XX EDIZIONE
Foggia Rodi Garganico Lucera Roma 10 giugno | 12 luglio 2016 Foggia Chiostro di Santa Chiara Teatro Giordano Piazza Cesare Battisti
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Ringraziamenti Franco Landella sindaco di Foggia Anna Paola Giuliani assessore alla Cultura del Comune di Foggia Carlo Dicesare dirigente del Servizio Cultura del Comune di Foggia Mariolina Goduto dirigente del VI Circolo Scuola Primaria “Santa Chiara”
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don Pasquale Trivisonne rettore della Chiesa della Madonna della Pietà di Lucera Floredana Arnò presidente Club per l’UNESCO di Foggia Saverio Russo presidente Fondazione Banca del Monte Mimmo Attademo docente di fotografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Bari Pastificio Granoro per il sostegno alla rassegna Vittorio Fabbrini per la gentile concessione del pianoforte Patrizia Balestra e Agostino Ruscillo per il coordinamento delle guide all’ascolto Un particolare ringraziamento al personale coadiutore del Conservatorio: Salvatore Caravelli, Michele Cozzolini, Aldo Giraldi, Michele Morese, Filippo Nunziante, Giovanna Palmieri, Rinaldo Stefania.
Musica nelle Corti di Capitanata giunge quest’anno alla ventesima edizione: un traguardo rilevante per una rassegna musicale, forse impensabile anche per chi ebbe la felice intuizione di idearla nell’ormai lontano 1996. Invece rieccoci qui, pronti per trasformarci ancora una volta nella colonna sonora di una nuova estate di Capitanata. Il cartellone allestito è degno di un grande ente di produzione, con concerti sinfonici, cameristici, solistici, escursioni jazz, un allestimento operistico e un’importante presentazione al Senato della nostra pubblicazione sul Sistema Abreu: il tutto racchiuso in venti appuntamenti, ognuno dei quali ricorderà simbolicamente un anno del nostro viaggio insieme. Per celebrare questo ventennale abbiamo radunato una grande squadra costituita da un vero e proprio esercito tra musicisti e personale di supporto che sono l’orgoglio del nostro Istituto. A tutti loro va la mia personale gratitudine unita a quella istituzionale nei confronti del Comune di Foggia, della ditta Fabbrini, e dei nuovi amici della Granoro, che hanno voluto quest’anno offrire un contributo per la rassegna. «Chi smette di imparare è vecchio», diceva il grande imprenditore americano Henry Ford e, se consideriamo l’entusiasmo e la voglia di stupire, Musica nelle Corti di Capitanata non è mai stata così giovane come oggi. Benvenuti alla nostra festa. A tutti buon ascolto.
Francesco Di Lernia Direttore del Conservatorio
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CALENDARIO GIUGNO 10 Venerdì
Concerto inaugurale Mahler e Stravinskij: tra colto e popolare alle radici del Novecento musicale
14 Martedì
Suoni comunicanti Recital pianistico
15 Mercoledì
Foggia. Teatro Giordano Ricordi di Firenze Sestetto d’archi del Conservatorio
16 Giovedì
Alla scuola di papà Haydn Giovani talenti in concerto
20 Lunedì
Roma. Senato della Repubblica. Sala Koch ore 14.30 Presentazione Atti del convegno di studi «Quando la musica cambia la vita: conoscere e interagire con “El Sistema” Abreu»
21 Martedì
Serata UNESCO Il genio dà la vita, lo stile dà la forma Giovani talenti in concerto
Rodi Garganico
RJF. Rodi Jazz Fest XII Edizione
22 Mercoledì
Rodi Garganico. Piazza Rovelli ore 21.45 Exibition by “Class Friends”
23 Giovedì
Rodi Garganico. Piazza Rovelli ore 21.45 Teachers and students, in “All Togheter”
24 Venerdì
Foggia. Piazza Cesare Battisti ore 20.30 Festa Europea della Musica Different ways of blue I concerti, salvo specifica comunicazione riportata nel calendario dopo la data, si terranno nel Chiostro di Santa Chiara.
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25 Sabato
Joueurs de Flûte Ensemble “Magico Flauto”
26 Domenica
Lucera. Chiesa della Madonna della Pietà ore 20.30 Affetti e tastiature Concerto di inaugurazione del restauro dell’organo Innocenzo Gallo del 1743
28 Martedì
Tra epoche e stili: gli sconfinati orizzonti del pianismo Recital pianistico
29 Mercoledì
Bicordo romantico: Schumann e Brahms Quintetto del Conservatorio
LUGLIO 1 Venerdì
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Foggia. Teatro Giordano Wolfgang Amadeus Mozart Così fan tutte (ossia La scuola degli amanti)
2 Sabato
Il ‘dilettante’ Giuseppe Mascia Ensemble del Conservatorio
4 Lunedì
Il trio per clarinetto, violoncello e pianoforte: una piccola formazione cameristica di grande fascino Trio del Gargano
5 Martedì
Casa Ricordi. Vivere d’arte, vivere d’amore Ensemble e solisti del Conservatorio
8 Venerdì
Echi sonori dal freddo e romantico Nord Il Solista e l’Orchestra
11 Lunedì
Passaggi virtuosistici Duo violino e pianoforte
12 Martedì
Ex nihilo nihil fit Giovani talenti in concerto
Igor Stravinskij
Venerdì 10 Giugno
Igor Stravinskij
Chiostro di Santa Chiara
Histoire du soldat Suite da concerto
Foggia
ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00
Concerto inaugurale Mahler e Stravinskij: fra colto e popolare alle radici del Novecento musicale
(San Pietroburgo, 1882 - New York, 1971)
La marcia del soldato Il violino del soldato Marcia reale Piccolo concerto Tre danze: Tango, Valzer, Ragtime Danza del diavolo Corale Marcia trionfale del diavolo
Gustav Mahler*
(Kalištĕ [Boemia], 1860 - Vienna, 1911)
Sinfonia n. 1 in re maggiore «Il Titano»
Lentamente, trascinato, come un suono della natura Vigorosamente mosso, ma non troppo veloce Solenne e misurato, senza trascinare Tempestosamente agitato
Ensemble del Conservatorio
Vincenzo Conteduca clarinetto Stefano Rampino fagotto Antonio Carretta tromba Fedele Di Mucci trombone Orazio Sarcina violino Massimiliano Mauthe contrabbasso Stefano Baldoni percussioni
Orchestra Sinfonica del Conservatorio Matteo Guerra Pasquale Somma (*) direttori
Gustav Mahler
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GUIDA ALL’ASCOLTO
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Le sinfonie di Mahler segnano il confine fra romanticismo e nuova musica, offrendo un lascito straordinario di sapienza compositiva e di forte impatto espressivo, perfetta rappresentazione di un sentire che sarà cancellato dai tragici eventi della Prima Guerra mondiale. La prima Sinfonia, che vede la sua prima a Budapest nel 1888, trova attraverso numerose riscritture la sua definitiva versione solo nel 1896, come una sorta di work in progress. Tant’è che fu prima presentata come «Poema sinfonico in due tempi», poi come Sinfonia Titano in cinque parti e infine, con l’eliminazione dell’ Andante, fu battezzata «Sinfonia in quattro parti». Proprio queste modifiche di ‘confezione’ rivelano il percorso speculativo, dinamico e creativo dell’autore. Pur consapevole delle rivoluzioni musicali ed estetiche apportate da Liszt e Wagner, oltre che dalle esperienze sinfoniche di Brahms e Dvorak, Mahler non disdegna l’impiego di stilemi classici uniti a suggestioni naturalistiche e temi popolareschi. Il cui insieme costituirà la cifra originale e inconfondibile della sua futura produzione sinfonica. L’Histoire du soldat fu scritta nel 1918 su libretto di C.F. Ramuz, ispirato a una antica fiaba russa. Durante la Prima Guerra mondiale Stravinskij si era rifugiato in Svizzera dove – come confiderà egli stesso nelle Cronache della mia vita – la pièce fu progettata per un ‘teatro povero’. Con un allestimento facilmente trasportabile destinato a spazi piccoli, e con un organico di soli sette strumenti chiamati tutti a esprimere la piena estensione dei rispettivi registri e capacità timbriche, quasi a ricoprire un ruolo ‘succedaneo’ di quello dell’orchestra. Successivamente, su commissione di uno dei primi interpreti (il clarinettista W. Reinhart che aveva sovvenzionato il soggiorno svizzero del compositore) Stravinskij ne ridusse la partitura, realizzando una Suite in soli cinque quadri per violino, clarinetto e pianoforte, che fu eseguita in prima a Losanna, poi a Zurigo e Ginevra nei mesi di novembre e dicembre 1919. Il clima è tipico della fanfara e dello spettacolo circense, lo spirito è quello di «musica da fiera», come dirà Adorno. Una straordinaria ricchezza ritmica – con mutamenti continui e repentini – predomina nell’intera partitura, che commistiona generi e stili dalla marcia militare al polifonismo, dalla berceuse al tango, dal valzer al ragtime, con esiti complessivi di rara unitarietà e bellezza. Lilly Carfagno
Vincenzo Conteduca Ha studiato presso il Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari con A. Perrino, dove si è diplomato con il massimo dei voti. Si è perfezionato con K. Leister, W. Boeykens ed A. Pay. Ha collaborato in qualità di Primo clarinetto con l’“Orchestra Giovanile Italiana”, con l’Orchestra di Lecce e Bari, con il “Maggio Musicale Fiorentino” e il Teatro alla “Scala”, con direttori quali R. Muti e Z. Metha. Svolge un’intensa attività sia come solista sia in formazioni da camera come “I Solisti Dauni”. È titolare di una cattedra di clarinetto presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia. Stefano Rampino Si diploma in fagotto con lode e menzione speciale presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia, sotto la guida di Giovanni Galasso. Successivamente si specializza frequentando il corso “I Fiati” presso l’Accademia Nazionale di “Santa Cecilia” di Roma sotto la guida di Francesco Bossone. Nel 2015, sempre nella stessa Accademia, prende parte al progetto di musica contemporanea “Ensemble ’900”, registrando un concerto per “Euro Classical”. Ha all’attivo collaborazioni e concerti con numerose orchestre, registrazioni discografiche, partecipazioni a programmi televisivi e ottimi risultati in concorsi nazionali ed internazionali. Antonio Carretta In veste di solista ha tenuto concerti presso i teatri di Bilbao, Kalamata (Grecia), Taranto, Foggia, Chieti, e in importanti rassegne (Nottingham, Zurigo, Vienna, Organistico Bologna, Ragusa, Bari e Loreto). Ha collaborato con l’Orchestra Nazionale di “Santa Cecilia”, la Sinfonica Abruzzese, dell’Accccademia Pescarese, “I Solisti Dauni” e “I Solisti Aquilani”, l’Orchestra del Teatro “Petruzzelli”, l’Orchestra Sinfonica di Bari, Orchestra della “Magna Grecia” di Taranto. In qualità di solista ha registrato per la BMG, Bongiovanni, EMI, RAI Trade, Mediasat, Laus; ha inciso la Sequenza X per tromba sola di Berio e le arie di A. Scarlatti. Ha tenuto concerti con B. Bacharach, R. Zero, L. Dalla, L. Bacalov, G. Paoli, Milva, Elio, A Bocelli, A. Ruggeri . È docente di tromba presso il Conservatorio “Giordano” di Foggia sezione di Rodi Garganico.
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Fedele Di Mucci Attualmente frequenta il 1° anno del triennio della classe di Trombone presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia sotto la guida di Giuseppe De Marco. Ha seguito le masterclass A. Conti e Abbie Conant. Ha partecipato al 7° Concorso Musicale Internazionale “Città di Francavilla Fontana” “Premio Terra degli Imperiali” conseguendo il 1° premio con la votazione di 95/100. Ha collaborato con la Fondazione del “Teatro Petruzzelli” per la produzione di Nabucco e con l’Orchestra Sinfonica e l’Orchestra Giovanile del Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia. Nel corso della sua attività musicale ha suonato sotto la guida dei direttori d’orchestra M. Angius, R. Boer, G. La Malfa, R. Cianciotta, S. Genuini, G. Minafra, P. Varela.
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Orazio Sarcina Docente di violino presso il Conservatorio di Foggia, si è diplomato col massimo dei voti e lode sotto la guida di G. Francavilla e R. Pellegrino. Perfezionatosi con C. Romano e Felix Ayo è stato per otto anni 1° violino di spalla dell’Orchestra del “Petruzzelli” di Bari. Ha inoltre rivestito lo stesso ruolo con l’Orchestra del Teatro di Salerno e con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese. È stato per oltre quindici anni il violinista del complesso da camera ”I Solisti Dauni”.
Massimiliano Mauthe Docente di contrabbasso presso il Conservatorio di Foggia, è diplomato in contrabbasso e canto. Dopo una iniziale attività presso importanti istituzioni lirico-sinfoniche come la “Toscanini” di Parma, il “Petruzzelli” di Bari, la “Scarlatti” della Rai di Napoli si è dedicato all’attività cameristica con “I Solisti Dauni” e al repertorio barocco come violonista e contraltista, collaborando con “L’Arte dell’Arco” di Padova, con “Modo Antiquo” di Firenze e l’“Harmonices Mundi” di Bolzano.
Stefano Baldoni Solista, compositore e didatta, ha collaborato con orchestre ed ensemble prestigiosi come l’Orchestra Sinfonica della Rai di Milano diretta da Luciano Berio, il Teatro Petruzzelli e l’I.C.O. di Bari con Ennio Morricone, “I Percussionisti di Bari”, i “Percussionisti Italiani” “I Solisti Dauni”, “Percussionisti di Santa Cecilia” “Collegium Musicum”. Solista con Alvin Curran nella Rassegna Internazionale “Audiobox” Rai e con Steve Reich in una produzione a lui dedicata. È docente di Strumenti a percussione presso il Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli.
Matteo Guerra Nato nel 1993, inizia lo studio del pianoforte all’età di sei anni. Oltre all’attività pianistica, che lo vede impegnato in diverse stagioni concertistiche, come quella del “Pontificio Istituto” di Roma o le varie edizioni di “Musica nelle Corti di Capitanata” (nel giugno 2013 suona il concerto di Schumann con Pablo Varela e l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio), intraprende lo studio della direzione d’orchestra. Prende parte alla stagione di “Musica nelle Corti di Capitanata” 2015 in veste di direttore d’orchestra e di ensemble da camera. Diplomato in pianoforte col massimo dei voti, sotto la guida di Olaf John Laneri e Elisabetta Mangiullo, studia direzione con Marco Angius presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia.
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Pasquale Somma Diplomato in pianoforte presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari, è iscritto al triennio in Direzione d’orchestra presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia. Vincitore di numerosi concorsi musicali tra cui il Concorso internazionale per Giovani musicisti “Città di Barletta”, Concorso Musicale Internazionale “Città di Crispiano”, “Premio Musica Italia”, Concorso Europeo “Don Matteo Colucci”. Svolge attività concertistica solistica ed in formazioni da camera con le più rappresentative associazioni musicali del territorio. Musicista poliedrico dirige varie formazioni orchestrali ed ensemble in numerosi concerti con repertori che spaziano dal lirico al sinfonico. Con “Soundiff Orchestra” ha inciso un cd di musiche natalizie.
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Domenico Scarlatti
Ludwig van Beethoven
Martedì 14 Giugno Foggia
Stefano Taglietti
Franz Liszt
Domenico Scarlatti (Napoli, 1685 - Madrid, 1757)
Sonata in la minore K 3
Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00
Suoni comunicanti Recital Piero Di Egidio pianoforte
Ludwig van Beethoven (Bonn, 1770 - Vienna, 1827)
Sonata in do minore n. 32 op. 111
Maestoso. Allegro con brio ed appassionato Arietta. Adagio molto semplice e cantabile
Stefano Taglietti (Roma, 1965)
Lezioni americane (da Italo Calvino) Cinque studi per pianoforte solo: Leggerezza Rapidità Esattezza Visibilità Molteplicità
PRIMA ESECUZIONE ASSOLUTA INTEGRALE
Franz Liszt
(Raiding, 1811 - Bayreuth,1886)
Nuages gris S 199 Andante
Sonata in si minore S 178
Lento assai Allegro energico Agitato Grandioso, dolce con grazia Cantando espressivo Andante sostenuto
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GUIDA ALL’ASCOLTO
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Il programma musicale della serata è costruito avendo come fulcro le illuminanti Lezioni americane di Stefano Taglietti, in prima esecuzione assoluta integrale, non a caso poste deliberatamente al centro del récital, che s’ispirano alle lezioni preparate da Italo Calvino nel 1985 per l’Università di Harvard. L’opera del compositore romano, tra i più interessanti nel panorama italiano attuale, è infatti piena di rimandi armonici, melodici e grafici (‘suoni comunicanti’, appunto) a tanta letteratura pianistica: cromatismi, dissonanze, densità nella scrittura. In particolare la lettura dei cinque densi studi per pianoforte ha rimandato quasi proustianamente a due brevi ma profetici esempi di repertorio pianistico talora misconosciuti: la Sonata K3 di Scarlatti, in cui il compositore napoletano sperimenta l’utilizzo di un cromatismo, incardinato in una successione di settime diminuite, non comune per l’epoca, e lo spiazzante Nuages gris (Nubi grigie) di Liszt, in cui lo stesso cromatismo è sorretto invece da sovrapposizioni di terze maggiori e da una timbrica quasi debussyana assolutamente innovativa. Magna pars del programma è costituita poi da due monumenti del repertorio pianistico che non hanno bisogno di ulteriore presentazione, scelti sia perché richiamati graficamente e armonicamente nelle Lezioni americane di Taglietti, ma soprattutto perché rappresentano anche metaforicamente quella dissoluzione della forma e quella variazione espressiva del materiale musicale (basti pensare alle innovative suggestioni ritmiche del secondo movimento della Sonata op. 111 di Beethoven e alla varietà timbrica con cui nella Sonata in si minore Liszt tratta un materiale musicale in fondo limitato, cinque brevi temi che combinati e rinnovati portano a quasi mezz’ora di musica mai banale) ponte tra classicismo, romanticismo e musica d’oggi. Attualità ancor più rafforzata dall’incombenza della settima diminuita, che domina drammaticamente ogni pagina di questi due immortali capolavori. Piero Di Egidio
Piero Di Egidio Si diploma con Lucia Passaglia presso il Conservatorio di Firenze nel 1984 con il massimo dei voti, lode e menzione ministeriale. Successivamente è discepolo di Aldo Ciccolini, col quale consegue il Diploma Triennale Superiore di perfezionamento e virtuosità. Laureato in Lettere nel 1989 a Firenze con Clemente Terni con una tesi sulla “Sonata in si minore di Franz Liszt”. Concertista affermato in tutto il mondo e premiato in Concorsi Internazionali di pianoforte e musica da camera, è vincitore di concorso a cattedre per titoli ed esami, attualmente docente di ruolo di pianoforte nel Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia. Già Premio alla carriera con medaglia di bronzo del Presidente Giorgio Napolitano, con Decreto 2 giugno 2013 è Cavaliere dell’Ordine “al Merito della Repubblica Italiana” artistico/culturali.
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Felix Mendelsshon-Bartholdy
Mercoledì 15 Giugno Foggia Teatro Giordano ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00
Pëtr Il’ič Čajkovskij
Felix Mendelsshon Bartholdy (Amburgo, 1809 - Lipsia, 1847)
Sestetto in re maggiore op. 110 (1824)
Allegro vivace Allegro vivace per violino*, 2 viole, violoncello*, contrabbasso e pianoforte
Pëtr Il’ič Čajkovskij (Votkinsk, 1840 - San Pietroburgo, 1893)
Ricordi di Firenze
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Sestetto in re minore “Souvenir de Florence” op. 70 (1890)
Allegro con spirito Adagio cantabile e con moto Allegretto moderato Allegro con brio e vivace per 2 violini, 2 viole e 2 violoncelli
Sestetto d’archi del Conservatorio
Orazio Sarcina(*), Ylenia Montaruli violini Luigi Gagliano, Vincenzo Starace viole Gianluca Montaruli(*), Francesco Montaruli, Francesco Mastromatteo violoncelli Massimiliano Mauthe contrabbasso Domenico Monaco pianoforte
GUIDA ALL’ASCOLTO
Il Sestetto in re maggiore, scritto nel 1824 da un Mendelssohn appena quindicenne, può definirsi un classico concerto da camera, che asseconda il fenomeno tipicamente tedesco della Kammermusik, dove al pianoforte, che gioca sempre in tutto il sestetto un ruolo di protagonista assoluto, si contrappongono gli archi, in un arabesco di sonorità essenzialmente brillanti. L’«Allegro vivace» è dominato dal carattere esuberante e cristallino dello strumento a tastiera bilanciato dal colore scuro e ovattato degli archi. Segue un «Adagio», dove s’avverte una leggera e struggente malinconia, concepito strutturalmente in forma sonata, priva della sezione dello sviluppo. Nello «Scherzo» in re minore, impropriamente denominato «Minuetto», si manifestano le tematiche principali del romanticismo nordico; nel «Trio», il dialogo diventa più eloquente: qui sgorga la melodia principale che ricomparirà subito prima della coda dell’ultimo movimento. Nell’«Allegro» finale si viene catapultati d’emblèe nel clima epico di una trascinante leggenda, con un pathos ricco di emozioni uniche e straordinarie. Il Sestetto per archi di Čajkovskij, conosciuto come Souvenir de Florence, la cui stesura fu terminata nel 1890 dopo tre anni di gestazione, è un omaggio alla città toscana. In esso, gli accenti vivaci e folkloristici tipici della musica russa si fondono mirabilmente con reminiscenze proprie del lirismo del melodramma italiano. Il primo movimento, «Allegro con spirito», nella tonalità di re minore, è caratterizzato da un senso di chiarezza formale e di espressività immediata che richiamano lo spirito del Neoclassicismo. Nel secondo movimento, in re maggiore, le sezioni estreme hanno il carattere di una serenata in cui il primo violino sostiene una delicata e malinconica melodia su accompagnamento in pizzicato degli strumenti. Nel successivo movimento, stagliato nella malinconica tonalità di la minore, si avvertono in primo piano i toni melanconici rintracciabili nello stile del compositore russo. L’«Allegro vivace», ultimo movimento, comprendente anche una breve fuga, è caratterizzato da una scrittura marcatamente polifonica, animato da un ritmo di danza contadina, sfociante in una coda virtuosistica di prorompente vitalità sonora. Rachele Ruggeri e Rosa Franco
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Orazio Sarcina vedi concerto del 10 giugno.
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Ylenia Monraruli Diplomata con il massimo dei voti, lode e menzione presso il Conservatorio di Foggia ha studiato con O. Sarcina, G. Guglielmo, P. Graffin, G. Carmignola, e S. Accardo. Si è esibita da solista con l’Orchestra da camera di Padova e del Veneto. Finalista del premio “Giorgietti” del Teatro alla “Scala” di Milano, è risultata vincitrice del concorso per violino nell’Orchestra dell’Accademia di “Santa Cecilia” di Roma, con la quale si esibisce nei più importanti teatri e sale da concerto d’Italia e d’Europa. Luigi Gagliano Diplomatosi presso il Conservatorio di Foggia, ricopre attualmente, il ruolo di prima viola presso l’Orchestra Sinfonica Abruzzese. Ha studiato e si è perfezionato con R. Schmidt, K. Kashkashian, L.A. Bianchi e D. Rossi. Finalista e vincitore di diverse audizioni e concorsi, ha collaborato con numerose orchestre suonando, nelle sale più prestigiose del mondo. Suona una viola Guicciardi del 1977 gentilmente prestata dalla famiglia Mastromatteo.
Vincenzo Starace Si è diplomato in viola con il massimo dei voti e la lode, presso il conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia, sotto la guida di Rocco De Massis, in seguito si è perfezionato col M° Herbert Kefer presso “Universität für Musik und darstellende Kunst”. Collabora con numerose orchestre nazionali ed internazionali, tra le quali: Orchestra da Camera di Mantova, Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari, “Wiener Jeunesse Orchester”. Gianluca Montaruli Ha iniziato gli studi sotto la guida del padre Francesco, nella cui classe è diplomando. Si è perfezionto con Luigi Piovano (1° violoncello dell’Orchestra dell’Accademia di “Santa Cecilia”) e Massimo Polidori (1° violoncello dell’Orchestra della “Scala” di Milano). Apprezzato per il suo talento musicale si è distinto in numerosi concorsi tra i quali “l’Euterpe”, il “Curci’’ e il ‘’Premio Terre Imperiali’’. Ha partecipato alla stagione del “Pontificio Istituto di Musica Sacra” di Roma in diretta con Radio Vaticana. Nel 2015 è stato scelto da Antonio Meneses per entrare nella sua classe nell’“Accademia Walter Stauffer” di Cremona ed ha collaborato con Franco Petracchi esibendosi al Teatro “Ponchielli” di Cremona. Suona un pregiato Raffaele Fiorini 1894 appartenuto al violoncellista Osvaldo Pirani.
Francesco Montaruli Docente di violoncello presso il Conservatorio di Foggia, si è diplomato sotto la guida di O. Pirani e G. Ravenna. Già 1° violoncello dell’Orchestra del “Petruzzelli” di Bari e dell’“Orchestra Filarmonica Marchigiana”, è stato componente dei complessi “I Solisti Dauni”, “L’Arte dell’Arco” e “I Solisti Filarmonci Italiani”. Ha tenuto recitals solistici e in gruppi da camera presso le più importanti associazioni musicali italiane ed europee, oltre che in America e Giappone.
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Francesco Mastromatteo Definito dal Dallas Morning News “virtuosic and passionate musician”, è docente di Musica da camera presso il Conservatorio “U. Giordano” di Foggia, sede di Rodi Garganico, ed è direttore artistico degli Amici della Musica “G. Paisiello” di Lucera e di “Classical Music for the World” di Austin. Svolge attività concertistica in Europa e USA, esibendosi da solista con Meadows Symphony, Round Rock Symphony, Starlight Symphony. È violoncellista del Trio&Duo “Mastromatteo”.
Massimiliano Mauthe vedi concerto del 10 giugno.
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Domenico Monaco Vincitore di premi in concorsi internazionali pianistici tra cui “Allegro Vivo” Repubblica di San Marino, “E. Pozzoli” di Seregno, “P. Badura Skoda” di Villa Seca (SP), si è esibito in vari centri musicali Italiani ed Europei tra cui Auditorium “Giovanni Agnelli” di Torino, “Accademia delle Arti” di Tirana, “Wienner Saal” di Salisburgo. Ha registrato per l’etichetta “Brilliant Classics” l’integrale di M. Moszkowsky per pianoforte a quattro mani. Per la Rai RadioTre ha eseguito musiche di Brahms e Berg.
Wolfgang Amadeus Mozart
Giovedì 16 Giugno
Wolfgang Amadeus Mozart
Foggia
(Salisburgo, 1756 - Vienna, 1791)
Chiostro di Canta Chiara
Adagio. Allegro Andante cantabile Minuetto e Trio. Allegro Allegro molto per due violini, viola e violoncello
ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00
Alla scuola di papà Haydn Giovani talenti in concerto
Quartetto in do maggiore «Delle Dissonanze» KV 465
Quartetto in do maggiore KV 285b Allegro Tema con variazioni. Andantino
Quartetto in re maggiore KV 285
Allegro Adagio Rondeau per flauto, violino, viola e violoncello
Quartetto Fedora
Domenico Pedone, Giovanna Sevi violini Jihyeon Kim viola Francesca Della Vista violoncello
Quartetto Mousiqué
Michele Gravino flauto Maria Simona Rampino violino Barbara Ciccone viola Maria Antonietta Gramegna violoncello
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GUIDA ALL’ASCOLTO
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Il quartetto d’archi, che, con la sonata e la sinfonia, completa la triade delle forme tipiche del Classicismo viennese, è saldamente legato al nome di Franz Joseph Haydn, che ne è considerato il pioniere. Traendo origine dai Divertimenti e dalle Serenate, composizioni eleganti destinate all’intrattenimento di corte, musica di consumo leggera scritta per ricorrenze e festeggiamenti della nobiltà, il quartetto d’archi divenne forma seria per eccellenza con il compositore austriaco, che nel corso della sua carriera ne compose circa un’ottantina, maturando un proprio stile personale e raggiungendo autorevolezza nel genere. Facendo propria l’arte del predecessore e a sua volta sviluppandola, Mozart sperimentò il repertorio cameristico in più momenti della sua breve esistenza, inserendosi anche nella tradizione settecentesca di combinare strumenti a corde ed a fiato; molto in voga, ad esempio, era all’epoca la formazione del trio d’archi con strumento a fiato solista. I quartetti K285 e K285b, che videro la luce durante la tournée europea degli anni 1777-78, appartengono alla produzione mozartiana giovanile; sia nel K285, in tre movimenti, che nel K285b, incompleto e composto solo dell’«Allegro» e dell’«Andantino», il trio d’archi dialoga con il flauto solista. Questi sono frutto di una occasionale commissione, ricevuta da un Mozart poco più che ventenne (che ancora non aveva maturato un proprio stile), da parte di un flautista dilettante olandese. Stilisticamente molto diversi, nonché momento culminante della scrittura quartettistica classica, sono i sei quartetti per archi, pubblicati nel 1785, che Mozart dedicò ad Haydn, affidandoglieli come «suoi figli [...] frutto di una lunga e laboriosa fatica». Si racconta che l’ultimo fra questi, il K465 in quattro movimenti, prese vita in una meravigliosa notte della vita di Mozart, nella sua bella casa al centro di Vienna. Scegliendo uno per uno gli invitati, suo padre Leopold, lo stimatissimo Haydn e due nobili dilettanti di ottimo livello, Amadeus organizzò scrupolosamente una serata colma di musica e di vero appagamento. Il quartetto è detto «Delle dissonanze» per le 22 battute dell’«Adagio» introduttivo, che, attraversato da cromatismi ed intervalli che il gusto del tempo considerava dissonanze, crea una sensazione di incertezza tonale ed attesa angosciosa, che poi si stempera nella limpidezza mozartiana dell’«Allegro». Emblema della modernità di un artista che sapeva osare. Giovanna Sevi
Domenico Pedone Iscritto al Conservatorio “Umberto Giordano” studia violino sotto la guida di Dino De Palma. Membro stabile della SEYO (Sistema Europe Youth Orchestra) e dell’“Orchestra Nazionale del Sistema” ha lavorato con direttori come Gustavo Dudamel, Dietrich Parades e Donato Renzetti esibendosi al Teatro alla “Scala”,Teatro “Arcimboldi” di Milano, Teatro “Argentina”, “Parco della Musica” e “Sala del Pontifico” a Roma. Prende regolarmente lezione con Vadim Brodsky presso la “Civica Scuola delle Arti” di Roma. Giovanna Sevi Giovanna Sevi è nata nel 1999 a Foggia. Vincitrice di primi premi e borse di studio in vari concorsi, tra cui “Sarro” di Trani, “Civera” di Bari, “Euterpe” di Corato, è attualmente iscritta al Triennio di violino sotto la guida di Orazio Sarcina. Ha partecipato alle rappresentazioni de Le nozze di Figaro nell’Orchestra Sinfonica del Conservatorio, Mese Mariano nell’Orchestra della Fondazione “Musicalia” ed ha collaborato con l’Orchestra “Liberopensare”, diretta da Marco Lacasella. Ha seguito, in qualità di allieva effettiva, masterclass con Brodsky, Dego, Francesco Manara. Nel 2016, ha eseguito da solista il Concerto op.26 di Max Bruch con l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio. Jihyeon Kim Iscritta alla “Sungshin Woman University College of Music” a Seoul (Corea) frequenta il Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia con Rocco De Massis. Vince il prestigioso “Mozart International Music Competition’’ (Corea) aggiudicandosi il Primo premio. Si è esibita in qualità di solista nell’“Hanam Cultural Foundation” con una esecuzione di due Suite di Bach.
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Francesca Della Vista Frequenta il Conservatorio “Umberto Giordano” con Francesco Montaruli. Partecipa a numerosi concorsi nazionali e internazionali quali il Concorso Internazionale “Città di Barletta” e il Concorso di Musica “Euterpe” dove vince il Primo premio assoluto. Fa parte di importanti gruppi cameristici quali “Cellophonia Quartet’’ e sviluppa diverse produzioni con le orchestre Giovanile e Sinfonica del Conservatorio di Foggia. Ha partecipato a numerose masterclass tenute dai docenti quali Luigi Piovano, Massimo Polidori, Andrés Diaz, Bion Tsang.
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Michele Gravino Laureato con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia nella classe di Antonio Amenduni è iscritto al secondo anno del Biennio specialistico. Frequenta l’“Accademia Nazionale del Flauto” di Roma e ha seguito le masterclass di Peter-Lukas Graf, Andrea Manco, Andrès Diàz. Con l’“Orchestra Nazionale dei Conservatori Italiani” ha effettuato tournèe in Italia e all’estero e registrazioni live per Rai e Radio Belgrado. Premiato in diversi concorsi nazionali ed internazionali, quali “Curci” di Barletta, “Eratai” di San Giovanni Rotondo, “Città di Airola”. Ha collaborato con l’Orchestra Sinfonica della “Città Metropolitana” di Bari e l’Orchestra Sinfonica di Foggia. Ha debuttato come solista con l’Orchestra Giovanile del Conservatorio eseguendo il concerto in mi minore di F. Devienne. Maria Simona Rampino Diplomanda in violino nella classe di Orazio Sarcina, collabora con numerose orchestre della Capitanata, con l’Orchestra sinfonica del Conservatorio “Umberto Giordano” e come spalla dell’orchestra giovanile dello stesso. Si è classificata ai primi posti in concorsi nazionali ed internazionali. Ha frequentato le masterclass di Vadim Brodski,
Francesca Dego, Daniele Pascoletti e Francesco Manara. Collabora con l’associazione “Amici della Musica” di San Severo nell’ambito dei progetti “Educational”. Nel marzo 2016 prende parte all’esecuzione del Carnevale degli animali nel progetto “Il teatro ha classe”, iniziativa del Conservatorio “Giordano” in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Foggia. Barbara Ciccone Si è diplomata con il massimo dei voti presso il Conservatorio “Luisa D’Annunzio” di Pescara sotto la guida di Roberto Molinelli. Ha partecipato a vari corsi di viola tenuti da Danilo Rossi e Rocco De Massis e di formazione orchestrale quali “Estate Musicale Frentana” Lanciano, “Musica Infinita” Molfetta, “Sommerakademie 2015” presso il “Collegium Musicum Scholss Pommersfelden”. Nel 2015 si è classificata Prima al concorso musicale internazionale “Paolo Barrasso” di Caramanico, al concorso nazionale “Premio Musica Italia” di Barletta e al Concorso Internazionale di Esecuzione musicale “Trofeo Città di Penne”. Attualmente frequenta il biennio di secondo livello presso il Conservatorio “Giordano” di Foggia con Rocco De Massis. Maria Antonietta Gramegna Si è diplomata in violoncello presso il Conservatorio“Umberto Giordano” di Foggia con Francesco Montaruli, successivamente ha studiato a Napoli con Giacinto Caramia. Ha conseguito con il massimo dei voti il biennio specialistico in discipline musicali (violoncello) e il biennio in Musica da Camera. Ha frequentato masterclass con R. Aldulescu, Hayashi, Chiapperino, Bronzi, Kliegel. Ha conseguito il diploma triennale di alto perfezionamento in violoncello con Luigi Piovano presso l’Accademia Musicale Pescarese. Ha frequentato il corso biennale della Scuola Superiore di Musica da Camera del “Trio di Trieste” con il quale ha seguito anche i corsi dell’”Accademia Chigiana”, il corso di musica da camera con il Trio di Parma presso la “Scuola di Musica di Fiesole”, i Corsi Internazionali di Perfezionamento di musica da camera con B. Canino.
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Palazzo Madama
Lunedì 20 Giugno Roma Senato della Repubblica Sala Koch ore 14.30
Presentazione Atti del convegno di studi
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«Quando la musica cambia la vita: conoscere e interagire con “El Sistema” Abreu»
Sala Koch
Interventi: Luigi Zanda Luigi Manconi Alessandra Abbado, Francesco Di Lernia Julian Rodriguez Diaz
Johannella Tafuri Roberto Grossi Augusta Dall’Arche Antonio Caroccia Nicola Piovani Modera: Elena Ferrara
Ludwig van Beethoven
Martedì 21 Giugno Foggia
Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00
Sergei Rachmaninov
Fryderyk Chopin
Alexander Scriabin
Ludwig van Beethoven (Bonn, 1770 - Vienna, 1827)
Sonata n. 8 in do minore, op. 13 «Patetica» Grave, Allegro di molto con brio Adagio cantabile Rondò. Allegro
Sergei Rachmaninov
(Velikij Novgorod, 1873 - Beverly Hills, 1943)
Preludio n. 5 op. 23 Fryderyk Chopin
(Zelazowa Wola, Varsavia, 1810 - Parigi, 1849)
SERATA UNESCO «Il genio dà la vita, lo stile dà la forma» Giovani talenti in concerto Leone Monaco Roberto Di Napoli pianoforte
Scherzo n. 2 op. 31 *** Ludwig van Beethoven Sonata n. 23 in fa minore, op. 57 «Appassionata» Allegro assai Adagio sostenuto Allegro ma non troppo
Fryderyk Chopin Ballata n. 4 in fa minore, op. 52 Andante con moto
Alexander Scriabin (Mosca, 1872 - ivi, 1915)
Studio n. 1 op. 2 Studio n. 12 op. 8 Studio op. 8 n. 12
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GUIDA ALL’ASCOLTO
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«Il genio dà la vita, lo stile dà la forma». A queste considerazioni del pianista francese Antoine François Marmontel (1816-1898), occorre aggiungere un terzo elemento: il linguaggio, che ogni compositore organizza sulla base delle esperienze formative e dei riferimenti culturali. Ed è proprio la valutazione dell’uso innovativo di tali elementi a decretare il genio creativo. La continua espansione delle strutture formali ereditate dal passato è una caratteristica di tutta l’arte beethoveniana che trova espressione anche nelle sonate per pianoforte: atti creativi unici e sublimi, sfida da accettare e ideale a cui aspirare, occasione preziosa di riflessione introspettiva. Dalla famosa Sonata «Patetica», in cui è reso il contrasto tra le atmosfere cupe del I e III tempo con l’intima cantabilità, quasi meditazione religiosa, del II, la componente spirituale ed espressiva matura nella Sonata «Appassionata», archetipo dello stile eroico di Beethoven. Il carattere monumentale e tragico di quest’opera è evidente fin dalla pagina iniziale. Caricare di una forte tensione drammatica un breve spunto melodico ponendolo al centro dell’opera, come avviene per le cinque semiminime, poi cinque crome, dello Scherzo op. 31, è un tipico elemento di derivazione beethoveniana. Ma, proprio nel geniale superamento dei modelli, sta la grandezza di Chopin, artista capace di rendere ogni cosa sua, senza possibilità di paragoni. Lo Scherzo op. 31 n. 2 e, soprattutto la Ballata op. 52, producono esattamente questa sensazione, ponendosi tra le pagine più popolari della letteratura pianistica. Emblema di un autentico spirito di innovazione è la Ballata in fa minore, tecnicamente impegnativa e con una scrittura pianistica densa e per certi versi contrappuntistica, sorta di compendio della intera personalità del compositore. Adesione e superamento del modello chopiniano sono le cifre del pianismo di Skrjabin che ripensa a una forma consolidata come lo Studio in modo assolutamente personale, dimostrazione di emozioni sottolineate da sfumature dinamiche e irripetibili dettagli, culminanti nel n. 12 op. 8, divenuto il simbolo chiarificatore della non facile personalità del compositore e della sua esacerbata attitudine al gusto per l’enfatizzazione tragica. Forte è l’influenza chopiniana anche nell’altro grande protagonista del concertismo russo: Rachmaninov. Rispetto per le forme classiche, animo ‘romantico’, genuina sensibilità armonica unita ad una vena melodica inconfondibile sono i tratti della sua arte che lo conducono a ripensare alla forma del Preludio in modo originale. Il n. 5 dell’op. 23, «Alla marcia», è uno dei più celebri, e s’impone per la robusta scrittura e la fine cantabilità. Alessio Rampino
Leone Monaco Nato a Foggia nel 1998, inizia a studiare il pianoforte a 9 anni. Successivamente avvia un percorso di studio con Domenico Monaco che lo porta all’ammissione con il massimo dei voti al Conservatorio “Giordano” di Foggia, dove tuttora lo segue al primo anno del Trienno Accademico. Ha partecipato con successo a diversi concorsi pianistici nazionali ed internazionali, riscuotendo ottimi risultati; ha preso parte a masterclasses con rinomati rappresentanti del mondo pianistico internazionale quali Giuseppe Andaloro, Michele Marvulli, Ludmilla Georgievskaya, Andrew Wright, Thomas Schwan, Andres Diaz ed altri. Si esibisce regolarmente in manifestazioni musicali pugliesi sia come solista che in gruppi da camera. Roberto di Napoli Nato a Foggia nel settembre del 1999, ha iniziato lo studio del pianoforte a 5 anni, ed a 7 è stato ammesso al Conservatorio di Musica della propria città, dove dal 2009 studia con Anna Chiara D’Ascoli e nella cui classe frequenta attualmente il decimo anno. È risultato vincitore di ventuno concorsi nazionali ed internazionali. Ha tenuto numerosi recital pianistici ed ha seguito diverse masterclass con Alexander Hintchev, Giuseppe Andaloro, Anne Holland, Leonid Margarius, Edith Murano, Alexander Lonquich, Franco Medori, Mikhail Petukhov, Ivari Ilja, Maurizio Baglini. A giugno 2015 ha vinto in Germania il premio pianistico “ Steinway Forderpreis”, aggiudicandosi una borsa di studio ed un concerto, offerti dalla “Steinway & Sons” di Amburgo.
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RODIJAZZ FEST XII Edizione
Special Guest
Greg Burkpiano Pianista e compositore di Detroit tra i più raffinati della scena jazz contemporanea, vanta otto cd pubblicati a suo nome di musica originale composta ed eseguita dallo stesso in diverse formazioni. Ha partecipato a Festival in Europa, Giappone, Stati Uniti e Africa. Tra i musicisti che hanno collaborato con Burk si ricordano grandi personalità quali Kenny Wheeler, Benny Golson, Steve Swallow, Bob Moses, Jerry Bergonzi, John Tchicai, Gerald Cleaver, Steve Grossman, Peter King, Dave Leibman, Dave Binney, Roberto Gatto, Rodney Whittaker, Louis Stewart, Sam Rivers, Either/Orchestra, James Carter, Bob Mover, Curtis Fuller, Frank Lacy, Don Moyé, Garrison Fewell, Bobby Battle, Roy Brooks e Rufus Reid. Attualmente insegna pianoforte Jazz e ‘Ear Training’ alla New York University di Firenze.
Seminari e Concerti 22-23 Giugno 2016 RODI GARGANICO
CONCERTI 22 Mercoledì Piazza Rovelli ore 21.45 Exibition by “Class Friends” 23 Giovedì Rodi Garganico Piazza Rovelli ore 21.45 Teachers and students, in “All Togheter” Greg Burk, piano with Rodi Jazz Departement
SEMINARIO The Paths Of Improvisation Docente Greg Burk pianista e didatta Conservatorio “Umberto Giordano” Rodi Garganico 22 giugno ore 10.00 /13.00 - 15.30/18.30 23 giugno ore 10.00 /13.00 - 15.30/18.30
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VenerdĂŹ 24 Giugno Foggia
Gaetano Partipilo alto sax
Antonio Tosques guitar
Piazza Cesare Battisti ore 20.30
Daniele Scannapieco tenor sax
Francesco Angiuli bass
Giuseppe Spagnoli piano and keyboards
Fabio Accardi drums
Festa Europea della Musica
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in collaborazione con la Fondazione Musicalia della Fondazione Banca del Monte di Foggia
Different ways of blue
Gaetano Partipilo Nel 1997, consegue il diploma presso il Conservatorio di musica “N. Piccinni” di Bari. Vincitore della borsa di studio per rappresentare l’Italia al meeting internazionale 1999 della I.A.S.J. (International Association of Schools of Jazz). Suona con Dave Liebman, Giacomo Aula, John Schroder e Peter Klinke, Tarus Mateen, Nasheet Waits e lo stesso Greg Osby e tanti altri. Insegna Sax jazz presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Rodi Garganico.
Daniele Scannapieco Nasce nel salernitano nel 1970, figlio d’arte cresce a contatto con l’ambiente jazz, prima italiano poi europeo. Completa gli studi classici nel 1990 al Conservatorio di Salerno. Collabora con R. Gatto, S. Sabatini, S. Di Battista, T. Scott, E. Pietropaoli, S. Bollani, F. Bosso, H. Salvador, J. Lovano, H. Ruiz, G. Hutchinson, E. Reed, J. Locke, I. Coleman e altri. Incide diversi Cd e collabora molti anni con Mario Biondi. Insegna Sax Jazz presso il Conservatorio “Giordano” di Rodi Garganico.
Giuseppe Spagnoli Pianista e compositore, si diploma ai Conservatori di Foggia e Bari. Si forma nell’area Jazz con Enrico Pieranunzi, Giancarlo Schiaffini, Franco D’Andrea, Collabora con Fabrizio Sferra, Enzo Pietropaoli, Marco Tamburini, Paolo Fresu, Sandro Satta, Antonello Salis, Bob Mover, Mia Cooper, Alicia Perkins, Geoff Warren, Antonio Tosques, Claudio e Mario Corvini, Steve Cantarano e altri. Insegna pianoforte principale e piano Jazz presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Rodi Garganico.
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Antonio Tosques Chitarrista poliedrico ha suonato in diversi contesti musicali. Nel ’92 partecipa come finalista al “Roma Jazz Fest” per giovani emergenti al foro italico. Collabora con Bob Mover, Massimo Manzi, Mike Melillo, Paolino Dalla Porta, Paolo Birro, Robert Bonisolo, Kile Gregory, Ernst Rijseger, Giuseppe Spagnoli, Fabio Accardi, Mirko Signorile, Daniele Scannapieco, Gianni Le Noci, Sandro Satta e altri. Insegna chitarra Jazz presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Rodi Garganico.
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Francesco Angiuli Nato a Monopoli (Bari), si è diplomato in contrabbasso classico con il massimo dei voti e si specializza in Jazz presso il “Royal Conservatory” di Den Haag (L’Aia). Collabora con Jim Mc Nelly, Steve Grossman, Mike Manieri, ToninhoHorta, Philip Harper, Paul Jeffrey, Tommy Smith, Rachel Gould, John Betsch, Keith Tippet, Tom Kirkpatrick, Ernst Reijeseger, Pietro Tonolo, Gianluigi Trovesi e altri. Insegna sax jazz presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Rodi Garganico.
Fabio Accardi Nato a Bari il 1973, frequenta il corso di percussioni con B. Forestiere al Conservatorio di Bari. Ha collaborato con Dave Liebman, Greg Osby, Roberto Ottaviano, Stefano Bollani, Paolo Fresu, Enrico Rava, Furio Di Castri, Javier Girotto, Maria Pia De Vito, Gianni Basso, Rosario Giuliani, Fabio Zappetella, Luca Bulgarelli, Flavio Boltro, Daniele Scannapieco, Fabrizio Bosso Eric Vloehiman e altri. Insegna batteria Jazz presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Rodi Garganico.
Wolfgang Amadeus Mozart
Sabato 25 Giugno
Antonio Vivaldi
Wolfgang Amadeus Mozart
Foggia
(Salisburgo, 1756 - Vienna, 1791)
Chiostro di Santa Chiara
per ensemble di flauti
ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00
Antonio Vivaldi
Joueurs de Flûte
Gioachino Rossini
Sinfonia da Il Flauto Magico
(Venezia, 1678 - Vienna, 1741)
Concerto in do maggiore
Allegro - Largo - Vivace per due flauti e ensemble di flauti
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Gioachino Rossini
(Pesaro, 1792 - Passy de Paris, 1868)
Sinfonia da Il barbiere di Siviglia per ensemble di flauti
*** Françis Poulenc
Mario Rucci
(Parigi, 1899 - ivi, 1963)
(Lucera, 1958)
Sonata
Allegro malinconico Cantilena. Assez lent Presto giocoso per flauto e pianoforte
Franz Doppler (Leopoli, 1821 - Baden bei Wien, 1883)
Andante e Rondò
per due flauti e ensemble di flauti
Canti di aria e di acqua
1) Silenzi, nell’acqua, prima della vita 2) «La dura un vento che ricordo acceso» 3) Elfi 4) Riflessi, intorno a un LA 5) Onde 6) Il soave respiro della notte 7) Sirene 8) Giace qui l’Hidalgo forte 9) Aquiloni prima esecuzione assoluta
per ensemble di flauti
Antonio Amenduni, Michele Marasco flauti solisti Eugenia Tamburri pianoforte
Françis Poulenc
Ensemble Magico Flauto Alessandro Muolo direttore Flauti Bartolo Piccolo Michele Gravino Valentina Bordasco Andrea Palumbo Sonia Del Grammastro Beatrice Mappa Mario Bruno Mariangela Milone Maria Chiara Orlando
Franz Doppler
Chiara Rucco Mauro Di Ceglie Emanuele Cacciatore Concetta Guglielmo Iolanda Zuardi Nicole Sauro Alessandra Peschechera Norma Di Leo Marta Grieco Michele Fiore Giancarlo Pellegrino Chiara Riccardo
Mario Rucci
Flauti contralti Ilaria Di Lernia Nicolaia Natale Mariachiara Russo Flauti bassi Pietro Doronzo Angela Intini Flauto contrabbasso Bernardino Franchini
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GUIDA ALL’ASCOLTO Il programma posto alla nostra attenzione spazia storicamente dal barocco ai giorni nostri, con una ‘prima esecuzione assoluta’ frutto dell’estro creativo del maestro Rucci. Il concerto s’apre omaggiando Mozart e il suo famosissimo Singspiel, Il flauto magico (1791). Ascolteremo la «Sinfonia», costituita da un’introduzione lenta, in un marcato ritmo puntato, seguita da un vivace movimento in stile fugato. Al centro della prima pars è collocato il Concerto in do maggiore di Vivaldi, tipico esempio di concerto solistico, caratterizzato da una nettezza del disegno melodico e da una vivacità di contrasti ritmici. Si chiude, brillan-
temente, con l’Ouverture de Il barbiere di Siviglia (1816), che Rossini aveva artigianalmente riciclato per la terza volta consecutiva: nel 1813, per l’Aureliano in Palmira, e nel 1815, per Elisabetta, regina d’Inghilterra. La sinfonia rossiniana presenta il classico schema formale bipartito o alla francese, scandito dai due andamenti agogici prescritti in partitura: l’«Andante maestoso» iniziale e il successivo «Allegro con brio». La seconda parte del programma ci proietta nel Novecento e nella contemporaneità. Le prime idee compositive della sonata per flauto di Poulanc risalgono al 1952; il lavoro fu portato a compimento solo nel marzo 1957, pochi mesi prima della sua prima esecuzione, magistralmente interpretata da Jean-Pierre Rampal (1922-2000), il celebre flautista francese per il quale Poulanc confezionò ad hoc i virtuosismi esecutivi. Si giunge così al momento clou del concerto. L’esecuzione dei Canti di aria e di acqua, in nove quadri, supportati dalle illustrazioni di Costantino Postiglione. Nei brani nn. 1-2-4-5-6 il cuore e la mente del compositore s’indirizzano all’idea di piegare il suono, partendo dalle sue potenzialità intrinseche, senza mai condizionarlo alla sintassi del linguaggio. In Riflessi intorno a un LA (n. 4), per esempio, il La, suono generatore, crea una serie di riflessi nello ‘specchio d’acqua’, generando nelle altri voci, per moto parallelo e contrario, percorsi differenziati, le cui risultanti armoniche sfociano in cluster, accordi per toni, per terze maggiori e minori, fino all’intervallo di quinta diminuita, che divide lo spettro sonoro in parti uguali. Due brani sono sollecitati dalla letteratura: nel n. 2 è la poesia Strada di Agrigentum di Salvatore Quasimodo a ispirare la musa di Rucci, brano ricco di descrittivismo musicale, col fine di rappresentare sonoramente il vento; il n. 8, forse quello più marcatamente melodico, prende le mosse dall’opera letteraria di Miguel de Cervantes (1547-1616), don Chisciotte della Mancia (il titolo del brano è tratto dall’epitaffio scritto da Sansone Carrasco per la sepoltura dell’amico e nobile spagnolo, hidalgo, protagonista della vicenda). Infine, i brani nn. 3-7-9 sono quelli che appartengono alla sorgente espressiva del minimalismo musicale, caratterizzata dallo sviluppo di cellule melodiche brevi e semplici, continuamente reiterate. Rucci, ancora una volta, dimostra di saper plasmare la materia sonora, così come fa uno scultore con la pietra. Agostino Ruscillo
Disegni di Costantino Postiglione
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Antonio Amenduni Citato nel Deumm-Utet, si esibisce come solista a Carnegie Hall-Perelman Hall, ONU, Merkin Concert Hall-Lincoln Center, in New York, Auditorium “Parco della Musica” di Roma, Teatro “Regio” di Parma, Teatro “Dal Verme” di Milano, “Mozart Hall” di Seoul, “Concert Hall” di Pechino, “Oriental Arts Center” di Shanghai, “Atheneum Enescu” di Bucarest, “Sala d’Oro” del Musikverein di Vienna, “Smetana Hall” di Praga, “Philharmonie Hall” di Berlino, “Gasteig-Orff Hall” di Monaco esibendosi con direttori quali Metha, Rostropovic, Shambadal, Gergiev con orchestre come “Berliner Symphoniker”, “London Primavera Orchestra”, “Russian Symphony Orchestra”. È stato primo flauto nell’Orchestra del Teatro dell’”Opera” di Roma e nell’Orchestra Filarmonica del Teatro alla “Scala” di Milano.
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Michele Marasco È uno dei più noti flautisti d’oggi. Decisivi per la sua formazione gli incontri con Berio, Harnoncourt, Norrington e con i flautisti Fantini, Klemm, Nicolet. Solista presso la “Carnegie Hall” a New York, la “Kioi Hall” di Tokyo, la “Salle Pleyel” a Parigi, il “Parco della Musica” a Roma, il Teatro alla “Scala” e la Sala “Verdi2 a Milano, si è esibito per i maggiori festival europei. Interprete di oltre 15 cd registrati in gran parte dal vivo e diverse le sue “prime” di musiche di autori come Berio, Donatoni, Einaudi, Maresz, Sciarrino. Primo flauto solista dell’Opera di Zurigo, di “Santa Cecilia” a Roma, della Filarmonica della “Scala” e attualmente nell’Orchestra della Toscana, insegna presso la scuola di musica “Il Trillo” a Firenze. Molti dei suoi allievi sono docenti nei conservatori e licei musicali italiani, o prime parti nelle migliori orchestre europee.
Eugenia Tamburri Inizia gli studi pianistici con A. Di Girolamo e si diploma presso il Conservatorio di Campobasso. Successivamente si diploma in Musica d’insieme presso l’Accademia di “Santa Cecilia” con R. Filippini e in Musica da Camera con M. Grisanti. Si perfeziona con il “Trio di Trieste” (“Accademia Chigiana” di Siena), R. Petkova (Hochschule der Künste Bern) e B. Canino (Fiesole). Laureata
in Arti e Scienze dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, suona stabilmente con il violoncellista M. Chiapperino e in duo pianistico con Corrado De Bernart. maestro collaboratore presso l’”Accademia Italiana del Flauto”, Auditorium “Parco della Musica” di Roma, maestro corripetitore per cantanti, pianista ufficiale di corsi e concorsi, collabora con prime parti di importanti orchestre italiane ed estere.
Alessandro Muolo Si è diplomato in flauto nel 1985 presso il Conservatorio N. Piccinni di Bari (sezione staccata di Monopoli) della sua città. Si è perfezionato con M. Ancillotti, P.L. Graf e M. Conti e ha studiato musica da camera con A. Bacchelli, M. Bourgue, G. Garbarino e V. Mariozzi. Nel 1989 ha vinto una borsa di studio per la Scuola di Alto Perfezionamento di Saluzzo dove ha studiato con Alain Marion e Raymond Guiot diplomandosi con il massimo dei voti. Dal 1993 è 1° flauto dell’Orchestra della “Magna Grecia” di Taranto, con la quale ha suonato con i più grandi direttori e solisti del panorama musicale internazionale. Nel 1992 ha vinto il concorso a cattedre per l’insegnamento nei Conservatori. È docente di flauto presso il Conservatorio “E.R. Duni” di Matera.
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Bernardo Pasquini
Domenico Scarlatti
Domenica 26 Giugno Lucera
Chiesa della Madonna della Pietà ore 20.30
Affetti e tastiature
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Concerto di inaugurazione del restauro dell’organo Innocenzo Gallo del 1743
Johann Kaspar Kerll
Gregorio Strozzi* (San Severino Lucano, 1615 Napoli, ca. 1687) Balletto primo Balletto secondo Bernardo Pasquini* (Massa e Cozzile, 1637 Roma, 1710)
Variazioni per il Paggio Todesco Domenico Scarlatti*
Alessandro Scarlatti
Baldassarre Galuppi
Alessandro Scarlatti*
(Palermo, 1660 - Napoli, 1725)
Toccata Canzona
Anonimo (sec. XVII - XVIII)
Tenor di Napoli (ms ADP 250/B dell’Arch. Doria Pamphilj)
Anonimo
(Spagna, sec. XVII)
Sonata KV 34
Chacona Tocata Ytaliana de 1er Tono
Sonata KV 35
Tre Arie
(Napoli, 1685 - Madrid, 1757) Larghetto
Bernardo Pasquini
Allegro
Gaetano Valeri*
(Padova, 1760 - 1822)
Sonata IX Francesco Di Lernia Gaetano Magarelli (*) organo
Johann Kaspar Kerll (Adorf, 1627 Monaco di Baviera, 1693)
Passacaglia
Prima del concerto sarà presentato il CD «Affetti e Tastiature - La scuola organaria napoletana a Molfetta tra il XVII e il XIX secolo» pubblicato da Digressione Music ad aprile 2016.
Baldassarre Galuppi
(Burano, 1706 - Venezia,1785) Allegro - Largo - Allegro e spiritoso
Francesco Di Lernia Ha studiato organo, cembalo e musica d’insieme in Italia e in Germania conseguendo con lode il titolo accademico alla “Musikhochschule” di Lubecca con M. Haselböck. Svolge la sua attività nell’ambito dei maggiori festival in tutto il mondo. Ha collaborato con numerosi solisti ed ensemble (Wiener Philharmoniker, Wiener Akademie, etc.). Per Universal ha pubblicato vari volumi tra cui l’opera per tastiera di J.K. Kerll; inoltre, ha inciso per numerose case discografiche. Tiene regolarmente corsi d’interpretazione e seminari presso importanti accademie ed è membro di commissione in concorsi organistici internazionali. È professore di organo presso il Conservatorio di Musica “Umberto Giordano” di Foggia, dove ricopre anche la carica di direttore. Gaetano Magarelli Diplomato in pianoforte, organo e clavicembalo presso i Conservatori di Bari, Campobasso e Monopoli con M. Tutalo, F. Di Lernia e M. Bisceglie e laureato con lode in Discipline Musicali. Si è perfezionato all’Accademia di Utrecht con B. Winsemius. Nel 2002 ha vinto il Primo premio al Concorso Organistico Internazionale “D’Onofrio” di Carunchio. Ha collaborato con la Fed. Naz. It. Ass. Reg. Corali per le tournée del “Coro Giovanile Italiano” diretto da Bressan e Conci. Ha curato l’edizione critica della “Passio” (1816) di V.A. Cozzoli e ha al suo attivo incisioni discografiche per Bottega Discantica, Digressione Music e Fe.N.I.A.R.Co. È Maestro di Cappella della Cattedrale di Molfetta e membro della” Commissione Diocesana di Arte Sacra” per gli organi storici.
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Robert Schumann
Martedì 28 Giugno Foggia
Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00
Tra epoche e stili: gli sconfinati orizzonti 42 del pianismo Recital Federica Bortoluzzi pianoforte
Isaac Albéniz
Maurice Ravel
Robert Schumann (Zwickau, 1810 - Bonn, 1856)
Davidsbundlertanze op.6 Domenico Scarlatti (Napoli, 1685 - Madrid, 1757)
Due Sonate Isaac Albéniz (Camprodon, 1860 - Cambo-les-Bains, 1909)
Triana da Iberia Maurice Ravel (Ciboure [Pirenei Baschi], 1875 - Parigi, 1937)
Jeux d’eau Claude Debussy
(Saint-Germain-en-Laye, 1862 - Parigi, 1918)
L’isle joyeuse
Claude Debussy
GUIDA ALL’ASCOLTO
«Sono assolutamente certo che per ogni sonata di Domenico Scarlatti che ci è rimasta scritta ce ne fossero dozzine improvvisate e dimenticate», afferma Kirkpatrick per il corpus delle 555 sonate. Costruite prevalentemente in un unico movimento bipartito, affondano le radici nella toccata italiana seicentesca e ne riportano alla luce il complesso affresco musicale, evidenziando il coloratissimo universo scarlattiano pervaso da un’enorme varietà stilistica con richiami alle sonorità della tradizione popolare spagnola. Lasciano tutt’altra impronta le evocazioni nostalgiche della terra iberica in Triana. Il brano, inserito nel secondo dei quattro libri che compongono la suite Iberia del compositore spagnolo Albéniz, trae il nome dal celebre quartiere gitano di Siviglia. Composto tra il 1905 ed il 1909, s’impone per l’elegante fraseggio e la ritmica incisiva che richiama colorite atmosfere di matrice folklorica. Le Davidsbündlertänze op. 6 (1837) sono un ciclo di diciotto pezzi autonomi, ma accomunati da un continuo movimento di danza: due Landler (nn. 2 e 14), una Polka (n. 12) e Valzer. L’esuberante scrittura pianistica sottolinea l’imprevedibile successione tonale delle danze che fa venir meno la logica circolare propria dello stile classico. Lo stile unico ed inconfondibile rende questa pagina una celebrazione della “lega di Davide”, raduno di forze innovatrici in opposizione a qualsiasi forma di banalità e conservatorismo. Gli orizzonti del pianismo romantico sconfinano nella ricerca di nuovi linguaggi e sonorità innovative con l’opera di Ravel e Debussy. Jeux d’eau è una pietra miliare della musica francese del Novecento: tra le cristalline atmosfere suggestive dei giochi d’acqua appare evidente l’impronta raveliana con i suoi tipici tratti stilistici melodici, timbrici ed armonici, in cui i blocchi accordali allargano il concetto di consonanza e la sonorità pianistica s’arricchisce di ornamenti filigranati e colorature orchestrali, realizzando un continuo susseguirsi di accordi sciolti ed arpeggi. Nel 1904, Debussy, durante una vacanza a Dieppe, scrive L’isle joyeuse, forse suggerita dal celebre quadro L’embarquement pour Cythère del pittore settecentesco Watteau. Lo scenario richiama alla mente le Fétes galantes di Paul Verlaine. La scrittura risulta virtuosistica e brillante nell’alternanza di dinamiche in netto contrasto, nelle dense armonie, nelle sonorità orchestrali e crea momenti di eccezionale intensità espressiva. Alessio Rampino
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Federica Bortoluzzi Si è formata con A. Lucchesini e M.Tipo. Ha debuttato con l’orchestra a 9 anni. Tiene concerti in Italia e all’estero, in Canada, in Grecia, in Portogallo, in Austria, in Svizzera. Importanti riconoscimenti sono stati al Concorso “Rina Sala Gallo” di Monza con il 2° Premio e Premio Speciale, il Premio “M. Zana” 2011, al Concorso “Premio Nazionale delle Arti 2011, il Premio bresciano “L. Marenzio”, il Primo premio al Concorso Internazionale di Ancona. Ha registrato per Radio Classica, Rai Radio 3, Radio Venice e prodotto due cd dedicati a W.A. Mozart con la violinista C. Demetz, per Amadeus e Movimento Classical e un dvd per il “Mozarteum” di Salisburgo.
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Johannes Brahms
Robert Schumann
Mercoledi 29 Giugno Foggia Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00
Bicordo romantico: Schumann e Brahms
Robert Schumann (Zwickau, 1810 - Bonn, 1856)
Quintetto in mi bemolle maggiore, op. 44 Allegro brillante In modo d’una marcia: Un poco largamente Scherzo. Molto vivace Allegro ma non troppo
Johannes Brahms (Amburgo, 1833 - Vienna, 1897)
Quintetto in fa minore, op. 34
Allegro non troppo Andante, un poco Adagio Scherzo. Allegro Finale. Poco sostenuto - Allegro non troppo - Presto non troppo
Quintetto del Conservatorio
Daniele Orlando, Saveria Mastromatteo violini Rocco De Massis viola Francesco Mastromatteo violoncello Claudio Trovajoli pianoforte
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GUIDA ALL’ASCOLTO
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Se il linguaggio musicale di Schumann riflette la natura individualistica dell’arte romantica, quello di Brahms s’orienta verso un vivido sinfonismo, accompagnato da un’affettiva profondità poetica. La storia racconta che i due compositori s’incontrarono per la prima volta nel 1853, divenendo subito amici. Schumann considerò subitamente Brahms un genio, indicandolo nella Neue Zeitschrift fur Musik – la rivista musicale fondata dallo stesso Schumann a Lipsia – come il musicista del futuro. Brahms, altresì, considerò Schumann come il suo unico e vero maestro, restandogli vicino con devozione fino alla morte. Sul Quintetto di Schumann, scritto nel 1842, s’impone fortemente il modello classico, particolarmente quello beethoveniano. Il primo movimento presenta nella sezione dell’esposizione due temi tra loro contrastanti: il primo, scattante e a ritmo di danza; il secondo, più cantabile e intimamente lirico. Il contrasto domina l’intera scena compositiva, creando un’atmosfera intensa e appassionata, senza mai tradire l’essenzialità e l’eleganza. L’ultimo movimento non fa altro che confermare la coerenza stilistica del compositore, conferendo unità ciclica all’opera. Anche Brahms osservò con ossequio gli autori del classicismo viennese. E convogliò sulla produzione da camera le sue ispirazioni più belle e autentiche. Compose questo Quintetto op. 34 nel pieno della maturità artistica, tra il 1862 e il 1864. Nell’«Allegro non troppo», applica rigorosamente la lezione appresa dai modelli del classicismo, che convivono, però, con il cordiale stile schubertiano. L’«Andante, un poco Adagio», d’ispirazione popolare, crea un forte contrasto col precedente movimento. Di contro, presenta uno «Scherzo» energico, seguito dal movimento finale, che s’apre con un’introduzione lenta e solenne. Questo lavoro cameristico, come documentato dalle lettere scambiate con Clara Schumann, si pone come uno dei suoi più grandi e travagliati capolavori dell’intero opus creativo brahmsiano. Fu eseguito per la prima volta nel 1866, a Lipsia, in onore della principessa Anna d’Assia, dedicataria dell’opera. Serena Marzano e Sabina Matera
Daniele Orlando All’età 17 anni, il debutto con il Concerto di Tchaikowsky diretto da Donato Renzetti. Ha eseguito, fra gli altri, i concerti di Beethoven, Sibelius, l’integrale dei concerti di Mendelssohn, Ghedini, la Sinfonia Concertante e l’integrale dei 5 Concerti di W. A. Mozart, il Concerto di E. Chausson e l’integrale dei 6 Concerti brandeburghesi di J. S. Bach in veste di direttore e solista. Ha al suo attivo numerose incisioni discografiche per etichette quali Fuga Libera, Naxos, Tactus e Brilliant. Dal 2009 è violino di spalla dei “Solisti Aquilani”. Maria Saveria Mastromatteo È dal 2012 Primo dei secondi violini dell’Orchestra del Teatro “Petruzzelli” di Bari, presso cui ha anche ricoperto il ruolo di spalla dei primi violini. Ha vinto nel 2012 il Premio “A. Ferrari”. Violinista del Trio&Duo “Mastromatteo”, è stata componente dell’Orchestra “Cherubini” diretta da Riccardo Muti con cui ha tenuto concerti, anche cameristici, in Europa e USA.
Rocco De Massis Nato a Pescara, si è diplomato con il massimo dei voti presso il Conservatorio di Musica “A. Casella” de L’Aquila perfezionandosi successivamente con Reiner Schmidt ePiero Farulli. Già prima viola al Teatro “San Carlo” di Napoli e con “I Solisti Aquilani”, ha suonato per vari anni con il Quartetto “Santa Cecilia” vincendo il Concorso Internazionale per Quartetto d’Archi a Cremona. È attualmente titolare della cattedra di viola presso il Conservatorio di Foggia.
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Francesco Mastromatteo Vedi concerto del 15 Giugno
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Claudio Trovajoli Ha vinto il Primo premio assoluto ai concorsi “S. Fuga” di Torino, “G.B. Viotti” di Vercelli, “F. J. Haydn” di Vienna, concorso di musica da camera di Yellow Springs (Ohio, USA), Concorso Internazionale di Musica da Camera di Easton (Maryland, USA). Ha suonato in sale come il Teatro “Coliseum” di Buenos Aires, la “Fundaciòn Beethoven” di Santiago de Chile, il “Concertgebouw” di Amsterdam e la “Wigmore Hall” di Londra. Nutrita è la sua produzione discografica.
Venerdì 1 Luglio
Wolfgang Amadeus Mozart
Teatro Giordano
Così fan tutte (ossia La scuola degli amanti) KV 588 dramma giocoso in due atti su libretto di Lorenzo da Ponte
Foggia
ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00
(Salisburgo, 1756 - Vienna, 1791)
Personaggi e interpreti: Fiordiligi: Gaetana Frasca, Monica Paciolla
Così fan tutte (ossia La scuola degli amanti)
Dorabella: Bianca D’Errico Guglielmo: Massimiliano Guerrieri Ferrando: Francesco Castoro Despina: Ilaria Bellomo Don Alfonso: Rocco Cavalluzzi
Orchestra Sinfonica del Conservatorio
Mimma Campanale (I atto), Pasquale Somma (II atto) direttori Patrizia Di Martino regia Angelo Ceddia maestro del coro Nicola Delli Carri scenografia Matteo Guerra maestro alle luci Shangrilla costumi
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Così fan tutte o sia la scuola degli amanti, ultimo frutto della collaborazione tra Mozart e Da Ponte, fu rappresentata per la prima volta al Burgtheater di Vienna il 26 gennaio 1790. Riallacciandosi ad una lunga tradizione letteraria (Ovidio, Boccaccio, Ariosto, Cervantes) il libretto narra della prova di fedeltà alla quale vengono sottoposte le fanciulle Fiordiligi e Dorabella dai loro fidanzati Guglielmo e Ferrando, pronti a scommettere sulla loro inattaccabile virtù con il cinico Don Alfonso. L’esperimento provocatorio di seduzione incrociata della compagna altrui, che i due giovani ufficiali, con baldanza e leggerezza, compiono dopo aver simulato un forzato allontanamento ed essersi ripresentati sotto mentite spoglie secondo il disegno di Don Alfonso, riesce nel ristretto arco temporale di ventiquattro ore, grazie anche all’intervento catalizzatore della smaliziata ma inconsapevole cameriera Despina. La scommessa è persa, i valori sociali sono duramente messi alla prova; trionfa la distruttiva ragione tardo-settecentesca, con i suoi assunti meccanicistici (se ‘così fan tutte’, è per natura che ciò accade). La riconciliazione finale, che arriva dopo i debiti smascheramenti, è conseguita al prezzo durissimo della totale disillusione. Questo l’intreccio di Da Ponte: una commedia farsesca dal contenuto radicale. Mozart non ne segue costantemente le intenzioni, conferendo all’opera un certo carattere di ambiguità, di enigmaticità, che da sempre è stato rilevato. A tratti la musica si carica d’ironia, avvertibile chiaramente quando le forme dell’opera seria vengono, seppure parzialmente, reimpiegate nel contesto comico; anche i duetti d’amore e le scene d’insieme nei quali lo spettatore ben sa che sono coinvolti personaggi consapevoli e altri ignari dell’inganno, non depongono completamente a favore di una autenticità senza residui, muovendosi sul filo della risibilità. Ma nell’affrontare i sentimenti individuali senza la pressione contingente del contesto (si presti particolare attenzione al primo quintetto “di congedo”, alla cavatina di Ferrando nel secondo atto, al Per pietà, ben mio, perdona di Fiordiligi e al finale), Mozart recide i rapporti con il testo e ribadisce musicalmente la non negoziabilità di ciò che tocca in profondità le relazioni umane, e più in generale la propria inclinazione a rispettare la verità dell’istante e ad immaginare una riconciliazione sempre possibile. Così fan tutte fu accolta con favore dall’aristocrazia viennese, sua prima destinataria, ma non incrociò il plauso del pubblico borghese di primo Ottocento, che in essa vide messi pericolosamente a repentaglio alcuni dei propri valori essenziali. Fatte salve le considerazioni precedenti, noi siamo oggi, kantianamente, alla “giusta distanza” per trarne un incondizionato piacere. Giovanni Pozzovio
Francesco Castoro Comincia giovanissimo gli studi di canto e si diploma con il massimo dei voti al conservatorio “N. Piccinn” di Bari sotto la guida di Domenico Colaianni. Si perfeziona all’Accademia del “Belcanto Celletti” di Martina Franca e attualmente fa parte dei solisti dell’Accademia del Teatro alla “Scala”. Tra i ruoli debuttati: Nemorino ne L’Elisir d’amore al Teatro “Verdi” di Piacenza, Giambarone nel Don Trastullo di N. Jommelli al Festival di Innsbruck, Carletto nel Don Checco di N. De Giosa al “Festival della Valle d’Itria”, Goro nella Madama Butterfly al Teatro “Petruzzelli” di Bari, Trincane La cena delle beffe di Umberto Giordano al Teatro alla “Scala”. È stato diretto da illustri direttori d’orchestra quali: Fabio Luisi, Riccardo Chailly, Stefano Ranzani, Carlo Rizzi, Ottavio Dantone, Antonino Fogliani, Daniele Rustioni, Matteo Beltrami. Gaetana Frasca Ha intrapreso lo studio del canto all’età di sedici anni diplomandosi brillantemente presso il Conservatorio “Umberto Giordano” sezione di Rodi Garganico ed è attualmente iscritta al biennio specialistico di canto. Ha debuttato nel ruolo di Volpino ne Lo Speziale, di Lesbina ne Le Pescatrici di Haydn, in Mese Mariano di Giordano con il ruolo di Contessa e Suor Cristina e ne Le Nozze di Figaro di Mozart con il ruolo di Contessa. Ha partecipato in qualità di corista a concerti diretti da Riccardo Muti, Roberto Molinelli e Luciano Acocella. Recentemente ha partecipato alla seconda edizione di “Musica nella storia e musica nella cultura” interpretando inediti mai eseguiti di Giordano, Bellucci, Mascagni e Pisano. Ha seguito le masterclass di Bruno Praticò, Mirella Freni, Leontina Vaduva e Sandra Pacetti. Monica Paciolla Iscritta al III anno del Triennio di I livello in canto lirico, nella classe del mezzosoprano Angela Bonfitto, al Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia. Nel 2013 partecipa al X concorso nazionale per giovani musicisti “Luigi Rossi” vincendo il Primo premio, inoltre partecipa al concorso “Una voce per il sud” vincendo il premio della critica. Nel 2014 partecipa al IX concorso internazionale “Trofeo città di
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Greci” vincendo il Primo premio. Nel 2015 partecipa alla rappresentazione dell’opera Le nozze di Figaro nel ruolo di Marcellina. Molti eventi culturali la vedono come soprano solista, fra i quali la partecipazione a molte edizioni del “Deliceto Musica Festival” e alla XIV edizione del “Premio Diomede” a Canosa di Puglia. Bianca D’Errico Laureata a pieni voti come dottore magistrale in scienze pedagogiche e della progettazione educativa. Nel Giugno 2015 si diploma col massimo dei voti e la lode in canto lirico presso il conservatorio Umberto Giordano di Foggia sotto al guida del mezzosoprano Angela Bonfitto. Ha debuttato il ruolo di Cherubino ne Le Nozze di Figaro. Nell’ottobre 2015 consegue tre concerti in Grecia la quale ottiene riconoscimenti artistici e testate giornalistiche. Attualmente si impegna in attività concertistica e operette specializzanda nel repertorio operistico, e può vantare apparizioni presso reti televisive locali.
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Ilaria Bellomo Giovanissima soprano Carapellese, intraprende gli studi del canto diciannovenne presso il Conservatorio “Giordano” di Rodi Garganico dove si diploma con il massimo dei voti e lode. Attualmente è iscritta al biennio specialistico in canto sotto la guida di Angela Bonfitto. Ha al suo attivo numerosi concerti in qualità di solista e spazia dal repertorio operistico a quello cameristico e sacro. Partecipa in qualità di solista al festival “La via Francigena del sud” diretta da Agostino Ruscillo, alla rassegna “Musica civica” kermesse la cui direzione artistica è affidata a Gianna Fratta e diretta per l’occasione da Gianluca Martinenghi, ha debuttato il ruolo di Susanna ne Le nozze di Figaro presso il Teatro “Giordano”. Ha partecipato alle masterclass di Mirella Freni, Leontina Vaduva, Sandra Pacetti e Daniela Degennaro. Massimiliano Guerrieri Intraprende gli studi del canto presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia diplomandosi con il massimo dei voti e la lode. Attualmente studia con il soprano Sandra Pacetti. Ha al suo attivo numerosi debutti operistici fra i quali Belcore in Elisir d’amore di Donizetti, Il Barone di Rombonok ne Il Viaggio a Reims di Rossini, Il Conte d’Almaviva ne Le Nozze di Figaro. È presidente dell’associazione musicale “Insieme per la Lirica” dal 2009. Vincitore della borsa di studio “Federico Bindi” del “Festival Musicale Savinese”.
Rocco Cavalluzzi Nasce nel 1987, si diploma con il massimo dei voti presso il Conservatorio di Campobasso per poi perfezionarsi privatamente con Sherman Lowe. Incomincia presto a intraprendere la carriera solistica cantando nei maggiori teatri italiani ed europei, collaborando con direttori come Rustioni, Barbacini, Bisanti, Beltrami, Böer; e registi come Pizzech, Solari, Ozpetek. Nei suoi ultimi lavori ricordiamo La Cenerentola all’Auditorio de Tenerife, Don Checco presso il “Festival della Valle d’Itria”, Il viaggio a Reims al Teatro “Coccia” di Novara, La Bohème al Teatro “Petruzzelli” e Rigoletto al Teatro “Verdi” di Busseto. I prossimi mesi sarà impegnato in Rigoletto a Savona, Le nozze in Sogno di A. Cesti presso il “Festival di musica antica” di Innsbruck e Salisburgo e debutterà con l’opera “Midsummer night’s dream” di Britten. Mimma Campanale Nata nel 1990, incomincia lo studio del pianoforte all’età di sei anni vincendo primi premi e primi premi assoluti in diversi concorsi a livello nazionale ed europeo. Nel 2012 si laurea in Scienze e tecniche psicologiche presso l’Università degli Studi “A. Moro” di Bari. Ha frequentato il corso di canto con Giacomo Colafelice presso il conservatorio “N. Piccinni” di Bari. Attualmente è iscritta al 3° anno del triennio di I livello di Direzione d’orchestra di Marco Angius e al 7° anno del corso di Composizione di vecchio ordinamento di Daniele Bravi. Pasquale Somma vedi concerto del 10 giugno Patrizia Di Martino Attrice di teatro e cinema, cantante, doppiatrice, regista e docente d’ interpretazione scenica per attori e cantanti lirici. Vanta numerose collaborazioni con artisti nazionali ed internazionali nell’ambito musicale e teatrale. Figlia del compositore Aladino Di Martino inizia la sua formazione artistica con la musica studiando canto con V. Baiano e pianoforte con P. Imperatore. Attualmente è in tournèe con lo spettacolo Orestea con Mariano Rigillo Angela Pagano, prodotto dal Teatro stabile “Mercadante” di Napoli.
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Sabato 2 Luglio Foggia
Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00
Il ‘dilettante’ 54 Giuseppe Mascia
Quartetto op. 110 n. 2 in sol minore Allegro giusto Scherzo Andante quasi Allegretto Finale. Allegro
Romanza
per soprano e pianoforte
Cavatina di Marianna da “Il nascondiglio” per soprano e pianoforte
Divertimento sull’opera Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi per flauto e pianoforte
dal Quartetto op.47 n.1 in mi bemolle maggiore Rondò. Vivace
Monica Paciolla soprano Michele Gravino flauto Paolo Candido pianoforte Quartetto Fedora
Domenico Pedone, Giovanna Sevi violini Jihyeon Kim viola Francesca Della Vista violoncello
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Giuseppe Mascia non ebbe la possibilità di svolgere la professione di musicista ma riuscì ugualmente a ritagliarsi il suo meritato spazio nell’ambiente musicale di Napoli. Allievo dell’altamurano Giacomo Tritto per la composizione e del manfredoniano Domenico Carabella per il violino, non si potè fregiare del titolo di ‘maestro’ per non aver portato a termine gli studi. Inoltre, subì certamente l’influenza della scrittura operistica di Rossini, direttore del teatro San Carlo dal 1815 al 1822. Della sua produzione operistica resta soltanto la farsa Il nascondiglio, su libretto di autore anonimo, che, pur in mancanza di un riferimento cronologico, possiamo ascrivere al periodo giovanile trascorso a Napoli ed in particolare al periodo in cui divenne primo violino e direttore del teatro San Severino. Negli stessi anni cominciò a dedicarsi anche all’attività di trascrittore, che nel 1821 gli valse una ‘raccomandazione’ del chitarrista Mauro Giuliani all’editore Ricordi. Il Divertimento sull’opera “Un ballo in maschera” appartiene al periodo della sua maturità artistica. Scritto dopo il 1859 (data della prima rappresentazione del melodramma verdiano), riunisce sapientemente alcuni tra i più bei temi dell’opera. Il settore in cui Mascia risulta essere stato sicuramente più prolifico fu quello della musica da camera. Ci sono pervenuti una cinquantina tra quartetti e quintetti per organici vari e molti ne mancano ancora all’appello. Il quartetto op. 110 n. 2, scritto nel 1869, appartiene al genere del quartetto concertante. Pur riservando generalmente al primo violino una scrittura più marcatamente virtuosistica, il quartetto è dominato da un sostanziale equilibrio tra gli strumenti in dialogo tra loro. Oltre a mostrare una eccezionale padronanza della tecnica violinistica, la scrittura del quartetto mostra da un lato la chiara influenza del teatro musicale ottocentesco e al contempo l’assimilazione di una solida tecnica contrappuntistica. Paolo Candido
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Monica Paciolla vedi concerto del 1 luglio
Michele Gravino vedi concerto del 16 giugno
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Quartetto Fedora vedi il concerto del 16 giugno Paolo Candido Pianista, direttore d’orchestra e compositore, è docente di Teoria dell’armonia e analisi presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia. Si dedica alla riscoperta della musica scritta nei campi aperti durante la Seconda guerra mondiale, collaborando alla realizzazione dell’enciclopedia discografica “KZ Musik”, in qualità di direttore, cantante, arrangiatore e revisore di opere quali La Favola di Natale di Guareschi-Coppola, Der Kaiser von Atlantis di Viktor Ullmann e il Concertino pour piano di Wally Karvéno. Impegnato nella ricerca sui musicisti pugliesi, è coautore delle pubblicazioni “Fonte di ogni bene”. Canti di risveglio ebraico composti dal 1930 al 1945 a Sannicandro Garganico (2009) e Renato Virgilio - Vita e opere di un musicista (2010).
Ludwig van Beethoven
LunedĂŹ 4 Giugno Foggia Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00
Il trio per clarinetto, violoncello e pianoforte: una piccola formazione cameristica di grande fascino
Johannes Brahms
Ludwig van Beethoven (Bonn, 1770 - Vienna, 1827)
Trio op. 11
Allegro con brio Adagio Tema e variazioni
Johannes Brahms
(Amburgo, 1833 - Vienna, 1897)
Trio op. 114
Allegro Adagio Andantino grazioso Allegro
Nino Rota (Milano, 1911 - Roma, 1979) Trio (1973) Allegro Andante Allegrissimo
Trio del Gargano
Federico Paci clarinetto Veronica Lapiccirella violoncello Fiorenzo Pascalucci pianoforte
Nino Rota
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L’op. 11 di Beethoven (1798) mostra anzitutto una grande maestrìa compositiva unita a una felice ispirazione melodica. Il primo movimento valorizza le qualità timbriche e la cantabilità del clarinetto e del violoncello. La voce dei due strumenti, unita a quella di un pianoforte non relegato a ruolo secondario, ma spesso protagonista delle citazioni melodiche, contribuisce all’esaltazione di un complesso impianto compositivo imperniato sulle strutture della formasonata. La cantabilità è ancor più protagonista nell’«Adagio», dove la funzione melodica e quella di accompagnamento si alternano fra i tre strumenti, con esiti accattivanti di unità espressiva e di equilibrio sonoro. Il tema dell’aria Pria ch’io l’impegno, tratto dall’opera di Joseph Weigl, considerato lo spunto ispiratore dell’amore marinaro, segna in maniera brillante e virtuosistica il movimento conclusivo di questa pagina. L’op. 114 di Brahms, ritenuta a volte ingiustamente ‘minore’ rispetto alla coeva op. 115, è invece fortemente apprezzata dalla critica. L’opera è testimonianza ennesima dell’attenzione prestata dall’autore alle sonorità del clarinetto. Nel primo movimento spicca – tra una successione di spunti tematici – l’agilità e il lirismo di questo strumento. L’«Adagio» accentua lo scambio melodico fra clarinetto e violoncello sulla corposa armonia degli arpeggi pianistici, scambio che nell’«Andantino grazioso» cede il posto a una sorta di dialogo fra due innamorati, come ebbe a scrivere un amico di Brahms, il compositore ucraino Eusebius Mandyczewski. Il movimento finale, «Allegro», esplora contrasti ritmici e impasti timbrici inusuali, in cui le cellule tematiche si susseguono e giustappongono fino al romantico slancio finale. Il Trio di Rota fu scritto nel 1973, quando l’autore aveva già ottenuto importanti riconoscimenti internazionali, mentre era alle prese con le colonne sonore di Amarcord (Fellini), Il padrino II (Coppola), Film d’amore e d’anarchia (Wertmüller), oltre alla Napoli milionaria (De Filippo). Pur nella sua brevità questo trio porta efficacemente la cifra della più matura estetica rotiana: gli originali e preziosi accostamenti timbrici, il rapido alternarsi di momenti spensierati e melanconici, quasi da slapstick, l’inesauribile creatività melodica, costituiscono la vera essenza e l’unicità della musica del compositore milanese. Lilly Carfagno
Federico Paci Si è diplomato in clarinetto all’età di 17 anni. Ha partecipato ad importanti Festivals tra cui “Roma Europa 93”, “Nuovi Spazi Musicali”, “Nuova Consonanza”, “Musica Futura”, “Ascoli Piceno Festival”, “Teatro La Soffitta”. In particolare ha tenuto concerti in Spagna, trasmessi dalla 2a Rete della RTVE; Salisburgo, dove ha suonato nella prestigiosa sala del “Mozarteum”; ha effettuato tournèe, inoltre, in Turchia, Francia, Norvegia, Brasile, Islanda e Scozia. Ha tenuto concerti per Radio Tre Rai e per Radio Vaticana. Federico Paci è titolare di una cattedra di clarinetto presso il Conservatorio di Foggia sezione di Rodi Garganico, docente all’Accademia “G. Sebok” di Bagneres B. (Francia) e Direttore dell’ISSSM Braga di Teramo. Federico Paci è clarinettista ufficiale “Selmer Paris” e suona con clarinetti Selmer modello “Recital”. Fiorenzo Pascalucci Per la sua carriera artistica ha ricevuto dal Presidente della Repubblica in Quirinale il Premio “Giuseppe Sinopoli” 2015, su segnalazione dell’Accademia Nazionale di “Santa Cecilia” di Roma. I primi premi in importanti concorsi internazionali e nazionali quali “Rina Sala Gallo”, Monza 2014, “FVG”, “Sacile 2012”, “Nuove Carriere” CIDIM, Roma 2012, “Premio Venezia”, Venezia 2008) l’hanno portato a esibirsi come solista in gran parte d’Europa e nelle più prestigiose realtà concertistiche italiane. Allievo di Benedetto Lupo, è stato fra gli ultimi discepoli di Aldo Ciccolini. Appassionato anche all’insegnamento, è docente di pianoforte principale presso il Conservatorio “Umberto Giordano”, sezione staccata di Rodi Garganico, dal 2012. Veronica Lapiccirella Inizia lo studio del Violoncello a Firenze nella classe di G. Bacchelli. Nel 1986 si diploma al CNR di Parigi col massimo dei voti nella classe di M. Bardon. Si perfeziona al Conservatorio Superiore di Ginevra terminando il corso di Virtuosité nel 1992. Ha fatto parte dell’Orchestra del “Maggio Musicale Fiorentino” fino al 1998 anno in cui ha vinto il concorso per l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari dove ha lavorato fino al 2004. Attualmente insegna violoncello al Conservatorio “Umberto Giordano” di Rodi Garganico e collabora con l’Orchestra del “Teatro Comunale” di Bologna, l’Orchestra della Toscana, “I solisti Aquilani”.
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Gioachino Rossini
Vincenzo Bellini
Martedì 5 Luglio
Vincenzo Bellini
Foggia
(Catania, 1801 Puteaux, Parigi 1835)
Chiostro di Santa Chiara
da «Norma» Sinfonia
ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00
Casa Ricordi. Vivere d’arte, 60 vivere d’amore da un’idea di Nazario Vasciarelli assistente all’idea scenica Rosa Ricciotti Nazario Vasciarelli voce recitante Angela Cataluddi, Serena Grieco, Rosa Ricciotti, Simona Ritoli soprani Francesco Canestrale, Rocco Lucio Caputo tenori
Quintetto del Conservatorio Laurent Masi flauto Antonio Lamarra clarinetto Davide dell’Oglio corno Salvatore Perna contrabbasso Nazario Lapiscopia pianoforte
Gioachino Rossini
(Pesaro, 1792-Passy de Paris, 1868)
da «Cenerentola» Una volta c’era un re (Cenerentola)
da “Il Barbiere di Siviglia” Se il mio nome saper voi bramate (Conte d’Almaviva) Vincenzo Bellini da «Norma» Casta diva (Norma)
Gaetano Donizetti
da «Rigoletto» La donna è mobile (Duca di Mantova)
Caro nome (Gilda) da «Trovatore» Stride la vampa (Azucena) da «Traviata» È strano, è strano…a fors’è lui (Violetta) Dei miei bollenti spiriti (Alfredo)
Che gli dirò…amami Alfredo) (Violetta-Alfredo)
Giacomo Puccini
(Lucca, 1858-Bruxelles, 1924)
da «La Bohéme» O soave Fanciulla Mimì
Gaetano Donizetti (Bergamo, 1797-1848) da «L’elisir d’amore» Una Parola, o Adina
(Rodolfo)
(Adina-Nemorino)
E lucevan le stelle
da «Tosca» Vissi d’arte, vissi d’amore (Tosca)
Una furtiva lacrima
(Cavaradossi)
Giuseppe Verdi
Giuseppe Verdi Brindisi (Violetta-Alfredo)
(Nemorino)
(Roncole di Busseto, Parma, 1813 -Milano 1901)
Giacomo Puccini
Giuseppe Verdi
«E se in una sera d’Estate, alla fine di un concerto, rimanendo a guardare le stelle un attore ed un gruppo di cantanti cominciasse a raccontarsi alcuni degli episodi più curiosi e appassionanti della famosissima Casa Ricordi?» È così che comincia lo spettacolo ideato da un gruppo di lavoro che ha fortemente creduto nel progetto, partendo da un ricordo reale e cioè da un sogno fatto ad occhi aperti al fine di poter raccontare con le parole e con le arie più celebri ed immortali dei più grandi esponenti del melodramma italiano dell’ottocento da Rossini a Donizetti, da Bellini a Verdi a Puccini. La dinastia della più importante famiglia scopritrice di talenti della musica italiana rivive nelle parole appassionate dell’attore Nazario Vasciarelli che racconterà gli aneddoti legati al capostipite della dinastia, Giovanni passando per Tito 1° e poi per Giulio che nell’Ottocento furono punto di riferimento importantissimo per tutti i giovani musicisti che cercavano pane e gloria.
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Nazario Vasciarelli È un giovane autore/attore che, attingendo sia ai temi delle tradizioni popolari orali sia ai classici compie un suo preciso lavoro di ricerca inseguendo sempre una nuova e coraggiosa drammaturgia. Laureato all’Università di Bari in Letteratura Teatrale, frequenta successivamente L’Accademia Teatrale “G. Verdi”. Partecipa a due edizioni del “Carpino Folk Festival” con due spettacoli tratti dalla sua personale trilogia della terra: Terra, pane e libertà e Osteria dei ricordi. Nel 2014 presenta Il castello di carte, bisbigli su Nick & Bart (monologo sulla tragedia di Sacco e Vanzetti), godendo delle attestazioni di stima di un Padrino d’eccezione, quale il regista Giuliano Montaldo. È autore di 17 spettacoli teatrali tra cui L’uomo nel Getsemani, Terra Bruciata e 1849 - nel nome del popolo sovrano.
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Angela Cataluddi Ha studiato violino presso il Conservatorio di Ferrara. Inizia lo studio del canto con Iris Dell’Acqua a Londra dove frequenta anche la “Morley Opera Course” e la “Abingdon School” a Oxford. Attualmente studia con il soprano Rosa Ricciotti. Validissima interprete del repertorio operistico di fine‘700 e primo ‘800, è molto apprezzata come raffinata interprete del repertorio cameristico internazionale. Si esibisce in importanti sale da concerto in varie città europee. Ha seguito numerose masterclass con celebri artisti tra cui M. Caballè, Y. Miller, M. Trombetta, L. Vaduva, S. Bullock. Ha seguito il Corso di Alto Perfezionamento sulla “Lirica da Camera” presso l’Accademia Mozartiana di Bologna. Serena Grieco Nel 2009 si diploma in Canto Lirico presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia, sotto la guida di Angela Bonfitto. Dal 2012 si perfeziona con il soprano Rosa Ricciotti. Nel 2009 canta per il “Festival Giordaniano” della Provincia di Foggia. Nel 2015 canta come soprano solista per il “Festival della Via Francigena del Sud” diretto da Agostino Ruscillo. È stata Suor Pazienza in Mese Mariano di Umberto Giordano eseguita a “Musica nelle Corti di Capitanata” diretta da Pablo Varela. Nel 2015 ha frequentato l’Accademia di Alto Perfezionamento del “Festival Pucciniano” di Torre del Lago, docenti R. Panerai, G. Casolla, F.Armiliato, D. Dessì, R. Lamanda. Ha cantato il ruolo di Mimì in diverse città della Toscana.
Rosa Ricciotti Trasferitasi a Roma studia con L. Bettarini e M. Trombetta. Inizia la carriera artistica a soli 22 anni e con la vittoria al Lirico Sperimentale di Spoleto debutta nei ruoli di Cio-cio-san e Contessa Gabrielle in Sangue Viennese. Si perfeziona a Vienna e presso l’“Accademia Chigiana” di Siena. Di indole pucciniana ha calcato i maggiori palcoscenici italiani interpretando Mimì, Liù, Cio-cio-san oltre che protagonista di opere di Haendel, Mozart, Verdi, Mascagni, Wagner, Honegger, Poulenc, Petrassi ecc...Ha collaborato con prestigiose Orchestre e Festival internazionali. Docente di Canto lirico e Vocologa, dal 2007 insegna presso il Conservatorio “Giordano” nella sezione staccata di Rodi Garganico. Simona Ritoli Ha solo 18 anni, da quattro anni studia canto lirico con il soprano Rosa Ricciotti presso il Conservatorio “Umberto Giordano” sezione staccata di Rodi Garganico. Ben presto le sue naturali doti vocali rivelano una naturale predisposizione al belcanto . Ha partecipato a diverse masterclass di tecnica e interpretazione operistica con Mauro Trombetta. Nel 2015 ha interpretato il ruolo di Barbarina ne Le Nozze di Figaro di W.A. Mozart presso il Teatro “Giordano” di Foggia nella produzione del Conservatorio “Umberto Giordano”. Proprio per la sua giovane età è regolarmente invitata ad esibirsi in concerto al fianco di artisti affermati. Francesco Canestrale Ventiduenne, da sei anni frequenta la classe di canto del Conservatorio “Umberto Giordano” sezione staccata di Rodi Garganico, sotto la guida di Roberto Scaltriti, Sergio Panaija e Milena Storti. Ha frequentato diverse master di canto tra cui con Leontina Vaduva. Partecipa a diverse manifestazioni in qualità di solista tra cui il “Festival delle Corrispondenze” in Umbria e il “Festival della Via Francigena del Sud”. Oltre al canto ha intrapreso lo studio della tuba. Ha seguito diversi corsi di perfezionamento con i maestri Lorenzo della Fonte e Marco Pierobon. Collabora regolarmente con diverse bande e con l’Orchestra di fiati del Conservatorio “Giordano” sezione staccata di Rodi Garganico.
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Rocco Lucio Caputo Ancora adolescente entra come sassofonista nella banda cittadina ma la sua passione è il canto lirico. Nel 2010 inizia il percorso presso il Conservatorio “Umberto Giordano” sezione staccata di Rodi Garganico sotto la guida di Rosa Ricciotti . Inizia ad esibirsi in pubblico nel dicembre 2012 in un Galà Lirico per i 75 anni del Teatro “Verdi” di San Severo riscuotendo calorosissimi consensi. Oggi, a 23 anni, ha al suo attivo un’intensa attività concertistica. Nel 2015 ha collaborato con il “Festival della Via Francigena del Sud” in qualità di tenore solista. Da ottobre ad aprile ha seguito il corso di alto perfezionamento sulla “Lirica da Camera” del CIDIM presso l’“Accademia Mozartiana” di Bologna.
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Laurent Masi Figlio d’arte ha studiato flauto con il padre Jean Claude. Ha collaborato in qualità di Primo flauto con l’orchestra “Scarlatti” di Napoli e l’orchestra Sinfonica del Conservatorio “Giordano”. Docente di flauto presso il Conservatorio di Foggia è referente del Dipartimento dei fiati. Collabora con il flautista-ricercatore Marco Gaudino nello studio degli aspetti scientifici della tecnica dell’emissione del suono nel flauto. Dal 1996 coordina la programmazione della rassegna di “Musica nelle Corti di Capitanata”.
Antonio Lamarra Si è diplomato in clarinetto presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia nel 1992, successivamente ha conseguito il Diploma Accademico di II livello, ha partecipato a svariate competizioni artistiche ottenendo ottimi risultati, ha sempre seguito corsi di perfezionamento, a livello nazionale ed internazionale con A. Pay, G. Russo, C. Giuffreda, Eddy Daniels e R. Scalabrin. Attualmente svolge attività concertistica da solista, in quartetto e quintetto.
Davide dell’Oglio Docente presso il Conservatorio di Musica di Rodi Garganico vanta attività concertistica in formazioni che vanno dal duo al quintetto. Ha partecipato in diverse occasioni alla trasmissione televisiva di Rai Uno “Uno Mattina” ed ha registrato per “Sereno Variabile” su Rai Due e per diverse emittenti locali. Da anni è dedito alla ricerca delle musiche della tradizione popolare sanseverese.
Salvatore Perna È nato a Lesina nel 1976. Ha cominciato la sua attività musicale a 13 anni in vari gruppi Rock/Blues come chitarra elettrica solista, dal 1994 al 1997 suona con il gruppo di musica popolare “Argentovivo” con il mandolino e chitarra classica, con gli stessi strumenti dal 2002 al 2010 nel gruppo di musica popolare “Alexina” acquisendo una lunga esperienza concertistica in varie regioni d’Italia. Attualmente iscritto all’ultimo anno del corso di Contrabbasso classico presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia. Nazario Lapiscopia Pianista, compositore e direttore d’orchestra, laureato in Discipline musicali. Si è perfezionato pianisticamente, con i maestri S. Fiorentino ed E. Pell, e in direzione d’orchestra con Serembe presso l’”Accademia Musicale Pescarese” svolgendo intensa attività concertistica sia come pianista che come direttore d’orchestra. Già maestro collaboratore, presso i Teatri “Giordano”di Foggia e il “Verdi” di San Severo, attualmente insegna pianoforte presso la s.m.s. “Paolillo” di Cerignola.
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Robert Schumann
Venerdì 8 Luglio Foggia
Edvard Grieg
Robert Schumann (Zwickau, 1810 - Bonn, 1856)
Chiostro di Santa Chiara
Manfred op.115 Ouverture
ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00
Edvard Grieg* (Bergen [Norvegia], 1843 - ivi, 1907)
Echi sonori dal freddo 66 e romantico Nord
Concerto op. 16 in la minore
per pianoforte e orchestra Allegro molto moderato Adagio Allegro moderato molto e marcato
***
Il Solista e l’Orchestra
Antonin Dvořák**
(Nelahozeves, [Boemia] 1841 - Praga, 1094)
Concerto in si minore op. 104 b. 191 per violocello e orchestra Allegro Adagio, ma non troppo Finale. Allegro moderato Andante - Allegro vivo
Gianluca Montaruli violoncello Laura Licinio pianoforte Orchestra Sinfonica del Conservatorio Antonio Pio Russo, Matteo Guerra(*). Mimma Campanale(**) direttori
Antonin Dvořák
GUIDA ALL’ASCOLTO
Robert Schumann, Edvard Grieg, Anton Dvorak, sono accomunati dalla tipica Sehnsucht romantica del freddo Nord, cui appartengono. Nonostante ciò la loro musica è pregna di calore, di tristezza, di nostalgia, di recupero del focolare domestico: tematiche care al Romanticismo. L’Ouverture dal Manfred di Schumann, poema drammatico in tre parti per soli, coro ed orchestra, rispecchia pienamente il Freigeist, lo spirito libero e, per certi versi, schizofrenico dell’autore. Scritto nel 1848 da Lord Byron (17881824), sebbene il suo Manfred non sia un vero poema, per esprimere appieno le caratteristiche dell’Eroe romantico, pregno di angoscia, tristezza, nostalgia, amante del notturno. Tutto questo è già riscontrabile nell’ouverture, caratterizzata musicalmente da controtempi, sincopi, scale cromatiche ascendenti e discendenti rappresentati l’inquietudine dell’eroe romantico. Con il Concerto in la minore di Grieg del 1868, ci troviamo difronte all’unico concerto completo per strumento ed orchestra del compositore norvegese. L’opera, divisa in tre movimenti, mette in luce le caratteristiche folkloristiche della nordica terra d’origine: la Norvegia. La composizione ha analogie non indifferenti con il Concerto in la minore per pianoforte e orchestra, op. 54, di Schumann del 1845. Oltre che per la composizione nella medesima tonalità (la minore), anche e soprattutto per lo stile compositivo basato su fioriture di intervalli di seconda minore discendente seguite da terza maggiore ascendente. Il Concerto in si minore di Dvorak, composto nel biennio 1894-5, è unanimemente riconosciuto come uno dei più grandi capolavori nati dalla mano del compositore boemo. La composizione è suddivisa in tre parti, ognuna delle quali è caratterizzata da stilemi compositivi “americanizzati”, “classici della musica europea”, “specifici della musica della sua terra d’origine”. Ciò che prevale, così come già nella composizione di Schumann e di Grieg, è il reiterato concetto di Sehnsucht, nostalgia romantica pregna di struggente melodia. Alessio Walter De Palma
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Laura Licinio Frequenta il 9° anno del Conservatorio “Umberto Giordano” con Anna Chiara D’Ascoli. Ha partecipato a diverse stagioni concertistiche tra cui “Musica nelle corti di Capitanata”, “Athenaeum Barletta”, “Assaggi di Musica”, “Pomeriggi” nella Sala Chopin Napoli, “Circolo Irno” Salerno, “Foggia MusicaFestival”, “Piano City Napoli”, Amici della Musica “Paisiello” Lucera dove la musicologa Laurie Shulman ha sottolineato «la sicurezza tecnica, la varietà timbrica e la maturità espressiva della giovane pianista». Vincitrice di Primi premi in numerosi concorsi nazionali e internazionali, ha conseguito il terzo Premio alla finale del prestigioso concorso “Steinway 2015” e si è distinta al “I Vladimir Krainev Moscow International Piano Competition”. Ha frequentato masterclass con Perticaroli, Margarius, Andaloro. Gianluca Montaruli vedi concerto del 15 giugno
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Matteo Guerra vedi concerto del 10 giugno
Antonio Pio Russo Musicista brillante, classe 1987 si diploma in sassofono con dieci e lode presso il conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia. Successivamente, sviluppando un’eclettica versatilità, matura una speciale attitudine per la direzione d’orchestra ed una particolare, fascinosa attrazione per la letteratura sinfonica e operistica. Nel gennaio 2014 consegue brillantemente il diploma di alto perfezionamento in Direzione d’orchestra sotto la guida di Donato Renzetti, presso l’“Accademia Musicale Pescarese”. La sua irrefrenabile, eclettica curiosità ed i molteplici interessi di studio e ricerca, fanno di lui un musicista capace ed entusiasmante, apprezzato dalla critica e amato dal pubblico nelle diverse realtà in cui fino ad ora ha operato.
Wolfgang Amadeus Mozart
LunedĂŹ 11 Luglio Foggia Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00
Passaggi virtuosistici
Henryk Wieniawski
Johannes Brahms
Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo, 1756 - Vienna, 1791)
Sonata in si bemolle maggiore KV 454 Largo. Allegro Andante Rondò. Allegretto
Henryk Wieniawski
(Lublino, 1835 - Mosca, 1880)
Polonaise brillante n. 1, op. 4 Johannes Brahms (Amburgo, 1833 - Vienna, 1897)
Sonata n. 3 in re minore, op. 108 Allegro Adagio Un poco presto con sentimento Presto agitato
Scherzo in do minore per la Sonata F.A.E.
Duo Bevilacqua - Della Vista Matteo Bevilacqua violino Donato Della Vista pianoforte
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GUIDA ALL’ASCOLTO
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La Sonata in si bemolle maggiore di Mozart, in virtù del suo formalismo quasi beethoveniano, è contemplata tra le Romantische Violinsonaten. Lo scatto ritmico dell’«Allegro» è introdotto da una sezione lenta: soluzione abbastanza insolita nelle sonate mozartiane. In omaggio alla celebre violinista Strinasacchi, e perché no al suo genio, nell’«Andante» e nello scherzoso «Allegretto finale», strutturato in forma rondò, il musicista salisburghese supera se stesso con sonorità dense di una maturità e violenza emotiva senza tempo. Il programma prosegue con un autore poco conosciuto, Wieniawski. Seguito e incoraggiato nei suoi studi da una madre pianista, Henryk si diploma in violino a soli undici anni. La sua precocità e il suo spiccato virtuosismo lo portano a farsi applaudire giovanissimo nei salotti parigini, ricoprendo poco dopo anche il ruolo di violinista di corte presso la corte dello Zar di Russia. La Polonaise in re maggiore risale al periodo giovanile (1852), e si differenzia dall’altra in la maggiore (op. 21) composta dopo diciotto anni, nel 1870. Entrambe costituiscono una parte essenziale della sua eredità artistica, capce di fondere la grande scuola virtuosistica italiana con gli influssi zigani della musica slava. La Polonaise, strutturata in forma tripartita A-B-A, costituisce una prova della fascinazione del compositore con la gamma di mezzi tecnici a sua disposizione: utilizzo di suoni armonici, salti proibitivi dall’acuto al grave e viceversa, passaggi di bicordi, e blocchi accordali. Brahms eredita da Schubert il compito di riportare in auge il genere cameristico e persegue questa “missione” in un ambito piuttosto congeniale al suo modello espressivo. Nella Sonata in re minore, scritta dopo un lungo soggiorno sulle rive del lago Thun, la parte pianistica è fortemente improntata al virtuosismo mentre al violino spetta il compito di seguire una linea melodica elegante e regolare, ma di grande creatività. Essa consta di quattro movimenti, il secondo dei quali, l’«Adagio» in re maggiore, rappresenta l’apice di questa pagina musicale dove il violino regna con la sua melodia alternando intimità e accenti. Nel terzo movimento Brahms si diletta nella creazione di un intermezzo che gioca sull’alternanza ritmica dei due strumenti per condurre l’ascoltatore verso il movimento conclusivo, un presto agitato, la cui struttura riprende il primo movimento, ma nel metro di 6/8, sviluppando maggiormente il piano armonico rispetto a quello melodico. Sabina Matera e Roberta Sannoner
Matteo Bevilacqua Si è diplomato al Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia con Gemma Mastromatteo con il massimo dei voti e premiato quale migliore allievo. Si è perfezionato con Felix Ayo distinguendosi per musicalità e virtuosismo. Premiato tra i primi posti a numerosi concorsi nazionali di violino ha, quindi, intrapreso una brillante carriera concertistica prediligendo il periodo romantico; impegno che lo ha portato ad esibirsi in più di 100 concerti. Ha inciso per la casa discografica IKTIUS di Milano il cd “Amarcord” distribuito dalla I.R.D. in tutto il mondo. Ha insegnato violino nei Conservatori di Vibo Valentia e Benevento. Attualmente è titolare di violino al Conservatorio di Foggia sezione staccata di Rodi Garganico. Donato Della Vista Diplomato in pianoforte col massimo dei voti presso il Conservatorio “Umberto Giordano”, ha affiancato all’attività solistica quella cameristica producendosi in diverse formazioni e tenendo concerti in molte città italiane ed europee. È stato premiato in diversi concorsi pianistici e per musica da camera. Già premiato come miglior pianista accompagnatore in concorsi nazionali, ha collaborato con enti lirici ed ha ricoperto il ruolo di maestro collaboratore al pianoforte presso i teatri e Foggia e San Severo. Pianista del Master di Alta Scuola in Direzione d’Orchestra, ha collaborato con direttori di fama internazionale quali Bartoletti, Renzetti, Lou Jia. È docente titolare di accompagnamento pianistico presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia e dal 2005 ricopre la carica di vice direttore.
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Franz Schubert
Martedì 12 Luglio Foggia Chiostro di Santa Chiara ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00
Ex nihilo nihil fit
Johann Sebastian Bach
Wolfgang Amadeus Mozart
Franz Schubert
(Vienna, 1797 - ivi, 1828)
Sonata in la minore D 821 «Arpeggione»
Allegro moderato Adagio Allegretto per viola e pianoforte
*** Johann Sebastian Bach
(Eisenach, 1685 - Lipsia, 1750)
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Giovani talenti in concerto
Sonata in la maggiore BWV 1032 Largo e dolce Allegro
Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo, 1756 - Vienna, 1791)
Sonata n.5 in do maggiore KV 14 Allegro Allegro Minuetto I e II
Nikolaj Petrovic Rakov (Kaluga, 1908 - Mosca, 1990)
Sonata Duo Ciccone - De Biase
Barbara Ciccone viola Lorenzo De Biase pianoforte
Allegro Andante cantabile Vivo
Giulio Briccialdi
(Terni, 1818 - Firenze, 1881)
Fantasia brillante op. 57 sulla «Norma» di Vincenzo Bellini Duo Gravino - Loprete
Michele Gravino flauto Giuseppe Lo Prete pianoforte
per flauto e pianoforte
Nikolaj Petrovic Rakov
Giulio Briccialdi
GUIDA ALL’ASCOLTO Composta nel 1824, la Sonata «Arpeggione» è uno dei lavori cameristici più noti di Schubert. Scritta per uno strumento unico (chitarra-violoncello), ora a pieno titolo nel repertorio violistico. Il primo tempo è contraddistinto da forti contrasti: dal malinconico primo tema agli allegri ritmi di danza, con una tipica oscillazione schubertiana tra maggiore e minore. L’«Adagio» è un vero e proprio tema di Lied, cantabile e disteso, ben introdotto dal pianoforte. Una cadenza finale porta all’attacco del terzo movimento, in forma di rondò che si apre con un tema brillante e festoso; nella parte centrale, segue un tema in re minore, più virtuosistico, dal carattere di danza ungherese; infine, un altro tema, in mi maggiore, molto più elegante, che si ricollega definitivamente al primo. La Sonata in do maggiore KV 14 è stata composta da Mozart nel 1764, all’età di 8 anni. Fa parte di un ciclo di sei sonate per flauto (o violino) e pianoforte. Si tratta di una composizione molto breve, che mette chiaramente in luce la precoce genialità dell’autore. Strutturata in quattro tempi, è caratterizzata da una grande serenità e cantabilità. La Sonata in la maggiore BWV 1032 è una delle sonate autentiche di Bach. Si presenta in soli due movimenti, poiché il primo ci è arrivato privo di numerose battute. È un brano concertatissimo e, soprattutto nel «Largo e dolce», evidenzia la celebre teoria degli affetti. Alcuni musicologi ritengono questa Sonata elaborazione di un concerto composto in epoca precedente, forse per flauto, archi e basso continuo. La Sonata di Rakov è un lavoro inedito del 1970 del compositore russo, autore di una gran mole di musica da camera dedicata ai più grandi virtuosi del XX secolo. Articolata in tre movimenti, nel suo interno si alternano momenti di virtuosismo ad un lirismo tipicamente russo. La Fantasia brillante sulla Norma di Briccialdi, è un brano prettamente virtuosistico. Composto dal ‘Paganini del flauto’ che lo eseguiva spesso nelle pause in teatro tra un atto e l’altro per dare sfoggio del suo bel suono e della tecnica straordinaria; la fantasia alterna momenti di grandissima cantabilità a virtuosismi dai temi genialmente variati. Michele Gravino
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Barbara Ciccone vedi concerto del 16 giugno
Lorenzo De Biase Inizia lo studio del pianoforte all’età di 11 anni con Michele Guerra. Nel 2011 supera con ottimi voti l’esame di ammissione al Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia. Attualmente frequenta il primo anno del triennio di primo livello con Giusy De Berardinis e frequenta il quinto anno del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Manfredonia. Partecipa regolarmente ai saggi della classe di pianoforte e segue con ottimi risultati il corso di accompagnamento pianistico con Alessandra De Luca.
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Michele Gravino vedi concerto del 16 giugno Giuseppe Loprete Si diploma col massimo dei voti e la lode nel 2013. Formato da Alessandro Paparo prosegue la sua maturazione musicale con la pianista argentina Hilda Carrena. Si perfeziona frequentando corsi con pianisti di chiara fama come Joaquìn Achucarro presso l’Istituto Superiore “Haute Ecole de la Musique” di Ginevra. Vince il Primo Premio ai Concorsi Internazionali “Città di Francavilla Fontana”, “Città di Airola”, “Giovani Promesse” di Bracigliano, nel 2014 viene selezionato per il concorso “Lamberto Brunelli” riservato ai migliori diplomati d’Italia. Debutta in recital nell’ambito del Festival Internazionale “Incontro col Pianoforte” di Stefanaconi (Calabria), svolge regolare attività concertistica ed è prossimo a conseguire la laurea specialistica ad indirizzo concertistico con Alessandro Drago.
Partecipanti alla XX Edizione di “Musica nelle Corti di Capitanata”
Cantanti Ilaria Bellomo Francesco Canestrale Angela Cataluddi Rocco Lucio Caputo Francesco Castoro Rocco Cavalluzzi Bianca D’Errico Gaetana Frasca Serena Grieco Massimiliano Guerrieri Valeria Marasco Monica Paciolla Rosa Ricciotti Simona Ritoli
Davide dell’Oglio Antonio Falcone Luigi Pensato Michele Rosito Antonio Russo
Chitarristi Antonio Tosques
Ensemble Magico Flauto
Clarinettisti Federico Paci Antonio Lamarra Vincenzo Conteduca Bruno Falanga
Fagottisti Stefano Rampino Fernando Saracino
Contrabassisti Massimo Allegretta Francesco Angiuli Massimiliano Mauthe Michele Mundo Salvatore Perna Cornisti Vincenzo Celozzi
Costumi Shangrillà Direttori Mimma Campanale Matteo Guerra Alessandro Muolo Antonio Pio Russo Pasquale Somma
Flautisti Antonio Amenduni Mario Bruno Valentina Bordasco Emanuele Cacciatore Sonia Del Grammastro Mauro Di Ceglie Norma Di Leo Ilaria Di Lernia Pietro Doronzo Michele Fiore
Bernardo Franchini Michele Gravino Marta Grieco Concetta Guglielmo Angela Intini Beatrice Mappa Michele Marasco Laurent Masi Mariangela Milone Nicolaia Natale Anna Chiara Orlando Andrea Palumbo Giancarlo Pellegrino Alessandra Peschechera Chiara Riccardo Chiara Rucco Maria Chiara Russo Nicole Sauro Iolanda Zuardi Maestro alle luci Matteo Guerra Maestro del coro Angelo Ceddia Oboisti Anna Colucci Domenico Sarcina Orchestre Orchestra Sinfonica Organisti Fancesco Di Lernia Gaetano Magarelli
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Percussionisti Fabio Accardi Stefano Baldoni Laura Mancini Leonardo Ramadori
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Pianisti Federica Bortoluzzi Greg Burk Paolo Candido Lorenzo De Biase Donato Della Vista Piero Di Egidio Roberto di Napoli Nazario Lapiscopia Laura Licinio Giuseppe Loprete Paola Minervini Domenico Monaco Leone Monaco Fiorenzo Pascalucci Giuseppe Spagnoli Eugenia Tamburri Claudio Trovajoli Regista Patrizia Di Martino
Tubista Antonio Continenza Violinisti Laura Aprile Matteo Bevilacqua Angelo De Magistris Dino De Palma Michele De Sanio Raffaele De Sanio Giuseppe Grieco Mario Ieffa Saverio Lops Saveria Mastromatteo Ylenia Montaruli Ida Ninni Daniele Orlando Domenico Pedone Antonio Pellegrino Antonella Piscitelli Maria Simona Rampino Orazio Sarcina Francesca Scarano Antonio Scolletta Giovanna Sevi Rocco Vena
Trombettisti Antonio Carretta Antonio Spadone
Violisti Sia Choi Barbara Ciccone Rocco De Massis Luigi Gagliano Jihyeon Kim Flavio Maddonni Elisabetta Piccirilli Matteo Spadone Vincenzo Starace Luigi Vania
Trombonisti Fedele Di Mucci Dario Carlucci Antonio Di Biccari Roberto Bianchi
Violoncellisti Antonio Aprile Francesca Della Vista Maria Antonietta Gramegna Veronica Lapiccirella
Sassofonisti Gaetano Partipilo Daniele Scannapieco Scenografo Nicola Delli Carri
Francesco Mastromatteo Daniele Miatto Francesco Montaruli Gianluca Montaruli Voce narrante Nazario Vasciarelli
Musica nelle Corti di Capitanata XX Edizione Direttore artistico Francesco Di Lernia Coordinamento Laurent Masi Guide all’ascolto Lilly Carfagno Piero Di Egidio Michele Gravino Rosa Franco Serena Marzano Sabina Matera Giovanni Pozzovio Alessio Rampino Rachele Ruggeri Agostino Ruscillo Roberta Sannoner Giovanna Sevi Copertina Foto Mimmo Attademo Art Claudio Grenzi
Mi.U.R. Ministero dell’Università e della Ricerca A.F.A.M. Alta Formazione Artistica e Musicale Conservatorio Statale di Musica “Umberto Giordano” Foggia Anno Accademico 2015-2016 Direttore Francesco Di Lernia Presidente Alessandro Romanelli Direttrice Amministrativa Rosanna Saragaglia
Il contributo raccolto con la vendita di quest’opuscolo sarà devoluto a
“Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” è nata il 25 marzo 1995 con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia. Attualmente Libera è un coordinamento di oltre 1500 associazioni, gruppi, scuole, realtà di base, territorialmente impegnate per costruire sinergie politico-culturali e organizzative capaci di diffondere la cultura della legalità. La legge sull’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, l’educazione alla legalità democratica, l’impegno contro la corruzione, i campi di formazione antimafia, i progetti sul lavoro e lo sviluppo, le attività antiusura, sono alcuni dei concreti impegni di Libera. Libera è riconosciuta come associazione di promozione sociale dal Ministero della Solidarietà Sociale. Nel 2008 è stata inserita dall’Eurispes tra le eccellenze italiane. Nel 2012 è stata inserita dalla rivista The Global Journal nella classifica delle cento migliori Ong del mondo: è l’unica organizzazione italiana di “community empowerment” che figuri in questa lista, la prima dedicata all’universo del no-profit.
Impaginazione e Stampa: Leone Arti Grafiche srls FOGGIA