Imprese e Territorio n. 04/2021

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consigli per le imprese

A confronto con lo sciatore nautico paralimpico non vedente Daniele Cassioli che nel libro “Il vento contro” racconta come affrontare anche insieme ad altri le difficoltà

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Se il vento “soffia contro” trova un’altra strada «Qualsiasi sia il tuo “vento contro”, tu vai avanti». Così Daniele Cassioli, 34 anni, il più grande sciatore nautico paraolimpico di tutti i tempi, non vedente dalla nascita e autore del romanzo autobiografico che si intitola appunto “Il vento contro” (De Agostini, 2018). Noi lo abbiamo intervistato, per chiedergli qualche ricetta motivazionale, e per ascoltare la sua storia, e soprattutto per capire come si fa a rialzarsi sempre, anche quando la vita mette a dura prova. Daniele, vivere con il vento contro fa diventare più forti, o alla fine piega? La prima cosa da dire è che tutti hanno un “vento contro”. Inizialmente pensavo di intitolare il mio romanzo “beati voi che ci vedete”, ma poi mi sono confrontato con la casa editrice De Agostini e abbiamo optato per un titolo che potesse avere un significato assoluto – continua Cassioli – Il mio libro, parlando della mancanza della vista, vuole in realtà raggiungere tutti coloro che devono superare una problematica complessa. Non è detto che essere cieco sia il peggiore dei mali. Da come accogliamo il

problema, e da come scegliamo di reagire, dipende la gravità del problema stesso. Quindi, tornando alla domanda, credo che quando si reagisce avere il vento contro è una condizione che dà una grande forza, da cui possono derivare grandi risultati. Lei come ha reagito allo sconforto derivato dalla sua condizione di non vedente? Ho imparato a reagire quando ho capito che lo sconforto non mi faceva vivere meglio. È facile, di fronte un problema, sentire un profondo senso di ingiustizia. E dall’ingiustizia all’abbattimento è un attimo. Ma più ci si sente giù, meno ci si avvicina alla soluzione del problema. Allora bisogna fare appello alla buona volontà per avvicinarsi alla soluzione intervenendo su qualcosa di diverso. Quando si vive una condizione difficile, spesso, la si maledice. Ma così si disperdono tante energie che potrebbero essere spese meglio, incanalandole nella soluzione del problema. E se una persona da sola non riesce, allora può fare gruppo con qualcuno. Insieme si è più forti. Peccato, però, che noi siamo poco abituati a fare


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