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t/ĂŹc/i/odata: al muro con un colpo ai ^Lutala -

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MAGIA BIANCA S V E L A T A o SPIEGAZIONE

DÈI GIUCCHI P I MANO

SORPRENDENTI , Che nel nojlrh tempi fi hìn tirata l% Ammirazioni del? Europa

DI

M. DECREMPS.

TRADUZIONE

DAL FRANCESE

CON DELLE

NOTE,

Heu ! quas non nugas , qu<e non miracuLi fingimi Ut vutgus fallant % optata^ue premia carparti , Palingene :

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MESSINA

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NELLA STAMPERIA DEL GRANDE OSPEDALE Con Approvazione


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INCOMPARABILE MERITO1 DEL SIGNOR'

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DUCA Di SAPQNARA &C.

Signore | JL/ | Opere a ingegno meri* ,4 ^•'««•«=5,^ « ^ bUrlU

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quei Mecenati , cZ?^ ^/> rprezzano il valore ; ed il librèttino, r/;«? /0 Signord vi preferito, -contenendo in compendiò lafom?na di quelle bellil[i?ne invernio7ii 3 r/^^ hanno fatto

tupire citici

me defimi, ingegni, che r/fch/arono il Mondo con le opere loro , era di giufìo ,- che portale ancìf egli in fronte il Nome rifpettabik di un Soggetto , //


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fappi a rìconofcerne il prcggio . Voi dunque, Signore, che avete ripojìo la vojìra gloria nelle* Scienze , e nelle belle Arti più che nei Nomi rìfpettabìlì de* voJìri grand' Avi, accoglietelo benignamente/otto /' ombre del voJìro Patrocinio , affinchè il Volgo ingorante non abbia a credere9 ejjer cofa sì facile P invenzione dì quejli mezzi JìmpliciJJìmi p che fono giunti a deludere i fenjl, e V imaginazione degli Uomini più avveduti, ed hanno fatto il piacere delle Gonvcrfazioni più e ulte. E pieno di un profondo off equio mi rajf e gnQ

JJmìlifs. Devotìjs. Sery. Luigi Caria Spadaro . .


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X I* /P^ g^tf/jr piacere, che fi pojfa- provare , aopo efferfi divertito- coti di-gìi Oggetti che. eccitano la cur.iojìtti. , f e* quello di poterla foiisfare-, K queflo il potente motivQ che ci determina d' offrire al Publico quejìa piccola era > frattanto il Lettore non devefperare, che dopa averr ximpiegato una mezz ora per leggerla, egli fappia / J re dc diuochi cosi deflramente come le Perfoney che ne, no, acqui fiato f abito nel cefo di più unni . anno, N'e hi fogna crederfu nemmeno di trovar qui hi deferìiìone minuta di tutti i pezzi , che pojfono fervire ad eccitare l*' ammirazione , e produrre lo flupore . Dettagli. di qucfla natura non potrebbero aver luogo che in un Opera molto volumi noja , e le figure , che bifornerebbe ag~* siungerley la rende*tbbonn^ nel rw.'defimo tempo,troppo cara . No' qui ci akbiani propofìo femplicementc di, fodis* fare la curiofìtì del Lettore intelligente, facendogli, conoy feere tutte le manopre che Ji adoperano per divertirlo , a per fedurlo . Egli è più interejfante, di quel che Ji penf-r, il dijvelare quefii piccoli mijìerj a certe perfone , Quandu una caufa fconofcinta produce degf effetti forprendenti U Jpirito umano, naturalmente portato al maravigliofo, attribuif:e Jove-nte quefii effetti ad una cau'Ja immaginaria . Se quello , che opera , o racconta quefii prejligi) è un Impoflore eloquente , lì Jp ir iti deboli adottano allora de prrgiu tizij per nido fi , e cadono in errori, che fembrano favolo fi agli E[ferì ragionevoli . Noi potremmo citare molti efempii ; ma ci contentiamo di dire qui che abbiamo conofeiuto un Italiano , che ricevevi tutte le fettimane più di cinquanta lettere , nelle quali la credula gelofi r , e la cieca cupidigia lo confufoavdno feriamente fopra il preferite , e fopra l* avvenire ,

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X 4X r<y?a, «e^ cercare di dijlruggerc la illufione dei Lettori , noi procureremo di non fare Mufloné a noi fìejft\ qualunque jia le. chiarezza >, che noi mettiamo nelle no/ire fpie»azioni , ci guarderemo bene di credere , che pofJiamo illuminare il Publico /ino al punto di diminuire i Juoi piaceri , allontanandolo da un genere di Spettacolo^ ève la Joperchiaria. dell1 Attore , v la credulità dello Spettatore fono egualmente necejjane , e dove il bello confi/le , per ogni riguardo , nclC errore , e nella rnenfogna I. Perché verifimtlmente la nojlra piccola Opera non. farà, forfè tetta che da un piceol numero di Curiofi . Q. Perche, a niifura che li Spiriti s1 illuminano , V indu/ìria Ji auguzza , ed inventa dell'i nuovi mezzi di feduzione . Noi inferiremo in -quefio piccolo volume un •eflratto di un Opera più grande , ntlla quale Ji vedrà , che efijìono delle Machine di nuova invenzione , e delli Qriuochi forprendenti di un nuovo genere per via dì •mezzi totalmente feonofeiutì,. Noi daremo la Spiegazione dì tutti , alla riferva di un folo , intorno al quale ferberemo il fegreto per non diminuirne il valore . Frattanto fupplichìamo il Lettore di credere^ che la narrazione è appoggiata a dei fatti reali fenza ejfere meravigliofi , e di riguardarla come femplice problema Jijico , o meccanico , del quale ci lufinghiamo di aver trovata la folu* zione , e che lo proponghi amo a folo Jine di eccittare la xunojità , t di efercitare lo fpirito. FeJ-ix qui potuit rerum cognofeeré caiafas

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Ueft* Opera è precifamente detonati pelle Perfone , che anno veduto fare da un Uomo molto deftro li primi 33,Giuochi,che andiamo a defcrivere:* gli altri Lettori non potranno mai. immaginar fi, come mezzi cotanto femplici abbiano potuto produrre, tanto di entufiafmo ; la fpiegazione di quefti mezzi, potrà ancora comparir loro noiofa , ed infipida ; ma ci giova fperare , che il Capitolo xxy. otterrà i luffragii di coloro che cercano in un Libro idee nove e fingolart , più che femplici parole. Toccante poi quelli, che vorrebbero trovare in un Opera Didattica lo fHIe fiorito di un Romanzo , o d* una Comedia fi pofTono dilpenfare di leggerlo ; noi non Ièri via-», ino per erti . Non cuìvis Le&orì , Audìtorivà piacelo \ tettar j & Auditor ntc mihì quìjque placet , Q»vtmit

A 3 ) lì Cavaliere D, Giovanni GìuJePpe Plnettì Willedalì de Merci della Cittì di Orbit e Ilo , venuto in Meffwa fece queflì Giuochi nel Teatro della Monizione, nelle /ere de' 5. 6» 7. t 9, Maggio del torrente anno 1793.


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12 Gra/» Sultana

•%$ Uefta Machinetta e conofcìuta da gran tem<jÌ5 pò in P a r i g i , lotto il nome di Piccolo <£ Turco fapiente : Quello è un Automato ^ì di circi 15. a 18. pollici di altezza, il $& s£ quale tiene in una fua mano un piccolo $ ^ * & ' ^ ? ^ martello , che batte fopra una campana ; j nel cominciare il giuaco bifogna levarlo da • fopra la tavola, dove egli è pollo, per prefentarlo a diffe-.? remi perfone, e fargli vedere, eh' egli è perfettamente ifolato ; in feguito , fi rimette al fuo luogo ; II Machinifta g l i , domanda fé vuoi fare un complimento al fuo Padrone: il piccolo Turco fa fegno di n ò . Un iftante appretto, fé-, gli domanda fé vuoi fare un complimento alla Compagnia; egli abbatta la tefta per dire di s ì . In quello momento fi , prefenta un mazzo di carte da giuoco ad uno dei fpetta-. tori per fame prendere una a capriccio; e fenza veder, quefta carta , fenza avvicinarli ali' Automato , fé gli ordì-; na di battere il numero dei colpi neceffari per efprimere il valore di quella . Il Piccolo Turco ubbidifee fubito ; dopo di che fé gli domanda fé la carta prefa fia di Oro, Spade > Coppe , o Baftoni ; ed a mifura che fi nominano le merei, egli muove la fua tefta per dire sì , o nò, diindo

fcnipre .ung rifpofta conforme alla venti . Egli dimottra, nel•

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