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EDITORIALI

“Fare presto”. L’appello di Confartigianato al nuovo Governo

A nemmeno un mese dalle elezioni politiche si è da poco insediato (al momento della chiusura di questo numero del giornale) il nuovo Governo.

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Bene la rapidità delle consultazioni e la celerità con cui si è costituito il nuovo Esecutivo.

E ora, con la stessa celerità, senza indugi, occorre “fare presto”. Oggi la crisi energetica incide sulla preoccupazione delle nostre imprese addirittura di più di quanto abbiano fatto pandemia e precedenti turbolenze economiche.

Il nostro appello deve quindi diventare un imperativo per il nuovo Governo. È necessario che il problema venga affrontato immediatamente, abbandonando contrapposizioni ideologiche e collaborando tutti insieme alla rapida costruzione di soluzioni efficaci e concrete a beneficio di quel “sistema impresa” che è da sempre il principale asset strategico su cui investire per tenere in sicurezza il Paese.

L’eccessiva fluttuazione dei costi energetici sta producendo danni gravissimi alla nostra produttività, con la destabilizzazione non soltanto del comparto imprenditoriale, ma anche di quello sociale, che da sempre è strettamente connaturato alle piccole e medie imprese. Temporeggiare ancora significherebbe condannare alla chiusura tante realtà del nostro territorio, valide testimoni del prestigioso “made in Italy”. Peraltro, su questo delicato tema, abbiamo da poco incontrato 11 banche e istituti di credito operanti sul territorio (articolo a pagg. 8-9), proponendo una moratoria che riprenda le misure adottate nel periodo del Covid, permettendo alle imprese in grave difficoltà per il caro bollette, di sospendere la rata capitale e pagare solo la rata degli interessi su prestiti e mutui. La situazione non è di semplice risoluzione, e come abbiamo ribadito, non abbiamo la ricetta per ridurre i costi di energia e materie prime.

Quello che possiamo fare è accompagnare le imprese, creare gli strumenti per aiutarli a superare la crisi. Ecco perché chiediamo, anzi esigiamo dalla nuova classe politica di onorare la missione di servizio nei confronti del Paese, impegnandosi con senso di responsabilità per dare all’Italia un governo saldo e coeso, in grado di affrontare le grandi sfide che ci attendono e di assicurare autorevolezza e dignità internazionale. Non solo “caro bollette”, però. Urgente prendere in mano lo sblocco dei crediti dei bonus edilizi “incagliati” nei cassetti fiscali, per evitare una nuova crisi delle costruzioni e dell’indotto. Non vogliamo anche dimenticarci anche delle altre questioni più vicine al nostro territorio. Gli artigiani e gli imprenditori cuneesi chiedono risposte concrete agli annosi “nodi” che da anni frenano la crescita della nostra provincia e minano la competitività del nostro tessuto economico, composto da aziende serie e virtuose. Occorrono progetti strategici per appianare i problemi a infrastrutture e strade (AstiCuneo e galleria del Tenda in primis), senza dimenticare la mobilità ferroviaria e l’aeroporto di Levaldigi. Da non sottovalutare il “digital-divide”, ancora presente in zone periferiche e di montagna, che peraltro devono essere rivitalizzate con appositi incentivi alle attività produttive e agli insediamenti, magari con misure speciali per i giovani. Un focus particolare poi sull’emergenza idrica e sulla evidente necessità di invasi o soluzioni adeguate alla conservazione dell’acqua. In generale, servono misure strutturali che diano maggiore stabilità ai nostri imprenditori e ci assicurino credibilità a livello internazionale. Insomma: serve una “visione” per un Paese più moderno, innovativo, sostenibile, a misura d’impresa.

Un Paese che prenda coscienza dell’importanza e del ruolo, non solo economico, ma anche culturale e sociale, delle nostre piccole e medie imprese. Noi, Confartigianato, ci siamo e offriamo al Governo e alla Politica il nostro contributo di proposte e di collaborazione per superare questa fase così difficile, dando un nuovo orizzonte a imprese, famiglie e comunità.

Luca Crosetto

Presidente Territoriale Confartigianato Imprese Cuneo

Si scrive “sostenibilità”, si legge “competitività”

CONFARTIGIANATO AL FIANCO DI ARTIGIANI E PMI PER AFFRONTARE I FUTURI OBBLIGHI ESG

Nell’ambito della sempre maggiore attenzione che il sistema Confartigianato sta attuando sul tema della sostenibilità – declinato recentemente soprattutto sulle “comunità energetiche” – è sicuramente importante parlare, o per meno iniziare a prendere coscienza, dei cosiddetti criteri ESG. Con ESG (acronimo di Environmental, Social, Governance) si intende rappresentare e soprattutto misurare, e in futuro certificare, la capacità delle aziende di gestire il proprio impatto in termini ambientali, sociali e di governance. Il tema ESG affonda le sue origini negli anni Novanta, quando nacque la Global Reporting Initiative (GRI) per sviluppare un quadro di reportistica sui comportamenti ambientali delle imprese. Le linee guida del giugno 2000 definiscono un primo approccio alle tematiche ESG, che si è poi evoluto nel corso del decennio. Una seconda tappa cruciale è stata rappresentata dalla definizione dei Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite nel 2015: una lista di diciassette obiettivi molto che mirano allo sviluppo globale, alla promozione del benessere umano e alla protezione dell’ambiente (obiettivi che, peraltro, come già accennato più volte, hanno guidato e stanno guidando il piano programmatico quadriennale dell’attuale presidenza territoriale della nostra Associazione). All’ONU, dunque, la comunità globale ha quindi approvato l’Agenda 2030, che mira a porre fine alla povertà, a lottare contro l’ineguaglianza e allo sviluppo sociale ed economico. In questo contesto l’ESG sta caratterizzando sempre di più le strategie e la comunicazione di aziende e organizzazioni di tanti e diversi settori. Il futuro, infatti, appartiene alla sostenibilità: quella delle imprese, delle banche, degli investitori e delle autorità di vigilanza. E la sostenibilità non fa solo rima con produttività e competitività, e transazione ecologica, ma anche con l’erogazione del credito.Integrare gli aspetti economici e di governance, sociali e ambientali (ESG) all’interno del processo produttivo di un’impresa, conduce al miglioramento del merito creditizio. Ciò significa che gli istituti di credito presteranno denaro a quelle attività che saranno allineate alla classificazione europea di ciò che è da considerarsi sostenibile. Ma come definire ciò che è “sostenibile”. Il perno del lavoro della Commissione europea attorno alla finanza sostenibile è proprio la Tassonomia ambientale, cioè la “classificazione” delle attività economiche che possono essere definite, appunto, “sostenibili”.

La tassonomia ambientale individua sei obiettivi: • mitigazione del cambiamento climatico; • adattamento al cambiamento climatico; • uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine; • transizione verso l’economia circolare, con riferimento anche a riduzione e riciclo dei rifiuti; • prevenzione e controllo dell’inquinamento; • protezione della biodiversità e della salute degli eco-sistemi.

Per essere eco-compatibile, un’attività dovrà soddisfare i seguenti criteri: • contribuire positivamente in modo

sostanziale ad almeno uno dei sei obiettivi ambientali; • non produrre impatti negativi su nessun altro obiettivo; • essere svolta nel rispetto di garanzie sociali minime (per esempio, quelle previste dalle linee guida dell’OCSE e dai documenti delle Nazioni Unite).

Sono tematiche sulle quali anche il mondo dell’artigianato e della PMI deve iniziare a prestare attenzione in ottica futura, quando sarà “misurata” anche su questi parametri. L’orizzonte “sembra lontano”, ma mai come in quest’epoca di cambiamenti occorre informarsi, prepararsi e strutturarsi adeguatamente per essere pronti ad affrontare le future sfide (e i futuri obblighi!) Anche in questo frangente, Confartigianato Cuneo sarà pronta ad affiancare le proprie imprese, accompagnandole in un percorso che dovrà coniugare sostenibilità e competitività aziendale.

Joseph Meineri

Segretario generale Confartigianato Imprese Cuneo

ESG… Lettera per lettera

E - Fattore ambientale (Enviromental): che considera i rischi legati ai cambiamenti climatici e quindi attenta alla riduzione delle emissioni di CO2, all’efficienza energetica, all’efficienza nell’utilizzo delle risorse naturali (es. acqua), che adotta politiche contrastanti all’inquinamento dell’aria e dell’acqua e allo spreco delle risorse naturali e alla deforestazione. S - Fattore sociale (Social): che include politiche qualitative per l’ambiente di lavoro, per le relazioni sindacali, per il controllo della catena di fornitura, oltre che attenta alle diversità di sesso, abilità ed età, agli standard lavorativi, alle condizioni di sicurezza sul posto di lavoro, al rispetto dei diritti umani e ad una assunzione di responsabilità sociale a tutto tondo. G - Fattore di governo societario (Governance): che riguarda l’etica e la trasparenza del governo societario e che riguarda la presenza di consiglieri indipendenti o non esecutivi, le politiche di diversità nella composizione dei Consiglia di Amministrazione, la presenza di piani ed obiettivi di sostenibilità legati alla remunerazione del board, oltre che, le procedure di controllo, le policy e più in generale i comportamenti dei vertici e dell’azienda in termini di etica e compliance.

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