Una copia € 4,10 Anno XLII - n° 5/6 maggio/giugno 2015 - Contiene I.P.
QualeImpresa LA rivista nazionale dei giovani imprenditori
PATRIMONIO ITALIA: DA L’AQUILA A MATERA
Storia di copertina L’Aquila Una vita da ricostruire 6 aprile, come se fosse ieri White Information Intervista a Sergio Dompé Matera GIMATERA2015, il Sud per l’Europa Il nostro piano industriale per il Sud Eni scommette sulla Basilicata We love Sud Intervista ad Andrea Bolla
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maggio/giugno 2015
Primo Piano Nel Paese della crescita Bilancio sociale GI
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MARIO ROSSI
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Sommario Editoriale 02 Il Presidente 04 il direttore 05 Il Vice STORIa DI COPERTINA patrimonio italia: da l’aquila a matera #noicisiamo 06 patrimonio italia 08 Una vita da ricostruire 12 6 aprile, come se fosse ieri 16 White Information 18 Intervista a Sergio Dompé 20 GIMATERA2015, il Sud per l’Europa 22 Il nostro piano industriale per il Sud 26 Eni: una grande scommessa sulla Basilicata 28 We love Sud, una porta sul Mediterraneo 30 Intervista ad Andrea Bolla PRIMO PIANO 32 Nel Paese della crescita 36 Ci interessa 38 Bilancio sociale dei Giovani Imprenditori
iGI iGI
Rubriche 40 Quale Communication 44 Quale Education 46 Quale Happening 47 Quale Smile 48 Rinnovi cariche 49 Quale Events 60 Save the date
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Maggio 2015
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ANCORA CI INTERESSA, presidente
“Chi sono io se non partecipo?” si chiedeva Renato Altissimo chiudendo la sua prima relazione da Presidente dei Giovani Imprenditori nel 1971. Era la rivendicazione di quello che i Giovani Imprenditori avrebbero scelto di essere per i successivi quarant’anni. Scegliere di non considerare la polis altro da sé, scegliere di voler stare nella società per intercettarne le forze più innovative, scegliere la strada del progresso economico come percorso inclusivo per la comunità. Quarantaquattro anni dopo in una frase potremmo dire: scegliere che ci interessa.
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n quegli anni ai GI, dopo che con la Riforma Pirelli avevano conquistato il diritto di esistere, spettava il compito di trovare il proprio spazio. E Renato Altissimo - primo presidente nominato dai Giovani come primus inter pares e non più scelto dai senior - aveva le idee chiare su come farlo. Lo disse chiaramente chiamando il primo editoriale della storia della rivista che avete fra le mani: “Sappiamo chi siamo e cosa vogliamo”. Nasceva così Quale Impresa. Pochi mesi dopo aver scritto quelle parole, Renato Altissimo avrebbe terminato il suo mandato alla guida dei Giovani per cominciare presto un percorso diverso, che lo porterà lontano da Confindustria e dentro le Istituzioni, come Ministro dell’Industria, della Sanità e come uno dei principali esponenti del mondo liberaldemocratico italiano. Ma l’influenza delle sue idee non sarebbe certo
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di Marco Gay, Presidente Giovani Imprenditori Confindustria @marcogy
svanita così presto. Così come lui aveva immaginato, di Presidente in Presidente, ciascuno con le sue specificità, i Giovani Imprenditori hanno portato avanti questa idea, quella di essere protagonisti della “società che cambia” e di voler lavorare per poter connetterne i fermenti più innovativi della società “alle esigenze di chi comunque credeva nel mercato, nel rischio e nell’impresa ma anche in un modo diverso di rappresentarne il ruolo sociale”. L’influenza di quelle idee non svanirà neanche oggi che Renato Altissimo ci ha lasciati nella mattina di una primavera romana. E proprio per ricordarne la lungimiranza abbiamo deciso di ripubblicare l’editoriale del novembre 1973 scritto per la sua Quale Impresa. Per dire che a noi Giovani Imprenditori, oggi come negli ultimi quarant’anni, ci interessa.
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il direttore
balistrerigianni@gmail.com @GianniBalistrer
C Nutrire il pianeta, Expo 2015 Una occasione imperdibile, un evento che farà bene alla nostra economia. Tanto che Confindustria ha scelto di esserci con un proprio padiglione, e di tenere la sua Assemblea pubblica del 28 maggio proprio ad Expo.
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ari lettori, il primo di maggio abbiamo assistito all’inaugurazione di Expo Milano 2015, l’Esposizione Universale dedicata al tema dell’alimentazione e della nutrizione e che vedrà Milano diventare una vetrina mondiale per i prossimi 6 mesi. Se è pur vero che saranno i singoli paesi (140) a mostrare all’interno dei loro padiglioni le loro idee e le loro visioni (anche in termini di nuove tecnologie) e dare una risposta concreta ad un esigenza vitale come quella del cibo, non bisogna dimenticare che sarà l’Italia intera a mettersi in mostra e dover mostrare il meglio di sé. Mi riferisco non solo alla bellezza dei padiglioni e cluster tematici, all’organizzazione dell’area espositiva (oltre 140.000 metri quadrati), all’immagine che il nostro Paese darà in termini di servizi al visitatore, di infrastrutture e di accoglienza di oltre 20 milioni di persone provenienti da tutto il mondo, bensì al messaggio che questa esposizione lascerà al visitatore. Expo 2015 è un grande slogan e nello stesso tempo una grande opportunità. Tutto il mondo passerà da Milano e dovrà essere un’occasione unica per far passare il messaggio che il cibo e l’acqua sono una risorsa sacra e inviolabile. È da oltre 20 anni che si cerca di affrontare il tema della malnutrizione e della denutrizione senza risultati, e non sarà certo L’Expo a risolverlo, possiamo però parlarne e spingere le persone a cambiare stile di vita, ognuno nel proprio piccolo, e a far sì che quando si va a fare la spesa non si riempia il carrello per status symbol, per poi buttare il cibo avanzato e scaduto. Occorre cambiare la percezione del cibo: da bene di consumo a risorsa per il pianeta. Solo in questo modo le nuove generazioni cresceranno in maniera consapevole, e riusciranno ad essere migliori di noi.
il vice
matteo.giudici@mesaconsulting.eu @giudicimat
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atera è un esempio di rinascita, progettualità e apertura. Un percorso di riqualificazione che è iniziato negli anni settanta, quando la città reagì al degrado dei suoi sassi per donargli nuova vita, recuperando all’uso urbano l’antico tessuto dei rioni dissestati, crollati e infine abbandonati dai residenti perché ridiventassero case, servizi, accoglienza e ospitalità. Un percorso che ha portato la città a vincere l’ambito ruolo di Capitale Europea della Cultura
2019, che significa risorse europee e nazionali, infrastrutture, vitalità, creatività, occupazione, crescita del turismo, occasioni, incontri e promozione per la città e per l’intero Mezzogiorno. Mi piacerebbe raccontare la stessa storia per l’Aquila, ma purtroppo non è così. Passeggiando per il “cantiere più grande d’Europa” tutti ci aspettavamo, dopo 6 anni, di trovare progetti conclusi, nuove tecniche e modelli di riqualificazione urbanistica, invece abbiamo trovato macerie, operai al lavoro e la consapevolezza fortissima che qualcosa, o più di qualcosa, non abbia funzionato. Questo dualismo mi porta a pensare all’Italia nel suo complesso, che si rispecchia ed esprime nelle sue città, tra eccellenze e mancanze. Il Governo va avanti e sembra non fermarsi: leggi, proposte, tanti i temi, pubblica amministrazione, fisco, giustizia e scuola. Lo sforzo sicuramente c’è ed è apprezzabile. La “riqualifica” dell’Italia partendo dalle riforme non è una strada semplice e come ci sono i primi segnali positivi restano numerose situazioni incerte. La speranza è che il “treno delle riforme” non sia partito solo per arginare l’emergenza di un territorio in difficoltà ma parta de idee chiare sul futuro, e da un progetto puntuale, sempre pronto e aperto ad accogliere spunti e idee dagli organi competenti ma anche dai cittadini stessi. Quest’anno il nostro convegno di Santa Margherita sarà incentrato sul necessario e fondamentale rapporto tra la politica e l’impresa, un convegno che riporta sul palco la politica con la volontà di un segnale forte di apertura verso una cooperazione che è l’unica strada possibile per riportare il nostro paese alla competitività nel mondo. Sarà un convegno importante nel quale ci confronteremo con fermezza di contenuti per consolidare il nostro ruolo di interlocutori nel sistema Italia. Sarà un convegno impegnativo, ma noi ci siamo.
appunti di viaggio Due viaggi, due centrali itineranti, due storie da raccontare sulla ricostruzione. Una che è già un successo ed una che lo deve diventare. Due sentimenti contrapposti, due facce della stessa Italia, due ipotesi di un futuro in cui dobbiamo credere perché siamo figli di questa nazione e siamo il motore della ricostruzione.
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storia di copertina
#noicisiamo
patrimonio italia: da l’aquila a matera
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storia di copertina
L’Aquila e Matera. Due città, due destini diversi. Entrambe simbolo di una rinascita possibile, che purtroppo solo per una di queste è stata colta. Fino a qualche anno fa emblema di degrado e abbandono, Matera è rinata ripartendo dai suoi Sassi. Un lungo percorso che l’ha portata a diventare capitale europea della cultura 2019, un progetto non improvvisato, ma strutturato e condiviso.
di Alessia Passacantilli, Segreteria Nazionale GI
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uando un territorio muore, nello spegnersi trascina con sé la società civile, le attività produttive, il benessere ed il futuro. Nessuna industria, nessuna attività commerciale, nessun posto di lavoro sono cattedrali nel deserto, al contrario sono espressioni di intelligenza e volontà collettiva. Per risollevare un territorio morente non basta un finanziamento una tantum, non basta scaricare la responsabilità su chi ci vive contando solo sulla sua tenacia e abnegazione. Bisogna avere una visione chiara, una strategia di lungo periodo e un piano concreto. Matera l’aveva, e i risultati sono arrivati. Un piano di rinascita che ha puntato sulla valorizzazione dei beni culturali e sul loro potenziale economico. Un asset di straordinaria importanza in un Paese come l’Italia. Sarebbe miope e antieconomico non sfruttarlo, soprattutto in un momento di stagnazione del mercato interno, che si gioverebbe grandemente della capacità di spesa di turisti provenienti da tutto il mondo. A sei anni dal terremoto de L’Aquila, la visione e la strategia sembrano invece mancare. Tamponata l’emergenza abitativa, una delle città di cultura più importanti d’Italia giace ancora fra le sue stesse macerie.
Tutta la vita, le attività commerciali, l’identità di una popolazione e le sue fonti di sostentamento restano distrutte. Non ci si può non domandare cosa si voglia fare de L’Aquila. Se una città universitaria, una smart city, una città industriale, un città di cultura. Non avendo chiara la visione, la strategia non prende forma, e le politiche e i fondi che in questi anni si sono succeduti non danno i risultati sperati perché non incanalati in una direzione precisa. Nell’indecisione e nella confusione, hanno poi trovato spazio corruzione e malaffare a danno di una popolazione stremata, che ha già perso tutto. Come se viaggiassero su due strade parallele, Matera e L’Aquila potrebbero avere un destino comune. Ma come accade per le parallele, sembrano non destinate ad incontrarsi. Il nostro impegno è far incontrare finalmente queste strade attraverso la crescita, la creazione di benessere condiviso, l’essere parte attiva e responsabile della società in cui le imprese operano. È una responsabilità di ogni imprenditore lavorare per un profitto che faccia bene a tutti e stimolare le Istituzioni a rispettare i propri impegni, a contribuire alla strategia per il futuro e alle azioni che devono essere messe in campo per realizzarla. Per questo, ci interessa.
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storia di copertina
una vita da ricostruire di di Laura Tinari, Responsabile Comitato RSI e Politiche di genere @LauraTinari
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’Aquila, 5 aprile 2009 – Come spesso accadeva di domenica pomeriggio, eravamo in studio, nel cuore del centro storico di L’Aquila, per organizzare il lavoro della settimana successiva. Discutevamo sulla scaletta delle priorità. Discussioni, priorità, lavoro… La mattina successiva, 6 aprile, abbiamo rischiato davvero non ci fosse più nulla. O forse, per alcuni versi, non c’era davvero più nulla. Solo un’impellente necessità di correre in studio, già alle 4 del mattino, per vedere se tutto fosse a posto, se ci fossero stati danni all’edificio e ai nostri strumenti di lavoro, insomma cosa fosse distrutto.
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Da quel momento tutto è cambiato, a partire dal trasferimento sulla costa abruzzese, dove ho vissuto e lavorato per circa 10 mesi tra Roseto degli Abruzzi e Pescara, una prima delocalizzazione “forzata” dell’attività lavorativa, nonché di quella privata. Una sensazione brutta quella che provavo nel percepire come per me il tempo si fosse quasi fermato, tutto fosse in standby, nonostante stessi bene, e nonostante avessi continuato a lavorare, mentre la vita per gli altri continuava a scorrere con lo stesso incedere e lo stesso ritmo di sempre. Due giorni dopo eravamo già a lavoro, con un computer prestato da un amico, perché per i clienti fuori L’Aquila il terremoto non c’era stato e il tempo non si era fermato.
storia di copertina
L’Aquila
Dieci mesi dopo il ritorno a L’Aquila. Una città completamente nuova: tempi, luoghi, logistica, economia nulla era più come prima. Decidendo di tornare, non avevo di certo avuto la contezza di cosa volesse dire, di quanto potesse essere diverso vivere ora in quel posto. Un luogo irriconoscibile, in cui abitudini, situazioni e persone erano completamente stravolte. La decisione di tornare a L’Aquila ha portato così ad una seconda delocalizzazione “forzata” dell’attività d’impresa, questa volta in una casetta di legno. Un posto che abbiamo reso subito molto accogliente per noi e per i clienti, arredandolo con i mobili del “vecchio” studio in centro. Una nuova partenza, la terza in poco tempo, tra tante difficoltà, disagi, ma con tanta voglia di andare avanti, di vivere e vincere questa nuova sfida. Sono passati 5 anni da quel ritorno a L’Aquila e 6 da quella mattina in cui la lasciai. Oggi so che tutto è cambiato. Un’esperienza, quella del terremoto, quella vissuta in questi anni, che per sempre mi ha segnato, ma che nonostante tutto mi ha permesso di crescere, forse più velocemente, sia come imprenditrice che come parte attiva della mia comunità.
Palazzi, cortili, chiese, monumenti, piazze popolano quello che è il sesto centro storico d’Italia per rapporto estensione-presenza di edifici di pregio. Il 90% delle costruzioni che hanno sede in centro, infatti, sono vincolate dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e questo rende l’iter di ricostruzione ancora più complesso. Ancora oggi sassi, calcinacci, erba che talvolta diventa albero occupano le strette vie che percorrono un centro vuoto, quasi spettrale. Un centro storico un tempo abitato, vivo e vissuto e in cui avevano sede circa 1.000 attività commerciali, studi professionali e abitazioni. L’Aquila è la città dei 99: 99 chiese, piazze e fontane realizzate dai 99 castelli che diedero vita alla città. Oggi di questo 99 poco resta, anche se lentamente qualcosa inizia ad essere restituito ai cittadini e alla comunità. A 6 anni dal sisma sono 150 i cantieri operativi nel solo centro storico, dove lavorano circa 7.000 operai: un dato che preso in termini assoluti potrebbe apparire positivo, ma che se rapportato al numero di anni trascorsi non lo è più tanto. Dal 2009 si sono succeduti 4 governi alla guida del nostro Paese, ognuno ha messo in campo i suoi uomini,
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L’Aquila - Fontana Luminosa. Nicola D’Antino 1934
le sue idee, la sua “visione”. Un susseguirsi che di certo ha creato stop e flussi mai costanti di risorse, bloccando più volte un processo di ricostruzione che invece avrebbe dovuto avere alla base delle regole certe. Solo negli ultimi mesi la “governance della ricostruzione” è cambiata totalmente: posti chiave, quelli di responsabilità, quelli deputati a firmare la concessione dei contributi dalla ricostruzione privata a quella dei beni culturali, sono stati vacanti per giorni, per mesi. Ma ciò che fa più pensare è che a mancare sia stata finora proprio quell’idea, quella visione che tutti si arrogano, invece, di avere: cosa vogliamo fare di questa città? Una città universitaria? Di scienza? Di cultura? Di turismo? Industriale? Nessuno ha mai risposto, probabilmente
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pensando che “di tutto un po’” fosse la risposta migliore. Invece, il tempo sta dimostrando che non è così. E gli anni passano. E L’Aquila resta ferma, sempre più povera perché finora su di essa si è abbattuta una doppia crisi: quella economico-finanziaria che ha coinvolto tutti e una più locale legata proprio al terremoto. Per cui la città oggi continua ad essere lo specchio amplificatore di quella che è la situazione dell’Italia. Ma io sono giovane e sono un’imprenditrice. Nonostante tutto ho voglia di vedere del buono in questa ricostruzione e sono certa che nei prossimi anni L’Aquila saprà tornare ad essere la città che tanti anni fa è stata. Viva, vivibile e dinamica, immagino così la nostra città nel futuro, L’Aquila del post ricostruzione.
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2014
13 gennaio 2014 il Direttore provinciale di Confcommercio Cioni si barrica in una filiale di Bankitalia per protestare contro l’assenza di aiuti per il ripristino delle attività commerciali distrutte dal terremoto giugno 2014 nell’ambito dell’operazione Dirty Job vengono arrestati 7 imprenditori impegnati nella ricostruzione. Si rivolgevano alla camorra per farsi procurare maestranze a basso prezzo 10 novembre 2014 la Corte d’appello dell’Aquila ha assolto 6 membri della Commissione Grandi rischi condannati nel primo grado. Unica condanna in appello quella di Bernardo De Bernardinis, ex vice capo del settore tecnico della Protezione Civile, per il quale la pena è stata ridotta a due anni
novembre 2013 relazione dell’eurodeputato Soren Sondergard sui 306 milioni stanziati dall’Ue per il terremoto dell’Aquila che evidenzia le falle della ricostruzione e getta un’ombra sull’assegnazione degli appalti
2013
25 maggio 2011 la procura rinvia a giudizio con l’accusa di “omicidio colposo plurimo e lesioni” 7 membri della Commissione Grandi Rischi
2012 novembre 2012 l’inchiesta Do ut des svela l’esistenza di un sistema corruttivo fra alcuni imprenditori impegnati nella ricostruzione e funzionari pubblici per l’aggiudicazione di appalti
2011
2010
2009
1° marzo 2010 “rivolta delle carriole”, manifestazione indetta dai comitati cittadini per sollecitare la rimozione delle oltre 4 milioni di tonnellate di macerie che ancora intasano il centro storico
6 aprile 2009, ore 3.32 la grande scossa di terremoto. Ad evento concluso il bilancio definitivo è di 309 vittime, 1500 feriti e oltre 10 miliardi di euro di danni stimati
23 aprile 2009 il Consiglio dei Ministri approva un pacchetto di misure di emergenza per la progettazione e realizzazione di moduli abitativi nei comuni terremotati 28 aprile 2009 decreto-legge n. 39 che contiene misure per il finanziamento degli interventi della prima fase di gestione dell’emergenza e delle successive fasi di ricostruzione
8 ottobre 2009 l’UE concede gli aiuti del Fondo di solidarietà UE in caso di catastrofi naturali 8-10 luglio 2009 G8, precedentemente previsto Maddalena, è stato spostato all’Aquila
nella
1º dicembre 2009 vengono chiuse ufficialmente tutte le tendopoli allestite per gestire l’emergenza
6 aprile 2010 14.462 aquilani alloggiano negli appartamenti del Progetto C.A.S.E., altri 2.053 nei Map (moduli abitativi provvisori), mentre più di 3000 cittadini si sono affidati al circuito dei fondi immobiliari di assistenza, dei contratti concordati. 27.316 hanno scelto la sistemazione autonoma presso amici e parenti
16 maggio 2009 la Conferenza dei Servizi della Presidenza del Consiglio dei Ministri approva il progetto C.A.S.E. (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili)
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6 aprile 2009, come se fosse ieri | 12 |
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Sono stata a L’Aquila attraverso gli occhi di Alessandra, Maria Teresa, Yohan, Matteo, Alessandro che, in visita per il Consiglio centrale itinerante, mi hanno raccontato di una città privata della sua identità, una città ferita che fatica a rialzarsi, dove però la sua vera anima, le persone, i giovani, sono ripartiti dalle macerie ancora più forti e determinati di prima. di Angela Casale, Comitato di Redazione Quale Impresa
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er approfondire ciò che avevo ascoltato dai racconti di chi ha avuto l’opportunità di visitare L’Aquila in occasione del Consiglio Centrale, ho rivolto le mie domande a due Giovani Imprenditori aquilani che il terremoto del 6 aprile lo hanno vissuto davvero. Guido Arista è a capo, con il padre, della Elital, impresa che si occupa di progettazione e costruzione di sistemi per i campi aerospazio, difesa e satcom in Italia e all’estero. Stefano Panella fonda circa 10 anni fa lo Studio Comunico. Da un’agenzia di comunicazione classica, nel corso degli anni l’azienda è diventata sempre di più una boutique creativa. Quali sono stati i danni e le difficoltà che hanno subito le aziende in seguito al terremoto? G. Nonostante gli ingenti danni alla struttura e alle strumentazioni, siamo tornati ad essere operativi in circa 4 mesi. Il mercato non aspetta. Ma una delle difficoltà maggiori è stata quella psicologica: il sisma non scuote solo i palazzi, ma soprattutto gli animi. Mantenere un equilibrio all’interno del luogo di lavoro, dove inevitabilmente si riversavano gli stati d’animo e i disagi vissuti al di fuori, non è stato per niente facile. Probabilmente questo è stato uno degli aspetti meno discussi, ma più complessi e delicati da gestire: dare sicurezza o cercare la normalità quando non la si ha per se stessi. S. I danni subiti sono stati quelli che hanno avuto un po’ tutte le imprese aquilane: la sede operativa resa completamente inagibile dal terremoto, il tessuto economico del comprensorio (che rappresentava allora l’80% del nostro fatturato) messo in ginocchio, le enormi difficoltà legate alla logistica con infiniti traslochi sia
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dell’attività lavorativa che residenziale, le agevolazioni fiscali della prima ora che si sono poi trasformate in incertezza sul fronte della restituzione rateizzata ed agevolata. Sicuramente la resilienza di noi giovani ha permesso di assorbire il colpo ed essere più pronti a reagire. Avete risolto o almeno in parte superato questi problemi? G. Oggi portiamo ancora i segni di quello che è accaduto. Facendo una stima grossolana, per tornare ad un minimo di “normalità” abbiamo impiegato circa un anno. Il merito del risultato è certamente di tutti i componenti dell’azienda. E’ grazie al contributo di tutti se l’impresa è tornata a vivere e ad essere apprezzata. Siamo grati anche allo Stato che ci ha aiutato in quel periodo, riconoscendoci degli aiuti per i danni subiti. S. Il ritorno alla normalità - la vita prima del terremoto intendo - è ancora lontana purtroppo. Il centro storico (vero cuore della società) è ancora in gran parte inagibile e vuoto. Questo ha determinato un nuovo assetto nella vita di tutti i cittadini aquilani che ora si ritrovano in posti diversi, con abitudini ed orari diversi… Ad ogni modo, a 6 anni dal terremoto questa per noi è diventata la nuova normalità e quindi, se pur in un contesto diverso e in rapido mutamento, tutto pian piano sta tornando alla normalità. Cosa è stato fatto in questi 6 anni? Come mai non si parla più de L’Aquila nel dibattito pubblico nazionale? G. Il silenzio del centro storico, l’odore di muffa misto a quello della calce al posto dei profumi che ogni angolo di città offre, le lesioni ai palazzi del centro, sono un’esperienza che va vissuta per comprendere la dimensione del disastro. Non posso fare a meno di notare che L’Aquila, uno dei più grandi cantieri edili in Italia, vede proprio nell’edilizia uno dei settori più in sofferenza. Sarebbe giusto pensare, dal punto di vista puramente lavorativo, al di là delle vittime e della sofferenza delle persone, che L’Aquila potrebbe essere un volano per tutto il Paese, un cantiere prima di tutto delle idee, una opportunità. Invece purtroppo la situazione non è questa. Mancanza di pagamenti da parte dello Stato e quindi sofferenza da parte delle aziende, mancanza di regole semplici che comportano lungaggini burocratiche, uno stato di crisi economica di tutto il sistema Italia, comportano in effetti un avanzare lento e faticoso. Non è facile puntare il dito verso un solo responsabile o un’organizzazione in particolare.
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Purtroppo sappiamo bene, perché lo viviamo tutti i giorni, che il termine efficienza è sconosciuto al nostro sistema Paese. S. L’Aquila è una delle città d’arte più importanti d’Italia, la sesta per numero di opere e monumenti. La città è svuotata e così resterà fino a quando gli aquilani non potranno tornare a vivere il centro che era il cuore pulsante della vita e delle attività culturali. Dai giorni successivi all’emergenza, e per diversi mesi, L’Aquila è stata al centro di una forte ondata mediatica che ha prodotto i suoi risultati: gli aquilani hanno avuto subito degli alloggi dignitosi grazie al “Piano Case”. Questo, in qualche modo, ha anche avuto l’effetto contrario. Tutti in Italia hanno pensato che la questione fosse stata risolta ed il messaggio (sbagliato) che è passato è stato quello di una ricostruzione “finita” con la riallocazione dei cittadini nelle “new town”. Purtroppo il dibattito (a volte diventato scontro) tra i cittadini, le Istituzioni e la politica non ha favorito un processo rapido, condiviso e con risultati soddisfacenti così come, ad esempio, è stato per l’Emilia. Da chi avete ricevuto aiuto concreto? G. Dal punto di vista lavorativo, certamente dai nostri clienti, che hanno aspettato, capendo la situazione e dandoci supporto. Da quello personale, dalle migliaia di persone che hanno lasciato le proprie famiglie per venire a L’Aquila per offrirci aiuto. I volontari come tali, ma anche gli operai che hanno lavorato sui cantieri dell’emergenza. A queste persone va la mia gratitudine più sincera. S. Non dimenticherò mai la solidarietà degli amici di Confindustria Teramo e Pescara che nei giorni successivi ci hanno ospitato, dato conforto e, poi, per quasi un anno, permesso di riprendere l’operatività aziendale mettendo a disposizione un ufficio dal quale ripartire. Come è cambiato il volume d’affari nell’arco dell’anno subito dopo il terremoto? E quale andamento ha avuto nel corso degli anni successivi fino ad oggi? G. Nel 2009 siamo riusciti a mantenere il livello di fatturato atteso, perché abbiamo lavorato sugli ordini acquisiti negli anni precedenti. Il danno vero l’abbiamo subito nel 2012, quindi circa un anno e mezzo dopo il sisma; cioè tutta l’attività commerciale portata avanti con difficoltà nel 2009 e inizio 2010 ha comportato una flessione nel fatturato del 2012. Ad oggi però abbiamo recuperato e sviluppato ulteriormente il nostro mercato. S. Il terremoto è una disgrazia, ma come tutte le disgrazie porta anche opportunità.
storia di copertina
L’Aquila - un momento del Consiglio Centrale
L’aver cambiato prospettiva per un anno ci ha aperto nuovi orizzonti e permesso di avere contatti con nuovi clienti fuori dal territorio regionale. Inoltre, una nuova economia legata all’edilizia ed al suo indotto è cresciuta rapidamente e siamo stati abbastanza rapidi nel cogliere questa opportunità dando supporto nella comunicazione a tante imprese che si sono affacciate nel cantiere più grande d’Europa e alle imprese aquilane cresciute grazie al terremoto. Il trend è comunque positivo. Avete mai considerato di trasferire la vostra impresa altrove? G. Ricordo la ricerca delle proprie cose, compreso qualche vestito e le scarpe, le prime notti a dormire in macchina. Ricordo le persone che sono venute in soccorso, che ogni giorno aumentavano e con loro il cibo, le strutture, l’organizzazione. Ricordo anche le amicizie che quella
malaugurata occasione ha comunque creato. Ricordo la solidarietà, quella semplice, quella vera. E ho pensato a trasferirmi, sì. Le “offerte” arrivate da altri Paesi erano molto allettanti. Ogni volta però ho pensato che L’Aquila era ancora il posto giusto, le persone che hanno creduto e credono ancora nell’azienda sono assolutamente quelle giuste, quindi andremo avanti proprio qui a L’Aquila. S. Ho impegnato diverse settimane a realizzare la gravità di quanto era accaduto e le conseguenze che avrebbe portato nella mia vita quotidiana. Ricordo chiaramente le prime ipotesi sulle tempistiche della ricostruzione a 5/10 anni e tutti erano increduli e scoraggiati da un periodo così lungo. Invece eccoci qui: sono volati 6 anni e la ricostruzione è ancora ben lontana dall’essere completata. Nonostante tutto, non ho mai pensato neanche per un solo minuto di abbandonare la mia città, le mie amicizie, la mia montagna.
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storia di copertina
Il 16 e il 17 aprile sono stati due giorni dedicati alle nuove imprese e al loro contributo strategico in favore della crescita. Un’occasione per parlare di nuovi mercati e di nuove opportunità nel futuro progetto delle macroregioni.
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nche in questo 2015 si è tenuta per la quinta edizione l’appuntamento con White Information, convention promossa dal Comitato Regionale Giovani di Confindustria Abruzzo e dai neonati Gruppi Giovani Imprenditori di Confindustria Gran Sasso (L’Aquila-Teramo) e Confindustria Chieti Pescara. Quest’anno la manifestazione ha visto per la prima volta unite tutte le componenti regionali dei Giovani Imprenditori a L’Aquila, in ossequio a una precisa volontà di contribuire a riaccendere i riflettori e mantenere alta l’attenzione sulla ricostruzione de L’Aquila. Questo
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di Antonella Ballone, membro del Consiglio Centrale GI
è anche il senso della partecipazione all’evento del Presidente nazionale dei Giovani Imprenditori Marco Gay, che proprio a L’Aquila, in occasione del White Information, ha presieduto per la prima volta in Abruzzo il Consiglio Centrale dei GI. La manifestazione ha accolto come di consueto anche Il Meeting delle idee - Premio Bruno Ballone (in memoria di mio fratello, giovane GI teramano prematuramente scomparso nel 2010 a soli 33 anni, ideatore della manifestazione White Information, progetto che condivise con l’allora Presidente GI di Teramo Luca Verdecchia che guidò con grande coinvolgimento e passione le prime),
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competizione tra idee innovative e aspiranti imprenditori che guidò con grande coinvolgimento e passione le prime tre edizioni. Il Meeting delle idee, a partire da quest’anno, ha uno stretto legame con l’evento Start Impresa dei Giovani Imprenditori di Chieti-Pescara, che da sette anni premia progetti imprenditoriali meritevoli con una formazione specialistica. I vincitori del Meeting accederanno infatti di diritto ai percorsi formativi di Start Impresa senza dover partecipare a un’ulteriore selezione. Nel corso della convention, svoltasi nell’Auditorium del Castello dopo la riunione del Consiglio Centrale, sono stati premiati i tre progetti migliori tra i dieci selezionati. Primo classificato è risultato “Fai con me” proposto dall’aquilano Mario D’Achille, 26 anni, il quale ha ideato una originale piattaforma per l’incrocio domandaofferta di lavoro che, partendo dai bisogni quotidiani delle persone, si propone di offrire opportunità di lavoro a chi è in cerca di occupazione. Secondo classificato è invece il progetto di Costantino Di Marco, 35 anni, di Castellalto (Teramo), che propone una piattaforma social per l’e-commerce denominata “Radix - Alla radice del Made in Italy”. Terzo classificato, infine, il progetto di
Michele Di Pietro, 28 anni, e Andrea Marcattili, 26 anni, di Teramo, i quali hanno proposto “Parallelo 24”, un’idea innovativa nell’ambito della grafica digitale per creare abbigliamento personalizzato contenente messaggi da condividere sui social. Il 16 aprile i Giovani Imprenditori hanno anche potuto visitare lo stabilimento Dompè, tra le più importanti aziende biofarmaceutiche italiane, mentre il 17, dopo la riunione del Consiglio Centrale, il gruppo dei GI si è spostato nelle vie del centro storico per una visita assieme al Sindaco del L’Aquila Massimo Cialente, che è terminata in Piazza Duomo. Camminare tutti insieme tra le rovine del centro e i palazzi in restauro ha testimoniato la vicinanza della Presidenza e del Movimento agli aquilani e ha voluto dare un messaggio coraggio e di spinta alla rinascita della città. I Presidenti abruzzesi che hanno coordinato l’evento dell’Aquila sono Giammaria de Paulis, Presidente del Gruppo GI di Confindustria Gran Sasso, Domenico Melchiorre, Presidente del Gruppo GI di Confindustria Chieti-Pescara e Riccardo D’Alessandro, Presidente del Gruppo GI di Confindustria Abruzzo.
Ulteriori informazioni sull’evento all’indirizzo www.whiteinformation.it e sulla pagina Facebook dedicata
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intervista a
sergio dompé Presidente Dompé farmaceutici
A L’Aquila racconta di aver trovato passione e professionalità straordinarie. Proprio quello di cui un’azienda che ha a che fare con i problemi di salute ha bisogno per competere nel mondo. E ora Sergio Dompé, 59 anni, a lungo Presidente di Farmindustria, sogna un Paese capace di attrarre talenti.
di Alessia Passacantilli, Segreteria Nazionale GI
Abbiamo avuto la possibilità di incontrarci nella visita al vostro Polo dell’Aquila, in occasione del nostro Consiglio centrale itinerante. Un centro d’eccellenza con oltre 250 dipendenti e 30.000 metri quadri di estensione. Cosa ha significato per voi rimanere all’Aquila dopo il terremoto? Quanto è importante il rapporto fra impresa e territorio, non solo in termini di occupazione, ma anche di tenuta del tessuto sociale? Mi preme fare una premessa: da un punto di vista umano, il settore nel quale operiamo implica l’essere a contatto ogni giorno con problemi anche molto gravi, quali sono quelli di salute, che impattano più di ogni altro sulla sfera fisica ed emotiva delle persone. Sul fronte aziendale, affrontando temi che riguardano i bisogni dei Pazienti senza distinzioni di sorta, operiamo in una dimensione internazionale, sia perché siamo sottoposti al necessario controllo di autorità regolatorie sovranazionali, sia perché lo sviluppo del mercato globale ha favorito la nascita di una logica del network, in cui la necessità di attivare reti di ricerca e l’esigenza di una focalizzazione su terapie ad elevato livello di specializzazione hanno fatto emergere criteri competitivi nuovi, in cui la dimensione dell’impresa non è più fattore determinante. Ciò ha consentito anche a realtà più
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piccole, ma con expertise verticale, di competere sullo scacchiere internazionale. Con questi presupposti, per essere davvero competitivi c’è bisogno di persone con forte passione e competenza. E noi all’Aquila abbiamo trovato proprio questo: professionalità di alto livello che si spendono per una causa in cui credono e condizioni naturali eccellenti (ad esempio, dal punto di vista della qualità dell’aria e dell’acqua - fondamentali per il nostro lavoro). L’importante è ricordarsi che la dimensione entro la quale si agisce ha radici nel territorio e orizzonti nel mondo. Questi fattori hanno fatto sì che la mia azienda si legasse ancora di più all’Aquila, soprattutto dopo gli eventi del 2009. I grandi investimenti che Dompé farmaceutici sta facendo in ricerca e sviluppo sono fondamentali per resistere in un mercato fortemente competitivo. Per una grande azienda può essere più facile, per le piccole e medie imprese è tanto cruciale quanto difficile. Come facilitare l’innovazione diffusa e come creare un circolo virtuoso fra ricerca pubblica e privata? Lancio un dato: il 70% delle progettualità sul fronte dell’innovazione (principalmente da grandi imprese) ha come centro propulsore una piccola impresa. In realtà è più facile fare innovazione dentro una piccola realtà dove non serve spostare grandi masse critiche, e dove è più pressante la spinta a rispondere alla domanda: “perché esisti?”. Ti obbliga a ritagliarti una capacità di innovazione unica e originale. Oggi ci sono molte startup italiane che stanno lavorando su progetti ad alto rischio, su cui le grandi imprese spesso non potrebbero imbarcarsi. La percentuale di fallimento è altissima, ma le imprese che ce la fanno sono in grado di generare un grandissimo valore aggiunto e far fronte a costi che grandi strutture non sarebbero in grado di sopportare, se rapportati in scala. Ed è un problema che in larga misura sconta anche la ricerca pubblica. Una seconda considerazione riguarda la politica industriale. A quali obiettivi dovrebbe tendere per facilitare l’espansione delle imprese italiane su altri mercati? La spinta ad assumere una visione internazionale, a cui si deve necessariamente legare la capacità di fare sistema, elemento su cui noi italiani abbiamo avuto grandi lacune. Ovviamente la politica industriale non deve assumere un approccio dirigista, ma lavorare per capire quali sono gli aspetti da incentivare. Un esempio di questo approccio è Farmindustria, l’associazione di cui sono stato Presidente,
protagonista di un importante cambio di paradigma. Una riforma che è partita, ad esempio, dalla logica in base alla quale attribuire i voti nell’associazione, non più legati al solo calcolo di fatturato ma equamente ripartiti tra quest’ultimo, la spesa in ricerca, il livello di export e le tasse pagate allo Stato. La logica è incentivare strategie che giovino all’intero sistema Paese. Quindi favorendo i settori che fanno più export, pagano tasse in Italia e investono più in ricerca. Uno sguardo all’Italia. Come la maggior parte delle imprese che operano nel suo campo, è forte il rapporto con la PA, anche se non sempre idilliaco. Ci racconti quali passi avanti sono stati fatti e quali misure auspicate per rendere più efficiente questa collaborazione. Guardando il bicchiere mezzo pieno, negli ultimi 6 mesi sono stati compiuti importanti passi avanti, dal Jobs act ai provvedimenti per incentivare la ricerca. Quello che manca, o che ancora non si vede chiaramente, è una strategia organica per spingere la crescita, eliminando lacci e lacciuoli che la frenano. Ad esempio, per la tipologia del lavoro che facciamo, abbiamo spesso necessità di avvalerci di tecnici con specializzazioni non presenti in Italia che per venire nel nostro Paese sono sottoposti a incredibili lungaggini burocratiche. Un altro esempio è la chiusura del sistema universitario verso l’esterno e la conseguente incapacità di attrarre talenti. Ci sono tuttavia degli elementi di innovazione che guardo con positività nell’azione del Governo e che mi auguro possano contribuire alla definizione di un contesto sempre più proteso verso un posizionamento globale. Uno dei vostri punti di forza è il capitale umano. Quali sono le politiche che possono facilitare l’attrazione di cervelli? Proprio di recente ho incontrato Giorgio Parisi, il fisico italiano che a 32 anni si è guadagnato la copertina di Nature. Sono orgoglioso, da amante del proprio Paese, del fatto che abbia potuto lavorare negli Stati Uniti e guadagnarsi le opportunità professionali che gli hanno fatto conseguire questo riconoscimento. Ma esempi come questi non possono non evidenziare un paradosso, quello di essere uno dei paesi più belli del mondo e, nello stesso tempo, di non riuscire ad attrarre talenti da fuori. La ragione è che il nostro sistema non è volto a favorire la gemmazione delle eccellenze ma alla difesa dell’esistente.
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GIMATERA2015, Il Sud per l’Europa
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Un Piano industriale per il Sud che attraverso un utilizzo virtuoso dei Fondi Strutturali non guardi solo alla crescita del Paese, ma anche al suo sviluppo in un ambito che oltrepassa i confini del continente europeo. È stato il filo conduttore del meeting GIMATERA2015, promosso dai Giovani Imprenditori Confindustria Basilicata, nella Capitale europea della Cultura e che ha visto una partecipazione di oltre 350 industriali.
L
orenzo Pagliuca, Presidente del Gruppo lucano, è stato l’artefice di una tre giorni, dal 14 al 16 maggio, che ha saputo coniugare le suggestioni di luoghi incantevoli, testimoni di una storia millenaria, come i Sassi, l’eleganza dei suoi storici palazzi, i sapori dei piatti tipici lucani, ma anche momenti di arte (dalla visita alla Cripta del peccato originale, nota come Cappella Sistina del rupestre alla visita al Museo della fotografia dedicato a Pino Settanni), di musica e di spettacolo (con le suggestioni di luci, suoni e drammaturgia di Gianpiero Francese in una serata a sostegno dell’Airc e dell’Unicef). Una cornice straordinaria per ospitare i vertici di Confindustria con il Comitato Fisco, il Consiglio di Presidenza, il Consiglio Centrale e i Comitati tecnici Giovani imprenditori, il Comitato e l’Assemblea GISUD e per parlare delle ricchezze della Basilicata, dalla cultura, all’acqua, al petrolio con la visita al giacimento petrolifero dell’Eni in Val d’Agri. “Abbiamo voluto portare i Giovani Imprenditori nella Capitale europea della Cultura 2019 - ha detto Pagliuca - e aprire con loro un confronto. Abbiamo presentato le nostre proposte guardando tutti insieme alla Basilicata e al Sud per ripensare il ruolo del Mediterraneo: non come un problema, ma come un’opportunità. Una porta sul mondo verso i mercati europei e orientali che richiede però una nuova e più attenta politica di programmazione socio economica dell’Unione Europea”. E questo vuol dire che “occorre non ripetere gli errori del passato – ha detto Michele Somma, Presidente di Confindustria Basilicata – giacché le risorse della programmazione 2007/2013 sono state polverizzate in oltre 600mila progetti. Bisogna avere il coraggio di fare scelte strategiche importanti capaci di far convergere le risorse su pochi e selezionati progetti”. Si guarda al futuro. “Obiettivi chiari e ben definiti, investimenti mirati e concentrazione delle risorse”: sono i fattori caratterizzanti della nuova programmazione dei Fondi strutturali per lo sviluppo del Sud Europa per il 2014-2020. “La politica regionale rispondendo alle
di Luigia Ierace, Giornalista @LuigiaIerace
richieste europee - ha detto Antonio Bernardo, Autorità di Gestione del Po Fesr 2014-2020 della Regione Basilicata - ha individuato alcuni obiettivi tematici su cui investire per accrescere le opportunità imprenditoriali a sostegno di una politica di coesione. Circa il 60% delle risorse sarà allocato nei settori della ricerca e dell’innovazione, della competitività produttiva, dell’energia e dell’agenda digitale. Investire su target strategici, evitando così la dispersione dei fondi, significa puntare sulla qualità degli investimenti fornendo risposte concrete al tessuto imprenditoriale e quindi alla crescita del territorio”. In tal senso GIMATERA2015 è anche una grande opportunità per attrarre investimenti in Basilicata. “Il territorio che presentiamo al mondo dell’impresa - ha ribadito il Direttore Generale di Confindustria Basilicata, Giuseppe Carriero - è molto competitivo e la qualità della vita è buona. Nulla da invidiare ad altri siti industriali italiani”. È il biglietto da visita di GIMATERA2015 all’Italia, all’Europa e a questo nuovo grande Mediterraneo. “Un progetto davvero ambizioso quello dei nostri Giovani che - ha spiegato Pasquale Lorusso, Vice Presidente Confindustria Basilicata - vogliono reagire alla crisi e investire sulla Basilicata, terra ricca di risorse naturali, dall’acqua al petrolio, ma anche di eccellenze nell’innovazione, nella ricerca e nelle tecnologie tra le più avanzate d’Europa”. E a “colpi di tweet” i Giovani Imprenditori sono entrati nella rete dando vita a un faccia a faccia con il Presidente dei Giovani Marco Gay e il Governatore lucano Marcello Pittella. Tante domande dal Sud che guarda all’Europa “con una carica di ottimismo e passione – ha aggiunto Gabriella Megale, Vice Presidente di Confindustria Basilicata – perché fare impresa richiede anche entusiasmo e motivazione sfruttando tutte le leve della tecnologia, dell’innovazione e dello sviluppo”. #GIMATERA2015. Siamo responsabili, siamo giovani, siamo imprenditori e per questo noi ci siamo oggi giorno. Un tweet per un’avventura partita da Matera e dalla Basilicata ma che continua ancora.
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il nostro piano industriale per il sud | 22 |
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GIMATERA2015 è stata una tre giorni densa di emozioni, sapori, colori, sorrisi che rimarrà impressa nella memoria del nostro Movimento. GIMATERA2015, nella Capitale europea della cultura 2019, ha rappresentato un momento di confronto e di proposta sostanziale su quello che è il sentiment del Movimento rispetto al tema dei Fondi strutturali europei, partendo da quello che è stato fatto e quello che sarà nei prossimi anni.
A
Matera il vero protagonista è stato il Sud, inteso non solo come Mezzogiorno d’Italia, ma come Sud dell’Europa, la porta con la quale accedere a nuovi mercati, l’anello di congiunzione tra due continenti: Europa e Africa, divisi da un lembo di mare, spesso associato a problemi. Vorrei riportare il pensiero sui libri di storia che tutti abbiamo letto a scuola, che ci riportano ai tempi dei grandi navigatori, che solcavano il mare tracciando percorsi commerciali ed esportavano e importavano cultura, usi e costumi oltre che merci. Il Mediterraneo: the Great sea Questo è, e questo deve tornare ad essere il nostro mare: il Mediterraneo che tutto unisce e niente divide. “The Great sea” non è un mare e basta, ma una Regione geografica in cui tutto e tutti sono calamitati, destinati a sfiorarsi, toccarsi, competere, scontrarsi e unirsi. Il Mediterraneo, per l’Italia, ma per l’Europa tutta, può e deve rappresentare una leva di sviluppo, di accrescimento ed espansione oltre confine, il Sud può e deve fare la sua parte. Paesi extra europei vicini a noi, con un potenziale elevato, insieme ai quali poter sviluppare nuove economie che potrebbero subito contrastare la continua emorragia di immigrati che spesso si trasforma in catastrofe. Il Mediterraneo non può più essere visto solo come lo scenario di questi tragici e tristi eventi, è una risorsa, un’opportunità e i dati lo confermano. L’interscambio tra Unione Europea e Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, negli ultimi 15 anni, è più che raddoppiato, passando da 70 miliardi di dollari a 227. Le esportazioni dei Paesi dell’Ue sono cresciute più velocemente verso Turchia ed Algeria seguite da Egitto e Marocco. Attualmente l’export dell’Unione è concentrato in Turchia per il 42%, Algeria 12%, Israele 10% e Marocco 10%. Dall’Ue proviene oltre il 50% delle importazioni totali e intorno al 60% delle esportazioni dei Paesi della riva sud ed est del Mediterraneo.
di Lorenzo Pagliuca, Presidente Giovani Imprenditori della Basilicata
Un piano industriale del Sud C’è bisogno di infrastrutture: strade, ferrovie, aeroporti per cargo e porti commerciali che oggi trovano evidenza nel piano infrastrutturale europeo, ma devono essere proiettate ad una funzione extra continentale. È necessario costruire nuove infrastrutture e accelerare la costruzione di quelle già programmate. Non solo grandi opere pubbliche quando parliamo di autostrade marittime, ma un’agenda digitale che pensi a trasmettere e non dismettere. La “agenda digitale” del Governo Italiano si deve adeguare alle nuove sfide, all’evoluzione tecnologica e al mercato, con un focus sullo sviluppo socio-economico del Sistema Paese. I Fondi strutturali negli ultimi due cicli settennali hanno avuto a disposizione circa un terzo del bilancio della UE. Nel periodo 2000-2006 circa 195 miliardi di euro, nel 2007-2013 sono diventati 335 miliardi. All’avvio della programmazione europea 2014-2020 va tracciata una linea di convergenza per le regioni del Sud, sull’indicazione dei nuovi mercati di sbocco. Per questo proponiamo l’idea di un piano industriale del Sud. Investimenti in infrastrutture di collegamento utili a riallineare i paesi convergenza dell’area mediterranea in un nuovo grande bacino, con numeri non più esigui, che vada oltre i confini perimetrali. È necessaria una programmazione europea orientata ad una visione non più solo interna ma che guardi oltre, volta alla creazione di piattaforme logistiche che utilizzino il mare per incrementare i traffici di merci, come se fosse una sola grande regione solcata da enormi fiumi che, bagnando le rive, contagiano il comune sviluppo. La capacità di sviluppo di un paese non si denota dalla quantità di aiuti di Stato che questo destina al sistema sotto forma di sussidi per la crescita. Questo è assistenzialismo. Né la competizione tra le regioni può essere solo basata sulla capacità di utilizzarne il più possibile.
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Fondi strutturali e qualità della spesa La vera sfida è valutare, con il supporto degli indicatori sociali ed economici, la qualità della spesa. I Fondi Strutturali - strumento di politica di coesione economica e sociale nato per eliminare le profonde differenze tra le regioni e per sostenere la crescita delle aree più deboli dell’Unione - troppo spesso non sono utilizzati dagli Stati e dalle regioni secondo le finalità originarie perseguibili attraverso strumenti diversi: Fesr, Fse, Pon, Por. I Fondi ci sono, vanno spesi e spesi meglio. Contestualmente va portato avanti il percorso delle riforme per svecchiare il Paese, alle quali però non devono far seguito piccoli provvedimenti che se ben letti sono vere e proprie contro-riforme. Le riforme, se ben integrate in una strategia di sviluppo, consentono di accelerare anche il raggiungimento degli step previsti nel crono programma che deve accompagnare il nuovo piano industriale per il Sud. Coraggio, perseveranza e un buon sistema finanziario Ma per fare tutto ciò, ci vuole coraggio e perseveranza, doti che i Giovani Imprenditori hanno sempre dimostrato di avere. Non abbiamo scelto la via breve, non siamo andati via. Crediamo nel Sistema Paese e vogliamo fortemente la sua ripresa. Più fiducia nelle idee: che siano supportate da un buon sistema finanziario che valuti le prospettive di crescita e non misuri soltanto gli indici patrimoniali ed economici, soprattutto dopo anni di crisi. Il principale obiettivo di qualsiasi politica economica deve essere quello di sviluppare i settori strategici, rendendoli capaci di competere con i concorrenti internazionali attraverso investimenti in qualità, ricerca e innovazione. Chiediamo di ristabilire il giusto equilibrio tra pubblico e privato, ricostruendo un rapporto corretto dove il privato rischia e investe e il pubblico non fa l’imprenditore, ma mette l’impresa nella condizione di crescere e competere. Una macro regione del Mediterraneo In un sistema globalizzato, partiamo da un’area di interesse locale e al suo interno ragioniamo da Europa, quella vera, quella politica, che vada oltre l’Europa monetaria e sfrutti al meglio il contesto del Mediterraneo. Abbiamo analizzato e condiviso il mercato di sbocco del Mediterraneo, abbiamo già condiviso la canalizzazione dei Fondi Strutturali per un aggancio fra il Nord e il Sud dell’Europa. Ora, se invertiamo la prospettiva, e come Nord indichiamo l’Africa e come Sud l’Italia, dobbiamo condividere che in questa nuova macroregione è necessario normalizzare le regole del gioco e generare investimenti nel Sistema Paese e nel Sud.
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A nome dei GI della Basilicata e per delega dell’Assemblea del Sud, a Matera ho proposto un provvedimento celermente attuativo che, senza costi aggiuntivi, consenta di attrarre nuovi investimenti. La proposta: rivitalizzare le aree industriali dismesse Descriviamolo in sintesi: acquisiamo da tutti i Consorzi di gestione delle aree industriali i dati dei siti dismessi o degli spazi già urbanizzati e non occupati nelle aree industriali del Sud. Rendiamo pubblici questi dati su una piattaforma telematica affinché queste aree: vengano assegnate a semplice richiesta, dopo la 1 presentazione di un piano di sviluppo asseverato, con l’impegno a riattivarli con un nuovo investimento in massimo 6 mesi, senza dover corrispondere alcun onere di urbanizzazione (perché, come abbiamo premesso, si tratta di aree già urbanizzate che quindi non necessitano di ulteriori interventi). 2 per i primi tre anni questi investimenti sono esentati dal pagamento dell’imposta comunale sugli opifici industriali. È un’operazione che non costa nulla e sulla quale lo Stato guadagna: maggiore gettito Ires e Irpef, così come guadagno per regioni e comuni con le addizionali. Nuovi occupati e più redditi da spendere per far ripartire la domanda interna. A cascata un miglioramento dello stato sociale con benefici per tutti e soprattutto per le famiglie, quotidianamente soffocate da balzelli vari tutti a titolo oneroso. Si scatenerebbe una corsa positiva alle aree dismesse o mai decollate per farle ripartire. A ciò si andrebbe a sommare la finanza agevolata che ogni singola regione metterebbe in campo così da rendere il Sud un grande cantiere che trascina con sé le migliori eccellenze imprenditoriali. Una nuova pagina di storia per il Sud Al completamento del programma infrastrutturale europeo, che dovrebbe concludersi nel 2050, aprendoci subito ad una nuova visione dei mercati di sbocco del Mediterraneo, non saremo impreparati di fronte ai nuovi grandi flussi che si genereranno. Va cancellato il rischio che il Sud diventi terra di attraversamento, dopo che per anni, nel passato è stata terra di conquista. Dobbiamo essere attori del nostro futuro e non comparse che delegano ad altri. Riappropriamoci non solo della credibilità ma anche della responsabilità delle scelte. Scriviamo tutti insieme una nuova pagina di storia che veda il Sud protagonista in Italia, in Europa e nel Mediterraneo, consci di essere donne e uomini giusti leali e onesti, al servizio del Paese.
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Mario Romano
è il nuovo Presidente di GISud Eletto a GIMatera2015 subentra a Stefania Giacci
è un Sud coraggioso, competente ed innovativo quello che ogni giorno mostriamo con l’impegno costante delle nostre aziende.
è
di Daniela Paonessa, Segreteria Comitato Interregionale Mezzogiorno
Mario Romano, Amministratore unico della Romano Arti Grafiche di Tropea e già Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Unindustria Calabria, il nuovo Presidente di GISud. Subentra alla molisana Stefania Giacci. Il nuovo Tesoriere è Alessandro Vagnozzi, Presidente dei GI della Sardegna. Il passaggio del testimone è avvenuto nel corso della tre giorni GIMATERA2015, organizzata nella Capitale Europea della Cultura 2019 dai GI della Basilicata in collaborazione con il Comitato Interregionale del Mezzogiorno GI. Nella suggestiva cornice dello storico Palazzo Bernardini i Giovani Imprenditori del Mezzogiorno, alla presenza del Presidente Nazionale Marco Gay, hanno rinnovato le loro cariche. “È un Sud coraggioso, competente ed innovativo quello che ogni giorno mostriamo con l’impegno costante delle nostre aziende, continuando a investire e credere nella forza del nostro territorio. Ancora di più oggi vogliamo e dobbiamo rendere più visibile il nostro patrimonio e porlo al servizio della ripresa italiana”. Sono le prime parole del neo Presidente. Mario Romano, onorato della fiducia accordata dai colleghi del Sud ha dichiarato di sentire il peso della responsabilità dell’incarico proprio per il momento di transizione importante che sta attraversando il nostro Paese e per il Mezzogiorno in particolare. Il Presidente Romano, dopo l’elezione alla Presidenza del Comitato Interregionale del Mezzogiorno e la tre giorni di GIMATERA2015 è già proiettato verso un importante e storico appuntamento dei Giovani di Confindustria, per arricchirlo e rilanciarlo: il Convegno di Capri.
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Eni: Una grande scommessa sulla Basilicata
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“È il momento di fare scelte strategiche, importanti, capaci di far convergere le risorse su pochi e selezionati progetti”. E così, proprio in Basilicata, dove acqua, petrolio e cultura sono una grande ricchezza e un’opportunità di sviluppo per il territorio e per il Paese, Eni ha deciso “di fare una grande scommessa”. “Il petrolio - ha detto il Presidente dei Giovani industriali lucani, Lorenzo Pagliuca - è una risorsa grazie alla quale la Basilicata è leader nel Mezzogiorno e nel Paese”.
E
per toccare con mano l’intero ciclo estrattivo del petrolio, nell’ambito del meeting lucano GIMATERA2015, una delegazione composta da circa 60 imprenditori, guidata dal Presidente dei Giovani di Confindustria Marco Gay e dal Presidente dei Giovani della Basilicata Pagliuca, partendo dalla Capitale europea della Cultura 2019, ha potuto visitare il Centro Olio dell’Eni a Viggiano e alcuni impianti della Val d’Agri. Un’importante occasione di incontro e confronto tra le realtà imprenditoriali più virtuose d’Italia e della Basilicata, che intendono affrontare con fiducia le nuove sfide all’orizzonte del panorama economico italiano ed europeo. “I Giovani Imprenditori si faranno ambasciatori di questa terra”, ha ribadito Marco Gay, uscendo dal Centro Olio Val d‘Agri. “Si respira innovazione e sicurezza”, ha aggiunto Gabriella Megale, Vice Presidente di Confindustria Basilicata. “È un’eccellenza del Sud e un traino per il Paese, perché la ripresa dell’Italia riparte proprio dal Sud” – ha detto Mario Romano, neo eletto Presidente del Comitato Interregionale del Mezzogiorno di Confindustria, dal giacimento della Val d’Agri. È qui che gli imprenditori sono stati ricevuti dal Responsabile e dai Tecnici del Distretto Meridionale di Eni . La prima tappa è stata il cantiere di perforazione del pozzo Monte Enoc 5 poi si sono trasferiti all’interno del Centro Olio Val d’Agri, per approfondire i diversi aspetti legati al ciclo estrattivo del giacimento di petrolio su terraferma più grande d’Europa. Ultima tappa, il pozzo produttore Monte Alpi 5, uno dei 27 pozzi di produzione del giacimento lucano, il più grande d’Europa su terraferma, che “produce ogni anno una quantità di energia tre volte superiore a quella prodotta da tutto il fotovoltaico italiano, che conta 26mila impianti”.
di Luigia Ierace, Giornalista @LuigiaIerace
“Eni ha scommesso sulla Basilicata portando a Viggiano il Distretto Meridionale”. Lo ha ribadito agli imprenditori riuniti a GIMATERA2015 Giuseppe Tannoia, Direttore per le attività Italia e Regione Sud Europa di Eni. “L’installazione della direzione di tutto il Sud-Italia a Viggiano ha convogliato sulla Basilicata un investimento annuale compreso tra i 200 e 400 milioni di euro”. “Una filiera nella quale oggi più di 3.100 lavoratori sono impegnati giornalmente con le attività e il 60% risiede in Basilicata. Oltre ai turnisti che vengono da altri paesi dell’Europa e dal resto d’Italia: oltre 1.700”. I numeri, ha aggiunto Tannoia “fanno vedere che avere una possibilità dal punto di vista industriale e valorizzare una risorsa porta a uno sviluppo del territorio che spero e penso sarà sempre più importante nel futuro”. Marco Gay uscendo dal Centro Olio Dai risultati di una Val d’Agri: “I giovani imprenditori recente indagine il 75% italiani si faranno ambasciatori di degli operatori della questa terra” ricettività, albergatori, ristoratori, gestori di pubblici esercizi, è interessato e beneficia dei flussi di business legati alle attività Eni. E i cosiddetti turisti da lavoro rappresentano oltre il 60% del flusso totale”. È la conferma che la presenza dei grandi player dell’industria estrattiva in Basilicata rappresenta un importante elemento per lo sviluppo del sistema industriale diretto e indiretto, ma sono altrettanto importanti le occasioni di dialogo costante e continuo, come questa offerta in Val d’Agri da GIMATERA2015 per definire sinergie utili all’individuazione di occasioni e opportunità per uno sviluppo sostenibile a vantaggio della comunità locale.
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WeloveSud, una porta sul mediterraneo “Un piano industriale per il Sud”. Lo hanno chiesto i Giovani Imprenditori di Confindustria a Matera guardando con grande interesse al Mediterraneo e a nuovi significativi progetti. Ma “chi frena gli investimenti e le imprese – ha tuonato il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Marco Gay - frena lo sviluppo del territorio, la crescita e l’occupazione”.
C
’è voglia di guardare avanti, di lasciarsi la crisi alle spalle e di spingere sull’acceleratore al termine del meeting GIMATERA2015, promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria Basilicata nella neo eletta Capitale Europea della Cultura 2019. E un ruolo fondamentale per lo sviluppo del Paese e di nuovo grande Mediterraneo, come “mare che tutto unisce e niente divide”, in una geografia che dalla penisola iberica ai Balcani, passando per l’Africa, travalica il continente europeo, possono averlo proprio gli investimenti. Ricco il dibattito, lanciato dal leader dei giovani lucani, Lorenzo Pagliuca nelle tesi di GIMATERA2015 presentate in apertura del workshop WELOVESUD, al quale hanno
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di Luigia Ierace, Giornalista @LuigiaIerace
partecipato tra gli altri, oltre a Gay e Pagliuca, il Vice Presidente nazionale di Confindustria Andrea Bolla, il Direttore per le attività Italia e Regione Sud Europa di Eni Giuseppe Tannoia, e il Presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella. Una riflessione sul tema “Il Sud per l’Europa. Mediterraneo, problema o opportunità?” che ha chiuso il meeting nella Città dei Sassi. “Oggi che siamo all’avvio della programmazione europea 2014-2020 - ha detto Pagliuca - non possiamo esimerci dal tracciare una linea che possa essere di convergenza per le regioni del Sud, sull’indicazione dei mercati di sbocco” prevedendo “investimenti in infrastrutture di collegamento” dei paesi dell’Area mediterranea. “Per i prossimi 8 anni - ha
Tavola rotonda - I Fondi Strutturali per lo sviluppo del Sud Europa
ricordato - saranno disponibili 20 miliardi di euro l’anno di Fondi strutturali europei: la vera sfida è la qualità della spesa, perché tali risorse possano generare un reale incremento della competitività delle regioni del Sud”. In sostanza “i fondi ci sono e vanno spesi meglio”. Nelle tesi di GIMATERA2015, Pagliuca, a nome dei GI della Basilicata e per delega dell’Assemblea del Sud, ha proposto “un provvedimento celermente attuativo (utilizzando ciò che oggi è già disponibile e per alcuni versi rappresenta un problema ambientale e quindi economico) che, senza costi aggiuntivi, consenta di attrarre nuovi investimenti. Si tratterebbe - ha detto - di acquisire dai Consorzi di gestione delle aree industriali i dati dei siti dismessi nel Sud o comunque gli spazi già urbanizzati nelle aree industriali del Sud e non occupati, perché possano essere assegnati e riattivati in 6 mesi, senza che le imprese paghino oneri di urbanizzazione, assicurando anche l’esenzione per tre anni dal pagamento dell’imposta comunale sugli opifici industriali”. “Competitività e innovazione: è da questo binomio – ha sottolineato nel suo intervento il Presidente della Regione Basilicata Pittella – che riparte l’economia della Basilicata e dell’Italia intera. In questo scenario la Basilicata ricopre un ruolo baricentrico candidandosi a piattaforma logistica di scambi tra nord Europa e sud del Mediterraneo, nonché luogo di cultura e di opportunità. Un ruolo ancora più strategico in un mercato libero e competitivo come quello che va delineandosi. È questo
il momento di abbandonare la logica della tristezza e di guardare avanti con spirito positivo”. Ma è anche il momento di fare scelte strategiche, importanti, capaci di far convergere le risorse su pochi e selezionati progetti. E così, proprio in Basilicata, dove acqua, petrolio e cultura sono risorse straordinarie Eni, che opera nel più grande giacimento d’Europa su terraferma, in Val d’Agri, ha detto Tannoia, “ha deciso di fare una grande scommessa”. “Il dilemma che rimane - ha detto - è: industrializzazione o deindustrializzazione? Si tratta di costruire un discorso culturale, l’industria deve ritornare al cento delle nostre aspirazione. Quando si parla di industria spesso gli viene attribuita una percezione negativa, secondo me tutti noi dobbiamo cercare di lavorare sulla prospettiva dell’industria e far capire come l’industria è un’infrastruttura, è importante”. In sostanza, a GIMATERA2015 è emerso un Mezzogiorno consapevole delle proprie potenzialità, in cui i valori del fare impresa possono rappresentare il miglior antidoto contro il germe della corruzione. “Chi corrompe e chi si lascia corrompere non ci appartiene. Confindustria - ha detto Gay - non può essere la casa di chi opera nell’illegalità. Dove c’è una impresa che funziona e che è supportata dal lavoro efficace delle istituzioni, non c’è spazio per la illegalità. Alla politica territoriale, pertanto, chiediamo di non cercare il consenso, ma di cercare sempre i risultati”.
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intervista a
Andrea Bolla
Presidente Comitato tecnico Fisco di Confindustria
di Alessia Passacantilli, Segreteria Nazionale GI Split payment e reverse charge incidono pesantemente sulla liquidità delle imprese redendole di fatto doppiamente finanziatrici dello Stato: da un lato con l’IVA e dall’altro con i debiti che la PA ancora non salda. Come incideranno queste misure sulla capacità di investire delle imprese? L’introduzione dello split payment e l’estensione del meccanismo del reverse charge a nuovi settori economici sono azioni che mal si conciliano con l’obiettivo di favorire il rilancio degli investimenti privati. È da tempo che su questo fronte si assiste ad un atteggiamento ondivago da parte del Legislatore nazionale, sempre in bilico tra l’impegno, pubblicamente annunciato, di promuovere gli investimenti - il più delle volte spinti da Confindustria - e la volontà, malcelata, di rimpinguare le casse erariali a detrimento della liquidità delle imprese. Si assiste cosi, un giorno, al varo di incentivi e azioni lodevoli, come il rifinanziamento della nuova Sabatini, il credito di imposta per l’acquisto di beni strumentali o quello per le spese di ricerca e sviluppo, e il giorno successivo, alla comparsa di misure, come appunto lo split payment ed il reverse charge, che sottraggono risorse alle aziende impedendogli di realizzare tempestivamente i loro progetti di investimento, e magari anche di sfruttare gli incentivi concessi, che hanno scadenze ben delimitate. Per rafforzare la competitività e l’occupazione è necessario uno sforzo coerente e unidirezionale, che faccia capo ad una visione strategica, altrimenti si rischia di gettare al vento, con azioni miopi, quanto di buono fatto finora. L’Europa non ha ancora dato la sua approvazione su queste misure, che reazione si aspetta? Per quanto concerne lo split payment l’autorizzazione comunitaria dovrebbe essere una questione meramente
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formale, sebbene si tratti di una misura sperimentale anche a livello europeo. Com’era prevedibile il passaggio al nuovo meccanismo, nel caos applicativo che caratterizza spesso il sistema italiano, ha già generato difficoltà; in alcuni casi addirittura strumentalizzate dalle PA per ritardare i pagamenti alle imprese fornitrici. Si tratta, ancora una volta, dei frutti avvelenati di una politica che speso mossa dall’ansia di gettito non tiene conto dell’impatto delle misure varate sugli operatori. Diverso è per il reverse charge nella grande distribuzione organizzata, una misura la cui autorizzazione è sembrata da subito più controversa. Confindustria ha apertamente denunciato alla Commissione Europea gli effetti devastanti che il regime produrrebbe sull’intera filiera fornitrice della GDO. L’auspicio ovviamente è che gli organismi europei, valutata la situazione, neghino questa autorizzazione. Ad ogni modo, proprio per contenere gli effetti dannosi sulla liquidità delle imprese, sarebbe quanto mai opportuno garantire fondi sufficienti e procedure rapide di rimborso dei crediti IVA e una soglia di compensazione dei crediti tributari più elevata, pari almeno ad un milione di euro. Rimanendo in Europa, le differenze di pressione fiscale sulle attività produttive nei diversi paesi sono significative. Sarebbe auspicabile, in termini di competitività, una fiscalità comune europea? L’integrazione fiscale europea è un processo inevitabile e più avanzato di quanto comunemente si creda. I Paesi dell’Unione adottano già da tempo regole comuni per quanto concerne la fiscalità indiretta, a partire dall’IVA. La giurisprudenza della Corte di Giustizia e alcune iniziative della Commissione europea stanno aprendo un percorso di armonizzazione anche nel campo delle imposte dirette e dei regimi agevolativi. Esistono diverse Comunicazioni che sottolineano autorevolmente l’importanza del contrasto all’evasione fiscale e alle doppie imposizioni e anche sul piano della fiscalità internazionale non mancano iniziative importanti, come la recente indagine sulla concessione di ruling fiscali dannosi da parte di alcuni Stati membri o la collaborazione attiva dell’UE con l’OCSE, nell’ambito del contrasto all’erosione delle basi imponibili e ai fenomeni di profit shifting (BEPS). La definizione di regole comunitarie in ambito fiscale è in sostanza un processo in continuo divenire che non può essere certamente arrestato se si vuole una vera integrazione europea, d’altro canto è importante che il percorso si sviluppi in modo equilibrato, con la dovuta attenzione delle peculiarità nazionali, solo cosi potrà esserci una garanzia e un vantaggio per tutti.
C’è poi il capitolo sulla tassazione per gli immobili d’impresa. Fra IMU e TASI, i dati parlano di una pressione ancora in aumento. Con l’arrivo della “tassa sugli imbullonati” la situazione sembra destinata a peggiorare… Il continuo incremento della pressione fiscale sui capannoni è una vera e propria zavorra che impedisce alle imprese di liberare appieno il loro potenziale produttivo e tornare competitive. Gli immobili di impresa sono dei veri e propri fattori produttivi ed è già un’assurdità che su di essi oggi si sovrappongano tassazioni di stampo patrimoniale. Ed è oltremodo impensabile che le risorse utilizzate per pagare un imposta come l’IMU non possano essere integralmente dedotte dalle imposte sui redditi e siano tassate come fossero reddito! La tassazione sui macchinari imbullonati si iscrive in questa logica perversa e miope che valorizza qualsiasi assurdità purché produca gettito. Una logica contro gli investimenti che contestiamo con forza, perché crediamo che gli investimenti sono l’unico motore della ripresa. Pensa che le prossime attesissime disposizioni sul catasto possano correggere il tiro? L’aberrazione dei macchinari imbullonati avrebbe dovuto essere risolta già nella legge di stabilità. Le disposizioni introdotte in quell’occasione hanno però peccato di ingenuità: si è evitata una presa di posizione chiara, che avrebbe sicuramente risolto il problema alla radice, ed il risultato è che oggi il fenomeno sembra ripresentarsi con la stessa virulenza. L’attuazione della delega fiscale offre grandi opportunità per cambiare volto al sistema fiscale, ma il problema dei macchinari imbullonati deve invece essere risolto al più presto. Non dobbiamo dimenticarci che la riforma del catasto è, invece, una operazione complessa che non offre garanzie nei tempi di attuazione. Proprio la “tassa sugli imbullonati” fa emergere ancora una volta una fisionomia del fisco a macchia di leopardo. Ciò che vale a Messina non necessariamente si ripete a Trento. Quanto incide l’assenza di una armonizzazione fiscale sulla ripresa? Un fisco frammentato è sinonimo di incertezza, complessità, pessima competizione. Viviamo in un mondo in cui le imprese hanno bisogno di regole chiare e stabili per pianificare i loro investimenti: garantire questi elementi a livello nazionale è un prerequisito indispensabile per attrarre investimenti esteri e consentire a chi già opera in Italia di restarci e di crescere.
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Nel paese della crescita
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Attraverso la realizzazione di un idoneo ecosistema imprenditoriale è possibile dare slancio all’imprenditoria e permettere alle aziende di crescere più rapidamente, ecco come.
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di Michela Sciurpa, Comitato di Redazione Quale Impresa @SciurpaMichela
ontinua la partecipazione dei Giovani Imprenditori di Confindustria alle iniziative organizzate nell’ambito del G20, la cui Presidenza è affidata nel 2015 alla Turchia. Mancano ormai pochi mesi al summit annuale della G20 Young Entrepreneurs’ Alliance (Istanbul, 7-9 Settembre) ed al Summit dei capi di stato e di governo (Antalya, 15-16 Novembre). “L’obiettivo principale del recente viaggio negli USA - racconta Andrea Bos, GI di Venezia - è stato partecipare alla secondo incontro delle task force del B20. L’appuntamento è stato organizzato a Washington in concomitanza degli Spring Meeting di IMF e World Bank. Il B20 è stato creato per raccogliere informazioni e raccomandazioni dal mondo delle imprese. Nel 2015 venti giovani imprenditori della G20 YEA sono riusciti per la prima volta a contribuire ai lavori; dall’Italia siamo coinvolti nei lavori sia io, nella task force Trade, che Luca Donelli nella neocostituita task force SME & Entrepreneurship. I risultati dei lavori delle diverse task force saranno un ridotto numero di raccomandazione da presentare ai capi di stato e di governo.” Il B20 (@B20) è diventato uno strumento molto importante nel contesto del G20, utile a colmare il gap attualmente esistente fra business e politica per stimolare la crescita economica. Per approfondire proprio il tema della crescita, Luca Donelli si è anche recato a Milwaukee per incontrare il Prof. Daniel Isenberg, ospite a Roma in dicembre di Scale Up Europe, e conoscere il team di lavoro del progetto Scale Up Milwaukee (@scaleupMKE). Scale Up Milwaukee è un progetto focalizzato sullo sviluppo delle capacità imprenditoriali, che intende concentrare politiche, strutture e programmi per rafforzare l’imprenditoria locale. Il progetto si basa su un modello di sviluppo economico ideato dallo stesso
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Il team di lavoro del progetto Scale Up Milwaukee
Prof. Isenberg, Direttore esecutivo e fondatore del Babson Entrepreneurship Ecosystem Project. Milwaukee è la prima comunità negli USA ad aver sviluppato un programma imprenditoriale basato su questo modello. L’iniziativa è anche appoggiata dalle istituzioni locali. La strategia di medio-lungo termine alla base di Scale Up Milwaukee è quella di creare uno sforzo integrato dei 6 attori principali che concorrono a creare l’ecosistema imprenditoriale: cultura e università, politica e leadership, finanza, capitale umano, mercato e supporto professionale. La prima fase del progetto, della durata di 6 mesi, è servita per creare una conoscenza diffusa fra leader pubblici, privati e stakeholder circa l’impegno richiesto e il piano da mettere in atto per sostenere “Scalerator”, un programma nel quale startup e imprese consolidate hanno l’obiettivo di crescere esponenzialmente. “È la qualità delle imprese che crescono che fa la differenza, non la quantità delle nuove startup - afferma Isenberg - è per questo che la fase 2 del progetto mette in pratica una vera e propria accelerazione d’impresa che prevede il coinvolgimento delle istituzioni regionali, la collaborazione fra imprenditori nel reciproco vantaggio, rafforzando la cultura d’impresa attraverso il sostegno all’assunzione del rischio, stimolando la ricerca e lo studio di casi di imprese in rapida crescita e implementando così il programma “Scalerator”. Le imprese più motivate
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e coraggiose posso essere family business, startup, imprese manifatturiere o di servizi, commerciali o innovative, e non necessariamente giovanissime. La candidatura è aperta ad un numero massimo di 20 imprese. Dai risultati presentati dopo un anno dall’avvio del programma a Milwaukee, sono molte le imprese che hanno riscontrato una crescita quasi immediata e significativa. La crescita registrata si attesta al 5%, 25%, 50% o anche al 100%. Ciò avviene perché l’impresa vive e opera all’interno di un ecosistema imprenditoriale sostanzialmente autosufficiente. Ed è proprio il concetto di ecosistema imprenditoriale autosufficiente che merita un approfondimento. Un ecosistema imprenditoriale non si riferisce al contesto nazionale, piuttosto ad un più ristretto ambito regionale o meglio locale. Un ecosistema imprenditoriale innovativo presuppone la presenza di startup e imprese innovative, abbondanza di capitale di rischio, diffusione della cultura imprenditoriale, fluidità dei network e presenza di talenti, un luogo-non luogo in cui tutti gli sforzi dei network e dei policy maker sono diretti a rimuovere qualsiasi ostacolo che possa rallentare la crescita imprenditoriale. Fra gli esempi di ecosistemi imprenditoriali innovativi degli ultimi anni spiccano la Silicon Valley, Boston e Tel Aviv. Più recentemente si stanno facendo spazio anche Londra e Berlino. Santiago del Cile è un esempio di come anche la politica possa contribuire in
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maniera significativa alla creazione di un ecosistema imprenditoriale. Il programma di Isenberg è stato ideato per essere applicato ad una piccola comunità: Milwaukee ha circa un milione e mezzo di abitanti, una realtà circoscritta, nella quale avviene l’interazione fra multinazionali (a Milwaukee ad esempio ha sede Harley Davidson e la divisione Healthcare di General Electric), importanti università (University of Wisconsin Milwaukee e Marquette), imprenditori e benefattori coinvolti nella gestione delle loro donazioni. I risultati a conclusione del progetto pilota sono sorprendenti. Oltre ad aver realizzato l’obiettivo di far crescere le imprese, il sistema è anche autosostenibile. Per esempio, i corsi di marketing rivolti agli imprenditori partecipanti sono tenuti dai manager delle grandi imprese. In questo modo avviene un effettivo scambio e gli stessi manager che insegnano possono raccogliere idee e suggerimenti utili al proprio lavoro. Nel grafico viene riassunto il concetto di ecosistema imprenditoriale. Il contesto italiano presenta alcune similitudini, ma anche forti diversità. Nel grafico si mostra l’interazione possibile fra tutti gli attori coinvolti in un ecosistema imprenditoriale, tenendo presente che, partendo da caratteristiche condivise a
livello nazionale, ciò che si sviluppa a livello locale può avere caratteristiche differenti rispetto alle comunità vicine. “Dopo la visita a Milwaukee e l’aver interagito con molte persone coinvolte, sono sempre più convinto – ha commentato Luca Donelli - che questo modello possa trovare applicazione anche in Italia ed in Europa”. Anche con questa intenzione si riunirà il 4-5 giugno 2015 a Londra la terza Conferenza Europea dei giovani imprenditori organizzata da YES for Europe, occasione per crescere insieme e far crescere le nostre imprese a livello europeo (#scaleupeurope). Non ci resta che raccogliere segnalazioni e disponibilità da parte dei nostri territori candidati a diventare il prossimo caso di Scale Up!
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Riapriamo il dialogo tra politica, istituzioni e imprese. Disegniamo insieme con responsabilità il presente ed il futuro del nostro Paese.
di Stefania Zuccolotto, Responsabile Policy e convegni @StefaniaZucc
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ronti ad aprire il sipario sul 45° Convegno di Santa Margherita Ligure, in cabina di regia il collaudato TriReg che con impegno, passione e competenze da anni cura l’organizzazione di questo evento e sul palco ad aprire i lavori una Presidenza al compimento del suo primo anno di mandato. Un anno intenso che ha visto il Presidente Marco Gay con la Struttura di Confindustria, tutta la sua Squadra ed i GI del Movimento coinvolti in una vera e propria rivoluzione di approccio e coinvolgimento. Dai centrali itineranti sul territorio nazionale ai tanti progetti realizzati e in corso d’opera raccontati nel primo Bilancio Sociale presentato a L’Aquila lo scorso aprile. Dopo aver parlato nel 2014 di umanesimo industriale, rivolgendo l’attenzione alla persona come punto focale per l’economia, la produzione, la ricerca e le istituzioni, quest’anno la sfida sarà quella di parlare di policy e politics facendo dialogare Istituzioni, sindacati, imprenditori e loro, i politici, sia leader di partito che membri del Governo. Saranno due giornate all’insegna del confronto e del
dibattito, non è più tempo di politica urlata, né di politica della “casta”: ora è il momento di sedersi attorno allo stesso tavolo e ragionare su quali soluzioni concrete si possano mettere in campo. Il 45° Convegno dei GI non vuole sfidare la politica, ma dialogare affinché ognuno rivesta il proprio ruolo con responsabilità e consapevolezza realizzando un progetto comune. Nelle diverse tavole rotonde che si susseguiranno si discuterà di futuro, di capitale civico, di innovazione, di ambiente per mettere in atto, insieme, quelle azioni che ci permettano di rilanciare il nostro Paese e rendere ancor più attuali le parole reshoring, meritocrazia, legalità, responsabilità. Abbiamo bisogno di risolvere problemi sistemici e questo lo si potrà fare solo trovando insieme soluzioni e realizzandole. Il dibattito verrà stimolato dal moderatore e dai Giovani Imprenditori, come sempre attivi sia in sala che da fuori. Il count down è partito, le aspettative sono alte così come la nostra voglia di esserci e partecipare perchè ci Interessa, e non possiamo perdere l’occasione di vedere la politica e impresa a lavoro.
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I Giovani Imprenditori raccontano chi sono e cosa hanno fatto nel primo anno di Presidenza Gay attraverso un nuovo strumento di comunicazione: il Bilancio Sociale.
di Cristina Loccioni, Comitato di Redazione Quale Impresa @cristinaloc
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uando si realizza con impegno qualcolotto, Responsabili rispettivamente del Comitato RSI cosa di importante, che ha un impate politiche di genere e del Comitato Policy e convegni. to sociale, si ha il desiderio ed il doveSono loro ad aver coordinato un lungo lavoro di raccolta re di comunicarlo, per condividerlo e dati ed elaborazione dei contenuti, “un passo importanstimolare a fare ancora meglio. Nasce te, il primo di un percorso che con questo documento si così il progetto del Bilancio Sociale, un documento reapre e che ci impegniamo a portare avanti nel tempo”, datto dai Giovani Imprenditori di Confindustria per raccontinuano Laura e Stefania. Ed infatti il Bilancio Sociacontare la propria identità ed un anno di intense attività le presentato ad aprile a L’Aquila è solamente il primo (maggio 2014-aprile 2015), per testimoniare la volontà di una serie che verrà pubblicata ogni anno dai Giovani di dare un contributo nel contesto attuale. Cosa Imprenditori per raccontarsi. Molti Gruppi territoriali di Giovani Imprenditori avevano fanno i Giovani Imprenditori? Chi sono? avviato un progetto simile produCome ricorda bene Alberto OrioLaura TINARI Ste li, Vice Direttore de Il Sole 24 cendo documenti meravigliosi; fa RESPONSABILE ni TE a N COMITATO RSI il Bilancio Sociale nazionale Ore, i Giovani Imprenditori ZU LE E POLITICHE DI GENERE non sono “figli di papà”, ve nella stessa direzione, VA ma imprenditori giovacondividendo non solo C O ni che lavorano seriainformazioni e linee M O mente su progetti strategiche, ma anconcreti. Un impeche progetti e idee. gno che la PresiInformare e condiChi ha lavorato al denza di Marco videre accorcia le Bilancio Sociale? distanze fra i terriGay sta portando avanti seguendo tori, facendo rete e Un ringraziamento 6 parole chiave: progettando insieparticolare a giovani, merito, reme azioni concrete sponsabilità, camsecondo le esigenbiamento, futuro, ze diffuse nelle varie competenze. Obiettiprovince d’Italia. Il Bivi concretizzati attralancio Sociale fa parte FA verso la semplificazione, di un grande progetto, A COMITATO RSI NT M la comunicazione e la preal quale la Presidenza Gay E POLITICHE DI GENERE IN a ri I Ma senza sul territorio, testimosta dedicando molte energie: Andrea niata dall’itinerare dei Giovani la comunicazione. Per poter acSTELLA Imprenditori per l’Italia, per valorizzacrescere l’informazione e soprattutto re le eccellenze del Paese e dare il proprio la condivisione sono tanti i modi in cui si sta contributo nella società. “Siamo coscienti che essere comunicando con i Giovani Imprenditori e con la società Giovani Imprenditori significa avere delle responsabilità civile per creare sinergie. Oltre ai canali tradizionali e al e un ruolo sociale. Questo è il motivo che ci ha spinto a nuovo format del Bilancio Sociale i Giovani Imprenditori redarre questo primo Bilancio Sociale nazionale del nosono attivi in particolare nell’utilizzo dei social network stro Movimento” spiegano Laura Tinari e Stefania Zuced hanno appena realizzato una app. I
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Raccontare il Made in Italy
La Biennale d’Arte 2015 dedica il Padiglione Venezia alla storia di 9 imprese manifatturiere del Veneto. “Nove storie esemplari del Veneto, il primo passo di una ricerca alla quale la Biennale intende dedicare parte delle sue energie”, ha detto il Presidente Paolo Baratta in occasione della presentazione.
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un riconoscimento importante e unico per il Made in Italy, una “piccola rivoluzione culturale” come ha scritto bene Mariano Maugeri sulle pagine de Il Sole 24 Ore. Una iniziativa destinata ad accendere i riflettori su un aspetto troppo spesso trascurato, anche dagli stessi imprenditori, sul racconto dei metodi, delle modalità organizzative e dei rapporti che illustrano il nascere dei lavori e dei prodotti del nostro manifatturiero. In un libro pubblicato pochi mesi fa da Marsilio per la Fondazione Nord Est il Professor Marco Bettiol unisce gli aspetti più rilevanti del raccontare il Made in Italy, mettendo in fila gli aspetti cruciali, le potenzialità ancora inespresse e una serie illuminante di esempi e case history che ne fanno un testo di obbligata lettura per tutti noi. Il racconto del nostro manifatturiero e dei legami con la cultura è un tema che potrebbe apparire lontano a chi produce meccanica di precisione, mobili per ufficio o, come me, imballaggi per il food. In realtà, pur senza
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di Tayla Tagliaferro, Comitato di Redazione Quale Impresa @Tayla76 esserne consapevoli, ciascuno di noi ha nel suo DNA i geni di quella cultura che hanno fatto grande l’Italia, e che respira e vive ogni giorno nel tragitto casaazienda. Sono valori e stimoli che in un momento di trasformazione profonda come quella che stiamo vivendo vanno riscoperti, valorizzati e sfruttati fino in fondo per competere sempre meglio nei mercati mondiali. Scrive Bettiol: “I contenuti culturali rappresentano un aspetto sempre più qualificante dell’offerta soprattutto quando sono contestualizzabili all’interno di esperienze complesse. Il consumatore dimostra di essere interessato alla qualità del prodotto se è in grado di associarlo a un preciso contesto d’uso e a dei significati originali”. E in Italia, come sottolinea l’autore, esiste un grande serbatoio di esperienze a cui attingere per produrre valore economico. Gli esempi più interessanti si trovano nel settore del caffè, come in quello del vino o del tessile. Proprio questi esempi dimostrano come la sfida per noi imprenditori del futuro sia proprio quella di
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Foto esposta nella Biennale dell’Arte 2015
riuscire a valorizzare adeguatamente la complessità culturale che è alla base dei nostri prodotti, trovare un modo di comunicare in modo efficace gli elementi che contraddistinguono il Made in Italy e non dare nulla per scontato, soprattutto quando si tratta di confrontarsi con un consumatore che viene da paesi geograficamente e culturalmente lontani da noi. In parole povere, anche la comunicazione dei nostri prodotti richiede un cambiamento adeguato ai tempi che stiamo vivendo. Utilizzo delle nuove tecnologie e della rete, anzitutto, ma anche e soprattutto la capacità di essere flessibili nel racconto stesso del nostro manifatturiero, lasciando da parte per un momento i manuali di marketing e puntando invece di più sullo storytelling e sul valore dell’esperienza che portano con sé i nostri prodotti. Non dimentichiamoci, infatti, che già oggi ciascuno di noi, per soddisfare le esigenze dei propri clienti realizza prodotti sempre più personalizzati. Questo è un elemento utile al racconto e alla valorizzazione del processo
produttivo. Ciò che esce dalle nostre fabbriche oggi porta con sé la qualità estetica e le tradizioni culturali di cui siamo intrisi, e rappresenta un valore aggiunto che nessun Paese al mondo potrà mai sottrarci. Se è vero infatti che oggi il nostro manifatturiero non potrà più competere sui numeri e le quantità con i paesi emergenti o quelli ad industrializzazione più matura, è innegabile invece che nessuno come noi potrà mai vantare una storia e un retroterra culturale importante come il nostro. Lo hanno già capito i grandi gruppi della moda internazionale che non a caso hanno comprato alcuni dei brand più importanti del nostro Made in Italy. Gruppi che si sono guardati bene dal trasferire la produzione altrove, tutt’altro. Hanno anzi valorizzato e reso sempre più riconoscibile agli occhi dei consumatori il valore del nostro sapere artigiano. Di questo sapere artigiano, e del potenziale che è incorporato nel nostro manifatturiero, il più importante narratore è Stefano Micelli, Direttore della Fondazione
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Foto esposta nella Biennale dell’Arte 2015
Nord Est e autore di un testo fondamentale per comprendere quale enorme giacimento di petrolio è il nostro saper fare. “Cultura e produzione per molto tempo non sono andate d’accordo – scrive nella premessa del rapporto 2015 della Fondazione Nord Est – dalla rivoluzione industriale in poi, la produzione ha fondato la sua crescita sulla ricerca scientifica e sulla tecnologia”. Ma “le trasformazioni recenti del nostro capitalismo contribuiscono a modificare alla radice il paradigma a cui siamo abituati. Il consumo conosce una profonda evoluzione: una quota crescente di domanda si rivolge verso beni capaci di racchiudere valori immateriali che rappresentano il risultato di un percorso di ricerca legato a una determinata storia aziendale, o a un territorio”. Il nostro compito e la nostra sfida, come Giovani Imprenditori, è allora quello di credere nel valore del racconto del Made in Italy – tanto più nell’anno in cui il nostro Paese ospita una vetrina importante e prestigiosa come Expo - e applicarlo quotidianamente al nostro agire sfruttando soprattutto l’aiuto offerto dalle nuove tecnologie. Purtroppo ancora oggi l’Italia è tristemente
ultima nelle classifiche europee sull’uso del digitale. Scontiamo ritardi sulla diffusione della banda larga e siano ancora troppo arretrati sulle competenze informatiche e l’uso dell’e-commerce. E’ un peccato perché, come scrive Bettiol, “proprio questi canali di comunicazione si dimostrano per le caratteristiche funzionali e i costi di gestione molto più vicini alle necessità delle piccole e medie imprese italiane”. Le nuove tecnologie rappresentano lo strumento migliore per raccontare i nostri prodotti, non a caso Google stima un aumento annuo del 12% delle ricerche online di beni Made in Italy. Per questo la nostra responsabilità sarà sempre più quella di cavalcare questa rivoluzione e comprendere la complessità che si cela dietro l’apparente semplicità di usare i social network. Un compito che non possiamo affidare ai nostri padri, ma che dobbiamo avere la consapevolezza e la responsabilità di prendere in mano noi per guidare il nostro manifatturiero verso nuovi obiettivi di prosperità e di successi.
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“DIRETE” distretti tecnologici siciliani insieme per innovare Non si può essere competitivi senza innovazione e non ci può essere innovazione senza sinergie: partendo da questa considerazione è nato il progetto DIRETE che, con il sostegno della Regione Sicilia, ha realizzato un hub dei distretti tecnologici siciliani, AgroBioPesca, Micro e Nano Sistem e Navtech insieme con le tre università siciliane di Palermo, Catania e Messina.
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n esperimento senza precedenti nel panorama nazionale, che si propone di sviluppare un cluster territoriale sull’innovazione, complementare e sinergico a quelli tematici costituti in Italia per Horizon 2020. “Crediamo che DIRETE sia un modello virtuoso di cooperazione - spiega il Professore Antonino Valenza, coordinatore del progetto e Presidente della Commissione brevetti dell’Università di Palermo - che va nella linea indicata nella nuova programmazione comunitaria, ovvero di puntare su cluster e distretti tecnologici per aggregare le imprese che vogliono fare innovazione. In più con DIRETE si è cercato di riunire i tre distretti tecnologici siciliani (e di conseguenza le università, i centri di ricerca e le imprese che ne sono socie) per creare una struttura unica che aumenti la capacità di interlocuzione con la politica locale e nazionale, nonché con le aggregazioni non siciliane.
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di Giovanni Russo, Comitato di Redazione Quale Impresa
Intendiamo proseguire nella direzione intrapresa, valorizzando il ruolo dei distretti, ma anche mettendo a disposizione dell’intera regione l’esperienza di collaborazione che stiamo portando avanti.” All’interno di DIRETE si è data anche importanza alla formazione di figure qualificate con profili in linea con i fabbisogni delle imprese dei singoli distretti: sono stati, infatti, selezionati e formati 150 laureati provenienti dai corsi di formazione presenti nei progetti di ricerca del PON gestiti dai tre distretti siciliani. Al termine dei corsi è stata organizzata la manifestazione “DIRETEforJOB”. Il 14 aprile a Palazzo Steri, sede del Rettorato dell’Università di Palermo, oltre 40 imprese nazionali e multinazionali hanno realizzato più di 400 colloqui individuali con i laureati che erano stati preselezionati nelle settimane precedenti. I giovani sono stati inseriti in un database unico e le varie aziende hanno così avuto modo di scegliere quali laureati incontrare in colloqui one to one. Ogni “reclutatore” ha
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Prof. Antonino Valenza
avauto a disposizione un massimo di 15 incontri possibili della durata di 20 minuti ciascuno. L’organizzazione dell’evento palermitano è stato affidato alla Fondazione Emblema, che ha sviluppato il format della manifestazione e lo ha inserito nel calendario di eventi della Borsa della Ricerca. “Cerchiamo di innovare in tutta Italia le politiche di trasferimento tecnologico e di placement – aggiunge Valenza - e riteniamo che DIRETE possa rappresentare, almeno per tutto il centro-sud, un modello virtuoso di aggregazione e di raccordo tra università ed imprese. Con DIRETEforJOB offriamo ai giovani l’opportunità di incontrare in un solo giorno imprese provenienti da luoghi diverse, ma tutte interessate ai loro profili, e alle aziende sia grandi - ma direi soprattutto alle medio-piccole - l’occasione di poter avere un bacino di reclutamento estremamente mirato e qualificato”. A metà maggio, una delegazione delle realtà presenti all’interno del progetto ha partecipato anche al Forum
della Borsa della Ricerca di Bologna, per presentare DIRETE, continuare nel processo di aggregazione di imprese non siciliane e iniziare nuove collaborazione con spinoff e gruppi di ricerca. Il finanziamento regionale che ha permesso la nascita di DIRETE si esaurisce a fine anno, ma i distretti tecnologici siciliani hanno tutta l’intenzione di proseguire nella strada intrapresa. “DIRETE si è dimostrata un’esperienza vincente e ci sono tutte le condizioni per continuare – conclude Antonino Valenza. Siamo grati alla Regione Sicilia che ha sostenuto lo startup di questa iniziativa, ma oggi DIRETE può continuare autosostenendosi con il contributo diretto dei distretti partecipanti e trasformarsi da esperimento embrionale a struttura permanente di raccordo tra l’innovazione sviluppata in Sicilia e le realtà imprenditoriali ed accademiche esterne al nostro territorio”.
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rinnovi cariche Consiglio Centrale 13 aprile - Ilaria Caporali entra a far parte del Consiglio Centrale in rappresentanza del Comitato Regionale dei GI Umbria come VP delegato dal Presidente Marzio Presciutti Cinti 15 aprile - Fausto Bianchi, a seguito dell’elezione a Presidente dei GI di Unindustria Lazio, entra a far parte del Consiglio Centrale come componente di diritto e pertanto Alberto Maria Barberis ne prende il posto come membro elettivo
Presidenti Regionali Veneto 10 aprile – Giordano Riello subentra a Enrico Berto - dopo il periodo di reggenza di Davide Guariento - ed entra a far parte del Consiglio Centrale GI
Presidenti Territoriali Ferrara 10 marzo – Enrico Zuffellato è stato eletto Presidente del GGI di Ferrara, subentra a Naike Gruppioni Genova 17 febbraio – Enrico Botte subentra a Elena Risso come Presidente del GGI di Genova Udine 19 marzo – Davide Boeri subentra a Massimiliano Zamò è diventa Presidente del GGI di Udine Bari 20 marzo – Angela Maria Totaro è stata eletta per il secondo biennio a Presidente del GGI di Bari Viterbo 26 marzo – Martina Giusti è stata eletta Presidente del GGI di Viterbo, subentra a Stefano Giusti Latina 27 marzo – Christian Papa è stato eletto per il secondo biennio a Presidente del GGI di Latina Frosinone 27 marzo – Pio Savoriti subentra a Massimo Grande come Presidente del GGI di Frosinone Rieti 27 marzo – Marco Pezzopane è stato eletto Presidente del GGI di Rieti e subentra a Claudia Chiarinelli Macerata 24 aprile – Simona Reschini subentra a Alessandro Guzzini come Presidente del GGI di Macerata Varese 4 maggio – Eleonora Merlo è stata eletta per il secondo biennio a Presidente del GGI di Varese Bologna 8 maggio – Enrica Gentile è stata eletta Presidente del GGI di Bologna, subentra a Gian Guido Riva
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Quale events agenda
VERONA 22-23 gennaio
E’ stata la Svizzera meta della prima missione imprenditoriale dei Giovani Imprenditori di Confindustria Verona per la presidenza di Michele Lovato. Un itinerario che ha coniugato il mondo dell’impresa, del design e della ricerca. Fil rouge il tema dell’innovazione, in una due giorni tra Zurigo per una visita in Freitag, brand svizzero famoso in tutto il mondo che realizza accessori di tendenza attraverso il recupero di materiali del trasporto su gomma, e Ginevra, in un percorso guidato al CERN, Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare. “Siamo stati entusiasti di questo viaggio” ha commentato il Presidente Lovato al rientro “Abbiamo conosciuto due modelli ad altissimo contenuto innovativo. E’ fondamentale, oggi, per noi Giovani Imprenditori, confrontarci con realtà internazionali per guardare oltre, spingerci a nuovi traguardi di business, puntando all’eccellenza.”
VARESE 23 GENNAIO
Una visita all’insegna di tecnologia e innovazione. La prima meta dell’anno del Gruppo Giovani Imprenditori di Varese è stata Samsung Electronics Italia S.p.A., filiale commerciale della multinazionale leader nel settore dell’elettronica di consumo e degli elettrodomestici. La sede di Cernusco sul Naviglio è uno dei sette centri design della casa madre sudcoreana. Dopo la presentazione sul mondo Samsung, è stata effettuata la visita dello showroom e del reparto Product & Solution, alla scoperta degli ultimi prodotti innovativi e delle soluzioni sviluppate per il business. Samsung è da sempre impegnata in una costante attività di ricerca e innovazione, che promuove un modello di sviluppo sostenibile a tutela dell’ambiente e sarà partner di Expo 2015.
VARESE 6 FEBBRAIO
”Tutti in sella!” E’ stato questo il tema del terzo appuntamento del percorso formativo “Scuola d’impresa” dedicato al Team Building organizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori di Varese. L’incontro, tenuto da Vittorio D’Amato, Direttore del Centro di Ricerca sul Cambiamento e Apprendimento Organizzativo (CeRCA) e Docente della LIUC - Università Cattaneo, ha evidenziato in particolare: il valore della sfida; l’importanza della partecipazione e della flessibilità in un gruppo; come sviluppare lo spirito di appartenenza; collaborazione e integrazione. La metodologia d’apprendimento è stata basata sul concetto di Action Learning finalizzata a coinvolgere emotivamente, mentalmente e fisicamente i partecipanti nell’attività. Il metodo è stato di tipo esperienziale, fondato sulla prova pratica della realizzazione di una moto.
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VICENZA 13 FEBBRAIO
Lo sviluppo delle imprese dipende dalla capacità di fare innovazione e l’innovazione passa per le risorse umane. Da questo punto fermo Dietmar Knoess, Direttore mondiale HR di Puma, ha sviluppato il suo incontro con il Gruppo Giovani Imprenditori di Vicenza intitolato “Le risorse umane: capitale per l’innovazione e l’internazionalizzazione” che si è tenuto presso la sede universitaria. “Ogni risorsa impiegata in favore delle persone che lavorano in azienda non deve essere considerata un costo – spiega Knoess bensì come un investimento che sicuramente porterà un ritorno”. “Il Gruppo ha deciso di concentrarsi nel prossimo triennio proprio sul tema del capitale umano – aggiunge il Presidente del Gruppo Andrea Stella - perché le aziende sono fatte in primo luogo dalle persone che le vivono”.
COMO 26 FEBBRAIO
Convegno HEINER OBERRAUCH - Presidente e Fondatore del Gruppo OBERALP SALEWA - L’expertise della multinazionale altotesina di brand sportivi: Know-how, tecnologia, stile nei prodotti tessili di alta qualità e Corporate Social Responsibility. Il Gruppo Giovani Industriali di Como ha organizzato un incontro HEINER OBERRAUCH - Presidente e Fondatore del Gruppo OBERALP-SALEWA.
VICENZA 27 FEBBRAIO
Il Gruppo Giovani Imprenditori di Vicenza ha organizzato una visita presso il Gruppo Pedon, leader europeo nella lavorazione, confezionamento e distribuzione di cereali e legumi secchi che nel periodo compreso tra il 1999 e il 2013 ha incrementato il fatturato passando da 8 a 90 milioni. La visita ha previsto un tour degli stabilimenti produttivi e un incontro con la proprietà, la famiglia Pedon, e un collegamento con lo stabilimento cinese per un confronto sui temi riguardanti l’internazionalizzazione, la global value e supply chain e la Corporate Social Responsibility. Durante la visita i Giovani Imprenditori sono stati affiancati da una esperta di internazionalizzazione della società di formazione degli industriali Niuko - Knowledge & Innovation la quale, due settimane dopo, ha tenuto una lezione di approfondimento per mettere a fuoco i punti di forza apprezzati in Pedon.
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VARESE 13 MARZO
Un’impresa radicata nel territorio, il cui nome è noto nel mondo, un’impresa che resta fedele alla tradizione e, insieme, è innovativa e creativa. Lindt & Sprüngli Spa di Induno Olona è stata la meta di una visita aziendale del Gruppo Giovani Imprenditori di Varese. Con sei poli produttivi in Europa, due negli Stati Uniti d’America ed uffici commerciali in quattro continenti, la nota azienda dolciaria della provincia di Varese è leader nel mercato del cioccolato di alta qualità La visita è stata caratterizzata da una presentazione iniziale dell’azienda e del cioccolato, cui è seguita la visita dello stabilimento produttivo. Lindt & Sprüngli, con oltre 160 anni di storia aziendale, è passata attraverso molte e diverse stagioni, lo spirito imprenditoriale e la passione nel produrre cioccolato “che si scioglie in bocca”, sono sempre vivi e profondamente radicati.
ANCONA 17 MARZO
Una delegazione di 60 Giovani Imprenditori di Ancona e delle Marche sono approdati a Maranello. Ad accoglierci Alessandro Chiesa, Direttore HR Ferrari, che ci ha anticipato quello che avremmo poi visto con i nostri occhi: un orientamento massimo all’eccellenza che passa attraverso la cura maniacale degli ambienti, l’attenzione ai collaboratori, l’innovazione estrema per la realizzazione di prodotti che devono far sognare.
VARESE 18 MARZO
11 istituti, 85 squadre, 350 studenti: questi i numeri dell’edizione 2015 del Management Game, la competizione aziendale organizzata dal Gruppo Giovani Imprenditori di Varese tra gli istituti superiori del territorio. L’iniziativa, come ogni anno, è stata rivolta agli alunni delle classi quarte. I ragazzi sono stati chiamati a gestire un’azienda virtuale simulata da un software. Un modo per sviluppare la loro capacità di lavorare in team e avvicinarsi al mondo dell’impresa, affrontando le classiche problematiche aziendali e valutando le scelte e le opzioni necessarie per una corretta gestione. Con una sorta di eliminazione, cominciata con la fase di istituto, il torneo ha visto trionfare nelle finali provinciali, che si sono tenute alla LIUC - Università Carlo Cattaneo, la squadra Tosino del Liceo Scientifico Arturo Tosi di Busto Arsizio.
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TREVISO 18 MARZO
Il Consiglio Direttivo allargato a tutti i soci GI si è svolto presso International College a Conegliano (TV) ospiti della giovane titolare Anna Amuro che ha raccontato la sua esperienza sull’utilizzo gratuito di tecniche di marketing avanzate illustrandone i benefici concreti.
CHIETI PESCARA 21/24 MARZO
Si è svolta dal 21 al 24 marzo 2015 la missione a Bruxelles dei GGI di Confindustria Chieti Pescara. Il viaggio studio ha rappresentato un momento importante per approfondire la conoscenza delle Istituzioni europee, instaurare un dialogo con i rappresentanti all’Europarlamento e conoscere le strategie messe in atto dall’UE per sostenere gli imprenditori. Denso il calendario degli appuntamenti delle tre giornate. Soddisfatto il Presidente Domenico Melchiorre per il successo della missione che ha saputo conciliare momenti di riflessione sull’etica e sulla sicurezza nel mondo del lavoro con momenti di approfondimento sul necessario collegamento tra le nostre aziende e le Istituzioni europee, raccogliendo spunti su come integrarsi nel contesto europeo sfruttando al meglio i programmi di sviluppo che l’Europa propone. L’impegno del Gruppo, adesso, è quello di far tesoro e capitalizzare questa esperienza con un progetto specifico.
CHIETI PESCARA 27 MARZO
Il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Chieti Pescara nel corso di un seminario organizzato in collaborazione con l’Ente Scuola Edile - CPT della Provincia di Chieti e l’INAIL Abruzzo, svoltosi il 27 marzo u.s., ha approfondito la conoscenza di quelle che sono le regole e le modalità per l’accesso ai finanziamenti che, attraverso i bandi ISI, l’INAIL mette a disposizione delle imprese per la realizzazione di progetti volti al miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Il Seminario ha rappresentato un momento importante di confronto su quelle che sono le difficoltà tecniche che si incontrano nell’intercettare i fondi messi a disposizione e talvolta non concessi per vizi di forma.
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TREVISO 27 MARZO
I GI di Treviso hanno visitato la mostra “Tutankhamon Caravaggio Van Gogh” a Vicenza presso la Basilica Palladiana. Un percorso tra 115 opere per raccontare l’immagine della sera e della notte nell’intera storia dell’arte, partendo dagli Egizi per giungere fino alle esperienze pittoriche più recenti.
TREVISO 29 MARZO
Visita alla mostra del 9° Premio Arte Laguna all’Arsenale di Venezia: i GI hanno trascorso una mattinata all’insegna dell’arte contemporanea tra opere di pittura, scultura, fotografia, video arte all’interno dell’Arsenale di Venezia, un luogo affascinante e unico, dove la creatività unisce passato e contemporaneo.
CATANZARO 31 MARZO
Nei giorni scorsi, il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Catanzaro ha aderito a “Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, l’associazione di promozione sociale presieduta da don Luigi Ciotti che, da oltre vent’anni, si occupa di sensibilizzazione e contrasto al fenomeno delle mafie. L’impegno che il GGI di Catanzaro si assume è, sì, quello di portare all’interno della propria realtà lavorativa il tema della lotta alle mafie, ma soprattutto quello di fare da cassa di risonanza, specialmente nei confronti delle nuove generazioni, nelle scuole, per far capire ai giovani che niente vale più della propria libertà, e che sottostare a questi meccanismi e mentalità rende un uomo schiavo. Il contrasto alle mafie richiede condivisione e corresponsabilità, ha detto Marco Rubettino, e questo ci ha spinto ad aderire a Libera, perché il mondo che troveranno un domani i nostri figli è quello che oggi, ciascuno di noi, si impegna a costruire.
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PARMA 5 APRILE
“Obiettivi e passione di un imprenditore”. L’incontro, organizzato mercoledì 15 aprile a Palazzo Soragna, ha avuto come tema il “Pathos imprenditoriale”. Nella prima parte è intervenuto un imprenditore-testimone Gian Domenico Giovannini, Amministratore Delegato di Laterlite Spa. La conversazione è proseguita con due ospiti d’eccezione: Luigi Abete, Presidente BNL e Past President dei Giovani di Confindustria e Marco Gay, Presidente Nazionale Giovani Imprenditori di Confindustria.
VICENZA 13 APRILE
Primo Miglio 1609, l’incubatore di start up manifatturiere di Vicenza nato su iniziativa del Gruppo Giovani Imprenditori, ha presentato i primi tre progetti che entreranno nel suo percorso di accelerazione ad una platea di imprenditori, rappresentanti degli istituti di credito, ricercatori e stampa. Gli startupper sono: Cesare Cacitti (15 anni) che ha sviluppato una stampante 3d low cost destinata a giovani, scuole ma anche piccole aziende che ricercano una prototipazione rapida ed economica. Pietro Toniolo (74 anni) ha brevettato una suola per calzature che con pressione esercitata dal piede a terra può aumentare o diminuire la temperatura della scarpa. Il team VarWind, composto da 7 giovani ricercatori, ha sviluppato invece una mini turbina eolica per sfruttare l’energia del vento in città abbattendo i costi energetici.
COMO 17 APRILE
X-Student, la formula ideata dal Gruppo Giovani Industriali di Unindustria Como per avvicinare gli studenti ai colloqui di lavoro. Un modalità innovativa che ha visto aderire il Liceo Scientifico Terragni di Olgiate Comasco con quattro classi, il Liceo Scientifico Giovio di Como con sei classi e l’Istituto Tecnico Magistri Cumacini di Como con quattro classi. In totale sono stati coinvolti 264 studenti e 18 imprenditori o funzionari che hanno fatto da giudici nei colloqui di lavoro simulati.
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ANCONA 20 APRILE
Acraf Angelini, il 5° gruppo farmaceutico d’Italia, e l’unico interamente italiano. Noto per prodotti che ognuno di noi ha nelle proprie case, è protagonista nel mercato nazionale anche per prodotti naturali, per il vino, per i prodotti di bellezza. L’azienda multinazionale oggi conta 6000 collaboratori nel mondo, di cui 700 solo nella sede di Ancona, che produce 100 milioni di pezzi di farmaci all’anno. I Giovani Imprenditori hanno potuto conoscere a fondo questa realtà confrontandosi con il Direttore HR Marco Morbidelli, con il Direttore Operation Egiziano Iencinella e con il Direttore di Stabilimento Tito Piccotti.
COMO 21 APRILE
Il Gruppo Giovani Industriali di Como ha organizzato un’interessante visita alla ditta Technogym. L’azienda è stata costituita nel 1983 da Nerio Alessandri, fondatore e Presidente di Technogym SpA, e attualmente impiega più di 2.000 dipendenti. Technogym è un’azienda leader mondiale nella realizzazione di attrezzature per il fitness destinate ad abitazioni private, fitness club, hotel, stabilimenti termali, centri di riabilitazione, palestre aziendali, strutture universitarie, strutture sportive professionistiche e altro ancora.
CUNEO 22 APRILE
Il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Cuneo ha organizzato presso il Castello della Manta “Back to basic: il valore della semplicità – Le caratteristiche dei leader di domani” un corso di formazione sulla valorizzazione del capitale umano, tenuto da Sergio Borra, Amministratore Delegato di Dale Carnegie Italia, azienda leader nel Business Training & Education. Il corso è stato introdotto da interessanti testimonianze dai manager di Ferrero S.p.A., Michelin Italiana S.p.A. e Merlo S.p.A.
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CASERTA 23 APRILE I Giovani Imprenditori di Confindustria Caserta rinnovano anche quest’anno la collaborazione con l’ISISS Terra di Lavoro di Caserta, per un progetto denominato Crea Impresa, volto a creare una reale interazione tra il mondo della Scuola ed il mondo dell’Impresa. I Giovani Imprenditori vestono i panni degli insegnanti e fanno da tutor agli studenti, come costruire un business plan, Team working, Finanziamenti ed agevolazioni a favore dell’imprenditorialità, come scrivere un curriculum vitae. Questi alcuni tra i temi trattati ed accolti con grande entusiasmo, in un clima di cooperazione che rappresenta senza dubbio un esempio dell’Italia che funziona.
SAVONA 23 APRILE
L’evento “È solo con la qualità che possiamo vincere. Le novità delle norme ISO 9001 e ISO 14001 previste per il 2015. La convenzione Unione Industriali di Savona – RINA”, si è svolto nella sede dell’Unione degli Industriali della Provincia di Savona. Nel corso del 2015 si prevede la formalizzazione della revisione della norma ISO 9001 e della norma ISO 14001. La nuova revisione presenterà una nuova struttura comune a tutti gli standard ISO relativi ai sistemi di gestione. Molteplici gli obiettivi dell’incontro, che ha avuto come relatori, oltre a Mattia Noberasco - Presidente del Gruppo Giovani di Savona, anche il Dott. Luigi Pavani, Business Development RINA Services SpA, e la Dott.ssa Simona Galli, Lead Auditor ISO 9001 e ISO 14001. “Per aggiornarci sulle novità previste dalle norme ma soprattutto per segnalare la convenzione tra Unione Industriali e RINA che riconosce agli associati condizioni economiche di miglior favore nell’ambito dei processi certificativi proposti dal RINA”, ha affermato Mattia Noberasco.
CATANZARO 27 APRILE
Si è svolta lunedì 27 aprile, presso l’Istituto Comprensivo “Vivaldi” di Catanzaro Lido, una delle tappe del progetto “Costituzionalmente: il coraggio di pensare con la propria testa”. Organizzato e realizzato dall’OSECO, dall’Associazione “Cento Giovani” e Confindustria Catanzaro. Un dialogo politicamente scorretto sulla prima parte della Costituzione in cui gli studenti si sono confrontati con le Istituzioni e i Giovani Imprenditori. Ognuno di noi, ha incoraggiato il Presidente dei Giovani Industriali catanzaresi, Marco Rubettino, possiede qualità e attitudini e la vostra è l’età giusta per scoprile. Iniziate a capire cosa volete fare da grandi, che sia l’università o un mestiere. Abbiate il coraggio di perseverare con costanza e impegno, perché il duro lavoro viene sempre premiato e riconosciuto.
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dal territorio
TREVISO 28 APRILE
Il Gruppo Giovani Imprenditori di Treviso ha ospitato Let›s Biz Up!, uno degli eventi nazionali di business matching tra imprenditori, investitori e start up organizzato dal Comitato Nazionale Nuova Imprenditorialità e ReStart di Confindustria Giovani, con l’obiettivo di far incontrare nuove imprese innovative e investitori. L›appuntamento con la presenza del Presidente Marco Gay, ha avuto luogo presso Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione del gruppo Benetton a Villorba . (Inserire logo let’s biz up)
PARMA 29 APRILE
Il 29 aprile si è svolto nella sede del Gruppo Giovani dell’Industria di Parma, il primo incontro del ciclo di Alta Formazione Assaggi 2015 dedicato a “Il Viaggio verso l’Internazionalizzazione”. Nel corso dell’incontro “La bussola per i mercati esteri”, i consulenti esperti di Deloitte introducendo il tema dell’internazionalizzazione, hanno declinato nei suoi aspetti generali e negli strumenti che lo caratterizzano un quadro complessivo e dettagliato alle diverse componenti del “Viaggio”.
VARESE 4 MAGGIO
“Una volta si diceva fare squadra. Oggi la parola giusta è: condividere”, così Eleonora Merlo in apertura della tradizionale Assemblea Annuale, che ha visto la sua riconferma alla presidenza del Gruppo Giovani Imprenditori di Varese. Un’introduzione social al tema dell’incontro pubblico “Ogni giorno è un nuovo inizio”, che ha visto protagonisti di un “viaggio nel futuro” Massimo Russo, Direttore di Wired, e Marco Giovannelli di VareseNews. L’imprenditrice ha sottolineato il ruolo nello sviluppo del Paese dei giovani imprenditori come “facilitatori di nuove conoscenze”. “Siamo di fronte a un cambiamento che coinvolge tutto e tutti siamo chiamati ad esserne protagonisti”, ha dichiarato sottolineando come chiave di volta per la rinascita industriale la Manifattura 4.0. A chiudere i lavori assembleari, Marco Gay, Presidente Giovani Imprenditori Confindustria.
VARESE 4 MAGGIO
80 studenti e 6 progetti d’impresa creativi. Latuaideadimpresa è una competizione, giunta alla quinta edizione, che vede protagonisti i ragazzi delle scuole superiori affiancati da imprenditori del Gruppo Giovani di Varese in veste di tutor per sviluppare idee di impresa innovative. Le idee vengono raccontate dai ragazzi in video pubblicati sul portale www. latuaideadimpresa.it e votati dagli imprenditori. In occasione dell’Assemblea Annuale, che ha fatto il punto sulle attività del Gruppo volte a portare la cultura d’impresa nelle scuole, sono state premiate le squadre migliori. Sul podio della competizione come vincitori sono saliti i Celiando dell’Isis Keynes di Gazzada Schianno. Al secondo posto i Let “mi” Expo dell’Istituto Enrico Fermi di Castellanza e al terzo pari merito Mr Plastic dell’IPC Verri di Busto Arsizio e Move on line dell’Istituto Daverio di Varese.
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dal territorio
TREVISO 6 MAGGIO
Si è svolto in Lisec Italia Srl - azienda leader nella produzione di macchine per la lavorazione del vetro piano - il Consiglio Direttivo allargato a tutti i GI, preceduto dalla visita allo stabilimento.
VICENZA 7 MAGGIO
1915-2015, cent’anni dall’inizio della Grande Guerra in Italia che ha visto il Vicentino come uno dei suoi teatri più importanti tanto che lo stemma della Provincia raffigura i quattro ossari in ricordo del conflitto. Tra questi l’Ossario del Pasubio, sorto inizialmente per volontà dei soldati sopravvissuti alla “Strafexpedition”. Un monumento che oltre alla Storia, celebra l’arte con i suoi affreschi attualmente in fase di restauro grazie all’opera dei Giovani Imprenditori di Arcart che hanno accompagnato gli associati del Gruppo a visitare il cantiere con l’irripetibile possibilità di salire sui ponteggi e vedere da vicino le opere e il lavoro dei restauratori e toccare con mano un’esperienza d’impresa applicata alla cultura e all’arte.
UDINE 7 MAGGIO
“Open Innovation; opportunità di crescita per le PMI”: è questo il titolo del meeting promosso dal GGI Udine. L’Open Innovation è l’innovazione aperta, diversamente a quella che viene svolta entro i confini dell’impresa, è l’innovazione che nasce assieme ad università, parchi scientifici, start-up, fornitori, intermediatori qualificati e tutti coloro che possono apportare un beneficio all’azienda. Grazie agli strumenti offerti dall’innovazione aperta il costo per l’acquisto di idee innovative è una frazione del costo che verrebbe speso all’interno dell’azienda e le soluzioni potenzialmente disponibili sono un multiplo di quelle producibili in azienda poiché ad essere interpellati sono tutti coloro che hanno intenzione di contribuire, a livello globale. Luca Escoffier, CEO di Innoventually, ha descritto le opportunità che si stanno presentando sul territorio italiano per gli imprenditori grazie a nuove disposizioni normative di recente pubblicazione.
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dal territorio
UDINE 8 MAGGIO
Il GGI di Udine ha partecipato l’8 maggio, in qualità di membri della giuria, alla Finale regionale di “Impresa in azione” di Junior Achievement Italia, programma didattico volto a trasferire la cultura d’impresa ai giovani delle scuole superiori e supportato a livello locale da Friuli Innovazione, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Rotary Club Udine Nord, oltre che dal GGI Udine.
UMBRIA 8 MAGGIO
È stato assegnato a due giovani imprenditori umbri il premio della terza edizione del progetto “InnFuturo: i giovani premiano i giovani», ideato dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Umbria per incentivare la creatività e per favorire la crescita professionale delle giovani generazioni all›interno della propria azienda puntando all›innovazione. I progetti vincitori sono quelli realizzati da Ettore Manganelli, responsabile commerciale della Manganelli spa e Antonio Alvino, direttore tecnico di Serms srl. Alvino ha presentato un macchinario per verificare la resistenza di componenti spaziali. Mentre Manganelli ha presentato il progetto Agricaffè: produzioni in vaso di frutta e piante aromatiche senza input chimici che garantisce frutti sani e saporiti che poi vengono offerti nell’Agricaffè, un locale in cui gli ospiti potranno staccare i frutti che mangeranno direttamente dalla pianta.
VICENZA 21 MAGGIO
Lamborghini è una delle eccellenze che rende l’Italia il non plus ultra del lusso, del design e della tecnologia. I Giovani Imprenditori di Vicenza hanno organizzato una visita aziendale presso la sede di Sant’Agata Bolognese che ha previsto: visita al museo, Factory Tour e incontro con il management sui temi della qualità, R&D e capitale umano.
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quale appointments
SAVE THE DATE Territorio como 11 giugno
Il GGI di Como sarà in visita presso l’azienda Verga Vini
Nazionale roma 9 luglio
Consiglio Centrale GI
stresa 18 settembre
Consiglio Centrale GI
capri 15 ottobre
Consiglio Centrale GI
capri 16 ottobre
Convegno Nazionale dei Giovani Imprenditori
capri 17 ottobre
Convegno Nazionale dei Giovani Imprenditori
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Qualità e Cultura nella Stampa
Romano Arti Grafiche è leader nell’industria della stampa di alta qualità e nell’editoria di pregio. Un’azienda innovativa a ciclo completo, dove creatività, esperienza, affidabilità e una profonda conoscenza delle tecniche di stampa la rendono speciale nel panorama italiano. Un team di creativi e tecnici della stampa studiano soluzioni sempre vincenti in stile made in Italy.
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