Imprese e Territorio

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BIMESTRALE DI INFORMAZIONE DI CONFARTIGIANATO IMPRESE VARESE

rete La

che fa

meraviglie

LA NOSTRA BATTAGLIA

PEDEMONTANA DA RILANCIARE «GIÙ I PEDAGGI PER LE IMPRESE»

EXPORT E OCCUPAZIONE CODATO SRL E NAU! IL MONDO DÀ LAVORO

METTERSI IN PROPRIO QUANDO I BANDI GIUSTI LANCIANO UNA BUONA IDEA

SEGUICI SU ASARVA.ORG S P E D I Z I O N E I N A . P. 4 5 % A R T 2 C O M M A 2 0 / B L . 6 6 2 / 9 6 A R T 1 - 2 D P C M 2 4 / 0 2 D C V A R E S E E U R O 0 . 2 5



“La volontà e il ruolo dell'Associazione sono importanti per non perdere il capitale sociale delle relazioni”

editoriale

marina puricelli

Marina Puricelli Docente di organizzazione aziendale alla Sda Bocconi

Incontriamoci e non solo in Rete Il confronto dà forza alle idee Se ne parla tanto e da tanto tempo, ma la forma di rete in cui noi italiani siamo stati maestri è quella sociale – informale, di prossimità e basata sulla fiducia – che nasce dal basso, quello che viene normalmente definito capitalismo di relazione. Forse è ancora questa la scelta più adeguata per le piccole imprese poste di fronte, da un lato, al contratto di rete (che ha raccolto risultati numerici importanti ma non altrettanto operativi) e dall’altro alla rete proprietaria fatta di joint venture e holding (qui la risposta è stata del tutto negativa). Salotti buoni? No, fiducia Mentre le grandi imprese si muovono spesso nei network "alti" del potere e dei "salotti buoni", i piccoli si sono sempre mossi dal basso costruendo reti sociali e fiduciarie con clienti e fornitori, con le istituzioni locali, le banche, dentro le associazioni. Lo hanno fatto superando il proverbiale individualismo dell'imprenditore - uomo che si mette in gioco, che rischia da solo, che deve prendere decisioni importanti in breve tempo e che, come tale, fatica a stare al passo del gruppo. Questo è stato nel passato ma per il futuro? Gli imprenditori devono affrontare anche un mondo dove le relazioni – attraverso il web – rischiano di diventare sempre più superficiali e impersonali. Perdere il patrimonio esistente di legami forti che si sviluppano nel lungo

periodo, di fiducia esistente tra i titolari e tutto il sistema degli attori che ruotano attorno alle aziende, sarebbe un grave errore. Perché è la rete reale che rafforza le aziende ancora prima di quella digitale, costituita da rapporti facilmente reversibili perché ci entri ed esci quando vuoi. La modernità sottrae tempo alla costituzione di rapporti fiduciari importanti: per fare una buona economia si devono vivere personalmente, intensamente, insieme agli altri la comunità e il territorio. Bisogna incontrarsi. Diamo soluzioni concrete Gli imprenditori hanno un gran bisogno di confrontarsi e di essere messi in relazione fra loro, non virtualmente, con chi l’impresa la vive proprio come loro e ha gli stessi problemi. Il ruolo di un’associazione di categoria oltre a quello istituzionale dovrebbe essere anche questo: far vivere esperienze importanti, aggregare le imprese intorno a temi che sentono loro, dare qualcosa che sia risolutivo. Soprattutto, un’associazione deve facilitare la creazione di occasioni intelligenti di confronto. Il resto, la costituzione della rete, dipende solo dalla volontà del singolo. Per concludere, non conviene perdere quel capitale sociale di relazioni vere che sono state caratteristiche dell'agire delle piccole imprese italiane ed occorre che le associazioni si prodighino a mantenere acceso il fuoco dell'incontro, del confronto e della condivisione l


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S

ommario

SETTEMBRE | OTTOBRE 2016

3 SPECIALE | IMPRESA DELLE MERAVIGLIE Le #belleimprese si trovano prima se sono tutte a portata di clic

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La community è forte se apre ai cambiamenti "La vera innovazione è in quello che facciamo"

EDITORIALE Incontriamoci e non solo in Rete Il confronto dà forza alle idee L'INCHIESTA | DOVE STIAMO ANDANDO Destinazione Varese 2030 Liberi di lavorare con meno sprechi e tanti dati Social: fatevi trovare I clienti ci sono. E voi?

Una squadra che ci ha messo la faccia FOCUS | PEDEMONTANA A RISCHIO FLOP? Più veloci per competere "Giù il pedaggio per le imprese"

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FOCUS | NORME CHE DANNO SPUNTI E BENEFICI Quando eccedere non è sprecare Come in azienda

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ARTIGIANI NEL MONDO | STORIE DI SUCCESSO Fabio Tronconi "Con i tedeschi ci abbiamo messo faccia e credibilità"

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L'INTERVISTA | SIAMO I PRIMI IN ITALIA Diri, perchè sbagliare? "Ecco le linee guida a misura d'impresa"

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FOCUS | IMPRESE E OCCUPAZIONE Artigiano e sognatore Nau! guarda al mondo con gli occhiali che danno lavoro

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INNOVAZIONE | IL LABORATORIO DEI FATTI Quando la stampa 3D dà l'assist agli affari Ecco come il maxi impianto diventa mini e smart Stereolitografia laser: nuove opportunità al Faberlab

LAVORO | CAMBIAMO PROSPETTIVA "Noi due in poltrona non stiamo stretti"

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AZIENDA E TERRITORIO | GUSTO ARTIGIANO Dolci peccati di... gola e di lavoro

SERVIZI E AGENDA | AREA LAVORO Firmiamo un patto con le aziende La squadra rende il lavoro più facile

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METTERSI IN PROPRIO | IMPRENDITORI DI DIVENTA Giovani (e non solo) di valore Con le idee e i bandi giusti Bimestrale di informazione di Confartigianato Imprese Varese. Viale Milano 5 Varese Tel. 0332 256111 Fax 0332 256200 www.asarva.org asarva@asarva.org INVIATO IN OMAGGIO AGLI ASSOCIATI ED ENTI VARI Autorizzazione Tribunale di Varese n.456 del 24/1/2002

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Direttore Responsabile Mauro Colombo Presidente - Davide Galli Caporedattore - D. Ielmini Redattore - L. Lazzari Impaginazione S. Caldirola | S. Campiotti Hanno collaborato i colleghi: L. De Angeli, S. Bartolini, A. Bongio, C. Chiuppi, U. Rega Interventi e contributi: P. Provenzano, M. Puricelli Stampa Litografia Valli Tiratura 11.689 copie

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6 SPECIALE | L’IMPRESA DELLE MERAVIGLIE

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Le #belleimprese si trovano prima se sono tutte a portata di clic N

asce il nuovo strumento pensato per "L'Impresa delle Meraviglie". Una mappa interattiva in cui sono raccolte tutte le 180 aziende raccontate dal 2005 ad oggi e che restituisce a colpo d'occhio, le diversità di un territorio vasto come quello della provincia di Varese. Decine di aziende geolocalizzate e su cui scorrere con il mouse come un dito su un atlante. Una foresta in cui ogni alberello, il simbolo di "Impresa delle Meraviglie", non indica solo il nome dell'azienda, ma fornisce informazioni come il codice Ateco, il numero dei dipendenti, il link del sito aziendale (dove presente) e il rimando all'intervista fatta. Oltre a queste informazioni lo strumento consente ad ogni utente di selezionare il settore a cui è più interessato, piuttosto che il Comune in cui cercare una determinata attività. Con la stessa semplicità la mappa permette, grazie a una grande tag cloud posta sulla destra dello schermo in cui sono raccolte centinaia di parole chiave, di selezionare la lavorazione, l'ambito, il prodotto a cui è più interessato. Che si tratti di cibo o di pressofusione, questa funzione consente di trovare quel che si cerca l

IMPRESA DELLE MERAVIGLIE NOME AZIENDA breve descrizione sulla produzione dell'azienda COMUNE: SOMMA LOMBARDO INDIRIZZO: VIA VERDI CODICE ATECO: 000000 CODICE FISCALE: 0000000000000000 N. DIPENDENTI: >10 INTERVISTA: LINK AL SITO


Trovare quello che si cerca Lo scopo di questo strumento non è solo quello di restituire la giusta visibilità alle nostre imprese, ma anche di metterle in connessione tra loro e, dove possibile, incentivare la reciproca collaborazione, favorendo partnership che aprano la strada a nuove possibilità di business. Con una novità: la geolocalizzazione SELEZIONA SETTORE

Seleziona il settore che preferisci

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Seleziona in oltre 60 comuni l'attività che ti interessa

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abbigliamento accessori acciaio inox arredamento alberi motore botti birre brunitura cioccolato caramelle buste cilindri colla a caldo coworking edilizia etichette carrozzerie fashion pipe lavorazioni laser fresatura sacchetti lampade resine tornitura stampi durometri tintoria tranciatura scarpe

Stampa 3D Design Falegnami Moda Meccanica Macchine speciali zincatura tessuti Ingegneria


’’ 8 SPECIALE | L’IMPRESA DELLE MERAVIGLIE

“Il cuore a Varese lo sguardo sul mondo”

La community è forte se apre ai cambiamenti «La vera innovazione è in quello che facciamo» Alla Schiranna il primo incontro della rete di aziende nata 11 anni fa «Ascoltandovi abbiamo capito come darvi le risposte giuste»

L’

esempio che spiazza le frasi fatte, la realtà che è testimonianza di vera innovazione. L’economia del “fare” che ha in sé il seme del “rinascimento” per un Paese che non sta al passo con il suo tessuto produttivo. L’artigianato che è sinonimo di apertura al cambiamento. E la rete, che non imprigiona ma armonizza, offre opportunità e rende possibili progetti, sviluppo e sinergie. «Perché oggi la progettualità tradizionale ha il fiato corto. E questo è un tema su cui riflettere» ha riassunto il rettore dell’università Liuc-Carlo Cattaneo di Castellanza, Federico Visconti, protagonista sabato 10 settembre assieme al presidente di Confartigianato Imprese Varese, Davide Galli, della tavola rotonda dedicata al ruolo, presente e futuro, dell’Impresa delle Meraviglie. Moderato dal vicedirettore di VareseNews, Michele Mancino e introdotto dal direttore generale di Confartigianato Imprese Varese, Mauro Colombo, l’incontro ha inquadrato il senso degli undici anni di viaggio targato “IdM”. «L’impresa è un elemento della catena del valore della società e la meraviglia di un’impresa trova senso nel suo essere orientata alla produzione di valore nel medio-lungo termine». Come dire, mutuando la sintesi di Visconti, oggi in Italia l’impresa artigiana sa essere «una sana meraviglia».

D’altro canto, chi è capace di «fare del rischio il proprio punto di forza», per usare le parole del direttore Colombo, ha già in sé il valore del coraggio. Un valore importante, e non unico. Altri ancora sono emersi dal viaggio dell’Impresa delle Meraviglie, come ha sottolineato il presidente (e imprenditore), Galli: «L’Impresa delle Meraviglie è nata dalla necessità delle nostre imprese di raccontare storie, di presentarsi, di mostrare ciò che fanno e come lo fanno. E da questa volontà di far fronte a un bisogno, in questi undici anni abbiamo scoperto cose che non sapevamo delle nostre aziende, abbiamo capito di più e meglio i loro bisogni e abbiamo lavorato per essere pronti a dar loro una risposta». Un «processo di democratizzazione» biunivoco, perché anche gli imprenditori hanno potuto «conoscere meglio l’associazione, un’associazione che – raggiunto un obiettivo – scopre che ce ne possono essere sempre di nuovi e li persegue». Ed ecco perché l’Impresa delle Meraviglie – dopo la tappa alla Schiranna – è già ripartita: «Ci siamo detti: perché non sfruttare il cammino fatto in questi undici anni per creare una community?» ha aggiunto Galli: «Si parla tanto di reti, e l’argomento affascina, ma la realtà è spesso più complessa di come viene presentata, specie se rete diventa sinonimo di imposizione». L’Impresa delle Meraviglie ha dimostrato che una rete,

una community, non nasce da un abbondante spargimento di colla, ma dalla «conoscenza reciproca, dalla fiducia, dal rispetto, dalla condivisione di valori che, insieme, diventano valore aggiunto, comunità di risorse, competenze, intenti e relazioni, compartecipazione in progetti sinergici». La suola delle scarpe consumata dal 2005 a oggi in 180 imprese è servita anche a questo: a rendere “normale”, “credibile” e “condivisibile” il concetto di rete. «Ci sono caratteristiche insite nel carattere di un artigiano e quelle sono i nostri valori. Ciascuno di noi è fortemente legato alla propria azienda, al proprio sapere e ai propri dipendenti, ma è altruista nei confronti della società quando sente che ce n’è il bisogno. Quello che dobbiamo fare è sfruttare queste caratteristiche. Sì, l’Impresa delle Meraviglie è nata proprio per valorizzare questi comportamenti etici. E per condividerli». Metterli a sistema. Artigiani costruttori di futuro, dunque. Comunità capace di «scambiarsi esperienze e conoscenza, evolvere e trovare nuove occasioni di business». Con obiettivi chiari: far crescere l’impresa, dare benzina all’economia. Essere, ieri come oggi, colonna portante dello sviluppo e asse dell’innovazione. Con il cuore a Varese e lo sguardo sul mondo l



10 SPECIALE | L’IMPRESA DELLE MERAVIGLIE

una squadra “che ci ha messo la faccia

Da sx Alotech | Effegieffe | Travetti | Vallino Restauri

Da sx Giardini Vanoli | Sartoria Biasoli | Cremona Incisioni | GS Italia |

Da sx Liquorificio Garbini | Finazzi Serramenti | Decatex |

Da sx Magni Moto | Giuseppe Albertini | LaComet | F.lli Bigatton

Da sx Cromatura Cassanese | Color Plast | Aureaservice | Raviolificio San Marco

Da sx Villa Impianti | Seventy | La Bottega del Cesello | Maineri


Da sx Ceramica Tripepi | Officina meccanica Crema | Antonio Zilliotti e Luca Gazzola

Da sx Pulizia D'Amato | GLegno | Torneria automatica Ribolzi

Da sx Stm | Fast Impianti | Blab Italia

Da sx Minniti snc | Piadineria Laboratorio

Da sx Ambassador's Style | Pasticceria f.lli Gnocchi | F.lli Rovera | Retel srl

Da sx Erreci | Impianti elettrici Da Braio snc

Da sx Cbs Serramenti | Cosmel | F.lli Origgi | Giannini e Lavarra


di Paola Provenzano Giornalista @Paolaprove

12 L'INCHIESTA | DOVE STIAMO ANDANDO

Tutto sarà più veloce ma anche più preciso Diventeremo efficienti e smart e gestiremo meglio risorse e tempo Capirlo oggi vuol dire farsi trovare preparati

Destinazione Varese 2030 Liberi di lavorare con meno sprechi e tanti dati obot, Iot (internet of things), big data, intelligenza artificiale macchine che guidano da sole, energie alternative: sono le parole che oggi già stiamo usando per immaginare il domani, mentre per dopodomani ci dobbiamo ancora attrezzare. Come vivremo e come produrremo nel 2030, quando sul nostro territorio passeranno flussi di merci e interconnessioni che al momento sono ancora sulla carta? Saremo veramente tutti meno oberati di lavoro come, nel 1930, aveva previsto John Maynard Keynes? L’economista inglese, proiettando le sue previsioni a cento anni di distanza, ipotizzava un orario settimanale di lavoro di sole 15 ore per effetto del progresso tecnologico e della maggiore produttività. Va da sè che proiettarsi a 15 anni di distanza, senza avere una sfera di cristallo o doti divinatorie, è come fare un salto nel vuoto. Nel 2000 non avremmo potuto prevedere l’avvento dell’industria 4.0, dei social network e delle stampanti 3d. E che le cose oggi corrano molto più veloci è sotto gli occhi di tutti. Un esempio? Lo smartphone, nel giro di pochissimi anni, ha mandato letteralmente in pensione diversi altri dispositivi inglobando le loro funzioni tramite apposite App. Dal navigatore satellitare al misuratore della glicemia fino alle chiavi elettroniche. Grazie alla tecnologia NFC (Near Field Communication, ovvero di comunicazione in

prossimità) si possono mettere in comunicazione due diversi dispositivi, sfruttando una connettività wireless a corto raggio. La stessa che, passando accanto a un negozio, già oggi può avvisarci se è in corso una promozione interessante, magari basata sul tipo di ricerche che abbiamo fatto on line sul nostro dispositivo. Vivremo in città sempre più grandi che alcuni definiscono “smart”, ma che altri – ad esempio al Mit di Boston - preferiscono definire “sensible” ovvero città sensibili, dove la tecnologia ascolta e risponde ai bisogni dei cittadini. Ci sposteremo su mezzi di trasporto che forse non avranno niente a che fare con le nostre auto, senza doverli guidare e non avendo più problemi di parcheggio. Sarà scritta finalmente la parola fine alla dipendenza dai combustibili fossili, grazie al completo affermarsi dell’uso di energie alternative. Lavoreremo sempre più dal salotto di casa ed esisteranno professioni oggi inesistenti come il selezionatore di robot, l’analista dei trasporti e l’esperto in benessere aziendale. Forse avremo veramente più tempo libero e anche questo costituirà un mercato nel quale operare per offrire beni e servizi leisure così come la domanda crescerà e cambierà per effetto dell’allungamento

della vita. L’idraulico stamperà i pezzi di ricambio direttamente a casa nostra grazie a mini stampati 3d e ci serviranno imprese in grado di trasformare l’immondizia più di quelle in grado di produrre nuovi beni.

Ognuno di noi vorrà magari acquistare un modello personale di scarpe piuttosto che avere quelle che hanno tutti e sarà più comodo per molti condividere piuttosto che possedere. L’economia circolare, oggi ai suoi albori, potrebbe diventare il nuovo paradigma nel giro di pochi anni. Sono solo alcuni degli scenari possibili che oggi vengono ipotizzati e che, comunque vadano le cose, genereranno una domanda di beni e servizi diversa da quella che siamo abituati a soddisfare oggi. Di fronte a un simile scenario la capacità di tenersi aggiornati e formati costituirà l’unica risposta possibile per le imprese. t

R


Quando la Nigeria sorpasserà gli Usa A interrogarsi sugli scenari da qui al 2030 sono in molti e non mancano impegni a livello internazionale per poter gestire i cambiamenti. Appena un anno fa le Nazioni Unite hanno approvato l'Agenda 2030 ("Trasformare il nostro mondo: l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”) un quadro di riferimento universale per aiutare i paesi a eliminare la povertà e a conseguire uno sviluppo sostenibile agendo tutti sugli aspetti economici, sociali ed ambientali nel loro insieme, in modo integrato. Le proiezioni inoltre restituisco un’immagine abbastanza chiara di come cambierà, in termini quantitativi e di distribuzione, la popolazione mondiale. Secondo la stima del dipartimento per gli Affari economici e sociali delle Nazioni Unite tra quindici anni sulla Terra saremo 8,5 miliardi, rispetto ai circa 7,3 miliardi di oggi. A contribuire maggiormente alla crescita della popolazione saranno alcuni Stati tra cui l’India, che diventerà il Paese più popoloso al mondo nel giro di sette anni, superando la Cina. La Nigeria sorpasserà gli Stati Uniti affermandosi come il terzo paese più popoloso al mondo entro il 2050. Indonesia e Pakistan, infine, entreranno a far parte del club dei paesi con più di 300 milioni di abitanti.

Le parole d’ordine? Innovazione, connessione e tecnologia: nella vita come nelle imprese. Per un Paese come il nostro le proiezioni a medio termine a livello di settori economici, puntano su beni culturali, turismo e artigianato. Quest’ultimo in particolare ha dalla sua la capacità di rispondere a una domanda sempre più ritagliata sulle esigenze del cliente e meno di massa, dove alle catene di montaggio si sostituisce la creatività artigianale e la capacità di rispondere in mondo flessibile e diretto. Imprese sempre più digitali e connesse, con una forte interazione tra uomo e macchine e in grado di incrociare tantissimi dati, stanno dando vita a quella che è stata definita la quarta rivoluzione industriale. Produzioni precise, flessibili ed efficienti che riducono i cicli innovativi, margini di errore e time to market ottimizzando le risorse e riducendo gli sprechi l

Non chiediamoci più se è giusto esserci o non esserci L'unica cosa da fare è scegliere se vivere nel passato o nel futuro

Social: fatevi trovare I clienti ci sono. E voi? E

ssere o non essere sui social network? Se il dubbio è lecito, la risposta già oggi è scontata. Ce lo spiega Massimo Carraro, fondatore dell’agenzia Monkey Business e delle rete Cowo, esperto di marketing e di comunicazione. Lui, che non è un nativo digitale ed è diventato adulto senza pc e smartphone, risponde così: «si tratta di scegliere se restare nel secolo scorso oppure andare avanti». Numeri e relazioni, il mondo c'è I numeri, ad oggi, sono impressionanti e sono destinati a diventarlo sempre più. Facebook, ad esempio, ha 1,65 miliardi di utenti. Rappresenta la comunità più numerosa di qualsiasi nazione al mondo e si tratta di utenti per la stragrande maggioranza molto attivi: il 66 % accede alla piattaforma quotidianamente. «Questo – sottolinea Carraro - è il mondo della concorrenza globale: qui ci sono tanto le aziende quanto i consumatori. Rinunciare ad essere presenti significa anche rinunciare a presidiare la nostra reputazione». La grandissima forza dei social è rappresentata dalle relazioni che qui si stabiliscono. «Sono sempre relazioni uno a uno, dove vi è una forte possibilità di interazione diretta. Il rischio di commenti negativi può essere sempre visto come una opportunità dal momento che è sempre possibile rispondere». Dove e come fare business Oggi marketing, acquisti, vendite e persino il customer care viaggiano sui social. «Nel mar-

keting, ad esempio, si possono creare campagne mirate con costi contenuti». Rispetto alle campagne tradizionali, si tratta di strumenti più flessibili e che rendono anche possibile monitorare i risultati e cambiare la strategia in corso d’opera. Impostare una campagna su Facebook vuole dire scegliere in modo mirato il target, la durata e anche la spesa che vogliamo sostenere. Lo stesso, da poco tempo, vale anche per Instagram. Su Twitter dall’inizio del 2016 c’è la possibilità per le aziende di attivare una conversazione diretta con gli utenti, in risposta a un tweet che le menzionava. «Le aziende che scelgono di rispondere tramite twitter lo fanno mettendoci la faccia davanti a tutti, garantendo così un servizio migliore rispetto al classico call center dove la risposta resta limitata a chi l'ha posta». Contano azienda e dipendenti Anche nel caso delle vendite i social possono essere un buon ausilio poiché possono farci capire molto del mercato che andiamo ad affrontare. «Se voglio vendere i miei prodotti in Svezia – spiega Carraro - dovrò capire quali sono le piattaforme più utilizzate in quel Paese e osservare cosa fanno i miei concorrenti». Oggi anche chi deve scegliere a chi assegnare una commessa o una subfornitura si affida ai social. «Linkedin in questo è uno strumento molto efficace – conclude – dove spesso si va a guardare non solo il profilo dell’azienda con la quale si vuole aprire una collaborazione, ma anche quello dei suoi dipendenti» l


14 FOCUS | PEDEMONTANA A RISCHIO FLOP?

Preoccupazione per il calo degli utenti su autostrada e tangenziali La proposta del presidente di Confartigianato Galli alla società «Infrastruttura pagata con i soldi di cittadini e aziende Non sprechiamo un’occasione». Chiesto un tavolo di confronto

Più veloci per competere «Giù il pedaggio per le imprese» P

edemontana, il grande (e costoso) sogno rischia il flop? Confartigianato Imprese Varese ha già scelto da che parte stare, con Pedemontana. E per invertire l’attuale tendenza alla disaffezione, c'è la proposta di introdurre incentivi a beneficio delle imprese. D’altro canto qualcosa é necessario fare dato che i numeri dell’infrastruttura destinata – per ora solo sulla carta – a collegare Varese, Como, Monza-Brianza e Bergamo senza infilarsi nell’imbuto dell’area metropolitana milanese preoccupano. Ne bastano un paio, presentati dalla stessa società alla commissione Bilancio di Regione Lombardia, per inquadrare il contesto: da gennaio a settembre 2016, sull’autostrada i veicoli sono stati il 59% in meno rispetto a quelli previsti nel 2014, con punte di -78% sulla tangenziale di Varese e di -72% su quella di Como. Ha fatto relativa eccezione la tratta da Cassano Magnago, a quota -34%. Un trend che il neo presidente del Cda della società, l’ex Pm di Mani Pulite ed ex ministro alle Infrastrutture Antonio Di Pietro, ha commentato sfoderando l’ottimismo del condottiero («Il traffico negli ultimi mesi è aumentato e potrebbe crescere ancora quando l’arteria sarà completata»). Ma certo la freddezza degli utenti non premia gli investimenti fatti sinora. E, inevitabilmente, l’eco delle polemiche e i timori legati a una even-

tuale mancato completamente dell’opera sono tornati a rimbombare sui tavoli della politica e sui media. Sul banco degli imputati, ancora una volta, il “caro-pedaggio”. Da novembre 2015 ad agosto 2016 il ricavo netto è stato di circa 17 milioni di euro. Di questi, 3,9 milioni non sono stati ancora pagati dagli automobilisti ma si ipotizza di recuperarne 2,4 con i solleciti. Un ulteriore segnale, tuttavia, di criticità. Tanto da far levare la voce dei sindaci. Come invertire la tendenza? Confartigianato Imprese Varese ha scelto di uscire dal vortice delle polemiche per imboccare quello della propositività. Allo sconto assicurato ai pendolari e agli utenti più assidui perché non affiancare un incentivo economico per favorire l’utilizzo di Pedemontana da parte delle imprese? Una domanda posta, pubblicamente, dal presidente Davide Galli, che porteremo – con una lettera – direttamente al tavolo dei vertici di Pedemontana e di Regione Lombardia. Perché due cose sono sicure: la competitività delle imprese passa (anche) da infrastrutture veloci sul modello europeo. E la competitività dell’impresa è garanzia di occupazione, di mantenimento sul territorio delle attività produttive e riduzione dei costi di produzione. Voce, quest’ultima, che porta con sé un altro beneficio indiretto: la riduzione dei prezzi al consumatore. Ma non finisce qui: incentivare lo spostamento

dei transiti commerciali su autostrada e tangenziali significherebbe ridurre parte del traffico sulle già ingolfate direttrici provinciali, a tutto beneficio degli spostamenti privati e della vivibilità. Impresa possibile? Il sasso è lanciato e la volontà di avviare un tavolo di confronto, per le aziende e per il territorio, c’è. Perché sul tema della mobilità delle merci e della logistica, e dei relativi costi addebitati al sistema produttivo locale (e di riflesso, lo ripetiamo, al consumatore finale) abbiamo scelto di investire e puntare. A cominciare dal convegno “Varese-Mondo, andata e ritorno” organizzato nel mese di luglio in collaborazione con Pwc allo Sheraton di Malpensa e indirizzato alla sensibilizzazione degli stakeholder (istituzioni regionali, provinciali e comunali, rappresentati del territorio in parlamento, enti e istituzioni coinvolti a vario titolo nella pianificazione del futuro della provincia di Varese e nelle sue relazioni con l’Europa, e non solo). Un cammino che Confartigianato non intende interrompere anche, e soprattutto, alla luce dell’importanza attribuita a Pedemontana, opera peraltro già sostenuta con finanziamenti pubblici (e, quindi, da imprese e cittadini). A proposito di Pedemontana, vale la pena ricordare gli ultimi passaggi strategici. A cominciare dalla sua operatività: ad oggi sono percorribili la


tangenziale di Varese (A60) e quella di Como, la tratta “A” (A36) da Cassano Magnago a Lomazzo, la tratta “B1” da Lomazzo a Lentate sul Seveso e lo svincolo di Lazzate. Per quanto riguarda la governance della Società, nel luglio scorso è arrivata l’indicazione del nome di Antonio Di Pietro alla presidenza del Consiglio di Amministrazione. E proprio l’ex magistrato ha scandito: «Non fare l’opera costerebbe più che non farla: l’ho detto anche al ministro Graziano Delrio». E allora un’idea c’è, così come ci sono “i giustificativi” della sua utilità. Aspettiamo una risposta. O la solleciteremo l

foto di Daniele Belosio

Antonio Di Pietro


16 L'INTERVISTA | SIAMO I PRIMI IN ITALIA

Perché sbagliare? «Ecco le linee guida a misura d'impresa» Presentate le prime indicazioni condivise per compilare la Dichiarazione di Rispondenza Una svolta per gli impiantisti elettrici L

e linee guida per la compilazione della Dichiarazione di Rispondenza riempiono un vuoto normativo: perché? Il Decreto Ministeriale 37/08 ha previsto la possibilità di compilare la cosiddetta Dichiarazione di Rispondenza (DiRi) per sanare quelle situazioni in cui non sia presente la dichiarazione di conformità, ma non ha definito le modalità di rilascio e i modelli da utilizzare lasciando così ampia libertà al professionista. Le linee guida elaborate da Confartigianato Imprese Varese forniscono le indicazioni necessarie e le procedure per affrontare l'argomento, sono semplici e leggibili da tutti. Anche da chi non è un tecnico.

sarebbe stato importante coinvolgere un ente istituzionale come la Ats Insubria, il collegio dei Periti e l'ordine degli ingegneri, che con gli impianti hanno a che fare tutti i giorni. Questa collaborazione ha dato ai contenuti un peso e una forza maggiori. Le linee guida esistevano già, una delle più conosciute è quella del Collegio dei Periti di Milano, ma l’impronta data da Confartigianato Varese nasce dalla condivisione e dalla partecipazione perché coinvolge tutti i soggetti che operano nel settore dell’impiantistica, elettrica in particolare. Inoltre le linee guida soddisfano le esigenze di chiunque: gli imprenditori, l’Ats che si occupa dei controlli, periti, ingegneri e cittadini.

Come è nata l’esigenza di riunire intorno ad un tavolo Ats Insubria Varese, Collegio dei Periti e Ordine degli Ingegneri della Provincia di Varese? Tutto è nato dal vuoto legislativo di cui dicevo prima, ma soprattutto dall’esigenza di aiutare i colleghi degli impianti elettrici nel superare qualche indecisione, ed evitare il sorgere di eventuali problemi dettati da una compilazione della DiRi secondo criteri soggettivi. Compilazione che potrebbe non essere accettata dall’ente verificatore. Inoltre, abbiamo riunito intorno al tavolo di lavoro gli attori principali del settore per condividere con loro le nostre esigenze.

Questa collaborazione ha portato ad una brochure nella quale si spiegano le linee guida. Quale è il valore aggiunto? Le linee guida sono state vagliate e approvate da un ente verificatore come l’Ats, quindi la documentazione prodotta dalle imprese è in linea con quanto richiesto da un ente istituzionale che controlla che le norme nazionali siano rispettate. Inoltre, facilitano il lavoro dell’impresa e dei professionisti perché propongono un modello-base per la compilazione che è definito e accettato da più enti. Poi la loro applicazione porta al riconoscimento, anche economico, di una professionalità e di una qualità imprenditoriali sempre più elevate. Il cittadino si mette nelle mani di un imprenditore che esegue un lavoro secondo procedure condivise, sicure e trasparenti. Le linee guida, infine, sono un riparo sicuro contro l’abusivismo.

E’ questo ad aver fatto la differenza? Senza dubbio. In Confartigianato Varese avremmo potuto realizzare le linee guida in piena autonomia, poi però abbiamo pensato a quanto

Chi è Davide Macchi Davide Macchi è nato a Busto Arsizio nel 1968 e si è laureato al Politecnico di Milano in Ingegneria Elettrotecnica. Consigliere di Confartigianato Varese, referente dell’Associazione varesina per il settore degli impianti ed eletto nel giungo 2016 Presidente di Confartigianato Lombardia per lo stesso settore, è imprenditore nell’azienda fondata dal padre Paolo Macchi nel 1964 (la Macchi Paolo & C. ad Arsago Seprio).

Il 14 settembre, a Varese, si è tenuto un seminario tecnico per spiegare a imprese e professionisti le linee guida. Nello stesso tempo è stato lanciato anche un corso per poter entrare ancora di più nel dettaglio di questo strumento. Di cosa si tratta? Sarà un corso di 4 ore particolarmente dettagliato: l’analisi della documentazione tecnica, l’esame dell’impianto (esami a vista, prove, misure e valutazioni analitiche), il rapporto delle attività svolte, il modello per il rilascio della DIRI. E poi tanti, tanti esempi applicativi e con un test finale di apprendimento. Tutto però parte dalla regola dell’arte e da un “ripasso” di cosa è la Dichiarazione di Rispondenza ai sensi del D.M. 37/08. Tutti i dettagli si trovano sul sito di Confartigianato Varese www.asarva.org Confartigianato Imprese Varese è la prima associazione di categoria in Italia a proporre un simile prodotto. Le linee guida sono valide a livello nazionale? Penso di sì. E’ chiaro che sono state condivise dagli enti della provincia di Varese ma potranno essere adottate anche da altri ordini, collegi e Ats lombarde e di tutta Italia. Inoltre le linee guida sono dinamiche, quindi i contenuti possono crescere anche in relazione alla evoluzione normativa e con l’aggiunta di ulteriori esempi. A Confartigianato Varese stiamo già lavorando per le linee guida dedicate al settore degli impianti termoidraulici: sarà una grossa novità l


Per quali impianti?

Cos’è?

Per gli impianti realizzati prima del 27.03.2008 (data di entrata in vigore del D.M. 37/08).

È un documento sostitutivo della Dichiarazione di Conformità alla regola dell’arte di un impianto tecnologico, nel caso in cui essa non sia stata prodotta o non sia più reperibile.

Che cosa attesta? Che un impianto, o una sua parte, ha i requisiti essenziali di sicurezza e funzionalità, previsti dalla regola dell’arte, all’epoca della sua realizzazione.

Dichiarazione di rispondenza

IN SINTESI Chi la rilascia? Per gli impianti con obbligo di progetto (ricadenti nel campo di applicazione dell’art. 5, comma 2 del D. M. 37/08) è rilasciata da un ingegnere o un perito industriale, che abbia esercitato la professione per almeno 5 anni nel settore impiantistico a cui si riferisce la dichiarazione, dopo aver eseguito sopralluoghi e accertamenti sull’idoneità dell’impianto e aver prodotto gli elaborati tecnici necessari per documentarlo e dimostrarne la rispondenza alla regola dell’arte; Per gli impianti senza obbligo di progetto (non ricadenti nel campo di applicazione dell’art. 5, comma 2 del D. M. 37/08) è rilasciata dal responsabile tecnico di un’impresa abilitata nel settore impiantistico a cui si riferisce la dichiarazione, che ricopra il ruolo da almeno 5 anni, dopo aver eseguito sopralluoghi e accertamenti sull’idoneità dell’impianto e aver prodotto gli elaborati tecnici necessari per documentarlo e dimostrarne la rispondenza alla regola dell’arte.

Quali responsabilità? Il soggetto che rilascia la D.d.R. si assume piena responsabilità, civile e penale, di tutto l’impianto oggetto della dichiarazione, sia per l’aspetto documentale che installativo.

E per gli impianti realizzati dopo il 27.03.2008? Il legislatore per tali impianti non ha previsto altra possibilità che il rilascio della Dichiarazione di Conformità alla regola dell’arte ai sensi del D.M. 37/08. Se tale dichiarazione non fosse presente, per qualsiasi motivazione, è ragionevole pensare all’utilizzo di uno strumento analogo alla Dichiarazione di rispondenza, rilasciata ai sensi della legge 186/68, per sanare la situazione ai fini della corretta gestione degli impianti e per dimostrare la regola dell’arte per l’assolvimento di altri obblighi di legge.


18 FOCUS | IMPRESE E OCCUPAZIONE

Artigiano e sognatore Nau! guarda al mondo con gli occhiali che danno lavoro Fabrizio Brogi, numero uno dell’azienda di Castiglione Olona, festeggia il terzo store in India, e prepara lo sbarco a Miami Il bilancio di un anno di successi e assunzioni: cento solo nel 2015

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ettiamola così: siamo arrivati al terzo e non ci siamo fermati al primo»: Fabrizio Brogi potrebbe far rullare i tamburi perché la notizia – la recentissima inaugurazione del terzo store in India del brand varesino di occhiali Nau! – è di quelle che fanno rumore. Ma il presidente della società fondata nel 2004 con sede a Castiglione Olona, è uomo di fatti più che di parole. E al terzo sbarco in India (sempre a New Delhi, questa volta all’interno di Dlf Mall, il centro commerciale più grande dell’India con oltre 330 punti vendita) guarda al contempo come punto d’arrivo e di partenza: «Stiamo andando avanti ma non siamo ancora arrivati».

Le direttrici dell’internazionalizzazione di Nau! puntano infatti su un aumento della presenza in Spagna (dove Nau! ha uno store al Centro Comercial L’Anec Blau di Barcellona), ma guardano anche all’Est Europa e al Nord America: «A novembre apriremo un piccolo corner a Miami. No, non un grande negozio. Siamo abituati ad assaggiare l’acqua prima di tuffarci e così sarà». Certo è che di strada ne hanno fatta, Brogi e la sua squadra: Nau! veleggia tra le onde della crescita. Lo dicono le cifre: l’esercizio 2015 si è chiuso con un fatturato di 24 milioni di euro (+26%) e, sempre nel 2015, sono stati avviati 19 nuovi punti vendita, con conseguente creazione di cento posti di lavoro.

La formula del successo mixa un’artigianalità quotidiana considerata valore imprescindibile, collezioni esclusive e accessibili, continui investimenti in innovazione (5% del fatturato destinato alla formazione) e ricerca di processi di gestione innovativi. Oggi la rete distributiva di Nau! - che ha fatto dell’occhiale di qualità e tendenza, colorato, “eco-friendly” e venduto a prezzi accessibili i suoi tratti distintivi - è composta da oltre100 store monomarca, tra negozi diretti e in franchising, in Italia e all’estero (Spagna e India). E conta su un totale di 495 dipendenti (di cui oltre 330 diretti e 120 legati alla società come dipendenti delle società in franchising). «Nel solo mese di settembre abbiamo assunto 41 persone, perlopiù tra i venti e i trent’anni - rivela Brogi – Oggi quando entro in aula, mi rendo conto di essere dannatamente più vecchio di chi ho di fronte (ma vecchio, Brogi, a 54 anni proprio non è, ndr). Le professionalità che ricerchiamo vanno dagli ottici diplomati ai commerciali, ai professionisti della vendita, agli operatori della struttura di sede, che è stata rafforzata di pari passo alla crescita dell’azienda». Brogi, senese d’origine, appassionato di basket e rappresentante della Camera di Commercio nel Consiglio d’amministrazione di Certottica (l’istituto Italiano di certificazione dei prodotti ottici, leader nel rilascio di attestati di conformità per la certificazione Ce), nel 2014 era stato

protagonista di uno dei viaggi della nostra Impresa delle Meraviglie. E oggi come allora ricorda che le fondamenta sulle quali poggia l’espansione di Nau! sono sempre le stesse: gusto, moda e design italiani uniti a passione, creatività e collezioni sempre nuove. «In Italia come all’estero contano innanzitutto esclusività e qualità: non sempre la massificazione paga. Aggiungo poi il fattore moda e la capacità di proporre un prodotto che sappia far sorridere e si possa indossare con gioia. Infine, se il prezzo non è una barriera, è anche meglio». Qualità, passione e creatività: i tratti dell’artigianalità. «Creiamo ogni quindici giorni qualcosa di nuovo, dietro al nostro lavoro c’è uno sforzo da artigiani e da sognatori che ci ripaga». Brogi d’altro canto artigiano si sente sempre e comunque: «Ogni singolo pezzo che esce conta. Conta ogni pezzo, come conta ogni cliente. E spesso il cliente è molto più avanti degli addetti ai lavori». Un principio che vale innanzitutto in Italia, «il primo mercato sul quale abbiamo puntato e dove il processo di irrobustimento è ancora in corso». E che ha dimostrato di valere anche all’estero. India compresa: «La cultura è diversa e richiede un po’ di sforzo, ma abbiamo trovato un buon partner e tanti stimoli: l’India ama il made in Italy, ne ho trovato tanto, e ama anche l’innovazione. Perché è sì un Paese pieno di arretratezze ed estremamente povero, ma ha anche punte


«Il nostro segreto? Lavoriamo per dare valore a ogni singolo pezzo prodotto Dal 2004 a oggi la passione è sempre la stessa»

di eccellenza, come una metropolitana che, da New Delhi, ti consente di spostarti di quaranta chilometri in trenta minuti, vale a dire più rapidamente di quanto impieghiamo noi a raggiungere Milano da Varese. E conta 150 milioni di milionari pari a quasi tre volte l’intera popolazione italiana». L’artigianalità di Castiglione Olona, insomma, è una formula anche da export: «Dal punto di vista dell’accettazione del concetto che proponiamo, devo dire che tutto il mondo è decisamente pronto, e lo vedo dai risultati delle vendite online. E noi andiamo avanti, anche se siamo ancora nella fase in cui stiamo imparando ad andare all’estero…». 2004-2016: il mondo è cambiato, e Fabrizio Brogi? «Ho i capelli più bianchi sì, ma quello che in me non è mai cambiato è il divertimento e il piacere di fare quello che faccio con la mia squadra. Non è cambiata, e non cambierà, la voglia di sognare» l

NAU S.p.A. Via S. e P. Mazzucchelli, 7 Castiglione Olona (Va) Tel. +39 0331 861233 sito internet: www.nau.it


Chi è Maria Chiara Gadda

20 FOCUS | NORME CHE DANNO SPUNTI E BENEFICI

Quando eccedere non è sprecare Come in azienda Parla Maria Chiara Gadda, deputato Pd e ingegnere «Così è nata la mia legge contro lo spreco alimentare»

norevole Gadda, come è nata la legge contro lo spreco alimentare di cui lei è prima proponente? L’idea è nata due anni fa, e in questi mesi ho girato l’Italia, per provare a capire un fenomeno assai articolato. La donazione per solidarietà sociale è infatti una realtà da diversi anni, grazie alla Legge 155/2003, conosciuta come “Legge del Buon Samaritano”. Parliamo di prodotti buoni, non scarti ma perfettamente consumabili, che possono essere destinati ai cittadini che purtroppo vivono una condizione di povertà. La nuova legge 166/2016, entrata in vigore a settembre, si pone l’obiettivo di fare un passo in avanti soprattutto rispetto ai prodotti che è più complesso donare e gestire, come il pane, i prodotti freschissimi, il cibo cotto. Quali sono le novità? L’approccio scelto è quello della incentivazione: pensare di punire chi non dona è un modo semplicistico ed inefficace di risolvere il problema. Entrano per la prima volta nel nostro ordinamento le definizioni di “spreco” ed “eccedenza”. I diciotto articoli di cui si compone puntano a definire un quadro normativo più semplice all’interno del quale inserire le norme già esistenti in tema di agevolazioni fiscali (L. 460/97, L. 133/99), responsabilità civile (L. 155/03) e procedure per la sicurezza igienico-sanitaria (L. 147/13). Si incentiva la donazione togliendo burocrazia ridondante, come era la dichiarazione preventiva, e chiarendo alcuni aspetti che hanno creato confusione e difformità di trattamento sul territorio nazionale. La Legge 166/2016 riprende

la differenza esistente tra la “data di scadenza” e il “termine minimo di conservazione”, e chiarisce che i prodotti con il tmc superato possono essere consumati e quindi anche donati. Si prevede la possibilità di donare i beni confiscati, la promozione dell’uso della family bag, l’opportunità per i volontari di raccogliere in campo i prodotti agricoli che per diverse ragioni rimangono a terra. Possono donare soggetti privati e pubblici, ad associazioni - anche non identificate come Onlus – purchè siano costituite per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità solidaristiche. L’importante è che tutto avvenga garantendo la tracciabilità e la salubrità del prodotto. Non solo cibo però. Anche i farmaci... La legge è immediatamente applicabile, servirà un decreto da parte del Ministero della Salute per l’articolo 15 che riguarda la donazione dei farmaci e le misure volte a garantirne la conservazione e la tracciabilità. Abbiamo delineato i requisiti e i principi fondamentali legati a questo tipo di cessione: si escludono alcune tipologie, si potranno donare esclusivamente confezioni integre e nel loro periodo di validità, alle Onlus sarà consentita la distribuzione gratuita di medicinali non utilizzati direttamente ai soggetti indigenti dietro presentazione di prescrizione medica - ove necessaria - e a condizione che le Onlus stesse dispongano di personale sanitario. In che modo questa legge sensibilizzerà l'opinione pubblica sugli sprechi? In parte lo sta già facendo, perché se ne parla. Per anni questo tema è erroneamente rimasto ai margini del dibattito pubblico. t

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Maria Chiara Gadda nasce 36 anni fa a Tradate e da sempre risiede in provincia di Varese. Laureata in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano, entra in contatto con realtà imprenditoriali italiane e società multinazionali del settore metalmeccanico, acquisendo esperienze che spaziano dal controllo della qualità, alla gestione dei processi produttivi, fino a specializzazione in saldatura. Parallelamente alla sua attività lavorativa Maria Chiara Gadda si impegna in politica. Nel 2009 è stata eletta nel Consiglio Comunale di Fagnano Olona, elle elezioni politiche del 2013 viene eletta deputata della XVII legislatura della Repubblica Italiana nella circoscrizione Lombardia 2, per il Partito Democratico. Oggi è componente nella Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, fa parte del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen ed è segretaria della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, di identificazione ed espulsione dei migranti e sulle risorse pubbliche impegnate. Il sito: www.mariachiaragadda.it


Noto una crescente attenzione, e si stanno attivando percorsi innovativi e virtuosi in tutte le Regioni italiane. Tra qualche mese faremo un punto, per capire su quali altri temi lavorare. Nel frattempo, con la collaborazione di associazioni, imprese, enti locali ed istituzioni territoriali, è importante spiegare correttamente i contenuti della legge affinchè possa essere messa in pratica al meglio evitando gli errori del passato. Che ruolo ha avuto questo territorio in questa iniziativa parlamentare? La Lombardia è un laboratorio stimolante da questo punto di vista. La mia osservazione è partita da Varese, per poi allargarsi all’intero territorio nazionale. E la sua storia personale invece? Sono un ingegnere gestionale, sono sempre stata interessata a capire come funzionano le cose. L’eccedenza non è di per sé un elemento negativo, si genera nella filiera agroalimentare per diversi motivi, che non sono sempre eliminabili. Questa legge parte da un semplice questito: cosa si spreca, dove, quando e perché. L’eccedenza non diventa spreco quando esiste

una filiera efficace ed efficiente del recupero. Penso poi che il compito di chi fa politica sia quello di osservare, di capire come si muove la società, e di provare a dare alcune risposte. Questa legge è di fatto una misura di contrasto alla povertà, il dono è un modo moderno di concepire il welfare, la responsabilità sociale di impresa e la sussidiarietà.

fa rifiuti non è una competenza del legislatore nazionale, ma abbiamo ritenuto importante suggerire all’ente locale la possibilità di applicare alle utenze non domestiche un coefficiente di riduzione della tariffa proporzionale alla quantità, debitamente certificata, dei prodotti ritirati dalla vendita e oggetto di donazione. Spero che si apra un ragionamento su questi aspetti.

Ritiene che l'Italia sia una nazione sprecona? Meno di altri Paesi, ma ancora troppo. L’eccedenza è pari a circa 5,6 milioni di tonnellate, e di queste ne vengono recuperate circa 500.000. La legge considera lo spreco che avviene nell’intera filiera agroalimentare, dall’agricoltura fino alla produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione degli alimenti. Anche lo spreco domestico pesa in modo significativo, e da questo punto di vista è importante impegnarsi sul tema della prevenzione e dell’educazione.

Nella sua attività parlamentare si è occupata di Economia circolare, Sistri, lavoratori frontalieri, misure anti-dumping. Tutti argomenti molto legati alle attività produttive e ai lavoratori. Come parlamentare e membro della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, quali priorità assegna alla provincia di Varese e alle sue aziende? Il rapporto con il territorio è fondamentale, l’attività parlamentare non può prescindere dalle sollecitazioni che provengono dalle imprese e da tutti quei corpi intermedi che vivono quotidianamente la complessità del mercato e della società. Sono fortunata a vivere in una Provincia come quella di Varese, una realtà dove ho sempre trovato concretezza, disponibilità e spirito costruttivo l

L'articolo 17, il penultimo della legge, offre uno spunto interessante per le imprese e le attività commerciali. Può illustrarcelo? Donare per solidarietà sociale quanto è in eccedenza, è un bene per tutti: per la collettività e anche per l’ambiente. La definizione della tarif-

Gli sprechi alimentari costano all'Italia

12,5 mld 54% al consumo

21% ristorazione

15% distribuzione

commerciale

8% agricoltura

2% trasformazione

L’eccedenza è pari a circa 5,6 milioni di tonnellate, e di queste ne vengono recuperate circa 500mila

fonte Coldiretti 2016

Lo spreco alimentare annuo in Italia


22 INNOVAZIONE | IL LABORATORIO DEI FATTI

Quando la stampa 3D dà l'assist agli affari Ecco come il maxi impianto diventa mini e smart Impossibile mostrare ai clienti edifici enormi o strutture costosissime da trasportare? No, modelli plastici e miniature sono la nuova soluzione a portata di portafoglio

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e si producono e commerciano biglie o francobolli è piuttosto semplice trasportarli, esporli e mostrarli ai futuri clienti che magari vogliano toccare con mano e vedere concretamente di cosa si parla. Ma per chi realizza impianti industriali grandi come case o complessi come rompicapi? Il problema è come mostrare la propria tecnologia in modo che sia immediatamente comprensibile.

Modello realizzato per Condoroil

Al di là delle complicazioni logistiche (dal trasporto al montaggio/smontaggio di un impianto), bisogna tenere in considerazione anche i costi di affitto dello spazio adeguato per allestire un’esposizione durante fiere ed eventi di settore. Modelli, plastici e miniature possono risolvere alcuni di questi problemi, ma a costi e tempi che fino ad ora risultavano proibitivi o insoddisfacenti.

Chi produce impianti può portare la miniatura dei propri impianti alle fiere, direttamente presso i clienti in modo da poter spiegarne il funzionamento, definire le modifiche, il tutto direttamente su un modello 3D facilmente comprensibile e di maggior effetto rispetto ai disegni 3D e 2D. I modelli 3D diventano quindi la nuova forma di comunicazione industriale. Rapida, d'effetto e di facile comprensione anche dai non addetti ai lavori. L’impatto e il successo verso i clienti è garantito dalla possibilità di aggiungere colori (16 milioni di tonalità), rispettare le dimensioni e addirittura inserire nel contesto dei modelli umani. Di seguito riportiamo alcune foto degli impianti a gesso realizzati da FaberLab per la Condoroil Stainless e per la Comerio Ercole – pioniere nell’utilizzo della stampa 3D a gesso per questa finalità – che ringraziamo per averci scelto, stimolato e ispirato nella realizzazione differenti progetti. Prime, ci auguriamo, di una lunga serie di aziende che decideranno di lavorare con noi l

La tecnologia 3D a polvere di gesso permette agli acquirenti di visionare come sarà il prodotto finito a costi ridotti e con tempi che migliorano la produttività


Stereolitografia laser: nuove opportunità al FaberLab

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l nome, come spesso accade, non è semplice ma i risultati sono fantastici. Lo StereoLithography Apparatus, stereolitografia SLA, è arrivato da pochi giorni al Faberlab per aumentare le opportunità offerte alle imprese (ma non solo) dalla nostra officina digitale. Si tratta di una stampante 3D a stereolitografia laser, la Form 2 di Formlabs, premiata come migliore Stampante 3D Top World nel 2015. L’elevata risoluzione rende la Form 2 adatta a creare modelli in 3D per i quali è necessario un elevato grado di dettaglio. Come funziona? La stereolitografia usa una tecnologia che si basa sulla fotopolimerizzazione di una resina liquida contenuta in una vasca, sensibile alla radiazione ultravioletta emessa da un sofisticato raggio laser in grado di tracciare forme ultra precise: l’interazione dei due elementi porta alla solidificazione del fotopolimero. La stereolitografia SLA è la più vecchia tecnica di prototipazione rapida, ma è tutt’oggi molto utilizzata in quanto permette di ottenere particolari con un ottimo dettaglio superficiale. Quali sono le caratteristiche dei prodotti realizzabili? La tecnologia SLA offre una risoluzione molto elevata e, quindi, i prototipi ottenuti sono lisci, accurati fin nei minimi dettagli e con ottime finiture superficiali (ma con proprietà meccaniche inferiori su alcuni materiali) e le tipologie dei materiali adottati per la stampa sono diverse. Queste caratteristiche rendono la SLA più che adatta per applicazioni che richiedono un dettaglio elevato su oggetti di piccole dimensioni che necessitano un’altissima precisione.

Caratteristiche della stampante

» Tecnologia di stampa Sla Stereolitografia » Volume di stampa 145 x 145 x 175 mm » Materiale di stampa modello Resina SLA » Risoluzione spessore minimo layer 25 micron – diametro laser 140 micron » Sistemi operativi supportati Windows 7 e succ., Mac OSX 10.6.8 e succ. » Formati file supportati .stl, .obj

A cosa serve La principale applicazione della stereolitografia è la prototipazione rapida, che permette di avere oggetti fisici da testare prima della produzione industriale, oppure preparare modelli per realizzare stampi di colata o pressofusione. Ideale per creare modelli per test di accoppiamenti o verifiche dimensionali, studi di ergonomia, consente anche di realizzare pezzi aventi una trasparenza quasi perfetta. Con questa tecnologia è inoltre possibile ottenere rapidamente prototipi o produrre pezzi subito pronti per la microfusione grazie alla possibilità di stampare con resina calcinabile che non lascia residui. I prototipi in stereolitografia sono facilmente verniciabili sia lucidi che opachi. I settori Inoltre, l’impiego di una stampante 3D SLA è indicato per stampare modelli di gioielleria, bigiotteria, oreficeria e modelli dentali l


24 ARTIGIANI NEL MONDO | STORIE DI SUCCESSO

Come un’impresa meccanica affronta l’export I segreti? Tenacia, determinazione e serietà Così si conquistano Germania, Svizzera e Austria

Fabio Tronconi: «Con i tedeschi, ci abbiamo messo faccia e credibilità» N

on è indolore e non è semplice, ma Fabio Tronconi della Codato Srl ha le idee chiare: «Andare all’estero è una scelta, quasi una sfida ed è meglio attrezzarsi. Fiere e missioni sono fondamentali ma non bastano, soprattutto per un’azienda come la nostra che lavora nel settore della meccanica dal 1954, contoterzista, senza un prodotto suo e con lavorazioni trasversali su tutti i settori». E’ per questo che il 6 ottobre, la Codato era al seminario “La mia impresa è pronta per esportare? organizzato da Confartigianato Varese nella sua sede di Saronno. Partiamo dall’inizio: tra il dire e il fare ci stanno tanti, tanti preventivi. E non tutti andati a buon fine anzi, la maggior parte sono rimasti lì dove sono arrivati: negli uffici commerciali in Germania e Svizzera. Ma non abbiamo mai mollato. Quanto contano le fiere nell’export? Negli anni siamo andati a Basilea (dove ci siamo portati a casa qualche risultato) e a Stoccarda (dove, invece, ci sono state solo spese). La fiera può essere un’occasione, vero, ma la devi preparare prima (macchine, mechandising, brochure, collaboratori dedicati) e la devi mantenere dopo perché devi essere tenace e determinato per trasformare i contatti in contratti. Andare all’estero è una necessità? Da parte nostra abbiamo cominciato ad esplorare nuovi mercati per superare i problemi del

mercato interno. Più che altro per trovare una soluzione ai tempi di pagamento troppo lunghi dei clienti e per cercare di aumentare i nostri margini. All’estero pagano più in fretta? In Italia si va dai 90 ai 120 giorni, mentre tedeschi e svizzeri pagano dai 15 giorni (con sconto del 3%) ai 30 giorni. Gli svizzeri, quando la Codato muoveva i primi passi, ci hanno provato: «In Italia siete abituati ai pagamenti lunghi…». Poi cosa è successo? Nel 2009/2010 qualche problema con i clienti lo abbiamo avuto. Nel 2011 la decisione di partire per una missione a Stoccarda, in un centro di ricerca e per incontri B2B dove abbiamo trovato il nostro primo cliente tedesco. Quello che, oggi, è il nostro maggiore cliente. Come è andata? I tedeschi ti mettono subito alla prova, ti testano, ti valutano e poi decidono. Il primo ordine è stato di mille pezzi: dopo qualche campionatura siamo partiti. Per il secondo ordine siamo andati direttamente dal cliente, nel Baden-Wuerttemberg, dove non hanno dubbi: «Per quanto riguarda la meccanica – dicono i loro tecnici – l’interlocutore di riferimento è la Lombardia del Nord». Una soddisfazione, non crede? Una soddisfazione che non può bastare. Lavorare con l’estero, soprattutto con i Paesi di lingua tedesca, significa allinearsi ai loro standard e

diversificare i materiali, i prodotti, i servizi. Alla Codato, per esempio, produciamo su disegno del cliente, lavoriamo acciaio inox, alluminio, ottone, acciai da costruzione, plastica come il Delrin e il Peek. Su richiesta assembliamo anche i singoli componenti. Ad oggi abbiamo 50 clienti: la maggior parte in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. Nove quelli in Europa: cinque in Germania, tre in Svizzera e uno in Austria. Come ci si allinea agli standard tedeschi? Innanzitutto è indispensabile la certificazione di qualità: questo bollino è ormai richiesto anche in Italia e non se ne può più fare a meno. La Codato ha la Iso 9001:2008. Poi bisogna lavorare con criterio secondo la regola d’arte, essere sempre chiari, trasparenti e seri. E come dicevo prima, adeguarsi: noi scriviamo le mail in inglese, loro rispondono solo e sempre in tedesco. E pretendono che tu ci metta la faccia. In che senso? Vogliono vedere fisicamente con chi hanno a che fare. E vogliono che dietro di te ci sia una


struttura che funziona perché odiano la superficialità. La Codato ha ricevuto i complimenti dai suoi clienti all’estero anche per questo: un’officina di 1.100 metri quadrati, 16 torni e 3 centri a controllo numerico, 14 dipendenti. E un fatturato estero in salita? Nel 2012 siamo partiti con un 2%, oggi siamo arrivati al 7% di fatturato estero e entro la fine del 2017 vogliamo salire al 10% l

Codato S.r.l. Via Gian Lorenzo Bernini 5 Cassano Magnago (Va) Tel. 0331/820.710 - Fax. 0331/820.485 mail: info@codatosrl.com sito: www.codatosrl.com

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26 AZIENDA E TERRITORIO | GUSTO ARTIGIANO

Un viaggio nelle pasticcerie della provincia di Varese Idee nuove, qualità e materie prime ricercate sono le ricette che conquistano Scopriamole con i protagonisti

Dolci peccati di…gola e di lavoro I

l viaggio in alcune pasticcerie del territorio ci restituisce l’immagine di un mondo fatto di tradizione, innovazione e cura per la qualità degli ingredienti. Ma ci si imbatte anche in alcune curiosità: dal forno che ha 100 anni, alla torta sfornata per il compleanno di Berlusconi fino alle lavorazioni “slow” con le loro 24 ore e più di tempo d’attesa che lasciano i clienti a bocca asciutta. Minimo comun denominatore? L’idea che la qualità delle materie prime, la genuinità e la serietà siano ingredienti importanti tanto quanto farina e zucchero per soddisfare i palati dei clienti. Insomma se davvero il dolce è un peccato di gola, che almeno si pecchi con gusto e mettendosi nelle mani giuste. «Qui si cucina in un forno di mattoni refrattari che ha cento anni» Così racconta Daniele Bascialla 37 anni che da 4 anni ha rilevato la storica pasticceria Forese di via Santo Stefano a Tradate che conserva la vecchia insegna, ma che è stata ribattezzata “I Capricci”. Sono questi, infatti, i dolci più esclusivi che si possono acquistare solo qui: I Capricci sono un prodotto a marchio depositato, con brevetto datato nientemeno che agosto 1946. «L’attività di pasticceria fu avviata già negli anni ’30 – racconta Bascialla – e poi spostata nella attuale via Santo

Stefano, vicino alla Chiesa nel 1946 dove allora fu riallestito il forno che ancora utilizziamo. Con il passare degli anni è stato adattato alle diverse esigenze e oggi funziona a gas. È l’ideale per cuocere i Capricci e tutti i dolci lievitati». Cosa chiede il cliente oggi? «Sicuramente un prodotto di qualità e curato fin dalla scelta delle materie prime, un prodotto che non si trova nella grande distribuzione»: così dice Bascialla, che manda avanti l’attività con a fianco la moglie, Giulia, e con un team che ha mediamente meno di 25 anni. Sono tutti giovanissimi anche a dolce Mente in piazza Biroldi a Varese. «Ho 27 anni e sono il più anziano. Nella mia squadra l’età media è di 24 anni». Lo dice il titolare, Davide Steffenini che ha già alle sue spalle un curriculum di tutto rispetto. Si respira tutta l’energia di chi è giovane, crede in quello che fa e accetta le sfide. «Ho cominciato questa attività 4 anni fa – racconta Steffenini – con l’idea di recuperare la tradizione, ma renderla attuale grazie al continuo studio e aggiornamento. La mia filosofia è di mettermi sempre in discussione». Quello che ne è uscito è una formula originale nei gusti e nella sostanza. Le dichiarazioni sono chiare: «Dalla mia porta non entreranno mai margarina, aromi artificiali, pasta di zucchero e semi lavorati». «Con l’ec-

cezione delle torte per i più piccoli – dice - respingo un ordine piuttosto che realizzare dolci coperti di pasta di zucchero. Grazie a questa mia ostinazione ho realizzato un dolce che ha conquistato persino Berlusconi. Così l’anno scorso ha ordinato da noi la torta di compleanno». E poi ancora parole d’ordine sono: materie prime di qualità controllando anche che la filiera di produzione rispetti standard etici. Ci spostiamo nel tempio degli amaretti, un vero must di Gallarate. È Massimo Gnocchi, ora alla guida della pasticceria di famiglia che li produce dal 1959 e li ha esportati a Londra e New York, a svelarci un piccolo segreto. «Non è possibile realizzare grandi quantitativi di questo prodotto perché se non si mangiano entro un certo tempo, poi non sono più morbidi». Quindi, nei periodi di grandi ricorrenze e feste, può capitare che le scorte del prelibato dolce finiscano e la delusione può essere molta quando si scopre che per rifare tutto da capo devono passare 24 ore. «Noi – dice Gnocchi, parlando dal negozio con annesso laboratorio in via Varese a Gallarate – amiamo fare le cose come una volta, secondo la tradizione e garantendo genuinità e serietà». Aspetti sempre più apprezzati da chi concede il piacere di un dolce. «Le persone fanno fatica a capire


di Paola Provenzano Giornalista @Paolaprove

Pastry Bike: la pasticceria con le ruote

che qui non siamo in un supermercato: se non si prenota, non sempre si trova ciò che si desidera. Ma questo è anche garanzia di freschezza dei prodotti». Per le materie prima l’attenzione è rivolta dove possibile ai prodotti locali come latte, mascarpone e ricotta o come i frutti di bosco che arrivano dalla Valcuvia. «Dipende dalle produzioni che facciamo – dice Gnocchi -, per noi l’importante è che sia garantita la qualità» l

» I Capricci Tradate » DolceMente Varese » Pasticceria F.lli Gnocchi Gallarate » Pastry Bike Cislago

Le pasticcerie

Con la “pastry bike” la pasticceria sale su tre ruote e diventa itinerante: l’idea è di Barbara Esposti Apiccino e Laura Berardi socie e fondatrici di “Farina e Passione”. L’attività è nata a Cislago nel 2015 come quarta attività in tutta Italia “figlia” di un regolamento Europeo che ha dato la luce alle imprese di produzione domestica. In poche parole c’è il semaforo verde per chi vuole adibire la cucina di casa a luogo di produzioni di alimenti destinati alla commercializzazione, a patto ovviamente che si rispettino regole e paletti. «Noi – racconta Barbara Esposti Apiccino – ci abbiamo creduto e abbiamo messo in gioco le nostre competenze, maturate lavorando nel settore della ristorazione per tanti anni». A lei fa eco Laura Berardi che confessa: «ho imparato a fare impasti da mia nonna ancor prima di imparare a leggere». Uova, burro, farina e zucchero, più qualche ingrediente di stagione come frutta fresca e marmellate o un pizzico di miele. Siamo nel regno delle torte fatte in casa, dei biscotti preparati per la colazione, di morbide focacce. «Ci sono molte mamme che vorrebbero cibi più naturali e genuini per i loro bambini – racconta Barbara -, ma purtroppo il tempo per fare tutto in casa non c’è. Ecco allora che ci pensiamo noi». La rete di commercializzazione si basa sulla consegna a domicilio: essendo i prodotti senza conservanti, si possono programmare acquisti per al massimo una settimana. «Chi prova i nostri prodotti non rimane mai deluso: i sapori sono veri, autentici proprio come quelli che gustiamo nella cucina di casa nostra. Lavoriamo anche per ricorrenze e feste di compleanno». Per farsi conoscere meglio, “Farina e Passione” dall’anno scorso ha cominciato a frequentare appuntamenti legati al cibo di strada, acquisendo una licenza per il commercio itinerante e diventando così la prima micro impresa domestica di street food. A inizio 2016 è arrivata l’idea della “pastry bike”, un mezzo che ricorda i carretti dei gelati di una volta: un mezzo a pedali su cui è montato tutto il necessario per portare in giro un bar pasticceria dove, con il dolce, è possibile ordinare anche un caffè fatto al momento con la moka o gustare un cocktail. Con questo mezzo Barbara e Laura hanno girato durante l’estate tra i parchi, dove si possono incontrare famiglie con bambini. «Avevamo anche le granite – raccontano – fatte con il trita ghiaccio della nonna. Al posto degli sciroppi usiamo solo ingredienti naturali: per qualche bambino ciò ha significato scoprire il vero sapore della menta».


28 LAVORO | CAMBIAMO PROSPETTIVA

«Noi due in poltrona E non stiamo stretti» Davide ed Emanuela hanno due imprese ma condividono spazi e attrezzature La formula utilizzata si chiama "affitto di poltrona" Confartigianato è stata la prima a crederci

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pazi aziendali inutilizzati? Costi di gestione elevati? Difficoltà nel ritagliarsi nuove fette di mercato? Il coworking, la condivisione di uno spazio tra più professionisti, consente di risolvere buona parte di questi problemi. Lo raccontano Davide Fogliano ed Emanula Costa, acconciatori con una lunga esperienza alle spalle, che hanno scelto questa formula per dare nuovo impulso alle loro carriere. «Acconciature Davide, la mia attività a Castelseprio, ha aperto nel dicembre 2012, in piena crisi economica – racconta Davide a Confartigianato Varese – e inserirsi nel mercato non è stato facile». Oltre al fisco infatti, imprese come quella di Davide sentono come un macigno il peso della concorrenza asiatica che negli anni si è fatta sempre più aggressiva. «Il mio obiettivo è sempre stato quello di offrire un buon servizio con prodotti di qualità, mantenendo prezzi bassi». Una strategia difficile da seguire, considerando i prezzi dei negozi cinesi e la tassazione a cui sono sottoposte queste attività, ma che il parrucchiere di Castelseprio persegue con tenacia e ostinazione. Una scelta che alla lunga si rivela vincente. L’attività cresce e così le aspettative del suo titolare che ogni anno si spende in favore della comunità locale con attività benefiche e donazioni in favore della scuola materna del paese.

«A fine 2014 volevo aprire anche il reparto donna, ma assumere una dipendente equivaleva a suicidarsi. Proprio in quel periodo avevo letto un articolo sul sito della Confartigianato Varese che parlava dell’Affitto di Poltrona, una formula di coworking dedicata alla nostra categoria. Mi sono informato e poco dopo il destino ha voluto che suonasse alla mia porta Emanuela». «Dopo tanti anni da dipendente, volevo rimettermi in gioco – racconta Emanuela Costa – e Davide mi ha proposto di condividere il suo negozio, mantenendo distinte le due attività». In sostanza Acconciature Davide ha la struttura, mentre Studio donna, l’attività avviata da Ema-


Cos'è e come funziona l'Affitto di Poltrona nuela, affitta la poltrona e condivide alcune attrezzature e spazi con Davide (ingresso, lavaggio, servizi, phon, etc.). Emanuela è così indipendente per quel che riguarda gli appuntamenti e la gestione della clientela, mentre è soggetta ai regolamenti di Acconciatura Davide per quel che ri-

guarda gli orari di lavoro e tutti i regolamenti vigenti in materia di sicurezza, Asl, etc. «Per il cliente l’unica differenza rispetto a un negozio tradizionale sono i prezzi concorrenziali e due ricevute differenti a seconda che il lavoro venga svolto dall’uno o dall’altra» concludono i due, capaci di offrire soluzioni intelligenti come l’apertura serale, una volta a settimana e prezzi scontati per ragazzi e ragazze fino ai 14 anni d’età. Quali sono dunque i vantaggi del coworking? «Le aziende spesso ci raccontano di costi aziendali che aumentano, di macchinari e spazi non utilizzati, di un mercato che fa fatica a trovare spiragli – racconta Italo Campea, di Confartigianato Varese – Queste difficoltà vengono vissute all’interno dell’impresa con un carico di responsabilità e di ansie. Dall’altra parte vediamo neo-imprenditori, come Emanuela, che pensano di aprire la loro impresa ma fanno fatica a trovare gli spazi giusti, spesso gli affitti sono molto alti, le spese in generale per iniziare elevate e le banche poco propense a finanziare il loro business plan. Il coworking offre una risposta valida a tutte queste problematiche. Condividere spazi, macchinari/attrezzature ma anche progettualità e sviluppo. Questa è la proposta che facciamo da tempo anche alle imprese che già operano sul mercato. Mettetevi in rete e affidatevi a Confartigianato per farlo. Saremo in grado di trovare la soluzione ideale e più conveniente per la vostra azienda» l

GUARDA IL VIDEO DI DAVIDE ED EMANUELA SUL CANALE YOUTUBE DI CONFARTIGIANATO, O VAI SU WWW.ASARVA.ORG

Con la denominazione "affitto di poltrona” si fa riferimento ad uno specifico contratto in base al quale un titolare di salone di acconciatura o di centro estetico concede in uso una parte dell’immobile nel quale viene esercitata la propria attività imprenditoriale, dietro pagamento di un corrispettivo. Nel contratto devono naturalmente essere disciplinati una serie di aspetti: gestione delle attrezzature, aspetti igienico sanitari e di sicurezza, aspetti urbanistici, rapporto con i dipendenti, gestione dei clienti, ecc.

È possibile affittare la poltrona? Affittare una parte del salone ad un collega è possibile. Trattandosi di una pratica ancora poco conosciuta, la stragrande maggioranza dei Comuni e delle Regioni italiane è in fase di acquisizione di informazioni anche se, qualche Amministrazione, ha già predisposto una regolamentazione sulla materia. Quindi anche se non è ancora del tutto normato, l’affitto di poltrona sicuramente non è vietato.

Il percorso di Confartigianato Varese Abbiamo avviato un percorso per analizzare nuovi modelli di gestione aziendale per ottimizzare i costi di organizzazione aziendale per i titolari dei saloni di acconciatura e dei centri estetici, consentire ai numerosi soggetti in possesso di adeguati requisiti professionali, ma privi delle necessarie disponibilità di risorse per organizzare un’impresa, di avviare in modo regolare un’attività imprenditoriale. Per quanto riguarda gli aspetti igienico-sanitari, già da tempo, l’ATS Insubria ha emanato, su nostra specifica richiesta, delle linee guida che consentono di evitare duplicazioni di costi (ad esempio non è necessario avere due ingressi e due servizi igienici separati).


30 METTERSI IN PROPRIO | IMPRENDITORI SI DIVENTA

Confartigianato Imprese Varese è partner del progetto sostenuto da Fondazione Cariplo e Welfare in azione Una scommessa sull'autoimprenditorialità

un progetto di

Giovani (e non solo) di valore Con le idee e i bandi giusti F

acilitare l’incontro tra i giovani della provincia di Varese e il mondo del lavoro: è questo l’obiettivo di “Giovani di Valore”, il progetto al quale partecipano 17 partner – compresi Confartigianato Imprese Varese (con la sua Fondazione San Giuseppe) e Faberlab – e 46 Comuni del nostro territorio. Sostenuto da Fondazione Cariplo nell’ambito del programma Welfare in azione, il progetto ha un primo obiettivo: quello di rilanciare e sostenere l’occupabilità giovanile attraverso l’incrocio reale tra domanda e offerta basata sul riconoscimento e sulla valorizzazione delle competenze delle nuove generazioni. Ma anche accompagnare i giovani verso percorsi di autoimprenditorialità che, oggi, rappresentano una porta di ingresso privilegiata nel mondo del lavoro. Diversamente da quanto avviene ora, si vuole “stanare” il giovane raggiungendolo nei suoi abituali luoghi di ritrovo e allo stesso tempo convincere le imprese a credere in questo progetto che può portare risorse e idee nuove al loro interno, migliorare e far crescere in attrattività il territorio in cui operano. Il progetto vuole raggiungere quei giovani di una fascia intermedia che non sono aiutati dai tradizionali servizi sociali, dedicati alle fragilità più accentuate, e neppure si riconoscono in quelle eccellenze che tradizionalmente sono intercettate dalle imprese.

Gli obiettivi del progetto in sintesi: » Costruire una visione condivisa sul futuro produttivo e sul futuro lavorativo dei giovani del territorio, » Sviluppare nuove e diverse collaborazioni tra il mondo del lavoro, la formazione e i giovani per accrescere competenze e sviluppare idee e passioni, » Aumentare l’imprenditività e l’occupabilità dei giovani sostenendoli anche nel reperimento di offerte del mondo del lavoro, » Attivare l’assunzione di responsabilità collettiva sul problema del lavoro Giovani e imprese Sono loro i veri protagonisti del progetto perché dall’incrocio delle competenze (dei giovani) e dei bisogni (delle imprese) la provincia di Varese potrà recuperare quelle professionalità e quei valori che sono propri di un territorio manifatturiero come il nostro. Dando peso a quello che i giovani sanno fare con stage, tirocini, corsi di studio e percorsi formativi all’interno delle aziende. Mettersi in proprio: le dritte per diventare imprenditori Confartigianato Varese è particolarmente sensibile al tema: oggi si dice autoimprenditorialità, ma un tempo con “mettersi in proprio” si definiva una sorta di riscatto sociale. Si diventava

imprenditori, e questa non è una cosa da poco. Soprattutto oggi, avvicinare i lavori artigianali rappresenta una possibile soluzione alla crisi economica. Ecco perché la nostra Associazione ha dato il via al progetto “Giovani di valore” con un incontro – si è tenuto il 25 ottobre a Tradate – dove non ci si è limitati a dire perché è importante e bello affrontare un’avventura imprenditoriale, ma si sono dati consigli, informazioni, dritte e strumenti (le agevolazioni economiche nei bandi Intraprendo e Sto@2020 promossi da Regione Lombardia) per aprire un’impresa, diventare imprenditori e crescere. Un incontro dove si sono trovati un po’ tutti: giovani, nuove imprese che vogliono aprire a Tradate o che vogliono trasferirsi in questo territorio, ma anche disoccupati, dipendenti che vogliono tentare la strada dell’imprenditoria e persone che vogliono aprire una Partita Iva. Ma non ci fermiamo qui Gli appuntamenti con “Mettersi in proprio” ritorneranno nei mesi di novembre e dicembre a Sesto Calende e in Valceresio e tre saranno le “Officine delle Idee” che rientreranno nel progetto dedicate al marketing digitale, modelli di business e modelli di innovazione. Appena definite le date, sarete i primi a saperle l


METTERSI IN PROPRIO

Come usare i bandi Intraprendo e Sto@2020 Si fa presto a dire bando, ma poi non è così semplice. Il linguaggio burocratico va semplificato, i concetti messi in chiaro, le finalità e gli obiettivi devono essere evidenziati da subito alle imprese. E’ quello che Confartigianato Varese fa attraverso una rete di consulenze che aiuta gli imprenditori ad essere operativi da subito – affiancamento nella raccolta della documentazione, nella compilazione della domanda, nella soluzione dei problemi – e a portarsi a casa il risultato sperato. E’ questo il valore aggiunto che offriamo a tutti per rendere semplice ciò che, solitamente, è complicato. » Intraprendo è dedicato a micro, piccole e medie imprese, liberi professionisti e aspiranti imprenditori. Il contributo può essere utilizzato per l’assunzione di nuovo personale, l’acquisto o il noleggio di beni strumentali, l’acquisto di quelli immateriali, le licenze di software, l’affitto dei locali, i servizi di consulenza, l’acquisto di scorte. L’agevolazione massima copre il 60% delle spese. Il bando è valido sino ad esaurimento delle risorse disponibili. » Sto@2020 è ritagliato sulle micro, piccole e medie imprese del commercio, turismo, artigianato e servizi che si collocano in spazi sfitti e alle aggregazioni di imprese nel comune di Tradate. Le misure interessate sono tre: promozione e gestione degli spazi commerciali e artigianali sfitti, la ristrutturazione degli spazi sfitti o interventi volti al loro miglioramento, interventi di animazione, marketing e gestione dell’immagine. Il contributo massimo regionale è del 50% a fondo perduto, mentre il contributo minimo del Comune è del 50% del contributo regionale. Per conoscere i dettagli dei bandi www.asarva.org

Vuoi metterti in proprio? Contatta: Micaela Cattaneo Tel. 0332 256203 micaela.cattaneo@asarva.org www.asarva.org


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32 FOCUS SERVIZI E AGENDA | AREALAVORO

arealavoro

Firmiamo un patto per le aziende La squadra rende il lavoro più facile

Un'unica offerta fatta di proposte, soluzioni e attività che, integrate, non sono soltanto un servizio e rappresentano molto più di un semplice scambio tra domanda e offerta. Sono un patto di alleanza tra Confartigianato Imprese Varese e le aziende. Questo, oggi, è quello che proponiamo. Questo è AreaLavoro. AreaLavoro unisce le competenze di ingegneri della sicurezza, avvocati, formatori, tecnici della prevenzione e medici per dare all’impresa la possibilità di individuare opportunità di crescita e miglioramento a più ampio spettro. Perché ampliare le prospettive è quello che chiede il mercato e perché risolvere un singolo problema affidandosi a un singolo professionista spesso non dà la possibilità di individuare – e prevenire – quelli che potranno seguire. O di approfittare di vantaggi e guadagni. Confartigianato Imprese Varese ha scelto di puntare sull’integrazione perché integrare significa risparmiare tempo, aumentare le opportunità di crescita e competitività, acquisire valore agli occhi di competitor, fornitori e clienti, affrontare e superare le criticità quotidiane. Entrare in AreaLavoro significa cambiare prospettiva. E il cambio di prospettiva comincia da una domanda: a che punto sono? Per scoprirlo, basta un check up. Oppure basta entrare da una porta – ad esempio la necessità di assumere un nuovo dipendente – e lasciarsi accompagnare nella scoperta di tutte le altre. L’assunzione di personale, tanto per iniziare, passa da una scelta che è bene fare con consapevolezza e competenza: sbagliare può rivelarsi costoso e problematico. Quindi, perché non affidarsi a un esperto di recruting e scoprire, al contempo, le possibili agevolazioni economiche legate alla scelta di un contratto piuttosto che a un altro? In AreaLavoro si può. E poi, una volta in forza, bisognerà adempiere agli obblighi formativi del neo assunto. Dove trovarli? Dietro una delle porte di AreaLavoro. E così via, gli esempi potrebbero generarsi uno dopo l’altro, come in un concatenarsi di soluzioni e chance. Come quelle legate ai miglioramenti dell’organizzazione aziendale e del livello di sicurezza, con possibilità di accesso agli sconti sui premi Inail attraverso il modello Ot24. Da settant’anni siamo con le imprese per aiutarle a nascere, crescere, organizzarsi, affrontare la burocrazia, scalare il mercato, reggere le fasi critiche. Continuiamo, e continueremo, a farlo, ma in modo diverso. In modo propositivo, come alleati che, a chi sceglie di entrare in AreaLavoro, mettono a disposizione un’intera squadra di professionisti. Tutti diversi, tutti insieme, tutti già allenati a lavorare in squadra. Perché perdere tempo? l

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Per informazioni su AreaLavoro | Tel. 0332 256111


Al via il servizio Ricerche e Soluzioni Non lavoriamo su una semplice selezione

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La persona giusta in azienda Chi sceglie bene, ci guadagna Il servizio di Ricerche e Soluzioni di Confartigianato Varese può sintetizzarsi in: “Scegli la persona che ti renderà migliore, non quella migliore”. In alternativa, se preferite, scegliete il candidato giusto per la vostra impresa e non semplicemente quello più “bravo”. Il servizio recruiting (non semplicemente di selezione del personale) di Confartigianato Varese parte da questa consapevolezza: all’imprenditore serve un lavoratore che sia funzionale alla sua azienda, non altro. Ne parliamo con Claudia Chiuppi, avvocato giuslavorista. Cosa distingue il servizio recruiting di Confartigianato Varese dagli altri già presenti sul mercato? Una cosa sostanziale e inimitabile: la nostra conoscenza pluriennale delle micro, piccole e medie imprese. Lavoriamo con loro da più di 70 anni ed è proprio per questo che sappiamo intercettare le persone più adatte ai loro bisogni. In poche parole selezioniamo le figure specifiche che possono offrire la più alta professionalità nei diversi comparti, perché per l’impresa i candidati devono essere come abiti su misura. E’ per questo che il servizio è diviso in due momenti distinti? Certo. Alla fase della ricerca del personale si affianca l’offerta di soluzioni “chiavi in mano”. Andiamo con ordine: partiamo dalla ricerca. La ricerca dei candidati avviene a 360 gradi partendo da un data base che ci permette di fare un focus sulle esperienze delle persone, sui singoli comparti, sul bacino di utenza, su come cambia e reagisce il territorio anche in termini di popolazione imprenditoriale, sulla migrazione dei lavoratori, sulle professionalità richieste in aree specifiche. Quello che facciamo deve mettere insieme le esigenze di due parti diverse: le aziende e i lavoratori. Per entrambi siamo un polo dove domanda e offerta si incontrano in termini reali, perché non scegliamo la persona migliore in

assoluto, ma quella che alle competenze abbina anche il carattere giusto per entrare in quell’azienda specifica. Quindi non si ci limita a verificare la preparazione del candidato/a? Assolutamente no, ed è per questo che al nostro interno abbiamo professionalità diverse per la selezione di figure diverse: chi deve dirigere, chi deve organizzare e chi deve produrre. I candidati inseriti in queste tre categorie hanno richieste diverse, quindi chi parla con loro deve avere specificità differenti. E la soluzione? Interessa tutto quello che porta all’assunzione, e anche dopo: la tipologia contrattuale più adatta (troviamo le soluzioni migliori e percorribili che rispettano le normative del lavoro), le agevolazioni che fanno per l’azienda, l’affiancamento del lavoratore e dell’imprenditore affinché entrambi siano soddisfatti di essersi scelti. La nostra consulenza è specifica e diversificata proprio per portare candidati che siano preparati, ma che abbiano anche qualità in grado di dare qualcosa di nuovo all’azienda. Come funziona il servizio di recruiting? L’impresa interessata entra in contatto con noi, fissiamo un appuntamento e ci vediamo direttamente in azienda, perché conoscere l’imprenditore – quello che pensa, vorrebbe o non vorrebbe, come si relaziona con se stesso e gli altri – è fondamentale. Soprattutto dobbiamo mettere l’imprenditore di fronte ad una realtà che possa accettare, perché è bene presentargli persone che possono somigliargli, ma è soprattutto corretto selezionare candidati che siano funzionali alle sue esigenze. L’attenzione non basta mai? Questo servizio è basato su due principi: qualità e accortezza. Trovare la persona giusta per la propria azienda è un valore che non ha prezzo l

Claudia Chiuppi AreaLavoro claudia.chiuppi@asarva.org T 0332 256275


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Sei un’impresa sicura? Puoi ridurre la tariffa Inail

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Inoltre ogni lavoratore può accedere direttamente al proprio cedolino con la password personale. In pratica non ci sono motivi per non sfruttare questa opportunità: il passaggio dalla carta al digitale è gratuita per chi già per chi già si affida al nostro servizio di elaborazione paghe. Come fare dunque per essere abilitati al servizio? Basta contattare direttamente il proprio consulente paghe: aderendo al servizio l’azienda riceverà il codice d’accesso, password e istruzioni per entrare nella sezione del programma e gestire le paghe in tranquillità.

La richiesta di riduzione deve essere presentata entro il 28/02/2017 tramite modello OT24. Possiamo aiutarti a verificare la tua situazione in azienda e a richiedere la riduzione tramite modello OT24.

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Responsabili sicurezza Scadono a dicembre gli obblighi formativi In arrivo la scadenza degli obblighi formativi RSPP Responsabili Sicurezza per chi ha svolto un corso di formazione come Datore di lavoro RSPP (Responsabile Sicurezza) prima del 2012. Questi datori di lavoro dovranno procedere all’aggiornamento entro il 31 dicembre 2016. La durata del corso dipende dal livello di rischio dell’azienda secondo i codici Ateco: rischio basso, 6 ore; rischio medio, 10 ore; rischio alto, 14 ore. Ricordiamo, nell’occasione anche gli altri obblighi di aggiornamento formativo per la sicurezza: » I preposti entro 5 anni dalla formazione base. » I lavoratori entro 5 anni dalla formazione base e specifica. » I dirigenti entro 5 anni. » I Rappresentanti della Sicurezza Aziendale (RSLA) ogni anno. » Gli addetti antincendio entro 3 anni dalla formazione base. » Gli addetti al Primo soccorso entro tre anni dalla formazione base. La Scuola di formazione “Versione Beta” mette a disposizione la piattaforma per i corsi online in e-learning fruibili direttamente dal proprio Pc. Per tutte le informazioni e per l’elenco dei corsi contattare Assistenti d'impresa Tel. 0332 256111 www.asarva.org/categoria-formazione/sicurezza/


Guardarti negli occhi. Metterci la faccia. Sono le imprese il vero punto di forza della provincia di Varese. Imprese diverse per vocazione, tradizione, produzione, dimensione e innovazione. Imprese che noi, con una rete di consulenti e professionisti qualificati, affianchiamo, consigliamo e sosteniamo con servizi sempre aggiornati, completi e innovativi. Insieme, noi e le imprese, siamo la somma che fa la differenza e che raddoppia il valore. È una promessa. Ci mettiamo la faccia.

Confartigianato Imprese Varese. L’associazione che non ti aspetti.

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