duemilatredici
duemilatredici
MONTEGEMOLI ARTE
Opere ed installazioni contemporanee in un Borgo Antico MONTEGEMOLI - POMARANCE
duemilatredici
Vicoli stretti e carichi di atmosfere, stanze abbandonate, giardini assolati, piccole piazze, campi lunari, palazzi storici, vertigini panoramiche e scorci dominati dall’incontro armonico tra storia e natura. Sono gli ambienti della Toscana rurale, ma anche della prima modernità in contesto agreste, le reti di connessione territoriali e le identità antropologiche, da riscoprire ed esperire, dal centro originario di Montegemoli – il borgo del celebre e omonimo “pane” - alla capitale della geotermia Pomarance, attraverso i linguaggi innovativi della biennale di arte contemporanea internazionale “M’arte”, giunta alla quarta edizione 2013. In programma dal 15 giugno al 14 luglio 2013, articolata fra invenzioni plastiche, installazioni, video-installazioni, interventi site-specific, fotografia e pittura a carattere installativo, performance, la collettiva intergenerazionale e internazionale dell’Associazione Turistica “Pro Montegemoli” e di Accademia Libera Natura e Cultura (Associazione Marco Polo), patrocinata e sostenuta dal Comune di Pomarance e dal Consorzio Turistico Volterra Valdicecina, prevede un totale di diciassette interventi con un lavoro collettivo e alcuni in tandem, degli oltre venti artisti partecipanti. In concomitanza con la manifestazione il Comune di Pomarance apre al pubblico un nuovo spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea, le Scuderie di Palazzo Bicocchi.
Le Scuderie inaugurano con la mostra personale Mauro Staccioli. Anteprima del segno, promossa dall’Associazione Aperture e da All Around Art srl , in collaborazione con Sergio Borghesi. Alcuni degli appuntamenti saranno organizzati in collaborazione con l’associazione “Il Cappello di Feltro” di Volterra che, nella sua sede in vicolo Leonori Cecina 1, introdurrà l’esposizione “BuBo Book per M’arte”, un allestimento dei libretti “Piccole Invenzioni” che contengono la potenzialità totale dell’opera creativa, realizzati da numerosi artisti. Fra provocazioni produttive e nuovi romanticismi, l’arte, accolta nello scrigno della storia, rimette al centro dilemmi eterni, questioni esistenziali radicali, nuove domande, in una rassegna ricca ed itinerante, estesa attraverso i diversi volti di un territorio intramontabile ed affascinante, di cui riscopre anche le risorse umane, laddove va a provocare la collaborazione attiva degli abitanti delle sedi coinvolte, implementando una sinergia sperimentale fra arte, cultura e nuova socializzazione, in piccoli centri attraversati dalle suggestioni reali della scena contemporanea internazionale.
POMARANCE Massa Marittima Castelnuovo V.C. Serra
18
MONTEGEMOLI Querceto Cecina Ponteginori Montecatini V.C.
Saline di Volterra 11
Cerreto B 1B
MAPPA STRADALE
la Canova
Volterra Saline di Volterra Pontedera
Pomarance
e za D Piaz rel e Lard
MONTEGEMOLI
Via
POMARANCE
Pa o
lo
19
Ma
sca
gn
i
Via
18
li cal
17
n Ro
16
10
Via
12
Casa Bicocchi
11
1i
via
c
ella
via d
torre
asc
agn
Ron c
alli
i
orr
e
14
Ex P retu
la t
Tea t
ro d
13
llo aste
Via
oM
del via
14
15
Scuderie
Pao l
eL
13
ard
are
l
12
Cecina, Volterra 11 12 13 14 15 16 17 18 19 10
Sergio Mazzanti Mauro Stefanini Luigi Giulio - Enrico Pantani - Helgard Wertel Andrea Marconi, Alberto Papotto, Lorenzo Rossano Othmar Prenner Sven Sachsalber Silvana Pincolini Luca Serasini Ennio Furiesi, Rita Dollmann Gianfranco Stacchi
11 12 13 14 1i BB 1
MAPPA ESPOSIZIONI
Mauro Staccioli Mattia Mura I Santini Del Prete Karl Bรถhmer - Simona Lotti - Notburga Karl Informazioni Bubo Book - Il Cappello di Feltro Vicolo Leonori Cecina n.1, Volterra
ra
STUDIOLO ATELIER 2013 installazione site-specific
Da una sala della Ex Pretura a Pomarance si entra nell’ “idea” dello studio atelier, prima ancora della sua esistenza. Un concerto di realtà immaginate e concrete, ricondotta su piani e traiettorie interagenti, in equilibrio instabile: è la “realtà ideale, uno spazio protetto che rende possibile il bozzetto/ progetto/modello”: itinerario all’interno della “possibilità dell’esperimento”. Lo “Studiolo atelier” di Karl Böhmer, “crea relazioni fra gli elementi e fra gli oggetti ma anche fra l’ immaginazione di quest’ultimi”. Una immersione nel non-luogo sfumato in cui si danno dimensioni e proporzionalità, e si esperisce lo scarto esistenziale, tra la forma scultorea di senso e il mero oggetto. E il progetto rivela la “Cifratura/Metafora di una
k
a
r
l
B Ö H M E R
concentrazione interna verso l’esterno” e l’atelier, oltre l’atelier, diviene specchio del mondo. Come il San Geronimo che si cala, nell’immanenza dell’opera di Antonello da Messina, nei precisi piani spaziali del mondo terreno, in uno studio aperto sulle prospettive fisiche, e dove soprannaturale e materiale condividono precise coordinate del “mistero concreto” della creazione. Karl Böhmer si diploma con A. Hüppi all’Accademia di Düsseldorf. Partecipa a numerosi progetti espositivi in gallerie e musei in Germania, Svezia, Svizzera, Italia, Messico. Concorsi e progetti di architettura personali e in collaborazione con studi (Marienberg Neuss, Mahnmal Holocaust Berlin e Salzburg, Museion Bolzano, Parigi).
GIOVANNI BATTISTA 2013 scultura, fotografia, pittura installazione
Fra creazione, distruzione, e nuova resurrezione, il martirio di San Giovanni Battista bussa alle porte del dolore nel contemporaneo e ne assume le sembianze, in un lessico di sintesi, fra scultura, fotografia, installazione, dall’opera umanisticoconcettuale di Ennio Furiesi, e dal reportage neo-romantico di Rita A. Dollmann. Nelle tre dimensioni, i passaggi e le battute incalzanti di un episodio che già nell’antichità frantumava il confine fra laico e spirituale, fra ingiustizie misere terrene e volo ascetico nell’infinito, in un intervento che esordisce dalla materia, e si muove nel mistero del suo stesso superamento. Le teste del martire in terra cotta, plasmate dalla forza espressionista di Ennio Furiesi, prima ancora della cottura, sono immortalate in due grandi foto, così come le “prova d’artista” a ma-
r
ita
dollma N n ennio f u ries i
tita per la gestione magistrale dell’imponderabile spazio celeste, eseguita poi nel quadro del cielo, una caduta libera di luce e lacrime. Cinque teste in progressiva decomposizionecomposizione, foto rivelatrici, e al centro di tutto una sedia “lunare”, sospesa fra convivio e interrogatorio, sotto un lampadario paranoico in caduta libera, mentre su tutto ondeggia la danza fatale di Salomè. Nato a Volterra (PI) nel 1937, per oltre venti anni con un suggestivo studio d’arte, presso l’ex ospedale psichiatrico, Ennio Furiesi, entra di recente in un rapporto personalissimo con la pittura. Formatasi presso la scuola di fotografie H. Binseil di Amburgo, Rita A. Dollmann dal 2002 vive in Toscana, dando sempre più spazio all’arte e all’attività di workshop.
TEMPOPRESENTEINDICATIVO 2013 fotografia, pittura installazione site-specific
Inquietante e avversa, dominata da una sinfonia in tono minore, dipinta dal bianco e nero e dai timbri monocromi dell’ambiente desolato di una vecchia stanza in disuso dell’antico forno di Montegemoli. “Abitata” dalla rabbia impotente e dalle ombre delle nuove, manifeste, paure, impresse in giornali stropicciati, ora cronisti di anonime e reiterate espressioni. E’ ciò che resta della grande “abbuffata” del boom economico, degli egoismi e prevaricazioni senza misura, delle sicurezze vacue alimentate dal consumo scellerato che travolgeva i pilastri stessi dell’etica. L’installazione di Luigi Giulio, ispirata all’atmosfera neo-gotica del sito d’intervento, spalanca la scenografia della fine di un’epoca, di cui restano passaggi fragili e alterni di ira e sgomento.
luigi g i u lio
Il ritmo travolgente dell’artista si muove ora nei resti di una quasi ultima cena, emblema di un benessere perduto, ridotto ad una tavola abbandonata su cui si apre una grande bocca, mentre al convivio dell’assenza, solo due piatti speculari vuoti e due cucchiai. Sul pavimento quattro enormi coccodrilli surreali, simbolo di rabbia grottesca, e il forno non più attivo, dove la produzione stessa è cessata, diviene, inconsapevolmente, la morgue poetica della fine del consumismo. Consulente artistico del marchio “Paolo Garofalo”, Luigi Giulio, classe 1951, è nativo del Lago Maggiore. Studia medicina, ma prevale una forte propensione verso l’arte.
UNO, DUE, … CENTO SANTINI DEL PRETE 2013 maschere in cartapesta da calco facciale installazione performance
Si definiscono con una negazione: sono “nonartisti” e perseguono con “profonda dedizione e ricercata leggerezza” la “non-arte”. Due ferrovieri performer che, tematizzando ed estremizzando quello stesso limite di ruolo imposto dalla società moderna, nella sua duplicazione, ri-apparizione, universale contestualizzazione, pongono le fondamenta della sua messa in discussione, ne rivelano gli effetti perversi, ma anche il potenziale esistenziale. In un territorio espressivo che si concretizza a partire da un’antitesi, “I Santini Del Prete”, al secolo Franco Santini e Raimondo Del Prete, intraprendono un viaggio ossessivo, sottilmente rivoluzionario, di cui non conoscono il punto di arrivo. Ed una tappa certamente fondamentale è l’installazione “Uno, due, … cento Santini Del
isantini delprete
Prete” : le cento maschere in cartapesta, calchi facciali reali dei due autori che invadono il palcoscenico del Teatro De Larderel a Pomarance. Laddove l’apparente non-presenza, diviene esistenza “altra”, oltre l’alienazione provocata dal cliché rigido, il ritorno della personalità trasformata, crea lo stacco artistico dalla ripetizione dell’immagine della sua stessa negazione. Un percorso dalla serialità pop, di immedesimazione pirandelliana - più modestamente fino a cento, anziché a centomila - attraverso i contorni ripetuti, ma fragili, del non-Io. E’ un work-in-progress esordito nel 1992, quello delle performance de ISDP “in cui non si ravvisano azioni ‘finite’, performance in sedi e rassegne di rilievo tra cui la 48a Biennale di Venezia.
NODO 2013 corda/cima/annodata, neon installazione site specific
foto di Simona Lotti
“Non riuscire a stringere un nodo può talvolta costare la vita!” Un gesto d’uso quotidiano come “aggiustare qualcosa velocemente e fissarlo per un momento” o, al contrario “qualcosa, che dovrebbe già da tempo essere allentato e risolto, e che invece si annoda inaspettatamente”. Un’azione usuale e un oggetto povero, che scivolano nella forza di una metafora esistenziale, radicata nel tempo e nella storia, e che si concretizza in un punto di concentrazione: una linea che si piega, cambia rotta, come uno scritto tracciato dalla cima di canapa trattata con sostanza ferrosa, dopo che l’artista scopre un nuovo linguaggio nel materiale dell’artigianato e sperimenta una relazione stretta con la storia del luogo.
notbu r ga k
arl
Dalla corda alla luce: i neon in andamento orizzontale che giocano e ridanno vita all’antico loggiato. Un’opera flessibile che si allarga e che marca luoghi prescelti, ne sonda il potenziale, la sedimentazione delle epoche, le contraddizioni, l’essenza, ed è dialogo-reazione al lavoro di Simona Lotti, nel tunnel che collega, nel centro storico di Pomarance, la piazza interna della Ex Pretura, e quella speculare aperta sulle vertigini collinari. Notburga Karl, nata a Regensburg, diplomata all’Accademia di Düsseldorf nel 2001, nel 2000 ha ricevuto il titolo di Meisterschülerin con Jannis Kounellis. Numerosi i riconoscimenti, fra i quali la borsa di studi postlaurea della DAAD a New York dove è stata assistente di Joan Jonas.
CARTELLO 2013 4 semicirconferenze accoppiate a due a due installazione site-specific
Sono due piazze dalla scenografia antitetica nel centro storico perimetrale di Pomarance. Quella della Ex Pretura, che si apre verso l’interno, e quella speculare affacciata sulla vertiginosa campagna collinare. Da uno stretto tunnel, percorso anche da una corda/cima/annodata - l’installazione di Notburga Karl -, e che le collega strutturalmente, prende corpo l’intervento site-specific di Simona Lotti: un gioco di specchi, colori e riflessioni, un dialogo fra superficie specchiante/riflettente (fuori) e superficie di rifrazione, “ove il colore è interiorizzato”. Complementarietà e complicità fra spazi che si modificano e arricchiscono reciprocamente, che diviene anche metafora di uno scambio in profondità, nell’era della comunicazione globale fittizia, fra attori spinti sempre
simona lotti
più nei recessi di altre solitudini. Dai magazzini di Casa Bicocchi, la potenza della memoria si manifesta in polverosi manufatti in legno, quattro semicirconferenze riposte, semicerchi e archi, antichi supporti per l’illuminazione durante la festa del patrono, che decoravano le soglie e facciate nelle vie del centro. Un richiamo in continuità di significato alla luce, nella sua doppia anima di riflessa e rifranta. Sintesi circolare mutabile dei dialoghi ambientali notturni e diurni, riscaldati dal sole e rivelati dalla luna. Simona Lotti si forma in arte e pedagogia in Italia e Germania. In parallelo alla pratica artistica nei campi della pittura e della scenografia, si dedica alla ricerca teorica e pedagogico-sociale, e all’insegnamento dell’arte.
2,0 WHITE 2013 installazione
La comunicazione artificiale, le nuove forme di incomunicabilità, le identità oscillanti, i paradossi delle apparenti libertà, provocate, ma anche rivelate, dalle seduzioni inevitabili dei moderni social network che divengono azione concreta nella tre dimensioni di “2,0 White”. La rete di relazioni on-line all’interno del moderno Web 2,0, è installazione interattiva nel progetto artistico dei giovanissimi sperimentatori Alberto Papotto, Andrea Marconi e Lorenzo Rossano, che danno vita ad uno spazio in cui cade la distinzione tra virtuale e reale ed emerge la “realtà traslata” vissuta nel contemporaneo. E proprio come in un social network, l’opera necessita di quegli utenti che ne rappresentano il motore fondamentale, la ragione ontologica, l’artefice e l’artefatto, il paradosso perfetto: lo spettatore/opera/artista.
and r ea mar c oni albe r to papotto lo r en z o rossano
Senza una denuncia esplicita, ma lasciando aperte le interpretazioni, in un ambiente dai colori basilari, come nelle pagine telematiche, l’installazione prevede nove manichini bianchi, collegati tra loro con cavi Ethernet, e una cabina dominata dallo slogan ammiccante”Be friends” (diventiamo amici). All’interno lo spettatore/ opera/artista si auto-scatterà una foto che verrà immediatamente stampata e posizionata su uno dei manichini. Oltre la “traccia fotografica del proprio passaggio” di Vaccari, attore qui e ora, apparentemente libero e interagente, nella gabbia condivisa delle nuove solitudini. Alberto Papotto, Andrea Marconi e Lorenzo Rossano, formatisi in prestigiose accademie nazionali ed estere, coetanei, residenti a Cecina (LI), da dieci anni collaborano insieme a progetti artistici, musicali, fotografici e video.
SE UNA FARFALLA BATTE LE ALI … (teoria del Caos) 2013 ferro, plexiglass, plastica installazione
Sul pavimento d’erba del prato della Canova, la vita si manifesta come sistema complesso, aperto e frattale: un gioco roteante di infiniti concentrici riassunto in quel “battito d’ali di farfalla a Pechino che provoca un temporale a New York”, e che restituisce la natura interconnessa del sistema mondo-universo, nella scenografia di sintesi in cui crollano le “certezze” apparenti del – solo – caso. I cerchi sono sei, di 200 cm di diametro ciascuno: s’intersecano tra di loro, rompendo i limiti fra gli insiemi, e rivelandone una proliferazione possibile. Contengono quattro semi-sfere in plexiglass, aperte verso l’alto, da cui prende corpo il potenziale d’infinito, in un volo centuplicato di gentili farfalle. E’ un altro intervento-installazione di Sergio
se r gio mazzanti
Mazzanti che invita alla responsabilizzazione ed all’apertura del pensiero. Forse più epistemologico dei precedenti, radicale, rimanda il ritratto di un’epoca in cui la gestione rocambolesca di molteplici variabili, la “dipendenza sensibile dalle condizioni iniziali”, richiama alla riflessione sull’azione anche minima che, lieve come il battito d’ali di una farfalla, può avere effetti in uscita, imprevedibili e rivoluzionari. Sergio Mazzanti nasce a Pontedera (PI) nel 1952. Attualmente a Carrara, dove vive e lavora, inizia la formazione presso l’Istituto d’Arte Passaglia di Lucca. Alla fine degli anni Settanta risalgono le prime installazioni di un artista polivalente, dalle profonde e partecipate intuizioni su scottanti tematiche socio-psicologiche e antropologico-sociali.
KINESBANON 2013 installazione site-specific, videoinstallazione performance
“Rendere visibile l’invisibile, rendere chiaro ciò che è oscuro, palese ciò che è nascosto, smascherare ciò che è celato, trasformare la finzione in realtà, fare della menzogna verità.” - Dziga Vertov, 1924.
E’ un’esperienza attraverso l’ambiguazione, direttamente nelle inversioni vertiginose tra realtà e finzione proprie del linguaggio cinematografico, dal cinema delle origini alla mimesi dell’immagine nel contemporaneo. Dal greco (κίνημα, -ατος, τò -> movimento, e εìσβαίνω -> entrare dentro), si materializza, in un interno barocco di Casa Bicocchi dal doppio sogno illusorio e concentrico, Kinesbanon: l’intervento di Mattia Mura che trasforma, in una installazione rivelatrice, il carattere illusorio del cinema, smontandone i meccanismi perversi. Stanze nelle stanze, in un movimento escheriano una sala da pranzo ottocentesca si trasforma in un gioco di
mattia m
u
ra
specchi, che sotto un’atmosfera gioviale cela raggelanti rivelazioni. Su un grande telo bianco che divide lo spazio, l’immagine di una cena sontuosa e caotica, mentre volantini e scritte invitano a superare la barriera. Lo spettatore si trova così realmente nello stesso ambiente rimandato dallo schermo, ma in una dimensione di assenze e silenzi carichi di significato. Un doppio cortocircuito per la percezione: dal tempo reale all’epoca antica, a “realtà sempre diverse e contraddittorie rispetto alle precedenti”, trasfigurate dal tempo. Dentro e oltre il mezzo cinematografico, nei due tempi di un film del film che affranca dall’immaginario spersonalizzante del cinema dell’effimero. Mattia Mura nasce a Cecina (LI), nel 1992. Esordisce giovanissimo come scrittore ed è regista, sceneggiatore e montatore.
TONTO, EBETE, SENZA VIA DI SCAMPO 2013 pittura, disegno, libri d’artista
E’ l’uomo “animale, bestia, ebete, tonto, senza via di scampo”: attore-non attore al ritmo dell’impotenza giocosa, nell’Umanesimo “arrovesciato”, raccontato dal tratto e dal linguaggio infantile, di dirompente sintesi espressionista di Enrico Pantani. E l’essere umano, messo tragicamente a nudo, nell’impossibilità di spiegare e far fronte “a situazioni imbarazzanti”, trova la spontanea difesa dell’Io “nella negazione dei fenomeni stessi”, e quindi nella scorciatoia della “convenienza di prendere le cose per come appaiono” superficialmente. Ma la ricerca allucinata della tranquillità ha il suo effetto alienante: e l’uomo, mentre pensa di vivere, inconsapevolmente “si lascia vivere”. Pari status per piantine, peperoncini, eruzioni
en r ico pantani
di vulcani, cavalli, insieme a punk, e animaletti strani: un universo surreale abitato da “tonti” dall’espressione ad “ebete”, senza via di scampo, nell’apparente fuga facile della rinuncia al mestiere antico della vita, mentre sfugge drammaticamente l’adeguatezza alle ragioni tranquillizzanti del quotidiano. Enrico Pantani artista visivo, performer e musicista, laureato in Lettere, nasce a Volterra nel 1975. Residente a Pomarance (PI), due dei suoi dipinti sono scelti per il manifesto del Volterrateatro di Armando Punzo nelle edizioni 2008 e 2010, e sempre nell’ambito del Festival, espone ed interviene con mostre, performance ed happening.
TETI E LE NEREIDI 2013 terrecotte, corde installazione site-specific
Precipitati cosmici intenzionali, trasversali alle epoche. Messaggeri di miti trasformanti ora, a loro volta, in trasformazione. Dall’universo al piccolo borgo, si “alimentano” della tensione reciproca tra i muri dello stretto vicolo che collega Piazza del Casalino alla piazzetta della Chiesa di Montegemoli, e sono gli otto elementi dalla forma globulare, “bozzoli, uova, cocoon” dalla difficile definizione, “elementi embrionali portati dal vento di mare che spesso sembra spirare in paese, e destinati ad una mutazione”. Nell’installazione “Teti e le Nereidi”, le ninfee del cambiamento, si manifestano in terrecotte appena incerate, altre ancora colorate, sculture organiche che scambiano energia con quei muri antichi da cui oscillano, sospese su corde incrociate. Un equilibrio oscillante fra durezza e
silvana pin c olini
morbidezza di contrasto dei supporti, lontananza, ma anche reciprocità tra le pareti parallele, tra ambiente marino e entroterra agreste, tra caduta e sostegno, nel mistero del dialogo ciclico e condiviso, tra forma e materia, e fra materia e spirito. Silvana Pincolini, artista milanese di origine, divisa fra Milano e la Maremma, si forma all’Accademia di Brera. Completa le competenze grafiche e scenografiche con Albe Steiner e Liisi Beckmann, ma fondamentale sarà anche la svolta antroposofica e la visione steineriana dell’equilibrio vitale. Negli ultimi anni il suo interesse è orientato sulla scultura organica e sul linguaggio tridimensionale in tecniche miste e con l’impiego di materiali naturali.
LOST KARMA 2013 video-installazione 17’
Londra, una strada urbana nella notte, un ragazzo che corre e incontra persone, raccoglie interviste fugaci, cariche di pathos espressivo, “rubate” nell’attimo fuggente del cambiamento, mentre il contenuto diventa pretesto di una cronaca enigmatica impressa nella forza narrativa del bianco e nero di un video neo-retró d’autore di Othmar Prenner. Una moto che ritorna, come un attrattore strano della teoria del caos, sullo stesso punto, ma con sottili variazioni. E l’attrazione è la ripresa frontale-bidimensionale di una street dal sottofondo in mattoni con una elegante macchina old style a destra, mentre a sinistra, in piedi o seduta, una figura femminile che interpreta l’opera con toni in ascesa. Non-sense temporali e situazionali, in un racconto enigmatico-romantico, al ritmo della ri-
othma r prenner
cerca, di un ritaglio di libertà, di nuovi incontri, una piccola-grande rivoluzione, come l’inattesa conoscenza del vero amore. Quando tutto non è come sembra scontato, e il rombo di un motore non fa partire la macchina nel primo piano di una scena sospesa nel tempo, mentre la vera rotta del cambiamento sembra l’ala di un aereo che si tinge di colore, in un volo incognito oltre il destino del Karma perduto. Il “ragazzo che corre” nel film è Marc Finkmann, nato a Ingolstadt (1995), studente di liceo, presente in vari film e produzioni fotografiche. Othmar Prenner si forma al Collegio per la scultura di Innsbruck e all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera. Realizza progetti architettonici e progetti curatoriali e partecipa ad importanti eventi e rassegne, fra il Nord Italia, la Germania e altre importanti sedi europee.
ROSANNA (Querceto) 2011 video documentazione performance di 24 h
foto di Othmar Prenner
Artista, sin dagli esordi, nonostante la giovane età, originale e temerario, Sven Sachsalber sviluppa pratiche di estrema forza ed interesse sperimentale. Videomaker, fotografo, ma soprattutto performer, si muove sul limite dei significati nei territori sfumati di confine fra arte performativa e opera scultorea. Nell’ambito della manifestazione. presenterà la video documentazione della performance “Rosanna”, la permanenza continuata di 24 ore dell’artista sul campanile della chiesa di Querceto, nell’anno 2011. Mentre a Montegemoli, sperimenterà un’analoga presenza in un sito del borgo. Un lavoro che prende la forma finale di foto o video, e che si muove su contenuti talvolta ludici,
altre volte più drammatici, o sospeso fra quegli stessi poli opposti, in una poesia universale tacitamente auto-evidente.
sven sa c hsalber
Sven Sachsalber, classe 1987, nato a Silandro, sul confine tra Italia, Svizzera e Austria, si dedica allo studio della scultura e nel 2010 si trasferisce a Londra dove si laurea al Royal College of Art nel 2012. Nelle sue performance gioca sempre una presenza-prestazione fisica fondamentale. Spesso è in collaborazione con Luuk Schröder, con cui condivide un comune approccio di pensiero, ispirato alle storie personali ed alle osservazioni semplici della vita di tutti i giorni, “ingrandite” e tematizzate.
COSTELLAZIONE TORO 2013 alabastro,tessuto-nontessuto, ferro, nylon installazione site-specific foto di Luca Serasini
Si rispecchia sulla campagna rallentata di Montegemoli ed il suo profilo boreale ritrova le speculari radici terrene. La “Costellazione Toro”, che trasforma il crinale della collina in un campo di stelle, è l’intervento di Luca Serasini (in collaborazione con Massimo Giannoni), tappa land art di forte impatto ambientale, precipitato da quella ricerca sui tori esordita da un viaggio a Creta, quando inizia a disegnare “le prime piccole mandrie”, e poi attraverso pittura, installazioni, videoarte, grafica e fotografia, divenuta Tori N’ Tour, adozioni a distanza, tori terrestri, libretti, rafforzati da un ricorrente “profondo rosso” e dominati dalla persistenza della dinamica. Restituivo di ancestrale vigore, ferito e risorto, il taurus ora entra nella volta celeste in “costellazioni, siano esse inventate o sotto il vero cielo
luca serasini M A S S I M O GIANNONI
della costellazione del toro”. E’ il processo del catasterismo: quando “eroi, animali e divinità, alla loro morte o sacrificio, venivano trasformati in astri o costellazioni”. Da due massi in alabastro “impacchettati con un tessuto-non tessuto”, l’archetipo dai diversi volti mitici: le ninfee negli ammassi delle Iadi e delle Pleiadi; i travestimenti di Zeus; il minotauro di Teseo e Arianna; il bue egizio sacro Apis e l’occhio del toro Aldebaran degli arabi, rinuncia al movimento originario e conquista l’eterno e le profondità dell’anima: dal “catasterismo del toro, allo studio giocoso delle stelle …”. Classe 1971, residente Marina di Pisa, Luca Serasini scopre la pittura nel 1993. Dal 2003 inizia ad interessarsi ai movimenti di arte contemporanea e realizza collages fotografici, video e videoinstallazioni.
CORRISPONDENZE 2013 scultura in legno di cirmolo, ulivo e rame pittura installazione
Corrispondenze e richiami fra le forme complesse, multi direzionali, e fra le luci e ombre, della natura. Piante intenzionali, ancora calde ed accoglienti, ma anche instabili, animate da una proliferazione reiterata degli elementi, al ritmo incalzante delle ragioni della vita. Un “riassunto” plastico efficace ed immediato, scolpito nel legno originario, dipinto nel teatro visionario-naturalistico, misticamente elegante, dedicato alla “Mitologia” dell’ulivo, di Gianfranco Stacchi, dove artificio e spontaneità formali accorciano le distanze. Studi organici dagli esiti mistici, nella danza incrociata tra tre sculture due realizzate in cirmolo, la terza costituita da un tronco di ulivo e da inserti di legno di cirmolo e rame - laddove l’enigma della forma s’incontra con il pensiero e apre le vie per un rinnovato,
gianf r anco sta c c hi
e ancora possibile, mito. Già simbolo di pace nell’Antico Testamento, protagonista della vita e del tradimento di Gesù Cristo, elemento divino nel mito latino - il protettore di Atene, la pianta che medicava e nutriva, il legno del letto nuziale di Ulisse - l’ulivo sembra ora restituire stabilità solo provvisorie, in perenne mutazione, sul palcoscenico di progressiva sintesi della propria antichissima memoria. Gianfranco Stacchi, studente all’Accademia di Belle Arti di Roma e laureato in architettura a Venezia è un artista internazionale con all’attivo mostre ed interventi in capitali mondiali tra cui Toronto e New York. L’attività pittorica si muove in parallelo con la progettazione, e con gli esiti installativi, per un ricercatore alle prese con le questioni etico-esistenziali nel contemporaneo.
… UN BORGO PER UN POETA 2013 scultura legno e acrilico cm 200 x 300
L’opera di Mauro Stefanini è una grande sagoma rosso fuoco, tre metri di altezza, il profilo inconfondibile del sommo genio letterario di Dante Alighieri, che si staglia con seriosa eleganza, ma anche con un tocco di ironia, nel paesaggio dominato dal Borgo di Montegemoli, tra olivi e piante di leccio e quercia. “…un Borgo per un Poeta” riconduce infatti “il divino poeta Dante, tra racconto popolare e notizie storiche, nel suo presunto Borgo natìo di Montegemoli di cui la madre è originaria”. L’opera realizzata in legno e metallo, è plasmata dalla forza plastica dell’autore tra ritratto e maschera, richiama la scena e il retroscena, il classico e il contemporaneo. La scultura ambientale che ne scaturisce, collocata subito sotto e a ridosso del Borgo, accoglie il visitatore, che percorre la strada tortuosa
mau r o ste f anini
che dalla Canova giunge a Montegemoli, in un connubio di forza poetica reciproca, nel legame probabile fra il luogo e il poeta, fra il piccolo centro e la risonanza universale della sua opera, in un reciproco profilo di identità intrecciate che scivolano l’una nell’altra, fra le pagine remote del tempo e dell’eterno. Mauro Stefanini nasce a Volterra, città storicamente nota per la lavorazione dell’alabastro. E’ qui che ha il suo primo contatto con la scultura e i maestri locali della materia. Maestro d’arte dell’Istituto Statale d’Arte di Volterra, diplomato a Firenze, realizza le sue opere con pietre locali tra cui alabastro, selagite, arenarie, oltre che in marmo, legno e ferro. Lo scultore vive e lavora a Saline di Volterra.
WONDERLAND La Libertà e il Popolo 2012-2013 scultura, collage, installazione
Il potere riassunto nella diade tragico-grottesca di “dominatrice e dominatore”, il conflitto dal dolore finale di “bambino della guerra”, e poi: espulsione, nostalgia, porta delle lacrime e speranza: sono le sintesi concettuali, custodite dalla materia, degli effetti disumanizzanti e perversi del fondamentalismo che distrugge identità, sogni, vite, materializzati in sei elementi di inquietante carica espressionista, correlati tra loro e “propagandati” da “WONDERLAND - La Libertà e il popolo”. Un titolo che si fa beffa del dramma reale, che cita “La Libertà guida il Popolo” di Eugene Delacroix, ma fa riferimento ad una compagine impazzita che nega la libertà e la vita stesse. L’ipocrisia sottesa della parola stride con la temeraria opera di assemblaggio di “objet trouvé” - bambole, ferro, ossa, vetro,
helga r d w ertel
corde, tessuti, giornali … - dove il concetto si manifesta nell’elemento vissuto e trasformato, che restituisce equilibri labili e l’ondata sacrificale di violenze e violazioni. Come un fanciullo che compone e ri-compone “isole di ordine nel caos”, il grido visivo, dal profilo gotico, è restituito dalla potenza narrativa dell’inconscio, che apre nella semplicità di valigie e scatole, gabbie, l’armamentario di un ermetico racconto, che consegna i suoi contorni ad una rinnovata coscienza. Helgard Wertel, artista nata in Germania, si forma in storia dell’arte e filosofia all’Università di Heidelberg. Ceramista, ballerina, fotografa, dal 1991 residente in Toscana, partecipa ad importanti mostre tra cui Documenta 6 “Kunst und Medien” - Kassel/Germania, con Harry Kramer.
teatro. Su questo supporto gli artisti/non artisti intervengono con la massima libertà d’azione. Privilegiando, però, la qualità rispetto alla quantità.
LE PICCOLE INVENZIONI - NON PERCAMBIARE IL MONDO, MA PER VIVERCI MEGLIO Le Piccole Invenzioni nascono da un oscuro lavoro manuale e da un’unione fra manualità e creatività. Non la manualità standardizzata e banalizzata del bricolage, del fai da te. Ma la manualità che produce oggetti d’arte e privilegia la libertà dell’estro e della genialità. L’inizio nasce dalle riflessioni espresse in uno scritto del filosofo Pietro Toesca. Da qui la ricerca di una forma e di un contenuto. La forma: una struttura in cartone, volgarmente detta fustella, con cinque facciate e su una di queste un’apertura come se fosse un piccolo
B ubo boo k
Il pensiero era ed è di realizzare un prodotto che abbia la massima espansione e condivisione. Un pensiero di libertà al di fuori degli schemi produttivi ed economicistici ormai diffusi al giorno d’oggi.
per m ’ arte
Susanna Manghetti e Alessandro Togoli
Artisti che partecipano a BuBo Book per M’arte: Antonio BARTOLOZZI, Karl BÖHMER, Silvia BORGOGNI, Francesco BOZOLO, Giuseppangela CAMPUS, Dolores CATTANEO, Emanuele CAZZANIGA, Gisella CIRELLI, Rita DOLLMANN, Mario FRANCESCONI, Ennio FURIESI, I SANTINI DEL PRETE, Notburga KARL, Simona LOTTI, Andrea MARCONI, Sergio MAZZANTI, Jörg MOHN, Enrico PANTANI, Alberto PAPOTTO, Silvana PINCOLINI, Paolo PORTANTI, Lorenzo ROSSANO, Luca SERASINI, SMAT, Gianfranco STACCHI, Mauro STEFANINI, Ilaria TOGNARINI, Massimo VALDAGNO, Danilo VERTICELLI.
B ubo boo k per m ’ arte
Lavorare artisticamente impone di usare la città, la campagna, l’ambiente come fossero la pagina bianca sulla quale si compone, attraverso il disegno, l’idea. Un disegno ben fatto è sempre ottenuto dal motivo del suo essere prodotto. Un disegno significativo deriva dall’esigenza di rappresentare una cosa, l’esigenza di rappresentare una cosa produce il motivo del sapere rappresentare questa cosa: lo studio si fonda e si motiva sull’obiettivo da perseguire. È infatti più importante insegnare a pensare che non insegnare a disegnare. La città e l’ambiente in genere non sono, come la carta, un’astrazione estetica, o meglio una categoria estetica, quella formale: la città e l’ambiente sono dimensione estetica nell’accezione totale che comprende costumi, economie, culture, etc. Pensare l’ambiente è un pensare economico, tecnico, sociale, storico: un pensare politico.
La condizione che può rendere la Città, il Territorio, il “foglio nuovo” sul quale l’idea artistica si determina come forma, deriva dall’assunzione del luogo dell’arte come luogo pubblico, in cui le scelte politiche non sono indirizzate da uno stato di necessità e razionalizzazione dell’esistente ma dall’immaginazione del desiderio di trasformazione: una sorta di progettualità dinamica che punta in direzione di un coinvolgimento che superi il circolo ristretto degli specialisti. Il lavoro progettato ed eseguito sul posto, con la sua presenza fisica e specificità plastica, è un intenzionale strumento di intervento critico nella contestualità ambientale: una provocazione e un’ipotesi per un diverso rapporto fruitivo con l’ambiente. La connotazione di segno fisico contestuale che la scultura assume si afferma come prodotto determinato dal rapporto con il luogo, da una sua lettura critica. Mauro Staccioli
hanno partecipato
Karl BĂ–HMER karlboehmer@yahoo.de Rita DOLLMANN http://casa-dei-leoni.de/kontakt.html Ennio FURIESI furiesipizzi@libero.it Luigi GIULIO luigigiulio@paologarofalo.it I SANTINI DEL PRETE www.isantinidelprete.net Notburga KARL nokarl@web.de Simona LOTTI simona.lotti@web.de Andrea MARCONI, Alberto PAPOTTO e Lorenzo ROSSANO www.twozerowhite.blogspot.it Sergio MAZZANTI sergiomazzanti1952@libero.it Mattia MURA mattiamuravannuzzi@gmail.com Enrico PANTANI enrico.pantani@libero.it Silvana PINCOLINI silvana.pincolini@gmail.com Othmar PRENNER www.dingeundursachen.de Sven SACHSALBER svensachsalber@gmail.com Luca SERASINI www.lucaserasini.it Gianfranco STACCHI www.gianfrancostacchi.it Mauro STEFANINI franca.mattioni@gmail.com Helgard WERTEL hkwertel@gmail.com
hanno contribuito al progetto
Comune di POMARANCE - Piazza S.Anna-56045 Pomarance (PI)-tel.0588 62311-65470 Fondazione CASSA DI RISPARMIO DI VOLTERRA - Piazza San Giovanni 9 - 56048 Volterra (PI)-info@fondazionecrvolterra.it Camera di Commercio di Pisa - Piazza Vittorio Emanuele II, n. 5 - 56125 PISA Azienda Agricola di MONTEGEMOLI - Via il Monte, 23 – Montegemoli – 0588 61064 Az. Ag. Agriturismo IL CERRETO - Montegemoli – 0588 64213 Agriturismo IL PRATONE - Montegemoli – 0588 64372 Panificio F.LLI MARTINI - Podere Cecinello, Montegemoli – 335 5392386 TOSCANA ECOFANGHI - P.zza de Lardarel, Pomarance – 0588 630000 OSTERIA DELL’ULTIMO CARBONAIO - Montegemoli – 347 5727808 GALLETTI AMERIGO & ARIAS S.R.L. - 56045 Pomarance (PI)-Tel.0588 62041-info@gallettiaea.it COOP UNICOOP VALDICECINA-VALDERA - vdc-valdera@cis.coop.it Materiale Elettrico CAVICCHIOLI RITA - Via Garibaldi 6/10-56045 Pomarance (PI)-Tel E Fax 0588 65049-rita.cavicchioli@tin.it Agriturismo SAN GUGLIELMO - Pomarnce-Cell. +39 339 7794002-holidays@agriturismosanguglielmo.it-c.bretscher@tiscali.it Spec.In Restauro Antico DITTA NANNI ANDREA - Pod.Assab 199-56045 Pomarance (PI)-Cell. 333 9166976 Agriturismo ORCIMANNI - F.lli Zagaglia-Pod.Conte Ruggero 58-56045 Montegemoli Pomarance (PI)-Tel.0588 61162 HOTEL SAN LINO - 56048 Volterra-Tel.0588 85250-www.hotelsanlino.net Azienda Agricola PAGANI DE MARCHI - Via della Camminata, 2 - 56040 - Casale-Marittimo (PI)-info@paganidemarchi.com GUERRIERI & VOLPI - Via Caduti sul Lavoro, 4 - 57023 Cecina (LI)-Tel. 0586.661153-Fax 0586.661689
Residenza Turistica FONTE ALLA LEPRE - Via Montanelli 19 - 56121 Pisa-www.fonteallalepre.com
Relais GUADO AL SOLE - www.relaisguadoalsole.com gcp - Fonte Picchi, Casale Marittimo
Si ringrazia tutti coloro che hanno messo a disposizione gli spazi per gli allestimenti e quanti hanno collaborato con gli artisti per la messa in opera delle installazioni.
organizzazione
Associazione Turistica Pro Montegemoli Accademia Libera Natura e Cultura coordinazione evento
Oreste Clamer, Marlene Mohn, Ursula Vetter, Rebecca Vischer ufficio stampa e testi critici
Elena Capone fotografie
Rita Dollmann grafica
Stampa In stampa
Bandecchi e Vivaldi
Associazione Turistica Pro Montegemoli Via Castello, 57 56045 Montegemoli - Pomarance (PI) +39 329 2924046 - +39 328 9364553
Valdicecina
Comune di Pomarance
Accademia libera Natura e Cultura Via di Borgo, 1 56040 Querceto - Montecatini VC +39 366 1351567 - +39 335 6837252
www.marte-montegemoli.it
duemilatredici