#luglio_agosto 2014
QUALE IMPRESA
LA RIVISTA NAZIONALE DEI GIOVANI IMPRENDITORI
le interviste
guido chiti il mondo in uno scarto SALIM ISMAIL A SINGULARITY INTERVIEW
primo piano
università, al lavoro!
la partenza ritardata e lenta garanzia giovani
speciale
Una copia € 4,10 - Anno XLI - n. 7-8 Luglio/Agosto 2014 - Contiene I.P.
il movimento siamo noi
SPECIALE CERONITAVELIGGUNREO SANTA MAR GH
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SOMMARIO lugliO|agosto|2014 EDITORIALE 28 Garanzia Giovani per uscire dall’emergenza disoccupazione giovanile 02 Il Direttore 03 Il vice di Cristiano Santori
SPECIALE santa margherita ligure
04 sapere. fare. impresa. 10 guido chiti: il mondo in uno scarto 12 salim ismail: A Singularity Interview 14 Idea hunting & strategic competitiveness 15 Ambiente 3.0 sviluppo sostenibile a 360° 16 Open Innovation: ricerca e sviluppo reloaded 17 Well-FARE aziendale: di Stefania Zuccolotto di Gianni Balistreri
di Luca Donelli
di Polina Bosca e di Manuel Alfonso
di Matteo Piccini
di Riccardo Ruscalla
competitività ed eccellenza attraverso la valorizzazione del capitale umano di Matteo Piccini
primo pIano
20 università, al lavoro! 24 La partenza ritardata e lenta. di Giovanni Russo
I fondi europei leva per uscire dalla crisi a cura del Centro Studi di Confindustria
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30 Il Movimento siamo noi di Michela Fantini
dal territorio
42 Wellness e network… insieme si sta meglio! 44 ASSEMBLEA ANNUALE DI BRESCIA: di Giovanna Gallo
GIOVANI A GRAN VOCE
di Massimiliano Pasini e di Andrea Tamburini
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Stelle nascenti per conquistare i mercati di domani di Marco Camuccio
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editore Servizio Italiano Pubblicazioni Internazionali S.I.P.I. SpA Via Pasteur, 6 » 00144 Roma tel. 06 5918856 » 5920509 Presidente » Antonella Mansi Amministratore Delegato » Luigi Paparoni stampa e spedizione Grafiche Antiga » Via delle Industrie, 1 » 31035 Crocetta del Montello (TV) » tel. 04236388 Rivista associata all’Unione della Stampa Periodica Italiana » Aut. Tib. Roma n. 15373 del 28|01|1974 Questo numero è stato chiuso in tipografia il 08|07|2014 pubblicità Per maggior informazioni ed eventuali prenotazioni di spazi pubblicitari sulla rivista Quale Impresa rivolgersi a: Michela Fantini » Direttore Giovani Imprenditori Confindustria » Viale dell’Astronomia, 30 » 00144 Roma » tel. 06 5903661- fax 06 5914529 e-mail: m.fantini@confindustria.it abbonamenti Italia Euro 37,00 » Estero Euro 47,00 » ccp 343509
editoriale
IL DIRETTORE balistrerigianni@gmail.com RESHORING: INTERNAZIONALIZZAZIONE SENZA DELOCALIZZAZIONE? Ci volevano gli Stati Uniti a porre all’attenzione dei media, dei governi europei, ma soprattutto degli imprenditori, un fenomeno, quello del reshoring - ossia il rimpatrio delle produzioni dall’estero - che rappresenta oramai una realtà nel panorama economico mondiale.
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Dopo aver capitanato per lungo tempo la pratica dell’offshoring, gli Stati Uniti hanno avviato una selezionata attività di riposizionamento della propria industria manifatturiera. Che ha generato un aumento della produzione manifatturiera del 30% dalla fine della recessione, creando circa 600.000 posti di lavoro, investendo nell’industria chimica e riprendendo le esportazioni di prodotti petroliferi. C’è voluto un mix di “leve” per ottenere questo miracolo: dal costo dell’energia molto più basso di quello europeo, grazie allo sfruttamento dello shale gas, agli investimenti in Ricerca e Sviluppo, alle agevolazioni fiscali. Qual è quindi l’equilibrio da individuare oggi tra produzione interna e delocalizzazione? É importante non confondere la delocalizzazione con l’internazionalizzazione o la multilocalizzazione produttiva. Le ultime due sono leve essenziali di crescita, che Confindustria sostiene e incentiva, perché spesso sono proprio la produzione o le joint venture all’estero a creare gli utili da rinvestire negli stabilimenti italiani. C’è poi la delocalizzazione pura, quella che chiude in Italia e apre all’estero. Spesso le aziende se ne sono andate non per scelta ma per forza, perché era l’unico modo di non chiudere totalmente a causa del costo del lavoro, della tassazione e delle lentezze burocratiche dell’Italia. Oggi invece il reshoring dimostra che questa convenienza non è più scontata: la qualità del capitale umano, la logistica più
semplice, il branding di un prodotto 100% italiano sono sempre più un vantaggio competitivo. Per questo è essenziale che anche l’Italia, come gli USA, si organizzi per coglierne le opportunità. Sicuramente è un tema complesso ma attualissimo, tanto che il nostro Presidente, Marco Gay, ha affrontato la questione lanciando la proposta dello “scudo industriale”, una temporanea riduzione delle tasse sul lavoro per le assunzioni frutto di rimpatri. Una misura che, insieme a investimenti in ricerca e formazione del capitale umano, specializzazione nei prodotti ad altissimo valore aggiunto ed efficienza energetica, potrebbe creare un secondo miracolo economico. L’Italia è il Paese con la più grande manifattura specializzata al mondo. Abbiamo le capacità e le potenzialità per tornare ad avere una produzione manifatturiera che incida almeno sul 20% del Pil, anche in Europa. Proviamoci!
Gianni Balistreri
IL VICE matteo.giudici@mesaconsulting.eu No big deal, only three stories. Il racconto dell’Italia migliore, quello del coraggio degli imprenditori e delle eccellenze dei nostri territori, di una Italia che abbraccia il reshoring e la reindustrializzazione. Di questo voglio parlarvi oggi, ma lo voglio fare con i racconti di tre amici che mi fanno pensare che la strada é lunga e il nostro impegno sarà determinante.
Eviterò di commentare queste storie, ma voglio condividerle perché vere. Veri Giovani Imprenditori che combattono tutti i giorni per questa Nazione e per tenere il lavoro in Italia, anche se la battaglia é dura. Mi riempie di orgoglio sapere che fanno parte del nostro Movimento e spero possano essere di stimolo a tutti coloro che hanno smesso di combattere. La prima storia riguarda il settore della sanità privata, di chi mi ha detto: “...eppure curiamo bene le persone...da tanto tempo…ci scelgono, ci vogliono bene.” La crisi di liquidità sta mettendo in difficoltà questa azienda, causata dallo Stato, dai troppi ritardi nei pagamenti e dalle banche che oggi vogliono tutto il patrimonio familiare per andare avanti. Cosa fare quindi? Questa amica mi ha confessato con grande malessere che: “Il pensiero di andare via viene, purtroppo sì, viene. Per avere una vita più giusta, più umana. Per offrire qualche opportunità in più ai nostri figli....”. La seconda storia nasce nel mondo dei trasporti di viaggiatori, in cui ho scoperto esserci una particolare norma che pone sbarramenti alle assunzioni di personale part-time a fronte di una reale e comprovata esigenza causata dalle caratteristiche del settore. Questa azienda ha fatto una scelta coraggiosa, ha deciso di assumere comunque in Italia 100 persone. Questa
scelta però, a fronte della suddetta norma, li sta obbligando ad un confronto con le organizzazioni sindacali al fine di derogare agli sbarramenti contrattuali posti, rischiando, quindi, per poter rispettare una norma contrattuale anacronistica, di dover esternalizzare fuori Italia. La terza storia vede un’azienda manifatturiera che ha fatto notevoli investimenti negli ultimi anni per crescere e aumentare la produzione e che oggi, sotto la pressione delle riduzioni dei prezzi dei concorrenti esteri, si sta trovando costretta a rivedere le politiche industriali iniziando ad avviare una delocalizzazione forzata per sopravvivere. Il mercato italiano, infatti, non riconosce più una differenziazione del prodotto locale, ma ragiona solo sul prezzo, senza considerare i costi accessori di gestire fornitori esteri e senza pensare al futuro del nostro Paese. Storie di Giovani Imprenditori che lottano tutti i giorni e a cui auguro di avere successo e a cui va la mia riconoscenza, storie che vorrei raccontare più spesso e che invito chiunque ne abbia una a contattarmi perché sarò onorato di dargli tutto lo spazio che merita. Matteo Giudici
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speciale santa margherita ligure
sapere. fare. impresa. | di Stefania Zuccolotto | Responsabile Policy e Convegni
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SAPERE: che nessuno ci regala niente, che non ci si affida al destino, ma lo si crea. FARE: di questa Italia il Paese che vogliamo. IMPRESA: di migliorare il presente per costruire il futuro. Queste le parole chiave del 44° Convegno di Santa Margherita Ligure.
L’emozione è palpabile nel neo Presidente Marco Gay, in tutta la sua squadra alla prima uscita ufficiale, negli instancabili ragazzi e ragazze del 3Reg, nei componenti della struttura di Confindustria e soprattutto nei tantissimi GI presenti al Convegno. Si respira un’aria carica di aspettative, entusiasmo, voglia di fare e di cambiare le cose. Silenzio in sala, luci basse, SML si apre con un palindromo fatto in collaborazione con ItaliaCamp in cui si dichiara che “Possiamo essere il cambiamento che vogliamo” investendo sul sapere, sul fare, sul Made in Italy; affrontando i problemi, favorendo il merito e incrementando le competenze; facendo crescere il capitale umano con l’attenzione a far sviluppare il talento di ognuno, nelle nostre imprese, nel Movimento e nella società, perché solo così si può far crescere l’intero Sistema. L’attenzione è posta sull’UOMO, sulla necessità di mettere la persona al centro dell’economia, della produzione, della ricerca e delle Istituzioni,
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per dare vita ad un nuovo umanesimo industriale capace di superare le problematiche del nostro quotidiano e in grado di disegnare l’Italia di domani, un Paese in cui emergano i talenti, si impari a fare sistema tra imprenditori, con le Istituzioni e la società nel suo insieme. Un emozionato “TriRegghino” e ora Presidente del Movimento apre ufficialmente il 44° Convegno SML. Per noi GI, dichiara, “la responsabilità non è un’opzione, è la regola”, parla al Governo mettendosi a disposizione per dialogare, ognuno con i propri ruoli e competenze, ma con la necessità di lavorare assieme per costruire una politica industriale ambiziosa e coerente, che sia in grado di ridarci un importante ruolo in Europa; tratteggia le nostre imprese “non come la somma di macchinari, ma come l’unione di persone che tendono verso un fine comune”. Si grida NO alla corruzione, si cerca invece etica, patriottismo e passione civile. Si toccano temi importanti: occupazione,
“Possiamo essere il cambiamento che vogliamo” investendo sul sapere, sul fare, sul Made in Italy; affrontando i problemi, favorendo il merito e incrementando le competenze; facendo crescere il capitale umano con l’attenzione a far sviluppare il talento di ognuno, nelle nostre imprese, nel Movimento e nella società, perché solo così si può far crescere l’intero Sistema.
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Marco Gay, Presidente Giovani Imprenditori Confindustria
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necessaria semplificazione per le imprese e garanzie per i lavoratori, formazione e dialogo tra imprese e scuole, riforme per cambiare il Paese e l’Europa, investimenti nella ricerca… passione e competenza al servizio del Sapere. Fare. Impresa. Si susseguono gli ospiti, tra speech singoli e tavole rotonde, un vivace Sebastiano Barisoni modera le giornate. Salim Ismail rapisce la platea della sala principale e delle aree allestite con i maxi schermi con le sue parole, parlando della sua esperienza e facendoci vivere quell’entusiasmo e quella capacità di credere e realizzare i sogni tipica della Silicon Valley, definendo gli italiani come creatori, nel Rinascimento, del mondo moderno. Con Massimo Russo, Direttore di Wired, l’esperienza di Stefano Aschieri di Wood’d e di Davide Gomba di Officine Arduino si entra nel Fare, in quella
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Massimo Russo, Direttore di Wired
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capacità di ripensare la tradizione in chiave moderna, innovando sul piano produttivo e nell’approccio al mercato, sapendo sfruttare anche le tecnologie digitali come “ascensori per raggiungere mercati prima molto difficili”, imparando a riorganizzare le aziende come reti e ponendo il proprio cliente/utente come “cittadino del proprio prodotto” condividendo e migliorando insieme il risultato. Dall’Università di Harvard, Marco Magnani sollecita le riflessioni in platea e tra la stampa con una serie di provocazioni sull’impatto della crisi sul nostro sistema economico, sulla necessità di non cadere nel vittimismo, ma imparare a definire policy ed essere costruttivi per riuscire a cogliere le opportunità che si presentano. Sottolineando di dover investire su scuola, formazione e mobilità del capitale umano, imparando a
“seminare nel momento giusto” le riforme, capendo quando il terreno è fertile affinché queste possano cambiare le cose e renderci dinamici. Sviluppando la capacità di “condividere i successi delle aziende al proprio interno e con il territorio”. Si ritorna sull’esperienza delle aziende e di chi le può supportare con i propri servizi, ma con uno sguardo maggiormente orientato oltre i confini nazionali con Alessandro Castellano di Sace, Guido Chiti di Ipac e Francesco Mutti. Il tema ricorrente è la possibilità di innovare anche in settori tradizionali, sapendo cogliere anche nello scarto l’opportunità di creare un nuovo prodotto e imparando a vedere l’estero non solo come mercato potenziale da raggiungere, ma anche come fonte di confronto per far nascere nuove idee. Si tocca poi il tema della finanza, ma in una chiave
07 Maria Elena Boschi, Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento
nuova, con le aziende e le loro necessità al centro, con la volontà di investire in progetti che puntino alla crescita, individuando un’evoluzione in corso anche negli incubatori di imprese in cui pubblico e privato si integrano in un’ottica di lungo periodo… e per Fare servono le riforme. Se ne parla prima a più voci tra Clementi dell’Università di Perugia, il nostro Giovane Giordano Riello e la proposta di riforma elettorale, Franco Roberti, Procuratore Nazionale Antimafia e Guido Maria Brera e poi con il Ministro Maria Elena Boschi e Roberto Napoletano de Il Sole24Ore. Si cita la necessità di discutere seriamente di Europa, di ridefinire un sistema di scelte che passino dalla regolarità della politica e da regole diverse, non per forza nuove, ma che si basino sul buon senso. Si parla di sussidiarietà e di velocizzare la giustizia per permettere uno sviluppo concreto del nostro Paese. Con la sala e le aree dei maxi schermi ancora gremite di persone, nonostante la tarda ora, l’atmosfera si carica si nuovo grazie
all’intervento di Don Luigi Ciotti, che con il suo fare semplice, ma tagliente ci augura di essere “eretici”, nel senso etimologico del termine, ovvero di “non accontentarsi dei saperi di seconda mano, di ribellarsi al sonno delle coscienze, di non pensare che la povertà sia una fatalità…”. Usa parole intense e scuote gli animi dei presenti, parla del NOI che vince, che è in grado di mettere insieme forze, economie e pensieri; della “cultura che sveglia le coscienze”, che allena alla vita e che deve essere luogo della conoscenza. Ci invita ad essere segni di speranza con il nostro agire e le nostre imprese, con l’umiltà e la voglia di metterci in gioco per cambiare insieme il nostro Paese. Ci parla “non di etica nelle professioni, ma Etica come professione”, scritta in noi e tradotta in parole e gesti coscienti, di responsabilità prima di tutto che ha come conseguenza diretta il rispetto della legalità. La seconda giornata, che si concentra più sulle esperienze e soprattutto sulle persone, si apre con il saluto anch’esso
Si cita la necessità di parlare seriamente di Europa, di ridefinire un sistema di scelte che passino dalla regolarità della politica e da regole diverse, non per forza nuove, ma che si basino sul buon senso. Si parla di sussidiarietà e di velocizzare la giustizia per permettere uno sviluppo concreto del nostro Paese.
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emozionato e coinvolgente del Project Leader di questa edizione del Convegno, Giacomo Gellini, che con il suo accento toscano e la semplicità delle sue parole riprende i punti salienti del discorso del Presidente Marco Gay, gli spunti di riflessione dati dagli interventi della prima giornata non mancando un ringraziamento particolare a tutta la squadra TriReg, “il sottosistema che muove i meccanismi del Convegno” così come descritto da Roberta (www. mezzocentmetro.com) una delle blogger invitata a raccontare il Convegno. Dopo una prima introduzione del Prof. Giuseppe Berta dell’Università Bocconi in cui si evidenzia la necessità, in un mercato veloce ed in costante mutamento, di avere un approccio strutturato al mercato, di avere organizzazioni “a geometria variabile che siano in grado d cambiare in funzione del contesto”, l’ampliamento dei confini riduce la differenza tra piccole e grandi aziende, la competizione si sposta sul livello qualitativo e le politiche industriali territoriali, se ben strutturate, possono contribuire a creare quelle condizioni
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ideali in cui imprese, istituzioni, scuole ed i diversi attori coinvolti possano condividere un linguaggio e delle modalità di azione comuni che portino allo sviluppo. Come si è modificato il contesto in cui le aziende operano, allo stesso modo si è rivoluzionato il mercato del lavoro, le persone hanno dovuto sviluppare nuove competenze ed in alcuni casi grazie a responsabilità e senso di appartenenza, come nell’esempio di Alessandro Micelli di Raviplast. Un’onda di emotività è arrivata con gli speech di Alex Bellini, Benedetta Bruzziches e Davide Oldani. Prima Alex con la sua determinazione in grado di vincere solitudine, problemi e paure, con la mente sempre focalizzata sull’obiettivo da raggiungere, con la consapevolezza che le cose non ci vengono regalate, ma hanno un costo e ce le dobbiamo conquistare. Con la capacità di saper cavalcare le difficoltà per diventare più forti, ricordandoci che siamo giovani, che abbiamo l’entusiasmo per credere di riuscire a raggiungere obiettivi che per altri sembrano impossibili ed avere la forza per arrivare dove vogliamo,
il tema ricorrente è la possibilità di innovare anche in settori tradizionali, sapendo cogliere anche nello scarto l’opportunità di creare un nuovo prodotto e imparando a vedere l’estero non solo come mercato potenziale da raggiungere, ma anche come fonte di confronto per far nascere nuove idee.
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Giulia Innocenzi e Alessandro Rosina
coltivando “il fuoco della passione, nonostante la cravatta che portiamo”. Poi Benedetta Bruzziches ed il suo contagioso entusiasmo che, raccontando la sua esperienza, ci invita a renderci conto che “abbiamo le mani per realizzare tutto quello che pensiamo”. Ed infine Davide Oldani che sottolinea come studio, preparazione, umiltà e fatica siano al primo posto, che riesci ad essere tanto più forte quanto più hai una famiglia alle spalle che ti supporta, che l’impresa è gioco di squadra e nel ruolo dell’imprenditore deve esserci la capacità di supportare i propri collaboratori perché si sentano parte di un gruppo. Ed infine il Ministro Poletti ed il Presidente Squinzi a
Nel ruolo dell’imprenditore deve esserci la capacità di supportare i propri collaboratori perché si sentano parte di un gruppo.
speciale santa margherita ligure confronto, spesso con idee molto simili, sottolineando come le risorse umane siano il valore aggiunto delle nostre imprese e non sia più il tempo per coltivare il retro-pensiero che le imprese vogliano “sfruttare il lavoro”, che sia arrivato il momento di prendere decisioni, di creare un nuovo sistema di relazione che preveda logiche di corresponsabilità tra impresa e lavoratore, per far sì che
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“l’Italia torni ad essere il paese delle opportunità”! Al Presidente Gay il compito infine di chiudere queste due giornate con di fronte a sé la sala ancora piena di persone attente e coinvolte, con l’atmosfera palpabile di un nuovo inizio e la carica per dimostrare con sempre maggiore entusiasmo di Sapere. Fare. Impresa.
guido chiti: il mondo in uno scarto | di Gianni Balistreri | Direttore Quale Impresa Guido Chiti, Amministratore Delegato dell’ IPAC, azienda del Pistioiese, fondata negli anni ‘50 dal nonno, il Cavaliere del Lavoro Guido Chiti, da 60 anni produce e commercializza prodotti in acciaio inossidabile per la cucina e la tavola. Perfezionati gli studi all’Estero, Melbourne University, International Business School, Plymouth University, rientra a lavorare nell’azienda di famiglia e si occupa in prima persona della sua internazionalizzazione.
Si può innovare in settori nuovi, ma lo si può fare anche nei settori tradizionali del Made in Italy. Voi avete fatto innovazione partendo da produzioni già esistenti, dall’utensileria classica per la cucina alla molletta di design: come nasce l’idea della molletta? Il prodotto esiste da tanto tempo, circa trent’anni, e viene prodotto dal recupero degli scarti di lavorazione dell’acciaio. L’idea è del 1967, quando producevamo le pentole di acciaio inossidabile: durante la lavorazione tagliavamo il rotolo di acciaio inossidabile e per ogni taglio rimanevano 4 angoli. A suo tempo non vi
era ancora la sensibilità ambientale, ma per non buttare via il materiale risultante dalla lavorazione mio padre s’inventò la “Molletta”, realizzata manualmente e rimasta per molti anni un prodotto di nicchia. Riscopro l’idea trenta anni dopo e penso che possa diventare un prodotto di produzione industriale. Come fa la sua idea ad arrivare nel più famoso Museo del Mondo, il M.O.M.A. di New York? Devo ringraziare gli americani, perché un giorno mi arriva una mail da una certa Sig.ra Carole, indirizzata a tutti i produttori europei di acciaio, in cui si chiedeva chi fosse il produttore della “Molletta” in acciaio inossidabile.
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Guido Chiti, Amministratore Delegato IPAC
Il Museo mi chiese di fare un prodotto in esclusiva solo per loro, denominato “Towel of clip”, un porta documenti fatto di dodici mollette. Per me fu uno choc realizzare di aver avuto la molletta davanti ai miei occhi per trent’anni e non averne mai immaginato altri usi! E da allora parte questa bellissima avventura. Quanti prodotti avete, oggi, in produzione? In un anno, dall’entrata in produzione della Molletta, abbiamo sviluppato altri prodotti come la Molletta Forchetta, la Molletta Cucchiaio, la Molletta Coltello… ad oggi sono 65 le Mollette! Tramite il passaparola la nostra collezione è esposta, oggi, nei musei di design più importanti del mondo.
Il fatto che sia stato qualcuno dall’estero a capire il valore dell’idea non l’ha fatta riflettere? Assolutamente sì, lo dicevo prima che è stato uno choc! L’ho avuta davanti per trent’anni e non gli ho dato valore, poi basta una semplicissima storia di marketing (dove gli americani sono maestri) per crearne un vero valore e dare la spinta al successo dell’iniziativa e dei prodotti successivi. Oggi siamo a 65 prodotti e riusciamo a proporne uno nuovo ogni mese. Consideravo l’esperimento un gioco, mentre adesso è una realtà e un business a tutti gli effetti!
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salim ismail: A Singularity Interview | di Luca Donelli | Responsabile Rapporti internazionali e comunitari - Strategic Alleances
Personalità come quella di Salim Ismail hanno la capacità di incidere sul percorso evolutivo di un ecosistema imprenditoriale, dandogli visione e slancio. Discutere e confrontarsi con lui è di altrettanto impatto. Speaker di punta a Santa Margherita Ligure, vi proponiamo un’intervista realizzata con lui durante la nostra due giorni di Convegno.
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Salim, partiamo dagli imprenditori. Chi è per te un imprenditore? Un imprenditore è una persona che è in grado di utilizzare una tecnologia per risolvere un problema o un bisogno, ma lo fa con passione. Ed è possibile formare un imprenditore? Seppure, come ha spiegato Steve Blank, l’abitudine ad operare fin da bambini in situazioni caotiche possa favorirne lo sviluppo, è certo che sia possibile rafforzare le capacità degli imprenditori innanzitutto attraverso l’apprendistato. I percorsi accademici legati all’imprenditoria sono focalizzati sul learning by doing. Inoltre, ed il caso delle imprese di famiglia in Italia è emblematico, è possibile imparare per osmosi trasmettendo la tradizione di generazione in generazione. Quali sono i paesi dove è più facile essere imprenditori? Stati Uniti. Israele. L’ecosistema nel quale noi imprenditori operiamo è in continua evoluzione. Come comportarsi? Le grandi imprese sono costruite per ricercare l’efficienza in modelli di sviluppo prevedibili. La realtà è invece di uno scenario volatile, in continua e rapida evoluzione. Ad affermarsi sono modelli diversi, come quello della
Le grandi imprese sono costruite per ricercare l’efficienza in modelli di sviluppo prevedibili. La realtà è invece di uno scenario volatile, in continua e rapida evoluzione. Ad affermarsi sono modelli diversi, come quello della lean startup.
lean startup. Questo approcciò è efficace perché, utilizzando strumenti di validazione della propria idea come Kickstarter, evita di attendere la prototipazione per avere il riscontro del mercato. Molte nuove tecnologie sono in fase di lancio. Come reagire? La prima, naturale e primordiale reazione è quella di spavento. Poi, bisogna pensare subito a come applicare questa tecnologia per migliorare il proprio prodotto o servizio. Parliamo ora di Singularity University. Intanto come mai questo nome? Il termine Singularity deriva dalla fantascienza. Può descrivere un evento straordinario (o una serie di eventi) che costringa a ridefinire i fondamenti sottostanti il nostro mondo oppure, più in particolare, il momento in cui l’intelligenza artificiale raggiungerà le capacità di quella umana. Noi non crediamo che ciò avverrà, ma la volatilità è un dato di fatto e riteniamo necessario formare la leadership nei diversi campi a gestire questa imprevedibilità. Quali sono gli obiettivi? Innanzitutto è una piattaforma di aggregazione. Inoltre, intendiamo formare i leader di oggi e di domani in modo che siano in grado di operare in uno scenario in rapida evoluzione.
Infine, ma non meno importante, intendiamo promuovere il lancio di progetti che dimostrino che questa evoluzione sia effettivamente in corso. I droni, ad esempio, sono in grado ogni anno di raddoppiare la loro capacità di carico ed in breve saranno in grado di occuparsi di applicazioni prima impensabili. Chi sono i professori? Sono 50-60 esperti nei diversi settori. La rapidità di cambiamento ci costringe a rivedere, integrare e sostituire la facoltà 5-6 volte l’anno in funzione della necessità di comprendere nuove tecnologie e nuove applicazioni! E gli studenti? Provengono da ogni parte del mondo e… molti di loro sono italiani! Passiamo ora all’impatto di questi cambiamenti sulla società.
Trovi anacronistico che questa intervista avvenga face-to-face? Assolutamente no. É la scarsità che dà valore alle cose. Nell’era delle videoconferenza, l’incontro di persona è ancora molto utile! Cosa ti aspetti dal futuro? Innanzitutto, il diritto alla privacy non è più difendibile. Inoltre è in corso una rivoluzione democratica irreversibile favorita dalla facilità di accesso alla tecnologia. Questo cambiamento non può più essere controllato con metodi tradizionali di regolamentazione. Questo approccio, al massimo, è ormai in grado di determinare esclusivamente in quali paesi le diverse tecnologie troveranno un ecosistema in grado di ostacolarlo o, viceversa, favorirne lo sviluppo. Per rimanere sulla frontiera dell’innovazione è necessario un nuovo approccio,
caratterizzato da auto-controllo, maggiore responsabilizzazione degli attori coinvolti e monitoraggio tra pari. L’etica giocherà un ruolo importante. Se pensi a quel dentista che ha comprato all’asta un dente di John Lennon e oggi, tecnicamente, è in grado di crearne un clone… Al termine di questo appassionante viaggio in un futuro molto prossimo, resta la convinzione di dover guardare all’innovazione e alle nuove tecnologie in modo proattivo, immaginando possibili applicazioni per le nostre aziende e cercando di anticipare l’impatto che potrebbero avere sul nostro mercato di riferimento. Stay tuned, follow @singularityu
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Per rimanere sulla frontiera dell’innovazione è necessario un nuovo approccio, caratterizzato da auto-controllo, maggiore responsabilizzazione degli attori coinvolti e monitoraggio tra pari. L’etica giocherà un ruolo importante.
Salim Ismail, Singularity University
workshop sml 2014
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Idea hunting & strategic competitiveness | di Polina Bosca | Vice Presidente GGI Asti | di Manuel Alfonso | Presidente GGI Alessandria Being interested is the first step for idea hunting: curiosity can more than make up for a lack of brilliance, because a curious mind is always on the lookout for surprises. It embraces them and finds a way to learn from them. To get ideas flowing, there has to be a passion for learning, for going beyond our own brains. Change is marked by successive generations of new ideas which disrupt the old ones and give birth to new projects that are the premises for growth. This is what Bill Fischer, Professor of Innovation at the IMD Business School of Lausanne taught us during the workshop in Santa Margherita Ligure entitled “Idea hunting: strategic competitiveness�. But how to get new ideas? Professor Fischer thinks that idea hunting lives on four principles: Interest, Diversity, Exercise and Agility. In order to be able to innovate a process or a product, you need to feel somewhat
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connected to it. It is also important to get new ideas from a wide variety of sources: in this topic, Anna Ferrino explained how her company, Ferrino S.p.A., was created on diversity when founder decided to treat the materials used for his tents with a waterproof substance, making its own materials unique. People who excel at hunting don’t wait for an acute problem to rise before beginning their search for ideas. They are searching continuously. This is why Exercise is so important in idea hunting. Carlo Giordano from Immobiliare.it explained how his company has grown by changing the way people buy or rent their houses. They are now winning the competition against a new entrant in the market. The goal of the hunt is not to get a great idea all at once, but to set an idea in motion. Andrea Pontremoli discussed with us how Dallara put itself on the move by inventing a
racing simulator that can remarkably mimic the reactions of different car setups on different tracks and weather conditions. Dallara thought of selling it by billing the hours of simulation demanded by their clients, then they began to realize that this was not the best business model. Now Dallara can guide their clients in solving different problems in the design of their racing and sporting cars. Once we are able to get new ideas, it is important to test them by using the five Rules of Adoption that help us understand if the idea is effective: Benefit/cost, Simplicity, Compatibility, Trialability and Observability. Our workshop ended with an open session where different focus group discussed the feasibility of several ideas Young Entrepreneurs had to innovate their business model and make their companies future-proof.
Ambiente 3.0 sviluppo sostenibile a 360° | di Matteo Piccini | Giovane Imprenditore
Il concetto di sviluppo sostenibile ormai trascende la semplice dimensione di riduzione dell’impatto ambientale e si propone come un meccanismo integrato che abbraccia gli aspetti economici, sociali ed istituzionali di un sistema produttivo. L’obiettivo è favorire lo sviluppo determinando un processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri, oltre che con quelli attuali. Da qui la spinta verso una nuova idea di impresa in cui trovano armonizzazione le necessità economiche e la dimensione ambientale che compone e circonda l’impresa stessa. È stato questo lo spirito che ha animato il workshop “Ambiente 3.0”, organizzato in seno all’ultimo
Convegno di Santa Margherita Ligure ed in cui sono intervenuti Paolo Gianoglio (Icim), Federica Angelantoni (Gruppo Angelantoni) e Mariangela Del Vecchio (Bmw i). Lo sviluppo dei lavori, coordinato da Giuseppe di Martino e David Zolesi, è stato incentrato sulla volontà di fornire spunti per una riflessione condivisa su come la sostenibilità possa essere uno dei motori di sviluppo di un’azienda. Paolo Gianoglio ha fornito una panoramica su quanto oggi sia possibile fare in questa direzione. A ciò, sono seguite le indicazioni ricevute da chi, come Federica Angelantoni e Mariangela Del Vecchio, vede questo percorso svilupparsi ogni giorno all’interno della propria azienda. La discussione ha consentito ai partecipanti, nel corso dei lavori di gruppo, di costruire loro stessi un ipotetico percorso di sostenibilità
integrata, partendo da un caso di studio. Le soluzioni indicate e la filosofia adottata hanno evidenziato come quella della sostenibilità sia per i Giovani Imprenditori non soltanto una dimensione vicina alla propria sensibilità individuale, ma anche un viatico per incrementare redditività e profitto migliorando e rendendo maggiormente efficienti i processi produttivi e decisionali. Ciò ad ulteriore riprova di quanto “essere sostenibili a 360°” sia oggi uno degli impegni più appassionanti ed appaganti per chi quotidianamente vive la propria impresa con coscienza ed impegno. Impegno e coscienza che hanno consentito al Convegno di Santa Margherita Ligure di ricevere per la prima volta la certificazione di evento sostenibile, consegnata al Presidente Marco Gay ed al Project Leader Giacomo Gellini.
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qualeimpresa.org
workshop sml 2014
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Open Innovation: ricerca e sviluppo reloaded | di Riccardo Ruscalla | Giovane Imprenditore Venerdì 6 giugno alle 14.30 l’Hotel Miramare di Santa Margherita Ligure ha ospitato un workshop organizzato dal comitato TriReg e sponsorizzato da Unicredit. Titolo: “Open Innovation: ricerca e sviluppo reloaded”. Sul palco quattro relatori: Paola Garibotti (Head of Country Development Plans Unicredit Group), Lucia Chierchia (Open Innovation Manager in Electrolux Group), Alberto Di Minin (Ricercatore e Research fellow) e Roberto Siagri (Presidente e co-fondatore di Eurotech S.p.A.). A coordinamento degli ospiti, Francesco Ferri, Vice Presidente all’Organizzazione, Sviluppo Movimento e relazioni interne. Obiettivo del workshop, quello di affrontare un tema sempre più sentito, quello dell’Open Innovation, mettendo a fattor comune esperienze dirette che toccassero la tematica sul lato accademico, imprenditoriale, consulenziale e finanziario. I relatori
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hanno spiegato quanto l’open innovation ovvero “innovazione aperta”, una volta argomento citato quasi esclusivamente da grandi multinazionali, centri di ricerca e università, sia in verità oggi alla portata di tutti dando la possibilità ai più di ottenere know-how migliorando i processi aziendali. Dopo l’apertura affrontata da Di Minin e Siagri, che hanno spiegato di cosa si tratta e come va affrontato l’argomento sotto il profilo teorico, è stata la volta di Lucia Chierchia, che ha portato all’attenzione il “modus operandi” utilizzato in Electrolux e sull’importanza dell’essere aperti a ricercare soluzioni innovative fuori dalle mura aziendali e soprattutto condividendo il sapere con il mondo esterno. Paola Garibotti ha poi sensibilizzato la platea su quanto sia importante per le aziende l’innovazione e la possibile internazionalizzazione che ne deriva facendo presente che la stessa
Unicredit ha sviluppato al proprio interno elevate competenze per supportare questi processi. “Ogni processo ha bisogno di una best practice”, dicono Garibotti, Chierchia e Siagri, e le best practice “sono frutto dell’esperienza di coloro che hanno esaminato precedentemente un problema e ne hanno estrapolato la miglior soluzione”. Fondamentale quindi la condivisione delle esperienze, ma al momento solo le grandi aziende hanno sviluppato la sensibilità di ricercare all’esterno “conoscenza” mettendo a disposizione la loro a soggetti terzi. Quando anche le medie e piccole aziende si orienteranno in questa direzione, allora potremo dire che l’open innovation sarà davvero sbarcata sul territorio italiano.
Well-FARE aziendale: competitività ed eccellenza attraverso la valorizzazione del capitale umano | di Matteo Piccini | Giovane Imprenditore
Un sistema economico che aspiri a basarsi sul valore aggiunto dei propri prodotti e servizi non può più prescindere, per competere a livello internazionale, dall’adozione di una politica integrata di valorizzazione e fidelizzazione della propria risorsa primaria: le donne e gli uomini che quotidianamente operano al suo interno. Per questo motivo negli ultimi anni il welfare aziendale - ovvero la gestione integrata dell’insieme di tutte le iniziative e i servizi che le aziende mettono in atto sia autonomamente
sia in accordo con le rappresentanze sindacali ha assunto un ruolo crescente, rappresentando una concreta risposta delle aziende a molte delle criticità economico-sociali. Nel corso del workshop - coordinato da Laura Tinari e Nicoletta Viziano - Simonetta Cavasin (OD&M Consulting), Diego Paciello (fiscalista) e Nicola Uva (Adp) hanno fornito ai partecipanti le nozioni di base su quali siano le strategie più utilizzate (e le relative criticità). Invece Rosalba Dambrosio (Vodafone Omnitel N.V.) e
Maria Cristina Loccioni (Gruppo Loccioni) hanno presentato con orgoglio e passione ciò che viene fatto oggi (e ciò che è previsto per il futuro) in tema di welfare aziendale all’interno delle rispettive realtà aziendali. Prendendo spunto da quanto illustrato, i due gruppi di lavoro in cui sono stati suddivisi i partecipanti hanno poi avuto la possibilità di giocare alla creazione di un ipotetico percorso di welfare da applicarsi ad uno specifico caso di studio.
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Giovani Imprenditori Confindustria
innovazione è sostenibilità
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Icim - ente di certificazione indipendente - ha attestato la sostenibilità del 44° Convegno dei Giovani Imprenditori secondo la ISO 20121, norma relativa ai “Sistemi di Gestione per la Sostenibilità degli Eventi”. Il Convegno è stato organizzato in ogni sua fase secondo requisiti che mirano a ridurre l’impatto sull’ambiente e sulla comunità e che prevedono un sistema di gestione della manifestazione orientato al rispetto delle persone coinvolte, della sicurezza sul lavoro come dell’etica. Paolo Gianoglio, Direttore ICIM, sottolinea come “la certificazione del Convegno di Santa Margherita quale evento sostenibile è stata l’occasione per fare emergere e portare a fattor comune le diverse esperienze che i Giovani Imprenditori già applicano all’interno delle loro aziende, catalizzando le best practice e svelando un tessuto estremamente ricettivo. La sostenibilità di SML 2014 è stato un “live benchmark” di attività sostenibili in essere e la premessa per uno sviluppo
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che possa essere riconosciuto alle singole imprese e valorizzato alla luce delle norme internazionali”. Federico Pasqui, Responsabile Area Sistemi di Gestione di ICIM, che ha seguito l’iter di certificazione del Convegno secondo la ISO 20121 attraverso le varie fasi - dalla progettazione alla realizzazione, fino alla scelta dei fornitori e alle attività post evento. Dichiara Gaetano Trizio, Amministratore Delegato di ICIM “Siamo particolarmente soddisfatti di certificare la sostenibilità del 44° Convegno dei Giovani Imprenditori che ribadisce la centralità dell’essere umano all’interno dei processi produttivi, della ricerca e delle Istituzioni per superare le difficoltà di oggi e disegnare l’Italia di domani, valorizzando il talento imprenditoriale italiano. Mettere l’Uomo al centro significa organizzare le attività economiche nel rispetto delle persone, delle loro competenze, speranze e ambizioni; ma anche nel rispetto del territorio, delle sue potenzialità e tradizioni.
Allo stesso modo, la sostenibilità, che noi oggi certifichiamo, prevede uno sviluppo che soddisfa le necessità del presente senza compromettere le capacità delle generazioni future di soddisfare le loro esigenze: non solo un monito importante nell’attuale, difficile, congiuntura economica, ma anche una possibile via per tornare a crescere e un’opportunità per cambiare rotta e scegliere un futuro diverso per il nostro Paese”. La sostenibilità è un’opportunità proprio nei momenti di crisi, perché sprona le aziende a essere creative e a trovare soluzioni innovative nei prodotti come nei processi: una buona prassi che si traduce in crescita economica e valorizzazione delle imprese e delle persone.
Giovanni Lo Storto, Direttore generale Luiss Guido Carli
primo piano
università, al lavoro! | di Giovanni Russo | Giovane Imprenditore
Una stretta contaminazione tra percorso formativo e vita reale. Così la LUISS guarda al futuro, come spiega il Direttore Generale Lo Storto. Con un’attenzione particolare per i Giovani Imprenditori: “Un esempio di chi si misura con la concretezza del proprio lavoro e con l’impegno che serve per ottenere il successo”.
Talento e merito sono due valori chiave intorno ai quali la LUISS ha costruito il suo modello accademico. Lo studente al centro di un progetto formativo che inizia prima che acceda all’università e che lo segue negli anni post lauream. Può raccontarci la vostra visione? Esatto, la nostra è proprio una visione. Siamo convinti che occorra fornire agli studenti e alle loro famiglie nuovi strumenti per poter accelerare la scelta del percorso e per poterla compiere in modo più consapevole. Da questo punto di vista in Italia siamo piuttosto indietro. Noi abbiamo trasformato l’approccio all’orientamento, anticipandolo al IV anno di scuola superiore e facendo in
modo che lo studente che ha voglia di indagare le proprie predisposizioni e il proprio talento venga da noi per seguire una Summer School alla fine del quarto anno. Si tratta di mini corsi che includono non solo le discipline dei nostri corsi di laurea, ma anche quelle fuori dalla nostra offerta formativa, così da dare agli studenti l’opportunità di scoprire più da vicino ciò che a loro piace fare. I risultati sono molto interessanti: 150 iscritti alla prima edizione, 300 alla seconda, 600 alla terza e 1000 quest’anno. Significa che è stata molto apprezzata la nascita di uno strumento che fornisce ai ragazzi opportunità informative più ampie e finalizzate a poter scegliere in modo consapevole. E questo è soltanto il momento dell’ingresso. Stiamo ora mettendo in campo una serie di strumenti
utili non solo per quanto accade durante gli studi, ma anche per il momento dell’uscita dall’Università. Talento e merito sono anche i due cardini su cui si poggia la visione di education che i Giovani Imprenditori portano avanti attraverso i propri progetti. Quanto può realmente incidere una sinergia virtuosa fra il sistema formativo ed il tessuto imprenditoriale per una ritrovata crescita non solo economica ma anche civile del nostro Paese? Abbiamo bisogno di creare con la massima urgenza un ponte di dialogo tra le famiglie, gli studenti, la scuola e le imprese. Gli imprenditori, e ancor più i Giovani Imprenditori, sono un
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Specializzazione, esperienze all’estero, alternanza scuola-lavoro: ci stiamo finalmente avvicinando ad un modello di formazione europea basato sul lifelong learning.
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esempio fondamentale. Perché sono un modello positivo di chi si confronta con il mercato, con i bisogni, con le necessità, con le urgenze, con le scadenze, con le sfide. Di chi si misura con la concretezza del proprio lavoro e con l’impegno che serve per ottenere il successo. Qui in LUISS stiamo lavorando per orientare al talento, prima e dopo. In particolare, abbiamo da una parte una serie di strumenti per lavorare sullo spirito di gruppo: il public speaking, la logica e l’uso delle tecnologie digitali, solo per fare alcuni esempi. Dall’altra, un servizio di placement, ovvero di raccordo con il mondo del lavoro, che cura i rapporti con le imprese, e l’acceleratore LUISS ENLABS, dove chi ha un’idea imprenditoriale di successo ha anche un luogo fisico dove ricevere il supporto necessario e lanciare la propria impresa. Tutto questo dà vita a un contesto di forte stimolo, importante per creare nuove opportunità di crescita e di sviluppo per l’intero Paese. Si è da poco conclusa la XVIII edizione del vostro Career Day, un importante appuntamento in cui decine di aziende hanno incontrato gli studenti LUISS. Quali sono gli obiettivi strategici concreti – di breve e medio periodo - da raggiungere attraverso questo strumento per gli studenti e per le imprese? Il Career Day è certamente per noi un appuntamento importante, costruito
su due momenti diversi: una cerimonia nella quale i laureati eccellenti vengono premiati e l’opportunità per gli studenti di incontrare aziende e Istituzioni, simulare colloqui e avere un primo contatto con il mondo del lavoro. Questo è coerente con il nostro disegno complessivo ed è il primo momento strutturato in cui i nostri laureati si affacciano al mondo del lavoro. Abbiamo avuto una risposta estremamente interessante dalle imprese e anche dalle Istituzioni, e questo ci ha consentito negli anni di far crescere il Career Day, arrivando ad avere più di 150 aziende partecipanti. Attraverso questi strumenti riusciamo certamente ad offrire ai nostri ragazzi delle occasioni adeguate al grande sforzo con cui loro si formano per uscire dall’università e entrare nel mondo del lavoro. È facile immaginare come crescere in una famiglia di imprenditori possa rendere più agevole il percorso di un ragazzo che vuole perseguire questa strada. Ma sono per fortuna molte le storie di successo imprenditoriale di chi non ha questo background familiare. L’alta formazione sembra tuttavia essere oggi una condizione irrinunciabile in entrambi i casi… Lo è senza dubbio. C’è una statistica presentata dal Sole 24 Ore qualche giorno fa in cui viene richiamato il numero di
laureati del nostro Paese nella fascia 3034 anni, rispetto all’obiettivo del 40% fissato da Europa 2020. Il nostro Paese, con una quota di laureati che viaggia sul 26% quest’anno, si colloca all’ultimo posto della classifica europea. Se invece in Italia la percentuale di laureati nella stessa fascia d’età fosse del 40%, il reddito pro capite nazionale sarebbe più alto del 40% e il reddito procapite di regioni come la Puglia o la Campania sarebbe maggiore del 10% rispetto a quello attuale. Mi sembra una risposta eclatante rispetto alla domanda su cui stiamo riflettendo. È del tutto evidente (ed è uno degli obiettivi che ci pone l’Europa) che un contesto nel quale l’alta formazione è diffusa si presenta come più favorevole allo sviluppo di nuovi business e nuova crescita. Certamente c’è da essere soddisfatti del coraggio e della forza dei nostri ragazzi nel mettere in campo energie fresche per avviare nuove imprese. A loro dobbiamo sempre trasmettere la necessità di farlo attraverso adeguati percorsi formativi. Ugualmente, per i ragazzi che provengono da una famiglia alla II o alla III generazione imprenditoriale e che hanno la straordinaria possibilità di partecipare al passaggio generazionale, il consiglio sentito che posso dare è quello di arrivare ai vertici con un contributo formativo adeguato alle sfide che il mercato ci pone. Specializzazione, esperienze all’estero, alternanza scuola-
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lavoro: ci stiamo finalmente avvicinando ad un modello di formazione europea basato sul lifelong learning che possa rendere gli studenti – e i professionisti futuri – italiani sempre più competitivi sul mercato globale? Certamente. Un esempio: nei giorni scorsi ho accompagnato una delegazione di studenti della nostra School of Government con un volo militare a Pristina, in Kosovo. Abbiamo trascorso una giornata nella base Nato a guida italiana con il Generale Farina. Mi ha colpito apprendere che noi eravamo la prima università italiana a fare quest’esperienza, alla quale avevano
invece già preso parte studenti tedeschi ed austriaci. La contaminazione con il mondo del lavoro, nel senso più ampio di vita reale, è un’esigenza non più rinviabile. Se si studia soltanto si rimane troppo distanti dal mondo del lavoro e si offre un contributo limitato alla propria formazione e alle imprese in cui si andrà a lavorare. Dall’altro lato, se si lavora soltanto, si offre un minor contributo a se stessi nello sviluppo della carriera e al proprio posto di lavoro. Stiamo costruendo esperienze simili su molti altri percorsi. Quest’anno abbiamo lanciato un progetto per far capire ai ragazzi il sacrificio e la durezza del lavoro. I giovani che parteciperanno sono già più di 100 e stanno partendo in questi giorni per
andare a lavorare nelle carceri, con i beni confiscati alla mafia, Save the Children o i bambini diversamente abili. Questa è la nostra visione: fare in modo che ci sia una fortissima contaminazione fra il mondo della vita reale ed il percorso formativo. Dare agli studenti gli stimoli giusti affinché imparino come si lavora e capiscano che aprirsi alle esigenze degli altri può metterli in condizione di diventare non solo professionisti adeguati e competenti, ma anche di capire che la rapidità del cambiamento che caratterizza il nostro tempo è un’opportunità che va colta.
giovanimprenditori.org
La partenza ritardata e lenta. I fondi europei leva per uscire dalla crisi | a cura del Centro Studi di Confindustria |
Un panel ricchissimo e una sala gremita per la presentazione del 20° Rapporto Scenari Economici del Centro Studi di Confindustria del 26 giugno 2014. Alla presenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Graziano Delrio e del Presidente Squinzi, il Direttore del Centro Studi Luca Paolazzi ha illustrato le previsioni di Confindustria sulla crescita e sulle misure da mettere in campo per farla ripartire.
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L’economia mondiale accelera. I ritmi restano lenti rispetto a quanto ci si sarebbe attesi, in base all’attuale fase congiunturale e agli straordinari stimoli monetari. In Italia la ripartenza è ritardata e più debole. Ai noti ostacoli antichi si sono aggiunti quelli recenti creati dalla crisi. C’è un nuovo mondo che comincia a delinearsi.
Il new normal con cui il Paese deve fare i conti è costituito, tra gli altri, da tre fattori tra loro legati che hanno un effetto negativo sulla crescita: minor dinamismo del commercio mondiale, investimenti frenati da grande incertezza, condizioni finanziarie più stringenti per chi si indebita e per gli intermediari. La minor effervescenza degli scambi commerciali internazionali è osservabile nella loro stabilizzazione in rapporto al PIL globale. Dal 2012 il commercio mondiale aumenta ma, a differenza di quanto è avvenuto fino al 2007, a un tasso di crescita inferiore o al massimo uguale a quello del PIL. Il CSC si aspetta che la forbice tra crescita del commercio e del PIL non si riaprirà nei prossimi anni. Gli investimenti non residenziali nei paesi avanzati sono molto più
bassi rispetto ai livelli pre-crisi. Il freno è costituito dall’incertezza su come evolverà la domanda. Le aspettative, infatti, sono dominate dallo shock patito negli ultimi anni e dalla situazione presente ancora molto difficile in tanti mercati e settori. Le condizioni finanziarie, infine, sono diventate meno rigide, ma restano ben lontane dal regime pre-crisi, a cui comunque non torneranno. Con ovvie conseguenze sull’espansione della domanda. In tutti i paesi avanzati questi tre fattori, assieme all’aumento della disoccupazione strutturale e giovanile (che impoverisce il capitale umano), hanno diminuito il potenziale di sviluppo e la velocità della ripresa. Nel caso italiano quel potenziale era già molto contenuto e la sua riduzione tende a tradursi in stagnazione. I vincoli che rallenteranno la crescita nelle economie avanzate sono ben chiari: ristrettezza del credito; costruzioni in sordina; rientro dai deficit pubblici; ritiro delle misure straordinarie di politica monetaria.Le banche centrali e gli organismi internazionali ribadiscono che “la ripresa è fragile” e che ci sono
rischi verso il basso. Avallando la prudenza nell’intraprendere programmi impegnativi. Questa prudenza si trasforma in profezia che si auto-avvera e frena gli investimenti, principale veicolo attraverso cui le innovazioni tecnologiche sono diffuse nel sistema economico, generando aumento della produttività e sviluppo economico. In questo contesto si possono identificare forze favorevoli e venti contrari al ritorno alla crescita dell’Italia, gli stessi che il CSC aveva analizzato a fine 2013. Forze favorevoli: • l’accelerazione della domanda mondiale, soprattutto grazie questa volta all’Europa; • l’aggiustamento della rotta del rigore nell’Eurozona, confermato dall’esito elettorale delle europee; • la politica monetaria ultra-espansiva, che ha appena assunto nuove forme; • il graduale ripristino del funzionamento del mercato interbancario dell’euro, man mano che avverranno i diversi passaggi con cui si realizzerà la vigilanza unica della BCE, e la riduzione degli spread nei
tassi sia sui titoli sovrani sia sui prestiti bancari; • il dollaro che si stabilizza (sotto alcune probabili ipotesi potrà tendere a rafforzarsi) e il prezzo del petrolio in calo; • la parziale chiusura del divario tra PIL effettivo e PIL potenziale che in Italia è ampio, nonostante la distruzione di base produttiva; • l’aggancio, più rapido dell’usuale, dell’aumento dell’occupazione all’aumento del PIL. I venti contrari: • la continua erosione della competitività di costo (CLUP); • il ripristino dei prezzi delle case su valori più accessibili, data la forte contrazione del reddito. La turbolenza del quadro politico rimane un freno, seppure in questa fase si sia molto attenuata e abbia preso corpo nel Paese l’aspettativa di importanti riforme, a cominciare da quelle istituzionali. Aspettativa che è fondata sull’energico impulso impresso dal Governo per ottenere presto significativi cambiamenti. Nello scenario elaborato dal CSC,
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«Cresce la preoccupazione che potremmo essere in un’era di stagnazione secolare, nella quale gli investimenti sono insufficienti ad assorbire il risparmio generato da famiglie e imprese, persino con tassi di interesse così bassi da rischiare di causare bolle finanziarie.» Lawrence H. Summers, 2013
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dopo la falsa partenza di fine 2013, il recupero del PIL italiano è atteso cominciare nella seconda metà dell’anno in corso. Ed è favorito: dagli ulteriori progressi nel contesto internazionale; dall’afflusso di capitali che allenta le tensioni nei mercati finanziari; dalle nuove misure della BCE; dall’attenuazione del credit crunch; dal diffondersi dei miglioramenti che ora si osservano in alcune aree del Paese (NordEst, anzitutto). Il ripristino della propensione al risparmio delle famiglie su livelli meno risicati
è in buona parte avvenuto e ciò alleggerisce un’importante zavorra sui consumi. Le stime rimangono improntate a un cauto ottimismo, che si sostanzia in un significativo rimbalzo nel trimestre che sta finendo e in una crescita almeno doppia del potenziale nei successivi. La morale è che è necessaria una scossa politico-economica molto forte per riportare l’Italia su un più alto sentiero di sviluppo. Le stime CSC per la variazione del PIL dell’Italia sono +0,2% nel 2014 e +1,0% nel 2015. I consumi delle famiglie tornano
Le previsioni del CSC per l’Italia (variazioni %)
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2012
2013
2014
2015
Prodotto interno lordo
-2.4
-1.9
0.2
0.9
Consumi delle famiglie residenti
-4.0
-2.6
0.1
0.8
Investimenti fissi lordi
-8.0
-4.7
-0.7
2.0
di cui: in costruzioni
-6.1
-6.7
-1.9
0.8
Esportazioni di beni e servizi
2.1
0.1
3.1
3.8
Importazioni di beni e servizi
-0.7
-2.8
2.1
3.8
1.1
2.4
2.9
3.0
Occupazione totale (ULA)
-1.1
-1.9
-0.6
0.4
Tasso di occupazione2
10.7
12.2
12.6
12.5
Prezzi al consumo
3.0
1.2
0.5
0.9
Retribuzioni totali economia3
1.2
1.4
1.1
1.3
Saldo primario della PA4
2.5
2.2
2.3
2.6
Indebitamento della PA4
3.0
3.0
2.9
2.5
127.0
132.6
135.9
135.1
Saldo commerciale1
Debito della PA4
1 Fob-fob, valori in percentuale del PéIL; 2 valori percentuali; 3 per ULA; 4 valori in percentuale del PIL Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT e Banca d’Italia
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«I fatti della situazione attuale entrano, in modo sproporzionato, nella formazione delle nostre aspettative di lungo termine; la pratica usuale essendo di proiettare la situazione presente nel futuro. Se ci aspettiamo grandi cambiamenti ma siamo molto incerti su quale forma esattamente prenderanno, allora la nostra fiducia sarà debole. Lo stato della fiducia è rilevante perché è uno dei fattori principali nel determinare gli investimenti.» John M. Keynes, Teoria generale, 1936
2.0 1.0
PIL italiano: avanti adagio (Italia, variazioni 5 e miliardi di euro, prezzi costanti, dati trimestrali destagionalizzati variazioni congiunturali PIL (scala a destra)
380 375 370 365
0.0
360 355
-1.0
350 -2.0
345
«Partiam, partiam, partiamo. Buono notte, buona notte.»
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Francesco M. Piave, La forza del destino, 1862
340
-3.0
335 -4.0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2012 2014 2015
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Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT.
ad aumentare nel 2014 (+0,1%) e nel 2015 (+0,8%). Gli investimenti perdono un altro 0,7% nel 2014 e aumentano del 2,0% nel 2015, frenati da quelli nel settore edilizio. L’export accelera al 3,1% quest’anno e al 3,8% il prossimo, grazie al miglior andamento dei mercati di sbocco. Sul mercato del lavoro l’occupazione smette di scendere nel 2014 ma inizia a risalire solo nel 2015. Durante la crisi un milione di persone hanno perduto il posto. Il tasso di disoccupazione inizia a scendere dai massimi toccati nel primo trimestre di quest’anno, ma non cala sotto il 12,5% nel 2015. Le retribuzioni
di fatto nell’intera economia aumentano il potere d’acquisto: +2,4% cumulato nel 2014-2015 contro il +1,4% dei prezzi al consumo. I conti con l’estero si rafforzano. Il surplus corrente arriverà all’1,6% del PIL nel 2015, dall’1,0% nel 2013. Il deficit pubblico, pur con un’economia così fiacca, si riduce: 2,9% del PIL nel 2014 e 2,5% nel 2015. Il saldo strutturale, rilevante per gli impegni europei, risulterà in passivo per lo 0,9%. Non appare né necessaria né opportuna alcuna manovra correttiva. L’Italia cammina sul filo di un rasoio. Molti tasselli del mosaico del rilancio devono
ancora essere incastonati al posto giusto e i rischi vanno sempre tenuti in alta considerazione. Sta al Paese, nel suo insieme, agire unitariamente e con determinazione per conquistare l’esito più benigno.Il rilancio dell’economia può essere sostenuto dal rapido utilizzo dei fondi europei. C’è l’opportunità di un veloce e robusto sostegno degli investimenti: i residui del precedente ciclo, l’avvio di quello nuovo e i fondi nazionali per la coesione forniscono risorse di poco inferiori a 20 miliardi di euro l’anno per il 2014-2020.
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Garanzia Giovani per uscire dall’emergenza disoccupazione giovanile | di Cristiano Santori | Italia lavoro Spa Il programma europeo Youth Guarantee mette a disposizione 1 miliardo e mezzo per le politiche attive in favore dei giovani senza lavoro e fuori dai percorsi formativi. Interessanti gli incentivi per le aziende.
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Di fronte alla peggiore crisi del dopoguerra l’Unione europea è corsa ai ripari e ha lanciato il piano straordinario Garanzia Giovani, finanziando i principali strumenti di politica attiva in grado di favorire l’ingresso nel mercato del lavoro dei giovani. Il programma è indirizzato infatti ai “Neet”, giovani che non lavorano, né studiano, né frequentano corsi di formazione. Ma anche le imprese ne trarranno dei vantaggi, perché le risorse destinate ad alcuni strumenti di politica del lavoro premieranno le aziende che saranno riuscite a occupare i giovani. Sul tavolo l’UE ha messo 6 miliardi ad hoc in favore di tutti gli Stati membri con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25%. Questi paesi sono stati invitati dal Consiglio europeo a garantire ai giovani con meno di 25 anni un’offerta qualitativamente valida di lavoro, una proposta di proseguimento degli studi, un contratto di apprendistato o di tirocinio o altra misura di formazione entro quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema di istruzione formale. Il Governo italiano ha elevato il limite di età per aderire a Garanzia Giovani fino a 29 anni. Il piano
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è una grande occasione per l’Italia per modernizzare il mercato del lavoro, rendendo più efficienti i servizi per l’impiego e più efficaci le politiche attive. Gli ultimi governi non hanno potuto fare molto per sostenere l’economia, perché il peso del debito pubblico e i vincoli del trattato della moneta unica non hanno permesso di finanziare adeguate politiche espansive. Per questo motivo un’iniezione di fondi europei per le politiche del lavoro è particolarmente importante: su un totale di 1 miliardo e 513 milioni di euro stanziati per questo programma (fino al 2015), oltre 1 miliardo e 100 milioni sono di provenienza europea (FSE e iniziativa europea Youth Employment). Tolta una quota pari a 100 milioni che il Ministero del Lavoro gestisce direttamente per interventi speciali, il resto è distribuito tra le varie Regioni, protagoniste nella definizione delle politiche e nella realizzazione dei singoli interventi, che ripartiscono le risorse loro assegnate – la cui entità è strettamente legata al rapporto tra giovani disoccupati della regione e totale nazionale dei giovani senza lavoro – tra i vari strumenti: dall’orientamento alla
formazione, dall’accompagnamento al lavoro all’apprendistato e al servizio civile, dal tirocinio in mobilità geografica al bonus occupazionale, dal sostegno all’autoimpiego alla promozione della mobilità professionale. Le aziende potranno accedere alle risorse che le diverse Regioni assegnano a determinati strumenti (tirocini, apprendistato e bonus occupazionale), beneficiando sostanzialmente di un incentivo legato al buon esito dell’utilizzo di quello strumento: ad esempio, ai datori di lavoro che occuperanno i giovani con contratti di somministrazione, a tempo determinato o a tempo indeterminato spetterà un bonus che varierà dai 1500 ai 6000 euro, ovviamente in funzione della durata del rapporto di lavoro. Il coinvolgimento delle aziende avviene attraverso avvisi pubblici. Sul sito garanziagiovani.gov. it è prevista una specifica area dove le imprese che aderiscono al programma possono pubblicare le opportunità e richiedere i profili di cui hanno bisogno. Il Governo ha coinvolto le aziende attraverso la sottoscrizione di protocolli con le principali associazioni di categoria, che impegnano le imprese aderenti
a promuovere tirocini e percorsi di apprendistato e a pubblicare sul portale nazionale garanziagiovani.gov.it delle offerte di lavoro e delle opportunità di formazione on the job. Il ministro Poletti ha sottolineato in più occasioni il ruolo
delle aziende in questa delicata fase e ha fatto ripetutamente appello alla loro responsabilità sociale nel fare la loro parte affinché questa occasione che l’Europa ci offre non vada sprecata. Ma tutti gli attori del mercato del lavoro sono
C.V.
“Neet”
chiamati a un grande sforzo di efficienza: in primis, Regioni e centri per l’impiego. L’Italia deve imparare a utilizzare bene le risorse europee: altrimenti il tunnel della crisi sarà ancora lungo.
speciale movimento
Il Movimento siamo noi | di Michela Fantini | Direttore Giovani Imprenditori di Confindustria
Continua il nostro viaggio all’interno dei GI, per scoprire le storie, i percorsi, gli obiettivi delle donne e degli uomini che hanno la responsabilità di guidare il Movimento e di fornire un prezioso raccordo tra Roma e i singoli territori.
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speciale movim In questo numero spazio ai 15 componenti elettivi del Consiglio Centrale e agli 8 membri della Giunta Confederale. Sono 40 i componenti complessivi del Consiglio Centrale dei Giovani Imprenditori, organo decisionale ristretto, formato dal Consiglio di Presidenza, dai Presidenti regionali e, appunto, da 15 componenti elettivi. É da questi ultimi che comincia la presentazione della sua nuova composizione 2014 – 2017, ricordando prima caratteristiche e compiti del “parlamentino” dei GI a cui il Regolamento nazionale dedica ben 4 articoli. I membri del Consiglio Centrale devono avere innanzitutto responsabilità di gestione nell’azienda di provenienza, requisito comprovato dal Gruppo Territoriale o dal Comitato Regionale di appartenenza, a testimonianza del ruolo strategico che i componenti svolgono
come cinghia di trasmissione tra le politiche nazionali e la loro attuazione sui territori; proprio per questo motivo i 15 membri elettivi durano in carica un triennio ma possono essere rieletti anche per un secondo mandato. Spetta al Consiglio Centrale attuare gli indirizzi generali e il programma di attività proposti dal Presidente e deliberati dal Consiglio Nazionale, nonché dare indicazioni al Consiglio di Presidenza per le sue politiche di indirizzo ed è per questo che ormai da diversi anni le riunioni del Consiglio non avvengono più in forma ristretta ma allargata, aperte cioè alla partecipazione di tutti quei Giovani Imprenditori che hanno voglia di contribuire alla vita associativa nazionale. Una volta al mese, dunque, 200/250 GI si riuniscono a Roma per condividere strategia, linee e proposte del Movimento. Stessi obiettivi, ma funzioni diverse invece per gli 8 membri di Giunta che, eletti proprio dal
Consiglio Centrale, entrano per due anni a far parte dell’organo che, su proposta del Presidente e della sua Squadra, vota le linee guida delle politiche confederali. Il loro perciò è un ruolo fondamentale per riportare alla Giunta il pensiero dei GI e per favorire un raccordo tra Giovani e Senior. Spazio perciò nelle prossime pagine ai profili di tanti Giovani Imprenditori che, con responsabilità diverse, si impegnano ogni giorno per l’obiettivo che anima l’agire del Movimento: incidere sulla vita politica, economica e sociale del Paese e della società, con particolare attenzione alla valorizzazione della risorsa Giovani. Non è una difesa generazionale, ma la convinzione che investire sui giovani, sulla loro preparazione, il loro lavoro, la loro voglia di fare impresa, significhi investire ancora nel nostro Paese.
ANTONIA ABRAMO Ecco i focal point sui quali mi piacerebbe concentrare l’attenzione per questo importantissimo mandato: giovani, formazione, esperienze all’estero, progettualità, imprenditorialità, programmazione comunitaria come fonte di risorse. Il mio percorso in Confindustria è iniziato circa 8 anni fa quando, per la prima volta, mi sono affacciata al mondo del lavoro. Dopo qualche anno sono entrata ufficialmente a far parte del Direttivo dei GI di Catanzaro con la delega “Scuole” e da qualche mese ho assunto la carica di Presidente della Sezione “Tecnologie Informatiche” del Gruppo
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Senior della stessa territoriale. Oggi, dopo circa 7 anni di esperienza sul campo e tanta formazione, svolgo il ruolo di Direttore Generale all’interno dell’azienda di famiglia, la IFM, una importante realtà calabrese impegnata nel settore dell’Information Technology al servizio della Pubblica Amministrazione locale. Da 27 anni sul mercato, 40 dipendenti, 3 milioni di euro di fatturato e tantissima voglia di crescere e migliorarsi tutti i giorni. Semplicemente 3 parole per descrivere la mia impostazione lavorativa, professionale ed aziendale: “Testa, cuore e tasca”.
membri del consiglio centrale
FEDERICA ANGELANTONI Dall’età di 18 anni faccio parte del Gruppo Giovani di Perugia, dove ho ricoperto la carica di Vicepresidente con delega all’innovazione e alla ricerca, lanciando il progetto INN-Futuro, un premio rivolto ai Giovani Imprenditori che sono stati capaci, nel momento in cui si avvicinano alla loro realtà aziendale, di portare un significativo cambiamento. Capaci di portare cioè un’innovazione intesa a 360° nel campo del prodotto, del processo, del modello di business, piuttosto che nello sviluppo di nuovi mercati o dell’immagine aziendale attraverso nuovi paradigmi di immagine e comunicazione.
Essendo Amministratore Delegato di un’azienda molto tecnologica e all’avanguardia nel mercato delle energie rinnovabili, mi sento naturalmente attenta ai temi della sostenibilità ambientale e sociale. Alla fine di questi tre anni in Consiglio Centrale mi piacerebbe poter pensare di essere stata capace di aver contribuito a generare un cambiamento. L’intento è quello di portare nuove energie e un po’ di ottimismo, con l’obiettivo di poter essere, almeno in parte, motore di quella trasformazione radicale che il sistema imprenditoriale italiano necessita per uscire dalla crisi.
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ANTONELLA BALLONE Il nostro Movimento e la Confindustria rappresentano un interlocutore “naturale” fra impresa, politica e società ed il ruolo che ognuno di noi riveste è importante e deve essere interpretato con adeguatezza e consapevolezza. I punti su cui lavorare nei prossimi tre anni sono molti: in particolare il lavoro e la competitività del nostro sistema produttivo, la cultura d’impresa, l’innovazione e la green economy; tutti gli argomenti saranno da noi sviluppati con la consapevolezza che oggi la nostra casa è l’Europa e l’internazionalizzazione per le aziende non è più solo
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una scelta ma un passo obbligato. La mia esperienza nei GI è iniziata nel gruppo di Teramo, di cui dal 2013 sono Vice Presidente con delega al nazionale. Nell’ottobre 2011 ho preso parte al G20 dei Giovani Imprenditori che si è tenuto a Nizza. Sono poi entrata nella Commissione Rapporti Internazionali YES, partecipando anche alla missione G20 a Città del Messico nel giugno 2012 e a Mosca nel 2013; quest’anno parteciperò come delegata al G20 di Sydney. Nel 2013 ho avuto poi l’opportunità di prendere parte ad AltaScuola.
speciale movim FAUSTO BIANCHI Nato a Velletri (Roma) il 26 aprile 1976. Sono sposato da 10 anni e padre di due figli. Sono entrato a vent’anni nell’azienda di famiglia costituendo successivamente, la Bianchi Assicurazioni Srl. Il Gruppo Bianchi Assicurazioni è nei servizi assicurativi per più compagnie, con un ptf di oltre 10mila clienti e 3mila imprese gestite attraverso 28 collaboratori in tutto il Lazio. Sono inoltre socio fondatore della Whitericevimenti Srl, azienda del settore Catering/Alimentare e Project Manager della Expo Latina Srl, start up che gestisce il Polo Fieristico di Latina nato dalla riconversione dell’ex lanificio ex Rossi
Sud. Il mio impegno in Confindustria Latina inizia nel 2009 quando entro a far parte del Consiglio Direttivo del Gruppo Giovani Imprenditori di Latina. Prosegue negli anni successivi con il Presidente Christian Papa, assumendo la carica di Vice Presidente del Gruppo il 16 dicembre 2011. In Unindustria sono anche Membro del Comitato della Piccola Industria di Unindustria Latina e Componente del Comitato tecnico “Lazio per l’EXPO 2015”. Mi occupo inoltre di reti d’impresa in qualità di Membro del Comitato Nazionale Reti d’Impresa, Filiere e Aggregazioni.
ROCCO COLACCHIO Per questi tre anni pochi obiettivi ma concreti: come calabrese, mi batterò soprattutto per il Sud Italia per colmare il grande divario con il Nord, ma soprattutto la piaga della disoccupazione giovanile che nella mia regione supera il 50%. Grande lavoratore e sempre pronto al sacrificio, fin da quando a 14 anni lavoravo nel panificio che mio padre aveva aperto nel 1980. Nel 1999 ho preso in mano la piccola azienda di famiglia che in 10 anni ho portato ad avere 20 dipendenti e 2 milioni di
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euro di fatturato. Viaggio spesso per lavoro esportando soprattutto in mercati extra-europei. Nel 2007 inizia la mia esperienza confindustriale. Nel giugno 2009 divento Presidente della sezione alimentare di Confindustria Vibo Valentia, incarico che mantengo fino a giugno del 2013. Al termine di questo incarico sono stato eletto Presidente del Gruppo Giovani, incarico che ricopro tuttora. Considero Confindustria non sono una palestra associativa, ma una scuola per imprenditori veri.
membri del consiglio centrale
NICOLA CORSANO Imprenditore di 1a generazione, fin dai tempi dell’università, consulente e formatore qualificato per la sicurezza sul lavoro. Dal 2000 sono Amministratore dell’Immobiliare FACOR sas, trasformata nel 2010 in FACOR srl. Dal ’99 nel Gruppo GI di Confindustria Padova, sono stato Delegato all’education, occupandomi di numerosi progetti per l’area scuola, università e startup. Dal 2012 partecipo attivamente al Comitato education GI Nazionale. Da ottobre 2013 sono Consigliere della delegazione del Camposampierese di Confindustria
Padova. Far parte dell’organo di governo del Movimento, presieduto da Marco Gay, è un prestigioso riconoscimento, che segue i miei precedenti importanti impegni. Il ruolo di Consigliere prevede l’attuazione del programma di attività proposto dal Presidente e deliberato dal Consiglio Nazionale oltre a fornire indicazioni per le azioni del Consiglio di Presidenza. Pertanto la parola chiave del prossimo triennio è “innovazione”, insieme a: “giovani”, “competenza”, “responsabilità”, “cambiamento”, “merito” e “futuro”.
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SILVIA GATTI Sono entrata in Confindustria perché pensavo di trovare un gruppo di imprenditori attivi nel difendere interessi comuni, promuovere politiche che sostenessero le aziende ed usufruire dei servizi, ma vi ho trovato molto di più. Nei GI ho trovato prima di tutto una famiglia che mi ha supportato nella crescita aziendale e personale, un gruppo di amici con cui ogni giorno condivido soddisfazioni, idee, problemi e soluzioni. É stato così negli ultimi cinque anni, in cui sono stata chiamata a ricoprire i ruoli di VP di Pavia e di VP della Lombardia. Il Gruppo Giovani è già una grande istituzione, ma tutto
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è migliorabile: soprattutto in questi momenti di crisi, dobbiamo far sì che ogni azione o incontro, siano di grande utilità per noi e per i nostri associati. Abbiamo soprattutto la responsabilità di contribuire a diffondere nel Paese una cultura che valorizzi l’importanza della figura dell’imprenditore. Lasciamo fuori la politica e occupiamoci di cose concrete, ma anche di ideali, perché “noi giovani siamo troppo violenti, magari un po’ fuori di testa, ma l’unica cosa che ci differenzia dagli altri è che loro ragionano col cervello, noi gente pazza ragioniamo col cuore” (Jim Morrison).
speciale movim GIORGIO GIANNITRAPANI Nato a Erice nel 1980, ho conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Bologna e nel 2008 l’abilitazione all’esercizio della professione forense. Faccio parte dal 2007 del CdA dell’azienda di famiglia: Giannitrapani S.r.l. Nel 2012 sono stato eletto nel Comitato Direttivo del GGI di Trapani, carica che ricopro attualmente. Nel corso di tale
mandato sono stato delegato a redigere un protocollo d’intesa con la PA sugli Organismi di Valutazione delle Performance che sarà successivamente sottoscritto da numerose amministrazioni pubbliche. Nell’ambito di tale delega ho altresì partecipato al tavolo tecnico, costituito da Confindustria con i Comuni della Provincia di Trapani, relativo allo stato di attuazione dei regolamenti TARES.
LORENZO GUAZZINI Sono padre di un bambino di due anni e mezzo. Voglio permettergli di crescere in un Paese dove ciò che si ottiene lo si ha lottando ogni giorno e combattendo le ingiustizie. Credo che essere un imprenditore sia soprattutto avere una responsabilità verso gli altri. Non ho peli sulla lingua ed ho la “brutta abitudine” di dire tutto ciò che penso. La mia esperienza nei GI è iniziata diciassette anni fa all’età di 18 anni iscrivendomi al Gruppo Giovani Imprenditori di Prato. É stato un lungo percorso durante il quale ho ricoperto la carica
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di Presidente del Gruppo pratese, la Vicepresidenza del Regionale per la quale sono ancora in carica. Sono anche VP senior della Unione industriale pratese e Vicepresidente della CCIAA di Prato. Nei prossimi tre anni voglio riportare il merito al centro della nostra Associazione. Voglio che le nostre imprese possano crescere in un Paese che le metta in condizione di operare con giustizia, in una competizione etica e che, con voce forte, si facciano sentire da una politica sorda ed autoreferenziale.
membri del consiglio centrale
JONATHAN LI VOTI Studi universitari a Roma. Esperienza professionale negli Stati Uniti. Rientro in Italia. Palestra di vita e professionale nell’azienda di famiglia. Adesso anche Roma con la mia start up nel campo della ristorazione, catering e organizzazione di eventi. Il mio percorso associativo è iniziato nel 2009 quando ho iscritto la Mediterranea Catering Srl, azienda di famiglia creata da mio padre all’inizio degli anni ’70. Nel 2012 sono stato eletto membro del Direttivo di Catania con delega regionale. Nel 2013 sono stato nominato Vice Presidente di Catania con delega nazionale. Al primo posto del mio
impegno nel Consiglio Centrale ci sarà l’Europa. I GI devono maggiormente collaborare con la Commissione Europea per utilizzare, finalizzando al meglio, i fondi strutturali messi a disposizione per le start up. Poi innovazione. Intesa come diversificazione della propria attività. E ancora, diffondere la cultura d’impresa sul territorio sviluppando i progetti che vedono protagonisti noi Giovani Imprenditori nelle scuole e nelle università. Infine creare più interazione con i senior.
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MATTIA MACELLARI Nato 35 anni fa, nel 2002 mi sono laureato in Economia dopo 4 anni di studi tra l’Università Cattolica di Milano e la Reims Management School di Reims in Francia. Nel gennaio 2011 ho anche conseguito l’MBA alla SDA Bocconi. Il primo approccio al mondo lavorativo avviene in una grande multinazionale francese, poi nel 2007 decido di cambiare vita e di entrare nel mondo della consulenza informatica e sviluppo sistemi informativi condividendo il progetto della nuova C.A.T.A. INFORMATICA, dove sono responsabile dell’area Commerciale (Vendite e Marketing) e New Business.
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Dal ottobre 2013 sono CEO di RunnerTech, start up innovativa, “incubata” in C.A.T.A. Informatica, che si occupa di sviluppo ed implementazione di soluzioni di CRM. Faccio parte del Gruppo Giovani Imprenditori dal 2007; nello scorso direttivo sono stato il responsabile del progetto “Dall’IDEA all’IMPRESA” che ha concretamente contribuito alla creazione dieci nuove aziende nel territorio milanese. Sono Vice Presidente dell’attuale Consiglio Direttivo con delega alla Formazione ed alla Finanza. Mi appassionano le nuove idee e lo spirito costruttivo che accompagna i nuovi progetti.
speciale movim ANDREA PORCARO Classe 1980, laureato in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Attualmente sono Amministratore Unico di Concreta e Concreta Service Srl, consigliere di Amministrazione di Idnamic Italia Srl, e partner dello Studio Porcaro Commercialisti, che opera sul territorio nazionale attraverso la consulenza strategica, le operazioni straordinarie e l’assistenza alle imprese in crisi. I risultati raggiunti nel mio percorso professionale derivano dalla passione per il mio lavoro e dall’esigenza di essere protagonista più che semplice
spettatore, certo di essere garante di affidabilità e correttezza e di rappresentare “la voce” dei giovani come me prima nel gruppo Giovani di Confindustria Benevento, ed oggi, quale rappresentante del Consiglio Centrale del Movimento GI. L’obiettivo sarà contribuire alla costruzione di una visione strategica per il futuro del Paese, incoraggiando i giovani, sull’esempio di eccellenze italiane già di successo, a propendere al rischio, supportando innovazione e invenzione.
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ROCCO TALUCCI Serietà, cultura e intraprendenza: questi i valori che il nostro Movimento porta avanti da 50 anni. Non ultimo, il grande senso di responsabilità che i Giovani Imprenditori hanno saputo mostrare nel giungere a una sintesi condivisa con un unico candidato alla Presidenza dei Giovani. Prima di essere eletto al Consiglio Centrale, sono stato componente del Consiglio Direttivo dei GI di Confindustria Basilicata dal 2007 al 2011. Nei prossimi tre anni vorrei concentrarmi in particolare sull’implementazione e la diffusione delle reti d’impresa, Ia chiave di volta di un nuovo modello di sviluppo e di
acquisizione di competenze. Inoltre sarà importante implementare e incentivare uno strumento che può certamente attrarre investimenti privati: la moneta urbanistica. Prevedere, cioè, premialità volumetriche per le imprese che decidono di intervenire, per esempio, abbattendo e ricostruendo edifici, rendendoli efficienti e innovativi dal punto di vista energetico oppure ristrutturandoli con materiali eco-compatibili.
MASSIMILIANO ZAMÓ Dopo la laurea in Economia Aziendale presso l’Università di Udine ed un’esperienza lavorativa in Gran Bretagna, inizio la mia carriera professionale a giugno 2003 nella posizione di Junior Brand Manager presso la Barilla S.p.a. Successivamente entro nell’azienda di famiglia, Linea Fabbrica Srl, leader nella produzione di sedute per l’ufficio e comunità, dove attualmente ricopro l’incarico di Direttore Marketing e Direttore Commerciale Estero. Sono Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Udine, con delega senior all’Education, e Vice-Presidente del Comitato
regionale Giovani Imprenditori di Confindustria Friuli Venezia Giulia. Ho promosso diverse iniziative nell’area Education (tra cui “Tecnico in classe” e “Fabbriche aperte”), a supporto delle nuove imprese (bando Start&Go) e nell’ambito “Internazionalizzazione”. Durante questo mandato come membro del Consiglio Centrale saranno due le principali tematiche che intendo portare sul tavolo di presidenza ed in capo al Consiglio: attività di networking associativo ed un nuovo approccio innovativo alle relazioni istituzionali ed alle attività di lobby.
LORENZO ZERBINI Laureato in Ingegneria Civile, ho lavorato come libero professionista presso uno studio di ingegneria, scelta intrapresa per maturare esperienza in campi lavorativi che fossero diversi da quello familiare. Dal 2007 entro in azienda, dapprima affiancando mio padre e poi sostituendolo in toto a causa della sua prematura scomparsa nel 2008; ad oggi ricopro la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione. Dal 2007 sono iscritto al Gruppo Giovani di Confindustria della Territoriale di Parma, entrando a giugno 2010
nel Consiglio Direttivo e ricevendo la nomina di Vice Presidente. Il Movimento per me rappresenta un momento di crescita fondamentale, sia professionale, sia, soprattutto, personale. In questi tre anni, cercherò di dare il mio contributo al massimo delle mie capacità. Credo che, oggi più che mai, sia necessario un Movimento vivo e coeso, che sappia rinvigorire quello spirito critico che negli anni passati lo ha contraddistinto, aiutando nella crescita e nel suo sviluppo la nostra grande Nazione, di cui noi siamo un tassello fondamentale.
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ANGELO AGLIATA Rilancio del Made in Italy e creazione di New Management e Business Education. É attraverso questo mix che possiamo superare un lungo periodo caratterizzato da sfiducia e immobilismo. Nel prossimo triennio dobbiamo puntare sulle eccellenze italiane. L’obiettivo del mio mandato è allora quello di mettere in campo progetti che risveglino l’orgoglio nazionale delle nostre produzioni e delle nostre eccellenze, tramite la diffusione di messaggi che comunichino l’importanza della professione “imprenditore” e la sua valenza sociale, economica e professionale. Nessuno può affrontare al
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meglio questa sfida di noi GI. Il nostro Movimento, di cui faccio parte dal 2006, è davvero come una seconda casa imprenditoriale, fatta di amicizie e partnership, di relazioni e contatti che porterò con me per sempre che mi hanno aiutato a crescere professionalmente. Oggi sono Resp. Marketing e Vendite di CDS Spa. Amo le nuove sfide, i progetti ambiziosi e tutto ciò che regala emozioni. Si, posso dire che sono uno che si nutre di emozioni, di musica, di arte, amici veri e di buon cibo... Non mi resta allora che dire: W il Made in Italy!
speciale movim MARGHERITA D’INNELLA CAPANO Nata nel 1975, sono sposata ed ho due figli. Studi umanistici, con diploma al liceo classico e laurea in Giurisprudenza. Sono imprenditrice di seconda generazione nell’azienda di famiglia, la Telpress Italia spa (che da anni opera nel settore della comunicazione e delle agenzie di stampa) in cui svolgo il ruolo di responsabile Area Finanza e controllo. Da oltre 10 anni faccio parte dei Giovani, divenendo a partire dal mese di aprile del 2013 membro di Giunta senior, un’esperienza altamente costruttiva sia dal punto di vista personale
che professionale. I Giovani Imprenditori devono apportare nel mondo della Giunta senior idee fresche ma anche nel rispetto di quei valori che hanno fatto di questo Paese una potenza industriale, quale è tuttora nello scenario internazionale. Non dobbiamo mai dimenticare che il nostro è un Movimento di persone che hanno in comune un sogno e degli ideali che sono quelli di rendere il nostro un paese competitivo e all’avanguardia nel paese “mondo”.
FEDERICO GHIDINI “L’innovazione è ciò che distingue un leader da un follower” (Cit. Steve Jobs). Federico Ghidini, classe 1979, figlio d’imprenditore di quarta generazione, dal 1998 iscritto ai giovani di Confindustria, divento Presidente dei Giovani dell’Associazione Industriale Bresciana nel 2011. Con il mio incarico sto diffondendo la cultura dell’innovazione, collegata anche al tessuto industriale tradizionale bresciano e alle start up internazionali. Dal 2013 siedo nella Giunta di Confindustria facendomi portavoce delle istanze del mondo dell’imprenditoria
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giovanile, puntando fortemente ad un Movimento che possa avere come principale obiettivo quello di rimettere in moto il volano produttivo, partendo da un concetto culturale semplice ed efficace: l’“idea”. Aiutare a mettere a punto i sogni imprenditoriali dando concretezza ed esperienza è la strada che i Giovani di Confindustria devono intraprendere per abbattere bariere, ostacoli, limiti e diffondere forza, coraggio e positività al tessuto giovanile italiano.
membri della giunta
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CHRIS OSTET Ahimè ho compiuto 40 anni, l’età che in Confindustria segna il passaggio dalla categoria degli imprenditori “giovani” a quella dei “seniores”. In realtà si tratta di un concetto spesso frainteso, dal momento che non mi sono mai sentito esclusivamente un “giovane imprenditore”, bensì un imprenditore che oltre ad avere le proprie aziende iscritte in Confindustria, ha voluto approfittare dell’opportunità di crescita personale e professionale che il Movimento dei Giovani Imprenditori, mi ha offerto in questi anni di frequentazione. La mia esperienza si chiude con un riconoscimento del quale
sono particolarmente orgoglioso: l’elezione quale componente della Giunta confederale. Ho vissuto questi 15 anni nel Movimento come una vera e propria palestra dove ho capito il vero senso dell’associazionismo: la rappresentanza è il motore che porta avanti Confindustria. Ora che noi Giovani abbiamo visto riconosciuto il nostro ruolo all’interno dell’Associazione, dobbiamo capire sempre più quale debba essere lo scopo della nostra azione, concentrandoci, a mio avviso, anche noi sull’importanza della rappresentanza.
gennaro lodato Dal 2003 ho partecipato assiduamente alle attività del Gruppo Giovani di Confindustria Salerno di cui sono stato eletto Presidente nel 2011. Già delegato al Nazionale, facevo parte della Giunta senior di Salerno. Ho ricoperto, tra l’altro, l’incarico di Presidente nazionale dei Giovani dell’Anicav. In questi ruoli ho potuto maturare un’esperienza di arricchimento grazie alla condivisione dei problemi e dei valori, la formazione
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continua sulle problematiche strategiche per la crescita delle imprese, l’opportunità di entrare in contatto con i circuiti imprenditoriali nazionali ed internazionali, che fanno parte di un bagaglio personale che considero parte integrante del mio modo concepire l’imprenditorialità. Il patrimonio di valori che tradizionalmente esprime il Movimento dei Giovani di Confindustria è il riferimento centrale nel mio percorso associativo.
speciale movim GIORDANO RIELLO È un grande orgoglio e privilegio poter rappresentare i Giovani Imprenditori di Confindustria nella Giunta Confederale. Gli obiettivi sono molteplici: cercherò sempre di concentrare l’attenzione sui progetti concreti che i Giovani Imprenditori portano avanti con entusiasmo. A me sono particolarmente cari i temi delle riforme, che considero strategici. Come in azienda ogni giorno cerchiamo di innovare per rimanere competitivi nei mercati, le riforme devono essere aggiornate per far rimanere concorrenziale il Paese rispetto al mondo in
evoluzione. Mi sono affacciato al Movimento nel 2009, nella territoriale di Rovigo, dove ora ricopro la carica di Vicepresidente. Questa esperienza mi sta dando tanto, dal punto professionale e umano. Penso che i Giovani Imprenditori abbiano saputo contraddistinguersi negli anni per la tenacia e la determinazione. Abbiamo fiducia nel futuro e volontà di essere i promotori di quello che all’ultimo convegno di Santa Margherita, abbiamo voluto chiamare “Nuovo Umanesimo Industriale”.
ELENA VESCHI Il mio percorso in Confindustria è iniziato dopo la laurea in Scienze Economiche Bancarie. Oggi sono al secondo mandato in Giunta, oltre a fare parte del Consiglio Direttivo di Confindustria Assafrica & Mediterraneo. Amo definire i Giovani imprenditori “Imprenditori Giovani” perché chi ricopre cariche associative ha anche responsabilità rilevanti in azienda: so che il ruolo sociale dell’imprenditore va ben oltre il prodotto che produce. Noi giovani dobbiamo dare sempre nuovi input, sognare per l’avvenire e imparare dagli sbagli e, come
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dice Goethe: ”Le cose migliori si ottengono solo con il massimo della passione”. Il membro di Giunta deve creare una “liaison” tra il Movimento G.I. e Confindustria Senior: spero di potermi battere per una politica fiscale ed energetica comune agli Stati membri europei. Una frase di S. Agostino illumina questa fase difficile: “La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per le cose che non vanno e il coraggio di poterle cambiare”.
membri della giunta
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dal territorio
Wellness e network… insieme si sta meglio! | di Giovanna Gallo | Ufficio Stampa Confindustria Ancona
Una vera e propria immersione nel mondo del benessere, nella Wellness Valley: il mondo Technogym. Tre territoriali, Ancona, Bari e Mantova, hanno messo insieme un desiderio comune e sono andate a toccare con mano una delle indiscusse eccellenze del nostro Made in Italy. Leggere per credere…
42 L’appuntamento era per pranzo… era necessario conoscersi un po’ prima di cominciare la visita programmata a Technogym! E così le delegazioni di Ancona, Bari e Mantova si sono ritrovate in un caratteristico ristorante di Cesena per condividere idee, aspettative, esperienze personali. Un tris di donne, Alessandra Beschi, Lilli Todaro e Maria Cristina Loccioni, Presidenti GI rispettivamente di Mantova, Bari e Ancona, sono arrivate accompagnate da un gruppo di circa 80 Giovani Imprenditori. All’arrivo in Technogym i GI sono stati accolti da Pierluigi Alessandri, Vice Presidente e fratello di Nerio. Il primo impatto con l’azienda è stato il racconto dell’avventura imprenditoriale e la proiezione di un video sulla realtà Technogym, con immagini anche dell’inaugurazione del Technogym Village alla presenza di personaggi del calibro di Giorgio Napolitano e Bill Clinton. Prima di una visita guidata a tutte le aree dell’azienda - uffici, T-restaurant, T-auditorium, T-wellness center, T- wellness store, T-factory - Alessandri si è reso disponibile per un confronto di oltre 2 ore, rispondendo alle tantissime curiosità dei Giovani Imprenditori. Gli spunti emersi sono
GI App
Technogym è leader mondiale nelle soluzioni per il Fitness e il Wellness, ha attrezzato 65.000 centri wellness ed oltre 100.000 abitazioni nel mondo. Si stima che 35 milioni di persone utilizzino ogni giorno i suoi prodotti. Impiega circa 2.200 collaboratori in 14 filiali in Europa, Stati Uniti, Asia, Medio Oriente, Australia e Sud America ed esporta il 90% della propria produzione in oltre 100 paesi.
stati moltissimi ma quello che è spiccato sopra tutti gli altri è la massima attenzione che l’azienda dedica ai propri collaboratori, partendo dal principio che chiunque lavora in Technogym debba respirare benessere in tutto ciò che lo circonda: solo per fare qualche esempio, le sedie sono dei palloni che consentono di assumere sempre la giusta posizione; gli attrezzi ginnici sono in ogni angolo caffè e disposti accanto ai salottini di benvenuto, per tutti è a disposizione una mensa che educa all’alimentazione. Ma i collaboratori sono anche coinvolti nei progetti e nei numeri dell’impresa e sono spinti a dare consigli e a condividere idee: esiste una specifica “cassetta delle idee” per raccogliere suggerimenti ma anche necessità. Chiaramente in un’azienda come Technogym non poteva mancare un forte riferimento all’innovazione come chiave di volta: tecnologica, dei materiali, della comunicazione, del modo di interfacciarsi con gli altri. Un innovazione a 360°, che ha consentito all’azienda di essere leader indiscussa nel suo settore a livello mondiale: basti pensare che Technogym è stata
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Il gruppo di GI in visita a Technogym
scelta come fornitore ufficiale di 5 edizioni dei Giochi Olimpici. Un ultimo spunto Alessandri lo ha voluto tarare proprio sulla figura del Giovane Imprenditore che deve avere lo spazio per crescere e per prendere in mano le redini della propria azienda. Maria Cristina Loccioni, Presidente GI di Ancona ha voluto sottolineare come “l’iniziativa sorta casualmente da un comune desiderio delle tre territoriali di conoscere da vicino una eccellenza imprenditoriale del nostro territorio, si è rivelata una straordinaria occasione per fare network tra le nostre territoriali e condividere storie ed esperienze. Da una parte dunque l’aspetto formativo che mi ha confermato ancora una volta come l’impresa che vince oggi è quella che sa mettere il suo collaboratore al centro di ogni progetto. Dall’altra il clima immediato di sintonia e complicità che si è creato tra le nostre territoriali... la bella sensazione di sentirsi parte di qualcosa”. Concorda
Lilli Todaro, Presidente GI di Bari: “Sono esperienze come questa che permettono di cogliere il senso più vero del nostro Gruppo: la possibilità di imparare dai “grandi” dell’imprenditoria italiana e la condivisone dell’esperienza con Giovani Imprenditori come te, con cui confrontarsi e scambiarsi opinioni. Laddove c’è confronto, c’è sempre crescita”. Conclude Alessandra Beschi, Presidente GI di Mantova: “L’esperienza in Technogym è di per se stessa meravigliosa, un’eccellenza mondiale intrisa di passione italiana. Viverla direttamente attraverso le parole del Vice Presidente Pierluigi Alessandri ha reso l’esperienza unica regalandoci la prospettiva di chi è partito da un garage e oggi continua a conquistare nuovi mercati. E poiché ritengo vero che la felicità sia reale solo quando è condivisa, aver vissuto questa giornata insieme alle territoriali di Ancona e Bari ha reso quest’esperienza oltre che unica, irripetibile!”
Wellness: uno stile di vita orientato al miglioramento della qualità della vita attraverso una regolare attività fisica, una sana alimentazione e un approccio mentale positivo. Un concetto profondamente italiano che affonda le proprie radici nel “mens sana in corpore sano” dei romani e ben presto si impone sul mercato come evoluzione del concetto americano di fitness.
GI App
dal territorio
ASSEMBLEA ANNUALE DI BRESCIA: GIOVANI A GRAN VOCE | di Massimiliano Pasini | Vice Presidente Commissione Comunicazione | di Andrea Tamburini | Consigliere Commissione Comunicazione
“Tra Futuro e tradizione...” il Presidente dei Giovani Marco Gay e i Giovani Bresciani gridano la voglia di Italia.
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Durante l’assemblea annuale dei Giovani Imprenditori di Brescia il neo Eletto Presidente Marco Gay saluta il Presidente Ghidini ed il suo Gruppo ricordando come la cultura d’impresa è ciò che ha fatto grande l’Italia ed è scritta nel DNA di noi Imprenditori Giovani. L’assemblea dello scorso 9 maggio è stato il momento per riprendere il tema caro a Brescia dell’innovazione al servizio del manifatturiero, attività che da sempre ha contraddistinto il nostro Paese mettendo le fondamenta di ciò che oggi è il “Made in Italy”. É questo quello che ha messo in evidenza Piero Ferrari, Vice Presidente dell’omonima azienda di Maranello e Presidente di Piaggio Aero Industries, durante la tavola rotonda “Tra Futuro e tradizione - Meccanica hardware e makers”. Durante il convegno Massimo Esposti del Sole 24 Ore ha esortato Piero Ferrari, Davide Gomba (CEO di Officine Arduino) ed Alessandro Masserdotti (fondatore di Open Dot) a raccontare un pezzo significativo della loro storia e delle loro intuizioni. I messaggi sono stati chiari: “La fiducia verso i giovani”, che, come ha raccontato il figlio di Enzo Ferrari, che ha regalato enormi soddisfazioni quando mio padre ha
giovanimprenditori.org
scommesso su un giovanissimo ed allora poco noto Villeneuve”. Il coraggio dei fondatori di Arduino che, permettendo a chiunque di clonare la loro scheda elettronica e di apportarne miglioramenti, ha generato l’hardware open source più venduto al mondo. La condivisione promossa da Open dot che ha dimostrato come il networking possa ottimizzare e a volte migliorare la ricerca e sviluppo. I tre hanno concluso all’unanimità che “avere sempre uno sguardo verso il futuro” è il punto imprescindibile per i Giovani Imprenditori di ieri, oggi e domani. Messaggio sottoscritto dai bresciani già nelle premesse che, ancora una volta, hanno avviato i lavori con la presentazione dei Progetti ISUP (ISUP è l’incubatore d’Impresa dei GGI di Brescia): idee d’impresa innovative che sono state selezionate per partecipare gratuitamente al Master in Economia e Sviluppo dell’idea di business con lo scopo di favorire il concreto sviluppo delle idee imprenditoriali. Ragazzi che, grazie a questo progetto, potrebbero diventare future start-up di successo - questo è il nostro augurio - come si accinge a fare Tip Ventures, la piattaforma di crowd founding presentata
“L’Italia si sostiene su chi come noi ha ancora l’ostinazione di fare impresa malgrado un contesto che rende il tutto sempre più difficile. Come Giovani, dobbiamo gridare le nostre istanze a quelle Istituzioni che da troppo tempo ci hanno lasciati soli, affinché si avviino gli interventi necessari per attrarre investitori stranieri ma, soprattutto per aiutare noi a rimanere qui, nel nostro Paese”.
durante il Convegno. Oltre alla tradizione, all’innovazione, alle testimonianze di coraggio e di voglia di fare impresa non sono mancati i momenti per sollecitare il Governo, affinché le nostre valli - dice Ghidini - possano essere o tornare ad essere le nostre Sylicon Valley. Brescia da sempre proiettata all’innovazione nel manifatturiero, è negli ultimi anni diventata espressione anche delle nuove tecnologie collegate proprio dal “digital manufacturing”, che si sta esprimendo in tanti modi e con una forza propulsiva
che deriva proprio dalla nostra cultura del lavoro. Le nuove tecnologie aprono a flessibilità produttiva e personalizzazione dell’offerta, nuovi modelli organizzativi e distributivi che diventano possibili grazie al web, creatività e design ad alta tecnologia: queste sono solo alcune delle potenzialità legate alla svolta digitale del manifatturiero tradizionale. Nelle conclusioni, il Presidente Nazionale Marco Gay ricorda quanto l’Italia sia stata protagonista dell’innovazione tecnologica mondiale nei lunghi secoli di
storia, ma anche quanto sia stata negli ultimi anni malauguratamente incapace di valorizzare le proprie qualità. “L’Italia si sostiene su chi come noi ha ancora l’ostinazione di fare impresa malgrado un contesto che rende il tutto sempre più difficile. Come Giovani, dobbiamo gridare le nostre istanze a quelle Istituzioni che da troppo tempo ci hanno lasciati soli, affinché si avviino gli interventi necessari per attrarre investitori stranieri ma, soprattutto per aiutare noi a rimanere qui, nel nostro Paese”.
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Assemblea annuale dei Giovani Imprenditori di Brescia
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dal territorio Per innovare un territorio occorre partire dai suoi giovani mettendoli nella condizione di conoscere l’ambiente lavorativo in cui andranno a inserirsi e a quali fabbisogni professionali dovranno rispondere. Un “dire” trasformato in “fare”, attraverso il progetto S.T.A.R.S., un’iniziativa del Gruppo Giovani Industriali di Pordenone di cui sono Presidente, un valido progetto di alternanza scuola lavoro che ha avuto e ha davvero,
concretamente, il merito di ridurre la distanza che esiste ancora oggi, in Italia, tra chi studia e chi lavora. S.T.A.R.S. è divenuto patrimonio del territorio, è qualcosa che oramai - posso dirlo serenamente - trascende dal suo stesso significato. Ne abbiamo prova concreta ogni anno, e questo è stato il decimo: 1200 studenti in rappresentanza di 17 istituti secondari superiori, una ventina di imprese e una sessantina tra insegnanti,
Stelle nascenti per conquistare i mercati di domani 46
| di Marco Camuccio | Responsabile Made in Italy
Consegnati a Pordenone gli Awards ai giovani distintisi nel corso di S.T.A.R.S., valido progetto di alternanza scuola lavoro organizzato dal GGI della Territoriale.
Per innovare un territorio occorre partire dai suoi giovani mettendoli nella condizione di conoscere l’ambiente lavorativo in cui andranno a inserirsi e a quali fabbisogni professionali dovranno rispondere. Un “dire” trasformato in “fare”, grazie al progetto S.T.A.R.S.
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imprenditori o manager coinvolti. Tutto ciò mi rende ottimista nonostante senta che, a differenza di altri Paesi europei, il nostro è contraddistinto da un forte gap tra scuola e lavoro: i giovani costruiscono il loro percorso formativo privi della reale consapevolezza di come impiegheranno le competenze che acquisiscono. D’altra parte anche le aziende faticano a comunicare che cosa cercano e come dovrebbero essere formate le figure professionali. Intervenire è sempre stata una priorità di programma proprio per promuovere l’innovazione anzitutto industriale. Credo che S.T.A.R.S. abbia centrato una porzione consistente degli obiettivi di questo topic innalzando il livello culturale di base, aumentando il coordinamento tra istituzioni, valorizzando il ruolo dell’impresa quale attore della formazione e collegando la
domanda e offerta del capitale umano. A noi piace concludere S.T.A.R.S., che ha una coda a fine anno scolastico, con un concorso aperto alle classi partecipanti, terze e quarte superiori degli istituti e licei provinciali, dal titolo Giovani Imprenditori Pordenone Awards, che nell’edizione 2014 ha visto partecipare 120 studenti e ben 28 lavori presentati sul tema “Giovani e innovazione nell’era di domani”. La cerimonia di consegna degli Awards è stata anche occasione per un confronto tra gli studenti e alcuni rappresentanti dell’87^ Adunata Nazionale Alpini 2014, evento che ha visto Pordenone tingersi del tricolore. Come ha ricordato Monsignor Bruno Fasani (direttore della testata nazionale l’Alpino), il motto scelto per l’edizione di Pordenone, “Alpini: esempio per l’Italia”, si basa su tre valori semplici ma fondamentali:
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Gli studenti a conclusione della cerimonia
amicizia, disponibilità e rispetto delle regole. È proprio la condivisione di questi valori, che mi ha spinto ad affiancare la cerimonia conclusiva del progetto S.T.A.R.S. al tema alpino, per trasmetterli ai quei giovani che sono più che mai il nostro domani, affinché diventino per loro, unitamente all’impegno costante, le basi su cui costruire il proprio futuro. Tuttavia - ne sono certo - la strada verso i grandi risultati deve essere segnata anche dalla preparazione, dalla curiosità personale e dalla capacità di mettersi in gioco: in questo senso i progetti realizzati rappresentano un grande esempio di quanto il GGI, in dieci edizioni, è già riuscito a dare e trasmettere al territorio, ai suoi giovani, al suo futuro. Grazie al concorso, infatti, i gruppi di lavoro presentano ciò che hanno sintetizzato nel loro percorso insieme alle imprese,
sono coadiuvati dagli insegnanti, ed è questa una delle vere dimostrazioni di come pubblico e privato possano lavorare fianco a fianco. I ragazzi, oltre a ricevere un premio, sono stati anche remunerati; non perché quel che riusciamo a dar loro possa fare in qualche modo la differenza, ma perché può offrire la percezione di cosa significhi essere gratificati anche economicamente per il proprio lavoro. Citare qualche progetto in particolare non avrebbe senso; i ragazzi sono stati tutti bravi e – devo dire – hanno mostrato senso di abnegazione verso il proprio ruolo. É questa la più grande soddisfazione per tutti noi. Avanti così: l’Italia ha tanto talento da mostrare al mondo!
Dati progetto S.T.A.R.S. 1.200
studenti di 17 istituti secondari superiori della Provincia coinvolti
20
imprese coinvolte
circa 60
tra insegnanti e imprenditori coinvolti
Giovani Imprenditori Confindustria
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SOGNATE IN GRANDE, POI APRITE GLI OCCHI ED INIZIATE A VOLARE! | di Cristina Loccioni | Presidente GGI Ancona
Un volo nel futuro con l’astronauta Paolo Nespoli nella giornata conclusiva del Learning by Doing, progetto interprovinciale delle Marche che ha coinvolto oltre 800 ragazzi delle scuole medie ed università.
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LEARNING BY DOING Cosa è: concorso interprovinciale dei Giovani Imprenditori di Ancona, Fermo, Macerata e Pesaro rivolto agli istituti di secondo grado ed alle Università. Obiettivo: attivare una sinergia azienda-docente-studente con la sperimentazione della metodologia laboratoriale attraverso un processo di apprendimento interattivo con il mondo del lavoro. Struttura: a ottobre l’impresa segnala alle scuole dei temi da sviluppare che partono da concrete esigenze aziendali; fino ad aprile gli studenti lavorano ai progetti con i Giovani Imprenditori che fanno da tutor; a maggio la presentazione finale dei progetti, prima a livello provinciale poi interprovinciale. I numeri dell’edizione 2013-2014: coinvolti 30 Giovani Imprenditori, 27 scuole ed università, oltre 800 studenti.
Una mattinata veramente indimenticabile quella che hanno organizzato i Giovani Imprenditori di Ancona, Fermo, Macerata e Pesaro lo scorso maggio in Confindustria Marche. Una platea enorme di ragazzi delle scuole superiori ed università, tanti docenti, tanti imprenditori, tutti uniti dal desiderio di collaborare, per conoscersi reciprocamente, progettare il futuro insieme. Gli studenti hanno lavato per mesi, supportati dai Giovani Imprenditori, per la realizzazione di progetti che partivano da reali problematiche o necessità delle imprese; lo scorso 23 maggio i migliori progetti emersi dalle edizioni provinciali sono stati presentati dagli studenti con tanta professionalità ed emozione in Confindustria Marche: la realizzazione di un sito web, la progettazione di un nuovo plant produttivo, l’analisi qualitativa di prodotti alimentari, l’ottimizzazione del processo produttivo... A rendere ancora più speciale la mattinata, la presenza di un ospite “spaziale”: l’astronauta Paolo Nespoli. “Sin da bambino ho avuto un grande sogno: diventare un astronauta”. Così ha esordito il suo racconto Nespoli, condividendo con i presenti la diffidenza
di chi accanto a lui non ha mai creduto al suo sogno. Eppure in quel sogno lui ci ha creduto sempre. E passando attraverso dei percorsi in salita e delle amare sconfitte, è arrivato ad essere selezionato tra i pochi astronauti italiani che ha compiuto missioni nello spazio. A questo grande uomo dalle meravigliose caratteristiche professionali ed umane abbiamo rivolto alcune domande. Il sogno di diventare astronauta: cosa ti piace di più del tuo ruolo? L’essere riuscito a coronare il mio sogno impossibile di bambino è probabilmente l’aspetto che più mi ha appagato interiormente. Mi sento fortunato nell’aver coltivato un sogno che alla fine è risultato possibile, e che mi ha portato a svolgere una professione nella quale mi sento a mio agio, come se indossassi un vestito che mi piace esteticamente e che mi calza alla perfezione. Sentirsi proiettato verso il futuro, e talvolta spingerlo più avanti, è forse la cosa che più mi affascina. Nel percorso per raggiungere il tuo sogno ci sono state
anche delle cadute; cosa ti ha aiutato a non rinunciare mai al tuo obiettivo? Bisogna aver coscienza di non essere infallibile, e che ci saranno cose o eventi, difficilmente controllabili che, ogni tanto giustamente o no, ti sbarreranno la strada. Occorre saper sfruttare questi momenti come occasioni di maturazione e crescita, mantenendosi sempre focalizzati sul raggiungimento dell’obiettivo finale. Vivere un’esperienza nello spazio è come essere proiettati in una dimensione futura: cosa riporti nel presente ogni volta che ritorni sulla terra? Ci sono diverse cose che nello spazio sei obbligato a fare e che si applicano alla vita di tutti i giorni: imparare
dagli errori, focalizzarsi sugli obiettivi, lavorare in gruppo, gestire al meglio le risorse disponibili, cercare di limitare necessità ed esigenze e fare di più con meno. Forse però quella che mi sembra la più proiettante verso il futuro è la necessità di osare a sperimentare cose nuove, sapendo che in buona parte non funzioneranno, ma che quelle che funzioneranno ti porteranno lontano e in dimensioni inaspettate. Il tuo intervento ai 300 ragazzi delle scuole superiori ed università ha emozionato i presenti. Quali sono state le tue di emozioni? Generalmente, alla fine delle mie presentazioni, mi sento soddisfatto per aver avuto l’opportunità di raccontare,
parlare, rivivere cose che mi sono piaciute e che mi hanno dato esperienze nuove e soddisfazioni personali - e, ri-raccontandole è come riviverle di nuovo. Normalmente percepisco di essere riuscito a toccare nel fondo dell’anima buona parte delle persone che mi ascoltano. Il vedere il luccichio negli occhi della gente, il sentire di essere riuscito a scuoterle dentro, la speranza che qualcosa cambierà per loro e per tutti noi, sono sicuramente emozioni impagabili. Che suggerimento daresti ai Giovani Imprenditori di oggi? Lo stesso che dico sempre alla fine delle mie presentazioni: “Il futuro è nostro, dobbiamo solo osare sognare!”
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Sentirsi proiettato verso il futuro, e talvolta spingerlo più avanti, è forse la cosa che più mi affascina. Sentirsi proiettato verso il futuro, e talvolta spingerlo più avanti, è forse la cosa che più mi affascina.
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La Borsa della Ricerca all’Unisa: 700 colloqui di lavoro tra laureandi, laureati e dottori di ricerca 50
| di Giovanni Russo | Giovane Imprenditore
Si è svolta dal 2 al 4 luglio al campus di Fisciano la prima edizione della “Borsa della Ricerca - forSUD”, evento unico nel panorama nazionale che prevede la realizzazione di oltre 700 colloqui di lavoro tra laureandi, laureati, dottori di ricerca e recruiter di imprese, interessati a fare scouting mirato per la propria attività di R&D.
Nel campus di Fisciano ha avuto luogo la prima edizione della “Borsa della Ricerca – forSUD”. La manifestazione - organizzata dall’Università degli Studi di Salerno e dalla Fondazione Emblema (con il sostegno di MIUR, Invitalia, Camera di Commercio di Salerno, TechNapoli ed Unicredit) - ricalca il format del Forum nazionale della Borsa della Ricerca con l’opportunità di colloqui di lavoro per consentire ai giovani di incontrare in un’unica giornata decine di aziende di tutta Italia. L’evento ha ospitato oltre 70 imprese nazionali e locali (tra cui Novartis, Elica, Enel, Electrolux, IBM, KPMG, Loccioni, Unicredit), 130 laureati e dottori di ricerca - scelti sulla base del merito e preparati all’evento con sessioni di coaching - e 40 start up, selezionate attraverso il sistema confindustriale, Invitalia, MIUR e TechNapoli. Presenti anche 35 progetti PON, che hanno
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“Scopo di questa manifestazione è quello di favorire la relazione tra Università e mondo dell’impresa per trovare insieme soluzioni innovative allo sviluppo del nostro territorio”.
risposto alla call, con numerose Istituzioni nazionali e locali, pronte a condividere le proprie esperienze e fare sistema. Gli oltre 250 delegati accreditati hanno animato la tre giorni con 700 colloqui di selezione e 600 appuntamenti one to one tra progetti PON o start-up. “Scopo di questa manifestazione” - incalza il Rettore dell’Università di Salerno Aurelio Tommasetti – “è quello di favorire la relazione tra Università e mondo dell’impresa per trovare insieme soluzioni innovative allo sviluppo del nostro territorio. Al centro ancora una volta la ricerca e il trasferimento tecnologico, per cui siamo stati premiati dalle recenti classifiche di qualità come il migliore ateneo del Mezzogiorno. Ma non basta: i nostri migliori laureati devono diventare i protagonisti dei progetti di trasferimento di conoscenza, entrando in contatto con le aziende del territorio e presentando loro
competenze e nuove professionalità”. “Abbiamo promosso il progetto convinti della necessità di realizzare un evento dedicato a questo tema, che mantenga la dimensione nazionale (in termini di partecipazione delle aziende), ma che sia al contempo fortemente incentrato sul Meridione”. Queste le parole di Tommaso Aiello, CEO della Fondazione Emblema e ideatore della Borsa, iniziativa per favore il trasferimento tecnologico e che ha visto nascere in cinque anni oltre quattrocento collaborazioni tra gruppi di ricerca e aziende. Intanto Pietro Campiglia, Delegato del Rettore al Fund Raising, ha sottolineato: “Il processo di globalizzazione ha profondamente modificato l’ordine economico mondiale. In questo nuovo scenario, il principale motore di crescita economica deve essere
l’innovazione, ovvero il trasferimento di nuove tecnologie e competenze dai loro produttori (quali università ed enti di ricerca) agli utilizzatori (le imprese). La Borsa della Ricerca è un’iniziativa che nasce proprio per favorire il contatto tra il mondo della ricerca universitaria e quello delle Imprese, per creare occasioni concrete di trasferimento di tecnologia e di innovazione”. La Borsa della Ricerca - forSUD è stata anche l’occasione per discutere di alcuni temi strategici: la sessione plenaria del 2 luglio ha visto i rettori di dodici atenei del Sud Italia confrontarsi sul ruolo della ricerca accademica e sul tema del trasferimento della conoscenza, mentre il giorno dopo ha messo a confronto autorevoli rappresentanti del mondo accademico e politico sul tema della terza missione
dell’università. I workshop si sono concentrati invece sull’autoimprenditoria e sugli strumenti a supporto dei giovani che vogliono sviluppare start-up: crowdfunding, ma anche sostegno da parte di istituti di credito e incubatori d’impresa. Innovativo nel panorama nazionale anche il calendario di incontri del 4 luglio tra Progetti PON e start-up delle Regioni dell’obiettivo convergenza. Ad ogni modo, da metà giugno, sul portale Borsadellaricerca.it è stato attivato un ambiente virtuale in cui i delegati possono scegliere quali candidati incontrare e le realtà con cui confrontarsi, ricercando per parola chiave, area scientifica o cluster applicativo, al fine di individuare le competenze più in linea con i propri fabbisogni e costruire una agenda di appuntamenti ad hoc.
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La Piattaforma Meccanica Europea - da Made in Italy a Made in Europe | di Gianni Balistreri | Ditrettore Quale Impresa
Italia e Germania, Paesi leader in Europa nel settore della meccanica, puntano a rafforzarsi nel mercato globale unendo le forze. Questo l’obiettivo al centro del Meeting Italo-Tedesco promosso da Confindustria Emilia-Romagna con l’Ambasciata tedesca in Italia. “I due Paesi che conoscono meglio i vantaggi dell’industria”, ha sottolineato l’Ambasciatore Schaefers, “devono saper rendere l’obiettivo della re-industrializzazione parte integrante degli sforzi per superare la crisi economica in Europa”.
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Germania e Italia, motori industriali dell’eurozona, conoscono più di tutti quali siano i vantaggi dell’industria.
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Il titolo è forse provocatorio, ma sicuramente adatto a dare la dimensione dei cambiamenti che stanno investendo la meccanica nel vecchio continente. In Europa, questo settore - e in generale il manifatturiero - è presidiato da Italia e Germania, che insieme detengono una quota di mercato superiore al 60%. I due Paesi, forti del loro primato, ora cercano di fare ancora meglio insieme stringendo alleanze per rafforzarsi nel mercato globale. È questo uno dei tasselli del percorso di collaborazione avviato da Confindustria e BDI che dal 2011 si incontrano periodicamente per discutere problemi e prospettive dell’industria nei rispettivi Stati. E così faranno anche il prossimo ottobre a Bolzano, alla presenza del Cancelliere Merkel e del Presidente del Consiglio Renzi. In questo quadro si è svolto a Bologna lo scorso 24 giugno il Meeting Italo-Tedesco “Verso una piattaforma meccanica europea”, promosso da Confindustria EmiliaRomagna insieme con l’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania in Italia. Il Meeting è stato organizzato con
la collaborazione di UniCredit ed Alma Graduate School, la Business School dell’Università di Bologna, e il contributo di BRT. Germania e Italia, motori industriali dell’eurozona, conoscono più di tutti quali siano i vantaggi dell’industria. E proprio per questo – ha sottolineato l’Ambasciatore Reinhard Schaefers - devono saper rendere l’obiettivo della re-industrializzazione parte integrante degli sforzi per superare la crisi economica in Europa. L’occasione dell’incontro di Bologna è stata allora importante per mettere il primo mattone della costruzione di un una Piattaforma Comune Europea nel settore della Meccanica. Un unico sistema integrato tra l’industria italiana e quella tedesca, perché oggi la sfida non è tra l’Italia e la Germania o tra paesi europei bensì con altre macro aree mondiali. In particolare, sono emerse caratteristiche idonee a creare una sinergia tra i due Paesi: capacità di stare sui mercati globali per la Germania; flessibilità, creatività e design delle sue piccole e medie Imprese per l’Italia. Le
problematiche possono essere diverse, ad esempio le aziende meccaniche italiane lamentano costi dell’energia elettrica doppi rispetto ai vicini tedeschi. Ma l’obiettivo dei due Paesi oggi è in parte coincidente: un riposizionamento sui mercati globali, incidendo sulle politiche comunitarie e cogliendo la straordinaria opportunità della presidenza dell’Italia al semestre Europeo, come ha evidenziato
anche il Presidente di Confindustria Emilia Romagna Maurizio Marchesini. Quella che nascerà potrà essere la prima piattaforma Made in Europe, ossia l’integrazione tra due sistemi complementari che però mantengono elementi di distinzione e originalità proprie. Un’importante occasione per l’Italia e le sue aziende che potranno cercare di superare il gap competitivo
causato principalmente da fattori esterni come elevato costo dell’energia elettrica, cambio euro/dollaro, costo del lavoro e tassazione opprimente, spostando la propria produzione su prodotti qualitativamente superiori fino alla formazione di competenze adeguate alla “manifattura 4.0”.
made in Europe
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made in Italy
made in Germany
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quale happening | SML 2014 |
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dedicato ad anna cosenza
41 anni al fianco dei GI | di Giulia Bertagnolio |
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rinnovo cariche messina cuneo la spezia caserta
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ragusa
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11 giugno 2014, Gaetano Panzera è stato eletto Presidente del GGI di Messina. Subentra a Simona Caratozzolo.
Enrico Galleano subentra a Simone Ghiazza alla Presidenza del GGI di Cuneo. L’elezione si è tenuta il 12 giugno 2014.
Sara Filippetti è la nuova Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di La Spezia dopo l’elezione nel corso dell’assemblea del 13 giugno 2014.
19 giugno 2014, Antonio Nappa è stato eletto Presidente del GGI di Messina. Subentra a Vincenzo Bove.
Chiara Giombarresi subentra a Mario Molè come Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Ragusa. L’elezione di è tenuta il 20 giugno 2014.
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maggio verona Rafforzare e sviluppare il dialogo fra scuola e mondo del lavoro. É questo l’obiettivo di “Education Week: l’Impresa dell’orientamento” progetto ideato dal GGI di Verona alla III edizione. I numeri del 2014 raccontano della partecipazione di oltre 700 bambini e ragazzi, dalle scuole elementari alle superiori, le famiglie, i docenti, gli enti e le istituzioni del territorio che si occupano di formazione e orientamento professionale. “Come GI” - ha commentato Michele Lovato, Presidente del GGI di Verona - “crediamo molto nel consolidamento del rapporto tra scuola, imprese e mondo del lavoro. La diffusione della cultura d’impresa e la conoscenza delle realtà produttive del nostro territorio sono attività strategiche sulle quali siamo da sempre impegnati in prima linea. Investire sui giovani significa investire nella società di domani.”
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maggio padova Cacciaviti, compensato e tanta fantasia hanno guidato i bambini di 6 scuole Primarie della Provincia di Padova, nella costruzione di un giocattolo mobile. Il Gruppo Giovani Imprenditori e la sezione Metalmeccanici hanno aderito al progetto promosso da Federmeccanica, che ha fornito i kit di lavoro e le schede di valutazione a livello nazionale. Maestre ed allievi si sono quindi cimentati nella realizzazione di macchine, aerei, robot ed astronavi. I bambini, divisi in gruppi di 4 o 5, hanno realizzato il loro giocattolo, corredato da un Diario di Bordo e da materiale pubblicitario. Ogni classe ha poi scelto, tra i gruppi, un solo giocattolo da inviare alla giuria del Gruppo Giovani Imprenditori, che ha selezionato il giocattolo vincitore: “Crazy Swing”, una giostra realizzata dai bambini della classe 4^ A dell’Istituto Marconi di Battaglia Terme.
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ROMA
Il seminario “L’Enrico V di Shakespeare nel teatro della leadership”, tenuto dall’attore teatrale e formAttore Massimo Di Vincenzo della MDV Teatro Project, ha coinvolto i Giovani Imprenditori di Unindustria con l’obiettivo di sensibilizzare e far riflettere i presenti attorno alle criticità emotive che spesso si nascondono dietro le tipiche dinamiche manageriali. Sfruttando la metafora del giovane leader Enrico V chiamato a unire, guidare e motivare il proprio staff sotto la bandiera di una potente mission, si è creata in aula una dinamica relazione tra le scene interpretate dall’attore e la recitazione del ruolo di manager da parte dei partecipanti chiamati in causa con esercitazioni, giochi metaforici e attività di autovalutazione.
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maggio padova Una festa in musica con canzoni dal vivo elaborate ed eseguite dagli studenti di 10 classi di Scuola Secondaria di I^ grado, per raccontare le aziende visitate in occasione del PMI DAY 2013. Attraverso la musica i ragazzi hanno espresso ciò che delle aziende li aveva più colpiti. Oltre alle canzoni, gli studenti hanno sottoposto alla giuria anche un manufatto rappresentante l’azienda, una relazione della visita e un cartellone pubblicitario. Tutti tasselli che hanno portato gli studenti ad addentrarsi nella realtà d’impresa, aiutati dagli imprenditori del Gruppo Giovani, che sono stati ospiti in classe per preparare i ragazzi alla visita e li hanno poi guidati nelle varie realtà d’impresa. Premio in palio per le tre classi sul podio: una giornata di formazione al “Cubo Rosso” Centro di Formazione Esperienziale di Fòrema Srl – ente di formazione di Confindustria Padova.
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maggio pordenone Cerimonia di premiazione del concorso “Giovani Imprenditori Pordenone Awards 2014”, competizione di idee progettuali organizzato dal GGI di Unindustria Pordenone nell’ambito del Progetto S.T.A.R.S.. Giunto alla X edizione, quest’anno dedicata al tema “Giovani e innovazione nell’impresa di domani”, il concorso si rivolge dagli studenti del 3° e 4° anno degli Istituti Scolastici Secondari della Provincia col fine di favorire l’integrazione tra i sistemi di formazione e mondo del lavoro attraverso il contatto diretto tra aziende e scuola. L’evento ha visto anche un momento dedicato all’87^ Adunata Nazionale Alpini 2014, occasione di confronto tra gli studenti e alcuni rappresentanti del Comitato organizzatore della manifestazione nazionale svoltasi a Pordenone.
23 maggio varese Qualità, performance, sicurezza, innovazione, design: queste le caratteristiche distintive dell’azienda Vibram di Albizzate, che gli aderenti del Gruppo Giovani Imprenditori di Varese e di Como hanno potuto toccare con mano. Continua, infatti, il tour delle nuove leve dell’imprenditoria locale tra le realtà più performanti del sistema manifatturiero del Varesotto. Come una sorta di scuola sul campo che, in una delle ultime tappe, aveva toccato, per esempio, il leader nazionale della produzione di elicotteri: l’AgustaWestland. Questa volta, invece, il settore era quello della gomma-plastica, nel quale Vibram opera come produttore di suole in gomma per le calzature. Gli uffici designer, del Tester Team e quelli del Laboratorio RnD: questo il cuore della visita aziendale che si è aperta con l’incontro coi vertici della società.
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29 maggio pordenone Conferimento del primo premio all’Istituto Statale d’Istruzione Superiore “Lino Zanussi” nell’ambito della seconda edizione del concorso “Un progetto di classe”, istituito dal centro di competenza GEWISS Professional. Alla cerimonia di premiazione del concorso rivolto agli istituti di istruzione e formazione per lo sviluppo della progettazione elettrica, partecipa il Vice Presidente GGI di Unindustria Pordenone, Andrea Perin.
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giugno emilia romagna Si è conclusa l’edizione 2014 del progetto “CREI-AMO L’IMPRESA!”, promosso dal GGI Emilia-Romagna e dalla Direzione Scolastica Regionale in collaborazione con AlmaLaurea: un concorso di idee imprenditoriali innovative per stimolare gli studenti alla cultura d’impresa. L’iniziativa è dedicata ad Alice Gruppioni, imprenditrice scomparsa l’anno scorso. Hanno partecipato 200 studenti di 8 istituti superiori. “Abbiamo deciso di dedicare il progetto all’EXPO 2015 – ha dichiarato il Presidente Bighinati – perché riteniamo fondamentale far lavorare i giovani sui temi di questa manifestazione, che rappresenterà una straordinaria vetrina per l’Italia. I business plan si sono concentrati su prodotti e servizi connessi all’alimentazione, salute, ambiente, innovazione e sulla valorizzazione turistica dell’Emilia-Romagna”.
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giugno rende Trasmettere esperienze e valori del fare impresa OGGI. Era l’obiettivo dell’Officina Gruppo Giovani Imprenditori: scuola di alta imprenditorialità realizzata dai GI torinesi con il Politecnico e l’Università, ed degli incubatori I3P e 2I3T. OGGI è un progetto che ha visto confrontarsi in 8 incontri imprenditori, manager e professionisti con oltre 300 tra startupper, studenti universitari, e persone interessate ad avviare un’impresa. Pochi monologhi e molto confronto, con testimonianze autorevoli quali Marco Boglione, Anna Ferrino, Marco Lavazza ed Andrea Pontremoli. Il ciclo si è chiuso il 10 giugno con l’appuntamento “Oltre i confini”. Con la Presidente Cristina Tumiatti sono intervenuti il Presidente Marco Gay, il Vice Giacomo Gellini e Luca Donelli, con un contributo video di Mark Esposito sul tema del Fast Expanding Market.
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Trasmettere esperienze e valori del fare impresa OGGI. Era l’obiettivo dell’Officina Gruppo Giovani Imprenditori: scuola di alta imprenditorialità realizzata dai GI torinesi con il Politecnico e l’Università, ed degli incubatori I3P e 2I3T. OGGI è un progetto che ha visto confrontarsi in 8 incontri imprenditori, manager e professionisti con oltre 300 tra startupper, studenti universitari, e persone interessate ad avviare un’impresa. Pochi monologhi e molto confronto, con testimonianze autorevoli quali Marco Boglione, Anna Ferrino, Marco Lavazza ed Andrea Pontremoli. Il ciclo si è chiuso il 10 giugno con l’appuntamento “Oltre i confini”. Con la Presidente Cristina Tumiatti sono intervenuti il Presidente Marco Gay, il Vice Giacomo Gellini e Luca Donelli, con un contributo video di Mark Esposito sul tema del Fast Expanding Market.
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giugno torino
giugno cuneo Si è tenuto il Convegno “Europe for Dummies – Perché abbiamo bisogno di più Europa”, un momento di confronto tra esperti del settore e giovani che vivono e lavorano a Bruxelles. É intervenuto Francesco Costamagna, ricercatore di Diritto dell’Unione Europea all’Università degli Studi di Torino, con una relazione intitolata “Quale Europa? Processo di integrazione e crisi”. É seguita una tavola rotonda, coordinata da Fabrizio Pepino, Direttore di Provincia Oggi (house organ di Confindustria Cuneo) alla quale sono intervenuti: Cosimo Avesani (rappresentanza permanente italiana presso l’Unione Europea), Viviana Padelli (Policy Adviser presso la Delegazione di Confindustria a Bruxelles) e Renato Lanzetti (Economista e già Direttore Vicario IRES). La chiusura dei lavori è stata affidata al Presidente dei Giovani Imprenditori Marco Gay.
13 giugno udine Visita del GGI di Udine allo stabilimento della Tod’s a Sant’Elpidio a Mare ed incontro con i fratelli Diego e Andrea Della Valle e il Ministro per lo Sviluppo Economico degli Emirati Arabi Uniti, Sultan bin Saeed Al Mansouri, in occasione del gemellaggio economico con il GGI di Ascoli che ha visto la realizzazione di b2b tra i 35 Giovani Imprenditori partecipanti all’iniziativa.
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giugno corigliano calabro Si è svolto nel Castello Ducale di Corigliano l’incontro tra i Giovani Imprenditori di Confindustria Cosenza ed i vertici di Costa Crociere. “Obiettivo dell’incontro - ha sottolineato la Presidente del Gruppo Marella Burza - è stato quello di creare occasioni di collaborazioni e partnership tra le aziende locali e la società crocieristica e di promuovere le località in cui le navi effettueranno le soste in Calabria, che faranno registrare la presenza di circa 1500 turisti a scalo. L’incontro si inserisce nell’ambito della manifestazione “Costa Crociere sceglie la Calabria. Una occasione da non perdere”, organizzata dal Comitato regionale dei Giovani di Confindustria, con 4 road show in località turistiche della Calabria che annoverano un patrimonio di arte, cultura, tradizioni e paesaggi tutto da scoprire e valorizzare.
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Incontro – dibattito “Nuova politica industriale: dai distretti alle filiere per un sistema economico regionale più competitivo”, organizzato dal Gruppo Consiliare Regionale dei Cittadini del Fvg. Nel corso dell’evento, ideato per fare luce sulla situazione economica dell’industria manifatturiera del Friuli Venezia Giulia e sul nuovo piano di sviluppo industriale regionale in via di definizione, interviene in qualità di relatore il Presidente GGI di Unindustria Pordenone Marco Camuccio, portando anche la propria testimonianza di imprenditore orientato all’innovazione.
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giugno pordenone Convegno “PORDENONECREA - Azioni e progetti per un nuovo sviluppo”, organizzato da Unindustria PN per raccontare alcuni degli interventi che il territorio ha avviato per offrire opportunità di crescita alle giovani generazioni e alle imprese. A parlare di azioni e di progetti intrapresi per procedere verso un nuovo sviluppo sono stati gli imprenditori susseguitisi nella veste di relatori nel corso del convegno, offrendo un prezioso contributo per esprimere le potenzialità, la forza e le eccellenze che a Pordenone risiedono. I testimonial rappresentavano un campione ampio e diversificato del mondo aziendale: start-up e aziende storiche, giovani professionisti e senior; il Presidente GGI di Unindustria PN Marco Camuccio ha partecipato portando la propria esperienza aziendale e moderando la sezione dedicata al design di brand e prodotto.
GI App
quale events
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giugno como Mercoledì 25 giugno 2014 alle ore 17.30 è stata convocata presso Villa del Grumello l’Assemblea Ordinaria del Gruppo Giovani Industriali di Como. Questa è stata un’occasione istituzionale importante per riflettere insieme sulle attività svolte, ma soprattutto per cogliere le idee e le proposte dei soci e pianificare le future attività del gruppo. L’ordine del giorno ha previsto il saluto del Presidente di Unindustria Como Francesco Verga, l’aggiornamento sulle attività svolte a cura del Presidente Gruppo Giovani Industriali Como Marco Taiana e a seguire il Convegno “In a Brand Manager’s shoes» SDA Bocconi”.
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giugno varese I Giovani Imprenditori di Varese sono tornati sui banchi. Quelli di “Scuola d’Impresa”, un percorso di formazione che ha accompagnato in questi mesi gli aderenti del Gruppo lungo temi come quelli del vantaggio competitivo, della leadership, del bilancio, del rapporto banca/impresa. L’ultima lezione è stata quella dedicata all’internazionalizzazione e alle reti d’impresa. In cattedra c’era Giulia Grazioli, dell’Ufficio Studi dell’Unione Industriali varesina, che ha illustrato i servizi offerti dall’associazione datoriale per la nascita di nuove collaborazioni tra aziende. E dalla teoria si è poi passata alla pratica con la testimonianza di chi questo strumento lo ha sperimentato con successo: come la rete d’impresa PCB Innova, rappresentata durante l’incontro dal Project manager Mario Pignatari e Lorenzo Magnoli.
30 giugno benevento
bn giovanimprenditori.org
Visita aziendale per i GI della Campania, guidati da Nunzia Petrosino, presso la storica azienda Strega Alberti di Benevento che, oltre per la produzione di torroni e dolciumi, è nota in tutto il mondo per la produzione del Liquore Strega la cui ricetta segreta si tramanda da generazioni. L’AD Giuseppe D’Avino ha illustrato i reparti produttivi e ha spiegato come l’azienda, tra innovazione e tradizione, continua a mantenere il suo ruolo leader nel settore esportando in 50 Paesi e di come ha risposto alle nuove regolamentazioni europee sulla sicurezza dei prodotti alimentari non alterando le tipicità delle fasi produttive e del prodotto. Il pomeriggio è proseguito presso Confindustria Benevento in cui sono state presentate dal Presidente Pasquale Lampugnale le attività dei GI di Benevento per un momento di contaminazione di idee ed esperienze.
quale appointments
SAVE THE DATE Nazionale
25 settembre Consiglio centrale GI Roma
Territoriale
19
luglio Varese – Valsesia Esperienza fluviale in rafting
21
luglio torino Cena d’Estate GG Torino colo Caprera
3-4
settembre treviso Missione a Bruxelles Europa call Treviso Bruxelles
20
settembre treviso Visita culturale Biennale Architettura di Venezia
23
settembre Salerno Per Crescere con il Miglioramento e l’Innovazione Continui! Evento Kaizen/Lean
TI SEMBRA POCO? SI DICE CHE 21 GRAMMI SIA IL PESO DELL’ANIMA. NOI PENSIAMO CHE IL BRAND SIA L’ANIMA DI OGNI AZIENDA. Il brand è la risorsa più importante a tua disposizione. È il tuo volto, per farti conoscere e ricordare. È la tua voce, racconta il tuo percorso ai clienti di oggi e ai possibili partner di domani. Parla all’Italia, ma può farlo all’estero e in nuovi mercati. Il brand crea un valore aggiunto, bisogna prendersene cura. Noi di Emporio ADV lo facciamo ogni giorno, e ci mettiamo l’anima.
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