Imprese e Territorio

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BIMESTRALE DI INFORMAZIONE DI CONFARTIGIANATO IMPRESE VARESE

FOCUS

IMPRESE & BANCHE, IL DIALOGO CHE SERVE

AMMINISTRATIVE 2016 LE NOSTRE PROPOSTE AI CANDIDATI SINDACO

AZIENDE E TERRITORIO

BICI ARTIGIANALI, CHE SPRINT

Il welfare nel cuore delle piccole imprese Cosa cambia con le novità introdotte dalla legge di Stabilità 2016?

S P E D I Z I O N E I N A . P. 4 5 % A R T 2 C O M M A 2 0 / B L . 6 6 2 / 9 6 A R T 1 - 2 D P C M 2 4 / 0 2 D C V A R E S E E U R O 0 . 2 5


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ommario MARZO | APRILE 2016

AMMINISTRATIVE 2016 Le nostre proposte ai candidati sindaci

FOCUS Imprese e banche, il dialogo che serve

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EDITORIALE Varese e provincia? Un territorio in crisi di identità

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GRANDI NUMERI Legge Imprese Artigiane: questa volta, i numeri li diamo noi!

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INCHIESTA E tu che Welfare vuoi?

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20 16

IMPRESA DELLE MERAVIGLIE Artes, attaccati all’impresa Carrara: “I robot non mi fanno paura”

AZIENDA E TERRITORIO Bici artigianali, che sprint

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INNOVAZIONE Vendere con Internet ma non solo su Internet

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SOSTENIBILITÀ Dopo Expo: una Silicon Valley per imprese e università

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TERRITORIO Nasce Varese Sport Commission, il paradiso degli sportivi

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ARTIGIANI NEL MONDO Porto in Iran cose mai viste

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AGENDA

Bimestrale di informazione di Confartigianato Imprese Varese. Viale Milano 5 Varese Tel. 0332 256111 Fax 0332 256200 www.asarva.org asarva@asarva.org INVIATO IN OMAGGIO AGLI ASSOCIATI ED ENTI VARI Autorizzazione Tribunale di Varese n.456 del 24/1/2002 Direttore Responsabile Mauro Colombo Presidente - Davide Galli Caporedattore - D. Ielmini Redattore - L. Lazzari Art D. Bevilacqua - Triibu Impaginazione S. Campiotti | S. Caldirola Hanno collaborato i colleghi: R. Brambilla, L. De Angeli, A. Galeone, G. Di Martino, M. Campari. Interventi e contributi: Michele Tiraboschi, Maurizio Ferrera, Carmine Tripodi, Lorenzo Turci, Andrea Boscaro, Silvia Egiziano, Antonio Franzi, Roberto Morandi. Stampa Litografia Valli Tiratura 12.397 copie Chiuso 11 Aprile 2016 Il prezzo di abbonamento al periodico è pari a euro 28 ed è compresa nella quota associativa. La quota associativa non è divisibile. La dichiarazione viene effettuata ai fini postali.


Varese e provincia, un territorio in cerca di identità

editoriale

davide galli

@DavideGalli_ Presidente di Confartigianato Imprese Varese

Aree urbane interessate dall’aggregazione, città metropolitane, poli che tendono alla concorrenza fra loro (Varese e Busto Arsizio ma anche Saronno, quasi già hinterland milanese), invecchiamento delle istituzioni provinciali, nuovi problemi nel rapporto centro/periferia, sfide all’urbanistica e riordino amministrativo: come si può ripensare il governo del nostro territorio per preservarne l’identità? E’ la prima domanda che rivolgiamo ai candidati sindaci in quelle che, nel mese di giugno, non saranno elezioni semplici perché in provincia serve un cambio di passo. E bisogna assumersi la responsabilità di prendere decisioni serie, pragmatiche, non tanto basate sulle promesse quanto sui fatti. Su quello che si può, e si deve necessariamente fare, per questa provincia per tenersi stretta una sua identità competitiva. Ecco perché in questo numero del bimestrale chiediamo ai candidati di avanzare proposte concrete su alcuni punti che riteniamo fondamentali per il futuro del nostro territorio. Un territorio si sta ri-disegnando: occuparsi del suo destino vuol dire occuparsi di quello che è e di quello che dovrà essere la nostra provincia. Porsi il problema di come trattare in modo saggio e ragionevole la rete viaria e dei trasporti, la concentrazione delle attività produttive, l’attrattività turistica, la presenza di poli universitari e di ricerca, la storia e l’identità culturale, la presenza omogenea (ma riferita anche all’area vasta: Varese, Como, Monza e Brianza) di tutte le istituzioni o servizi pubblici. Un territorio deve imparare a farsi scegliere, a rendersi attrattivo proprio su una

sua cifra identitaria che sappia superare i luoghi comuni e gli stereotipi per comunicare le proprie eccellenze (anche imprenditoriali), la propria unicità, i propri valori. La sua idea di sviluppo e di progettualità. Ma per farlo, non può non condividere le proprie strategie con chi, su questo territorio, lavora e produce. I candidati sindaci aprano tavoli di confronto non solo per i momenti pre-elettorali ma per calibrare i loro programmi su quanto serve veramente a imprese e cittadini anche una volta eletti. Competere significa agire insieme. Una provincia attrattiva deve sapere attirare e trattenere i nuovi talenti e i nuovi investitori, deve mettere a disposizione di tutta la cittadinanza luoghi di interazione per promuovere anche l’innovazione, deve trasmettere un senso di positività dove i servizi siano all’altezza di un territorio che si vuole mettere in gioco. Lo abbiamo detto spesso, in questi ultimi anni: una provincia, proprio come le imprese, deve pensare localmente ma agire glocalmente. Deve esaltare le proprie origini ma accogliere in sé i tanti cambiamenti del mondo. Ci auguriamo arrivino idee nuove – ne abbiamo tutti bisogno – ma che siano praticabili perché compito di un politico non è quello di puntare a modelli alti ma irraggiungibili, ma a modelli efficienti che sappiano soddisfare le aspettative dei suoi cittadini/imprenditori. Rilanciare gli investimenti, modernizzare i servizi, dare la giusta attenzione tanto alle esigenze degli anziani quanto ai bisogni dei giovani, ridurre la distanza tra amministrazione e popolazione: più che mai oggi c’è un gran bisogno di parlarsi per decidere insieme. Non è forse questa la democrazia?


4 AMMINISTRATIVE 2016

Prendiamo i futuri Sindaci per la gola

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TASSAZIONE LOCALE

E’ un tema che ci appassiona e sul quale lavoriamo da anni. Soprattutto quando parliamo di TARI (tassi rifiuti), un tributo che incide pesantemente sul bilancio economico delle imprese: negli ultimi 5 anni, in Italia, la TARI è cresciuta mediamente di circa il 22,6%. Nel 2015 le imprese hanno versato per la tassa rifiuti un importo pro capite di 168,14 euro per un ammontare complessivo di 10,2 miliardi. 

Le richieste di Confartigianato Imprese Varese Tari – Applicazione del principio europeo di “chi inquina paga”. Ci sono imprese che provvedono di tasca propria allo smaltimento dei rifiuti non assimilabili a quelli urbani attraverso aziende specializzate. Costringerle a pagare una doppia tassazione sui rifiuti è assurdo, e meglio ancora sarebbe poter aiutare le imprese ad assolvere alla loro parte di competenza del tributo dietro un servizio pubblico che sia trasparente e dai costi sostenibili. Tasi e Imu - Nonostante la legge di Stabilità abbia abolito l’Imu su terreni agricoli e la Tasi sulla prima casa, è fondamentale estendere l’eliminazione di queste imposte sui beni strumentali e sui beni produttivi delle imprese.

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AGGREGAZIONE DEI COMUNI Sono anni che l’aggregazione/fusione dei comuni interessa il dibattito pubblico, ma la paura di perdita di identità territoriale rappresenta un freno alla ricerca di un equilibrio tra efficienza ed efficacia ottenute da una ottimizzazione dei costi (e delle economie di scala) per una migliore fornitura dei servizi.

Le richieste di Confartigianato Imprese Varese Per i Comuni con popolazione almeno pari a 5.000 abitanti e vicini fra loro, l’aggregazione/fusione rappresenterebbe una valida soluzione per evitare l’aumento dei costi e della tassazione locale su imprese e cittadini, ottimizzare la qualità dei servizi, determinarne in modo più trasparente i costi e valutare in modo reale l’impatto degli oneri fiscali su popolazione e tessuto imprenditoriale. L’aggregazione dei Comuni porterebbe anche ad una migliore gestione e dotazione di strutture e infrastrutture da mettere a fattor comune, a vantaggio di un territorio in grado di esprimere una maggiore attrattività. 

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Campagna elettorale alle porte. Vi serviamo le idee su un piatto d’argento

APPALTI

Nel 2015, secondo i dati di Confartigianato, l’edilizia ha segnato una flessione del 3,3% su base annua e le imprese artigiane, tra il 2014 e il 2015, sono calate del 2,7%. Inoltre, 1 milione di appalti assegnati ogni anno valgono circa il 15% del Pil ma solo il 30% è realizzato dalle piccole e medie imprese. 

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Le richieste di Confartigianato Imprese Varese Al di là del nuovo Codice degli Appalti, approvato il 3 marzo 2016 dal Consiglio dei Ministri in esame preliminare, la richiesta della nostra Associazione si concentra su: appalti a km. 0 e uso di manodopera locale anche per contrastare l’abusivismo e la corruzione nella determinazione delle gare pubbliche d’appalto, precedenza alle imprese locali alle quali – se impegnate nella qualifica di zone e quartieri di particolare impatto paesaggistico e sociale sul territorio – dovrebbero essere riconosciuti sgravi fiscali, suddivisione in lotti di lavorazione o prestazionali per garantire alle micro e piccole imprese l’effettiva possibilità di partecipare agli appalti, esclusione del ricorso al solo criterio del massimo ribasso per le gare ad alta intensità di manodopera, riduzione degli oneri documentali a carico delle imprese in un’ottica di semplificazione.

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ATTRATTIVITÀ E NUOVE IMPRESE Rigenerazione e marketing urbano: con la nostra analisi sugli indici di attrattività in alcuni comuni della provincia di Varese abbiamo sottolineato come a fronte del pagamento delle tasse, imprese e cittadini debbano contare su servizi funzionali. Ma l’attrattività non passa anche dall’insediamento di nuove, micro, attività artigianali nelle città?

Le richieste di Confartigianato Imprese Varese Alle imprese servono luoghi di insediamento con servizi su misura (dalle infrastrutture stradali a quelle digitali), tassazione sostenibile, incentivi locali per l’avvio di nuove attività: dare continuità all’imprenditoria del territorio significa riconoscere il suo valore economico e sociale. Far ri-vivere una città significa gettare le fondamenta di un sistema urbano nel quale le bellezze turistiche sappiano convivere con le bellezze del tessuto imprenditoriale favorendo l’insediamento di piccole attività artigianali nelle zone dismesse o abbandonate della provincia dotate di servizi moderni. Questo è un tema particolarmente caldo che si collega direttamente all’occupazione giovanile e all’inserimento delle nuove generazioni nelle aziende.

OCCUPAZIONE GIOVANILE In provincia di Varese il tasso di disoccupazione risulta oggi ben superiore a quello registrato durante la crisi del 2009 (allora al 6,3%, con 25mila disoccupati) e colpisce soprattutto i giovani dai 15 ai 24 anni: nell’ultimo anno, infatti, la disoccupazione giovanile è salita dal 25,2% al 39,1%, con punte del 45% per i maschi (29% per le femmine).

Le richieste di Confartigianato Imprese Varese Un territorio dove non ci sono opportunità di lavoro non è un territorio attrattivo. Anzi, è un territorio che rischia di perdere la sua identità. L’impegno concreto dev’essere di tutti. Lo scollamento tra mondo del lavoro e mondo della scuola è quello che più pesa sul futuro dei giovani ma anche degli imprenditori. E’ per questo che tutti gli attori del territorio – chi vicini alle imprese e chi ai giovani – devono accettare questa loro responsabilità per la qualificazione e la crescita delle nuove generazioni attraverso l’acquisizione di quelle competenze che servono alle aziende. Associazioni di categoria e comuni, università, scuole, centri per l’impiego, informagiovani, CFP, assessorati alle politiche giovanili e alle attività produttive devono lavorare insieme per garantire un futuro ai nostri giovani alle nostre imprese. 


6 GRANDI NUMERI

L’ultima ricerca dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese su oneri e onori del lavoro in Svizzera

Legge Imprese Artigiane: questa volta, i numeri li diamo noi! B

envenuti nel Paese con le tasse (28,8%) e l’Iva (8%) più basse d’Europa. E con un cuneo fiscale che farebbe la gioia di qualsiasi imprenditore. In Svizzera, su 1.000 euro di salario il titolare di un’impresa ne spende solo 200 in più; in Italia arriviamo anche a 1.300 euro. Benvenuti nel Paese, però, che sta anche dando filo da torcere alle piccole imprese italiane: con la Legge Imprese Artigiane (LIA), entrata in vigore il 1° febbraio 2016, ma anche con tutti gli altri obblighi di regolamentazione in materia di lavoro. Benvenuti ai 4.548 titolari d’azienda che operano in Canton Ticino, ai 9.835 dipendenti distaccati in Svizzera e al 98,4% di frontalieri italiani che ogni giorno passano il confine. Barriere all’ingresso L’imposizione di barriere all’ingresso alle imprese italiane che lavorano in Svizzera non è giustificato, però, dalle condizioni del mercato del lavoro tenuto conto che – grazie alla riduzione delle persone in cerca di lavoro in Italia – il differenziale tra il tasso di disoccupazione del Canton Ticino rispetto a quello delle due regione italiane confinanti (Piemonte e Lombardia), nell’ultimo anno si è più che dimezzato passando a 1,6 punti a 0,7 punti. La LIA gonfia i costi Ma c’è dell’altro. E si capisce bene dai dati che l’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese ha elaborato proprio di fronte alle limitazioni introdotte con la Legge Imprese Artigiane. Se in Italia le Camere di Commercio hanno ridotto il diritto annuale dai 200 euro del 2014 ai 120 del 2016, con la LIA il Canton Ticino richiede alle imprese oneri maggiori determinando uno squilibrio economico sui conti economici delle imprese.

Un esempio Un lavoratore dipendente di una piccola impresa con meno di 20 addetti, distaccato presso un committente svizzero che lavora mediamente 17 giorni, sulla base di un costo medio orario (dati Istat 2014) di 17,1 euro determina un costo del lavoro per l’impresa di 2.322 euro. Questo potrebbe salire del 78,1% dopo aver sostenuto l’onere di iscrizione all’Albo previsto dalla LIA nell’importo massimo di 2.000 franchi svizzeri (1.813 euro), circa 23 volte il risparmio ottenuto dalla riduzione del diritto camerale. Diritto che, se non pagato, chiede alle imprese una sanzione di 120 euro. Il mancato adempimento della LIA, invece, sale a 45.327 euro: il pari di quanti diritti camerali? Varese, terra svizzera E Varese? Dalla nostra provincia proviene il 42% dei lavoratori italiani che operano in Canton Ticino; il territorio di Como è al 40,5%. Se a questi due territori aggiungiamo quelli di Lecco, Sondrio e il Verbano-Cusio-Ossola, i dati si fanno ancora più interessanti perché in questi cinque territori (quattro lombardi e uno piemontese) opera il 2,9% delle imprese totali, pari a 173.516 unità e il 4,1% delle imprese artigiane, pari a 55.913 unità. Varese e tutti gli altri territori, sconta con la Svizzera gap mostruosi: in Italia la tassazione totale arriva al 64,8% (36 punti in più rispetto ai vicini rossocrociati) e il tempo necessario ad una nostra impresa per pagare le imposte è di 269 ore contro le 63 di un’impresa d’oltreconfine. Gli oneri burocratici, misurati dal tempo necessario ad un’impresa per pagare le tasse, per un’azienda italiana sono 4,2 volte quelle di un’impresa svizzera.


Come continuare a lavorare in Canton Ticino

Le Costruzioni al Top Nell’artigianato, la quota di lavoratori distaccati e prestatori di servizi indipendenti in Svizzera, arriva all’86,7%. A guidare la classifica dei settori artigiani dove si concentrano principalmente i notificati (coloro che possono svolgere un’attività lucrativa oltreconfine per una durata massima di 90 giorni) è quello delle Costruzioni con il 53,5%. Seguono il manifatturiero con il 19,2% e i servizi con il 14% 

Dall’1 febbraio 2016, per continuare a lavorare in Canton Ticino le imprese del settore Casa (dagli edili agli impiantisti idraulici ed elettrici) si devono iscrivere all’apposito Albo della Legge Imprese Artigiane. Confartigianato Varese, su appuntamento nelle sedi territoriali di Varese, Gallarate e Luino, offre: » la consulenza personalizzata per la classificazione dell’impresa che rientra tra quelle tenute ad iscriversi all’Albo LIA oppure no; la check list dei documenti da allegare alla domanda e i moduli per la richiesta dei certificati presso gli enti di competenza. » l’assistenza per la compilazione del curriculum vitae e della domanda

on-line da inviare all’ufficio competente. L’assistenza si estende anche alla post-vendita in caso di risposta sia positiva che negativa. Inoltre Confartigianato chiederà agli enti competenti (Tribunale, Camera di Commercio, Procura della Repubblica, Inps, Inail, Cassa Edile…) i certificati da allegare alla domanda in formato cartaceo ed effettuerà l’invio della domanda completa all’ufficio della Commissione di vigilanza a Bellinzona. Per informazioni: Matteo Campari Tel. 0332 256290 matteo.campari@asarva.org


8 INCHIESTA

Le novità introdotte dalla Legge di Stabilità 2016 avvicinano l’Italia alle esperienze europee più evolute. Ma è davvero un cambiamento alla portata di tutti?

E tu che Welfare vuoi? «I

l Welfare aziendale, se impostato correttamente, è un sistema win-win. Un gioco a somma positiva». Emmanuele Massagli presidente di Adapt, tra i più rinomati Osservatori italiani sul mondo del lavoro, non nasconde la soddisfazione per le novità introdotte dalla Legge di Stabilità 2016 sul cosiddetto Welfare aziendale, quel paniere di beni e servizi che dal primo gennaio di quest’anno le imprese italiane potranno erogare ai propri dipendenti in modo più semplice ed efficace. «Con le novità previste dal legislatore - continua Massagli - ci guadagnano le imprese perché risparmiano in ragione della decontribuzione, delle economie di scala e della maggiore produttività del dipendente; ci guadagnano i lavoratori in ragione della detassazione, del pagamento da parte delle aziende di un servizio che avrebbero comunque dovuto pagare e del migliore clima sul posto di lavoro. Invero ci guadagna anche lo Stato, poiché trattandosi di “beni o servizi”, la diffusione dei piani di Welfare sono un volano economico/commerciale. Inoltre è un’ottima forma di contrasto al “piccolo nero”. Se la babysitter me la rimborsa il datore di lavoro, perché pagarla in nero?». Le novità a cui si riferisce Massagli sono quelle introdotte dalla nuova disciplina del premio di risultato che torna a essere agevolato fiscalmente e gode di ulteriori agevolazioni se erogato in beni e servizi anziché in denaro e la modifica della normativa che ne regola il trattamento fiscale. In particolare l’aggiornamento di un paio di articoli del TUIR, il Testo Unico sulle imposte dei redditi, per allinearli con le nuove esigenze di aziende e lavoratori (leggi l’intervista a

Maurizio Ferrera a pag14). «L’esenzione totale di imposta - spiega il senatore Giorgio Santini a Confartigianato Varese - dalle sole misure di liberalità cioè scelte dall’azienda, viene ora estesa a tutte le pattuizioni tra le parti in materia di Welfare contrattuale con esplicita indicazione di servizi a vantaggio dei famigliari dei lavoratori in materia di educazione in età prescolare e di fruizione di mense, ludoteche, centri estivi, di borse di studio, di assistenza alle persone anziane o non autosufficienti». Una piccola rivoluzione Se da un lato il mutamento di scenario restituisce la profonda trasformazione del contesto economico e l’impossibilità dello Stato di farsi carico di tutte le esigenze dei propri cittadini, affidandole in parte alle aziende, dall’altro dischiude orizzonti inesplorati a imprese e lavoratori, favorendo il modello della contrattazione aziendale. Una svolta in cui datori di lavoro e dipendenti, assistiti da professionalità competenti, saranno in grado di realizzare piani di Welfare sostenibili per costi e dimensioni. Prospettive non del tutto nuove se analizziamo i dati e le storie raccontate nella IV edizione del Premio Assiteca 2015, dedicato proprio a questo tema e raccolti dall’Associazione per gli Studi Aziendali e Manageriali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. 231 piccole e grandi imprese che al loro interno hanno applicato politiche di conciliazione vita/lavoro, adottato misure di sostegno al reddito famigliare, investito su servizi di prossimità come asili nido o su borse di studio per i figli dei propri dipendenti.

Ma il Welfare aziendale è portata delle piccole aziende artigiane? «Il Welfare aziendale fa più notizia quando riguarda le aziende medio grandi - racconta ancora l’onorevole Santini - in realtà esperienze di Welfare contrattuale sono particolarmente avanzate anche nelle Pmi (vedi intervista ad Artes a pag 16). In particolare in quelle dell’Artigianato. Mi riferisco agli enti bilaterali che a livello nazionale, ma ancor più in sede regionale, hanno via via allargato il loro campo di azione da temi strettamente lavoristici come relazioni sindacali, formazione e sicurezza sul lavoro a temi più sociali. In particolare la previdenza complementare e l’assistenza sanitaria integrativa». Esperienze ben note a Confartigianato Varese (vedi pagine seguenti) e che Federico Razetti, ricercatore del Laboratorio “Percorsi di Secondo Welfare” presso il Centro Luigi Einaudi di Torino, conosce bene. «Gli enti bilaterali regionali artigiani offrono un ventaglio molto ampio e diversificato di prestazioni a imprese e lavoratori. Dalla ricerca che abbiamo realizzato sugli enti bilaterali territoriali attivi nel Nord Italia per la seconda edizione del Rapporto sul Secondo Welfare, risulta che dei nove enti regionali dell’artigianato otto erogano almeno una prestazione a favore della conciliazione vita-lavoro. L’Ebav (l’Ente Bilaterale Artigianato Veneto ndr.) è forse quello che mette a disposizione dei lavoratori la gamma più ricca di sussidi e servizi: da contributi per maternità, affidamento o adozione, a borse di studio per i figli dei dipendenti, da contributi per l’iscrizione dei figli all’asilo nido, alla scuola materna, primaria e media secondaria di primo grado, fino a contri-


Da sapere A fine marzo 2016 il governo ha definito con decreto interministeriale i criteri di misurazione degli incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione per l’applicazione dell’imposta sostitutiva del 10 per cento in luogo dell’ordinaria aliquota IRPEF e delle relative addizionali, per la tassazione agevolata sui premi di produttività erogati dai datori di lavoro ai lavoratori dipendenti del settore privato. Al beneficio sono ammesse anche le somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa. Il governo ha infine previsto la detassazione dei trattamenti di Welfare aziendale fruiti in alternativa ai premi aziendali.

Ma anche gli altri enti regionali sono impegnati su vari fronti: dall’erogazione di sussidi per l’iscrizione dei figli all’asilo nido (come in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna) a diverse forme di contributi economici per la scolarità (Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia), da forme di sostegno per l’assistenza domiciliare dei genitori (Lombardia) ai «bonus bebè» (Liguria) sino a contributi per l’iscrizione dei figli ad attività sportive e culturali (come corsi di lingua e di musica) o per servizi di assistenza durante il periodo di chiusura delle scuole e degli asili (a Bolzano). Nel campo sanitario, anche in conseguenza dell’istituzione di fondi bilaterali a livello nazionale e territoriale, gli enti bilaterali regionali tendono invece a ridurre molto i propri interventi». Dunque se alcune esperienze eccellenti concentrate per lo più nel Nord Italia sembrano accorciare la distanza tra piccole e grandi aziende, il dubbio che gli strumenti di Welfare messi in campo da questi enti non riescano a soddisfare o, peggio, non siano conosciuti da imprese e lavoratori rimane intatto. «Questo è un punto particolarmente critico - conferma Razetti -. L’impressione è in effetti che la conoscenza degli strumenti della bilateralità sia ancora limitata. Per cercare di ridurre il rischio di una copertura “a macchia di leopardo” del Welfare bilaterale, le parti sociali potrebbero riflettere sull’opportunità di dare vita a strategie informative più efficaci di quelle finora adottate, così da ampliare il bacino di soggetti raggiunti».

Ma al di là della frammentazione e delle diversità territoriali, le novità introdotte dal governo avvicinano l’Italia ai Paesi più evoluti in materia di Welfare aziendale come Francia e Regno Unito. Misure che, secondo una recente analisi del Censis, potrebbero avere effetto su 2milioni e 600mila famiglie italiane, produrre circa 500mila nuovi posti di lavoro nel settore dei servizi alla persona e portare a emersione lavoro nero fin qui svolto da stranieri, o da donne costrette a rimanere a casa per accudire familiari anziani o con disabilità. In conclusione la nuova disciplina prevede l’esenzione di imposta per beni e servizi alla persona decisi tramite contrattazione, che potranno essere riconosciuti attraverso “documenti di legittimazione in formato cartaceo o elettronico, riportanti un valore nominale”. In altre parole attraverso i voucher. «In questo senso - precisa ancora il senatore Santini, primo firmatario di un disegno di legge sull’argomento nel 2014 - è molto importante il legame tra Welfare contrattuale e utilizzo in senso universale dei voucher. Uno strumento agile e molto semplificato che ora è completamente detassato e che in un accordo contrattuale territoriale/regionale può diventare la modalità specifica per estendere agli operatori del settore dell’Artigianato le prestazioni assistenziali di cui necessitano» 

Copyright: hobbit

buti ai lavoratori che hanno sostenuto spese di vario genere per la casa.


10 INCHIESTA

Il punto di vista di Michele Tiraboschi @Michele_ADAPT

Il Welfare è di moda? No è necessario. Il welfare aziendale è un tema “di moda” da oramai qualche anno. E’ indubbio che la crisi economica abbia contribuito a diffondere l’interesse per una soluzione, quella del riconoscimento ai propri dipendenti di beni e servizi in luogo della tradizionale erogazione monetaria, che ha il pregio di essere vantaggiosa tanto per l’impresa (in termini di costo) che per il dipendente (al quale il datore di lavora paga prestazioni che altrimenti il lavoratore avrebbe pagato di tasca propria, senza ulteriori aggravi fiscali). Nonostante questa indubbia natura “win win” il welfare aziendale non ha conosciuto nel nostro Paese la diffusione osservata in altri Stati europei. Il motivo è da ricercarsi nella arretratezza concettuale e tecnica della normativa fiscale, che ha sempre imposto l’unilateralità aziendale perché i lavoratori interessati ai piani di welfare godessero dei vantaggi fiscali di cui all’articolo 51, comma 2 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi). La ragione di questa limitazione è il modello di welfare scelto dal legislatore tributario: la grande impresa paternalistica degli anni Sessanta/Settanta, interessata alla vita dei propri dipendenti “dalla culla alla tomba” e quindi anche alla loro vita fuori dal luogo di lavoro. Come è noto, non è certamente questo il tipo di azienda che si è affermata nella economia italiana; le leggi (anche quelle sul lavoro!) sono però rimaste ferme a quel prototipo, impedendo la fioritura di soluzioni aziendali originali come il welfare aziendale. Il requisito di unilateralità (garanzia di volontarietà e non di scambio economico) del piano di welfare ha escluso questa tematica dalla contrattazione di secondo livello e, di conseguenza, ha giustificato il disinteresse delle parti sociali verso qualsiasi scelta gestionale di questo tipo.

Decisamente più coinvolgente e vantaggioso contrattare un premio di produttività detassato (e, dal 2010, detassato solo se contrattato!) piuttosto che “ricevere” dalla generosità dell’imprenditore beni, servizi e prestazioni di welfare.

Con la Legge di Stabilità 2016 lo scenario è radicalmente mutato. Il legislatore ha accolto le richieste negli anni pervenutegli da esperti e parti sociali: è ora possibile contrattare l’erogazione del premio di produttività in servizi e non in moneta liquida (risparmiando anche il 10% della detassazione ordinaria); contrattare qualsiasi piano di welfare senza perdere i benefici fiscali; erogare beni, prestazioni, opere e servizi mediante documenti di legittimazione, c.d. buoni welfare. In particolare quest’ultima soluzione è particolarmente adatta, in ragione della semplicità, alla piccola impresa, altrimenti esclusa, a causa dei costi elevati, dalla strutturazione di piani molto profilati e gestiti da piattaforme informatiche. Il welfare aziendale diventa, dunque, un nuovo arnese nella cassetta degli attrezzi delle associazioni datoriali e sindacali. Caduto l’alibi della impossibilità legale a procedere, la sfida per le parti sociali è quella di imparare ad usare questo nuovo strumento, perché si possano davvero costruire soluzioni vincenti per tutti. E’ solo un passo del lungo cammino che la rappresentanza del lavoro dovrà intraprendere per conoscere e affrontare la grande trasformazione del lavoro in atto 


Le misure di Confartigianato Varese messe in campo per associati e dipendenti

Welfare? Lo abbiamo sempre fatto S

enza alcuna retorica, il mondo dell’artigianato ha dato vita a quello che oggi si definisce “welfare aziendale” secoli fa: dalle corporazioni medievali alle Società di Mutuo Soccorso nate nel XIX secolo. La Legge di Stabilità 2016, con l’inserimento di alcuni benefici e agevolazioni che puntano al benessere dei dipendenti anche delle piccole imprese, sottolinea questa sensibilità tipica dell’artigianato.

Una responsabilità che, attraverso lo strumento della bilateralità artigiana, ha preso forma garantendo a imprenditori e collaboratori servizi, e prestazioni, finanziati dal versamento di contributi definiti dai contratti nazionali ma anche locali. Uno strumento che, in anticipo sui temi e come dice Federico Razetti nell’articolo pubblicato a pag.8, ha sempre fatto leva sui “principi di partecipazione e sussidiarietà”. Confartigianato Imprese Varese non manca di presentare un kit di strumenti di welfare al quale imprenditori e dipendenti possono fare ricorso da alcuni anni. Accanto alla MOA, la Mutua Ospedaliera Artigiani istituita da Confartigianato già nel 1949, sono nati negli ultimi anni San.Arti (il Fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa per i lavoratori dell’artigianato) e Wila (Welfare Integrativo Lombardo dell’Artigianato). A questi, la nostra Associazione ha affiancato “A Casa Mia” (per l’assistenza domiciliare e ospedaliera) e il contratto aziendale di II livello che permette al titolare d’impresa di erogare, d’intesa con i suoi collaboratori, prestazioni per scopi specifici di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e – per l’appunto – sanitaria. Credere nel welfare, per un’associazione come la nostra, significa credere in un percorso di crescita imprenditoriale e di sviluppo locale. E’ quindi nostro compito, e nostra responsabilità, affiancare le imprese in questo cammino per esaltare anche quella funzione sociale del lavoro che si declina nel far sentire protetti e sereni i collaboratori delle nostre imprese. Lo facciamo attraverso una consulenza imprenditoriale che ci permette di compartecipare alle soluzioni prese insieme all’imprenditore. E’ per questo che il nostro obiettivo è quello di “cucire addosso” all’impresa i sistemi di welfare più corretti e pratici in base alle sue dimensioni, alle sue potenzialità e alle sue esigenze: dai premi di produttività ai benefit, alle misure per il bilanciamento tra lavoro e famiglia 


12 INCHIESTA

Ecco perchè crediamo nel Welfare Confartigianato Varese crede da sempre nel Welfare aziendale. Ai nostri dipendenti offriamo soluzioni di conciliazione vita/lavoro come la flessibilità dell’orario d’entrata e di uscita, la banca ore e i contributi per le spese agli asili nido e per gli studi universitari. Anche Moa e SanArti, gli strumenti di sanità integrativa raccontati in queste pagine, sono a loro disposizione; così come le tante convenzioni con centri medici, odontoiatrici e termali che garantiscono un servizio di welfare che non lasci scoperte nemmeno le più piccole esigenze in fatto di salute. Inoltre Confartigianato Varese offre un paniere di servizi e sconti sulla bolletta energetica, sulla polizza auto, sul carrello della spesa e sulla formazione professionale. Grazie a convenzioni siglate con partner leader a livello nazionale, miglioriamo il tempo libero e il benessere dei nostri collaboratori.


ELBA – Ente Bilaterale regionale dell’artigianato della Lombardia

MOA Mutua Ospedaliera Artigiani Per titolari, soci, lavoratori autonomi e professionisti. Visita specialistiche, esami diagnostici, esami di laboratorio con ticket; cure termali, ricovero per malattia o infortunio, parto, contributo per infortunio, post ricovero, riabilitazione, assistenza domiciliare e ospedaliera e convenzioni con le migliori strutture sanitarie in provincia. Adesione fino a 74 anni: una volta iscritti si può rimanere soci a vita Rimborsi rapidi direttamente sul conto corrente. Detraibilità fiscale al 19%

A CASA MIA Per i titolari di imprese. “A Casa Mia” offre assistenza domiciliare infermieristica e riabilitativa (ad esempio prelievi, medicazioni, iniezioni, fisioterapia), assistenza domiciliare non sanitaria (ad esempio sorveglianza generica, cura igienica della persona, preparazione e somministrazione pasti, interventi di tipo socio-sanitario a domicilio a cura di medici, infermieri e professionisti con la qualifica di O.S.S.) e assistenza ospedaliera (aiuto, compagnia, sorveglianza generica, accompagnamento presso la Casa di cura o Istituto Ospedaliero in cui è ricoverato il degente).

Per le imprese e i lavoratori. Gli enti bilaterali erogano contributi – sotto forma di servizi - per lo sviluppo, la competitività e l’occupazione. Uno fra i principali obiettivi della bilateralità, infatti, è quello di salvaguardare la professionalità delle imprese e dei loro collaboratori attraverso prestazioni che vanno dal mantenimento occupazionale alla sicurezza, dalla formazione degli apprendisti agli investimenti, dall’aggiornamento professionale alle rette per gli asili nido. A favore dei dipendenti citiamo il contributo per il sostegno al reddito, per l’anzianità professionale aziendale, per il sostegno alla scolarità, per il congedo parentale.

WILA - Welfare Integrativo Lombardo per l’Artigianato Per i lavoratori delle imprese artigiane e loro famigliari. Il Fondo offre contributi per terapie dentarie conservative, intervento chirurgico ambulatoriale, retta dell’asilo nido, ospedalizzazione domiciliare dei genitori, integrazione dell’indennità di maternità o paternità, non autosufficienza permanente o consolidata, acquisto libri scolastici, conferma in qualifica di apprendistato, per il figlio disabile.

SAN.ARTI -

Fondo Assistenza Sanitaria Integrativa Per i lavoratori delle imprese artigiane e loro famigliari. Il Fondo offre contributi per diagnostica e terapia, visite specialistiche, ticket per accertamenti diagnostici e pronto soccorso, pacchetto maternità, prevenzione, ricovero in Istituto di cura per intervento chirurgico, odontoiatria, fisioterapia, piani assistenziali per non autosufficienze.

CONTRATTO DI II° LIVELLO Per i lavoratori La defiscalizzazione di alcuni beni e servizi che non concorrono alla determinazione del reddito da lavoro dipendente e che non saranno soggetti alla contribuzione sociale, è un’opportunità che sta interessando anche le piccole imprese. Il percorso per un buon Welfare non è immediato, ma attraverso il servizio di consulenza di Confartigianato Varese le aziende possono capire cosa fare, e come farlo, con la certezza che tutto sia in regola. La contrattazione di II livello, infatti, potrebbe diventare uno strumento che permette anche alle realtà più piccole di realizzare con una certa flessibilità piani di Welfare in linea con le loro esigenze e con quelle dei loro collaboratori. Con la legge di Stabilità 2016, infatti, sono stati ampliati gli ambiti di welfare aziendale in cui l’azienda può fruire di benefici fiscali e c’è la possibilità di retribuire i lavoratori con servizi mirati.

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Intervista a Maurizio Ferrera Professore di Scienza Politica presso la Facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali (SPES) dell’Università degli Studi di Milano.

14 INCHIESTA

“Un’ottima occasione anche per le piccole imprese” Contrattazione aziendale e voucher rappresentano le due novità più rilevanti in materia di Welfare aziendale, un’opportunità che secondo Maurizio Ferrera è a portata di PMI P

er capire le novità che da quest’anno le aziende potranno mettere in campo in materia di Welfare aziendale e soprattutto se questo è a portata anche delle piccole e piccolissime imprese, ci siamo rivolti ad uno dei massimi esperti in materia: Maurizio Ferrera, professore di Scienze politiche all’università di Milano, editorialista del Corriere della Sera e curatore dei due Rapporti sul cosiddetto Secondo Welfare per il Centro di Ricerca e documentazione Luigi Einaudi di Torino. Professor Ferrera, cosa introduce la legge di Stabilità 2016 in materia di Welfare aziendale? «Le novità previste dalla Legge di Stabilità 2016 sono essenzialmente due. Da un lato, una nuova disciplina del premio di risultato che torna ad essere fiscalmente agevolato e, anzi, gode di ulteriori agevolazioni se erogato in beni e servizi di welfare anziché in denaro. Dall’altro, la legge modifica e aggiorna la normativa che disciplina il trattamento fiscale del welfare rispondendo finalmente alle richieste dei numerosi esperti che da anni ormai auspicavano una riforma degli articoli del TUIR (il Testo Unico sulle Imposte dei Redditi ndr.) per renderli più in linea con le nuove esigenze delle aziende e dei collaboratori». Ovvero? «Ciò che cambia è l’introduzione di un chiaro incentivo al coinvolgimento delle parti sindacali e un ampliamento dei servizi considerati come welfare. Il welfare negoziale sarà più ‘conveniente’ di quello unilaterale (previsto sin qui nel TUIR ndr.), e sarà possibile offrire ai lavoratori nuovi servizi, come ad esempio il rimborso

delle spese per la mensa scolastica e i servizi a sostegno dei familiari non autosufficienti». Si dice che il Welfare aziendale non sia a portata di Pmi e Mpi. A suo avviso le novità previste dal governo faciliteranno anche loro? «Ritengo che la possibilità di utilizzare le risorse del premio di risultato sia un’ottima occasione per introdurre il Welfare anche in realtà meno strutturate e ‘ricche’ rispetto alle grandi multinazionali. E non dimentichiamo che le modifiche al TUIR prevedono anche la possibilità di utilizzare i voucher per l’erogazione dei servizi, facilitando così quanti non avrebbero le forze di costruire un proprio sistema di benefit e convenzioni interno». Quali tipi di benefit, precedentemente esclusi dal legislatore, potranno ora essere erogati ai dipendenti? «I servizi nuovi sono la scuola materna e i servizi integrativi alla scuola - come ad esempio la mensa - e quelli relativi all’assistenza agli anziani (prima non contemplati nel TUIR ndr.). I servizi già previsti dall’articolo 100 del TUIR non sono invece nuovi ma fiscalmente agevolati qualora siano inseriti in un accordo o regolamento aziendale. Questo, come detto, è destinato ad incentivare il ricorso alla contrattazione. Quale ruolo giocheranno i sindacati nella nuova impostazione decisa dal governo in materia di Welfare aziendale? «Sicuramente per i sindacati si apre un’importante opportunità di partecipare attivamente alla definizione dei benefit per via contrattuale, grazie alla modifica del TUIR e anche attraverso la

Chi è Maurizio Ferrera Professore ordinario di Scienza Politica presso la Facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali (SPES) dell’Università degli Studi di Milano. Si è occupato di politica comparata e analisi delle politiche pubbliche, con particolare riferimento alle problematiche dello stato sociale e dell’integrazione europea. Ha preso parte a varie Commissioni di indagine e gruppi di lavoro del governo italiano, dell’Unione europea, dell’OCSE e dell’ILO. È stato membro della Commissione Onofri (1997), della Commissione d’indagine sull’esclusione sociale (1998-2001), dell’High Level Group on the Modernization of Social Protection (1996-97) e dell’High Level Expert Group on Social Investment Policies presso la Commissione Europea (2011-2014). È presidente del Network for the Advancement of Social and Political Studies (NASP) fra gli atenei lombardi e piemontesi, e membro del Comitato Direttivo del Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi di Torino. Dal 2004 è editorialista del “Corriere della Sera”. Nel 2013 ha vinto un ERC Advanced Grant di cinque anni per un progetto di ricerca dal titolo “Reconciling Economic and Social Europe” (REScEU). Il suo ultimo libro è “Rotta di Collisione contro, Euro contro Welfare”, edito da Laterza nel 2016. Il suo sito web è: www.maurizioferrera.wordpress.com


E quale invece quello degli enti bilaterali? «Anche gli enti bilaterali – come le Pmi – potranno fare ricorso allo strumento del voucher servizi e ampliare così l’offerta di benefit ai propri iscritti. Si aprono inoltre nuove opportunità per occuparsi di aree di intervento (in particolare servizi per l’infanzia e per anziani non autosufficienti) che oggi sono ancora troppo poco coperti attraverso i fondi bilaterali». In che modo le piccole imprese e il mondo assicurativo potrebbero interagire per sviluppare piani di secondo welfare? «Il mondo assicurativo (ma anche le società di mutuo soccorso) dovrebbero ripensare i pacchetti di servizi in ambito sanitario e socio-sanitario (con particolare riferimento all’area della non autosufficienza) per facilitare lo sviluppo del welfare aziendale anche tra le Pmi.

E dovrebbero contribuire a promuovere un maggior coinvolgimento degli stakeholder attivi sui territori per ampliare l’offerta di servizi e prestazioni in grado di rispondere ai nuovi bisogni sociali». Il Jobs Act ha allargato la platea dei lavoratori contrattualizzati, questo avvantaggia oppure no il percorso verso un pieno sviluppo del secondo welfare anche in Italia? «Non abbiamo ancora dati al riguardo ma possiamo cogliere qui delle potenzialità significative. Come abbiamo visto la recente Legge di Stabilità è destinata a favorire un più ampio ricorso alla contrattazione in materia di welfare. Questo se le organizzazioni sindacali sapranno cogliere la possibilità di tutelare maggiormente i lavoratori e le lavoratrici anche grazie a misure e politiche di welfare aziendale e contrattuale». Nel rapporto 2015 sul Secondo Welfare si ribadisce la necessità di creare Reti per implemen-

tare piani di Welfare aziendale a misure di piccole imprese con un coinvolgimento forte anche delle associazioni di categoria. Quali esempi l’hanno convinta sul territorio nazionale? «I casi di reti d’impresa nate con l’obiettivo di fornire servizi di welfare sono sempre più numerosi. Per citare alcuni esempi, Welfare-RE a Reggio Emilia e WelfareNet in Veneto e recentissimo il progetto Moltiplica che a Padova mette in rete il mondo delle cooperative sociali per condividere servizi di welfare. Nascono però anche esperienze innovative che coinvolgono una varietà di attori - pubblici e privati - nello studio e nell’implementazione di servizi di welfare sui territori che non riguardano lo strumento della rete di impresa. Basti pensare al Patto per lo Sviluppo firmato a Treviso dalle organizzazioni sindacali e Unindustria, o alle iniziative nate su tutto il territorio lombardo nell’ambito delle Reti Territoriali di Conciliazione promosse da Regione Lombardia» 

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nuova possibilità di erogare il premio di risultato in welfare».


16 L’IMPRESA DELLE MERAVIGLIE

L’azienda di Arcisate è piena di attenzioni, dai benefit ai collaboratori, al rispetto per l’ambiente

Artes, attaccati all’impresa G

iunta alla sua seconda generazione, la Artes di Arcisate è un’azienda modello del nostro territorio. Un’eccellenza in grado di offrire prodotti ad alto valore qualitativo e allo stesso tempo capace di pensare a se stessa come ad una “grande famiglia”. I suoi soci titolari sono Paolo Belloni, Alessio e Claudio Bernasconi, Mauro e Luca Airoldi. Proprio quest’ultimo ha aperto le porte dell’azienda per raccontare questa interessante realtà produttiva. Ingegner Airoldi, quando nasce la Artes? «La Artes nasce ad Arcisate nel 1973, ed il suo capannone è stato il primo costruito in quella che oggi è una importante zona industriale. I suoi fondatori sono mio padre Ugo, mio zio Enzo, Romolo Belloni e Alessio Bernasconi (quest’ultimo, classe 1926, ancora presente in azienda ndr.). Prima del 1973 l’azienda esisteva ma produceva etichette non adesive. Solo in seguito ad approfondite indagini di mercato effettuate in Italia e all’estero i soci fondatori ebbero l’intuizione di dedicarsi al settore delle etichette autoadesive». Perché le etichette autoadesive sono così importanti e che informazioni devono contenere oggi? «Le etichette autoadesive vengono utilizzate per dare evidenza ai prodotti. Inoltre riportano tutte le informazioni obbligatorie per legge e rivolte ai consumatori. È un settore estremamente dinamico come dimostra l’affermarsi delle etichette autoadesive anticontraffazione, quelle olografiche che tutelano il prodotto e allo stesso tempo danno garanzia di affidabilità a chi li compra, o quelle multistrato che contengono più informazioni su diversi “fogli”». Chi sono i vostri clienti? E quanta parte occupa l’export?

«Serviamo i più svariati settori, dall’alimentare all’elettronica, dagli elettrodomestici al settore chimico e farmaceutico, fino alla cosmesi, all’industria del giocattolo e alle più disparate piccole imprese. Per quanto riguarda l’export circa il 10 per cento della nostra produzione è destinata ad aziende multinazionali. Il resto sono aziende italiane distribuite principalmente nel Nord Italia . Quante etichette escono dagli impianti dell’Artes di Arcisate? «Diciamo che annualmente trasformiamo attorno ai dieci milioni di metri quadrati di materiale autoadesivo all’anno, pari a circa 2 miliardi di etichette». Numeri impressionanti. Come siete riusciti a mantenervi al passo con i tempi? «Investendo su noi stessi e sui nostri collaboratori. Un tempo avere una macchina che stampava etichette autoadesive a sei colori era una delle massime pretese del mercato. Oggi disponiamo di macchine che stampano a 12 colori, in più l’avvento della computer grafica ha aperto nuovi orizzonti alle aziende. Noi abbiamo saputo cogliere queste trasformazioni non solo dotandoci delle migliori tecnologie, ma anche inserendo un reparto di grafica interno e continuando ad aggiornarci sui materiali, le colle e gli inchiostri adatti ai più svariati impieghi e alle condizioni più diverse». A proposito di tecnologie, può descriverci cosa mettete a disposizione dei vostri clienti? «Innanzitutto il nostro studio grafico, che produce cliché (lastre da stampa ndr.) con macchinari laser altamente performanti. Poi utilizziamo software specifici per la progettazione e la realizzazione delle etichette autoadesive e macchinari per la stampa flessografica in cui le lastre da stampa a rilievo vengono inchiostrata da rulli


anilox che traferiscono l’inchiostro sul materiale adesivo. Attualmente questa è la migliore tecnologia per rapporto qualità prezzo a disposizione sul mercato. Infine le macchine del reparto produzione sono rinnovate periodicamente, l’ultima è stata acquistata qualche mese fa. Un nostro punto di forza è anche stato l’investimento in sistemi di controllo al 100%, con telecamere ad alta risoluzione che ci permettono di offrire alla nostra clientela un prodotto finale privo di difetti». I vostri risultati in termine di fatturato vi hanno permesso di erogare un premio di produzione annuale a tutti i vostri dipendenti, perché avete deciso di applicare questa politica aziendale? «In Artes siamo un team affiatato di circa 60 persone. Così abbiamo deciso di premiare l’efficienza del personale avviando una contrattazione con la Rsu aziendale per stabilire una serie di premi legati ai risultati. Uno fisso, valido per tutti i dipendenti ed erogato a fine anno e uno variabile, legato alla presenza del lavoratore in azienda.

Cosicché in totale un nostro dipendente può arrivare a percepire un premio totale di circa 1.000 euro». Avete previsto alti benefit? «Sì, ai nostri collaboratori riconosciamo i buoni pasto, sempre legati alle giornate lavorate, per un valore di 5 euro e 29 centesimi al giorno e inoltre a fine anno eroghiamo a ognuno un bonus spesa per un valore di 250 euro». Come valutate le misure attuate dal governo a favore delle imprese e cosa vi aspettate dal 2016? «Recentemente abbiamo utilizzato la nuova Sabatini e anche la decontribuzione prevista dal Jobs Act per le nuove assunzioni, anche se nel nostro caso non è stata determinante. Per l’anno in corso non ci aspettiamo nessuna crescita significativa dato che siamo legati a doppio filo all’industria, che nel 2015 si è mossa bene. I problemi invece rimarranno quelli di sempre, in particolare quelli legati al costo del lavoro e alla tassazione».

si voleva colpire chi non pagava le tasse, oggi per fortuna è stata in parte rivista, ma andrebbe abolita. Non è accettabile che alcune aziende debbano rivolgersi ad istituti di credito per pagare le tasse». Ultima domanda, vi considerate un’azienda che pensa all’ambiente? «In effetti sì. A fine 2013, attraverso il quinto conto energia, abbiamo installato un impianto di pannelli fotovoltaici di oltre 300 Kw che oggi soddisfa circa il 50% del nostro fabbisogno energetico. Inoltre siamo stati i primi in Italia ad aderire a un’iniziativa promossa da un nostro partner che ci ha proposto di convertire i nostri scarti di lavorazione in CDR (Combustibile Derivato dai Rifiuti) per i cementifici del territorio, anziché in “ecoballe” che andrebbero ad aumentare il volume smaltito nelle discariche. Infine scegliamo di utilizzare materiali prodotti con cellulosa derivante solo da foreste certificate, per cui ad ogni albero abbattuto ne corrisponde uno piantato» 

Quale imposta ritenete ingiusta? «Soprattutto l’Irap, messa a punto in anni in cui

Artes srl via Cavour 90 21051 ARCISATE (VA) tel + 39 0332 47 10 75 fax +39 0332 47 40 83 info@artesetichette.it www.artesetichette.it


18 L’IMPRESA DELLE MERAVIGLIE

Carrara: “I robot non mi fanno paura” La carpentaria fondata da Luigi Carrara ha fatto dell’innovazione la sua specificità

«I

l collant con la riga nasce in provincia di Varese». Quando lo raccontano i coniugi Guarino, titolari della Carrara Luigi s.r.l, non nascondono un certo orgoglio. La signora Lorena, figlia del fondatore Luigi, racconta: «Mio padre era un gran lavoratore, molto creativo. Da giovane lavorava in un calzificio di Vedano Olona su telai simili a quelli che si utilizzano ancora oggi per realizzare i collant con la riga. Proprio il lavoro sui telai lo spinse ad appassionarsi alla meccanica e alla carpenteria metallica». Una passione che qui si coltiva ancora con dedizione e passione. Come si è evoluto il lavoro di carpenteria leggera e di precisione nel corso di questi 50 anni? «Le faccio un esempio. Fino a qualche anno fa le lavorazioni in acciaio Inox erano realizzate in percentuale molto ridotta. Oggi siamo esperti anche in questo campo. L’evoluzione e la capacità di risposta sta tutta qui, essere pronti a modificare la propria routine». Allora parliamo dei servizi della Carrara, cosa offrite ai vostri clienti? «Essendo contoterzisti per il momento lavoriamo solo su disegno del cliente. Le nostre lavorazioni sono il taglio laser dei materiali, la punzonatura, la deformazione della lamiera su impianti automatici, la piegatura, la saldatura per fusione, la saldatura a filo e quella al microplasma, adatta alle lavorazioni inox. Principalmente, però, offriamo ai nostri clienti professionalità, affidabilità, precisione, esperienza, serietà e cortesia». Avete due robot ABB per il servizio di piegatura. Cosa ha significato per voi investire in que-

ste tecnologie in termini di ritorno di fatturato? «In termini di resa e quantità i robot aiutano, ma il ragionamento che sta alla base dell’investimento sulle isole robotizzate, per quanto ci riguarda, è un altro. Volevamo che l’esperienza della piegatura rimanesse di proprietà dell’azienda, non dell’operatore». Di proprietà dell’azienda? «Ora le spiego. Siamo partiti con il primo investimento in un robot nel 1997. In quel periodo il mercato Svizzero chiedeva tantissimo personale specializzato e i dipendenti, pur essendo affezionati all’azienda, preferivano andare a lavorare oltreconfine. È così che nel giro di tre mesi tre dipendenti altamente specializzati ci hanno rassegnato le dimissioni. Quindi abbiamo iniziato a chiederci cosa fare per evitare di rimanere fermi ogni volta che un nostro collaboratore lasciava l’azienda e abbiamo trovato una parziale soluzione nella piegatura robotizzata». Senta, un investimento in tecnologie così avanzate paga? «Diciamo che quando abbiamo comprato i robot antropomorfi, i lotti di produzione erano consistenti e giustificavano gli investimenti. Adesso i grossi lotti di produzione non ci sono più. Spesso ci vuole più tempo per allestire un robot che pieghi un piccolo lotto, che realizzarli coi sistemi tradizionali». Mi tolga una curiosità, è possibile condividere queste tecnologie con altre aziende? «Sarebbe possibile se si riuscisse a creare un clima di collaborazione reciproca mettendo ognuna a disposizione le proprie risorse e il proprio know-how.


Questo potrebbe essere un concetto più facilmente condivisibile da parte di giovani imprenditori».

«L’investimento che abbiamo appena fatto è stato possibile anche grazie al super ammortamento. Abbiamo poi rifatto l’impianto di riscaldamento avvalendoci del cosiddetto ecobonus e adesso stiamo valutando la possibilità di realizzare un impianto fotovoltaico».

Oltre ai robot disponete di macchinari per il taglio laser. Quanto re-investite in tecnologia ogni anno? «Le richieste dei nostri clienti ci obbligano necessariamente a fare nuovi investimenti. Proprio in questi giorni stiamo attendendo la consegna di un nuovo impianto per il taglio laser di ultima generazione, con una potenza di produzione molto alta e che allo stesso tempo garantisce all’impresa un notevole risparmio energetico».

Quindi le misure introdotte o rinnovate dal governo sono state utili? «Direi di sì. Quello che rallenta le aziende, è la pressione fiscale. Forse il Governo si dovrebbe sensibilizzare maggiormente sul fatto che se l’imprenditore paga meno tasse sarebbe più propenso a incrementare i propri investimenti.».

Usufruirete delle misure introdotte dal governo come il super ammortamento, la Sabatini bis, la richiesta di esenzione IMU per i macchinari imbullonati?

Cosa si auspica per il 2016? «Mi auguro che ripartano i mercati e di conseguenza si possa attuare una programmazione produttiva» 

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20 FOCUS

I risultati delle ricerca di Confartigianato Varese e Sda Bocconi. Costruire una partnership per rapporti solidi

Piccole imprese e banche, il dialogo che serve L

a ricerca condotta dalla SDA Bocconi con Confartigianato Imprese Varese su un campione di 300 aziende associate ha confermato la distanza che, ancora oggi, esiste tra banche e imprese e quanto una relazione così ricca di contraddizioni non sia il giusto presupposto per costruire solidi rapporti di partnership.

possa avvicinare il mondo delle imprese a quello delle banche, e dare maggiore continuità alla loro collaborazione. Le imprese, anche quelle di più piccole dimensioni, devono acquisire consapevolezza di quanto non sia ulteriormente procrastinabile adoperarsi per:

Il giudizio che le imprese hanno manifestato è fortemente negativo e si caratterizza per:

» rafforzare le proprie competenze, così da migliorare le comprensione dei fabbisogni finanziari, completando la formazione dei propri responsabili e collaboratori, avvalendosi di professionisti esterni e inserendosi in network relazionali più ampi;

» una mancanza di fiducia difficile da sanare perché basata su molteplici elementi (fig. 1); » una richiesta di un approccio più “empatico” da parte delle banche e un loro maggiore “coinvolgimento” (fig. 2); » la volontà di non intensificare la frequentazione, quasi a testimonianza di una “non utilità” degli incontri attuali (fig. 2). E’ fuori discussione quanto tale situazione non faciliti una efficace allocazione dei capitali verso i progetti e le imprese con maggiori potenzialità di sviluppo e possa essere penalizzante, sia per i diretti interessati, sia per il sistema economico nel suo complesso. Lo sforzo che si imporrebbe a ciascuna delle parti coinvolte ha il fine di dare un contributo alla costruzione di un “ponte” che

» far diventare gli strumenti di pianificazione finanziaria parte della gestione aziendale e della comunicazione con i soggetti esterni, non solo in modo da rafforzare la propria capacità di previsione ma anche per facilitare la comunicazione con le banche, aumentare la reputazione nei loro confronti e ridurre, in ultima analisi, il rischio percepito. Non solo le banche, ma anche tutti gli altri soggetti coinvolti nell’erogazione del credito, possono intervenire direttamente con azioni concrete che sarebbero utili per riconquistare la fiducia degli imprenditori. Come? Per esempio aiutando

le imprese a rafforzare le proprie competenze. In questo modo gli istituti di credito farebbero crescere il proprio interlocutore ma riuscirebbero anche a creare una maggiore facilità di dialogo. Non dimentichiamo, però, un passaggio importante: per conquistare la fiducia delle aziende, le banche devono rafforzare la propria conoscenza del tessuto imprenditoriale e migliorare la proria capacità di interpretarne i bisogni. Per raggiungere tutti questi obiettivi in modo concreto, le banche e gli altri soggetti potrebbero creare occasioni di frequentazione “generose” e con contenuti di valore, finalizzate più che alla massimizzazione del profitto nel breve periodo, al rafforzamento della relazione nel medio/lungo periodo. Attraverso, per esempio: » incontri e seminari di formazione: per stimolare il networking, per approfondire la conoscenza di temi speciali o l’analisi di trend economici rilevanti, o anche per presentare nuovi prodotti finanziari spiegandone nel dettaglio il funzionamento e le qualità; » servizi di consulenza “soft”: per aiutare le imprese ad analizzare i propri bilanci e sviluppare business plan, migliorando le capacità di comprensione delle performance e di comunicazione con l’esterno.


Attività che, seppur preziose per l’evoluzione del modello, potrebbero non giustificarsi per un costo eccessivo rispetto ai benefici derivanti dalla vendita di servizi finanziari ad imprese di piccole dimensioni. In questo scenario, può divenire cruciale il ruolo di una associazione come Confartigianato Imprese Varese, meno focalizzata sui profitti di breve periodo e più sulla salute globale del sistema di piccole imprese sue associate. Questa Associazione potrebbe promuovere alcune delle iniziative di stimolo alle imprese al posto della banca, con innegabili vantaggi per tutti i soggetti coinvolti. Non bisogna sottovalutare che questo ruolo necessita di sensibilità e competenze del tutto peculiari, diffe-renti da quelle di pura erogazione di un servizio. Competenze che già sono nel portafoglio di una associazione che quotidianamente è al fianco dei propri associati e che, in caso contrario, dovrebbero essere prontamente acquisite  Carmine Tripodi Professore di Strategia e Imprenditorialità SDA Bocconi School of Management Lorenzo Turci PhD Candidate alla Oxford Brookes University Business School

Figura 1. “A proposito della mia esperienza con le banche, ritengo che…”

Figura 2. “A proposito della mia esperienza con le banche, vorrei che…”


22 INNOVAZIONE

di Andrea Boscaro @andrea_boscaro The Vortex

La guida dell’esperto, Andrea Boscaro, per orientarsi nel commercio online

Vendere con Internet ma non solo su Internet C

on 15 milioni di italiani che comprano in Rete e con una “bilancia dei pagamenti” che vede le aziende italiane vendere meno online di quanto gli italiani effettivamente acquistino ricorrendo pertanto a siti stranieri, è chiaro che la sfida del tessuto imprenditoriale italiano deve porsi il tema del commercio elettronico quale canale distributivo e più ancora quale canale di informazione verso i potenziali clienti. Di e-commerce si è pertanto parlato al Faberlab di Tradate insieme alla Confartigianato di Varese l’11 febbraio insieme a molte PMI del territorio, ma non ancor più si è parlato di “digital commerce” ovvero di uso della Rete per generare sì transazioni, ma anche contatti commerciali da gestire in modalità tradizionali e di vendita attraverso l’infrastruttura offerta dai marketplace come Amazon che sempre più sono un terreno di test per una vendita online vera e propria. Uno dei grandi limiti che la Rete, sul piano commerciale, ha infatti da sempre dovuto fronteggiare nel nostro Paese è l’essere identificata con il commercio elettronico in senso stretto quasi che il digitale sia solo un canale transattivo e non soprattutto un canale informativo. Questa visione del tutto riduttiva ha prodotto da un lato un freno alla crescita dell’e-commerce come opportunità per le imprese a causa del timore di suscitare un conflitto di canale con gli altri soggetti di distribuzione della filiera e dall’altro un freno allo sviluppo stesso del marketing digitale a supporto dei punti vendita, dei distributori e degli altri anelli della catena del valore. In realtà però il commercio elettronico può assumere molte forme che è interessante tenere sempre presenti: » l’e-commerce puro dove la decisione, l’acquisto e il pagamento avvengono online e dove la consegna può avere luogo o presso l’indirizzo indicato dall’acquirente o presso

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pick-up point fisici. Questo è il modello seguito dai grandi operatori digitali come Amazon e Zalando e gli italiani E-price e Yoox. pay and collect in cui la decisione e l’acquisto di eseguono online, ma il ritiro, spesso con casse dedicate, avviene presso il punto vendita fisico, anche con il vantaggio di voucher tesi a incentivare un acquisto supplementare. All’estero – per esempio in Olanda - sta esplodendo il fenomeno della spesa online grazie alla creazione di punti di consegna capillari soprattutto da parte degli operatori tradizionali. reserve and collect, pressoché identico al sistema precedente salvo che in questo caso il pagamento ha luogo offline perlopiù di fronte a scontrini medi elevati o di fronte alla necessità di personalizzare al meglio il prodotto artigianale e, ancor più il servizio. Questo è il modello che può essere suggerito a tutte quelle PMI che, per iniziare, possono concentrarsi sui contenuti legati alla propria offerta per intercettare le nicchie di interesse che si esprimono sotto forma di ricerche su Google e così poter generare contatti commerciali e vendite, anche offline; modelli omni-canale nei quali l’anagrafica del cliente online viene assegnata allo store di maggior prossimità rispetto al domicilio dell’acquirente: è una formula spesso usata nel mondo business to business o in presenza di una rete di agenti e distributori sul territorio; showrooming laddove il negozio e gli assistenti commerciali rimandano esplicitamente al negozio online sia in caso di assortimento non disponibile che per ragioni di servizio o promozionali; vendite private nelle quali assortimento e disponibilità non sono ampi, ma determinati ad operazioni tattiche e i prezzi sono visibili solo agli utenti registrati. Sotteso a questo modello è l’intento di sollecitare il cliente con succes-


A destra il nuovo libro di Andrea Boscaro “Marketing digitale per l’e-commerce”.

sive comunicazioni e forme di vendita d’impulso. In questo senso, molte aziende, soprattutto di marca, possono ricorrere a operatori come Vente Privée, Privalia, Amazon Buyvip per testare il canale, per esempio in particolari mercati target. La molteplicità di modelli richiede pertanto di usare al meglio tutti i canali riconoscendo la diversità delle persone e la loro diversa propensione al mezzo digitale: l’importante è non creare quella cesura, nella disponibilità o nell’assistenza al cliente, che spesso è il limite dei modelli rigidamente multicanale. Scegliere un partner sul territorio, con cui intraprendere un percorso di affiancamento, è infine necessario così da crescere insieme al di là della fornitura di una semplice piattaforma di e-commerce, spesso non duttile e capace di prestarsi al meglio alle esigenze di comunicazione e commerciali di prodotti e servizi artigianali 

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di Silvia Egiziano Giornalista Ansa @SilviaEgiziano

24 SOSTENIBILITÀ

U

na “cittadella” della scienza della ricerca che metta insieme imprese e università per fare dell’Italia uno dei Paesi più avanzati a livello mondiale nel campo della genomica, dei big data e delle scienze della vita. E’ questo il futuro disegnato dal governo per l’ex area Expo di Rho-Pero. Il progetto che avrà il compito di raccogliere l’eredità materiale e immateriale dell’Esposizione Universale milanese prende il nome di “Human Technopole, Italy 2040” ed è stato lanciato a febbraio al Piccolo Teatro di Milano dal premier Matteo Renzi. Il piano per il dopo Expo, per cui Renzi ha assicurato risorse finanziarie pari a 150 milioni di euro all’anno per dieci anni, prevede di mettere in piedi nell’ex polo fieristico sette centri di ricerca in cui i temi della salute e dell’invecchiamento saranno studiati con un approccio multidisciplinare che combina medicina, big data, nanotecnologie e nutrizione. L’ambizione, ha spiegato il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina è “di fare di Milano la capitale della ricerca italiana” e, nello stesso tempo, di rendere l’Italia “il leader mondiale nel campo delle scienze della vita”. A coordinare il progetto scientifico del tecnopolo sarà l’Istituto di Tecnologia di Genova (IIT) insieme con le università milanesi Statale e Bicocca e con il Politecnico di Milano e la collaborazione degli istituti di ricerca clinica e ospedaliera meneghini, le Fondazioni Edmund Mach di Trento e Isi di Torino, il Cineca di Bologna e il Consiglio per la ricerca in agricoltura (Crea). A regime, nei laboratori lavoreranno circa 1500 tra ricercatori, tecnici e amministrativi, selezionati con bandi internazionali senza distinzioni di nazionalità.

Il sito di Rho Pero potrebbe trasformarsi in uno dei centri di ricerca più grandi d’Europa

crediti foto: Tinxi / Shutterstock.com

Dopo Expo: una Silicon Valley per imprese e università


Diverse multinazionali, inoltre, hanno già mostrato interesse per l’avventura e con esse si sta lavorando per stringere accordi (tra queste Ibm e Nestlé). Se l’avventura del Technopole ha raccolto l’entusiasmo delle istituzioni politiche milanesi e lombarde, diverse critiche sono arrivate dal mondo accademico e della ricerca. La più dura è stata quella della scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo, che sulle colonne del quotidiano la Repubblica ha definito il progetto per il dopo Expo illustrato da Renzi “un grande spot fondato sull’improvvisazione”. Più ottimiste, invece, si sono mostrate le imprese milanesi, che, secondo un’indagine della Camera di Commercio di Milano, hanno quantificato in 9 miliardi di euro le ricadute economiche di un polo dell’innovazione per il sistema imprenditoriale del territorio, grazie al conseguente rilancio della città e alla maggiore attrattività degli investimenti. La fase di start-up del tecnopolo durerà tre anni,

IL POST EXPO TOTALE AREA 1,1 MILIONI DI M2

ma l’esigenza espressa da tutti i soggetti coinvolti è di partire al più presto per evitare che il progetto diventi obsoleto ancora prima di iniziare. Uno dei nodi aperti, tra l’altro, è come utilizzare i rimanenti 470mila mq non vincolati dell’area, dato che i nuovi laboratori occuperanno “soltanto” 30mila del milione di metri quadri di terreni su cui sorgeva l’Expo. Tra le proposte in campo per evitare l’effetto “cattedrale nel deserto” c’è il nuovo campus della Statale di Milano, per realizzare il quale il rettore Gianluca Vago ha già commissionato uno studio all’archistar giapponese Kengo Kuma. Il campus universitario – per cui mancano ancora i fondi – occuperebbe tra i 150 e i 200mila mq, mentre altri 100mila mq potrebbero essere affidati ad Assolombarda che sogna una “Silicon Valley” delle imprese. Un interesse che in questi giorni si è concretizzato nella scelta di Whirpool di spostare la propria sede da Comerio a Pero, a pochi metri dal sito Expo e nella decisione di IBM di inaugu-

rare qui il quartiere generale Watson Health, il centro di ricerca dedicato alla salute del colosso informatico. E poi c’è la Camera di Commercio di Milano, che nell’ex sito espositivo punta a trasferire le attività di ricerca e innovazione della sua azienda speciale “Innovhub”, con 20 laboratori e 150 ricercatori e tecnici specializzati. L’idea di metter insieme università e imprese piace anche alla Regione Lombardia, che start up e centri di ricerca a insediarsi nell’area di Rho-Pero ad aprile dovrebbe approvare due delibere da 50 milioni di euro ciascuna. Affinché il sogno dello Human Technopole diventi realtà, insomma, “serve una legge di finanziamento stabile, tempi certi per la logistica e un masterplan complessivo per l’intera area” ha esortato il direttore dell’IIt, Roberto Cingolani. Ma Renzi assicura e promette: “I soldi sono pronti, ci sono le autorizzazioni, il progetto ha i talenti e le energie migliori. Ci vediamo a fine maggio all’apertura dei cantieri” 

LE ALTRE REALTÀ DA INSEDIARE SULL’AREA CAMPUS UNIVERSITÀ STATALE

POLO TECNOLOGICO DI ASSOLOMBARDA

da

150 mila

200mila

a m2 slp*

100 mila m2 slp*

PARCO PLURITEMATICO

440

30

Occuperà alcuni spazi Expo esistenti da riaddattare (24mila m2)

mila m2

3 architetture di servizio Ex supermercato del futuro Auditorium Conference center Padiglioni di Messico, Intesa San Paolo, Polonia, Ungheria, Vaticano

*slp: superficie lorda di pavimento

mila m2


26 TERRITORIO di Antonio Franzi Camera di Commercio di Varese Tutto sulla Varese Sport Commission su: www.varesesportcommission.it twitter.com/VascNews www.facebook.com/varesesportcommission; www.instagram.com/varesesportcommission

Nasce

Varese Sport Commission, il paradiso degli sportivi L’iniziativa promossa dalla Camera di Commercio propone di attrarre e lanciare eventi sportivi di grande attrattività

I

l paradiso degli sportivi è a Varese. Un’immagine da sogno, un luogo ideale dove trascorrere giornate all’insegna di un turismo in cui l’accoglienza s’abbina alla possibilità di praticare le più svariate attività sportive: le discipline d’acqua, come la vela e il canottaggio; quelle indoor, come la pallavolo e il basket ma anche la scherma, tanto per citarne alcune. E in più le pedalate sui percorsi dei grandi ciclisti, il trekking lungo i sentieri prealpini, ma anche il parapendio e il deltaplano per i più ardimentosi; per loro anche la possibilità di cimentarsi con il volo a vela. Un territorio ideale nell’immaginario di chi ambisce al bello di una vacanza “attiva” tra il verde delle vallate e dei parchi prealpini interrotto dal luccicante azzurro dei laghi, tra cui il Lago Maggiore “parco naturale” di inestimabile bellezza. E sullo sfondo la maestosità del Monte Rosa. Un territorio accogliente, facilmente raggiungibile con l’aeroporto di Malpensa e le grandi direttrici di collegamento con Milano e il Nord Europa, adatto alla pratica sportiva. Un territorio che - grazie alla Camera di Commercio - ha uno strumento come la Varese Sport Commission per rendersi sempre meglio attrattivo nei confronti di chi promuove eventi sportivi a tutti i livelli, da quelli dei professionisti fino a quelli amatoriali.


«Varese Sport Commission può davvero essere un punto di riferimento non solo per promuovere il nostro territorio e attrarre i più importanti eventi sportivi di carattere agonistico – spiega il Presidente dell’Ente camerale Renato Scapolan –, ma anche per candidarsi a ospitare quelle manifestazioni amatoriali delle più svariate discipline sportive che coinvolgono atleti e praticanti con i loro accompagnatori e familiari. Non dimentichiamo poi che, se lo sport attrae turismo, quest’ultimo genera indotto a beneficio di attività economiche che molto spesso sono anche artigiane». Del resto, non esiste praticamente associazione, ordine professionale, media e grande azienda, confederazione, università che non abbia al suo interno espressioni organizzate di sportivi praticanti di tutte le età che si allenano, si confrontano, si sfidano… e che spesso si ritrovano nelle più belle località d’Italia e del mondo in gare e tornei “amatoriali”, frequentemente accompagnati da parenti e amici. La Varese Sport Commission fa allora dell’attrattività di questo tipo di turismo la propria mission, promuovendo le bellezze ambientali del territorio, gli impianti più adatti, specifici servizi e prodotti integrati, valorizzando e integrando al meglio capacità organizzative di acco-

glienza e quelle tradizioni sportive già mostrate da Varese in eventi di assoluto rilievo. E questo proponendo candidature, attirando stampa specializzata, coinvolgendo attraverso i social media influencer e testimonial, partecipando a fiere specializzate. Tra i suoi obiettivi, anche quelli di mettere a rete gli operatori del settore, coordinare i calendari e supportare gli organizzatori dei vari eventi. «Visto l’amore dei varesini per il proprio territorio e la passione che tanti hanno nel praticare gli sport più vari, la Varese Sport Commission può diventare davvero un “bene comune” – sottolinea il Segretario Generale della Camera di Commercio Mauro Temperelli –. Un soggetto nel quale molti potranno riconoscersi ed essere parte attiva, dando il proprio contributo di relazioni, competenze, conoscenze aiutando ad attrarre eventi e flussi turistico-sportivi. Con l’obiettivo che tutto questo possa generare ricadute economiche e occupazionali e, più in generale, migliorare la qualità della vita sul nostro territorio» 

Renato Scapolan Presidente Camera Commercio Varese Nella foto in alto Filippa Lagerback Ambasciatrice Varese Sport Commission


28 AZIENDA E TERRITORIO

Le nostre imprese in provincia di Varese

di Roberto Morandi @ilMorands Giornalista di Varesenews

Dal cicloturismo all’officina come luogo di ritrovo, passando per l’antropometria. Come si sta evolvendo il mondo della bicicletta?

» Taurus | Vanzaghello » Bottega del Romeo | Ispra » Roberro Pavarin | Calcinate del Pesce » Studio AIP | Oggiona con Santo Stefano » Cicli Gussino | Saronno » Vitalber | Calcinate del Pesce

Bici artigianali, che sprint N

el 2012 molti giornali e siti web d’Italia hanno rilanciato la notizia di un sorpasso definito con troppa enfasi “storico”: le due ruote vendute in Italia nel 2011 erano 1.750.000, poco più delle 1.748.143 auto immatricolate. Lettura esagerata? Di certo l’immagine della bicicletta non è mai stata così positiva come nell’ultimo lustro, se ne accorge anche la pubblicità dove la due ruote diventa sinonimo di libertà ed eleganza essenziale: «Noi facciamo molte forme di co-marketing con marchi italiani, come Moreschi calzature, Fazzini, Omega» spiega Michele Sardella di Taurus, storico marchio di Vanzaghello. Un caso su tutti: «la campagna di Omega con George Clooney che nella pubblicità ha voluto posare con la sua bici». Taurus - che produce 3500 cicli l’anno - punta in particolare sulle biciclette da passeggio e da città e lavora molto con l’estero («incide almeno per il 60-70%»), soprattutto nel Nord Europa (ma sta lavorando per entrare nel mercato Usa). In Italia i numeri delle vendite sono in crescita a livello generale, ma il mercato è inondato da prodotti industriali d’importazione di qualità minima e costi ridotti. «Le mountain bike da supermercato si vendono ancora molto» sintetizza Lorenzo Franzetti. Giornalista sportivo per testate specializzate, Franzetti ha deciso da un anno di tornare nell’officina di famiglia, la “Bottega del Romeo” (il nome del nonno) aperta dal 1935 nel paesino di Ispra, sulle rive del Lago Maggiore. «Molti puntano sulle mountain

bike e le “corsa” d’alta gamma, io ho fatto una scelta diversa: il mio zoccolo duro è la gente comune, che comincia a capire che una certa qualità paga, anche per la signora che va a fare la spesa o per i bambini». La personalizzazione è invece il cardine del mercato degli amatori, sempre alla ricerca - al pari dei ciclisti professionisti - di biciclette più leggere e competitive: in Italia i tesserati della Federazione Ciclistica sono oltre circa 112.000, divisi in 3200 società, mentre quelli di Acsi-Ciclismo sono circa 45.000. Un segmento importante di mercato: «La gran parte dei miei clienti sono amatori e vengono dalla provincia» spiega Roberto Pavarin, ex meccanico della nazionale Under 23 e femminile, oggi titolare di una bottega a Calcinate del Pesce. Brugole e cacciaviti, ma non solo: «Siamo partiti dalle bici in acciaio (per i telai, ndr), con l’arrivo dell’alluminio e del carbonio ora ci occupiamo anche della verifica antropometrica», lo studio dell’atleta. Antonio Brivio, dello Studio AIP di Oggiona con Santo Stefano, partendo dai banchi prova per industria motociclistica e aeronautica, è approdato anche alla bicicletta, concentrandosi su progettazione e produzione di una parte specifica: «Dalle pedivelle per posturologia, impiegate fisse nei centri medici specializzati, siamo passati alle pedivelle strumentate, in grado di misurare la potenza espressa dall’atleta», spiega Brivio. Studio Aip ha iniziato a lavorare sulla produzione per le bici con la spagnola Rotor (migliaia di pezzi vendu-

ti), oggi produce e vende direttamente e cerca alleanze proprio con i produttori artigianali specializzati nelle bici da corsa per amatori: «Lavoriamo a un sistema di misurazione completo che consentirebbe al negozio di fornire il servizio al singolo cliente ad un prezzo accessibile». Il futuro per gli artigiani sono solo biciclette da amatori da 4000 euro? Forse no. Ne è convinto Lorenzo Franzetti: «Già con mio padre Diego abbiamo preso un indirizzo verso il cicloturismo, qualità per un pubblico magari meno esasperato, che ricerca il comfort». Nel 1982 Diego Franzetti - prendendo spunto dai tedeschi e olandesi che arrivavano sul Maggiore in bici - creò la sua prima bici da cicloturismo. Oggi il cicloturismo è diventato centrale e ha guidato la mutazione del concetto di negozio artigiano: la Bottega del Romeo - che ospita anche una libreria specializzata, la LibEreria - è diventato anche «un luogo di cultura ciclistica, dove s’investe sul rapporto tra bicicletta, territorio, storia» (appuntamento di punta: l’annuale raduno MangiaBeviBici, che coinvolge associazioni e ristoratori locali). Invogliando le persone a pedalare e a cercare la bici più adatta (valore stimato del cicloturismo in Europa: 44 miliardi di euro). Fare del negozio un luogo di ritrovo è tendenza ormai consolidata nelle grandi città e in espansione anche in provincia: un posto «dove si viene una volta a settimana per un caffè e chiacchiere


con il meccanico» dice Francesco Scartozzi, di Cicli Gussino. Di formazione designer, ha lasciato il lavoro di scenografo per quello di ciclista: ha iniziato assemblando bici personalizzate in uno scantinato, poi sull’onda delle richieste crescenti ha aperto il negozio, sul viale principale di Saronno.

Una storia che conferma la fase di espansione, evidente nella metropoli di Milano ma anche nei dintorni:

«Il fenomeno bici esiste eccome. Le tendenze che vedo io sono da un lato la mountain bike per cercare libertà sugli sterrati, dall’altro la bici da città, per andare in centro». E quando ogni mercato sembra esplorato, restano le nicchie più particolari: Marco Nicola Vitale con la sua Vitalber si è buttato ad esempio sui monocicli, progettati e costruiti nella sua bottega di Calcinate del Pesce a Varese 


30 ARTIGIANI NEL MONDO

La Setecs Engineering, in provincia di Milano, è la “sartoria delle materie plastiche”: lavorazioni di nicchia e complesse, dal progetto alla prototipazione

Porto in Iran cose mai viste N

on c’è niente di meglio, per un imprenditore, che farsi le ossa nella “palestra della vita”. Simone Pasqualotto della Setecs Engineering Srl, impresa in provincia di Milano specializzata nei lavorati in materiale plastico e composito, dalla resina fenolica al carbonio, in “palestra” ci va ogni giorno. All’età di quindici anni è magazziniere, poi agente di commercio, poi a 24 anni la scelta di aprire una sua azienda: nel 2003 nasce la Setecs, microrealtà che fa parte di una company system e che Simone definisce la “sartoria delle materie plastiche”. Che di export, ad oggi, ne ha praticato poco: qualche esperienza con la Repubblica Ceca, affari con qualche Paese europeo, ma nulla di più. L’occasione per allargare i propri orizzonti è arrivata nel mese di novembre 2015 con l’incontro organizzato da Confartigianato Imprese Varese sull’Iran: «Un’occasione illuminante, perché da una parte è aumentata la mia curiosità verso questo Paese e dall’altra ho capito che non si può non considerare come proprio partner un’economia pronta a crescere proprio grazie alle piccole imprese italiane. Se fino allo scorso anno ero stato bloccato da una paura condivisa da alcuni colleghi imprenditori – si pensa che Iran e Arabia Saudita siano uguali – ora so che la cultura persiana è tutt’altra cosa. Così all’uscita dal seminario di Confartigianato, tenuto da Mohammad Nazifi, ho scoperto un’altra faccia dell’Iran e preso dall’entusiasmo ho subito detto “ci vado”. Ed eccomi qua». Tra una riflessione su quanto piaccia il Made in Italy al mondo (anche se non si parla di moda) e un’autocritica al “piccolo imprenditore che si

autoimpone barriere e blocchi”, Pasqualotto sa come va il mondo (l’export varesino verso l’Iran è il 2% dell’export italiano verso questo Paese) e pensa che la sua impresa sia pronta ad essere globale. “Per mettere in campo un piano export dobbiamo crescere a livello strutturale – prosegue l’imprenditore – ma quello che cerchiamo, ancora prima di una risorsa che sappia parlare le lingue straniere, è la buona volontà e la voglia di fare di chi lavora con noi”. La Setecs esporta poco ma importa tantissimo: «Soprattutto dalla Germania, Spagna e Cina. Poi siamo distributori di un’ottima realtà inglese nel campo delle tende a strisce flessibili in pvc per porte. E’ per questo che dopo aver proseguito il nostro percorso di conoscenza dell’Iran ci siamo convinti a compiere un passo in più, anche perché la Setecs è in grado di soddisfare le esigenze di qualsiasi cliente. Lavorando su disegno, ci attrezziamo in base a quello che chiede il mercato realizzando lavorazioni di nicchia anche su progetti particolarmente complessi che richiedono speciali tecniche applicative. Solo in Italia serviamo circa cento clienti, nomi importanti dell’economia mondiale in una miriade di settori: dall’automotive al petrolchimico, dal tessile al farmaceutico al confezionamento». Le riflessioni del caso le ha fatte, ora deve decidere: in Iran ci va o no? «Qualche preoccupazione c’è, però la situazione in quel Paese sta cambiando lentamente ma in modo progressivo. Sapremo superare le nostre resistenze: con i nostri prodotti penso ci possano essere solo buone opportunità. Vedremo» 

SETECS ENGINEERING S.r.l Via A. Volta, 10/C 20010 Mesero MI Tel. 02-97289790 Fax. 02-97830079 mail: info@setecs.it sito: www.setecs.it


Fonte: Ice e Istat

VARESE

In dettaglio: » macchinari e apparecchi meccanici - 15 milioni* » chimica - 3,7 milioni* » apparecchi elettrici - 1,8 milioni* » prodotti in gomma e materiali plastici - 1 milione*

* euro

Nel 2014 la nostra provincia ha esportato merci per un valore di 23,5 milioni di euro, con una cresita pari a +38,4% rispetto al 2013.

IMPORT (2015) 251.282.000 €

ITALIA

(+116% rispetto al 2014)

IRAN

EXPORT (2015) 563.931.000 € (+25% rispetto al 2014)

Perchè andare in Iran Con più di 77 milioni di abitanti e un Pil stimato in 480 miliardi di dollari all’anno, l’Iran è la 17° economia del mondo. L’Italia è un partner strategico per il paese mediorientale (vedi infografica sopra) e a seguito del ritiro dell’embargo, gli esperti stimano un aumento dell’interscambio commerciale tra le due economie pari a 17 miliardi di euro entro il 2020. La tecnologia italiana è particolarmente apprezzata nei comparti energetico, metallurgico e siderurgico e delle fonderie in generale. Oltre a questi comparti si stima un aumento dell’export anche per le bevande analcoliche e i succhi di frutta, gli imballaggi per uso alimentare e farmaceutico, il tessile, le concerie e calzature, la lavorazione del legno, dei marmi e delle pietre ornamentali, le lavorazione plastiche e di quelle per ceramica da rivestimento e sanitaria. Particolarmente apprezzati sono anche gioielleria e moda Made in Italy.

Vuoi esportare anche tu? Il nostro servizio Export ti aiuta a superare i tuoi confini. Matteo Campari Tel. 0332 256290 matteo.campari@asarva.org www.asarva.org


32 CATEGORIE E MESTIERI

“Via alla gara”, tutti gli appalti pubblici a portata di click

Per consentire alle piccole imprese di cogliere le importanti opportunità legate al mercato dei lavori pubblici, Confartigianato Edilizia ha realizzato l’innovativa piattaforma web “Via alla gara” con la mappa dettagliata di tutte le gare pubbliche che si svolgono in Italia e i relativi esiti. Si tratta di un database gratuito, sempre aggiornato e semplice da consultare, che consente di ottenere tutte le informazioni sulle gare, di personalizzare la ricerca per territori, l’importo di gara, la categoria SOA di interesse, nonché

di acquisire i bandi integrali e gli esiti di gara. Come funziona? Dopo aver effettuato il login accedendo alla pagina www.viaallagara.it, l’utente può personalizzare la ricerca per territori, importo di gara, categoria SOA di interesse. Una volta identificata la gara, è possibile stampare una scheda di riepilogo delle informazioni o scaricare il bando integrale. E se l’appalto è già stato aggiudicato, consultando gli esiti, si può entrare in contatto con l’impresa vincitrice per candidarsi a collaborare. Il servizio è riservato alle imprese associate, che possono utilizzarlo gratuitamente, con le credenziali da richiedere. Per tutti gli approfondimenti e per richiedere la password: www.asarva.org/2016/03/via-alla-gara-tutti-gli-appalti-pubblici-a-portata-di-click/ Per tutte le informazioni: Monica Baj monica.baj@asarva.org tel. 0332 256214

Chi guida mezzi di trasporto superiori ai 35 quintali in conto terzi e in conto proprio non sempre ha ben chiaro come funziona il cronotachigrafo digitale e cosa prevedono le norme: per questo capita che gli autisti e i datori di lavoro vengano multati dalla polizia stradale per errori o banali dimenticanze nella gestione e nell’archiviazione dei dati. A complicare le cose ci sono anche le nuove disposizioni del Regolamento UE 165/2014, entrate in vigore il 2 marzo scorso, che prevedono l’obbligo, da parte dei datori di lavoro, di istruire i propri autisti sul cronotachigrafo e di effettuare controlli periodici per verificarne il corretto utilizzo. Su questo ultimo aspetto stiamo già organizzando un workshop, in programma a giugno, valido per la formazione obbligatoria degli autisti sul cronotachigrafo.

Cronotachigrafo: sicuro di sapere come si usa?

Inoltre abbiamo siglato una convenzione per i soci Confartigianato Varese con Xena Projects, azienda specializzata nella rivendita ed assistenza dei prodotti a marchio VDO, leader mondiale nella produzione dei tachigrafi digitali e degli strumenti per la gestione dei dati. La convenzione prevede lo sconto del 15% per l’acquisto di prodotti hardware e software del marchio VDO per la gestione scarico dati dai tachigrafi.

Per tutti gli approfondimenti: www.asarva.org/convenzioni/xena-projects/

Per tutte le informazioni: Antonella Imondi antonella.imondi@asarva.org tel. 0332 256350


Meno tasse in busta paga per chi produce di più Tasse più leggere per le imprese sul premio di produttività e fa la sua comparsa anche la possibilità di riconosce ai lavoratori, al suo posto, trattamenti di welfare aziendali anch’essi detassati. A fissare i paletti ci ha pensato il Decreto interministeriale del 25 marzo 2016 che stabilisce un regime fiscale agevolato applicabile ai premi di produttività e alle somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa. Ora tutte queste cifre che “appesantiranno” la busta paga del dipendente saranno assoggettate all’imposta sostitutiva del 10%, invece che all’ordinaria aliquota Irpef e addizionali. Per l’applicazione della detassazione sarà necessario che sia depositato presso la Direzione Territoriale competente il contratto collettivo aziendale o territoriale, insieme con apposita dichiarazione di conformità, da effettuarsi entro 30 giorni dalla relativa sottoscrizione. Possono usufruire della detassazione i lavoratori con reddito annuo lordo non superiore ai 50.000 euro. Il limite massimo di importo che potrà essere assoggettato ad imposta sostitutiva del 10% è di 2.000 euro lordi annui, oppure di 2.500 euro lordi annui per le aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro. Per tutti gli approfondimenti: www.asarva.org/categoria/consulenza-lavoro/ Alfonsina Galeone alfonsina.galeone@asarva.org tel. 0332.256265

Dall’Elba un aiuto economico per imprese e lavoratori Anche quest’anno, grazie all’Accordo tra le Parti sociali, le imprese possono contare sull’aiuto dell’Elba, l’Ente Lombardo Bilaterale dell’Artigianato, che mette a disposizione dei contributi economici a favore di imprese e lavoratori dipendenti. I contributi per le imprese servono per sostenere l’occupazione, la sicurezza, la formazione degli apprendisti, l’aggiornamento professionale e la formazione per la sicurezza, per eventi eccezionali, per gli investimenti, per le rette per asili nido e per la carenza di malattia dei dipendenti. I contributi destinati ai lavoratori riguardano il sostegno al reddito e l’anzianità professionale aziendale. Per beneficiare dei contributi, le aziende devono essere in regola con i versamenti ai due mesi precedenti la data evento di ogni singola prestazione. Tutti i contributi (ad eccezione di quello per la carenza malattia) potranno essere erogati, a favore dello stesso beneficiario, non più di una volta per anno solare.

Per tutti gli approfondimenti: www.asarva.org/contributi-elba/

Bonifica amian- Energia reattito, ecobonus e va: aumentano credito d’impo- le penali sta: cosa fare Da quest’anno è cambiata la reLe spese edili sostenute per la rimozione dell’amianto godono della defiscalizzazione del 50% (limitatamente alle unità immobiliari a carattere residenziale), e del cosiddetto Ecobonus, per il caso delle detrazioni fiscali 65% e previsto per gli interventi di sostituzione e coibentazione delle coperture esistenti. Il Collegato ambientale ha introdotto il credito d’imposta del 50%, ripartito in tre anni, sulle spese (di almeno 20.000 euro) sostenute dalle imprese per interventi di bonifica dell’amianto su beni e strutture produttive. A gennaio è scaduto il termine entro il quale effettuare la bonifica dei materiali contenenti amianto secondo quanto disposto dal Piano della Regione Lombardia. Il nostro Servizio per le aziende comprende sopralluogo tecnico, raccolta dei dati per la compilazione del protocollo per la valutazione dello stato di conservazione e la consulenza sull’opportunità di sostituire le componenti strutturali (coperture, solai, pareti verticali opache ecc.), avvalendosi delle detrazioni fiscali in vigore. Per tutti gli approfondimenti: www.asarva.org/categoria/sicurezza-e-ambiente/ Riccardo Colombo Garoni ambiente.colombo@asarva.org tel. 0332 256252

Eba Varese info@ebavarese.com tel. 0331 670462

golazione tariffaria per prelievi di energia reattiva. E’ stata infatti abbassata la soglia oltre la quale scatta la penale: non più a partire dal 50% bensì dal 33%. Di che cosa si tratta? L’energia reattiva è quella che viene assorbita da parte di motori, trasformatori, lampade a fluorescenza e via dicendo senza produrre lavoro. L’energia reattiva dell’utenza provoca maggiori consumi e impegno sulle linee dell’azienda elettrica, la quale addebita i relativi maggiori costi all’utente tramite penali. Bisogna controllare in bolletta il valore del Cosfi, o fattore di potenza, del proprio impianto che misura l’energia reattiva. Nel momento in cui questo valore assumerà valori inferiori a 0.95 (non più a 0.894 come nel 2015) scattano le penali. Per non pagare le penali è importante controllare la propria bolletta per verificare se vengono già addebitate, la misura del Cosfi e, infine, consultare il proprio elettricista per adeguare gli impianti di rifasamento. Per tutti gli approfondimenti: www.asarva.org/categoria/consulenza-energia/ Antonella Imondi antonella.imondi@asarva.org tel. 0332 256350 Mauro Menegon mauro.menegon@asarva.org tel. 0332 256285


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ANALISI SU CAMINI - VERIFICA PERIODICITÀ (ANNUALE/ BIENNALE) ANALISI SU CAMINI DI EMISSIONI DA VOSTRO SCADENZIARIO CONTABILITÁ E ASSISTENZA FISCALE - TERMINE ULTIMO CONSEGNA DOCUMENTAZIONE RELATIVA AL MESE DI MARZO

PRESENTAZIONE ELENCO CLIENTI FORNITORI (SPESOMETRO) ANNO 2015 PER CONTRIBUENTI CON LIQUIDAZIONE IVA MENSILE DIRIGENTI D’AZIENDE COMMERCIALI - VERSAMENTO 1° TRIMESTRE CONTRIBUTI FONDI NEGRI, BESUSSO E PASTORE CONTRIBUTI COLF E CASSACOLF VERSAMENTO 1° TRIMESTRE AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE - RITIRO CEDOLINI FONDO PENSIONE BYBLOS - SCADENZA VERSAMENTO CONTRIBUTI 4° TRIMESTRE ANNO PRECEDENTE INVIO TELEMATICO VERSAMENTO UNITARIO F24 DELLE IMPOSTE (LAVORO DIPENDENTE - RITENUTE - IVA - CONTRIBUENTI MENSILI - IMPOSTE SOSTITUTIVE) E DEI CONTRIBUTI, RELATIVI AL MESE PRECEDENTE, DOVUTI ALL’LNPS (LAVORATORI DIPENDENTI E CONTRIBUTO DEI CO.CO. CO. / WILA - FSBA / ASSOCIAZIONI IN PARTECIPAZIONE), VERSAMENTO A FONDO EST, ELBA, SAN. ARTI CADIPROF, EBIPRO, ENTE BILATERALE TERZIARIO PUBBLICI ESERCIZI E TURISMO - SANILOG COPERLAVORO SCADENZA VERSAMENTO CONTRIBUTI 1° TRIMESTRE FONDO PENSIONE FONTE SCADENZA VERSAMENTO CONTRIBUTI 1° TRIMESTRE PRESENTAZIONE ELENCO CLIENTI FORNITORI (SPESOMETRO) ANNO 2015 PER CONTRIBUENTI CON LIQUIDAZIONE IVA TRIMESTRALE FONDO INTEGRATIVO COMETA SCADENZA VERSAMENTO 1° TRIMESTRE PREVINDAI - VERSAMENTO CONTRIBUTI DIRIGENTI INDUSTRIALI 1° TRIMESTRE AGRIFONDO - SCADENZA VERSAMENTO MARZO CASSA EDILE - PRESENTAZIONE DENUNCE CONTRIBUTIVE AZIENDE EDILI CONAI - DICHIARAZIONE MENSILE/TRIMESTRALE (MARZO 2016/1° TRIM 2016)DEI PRODUTTORI/IMPORTATORI DI IMBALLAGGIO (MOD 6.1/6.2/6.10) ENPAIA - DENUNCIA DELLE RETRIBUZIONI, IMPIEGATI AGRICOLI E PAGAMENTO CONTRIBUTI IVA COMUNITARIA - PRESENTAZIONE DEGLI ELENCHI INTRASTAT MESE DI MARZO PER CONTRIBUENTI CON PERIODICITÀ DI INVIO MENSILE E 1° TRIMESTRE 2016 PER I CONTRIBUENTI CON PERIODICITÀ DI INVIO TRIMESTRALE CASSA EDILE - VERSAMENTO CONTRIBUTI PERIODO MARZO AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE - TERMINE ULTIMO CONSEGNA FOGLIO ORE MESE DI APRILE CAIT - CONSEGNA D.A.M. MESE PRECEDENTE RIDUZIONE ACCISA AUTOTRASPORTO - TERMINE ULTIMO PER LA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE DI RIMBORSO ALLA CIRCOSCRIZIONE DOGANALE RELATIVE AL I° TRIMESTRE 2016 MUD - DENUNCIA ANNUALE DEI RIFIUTI PRODOTTI NELL’ANNO PRECEDENTE (SALVO INDICAZIONI DIVERSE PREVISTE DA SISTRI) SISTRI: VERSAMENTO CONTRIBUTO ANNUALE SISTRI SEZIONE REGIONALE ALBO GESTORI RIFIUTI VERSAMENTO DIRITTO ANNUALE (50 EURO) PER LE IMPRESE ISCRITTE SEZIONE REGIONALE ALBO GESTORI RIFIUTI – SEZ. RAEE DISTRIBUTORI- VERSAMENTO DIRITTO ANNUALE (50 EURO) PER LE IMPRESE ISCRITTE COMPOSTI ORGANICI VOLATILI (COV) PULITINTOLAVANDERIE – COMPILAZIONE PIANO GESTIONE SOLVENTI RELATIVO ALL’ANNO 2010 CONAI – DICHIARAZIONE AZIENDA ESPORTATRICE NETTA MOD 6.22 SCF – DIFITTI DISCOGRAFICI (DATA PROROGATA IL TERMINE PREVISTO ERA IL 31 MARZO) TERMINE PER IL PAGAMENTO DEI DIRITI SCF DIFFUSIONI MUSICALI PER I DIRITTI DISCOGRAFICI . ESERCIZI COMMERCIALI E ESERCIZI ARTIGIANI

MAGGIO

01 02 04 10

04 11 13 14 16 15 18 20

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ANALISI SU CAMINI - VERIFICA PERIODICITÀ (ANNUALE/BIENNALE) ANALISI SU CAMINI DI EMISSIONI DA VOSTRO SCADENZIARIO INPS - DENUNCIA CONTRIBUTIVA TELEMATICA OPERAI AGRICOLI (GENNAIO-MARZO) INVIO TELEMATICO DENUNCE MENSILI UNIEMENS MARZO DITTA E LAVORATORI DIPENDENTI, PARASUBORDINATI, ASSOCIATI IN PARTECIPAZIONE (ESCLUSI AGRICOLI E COLF) CONTABILITÁ E ASSISTENZA FISCALE - TERMINE ULTIMO CONSEGNA DOCUMENTAZIONE RELATIVA AL MESE DI APRILE AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE - RITIRO CEDOLINI INVIO TELEMATICO VERSAMENTO UNITARIO F24 - DELLE IMPOSTE (LAVORO DIPENDENTE - RITENUTE - IVA - CONTRIBUENTI MENSILI - IMPOSTE SOSTITUTIVE) E DEI CONTRIBUTI, RELATIVI AL MESE PRECEDENTE, DOVUTI ALL’LNPS (LAVORATORI DIPENDENTI E CONTRIBUTO DEI CO.CO. CO. / WILA - FSBA / ASSOCIAZIONI IN PARTECIPAZIONE), VERSAMENTO A FONDO EST, ELBA, SAN.ARTI CADIPROF, EBIPRO, ENTE BILATERALE TERZIARIO PUBBLICI ESERCIZI E TURISMO – INAIL - VERSAMENTO 2A RATA PREMIO ANNO 2014/2015 IVS ARTIGIANI E COMMERCIANTI - VERSAMENTO CONTRIBUTI IN MISURA FISSA (1A RATA ANNO 2016) CASSA EDILE - PRESENTAZIONE DENUNCE CONTRIBUTI AZIENDE EDILI AGRIFONDO - SCADENZA VERSAMENTO APRILE ENASARCO - TERMINE PER IL PAGAMENTO DEI CONTRIBUTI E DENUNCIA ON-LINE 1° TRIMESTRE FONDAPI - VERSAMENTO CONTRIBUTI MESI DI MARZO E APRILE CONAI - DICHIARAZIONE MENSILE (APRILE 2016)DEI PRODUTTORI/ IMPORTATORI DI IMBALLAGGI MOD 6.1/6.2/6.10 ENPAIA - DENUNCIA DELLE RETRIBUZIONI, IMPIEGATI AGRICOLI E PAGAMENTO CONTRIBUTI IVA COMUNITARIA - PRESENTAZIONE DEGLI ELENCHI INTRASTAT MESE DI APRILE PER CONTRIBUENTI CON PERIODICITÀ DI INVIO MENSILE CASSA EDILE - VERSAMENTO CONTRIBUTI PERIODO APRILE AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE - TERMINE ULTIMO CONSEGNA FOGLIO ORE MESE DI MAGGIO FASI - VERSAMENTO CONTRIBUTI SANITARI DIRIGENTI INDUSTRIALI 2° TRIMESTRE E GESTIONE SEPARATA INVIO TELEMATICO DENUNCE MENSILI UNIEMENS APRILE DITTA E LAVORATORI DIPENDENTI, PARASUBORDINATI, ASSOCIATI IN PARTECIPAZIONE (ESCLUSI AGRICOLI E COLF) COMPILAZIONE DELLA DICHIARAZIONE FGAS AI SENSI DELL’ART.16, COMMA 1, DEL DPR 43/2012 RIFERITA ALL’ANNO 2015. SONO OGGETTO DELLA DICHIARAZIONE LE APPARECCHIATURE E I SISTEMI FISSI CHE CONTENGONO UNA CARICA CIRCOLANTE DI 3 KG (DA NUOVA NORMATIVA BISOGNA CALCOLARE IL GWP CORRISPONDENTE AL REFRIGERANTE) O PIÙ DI GAS FLUORURATI AD EFFETTO SERRA E CHE APPARTENGONO ALLE SEGUENTI TIPOLOGIE: REFRIGERAZIONE; CONDIZIONAMENTO DELL’ARIA; POMPE DI CALORE; SISTEMI DI PROTEZIONE ANTINCENDIO CAIT - CONSEGNA D.A.M. MESE PRECEDENTE SCF – DIRITTI DISCOGRAFICI - TERMINE PER IL PAGAMENTO DEI DIRITTI SCD DIFFUSIONI MUSICALI PER I DIRITTI DISCOGRAFICI – PUBBLICI ESERCIZI (BAR, RISTORANTI, PIZZERIE, STABILIMENTI BALNEARI – ZONA BAR) – PARRUCCHIERI ED ESTETISTE –STRUTTURE RICETTIVE (ALBERGHI, B&B, AGRITURISMI…)

AGENDA

AM

APRILE


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