UNA COPIA € 4,10 ANNO XLII - N° 11/12 NOVEMBRE/DICEBRE 2015 - CONTIENE I.P.
QualeImpresa LA RIVISTA NAZIONALE DEI GIOVANI IMPRENDITORI
L’ALTRO SUD STORIA DI COPERTINA CAPRI, CAMBIAMO PUNTO DI VISTA #PATRIMONIOITALIA QUALE MEZZOGIORNO INTERVISTA A RENATO NATALE PRIMO PIANO DISCOVERY ALBANIA SPECIALE “PRONTI ALLA VITA”
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NOVEMBRE/DICEBRE 2015
Qualità e Cultura nella Stampa
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SOMMARIO 02 IL DIRETTORE 03 IL VICE STORIA DI COPERTINA 04 CAPRI: #NOICISIAMO 06 E’ SOLO MEZZOGIORNO 12 “PATRIMONIO ITALIA” CAMBIAMO PUNTO DI VISTA 16 EVENTI GI: UNA QUESTIONE DI SOSTENIBILITÀ 20 STARTUP COMPETITION 21 BUSINESS CAFÈ PRIMO PIANO 26 SPECIALE EXPO - PRONTI ALLA VITA 33 INTERVISTA A FRANCESCO SARACENO 36 DISCOVERY ALBANIA 50 ENERGY EVOLUTION RUBRICHE 51 QUALE VIEW
iGI
52 QUALE WOMAN 53 QUALE SOCIAL
iGI
58 RINNOVI CARICHE 59 QUALE SMILE 61 QUELE EVENTS
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EDITORIALI
IL DIRETTORE
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V LE NUOVE PAURE DELLA GLOBALIZZAZIONE E DELLO SVILUPPO MONDIALE Dopo i fatti di Parigi, l’incertezza pesa sull’economia. Lo scenario del momento porterà a guardare di più al mercato interno.
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i ricordate qualche anno fa in piena crisi economica (nazionale) cosa si diceva? Le imprese che nei prossimi anni riusciranno a internazionalizzarsi si salveranno dalla crisi economica che incombe nel nostro Paese. In quegli anni alcune aziende - oltre a conquistare mercati emergenti e non - hanno pensato a delocalizzare le produzioni, altre ancora hanno deciso di trasferire l’impresa all’estero, chiudendo nel proprio paese. Si diceva che le nuove sfide imprenditoriali fossero diventate globali perché il mercato domestico era orami saturo o addirittura che il mercato domestico fosse diventato quello “europeo”. Negli anni a seguire, abbiamo avuto la recessione in Europa (esportata dagli Stati Uniti, a parte la locomotiva germanica), la crisi dei paesi emergenti e la fuga dei capitali stranieri, infine il rallentamento della Cina, la crisi in Ucraina e l’embargo (deciso dagli Stati Uniti e dall’Europa) verso la Russia, la guerra in Siria e cronaca di questi giorni gli attentati di Parigi e la lotta globale al terrorismo. Gli Stati Uniti invece dal canto loro, forti di avere orientato quasi il 90 della propria strategia di crescita economica principalmente al mercato interno, hanno raggiunto una disoccupazione ai minimi storici e una crescita consolidata oramai da diversi anni, come conferma la strategia monetaria diametralmente opposta della Federal Reserve rispetto alla nostra banca centrale (a dicembre si prevede per la prima volta un rialzo dei tassi d’interesse da parte della Fed). Cosa voglio dire allora? Dopo i fatti di Parigi, la paura e la lotta al terrorismo sono diventate le principali incognite di una economia globalizzata. La paura pesa sull’economia globale e ovviamente l’Italia, su più fronti, ne risentirà. Il contraccolpo sarà evidente in diversi settori: anche da noi, livello e modalità dei consumi si modificheranno. Nel breve periodo il consumatore potrebbe risparmiare di più, di fronte alla maggiore incertezza, oppure in senso opposto giocherà la coesione sociale che si manifesta dopo un attacco. Certamente l’instabilità e le incognite legate allo scenario del momento, e a quanto accade oltre confine, porteranno le imprese a guardare con nuovo interesse al mercato interno e riporteranno attenzione dentro i confini dell’Italia.
EDITORIALI
IL VICE
matteo.giudici@mesaconsulting.eu @giudicimat
C
rescita: questo l’imperativo in un’economia che da mesi non vuole più essere associata alla parola crisi. Tre i driver strategici: architettura di wellfare state, giurisdizione efficiente e quadro normativo chiaro. Politiche assistenziali, programmi di riqualificazione e formazione, concorrono a limitare disoccupazione e tensioni ad essa associate. L’efficienza giurisdizionale garantisce agli investitori la soluzione rapida di eventuali controversie in tempi brevi, un quadro normativo che non lasci spazio all’interpretazione consente di raggiungere il miglior grado di compliance con il minor investimento possibile. Oggi più che mai il Paese si trova di fronte a sfide cruciali che segneranno la sua posizione nel mercato globale. E di fronte alle quali non si può indugiare ne sbagliare. I fatti di Parigi hanno creato instabilità; nelle strade dove si svolge la vita di tutti i giorni, nelle nostre menti, nelle borse, nell’economia. La ricerca di una solidità economica e sociale richiede una soluzione su ampia scala, e porta a misurarsi con una minaccia silenziosa, subdola, intrinsecamente collegata a interessi economici. La sfida per l’Europa è quella di riuscire a prendere provvedimenti seri per riuscire a gestire in modo accentrato ed efficiente questa emergenza e per ridurre le tensioni che rischiano di separare gli stati invece che unirli. La grande sfida della nostra generazione, intanto - sia sul piano politico che su quello economico – è quella di sovvertire il processo di degrado che affligge alcune aree del Paese riportando al centro del dibattito scuola, merito e legalità. Soprattutto al Sud, è necessario riaccendere la consapevolezza che lo Stato c’è ed è pronto a fare la sua parte per supportare lo sviluppo. In concreto significa aumentare la vigilanza sull’utilizzo dei fondi europei, sviluppare piani di assistenza agli imprenditori minacciati dalla malavita e assicurare agli investitori stranieri lo svolgimento di un eventuale percorso processuale in tempi certi. Il convegno di Capri è stata un’occasione importante per ribadire le nostre posizioni come Giovani Imprenditori sui grandi temi del Mezzogiorno e delle contraddizioni europee. Un’occasione per tornare a parlare di politica e di responsabilità, in una Capri che significa molto per il nostro Movimento, e che ha visto 1.800 giovani riunirsi per testimoniare che #noicisiamo.
LA SFIDA PER L’EUROPA
La ricerca di una solidità economica e sociale richiede uno sforzo su ampia scala. Focus su politica e responsabilità; tra i temi al centro del Convegno di Capri.
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STORIA DI COPERTINA
CAPRI: #NOICISIAMO
Si chiude il sipario sul 30° Convegno GI sull’Isola Azzurra. Due giornate intense e di confronto su come valorizzare le nostre eccellenze. A partire dal Sud
di Stefania Zuccolotto, Responsabile Policy e Convegni @StefaniaZucc
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a poco si è chiuso il sipario sul 30° Convegno di Capri. Un compleanno importante in cui i Giovani Imprenditori hanno festeggiato assieme ai Presidenti che hanno guidato il Movimento dalla sua fondazione ad oggi. Un’occasione per confrontarsi anche i con rappresentanti del mondo politico e industriale sulle strategie più efficaci per valorizzare il nostro Paese, su come farlo ripartire con un passo diverso ad iniziare dal Mezzogiorno, che è lo specchio amplificato dei problemi dell’Italia. Su come “cambiare punto di vista”. Tre giornate intense di lavoro, ma anche
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un’opportunità per rivedere o conoscere GI di tutta Italia, tornati a radunarsi nell’Isola Azzurra, dopo due anni nei quali l’appuntamento autunnale si è tenuto a Napoli. A partire dal Consiglio Centrale di giovedì, per finire con i lavori della giornata di sabato, il Mezzogiorno è stato protagonista dell’evento; dal Comitato organizzatore che con il coordinamento del presidente Mario Romano ha dato un contributo fondamentale alla riuscita del Convegno - al tema attorno al quale si è articolato il dibattito. Il Sud appunto. Perché, come è stato ricordato, parlare di Mezzogiorno è parlare di Italia, e lo sviluppo di quest’ultima non può prescindere da un miglioramento
STORIA DI COPERTINA
Da sinistra: Stefania Zuccolotto, Laura Tinari, Vincenzo Caputo, Mario Romano, Marco Gay, Francesco Ferri
delle condizioni del Sud. Il venerdì mattina, come nelle tradizioni passate, è stato dedicato ai workshop che, grazie al supporto dei diversi sponsor, hanno declinato il tema di #PatrimonioItalia su tre punti centrali: risorse umane e nuove tecnologie, energia ed infrastrutture, le azioni da porre in essere per garantire l’operatività delle aziende salvaguardandone il futuro. Dal venerdì pomeriggio i riflettori si sono spostati sulla parte centrale del Convegno. L’apertura con il discorso introduttivo del Presidente Gay in cui si è parlato di legalità da promuovere; di infrastrutture da sviluppare, di industria, non solo del turismo, da dover riattrarre nel Mezzogiorno e più in
generale in Italia; di accoglienza; della necessità di creare le condizioni per promuovere nuovo sviluppo nel nostro Paese. A seguire una serie di tavole rotonde che hanno visto il confronto tra ex Presidenti GI, Ministri e rappresentanti delle Istituzioni e non solo sui punti chiave nel discorso introduttivo. Non sono mancate le testimonianze emozionate e coinvolgenti di cinque GI rappresentanti le varie aree del Paese che in due minuti hanno raccontato la propria storia imprenditoriale. Non solo domande, ma soprattutto possibili risposte e voglia di lavorare assieme per “Cambiare punto di vista” per proteggere e sviluppare il nostro #PatrimonioItalia.
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STORIA DI COPERTINA
È SOLO MEZZOGIORNO |6|
STORIA DI COPERTINA
di Angela Casale, Comitato di Redazione Quale Impresa
È
il Presidente dei GI della Campania, come di consueto, ad aprire la prima giornata del convegno di Capri: Nunzia Petrosino è emozionata e, prima di introdurre i lavori, ricorda i disastri causati alla popolazione e alle imprese dalle forti alluvioni che nei due giorni precedenti hanno messo in ginocchio molte zone del Centro e del Mezzogiorno, in particolare la vicina città di Benevento ed il Sannio. Rammarico e stupore sono tangibili: per il mancato intervento da parte dello Stato e delle Amministrazioni nel limitare i danni, prevenendo e prevedendo emergenze di questo tipo, e per la mancata capacità di agire con tempestività e competenza. E’ come se anche il territorio avesse voluto lanciare il suo grido di aiuto e denunciare la propria fragilità. Il Mezzogiorno è al centro del dibattito sul palco di Capri; quella parte di Patrimonio Italia che è cuore pulsante della Nazione, quel Patrimonio di cui fanno parte le tante imprese la cui creatività e validità dovrebbe rappresentare motivo di orgoglio nazionale ed essere sostenuta con forza, per il bene collettivo. E invece succede che il giorno dopo il varo della legge di stabilità, il Presidente Marco Gay sul palco di Capri è costretto a richiamare l’attenzione del Governo proprio nei confronti del Mezzogiorno: su una Finanziaria che vale quasi 30 miliardi di euro, le misure del Master Plan per il Sud tanto atteso e annunciato lo scorso agosto varrebbero per quest’anno solo 150 milioni. A rafforzare le tesi e le proposte della Presidenza, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: nel suo messaggio di saluto ai GI riuniti a Capri, auspica si possano colmare le distanze, ridurre le differenze, evitare le fratture tra il Nord e il meridione perché i segnali di ripresa e le migliorate prospettive di crescita per il nostro Paese si possono concretizzare solo coinvolgendo il Sud.
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STORIA DI COPERTINA
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Nunzio Galantino, Segretario Generale CEI
Angelino Alfano, Ministro dell’Interno
Diverse le metafore sul Mezzogiorno usate da Marco Gay, nel suo discorso forte e diretto. L’Italia senza il Mezzogiorno è in silenzio, è “come il suono di una mano sola che applaude”, rappresenta la rinuncia dell’Italia a guidare l’Europa verso il Mediterraneo; il Mezzogiorno non è la metà del Paese, ma ha i suoi stessi problemi - solo amplificati - e come altre zone apporta valore e risorse. E ancora: quando la lancetta segna “mezzogiorno”, non significa che non c’è più tempo, ma indica che è tempo di agire. Agire per rimettere insieme il Sud ed il Nord. Non possiamo infatti sottovalutare le risorse e le eccellenze di questa parte d’Italia, che ha tanto da dare con i suoi primati in campo agroalimentare ed aerospaziale, solo per citarne alcuni. Il Mezzogiorno non ha bisogno di misure straordinarie ma strutturali, per costruire uno sviluppo duraturo che coinvolga l’Italia intera con un unico piano industriale, un piano organico di crescita, che tenga conto prima delle esigenze di chi al Sud lavora, fa impresa ed investe, e poi delle amministrazioni pubbliche. Sono inutili gli incentivi a pioggia, le ricette speciali e di breve periodo, perché agire in modo selettivo e discontinuo sul piano fiscale o contributivo produce solo nuove cattedrali nel deserto, di cui il Sud è già pieno. Sono 5, per Marco Gay, i punti imprescindibili per il rilancio del Sud: digitalizzazione, industria, turismo, cultura, infrastrutture. E per tutto il Paese la proposta è di abbassare le imposte, con effetto immediato su chi fa impresa; perché è un fattore di competitività, di attrazione di investimenti esteri, di stimolo all’export. Bisogna puntare sull’industria che produce valore, che
terci vivere, di pensare al proprio futuro e a quello dei propri figli. E che ci sia un’industria innovativa, che sappia, ad esempio, cogliere l’eredità dell’Expo, trasformandolo in un polo di ricerca scientifica industriale internazionale. Non mancano passaggi sulle criticità più profonde ed attuali del nostro Paese e su temi complessi come la legalità e l’immigrazione. Si chiude con proposte concrete, soluzioni pratiche e fattibili. Strumento chiave per costruire un futuro fatto di crescita e sviluppo è anche un approccio propositivo e positivo, costruttivo e visionario. Lo stesso che ha caratterizzato i mandati dei past President che nei 30 anni precedenti hanno contribuito alla crescita del Movimento, spesso mettendo a fuoco proprio a Capri i temi più importanti della vita economica, sociale e politica del Paese. Alessandro Riello - past President GI dal ’94 al ’96 - conferma nella prima tavola rotonda che la questione meridionale è al centro del dibattito dei GI da 20 anni; da allora ad oggi si è lavorato sodo, e ora ci sono tutte le premesse da parte del mondo industriale e politico perché il gap tra Sud e Nord venga colmato e affinché l’Italia inizi a crescere, uscendo dalla crisi. Segnali di ripresa giungono anche dal mondo bancario dai dati di Maurizio Faroni, DG di Banco Popolare: le erogazioni del credito a medio lungo termine sono in aumento a legittimare la visione ormai positiva del rapporto banca-impresa. Stefano Firpo e Domenico Arcuri vedono nei fondi strutturali europei l’opportunità per la ripresa del Mezzogiorno, ma esclusivamente se si avrà la capacità di impiegarli in maniera
porta occupazione e permette a chi è nato al Sud di po-
STORIA DI COPERTINA
Nunzia Petrosino, Presidente GI Confindustria Campania
adeguata con progetti credibili e concreti; per recuperare la distanza tra Nord e Sud Arcuri propone di colmare il gap infrastrutturale, indirizzare una quota rilevante al sostegno del sistema produttivo, investire su turismo e cultura. Scuote la platea, ricevendo poi applausi, congratulazioni e sostegno, l’intervento di Renato Natale sindaco di Casal di Principe, città del casertano alla ribalta delle cronache internazionali per i suoi legami e fatti di camorra, che denuncia l’assenza dello Stato e le farraginose pratiche burocratiche che gli impediscono di governare un territorio difficile, fortemente svantaggiato. Una situazione che – se non verrà risolta a breve – lo porterà a lasciare il suo incarico di primo cittadino. Periodi difficili e di grande instabilità li hanno vissuti anche i tre past President GI Aldo Fumagalli Romario, Anna Maria Artoni e Matteo Colaninno, a confronto con Tano Grasso nella seconda tavola
rotonda della giornata. Venti come 10 anni fa, questioni come la legalità, il problema della crescita dell’Italia e della divisione tra Sud e Nord erano ugualmente al centro dei dibattiti. Oggi, come allora, la capacità di resistere sta nel credere nel proprio operato e nel proprio futuro, diffondere come esempi modelli positivi e promuoverli come punti di riferimento. Mettere al centro impresa e lavoro, investire sul merito, sui talenti, sulla capacità imprenditoriale, sciogliere la burocrazia perché l’impresa, o meglio, le imprese unite svolgono un ruolo sociale importante, un valore in cui le nuove generazioni possono credere e da cui trarre fiducia. Perché uno dei problemi che affliggono le nuove generazioni, come evidenzia anche il Segretario Generale CEI Monsignor Nunzio Galantino nella sua intervista, è proprio la mancanza di fiducia e di esempi positivi da parte della società. L’intervento di chiusura della prima giornata di convegno è del Ministro dell’Interno Angelino Alfano, che risponde alla relazione del Presidente Gay; difende la legge di stabilità che il Governo sta per varare, affermando che la ripresa del Sud è possibile, considerando che non ha tanta importanza la quantità delle risorse impiegate per lo sviluppo, quanto la capacità di liberare i lacciuoli burocratici e di sbloccare la spesa. In definitiva, oggi più che mai, sappiamo che il Mezzogiorno non è solo un’emergenza da tamponare; è la vera chance di rilancio italiana, il Patrimonio Italia su cui investire, come dimostrano gli interventi di Alessandra Argiolas, Federica Bozzetto e Susanna Moccia, giovani imprenditrici del Sud, che, insieme a Tayla Tagliaferro e Ilaria Caporali, hanno portato la propria testimonianza di vita d’impresa quotidiana, innovativa, internazionale, hanno trasmesso passione e dato voce dal palco di Capri alle loro imprese eccellenti. É troppo tardi? No, è solo Mezzogiorno. É il tempo dell’Italia che ce la fa.
Da sinistra, le Giovani Imprenditrici Tayla Tagliaferro, Ilaria Caporali, Alessandra Argiolas, Federica Bozzetto, Susanna Moccia.
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#30ANNICAPRI
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“PATRIMONIO ITALIA” CAMBIAMO PUNTO DI VISTA di Riccardo Di Stefano, Comitato di Redazione Quale Impresa @RiDiStefano
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a seconda giornata di lavori si apre con l’intervento entusiasta di Mario Romano, Presidente Comitato Interregionale del Mezzogiorno, che ringrazia il Presidente Gay per aver voluto portare il Mezzogiorno al centro del dibattito.
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“Oggi ci terrei a raccontare il nostro Sud, non un Sud diverso ma il vero Sud, spesso considerato la stampella o il problema dell’Italia; io credo che oggi il Mezzogiorno sia il valore dell’Italia, un valore aggiunto”. Romano parla di un Mezzogiorno ricco di aziende, di eccellenze imprenditoriali, che, malgrado il momento difficile, riescono
STORIA DI COPERTINA
a produrre ricchezza, a generare emozioni, innovazione, a crescere: “Mi viene in mente una fabbrica di caffè che sta crescendo in tutto il mondo, dalla Calabria. La materia prima viene dal Brasile per andare in altri porti del nord ed essere sdoganata e poi lavorata al sud. Questa azienda cresce, con le difficoltà che ci sono per competere sul mercato. Qui esistono bellissime aziende storiche che sono riuscite a fare innovazione, ad aprire nuovi stabilimenti, nonostante la “mala” burocrazia”. È poi la volta della testimonianza del Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina. Il tema centrale è ovviamente EXPO Milano 2015, un successo da oltre 20 milioni di visitatori che rappresenta per l’intero Paese una vittoria assoluta. “Abbiamo centrato il tema” sottolinea il Ministro. La sfida successiva è la riconversione dell’area EXPO, con il progetto ambizioso di una città della scienza legata ai temi dell’esposizione internazionale. Sulla legge di stabilità, Martina ribadisce che il provvedimento funge da “shock positivo” per il Paese. “Vedo il segno di interventi operativi. Diversi punti di svolta per il mondo agricolo, come l’abolizione dell’IMU e IRAP agricola e l’aumento della compensazione IVA. E poi banda larga, infrastrutture e tanto altro”. A metà giornata, prende avvio il dibattito dal titolo “Capitale Sprecato” inaugurato dal past President Jacopo Morelli: “Expo è stata una scommessa importante su cui le forze migliori del Paese hanno deciso di convergere. E’ stato stucchevole sentire delle polemiche, si poteva fare sicuramente meglio ma il risultato complessivo è stato positivo”. Alessandro Laterza Vice Presidente Confindustria per il Mezzogiorno e Politiche Regionali parla di Sud da imprenditore meridionale: “Pur ammettendo la presenza nella legge di stabilità di molti buoni elementi devo constatare che nella stessa non c’è traccia del “Masterplan per il meridione” annunciato dal Presidente del Consiglio. Chiediamo un intervento riconoscibile per il sud che abbiamo identificato in una misura di credito d’imposta per i nuovi investimenti ed ampliamenti”. Giorgio Fioruzzi - past President GI – aggiunge che le problematiche che affliggono il Sud sono le stesse che imbrigliano la ripresa dell’intero “sistema Italia”, sollecitando soluzioni strutturali e stabili. Particolarmente apprezzata la testimonianza di Carlo Caporale, Direttore Generale Wyser: “La vera sfida è riuscire a far ritornare indietro questo flusso di fughe di cervelli (100 mila negli ultimi anni) poiché la nostra formazione manageriale ha prodotto professionisti capaci di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato”. Prende allora la parola il Ministro dell’Istruzione, Univer-
Mario Romano, Presidente Comitato Interregionale del Mezzogiorno
Maurizio Martina, Ministro dell’Agricoltura
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Giorgio Squinzi, Presidente Confindustria
sità e Ricerca Stefania Giannini, che spiega come il rilancio del Sud passi dal superamento del gap con il resto d’Italia e con l’Europa e si sofferma sul provvedimento di rientro dei cervelli e della creazione di cattedre universitarie destinate alle eccellenze, esempio tangibile di investimento sul capitale umano. Giannini entra nel dettaglio dell’iniziativa contenuta nel decreto “La Buona scuola” di aumento delle ore di tirocinio in azienda: “Vogliamo che gli studenti sperimentino cosa significa lavorare nei settori vicini ai loro studi”. Poi sintetizza lo sviluppo delle politiche sull’istruzione: “autonomia, alternanza scuola lavoro, apertura delle scuole, sono fondamentali del progetto educativo della scuola”. Nel modulo “Pensare in grande”, un confronto vivace tra past President. Luigi Abete ribadisce come sia fondamentale “pensare a lungo termine” per offrire anche alle PMI l’occasione di essere competititive. Ribatte Antonio D’Amato che nel mercato globale per essere competitivi occorre accrescere le dimensioni delle imprese. Giovanni Malagò, Presidente del Coni, rimarca anche l’importanza delle Olimpiadi come volano per tutta l’economia e come opportunità per l’ammodernamento del sistema degli impianti sportivi. Brunello Cucinelli, Presidente Brunello Cucinelli, a seguire esorta tutti a non scindere le prospettive economico - imprenditoriali dall’attenzione ai valori umani,
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investendo sulla dignità umana e cercando sempre di operare scelte lungimiranti e sostenibili. Più attenzione all’umanità, dunque, alla terra: “ Per essere credibili dobbiamo essere veri sempre per una crescita secolare. L’intervento di Vincenzo De Luca, si incentra sulla cattiva gestione dei fondi strutturali nel Mezzogiorno. Il Governatore della Campania invita a partire dai settori d’eccellenza come l’aerospaziale, l’aeromotiv e agroalimentare. “Il turismo – dice De Luca - decolla se decolla tutto. Dobbiamo concentrare i nostri investimenti in pochi grandi progetti territoriali e produttivi”. Nell’ambito della tavola rotonda “Ambiente Italia” la parola passa a Edoardo Garrone, past President GI, che individua tra le priorità l’armonizzazione delle competenza tra Stato e Regioni, stravolte dalla riforma costituzionale del Titolo V, in particolare in tema di infrastrutture e di energia. “Sul fronte energia paghiamo inefficienze che sono un danno per il sud e tutto il Paese – conclude - nonostante disponiamo di macchinari che non hanno nulla da invidiare a quelli utilizzati in Europa”. Marcello Messori, Presidente Ferrovie dello Stato Italiane, analizza il deficit infrastrutturale che frena inesorabilmente lo sviluppo del Mezzogiorno individuando due cause: la mancanza dell’estensione dell’alta velocità al Sud e l’assenza di un sistema d’impresa capace di mettere un moto in maniera efficiente il tra-
STORIA DI COPERTINA
Pier Carlo Padoan, Ministro dell’Economia
sporto pubblico locale. Ugo Dibernardo, Direttore Progettazione Anas, parla di un cambio di rotta da parte dell’ente pubblico che ha virato sulla manutenzione e il recupero del patrimonio infrastrutturale italiano. In Italia, sottolinea, i quattro livelli progettuali, (fattibilità, preliminare, progetto definitivo e progetto esecutivo) e l’ inefficienza della macchina burocratica rendono enormemente più complesso realizzare un’opera rispetto al resto d’Europa. Nel suo intervento, Pietro Salini - AD Salini Impregilo - riafferma con orgoglio la competitività delle aziende Italiane di costruzioni di infrastrutture, capaci di vincere commesse in ogni angolo del mondo. Salini Impregilo è oggi impegnato nella conclusione dei lavori nel canale di Panama, opera straordinariamente complessa: l’AD si rammarica di aver dovuto indirizzare il 90% della sua produzione all’estero, cercando però di aumentare quel 10% che resta in Italia: “Qui siamo capaci di far partecipare alle gare le imprese che sono fallite, falsando così la concorrenza. È la volta del Presidente Tod’s: Diego Della Valle traccia l’identikit dell’imprenditore italiano che malgrado le difficoltà strutturali e l’assenza del sostegno del Governo, può puntare sull’eccellenza delle produzioni e sul marchio Made in Italy. Per Della Valle, gli imprenditori possono e devono fare squadra tra loro e pretendere che il
Governo riapra i cantieri delle grandi opere con scelte lungimiranti. Poi l’intervento atteso di Pier Carlo Padoan sul legge di Stabiità, che parte dal taglio delle tasse. “E’ giusto che le tasse si taglino” dice il Ministro dell’Economia e delle Finanze. Per il Ministro, l’opera del Governo sta producendo cambiamenti profondi e la scelta contestata di partire dal taglio delle tasse sulla prima casa mira a ridare all’ 80% dei cittadini interessati uno slancio di fiducia verso il consumo. Prima delle conclusioni di Marco Gay, l’intervento di Giorgio Squinzi si apre con un pensiero ai Giovani. “Il contributo che hanno dato i giovani al sistema associativo è stato cospicuo – sottolinea il Presidente di Confindustria - loro sono il futuro del Paese”. Sulla manovra di Governo: “Si doveva porre più attenzione alla questione del sud. Il problema vero è ricostruire la fiducia, che si può riconquistare solo attraverso riforme concrete”. In chiusura, il Presidente Gay guarda avanti: “Oggi ci sono state date molte risposte e noi dobbiamo puntare ancora più avanti e non perdere la speranza. Il risultato oggi è quello che conta, siccome vogliamo correre e crescere non concentriamoci se tagliare le tasse è di destra o di sinistra ma pensiamo solo che sarà un bene per noi giovani imprenditori che vogliamo anche noi prendere il nostro spazio”.
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STORIA DI COPERTINA
EVENTI GI: UNA QUESTIONE DI SOSTENIBILITÀ Un Convegno “a basso impatto”
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on capita spesso che il rispetto di una Norma UNI diventi un’occasione per stimolare la creatività. Quasi sempre, infatti, le certificazioni rappresentano per le nostre aziende un fardello di pratiche burocratiche di cui volentieri faremmo a meno. Non è il caso della UNI EN ISO 20121:2012 “Event sustainability management systems - Requirements with guidance for use”, norma internazionale che definisce i requisiti di un sistema di gestione della sostenibilità degli eventi, dove per sostenibilità si intende un processo continuo nel quale si coniugano le tre dimensioni fondamentali dello sviluppo: la dimensione ambientale, quella economica e quella sociale. Con l’adozione della “politica di sostenibilità” i GI hanno Individuato quattro principi fondamentali per la realizzazione dei propri eventi sostenibili: la partecipazione, il sapere, la tradizione e l’impegno. Questi diventano parte integrante dei percorsi di organizzazione e realizzazione degli eventi in un’ottica di continuo miglioramento, condivisione di saperi e rispetto per l’ambiente.
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di Giuseppe di Martino, Responsabile Energia e Ambiente @dimartino_peppe
Così i GI hanno colto questa affascinante sfida e per la prima volta l’evento nazionale di Capri ha ricevuto il prestigioso riconoscimento da parte dell’ente certificatore di terza parte SGS. Un risultato che testimonia l’impegno profuso del Comitato Mezzogiorno e di tutti i GI che hanno attivamente partecipato al progetto, e si sono fatti protagonisti di un approccio lungimirante e concreto che ha visto nella sostenibilità un punto fondamentale per il successo di questo evento. L’iniziativa rientra nell’ambito di un progetto nazionale portato avanti dal Comitato Energia Ambiente che, in sinergia con il Comitato Policy e Convegni, mira ad estendere i principi della sostenibilità a tutti gli eventi organizzati dai GI partendo dai nazionali fino alle territoriali. All’interno di questi Comitati si costituiscono i gruppi di lavoro aperti che affiancheranno di volta in volta i Comitati organizzatori degli eventi con l’obiettivo di stimolare l’adozione di iniziative creative ed innovative per rendere l’evento sostenibile.
STORIA DI COPERTINA
WORKSHOP
IL LAVORO DI DOMANI Dibattito sui profili necessari per soddisfare le esigenze delle aziende 2.0 ed essere in linea con la “quarta rivoluzione industriale”
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di Marco Aresu, Giovane Imprenditore
n confronto stimolante e dinamico nel workshop di approfondimento “il lavoro di domani”, dove sono intervenuti professionisti provenienti da diverse realtà che - moderati da Vincenzo Caputo, Vice Presidente per L’Education e il Capitale Umano - hanno evidenziato la necessità dell’ odierno mercato del lavoro, di creare profili e competenze per soddisfare una cultura digitale che corre verso obbiettivi di crescita. L’approfondimento è stato improntato verso una inevitabile, e già avviata, quarta rivoluzione industriale, che interessa in maniera unilaterale il tessuto produttivo mondiale, coinvolgendo anche l’industria italiana, più rigida ed impostata rispetto a realtà di diverse aree del mondo. Oggi esiste una manifattura di-
gitale che necessita di competenze fino a poco tempo fa non disponibili sul mercato, e chi imposta la sua formazione verso questo tipo di professionalità, riceverà una positiva risposta dal mercato del lavoro. Massimo Pellegrino, partner Pricewaterhouse Cooper (network da 195.000 professionisti) ha sottolineato che vista la velocità a cui corre tutto il mondo riconducibile al web, si sono affermate negli anni aziende che ricercano professionalità che raramente il mercato del lavoro propone, e che costringono alle volte, le aziende interessate, a doverle formare internamente o a rivolgersi a dei network con esperienza , capaci di reperire la risorsa lavorativa più adatta. L’obbiettivo europeo del 20 % di PIL da ottenere dalla manifattura entro il 2020 - ha sottolineato Pellegrino - verrà raggiunto solo se si riuscirà a recepire e a soddisfare le nuove esigenze dell’economia basata sullo sviluppo e l’implementazione tecnologica in atto. L’educazione alla flessibilità - ha continuato Simone Ravaioli di Cineca - necessita di affiancare alle imprese strumenti per la valutazione delle risorse umane presenti in azienda, ed eventualmente, riuscire a valutare la risorsa disponibile sul mercato attraverso degli strumenti condivisi ed affidabili. La certificazione digitale sulle competenze, si pone appunto l’obbiettivo, attraverso una condivisione digitale, di riuscire ad avere dei riferimenti tali e paragonabili, da garantire all’impresa una visione completa delle migliori competenze presenti. BESTR questo il nome del progetto (valso alla CINECA il premio “Rising Star” nel 2011 ) si pone come metodo di valutazione, effettuata da professionalità simili certificate, della risorsa da ricercare, mettendola a confronto con professionalità simili. “Risulta più costoso non fare niente e stare fermi, che fallire” così dichiara Luca Colombo, Country manager Facebook Italia, che nella galassia dei social network, sottolinea gli strumenti oggi in possesso alle PMI, che hanno garantito un approfondimento migliore e più completo del mercato in cui l’azienda si deve muovere. Colombo ha scritto i vantaggi e le opportunità di business, creati da una sharing economy talmente diffusa e strutturata, che ci pone di fronte alla necessità di mettere in gioco le nostre eccellenze, avendo degli strumenti oggi impensabili fino a qualche anno fa, e che oggi risultano veramente di facile accesso.
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STORIA DI COPERTINA
WORKSHOP BUSINESS CONTINUITY
La continuità operativa per salvaguardare il valore aziendale. Focus sui sistemi di gestione e sugli strumenti rivolti a mitigare i rischi di Antonella Alfonso, Giovane Imprenditrice @alfonsoantone
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ssere “giovani imprenditori“ è una responsabilità: da una parte ereditiamo il passato ed il know how, dall’altra abbiamo davanti quella famosa linea dell’orizzonte chiamata futuro. Confrontarci tra noi, come durante il workshop tenutosi in occasione del “Convegno di Capri 2015”, è un modo per sentirci pronti a tenere unita questa linea temporale, che prosegue e si sussegue. “Continuity” non è solo un termine preso in prestito al vocabolario inglese, ma una filosofia applicata al nostro business affinché la linea dell’orizzonte si sposti sempre più in avanti. Le imprese hanno cambiato il loro modo di operare per tenersi al passo con i tempi, tempi di globalizzazione e di crisi, che hanno come diretta conseguenza due fattori per nulla trascurabili: rischio ed incertezza . Obiettivo del workshop, grazie alla collaborazione di Assiteca (azienda leader nella consulenza e nella gestione dei rischi aziendali) è stato quello di fornire nuovi strumenti nell’ambito dei sistemi di gestione, rivolti a prevenire il danno e a mitigare il rischio per assicurare la continuità del business. Non si può prevedere se o quando un evento catastrofico si verificherà, ma esso può accadere. Tuttavia sono prevedibili gli effetti, spesso devastanti, dovuti all’interruzione dei processi di business e per questo si deve essere pronti a ripristinare la gestione dei processi vitali, nonché salvaguardare la “reputation” tra i clienti e, in generale, nel mondo esterno. Esiste anche un Business Continuity Plan per proteggere l’azienda dagli attacchi informatici (vista l’insidiosità del cyber risk), grazie al quale individuare i propri punti più vulnerabili per mettere in atto le giuste difese. Il CNIPA, la Banca d’Italia e altri enti super partes hanno pubblicato, nel tempo, linee guida per la gestione della continuità operativa in diversi ambiti. La sopravvivenza dell’azienda sarà proporzionale alla sua resilienza, ossia la capacità di affrontare il cambiamento in maniera costruttiva. Business Continuity vuol dire avere tutti gli strumenti per lavorare con serenità, permettendoci di vedere la linea dell’orizzonte chiamata futuro sempre più nitida.
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STORIA DI COPERTINA
WORKSHOP
AMBIENTE ITALIA: UN’OPPORTUNITÀ PER IL PAESE Riflettori accesi sull’Oil&Gas nella vision imprenditoriale; via a nuove possibilità di sviluppo e un piano di comunicazione mirato di Agostino Arcasensa, Giovane Imprenditore @AgostinoArca
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un dibattito ricco di spunti, quello che si è sviluppato nell’ambito del workshop “Ambiente Italia: un’opportunità per il Paese”. Il panel ha permesso un prezioso momento di confronto tra le istituzioni e la classe imprenditoriale intervenuti all’evento, con una particolare attenzione al tema delle risorse energetiche in Basilicata, regione in cui il problema del conflitto tra industria e ambiente è ad oggi tra i più sentiti. Nel corso del dibattito è stata evidenziata l’importanza dell’Oil & Gas nella vision imprenditoriale nazionale; il settore è stato definito come la spinta trainante per un nuovo modello di sviluppo nazionale e regionale. I giacimenti della Val d’Agri e di Tempa Rossa sono tra le risorse strategiche per il futuro energetico dell’Italia, un Paese che si trova costretto a importare grandi quantità di petrolio invece di sfruttare il suo bacino per conquistare una maggiore indipendenza nel campo. Nel corso del workshop si è aperto quindi un confronto sulle nuove possibilità di sviluppo, non solo in ambito energetico ma anche in ambito industriale e tecnologico, quest’ultimo indispensabile al fine di contenere ancor di più gli impatti negativi (già ai minimi se confrontati con altre realtà) sull’ambiente, e di conseguenza sull’agricoltura e sul turismo. Ed è proprio il tema della presunta inconciliabilità tra Oil & Gas e ambiente, turismo e agricoltura, che ha ottenuto largo spazio durante l’evento, con il riconoscimento di enormi carenze sul piano della comunicazione che hanno contribuito al formarsi, all’interno dell’opinione pubblica, di una diffusa cultura del “NO” a ogni tipo di sviluppo. Un “problema di conoscenza” che le istituzioni e il sistema impresa devono combattere facendo rete al fine di porre un freno al degrado di un altro tipo di “ambiente”, quello da cui dipendono il lavoro, lo sviluppo e lo spirito imprenditoriale lucano e italiano.
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STORIA DI COPERTINA
STARTUP COMPETITION Al via la sfida tra idee innovative. Talenti in gara alla Pitch Competition; presentazioni lampo e una sessione di domande
di Francesco Perone, Giovane Imprenditore @francismule
chiusura del 30esimo Convegno di Capri, si è tenuta la prima edizione della Start-up Competition con il patrocinio di Fincalabra. La platea ha visto sfidarsi un totale di 12 idee innovative finaliste, a fronte di oltre 50 proposte candidate, in due distinte gare di elevator pitch, presentazioni di 2 minuti dell’idea imprenditoriale seguita una sessione di domande di breve durata, dove a essere premiata non è solo la qualità dell’idea imprenditoriale ma anche la capacità, da parte degli ideatori, di saperla presentare in maniera efficace, chiara e coinvolgente. Le idee imprenditoriali, che si sono sfidate nella doppia tornata di elevator pitch, hanno spaziato dall’abbigliamento al turismo, dall’agricoltura all’ambito medico, con uno spiccato accento sul carattere “social” di molti dei business presentati. La Pitch Competition, prima delle due gare, ha visto confrontarsi un totale di 8 gruppi di giovani imprenditori. L’idea trionfante è stata PhotoCert, un innovativo software per la certificazione delle foto al fine di garantirne l’autenticità, seguita da Kheni, un sistema di analisi dei dati di pressione del piede orientato all’utilizzo in ambito medico/ sportivo, e da Taylorbaby, un configuratore virtuale per la personalizzazione a tutto tondo dell’abbigliamento del proprio bambino. E’ seguita poi la Talentlab, sponsorizzata da Fincalabra, la seconda gara in programma a cui hanno partecipato gli ultimi 4 gruppi di giovani imprenditori. Ad aggiudicarsi il primo premio è stata Revoilution, innovativo robot da cucina domestico che funge da “frantoio” portatile per la produzione in casa di olio extravergine
d’oliva, che ha preceduto Stethotelefone, un connettore che permette di interfacciare il classico fonendoscopio con un’app dedicata alla comunicazione e allo store dei parametri registrati. Le sessioni sono state intervallate da diversi interventi che hanno offerto un punto di vista importante su quello che è lo scenario nazionale di settore. In primo luogo, Enrico Gasperini di Digital Magics - scomparso di recente e che tutto il movimento ricorda con stima e affetto - che forte della recente quotazione della società che rappresenta, ha trasmesso entusiasmo ai giovani imprenditori con una nota di attento realismo circa i limiti del ecosistema italiano e delle norme che lo stanno regolando che sono assolutamente da superare. È stato poi il turno di Valentina Sanfelice di Bagnoli Città della Scienza che ha portato il saluto della Campania e di Napoli raccontandoci l’esperienza partenopea. Di grande ottimismo è stato l’intervento di Luca Mannarino rappresentante di Fincalabra che pur manifestando le difficoltà di tutti i giorni nel fare impresa nelle varie aree del Paese, ha mostrato positività rispetto ad un Sud capace di promuovere la creatività e la capacità di fare impresa. La startup competition ha visto una giuria composta da ben 27 giurati di tutto il Paese e provenienti dalla maggiori realtà di ventures & advisoring, che hanno potuto investigare sulla bontà delle proposte candidate. Senza dubbio l’iniziativa è stata, al di là della griglia finale dei vincitori, un’importante vetrina che di certo sarà consolidata nelle prossime edizioni.
LE STARTUP FINALISTE Boosha (www.appboosha.com) - Il piacere di scambiarsi libri attraverso una community gestita tramite un’app. Experenti (www.experenti.com) - La piattaforma italiana di marketing esperienziale basata su realta’ aumentata, geolocalizzazione e proximity marketing. Naustrip (www.naustrip.com) - La uber del noleggio di imbarcazioni. Kheni (www.kheni.it) - Tecnologia wareable a servizio della riabilitazione e del miglioramento. Photocert (www.photocert.it) - Certificazione dell’autenticità di una immagine. PonyU (www.ponyu.it) - Reinventa l’attività della consegna di plichi urbani a mezzo pony-express.
Tailorbaby (www.tailorbaby.com) - E-commerce dedicato alla primissima infanzia con prodotti personalizzabili.
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PREMIO SPECIALE TALENTLAB Macingo (www.macingo.com) - Piattaforma per la l’ottimizzazione della logistica nel trasporto di merci. Viaggiart (www.viaggiart.com) - É una piattaforma web basata sugli Open Data che promuove e pubblicizza il patrimonio culturale. Revoilution (www.revoilution.it) - Unica soluzione al mondo per ottenere olio extravergine di oliva fresco in qualsiasi momento dell’anno. Stethotelefone (goo.gl/5AvlRB) - Un connettore che interfacci il classico fonendoscopio con uno smartphone e un’app.
STORIA DI COPERTINA
BUSINESS CAFÈ IL MIX CHE FUNZIONA
Fare rete e generare sinergie: l’obiettivo degli incontri tra imprese organizzati all’Hotel La Palma prima della tradizionale cena del giovedì
di Viola Margiotta, Giovane Imprenditrice @violamargiotta
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uasi 180 aziende iscritte. Più di 400 match. 11 aree tematiche. Una cena di benvenuto. Questi sono stati gli ingredienti della ricetta perfetta per una serata diversa dal solito, quella del #CapriBCafè15. Miscelati alla perfezione, si sono trasformati in un evento che ha inglobato e due concetti normalmente in antitesi: business e relax. Arrivato alla seconda edizione, il “GI Business Cafè” ha testimoniato la propensione dei Giovani Imprenditori a volersi incontrare e ritrovare, al di là degli schemi predefiniti, in occasione del 30° Convegno di Capri. L’idea, nata per arricchire e rendere ancor più fattivo il meeting già lo scorso anno, è stata concepita per dedicare un momento specifico alla promozione delle nostre imprese, attraverso una modalità assolutamente colloquiale e foriera di spunti inaspettati. La conoscenza reciproca e soprattutto la conoscenza delle peculiari caratteristiche delle nostre imprese, sono diventati quindi il focus attorno a cui si sono orientati gli incontri di giovedì 15 ottobre 2015, presso un affollatissimo Hotel La Palma, in un clima
piacevole ed accogliente, e sono proseguiti durante tutta la cena di benvenuto. Consapevoli di quanto sia importante conoscersi, fare rete e generare nuove sinergie, i Giovani Imprenditori hanno partecipato con entusiasmo; alla dinamica del matching preorganizzato si è anche affiancata quella dei matching spontanei, favoriti dall’informalità della situazione, dallo strumento “badge” che identificava l’ambito di appartenenza delle imprese fornendo le primarie coordinate necessarie per un incontro e anche ovviamente dai facilitatori. Incontrarsi e raccontarsi, discutere di problematiche comuni o confrontarsi su soluzioni condivise, avere la possibilità di presentare ufficialmente il proprio quotidiano impegno lavorativo e condire il tutto con la possibilità di intraprendere una collaborazione orientata al business, tutto questo e tanto altro ancora è stato il #CapriBCafè15.
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QUALE MEZZOGIORNO
LA BELLEZZA CI SALVERÀ
Intervista a Renato Natale, Sindaco di Casal di Principe
di Giulia Bertagnolio, Segreteria Nazionale GI
Sul palco di Capri ha raccontato delle sue giornate da Sindaco di frontiera. Delle piccole emergenze di tutti i giorni, dalla signora che non riesce ad entrare in casa perché i cani randagi bloccano l’accesso, allo slalom tra la burocrazia per sbloccare una gara d’appalto o per ottenere un decreto, fino alle più complesse questioni legate alla criminalità organizzata. Quella che per anni ha oppresso la sua terra. Renato Natale è uomo dal pensiero semplice e la schiena dritta. Uno che la strada per riscattare Casal di Principe dall’immagine di zona di camorra la vede chiara, e con energia la percorre. Puntando sull’educazione alla bellezza, la lotta alla “cultura da bar” e un nuovo invito alle imprese. Cosa significa fare il Sindaco in un comune sciolto per infiltrazioni mafiose per tre volte? Per molti anni su questo territorio c’è stata una vera e propria dominazione criminale, che ha lasciato una gran quantità di macerie. Siamo riusciti, nel tempo e con fatica, a fare pulizia; la bonifica ha funzionato ma molti problemi restano. Mancano infrastrutture civili, i servizi sociali sono inesistenti, per anni non c’è stata traccia di offerta culturale. Una situazione di oggettivo disagio davanti alla quale servono strumenti di base per interveni-
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re. Strumenti che però, ancora oggi, sono inadeguati. In zone come questa - e in altre dove i problemi sono simili, come la vicina Castel Volturno, o tante aree della Sicilia o la Calabria - ci sarebbe bisogno di interventi straordinari da parte dello Stato. Da noi il 30% della popolazione non è servita da rete idrica, in molte zone manca la pubblica illuminazione, lo smaltimento rifiuti è carente. Come se non bastasse, il personale negli uffici pubblici è ridotto al minimo: ho a disposizione il 44 per cento del corpo impiegatizio del Comune. E in strada 5 vigili urbani per 22mila abitanti. Fare il Sindaco a Casal di Principe significa avere a che fare con questo scenario. Ogni giorno. L’Associazione Jerry Masslo della quale è fondatore - nata con l’obiettivo di dare assistenza sanitaria agli immigrati e oggi molto attiva anche sul fronte della legalità - ha appena compiuto 26 anni. Ci racconta perché la lotta alla criminalità organizzata è diventata la sua missione? L’Associazione è nata con lo scopo di dare supporto agli immigrati ma negli anni ha fatto molto anche per contrastare la malavita. Siamo tra i fondatori di Libera, in provincia di Caserta, e ancora oggi offriamo le sedi all’Associazione. Il filo conduttore delle attività che portiamo avanti è il rispetto massimo per le Istituzioni e per lo Stato, presupposto chiave per la rinascita di un sud che da troppi secoli vive sotto pressione. Il mio impegno nel sociale e nella politica è iniziato a fine anni settanta. Stessi anni nei quali in queste zone si affermava la presenza criminale. L’impegno politico, dunque, non poteva che diventare impegno sociale. D’altra parte, sono convinto che il fine della politica debba essere quello indicato nel motto scout, “lasciare il mondo un pò migliore di come lo abbiamo trovato”. Se questo fosse il principio ispiratore di tutte le azioni messe in campo qui, probabilmente riusciremmo a difendere la democrazia anche in questa remota landa della Repubblica Italiana. In che modo, dunque, la politica dovrebbe agire per dare a lei e agli altri “sindaci di frontiera” i mezzi per innescare dinamiche virtuose in territori disagiati? La politica dovrebbe avere una capacità che negli ultimi anni è andata persa; quella di programmare, di avere una visione complessiva e lungimirante del mondo e della società. Come era anni fa. Un esempio su tutti: nella prima Repubblica, per un partito come la DC era normale avere “obiettivi alti” e una sua visione d’insieme. Un progetto. Oggi la politica, di ogni bandiera e posizione, si limita
alla gestione del potere e guarda al quotidiano. Difficile intravedere programmi di più ampia portata, ispirati a principi e valori. Un’impostazione che rallenta gli interventi in realtà come le nostre, non percepiti come delle priorità. La politica che sa progettare è quella virtuosa, che individua le azioni necessarie e strategiche da mettere in campo sui territori. Quella che capisce che intervenire in zone come Casal di Principe è strategico: questa terra è stata presa come esempio dai media centinaia di volte, anche solo per fiction su storie di camorra, e ha un forte valore simbolico . Agire qui per riqualificare può dare una eco notevole e ritorni in tutti i campi. A Casal di Principe usiamo dire che abbiamo vissuto la “resistenza” (il popolo ha resistito alla criminalità organizzata), che siamo passati per un processo di liberazione (c’è stata una vera e propria “pulizia” della parte marcia di questa società) e che ora siamo alla fase della ricostruzione. Così come in Italia la ricostruzione è stata caratterizzata da un “piano straordinario” per uscire dalle macerie del dopoguerra (il piano Marshall) , anche qui per ripartire servirebbero piani straordinari da parte del Governo. Abbiamo a disposizione fondi europei? Concentriamoli in aree significative ed esemplari. Andrebbero a sostenere una società che nel frattempo è cresciuta e che ha voglia di disfarsi del suo passato: i cittadini di Casal di Principe oggi vogliono pagare le tasse, costruire con la licenza edilizia, vivere nel rispetto delle regole. Anche a fronte di questo, lo Stato dovrebbe mettere in campo risorse straordinarie. Un altro grande problema in molte zone del sud è rappresentato dalla burocrazia. Nella lotta al crimine organizzato, quanto pesa fare i conti anche con una burocrazia imponente? La burocrazia persa moltissimo. E rischia di vanificare il cambiamento. Se devo recuperare dei beni confiscati alla mafia e per farlo ci impiego mesi, do tempo alla criminalità di riorganizzarsi o di distruggerli. Anche i tempi biblici necessari per avere un decreto sono un problema non da poco: a Capri ho raccontato di un programma approvato dalla Regione Campania nel 2014 per il quale oggi ancora non abbiamo decreto, per via degli innumerevoli passaggi tra uffici diversi, per la necessità di mettere in campo competenze diverse. Stesso scenario per quanto riguarda le gare d’appalto, che dopo anni dall’avviso non trovano una conclusione. Questo significa paralizzare gli enti locali. Urge uno snellimento: la semplificazione è fondamentale.
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Foto: Mauro Pagnano
Uno strumento per combattere la camorra e le altre forme di mafia è puntare sulla crescita del livello culturale. Tra le sue ricette c’è quella di “abituare i nostri ragazzi al bello”. In che modo sta cercando di farlo? L’educazione al bello e alla cultura serve ad abituare i giovani ad avere una visione alta del mondo che li circonda. Se manca questo orizzonte, ci si limita a ragionare alla giornata e si alimenta la “cultura da bar”. È fondamentale investire nella cultura partendo dalla scuola; una scuola che non riesce a dare spazio ai giovani è destinata a fallire nella sua missione principale, quella di preparare i cittadini al futuro. Concretamente, in questa direzione abbiamo avviato davvero tante iniziative: il 21 giugno qui a Casal di Principe abbiamo inaugurato una mostra d’arte sui beni confiscati alla mafia e l’abbiamo chiamata “la luce vince l’ombra”. È la luce della cultura che vince l’ombra della violenza e dell’oppressione. Ad oggi contiamo ventimila visitatori, cui si aggiungeranno quelli che arriveranno da qui al 13 dicembre, data di chiusura della mostra. E’un’iniziativa che ha dato la possibilità a settan-
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ta ragazzi del territorio di diventare “ambasciatori della rinascita”: questi giovani accompagnano i visitatori nel percorso della mostra, la illustrano e raccontano la storia di queste terre. Ben seicento articoli apparsi sui giornali di tutto il mondo hanno parlato dell’esposizione: solo il NY Times ha pubblicato due servizi dedicati. È lo specchio di una città che sta cambiando pelle: facendo una ricerca on line fino a poco tempo fa le prime notizie che comparivano digitando “Casal di Principe” erano tutte sulla criminalità. Ora sono sulla mostra alla Galleria degli Uffizi. Un risultato importante per la nostra comunità che oggi non si identifica più nella criminalità ma nella cultura. Ha detto di aver sempre coltivato il sogno di dare un segnale di riscatto e rinascita alla sua terra, conosciuta dai più come terra di camorra. A che punto del percorso si trova? Mi auguro di riuscire a fare sempre di più per valorizzare la parte virtuosa di questa terra e ridurre al minimo i
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Foto: Mauro Pagnano
fenomeni di illegalità. Voglio mantenere vivo il fervore culturale che negli ultimi mesi abbiamo riscoperto e spero che la mostra possa essere l’avvio di una più ampia riqualificazione che porti alla costruzione di un vasto polo museale con biblioteche, spazi per i ragazzi, un caffé letterario, ambienti per la discussione e la crescita. Per ora è un sogno, forse utopia. Ma andrò avanti. Qual’ è il ruolo delle imprese sane che operano sul suo territorio? In una società come questa, affetta da grave crisi, se non diamo un segnale di rilancio anche in termini produttivi non andremo lontano; se non puntiamo sulla crescita economica, anche l’obiettivo della rinascita culturale avrà vita breve. Io mi auguro che l’attività sull’immagine che stiamo portando avanti dia risultati anche sul piano della fiducia per le imprese. Un’azienda che vuole investire qui, oggi può farlo con serenità, non con paura come poteva accadere qualche anno fa. Gli imprenditori dovrebbero guardare con occhi nuovi a questo territorio.
E penso che il mondo dell’impresa debba porsi obiettivi “alti” e “sociali”, dunque anche scegliere di operare e creare valore in zone “difficili”. Le imprese qualificate che vogliono venire qui ad investire lo dovrebbero fare con duplice obiettivo: per il profit, e per dare un contributo importante alla rinascita di un territorio. Gli elementi positivi sul fronte del business non mancano: la città gode di un’ottima posizione, c’è l’aeroporto a venti minuti, il mare e il porto di Napoli a mezzora. Siamo collegati straordinariamente con il resto d’Italia. Siamo vicini a terre dalla produzione agricola fiorente. E’dimostrato che la presenza di imprese sane, qui, permette di portare a galla un’“altra” economia: a Casal di Principe è stato appena inaugurato un opificio per la produzione di colori a impatto ambientale zero grazie all’impegno di imprenditori della zona e ai fondi della Comunità Europea. Ci lavorano 40-50 persone ed è un esempio delle straordinarie capacità di questo popolo, che quando vuole riesce a fare ciò che tempo fa sembrava impossibile.
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SPECIALE
“PRONTI ALLA VITA” IL LUNGO VIAGGIO DI EXPO 2015 di Emiliano Novelli, Responsabile GI per il Progetto Expo2015, eventi collegati e new media
“Stringiamoci a corte siamo pronti alla morte” sono queste le parole del nostro inno Nazionale; Expo trasforma “alla Vita” la nostra Italia e ci fa sentire più popolo, più patria. Un coro fatto di generazioni, di grandi e di piccoli che si alternano con orgoglio nel canto e nel messaggio: dare un taglio netto con il passato, o forse con un presente fatto ancora di fatiche, ma che di crisi non vuole più sentir parlare. Expo per prima cosa è ottimismo: ha macchiato Milano di un colore inaspettato, di un profumo inedito, del suono delle lingue del mondo e di uno spazio grande per tutti e riqualificato zone limitrofe, riscoperta la Darsena e anche il mercato metropolitano. Non parlerò al passato di Expo, perché noi milanesi, italiani non vogliamo sentirne la mancanza, ma capitalizzare la grande eredità che ci lascia. Una piazza universale che ogni individuo ha vissuto a modo suo. Provate a chiedere “Expo che cos’è?”, e un sorriso sarà già sul vostro volto, per la miriade di risposte che si alterneranno. Per i bambini è dove poter giocare, è l’albero della vita; per l’adolescente dove poter fare un aperitivo internazionale, per gli adulti dove scoprire posti che in una vita non avrebbero mai visto e allora sorge spontanea la domanda per “noi giovani imprenditori?”. Ho solo una risposta: la possibilità di poterci interfacciare direttamente con i responsabili economici dei Paesi, con culture diverse, mettere le basi per collaborazioni
future, ma soprattutto per portare avanti le nostre tesi, lo “Scale up” delle nostre imprese unito al “Patrimonio Italia”, cuore pulsante delle nostre organizzazioni. Numeri da record è vero, oltre le aspettative. Si poteva fare di più? Sì, come sempre: ci troviamo all’ultimo a gestire eventi di una certa portata, e anche se abituati a lavorare in condizioni di urgenza, l’approccio sistematico e di lungo periodo avrebbe giovato a tutti. Nei corsi universitari ci insegnano che la struttura abilita la strategia. Se si vogliono raggiungere risultati impattanti bisogna avere un’organizzazione chiara, processi fluidi e capacità di interazione con gli stakeholders; noi da buon italiani riusciamo sempre a burocratizzarci anche ove non serve. Come allora non perdere l’eredità del “dopo” Expo? Facciamo del nostro meglio affinché in quella periferia quasi abbandonata fino ad un paio di anni fa, non sia domani naufraga di un viaggio durato solo sei mesi ed orfana di idee e progetti. E se con un occhio puntiamo al capitale interno, con l’altro è doveroso pensare già al prossimo Expo, Dubai 2020, passando dalla Turchia in Antalya “A Green Life for future Generations” nel 2016 e dal Kazakistan ad Astana 2017 “Future Energy” e poniamoci già oggi l’obiettivo di come portare il nostro know how, la nostra presenza, i nostri progetti, il made in Italy, che tutti ci invidiano, unita alla freschezza dei “portatori sani” di idee di noi Giovani.
SPECIALE
L’EXPO IN DATI 2 MILIONI i visitatori per la mostra “La Casa dell’identità italiana” 14 MILIONI gli spettatori per gli spettacoli dell’Albero della Vita 266 le alte cariche istituzionali italiane e straniere che hanno visitato Palazzo Italia, di questi 60 Capi di Stato e di Governo 16MILA gli incontri B2B, 50 i business forum, 400 i tavoli tematici settoriali 3500 le aziende italiane iscritte alla piattaforma EBM (Expo Business Matching) promossa dalla Camera di Commercio di Milano, Promos, Fiera Milano, Expo 2015 e PWC, nata per sviluppare le relazioni business con altri Paesi del mondo 500 i meeting organizzati grazie al progetto ICE “Expo is now” in collaborazione con Conferenza delle Regioni e Confindustria Diana Bracco, Commissario generale di Padiglione Italia, Presidente di Expo 2015 Spa e Vice Presidente di Confindustria per Ricerca e Innovazione: “Con la mostra dell’Identità Italiana e l’Albero della Vita l’Italia ha davvero fatto goal. Il nostro Albero, ideato da Marco Balich e realizzato da Orgoglio Brescia con il contributo di Pirelli e Coldiretti, è diventato un’icona mondiale. Una grandiosa costruzione simbolo del ritrovato Orgoglio italiano”.
FAB FOOD. LA FABBRICA DEL GUSTO ITALIANO. Fab Food è un percorso promosso da Confindustria per scoprire le sfide presenti e future dell’alimentazione sostenibile. Un viaggio nella filiera agroalimentare attraverso un’esperienza emozionante che ha coinvolto in modo creativo ma puntuale i visitatori di Expo 2015. Fab Food ha coinvolto un pubblico giovane con giochi e divertimento, in 10 tappe dove i visitatori sono stati invitati a partecipare, a scoprire, a imparare, in modo ludico, tutti i temi legati alla cultura alimentare italiana. Tra una giostra e l’altra gli spettatori si sono immersi nelle sfide globali della food safety e della food security, sperimentando cosa significa lavorare quotidianamente al miglioramento delle condizioni alimentari del pianeta. Parole d’ordine: osservazione, esplorazione, sperimentazione.
SPECIALE
FEED YOUR BUSINESS!
Per la sua V° edizione, il “Social2Business” sceglie il palco dell’Expo come location perfetta per l’ormai consolidato appuntamento annuale. Format inedito: incontri, sinergie d’affari, nuove opportunità e confronto con le delegazioni estere di Marzia Maiorano, Giovane Imprenditrice @marzy83
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nche quest’anno vogliamo far volare il business. Social2Business torna rinnovato con un format inedito e versatile: una vera e propria community dedicata al matching e al networking come acceleratore d’impresa e catalizzatore di opportunità di collaborazione, finanziamento e internazionalizzazione”. É entusiasta Emiliano Novelli, Presidente dei Giovani Imprenditori di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza, all’apertura della V° Edizione del Social2Business, manifestazione lanciata 5 anni fa dai GI di Assolombarda per creare opportunità per le imprese attraverso l’innovazione, le start up, lo scambio di idee. Un’ini-
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ziativa che in 5 anni ha messo in contatto tra di loro oltre 2 mila imprenditori (circa il 22 per cento di loro ha trovato fornitori, clienti o opportunità per sviluppare affari) e che nella sua quinta edizione, in Expo, ha visto la partecipazione di circa 400 giovani imprenditori, messi a confronto con 13 delegazioni di Paesi presenti con i propri padiglioni. “Per il quinto anno consecutivo abbiamo scelto di sfidare la crisi partendo dalla voglia di fare impresa, guardando all’innovazione e alla ricerca come motori propulsivi alla crescita e allo sviluppo - continua Novelli - Social2Business crede nel talento dei giovani, nella loro capacità di mettersi in gioco per cogliere le sfide del mercato”.
SPECIALE
Ripartire, mettere a sistema, collaborare con le istituzioni sono i punti chiave del Social2Business, che ha preso il via il 9 ottobre scorso con l’intervento del Vice Direttore Generale Assessorato Attività Produttive Ricerca e Innovazione delle Regione Lombardia A. De Crinito: “La Regione Lombardia conta 13 università, 400 centri ricerca e 800.000 imprese, siamo in perfetta sintonia e voi andate avanti come un treno!” . Milano è la patria del Social2Business e l’Assessore alle politiche per il Lavoro, Sviluppo economico, Università e Ricerca del Comune di Milano Cristina Tajani è tra le maggiori sostenitrici: “E’ un momento importante di networking per i giovani imprenditori e per respirare nuove idee, in sintonia con le
politiche di sviluppo economico intraprese dal Comune. Milano e Lombardia sono un terreno fertile per l’imprenditorialità. Fare rete e sistema tra istituzioni pubbliche e ceti produttivi è la strategia giusta per vincere la sfida della competitività e sostenibilità!” Una sfida che i giovani vogliono vincere anche con l’entusiasmo e la voglia di fare. Il 9 ottobre 2015 è, anche, il battesimo dell’App “My meeting”: gli imprenditori potranno continuare il networking on web. In Expo, in gruppi di 20, gli imprenditori hanno visitato i padiglioni dei vari Paesi, per confrontarsi su quali esperienze di business si possono sviluppare. E proprio tra i padiglioni di Expo, Social2Business ha voluto lanciare la
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sua applicazione per smartphone e tablet, che consente ai partecipanti e gli imprenditori di incontrarsi in una piazza virtuale per scambiarsi i contatti, e confrontarsi su idee e progetti anche una volta conclusa la manifestazione. Una novità fortemente voluta per aggiungere valore a un progetto che – come sottolinea il Vice Presidente all’Innovazione e Internazionalizzazione GI Giacomo Gellini – è una sintesi perfetta e conferma di un evento che ha tutto dell’Internazionalizzazione, del Social e dell’Innovazione”. Ne è convinto anche Il Presidente Marco Gay, che dice ai giornalisti: “Oggi è un‘occasione unica, in un giorno si gira il mondo, ed è una buona strategia per internazionalizzare le nostre aziende e non solo, si mostra come gli imprenditori italiani si mettono in gioco!” Tra i padiglioni dell’Expo, i 400 partecipanti del Social 2Business hanno giocato la loro partita fatta di B2B, dialoghi, condivisioni, incontri con i Commissari delle Delegazioni Estere e lo scambio di bigliettini da visita. Il risultato finale è un successo fatto di relazioni, progetti avviati, sogni condivisi. Come è stato possibile creare tutto
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questo? Visione chiara e di lungo periodo, squadra e valori forti; è la risposta degli organizzatori del S2B. Una ricetta semplice ma efficace. “Noi siamo quelli che non si vogliono arrendere, siamo Giovani Imprenditori con la “Faccia da Business!”. Il motto dei GI di Assolombarda è anche la risposta concreta alle nuove regole del gioco competitivo. Il Social 2 Business è il trampolino di lancio per l’Internazionalizzazione delle eccellenze imprenditoriali dell’Italia. E’ il punto di contatto con le forze creative e produttive del Paese: Università, Ricercatori, Istituzioni, Investitori per svelare la consapevolezza celata di una integrazione doverosa e necessaria degli attori economici. E’ il luogo in cui la tecnologia diventa la fondamentale componente per allargare gli orizzonti. E’ la culla del Networking: crea opportunità di incontro, di rincontrarsi e reinventarsi attraverso il web. E’ il viaggio, dove ci incontriamo, ci si guardia, ci si ascolta, ci si parla e si sviluppiamo idee, stringono accordi e si da vita a nuove imprese. É il terreno fertile nel quale far cadere le migliori idee.
SPECIALE
PILLOLE DAI DESK . . . TRA I PADIGLIONI Angola: “Concreto e stimolante” per Deborah Garetto, Vice Presidente Giovani Imprenditori Piemonte. E’ la storia di un Paese che cresce, con più fibra ottica dell’Italia, con solo il 3% della superfice coltivata. Qui si sente la mancanza dell’imprenditoria italiana e gli industriali nostrani rispondo all’appello, pronti a valutare le opportunità. S2B porta sull’Africa! Palazzo Italia Valeria Caggiula Carli, Consigliere Giovani Imprenditori di Assolombarda: “Un’esperienza di connessione e rinnovato entusiasmo”. E Lara Botta, Vice Presidente, aggiunge: “l’atmosfera conviviale rende l’evento memorabile!”. S2B è informazione! Colombia “Looking, expanging horizone, work togheter, Social2Business develops those relationships, the internationalization is not easy. Social2business is incredible!”, Carolina Monsalve Direttore per gli Investimenti in Colombia conferma così la propria partecipazione. SkyTG24 torna a verificare sapientemente il “dopo S2B” e proprio da questo desk scaturisce un secondo incontro di approfondimento per la distribuzione di un Energy Drink colombiano in Italia e le cose lasciano ben sperare ai distributori italiani. S2B è incredibile! Romania Focus sull’IT, l’automotive e l’agroalimentare, con l’ICE emerge la possibilità di sinergie e opportunità di business. “Calorosa ospitalità, cosi si respira la vera essenza di Social2Business: incontri d’affari e opportunità di business in un clima rilassato e informale!” con queste parole Luca Fontana, Consigliere Giovani Imprenditori Assolombarda, sigilla l’alleanza con il padiglione. S2B è sinergia!
Mozambico Si discute di internazionalizzazione, gli imprenditori vagliano le grandi opportunità di business, scoprono le nuove modalità di accesso al mercato mozambicano e le strategie vincenti di investimento. S2B è accesso al mercato! Brasile Per il settore arredo, Paul Renda, Consigliere Giovani Imprenditori di Assolombarda, condivide i trend, il Gruppo Artemide informa sulle strategie di sviluppo e penetrazione nei mercati. Competenze ed eccellenze sedute al tavolo: i vertici di Bassano Arredamenti, Chateau D’Ax, Valli Arredo Bagno e poi istituzioni importanti, come i rappresentanti del Consolato Generale del Brasile e della Camera di Commercio Italo Brasiliana. S2B è strategia per lo sviluppo! Nepal Paese con grande potenziale, che aspetta di essere scoperto e imprenditori desiderosi di visitarlo. Gabriele Lippolis, Presidente Giovani Imprenditori Brindisi” Cconoscere e farsi conoscere funziona!”. S2B è mettersi in gioco! Israele Dalla ricerca all’impresa: i modelli di trasferimento tecnologico nel settore delle Life Science a confronto. Le best practise della “Startup Nation”, le eccellenze italiane e il cluster regionale Scienze della vita. S2B è ricerca! Unione Europea Si parla di fashion ed industrie creative. Alessandra Guffanti, Presidente Gruppo Giovani Sistema Moda Italia, introduce il concetto di “Bello e Ben fatto”, guida l’interazione e mostra le opportunità sostenibili della retail chain. S2B è qualità!
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“LA RIPRESA? SIAMO ANCORA IN TEMPO”
Intervista a Francesco Saraceno, docente della Luiss School of European political economy ed economista del prestigioso Observatoire Francais des conjonctures économiques (OFCE)
di Angela Valente, Segreteria Nazionale GI
Il ruolo delle politiche fiscali e monetarie nell’era della crisi, i passi falsi commessi, le strategie possibili per aggiustare il tiro. Francesco Saraceno, spiega cosa ha affossato la nostra economia, “trasformandola nell’uomo malato dell’economia mondiale”. E quali sono le strade per la ripresa. La grave crisi che ha colpito le nostre economie dal crack di Lehman Brothers in poi pesa ancora. In che modo secondo Lei l’Europa e le istituzioni europee avrebbero potuto arginarne gli effetti? La gestione della crisi dal 2010 in poi è stata un susseguirsi di errori di politica e di politica economica, perché si è tardato a riconoscere la crisi per quello che era. Non si è trattato di una crisi da imputare alla mancanza di disciplina di alcuni Governi, come ad esempio si era ipotizzato all’inizio per la Grecia, quanto piuttosto di una crisi di competitività dovuta a divergenze antiche ed emerse nel 2010. A causa di questo ritardo nel riconoscimento delle cause, le ricette messe in atto per la risoluzione della crisi sono state un susseguirsi di errori. L’austerità generalizzata ha penalizzato più i paesi del sud che quelli del nord, aumentando ulteriormente le divergenze che avevano causato i problemi. Tuttavia, sono state soprattutto le politiche restrittive globali europee ad aver impedito la ripresa economica. Trattandosi di un problema di divergenze e squilibri, la crisi doveva essere affrontata con misure differenti: mentre i paesi del sud riducevano la spesa pubblica e privata, e di conseguenza anche l’indebitamento, quelli del nord avrebbero dovuto aumentare la spesa sostenendo l’economia nel suo complesso e facilitando il processo di aggiustamento. Tutta-
via, si è deciso di ridurre la spesa per tutti e quindi l’aggiustamento dei paesi del sud non solo non è stato facilitato dal comportamento dei nostri partner, ma è stato reso più difficile e doloroso. Risultato: dal 2007 l’Europa ha conosciuto non una ma due o anche due recessioni e mezzo. Alla luce di quanto è accaduto, sono estremamente critico sulla situazione perché non solo si è tardato a comprendere il problema ma la soluzione proposta fatta di austerità e consolidamento fiscale e generalizzato per tutti i paesi (dalla Germania alla Finlandia, dalla Grecia e alla Spagna) non ha fatto altro che affossare la nostra economia, trasformandola nell’uomo malato dell’economia mondiale. C’è ancora tempo per invertire la rotta? In teoria sì ed è per questo che confesso di aver guardato con molto interesse e speranza alla breve esperienza di Tsipras, perché avrebbe potuto essere un grimaldello utile a cambiare queste politiche. E purtroppo qui sento di dover accusare i governi del nostro Paese e della Francia in particolare, perché avrebbero dovuto sostenere maggiormente il suo sforzo, non tanto perché ideologicamente affini (parlare di destra o sinistra in questo contesto non è per nulla interessante), ma perché Tsipras portava avanti l’idea di provare a cambiare la politica europea dall’interno. La Grecia non avrebbe mai potuto vincere da sola questa battaglia, ma se Francia e Italia si fossero mosse in suo aiuto, probabilmente il dibattito di politica economica avrebbe preso una strada diversa. Questi ultimi 6 mesi sono stati dunque una delusione; non tanto a causa della Grecia ma per il comportamento degli altri paesi e in particolare la Francia e poi l’Italia.
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Quali sono stati secondo lei gli elementi più importanti di questa ricetta. Ritiene siano applicabili anche in Europa? Questa domanda mi consente di riallacciarmi alla risposta precedente. Gli Stati Uniti hanno avuto una crisi che nel 2008-9 come impatto è stata sicuramente più forte di quella europea. Tuttavia, gli Stati Uniti ne sono usciti prima di noi e piuttosto bene. Il motivo è sia istituzionale che ideologico-politico. Istituzionalmente gli USA sono un sistema federale in cui c’è un governo centrale capace di assorbire gli squilibri tra le diverse regioni. In occasione di divergenze tra gli Stati americani è infatti grazie all’esistenza di un bilancio federale che queste sono compensate e riportate entro i livelli fisiologici. La seconda questione è che la manovra di politica espansiva americana, sia monetaria che fiscale, è stata molto aggressiva e pari al 5 o 6 % del PIL. Nello stesso periodo in Europa abbiamo invece optato per una manovra restrittiva: a partire dal 2010 piuttosto che espansione abbiamo fatto restrizione. Pertanto, se da un lato esiste un fattore istituzionale è pur vero che dall’altro c’è stato il rifiuto da parte della leadership europea di fare i conti con la mancanza di un Stato federale e di sopperire a questa condizione coordinandosi in politiche differenziate utilizzate per ottenere un risultato globale pari a quello che avremmo avuto se fossimo stati gli Stati uniti di Europa. Ad oggi, possiamo osservare che le ricette per risolvere la crisi europea purtroppo non sono state seguite e questo spiega gran parte della divergenza esistente, molto più di una fantomatica flessibilità di mercato. L’Italia in questi anni si è salvata anche grazie alla forza delle sue esportazioni. Qualche timido segnale dal mercato interno inizia a manifestarsi, aumento delle immatricolazioni, ad esempio. O gli acquisti di beni strumentali, che nel primo semestre del 2015 sono saliti del 2,5% come segnala il CSC. Per aiutare la ripresa e dargli forza propulsiva quali sono secondo lei le riforme più urgenti? In effetti tutta la zona euro, in qualche modo, ha rinunciato a basarsi sulla domanda interna e sul mercato interno per rilanciare l’economia e ha provato invece a basarsi sulle esportazioni. Questo spiega il perché di una ripresa così anemica: le economie emergenti sono in difficoltà, la crescita degli USA non riesce a trainare come in passato e le nostre esportazioni di conseguenza non riescono a tirarci fori dai guai. Ed è assolutamente vero il dato riportato di una timida ripresa della domanda interna. Si tratta di una buona notizia ma a due condizioni:
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che la domanda interna non aumenti solo nei paesi periferici in crisi, ma che aumenti anche nei paesi del centro. In un articolo pubblicato pochi giorni fa su LaVoce, Francesco Daveri notava come in Italia ci sia un problema di offerta: la domanda aumenta e con essa aumentano le nostre esportazioni. Il primo punto è dunque che la ripresa della domanda interna si consolidi a livello europeo per tutti i paesi. Affinché ciò accada però è necessaria l’espansione della domanda interna in Germania, con l’aumento dei salari e nuove politiche espansive fiscali. Cosa possiamo fare internamente in Italia? Lavorare sui veri punti di debolezza del paese. Non posso che pensare all’inefficacia del nostro settore pubblico come a un fattore di forte criticità. La nostra spesa pubblica non incide in maniera enorme o scandalosa sul nostro PIL; è scandaloso l’uso che se ne fa. L’inefficienza della Pubblica Amministrazione ha un peso enorme sulla fiducia e sulla domanda di imprese e consumatori. E poi penso alla giustizia, alla corruzione. Ebbene, è il Governo che dovrebbe lavorare sul recupero dell’efficacia del settore pubblico con la lotta seria all’evasione e soprattutto con l’efficientamento della spesa. I costi della spesa pubblica per costruire le autostrade, i costi della burocrazia e i tempi della giustizia vanno ridotte. C’è troppo spreco in Italia, al di là della corruzione. Questo vuol dire che i tagli di spesa devono essere estremamente selettivi, senza necessariamente incidere sul total ma piuttosto ridistribbuendo dove è più necessario. Tagliare le risorse alla giustizia ad esempio oggi equivarrebbe ad un atto criminale. Il Governo ha annunciato l’intenzione di ridurre le tasse sulle imprese. Con i vincoli di bilancio imposti dall’Europa sarà possibile mettere mano alle tasse che strozzano la nostra economia senza intervenire con drastici tagli? La risposta secca è no. E’ una pia illusione pensare che questa riduzione delle tasse si finanzi con un aumento
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della crescita. Non sarà così. La riduzione delle tasse porterà a dei tagli e il problema che ne consegue è politico: capire cosa si taglia e a chi si taglia. Consentitemi però una piccola nota di disaccordo sulla parola “strozzano”. La nostra impostazione fiscale oggi non è anormale, piuttosto è anormale l’uso che si fa delle risorse. La società civile, i sindacati e tutti gli attori economici come gli imprenditori hanno sicuramente il diritto di pretendere non già minori tasse, bensì un uso migliore dei propri soldi. Se i soldi spesi in tasse dalle nostre imprese fossero utilizzati in maniera corretta ed efficiente, i vantaggi in termini di competitività e produttività del nostro sistema paese potrebbero più che compensare. Quanto al tema dei margini, posso affermare che attualmente non ci sono e che pertanto saranno necessari i tagli. La Commissione Europea il 1 settembre ha fatto sapere in maniera più o meno diretta che usare i pochi margini tuttora esistenti nel bilancio pubblico italiano per ridurre le tasse sulla casa, dal punto di vista dell’efficienza economica, non è una buona idea; il Fondo Monetario e l’OCSE hanno recentemente prodotto una ricerca che raggiunge le stesse conclusioni. Sarebbe molto più efficace per far ripartire la crescita concentrare gli sforzi sulla riduzione delle tasse sul lavoro, dei lavoratori e delle imprese. Occorre ridurre sia il cuneo fiscale che la tassazione sul lavoro. Quali gli effetti attesi più immediati? Riducendo il cuneo fiscale si rendono le imprese più competitive. Abbassare la tassazione sul lavoro permette invece di aumentare il reddito disponibile e far salire i consumi. Ancora una volta penso che se fossi il Ministro dell’Economia userei qualunque briciola di soldi rimediata grazie ai tagli e alla flessibilità concessa dall’Europa per agire su queste due leve: potere d’acquisto e riduzione del cuneo fiscale. Questo è importante anche per quanto riguarda il passato. Il bonus Irpef introdotto dal Governo Renzi con i famosi 80 euro ad esempio, pur essendo stata un’ottima operazione di comunicazione po-
litica, dal punto di vista macro-ecomico è stato un buco nell’acqua. Una sorta di sasso gettato in uno stagno, che peraltro non si muoveva e che piuttosto che essere utilizzati per aumentare la spesa e far ripartire la spesa, sono stati assorbiti dalle famiglie per ripagare debiti e così via. Per favorire la ripresa economica in generale abbiamo bisogno di un contesto favorevole, dato sia dalla riduzione dei costi per le imprese che dall’aumento della spesa delle famiglie. A tale scopo, sono necessarie: la sicurezza sul lavoro e la sicurezza sulla perennità della riduzione sulle tasse. Ridurre le tasse sulla casa non può facilitare la ripresa economica. Per concludere, la riduzione tasse dovrà concentrarsi sul lavoro: da una parte il lavoratore e dall’altra l’impresa. Che futuro industriale deve aspettarsi il nostro Paese? Il nuovo manifatturiero fatto di sapere artigianale e tecnologie applicate riuscirà a garantire al nostro Paese il benessere e la ricchezza del passato? Sento di poter rispondere con un po’di ottimismo a questa domanda. L’Italia è un Paese di eccellenze, con grande capacità di innovazione. Con tutti i pesi che gravano sull’economia europea, e su quella italiana in particolare, soprattutto le PMI (per la grandi imprese il giudizio è differente) sono sempre riuscite a reinventarsi. Non ho dubbi che se l’Europa in primis e l’Italia in secondo luogo riusciranno a darsi una governance, un’efficienza normativa e di azione pubblica sufficienti, il sistema paese sarà in grado di reinventarsi e orientarsi verso la crescita del futuro. E non ho alcun dubbio che qualunque sarà il settore che trainerà la crescita da qui ai prossimi 20 anni, le imprese italiane saranno in grado di essere competitive e in grado di porsi al vertice. Sono a conoscenza degli attuali dibattiti sui distretti industriali, della critica mossa ad alcuni settori in cui l’Italia si è un po’attardata e credo che sicuramente sì, c’è da ripensare il sistema Paese e la politica industriale; ma non ho dubbi che questo accadrà quando il contesto sarà favorevole. Sono certo, infine, che le PMI in un contesto più favorevole troveranno la loro strada anche in un mondo diverso. Si parla oggi di sapere artigianale, tecnologia applicata: argomenti che in qualche modo ci vedranno protagonisti in futuro ma a patto che il contesto europeo e l’Italia stessa lo consentano.
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DISCOVERY ALBANIA Un viaggio di mille miglia comincia sempre con il primo passo Lao Tzu
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osì è iniziato anche il breve viaggio della delegazione GI alla scoperta delle opportunità che può offrire la vicina Albania. Un Paese con le dimensioni di territorio e popolazione paragonabile ad una nostra Regione, con un tasso di crescita economica positivo che di anno in anno si sta riconfermando ed in pieno corso di riforme legislative e strutturali. Dopo la presentazione della realtà albanese durante l’ultimo Convegno di Santa
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di Stefania Zuccolotto, Responsabile Policy e Convegni @StefaniaZucc
Margherita e l’invito da parte del Primo Ministro albanese Edy Rama, lo scorso settembre circa venti Giovani Imprenditori rappresentanti di diversi settori e aree italiane sono partiti alla volta di Tirana. Alcuni hanno attività già avviate con il Paese, altri erano alla prima esperienza, ma tutti accomunati dalla curiosità di approfondire i tanti spunti offerti durante lo speech di giugno. Sono state tre giornate intense di incontri formali ed informali con molti interlocutori istituzionali e imprenditori; hanno contri-
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buito a fornire un quadro abbastanza esaustivo di cosa possa spingere o meno imprenditori italiani ad investire nel Paese. Sia nella parte organizzativa di preparazione alla visita, sia durante tutta la permanenza, la delegazione GI è stata affiancata dalla Presidente dell’Unione delle Camere di Commercio e dell’Industria albanese, Ines Muçostepa, fresca di nomina. Grazie al suo aiuto ed alla sua disponibilità, si è scoperta un’Albania in sviluppo e con voglia di crescere, senza però perdere la propria identità. L’Italia da sempre, anche per ragioni geografiche e culturali, è uno dei partner maggiormente attivi nel paese, sia in termini di importazioni che di esportazioni. Un aspetto che sicuramente può facilitare le aziende nazionali a trovare un ecosistema già ben predisposto ad accoglierle. Molte le agevolazioni agli investimenti stranieri, purché fatti non con l’ottica “della conquista”, ma con l’intento di lavorare assieme per sviluppare il paese e permettergli di crescere garantendo delle opportunità ai
giovani che, dopo aver fatto spesso esperienze presso Università estere, tornano in patria. Consapevoli che per attrarre capitali e imprese estere è necessario garantire un sistema di regole certe ed in cui la giustizia non sia merce di scambio, al fine di promuovere la competitività e favorire l’internazionalizzazione del paese attraendo nuovi investimenti, forti azioni si stanno mettendo in atto sul fronte della difesa della legalità e della trasparenza, per far emergere l”’economia informale”, ridurre la burocrazia e contribuire alla creazione di infrastrutture fisiche e digitali. In molti incontri, per rappresentare lo stato attuale dell’economia albanese, il paragone ricorrente era quello di un paese simile all’Italia degli anni ’60 per voglia di fare e di integrarsi, che offre molte opportunità principalmente nei settori del turismo, dell’edilizia, delle infrastrutture, dell’energia e del digitale. Le diverse testimonianze ascoltate durante la Missione imprenditoriale hanno dato modo di ottenere una visione d’insieme della
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Nazione, sottolineando i fattori attrattivi, ma allo stesso tempo altri di debolezza. L’Ambasciatore della Repubblica italiana Massimo Gaiani ha permesso di dare un quadro chiaro dei dei cambiamenti in atto nel paese. Ha inoltre presentato i vari servizi messi a disposizione da parte dell’Ambasciata e dei vari partner locali a sostegno di un potenziale investitore estero sia nell’analisi preventiva di settore e sia per quanto riguarda il supporto nella fase di avvio di un’attività economica in Albania. La vicinanza all’Italia, il basso costo del lavoro, la tassazione favorevole, la diffusione della lingua italiana sono solo alcuni degli aspetti che possono rendere interessante per un imprenditore italiano considerare l’Albania come luogo in cui sviluppare o implementare il proprio business, senza ovviamente perdere la consapevolezza di quelle che possono essere le difficoltà burocratiche e strutturali di un paese in pieno processo di rinnovamento. L’incontro con il Ministro dello Sviluppo Economico, turismo, commercio e imprenditoria, Arben Ahmetaj, si è focalizzato sull’illustrazione dell’economia albanese, sul trend di crescita e su quali siano i settori su cui maggiormente stanno puntando per valorizzare le potenzialità
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dell’Albania. Non sono mancati gli approfondimenti sugli incentivi messi a disposizione per incoraggiare l’apertura di nuove attività imprenditoriali. Tanti gli esempi a partire dalle agevolazioni sui terreni alle possibilità di finanziamento, dagli incentivi fiscali alle garanzie di infrastrutture che permettono ad un’azienda di lavorare. Sul fronte imprese, molto interessante l’opportunità di vedere delle realtà avviate nei dintorni di Tirana ed in forte crescita quali Eurolab International Group, eccellenza nel campo della distribuzione logistica prevalentemente di prodotti alimentari di alta qualità, molti dei quali di produzione italiana, ed il polo logistico di Balfin Group. Diversa l’esperienza di Agroal International nel settore lattiero caseario, che sta vedendo una rinascita grazie all’acquisizione da parte di un gruppo bancario che ha creduto nel valore del progetto industriale. Infine la conoscenza dell’azienda ospedaliera privata Salus, realtà d’eccellenza nel campo medico locale. Altrettanto interessante l’incontro con la delegazione di Giovani Imprenditori albanesi, anch’essi appartenenti al G20, con i quali si è potuto, nel tipico spirito GI, facilmente creare un dialogo ed un confronto con scambio di esperienze. Questo mo-
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mento di conoscenza ha permesso di scoprire tanti punti in comune con quella che è l’esperienza del fare impresa che ogni GI quotidianamente vive nella propria realtà. Mezza giornata è stata dedicata ad un vero e proprio convegno in cui, dopo i saluti da parte delle diverse Autorità, è stata fatta una panoramica sull’economia albanese. Sono stati invitati a confrontarsi esponenti del mondo imprenditoriale, delle istituzioni e di possibili partner qualificati del settore bancario e legale sulle opportunità e le prospettive di crescita rispettivamente dei settori legati in una prima tavola rotonda all’edilizia, energia e meccanica, mentre in una seconda al turismo, alla salute ed all’alimentare. In questo modo è stato fornito un quadro quanto più completo ed esaustivo su cosa significhi fare impresa nel Paese. Non è infine mancata la possibilità di confrontarsi, sia durante il convegno sia durante la cena di gala organizzata presso il Palazzo delle Brigade, con il Primo Ministro Edy Rama. In qualità di perfetto padrone di casa ha accolto l’intera delegazione sottolineando come l’Albania abbia intrapreso un percorso di riforme volte a renderla interessante e competitiva nel panorama internazionale
e che l’Italia, definita molto simile per valori e storia, sarebbe il partner privilegiato per lavorare assieme che può trovare nell’Albania un punto di ingresso verso il mondo dei Balcani. Il dinamismo di una Paese si può interpretare anche dal dinamismo della propria classe politica e delle istituzioni. L’attenzione riservata alla Delegazione GI è stata sinonimo di una voglia di aprirsi al di fuori dei confini locali e di non perdere opportunità qualsiasi di crescita per il proprio Stato. Questo viaggio sicuramente non si può considerare esaustivo per poter dire di conoscere l’Albania, ma sicuramente ha permesso di far percepire molti aspetti di attrazione che in futuro potranno essere approfonditi. L’entusiasmo di chi vuole crescere e contribuire a sviluppare il proprio Paese è contagioso e, senza creare illusioni di aver di fronte un mondo perfetto, ha fornito molti spunti interessanti che potranno essere approfonditi in una successiva visita come delegazione o individuale. E se è vero che ogni viaggio inizia con un primo passo, questo sembra essere stato davvero un buon inizio.
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PENSARE DIGITALE
Intervista a Antonio Deruda, consulente e docente di marketing digitale e comunicazione internazionale, tra i relatori del secondo modulo di Altascuola, edizione 2015-2016 di Tayla Tagliaferro, Comitato di Redazione Quale Impresa @Tayla76
Sviluppa strategie 2.0 per imprese e organizzazioni pubbliche, insegna in diversi master universitari e tiene corsi di formazione per aziende, ha scritto libri come “Diplomazia Digitale” e “The Digital Diplomacy Handbook. Nel suo intervento, a Roma, Antonio Deruda ha coinvolto i GI con un dibattito sul modo in cui i Social media hanno trasformato le nostre vite, dalla gestione delle relazioni personali alle modalità di acquisto di prodotti, e su come le imprese possono tenere il passo. Qual è oggi lo stato della rivoluzione digitale in Italia? È una rivoluzione ancora incompiuta da un punto di vista infrastrutturale, ma segnata da alcuni passaggi sociologici fondamentali. Il primo è la moltiplicazione e personalizzazione dei media, ovvero la tendenza delle persone a informarsi su più piattaforme e a comporre i propri palinsesti personali. Il secondo è il boom della fruizione di servizi e informazioni da dispositivi mobili. Infine c’è l’evoluzione della gerarchia delle fonti d’informazione, che vede i social media, in particolare Facebook, al primo posto tra gli under 30, prima della televisione. C’è grande enfasi sull’importanza del marketing e della comunicazione digitale, eppure numerose aziende e organizzazioni ancora faticano ad adattarsi e a cambiare il proprio approccio. Quale può essere la giusta strada per sfruttare al meglio le nuove tecnologie? Credo che ogni azienda debba trovare la propria strada. Non esistono approcci standard in grado di dare risultati positivi in ogni contesto. Va detto però che un elemento si ritrova spesso nelle storie di successo di chi è riuscito a sfruttare al meglio le nuove tecnologie. È quello che potremmo definire “pensare digitale”, ovvero fare in modo che le nuove tecnologie possano permeare tutti i processi aziendali, dal design alla realizzazione dei prodotti, dalle scelte di marketing basate sulla digital business intelligence alla gestione di tutta la fase “after sales” incentrata sull’obiettivo di costruire un nuovo rapporto con i clienti.
Come si scelgono gli strumenti più adatti all’azienda o al prodotto che vogliamo promuovere? La scelta degli strumenti è importante, ma dovrebbe essere l’ultimo passo di un percorso strategico. Troppo spesso continuo a vedere organizzazioni che decidono di utilizzare il web sull’onda di facili entusiasmi, usando nuovi strumenti, entrando in nuove piattaforme e seguendo nuove tendenze. Pur essendo consapevole delle grandi opportunità del digitale, io di solito suggerisco un approccio molto cauto in cui la scelta di creare un’app, avviare un blog o aprire un account sui social media è la decisione che arriva alla fine, solo dopo aver studiato il mercato e il posizionamento dell’azienda, analizzato cosa fanno i concorrenti, chiariti gli obiettivi strategici, definito il budget e le risorse umane a disposizione e valutate le reali capacità di creare contenuti di valore e di stabilire un rapporto interattivo con la comunità. Senza questo percorso, il rischio è di ritrovarsi fermi in un vicolo cieco appena vengono meno gli entusiasmi iniziali. Come si superano i timori di chi vede nel web e soprattutto nei Social media un rischio per la reputazione della propria azienda? Basterebbe riflettere sul fatto che se l’azienda non è presente in modo strategico sul web o non utilizza i social media, questo non implica che le persone non parleranno del brand o che l’azienda non possa comunque diventare bersaglio di critiche. Oggi la reputazione si costruisce e si difende sempre di più sulle piattaforme online. Aver paura di esserci o, peggio ancora, pensare di potersi nascondere, è un approccio sbagliato e controproducente. Uno degli elementi che influenza maggiormente la percezione che le persone hanno delle aziende è proprio il modo in cui queste usano il web, se e come rispondono agli utenti, soprattutto quelli che si lamentano. Alla fine quindi potremmo rigirare il concetto della domanda: come faccio a gestire i rischi di non essere presente online in modo strategico?
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Quali sono le nuove figure professionali che possono aiutare le aziende in un percorso di evoluzione digitale? Oggi per fortuna vedo maggiore consapevolezza e attenzione per il ruolo di chi è chiamato a gestire la comunicazione online delle aziende, ovvero il canale che può portare una grande esposizione mediatica, nel bene e nel male. Dall’altro lato c’è ancora però in questo settore tanta superficialità e improvvisazione. Io consiglio sempre di usare un filtro ben preciso per capire se l’azienda si sta affidando alle persone giuste: il bravo professionista del digitale è colui che vi parlerà soprattutto di contenuti e solo in un secondo momento di strumenti. L’export sta assumendo un peso sempre più rilevante per i fatturati delle imprese italiane. In che modo il marketing digitale può aiutare l‘espansione sui mercati esteri? Questo è un tema strategico sul quale personalmente sto lavorando molto negli ultimi anni per sensibilizzare le aziende italiane. Il tempo della presenza disordinata alle fiere e del campionario dei prodotti in inglese maccheronico dovremmo lasciarcelo alle spalle il prima possibile. Il brand Made in Italy piace molto all’estero, ma non è più
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sufficiente da solo a trainare l’export delle nostre aziende, che hanno bisogno di dotarsi di una comunicazione efficace e strutturata per penetrare nei nuovi mercati. Questo dovrebbe essere fatto a livello di singola azienda, ma soprattutto a un livello superiore, che preveda reti di imprese e collaborazioni con partner di rilievo. Il progetto Made in Italy di Google, sviluppato con Unioncamere, potrebbe ad esempio essere un’ispirazione per future iniziative. Si parla spesso dell’importanza strategica dei dati. Come si possono coniugare le metriche del mondo digitale con quelle del business di un’azienda? Una risposta esaustiva a questa domanda la stanno cercando praticamente tutte le aziende del mondo, sia quelle più mature da un punto di vista di innovazione tecnologica che quelle in fase sperimentale. Tutte cercano di capire e misurare i benefici del marketing digitale. Senza dubbio, rispetto al passato, le nuove piattaforme digitali ci permettono di misurare in modo esatto e in tempo reale le campagne di comunicazione, offrendoci l’opportunità di adattare continuamente contenuti, target e budget per migliorare le performance. Il collegamento di queste performance con i dati di business rimane però un territorio
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difficile da esplorare, anche perché il digitale ha portato un profondo mutamento nel percorso che porta il consumatore all’acquisto. L’attività di monitoraggio della Rete è fondamentale per le aziende. Come stanno evolvendo le tecniche e gli strumenti? Il monitoraggio dovrebbe essere la prima fase della costruzione o revisione di ogni strategia digitale. Occorre sempre partire dall’analisi di cosa le persone dicono della nostra azienda e dei nostri prodotti, della percezione che hanno e del grado di coinvolgimento che l’azienda ispira. Oggi gli strumenti di monitoraggio hanno raggiunto una straordinaria capacità di penetrare il web e di restituirci enormi quantità di dati attraverso filtri che ne facilitano la lettura. Molti di questi strumenti sono ormai accessibili a prezzi non troppo elevati, per non parlare di alcuni software online gratuiti, che per alcune piccole aziende a budget limitato potrebbero comunque risultare utili. Un terreno sul quale le aziende che fanno monitoraggio si stanno dando grossa battaglia è quello dell’analisi accurata del sentimento. È lì che nei prossimi anni assisteremo alle principali evoluzioni.
Quale dovrebbe essere il ruolo dell’imprenditore in una società sempre più disintermediata, in cui le nuove piattaforme danno vita a relazioni interattive tra aziende e consumatori? La figura dell’imprenditore è sempre stata un elemento fondamentale per la costruzione della reputazione di un’azienda. Questo legame negli ultimi anni si è rafforzato ulteriormente anche a causa della spinta della Rete, che ha rimodulato i ruoli e le tradizionali distanze gerarchiche. Oggi ci sono amministratori delegati che intervengono in prima persona per rispondere ai consumatori o che si espongono sui social media per fronteggiare crisi di comunicazione. Negli Stati Uniti si è in parte consolidato il fenomeno dei cosiddetti “social CEO”, amministratori che usano il web e i social per promuovere la reputazione della propria azienda. Seguendo questa scia, credo che anche i nostri imprenditori debbano essere preparati a saper gestire la comunicazione in prima persona, in modo autentico e senza intermediazioni.
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THE NATIONAL DAY OF PALESTINE
Il 19 settembre la Palestina ha celebrato in Expo la propria festa nazionale tra musica e danze popolari
di Anna Amuro, Giovane Imprenditrice @annayellow46
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a cerimonia ufficiale del National Day Palestinese è stata un susseguirsi di musica e danze popolari rappresentative del folklore arabo-palestinese. E i Giovani Imprenditori di Confindustria non potevano mancare. lla guidare la delegazione il Vice Primo Ministro Ziad Abu Amr che ha ringraziato il governo italiano per la calda accoglienza ed espresso la propria felicità per la partecipazione della Palestina ad Expo Milano accanto ad altri 148 Paesi e organizzazioni. L’auspicio di una maggiore conoscenza internazionale della Palestina a livello mondiale e della sua cultura, troppo spesso eclissata a causa del conflitto con Israele, risuona forte nel discorso d’apertura del Vice Primo Ministro. Durante il pomeriggio ha avuto luogo l’incontro con la delegazione palestinese a cui hanno partecipato il Console Generale d’Italia Davide La Cecilia, il Ministro della National Economy Abeer Odeh, il Presidente ICE Riccardo Monti, il Chairman di Paltrade Ibrahim Barham, il CEO Paltrade Hanan Taha, l’AD di Environment Park Davide Canavesio, il Chairman Bank of Palestine Hashim Al Shawa e il nostro Presidente Giovani Imprenditori Confindustria Marco Gay. Nel suo
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intervento, il Presidente Gay ha voluto sottolineare il valore di Expo come fondamentale punto di incontro per nuove cooperazioni e joint venture con tutto il mondo. Riprendendo quanto detto dai precedenti speakers, ha evidenziato le potenzialità di collaborazione con le aziende palestinesi che sono prevalentemente piccole imprese, così come il 90% delle imprese italiane. La volontà dei Giovani Imprenditori di Confindustria è quella di lavorare con le aziende esistenti e di creare al tempo stesso nuove start up che portino innovazione, ricerca e sviluppo delle nostre aziende e del territorio, così come di quelle palestinesi. I Giovani Imprenditori desiderano fortemente trovare nuove strade per collaborare con paesi di tutto il mondo promuovendo missioni aziendali all’estero ed accogliendo al tempo stesso qualunque paese desideri visitare le imprese italiane. Il Presidente ha concluso con la promessa di una mission in Palestina da parte dei Giovani Imprenditori di Confindustria per conoscere e visitare le aziende palestinesi affinché l’incontro in Expo in onore del National Day della Palestina sia solo l’inizio di una duratura e fruttuosa collaborazione.
PRIMO PIANO
#ITALYFRONTIERS: OLTRE I LIMITI IMPRENDITORIALI
Le frontiere possono essere limiti o orizzonti: per noi sono opportunità. Sono le frontiere dell’innovazione, dell’internazionalizzazione, della crescita dimensionale ed economica delle imprese. Sono le frontiere che vogliamo aiutare a superare, per avere successo di Alessio Rossi Vice Presidente Sviluppo economico e Startup @alessio_rss
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talyFrontiers è la piattaforma istituzionale promossa da Giovani Imprenditori di Confindustria, Ministero dello Sviluppo Economico, Unioncamere e InfoCamere che sostiene l’eccellenza italiana. Utile per valorizzare e dare visibilità internazionale alle 4800 startup innovative e alle tantissime piccole e medie imprese italiane che hanno raccolto la sfida dell’innovazione. Essenziale per tutte quelle imprese, anche tradizionali, che vogliono essere più competitive nel mondo. #ItalyFrontiers nasce da un’idea dei Giovani Imprenditori, sviluppata anche in collaborazione con il Comitato Nuova Imprenditoria e Restart GI: trasformare la fonte istituzionale sulle start up e pmi innovative - il Registro Speciale delle Imprese gestito da Infocamere - in uno strumento che non parla solo un linguaggio burocratico - codici Ateco, ragione sociale o fatturato - ma anche un linguaggio di impresa. Da oggi, infatti, con la nuova “vetrina online” in doppia lingua, le start up e le Pmi innovative avranno a disposizione una scheda dedicata dove inserire un tag autodescrittivo e un video di presentazione, fornire informazio-
ni sul livello di sviluppo e sul vantaggio competitivo dei propri prodotti o servizi, indicare i mercati di riferimento e i link ai profili social, specificare se sono alla ricerca di partner scientifici, industriali o finanziari. #ItalyFrontiers diventa quindi un potenziale bacino utilissimo anche per osservatori esterni, come i fondi di venture capital, gli incubatori e le imprese tradizionali, che vogliono creare joint venture per crescere e innovarsi. Per questo #ItalyFrontiers è molto di più di una semplice vetrina: rappresenta un vero e proprio strumento per far conoscere la propria idea di business 2.0. e superare l’idea che l’industria italiana si è fermata al capannone. #ItalyFrontiers è un servizio per le imprese e, quindi, un servizio per l’Italia. Per scoprire la nuova piattaforma http://startup.registroimprese.it
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PRIMO PIANO
MIMPRENDO
Innovazione e valorizzazione del talento: gli ingredienti del progetto dei GI e dei collegi di merito
IL PROGETTO - Rodolfo Cetera Il 16 Novembre a Padova, in una sala piena di ragazzi e di imprenditori, sono state premiate le idee più innovative: dal fertirrigatore a energia solare fotovoltaica controllato da un software a un sistema al plasma atmosferico per la sterilizzazione e la cauterizzazione di ferite, dal sensore che previene l’intasamento dei filtri impiegati per l’aerazione dei quadri elettrici industriali fino a un braccialetto elettronico per il controllo delle dipendenze da gioco d’azzardo. Progetti innovativi con una attenzione anche al sociale. Questo è Mimprendo, il progetto dei Giovani Imprenditori e dei Collegi di merito che permette di selezionare i migliori studenti delle università italiane ed attivare dei team di ricerca per lo sviluppo di idee innovative delle aziende. Che offre una metodologia che accelera i processi innovativi delle imprese nonché la possibilità per i giovani di rendere spendibile il proprio titolo di studio. Mimprendo è nato nel 2009 a Padova che ha fatto da apripista a un laboratorio nazionale entusiasmante, capace di contaminare giovani di talento e imprese realmente aperte all’innovazione. Un progetto così bello meritava senz’altro un respiro diverso da quello della singola territoriale. Alla base del successo di Mimprendo la straordinaria scoperta che gli studenti universitari possono essere una preziosa risorsa per le nostre aziende,
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per la loro crescita: competenze e creatività pronte all’uso, che chiedono solo di essere orientate. È da Mimprendo che può scaturire l’innovazione che serve alle imprese e all’Italia. LA TESTIMONIANZA - Viola Margiotta Partecipare a questa edizione di Mimprendo come referente aziendale per la mia impresa ha rappresentato un momento di crescita importante. Ho intrapreso questo “viaggio” assolutamente conquistata dalla modalità innovativa di collaborazione e interazione con i giovani talenti universitari; giovani talentuosi che hanno contribuito, e non solo nel mio caso, alla realizzazione di un progetto che avrà le gambe per camminare da solo a breve. Con lo stesso entusiasmo abbiamo affrontato il –lungoviaggio in direzione Padova come un rodatissimo team, ed è stato un piacevole confrontarsi anche fuori da aule universitarie e locali aziendali. Nel teatro dove abbiamo presentato il progetto si respirava tutta la tensione e l’attenzione dei tanti ragazzi e dei tanti imprenditori che avevano scelto di mettersi in gioco totalmente. E’ stato un evento emozionante, la giusta conclusione di un percorso fortemente entusiasmante e lo prescriverei come terapia contro la facile sfiducia che ogni tanto prende il sopravvento nella vita di tutti i giorni.
PRIMO PIANO
GI SAFETY DRIVING CAMPS L’iniziativa dei Giovani Imprenditori per una guida responsabile
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uanto tempo passiamo ogni giorno al volante? Quante cose facciamo mentre siamo in auto che ci distraggono dalla guida e inevitabilmente ci rendono meno attenti? Ecco come riscoprire il benessere al volante attraverso un corso di guida sicura “La guida responsabile è un tema di grande attualità soprattutto con i giovani. Partecipare ad un corso di guida sicura significa confrontarsi con tutta una serie di situazioni di emergenza che, se affrontate per la prima volta direttamente sulla strada, possono portare a conseguenze drammatiche. Avere l’opportunità di essere supportati da professionisti della guida che ti indicano i comportamenti corretti in tema di distanza di sicurezza, manovre di emergenza, responsabilità nei comportamenti è davvero straordinario. E’ un’esperienza che dovrebbero fare tutti”. (Alex Zanardi) Il 2 luglio nel Circuito Internazionale del Friuli a Precenicco (UD) e il 4 luglio nella Pista di Ottobiano (PV) i Giovani Imprenditori di Confindustria sono scesi in pista con un progetto di formazione, per imparare la sicurezza e riscoprire il benessere nella guida. Un’attività promossa congiuntamente dai Comitati Skills imprenditoriali e associativi e Responsabilità sociale d’impresa e Politiche di genere, guidati da Giorgio Bellucci e Laura Tinari, insieme a Mercedes-Benz Italia (Daimler Fleet Management),
di Nicola Corsano, Giovani Imprenditore @NicolaCorsano
in collaborazione con la Dedo Driving School, fondata dal pilota di rally Alfredo De Dominicis (Dedo). Il team di formatori ha permesso di migliorare le capacità di controllo del veicolo, scoprire tecniche per le frenate d’emergenza, gestire il sovrasterzo, la sbandata e reagire ad ostacoli improvvisi, sperimentare la guida simulando uno stato d’ebrezza per aumentare la sicurezza del guidatore e quella dei passeggeri. Tutte esperienze che è utile fare almeno una volta in condizioni di totale sicurezza, in pista e con gli istruttori al proprio fianco, in modo da non farsi trovare impreparati nel caso si presentasse, su strada, un’emergenza reale. Il corso è stato utile poi per ricordare che la sicurezza al volante è un “valore” personale, professionale e aziendale. Gli incidenti stradali rappresentano una delle prime tre cause di infortunio sul lavoro e la formazione dei conducenti alla guida sicura è uno strumento di prevenzione di straordinaria efficacia, che le nostre aziende stanno sempre più sperimentando - con interessanti agevolazioni (OT24) - per ridurre l’impatto sulla loro operatività quotidiana. A questa prima bella esperienza sarà interessante farne seguire altre per portare avanti il tema della sicurezza e della responsabilità verso noi stessi e i nostri collaboratori. Commenta con l’hastag #gisafetydrivingcamps
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PRE SANTA MARGHERITA LIGURE
SANTA 2016: DI NUOVO IN PISTA
Identità, coesione, strategia. La ricetta del Trireg, già al lavoro per l’evento di giugno. A partire dalle Assise
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l Comitato Triregionale Giovani Imprenditori Convegno di Santa Margherita Ligure torna ufficialmente in azione! il 13 e 14 Novembre 2015, il Project Ledear 2016, Simone Ghiazza, ci ha riuniti tutti alle Assise Trireg. Un evento che rappresenta un momento istituzionale di grande importanza per il Movimento G.I.; in due giorni sono state infatti discusse le strategie di sviluppo e le funzioni strategiche di supporto al Convegno del prossimo anno. E’ stata inoltre avviata una profonda riflessione sul ruolo dei G.I. e del Comitato Triregionale come laboratorio di idee, capace di accrescere l’importanza dell’evento di Santa Margherita. Abbiamo scelto la Certosa 1515 come location, non solo perché si autodefinisce un “luogo di sosta e pensiero” ma anche perché gestita dal Gruppo Abele, associazione nata su impulso di Don Ciotti, che, anche, grazie al suo intervento al Convegno del 2103, è diventato un amico e un mentore per i G.I.
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di Beatrice Duce, Giovane Imprenditrice @Duxbibi
Perché il Trireg è anche questo; un Gruppo di amici uniti da stessi valori e obbiettivi. E le Assise lo hanno riconfermato. Nella prima giornata abbiamo chiesto a Leonardo Previ, Imprenditore e docente universitario, di guidarci in un’esperienza di team building con modalità ludica Lego Serious Play, finalizzata a far riflettere i G.I. sull’identità del Comitato Triegionale, sui nostri punti di forza e debolezze. Sebbene suddivisi in quattro squadre, i risultati dei gruppi sono stati i medesimi, a riprova della forte coesione che contraddistingue l’intero Team. Il Comitato si fonda sulla passione, la competenza, l’operosità dei singoli componenti, sul fare squadra, vedere e risolvere i problemi prima che si verifichino, sul fatto che ognuno sia unico ed essenziale. Uniti dagli stessi valori: rettitudine morale, senso di appartenenza e di missione, amore per il Movimento, l’industria e per il nostro Paese. Queste sono le basi per andare verso la stessa direzione: un Convegno impeccabile che possa rappresentare il
PRIMO PIANO
Il Presidente Marco Gay e il Project leader 2016 Simone Ghiazza, Presidente GI del Piemonte
Movimento e che porti ad un miglioramento delle nostre aziende e delle nostre comunità. Nella seconda sessione del 14 novembre, si è passati all’azione attraverso un brain storming finalizzato a raccogliere le prime idee sul prossimo Santa 2016. Le proposte emerse sono state ascoltate e vagliate da un team di esperti, “Triregghini da tanto tempo”: Nicoletta Viziano, Marco Dalla Rosa, Roberto Minetti ed Ettore La Carruba. Questo momento di confronto ha dimostrato in concreto quanto emerso nel corso delle Assise; ossia che essere parte del Comitato Triregionale è un attitudine mentale e comportamentale; il legame non passa con gli anni, perché “triregghini” si resta tutta la vita. Non possiamo fare un resoconto dettagliato su quanto emerso nelle Assise, perché una delle regole del Trireg è “quello che accade nel Trireg resta nel Trireg!”. Possiamo però anticipare che abbiamo avviato una nuova riflessione sul contributo che il Comitato può dare ai propri membri. E’ indiscutibile la funzione formativa del Trireg, in quanto i
G.I. vivono realmente l’esperienza di un’organizzazione del lavoro efficace, del gioco di squadra, del lavoro per obbiettivi nonché di cosa significhi progettare un evento finanziariamente sostenibile. Ciò premesso, oggi vogliamo progettare nuove forme di scambio che possano arricchire i membri del Comitato, al di là dell’esperienza organizzativa vissuta sul campo e nella fase pre-evento. In un passo del Faust di Goethe il protagonista afferma: ”Se mai io mi stenda sopra un letto di ignavia, che sia finita per me!”. Nel momento in cui cominciamo a pensare che non ci sia bisogno di continuare a sforzarci e che non sia necessario allargare il nostro campo d’azione né sfidarci ulteriormente, da quel preciso istante comincia il nostro declino. I lavori si sono conclusi con una chiara immagine; la foto migliore del Trireg è quella che deve essere ancora scattata, perché ogni anno deve essere migliore del precedente in un’ottica di miglioramento continuo. Noi continuiamo a sforzarci.
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PRIMO PIANO
ENERGY EVOLUTION
In Assolombarda, un evento sull’evoluzione dell’ingegneria energetica nel nuovo scenario mondiale. Focus su sinergie, prospettive future e nuovi paradigmi di business
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Giovani Imprenditori Confindustria, in collaborazione con SPE Italian Section, hanno dato vita il 27 novembre, presso la sede di Assolombarda a Milano, al primo evento dal titolo “Energy Engineering Evolution”. La convention nasce dalla comune volontà di affrontare un tema di grande attualità: l’evoluzione dell’ingegneria energetica nel nuovo scenario mondiale. L’Evento è stato aperto dal Presidente GI Marco Gay, a cui è seguito un intervento di Andrea Cotrufo, membro del Comitato GI Energia ed Ambiente di Giuseppe Di Martino, e promotore dell’evento: entrambi hanno sottolineato quanto il mondo energia sia al centro dell’attenzione del Movimento, soprattutto nell’attuale scenario politico-economico-industriale in grande mutamento e che vede il settore come una delle chiavi di volta per l’evoluzione e la crescita. I relatori che si sono confrontati sul palco in una tavola rotonda, sono stati: Riccardo Amoroso, Responsabile Innovazione
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di Matteo Giudici, Vice Direttore Quale Impresa @giudicimat
e Sostenibilità Enel Green Power, Massimo Beccarello, Direttore Confindustria Energia, Costantino Chessa, SVP Continuous Improvement Eni, Giovanni Lozza, Preside Ingegneria Industriale e Informazione PoliMI, Giuseppe Merola, Presidente Edison Energy Solutions. A moderare l’evento Jacopo Giliberto, Il Sole 24 Ore. Durante l’incontro, che ha radunato più di 200 tra professionisti, imprenditori e studenti, si è discusso del ruolo del capitale umano, delle tecnologie nel mutato scenario dell’ingegneria energetica e della capacità delle aziende di influenzare tale scenario. L’ingegneria energetica di oggi, e ancor più quella di domani, deve sapere catturare le sinergie, ideare il futuro e creare nuovi paradigmi di business in un contesto mondiale che ha mutato i consolidati schemi che caratterizzavano lo scenario nella seconda metà del ‘900. Obiettivo dell’evento: aprire un dialogo nuovo ed innovativo, nei termini e nei contenuti, coinvolgendo i G.I., l’industria ed il mondo accademico.
QUALE VIEW
MADE IN ITALY IN VETRINA
Le notre eccellenze del Made in Italy in un portale per favorire il networking tra imprenditori e la promozione dei nostri prodotti
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appiamo l’Italia è un progetto rivolto alle imprese italiane, pensato con lo scopo di raggruppare in un unico database l’intera filiera di tutti i settori industriali rappresentativi delle eccellenze Made in Italy nel mondo: il settore agroalimentare, il sistema moda, il settore del turismo insieme ad arte e cultura, arredamento ed automazione industriale. L’idea prende vita dalla volontà di incrementare l’interazione tra le imprese instaurando nuove partnership e favorendo la promozione nazionale ed internazionale attraverso la scoperta e l’individuazione di nuovi clienti e fornitori. Ecco quindi il suo valore aggiunto: il progetto si basa sul concetto del networking tra imprenditori e non su una mera indicizzazione di orientamento sul territorio; una piattaforma B2B privata che mette in contatto reale e diretto i proprietari delle aziende. Attraverso una mappatura dinamica, si mostra la geolo-
di Marco Camuccio, Responsabile Made in Italy @MarcoCamuccio
calizzazione, ovvero la distribuzione, delle aziende così da offrire visibilità sull’intero territorio sia ai produttori che forniscono materie prime, attrezzature e macchinari, sia ai distributori che permettono la diffusione dei prodotti o dei servizi ultimati. Così, una volta individuate le aziende di proprio interesse, si potrà accedere velocemente ai vari profili aziendali con cui sarà possibile creare una rete di contatti. Mappiamo l’Italia nasce da un’idea del Comitato Made in Italy GI e riflette la visione e l’ottimismo del Movimento GI: in un momento non semplice come quello che stiamo attraversando, i Giovani Imprenditori non perdono concretezza ed entusiasmo. Le sfide che possono risultare proficue per le aziende diventano opportunità, da cogliere e sviluppare.
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QUALE WOMAN
GENIO E REGOLATEZZA
Il Movimento dei Giovani Imprenditori collabora con il 7° Salone Nazionale dell’imprenditoria femminile e giovanile. Il 12 novembre a Torino, il bilancio di 2 anni di lavoro sull’“Italia che cambia”
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ando seguito all’Innovation Group di luglio sul tema contaminazione tra nuovi modelli organizzativi e aziende strutturate, il nostro Movimento ha avuto la possibilità di portare direttamente la sua voce al 7° Salone GammaDonna il 12 novembre scorso a Torino. Al centro del Salone la contaminazione tradizione-innovazione, i nuovi trend d’impresa e, ancora, la valorizzazione della diversity in tutte le sue forme (genere, etnia, competenze), la necessaria vocazione internazionale per ogni impresa che nasce, l’errore come parte del processo imprenditoriale, la resilienza. Il tutto condito da una buona dose di visione, passione e coraggio, immancabili per superare le prime fasi di un’impresa. Il segreto della startup di successo? Unione di genio e regolatezza, come hanno dimostrato le 5 storie che hanno ricevuto il Giuliana Bertin Creativity Award. Quattro focus tematici hanno toccato alcuni degli aspetti fondamentali per l’impresa, nascente o consolidata. Dal focus formazione è emersa la necessità di un processo continuo, con approccio internazionale, e la proposta alla scuola di far entrare nuovi attori per fornire agli studenti una formazione al lavoro anticipata. Il focus contaminazione, dove è intervenuta Beatrice Lucarella, componente del Comitato RSI e Politiche di genere, ha poi approfondito la necessità di introdurre
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di Gianni Balistreri, Direttore Quale Impresa @GianniBalistrer nuovi elementi nei modelli di business tradizionali. Ecco che il dialogo fra imprese di lunga data e startup oggi si configura come necessario alla reciproca crescita. Comunicare l’innovazione è stato il tema centrale del focus comunicazione, in cui si è insistito sull’importanza del web e del coinvolgimento strategico di blogger e influencer, con l’invito per le aziende a non essere mai troppo autoreferenziali. Valentina Parenti di Valentina Communication ha raccontato la trasformazione del Salone GammaDonna dal 2004 ad oggi: un cambiamento radicale che rispecchia emblematicamente l’evoluzione della comunicazione negli ultimi 10 anni. L’ultimo focus ha riguardato un tema cruciale: la sostenibilità finanziaria. Numerosi investitori e venture capitalist, a confronto con altrettanti imprenditori innovativi, han spiegato su quali elementi basano le loro valutazioni, posto che una buona idea è solo il primo step: team, visione chiara, concrete opportunità di mercato, business plan esportabile in tutto il mondo. A rappresentare il Movimento anche il Responsabile Nazionale Rapporti internazionali e comunitari GI Luca Donelli e la Responsabile Policy e Convegni Stefania Zuccolotto. Il 7° Salone GammaDonna ha posto allo stesso tavolo startup, imprese tradizionali e istituzioni e porta a casa un confronto costruttivo fra tutte le parti, con la possibilità di sinergie concrete.
QUALE SOCIAL
SEMPRE PIÙ SOCIAL
Da Facebook a Twitter, il Movimento non si ferma. Vuoi raggiungerci online?
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omunicare è naturale, farlo bene ed in modo efficace è per noi GI una necessità. Avete visto la novità? C’è un tavolo diverso nelle platee dei nostri convegni…è nato il Gruppo Social. In via sperimentale con il Forum di Stresa ed ufficialmente con il Convegno di Capri si è creato un tavolo di lavoro che sta ottenendo sempre migliori risultati. Il più evidente è stato sicuramente durante il meeting di Capri in cui per due giorni, grazie sia ai contenuti ed agli ospiti di alto livello, sia all’attività strutturata tra GI che twittavano, fotografavano e ri-twittavano, #PatrimonioItalia è entrato tra i primi 10 #hashtag di tendenza in Italia, nonostante la contemporaneità con altri eventi importanti. Siamo partiti dalla consapevolezza che abbiamo la necessità di “far uscire” dalle sale dei nostri incontri le nostre posizioni ed i nostri contenuti, allargando la platea di chi ascolta ed interagisce con noi. Molti nostri attuali e potenziali interlocutori istituzionali usano i vari Social, da Facebook a Twitter e così via, ci siamo domandati perché anche noi GI non potessimo fare qualcosa a riguardo. Abbiamo la certezza che se troviamo il metodo, possiamo raggiungere una forza incredibile e far sentire con forza che #noicisiamo.
di Stefania Zuccolotto, Responsabile Policy e Convegni @StefaniaZucc Questo Gruppo, nato dalla collaborazione tra Quale Impresa e il Comitato Policy e Convegni, ha preso forma grazie al lavoro di tanti GI appassionati di Movimento che insieme hanno affinato le tecniche di utilizzo dei Social. Man mano si è allargato in modo da rappresentare le varie aree del Paese e coinvolgendo sempre più GI, grazie anche all’opportunità dei Centrali Itineranti e dei vari appuntamenti sul territorio. L’obiettivo del Gruppo è quello di definire, in primis a livello nazionale, un modello che funzioni per veicolare il più possibile i nostri contenuti ed aumentare, anche virtualmente, la partecipazione alle nostre attività creando un dialogo sia tra gli appartenenti al Movimento, sia ad interlocutori esterni, per poi proporlo a livello regionale e territoriale per contribuire a far sentire la nostra voce. Il percorso è divertente e sfidante, il gruppo iniziale è costituito, ma per raggiungere i migliori risultati abbiamo bisogno dell’aiuto di GI che abbiano voglia di lasciarsi coinvolgere e mettersi in gioco per dimostrare che #noicisiamo. Vuoi essere dei nostri?
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QUALE BOOKS
L’ULTIMO ARRIVATO DI MARCO BALZANO Autore: Marco Balzano Sellerio, 2014 Prezzo: € 15,00 Negli anni Cinquanta a spostarsi dal Meridione al Nord in cerca di lavoro non erano solo uomini e donne pronti all’esperienza e alla vita, ma anche bambini a volte più piccoli di dieci anni che mai si erano allontanati da casa. Il fenomeno dell’emigrazione infantile coinvolge migliaia di ragazzini che dicevano addio ai genitori, ai fratelli, e si trasferivano spesso per sempre nelle lontane metropoli. Questo romanzo è la storia di uno di loro,di un piccolo emigrante, Ninetto detto pelleossa, che abbandona la Sicilia e si reca a Milano. Come racconta lui stesso, «non è che un picciriddu piglia e parte in quattro e quattr’otto. Prima mi hanno fatto venire a schifo tutte cose, ho collezionato litigate, digiuni, giornate di nervi impizzati, e solo dopo me ne sono andato via. Era la fine del ’59, avevo nove anni e uno a quell’età preferirebbe sempre il suo paese, anche se è un cesso di paese e niente affatto quello dei balocchi». Ninetto parte e fugge, lascia dietro di sé una madre ridotta al silenzio e un padre che preferisce saperlo lontano ma con almeno un cenno di futuro. Quando arriva a destinazione, davanti agli occhi di un bambino che non capisce più se è «picciriddu» o adulto si spalanca il nuovo mondo, la scoperta della vita e di sé. Ad aiutarlo c’è poco o nulla, forse solo la memoria di lezioni scolastiche di qualche anno di Elementari. Ninetto si getta in quella città sconosciuta con foga, cammina senza fermarsi, cerca, chiede, ottiene un lavoro. E tutto gli accade come per la prima volta, il viaggio in treno o la corsa sul tram, l’avventurarsi per quartieri e periferie, scoprire la bellezza delle donne, incontrare nuovi amici, esporsi all’inganno di chi si credeva un compagno di strada, scivolare fatalmente in un gesto violento dalle conseguenze amare. In quel teatro sorprendente e crudele, col cuore stretto dalla timidezza, dal timore, dall’emozione dell’ignoto, trova la voce per raccontare una storia al tempo stesso classica e nuova. E questa voce, con la sua immaginazione e la sua personalità, la sua cadenza sbilenca e fantasiosa, diventa quella di un personaggio letterario capace di svelare una realtà caduta nell’oblio, e di renderla di nuovo vera e vitale.
MAKERS. IL RITORNO DEI PRODUTTORI. PER UNA NUOVA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Autore: Anderson Chris Rizzoli Etas, 2013 Prezzo: € 16,15
Una nuova rivoluzione industriale è alle porte. Anzi, è già cominciata. Dopo aver sovvertito il mondo dei bit - e quindi l’industria della musica, dei video e l’editoria - la cultura digitale sta per trasformare il mondo degli atomi, degli oggetti fisici. E come nella prima rivoluzione industriale fu una macchina, quella a vapore, a innescare un cambiamento epocale, anche in questo caso c’è di mezzo una macchina: la stampante 3D, che consente di imprimere oggetti come si stamperebbe un foglio, dando vita alla “fabbrica personale”. È questo l’importante annuncio di Chris Anderson, l’osservatore che prima di tutti ha definito i trend più avanzati della nostra era - dalla coda lunga di Internet alla gratuità della Rete -, in un libro che spiega come, nel prossimo decennio, gli innovatori più brillanti, coloro che hanno “visioni” di nuovi prodotti in grado di cambiare il futuro, non dovranno più affidare ad altri la realizzazione delle loro idee, ma potranno produrre e distribuire da soli, sfruttando il web e le nuove tecnologie e capovolgendo il mondo della produzione industriale. Alla base di questa rivoluzione - una sorta di “ritorno” dal virtuale al reale - oltre alle stampanti 3D, ci sono tutti i principali trend nati in rete - dalla peer production all’open source, dal crowdsourcing al crowdfunding - che permetteranno a chiunque di finanziare e produrre un singolo oggetto a costi bassissimi. La conseguenza per il futuro: tante piccole fabbriche personali e un movimento inarrestabile di “artigiani”.
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QUALE BOOKS
IL MONDO CHE NASCE DIECI SCRITTI PER LA CULTURA, LA POLITICA, LA SOCIETÀ Autore: Olivetti Adriano Edizioni di Comunità (Roma - collana Olivettiana), 2014 Prezzo: € 12,00
Il mondo che nasce è quello che Adriano Olivetti immagina, progetta e costruisce dal 1946, ed è raccontato nei dieci scritti raccolti in questa antologia inedita. Pagine in cui si parla di dignità delle persone, di conoscenza, di comprensione profonda dei valori della cultura, di responsabilità dell’impresa verso i lavoratori e l’ambiente, e dove la scienza, la tecnologia e l’economia sono strumenti al servizio dell’uomo e della comunità. Parole di un’agenda ideale per costruire un mondo davvero nuovo.
UN SENSO DEL FUTURO
Autore: Jacob Bronowski Edizioni di Comunità (Roma - collana Olivettiana), 2015 Prezzo: € 15,00
Viviamo in un mondo che dipende sempre più dalla scienza e dalla tecnologia, ma a indicare il senso del nostro futuro non può essere solamente una ristretta élite di specialisti che dibattono tra loro: la scienza dovrebbe essere una disciplina accogliente, comprensibile e inclusiva. Non è un caso che a sostenere questa tesi sia Jacob Bronowski, uno tra gli scienziati più autorevoli e conosciuti del secolo scorso, le cui abilità divulgative eccentriche e fuori dagli schemi furono addirittura omaggiate dai mitici Monty Python nei loro spettacoli. A Bronowski non interessa fare predizioni rosee o apocalittiche sul futuro dell’umanità. La sua attenzione si concentra invece sulla necessità di riappropriarsi di un senso del futuro realistico e consapevole, riscoprendo quella curiosità potente e vitale, poco specialistica e molto umana, che rappresenta il fondamento di tutte le scienze, e dove si nasconde un senso morale profondo. Ed è proprio a questa moralità della scienza, più che alle scoperte scientifiche in sé, che l’umanità oggi può pensare di affidare il proprio futuro.
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QUALE HAPPENING
CAPRI: TRENTA CANDELINE
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30째 CONVEGNO DI CAPRI IN COLLABORAZIONE CON
dal 1780
Napoli
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RINNOVI CARICHE PRESIDENTI REGIONALI LOMBARDIA
29 settembre - Federico Ghidini subentra a Stefano Poliani
PRESIDENTI TERRITORIALI PISA
17 luglio - Charlotta Bachini subentra a Marco Salvadeo
PORDENONE
12 ottobre - Lia Correzzola subentra a Marco Camuccio
IVREA
26 ottobre - Claudio Ferrero subentra a Lucia Lorenzi
ASCOLI PICENO
21 novembre - Massimiliano Bachetti subentra a Franco Bucciarelli
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QUALE SMILE
BENTROVATA CAPRI
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PRIMO PIANO
DA JAIPUR A MUMBAI
Via al progetto “Opportunità ViaGGI India” di Confindustria Veneto; alla scoperta di un paese dal volto nascosto. E dalle mille opportunità di Emanuela Galante, Giovane imprenditrice
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’India è il secondo paese più popoloso del pianeta, e la più grande democrazia del mondo. Ha un’antica e complessa civiltà e, nonostante problemi di povertà e analfabetismo, ha un’economia che si sviluppa a ritmi vertiginosi. L’India è il paese dalle mille contraddizioni ma è soprattutto il paese delle opportunità. Opportunità che non possiamo permetterci di perdere. Purtroppo però, soprattutto in Italia, l’India continua ad essere percepita come il paese dei santoni, delle carestie e delle vacche sacre lasciate libere di girovagare per le città. L’India la si ama o la si odia. Noi la amiamo! E’ nato tutto da qui, dal nostro amore e dalla nostra passione per questo folle paese, il progetto Opportunità ViaGGI India di Confidustria Veneto in collaborazione con Cà Foscari Challenge School. Un nome nuovo ma soprattutto un format nuovo del tutto innovativo per aiutare le aziende e gli imprenditori a capire l’India e a cancellare gli stereotipi ed i soliti cliché per arrivare nel paese preparati, conoscendone già le caratteristiche principali, le maggiori differenze culturali ma soprattutto liberi dai
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soliti luoghi comuni che lasciano sfuggire le innumerevoli opportunità che questo immenso paese offre. A Novembre un gruppo di aziende venete accompagnate da Giordano Riello, Presidente GGI Veneto, sono partite alla scoperta del mercato Indiano partendo da Delhi passando per Jaipur fino a Mumbai. Un’intensa settimana dedicata a momenti d’affari con incontri b2b organizzati direttamente presso le controparti indiane intervallati da case study e da momenti di approfondimento culturale grazie al Prof. Marco Zolli (Direttore del Mater Igami di Cà Foscari Challenge School) e dal Dott. Massimiliano Altabella (docente di Cà Foscari Challenge School) che hanno accompagnato le aziende Venete durante l’intera durata del viaggio approfondendo tematiche di carattere culturale ed economico. Nelle varie tappe del viaggio le aziende sono state accolte dall’Ambasciatore Lorenzo Angeloni, dal Console Generale Ugo Ciarlatani e dal Direttore dell’ITA Francesco Pensabene. Opportunità ViaGGI India è un percorso pluriennale strutturato dei GGI Veneto con lo scopo di accompagnare sempre più aziende alla scoperta del mercato indiano, estremamente complesso ma ricco di opportunità.
QUALE EVENTS
QUALE EVENTS AGENDA
CUNEO - 11 SETTEMBRE
L’11 settembre 2015 il GGI di Cuneo ha preso parte ad una interessante visita alla Prestel Avio di Morra, azienda che si occupa di assemblaggio e cablaggio di cavi e materiale elettrico per aeromobili. Un’iniziativa resa possibile grazie alla disponibilità di Stefano Asteggiano, iscritto al Gruppo e tra i titolari dell’impresa. E’ seguita la riunione del Consiglio Direttivo allargato durante il quale sono state pianificate le attività autunnali tra cui un corso di formazione sulla leadership ed i progetti con le scuole.
PADOVA - 24 SETTEMBRE
Giovedì 24 settembre si è svolta l’Assemblea 2015 all’Auditorium Pollini cui ha preso parte anche il Presidente dei Giovani di Confindustria Marco Gay. Sono intervenuti l’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato, il sindaco Massimo Bitonci, il manager Gabriele Del Torchio e l’economista Paolo Gubitta. Di seguito, storytelling con Roberto Bonzio e Alex Bellini per capire le straordinarie potenzialità nascoste (e le barriere da abbattere). Titolo dell’Assemblea “BE INSPIRED. IDEE PER IL FUTURO” dove il Gruppo Giovani ha presentato un masterplan di Padova futura che ne orienti lo sviluppo in prospettiva e in chiave di innovazione spinta.
MODENA - 7 OTTOBRE
Una delegazione di Giovani Imprenditori di Modena ha visitato l’azienda Italpizza, realtà leader che sviluppa e produce ricette di pizza con private label per i più importanti marchi di tutto il mondo. Il gruppo, accolto da Cristian Pederzini, fondatore e C.E.O., ha potuto approfondire non solo la storia e il business model, ma anche i nuovi progetti aziendali, in primis i nuovi investimenti per la commercializzazione a marchio proprio di prodotti di fascia alta. Italpizza è inoltre un caso recente di “reshoring azionario”: nel 2008 Bakkavor Group acquisì il 90% del capitale sociale, dando un grosso impulso allo sviluppo del business; nel 2015 si è poi concluso il processo di ri-acquisizione totale da parte di Pederzini. L’azienda conta oggi 450 addetti e circa 48 paesi serviti, con un totale di 65 milioni di pizze prodotte ogni anno e un fatturato 2014 di oltre 70 milioni di euro.
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QUALE EVENTS
PONTECORVO (FR) - 9 OTTOBRE
Una giornata di formazione e di “guerra simulata” presso la Tenuta Esdra di Pontecorvo (FR) in cui i Giovani Imprenditori di Unindustria Lazio si sono dati battaglia senza esclusioni di colpi per tutto il pomeriggio nel bosco di querce che circonda la Tenuta. La logica di creazione del “gruppo” e della “squadra” che agisce unita e coordinata è fondamentale per il successo di ogni azienda; per questo i GGI di Unindustria hanno scelto di organizzare il “#GI #Teambuilding #SoftAir2015”, perché il Soft Air è lo sport di squadra per eccellenza in cui il singolo non ha nessuna possibilità di successo, e per portare a termine la missione bisogna agire uniti, coordinati, definire una strategia e saperla cambiare quando le circostanze lo richiedono. “Abbiamo realizzato un percorso formativo che ci ha permesso di rafforzare le relazioni, stimolando coesione” ha dichiarato il Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Unindustria Frosinone, Pio Savoriti.
FRIULI VENEZIA GIULIA - 27 OTTOBRE
Si è conclusa con la premiazione di 8 progetti l’edizione 2015 di Start Cup FVG, la competizione tra idee d’impresa e startup ideata per sostenere la nascita di aziende innovative. Un’edizione che è cresciuta molto rispetto al passato grazie alla presenza, tra i promotori, dei GI di Confindustria Friuli Venezia Giulia, che hanno saputo dare concretezza al network tra il sistema imprenditoriale, quello universitario e quello dei parchi scientifici e tecnologici. Un nuovo spirito collaborativo che ha permesso che la competizione diventasse la seconda in Italia per numero di partecipanti. “Sono orgoglioso che i Giovani Imprenditori abbiano mostrato che si possono superare logiche di visibilità personalistiche per portare a termine progetti sempre più proficui e ambiziosi” ha dichiarato Matteo Di Giusto, Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Friuli Venezia Giulia.
VICENZA - 30 OTTOBRE
È stata Brembo la meta dell’ultima visita aziendale del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Vicenza, che ha avuto modo di conoscere la business strategy dell’azienda che da 40 anni produce i freni dei campioni della Formula 1 e della MotoGP compresi Lauda, Senna, Vettel, Hamilton, Schumacher, Doohan e Valentino Rossi. Gli imprenditori hanno potuto esplorare l’area test dell’azienda bergamasca, vero cuore pulsante del reparto ricerca e sviluppo. Qui sono nati i freni montati, tra gli altri, sui bolidi Ferrari, Lamborghini, Maserati, Porsche, Mercedes e Harley-Davidson e qui nasceranno i freni del futuro. La visita è continuata al Kilometro Rosso, principale Parco Scientifico e Tecnologico italiano che Brembo ha contribuito in prima istanza a costruire.
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QUALE EVENTS
VERONA - 6 NOVEMBRE
Affrontare con organizzazione e chiarezza il percorso che accompagna un’impresa da una generazione ad un’altra richiede attenzione ed energia. È fondamentale ragionare per tempo sui rapporti di convivenza e sugli strumenti più adeguati e funzionali a rendere questo momento, necessario nella vita di un imprenditore, dei suoi successori e dell’azienda stessa, un’opportunità tutta da vivere. Questo l’obiettivo di “GenerAzione: lo sviluppo dell’Impresa tra le generazioni”, il corso di formazione in più tappe iniziato a maggio e appena concluso. “E’ uno dei temi storicamente più significativi per noi GI - afferma il presidente Michele Lovato - la condivisione delle esperienze e il confronto sulle problematiche che il passaggio generazionale può far nascere in azienda sono stati il vero valore aggiunto di questi appuntamenti, che hanno riscosso un grande successo. Stiamo già ragionando sulle prossime evoluzioni del progetto”.
CUNEO - 7 NOVEMBRE
Sabato 7 novembre Il GGI di Cuneo ha preso parte ad una interessante visita all’azienda Golosità dal 1885 (Sebaste) di Grinzane Cavour durante la quale i partecipanti hanno potuto assistere alle varie fasi della preparazione del torrone, illustrate dal giovane Matteo Rossi Sebaste, iscritto al Gruppo di Cuneo. E’ seguita la riunione del Consiglio Direttivo allargato.
VICENZA - 17 NOVEMBRE
L’atleta paralimpica e conduttrice della Domenica Sportiva Giusy Versace e l’Ad di Dallara Andrea Pontremoli sono due tra i relatori protagonisti dell’Assemblea del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Vicenza intitolata “Il coraggio di…”, che si è svolta presso l’Agridome di AGCO spa. A chiudere l’evento, il presidente nazionale dei Giovani Imprenditori Marco Gay. L’Assemblea ha visto inoltre le testimonianze di Nicolò Beretta, diciannovenne direttore creativo di Giannico, Carlo Moretti, vice Direttore Generale di Cassa di Risparmio del Veneto, Valentina Pontremoli, sindaco di Bardi classe 1990, e Francesco Quaranta, presidente AGCO spa oltre, naturalmente, al presidente GI di Vicenza Andrea Stella e al presidente di Confindustria Vicenza Giuseppe Zigliotto.
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QUALE APPOINTMENTS
SAVE THE DATE NAZIONALE 27 gennaio 2016 Bruxelles, Consiglio Centrale GI 25 febbraio 2016 Roma, Consiglio Centrale GI 11 marzo 2016 Trento, Consiglio Centrale GI
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