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SACCHI IN PANCHINA, GOL IN AZIENDA

SACCHI in azienda GOL in panchina

Sferzata alle imprese: «Se non c’è la capacità di correre un rischio, che è la base di ogni avvenire di successo, c’è il pericolo di cadere nella routine e nel pessimismo, viene inibita la creatività e si resta indietro»

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Ha rivoluzionato il calcio, ha vinto tanto ma, soprattutto, ha tutto: in una squadra, come in un’azienda serve uno stile, cambiato una mentalità e una cultura, convincendo anche i soprattutto perché crea un senso di appartenenza». calciatori più talentuosi dell’epoca a mettersi al servizio di un Qui, poi, entra in gioco il carisma dell’allenatore e della guida obiettivo comune: entrare nella storia come non solo come che plasma la creatura e indica la strada: «Quando si hanno vincitori, ma anche come trionfatori. delle idee nobili, si propongono e, piano piano, se i giocatori

Un modello e una storia, quella di Arrigo Sacnaturale che queste persone ti seguiranno chi, che merita di essere presa a esempio anche dalle aziende, tanto da essere diventato anche un apprezzato e richiestissimo motivatore ed esperto in occasione di meDa allenatore del Grande

o i collaboratori, capiscono che possono funzionare, viene

Milan a motivatore, l’indimenticabile Arrigo e raggiungeranno gli obiettivi. Ma bisogna soprattutto far capire che, in sinergia e con la collaborazione di tutti, si possono toccare traguardi che, da soli, sarebbero impossibili eting aziendali e convention. Perché il suo esempio, le decisioni prese, la fi losofi a e applicata nel concreto, valgono su un rettangolo di gioco, ma anche in un’impresa. «Innanzitutto – racconta l’allenatore del Grande Milan – ero molto attento a scegliere le persone. C’erano dirigenti sportivi che Sacchi porta la dura legge del gol nei capannoni: «In una squadra, come in un’azienda, serve uno stile, soprattutto da cogliere». Concetti che, secondo Sacchi, valgono ancor di più oggi. Specialmente in economia: «Se non c’è la capacità di correre un rischio, che è la base di ogni avvenire di successo, si rischia di cadere nella routine, nel pessisostenevano come i calciatori potessero esperché crea un senso mismo, viene inibita la creatività e si resta sere anche dei delinquenti ma, l’importante, era che sapessero calciare il pallone. Per me di appartenenza» indietro». Abituato a dire le cose come stanno, senza paura di infi lare il dito nella piaga, no. Perché avevo delle convinzioni sul lavoro come d’altronde ha sempre fatto in carriera, e sulle idee da portare avanti e quindi non potevo accettare il Mister di Fusignano si riferisce a uno dei problemi italiani: compromessi con personaggi del genere. Perciò ho sempre «Sono convinto che, come avvenne alla fi ne della Seconda voluto accanto degli interpreti intelligenti, altruisti, umili, ricchi Guerra Mondiale, se tutti gli italiani dessero quello che posdi passione senza avidità o individualismo. Rischiai? Sì, molto. sono dare, saremmo ancora una delle 4-5 super potenze al Ma andò bene. Per me i valori erano e restano la base di mondo». imprese e territorio | 35

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