Rivista Scautismo 1/2019 - Scout CNGEI

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Scautism Giugno 2019

Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani


L’EDITORIALE DEL DIRETTORE

“Scautismo” riprende finalmente le pubblicazioni dopo un lungo periodo di assenza! Il Cngei si è interrogato a lungo sulla necessità di una rivista associativa che arrivasse direttamente nelle cassette postali dei soci. I costi della stampa cartacea e del suo invio sono elevati e possono sembrare anacronistici in un mondo dove tutto si muove intorno al digitale. Ciò nonostante la nostra associazione ha coraggiosamente deciso di fare una scelta precisa ed eccoci qui con il primo numero del nuovo corso del nostro organo ufficiale, un giornale che vanta ben cinquantanove anni di storia! La nuova grafica è frutto del lavoro del Settore Comunicazione, contiamo di migliorarla e aggiornarla periodicamente per rendere accattivante la lettura e proporre un prodotto editoriale al passo con i tempi. Quello che non cambia rispetto al passato è che “Scautismo” è di tutti i soci del Cngei. Non esitate, quindi, a collaborare. Mandateci le vostre idee, i vostri contributi, i vostri articoli, le vostre foto. I vostri Capi saranno certamente felici di aiutarvi in questo e così sarà una rivista che parla ai ragazzi con le stesse parole dei ragazzi! Noi della redazione faremo del nostro meglio per offrirvi il massimo che è nelle nostre potenzialità, a voi tocca fare il resto. Ed ora è il momento di sfogliare le pagine che avete tra le mani, buona lettura! Antonio Gangi Direttore Responsabile


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Il saluto del capo scout Lupetti nel mondo In viaggio con Chil Il genio di Leonardo Gli Enigmi di Kaa

Piccolo messaggio in bottiglia Alla scoperta dei bivacchi di specialità 2K19 Impresa di pattuglia

Agora WOSM 2019 26 Maggio 2019: Vote For A testa in giù “Non ci fa paura il temporale”

Intervista ai lupetti Garance e Arnaud Tornare a parlarsi


IL SALUTO DEL CAPO SCOUT

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Carissimi, quando mi è stato chiesto di scrivere un articolo per il ritorno della rivista “Scautismo” ho accettato con piacere ma subito dopo mi sono chiesto… di cosa posso parlare a tutti questi giovani, questi ragazzi e ragazze di età diverse, con sogni e desideri differenti gli uni dagli altri ma tutti accomunati dalla stessa grande passione ed esperienza di vita, l’esperienza di far parte della famiglia degli scout!! Ecco sì, avrei parlato di supereroi!

Chi di voi non conosce almeno un super eroe o non ha letto un fumetto, visto film o altro a riguardo… a chi non è mai capitato di sognare di essere un supereroe, famoso e riconosciuto per le sue grandi imprese infatti la cosa difficile non è sognare o immaginare di esserlo, la difficoltà sta nel decidere qual è il potere che vorremmo avere… essere invisibili? Essere veloci? Essere forti? Meglio saper volare o saper leggere nella mente delle persone? Eh sì, quanti poteri e quanti desideri ma se ci pensate cosa accomuna o dovrebbe accomunare tutti questi eroi? Facile: possedere un grande cuore, desiderare di fare qualcosa di buono e di utile per gli altri, per la comunità in cui si vive e perché no fare qualcosa per l’intera umanità. Ma anche noi scout abbiamo un super eroe di riferimento, un uomo che si è trovato ad affrontare un grosso drago ed è riuscito a sconfiggerlo nonostante la difficoltà dell’impresa… eh sì anche lui si è trovato a combattere contro il male e quando B.P. lo ha scelto come protettore degli scout di tutto il mondo, lo ha scelto proprio per le sue virtù e le sue doti di cavaliere, la sua lealtà ed il suo desiderio di portare il bene anche se questo significava mettere costantemente a rischio la propria vita. Tutti voi lo avete ricordato svolgendo con le vostre unità, i vostri gruppi e sezioni, il Campo San Giorgio, proprio per ricordare questi ideali e rinnovare l’impegno che abbiamo assunto con la nostra Promessa Scout.

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S Ovviamente il desiderio di B.P. non era quello di trasformare tutti coloro che si avvicinavano allo scautismo in supereroi; no il desiderio del nostro fondatore era soltanto che ciascuno scout avesse lo spirito del cavaliere, un cuore leale e giusto ed anche con tanto coraggio, quel coraggio per riuscire ad affrontare tutte le sfide, le difficoltà ma anche le opportunità che la vita ci offre. Il suo più grande desiderio era che ciascuno di noi lasciasse il “mondo migliore di come lo aveva trovato”. Più di cento anni sono passati da quando lo scautismo fu fondato e da allora milioni di ragazzi e ragazze hanno vissuto e vivono l’esperienza scout, molte di queste persone hanno fatto propri questi valori e si sono impegnate in prima persona non solo rimanendo all’interno del movimento ma andando a prestare il proprio servizio in situazioni di emergenza e di costante difficoltà. Ecco, sono tutte queste persone che si impegnano per gli altri, che rinunciano a qualcosa di loro per mettersi a servizio degli altri, che possono contribuire a rendere questo mondo migliore... ebbene sì ragazzi se saprete mettere il vostro cuore a servizio degli altri, a tutela dei diritti dell’uomo e della natura, allora sì anche voi sarete dei super eroi, non importa la fama e forse nemmeno che gli altri riconoscano questo impegno, importa che siate voi consapevoli di fare del vostro meglio sempre e comunque. Buona caccia! Gianpino Vendola Il Vostro Capo Scout

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LUPETTI NEL MONDO

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Ciao Lupi, mi presento, sono Asia, una lupetta come voi. Per poter conquistare la capacità di Cittadina del Mondo ho deciso di intraprendere un viaggio alla scoperta degli scout presenti negli altri Paesi. Avete voglia di seguirmi in questa impresa? In questo momento mi trovo in Francia, a conoscere l’associazione scout degli Éclaireuses Éclaireurs de France (EEDF), con la quale la nostra associazione ha anche una partnership! Sapete come si dice in francese “Lupetti”? Louveteaux…chissà se riuscite e pronunciarlo bene, Ho scoperto, infatti, che i Lupetti esistono anche qua e cacciano tutti insieme, maschi e femmine, ma non esplorano la Giungla come noi...loro giocano nello Spazio alla scoperta di stelle e pianeti all’interno di un gruppo chiamato Cerchio. La loro Pista d’Akela si chiama Tracce di Stelle e sono accompagnati nelle loro avventure da due personaggi fantastici Canaille et Loustic. Come noi, anche loro hanno una Carta d’Identità con cinque parole chiave, invece che sette, che sono molto simili alle nostre Spiritualità, Fratelli, Giocare, BA e Natura. Guardate com’è fatta!

EDF e i lupetti di E re e sc o n co e Ti piacerebb i scambiare enna con cu p i d o ic m a avere un i Branco? ti della vita d i tuoi raccon me fare! cchi Lupi co e V i o tu i a i Chied

Nel prossimo numero di Scautismo sarò in un altro Paese lontano pronta a raccontarvi un sacco di nuove curiosità sugli scout del Mondo. à bientôt e alla prossima caccia! 6


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Sono pieno/a di risorse e autonomo Sono rispettoso/a degli altri Sono cittadino/a del mondo e di aiuto a chi mi circonda Sono attivo/a e partecipe alla vita del Cerchio Sono amico/a della natura e voglio proteggerla Divento grande con l’aiuto degli altri e aiuto gli altri a diventare grande 7


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IN VIAGGIO CON CHIL di Andrea Castrichella e Lorenzo Bondi Rossi Cari Lupi, Chil durante i suoi lunghi voli ha scoperto che ci sono state due Cacce molto importanti che hanno coinvolto i Branchi del Lazio e della Toscana. Dovete infatti sapere che dal 23 al 25 Aprile, si sono riuniti i CdA delle due Regioni per vivere insieme tante fantastiche avventure, accompagnati da alcuni personaggi che sicuramente conoscete anche voi! Andiamo a vedere cosa è successo…

UN GIRO A ZOOTROPOLIS E’ stata sicuramente una cosa ben fatta! Ben fatta perché tanti Lupetti e tante Lupette dei Consigli di Akela, venuti da tutto il Lazio insieme ai loro Vecchi Lupi hanno deciso di cacciare insieme all’insegna del divertimento nella città di Zootropolis. Divisi in quattro Branchi di Formazione

hanno imparato quanto al giorno d’oggi l’accoglienza, il valore dell’accettazione del diverso, l’abbattimento degli stereotipi di ogni tipo e soprattutto la voglia di lottare per trovare la propria strada indipendentemente da chi siamo, siano argomenti importantissimi per ogni bambino e bambina.

Una Rupe CdA durata tre intensi giorni nei quali in compagnia della coniglietta Judy e della volpe Nick circa novanta Lupetti e Lupette hanno vissuto intense avventure, fatto nuove amicizie e capito quanto possa essere entusiasmante giocare non solo con i propri compagni di Branco, ma con tutti i Fratelli e le Sorelle Scout della propria Regione, sperando chissà un domani di ripetere un grande evento regionale o addirittura nazionale. L’avventura di certo non è terminata alla Rupe, infatti una volta tornati a casa i CdA hanno l’importante compito di raccontare e far vivere un po’ di questa esperienza anche al resto dei propri Branchi, così che tutti ma proprio tutti nel Lazio abbiano modo di partecipare, anche indirettamente, al grande gioco dello scautismo di regione. Andrea Castrichella

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POTERI INCREDIBILI Ben centosedici Lupetti e Lupette provenienti dai vari Branchi della Toscana si sono riuniti a Marina di Massa per la Rupe Consiglio di Akela 2019. Ognuno di loro ha risposto all’appello lanciato dalla famiglia degli Incredibili e dal mecenate Lorenzo IrL Magnifico affinché tutti i supereroi si riunissero su un’isola speciale. Una volta raggiunto il luogo tutti i lupi si sono messi subito alla prova. Da veri supereroi hanno giocato e riflettuto, divisi

in dieci Consigli di Akela di formazione, sui temi della pace, delle migrazioni e dell’accoglienza. Ognuno di loro sull’isola ha imparato a conoscere ed a sviluppare i propri poteri (ovvero le proprie caratteristiche e capacità personali), capendo come poterli sfruttare al meglio per metterli al servizio degli altri. Insomma, tra cacce al tesoro, lupettiadi sulla spiaggia, giochi di orienteering in mezzo alla natura, corse di carretti e tante altre attività,

i lupetti e le lupette toscani hanno vissuto un’esperienza davvero speciale, dalla quale sono tornati carichi ed entusiasti. Ora li aspetta un compito molto importante, quello di riportare ai loro fratelli di Tana tutte le preziose prede cacciate alla Rupe Consiglio di Akela … in modo da aiutarli a diventare degli incredibili supereroi! Lorenzo Bondi Rossi

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IL GENIO DI LEONARDO Ciao Lupi!!!! Sono Leonardo da Vinci, avete mai sentito parlare di me?

Sono nato più di 500 anni fa, nel 1452, in un paesino vicino a Firenze e sono sempre stato un tipo parecchio curioso. Ho girato l’Italia in lungo e in largo, ospite dei più importanti Signori di quel tempo. Dovete infatti sapere che ero abbastanza famoso all’epoca, soprattutto per via delle mie doti artistiche e delle mie numerosissime invenzioni.

Se vi dico Gioconda, vi ricorda qualcosa…? Provate anche voi a sperimentarvi come pittori e colorare uno dei miei quadri più famosi! Vediamo di cosa siete capaci.

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Bene, vedo che come pittori siete piuttosto bravi. Proviamo allora a costruire insieme un modellino di una delle mie tante invenzioni. Fate molta attenzione e seguite le mie istruzioni: 1) Ritaglia il paracadute aperto seguendo le linee di contorno (non ritagliare le parti tratteggiate). 2) Piega il paracadute lungo le linee tratteggiate. 3) Spalma di colla la linguetta A. 4) Unisci la linguetta A al lato del paracadute, incollandoli insieme. 5) Unisci le estremità delle 4 corde. 6) Ritaglia le sagome di Leonardo da Vinci senza dividerle e uniscile. 7) Incolla le due sagome all’estremità delle corde. 8) Aggiungi una graffetta ai piedi di Leonardo e lancia il paracadute.

Fammi sapere se ha funzionato chiedendo ai tuoi Vecchi Lupi di mandare una mail all’indirizzo: attnaz.l@cngei.it 11


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GLI ENIGMI DI KAA

Sai che Scautismo esiste da tantissimi anni? Molti altri lupetti come te hanno sfogliato le pagine di questa rivista leggendo tante notizie interessati e risolvendo anche i miei enigmi. Puoi metterti alla prova anche tu con alcuni dei miei vecchi giochi, arrivano dal 1985!

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GIUNGLA-QUIZ Ecco qua un primo quiz per mettere alla prova le tue conoscenze: sei sicuro di sapere tutto, ma proprio tutto sulla Giungla? Se saprai risolvere tutto il Giungla-Quiz, nella colonna evidenziata potrai leggere il nome di un luogo molto importante per il Branco. A) Il nome della città abbandonata il cui vive il Bandar-Log B) Viene ordinata da Hathi durante i periodi di siccità C) La prima tappa del cammino del lupetto D) Sono le lingue che Baloo ti ha insegnato per comunicare con tutti gli abitanti della Giungla E) D’estate ti permettono di passare alcuni giorni insieme al Branco F) Il nome della tigre zoppa G) La pietra posta al centro del fiume della Giungla, che affiora solo nei momenti di siccità H) Quando entri od esci dalla Tana, cosa dici per salutare gli altri lupetti/lupette? I) Alla sera ci si raduna tutti insieme a cantare intorno al… L) Il nome del fiume della Giungla M) Chi sono i Dhole, che invadono la Giungla? N) Sono sempre con te durante le Cacce O) Regalò un toro appena ucciso ai Lupi, perché accettassero Mowgli nel Branco P) È il Capo Branco Q) Il nome della mangusta che vive nella Giungla R) Nome delle colline tra cui vive il Branco

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OCCHI CHE VEDONO NELLA NOTTE Osservate attentamente le due scene riprodotte, l’ambiente vi sarà sicuramente familiare! Nella scheda B vi sono però 10 piccoli particolari che mancano. Sapreste individuarli? Buona Caccia!

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PICCOLO MESSAGGIO IN BOTTIGLIA di Galatea Nebbiai, Reparto di Ariccia Sono mesi, cinque lunghissimi mesi ormai, che traccheggio con questo richiestissimo articolo sul campo nazionale. Si tratta di una delle esperienze più divertenti ed emozionanti della mia giovane vita, ma per qualche inspiegabile blocco dello scrittore in tutto questo tempo non sono mai riuscita ad andare oltre le sette, otto righe. Introduzioni non all’altezza di un’avventura del genere, ricordi ed emozioni non imprimibili su carta e una resa f inale mi hanno totalmente scoraggiata. Ma poi, in una giornata come tante, in un rarissimo e prezioso momento di noia, mi viene voglia di guardare i video sul campo che sono stati postati su youtube tempo fa. E, incredibile ma vero, signori, mentre ripenso nostalgica a quei momenti magici, mi arriva una notifica sul telefono. Un insolito messaggio sulla chat di instagram da parte di un profilo sconosciuto mi riporta il cuore direttamente a Vialfré: “Ehi ciao! Sono una scout del gruppo Anzio-Nettuno e aprendo le bottigliette di spirituality ho trovato il tuo nome e pensato di scriverti!” Sarebbe impossibile pretendere di spiegare con chiarezza la sopracitata attività

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delle bottigliette, ma vi prego, gentili lettori, di credermi quando vi dico che le emozioni scintillanti che provano i bambini piccoli davanti a una sorpresa si ripropongono occasionalmente nella vita dei più grandi e degli esseri in transizione tra l’infanzia e l’età adulta, ed è bellissimo, sempre. Perché nel ricevere questo messaggio, il mio cuore ha fatto un salto per la sorpresa: sono tornata indietro, nel momento esatto in cui, scrivendo il mio nome sul foglietto da mettere nella bottiglietta, mi chiedevo a chi -e se- sarebbe mai arrivato. Poteva essere un ragazzo, una ragazza, primo anno, quarto, capo, vice, bello, simpatico, esperto di astronomia o campionessa mondiale di dama

cinese. E finalmente scopro, dopo tanto tempo da questi pensieri dubbiosi, che si tratta di Aurora di Anzio-Nettuno, ultimo anno di reparto, molto carina e socievole. E dopo la sorpresa, sento la soddisfazione di chi ha trovato una (piccola) Risposta. Ed è così che decido di rimettermi al lavoro per condividere con voi lettori, scout e non, delle emozioni e delle avventure che io e altri 4500 scout abbiamo avuto l’onore di vivere. Ci sarebbe una lista infinita da fare per elencare tutto ciò che ha reso questo Campo Estivo indimenticabile. I numeri: giganteschi, immensi. La quantità di esploratori, capi, rover ed esterni che hanno vissuto questi tredici giorni insieme è commovente.


S Le amicizie che si creano inevitabilmente in questo tipo di eventi: immaginate quanto può essere bello vivere con un’Italia in miniatura, tante regioni diverse in ciascun sottocampo. E visto che l’Italia non ci basta, aggiungiamo un po’ di internazionalità! Francesi, spagnoli, egiziani, inglesi, israeliani, tedeschi e polacchi. Tante lingue, tanti dialetti per rendere più colorate le nostre giornate. Immaginate che bello lo scambio di foulard e numeri di telefono di esploratori dall’altra parte del Paese, o anche fuori! Le attività: le più avventurose mai fatte, di terra e di acqua. Per esempio, non avrei mai pensato di fare rafting sul Po, in una collaborazione con esplo Roma-Napoli, farmi trascinare dalla sua corrente fredda, pagaiare senza sosta godendo di ogni singolo schizzo d’acqua sul viso. Hebertismo, pionierismo e orientamento utilizzati in modo intelligente e coinvolgente. Persino le Olimpiadi, abbiamo vissuto! Gli spettacoli serali, poi...! Tra musica, teatro e ospiti abbiamo par-

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tecipato live alla trasmissione serale dell’anno. Colonna sonora del nostro viaggio: “C’è avventura”, che ho sopportato così poco negli ultimi giorni di campo (non si ascoltava altro!) e che adesso mi piace sempre di più. E chi potrà mai sapere cosa si prova a mangiare scatolame per giorni, e finalmente a sentire il palato ringraziare con un evento culinario speciale, basato sulla condivisione delle tradizioni regionali in cucina? Noi che abbiamo vissuto il Folkorama Day, sì. E le attività individuali per mettersi alla prova con gente nuova, la vastità di corsi proposti; per citarne solo alcuni, il laboratorio di lavorazione del rame, forgiatura di coltelli, pizza napoletana, scrittura creativa e grafica manuale del manifesto. Insomma, abbiamo imparato di tutto. Non si può non parlare dell’hike; io auguro a tutti voi che state leggendo di Camminare almeno una volta, di farlo sul serio, di capire davvero la profondità del camminare nei

boschi, faticando con lo zaino in spalla, di apprezzare la genuinità della commozione su una vista mozzafiato dall’alto di una montagna, della meraviglia del trovare la Felicità nelle piccole cose: una fonte di acqua fresca, una forma di formaggio regalata da un tuo Capo Reparto, una notte nella stalla e l’alba sui monti con una vera amica affianco. Magia, signori, parliamo di Magia. E per rendere il tutto completo, tornati al campo, le attività di spiritualità, in cui entrare in contatto con se stessi, in cui riflettere, commuoversi, ragionare e ritrovarsi a scrivere il proprio nome su un foglietto, da spedire a uno scout CNGEI di chissà dove. Ora, l’elencazione non è sicuramente il modo migliore per descrivere ciò che si prova a vivere un’esperienza così, ma, carissimi lettori, accontentatevi e fidatevi dell’entusiasmo di una ex-esploratrice che non finisce di emozionarsi davanti a dei bei ricordi, come la mappa di Vialf ré e della nostra città di tende. Fidatevi degli aneddoti infiniti e divertenti che dei gruppetti di ragazze e ragazzi si raccontano nelle tende, la notte, per ricordare quei bei momenti. Fidatevi dello scautismo, che è ciò che potrà raccontarvi al meglio cosa vuol dire respirare l’aria pulita di montagna. Fidatevi dello scautismo, che saprà spiegarvi cos’è la comunità, cos’è la condivisione, cosa sono i valori. Fidatevi di me, quando vi dico che sono stata una dei 4500 fortunati che hanno vissuto il CN 2018 in prima persona.

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ALLA SCOPERTA DEI BIVACCHI DI SPECIALITÀ 2K19

di Penelope e Thomas (Arenzano 1), Federico, Giulia, Lucia e Matilde (Genova 3), Nicole (Genova 4) e Fernanda (La Spezia 1)

Il 27 e 28 aprile la Branca esploratori ed esploratrici della Liguria ha organizzato i bivacchi di specialità con differenti basi: giornalismo, nuoto, folklore, fuochista, scienze

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di laboratorio e informatica. Noi della base di giornalismo abbiamo scoperto i segreti del mestiere attraverso un incontro con lo scout e celebre giornalista professionista

Paolo Fizzarotti il quale, con il racconto delle sue esperienze, ci ha fatto capire quanto la passione e l’istinto siano fondamentali per diventare dei bravi giornalisti. Grazie alle


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sue “dritte” ci siamo immersi nel quartiere del centro storico di Genova per intervistare quante più persone possibile a proposito della vita di quartiere. Il giorno successivo abbiamo avuto l’occasione di intervistare Fulvio, un ex scout e giovane laureato in scienze politiche, che lavora nella cooperazione internazionale e che si occupa di progetti umanitari (come “campagne” informative sull’AIDS) in paesi in via di sviluppo. Ha lavorato prima in Tanzania per un anno e poi nel sud-est asiatico con le Nazioni Unite per il controllo della distribuzione del denaro da parte dell’ONU verso società di volontariato più piccole. Successivamente ci siamo spostati nella base di Folklore per sottoporre ai partecipanti un questionario sulle loro attività. La base di folklore ha riscoperto le tradizioni e la storia di Genova, immergendosi in attività culturali e ludiche. Ci hanno raccontato che sabato, dopo aver mangiato, si sono cimentati in tre giochi a cui erano soliti giocare i nostri nonni come quello della lippa, delle grette e dei cavalli marci. Nel pomeriggio, invece, hanno esplorato Genova attraverso una caccia al tesoro, divisi in tre squadre, corrispondenti a tre famiglie nobiliari di Genova: Spinola, Fieschi e Adorno. Hanno raggiunto diverse tappe: la Lanterna di Genova, la Spianata Castelletto e Granarolo, dove si può ammirare Genova dall’alto. Veniva assegnato un punto bonus alle squadre che fotografavano delle edicole nei carruggi. Tornati dal loro percorso han-

BRANCA E no preparato “il fuoco” per la sera con scenette descrittive della giornata, bans ispirati a danze popolari e canti del famoso cantautore Fabrizio De Andrè. Il giorno seguente si sono dedicati a preparare specialità culinarie tipiche di Genova, riproducendole come si faceva un tempo: prima il pesto con basilico e pinoli con il mortaio, poi l’impasto per gli gnocchi, la farinata e la panera (tipico semifreddo con panna e caffè ligure).

Gli esploratori hanno trovato questa base interessante e stimolante, scoprendo nuovi posti in cui perdersi tra cultura e tradizioni e cucinando piatti come i nostri avi, amorevolmente, preparavano in famiglia. Sicuramente anche le altre basi hanno vissuto esperienze indimenticabili che ci promettiamo di approfondire in Reparto . Questa bellissima avventura anche per noi finisce qui! Dai reporter è tutto, alla prossima!

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IMPRESA DI PATTUGLIA di Iacopo Munaro, Membro Pattuglia Nazionale

Nessun orizzonte è troppo lontano

Qual è il momento più bello per un esploratore? Senza dubbio, quando raggiunge con le proprie forze una meta, quando riesce a realizzare un proprio desiderio… quando si diverte con i suoi compagni di avventura! Molte sono le occasioni nella vita in Reparto per vivere una bella avventura; oggi vogliamo riscoprire l’IMPRESA, una attività che potete vivere con la vostra Ptg o il vostro equipaggio in completa autonomia, dimostrando a tutti che siete in grado di “guidare la canoa” con la vostra voglia di avventura, divertimento, stare assieme e… raggiungere un orizzonte mai esplorato prima. Ebbene sì. Come esploratori avete una opportunità riservata a pochi della vostra età: essere liberi, padroni del vostro tempo, vivere una avventura dove la pagaia è nelle vostre mani e nessuna corrente sarà troppo forte perché nella canoa ci sarà la vostra pattuglia, ognuno con il suo incarico, per dirigere la prua là dove vi portano i vostri desideri. Partiamo subito dicendo che non ci sono limiti a quello che puoi fare in impresa… solo l’immaginazione! A disposizione avete le competenze che avete guadagnato nel tempo in Reparto, con l’esperienza, la vita di pattuglia e le specialità. Ma come si fa un’Impresa di Pattuglia? Innanzitutto, è necessario riunirsi in Consiglio di Pattuglia, mettere assieme le idee di tutti e decidere la meta da raggiungere, mettere assieme un bel progetto che poi il CP potrà presentare al CR ed assieme a lui concordare il periodo migliore dell’anno in cui svolgerla. La fase iniziale di progettazione quindi è quella cruciale: dovete creare un progetto con il quale esprimere al massimo l’entusiasmo di tutti i membri della ptg per partire per l’avventura. Il coinvolgimento di tutta la pattuglia è di vitale importanza perché riusciate a realizzare una bella impresa; ecco perché, prima di stendere il progetto, raccogliere le idee di tutti e fissarne una comune è un momento da vivere nel modo corretto. Idea-Jam Nel corso del Consiglio di Pattuglia, tutti i pattugliotti devono impegnarsi a fornire almeno una idea di Impresa, esprimendo sogni e desideri di qualcosa che si vorrebbe fare assieme, senza il resto del Reparto, in autonomia. Gli esploratori più grandi, soprattutto se hanno già vissuto una impresa di pattuglia precedentemente, possono essere di grande aiuto per fornire idee nuove, interessanti e coinvolgenti.

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Alcuni spunti – idee per Imprese di Pattuglia Impresa “specializzante”: una impresa può anche riguardare la realizzazione, con tutta la pattuglia, di una attività che permetta di approfondire/testare la competenza tecnica di tutti i pattugliotti, ad esempio per ottenere una Specialità di Pattuglia oppure per prepararsi ad un Campo Estivo particolare (ad esempio, per prepararsi ad un Campo Estivo con le sopraelevate, realizzare una impresa che preveda la costruzione di una sopraelevata di ptg); Impresa “buon tiro” (o di servizio): realizzare un buon tiro, ovvero essere utili a qualcuno con tutta la pattuglia, è una ottima idea di impresa. Può essere molte cose, come costruire qualcosa di utile per qualcuno (anche di utilità per il Reparto o per il Branco), organizzare la pulizia di un’ area verde, partecipare attivamente ad un evento pubblico… Se la vostra idea è “essere utili agli altri” potete anche chiedere qualche spunto ai vostri Capi; Impresa “esplorante”: esplorare un luogo dove nessuno di voi è mai stato, conoscere una realtà della quale avete solo sentito parlare è la realizzazione pratica della parola “scout” e quindi perché non lanciarsi alla scoperta di “qualcosa di nuovo”?; Impresa “Estrema”: Avete bisogno di qualcosa di speciale che vi faccia urlare “siamo scout, niente è impossibile!”? Vi serve una attività fuori dal comune, e anche qui, con la giusta organizzazione, le possibilità sono molteplici. Tiro con l’arco, canoa, rafting, arrampicata, speleologia…; Impresa “Divertente”: se la pattuglia ha bisogno di un momento da dedicare a se stessa, per migliorare il rapporto tra i suoi membri, divertirsi assieme è la cosa migliore. Perché allora non organizzare un momento particolarmente divertente da vivere assieme? Può essere tutto ovviamente, sfidare qualcuno a scoutball? saltare da un albero all’altro in un acropark?; Impresa “Sportiva”: qualcuno in pattuglia è specializzato in uno sport? Perché non vivere assieme una impresa dove tutta la pattuglia conosce e pratica una particolare disciplina? E se un solo sport non vi entusiasma… perché non organizzare per voi o per il Reparto un bel percorso hebert? Sono solo alcune idee, ma come abbiam o d e tto, i l vo s t r o u n i c o l i m i te è l a vo s t r a i m m a g i n a z i o n e ! T u t to è p o s s i b i l e se il condimento è lo scautismo!

Una volta individuata l’idea, per stimolare l’entusiasmo di tutti (e fare invidia alle altre Pattuglie… ) è ora di LANCIARE la vostra idea di Impresa! Sarà divertente realizzare una breve scenetta (sarete abili animatori?) davanti al Reparto o persino un bel video da far vedere o condividere per presentare la vostra idea di Impresa.

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Più sarete bravi a lanciare la vostra idea, più energie avrete a disposizione per lanciarsi nella progettazione. Come dicevamo, stendere un bel progetto è fondamentale alla realizzazione di una fantastica impresa, senza spiacevoli “sorprese”. Potete fare il progetto come volete, per iscritto, con disegni, con un video, ma sicuramente dovete occuparvi di:

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Dove? Come? Quando? Perché? Dove: è necessario innanzitutto scegliere il luogo più adatto alla realizzazione della impresa, scegliendo l’ambiente, la base d’appoggio, la distanza, l’accessibilità ai mezzi di trasporto. Alcune imprese si possono fare solo in alcuni luoghi, altre possono essere svolte indifferentemente ovunque. Nel secondo caso, perché non scegliere anche un luogo bello, nuovo, da scoprire e apprezzare? Ricorda che i luoghi dove è più facile trovare ospitalità (soprattutto in caso di Impresa con pernotto) sono le sedi di altri gruppi scout; è anche un ottimo modo per conoscere fratelli e sorelle di altri Gruppi, Sezioni, Associazioni. Iil mezzo di trasporto è importante. Uno scout si muove preferibilmente con i mezzi pubblici, e quindi la prima scelta del “Dove” passa per tutte quelle località collegate con una linea ferroviaria o autobus. Se il tipo di impresa non lo permette, potete comunque “chiedere un passaggio” ai vostri Capi o ai vostri genitori.. Solo un passaggio! Come: Come realizzare il vostro obiettivo? Con l’aiuto di chi? In collaborazione con chi? Utilizzando quale equipaggiamento? L’obiettivo dell’impresa è il centro della stessa, lo raggiungerete con altre attività “secondarie”? Quando: A seconda della vostra impresa, Estate o Inverno? In giornata, un fine settimana con pernotto? Durante un particolare evento? In accordo con i Capi, le imprese si possono svolgere anche durante un evento di Gruppo, di Sezione, persino prima durante o dopo un Campo. Ricordate? Nulla è impossibile, se… siete preparati! Perché: Diciamolo chiaramente! Qual è il nostro orizzonte? Qual è la nostra meta? Qual è il nostro desiderio? (possono anche essere più di uno!) Solo chi ha ben chiaro l’obiettivo potrà fare del proprio meglio per ottenerlo!

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E’ il momento di presentare il vostro progetto ai Capi. Il CR, noto specialista di Imprese, non vede l’ora di scoprire la forza della vostra pattuglia e può esservi molto utile per assicurarsi che tutto nel progetto sia in ordine (e sicuro!) per poter partire per la vostra fantastica impresa. E ovviamente per inserire la stessa nel calendario del Reparto in modo da non accavallarsi con altre attività di Unità, Gruppo, Sezione… Il momento migliore quindi per presentare il vostro progetto di impresa è… circa entro la Giornata del Pensiero. Così facendo, avrete avuto tempo sufficiente per le prime fasi ed anche per poter eventualmente rivedere il progetto prima della sua realizzazione. Certo, se la vostra idea è una Impresa Invernale (magari sulla neve!), dovrete presentare il progetto in autunno! E’ ora di REALIZZARE l’impresa! La Realizzazione è il momento della vera e propria azione in cui si passa dalle parole ai fatti. Si prendono informazioni, si consultano uffici, libri, persone competenti e si cerca il materiale necessario per l’impresa. La pattuglia è nel pieno dell’impresa, dove è necessario essere pronti e competenti Partite ricordando il motivo per cui siete in viaggio… e che non deve mancare il divertimento. Date il meglio di voi e la vostra pattuglia sarà veramente la migliore di tutte! Mentre realizzate l’impresa, vale la pena di documentare tutta l’avventura! Potete fare schizzi topografici dei luoghi, rettificare uno o più percorsi effettuati, foto e… video! Tutte cose che, una volta tornati, vi aiuteranno a VERIFICARE la riuscita della vostra impresa, mostrare al Reparto il risultato e lasciare una traccia utile per il futuro a voi per altre imprese o alla vostra pattuglia come ricordo. Le foto faranno un figurone nel vostro angolo di pattuglia! La verifica una volta tornati può essere fatta alla prossima riunione di pattuglia… raccogliere le opinioni di tutti servirà a capire se il sogno si è realizzato e a fissare punti utili per la prossima fantastica impresa. In occasione di questa riunione, festeggiate la buona riuscita della vostra impresa, magari con una bella pizza, una torta... o arrostendo salsicce!

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AGORA WOSM 2019 di Bianca Franco (Vicenza) e Daniele Sferlazzo (Anzio - Nettuno)

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Tante lingue, tanti paesi: un obiettivo in comune Ciao a tutti! Siamo Daniele e Bianca e vi scriviamo per condividere la nostra fantastica esperienza di questo aprile in Slovacchia. Siamo stati a Banska Stiavnica dal 10 al 14 per partecipare alla dodicesima Agora europea. Cos’è Agora? Si tratta di un evento organizzato da WOSM, un breve campo che si svolge in una città europea diversa ogni anno con lo scopo di condividere e conoscere le diverse associazioni e culture scout. Chi siamo noi? I due fortunati Rover scelti per rappresentare il CNGEI in quest’avventura. Il tema di quest’anno era l’ambiente. Per questo le attività

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erano soprattutto incentrate su quello che noi, in quanto cittadini e Rover, e le nostre associazioni scout potremmo fare per preservarlo. Le altre attività riguardavano la conoscenza delle varie NSO/NSA (National Scout Organization/Association) o anche attività motorie per conoscere la nostra voce e sicurezza. Abbiamo anche provato, tramite una presentazione su un tema di importanza globale, a migliorare il nostro “public speaking”… tutto ciò in inglese! Una delle sfide più grandi è stata forse proprio dover parlare una lingua diversa dall’italiano, ma già dopo il primo giorno tutti riuscivamo a comprenderci al meglio.

Non è mancato tuttavia un tour turistico della città, sviluppato tramite un hike misto ad una caccia al tesoro e ad un giro notturno dei dintorni. Il bello di Agora è che si sono formate amicizie strette in poco tempo. Con noi, infatti, hanno partecipato due ragazzi dell’AGESCI, Carmine e Jacopo, e con loro abbiamo formato un grandissimo legame. Ma non solo con loro! Abbiamo stretto amicizia anche con altri scout di tutta Europa: tedeschi, spagnoli, catalani, francesi, portoghesi, macedoni e tanti altri ancora. Tanti ragazzi, di paesi, lingue ed età differenti, uniti da un obiettivo comune: essere scout.


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26 MAGGIO 2019: VOTE FOR La Ronda Nazionale Attività nazionale: un soggetto misterioso e allo stesso tempo pieno di promesse! Ogni anno noi della Ronda Nazionale, un gruppo di capi compagnia esperti desiderosi di darsi da fare per gli altri capi compagnia, prepariamo un’attività che possa essere svolta da tutti i ragazzi e le ragazze d’Italia. Oltre a questo facciamo anche mille altre cose su altri progetti, ma nessuna di queste può arrivare al cuore dei Rover come le attività nazionali. Quest’anno ci siamo spremuti le meningi e abbiamo partorito un’attività nazionale che più attuale di così non si può: Vote For! L’attività nazionale Vote For è nata dall’idea che potesse essere interessante per le compagnie affrontare un tema come quello della democrazia in vista delle elezioni europee di quest’anno. Vote For è un gioco di ruolo e allo stesso tempo non lo è: è un gioco perché si provano a sperimentare i meccanismi della democrazia in parlamento in modo avvincente e scherzoso, non lo è perché le tematiche che vengono affrontate sono reali, vere proposte di legge o punti programmatici dei gruppi parlamentari europei. Preparando questa attività abbiamo pensato che la partecipazione dei giovani alla vita democratica di un paese sia una componente fondamentale per tenere viva e solida una democrazia. I Rover più grandi partecipano alla vita democratica esprimendo il loro voto, i più giovani partecipano facendo sentire la propria opinione e confrontandosi attivamente con gli altri. Per questo motivo l’interesse verso le elezioni e in particolare verso le elezioni europee non si può pensare sia solo dei Rover maggiorenni ma può essere uno spunto di crescita per tutta la Compagnia. Come ogni anno aspettiamo i racconti dei Rover e dei capi compagnia per sapere come è andata l’attività nazionale così da preparare qualcosa di ancora più bello l’anno prossimo. A proposito del prossimo anno, se vuoi vivere questo gioco con altri Rover o con i tuoi compagni di classe, in vista di nuove eventuali elezioni locali, chiedici una copia dell’attività a segreteriarover@cngei.it: il gioco si adatta benissimo a qualsiasi tornata elettorale!

“I popoli non dovrebbero avere paura dei propri governi, sono i governi che dovrebbero avere paura dei popoli…” V per Vendetta 25


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A TESTA IN GIÙ di Elisaregina Moretti (Cernobbio) Può sembrare facile andare in montagna, ma si sa che quando ci sono di mezzo gli scout anche le cose più semplici acquistano un colore ed un gusto diverso. Così è stato per i diciassette ragazzi che da tutta Italia (isole comprese!) hanno accettato la sfida dell’Officina “A testa in giù” a Bergamo. L’avvicinamento, l’importanza dell’equipaggiamento, della preparazione e di quello che ci si lascia alle spalle tornando a casa sono state alcune delle conoscenze tecniche messe a disposizione dei ragazzi, ma l’esperienza è andata anche oltre. Così racconta l’esperienza Elisaregina della compagnia Snoopy di Cernobbio: “Quando sabato pomeriggio sono partita da casa mia per arrivare a Bergamo, non pensavo che questa esperienza mi avrebbe permesso di capire che quelli che pensavo fossero i miei limiti erano soltanto dei muri che mi impedivano di vedere quanto io potessi arrivare in cima. L’arrampicata che ho fatto da terra, fino alla catena più alta, è stato un percorso sia fisico sia psicologico. Fisico perché ho potuto mettere in pratica la forza del mio corpo e la resistenza per continuare a scalare; psicologico perché ho provato un’alternanza di tantissime sensazioni ed emozioni condensate in poco tempo: all’inizio l’entusiasmo, poi la

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paura di non farcela, dopo la curiosità ed infine la soddisfazione di essere arrivata in cima. Ciò che è sempre stato con me e che non mancava mai era l’ottimismo che mi ha accompagnata durante tutto il percorso e che anche quando non sapevo dove appoggiarmi mi aiutava a dire: “dai che ce la faccio”. L’aiuto più importante mi è stato dato dagli altri rover e dai capi: tutti continuavano a credere in me e ad aiutarmi nonostante il disagio della mia situazione.

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In questa officina mi sono divertita tantissimo e ho avuto l’opportunità di svolgere attività spirituali come il fuoco itinerante tra la sera di sabato e domenica e di essere preparata nel caso domani decidessi di andare a scalare la roccia.”

Con i muscoli dolenti ed un gran sorriso i ragazzi sono tornati a casa, nelle mani una piccola boccetta di magnesite per ricordare loro di rimanere ben saldi ai propri progetti superando piano piano i loro limiti e le loro paure.


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“NON CI FA PAURA IL TEMPORALE”

Gemellaggio con il reparto egiziano

Sentiamo dal sottocampo del reparto gemellato con noi, quello egiziano, delle urla e sotto tutto il suono del tamburello di Mohsen, che ormai abbiamo imparato a riconoscere tra i mille suoni e canti che sentiamo al Campo Nazionale. Armati di mantellina e scarpe da scoglio andiamo a vedere se hanno bisogno di aiuto e

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troviamo una scena che credo non dimenticherò mai nella mia vita, una scena dalla quale dovremmo tutti imparare qualcosa. Mohsen, il capo reparto, al centro, sotto un telo cucina un po’ barcollante per il forte vento, che suona il tamburello, un suono deciso, sicuro e rassicurante. Mi chiedo cosa stesse dicendo in quella lingua così complessa e allo stesso tempo melodica. Mi avvicino e lo chiedo ad un altro capo. Mi dice che non sono abituati a scrosci così forti e che i loro esploratori sono spaventati e allo stesso tempo eccitati di stare sotto quel fiume con le loro mantelline colorate. “Non ci fa paura il temporale” è la prima frase che mi traduce la ragazza, i grandi occhi blu un po’ incantati alla vista

dei canali che si creano nel terreno, il velo completamente fradicio.

Iniziano i temporali, la notte, scrosci continui, incessanti, che Poseidone o gli stormchasers avrebbero quasi paura ad aff rontarli. Lampi che riescono ad illuminare ogni singolo angolo per qualche secondo con una luce che sembra diurna, tuoni che ti fanno sobbalzare dalle panche un po’ cadenti delle cucine, dove hai cercato riparo dalla pioggia.

Prendete gli zaini, spostateli nelle tende asciutte, ripicchettiamo i teli cucina

continua a tradurmi la ragazza. Mohsen trasforma le indicazioni da dare ai ragazzi per fronteggiare il temporale in una canzone, tenendo il tempo con il tamburello. Trasferendo energia e positività ai suoi ragazzi cerca di rassicurarli e al tempo stesso di rendere bello un momento di profondo disagio per tutti,


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permettendogli così di non lasciarsi scoraggiare da qualcosa a loro sconosciuto. Un gruppo molto numeroso e variegato, per cultura, sesso, religione ed età. Un gruppo molto coeso ed al tempo stesso aperto al conf ronto con un reparto diverso dal loro. Un gruppo che è riuscito a far capire ai miei esploratori l’importanza del conf ronto e dell’arricchimento che ne deriva. Insieme siamo riusciti a creare dei momenti molto profondi di conoscenza reciproca, a cantare insieme, a preoccuparci gli uni degli altri, a chiederci se avessero abbastanza acqua quando c’era l’emergenza siccità, a cercare di imparare la loro lingua e a insegnare loro la nostra, siamo riusciti a imparare le loro canzoni e i loro bans senza più riuscire a toglierceli dalla testa. I ragazzi sono arrivati a salutarsi con un grande sorriso per l’esperienza vissuta insieme e una lacrima pensando ai km che li separavano,

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a chiedere a noi capi di fare ancora un campo con loro, di andare in Egitto a trovarli, a dirci di aver imparato da ognuno di loro qualcosa e di non voler smettere di cercare la bellezza in ogni persona. Non ci fa paura il temporale. Non ci fa paura il diverso. Non ci fanno paura le sf ide e le cose a noi sconosciute. Non ci fa paura il confrontarci

con uno scautismo diverso dal nostro. Non ci fa paura provare un’esperienza fuori dagli schemi. Non ci fa paura cercare la bellezza di ogni singolo momento. Non ci fa paura tirar fuori il meglio di noi. Non ci fa paura guardare il meglio negli altri. Non ci fa paura crescere, confrontandoci.

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INTERVISTA AI LUPETTI GARANCE E ARNAUD Quando ho saputo di partire per l’Erasmus a Parigi ho subito sperato di poter entrare in contatto con un gruppo scout locale per continuare un’esperienza che mi accompagna fin da piccola. Ho contattato il settore internazionale il quale mi ha messo in contatto con François, responsabile dell’“Equipe nationale de l’International” degli EEDF Eclaireuses et Eclaireus de France (associazione scout laica francese). Arrivata a Parigi ho iniziato ad inserirmi nel gruppo di Montreuil a est della città. Ci troviamo regolarmente nei week end per fare attività con i Lutins (i folletti, dai 6 agli 8 anni) e i Louveteaux (i lupetti, dagli 8 agli 11 anni). Ho chiesto a due di loro di raccontarmi la loro esperienza… Garance et Arnaud (9 ans) - Groupe de Montreuil (Testo originale): Nous sommes très contents d’accueillir Elena dans notre groupe! Ça fait étrange d’avoir une responsable qui n’est pas française mais c’est cool d’avoir une respons comme ça!! C’est sympa car elle nous apprend des nouveaux jeux. Sa manière de parler est un peu étrange mais on la comprend quand même

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et en plus elle a un sifflet très joli qu’un n’avait jamais vu avant !!! Elle nous a appris des jeux comme Bulldozer et Roverino, on les aime bien parce qu’ils sont différents des autres jeux qu’on fait ici et parce que ce sont sportifs! On aimerait carrément connaitre des scouts italiens et peut-être faire un camp d’été avec eux. En fait on aimerait connaitre tous les groupes de tous les pays car on adore rencontrer des gens et découvrir les choses et les jeux typiques là-bas!! (Traduzione): Siamo molto felici di dare il benvenuto ad Elena nel nostro gruppo! È strano avere un capo che

non è francese, ma è bello avere una responsabile del genere! È bello perché ci insegna nuovi giochi. Il suo modo di parlare è un po’ strano ma lo capiamo comunque e inoltre ha un fischietto molto carino che non avevamo mai visto prima. Ci ha insegnato giochi come Bulldozer e Roverino, ci piacciono perché sono diversi dagli altri giochi che facciamo qui e perché sono sportivi! Ci piacerebbe davvero conoscere gli Scout italiani e magari fare un campo estivo con loro. In effetti vorremmo conoscere tutti i gruppi di tutti i paesi perché amiamo incontrare persone e scoprire nuove cose e giochi tipici.


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TORNARE A PARLARSI

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Una lezione appresa in Kenya durante il World Scout Moot

Qualche anno fa, nel 2010, ebbi la fortuna di partecipare come capo contingente al World Scout Moot che si tenne in Kenya. Il Moot è un campo dedicato a ragazze e ragazzi tra i 18 e i 26 anni che si svolge ogni 4 anni, un po’ come il Jamboree. E’ organizzato da Wosm, l’Organizzazione Mondiale dello Scautismo e ha luogo chiaramente ogni volta in un Paese diverso. L’esperienza mi arricchì molto, anche perché avemmo poi modo di trattenerci nel Paese per svolgere attività di servizio nei quartieri periferici della capitale, Nairobi, e in alcune delle discariche tristemente note per le condizioni di disagio di chi ci vive. Dopo un anno, ritornai in Kenya per proseguire in qualche modo la mia esperienza di servizio e tra le varie attività svolte, allestimmo un mercatino con piccoli oggetti di artigianato. Nel corso del mercatino, giravo con altre persone tra i diversi tavolini, sistemati alla buona, chiedendo i prezzi di vari braccialetti o delle belle stoffe Masai vendute. Uno dei ragazzi che esponeva i prodotti, volle ad un certo punto prendermi in disparte per parlarmi. Mi disse che tutti apprezzavano il nostro interesse ai prodotti e anche la nostra disponibilità a comprare. Ma per ciascuno di loro, più che enunciare un prezzo o trattare sul costo, era assai più importante spiegare da dove nascesse l’idea del prodotto, perché lo si era confezionato in un modo o in un altro, cosa rappresentassero i colori delle perline o gli intrecci della trama delle stoffe.

Mi dissi che aveva perfettamente ragione. Nella nostra logica, spesso si riduce tutto alle cose più sterili: voglio una cosa, ne chiedo il prezzo, contratto un po’ e poi compro. Senza magari aver nemmeno capito bene di cosa mi sto appropriando. Da allora, più di prima, rifletto sempre sulla necessità di parlare con l’altro, capire la sua storia o raccontargli la mia, andare dietro all’apparenza delle cose, per comprenderne l’essenza. E con essa arricchirmi, per provare poi a raccontare “ciò che c’è dietro”. E’ un modo di vivere lento o, come dicono gli anglofoni, slow: non si corre per ottenere tutto e subito, ma si indugia, si riflette, per capire. Soprattutto, si incontra l’altro. Credo molto in questo modo di fare e ci credo tanto più oggi, quando i ritmi della nostra vita, dettati dalla messaggistica istantanea, corrono, appunto, in tutt’altra direzione. Voi giovani, che leggete questa rivista, siete ormai tutti nativi digitali. Avete cioè una tale dimestichezza con gli strumenti informatici che vi sembra normale usarli ogni momento, più o meno com’era normale per noi, nei primi anni Ottanta, giocare a flipper o costruire capanne sugli alberi. E fate bene a impratichirvi di questi mezzi e a diventare, come si dice, smart. Tuttavia sarebbe davvero bello se riuscissimo ogni giorno a dedicare dello spazio alle parole. Parlare con chi ci sta accanto, con chi incontriamo sull’autobus o sulla metropolitana, con il giornalaio, col ragazzino in cortile, con i compagni in palestra, con quella studentessa che vediamo sempre in biblioteca. Inviare messaggi scritti o vocali è un tipo di comunicazione che in molti casi ci ha reso le cose più semplici, ma a volte ci restituisce solo sguardi bassi sui telefoni e ansia a mille se il nostro smartphone sta per scaricarsi. Mi piacerebbe invece che ci parlassimo di più. Che capissimo, come avvenne per me in Kenya, che ciascuno nasconde una storia, fatta di emozioni e di silenzi. E mi piacerebbe

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che alzassimo anche un po’ di più lo sguardo al cielo, a volte. Scommetto che molti tra voi nemmeno sanno di che colore è il soffitto della propria aula a scuola. Non dirò che prima si stava meglio. Quello che stiamo vivendo si chiama progresso e guai a fermarsi, nel cammino dell’umanità. Ma per arrivare al risultato ci sono due approcci. Uno è quello diretto e spiccio, che ho avuto ai mercatini chiedendo il prezzo e comprando ciò che mi piaceva; un altro è quello lento, a volte anche più dispersivo, che ti permette di arrivare al risultato con qualche minuto di ritardo, aiutandoti però a ricordare per sempre perché hai comprato quel bene e la storia che ci sta dietro. Ecco. L’invito è che tra le mille occasioni per andare dritti al punto, almeno una volta al giorno sappiamo trovare, come scout, l’occasione per fermarci. Su una panchina, in una stazione della metropolitana oppure tra i banchi di scuola. Un’occasione per fermarci e parlare, riconoscendo il suono della voce di chi ci sta accanto. Tra qualche settimana alcuni tra noi andranno al Jamboree e avranno modo di scambiare lì foulard, distintivi, adesivi. L’augurio è che tornando a casa, ciascun oggetto scambiato possa raccontare una storia e non solo finire in una teca o in un armadio. Questo vorrà dire che avremo saputo parlare ad altri scout, in West Virginia. E avremo dunque contribuito, pur piccoli come siamo, ad un mondo di maggiore pace e serenità. Mariano Iadanza Responsabile Programmi Educativi

Il Responsabile ai Programmi Educativi è la persona che si occupa di coordinare, per conto del Capo Scout, le attività nazionali che vengono proposte a lupetti, esploratori e rover, come ad esempio Tracce in Caccia, il Tecnicamp o le Officine Rover. Collabora con i Commissari Nazionali alle Branche, cioè con gli adulti che sono direttamente responsabili delle attività proposte per i Branchi, i Reparti e le Compagnie d’Italia.

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SCRIVI PER IL CNGEI Sei un lupetto, un esploratore o un rover? O sei un capo o un semplice appassionato di scrittura? Il CNGEI ti dà la possibilità di collaborare o metterti alla prova! REQUISITI: • Scrivere un articolo di almeno 400 parole • Allegare almeno 2 foto, video, disegni Manda il tuo articolo scout o le tue foto/video a:

settore.comunicazione@cngei.it Se soddisferà le richieste lo pubblicheremo a tuo nome!


Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani

ORGANO UFFICIALE DEL CNGEI Anno LIX N° 1, Giugno 2019 Rivista a carattere tecnico – professionale Registrazione n. 7755 del 16 Novembre 1960 Tribunale di Roma Direttore Responsabile: Antonio Gangi Responsabile Comunicazione: Fabrizio Sortino (fabrizio.sortino@cngei.it) Impaginazione e Grafica: Roberto Marino, Mattia Marcianò e Giulia Lenti Rana Questo periodico è associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana ITISSN 0036-5696 Manoscritti, disegni e fotografie, anche se pubblicati, non vengono restituiti. E’ permessa la riproduzione, purchè venga citata la fonte Rivista di divulgazione del metodo scout riservata agli iscritti al Corpo Nazionale Giovani Esploratori Ed Esploratrici Italiani Ente Morale D.L. n.1881 del 21/12/1916 Sede Centrale via di Val Fiorita, 88-00144 Roma tel. 06/542.213.91 fax 06/542.100.12 www.cngei.it sc@cngei.it FB: @cngei.it - Instagram: @cngei Stampa BMC Printing Solution Srl, via Fenil Nuovo, 9 - 37036, San Martino Buon Albergo (VR) Chiuso in redazione il 29 maggio 2019 SEGUICI:


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