Gisotti - La gestione del rischio idrogeologico e la manutenzione del territorio

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Fine 31 gennaio 2014. Periferia di Roma allagata. E’ dipeso solo dalle piogge intense?


Oppure dal fatto che il sistema dello smaltimento delle acque bianche è inefficiente (credo almeno in gran parte) e non è stato soggetto a manutenzione? Esempio di caditoia e di tombino ostruiti da anni. A Roma ci sono 500.000 tombini, il Sindaco Marino tra agosto e settembre 2013 ne ha fatti pulire 25000 (5%), ma sembra che questa operazione non sia stata sufficiente. Significa che tale operazione va fatta non in emergenza ma come manutenzione ordinaria. E‘ la stessa situazione in tutte le città e borghi d’Italia? (Fonte: G. Gisotti)


Workshop formativo URBAT – Tavolo Nazionale per i Contratti di Fiume Obiettivi e Approcci ai Contratti di Fiume in Toscana - Esperienze a confronto Centro Arte e Cultura dell’Opera di Santa Maria del Fiore • Firenze, 1° dicembre 2014

Giuseppe Gisotti, geologo e forestale SIGEA Società Italiana di Geologia Ambientale

La gestione del rischio idrogeologico e la manutenzione del territorio



• Interventi strutturali: • -opere rigide: pali, muri di sostegno, arginature, briglie, ecc. – richiedono elevato consumo di materiali ad alto valore aggiunto e basso impiego di manodopera. Tendono ad essere concentrate nel territorio. • - opere morbide, soft: rimboschimenti, sistemazioni idraulico forestali e idraulico-agrarie, ingegneria naturalistica, ecc. – Richiedono basso consumo di materiali e alto impiego di manodopera. Tendono ad essere diffuse nel territorio. • -opere miste: a seconda delle condizioni locali, del tipo di opera, della disponibilità di materiali, si tende a ottimizzare l’intervento, limitando l’impatto ambientale e i costi . • In ogni caso, sono necessarie risorse umane per far durare nel tempo l’efficacia di tali opere, contro l’usura derivante dagli agenti esogeni (a.atmosferici) e endogeni processi geomorfici): quindi necessità di manutenzione.


Fenomeni che presiedono alla formazione delle piene


Manutenzione programmata del territorio e delle opere allo scopo di prevenire i dissesti e/o di ridurre i danni a dissesto avvenuto Nel senso più ampio, manutenzione può significare l’agire a scala di bacino idrografico, eseguire interventi sul territorio vasto, ad esempio mediante riforestazione, sistemazioni idraulico-forestali, sistemazioni idraulico-agrarie, bonifica aree franose, delocalizzazione, ecc. Manutenzione può significare mantenere in buono stato opere idrauliche (paratoie, traverse, canali artificiali, ponti che non devono ostruirsi, tombini, drenaggi, ecc.), e opere varie (ad esempio di sostegno) ossia “oggetti artificiali” che devono funzionare come progettati. Se il concetto si applica ai corsi d’acqua, la manutenzione è complessa, poiché si tratta di intervenire non su “vie di deflusso rapido delle acque” bensì su ecosistemi (che osservano le leggi dell’ecologia), che esigono per questo una visione integrata e bilanciata fra le diverse esigenze: le leggi della natura, la necessità della sicurezza per le popolazioni. Ma si deve intervenire non solo sui fiumi ma anche sul reticolo idrografico minore (microidraulica), poiché questo alimenta i fiumi


• Prima della manutenzione serve la sorveglianza (monitoraggio) del territorio e delle opere


• La legge speciale 545/97 impone di installare sia a Orvieto sia a Todi i sistemi di costante monitoraggio e vigilanza. • Al fine di tenere sotto controllo l’evoluzione dei vari fattori influenzanti la stabilità dei due siti, furono progettati e realizzati sistemi di monitoraggio in grado di acquisire e tenere sotto controllo le deformazioni della rupe (a Orvieto), le variazioni della falda idrica e i movimenti delle pendici delle due colline di Todi e Orvieto • Merito della legge speciale è stato quindi quello di enunciare il principio di assicurare, con un’attenta manutenzione, il funzionamento delle opere di riduzione e controllo del rischio idrogeologico e un costante monitoraggio strumentale sulle aree e sugli interventi effettuati anche al fine di controllare nel tempo l’efficacia degli stessi.


• Manutenzione (Enciclopedia Treccani) • Il mantenere in buono stato; in partic., insieme di operazioni che vanno effettuate per tenere sempre nella dovuta efficienza funzionale, in rispondenza agli scopi per cui sono stati costruiti, un edificio, una strada, una nave, una macchina, un impianto, ecc.: • m. ordinaria, straordinaria; m. di strade, di argini, di canali; • avere la m. di un impianto: l’incarico di provvedere alla conservazione e al buon uso di questo, eseguendo anche le opportune riparazioni e sostituzioni di pezzi.



• Una volta realizzate le necessarie sistemazioni, risulta fondamentale la manutenzione, ordinaria e straordinaria nel tempo, dei versanti, degli alvei e delle opere, al fine di mantenere: • - in buono stato idraulico e ambientale il reticolo idrografico, eliminando gli ostacoli al deflusso delle piene in alveo; • - in buone condizioni idrogeologiche e ambientali i versanti;


• PRINCIPALI TIPOLOGIE DI INTERVENTI DI MANUTENZIONE DEL TERRITORIO E DELLE OPERE DI DIFESA DEL SUOLO • Interventi sugli alvei: • -Ripristino della sezione di deflusso dell'alveo con rimozione dei rifiuti solidi antropici, specialmente quelli ingombranti, tipo elettrodomestici, e di alberi, di ostacolo al regolare deflusso (es. straripano T. Mugnone e Terzolle il 31-10-1992, alla periferia di Firenze, con ingenti danni, perché gli alvei sono intasati da rifiuti); • - Ripristino sezione di deflusso in corrispondenza di ponti e opere d'arte; • - Liberare dai sedimenti i canali artificiali preposti a mitigare il pericolo di esondazioni • -Rinaturazione delle sponde, intesa come protezione al piede delle sponde dissestate con strutture flessibili spontaneamente rinaturabili; • -Restauro dell'ecosistema ripariale, compresa la piantagione di specie autoctone; • -Manutenzione e ripristino delle reti di drenaggio superficiale = reticolo idrografico minore: ad es. riapertura e/o risagomatura dei fossi, correzioni d'alveo, ripristino opere di stabilizzazione dei corsi d'acqua minori (briglie, soglie, difese di sponda);


Alveo – strada o strada – alveo?


Mancata manutenzione: Sarno: canalizzazioni, invase dai rifiuti ingombranti e vegetazione, che riducono la sezione di deflusso e che potrebbero occludere il canale fino a far tracimare le acque in piena (Fonte: G. Gisotti)


Anche la delocalizzazione è un esempio di manutenzione degli alvei?


Candia a monte di Massa: torrente che ha esondato. NecessitĂ di “manutenzione correttivaâ€? (Fonte: G. Gisotti)


• Interventi sulle opere di difesa idraulica: • -Manutenzione degli argini e delle opere accessorie mediante taglio della vegetazione sulle scarpate, ripresa di franamenti delle sponde, ricarica di sommità arginale, conservazione e ripristino del paramento, manutenzione dei manufatti connessi; • - Manutenzione ed eventuale rinaturazione delle protezioni spondali (scogliere, gabbionate, ecc.) (anche con tecniche di ingegneria naturalistica); -Ripristino dell'efficienza delle opere trasversali (briglie, salti di fondo, soglie) in dissesto; svuotamento periodico delle briglie selettive; • -Opere di sostegno delle sponde e dei versanti del corso d'acqua a carattere locale e opere idrauliche di modeste dimensioni realizzate con materiali reperiti in loco (legno e pietrame); • -Ripristino e manutenzione delle opere in verde (sistemazioni idraulico-forestali, ingegneria naturalistica). • - Ripristino rete fognante urbana (acque bianche)


Necessità di manutenzione delle opere di difesa del suolo: eliminazione del materiale che si accumula a tergo delle briglie; tale materiale alla fine annulla l’efficacia dell’opera

2-ulteriore innalzamento del deposito a tergo briglia dopo evento alluvionale agosto 2009, colata rapida di fango e detriti

1- Briglia fenestrata a quota 1400 m in Val di Susa: agosto 2004. Il bacino di trattenuta parzialmente alluvionato (Fonte: ARPA Piemonte)


Foggara dell’Algeria o qanat di Palermo: sistemi antichi (ma anche attuali) di prelevare e addurre acqua: necessità di manutenzione


• Interventi sui versanti:

• --Manutenzione delle opere di consolidamento delle aree in frana • (nei limiti del possibile ricorrendo a materiali reperiti in loco); • -Disgaggio massi e rimozione volumi instabili; • -Attività forestali e selvicolturali per il controllo della stabilità dei versanti: messa a dimora di piante arboree e arbustive, manutenzioni delle piantagioni già effettuate (rinfoltimenti, trasformazione dei boschi cedui in alto fusto ecc.); • -Controllo delle opere minori (cunette, canali, briglie, muri, viminate vive, ecc.); • -Ripristini localizzati dei pascoli degradati, delle opere a verde, delle infrastrutture verdi; • -Valorizzazione agronomica del suolo mediante la sistemazione delle strade interpoderali, degli acquedotti rurali, dei laghetti collinari; • -Manutenzione di strade secondarie e forestali; • -Rimodellamento e chiusura fessure di taglio; • -Estirpazione radici pericolose per apertura giunti; • -Pulizia reti paramassi; • -Manutenzione dei terrazzamenti, in particolare ciglionamenti e muretti a secco


Rupe Orvieto: opere di stabilizzazione parte tufacea (frane di crollo); manutenzione della parete (Fonte: E. Martini)


Colle di Todi, drenaggio acque sotterranee per abbassare livello della falda, che contribuisce alla instabilitĂ : manutenzione pozzo drenante (Fonte: E. Martini)


Terrazzamenti con ciglionamenti e muretti a secco in Valtellina. Sinergia fra difesa del suolo e tutela del paesaggio tradizionale. E’ sempre cosi?


Pereto (L’Aquila). Interventi strutturali tradizionali contro l’erosione accelerata. Sinergia tra difesa del suolo e manutenzione del paesaggio. Muretto a secco crollato. Esigenza di manutenzione (Fonte: G. Gisotti)


Esempio di “sistemazioni trasversali” in collina: se si mantengono in equilibrio idrogeologico queste aree nel contempo si conserva la bellezza del paesaggio italico (anche questa è una risorsa economica). Mantenere questa tipologia richiede notevoli investimenti , molta manodopera e che questa sia specializzata: esistono ancora queste condizioni? Esiste la volontà politica? Che vogliamo fare da grandi? (Fonte : Calzecchi Onesti)


• Grazie per l’attenzione


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