#novembre_dicembre 2014
LA RIVISTA NAZIONALE DEI GIOVANI IMPRENDITORI
QUALE IMPRESA
STIAMO ARRIVANDO L’EDITORIALE DEL PRESIDENTE GAY
PRIMO PIANO
Italy’s future is in good hands Intervista all’Ambasciatore Mike Rann Il “mio” senato imperfetto Intervista a Roberto D’Alimonte Sete di impresa Le vie del cibo Social2business 2014
GNO SPECIALE CONRVE NAPO LI Una copia € 4,10 - Anno XLI - n. 11-12 Novembre/Dicembre 2014 - Contiene I.P.
XXIX CAPR I PE
FATTI. IN ITALIA.
I nostri prodotti. Le nostre scelte.
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antigua un’immagine = > mille parole Piuttosto che con tante parole abbiamo preferito raccontare la realtà tecnologica, il capitale industriale e soprattutto umano di Grafiche Antiga con un’immagine, che di parole ne vale più di mille.
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rno G.I.
SOMMARIO novembre|dicembre|2014 EDITORIALE
dal territorio
02 Il PRESIDENTE 04 Il DIRETTORE 05 Il VICE
40 farete 2014 42 visione, vitA & innovazione: di Francesca Villani
il futuro che ci meritiamo di Simone Spetia
le nostre scelte
44 il coraggio di guardare al futuro 46 parola chiave: #contaminazione
primo pIano
RUBRICHE
STORIA DI COPERTINA
06 fatti. in italia. i nostri prodotti
di Gabriella Morelli
di Anna Viel e Nicola Corsano
a cura dei Giovani Imprenditori
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italy’s future is in good hands
di Luca Donelli e Nicola Altobelli
28 Il “mio” senato imperfetto 32 sete di impresa 36 le vie del cibo 38 social2business 2014: di Giulia Bertagnolio di Lucia Mandelli
di Mariana Bianco
48 50 52 53 54 55 64
VIEW di Gianni Balistreri Management di Matteo Giudici BOOKS happening di Filippo Federico smile events appointments
quarta edizione con il #bizmatch vueling
di Gabriele Menotti Lippolis
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direttore Gianni Balistreri vice direttore e caporedattore Matteo Giudici direttore responsabile Giuseppe Magrì direttore editoriale Michela Fantini concept, coordinamento immagine, progetto grafico e coordinamento all’impaginazione Emporio ADV » Via Buonarroti, 41 » 33010 Tavagnacco (Feletto Umberto) » tel. 0432 546996 » info@emporioadv.it www.emporioadv.it
consulenza redazionale Grafiche Antiga » Via delle Industrie, 1 » 31035 Crocetta del Montello (TV) » tel. 04236388 coordinatore redazionale Alessia Passacantilli » Giovani Imprenditori Confindustria » Viale dell’Astronomia, 30 » 00144 Roma » Con il patrocinio di tel. 06 5903734 » fax 06 5914529 e-mail: a.passacantilli@confindustria.it direzione e redazione Confindustria Viale dell’Astronomia, 30 » 00144 Roma tel. 06 59031 » fax 06 5914529 www.confindustria.it » www.giovanimprenditori.org fotografie Archivio Quale Impresa » Filippo Federico © Shutterstock.com Il Convegno su: immagine di copertina www.giovanimprenditori.org
Giovani Imprenditori Confindustria
editore Servizio Italiano Pubblicazioni Internazionali S.I.P.I. SpA Via Pasteur, 6 » 00144 Roma tel. 06 5918856 » 5920509 Presidente » Antonella Mansi Amministratore Delegato » Luigi Paparoni stampa e spedizione Grafiche Antiga » Via delle Industrie, 1 » 31035 Crocetta del Montello (TV) » tel. 04236388 Rivista associata all’Unione della Stampa Periodica Italiana » Aut. Tib. Roma n. 15373 del 28|01|1974 Questo numero è stato chiuso in tipografia il 02|12|2014 pubblicità Per maggior informazioni ed eventuali prenotazioni di spazi pubblicitari sulla rivista Quale Impresa rivolgersi a: Michela Fantini » Direttore Giovani Imprenditori Confindustria » Viale dell’Astronomia, 30 » 00144 Roma » tel. 06 5903661- fax 06 5914529 e-mail: m.fantini@confindustria.it abbonamenti Italia Euro 37,00 » Estero Euro 47,00 » ccp 343509
editoriale
IL PRESIDENTE m.gay@confindustria.it @marcogy
Stiamo arrivando! - Il Consiglio Centrale diventa itinerante, si sposta nelle fabbriche e sui territori dei Giovani Imprenditori. Un percorso di valorizzazione della dimensione territoriale, delle eccellenze produttive e dei giovani, quelle donne e uomini che in tutta Italia stanno portando il patrimonio imprenditoriale e la cultura d’impresa nel futuro.
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Era un impegno preso. “Valorizzare il Consiglio Centrale come sede dove definire il pensiero del Movimento” e renderlo “il più possibile itinerante, preferibilmente all’interno delle nostre imprese”. Una volontà profonda, emersa anche nelle posizioni coraggiose assunte nelle Tesi degli ultimi Convegni, dove abbiamo scritto nero su bianco che il “legittimo profitto è indissolubilmente legato al territorio che lo genera”, che è nostro compito valorizzare le “ricchezze produttive che hanno segnato la storia di intere città e distretti”. Lo avevamo detto: lo abbiamo fatto. La cronaca del quotidiano riporta prepotentemente protagonista il territorio,
non solo per le calamità che lo feriscono e i danni che procurano a cittadini e imprenditori, ma anche per i successi delle nostre imprese e per i piccoli esperimenti di buona amministrazione. Successi fatti da – tanti – uomini e donne che nelle loro territoriali, nelle loro città, nelle loro aziende, ogni giorno dimostrano lo spirito e le competenze straordinarie di una nuova classe di imprenditori. La nostra, quella del nostro Consiglio Centrale. È a questa forza che vogliamo dare voce portando molti degli incontri mensili del Consiglio Centrale più vicini al territorio, agli associati, agli eventi e alle imprese dei GI, alle eccellenze e alle criticità produttive dei distretti locali. Per permettere anche a quei Giovani Imprenditori che non sono mai venuti a Roma per partecipare ai lavori del nostro Consiglio e alle nostre commissioni, di conoscere da vicino la realtà del Movimento, di iniziare a seguirci, di contribuire alla crescita e alla diffusione delle nostre iniziative e proposte, per esprimere le loro idee, anche se non sono le nostre, perché più variegata e corale sarà la nostra voce più forte sarà la capacità di essere risorsa vera, sia per Confindustria che per la società. Ecco il perché del nostro viaggio. Racconteremo la Bari “ombelico” del Mediterraneo, delle frontiere di un’Europa produttiva che si allarga da Trieste ai Balcani e che necessita di infrastrutture per internazionalizzarsi e competere. Del coraggio di quegli imprenditori che continuano a tenere viva L’Aquila a distanza di 5 anni dal terremoto. Del riconoscimento di un patrimonio culturale di assoluta eccellenza con la scelta di Matera quale capitale europea della cultura nel 2019 e ancora altri luoghi, altre storie, altre imprese, delle tante che tengono in piedi questo Paese e che ospiteranno i lavori del
nostro Consiglio nei prossimi anni. Perché l’impresa è un luogo bello e sano, dove batte il cuore del benessere e del lavoro. Per questo vogliamo far conoscere le aziende dei vari distretti, le fabbriche e i laboratori dei Giovani Imprenditori, perché spesso noi stessi siamo i primi a non comprendere del tutto la nostra “potenza di fuoco”, a sottovalutare il contribuito che diamo, e che possiamo dare, al Movimento, e a Confindustria stessa, per rispondere alle trasformazioni dell’Italia di oggi. C’è voglia di cambiamento e noi possiamo essere quel cambiamento. Ma dobbiamo crederci. Ci sono nuovi imprenditori da scoprire, da far partecipare ai nostri lavori: quegli startupper ventenni che stanno dando vita, chissà, ai grandi campioni nazionali di domani. Ci sono imprenditori di aziende storiche, magari alle prese con una ristrutturazione della propria identità e produzione, da riscoprire e sostenere con progetti di re-start. Ci siamo noi: le nostre idee, i nostri sogni. Preparatevi: stiamo arrivando.
Marco Gay
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editoriale
IL DIRETTORE balistrerigianni@gmail.com @GianniBalistrer
Siamo la vostra voce - Pensare globale e agire locale. È questa la nostra forza. La forza di un Movimento che si rimettere in marcia, e onora la sua natura dinamica, in continua evoluzione, viva. Quale Impresa ci sarà per raccontarvi, ad ogni tappa, questo nostro nuovo straordinario viaggio.
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Quale Impresa è la voce del Movimento. Un Movimento fatto di persone che sul territorio portano avanti le proprie aziende, nonostante le enormi difficoltà fiscali e normative, e i nostri valori fondanti. Quelli della trasparenza, del merito, della legalità, del coraggio, che diventano una pratica quotidiana da applicare nelle fabbriche e negli uffici e uno strumento per confrontarci con le istituzioni e la società civile. Questa è la forza del Movimento: pensare globale e agire locale. Per questo la scelta di valorizzare la componente di radicamento territoriale, attraverso un Consiglio Centrale per molti appuntamenti itinerante, arricchisce di esperienza e conoscenza chi vi partecipa e contribuisce a rafforzare le battaglie condotte a livello nazionale. Quale Impresa è la voce del Movimento, dicevamo, e per questo accompagnerà, raccontandolo, questo percorso. In ogni prossimo numero della rivista troverete infatti un articolo a firma di un Giovane Imprenditore del Gruppo Giovani che a turno accoglierà il Consiglio Centrale, nel quale si parlerà sia dell’evento tematico organizzato dai Giovani Imprenditori, sia delle eccellenze del territorio ospitante. Accanto agli articoli di approfondimento economico e politico,
alle interviste di attualità, alle rubriche tematiche, troverete in QI un “diario di viaggio” nell’Italia più bella. L’Italia che resiste alla crisi e che reagisce con best practices imprenditoriali, sociali e civili - che vogliamo portare a esempio perché possano ispirare altri territori. L’Italia che innova, perché si sa che le piccole “rivoluzioni” vincenti vengono sempre dal basso e sono quelle con cui vogliamo contaminare il nostro Paese. L’Italia che vince, con distretti capaci di sostenere il Pil e l’Export italiano e con un patrimonio culturale da trasformare in asset di sviluppo. L’Italia di Quale Impresa: quella dei giovani, quella degli imprenditori, quella dei Giovani Imprenditori. Ci aspetta un viaggio bellissimo!
Gianni Balistreri
IL VICE matteo.giudici@mesaconsulting.eu @giudicimat
Essere parte del Movimento: un’opportunità per un Giovane Imprenditore - Il coraggio dei Giovani Imprenditori, la velocità del mondo che cambia, l’Europa che avanza. Questo editoriale è dedicato alle opportunità che Confindustria ci offre tutti i giorni e che come Giovani Imprenditori dobbiamo e possiamo cogliere al meglio. Che si tratti di un convegno nazionale, di una formazione a Bruxelles o di un editoriale da scrivere … essere parte del Movimento è una opportunità per crescere.
Il Movimento dei GI e tutto il Sistema associativo sono da sempre fonte di momenti di confronto e occasioni di scambio che contribuiscono alla nostra crescita associativa e imprenditoriale. Tuttavia l’opportunità diventa consapevolezza quando si sperimenta ancora una volta la sensazione di aver contribuito a cambiare, anche di poco, il nostro Paese; di aver scommesso su noi stessi e le nostre aziende, e soprattutto di non aver mai perso la tenacia e la voglia di fare che ci contraddistingue. Ecco perché abbiamo vissuto “Fatti. In Italia” con intensità, come un momento di confronto sui temi che ci stanno a cuore per la nostra Italia, proprio quando nel Paese c’è voglia di concretezza, soprattutto perché per chi fa impresa questo è momento di bilanci economici, dopo un anno difficile, e di bilanci sul futuro. Mi sono spesso interrogato, infatti, su quanto i convegni nazionali siano utili per influenzare i cambiamenti del nostro Paese. E a questi miei interrogativi hanno risposto altri due eventi che mi hanno fatto riflettere. Il primo è stata la concomitanza del nostro convegno con lo sciopero in piazza: di fronte ad una primo timore di essere mediaticamente “coperti” dalla piazza, la partecipazione, il clima ed i messaggi lanciati dal nostro palco sono
stati la migliore risposta. Il secondo è stata la trasferta di AltaScuola a Bruxelles in cui il focus sul funzionamento dell’Europa, delle lobbies e dell’advocacy, mi hanno ricordato che è quello il mondo a cui dobbiamo guardare quando pensiamo alle nostre scelte per il futuro. Tre momenti diversi, ma un grande denominatore comune: l’opportunità di crescere, la ricerca di una dimensione aggregativa, di confronto, di motivazione. Da qui la consapevolezza che queste opportunità rafforzano: i GI vivono un’idea comune di miglioramento e attraversano un percorso “a ostacoli” da affrontare insieme, consapevoli della meta da raggiungere. Chiunque abbia voglia di condividere, confrontarsi e cogliere opportunità insieme è il benvenuto! Grazie al Movimento dei Giovani Imprenditori!
Matteo Giudici
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Marco Gay. Presidente Giovani Imprenditori Confindustria
STORIA DI COPERTINA
FATTI. IN ITALIA. I nostri prodotti. Le nostre scelte. | di Stefania Zuccolotto | Responsabile Policy e Convegni @StefaniaZucc
Tre giornate dense di FATTI e non solo di parole hanno caratterizzato il nostro XXIX Convegno di Capri per Napoli. Dopo aver dedicato il convegno dello scorso anno alla sua ricostruzione, quest’anno siamo voluti andare proprio a Napoli a Città della Scienza. Da fabbrica ad esempio di riqualificazione industriale, luogo per noi simbolo di capacità di adattamento e cambiamento, capace di resistere, ricostruirsi e andare avanti.
Un fine settimana ricco di appuntamenti in cui ci si è confrontati, conosciuti o ritrovati, in cui sono state presentate esperienze nuove di start up o di aziende consolidate che fanno parte del nostro ecosistema economico che con fatti, e non solo parole, contribuiscono a portare avanti il nostro Paese. L’agenda si è aperta con la Presidenza nel primo pomeriggio di giovedì in cui si sono condivise le Tesi del Convegno e le attività che le varie commissioni stanno portando avanti, per poi proseguire con la visita all’incubatore di imprese ospitato proprio a Città della Scienza in cui alcune realtà incubate hanno avuto modo di presentare il proprio lavoro, stato di avanzamento, prospettive e… sogni. Nel tardo pomeriggio si è riunito il Consiglio Centrale, la sala densa di GI provenienti un po’ da tutt’Italia piena di aspettative e di entusiasmo, pronta a viversi le giornate del Convegno ed
essere stimolata da nuovi spunti e idee. Proprio in questa occasione è stata presentata la situazione di Genova, recentemente danneggiata dal disastro dell’alluvione, ed è stata allargata a tutti i GI la richiesta di raccolta fondi in aiuto della popolazione colpita, così come accaduto in occasione di altre tragedie che negli scorsi anni hanno interessato il nostro Paese. Movimento è condivisione di successi, ma anche rete per aiutarsi a generare fatti concreti! Sempre ospitato a Città della Scienza il primo momento conviviale dell’evento, una cena informale e rilassata, occasione per ritrovare degli amici-colleghi GI, per conoscerne di nuovi e per contribuire a creare quel tessuto di relazioni che porti a condividere progetti e contribuire a quel cambiamento delle nostre aziende e del nostro Paese che ci consenta di trasformare le parole in piccoli e grandi Fatti.
L’agenda si è aperta con la Presidenza nel primo pomeriggio di giovedì in cui si sono condivise le Tesi del Convegno e le attività che le varie commissioni stanno portando avanti. Nel tardo pomeriggio si è riunito il Consiglio Centrale, la sala densa di GI provenienti un po’ da tutt’Italia piena di aspettative e di entusiasmo, pronta a viversi le giornate del Convegno ed essere stimolata da nuovi spunti e idee.
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GI Business Cafè: non solo associazionismo ma rete fra aziende | di Mike Taurasi | Giovane Imprenditore
Il primo impegno che ha visto coinvolti i GI di Confindustria in occasione del XXIX Convegno di Capri per Napoli si è svolto nel pomeriggio del 23 ottobre a Città della Scienza, dove si è tenuta la prima edizione del GI Business Cafè, un evento nato per creare un’innovativa forma di interazione tra i Giovani attraverso incontri B2B, per esplorare differenti opportunità di business e sperimentare una nuova metodologia che favorisca la conoscenza reciproca tra associati di tutta Italia.
08 L’idea messa in campo dal Gruppo di lavoro dei GI Sud, nato in seno al Comitato Interregionale del Mezzogiorno GI presieduto da Stefania Giacci e composto da Giovani Imprenditori provenienti dei diversi Gruppi GI del Sud, si è trasformata in pochissimo tempo in una importante risorsa del territorio nazionale. Prendendo spunto dal format del Business Cafè ideato dai Giovani Imprenditori di Confindustria Avellino, le aziende partecipanti hanno avuto a disposizione 10 minuti per presentare il loro core business, le loro competenze e le loro eccellenze
in incontri B2B; il tutto accompagnato da un buon caffè napoletano. Più di 45 le aziende partecipanti, almeno 150 i Giovani Imprenditori presenti e più di 250 gli incontri effettuati: questi sono, in sintesi, i numeri. Un evento lanciato a Napoli quasi per scommessa, ma che il Movimento ha saputo raccogliere e far diventare un successo e che ha arricchito la fase preparatoria dell’annuale Convegno GI. “Crediamo sia fondamentale ripartire dal coinvolgimento e dalla creazione di momenti in cui sia possibile per le aziende iscritte a Confindustria farsi conoscere e
Più di 45 le aziende partecipanti, almeno 150 i Giovani Imprenditori presenti e più di 250 gli incontri effettuati.
comunicare tra loro, per trovare nuove possibilità di collaborazione e rendere i nostri convegni e la nostra associazione sempre più efficace; ecco perché si è pensato di realizzare un momento utile di matching e di informazione” è quanto affermato da Gabriella Caputo, imprenditrice facente parte del Gruppo GI Sud che ha lavorato con la Presidente Giacci ed i Presidenti Regionali e Territoriali per la realizzazione dell’evento.
PRIMA GIORNATA DI LAVORI
mattina
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| di Giovanni Russo | Comitato di Redazione Quale Impresa
Quale migliore scenario se non la Città della Scienza di Napoli per realizzare un momento di confronto di altissimo livello con relatori eccellenti non solo sulla teoria ma, soprattutto, sui “fatti” che devono contraddistinguere il tema del brand Made in Italy ed il valore delle nostre imprese che lo producono e lo esportano nel mondo.
Il Presidente Marco Gay, che con il suo intervento concreto ha chiesto alla politica di chiudere con le parole ed iniziare a produrre fatti ed azioni per lo sviluppo e la rinascita dell’industria italiana, ha di fatto aperto la strada per avviare i dibattiti ed i confronti della prima giornata del Convegno tutti incentrati sulle attività delle industrie italiane ed i prodotti di eccellenza del Made in Italy. Di grande interesse la prima tavola rotonda “Diversamente Italiane”, che ha visto il confronto di tre grandi imprese nostrane. Il primo case history è stato
quello di Massimo Messeri - Presidente Nuovo Pignone General Electrics storica azienda fiorentina nata come fonderia un secolo e mezzo fa, successivamente evoluta in industria meccanica fino a diventare leader nella produzione di grandi compressori e turbine a gas per il mercato petrolifero. Per il Presidente Messeri la chiave del successo è stata la complementarietà dei partner: il “cuore italiano” si è unito al capitale estero; il Pignone ha portato in dote la sua eccellenza tecnologica e con la competenza e la leadership ingegneristica, General Eletric ha
messo in campo le risorse finanziarie, la scuola di management e la presenza globale. Ad oggi l’azienda esporta oltre il 90% delle macchine fuori dall’Unione Europea. Marco Palmieri, Presidente Piquadro, ha raccontato la storia della sua azienda e del processo di reshoring con cui ha riportato la produzione dei propri prodotti dalla Cina all’Italia. Con un vantaggio sempre più basso nel tenere la produzione in Cina - in termini di poco risparmio sul costo del lavoro, unito agli alti costi logistici per lo spostamento delle merci – ed un vantaggio sempre più alto nel
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PRIMA GIORNATA DI LAVORI
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da sinistra: Vito Gulli, Lisa Ferrarini e Mia Ceran
produrre in Italia – dalla altissima qualità della manodopera al valore aggiunto del “fatto in Italia” – la scelta di tornare in Italia è stata di successo sotto tutti i punti di vista. Il focus della tavola rotonda “Diversamente Italiane” si è quindi spostato sul valore dei vari comparti industriali, dalla manodopera e le materie prime di Piquadro si è continuato con Lucio Rovati – Vice Presidente Rottapharm – che ha analizzato il ruolo della ricerca ed illustrato il mercato farmaceutico definendolo come “globale”, con dei costi di ricerca superiori rispetto ad altri comparti. È importante assicurare che l’azienda possa continuare a crescere senza disperdere il proprio patrimonio di capacità di ricerca. Per crescere nel farmaceutico ci sono solo
due soluzioni: aprirsi al mercato o fondersi con qualcuno. Secondo momento di confronto è stato “Il terzo marchio al mondo” con Giuliano Noci del Politecnico di Milano, che si è soffermato sull’importanza strategica delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione rilevandone il ruolo fondamentale e primario che dovrebbero avere oggi nelle nostre imprese e nei processi di marketing, di vendita e di servizio post vendita. Purtroppo, nel 2014, solo una piccola o media impresa su tre ha un sito web. Noci ha affermato con forza la necessità di concepire il Made in Italy come un marchio, attraverso un progetto identitario che lo qualifichi, e utilizzando i canali digitali e telematici che presentano un trend in continua
crescita. In “Bello e possibile” con Lisa Ferrarini - Vice Presidente Confindustria per l’Europa – si è rafforzato ulteriormente il significato del Made in Italy, con un chiaro appello a mettere in atto politiche e azioni concrete al fine di proteggerlo, poiché il riconoscimento del “made in” porterebbe tra l’altro ad una maggior tutela dal mercato nero della contraffazione, che se fosse legale porterebbe ad un’occupazione di oltre centomila persone. Vito Gulli – Presidente Generale Conserve – ha raccontato la nascita della sua azienda in Portogallo e la trasformazione da impresa che distribuisce ad impresa che produce il proprio marchio valorizzando al massimo le materie prime italiane e la qualità della produzione fatta in Italia. Bello e
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Ali Reza Arabnia
il Made in Italy, indipendentemente dal settore specifico, oggi è un “brand” fondamentale in quanto è globalmente riconosciuto come sinonimo di qualità e attenzione al dettaglio; questa è un’importante ed unica qualità che ci siamo creati storicamente.
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possibile, un tema caro anche a Roberto Ricci - fondatore RRD – il quale ha affermato che il Made in Italy, indipendentemente dal settore specifico, oggi è un “brand” fondamentale in quanto è globalmente riconosciuto come sinonimo di qualità e attenzione al dettaglio; questa è un’importante ed unica qualità che ci siamo creati storicamente. Unica mancanza delle imprese italiane è stata, secondo Ricci, quella di non avere saputo creare un adeguato know-how organizzativo e gestionale che consentisse al brand Made in Italy di affermarsi. A metà esatta della prima giornata dei lavori, in linea con il concetto d’italianità e valore dell’impresa a strisce verdi, bianche e rosse, di grande impatto ed efficacia è stata l’intervista a Ali Reza Arabnia Presidente Geico e Cavaliere del Lavoro. Imprenditore che si occupa di impianti di verniciatura dell’auto, di cultura di origine persiana, ma con cultura “aziendale” italiana si sente di fatto un “imprenditore italiano”. Si definisce tale poiché l’imprenditore italiano è disposto a sacrifici incredibili pur di non mandare via i propri dipendenti e non ferire le persone, avendolo visto di persona e praticandolo a livello personale in azienda, si è privato del proprio stipendio ridandolo indietro dopo la cassa integrazione ai propri dipendenti. Arabnia ha ideato un progetto denominato “Geinest” grazie al quale assumendo cinque ingegneri neo laureati all’anno in tutta Italia, ha creato un team di venti giovani talenti poiché crede che bisogna avere grande responsabilità nei confronti dei giovani per metterli nelle migliori condizioni possibili per esprimere il loro potenziale. Nella seconda parte della giornata, argomento dei dibattiti è stato quello delle competenze specifiche e delle prospettive di crescita che il Governo italiano prevede di aumentare mettendo in atto le riforme strutturali necessarie per ripartire. Nel
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confronto dal titolo “E se domani” Filippo Taddei - Segreteria Nazionale PD Economia e Lavoro - ha fatto presente che il Paese fa fatica ad emergere, sottolineando che il vero deficit è il tracollo degli investimenti privati; in assenza di questi interventi non si può trasformare il sistema produttivo e quindi riportare il Paese all’altezza delle sue competenze e ambizioni. Con la legge di Stabilità vi è lo sforzo di ristrutturazione fiscale e con la Legge Delega sul Lavoro il Governo attuale si è posto l’obiettivo di rimettere al centro strumenti contrattuali, ammortizzatori rinnovati e politiche attive per il lavoro con lo scopo di ricostruire quel bagaglio di competenze senza il quale tornare ad investire su questo Paese diventa difficile. In contrapposizione al pensiero di Taddei, Corrado Passera – esponente di Italia Unica – sottolinea la continuità del Governo con il passato; sostiene che tra gli obiettivi del Governo contenuti nel Documento
di Economia e di Finanza si trova un aumento della spesa pubblica corrente di 46 miliardi in 4 anni, con entrate fiscali che aumenteranno di 72 miliardi e gli investimenti pari a zero. Quindi secondo Passera abbiamo oggi un deficit che sale e un debito che continua a salire. Con questo Governo abbiamo un’eccessiva pressione fiscale delle imprese, una riduzione del 10% dell’Irap e inoltre un aumento delle tasse sui dividendi rendendo vano ogni proclama di rinascita nel breve periodo. In “Materiali e immateriali” sono stati presentati altri case history sul Made in Italy e le attività che possono rilanciare l’ecosistema economico italiano a cominciare con le start-up digitali e gli incubatori d’impresa. Enrico Gasperini - fondatore Digital Magics – ha raccontato la sua storia aziendale focalizzandosi sulle difficoltà che incontrano le imprese del Made in Italy digitale confrontando questo settore con quello di altri Paesi europei che risultano molto più avanti e
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strutturati. Secondo Gasperini il nostro è un Paese in cui Internet è poco diffuso e sotto utilizzato. Dello stesso avviso anche Carlo Tamburi - Direttore Country Italia di Enel – per il quale l’Italia non brilla sulla digitalizzazione in confronto ad altri Paesi ma è apprezzabile, negli ultimi anni, un tasso di crescita molto importante che fa ben sperare da un punto di vista generale. A suo avviso sicuramente c’è una grande opportunità che in Italia non stiamo cogliendo, ma dobbiamo essere ottimisti perché abbiamo tutte le risorse, e non abbiamo molti alibi. Bisogna fare. Di particolare rilevanza, in termini di best practices, l’intervento di Massimo D’Erba – Vice Presidente Oracle Sud Europa – il quale dopo avere descritto le numerose attività ed iniziative promosse in termini di information tecnology dalla Oralce – ha sottolineato che l’Italia è un Paese straordinario, dotato di talenti e con tanta ricchezza che non sappiamo come investire. È necessario un ecosistema
L’Italia è un Paese straordinario, dotato di talenti e con tanta ricchezza che non sappiamo come investire. È necessario un ecosistema in cui tutti, imprenditori, aziende, innovatori, famiglie imprenditoriali collaborino con gli incubatori e gli acceleratori d’impresa ad un comparto di equity e di investimenti che possa servire a costruire la nuova generazione di “campioni digitali”.
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Pier Carlo Padoan
da sinistra: Guido Ghisolfi, Federico Fubini e Claudio De Vincenti
in cui tutti, imprenditori, aziende, innovatori, famiglie imprenditoriali collaborino con gli incubatori e gli acceleratori d’impresa ad un comparto di equity e di investimenti che possa servire a costruire la nuova generazione di “campioni digitali”. Di notevole attualità è stato il successivo dibattito “Il Capitalismo in cerca d’Autore” tra Claudio De Vincenti – Vice Ministro dello Sviluppo Economico, Federico Fubini giornalista de La Repubblica e autore del libro “La via di fuga”, e Guido Ghisolfi – Vice Presidente di Mossi & Ghisolfi. Il Vice Ministro De Vincenti ha descritto la Legge di Stabilità come caratterizzata da misure macroeconomiche e misure di p o l i t i c a i n d u s t r i a l e . S u l p i a n o macroeconomico si tratta di misure di sostegno alla domanda aggregata, la conferma degli 80 euro e la sua estensione per i figli sotto i tre anni, la riduzione dell’IRAP, e la riduzione del “cuneo fiscale” più significativa che sia
mai stata fatta in questo Paese. Per De Vincenti queste misure servono a rilanciare le possibilità per le imprese: misure sugli investimenti che in parte vengono dal Decreto Legge Competitività, come il credito d’imposta sugli investimenti, e in parte dalla stessa Legge di Stabilità, in particolare il credito d’imposta su ricerca e sviluppo. In merito alle azioni del Governo è stata molto critica la posizione del giornalista Federico Fubini, per il quale si riscontra poca chiarezza da parte della politica su quale debba essere il ruolo del settore pubblico nell’economia e quale il rapporto degli imprenditori con esso. Guido Ghisolfi, Vice Presidente di Mossi & Ghisolfi, parla di un sistema Italia che non è pronto ad accogliere grandi investimenti esteri. Secondo Ghisolfi gli imprenditori si sono crogiolati per lungo tempo nell’idea che “piccolo è bello”, lavorando quasi in contrapposizione gli uni contro gli altri. Si dovrebbe riuscire,
invece, a fare sistema, ed accettare che aziende più grandi e strutturate potrebbero portare benefici e vantaggi anche alle piccole aziende. Ha concluso la giornata l’intervento del Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, focalizzandosi su quanto di concreto sta mettendo in atto il Governo soprattutto con la Legge di Stabilità e con il continuo aggiustamento della posizione di finanza pubblica ammettendo che serve una velocità diversa e che il tema degli investimenti è diventato centrale. Bisogna sollecitare la crescita e serve farlo anche a livello europeo. Per il Ministro la priorità è quella di rilanciare le imprese italiane per rimettere in moto il mercato del lavoro con strumenti rapidi in termini regolatori, finanziari e fiscali. Ma serve tanto ottimismo e buona volontà da parte di tutti gli attori coinvolti.
PRIMA GIORNATA DI LAVORI
workshop 1 pomeriggio
fatti. territori e politiche | di Maria Prete | Giovane Imprenditrice | di Gabriele Menotti Lippolis | Comitato di Redazione QI
14 “Fatti!”: quello che chiedono i GiovaniImprenditorichehannopreso parte al workshop organizzato dal Comitato Interregionale del Mezzogiorno, in collaborazione con Arlas e La Molisana. Diversi i temi trattati dai relatori durante l’approfondimento pomeridiano del convegno, comune denominatore di tutti gli argomenti il complesso sistema normativo che imbriglia l’Italia e continua a ostacolarne la crescita. Come ricostruire allora il nostro Paese? Per recuperare quote di mercato e attuare politiche di sviluppo la priorità, per Pasquale D’Acunzi, Presidente Arlas Campania, è focalizzare l’attenzione sull’occupazione
giovanile, obiettivo anche del programma Youth Guarantee, investendo sulle competenze, sulla formazione e sull’istruzione avendo come interlocutore le aziende e il territorio, che è il contesto che deve rendere competitive le imprese. Anche il Governo, secondo Vito De Filippo, Sottosegretario di Stato del Ministero della Salute, ha messo il lavoro tra le sue priorità: il Jobs Act, infatti, prevede una drastica riduzione delle tipologie contrattuali ma ciò non basta. Tra le misure più urgenti da adottare per rendere competitivo il nostro Paese le misure del Decreto Sblocca-Italia: in materia di energia - l’Italia ha infatti la più
alta bolletta energetica d’Europa - promozione straordinaria del Made in Italy e misure per l’attrazione degli investimenti, misure finanziarie in materia di ammortizzatori sociali in deroga ed ulteriori disposizioni finanziarie per gli enti territoriali. Territori e politiche è il tema del workshop dei GI Sud ma in questo periodo storico, di fronte all’Italia in stallo, molti hanno delocalizzato le proprie produzioni o parte di esse, altri stanno considerando nuove opportunità di investimento all’estero, mentre alcune aziende rientrano in Italia dando vita al fenomeno del reshoring. Costo della manodopera, fiscalità
di vantaggio, dazi doganali e incentivi per gli investimenti stranieri sono alcune delle agevolazioni che la Serbia offre, spiega Marcello Lala, Consulente Internazionale Confindustria Serbia, mentre Colombia Barrosse, Console Generale USA, nello spiegare la dinamica degli investimenti che dall’estero giun g o n o n e gli U S A , h a sottolineato come la territorialità (statale non regionale) caratterizzi anche il sistema economico americano, sistema in cui però i governatori dei singoli stati partecipano attivamente alla ricerca di investimenti e alla promozione dei propri territori.
riportiamo l’attenzione sui territori, le loro caratteristiche e le loro esigenze
workshop 2 pomeriggio
FATTI. PER CRESCERE ALL’ESTERO | di Francesco Gilocchi | Giovane Imprenditore | di Michela Sciurpa | Comitato di Redazione Quale Impresa
15 “Fatti. Per crescere all’estero” questo il titolo di uno dei quattro workshop che si sono tenuti venerdì 24 ottobre a Città della Scienza in occasione del XXIX Convegno di Capri per Napoli. Grande attenzione è stata riservata alle storie di successo dell’Italia che esporta e investe oltre confine: un’occasione per raccontare esperienze di internazionalizzazione dal Giappone al Brasile, i rischi e le opportunità di nuovi mercati e le iniziative
imprenditoriali sostenute da Sace, Gruppo assicurativo e finanziario esperto in internazionalizzazione delle PMI. A moderare il dibattito è stata Camilla Cionini Visani, Senior global relationship manager di Sace, mentre l’introduzione è stata affidata a Gian Giacomo Gellini, Vice Presidente nazionale con delega all’Innovazione e internazionalizzazione e Amministratore di Cab Srl, impresa di costruzioni che ha recentemente aperto una sede
in Ghana. Il primo contributo è stato di Alessandro Terzulli, Chief economist Sace, che ha presentato una global view dei rischi nel mondo dell’export con un focus sui nuovi mercati come India, Messico, Cina e Africa. Nel suo intervento Susanna Moccia - Presidente Giovani Imprenditori di Napoli e titolare della catena di supermercati Decò e dell’azienda La fabbrica della pasta di Gragnano, che esporta il 70% del fatturato – ha sottolineato come, grazie a un
prodotto di qualità, è riuscita a far diventare il Brasile il principale importatore dei suoi prodotti. Caso simile anche per la Isaia&Isaia, casa di moda sartoriale da uomo, rappresentata dal Group treasury manager Tommaso D’Alterio che esporta circa il 90% del proprio volume d’affari, con un fatturato di 35 milioni e 200 dipendenti.
Storie (di successo) dell’Italia che esporta e investe oltre confine. Tra rischi e opportunità
PRIMA GIORNATA DI LAVORI
workshop 3 pomeriggio
fatti. per continuare ad imparare | di Gaetano Liguori | Giovane Imprenditore | di Giovanni Russo | Comitato di Redazione Quale Impresa
16 Per “Fatti. In Italia” non poteva mancare un workshop che riguardasse la valorizzazione del capitale umano. Vincenzo C ap ut o , V i c e P r e s i d ent e GI con delega Education e Capitale Umano, ha moderato un incontro interessante e dinamico sulla formazione continua come strumento per incrementare il valore professionale delle persone e delle imprese, partendo dal rafforzamento degli strumenti che permettano una reale alternanza scuola-lavoro fino all’employability management. Chiamati ad intervenire due ospiti di grande caratura: Cetti Galante, AD della INTOO, e
Francesco Luccisano, Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini. Galante ha sviscerato il nocciolo della questione: la formazione continua viene definita come propedeutica alla formazione di ogni persona, sia per prevenire l’uscita dal mercato del lavoro, sia per l’approccio alle tecnologie che oggigiorno si evolvono ininterrottamente. Per svolgere in azienda una formazione continua efficace è necessaria un’analisi dei ruoli, approfondendo il collegamento tra le caratteristiche specifiche del ruolo e quelle delle persone
che lo ricoprono. L’obiettivo è rafforzare le competenze, le capacità e le caratteristiche per agevolare la persona ad incrementare la propria employability, interna o esterna, lavorando sui gap personali. Durante il proprio intervento, Francesco Luccis ano ha presentato il piano e la visione del Governo per “La Buona Scuola” che prevede, già dalla Legge di Stabilità di quest’anno, 1 miliardo di euro di stanziamenti. Il Governo ritiene strategico il ruolo dell’education per il Paese, in particolare il ruolo dell’alternanza scuola-lavoro. Spulciando i dati dell’anno 2013 sull’alternanza, infatti, si scopre che solo il
9% degli studenti delle scuole secondarie superiori ha avuto esperienza nel mondo del lavoro grazie al proprio istituto ma, ancor più grave, solo lo 0,75% delle aziende italiane ha aperto le proprie porte a quegli studenti! Il Governo ha previsto quindi l’obbligatorietà di 200 ore di stage previste per le classi degli ultimi due anni degli istituti secondari superiori.
scuolavoro. valorizzare il capitale umano dal banco alla scrivania
workshop 4 pomeriggio
FATTI. PER CONTINUARE AD INNOVARE | di Eugenio Calearo Ciman | Consigliere GGI Vicenza | di Tayla Tagliaferro | Comitato di Redazione Quale Impresa
17 Gian Guido Riva apre i lavori del workshop sottolineando come applicare le nuove tecnologie, all’interno dei tradizionali processi produttivi e organizzativi, sia un passo fondamentale per le imprese per rispondere, con efficienza, ad un mercato globale ed in veloce evoluzione. Nicola Garelli del Boston Consulting Group conferma che, in un momento storico in cui il purchase power parity ha raggiunto uno stato di sostanziale equilibrio tra le economie in via di sviluppo e quelle avanzate, l’innovazione
deve servire come strumento per evolversi e posizionarsi meglio in mercati sempre più distanti, veloci e rischiosi. La connettività assume un’importanza sempre maggiore come fattore chiave per gestire tutte le attività di un’azienda in maniera più efficace e veloce. Augusto Bandera di Vodafone sottolinea questa necessità tramite le statistiche di utilizzo di internet, che mostrano come gli utenti esclusivamente mobile abbiano oggi superato di 2 milioni quelli che si connettono da un pc. È importante sottolineare,
interviene Matteo Quagini di Revello Spa, come in una situazione ideale la tecnologica debba essere taylor made in base alle esigenze dell’azienda. Infatti, troppi progetti in ambito ICT non danno i frutti desiderati perché si tiene come punto di partenza del progetto la tecnologia invece che le proprie esigenze. Secondo l’esperienza di Riccardo Ruscalla di Tubosider, l’innovazione serve a differenziarsi, a creare un vantaggio competitivo, a migliorare il proprio prodotto e creare nuovi mercati, servendosi anche di risorse come l’open
innovation. Una nota dolente nel processo di innovazione viene dal sistema di appalti del nostro Paese. Mentre altrove l’innovazione è incoraggiata e riconosciuta anche in termini economici all’azienda che investe in tal senso, in Italia purtroppo l’appalto viene assegnato basandosi esclusivamente su politiche di prezzo. A volte, quindi, l’apertura a mercati esteri consente di innovare in un mercato interno che, basandosi sulle risorse fornite unicamente dal sistema, non consentirebbe grossi slanci innovativi.
L’impresa darwiniana. Come l’impresa si adegua ad un contesto in costante cambiamento
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| di Tayla Tagliaferro | Comitato di Redazione Quale Impresa
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È l’apertura del secondo giorno e la Presidente del Comitato Interregionale del Mezzogiorno, Stefania Giacci è visibilmente emozionata. E l’emozione si sente anche in sala, soprattutto quando Stefania manifesta la solidarietà dei GI agli alluvionati di Genova e del Gargano. “Siamo in un agorà, un luogo di convivio e di confronto”. Riprendendo il messaggio del nostro Presidente, Giacci si concentra sulla necessità di rivedere il sistema economico italiano, con particolare riguardo verso il Mezzogiorno, attraverso l’introduzione di un sistema più meritocratico. Un appello rivolto alle Istituzioni e accolto dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che nel suo intervento ha illustrato il programma del Governo per il Semestre Europeo. Tra i punti di rilievo ricordati dal Ministro, la definizione unica di frode alimentare, la riforma del sistema veterinario e l’armonizzazione di alcune regole comunitarie. Il Ministro Lorenzin ha poi evidenziato l’importanza di una gestione
europea, su spinta italiana, del problema della sicurezza degli alimenti e delle persone e, soprattutto, la possibilità che il settore farmaceutico possa rappresentare un volano all’economia, con un aumento del Pil, secondo il Ministro, del 2%. Tra le riflessioni più interessanti della giornata, il confronto tra Dario Di Vico, giornalista del Corriere della Sera, e Gianfranco Viesti, Professore di Economia applicata all’Università di Bari, co-autori del libro “Cacciavite, robot e tablet – come far ripartire le imprese”. Il giornalista e l’economista si sono interrogati su quali possano essere le politiche e gli strumenti che i governi e il sistema delle imprese devono adottare per rilanciare la manifattura, vero motore dell’economia italiana. Secondo Di Vico occorrono da un lato una maggiore attenzione verso i processi reali e il pragmatismo economico, dall’altro maggiori sforzi per incentivare gli investimenti sul territorio e dialogare con le multinazionali globali. Il Professor Viesti ha rimarcato la necessità di una
politica industriale che scongiuri il pericolo di perdere parte dell’industria italiana, attraverso alcuni step, tra cui l’incremento del numero di laureati nelle imprese e la spinta all’export. La tavola rotonda dal titolo “MAD In Italy” ha posto l’attenzione sui cambiamenti socioeconomici in atto e sul dovere, da parte delle aziende, di sperimentare nuovi prodotti e nuovi approcci al mercato, supportati dalle nuove tecnologie. Tra i relatori, Luigi Tassone, Presidente Personal Factory, Domenico Menniti, Presidente Harmont & Blaine, Luciana Delle Donne, Fondatrice Made in carcere e Alberto Baban, Presidente Piccola Industria Confindustria. Proprio Baban ha sottolineato come oggi si assista ad un’inversione della logica economica e ad un passaggio valoriale dalla “i” di intermediazione tra prodotto e mercato alla “i” di innovazione, con la quale le aziende devono affrontare i mercati per tornare a crescere. Alla scottante questione del lavoro è stato dedicato
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Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute
“Lavori in corso”. Tommaso Nannicini, Professore di Economia all’Università Bocconi e collaboratore in materia economica del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha sostenuto la tesi per cui il cambiamento della specializzazione produttiva deve provenire dagli imprenditori, ma con regole certe. Queste, tuttavia, secondo Severino Nappi, Assessore a Lavoro e Formazione della Regione Campania, non possono produrre sic et simpliciter occupazione, per cui risulta necessario puntare alla coesione sociale per rinegoziare ciò che non funziona, discutendone con i sindacati. Un riuscito esempio di questo dialogo è la Ducati Motors. Il Responsabile Relazioni Industriali
Mario Morgese ha ricordato come la propria azienda sia riuscita a varare un contratto di partecipazione condiviso tra tutte le sigle sindacali, che ha portato all’aumento dell’occupazione, della qualità del lavoro e della competitività dell’azienda. Giuseppe Santella, Direttore Generale Risorse Umane e Organizzazione Gruppo Unipol, ha invece evidenziato come sia necessario sia creare lavoro che lavorare in un ambiente favorevole, mettendo in atto un piano industriale socialmente sostenibile. Sul tema degli ammortizzatori sociali si è soffermata Cetti Galante, Amministratore Delegato Intoo, sottolineando l’opportunità che il Governo
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ne riveda alcuni aspetti. In particolare, gli ammortizzatori a lungo termine costituiscono un disincentivo per l’ex lavoratore ad un riposizionamento sul mercato del lavoro, tema ripreso da Nannicini e dagli altri relatori. Il sorriso si apre quando vediamo apparire sul maxi schermo i bambini dell’Istituto Froebel di Aversa, e sono proprio loro a strappare gli applausi più sinceri. Quelli che “voglio fare l’imprenditore” perché “il politico non ho capito cosa fa” e invece “l’imprenditore lavora in una fabbrica e chiama a lavorare altre persone”. Un altro incontro molto interessante, “L’altra Italia”, ha messo a confronto Ferdinando Giugliano, Editorialista del Financial Times, e Christian Greco, Direttore del Museo Egizio di Torino, sull’importanza
Oscar Farinetti, fondatore Eataly
delle esperienze di lavoro all’estero e di valorizzare l’aspetto meritocratico. Se per Greco in Italia esiste un problema di interconnessione tra politica e poteri forti, che spesso toglie prospettive ai giovani, secondo Giuliano siamo troppo preoccupati dall’emigrazione di talenti nostrani, quando parte del problema è invece la capacità di rendere attrattivo il nostro Paese anche per i giovani talenti stranieri. Momento originale della giornata è stato lo Speaker Corner, in cui alcuni Giovani Imprenditori hanno preso la parola e incentrato il loro intervento sulla parola “Fatti”. Alessandra Ballone si è riferita a “fatti” per essere competitivi e per riportare lavoro in Italia, chiedendo al Governo di rendere più semplice il mercato del lavoro. Angelo Marra ha
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Giorgio Squinzi, Presidente Confindustria e Marco Gay, Presidente Giovani Imprenditori Confindustria
portato l’esempio dei “fatti” del Gruppo Giovani di Reggio Calabria, che ha incentivato l’apertura di nuove imprese. Johan Berkol ha esortato a mettere in campo “fatti” e non parole in tema di promozione del Made in Italy. Marco Gambardella ha rimarcato il cambiamento epocale provocato dalla crisi e i “fatti” per uscirne. Alessia Forte si è soffermata sui “fatti” dei Giovani Imprenditori e la loro responsabilità nella società. Infine Ilaria Abbignente che ha declinato “fatti” come
responsabilità nei confronti della propria impresa, dei collaboratori che vi lavorano e delle loro famiglie, e nei confronti del proprio Paese. Grande interesse ha suscitato l’intervento di Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, incentrato sulla domanda “la bellezza salverà l’Italia?”. L’imprenditore ha ricordato come l’Italia si trovi in una posizione geografica unica, con un primato in “biodiversità”: dai vitigni, ai paesaggi, alle etnie, alla gastronomia, fino all’arte. Tuttavia,
secondo Farinetti, non sarà “la bellezza” a salvarci, bensì solo il nostro impegno e la nostra capacità ad accrescere competenze e abilità. Giorgio Squinzi, Presidente di Confindustria, ha tracciato un quadro dell’attuale scenario economico italiano e ha posto l’accento sulla necessità di rilanciare il settore industriale italiano. In tal senso, Squinzi ha indicato alcune priorità sulle quali puntare: maggiore flessibilità per realizzare un significativo capitolo di
Squinzi ha indicato alcune priorità sulle quali puntare: maggiore flessibilità per realizzare un significativo capitolo di investimenti pubblici e privati, la definizione di più efficaci politiche attive per il lavoro, un sistema bancario che torni a farsi carico dei rischi e renda più facile l’accesso al credito, una rete infrastrutturale che garantisca la competitività delle imprese.
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investimenti pubblici e privati, la definizione di più efficaci politiche attive per il lavoro, un sistema bancario che torni a farsi carico dei rischi e renda più facile l’accesso al credito, una rete infrastrutturale che garantisca la competitività delle imprese. Il Presidente ha poi richiamato l’urgenza di rimettere in moto la crescita anche attraverso una efficace attività di semplificazione degli adempimenti che gravano sulle imprese, per ridurre tempi e costi che gravano sulle stesse. Infine, ha ricordato l’importanza di orientare la società a un modello basato sulla solidarietà tra generazioni. A chiusura del Convegno, l’intervento di Marco Gay. Il Presidente GI
ha sottolineato l’importanza del Movimento dei Giovani Imprenditori, evidenziando come durante le due giornate si siano riuniti nella sola Città della Scienza capitani d’azienda per un complessivo di 96 miliardi di fatturato, 220mila dipendenti e 150 paesi in cui sono presenti prodotti italiani. E ha concluso: ”In questa occasione i Giovani Imprenditori hanno dimostrato ancora una volta che guardano al futuro, con senso di responsabilità e impegno nella società. I nostri figli dovranno poter dire che con il nostro lavoro abbiamo lasciato loro un Paese migliore di quello che abbiamo trovato noi”.
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durante le due giornate si sono riuniti nella sola Città della Scienza capitani d’azienda per un complessivo di 96 miliardi di fatturato, 220mila dipendenti e 150 paesi in cui sono presenti prodotti italiani.
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Napoli
Segreterie organizzative Confindustria Giovani Imprenditori Tel. 06 5903370 - Fax 06 5914529 Comitato Interregionale Mezzogiorno G.I. presso Confindustria Campania Tel. 081 415664 - Fax 081 404617
Il Convegno su: www.giovanimprenditori.org
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Mike Rann, Australina Ambassador to Italy, San Marino, Lybia and Albania
IN PRIMO PIANO
italy’s future is in good hands | di Luca Donelli | International and European Relations Strategic Alliances | | di Nicola Altobelli | Sherpa G20YEA | @nalto79
@lucadon82
Few weeks after the conclusion of the G20 in Brisbane, Ambassador Rann comments on the positive outcomes of the Summit. Also Italy seems to be on the good path: “I know from my discussion with Australian investors that reform of labour law and cutting taxes could be a key to encouraging further investment here”. Ambassador, can you update us about the works of the G20 under the Australian presidency and especially the outcomes of the Brisbane Summit? The Leaders Summit has just finished and a lot of people are analysing the outcomes. I think what is clear is that, as Prime Minister Tony Abbott has promised several times, the G20 under the Australian presidency has focused on specific achievable goals. For example, in terms of boosting economic growth, which is also the key to creating real jobs, each of the G20 members had to present a program of reforms to generate an extra 2% in global GDP by 2018. According to the IMF-OECD analysis, the plans presented can in fact produce an extra 2.1% of GDP, equivalent to 2 trillion US dollars, just the kind of boost the economy needs. There is now the issue of implementation, but the Final Communiqué is clear that the promises made in Brisbane cannot be left there: “We will monitor and hold each other to account for implementing our commitments, and actual progress towards our growth ambition”. The important point is that we have seen countries which account for 85% of global GDP agree joint action to boost growth. Chinese President Xi Jinping captured the essence of this in his comment in Brisbane: “If you walk fast,
The Final Communiqué is clear that the promises made in Brisbane cannot be left there: “We will monitor and hold each other to account for implementing our commitments, and actual progress towards our growth ambition.
you walk alone; if we walk together, we walk far.” We saw other important outcomes in Brisbane on issues such as infrastructure investment, global tax rules, bolstering the banking system and energy. I would recommend reading the Final Communiqué – I think that it shows the practical approach Australia took to chairing the G20. C an y o u tell u s a b o u t t h e contribution provided by projects such as Y20 and G20 YEA? If we had a successful G20 Leaders Summit that is only thanks to the groundwork laid by the numerous meetings that preceded it. In July it was the turn of the Youth 20 and the G20 Young Entrepreneurs Alliance to have their meetings in Sydney. Naturally part of their focus was on the issue of youth employment, a significant problem for many countries, including Italy. The G20 Leaders Summit addressed the issue in the Final Communiqué and specifically in the Employment Plans which each country was required to produce. The Italian Plan makes for interesting reading and I know from my discussions with Australian investors that reform of Italian labour law and cutting the labour taxes could be a key to encouraging further foreign investment here. I must take the opportunity to thank the Italian delegations to Y20 and G20 YEA for their
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Ambassador Rann at the national meeting of Y.E. in Rome on september 25, 2014
outstanding commitment and input. I have met both delegations and also gave a speech to Confindustria’s Young Entrepreneurs. I said it then and I’m happy to repeat it now Italy’s future is in good hands. Learning about Australia, the delegation has been impressed by the abilit y of Australian economy to maintain continuous growth for 20+ years. What are the keys to this success? Australia has now enjoyed 23 years of continuous economic growth and was the only OECD economy not to slip into recession during the global financial and economic crisis. How did we get there? Well there are a number of factors, but I think one of the key aspects, regardless of which Government was in power in Australia at the time, was to have a plan and stick to it. The kind of reforms which the Renzi Government is seeking to introduce
here – cutting red tape, freeing up the labour market, making public spending more efficient, providing a legal system that provides quick redress when problems arise – are all areas in which Australia has some experience. We certainly did not get everything right, but we did enough good things to ensure a buoyant economy and a high quality of life for our citizens. Some say that Australia has simply ridden the wave of the economic boom in South East Asia, especially China. I’m certainly not going to deny the importance of our trade relationship with China – it’s our biggest trading partner – but the fact is that Australia put itself in a position to make the most of that demand by spending heavily on infrastructure to facilitate quick and efficient transport of our commodities, training our workforce to be equipped to do business in Asia, opening up our universities to the brightest minds from Asia, and
I must take the opportunity to thank the Italian delegations to Y20 and G20 YEA for their outstanding commitment and input. I have met both delegations and also gave a speech to Confindustria’s Young Entrepreneurs. I said it then and I’m happy to repeat it now - Italy’s future is in good hands.
Australia has now enjoyed 23 years of continuous economic growth and was the only OECD economy not to slip into recession during the global financial and economic crisis. How did we get there? Well there are a number of factors, but I think one of the key aspects, regardless of which Government was in power in Australia at the time, was to have a plan and stick to it.
actively encouraging skilled migration from Asia to Australia so we have an even larger pool of workers to draw on who know how to do business in Asia. What are the main opportunities offered by the Australian market to Italian enterprises? I have only been in Italy since May this year, but even these few months have been enough to give me a glimpse of what Italian business can offer. I have had the chance to see your excellence in infrastructure, energy technology, fashion, food and wine, transport. Many of these are sectors where Italian know-how can find a ready home in Australia. While in Australia Prime Minister Renzi visited three companies that exemplify such know-how: Ghella and the tunnel it has built in Brisbane, Salini Impregilo and the elevated Skytrain track it is building in Sydney, and the Prysmian which provides cabling to a host of key sectors in the Australian economy. If he had had more time, he could have also seen the importance of Italian companies in the agrifood sector – Ferrero, Monini and Parmalat to name but three - in fashion with Ermenegildo Zegna, Loro Piana, Cerruti, Luxottica among others, or in transport – Iveco and Ansaldo STS – or in oil&gas with ENI. The list goes on, with big players in their respective fields such as Astaldi, Intesa SanPaolo, Mapei and Magaldi Power. Many Italian companies also value and use Australia as a springboard into Asia. As the world is moving eastward, what role can Australia play and how could it benefit European entrepreneurs interested in the area? As I have just mentioned Australia can act as a bridge into Asia, but it goes beyond that. Australia sits in the heart of the world’s fastest growing economic area, the Asia Pacific. We are one of the most open economies in that area and one with which European entrepreneurs feel entirely comfortable. Australian Trade Minister Andrew Robb signed a free trade agreement
with China on 17 November, the latest in a series of free trade agreements in the Asia Pacific which include countries such as the US, Malaysia, Singapore, Korea, Japan and Thailand, with others to be finalised with India and Indonesia. Of course Australia wishes to have an important geopolitical role – and our G20 presidency was part of that – but, above all, we want to see the creation of economic prosperity that benefits Australia, benefits the emerging economies of Asia, and, why not, offers real growth opportunities to European companies. Europe is and will remain a key element in the global trading system, but its demographics alone suggest that the European market will not be a driving force for global growth. That is why it makes sense for European business to look to the Asia Pacific. You are Australia Ambassador to Italy, San Marino, Albania and Libya . A heterogeneous set of countries representative of the different scenarios across the Mediterranean. How are things developing? My countries of accreditation certainly couldn’t be more different. Clearly the situation in Libya is very problematic. We advise Australians not to visit the country and I have not yet had the chance to do so myself. Australia takes a close interest in the stability of North Africa, not least because of our significant contribution to aid programs there. As for Albania I have visited the country twice and, as with Italy, there are strong people to people links with Australia due to migration. There is a real buzz about the place and the Government has an ambitious reform agenda, including tackling judicial corruption, as part of its drive to join the EU. I have also had the pleasure of meeting the Captains Regent in San Marino and we enjoy a good relationship with the Republic in various multinational organisations.
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IN PRIMO PIANO Ha espresso un chiaro giudizio positivo sulla riforma del Senato, dicendosi “addirittura monocameralista”. Quali gli effetti positivi del superamento del bicameralismo paritario, l’introduzione del Senato non elettivo e la riforma del titolo V° della Costituzione? Sono a favore della riforma perché risponde a un’esigenza che dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti: in Italia c’è bisogno di semplificare l’iter legislativo. Non si tratta solo di accorciare i tempi ma di sottrarlo all’interesse dei gruppi
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di lobby che in passato, potendo agire su due Camere, hanno avuto facilità nell’esercitare la propria influenza. Bisogna avere una visione ampia del concetto di “governabilità”, non limitarsi a guardare alla sola legge elettorale: se al Governo che creiamo nell’urna non diamo strumenti per governare - come un processo legislativo funzionale - non andremo lontano. Con la riforma del Senato il Governo acquista maggiori poteri nella pianificazione dell’agenda legislativa e si torna a far valere il procedimento ordinario, arginando il fiume di decreti legge emanati in questi anni.
Il “mio” Senato imperfetto | di Giulia Bertagnolio | Segreteria Nazionale GI Politologo, esperto di sistemi elettorali, docente Luiss e padre dell’Italicum (anche se lui preferisce definirsi “zio”). Roberto D’Alimonte difende a spada tratta la riforma del Senato voluta da Renzi. E a chi attacca le nuove misure risponde: altro che “deriva autoritaria”, guardate oltreconfine.
Bisogna avere una visione ampia del concetto di “governabilità”, non limitarsi a guardare alla sola legge elettorale: se al Governo che creiamo nell’urna non diamo strumenti per governare - come un processo legislativo funzionale - non andremo lontano.
Qualcuno ha parlato di “deriva autoritaria” in rela zione in particolare alla non eleggibilità del Senato... A chi si è espresso in questo modo consiglio di riflettere in primis su un dato: di 28 paesi dell’UE, 15 non hanno Senato. Dei 13 restanti, solo due hanno senati elettivi: Italia e Polonia (in Romania c’è stato un referendum che ha abolito il Senato, ma non è ancora attuato). Solo questo dovrebbe far cadere le polemiche. Per quanto riguarda il “peso” del “nuovo” Senato, è innegabile un depotenziamento rispetto all’assetto precedente ma tengo a sottolineare che continueranno ad esistere un’area a bicameralismo perfetto - quella
che tratterà le riforme costituzionali e i temi eticamente sensibili - e un’area a maggioranza rafforzata: il Senato potrà sollevare obiezioni cui la Camera può rispondere solo a maggioranza assoluta, condizione non semplice da raggiungere. I poteri del nostro Senato, di fatto, saranno in linea con quelli degli altri Paesi. I critici si sono espressi in modo forte anche sulla questione referendum, definendo la riforma “un attentato al diritto dei cittadini” ad esprimersi con questo strumento. Anche qui, manca la visione d’insieme: ha fatto clamore l’innalzamento della
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Il Professor Roberto D’Alimonte
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soglia delle firme necessarie alla richiesta di referendum abrogativo, che passa da 500 a 800mila. Non si tiene però conto del fatto che il testo prevede un doppio strumento: la vecchia normativa per la quale 500mila elettori possono richiedere il referendum abrogativo resta infatti in vigore, con una soglia per la validità del 50% + 1 degli elettori. Accanto a questa c’è un secondo meccanismo introdotto da Renzi che prevede la raccolta di 800mila
firme e una soglia di validità abbassata alla metà dei votanti delle ultime elezioni politiche (dato che - in relazione ai voti del 2013 - si traduce nel 37,5 per cento). Non è difficile capire come con il secondo metodo - al contrario di quanto sostiene chi attacca la riforma - il referendum diventi davvero uno strumento in mano ai cittadini: la soglia prevista è ben più bassa e “accessibile” di quella del 50% + 1, che non a caso fu raggiunta solo
nel caso del referendum sul nucleare, circostanza che ha visto le persone mosse da una fortissima spinta emotiva per i fatti che purtroppo tutti conosciamo. In ultimo: la riforma introduce il referendum propositivo, che ora manca in quanto esiste solo quello abrogativo. Non credo si possa parlare di un venir meno dei “diritti del cittadino”. Ha dichiarato che l’Italicum che lei ha contribuito a comporre con Renzi - rappresenta “un buon compromesso, pur con alcuni difetti”: quali? È un buon compromesso perché in questa fase l’Italia ha bisogno di un sistema elettorale “disproporzionale”. Uno di quei sistemi pensati per prendere la minoranza più consistente di voti - sia questa formata da un partito unico o da una coalizione e trasformarla in maggioranza assoluta di seggi, garantendo così governabilità. In concreto: prendiamo i due partiti più votati al primo turno e diamo agli elettori la possibilità di scegliere al secondo chi dovrà governare il Paese. In quest’ottica l’Italicum rappresenta un passo in avanti per la stabilità dei governi, ma ha delle evidenti criticità dovute al compromesso che è stato necessario raggiungere con le varie parti politiche. Cito in primis un meccanismo di soglie troppo alto: l’8% alla Camera porta alla creazione di “unioni forzose” - dunque a governi instabili - perché i partiti minori spesso si alleano con altri solo per avere accesso al Parlamento senza condividere veramente il programma. Dovremmo guardare all’Europa, dove le soglie sono in media del 5%: è ragionevole una soglia del 5 per chi corre da solo e una del 3 per chi stringe alleanze. Altra nota dolente: la reintroduzione del voto di preferenza, sul quale ad oggi tra i vari partiti ci sono pareri discordanti. Staremo a vedere
che compromesso verrà fuori, forse un sistema misto preferenze/lista bloccata, sul modello della Toscana. Ancora un “difetto”: sulla questione “donne in Parlamento” al momento la legge è insoddisfacente. Io sostengo la soluzione “generi alternati” sulla lista: un modo per garantire una qualche proporzionalità uomo/donna. Qual è il modello di legge elettorale c h e avre b b e prediletto ? Sicuramente quello francese con i suoi collegi uninominali e doppio turno, anche senza elezione diretta del Presidente della Repubblica. Lei ha più di ventimila followers su twitter. Crede che la Rete aiuti a spiegare la politica ai cittadini? La rete è uno strumento prezioso: se usato bene può portare ottimi risultati. Non bisogna però essere assolutisti nelle cose o vedere certi strumenti come negativi tout court, tutto dipende dal modo in cui si impostano. Twitter lo uso poco in realtà, preferisco scrivere solo se ho qualcosa di davvero significativo da dire.
L’Italicum è un buon compromesso perché in questa fase l’Italia ha bisogno di un sistema elettorale “disproporzionale”.
Attualmente dirige il Centro Italiano Studi Elettorali (CISE) e insegna presso l’università Luiss Guido Carli. È a contatto con tanti giovani: come vede il loro futuro? Dico una banalità che però corrisponde alla via maestra: bisogna puntare sui giovani per evitare ciò che come docente vedo troppo spesso, la “fuga” dei più bravi dall’Italia. È un dato di fatto: i ragazzi di talento se non vedono sbocchi vanno all’estero a cercare migliori opportunità. I cervelli sono il bene primario di un Paese: se lasciamo che i migliori vadano altrove, che futuro possiamo avere? I Giovani Imprenditori hanno co m e m issione q u ella di contribuire alla creazione di un futuro migliore per le giovani genera zioni, di supportare chi sceglie la strada del fare impresa, di spingere per la valorizzazione diffusa del talento. Quale – a suo avviso – il contributo più importante che possiamo dare?
Ho una proposta forte: fate partire un programma massiccio di adozione delle scuole. Che ciascuno dei GI ne adotti una, magari quella nella quale si è diplomato. Ha ragione Renzi: il futuro del Paese si gioca sulla conoscenza, e la conoscenza di massa si produce nelle scuole. Purtroppo assistiamo ad un declino del sistema scolastico che va in parallelo con quello dell’Italia: alla mia epoca c’era una struttura forse elitaria che però rendeva il nostro modello uno dei più invidiati del mondo. Ora attraversiamo una fase complessa e ai giovani servono modelli forti cui ispirarsi, supporto, motivazioni e istituzioni che li mettano in condizione di dare il meglio di sé.
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sete di impresa | di Lucia Mandelli | Giovane Imprenditrice
“Sete d’impresa. MACRO - Museo di Arte Contemporanea di Roma. In questo eccellente esempio di archeologia industriale, che coniuga con contemporaneità tre elementi peculiari della nostra Italia: arte, cultura e impresa, il Comitato S.I.A. vi invita all’incontro con Matteo Colaninno, Vice Presidente del Gruppo Piaggio, nonché nostro Past President nazionale ed oggi Deputato per il Partito Democratico”.
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L’invito sembra davvero accattivante, non fosse per l’accenno all’arte contemporanea, per me un po’ ostica. D’altro canto l’ospite della serata è di tutto riguardo, e bisogna riconoscere che finalmente si organizza un momento aggregativo per tutti coloro che raggiungono Roma la sera precedente il Centrale. Trafelata come al solito, prendo un taxi al volo e già durante il tragitto ho il sentore che saranno numerose le sorprese che mi attenderanno. La prima è la scoperta del MACRO, complesso industriale storico, che all’epoca ospitava lo stabilimento produttivo di Birra Peroni. Il colpo d’occhio del contrasto o meglio dell’equilibrio fra la staticità del cemento armato e la dinamicità dei materiali più moderni utilizzati per l’intervento di recupero è davvero mozzafiato. Mentre una leggera pioggia comincia a cadere all’esterno, varco la soglia d’ingresso e mi ritrovo in un enorme spazio dalla forma non definita, in continuo movimento. L’ambiente è interamente rivestito di pietra di basalto, il cui colore nero rievoca l’ex destinazione
industriale dell’edificio. Sono ancora col naso all’insù per ammirare la luce del tramonto attraverso il tetto di vetro, quando Giorgio Bellucci, Responsabile del Comitato, e Vittorio Cavani inaugurano ufficialmente la serata. Cedono la parola a Giovanna Alberta Campitelli della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, che ha cortesemente messo a disposizione l’intero museo. Nel rinnovare l’invito per future collaborazioni, la studiosa opportunamente rileva l’importanza della collaborazione fra l’imprenditoria ed il settore dei beni culturali, uno dei più trascurati nell’ambito della Pubblica Amministrazione. Finalmente inizia la visita vera e propria. I partecipanti sono affidati alle cure esperte dei volontari del FAI Giovani Roma, coordinati dal referente Cristiano Grisogoni, che ci accompagnano in un breve ma suggestivo viaggio sospeso tra storia, architettura ed arte contemporanea alla scoperta dei segreti della struttura. Scopriamo così che il progetto originario del complesso industriale Peroni si deve
Ciò che emerso è un Matteo Colaninno ancora molto vicino al nostro Movimento. Che consiglia di acconsentire a taluni cambiamenti che coinvolgeranno l’Associazione vivendoli in modo proattivo e collaborativo, senza mai farsi imporre scelte che non consideriamo corrette. Alla luce del particolare periodo economico la scelta di Napoli è stata saggia, ma a Capri ci sono le nostre origini, il nostro Movimento è legato a quel momento e a quel luogo. Aggiunge, quindi, di ritornarci non appena la situazione lo consentirà.
all’architetto Gustavo Giovannoni, che optò per l’impiego dell’allora innovativa tecnologia costruttiva del cemento armato, importata proprio in quegli anni da Oltralpe. L’impianto produttivo rimase attivo sino al 1971 prima di essere completamente dismesso ed acquisito dal Comune di Roma. Nel 2000 è stato indetto un concorso di progettazione per la ridefinizione dell’intera struttura. Ad aggiudicarselo l’architetto francese Odile Decq, che ha voluto conferire al museo un sistema dinamico di articolazioni e collegamenti che rendono l’esperienza del visitatore attraente, sempre nuova e diversa. Tra le numerose installazioni le due che più mi hanno colpita sono: l’opera dell’artista giapponese Toshiko Horiuchi MacAdam, denominata “Harmonic Motion/Rete dei draghi”
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Matteo Colaninno
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e realizzata per la settima edizione di Enel Contemporanea. Si tratta di un’enorme opera d’arte interamente realizzata con filati intrecciati a mano, multicolore, dal sapore tradizionale che rievoca l’antica lavorazione all’uncinetto abbinata a forme contemporanee. La seconda si ammira dalla terrazza, la cui vista sui tetti del quartiere è incredibile ed osmotica e vale da sola la visita. Si tratta della colossale installazione dal titolo “Voi valete più di molti passeri!” a firma dello street artist italiano Ozmo, che partendo da una citazione evangelica fa riflettere l’osservatore sui valori della società contemporanea. Il tempo è volato e la visita è già terminata, ma
il programma della serata è ancora denso ed ora ci attende l’intervista. Mentre saliamo i gradini di cristallo che affiancano l’Auditorium sono soddisfatta di aver ridotto di qualche passo la distanza tra me e l’arte contemporanea! Ci accomodiamo nello Spazio Area, una piano circolare rialzato proprio al centro della hall museale. In questo spazio tutto è rosso, pavimento, sedute, parapetti, c’è un solo colore, acceso, vivace. L’effetto è davvero particolare. All’interno di questa inconsueta piazza è stata posta una scultura indonesiana, rappresenta delle figure umane, costruite da catene che si sforzano di risalire scale a pioli troppo ripide per la loro grossa zavorra.
Seduti proprio a fianco alla scultura Giorgio e Matteo Colaninno stanno chiacchierando mentre attendono che la sala si riempia. Per rompere il ghiaccio Giorgio cita un’analisi di mercato in cui sono comparate le parole più ricercate dagli utenti IOS e Android. I primi cercano maggiormente: Vespa, iPhone, Bmw, Rolex, Louis Vuitton e risultano quindi utenti molto più sofisticati e rispetto agli utenti Android che, con più concretezza ricercano nomi più pragmatici tipo: Auto, Vespa, Moto, iPhone, Lavoro. Gli unici due nomi che compaiono in entrambe le liste sono Iphone e Vespa. Quest’ultima, quindi, è tra i pochi beni che sono riusciti a comunicare un concetto di valore
e lusso che non prescinde da un’idea di concretezza e durabilità. Si comincia così a chiacchierare del lavoro di R&D, immagine e comunicazione alla base di questo bell’episodio industriale di Made in Italy. Il Vice Presidente di Piaggio ripercorre insieme a noi i punti salienti della storia del Gruppo, dall’acquisizione del brand nel 2003 all’acquisto di altri importanti marchi come Gilera e Aprilia. Dalle vittorie raggiunte nel motomondiale, fino alla conquista di nuovi paesi e mercati emergenti. È molto interessante ascoltare da un insider d’eccellenza questi passaggi aziendali che ruotano intorno alla ricerca di qualità, innovazione e valore percepito del prodotto. I temi trattati durante la piacevole chiacchierata sono stati molti e molto diversi: si è parlato del ruolo delle banche nell’economia odierna e di come sia cambiato durante gli ultimi anni, in Italia e nel mondo. Del ruolo della politica, del rapporto e dialogo con le parti sociali. Di come sia mutata la percezione di Matteo del mondo politico da quando, come leader
dei GI spronava governo e maggioranza a rilanciare il Paese, ad oggi che fa parte di quella stessa maggioranza. Si è toccato anche il tema più intimo del coraggio di mettersi in gioco e di perseguire una nuova strada, magari diversa da quella dei genitori, meno confortevole e più rischiosa, ma più personale e più vicina alle proprie realizzazioni. Delle difficoltà e incompatibilità che si presentano di fronte ad un imprenditore che vuole schierarsi politicamente. Infine, e non poteva che essere così, ci si è confrontati sui temi più interni e propri del Movimento, un po’ controversi per chi li vive giorno per giorno, ma naturali e trattati con lineare oggettività da chi ormai è un osservatore esterno. Si è parlato di stile di leadership, di visione sul ruolo e futuro del Movimento, della scelta di sostituire Napoli a Capri, delle modifiche che la riforma Pesenti apporterà al Movimento. Ciò che emerso è un Matteo Colaninno ancora molto vicino al nostro Movimento. Che consiglia di acconsentire a taluni cambiamenti che coinvolgeranno l’Associazione vivendoli in
modo proattivo e collaborativo, senza mai farsi imporre scelte che non consideriamo corrette. Alla luce del particolare periodo economico la scelta di Napoli è stata saggia, ma a Capri ci sono le nostre origini, il nostro Movimento è legato a quel momento e a quel luogo. Aggiunge, quindi, di ritornarci non appena la situazione lo consentirà. Ho apprezzato, durante l’intervista, le idee e i concetti emersi, tipici di un “giovane industriale” prima ancora che di un politico o del dirigente di una grande azienda. È emersa la persona e le sue idee prima ancora delle cariche e dei ruoli. E ciò ha reso la chiacchierata più vera e l’esperienza più educativa. Al termine dell’incontro Matteo Colaninno si è fermato con noi per l’aperitivo nel moderno bar del museo e per la cena conviviale in una serata amichevole e divertente che la pioggia, aumentata nel frattempo, non è riuscita a rovinare. Un grazie a tutto il Comitato S.I.A. e un arrivederci al prossimo evento formativo!
Il progetto originario del complesso industriale Peroni si deve all’architetto Gustavo Giovannoni, che optò per l’impiego dell’allora innovativa tecnologia costruttiva del cemento armato, importata proprio in quegli anni da Oltralpe.
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IN PRIMO PIANO
LE VIE DEL CIBO | di Mariana Bianco | Coordinatrice Rsi GI Confindustria Puglia e moderatrice della tavola rotonda
Un cammino che in un pomeriggio di novembre ci ha insegnato quanto Responsabilità sociale e Made in Italy siano effettivamente legati in un fare impresa tutto italiano.
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Serve una vera politica di medio-lungo periodo, con un respiro di almeno 10 anni, che sappia trarre vantaggio anche dal valore aggiunto che il Made in Italy rappresenta, con conseguenti ricadute positive e benefici sull’intero sistema economico del Paese in termini di crescita.
Un viaggio tra responsabilità, sicurezza e tutela di prodotti, di filiera, ma soprattutto di un Paese che vede essere il suo “Made in” il terzo marchio più noto mondo. Un’iniziativa ideata dai due Comitati Responsabilità sociale d’impresa e Made in Italy, tenutasi in Viale dell’Astronomia e realizzata nell’ambito della XIII Settimana della Cultura d’impresa con focus sull’Expò 2015. “LE VIE DEL CIBO. Un viaggio tra responsabilità, sicurezza e tutela” è stato un’iniziativa dal sapore internazionale: il tema e il riconosciuto valore italiano all’estero hanno fatto sì che fosse inserita tra le attività della Global Entrepreneurship Week 2014, in programma dal 18 al 23 novembre scorsi.
Il viaggio sulle vie del cibo è iniziato con gli interventi introduttivi dei Responsabili dei due Comitati tecnici rispettivamente Laura Tinari e Marco Camuccio. “Serve una vera politica di medio-lungo periodo, con un respiro di almeno 10 anni, - ha esordito Camuccio - che sappia trarre vantaggio anche dal valore aggiunto che il Made in Italy rappresenta, con conseguenti ricadute positive e benefici sull’intero sistema economico del Paese in termini di crescita”. Un approccio diverso, una rivoluzione culturale nel modo con cui si guarda alla manifattura italiana. Un approccio al passo con i tempi che cambiano e con le nuove tecnologie. Un approccio che può trasformarsi in sfida e che coinvolge tutti, Governo, PA e imprenditori, nel raggiungimento di un unico obiettivo: riportare l’Italia allo splendore che merita. In questo percorso sono due gli asset che si hanno a disposizione: Made in Italy e Rsi. Due facce di quell’unica medaglia che è la grandezza delle imprese italiane. Ed è qui che i due temi si intrecciano: “Nella sua dimensione interna - ha affermato Laura Tinari - la Rsi è un modello di
governance dell’azienda che consente un elevato coinvolgimento del suo capitale umano, lavoratori e lavoratrici che prestano la propria opera permettendo al Made in Italy di essere esempio di creatività, qualità, originalità. Leve capaci di determinare un grande vantaggio in una competizione internazionale che si svolge in una fase in cui la produzione è “di testa”, dove, dunque, competenze, professionalità e talento sono il successo dell’impresa”. È stata poi Serena Tehini a sviluppare il tema presentando il Progetto di Confindustria proprio per Expò2015, sottolineando che il Padiglione Italia rappresenterà l'eccellenza italiana. Alla tavola rotonda hanno portato il proprio contributo accademici e professionisti:
Claudio Costa, Consulente legale Studio Torta, ha chiarito come tutelare attraverso le norme il valore aggiunto del Made in Italy; Enrico De Micheli, Direttore Agroqualità Spa, ha ricordato come il trend dell’economia italiana mostri quanto il settore agroalimentare sia un pilastro strategico; Cristina Hanabergh, Responsabile Sviluppo Sostenibile Birra Peroni, ha raccontato il proprio caso aziendale, in cui la redazione del bilancio di sostenibilità è diventata una conquista che obbliga l’azienda a migliorare ogni anno; e Pierpaolo Pontrandolfo, Docente di Business e Sostenibilità del Politecnico di Bari, ha definito la Rsi non una sovrastruttura per l’impresa, ma una parte della strategia d’impresa.
Di sfide ha parlato anche il Presidente Marco Gay, che ha tenuto le conclusioni, “Made o forse Make in Italy? Un italian sounding che vale 60 miliardi di euro, la certificazione di prodotto e la tracciabilità sono le nuove sfide per le nostre imprese nel mondo”. Il tema della tracciabilità del prodotto è stato al centro anche del dinamico dibattito che ha coinvolto i GI e in generale il pubblico presente: la necessita di “lavorare” sul consumatore perché sia consapevole, perché chieda garanzie fa parte di una sorta di modalità di scelta a cui l’imprenditore dovrebbe abituare chi acquista.
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Marco Camuccio e Laura Tinari
IN PRIMO PIANO Organizzato dai Giovani Imprenditori di Assolombarda, con il contributo delle altre territoriali lombarde, il Social2Business è arrivato alla quarta edizione. Anche se diventato un appuntamento fisso di ogni anno, ha sempre saputo aggiornarsi e innovarsi. Quest’anno 400 imprenditori, italiani e spagnoli, si sono incontrati il 17 ottobre nel Palazzo della Regione Lombardia. Nel pomeriggio, 14 project desk aperti a tutti, ovvero incontri specializzati su altrettante aree
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tematiche per approfondire i vari aspetti del mondo del business e dello sviluppo economico. Importanti occasioni per lo scambio di idee, l’approfondimento delle tematiche e i matching con professionisti degli stessi settori di competenza. Gli incontri sono stati organizzati e ripetuti su due turni, in modo che ogni iscritto al S2B avesse la possibilità di partecipare a due desk di suo interesse. Alcuni temi: dal crowdfunding alle reti d’impresa, dalla stampa 3D al Made in Italy e China
SOCIAL2BUSINESS 2014: QUARTA EDIZIONE CON IL #BIZMATCH VUELING | di Gabriele Menotti Lippolis | Comitato di Redazione Quale Impresa Giovani Imprenditori di Assolombarda, Milano - Italia, Social2Business 2014, Regione Lombardia, 400 giovani imprenditori italiani e spagnoli, #bizmatch, un AirBus320 della Vueling, 30.000 piedi, Barcellona - Spagna, Mobile World Centre, progetti, idee, creatività. Queste, le parole chiave che hanno caratterizzato la quarta edizione del Social2Business 2014 e che ne hanno decretato il meritato successo.
Quest’anno 400 imprenditori, italiani e spagnoli, si sono incontrati il 17 ottobre nel Palazzo della Regione Lombardia.
Opportunity, dalle energie rinnovabili all’open innovation. Alla fine dei project desk, dopo un velocissimo aperitivo, via, in volo verso Barcellona. Ecco la novità 2014: in volo da Milano-Barcellona con un AirBus320 della Vueling dove cento giovani imprenditori, italiani e spagnoli, divisi in 17 squadre ciascuna formata da 6 componenti, hanno sviluppato idee innovative: si va dal social per frequent flyer al condom intelligente al car sharing in aeroporto. Un vero e proprio #Bizmatch, un incontro di business matching in aereo, il primo in Europa. A più di 10 mila metri d’altezza, durante l’ora e mezzo di viaggio, i giovani imprenditori dovevano creare nuove idee imprenditoriali che fossero originali, innovative e realizzabili. Nonostante
tempo e spazio fossero limitati, una cabina di un aereo partito a mezzanotte, le squadre hanno ideato numerosi e validi progetti. Emiliano Novelli, Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Assolombarda ci racconta perché quest’anno Social2Business, per la prima volta, ha coinvolto imprenditori stranieri oltre 100 spagnoli: “Un modello per tutta l’Italia. Aziende, aspiranti imprenditori, startupper, finanziatori, ricercatori, professionisti ed istituzioni si incontrano per internazionalizzare, creare startup e fare business matching. Con S2B, i giovani non aspettano più la classe politica, ma promuovono il Made in Italy all’estero ed internazionalizzano; il tutto a costo zero. Per il quarto anno consecutivo i Giovani Imprenditori di Assolombarda sfidano
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la crisi e le difficoltà del sistema Italia, mostrando che la voglia di ripartire e di fare impresa è ancora viva e fortissima. Non è un caso che il Social2Business sia partito da Milano, la città che da sempre è stata il luogo di origine di tutti i grandi cambiamenti che hanno poi coinvolto l’intera nazione e che, oggi più che mai, vuole rivendicare il proprio ruolo di guida. Non ci siamo inventati nulla, ma abbiamo cercato di fare le cose in modo diverso perché in associazione come in azienda non sopravvive chi non innova. Non guardiamo più a cosa ci manca, ma a cosa abbiamo e siamo in grado di volare da soli”. Atterrati a notte fonda, i giovani imprenditori, dopo meno di 2 ore di volo, avevano già in tasca idee chiare, progetti validi e business plan da presentare alla
giuria. Il giorno dopo al Mobile World Centre di Barcellona, la giuria composta da esponenti di Vueling, Assolombarda, Acciò (l’agenzia per la competitività d’impresa del Governo catalano) e della rivista spagnola Emprendedores ha scelto e premiato alcuni dei progetti divisi per categoria. Best Start-up è andato al progetto Moac, un sistema di corsi di formazione da seguire quando si è in volo. Best Tourism Project (turismo e viaggi) l’idea Car Swapp, un’app di car sharing - in partnership con società di noleggio - basata su un circuito di automobili e sul principio secondo cui un passeggero, appena arrivato in aeroporto, usa il mezzo lasciato da un altro che si è appena imbarcato per un volo. Best Technology: YouMyLegs,
una piattaforma che da la possibilità di girare il mondo, attraverso caschi di realtà virtuale, a persone che non possono muoversi o a causa di disabilità e malattie o a chi ha impedimenti di altro genere. Infine per Best 2.0 Travel Biz Project (turismo d’affari) ha vinto The Aviators, una piattaforma che consente di monitorare i tempi di percorrenza dei viaggi aerei dando la possibilità di creare nuovi contatti e incontri tra i passeggeri, sia al terminal che direttamente in volo. Da questo evento, come da altri progetti ed iniziative dei Giovani Imprenditori, sembra che ci sia una Italia che va ad alta velocità ed un’altra Italia, lenta, che si arrovella su argomenti che non interessano realmente lo sviluppo del Paese e dell’Europa.
dal territorio
Farete 2014 | di Francesca Villani | Giovane Imprenditrice
Più di 600 espositori e 13.000 visitatori alla due giorni promossa da Unindustria Bologna per valorizzare le imprese del territorio.
40 Si è tenuta a Bologna la terza edizione di Farete, dalla mail alla stretta di mano, la due giorni promossa da Unindustria Bologna, in collaborazione con Legacoop Bologna, per favorire la visibilità e le occasioni di incontro tra imprese locali. L’evento ha visto coinvolti più di 600 espositori e più di 13.000 visitatori con un incremento del 30% di partecipanti in un mercato definito complicatissimo. Le giornate sono state aperte dall’Assemblea Generale di Unindustria Bologna in cui il Presidente Alberto Vacchi ha elogiato le capacità di un territorio che rimane il secondo polo manifatturiero d’Europa anche se non supportato in maniera incisiva da interventi pubblici favorevoli. Il Presidente Squinzi ha sottolineato nel suo intervento l’importanza di una politica fiscale di supporto alle imprese. Proprio attraverso questa ottica di rete e di grande nucleo propulsivo sono stati organizzati gli stand degli espositori, senza differenze tra grandi e piccole realtà. Ognuno si è presentato con una proposta chiara e semplice, un’insegna, un messaggio, o un nome. Grazie a queste iniziative e alla voglia imprenditoriale di trovare nuove e diverse possibilità di sviluppo
sono nate vere reti e sinergie efficaci per la crescita. Le giornate sono state caratterizzate dalla fiera vera e propria, e arricchite da un programma denso di eventi. Durante i molti workshop sono state presentate nuove reti, diversi tipi di consulenze, innovativi sistemi informatici si è parlato di rating, di gestione dei crediti, di possibilità di sviluppo all’estero, di tante attività e possibilità che si possono apprendere e da cui si possono cogliere spunti da riportare nel proprio i quotidiano. Fare rete – FARETE – è in fondo tutto questo: scambiare idee per trovare un percorso condiviso verso un obiettivo. Evento conclusivo delle due giornate di interscambio è stato “Padroni o Custodi”, terza tappa di una serie di incontri organizzati dal Gruppo Giovani Imprenditori di Bologna inerente, in questa occasione, a “Un cambio di passo. La custodia dei valori, leva per proiettarci nel domani”. “Padroni o custodi” è un percorso di convegni creato dal Gruppo Giovani di Unindustria Bologna che da un anno si muove sul territorio per analizzare la tematica del ruolo imprenditoriale. Temi di questi convegni sono stati: innovazione, ricerca e sviluppo, inversione dei paradigmi di sistema e welfare aziendale in Emilia
L’evento ha visto coinvolti più di 600 espositori e più di 13.000 visitatori con un incremento del 30 % di partecipanti in un mercato definito complicatissimo.
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Romagna: significati ed esperienze; contenuti complessi che sono stati analizzati da personaggi di rilievo tra cui Walter De Silva, Chief Designer del Gruppo Volkswagen; Gino Lugli, AD Ferrero Italia; Gianmaurizio Cazzarolli, HR Director di TetraPack; Mauro Sirani Fornasini, AD Intertaba; Andrea Pontremoli, AD Dallara Automobili; Vito Di Bari, docente all’Università di Miami e futurologo. Il convegno del 9 settembre si è aperto con l’intervento del Presidente dei GI bolognesi, Gian Guido Riva, che ha sottolineato come per evolversi e crescere bisogna unirsi, ed anche se questo può significare sacrifici per alcuni, l’acquisto di conoscenza dagli altri può essere la marcia in più per proiettarsi verso un futuro migliore. Ha inoltre parlato del grande passo che stanno cercando di fare le territoriali di Bologna, Modena e
Reggio che in questo momento stanno ragionando su un possibile futuro unito assieme. L’incontro si è articolato in due tavole rotonde, moderate da Sebastiano Barisoni, Vice Direttore di Radio 24 ed alle quali hanno partecipato personalità del mondo economico, culturale e della società civile. Tra gli interventi segnaliamo quelli di Valerio Onida, ex Presidente della Corte Costituzionale; Filippo Taddei, Responsabile economia del PD; Sonia Bonfiglioli, Presidente di Bonfiglioli Riduttori; Alberto Forchielli, Presidente Osservatorio Asia; Amalia Signorelli, Antropologa; Marina Senin Forni, Presidente FAI Emilia Romagna. Sono infine intervenuti il Presidente di Confindustria Emilia Romagna Maurizio Marchesini, ed il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Marco Gay. Entrambi hanno sottolineato
come il nostro sia un Paese fortemente esportatore e che in questa direzione dobbiamo muoverci. Le riforme debbono andare nel lungo periodo verso un unico obiettivo che è sempre la fase conclusiva di qualsiasi ideale.
dal territorio
Visione, Vita & Innovazione: il futuro che ci meritiamo | di Simone Spetia | Giornalista a Radio24, autore e conduttore di Effetto Giorno
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Negli ultimi dieci anni abbiamo cambiato modo di ascoltare la musica, viaggiare, acquistare oggetti, navigare su internet, informarci, leggere, lavorare, studiare, spostarci in città e talvolta anche fuori. Dovrebbe cambiare anche l’azienda, in maniera che si tenga conto, per esempio, del fatto che l’enorme cambiamento dei cicli di ordini e di produzione è strutturale e destinato a rimanere. La realtà è che fare impresa, specie farne una nuova, oggi è immensamente più facile e richiede meno capitali. Ma siamo pronti?
“Every business is a digital business”. Una frase della quale è difficile trovare l’ideatore e che sta diventando un tormentone di quest’epoca di cambiamento tumultuoso. Qualcuno ama chiamarla rivoluzione digitale, ma quella che stiamo vivendo è una rivoluzione tecnologica e industriale, esattamente come lo fu l’introduzione del telaio a vapore nell’Inghilterra del XVII secolo, ma con un raggio di estensione ancora più ampio, con una profondità e una pervasività enormi. Questa rivoluzione, per fare solo qualche esempio, ha sepolto la musica nel suo formato fisico, affossato il mercato della telefonia tradizionale, rivoluzionato il mondo dell’intrattenimento, devastato gli assetti dei mass media. E il tutto è avvenuto (continua ad avvenire) in tempi infinitamente più brevi di quanto non fosse in passato. Pensare che tutto questo non abbia un impatto sull’industria e non sia essa stessa una componente della crisi equivarrebbe a mettere la testa sotto la sabbia. Nell’edizione 2014 di Innovation Makes Wonder, organizzata dai
“La tecnologia accelera i processi – spiega – ma se il vostro progetto è fallimentare otterrete il solo risultato di fallire più in fretta”. (Andrea Potremoli, Amministratore Delegato di Dallara)
Giovani Imprenditori di Brescia, a dominare la scena (termine adeguato, visto che la manifestazione si è svolta al Teatro Grande) sono stati esattamente questi temi. Cosa serve all’Italia per non perdere l’ultimo vagone di questa rivoluzione? Cosa serve al nostro Paese per liberare tutte le sue energie? Carla Cico, di Arneab Partners, è convinta che vi sia un ritardo tecnologico che pesa sulle aziende: la banda italiana è ancora troppo stretta e per cogliere tutte le occasioni, per essere collegati in maniera più efficace ad una supply chain sempre più complessa, destrutturata e delocalizzata ci vuole un’infrastruttura migliore. Nel ragionare su tutto questo, però, nel correre dietro a un cambiamento che pure è necessario, va sempre tenuto presente che l’elemento centrale è l’uomo. Perché come nota con una battuta l’Amministratore Delegato di Dallara, Andrea Potremoli: “La tecnologia accelera i processi – spiega – ma se il vostro progetto è fallimentare otterrete il solo risultato di fallire più in fretta”. Poi, ovviamente, ci vuole il capitale. Non solo
e non tanto per la fase “sperimentale”: la strada dell’innovazione è lastricata anche di aziende fallite per non essere riuscite a star dietro alla domanda. Anche qua la rivoluzione tecnologica può aiutare, con l’equity crowdfunding, ben rappresentato sul palco dal fondatore di Tip Ventures Matteo Masserdotti, venuto (come gli altri) dalla fucina di Isup (l’incubatore dei Giovani Bresciani) e oggi alla guida di un’azienda che prova a farsi spazio in questo mondo. Carlo Alberto Carnevale Maffé, è però convinto che la via possa essere anche quella del passaggio dall’industria tradizionale: perché non provare a raccogliere capitali in questo modo, prima di cercarne altri? Fin qui le
imprese innovative, ma il tema è anche l’introduzione delle nuove tecnologie nelle imprese tradizionali. Ne ha parlato Alber to Piantoni, Amministratore Delegato di Missoni. L’innesto tecnologico in azienda, per Missoni, è consistito essenzialmente in un utilizzo intelligente dei social network, nella creazione di una vera e propria community di clienti che consente addirittura di anticipare le tendenze. Infine le altre imprese, quelle che proprio a causa del cambiamento globale e culturale devono adeguarsi ad un modello produttivo nuovo e con maggiore rapidità di esecuzione. È anche in considerazione di questo che Trenkwalder Italia, racconta l’Amministratore Delegato
Peter Zehentleitner, ha ideato un sistema che consente il sostanziale azzeramento dei tempi delle pratiche per la somministrazione di lavoro. Nell’attesa che il Governo tenga conto del fatto che il mondo è cambiato, il Presidente Nazionale Marco Gay ed il Presidente di Brescia Federico Ghidini non stanno fermi, come non stanno fermi gli imprenditori che continuano la propria attività di fare impresa per contribuire con passione, coraggio e tenacia a costruire quel, è il caso di dirlo, meritato futuro.
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dal territorio
Il coraggio di guardare al futuro | di Gabriella Morelli | Vice Presidente Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Lecce
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Terza edizione del TedXLecce, sul #futuro: abbiamo partecipato, abbiamo cercato di raccontarlo, ma soprattutto l’abbiamo vissuto.
Le cose belle non accadono se dietro non c’è una comunità. A Lecce lo sappiamo bene. Lo abbiamo imparato in questi anni grazie al nostro Tedx: “nostro”, non a caso, perché siamo un gruppo straordinario di persone che cresce ad ogni edizione. Eravamo in pochi il primo anno, oggi al terzo, c’è una comunità vera, che condivide positività, impegno, fatica, valori e che ha deciso di restare in questo Paese e costruire anche qui il suo futuro. E che quest’anno ha visto partecipare attivamente anche il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Lecce. Scegliere il tema sul quale per mesi ruoteranno discussioni, scelte, ricerche non è semplice. Così, dopo parole come “Innovazione e imprenditorialità”, “Coraggio”, che hanno caratterizzato le prime due edizioni, siamo approdati al “Futuro”. Una parola di speranza perché il futuro è di tutti, ma nessuno può ritenersi “autore” indiscusso di questo messaggio.
Al centro di ogni Tedx ci sono i relatori, narratori di opportunità, creatori di visioni, facilitatori del pensiero che fanno sì che la magia si ripeta sempre. Portare sul palco del Tedx una storia vuol dire celebrare la ricchezza e la diversità delle capacità umane; rendere evidente il progresso e le sue contraddizioni; indignarsi e restare in silenzio di fronte a racconti di pura testimonianza civile e sociale; ma soprattutto, per noi, vuol dire provare sempre a spiegare perché si rimane ottimisti nonostante tutto. Diffondere idee di valore. In questa frase è il senso di quello che facciamo. Portiamo in scena persone che realizzano, nei settori più diversi, cambiamenti di rotta o inventano cose nuove, innescando processi virtuosi. Non c’entra solo la tecnologia. È qualcosa che si pone a mezza via tra cuore e cervello. In questa edizione sono state 18 le storie di economia, scienza, impresa, food,
Il TedxLecce è un grande laboratorio grazie al quale seguiamo il flusso che le forze migliori di questo Paese, e non solo, mettono in moto. Perché abbiamo voglia di futuro e anche se ci troviamo in una condizione difficile una cosa è certa: dobbiamo compiere tutti gli sforzi possibili attraverso gli spazi e i mezzi che abbiamo a disposizione per costruire quello che verrà.
arte e design, teatro, impegno sociale, diritti umani e civili, agricoltura, nuove tecnologie e comunicazione che si sono alternate sul palco del teatro Politeama per un lungo pomeriggio di emozioni, il 25 ottobre. Anche le giornate che hanno preceduto il TedxLecce sono state ricche
di entusiasmo e di attività con 30 eventi, 90 speaker in dieci location differenti per creare un impatto diretto e incisivo nella città. Il TedxLecce è un grande laboratorio grazie al quale seguiamo il flusso che le forze migliori di questo Paese, e non solo, mettono in moto. Perché abbiamo
voglia di futuro e anche se ci troviamo in una condizione difficile una cosa è certa: dobbiamo compiere tutti gli sforzi possibili attraverso gli spazi e i mezzi che abbiamo a disposizione per costruire quello che verrà.
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Le impressioni del GGI Lecce Viola Margiotta - Presidente
Pietro De Pasquale
Michele Montinaro
Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Lecce “Esempi reali e tangibili di COSA si può FARE, perché la notizia più sconvolgente è stata questa: si può FARE. Unendosi come si uniscono i puntini, parola di Chiara Giovenzana dalla Singularity University”.
“Ideas worth speading mi ha permesso di conoscere ed apprezzare realtà appartenenti alla mia terra, nate da menti attive e propositive e non da grossi investimenti”.
“Entusiasmante l’intervento di Maria Letizia Gardoni, Presidente dei Giovani di Coldiretti: un futuro che non può prescindere dalla riscoperta della solida tradizione agroalimentare del nostro Paese, intaccato volàno economico da Nord a Sud”.
Pasquale Del Vecchio “Tra gli speech del TedxLecce, quello di Angelo Petrosillo, Co-fondatore di Balckshape è quello che maggiormente rappresenta l’idea di futuro che abbiamo l’obbligo di perseguire: conoscenza tecnologica, innovazione, mercati globali”.
Giorgio Giangreco “Difficile raccontare la tempesta di positività che ha invaso ogni angolo del teatro. A stupirmi in particolare, Cesare Cacitti, 15 anni. I giovani sono le risorse su cui puntare; grazie a questi giovanissimi talenti!”.
Alessio Nisi “TEDx rappresenta un evento in cui coinvolgere amici e colleghi per condividere idee, incoraggiandosi verso un mondo che ci aspetta perché il futuro siamo noi e a noi spetta essere il cambiamento innovativo!”.
dal territorio
PAROLA CHIAVE: #CONTAMINAZIONE | di Anna Viel | Gruppo Scuola Giovani Imprenditori Padova | di Nicola Corsano | Gruppo Scuola Giovani Imprenditori Padova
L’iniziativa dell’anno per docenti e dirigenti scolastici a confronto con formatori aziendali esperienziali. Un laboratorio di idee organizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori di Padova.
46 L’immagine di docenti e dirigenti scolastici che saltano e rotolano uno di fianco all’altro, non è esattamente la prima a venire in mente quando si pensa al mondo della scuola di oggi, ma certamente è l’istantanea che rende meglio l’idea di ciò che è avvenuto lo scorso 22 novembre nelle aule messe a disposizione dall’Istituto Tecnico Industriale “G. Marconi” di Padova dove si è tenuto l’evento formativo che il Gruppo Scuola di Confindustria Padova ha organizzato per i docenti: i professionisti dell’istruzione. Dalle molteplici esperienze positive maturate negli anni dal Gruppo Scuola GI nell’ambito della delega all’education con i docenti degli Istituti del territorio, è nata la proposta di Edu Barcamp, un format collaudato in altri ambiti di una non conferenza dedicata interamente al tema dell’apprendimento in cui docenti e formatori hanno proposto brevi workshop dedicati, ciascuno seguito da una fase di debriefing. La partecipazione attiva all’evento è iniziata già nelle fasi organizzative dello stesso, grazie ad un sito internet dedicato (https://sites.google.com/site/ edubarcamp01/) nel quale oltre ad iscriversi
Gli studenti di oggi saranno gli adulti di domani. Il mondo cambia, i ragazzi sono pronti a gestire la domanda di competenze sempre più trasversali da affiancare a quelle tecniche, che il mondo delle organizzazioni chiederà.
per la partecipazione c’è stata la possibilità di proporre dei workshop tematici, inserire proposte e raccogliere materiale informativo. La segreteria organizzativa ha monitorato le attività online fornendo inoltre il supporto informativo. I temi e i contenuti proposti dai partecipanti, sono stati valutati dagli organizzatori nei mesi antecedenti l’evento in modo da creare una proposta formativa articolata e coerente con gli scopi prefissati. Ogni corner (luogo fisico in cui si è proposta l’attività) aveva un numero di partecipanti definito dal formatore/docente che lo gestiva e quindi, prima dell’inizio di ogni sessione era necessario iscriversi individualmente alle attività in programma. Alcuni corner sono stati proposti in contemporanea perché la scelta è importante, così come il confronto con i colleghi che hanno partecipato ad altre attività: arricchisce e stuzzica la curiosità. La sensazione di protagonismo verso la propria attività proposta si respirava in ogni momento del BarCamp: dall’opportunità di proporre il proprio know-how in un workshop, all’iscrizione libera ai corsi tra temi e metodi che più interessano e incuriosiscono, alla
47 metodologia esperienziale che si fonda sulla partecipazione diretta di ogni persona alle attività formative. Alcuni “corner” hanno avuto un grande successo, altri non hanno registrato iscrizioni; è una dinamica attesa e caratteristica del “BarCamp”; anche ciò è occasione di riflessione. Un programma intenso: dopo i saluti del Presidente Rodolfo Cetera, il Delegato Education GI Confindustria Padova Nicola Corsano ha presentato il progetto raccontando com’è nata l’idea di quest’evento scontrandosi anche con infondati pregiudizi e ha spiegato quali strumenti vengono utilizzati dai formatori in azienda e perché Confindustria li ha messi a disposizione anche dei docenti; un tentativo di approccio libero ad una giornata formativa nuova per il mondo della scuola e curiosa per i molti formatori e Giovani Imprenditori che hanno aderito. Qualità autentiche, feedback e feedforward, lo sviluppo della persona e l’importanza di
coniugare la didattica per immagini e le nuove tecnologie, il mondo digitale: nuovo spazio di relazione e comunicazione con gli adolescenti, e ancora la sindrome della risposta immediata, le SketchNote come strumento di facilitazione visuale all’apprendimento, la formazione passa poi attraverso il gioco ne il Barone di Munchausen, passando per le competenze sviluppate in ASL sono alcuni degli oltre 20 workshop proposti. A fine giornata è avvenuto il confronto sulle nuove esperienze vissute, con la consapevolezza di essersi arricchiti e la sensazione di poter tornare in classe con maggiore energia.
#Edubarcamp: 80 partecipanti
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ore di formazione presentati e discussi strumenti didattici innovativi spendibili nella pratica di insegnamento
quale VIEW
Gli immigrati sono una ricchezza e non un costo | di Gianni Balistreri | Direttore Quale Impresa @GianniBalistrer
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In Italia, e nel resto dell’Unione Europea, il dibattito pubblico si sta concentrando molto sull’impatto che l’immigrazione, soprattutto a seguito dell’allargamento a Est dell’Unione, sta avendo sui sistemi di welfare dei paesi accoglienti. Fra pregiudizi e dati concreti, ragioniamo sui diritti e sul loro “costo”.
Nel contesto dell’attuale crisi economica si fa strada un modello di welfare che liquida come “insostenibile” l’universalità di alcuni diritti sociali fondamentali come quelli alla salute, all’istruzione, alla casa, alla protezione sociale. Tutto questo accade mentre nella propaganda razzista, e nei mass media, continua ad essere proposta l'immagine degli stranieri come coloro che sottraggono risorse agli italiani. L’immigrazione costituisce davvero un “rischio” per la sostenibilità del nostro sistema economico e di welfare? I diritti non sono un “costo”, bisogna partire da questa riflessione per ribaltare stereotipi e pregiudizi. Il timore che l’immigrazione possa mettere sotto pressione i sistemi di welfare nazionali e rappresentare un costo per la finanza pubblica dei paesi ospiti è diffuso tra i cittadini di molti stati europei. Il 44 per cento
L’immigrazione costituisce davvero un “rischio” per la sostenibilità del nostro sistema economico e di welfare? I diritti non sono un “costo”, bisogna partire da questa riflessione per ribaltare stereotipi e pregiudizi.
di questi cittadini ritiene che gli immigrati ricevano di più in trasferimenti pubblici di quanto contribuiscano in tasse, mentre solo il 15 per cento pensa che ricevano meno. I potenziali costi fiscali dell’immigrazione e il timore del cosiddetto welfare shopping, cioè di una migrazione finalizzata a sfruttare la generosità dello stato sociale dei paesi ospiti, sono tra i principali motivi di opposizione a politiche migratorie meno restrittive. Oltre che in Italia, questi timori sono particolarmente forti nel Regno Unito, un Paese che ha visto intensificarsi l’arrivo di immigrati nell’ultimo decennio in seguito all’allargamento a Est dell’Unione Europea. Nell’opinione pubblica è diffusa la percezione che i nuovi immigrati dall’Europa orientale rappresentino un costo per lo stato sociale.
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NELL’OPINIONE PUBBLICA È DIFFUSA LA PERCEZIONE CHE I NUOVI IMMIGRATI DALL’EUROPA ORIENTALE RAPPRESENTINO UN COSTO PER LO STATO SOCIALE.
Personalmente credo che gli immigrati non tolgono il lavoro a nessuno, chi ha studiato economia politica lo sa. È invece vero che nel lungo periodo portano a diminuire il salario medio. Ma è anche vero che i nativi, avendo un'età media più alta, necessitano di più cure e di conseguenza costano di più al sistema sanitario. Gli immigrati invece sono mediamente giovani, quindi in salute, e lavorando contribuiscono alle entrate con le tasse e il loro contributo è maggiore del loro costo. Inoltre se analizzassimo la spesa sociale pubblica italiana imputabile ai cittadini e alle cittadine stranieri/e, emergerebbe infatti proprio il
contrario: accogliere, includere, garantire i diritti di cittadinanza non è solamente giusto, ma anche conveniente per la finanza pubblica.
quale MANAGEMENT
Sopravvivere ad un nuovo sistema informativo | di Matteo Giudici | Vice Direttore Quale Impresa @giudicimat
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Quando un’azienda ha necessità di sostituire il proprio sistema informativo può trovarsi di fronte a diverse problematiche che rischiano di inficiare il risultato atteso. In alcuni casi può trasformarsi in un vero e proprio disastro, con manager e imprenditori che guardano impotenti i costi lievitare e i tempi di delivery dilatarsi oltre controllo, altre volte il problema è l’organizzazione che si oppone al cambiamento.
Questo mese voglio riportarvi alcuni consigli per sopravvivere in questa fase di cambiamento che deve essere vissuta come un’opportunità di miglioramento dell’azienda: • Capire e analizzare i processi “as is” prima di scegliere il nuovo sistema: mai cercare di cambiare il futuro senza prima aver capito il passato, questa filosofia tanto vera nella vita è estremamente utile anche nei progetti di change management. Il cambio di un sistema non può prescindere da un’indagine accurata e completa dei processi attuali, occasione unica anche per rivedere le stratificazioni organizzative e nei processi che si sono accumulate nel tempo. In questa fase l’analisi dei desiderata dei processi “to be” è fondamentale per poter sfruttare
il cambiamento del sistema informativo come driver per cambiare i processi e l’organizzazione ma attenzione ad avere le idee chiare e a formalizzare per iscritto questa analisi, servirà successivamente. • Fare la GAP analysis tra i processi “to be” e i processi gestiti dal nuovo sistema informativo che si pensa di adottare (e valutarne almeno 3): rilevare i gap rispetto ai processi che si intendono adottare a valle del cambiamento è fondamentale per valutare il sistema giusto. Prima di scegliere il nuovo software è necessario valutare la copertura funzionale del nuovo sistema a standard e farsi quotare preventivamente dal fornitore le personalizzazioni necessarie per la realizzazione della soluzione
personalizzate anticipando eventuali vincoli e criticità per la realizzazione (un consiglio: non lasciate aree grigie con il fornitore di software e servizi in questa fase). • Trasmettere in azienda il commitment sul progetto: uno dei principali problemi nel cambio di sistema informativo è la resistenza al cambiamento in cui ci si imbatte spesso indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda. Il primo modo per combatterla è responsabilizzare tutti gli attori coinvolti nel processo, far comprendere quanto sia importante l’impegno e il ruolo di ciascun individuo perché il progetto vada a buon fine e trasmettere i benefici per tutti nell’introduzione del nuovo sistema.
MANAGE
THE CHANGE! FASE 1
FASE 2
FASE 3
ANALISI DEI PROCESSI E GAP ANALISYS
Implementazione del sistema e gestione del cambiamento
rollout ed evoluzione
Preanalisi dei processi GAP Analisys dei processi vs Sistema Informativo Scelta del partner tecnologico
Gestione del progetto
Supporto agli utenti per la definizione delle opportunità di evoluzione
Implementazione del sistema da parte del Partner selezionato e delle evoluzioni Diffusione del committment in azienda e individuazione delle figure chiave
• Individuare e coinvolgere figure chiave: è importante individuare dei soggetti, appartenenti a diverse funzioni e con differenti responsabilità, che possano aiutare attivamente ad individuare e mappare i processi esistenti e allo stesso tempo possano farsi portatori del messaggio di cambiamento, dei veri e propri leader che possano trascinare il resto dell’organizzazione verso il nuovo modello. • Inserire un soggetto di controllo del progetto super partes: è il miglior modo perchè i buoni presupposti dell’azienda vadano a buon fine. Le risorse operative sul progetto rischieranno di non avere la lucidità per avere una visione
Implementazione delle iniziative di Change Management
d’insieme del progetto poiché troppo prese dall’operatività. L’introduzione di uno steering committee multidisciplinare tra l’azienda ed i fornitori esterni permetterà di tirare le fila del cambiamento e sostenerlo in tutte le fasi del processo determinando le responsabilità interne e dei fornitori esterni. Dopo aver completato il progetto del nuovo sistema non pensate però che la complessità sia finita, anzi, parte forse la componente più difficile, quella dell’ottimizzazione e delle grandi opportunità di evoluzione. Questa è la fase in cui deve essere istituita tra le diverse funzioni un processo di richiesta
di supporto agli utenti e di gestione delle richieste di cambiamento ed evoluzioni del sistema basando il processo su tre punti fondamentali: - istituzione di un adeguato processo di supporto agli utenti in caso di rilevamento di carenze di formazione; - centralizzazione delle richieste di cambiamento ed evoluzione attraverso l’istituzione di una figura aziendale specifica; - istituzione di un processo di approvazione delle richieste basato sulla creazione di valore. A questo punto: KEEP CALM AND MANAGE THE CHANGE!
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quale books
QUALE BOOKS CACCIAVITE, ROBOT E TABLET
Autore Dario Di Vico, Gianfranco Viesti » Editore Il Mulino » Euro 12,00 «L’industria è, e deve restare, il motore dell’economia italiana ma oggi sono evidenti i pericoli di un drastico ridimensionamento. Come reagire? Ci siamo trovati d’accordo nell’individuare i problemi ma ci siamo divisi nel delineare le soluzioni. Così di vie italiane alla politica industriale ne vengono tracciate non una ma due». La grande recessione e il salto tecnologico in questi
anni sono andati di pari passo. Per necessità e poi per virtù le imprese hanno affrontato ristrutturazioni in cui si trovano a convivere cacciavite, robot e tablet. Ma quali sono le politiche e gli strumenti che i governi e il sistema delle imprese devono adottare per rilanciare la manifattura? Un economista e un giornalista si confrontano con questa domanda e arrivano a conclusioni assai diverse.
Gianfranco Viesti sostiene il rilancio di un’azione pubblica all’altezza delle sfide della globalizzazione, in grado di accrescere la dimensione delle imprese e di favorirne internazionalizzazione e innovazione. Dario Di Vico è per una politica industriale plurale in cui lo Stato diminuisca le tasse e passi l’iniziativa a banche, fondi di investimento e multinazionali.
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LA VIA DI FUGA
AutorE Federico Fubini » Editore Mondadori » Euro 17,50 In una grave situazione economica come reagiscono le persone al crollo del loro mondo? Se lo chiede il giornalista Federico Fubini, che parte da una immagine, scattata nella notte di fine anno del 1929, per indagare sulla vita dei personaggi immortalati in quella foto di famiglia ingiallita, tutti in posa e gerarchicamente collocati intorno a una trisavola e al bisnonno Riccardo Fubini. La lunga ricerca
dell’autore sulle vicende che hanno coinvolto i suoi parenti, e in particolare il prozio Renzo Fubini, allora venticinquenne e laureato “cum laude” in economia con Luigi Einaudi, ci porta in pieno nel crash di Wall Street e nella grande depressione degli anni Trenta. Due eventi che Renzo guarda e commenta non solo da economista: gli interessa scoprire come reagiscono le
persone di fronte al crollo del loro mondo. Se lo chiede anche Federico Fubini, suo pronipote, davanti alla crisi attuale che ha gettato la Grecia nel caos risvegliando i germi di un fascismo latente, e che morde l’Occidente e l’Italia in particolare. Un libro che, nel ripercorrere le tumultuose vicende umane e economiche di 80 anni fa, insegna come affrontare quelle del 2014.
quale happening | Fatti. In Italia |
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quale SMILE
WISHLIST | di Giulia Bertagnolio |
quale events
rinnovo cariche PRESIDENTI REGIONALI Friuli Venezia Giulia Sardegna
30 ottobre 2014 – Matteo di Giusto subentra ad Antonio Verga Falzacappa ed entra a far parte del Consiglio Centrale GI.
21 ottobre 2014 – Alessandro Vagnozzi subentra a Vanni Soffietti ed entra a far parte del Consiglio Centrale GI.
PRESIDENTI TERRITORIALI Alto Milanese
Gran Sasso
11 novembre – Egidio Alagia subentra a Luca Giovanni Donelli come nuovo Presidente del GGI di Confindustria Alto Milanese.
20 novembre – Giammaria De Paulis, già Presidente GI di Teramo, diventa Presidente della nuova realtà associativa frutto della fusione tra Teramo e l’Aquila.
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quale events
agenda 9 settembre udine In vista della missione in Germania a fine settembre il GGI Udine ha promosso il seminario dal titolo “Come esportare all’estero: focus sulla Germania” allo scopo di fare un punto preciso sul mercato tedesco. Quello tedesco rappresenta per la Provincia di Udine il principale mercato di sbocco del nostro export. Nel 2013 sono stati esportati beni per 769 milioni di euro (il 16% del totale mondiale, 4.859 milioni). Dei 769 milioni, 755 sono prodotti delle attività manifatturiere (498 metalmeccanica, 61 gomma e plastica, 38 alimentari e bevande). Le importazioni di beni dalla Germania sono pari a 392 milioni di euro (205 metalmeccanica, 86 mobili, 44 alimentari, 41 chimica). Nel primo trimestre del 2014 l’export verso la Germania è cresciuto del 12,3% (da 181 a 203 milioni di euro).
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settembre udine Il 12 settembre, a seguito del gemellaggio economico con il GGI di Ascoli, il GGI UDINE ha organizzato una la visita alla Danieli & C. Spa, situata a Buttrio, in provincia di Udine. All’iniziativa hanno partecipato anche alcuni giovani imprenditori di Venezia e Treviso. Il colosso siderurgico fattura quasi 3 miliardi di euro e attualmente occupa 11.496 dipendenti, ci cui 4 mila in Friuli. Ha 10 stabilimenti produttivi nel mondo e 17 Centri di progettazione.
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settembre venezia I Giovani Imprenditori veneziani, Confindustria Venezia e Alumni di Ca’ Foscari hanno patrocinato Waterfront night in D#, una serata speciale a base di alta cucina, grande jazz e solidarietà. Durante l’evento, tenutosi il 19 settembre all’Hotel Europa & Regina di Venezia, si è esibito in concerto il Matteo Brancaleoni Quartet. Il ricavato della serata è stato devoluto interamente alla Fondazione Operation Smile Italia Onlus, organizzazione impegnata nella cura di bambini affetti da malformazioni facciali.
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settembre treviso Il Gruppo Giovani di Unindustria Treviso ha visitato la mostra Biennale Architettura di Venezia, edizione 2014, dal titolo “Fundamental”, guidato dal giovane architetto Livio Petriccione.
26 settembre padova È stata l’etica ad essere al centro della prima assemblea congiunta dei Giovani Imprenditori di Padova e Rovigo. Bilancio Sociale obbligatorio ma defiscalizzato, un secco no al conteggio dell’economia sommersa nel calcolo del PIL e una norma che riguardi l’autosospensione dagli incarichi in Confindustria GIovani per gli indagati: queste le proposte dei Giovani Industriali esposte. Piu di 300 presenti e parterre d’eccellenza: oltre ai due presidenti provinciali senior Massimo Pavin e Gian Michele Gambato e ai due Junior Rodolfo Cetera e Andrea Pascucci, erano presenti Stefano Dolcetta, vice presidente per le Relazioni Industriali, Federico Grom cofondatore di Grom, Andrea Cirino Pomicino amministratore delegato Deriplast, il sottosegretario all’ambiente Barbara Degani e il Presidente Giovani Imprenditori di Confindustria Marco Gay.
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settembre udine A fine settembre una delegazione del GGI di Udine si è recata ad Aschaffenburg con l’obiettivo di concretizzare la collaborazione, anche economica, tra i due Gruppi Giovani. Sono state, inoltre, visitate due importanti aziende, la Schwind, un’azienda familiare di 110 dipendenti che esporta in tutto il mondo tecnologie per la chirurgia oculare e la WIKA, azienda con 800 milioni di fatturato che produce misuratori di pressione e temperatura.
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quale events
6 ottobre rimini Lunedì 6 ottobre 2014 si è svolta la cerimonia conclusiva dell’edizione 2014 del progetto Ricerca Talenti, il cui obiettivo è avvicinare i giovani alle realtà economico-produttive del territorio riminese. Il progetto è strutturato in due parti: la prima, rivolta ai trenta studenti che all’esame di diploma di maturità nell’anno scolastico 2013- 2014 hanno ottenuto la votazione più alta, offre loro la possibilità di partecipare gratuitamente a due corsi organizzati da Assoform Rimini. I primi quindici tra questi, hanno ricevuto un premio in denaro di 200,00 Euro ciascuno. La seconda, rivolta agli studenti del IV anno, ha dato la possibilità di partecipare a un progetto di alternanza scuola-lavoro, nell’area della meccanica, elettronica, elettrotecnica, chimica, informatica, turismo.
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Comune di Padova e il Gruppo Giovani di Confindustria Padova uniti in favore dell’imprenditoria e dell’occupazione giovanile. Il Protocollo è stato siglato l’8 ottobre 2014 tra il vicesindaco Eleonora Mosco e il presidente dei Giovani Industriali Rodolfo Cetera. Un nuovo accordo per sancire la collaborazione tra Enti locali e organizzazioni imprenditoriali per lo sviluppo attraverso l’individuazione di percorsi condivisi che posano confluire in un programma comune di interventi. L’Amministrazione e il Gruppo Giovani collaboreranno quindi nell’organizzare eventi comuni, nel promuovere concorsi di idee, bandi e progetti per giovani che valorizzino lo sviluppo imprenditoriale della persone e delle imprese del territorio.
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ottobre rimini Per il ciclo “A Cena con…”, iniziativa organizzata con successo da alcuni anni dal Gruppo Giovani Imprenditori di Unindustria Rimini, si è svolto un incontro mercoledì 8 ottobre 2014 con il Sindaco di Riccione Renata Tosi. La serata conviviale è stata l’occasione per approfondire con il Sindaco diversi temi di attualità per il territorio. Fra questi si è parlato dello stato dell’economia locale e della situazione delle imprese. In particolare i giovani imprenditori, guidati dal Presidente Maria Teresa Colombo, e il Sindaco, hanno concordato sul fatto che le parti, imprenditori e pubblica amministrazione, debbano agire in pieno clima di collaborazione con l’obiettivo di superare l’attuale momento di crisi e trovare nuove strategie per il rilancio del territorio.
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ottobre padova
ottobre cuneo Il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Cuneo ha organizzato per i propri iscritti una giornata per la presentazione delle attività e delle prossime iniziative in programma. Nella mattinata si è tenuto il Consiglio Direttivo allargato e successivamente, a bordo di un bus, è stato inaugurato il Langhe Sight seein tour, il tour ufficiale delle Langhe che ha consentito ai partecipanti di percorrere parte del territorio delle langhe e del Roero, patrimonio dell’Unesco, visitando villaggi medievali, viste mozzafiato e le famose vigne. Il tour è terminato con la visita e degustazione presso le Cantine Cordero di Montezemolo di La Morra e nel pomeriggio si è tenuto lo speed date aziendale.
quale events
TV
15 ottobre treviso Il Gruppo Giovani di Unindustria Treviso ha organizzato una visita aziendale a Keyline SpA di Scomigo di Conegliano (TV), azienda leader nella produzione di chiavi e duplicatrici di chiavi. È seguito il Consiglio Direttivo allargato a tutti i soci GI dove è intervenuto Daniele Barbone che, partendo dalla sua storia di imprenditore e senza un passato da atleta, ha affrontato la prima delle maratone estreme del mondo, la “100 km del Sahara”.
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ottobre mantova Il Gruppo Giovani Industriali di Mantova ha organizzato una missione multisettoriale indipendente dal 15 al 23 novembre 2014 in Vietnam e Singapore. Il Vietnam riveste una posizione di spicco tra le economie dell’Asia e l’Italia è uno dei principali partner commerciali in Europa. La missione farà tappa ad Hanoi, con incontri istituzionali con l’Ambasciata italiana, la visita agli stabilimenti di Ariston Thermo Vietnam e di Piaggio Vietnam; quindi il gruppo si sposterà ad Ho-Chi-Minh dove visiterà lo stabilimento di Bonfiglioli Vietnam e il parco tecnologico-industriale Becamex Binh Duong; dopo l’incontro con imprenditori vietnamiti aderenti ad Assoevit, la delegazione GI volerà a Singapore: il più importante hub economico dell’area ASEAN.
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17 ottobre udine “In viaggio con papà: come affrontare con successo il passaggio generazionale in azienda”: è questo l’accattivante titolo del workshop che il Gruppo Giovani Imprenditori di Udine ha organizzato con successo venerdì 17 ottobre. Moderati da Riccardo Romanzin, di Formteam, sono intervenuti l’ex presidente della Trudi spa, Giuseppe Patriarca, e il presidente della Icop, Paolo Petrucco, e di PWC Italia, Giorgio Elefante.
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ottobre padova Venerdì 17 ottobre, il direttore commerciale di Evobus Italia Flavio Chierici ha raccontato l’esperienza di rinascita dell’azienda dopo il terremoto che ha colpito l’Emilia nel maggio del 2012 in un incontro organizzato dal Gruppo GI di Padova dal titolo “Resistere, integrare, costruire: i segreti della resilienza”. La resilienza è la capacità di affrontare un evento traumatico della propria vita personale o professionale, di elaborarlo e superarlo definitivamente: al fianco di Flavio Chierici, ne hanno discusso il formatore Leonardo Frontani e il presidente del Gruppo GI di Confindustria Vicenza Andrea Stella, che ha raccontato le imprese compiute a bordo del suo catamarano a vela, che conduce nonostante una paraplegia agli arti inferiori.
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18 ottobre pordenone
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Il corso “Innova la tua impresa con il Business Model Canvas”, laboratorio pratico per l’analisi del proprio modello di business e individuazione di possibili azioni migliorative”, è stato organizzato nell’ambito delle attività di O.G.G.I. PN, gruppo interassociativo dei Giovani Imprenditori delle quattro Associazioni locali di Categoria Coldiretti, Confindustria, Confartigianato e Confcommercio. I Giovani Imprenditori partecipanti hanno potuto apprendere lo strumento del “Business Model Canvas” (BMC), molto efficace nel focalizzare i punti chiave del proprio business, verificare il valore delle azioni quotidiane, spesso eseguite in modo scontato e ipotizzare nuove vie per l’ampliamento della propria attività.
21 ottobre umbria
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Una centrale idroelettrica e un piccolo impianto geotermico fanno di Mola Casanova a Umbertide, nell’alta valle del Tevere, uno dei pochi centri italiani in cui convivono entrambe le energie rinnovabili. L’antico mulino costruito nel 1500 sulle sponde del Tevere, di proprietà del Comune di Umbertide, è stata la destinazione di una visita dedicata alle energie rinnovabili organizzata dal Gruppo GI Umbro. Il mulino è stato ristrutturato di recente e produce energia attraverso una centrale idroelettrica in grado di produrre 700 kwp e un pozzo geotermico collegato ad un impianto a pavimento per riscaldare il Centro. Mola Casanova è anche sede di attività formano ed educano il cittadino ad adottare stili di vita sostenibili, ad agire in modo consapevole.
28 ottobre udine Grande interesse e grande partecipazione da parte delle aziende friulane ha suscitato il focus sugli Emirati Arabi Uniti promosso dal GGI Udine. Il seminario precede la visita del GGI al The Big 5, la fiera che si terrà a fine novembre e considerata l’evento di riferimento per il settore edilizia per gli operatori del Medio Oriente, del Sud-Est Asiatico e del Nord Africa. L’edizione 2013 ha contato oltre 2.742 espositori provenienti da 57 Paesi e più di 74.962 visitatori (il 12% in più rispetto all’edizione precedente).
30/31 ottobre pordenone “Punto di Incontro”, la fiera dedicata al lavoro, alla formazione e all’orientamento è un appuntamento tradizione per i Giovani Imprenditori di Pordenone, che attraverso l’organizzazione di workshop e unitamente alle altre attività di Unindustria Pordenone svolte attorno ad uno stand informativo, stabiliscono i primi contatti con diplomandi, diplomati, laureandi e laureati, ma anche con persone con esperienza lavorativa alla ricerca di un nuovo orientamento. Titoli dei workshop di quest’anno: “Dalla meccanica, al legno-arredo, alla chimica: cosa farai da grande?” e “Sai proporti al mondo del lavoro? Cosa fare e cosa non fare.”
5 novembre umbria È stato dedicato alle nuove prospettive di ottimizzazione nel rapporto internazionale e al finanziamento di progetti di internazionalizzazione, il seminario organizzato dal Gruppo GI di Confindustria Umbria in collaborazione con Kpmg. Tra i relatori, professionisti del network Kpmg tra cui Enrico Debernardi, Senior Manager e Massimo Fabio, Partner oltre a Francesco Tilli, di Simest. I lavori sono stai introdotti e moderati da Marzio Presciutti Cinti, presidente del Gruppo GI di Confindustria Umbria. A chiudere l’incontro Enzo Faloci, direttore di Umbria Export, l’Agenzia per l’internazionalizzazione di Confindustria Umbria che ha ricordato agli imprenditori presenti le prossime attività a sostegno delle aziende per la promozione sui mercati esteri.
7 novembre pordenone
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Progetto S.T.A.R.S. Scuola – Territorio – Azienda - Riforma Scolastica: riparte l’iniziativa dedicata agli studenti delle 3^ e 4^ delle superiori, organizzata per sostenere i percorsi di alternanza scuola-lavoro e favorire l’integrazione tra i sistemi d’istruzione, formazione e mondo del lavoro. Il progetto è articolato in incontri negli istituti e nelle aziende, per approfondire temi d’attualità della vita d’impresa e visitare gli impianti della provincia. Il primo incontro è con l’Ufficio Scolastico Regionale, i Dirigenti Scolastici degli Istituti Secondari Superiori statali e paritari della provincia e il GGI, per progettare i lavori e il coinvolgimento degli insegnanti, studenti e referenti. Si terminerà con la premiazione “Giovani Imprenditori Pordenone Awards 2015”.
7 novembre marche I GI delle Marche, in un’ottica di promozione e sviluppo del territorio hanno organizzato una visita alla Mostra di Fabriano “Da Giotto a Gentile” curata da Vittorio Sgarbi a cui hanno aderito numerosi Giovani Imprenditori iscritti alle cinque Territoriali del Sistema. In questo modo, ha asserito il Presidente Cristiano Ferracuti, si è voluto anche omaggiare le Marche, e Fabriano in particolare, protagoniste nel panorama italiano della cultura e delle grandi mostre. Ferracuti ha considerato la visita anche un’ulteriore occasione per riunire i GI della regione, accrescendo lo spirito di squadra. La serata si è conclusa con una cena informale, tradottasi però anche in un momento di confronto sull’esperienza fabrianese e non solo.
9 novembre varese Una ventina di imprese per un totale di quasi 3mila addetti. È la consistenza del settore Alimentari e Bevande all’interno dell’Unione Industriali varesina. Un comparto di cui rappresenta un punto di eccellenza lo storico Birrificio Poretti che la Carlsberg Italia Spa ha ad Induno Olona. Questa la cornice dell’ultima visita aziendale del tour che il Gruppo GI sta tenendo per conoscere le realtà del territorio più prestigiose. Dalla sala cottura all’imbottigliamento: queste le fasi produttive che i partecipanti hanno potuto toccare con mano, grazie la guida dei vertici aziendali. Con uno sguardo alle prospettive della Carlsberg sul mercato italiano e internazionale dove è presente anche con i marchi Poretti, Tuborg, Grimbergen, Kroenbourg 1664.
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novembre treviso Il Gruppo Giovani di Unindustria Treviso ha organizzato una visita aziendale a Theresianer di Nervesa della Battaglia (TV), prestigioso Birrificio della Famiglia Zanetti - già leader di mercato con Hausbrandt Caffè - ospiti di Fabrizio Zanetti, Vicepresidente Gruppo Giovani di Federalimentare. È seguito il Consiglio Direttivo allargato a tutti i soci GI a cui è intervenuta la Presidente di Unindustria Treviso Maria Cristina Piovesana.
17/9 novembre/dicembre treviso Il Gruppo Giovani di Unindustria Treviso ha avviato il percorso di formazione “Impresa di classe – formazione public speaking” in preparazione ai prossimi incontri con gli studenti delle scuole. Formatore Andrea Sales/Centro Paradoxa.
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novembre pordenone Il GGI di Pordenone ha organizzato un corso di formazione per la costruzione di gruppi di lavoro, attraverso la partecipazione e la condivisione quali valori e strumenti per la crescita e l’arricchimento personale, nell’ambito del percorso “Isola”, una metodologia residenziale che aiuta i gruppi a superare la naturale reticenza a mettersi in gioco, imparare a progettare nuovi obiettivi, ripensare al proprio modello di attività, elaborare nuove strategie e azioni in grado di affermare valori, identità e visione.
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Incontro di O.G.G.I. PN, gruppo interassociativo dei Giovani Imprenditori delle quattro Associazioni locali di Categoria Coldiretti, Confindustria, Confartigianato e Confcommercio, con Istituzioni, professionisti, studenti, cittadinanza. Una formula innovativa e informale, in cui poter liberamente dialogare, fare conoscenza, stabilire delle reti e manifestare le istanze del mondo imprenditoriale giovanile. L’evento ospiterà un’anteprima della mostra “Le Macchine di Leonardo da Vinci” e una presentazione di alcuni lavori degli studenti del corso di design industriale della scuola ISIA Roma Design.
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27 novembre treviso Il Gruppo Giovani di Unindustria Treviso ha promosso l’incontro “L’impatto dei social network nel business e nell’impresa” in collaborazione con Mediolaum Formazione ed Eurosystem c/o l’hotel Le Terrazze a Villorba (TV). Relatore Umberto Macchi, Training & Learning Manager di Banca Mediolanum.
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dicembre pordenone Cerimonia di premiazione del concorso Startup FVG, prima edizione dell’iniziativa pensata per promuovere nascita e crescita di nuove realtà imprenditoriali innovative in Friuli, individuando in Italia e all’estero proposte generatrici di valore e imprese sulle quali veicolare risorse e servizi dai circuiti che interagiscono con il territorio. Organizzato dal Comitato GI di Confindustria FVG, è sostenuto dalla Regione, da Ecosistema Startup FVG e i centri d’innovazione Polo Tecnologico Andrea Galvani di Pordenone, Friuli Innovazione e Agemont CIT di Udine e AREA Science Park di Trieste. Fondamentale il sostegno della Federazione delle Banche di Credito Cooperativo del Friuli Venezia Giulia. Collaborano MIB School of Management e Italian Angels for Growth.
13 dicembre treviso La Festa degli Auguri del Gruppo Giovani Imprenditori di Unindustria Treviso si svolge presso DiVino OsteriaTrevigiana – BHR Hotel, Quinto di Treviso (TV).
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quale appointments
SAVE THE DATE Nazionale
14 gennaio Consiglio centrale GI Roma (Confindustria) Viale Astronomia 30, sala Pininfarina
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Territoriale
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febbraio FORMAZIONE Liuc - Università Cattaneo di Castellanza (VA), ingresso da Piazza Soldini n. 5, aula C228. Attività esperienziale di Team building: costruzione di una moto
16 e 23 aprile
Consiglio centrale GI
SCUOLA D'IMPRESA
Bari ore 10.00
Liuc - Università Cattaneo di Castellanza (VA), ingresso da Piazza Soldini n. 5, aula C228 Comunicazione: public speaking
TI SEMBRA POCO? SI DICE CHE 21 GRAMMI SIA IL PESO DELL’ANIMA. NOI PENSIAMO CHE IL BRAND SIA L’ANIMA DI OGNI AZIENDA. Il brand è la risorsa più importante a tua disposizione. È il tuo volto, per farti conoscere e ricordare. È la tua voce, racconta il tuo percorso ai clienti di oggi e ai possibili partner di domani. Parla all’Italia, ma può farlo all’estero e in nuovi mercati. Il brand crea un valore aggiunto, bisogna prendersene cura. Noi di Emporio ADV lo facciamo ogni giorno, e ci mettiamo l’anima.
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