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