CORRIERE NEWS NOVEMBRE 2018

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Cartellone

ANNO 16 - N.11/2018 - 9 Novembre

Le stagioni teatrali nel Fermano, un unico, grande spettacolo

Periodico di informazione del Fermano Distribuzione gratuita

16-20

Foto: “Le immagini e la memoria. Fermo dalla fine dell’800 agli anni ‘60” Vol. II - AndreaLiviEditore

Radici da conservare Capire le nostre origini e la nostra identità per progettare un futuro migliore 7 Ambiente

8 Sociale

Rifiuti in spiaggia: è ora di dire basta

Insieme contro il disagio giovanile

9 Sanità

10 Economia 12 Terra nostra 21 Cartellone 22 Sport Fermano, turismo I risultati del voto Montegranaro e Il punto su Musica per i in Provincia Fermo: che musica! Fermana e Poderosa malati oncologici in crescita

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Il senso della memoria


9 novembre 2018

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Inchiesta/Memoria Saper conservare e tramandare in modo opportuno il nostro passato

La Memoria e i suoi Luoghi di Daniele Maiani

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ell’uomo, la perdita della memoria definita anche amnesia, consiste nella incapacità di ricordare eventi passati. Quando questo fatto accade non “una tantum”, ma si verifica con una certa frequenza, la cosa può far pensare all’insorgenza di patologie specifiche spesso degenerative. Diceva Cicerone in Cato Maior de Senectute: “Memoria minuitur nisi eam excerseas”. Questo il concetto quindi era ben chiaro già ai nostri antenati, cioè che bisogna allenare la memoria per non farla diminuire e se questo vale per le singole persone deve per forza valere per la Memoria collettiva: anche questa diminuisce e si affievolisce se non viene esercitata e preservata correttamente. Lo sa bene il popolo ebraico che conserva ben accesa la fiamma della Memoria dell’Olocausto con lo scopo di scongiurare il ripetersi di una tragedia simile. Vista l’unicità e la dimensione e la drammaticità di quell’avvenimento, nessuno ha mai obiettato che mantenere focalizzata la Memoria collettiva su quel fatto fosse cosa sbagliata. Ma viene da pensare quando, lo stesso metodo, viene applicato a situazioni di conoscenza e sapere collettivo di molto minore impatto, che tuttavia rischiano di cadere nell’amnesia. Esistono modi e metodi per tra-

mandare il sapere collettivo nel campo della Cultura, del fare le cose e dell’apprezzare il Bello: sono la scuola, lo studio, la precisione e la cura del dettaglio, tanto per fare alcuni esempi. Questo garantisce, con una limitata perdita peraltro fisiologica di conoscenza, di tramandare alle generazioni future il Sapere attuale e anche il Sapere passato, cioè conoscenze e modi di fare desueti che comunque rivestono una importanza per il futuro. Faccio un esempio: suonare la musica attraverso la conoscenza di strumenti e lettura della stessa, ci permette di ascoltare o suonare ancora oggi la musica di Mozart. E non c’è ad oggi la necessità di coltivare la Memoria della musica del 1700, perché tecnica e conoscenza sono correttamente tramandate. Al contrario, tra qualche tempo sarà necessario coltivare la memoria dello studio della geografia e della Storia dell’arte, dal momento che a qualche genio è venuto in mente di smantellare dal sistema delle conoscenze generali e soprattutto dalla Scuola, pezzi dell’insegnamento di queste discipline. Ora c’è un detto: “Quello che trascuri, prima o poi diventa di qualcun altro”: vero in amore, ma anche in altri campi. Trascurare il sapere che una civiltà esprime o dovrebbe esprimere lasciandolo fuori dalle aule della scuola lo fa divenire preda di organizzazioni e circoli, basa-

ti spesso su una poco edificante “deregulation” culturale che, per tener deste conoscenze che a loro avviso meritano di sopravvivere, ne uccidono altre di ben superiore valore. Mi ricordo, anni or sono, di un “Museo della Civiltà contadina”, singolarmente piazzato dentro una magnifica chiesa del nostro entroterra, con tanto di affreschi del periodo gotico belli da far girare la testa, dove tra le navate, in mezzo a tanta arte e storia, albergavano con stridente incongruità, aratri, attrezzi da lavoro agricolo, strisce di carta moschicida e compagnia cantando. Per carità, niente da eccepire su

qualsiasi iniziativa che preservi il nostro patrimonio di Cultura popolare, ma scegliendo un contesto idoneo, e non certo accostando, per così dire, il Sacro al profano. Quando vengono fatte certe scelte a dir poco opinabili, viene da dire che quasi quasi il rischio di perdere la Memoria non è il male peggiore! Se conservare la Memoria, di qualunque cosa, è indubbiamente importante, talvolta il modo di farlo è decisamente inopportuno e inadeguato. Perché anche la Memoria va preservata e rappresentata nei “suoi” Luoghi, altrimenti si rischia di snaturarla e addirittura di svilirla.

Il lavoro della Fototeca provinciale di Fermo, collocata ad Altidona

Quei fondi fotografici che raccontano un territorio di Andrea Braconi

L’ultimo fondo fotografico acquisito dalla Fototeca provinciale di Fermo (che ha sede ad Altidona) è quello di Pietro Baldoni, conosciuto come Briscoletta, fotoreporter che per mezzo secolo ha documentato la vita di Macerata. “Dovrebbero essere tra i 150.000 e i 200.000 scatti - ci spiega il responsabile Pacifico D’Ercoli - e dentro c’è la memoria di una città. Baldoni è l’ultimo di una dinastia di fotografi di Macerata, una figura veramente interessante”. Quali sono gli altri fondi che state curando? “Tra piccoli e grandi, intestati a vari soggetti, sono circa 20. Tra i più rilevanti c’è quello di Vittorio Gioventù, che rimane uno dei più importanti; abbiamo Crocenzi per quanto riguarda le fotografie delle Marche e per il quale stiamo pensando, insieme al Comune di Fermo, ad una grande mostra per la primavera. Poi c’è l’archivio di Mario Dondero, veramente sterminato, e mi piace ricordare anche Montefiore dell’Aso, con

uno dei fondi più importanti: parlo delle lastre dell’archivio di Francesco Egidi, un importante personaggio. Sono quasi 300 lastre che ci sono arrivate recentemente.” Poi ci sono i vari fondi locali. “Pedaso e Altidona sono molto presenti, Fermo grazie a Gioventù è presentissima, perché lui è quello che ha riprodotto tutte le foto di quei due volumi ‘Fermo ieri e oggi’. Abbiamo più di 1.100 scatti che partono dall’Ottocento e arrivano fino agli anni ‘70.” A proposito di Altidona: pochi mesi fa avete realizzato una suggestiva mostra sui vostri concittadini. “La mostra ‘Gli altidonesi’ è stata fatta sulla falsariga di quello che fece a Luzzara Cesare Zavattini e il fotografo statunitense Paul Strand negli anni ‘50. Ad Altidona il fotografo tedesco Ulrich Weichert ha realizzato nel 2001 dei ritratti ambientati di almeno 80 persone di varia estrazione, dagli ex sindaci agli operai, dagli artigiani ai commercianti. Ne è venuto fuori un bellissimo racconto del paese.”

Quindi, alla luce di queste affermazioni, quanto è importante il vostro lavoro di custodi della memoria fotografica? “La fotografia a volte ha la forza di tantissime pagine di scrittura. Solo guardare una foto ti porta a seguire dei percorsi di conoscenza e di memoria che sono difficili da ottenere attraverso altri strumenti comunicativi. Inoltre, secondo me la fotografia va oltre la percezione immediata dell’immagine.”


9 novembre 2018

Inchiesta/Memoria Borroni: “Esportiamo saltarello in tutto il mondo”

Gruppo Ortensia e nostalgia della vita contadina di Serena Murri

Portatore sano di divertimento e allegria, il Gruppo Ortensia di Ortezzano, con i suoi canti, suoni e balli è da anni custode della memoria delle tradizioni popolari. Maria Teresa Curti, è la coordinatrice che si occupa dell’organizzazione di balli e spettacoli; il gruppo folkloristico si è anche speso sul territorio per dare corsi di saltarello a Fermo, Grottazzolina, Porto San Giorgio. Al Presidente di Ortensia, Mario Borroni, abbiamo chiesto quali siano le origini di questa passione per il folklore? “Io sono nato in campagna da genitori contadini, ci vivo tuttora e non lo cambierei con nessun’altro posto. La vita di campagna è faticosa ma la serenità di quando si stava nei campi l’abbiamo ormai persa. La nascita di Ortensia ha a che fare anche con il periodo storico in cui è nata, si veniva dagli anni ‘60, dopo l’abbandono e lo spopolamento delle campagne, lasciate per andare a vivere in città. Era un momento nostalgico, seguito allo spopolamento delle campagne e all’abbandono delle tradizioni. Il nostro è un modo per salvaguardare la memoria”. Quando è sorta Ortensia? “È stata fondata come gruppo folk nel 1983, grazie ad una collaborazione con la Scuola Media. Siamo partiti con le rassegne scolastiche, portando le tradizioni popolari marchigiane come il saltarello e lo scartozza’, con il quale simulavano l’antica tradizione della raccolta del grano. Da quell’esperienza, abbiamo

esteso il discorso anche nella locale pro loco”. Quali sono state le vostre esperienze in questi anni? “Nel 2001 è stata creata l’ Associazione Culturale Folkloristica Ortensia con più di 50 componenti provenienti da tutto il territorio: Montelparo, Monte Rinaldo, Ortezzano, Monte Vidon Combatte, Petritoli, Ponzano e Campofilone, con i fine di portare la nostra cultura in giro per l’Italia. Nel 2005, siamo stati in tourneé per una settimana in Cina, a Shanghai, per dare lezioni di ballo popolare ai cinesi dell’Università di Nanchino. Già dopo due ore oltre 3000 studenti muovevano i passi del saltarello. Nel 2003 abbiamo instaurato un rapporto di collaborazione con Austria, Slovenia e Ungheria, per portare il gruppo di Varlpalota al nostro Festival Internazionale del Folklore. Nel 2008 siamo stati al Parlamento Europeo di Strasburgo”. Come si tramanda la memoria? “Abbiamo realizzato otto cortometraggi sulle tradizioni popolari e abbiamo partecipato a concorsi internazionali dalla Federazione Italiana Tradizioni Popolari, dove abbiamo vinto per due volte il secondo premio, una volta il primo premio, due volte il terzo premio”. Quali sono i temi dei corti? “I matrimoni di una volta, il lavoro in campagna, il rito delle nascite nella vita contadina, la venuta della Madonna”. Con quale tradizione popolare marchigiana vi identificate maggiormente? “Il nostro fiore all’occhiello resta il saltarello, un must al nostro Festival Internazionale del Folklore che

da 18 anni a questa parte riproponiamo tra fine luglio e primi di agosto, ogni anno con 3 gruppi di stranieri provenienti da tutti i continenti, per un confronto non solo fra etnie ma di vera socializzazione attraverso i giochi della nostra tradizione popolare”. Quali tradizioni occorre preservare? “Sul palco ricordiamo gli antichi mestieri, la vendemmia, la mietitura, la trebbiatura”. Quale ruolo ha la ricerca? “Occupa tanto spazio, ci serviamo di fonti storiche orali di coloro che hanno vissuto quelle tradizioni; voglio sottolineare la collaborazione con Luigi Rossi, Carlo Verducci, Olimpia Gobbi. Una ricerca molto accurata è stata fatta per i vestiti di Ortensia: abbiamo cercato i costumi napoleonici grazie a pubblicazioni su tradizioni popolari di quel periodo nella zona del Fermano. Grazie a questo lavoro siamo riusciti a confezionare due vestiti, uno per il lavoro di tutti i giorni in campagna e uno per la festa. Sono la cosa più preziosa che abbiamo. Prima alcuni dei componenti, si vergognavano ad andare fuori con i costumi tradizionali, invece adesso ne vanno orgogliosi”.

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Inchiesta/Memoria Il punto di Roberto Ferretti, presidente dell’associazione e ideatore del progetto “Le Marche in valigia”

Un mondo dietro al cibo: Agritur-aso e il turismo esperienziale di Andrea Braconi

La promozione di un territorio passa attraverso la valorizzazione delle sue tradizioni, a partire dal cibo. Ne è convinto Roberto Ferretti (foto), al punto che da otto anni gira il mondo con il progetto “Le Marche in valigia” creato nell’ambito dell’associazione Agrituraso, fondata nel 2007 insieme ad altri 7 soci, proprietari come lui di strutture ricettive o produttori enogastronomici. “Il cibo è un veicolo, ma dietro al cibo c’è un mondo - sottolinea -. E questo cerchiamo sempre di far capire ai nostri ospiti o durante le varie trasferte all’estero. Il mangiare è un atto agricolo, una massima assunta anche dallo Slow Food. É l’ultimo atto di un processo che inizia dal seme o dall’ovulo, finendo nel piatto. Noi cerchiamo di rendere consapevoli le persone di tutto questo, perché c’è da raccontare un mondo. E questo processo è ancora più valido quando si parla di dieta mediterranea, in cui i cibi e le produzioni stagionali passano direttamente dal produttore al consumatore”. Un modo per portare avanti questa filosofia è quello di accompagnare gli ospiti direttamente dal produttore. “È fondamentale conoscere e raccogliere i frutti delle loro produzioni e preparare delle pietanze direttamente nelle

aziende”. Un passaggio cruciale, quindi, che Ferretti ci racconta proprio mentre sta accompagnando ad Ascoli Piceno alcuni giapponesi appassionati di agricoltura. Rimanendo sul fronte della memoria, da parte di Agritur-aso c’è stato anche un forte impegno nella fase post sisma. “Abbiamo fatto un’iniziativa a sostegno del recupero della Chiesa di Santa Maria in Pantano, in territorio di Montegallo. Purtroppo è tutto bloccato e non sappiamo a chi consegnare i circa 2.000 euro che abbiamo raccolto. È una situazione che ci mette in imbarazzo con chi ci ha aiutato, ma una cosa che facciamo da sempre è quella di portare i nostri ospiti nei pacchetti una visita sui Sibillini, prevalentemente a Montemonaco dove c’è uno dei pochi musei attivi, quello della Sibilla”. Anche nell’ultimo viaggio in Germania sono stati raccolti circa 200 euro, che verranno devoluti probabilmente al Comune di Ussita per un progetto. “La memoria serve per il futuro - ribadisce con determinazione -. Se non capisci le tue origini e la tua identità, non riesci a progettare alcun futuro ed il presente avrà uno scarso significato”. E tra le varie iniziative per mantenere vive le tradizioni locali, Ferretti ricorda come dal 2009 l’associazione organizzi la vendemmia,

facendo pigiare l’uva con i piedi e proponendo i cibi tipici di quel momento dell’anno. “Ma in ogni stagione c’è sempre qualcosa, d’estate la lavanda, poi i tagliulì pelusi a Moregnano e altro ancora. Certo, attraverso queste iniziative non abbiamo la capacità di far ripopolare questi piccoli e bellissimi borghi, ma sicuramente possiamo destare l’attenzione della gente in prospettiva di un possibile recupero. E la soddisfazione più grande per noi è quando le persone che vengono ti dicono ad esempio ‘Io a Monte Vidon Combatte non c’ero stato mai, eppure è così bello’ oppure ‘Che meraviglia Moregnano’. Quando questo accade ci convinciamo ancora di più di essere sulla strada giusta”.

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9 novembre 2018

Inchiesta/Memoria Fra lettere e foto, l’editore fermano Andrea Levi rivela il fascino della memoria dimenticata

Operazione “nostalghia” di Federica Balestrini

Durante un’intervista, alla domanda sul perché dell’importanza del tema della memoria, Paolo Rossi, docente di fama internazionale ed ex Presidente della Società Filosofica Italiana rispose: “La prima cosa che mi viene da dire è che il tema della memoria non è solo un parte della filosofia, ma aspetto radicato profondamente in ciascun essere umano che ha il terrore di

essere dimenticato.” Un’opinione questa possibile da tracciare anche nelle parole e nei lavori di Andrea Livi, storico editore fermano che con gli occhi intrisi di nostalgia e tenero disincanto racconta l’emozione dei ricordi. “I tempi sono cambiati radicalmente – esordisce dicendo Livi -. Quello che prima era il farsi una foto assieme agli altri, al fine di tracciare memoria di quell’amicizia giovanile o di un’occasione per rinsaldare rapporti fra vicini o fra compagni di giochi, ora è divenuto un atto privato della sua unicità e bellezza. Oggigiorno con l’uso degli smartphone si registra una produzione spropositata di immagini da repertoriare, le quali sono così sovrabbondanti che non hanno nemmeno bisogno di essere conservate come quella piccola foto su carta che una volta scattata si proteggeva gelosamente portandola sempre con sé in tasca o nel portafogli. Difficile sarà dunque far memoria dei rapporti

fra fidanzati con lettere da conservare, con quel messaggio rubato che un giorno scopriranno i figli o nipoti in quell’angolo nascosto ed impolverato della casa, difficile sarà leggere e rivivere la quotidianità delle ragazze che nero su bianco viveva sulle pagine di segreti diari. Poi c’è la memoria alta, quella nazionale, quella che viene prima di tutti, ma che purtroppo la scuola ha depauperato. Ben difficilmente anche un ragazzo della scuola secondaria superiore conosce la data della scoperta dell’America. La storia è la grande negletta della nostra società ed io non saprei vivere in un luogo senza conoscerne la sua storia, mi sentirei un estraneo. A dimostrazione di ciò riporto l’esempio di un recente lavoro editoriale che vede protagonista il diario di un piccolo contadino di Corridonia che ha annotato giorno per giorno con la sua grafia slavata, con pezzetti di matita e senza punteggiatura. Per i suoi figli e nipoti questo lavo-

ro sarà un’indelebile traccia del nonno. Poi c’è la memoria che risiede nei libri fotografici – ha concluso l’editore - dei quali mi sento parte integrante poiché in loro ho raccolto frammenti di vita. Questi libri collettivi sono oggi patrimonio comune. Non tutti però hanno il gusto della memoria, l’interesse è volto all’attimo presente e non fuggente. Ciò che è passato è passato e, ahimè, nessuno ha voglia di spolverarlo”.

L’eredità di Mannocchi Fino al prossimo 1 dicembre è allestita presso la Biblioteca civica “R. Spezioli” di Fermo, la mostra documentaria “Luigi Mannocchi – La poesia dialettale fermana tra Ottocento e Novecento” a cura di Pierluigi Vitellozzi. Luigi Mannocchi, studioso della civiltà contadina fermana tra ‘800 e ‘900, con i suoi numerosi scritti ha permesso di preservare questo vasto patrimonio di conoscenze.

Le parole di Giovanni Martinelli, storico e uomo di grande cultura

Il valore della memoria va trasmesso dalla scuola di Silvia Ilari

Dalla reliquia della mano di San Giovanni Battista conservata a Rapagnano, fino al Coheher inventato dal monterubbianese Temistocle Calzecchi Onesti, utilizzato da Marconi per il suo telefono senza fili: tante sono le storie che ruotano intorno al Fermano, spesso ancora poco conosciute o del tutto sconosciute ai più. Una delle voci più impegnate nella conservazione della memoria è sicuramente Giovanni Martinelli (foto), presidente per 30 anni della “Contesa del Secchio” di Sant’Elpidio a Mare e attuale dell’Associazione Marchigiana Rievocazioni storiche, che a fine mese consegnerà l’annuale Premio Benemerito per la Storia delle Marche. “Lo sa che?” iniziano così i suoi racconti che toccano luoghi che vediamo tutti giorni, come Villa Eugenia a Civitanova Marche, di proprietà della famiglia di Napoleone III e chiamata così in nome di sua moglie; o ancora Grottammare

teatro di una cena fondamentale per la costruzione del Regno d’Italia. Martinelli, quant’è importante, a suo parere, conservare la di un territorio e, soprattutto farsene tutori? “Credo sia fondamentale. Senza memoria non si può andare lontano, è come voler insegnare una lingua senza le coniugazioni. Il valore delle tradizioni va portato avanti, anche in quest’epoca che sembra non aver bisogno del passato”. Lei ha scritto il libro “100 illustri personaggi del Fermano” e articoli su numerosi esponenti della storia locale. Quanto lavoro c’è dietro e perché il tutto, spesso, è poco conosciuto dai turisti, ma anche dalla popolazione locale? “Non sempre chi accoglie i turisti è a conoscenza di tutti i particolari. Per questo è importante la conservazione della memoria soprattutto da parte di chi un territorio lo abita, per rafforzare la propria identità e dare il giusto peso al senso di appartenenza. Per ciò che riguarda l’impegno dietro il lavoro di ricer-

ca, non c’è un tempo specifico. Mi definisco “un giornalista della storia”: leggo molto, ho parecchi testi e quando scopro qualcosa lo metto da parte, poi collego il tutto. Io cerco di suscitare l’interesse nei miei scritti, se poi un lettore vuole documentarsi ulteriormente inserisco sempre i riferimenti nella bibliografia. Inoltre, ci sono gli archivi. Prima era più difficile, per gli appunti bisognava utilizzare dei foglietti e copiare tutto a mano. Ora invece è possibile utilizzare lo scanner, per esempio, o consultare archivi digitali”. Quali difficoltà si incontrano nella conservazione in piccole realtà come la nostra? “Il Fermano è un contenitore straordinario di storia: il problema è che si trova tutto nascosto in cantina. A volte mi chiamano negli istituti scolastici per parlare di ciò che scrivo, nei ragazzi noto un certo interesse: è la scuola che dovrebbe lavorare molto di più sull’identità, sui valori della memoria. I programmi sono ministeriali, è vero,

ma c’è spazio per trasmettere un minimo di storia locale. Ci sono tanti pretesti: si può parlare di un certo fatto storico, per esempio quest’anno è l’anno del centenario dalla fine della Prima guerra mondiale. Si potrebbe raccontare di come l’Austria abbia bombardato il nostro litorale o di come il primo italiano entrato a Trieste dopo la liberazione, era originario di Porto Sant’Elpidio. A suo tempo, oltre alla passione trasmessami dalla mia famiglia, sono stati gli insegnanti a notare la mia predisposizione per la storia e a stimolarmi”.

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9 novembre 2018

Ambiente/News Fermo/Non solo isole ecologiche

Raccolta differenziata, si fa sul serio L’attività dell’Amministrazione Comunale fermana in tema di raccolta differenziata sta portando i suoi frutti verso l’obiettivo di avvicinare sempre più la città di Fermo ai parametri percentuali ambientali europei. La principale metodologia è quella di informare e far conoscere ai cittadini i vari sistemi di raccolta, come quello delle isole ecologiche informatizzate che nei giorni scorsi ha visto due incontri, sempre molto partecipati, con i residenti al centro sociale di Villa Vitali per il lotto che interesserà via Leti. Serate con cui è stato illustrato il nuovo sistema e che ha visto l’interesse dei cittadini, i quali hanno espresso anche il loro desiderio di collaborare e di partecipare. Nelle zone dove ancora è in vigore la raccolta differenziata con il sistema del porta a porta, invece, da qualche tempo i funzionari della società Asite hanno avviato dei controlli selettivi sui materiali conferiti nei sacchi e nei contenitori di raccolta differenziata per verificare la compatibilità del rifiuto con il contenitore in cui è stato conferito e procedere in caso di infrazione all’accertamento del colpevole ed a comminare la relativa sanzione. Contestualmente con apposite missive inviate agli indirizzi è stato formalizzato un dettagliato appello a conferire in modo corretto, secondo i giorni e gli orari stabiliti dal calendario vigente per il ritiro e soprattutto utilizzando i colori dei sacchi di raccolta in base alla tipologia di rifiuto. La raccolta differenziata porta a porta domiciliare non è facoltativa ma obbligatoria e riguarda le seguenti

tipologie di rifiuto: rifiuto secco non riciclabile o indifferenziato (sacco grigio, lunedì e venerdì); imballaggi in plastica (sacco giallo, mercoledì; carta e cartone (bidoncino bianco, giovedì). Il vetro, l’alluminio e la frazione umida /organica (per i quali non deve essere utilizzato sacchetto) sono raccolti con sistema stradale di prossimità quindi il conferimento deve essere effettuato con appositi contenitori carrellati posizionati lungo la strada (umido in bidoni di colore marrone, vetro in contenitori di colore verde, alluminio e imballaggi metallici in contenitori di colore blu, rifiuti ingombranti e Raee, da apparecchiature elettriche, presso il centro di raccolta comunale o Ecocentro sito in contrada San Martino, aperto dal lunedì al sabato dalle ore 8.30 alle ore 12.30, tel. 0734.620851). “Stiamo aggiornando la pagina internet e la App di Asite per fare sì che le istruzioni siano sempre accessibili anche sul cellulare – ha dichiarato l’Assessore all’Ambiente Alessandro Ciarrocchi -, mentre da qualche settimana abbiamo riattivato gli incontri periodici, curati dal dott. Marco Amati, nelle scuole per informare gli alunni sul rispetto dell’ambiente, sulle regole del corretto conferimento dei rifiuti. Alcuni istituti scolastici hanno già anche ricevuto il materiale per mettere in opera quanto appreso negli incontri informativi. Confermeremo anche le iniziative ludico/ educative come il “Green Game” che tanto successo ha avuto lo scorso anno”.

Marche/Presentata l’indagine “Beach Litter 2018”

Rifiuti in spiaggia: è ora di dire basta “Con questo dossier vogliamo ribadire l’urgenza di dare avvio ad azioni di prevenzione, incrementando il riciclo degli imballaggi con una nuova consapevolezza di tutti gli attori in gioco, dai cittadini ai turisti, dagli operatori turistici alle amministrazioni locali e regionali, fino ai pescatori, per mettere in atto comportamenti virtuosi per la riduzione dei rifiuti plastici e l’azzeramento della loro dispersione nell’ambiente. Una situazione del genere, infatti, non è più sostenibile. L’ingente quantità di rifiuti trovati nelle spiagge marchigiane rappresenta un problema gravissimo e un rischio concreto per la conservazione e la biodiversità del nostro ecosistema marino, per il turismo e in generale per la nostra economia”. Così Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche, ha commentato i risultati dell’indagine “Beach Litter 2018”. Sono oltre 7000 i rifiuti trovati dai volontari di Legambiente nelle spiagge marchigiane, tra cui per il Fermano quella di Pedaso. Un’area di oltre 27mila

mq (pari a circa 4 campi di calcio), con una media di 708 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia campionata, dove a farla da padrona è ancora la plastica, che rappresenta il 92% degli oggetti trovati, seguita poi da carta e cartone (oltre 4%), gomma (2%), vetro e ceramiche (oltre 1%) e tessili (1%). In 8 spiagge su 10 la percentuale di plastica è pari o superiore all’80% del totale dei rifiuti monitorati. Nella top ten dei rifiuti spiaggiati troviamo: i frammenti di oggetti di plastica (pezzi da 2,5 a 50 cm), non più identificabili per via della frammentazione, che sono in assoluto il rifiuto più trovato e rappresentano circa il 59% sul totale. A seguire, i mozziconi di sigarette (7%), i frammenti di polistirolo (4%), le retine per la coltivazione dei mitili (ritrovate in quasi tutte le spiagge, oltre 3%), i frammenti di carta (oltre 2%) e altri oggetti di plastica rappresentati da tappi e coperchi di bevande, bicchieri e bottiglie/contenitori per bevande. Il dossier completo è disponibile su www.legambientemarche.org

Brevi Servigliano

Eventi nella Casa della Memoria Due interessanti appuntamenti sono organizzati questo mese nella ex Stazione Casa della Memoria: domenica 11 alle ore 16.30 verrà presentato il libro “Il paese degli artigiani” di Luigi Finucci (Giaconi Editore) con laboratorio per bambini; venerdì 16 novembre, alle ore 18, si terrà un’assemblea pubblica sul tema “Prevenire per vivere più a lungo e meglio”.

Fermo

Semafori per non vedenti

Il Comune di Fermo ha partecipato al bando promosso dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la realizzazione di semafori adeguati alla esigenze dei non vedenti. La Giunta Comunale ha approvato il progetto d’intervento che, nel caso in cui venga ammesso a finanziamento, prevederebbe l’installazione di dispositivi appositi. Dispositivi che riguarderebbero i semafori nei seguenti quattro impianti: Viale Trento (incrocio tra Viale Trento e Via Spontini e incrocio Viale Trento e Via dei Mille); incrocio Strada Statale 16 e Viale di Casabianca; Via Salvo D’Acquisto (incrocio Via Alfieri).

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Sociale/News Fermano/Presentato il progetto G.O.A.L.S.

Insieme contro il disagio giovanile Il progetto G.O.A.L.S. (Giovani - Orientamento - Accompagnamento - Lab. - Scuola) è stato selezionato dall’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile (secondo la disposizione di legge n. 208 del 27/12/2015, art 1 comma 392). G.O.A.L.S. propone una serie di azioni volte a prevenire e contrastare i fenomeni di dispersione e abbandono scolastici nei territori di Macerata, Civitanova Marche, Fermo-Porto San Giorgio, Grottammare, San benedetto del Tronto intervenendo nella fascia di età 11 - 17 anni. “Nelle Marche riscontriamo problematiche anche serie riguardanti la condizione giovanile – aggiunge Marcello Naldini, della Cooperativa Il Faro, creatore del progetto – ed abbiamo così pensato di intervenire mettendo a frutto la nostra esperienza pluriennale. Logicamente un settore importante e delicato come quello della povertà educativa minorile non lo si può affrontare da soli, ecco perché abbiamo coinvolto a vario titolo attori rilevanti per il futuro dei ragazzi: enti no profit, scuole, enti pubblici e imprese. Il progetto funziona se la rete funziona: noi concertiamo gli interventi nell’arco di un triennio, lavorando sul potenziamento dell’attività scolastica ed extrascolastica (sportello di ascolto psicologico, servizio educativo di strada, tutoring territoriale…), mettendo a sistema un rapporto continuo tra partner attraverso la costituzione del tavolo permanente di impatto collettivo territoriale aperto, finalizzato alla supervisione delle attività e al confronto”. Il modello proposto dal progetto G.O.A.L.S. intende quindi favorire la costruzione di una comunità educante capace di dimostrare che è possibile fronteggiare più

efficacemente ed efficientemente i problemi evidenziati se gli attori chiamati a interagire coi ragazzi congiungono i propri sforzi, adottando approcci di “welfare comunitario”. Il budget totale previsto per gli interventi programmati ammonta a 894.632 euro, di cui 800.000 verranno erogati sotto forma di finanziamento dall’Impresa Sociale “Con i Bambini”. “Circa 4750 saranno i ragazzi che incontreremo nei tre anni di sviluppo del progetto, tra le provincie di Macerata, Fermo e Ascoli – continua Naldini -. Ci rivolgiamo a tutti i ragazzi, non solo quelli in difficoltà. Fondamentale è il lavoro di prevenzione: un minore disorientato rischia di perdersi dopo il percorso scolastico, quando dovrà effettuare scelte importanti per la sua vita. Spesso è proprio al termine delle scuole superiori che si verifica il fenomeno dispersivo, che vengono fuori i cosidetti “neet”, ossia quei ragazzi non impegnati nello studio, né nel lavoro o nella formazione”. Nel Fermano sono coinvolti, tra gli altri, l’Istituto comprensivo “Nardi” di Porto San Giorgio, il Liceo Classico Statale “Annibal Caro” di Fermo, l’Ambito Sociale XIX con il Comune di Fermo capofila, l’Associazione Centro di Solidarietà Marche Sud, l’Associazione Compagnia delle Opere Marche Sud. Importante è anche il supporto del Ricreatorio San Carlo di Fermo, sede tra l’altro del centro di coordinamento degli oratori fermani. “Questo progetto è condiviso da tutta la diocesi – spiega Don Michele Rogante, direttore del Ricreatorio -. E’ importante mettere in rete tante realtà per avere risultati migliori. Il “San Carlo” apre le sue porte a G.O.A.L.S., lavorando qui con i ragazzi, sostenendoli nel loro percorso formativo”.

Brevi Montegranaro

Approvati tre progetti La Giunta comunale di Montegranaro ha approvato tre importanti progetti. “In prima istanza abbiamo dato il via libera al progetto preliminare relativo al parcheggio Wojtyla, per un importo di 110.000 euro – spiega l’Assessore ai Lavori Pubblici Aronne Perugini -. A questo si aggiunge l’approvazione del preliminare inerente via Baden Powell e Cima di Colle, per il quale era stata escussa una polizza per un importo di 173.000 euro. Infine, il progetto definitivo per Piazzetta delle Erbe, per una cifra di 36.000 euro e per il quale procederemo subito all’appalto. Il nostro obiettivo è quello di far partire i lavori entro la fine dell’anno, coerentemente con gli obiettivi che avevamo fissato nel nostro programma elettorale”.

Fermo

Nuovi tatami al CONI Nuovi tappetini, detti tatami, per lo svolgimento delle attività sportive nella palestra Coni. Sono quelli acquistati dal Comune e posizionati nell’impianto: più di 160 mq in complesso che andranno a servire le discipline sportive che si svolgono nella struttura.

Fermo/Cura di strade e verde pubblico

Detenuti al lavoro

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Un progetto che si rinnova e che vede ancora una volta come obiettivo quello di dare la possibilità ai detenuti della casa di reclusione di Fermo di svolgere lavori di pubblica utilità all’esterno della struttura. Sulla base di una convenzione sottoscritta fra Comune, Casa di Reclusione e Fermo Asite dalla fine di ottobre un detenuto ha iniziato ad occuparsi, a titolo gratuito, per quattro ore al giorno, dalle ore 7 alle 11, della cura delle strade e del verde pubblico nelle vicinanze della Casa di reclusione di Fermo. La convenzione fra Comune e Casa di Reclusione è stata rinnovata nei giorni scorsi ed ha già visto in precedenza altri detenuti svolgere lavori di pubblica utilità. Il contenuto della convenzione (la prima era stata sottoscritta nel 2015, cui ne sono seguite altre) fra Amministrazione Comunale e Casa di Reclusione, concretizza quanto contemplato da un protocollo d’intesa nazionale fra il Ministero della Giustizia e l’Anci del 2012 e prevede che l’Amministrazione Comunale di Fermo metta a disposizione dei detenuti della struttura penitenziaria di Fermo opportunità per lo svolgimento di lavori all’esterno (art. 21 dell’ordinamento penitenziario) di pubblica utilità. I detenuti vengono scelti per i loro comportamenti e la loro condotta ed i nominativi individuati e proposti al magistrato di sorveglianza che ne autorizza e approva il coinvolgimento in questo progetto. “Una progettazione che continua e che si rafforza – ha detto il Sindaco Calcinaro - per questo c’è il grande ringraziamento ad Asite e Casa di Reclusione. Credo che questo sia la possibilità di far sì che ci sia anche una restituzione da parte di alcuni reclusi che già hanno dimostrato una condotta più che eccellente, una logica insomma restituiva rispetto alla comunità e d’altra parte anche una possibilità che si dà seppur gratuitamente, seppure senza retribuzione, però di riprendere un contatto con la vita all’esterno dell’istituto”.


9 novembre 2018

Sanità/News

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I consigli degli esperti per il trattamento di questa patologia

Depressione, quello che c’è da sapere di Agnese Testadiferro

Depressione, campanello d’allarme di infarto e timore. Individuarla può cambiare positivamente esiti altrimenti negativi, come emerso dal Congresso Nazionale della Società Italiana di Psichiatria tenutosi ad ottobre al Lingotto di Torino. Studi recenti hanno dimostrato che un trattamento antidepressivo attuato tempestivamente in caso di depressione post-infarto, non solo riesce a migliorare la sintomatologia depressiva ma riduce significativamente, sino al 10%-20%, il rischio di complicanze quali il reinfarto e le aritmie ventricolari. Soffrire di depressione è altresì da non sottovalutare: la depressione aumenta, ad esempio, la probabilità di infarto di circa 3 volte rispetto a persone che non ne sono affette. I fattori in gioco sono solo in parte noti. Nella persona con depressione avvengono fenomeni biologici correlati in vario modo alla genesi dell’ischemia del miocardio: l’aumento costante del cortisolo nel sangue

dovuto all’iperattivazione del sistema dello stress, l’aumento dell’aggregazione delle piastrine, l’attivazione del meccanismo dell’infiammazione con l’aumento delle citochine infiammatorie, e lo sbilanciamento dell’equilibrio fra sistema simpatico e parasimpatico a favore del primo, con effetti sia sul tono dei vasi coronarici che sul ritmo cardiaco. La depressione, oltre che peggiorare drammaticamente la qualità della vita e aumentare il rischio di suicidio, determina un significativo accorciamento dei tempi di sopravvivenza, sia per meccanismi biologici diretti, soprattutto la riduzione delle difese immunitarie, sia per meccanismi indiretti, come la riduzione della osservanza delle cure prescritte e dei controlli periodici da eseguire. Ad esempio, una recente metanalisi ha dimostrato che la depressione aumenta di circa due volte la probabilità di non aderenza alla terapia nelle pazienti con cancro del seno. “La depressione – spiega Bernardo Carpiniello, presidente Società

Italiana di Psichiatria – aumenta, inoltre, il rischio di cardiopatia ischemica non solo in modo diretto, ma anche attraverso meccanismi indiretti, comportamentali: eccessi dietetici, eccessivo uso di tabacco, sedentarietà. La depressione può peraltro insorgere come conseguenza di un infarto, evento che accade nel 20-30% degli infartuati già nelle prime due-quattro settimane. Anche in questo caso le conseguenze possono essere drammatiche: diversi studi, più volte replicati, dimostrano che la presenza di depressione aumenta di tre-quattro volte la mortalità, attraverso il suicidio, a distanza di sei mesi dall’infarto, che passa dal 2-4% al 5-6% circa”. “La persona affetta da ictus, specie se viene prevalentemente colpito il lobo frontale sinistro – prosegue Enrico Zanalda, segretario nazionale SIP – va incontro a depressione nel 30% circa dei casi e in questa situazione non solo raddoppia il rischio di mortalità per complicanze, ma viene rallentato o reso meno

efficace il recupero funzionale con la riabilitazione neuromotoria”. In sostanza, la medicina moderna ha preso atto della grande importanza del rapporto bidirezionale fra malattie fisiche e depressione e del ruolo fondamentale del riconoscimento e del trattamento precoce di quest’ultima allo scopo di migliorare l’esito della stessa malattia fisica. “Ad esempio – conclude Carpiniello – è ormai dimostrato che un trattamento antidepressivo attuato tempestivamente in caso di depressione post-infarto, non solo riesce a migliorare la sintomatologia depressiva ma riduce significativamente il rischio di complicanze quali il reinfarto e le aritmie ventricolari”.

Fermo/Inaugurato l’impianto di filodiffusione

Musica per i pazienti del Reparto di Oncologia del “Murri” Il Reparto di Oncologia dell’Ospedale “Murri” di Fermo ha un suo impianto di filodiffusione: l’idea, di cui si è fatto promotore il dirigente medico Luigi Acito con l’ANPOF, Associazione Noi per l’Oncologia Fermana, si è concretizzata grazie alla proposta di donazione, accettata dall’ ASUR4, ed alla collaborazione della ditta Euroimpianti di Piero Pieragostini di Fermo, che ha contribuito a sua volta anche sotto il profilo economico. L’impianto è già operativo ed è stato inaugurato lo scorso 30 ottobre. “Un impianto attivo nel salone delle terapie, nelle due sale di attesa e nelle quattro stanze dei pazienti – ha detto Luigi Acito –, per queste ultime con volume regolabile, per andare incontro alle esigenze delle singole persone, perché c’è chi preferisce il silenzio. Da molto tempo volevo dotare questo reparto della filodifussione – ha continuato Acito -, Oliver Wolf Sacks, affermato medico, chimico, scrittore e accademico britannico, sosteneva che la musica è il più completo farmaco non chimico. Ho creato una playlist con musiche che possano soddisfare tutti i gusti e tutte le età: cantautori, gruppi storici, brani evergreen e colonne sonore famose”. “Il paziente oncologico è al centro del nostro lavoro – ha spiegato il primario del Reparto di Oncologia Renato Bisonni -. Nostro dovere è accoglierlo nel migliore dei modi; gli ambienti, il personale, le nostre azioni devono tendere sempre all’umanizzazione completa del repar-

to. Su questa linea inauguriamo la filodiffusione”. Soddisfatto anche il direttore dell’ASUR 4 Licio Livini: “E’ necessario ringraziare l’intera comunità fermana – ha dichiarato - che spesso ci viene incontro per aiutare le persone che soffrono non solo nel corpo ma anche socialmente e nella psiche. Noi tutti abbiamo l’obbligo di accogliere l’ammalato, la famiglia e tutti coloro che stanno intorno alla malattia. Queste donazioni alleviano, per quanto possibile, le sofferenze”. Fondamentale, per l’acquisto dell’impianto, è stato il reperimento di denaro, avvenuto grazie alla collaborazione dell’Associazione Solo Fermana e della Corale “Fra Marcellino di Capradosso”. La prima si è fatta promotrice di una raccolta fondi da destinare all’ANPOF nel corso del match calcistico Fermana – Vis Pesaro giocata nella primavera del 2017, mentre la corale ha donato un emozionante concerto il cui incasso è andato in beneficenza all’associazione fermana. “Ringraziamo di cuore tutti coloro che lo scorso anno hanno contribuito alle due raccolte fondi per questo progetto – ha concluso la presidentessa dell’ANPOF Michaela Vitarelli - : il dottor Acito che se n’è fatto promotore, l’Associazione Solo Fermana e la Fermana Football Club che nella partita di campionato contro la Vis Pesaro entrò in campo con la nostra maglietta, e poi la Corale Fra Marcellino da Capradosso e la ditta installatrice che si è fatta carico di una parte del costo dei materiali dell’impianto. Da circa tre anni siamo attivi in reparto ed abbiamo visto

crescere e cambiare in positivo diverse cose. Parlo della presenza quotidiana dei nostri volontari, del ristoro nel tempo di attesa, dell’ascolto, del servizio di estetica oncologica, dei concerti dal vivo in reparto, dell’ammodernamento nella struttura e negli arredi della sala terapia, e ora della musica che si diffonde grazie a questo nuovo impianto. Tutto ciò è importantissimo perché accanto alle terapie ed all’accudimento del personale sanitario durante visite e terapie, questa serie di piccoli, grandi interventi contribuiscono all’umanizzazione delle cure nei confronti di un paziente così delicato come quello oncologico. Sono davvero commossa dal circolo virtuoso che si innesca nella nostra opera di volontariato: cresce il numero delle persone che ci aiutano. Non solo singoli volontari ma anche professionisti, imprese che sposano la nostra causa con gesti spontanei di solidarietà. Un grazie anche ai tecnici, al personale sanitario e al Dottor Livini, sempre attento e sensibile nei nostri riguardi”.


9 novembre 2018

Economia/News Fermano/”Digital Way” indica le nuove opportunità

Marche/Dati allarmanti nelle province colpite

Integrare l’attività turistica alla propria attività tradizionale: è la strada indicata dagli esperti che hanno animato la quarta edizione di “Digital Way”, seminario dedicato alla digitalizzazione delle imprese e declinato nel 2018 al turismo, organizzato dalle CNA Territoriali di Fermo e Macerata, in collaborazione con Globe Inside e Coordinamento B&B Fermo, realizzato con il sostegno della Camera di Commercio. Il vice sindaco di Fermo e assessore al turismo Francesco Trasatti, nel suo intervento, ha plaudito a momenti di confronto come “Digital Way”, per la diffusione delle buone prassi, ricordando come anche per un Comune la promozione turistica sia determinata dalla sinergia pubblico-privato. Con un comparto dei servizi al turismo in crescita (a Fermo +4,4%, in provincia +8,5%), in controtendenza rispetto all’andamento degli altri settori che ha determinato una consistente perdita di imprese dal 2009 al 2017, il tessuto produttivo potrebbe giocarsi una carta vincente: si fa specifico riferimento a categorie come la moda, l’artigianato artistico, l’agroalimentare che, esempi alla mano, potrebbero integrare il proprio flusso economico dal 10 al 30% all’anno. Come? Con l’attivazione di esperienze nella propria azienda: un vero e proprio servizio in più, da mettere a sistema e comunicare nel modo giusto. “Non esiste una contrapposizione tra la filiera tradizionale e il turismo esperienziale – ha spiegato il responsabile nazionale di CNA Turismo e Commercio Cristiano Tomei – piuttosto è necessario comprendere che il concetto stesso di vacanza è cambiato. Oggi parliamo di viaggiatori alla scoperta delle identità territoriali, non di semplici turisti”. Rispondere a questa nuova esigenza è possibile proponendo le “esperienze”, con le quali i visitatori possano interagire e conoscere da vicino il prodotto, apprezzandone la storia e il territorio in cui nasce, vivendolo a 360 gradi: “E’ per questo – ha annunciato Tomei – che CNA presenterà un disegno di legge per il riconoscimento della figura di operatore turistico esperienziale, dedicato a queste nuove forme di attività turistica, in grado di garantire il rispetto delle regole e tutelare sia le aziende che i visitatori”.

Le imprese agricole attive nelle province del cratere sismico sono diminuite di quasi il 5% rispetto a prima del terremoto. In due anni si è perso il 6% del Pil agricolo con un conto di ben 140 milioni e fanno fatica a resistere anche i 247 agriturismi nelle province di Macerata, Fermo e Ascoli. È quanto stima Coldiretti a pochi giorni dall’anniversario delle scosse di ottobre che ampliarono l’area dei danni spostandola verso nord rispetto alla prima terribile di agosto. Era il 26 ottobre 2016 quando due terremoti con epicentro Castelsantangelo sul Nera e Ussita tornarono a colpire. In un ritorno alla normalità ancora lontano, tra difficoltà abitative e lungaggini burocratiche della ricostruzione, la ripresa è legata alla tenacia delle popolazioni che non si arrendono. “Mentre continua il rimpallo di responsabilità tra chi ha il dovere e il potere di rendere attuabile un piano di ricostruzione, lo stato di emergenza non è ancora stato superato a due anni di distanza

Turismo in crescita

5% in meno di aziende agricole a due anni dal sisma

dal sisma – denuncia da Coldiretti Marche la presidente Maria Letizia Gardoni - Una situazione inaccettabile che sta dimostrando inefficienza e ingiustizia nei confronti dei tanti allevatori ed agricoltori che sono rimasti in quei luoghi, nonostante tutto. Pur di non abbandonare i loro terreni, il loro bestiame, il loro comune, continuano a portare avanti le loro attività in condizioni di disagio e incertezza. La sopravvivenza e la rinascita di quei territori, così importanti non solo per la nostra regione ma per tutto il Paese, dipende esclusivamente dalla resistenza degli imprenditori agricoli che in questi anni ne sono stati i veri custodi e ambasciatori. Finché non si ha reale percezione di questo, difficilmente si riuscirà a risolvere il problema. Che la politica e l’amministrazione burocratica capiscano, in fretta anche se si è già in ritardo, che la straordinarietà di questo tragico evento non può essere affrontata con l’ordinarietà delle procedure”.

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9 novembre 2018

Economia/News Fermano/Assorbita dalla Camera unica regionale Marche/Boom nel Fermano

Chiude la Camera di Commercio di Fermo

Lo scorso 30 ottobre la Camera di Commercio di Fermo ha “chiuso i battenti”: l’Ente, cosi come voluto dalla riforma è stato assorbito dalla Camera unica regionale. Quale ultimo atto ufficiale il presidente Graziano Di Battista ha voluto attorno a se dipendenti e collaboratori per ringraziarli di quanto fatto negli anni a favore della stessa Camera e delle circa 20.000 aziende del Fermano. Il presidente ha ripercorso tutti i passaggi, partendo dalla costituzione della Camera “Creata con il supporto e l’aiuto di tutti, dalle Associazioni di categoria, passando attraverso le Istituzioni, i Comuni, le facoltà Universitarie fino alle scuole. Grazie a loro e al supporto delle forze dell’ordine siamo riusciti a garantite al territorio iniziative di sviluppo e quanto era nelle nostre possibilità. A tutti va un grazie di cuore, perché hanno contribuito negli anni a fare della nostra camera un preciso punto di riferimento per l’economia del territorio”. “Ora non sono più presidente della Camera di Commercio di Fermo – ha concluso Di Battista - ma sono convinto che chi continuerà a rappresentare questo territorio, nella Camera Unica regionale, (Andrea Santori e Luca Soricetti, con il primo che dovrebbe essere anche membro della Giunta, ndr), sapranno testimoniare le capacità e di conseguenza le necessità del territorio, a partite dal distretto della moda, a quello dell’agroalimentare al turismo che fino a poche ore fa abbiamo gestito in maniera autonoma”.

Cresce il settore dell’usato Cresce il settore dell’usato nelle Marche con +1,2% per libri, mobili e vestiti negli ultimi cinque anni con 83 realtà attive e un +7,7% a livello nazionale rappresentato da 4.973 attività commerciali. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative - Uecoop Marche - su dati Camera di Commercio di Milano Lodi Monza in relazione alla generale tendenza di riduzione degli sprechi non solo alimentari e a un ritorno della moda del vintage. La provincia di Fermo registra un boom dell’usato con +20% nell’ultimo anno, seguita da Macerata +6,3%, mentre Pesaro e Urbino subisce un calo del -9,7%, seguita da Ancona -8,75% e da Ascoli Piceno -8,3%. A livello regionale – sottolinea Uecoop - si registra una crescita di attività del riciclo e dell’usato dove opera anche il mondo della cooperazione, specie quella sociale. Dai libri scolastici ai mobili per la casa, dai vestiti alle posate fino agli elettrodomestici il mercato del riuso a prezzi scontati coinvolge i principali centri urbani italiani. Si è creato – spiega Uecoop Marche – un vero e proprio mercato paral-

lelo a quello del nuovo dove, per le più svariate ragioni, dal desiderio di liberarsi di cose non più utilizzate o che non si possono portare in un trasloco, si realizzano anche cifre minime che possono essere una piccola entrata straordinaria per il bilancio domestico. Ma non si tratta solo di “tesori da cantina” – sottolinea Uecoop Marche – ci sono anche realtà cooperative che riescono a valorizzare materiali di scarto dell’industria e della logistica come ad esempio i pallet di legno trasformandoli in mobili e sedie. A livello nazionale in 1 caso su 3 il riciclo dell’usato riguarda attività al centro sud Italia anche se le regioni più attive in assoluto sul fronte del vintage sono la Lombardia con 829 attività, la Toscana con 620 e il Lazio con 548. Mentre un vero e proprio boom si registra in Puglia con +39,2%, in Abruzzo +19,2%, Molise +18,2%. In genere – spiega Uecoop Marche – gli oggetti vengono consegnati in conto vendita a un prezzo concordato che viene poi diviso fra proprietario e venditore. A volte invece è lo stesso negozio dell’usato che acquista direttamente e poi rivende.

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Terra Nostra/News Valdaso/Dai ponti fantasma alla rotatoria a Pedaso

Viabilità in Valdaso, lo stato dell’arte e le prospettive Nel territorio della Valdaso, si pensa al futuro, puntando sulla viabilità. In vista di nuovi imminenti progetti, non si può prescindere dagli errori di un passato recente, dai quali prendere spunto per fare meglio. L’esperienza del ponte di Rubbianello, crollato nel dicembre 2013 e mai ricostruito, deve essere un monito per scelte più lungimiranti da fare in futuro, per non mettere in ginocchio un territorio intero. Ancor più adesso, con il nuovo Presidente Provincia di Ascoli Piceno, Sergio Fabiani, che ha sostituito l’uscente Paolo D’Erasmo. Il ponte sul fiume Aso, metteva in collegamento Montefiore con Rubbianello, due zone che rappresentavano una comunità unica, la quale oltre al ponte, portato via da una piena in un giorno di maltempo, si è vista crollare anche le certezze economiche legate al flusso di persone che avevano reso floride le attività commerciali in zona. Venendo meno il ponte, si è spostato per forza di cose anche il traffico, costretto a fare un’altra deviazione e ad allungare il percorso per raggiungere l’altra sponda dell’Aso, vale a dire clienti persi per la maggior parte dei commercianti di Rubbianello che di quel transito vivevano. La ricostruzione del ponte, collocato a metà tra le due province di Ascoli e Fermo, ha subito un iter burocratico a dir poco complicato. Nonostante il finanziamento per la ricostruzione fosse arrivato

con i lavori che sarebbero dovuti partire nel 2015, gli ostacoli non sono mancati. Prima il vincolo storico posto sulle campate da parte della Soprintendenza, poi le ulteriori piene che oltre ad aver peggiorato lo stato già precario delle campate rimaste in piedi, hanno richiesto inevitabilmente varianti al progetto iniziale, non da ultimo i lavori di sminamento. Dopo l’ennesimo stallo, a una settimana dal rinnovo della presidenza dell’ente provinciale ascolano, pare che si sia arrivati ad un accordo tra ente e ditta incaricata dei lavori che ha provveduto a portare i mezzi sul cantiere per eseguire il quarto ordine dei lavori, predisponendo la messa in sicurezza nella zona ma, tanto per essere chiari, quando e se il ponte verrà ricostruito, questo non è dato saperlo. Dell’importanza di un collegamento, per quanto breve ma determinante per le sorti di due comunità vicine, ne sanno qualcosa Altidona e la vicina Pedaso. Finalmente, il collegamento intercomunale sarà possibile grazie al bando al quale i due comuni hanno partecipato, presentando un progetto per il quale Altidona è capofila. Al via il progetto esecutivo, per un importo di 365 mila euro, i lavori sono stati consegnati in data 15 ottobre e nelle prossime settimane la ditta Mannocchi, responsabile della realizzazione, dovrebbe depositare il primo dei cinque piloni che sosterranno l’infrastruttura. Il ponte, non solo va a collegare

Fermo/Iniziativa della scuola primaria “Sapienza”

I racconti che uniscono

Nell’ambito della settimana “Libriamoci”, la scuola primaria “Sapienza” di Fermo ha organizzato letture e scambi tra classi su miti, leggende e storie fantastiche, attività che sta proseguendo con laboratori e letture animate a classi aperte. Il progetto, oltre a voler promuovere la lettura, vuole essere anche progetto di accoglienza e di inclusione. Le finalità che lo ispirano nascono dalla volontà di aprirsi alle esigenze di una scuola multiculturale per contribuire ad una piena integrazione degli alunni stranieri nella nostra società passando attraverso il coinvolgimento delle famiglie. Il 25 ottobre scorso sono andati in scena i genitori stranieri degli alunni leggendo nella loro lingua madre miti, leggende e storie fantastiche. Macedone, arabo, russo, inglese, tedesco, spagnolo e naturalmente italiano, le lingue nelle quali i genitori hanno letto bellissimi racconti agli alunni, dai famosi Masha e Orso appartenenti alla tradizione russa, alla favola araba del cammello e la formica, creando atmosfere davvero suggestive. A conclusione alunni, genitori e docenti hanno cantato insieme l’inno nazionale italiano e accompagnato una mamma, cantante lirica di professione, nell’esecuzione di due canti appartenenti alla tradizione popolare russa e del Kazakistan. Una mattinata di festa, nel segno dell’amicizia e dell’integrazione, con i piccoli studenti curiosi e attenti che hanno partecipato facendo domande ai genitori-lettori, entusiasmandosi per le diverse lingue ascoltate, gli accenti, le espressioni, le storie, molte delle quali mai ascoltate prima. Soddisfazione è stata espressa dal dirigente scolastico Marinella Corallini, presente all’evento, e da tutti i docenti della scuola primaria.

due paesi limitrofi che hanno già messo sul tavolo importanti progetti comunali di pista ciclabile ma s’inserisce nel macroprogramma della Ciclovia Adriatica. Si tratta di un’opera a basso impatto ambientale, ad una sola corsia larga 3 metri, le 5 campate saranno parallele e coincidenti con le campate del ponte ferroviario. Si andrà così a risolvere una problematica legata alla sicurezza non indifferente, considerando l’afflusso di pedoni che per raggiungere i due centri, sono costretti a percorrere la strada statale, trafficata e pericolosa soprattutto all’altezza degli imbocchi autostradali. Anche per questo, visto il traffico congestionato della scorsa estate subito in seguito all’incendio all’interno della galleria Castello di Grottammare che ha finito per coinvolgere anche la viabilità ordinaria, Pedaso ha deciso di rimettere in discussione la criticità dello svincolo. Ci sarebbe già un progetto preliminare per la realizzazione di una rotatoria sulla SS16 all’ingresso della A 14 che prevederebbe l’eliminazione del cavalcavia da sostituire con una rotatoria a raso. Nel progetto sono previste quattro ingressi/uscite, di cui una di accesso all’area commerciale che andrebbe a svilupparsi in una zona adiacente allo svincolo. Il progetto è già stato presentato in passato durante un precedente mandato, dal sindaco di Pedaso Berdini che ha ufficializzato la richiesta ed è in attesa dell’avallo da parte dell’Anas. (Serena Murri)

Fermano/Risultati di un voto che non appassiona

Provincia, maggioranza per la Canigola

Tra conferme e delusioni, come in qualsiasi tornata elettorale che si rispetti, il Consiglio provinciale di Fermo ha un nuovo assetto. Dal voto del 31 ottobre la presidente Moira Canigola porta a casa 5 consiglieri, nonostante il sogno del Partito Democratico (infrantosi sui numeri) di raggiungere quota 6, anche per alcuni roboanti tradimenti interni. Per “Progetto Provincia”, l’aggregazione fortemente voluta dal sindaco di Fermo Paolo Calcinaro e dal commissario provinciale della Lega Mauro Lucentini, 4 i seggi conquistati. Un ottimo risultato, soprattutto per il neo consigliere Gastone Gismondi, ma che non crea le condizioni per rendere meno stabili gli ultimi due anni di mandato della stessa Canigola. Perché a prendersi l’ultimo e determinante posto disponibile è stata la lista “Il Fermano prima di tutto”, targata Forza Italia. Fuori dai giochi, ancora una volta la sinistra, condizionata anche dalla scarsissima rappresentanza nel territorio di sindaci e consiglieri. Il Consiglio provinciale che si insedierà a breve sarà così composto: “Intesa per la Provincia”: Stefano Pompozzi, Francesca Mandolesi, Aronne Perugini, Silvia Santini e Angelo Cossiri; “Progetto Provincia”: Gastone Gismondi, Eleonora Luciani, Cristian Falzolgher e Alan Petrini; “Il Fermano prima di tutto”: Carlo Del Vecchio. Al voto hanno preso parte 372 elettori su 493, per una percentuale di poco superiore al 75%. I voti validi sono stati 367. Cinque le schede bianche e nulle. “Il risultato del voto finale del Consiglio provinciale - ha ricordato lo stesso ente - è il frutto del calcolo dei voti di preferenza unitamente a quello ponderale del peso demografico attribuito alle cinque fasce nelle quali sono stati raggruppati i Comuni, a seconda delle rispettive popolazioni”. Un meccanismo entrato in vigore con la riforma delle Province ma che, anche in questa occasione, ha generato molta discussione tra i cittadini, espropriati di un loro diritto (vale a dire eleggere direttamente i propri rappresentanti) e relegati a semplici spettatori. Tra le priorità del nuovo Consiglio, si spera, dovrà esserci proprio un’attività di pressione politica ed istituzionale per una rivisitazione del processo avviato dal Governo Renzi, che riporti il voto ad una dimensione “pubblica” e non a meri calcoli tra segretari di partito e amministratori locali. (a.b.)

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Terra Nostra/News Montegiorgio/Sopralluoghi gratuiti

Diamoci una scossa!

Dopo l’iniziativa del 30 settembre, che vedeva coinvolte diverse città italiane per le “Piazze della Prevenzione Sismica”, ora è volta di “Diamoci una scossa!”. Quest’ultima vede per un mese intero, quello di novembre, architetti e ingegneri volontari-coordinati dai rispettivi ordini territoriali - fare visite tecniche informative presso le abitazioni. Entrambi gli eventi rientrano in una campagna più ampia denominata “Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica” promossa oltre che dai Consigli Nazionali di Architetti e Ingegneri, dal Dipartimento della Protezione Civile, dalla Conferenza dei Rettori Università Italiane e della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica e dalla Fondazione Inarcassa. In Valtenna, Montegiorgio ha aderito a “Diamoci una scossa!”. “Il ruolo del Comune è quello di mettere in evidenza il programma di ‘Diamoci una scossa!’, dando il più possibile risalto all’iniziativa perché i privati ne vengano a conoscenza. I cittadini attraverso un modulo online possono fare richiesta per un sopralluogo gratuito, inserendo i propri dati e quelli relativi all’abitazione” spiega Michele Ortenzi, sindaco di Montegiorgio. La visita tecnica informativa può essere richiesta sia dal proprietario dell’immobile, che Dall’affittuario, dall’amministratore di condominio, da un mandatario di condomini da un titolare di diritto come un usufruttuario. Nel caso in cui siano presenti più unità abitative nello stabile, la domanda può provenire comunque da uno dei soli aventi diritto; mentre se queste sono più di nove solo l’Amministratore di condominio può farsene carico. Dopo aver compilato e inviato il modulo, la piattaforma verificherà poi la disponibilità dei professionisti nell’area e in seguito invierà un sms e un’e-mail con il nome dell’incaricato. Entro dieci giorni si verrà ricontattati. Una volta concordato l’appuntamento con il professionista che raccoglierà dati inerente all’immobile per una rilevazione statistica e successivamente darà al cittadino informazioni sui fattori di rischio che riguardano la sua casa. Queste possono riguardare, per esempio, la zona di edificazione, l’anno di costruzione e la tipologia di edificio. Inoltre, porterà a conoscenza dei presenti le agevolazioni disponibili per migliorare lo stabile, usufruendo di detrazioni fiscali fino all’85% delle spese sostenute. Per maggiori informazioni, si può visitare il sito www.giornataprevenzionesismica.it. (Silvia Ilari)

Il micro micro racconto di Sergio Soldani Il mattino tiepido In quel mattino tiepido di maggio, Irene era da poco uscita dal suo centro commerciale di Molfetta in Puglia, dove insieme alle sue colleghe Bettina e Gabriella era responsabile del reparto profumeria. Viveva in un grazioso monolocale, lasciatole dal suo defunto genitore Nicola, mancato abbastanza prematuramente: un dolore al quale non si era riuscita ancora a rassegnare, nonostante i dieci anni già passati. E dire che poteva vivere a casa della mamma con una sorella alla quale era affezionatissima, i due nipoti per i quali stravedeva e un bravissimo e molto educato cognato, che per ogni difficoltà le fosse accaduta si era mostrato efficiente e prezioso. Invece no, lei voleva vivere sola con una cagnolina bastarda di media taglia alla quale aveva affibbiato il nomignolo Molly, dal pelo bianco e nero. La giornata era meravigliosa, sebbene ventosa di un vento carezzevole però, mentre i prati di questa terra di Puglia regalavano agli occhi uno spettacolo di raro fascino e di reale incanto, dopo più di un mese di primavera piena. Entrata nell’appartamento si distese sul suo divano, mèta delle sue riflessioni e meditazioni e ripensò al grande amore della sua vota: Francesco. Lo aveva conosciuto a diciassette anni appena assunta al lavoro che tuttora svolgeva, ora lei di anni ne aveva compiuti da poco trentadue, in quei tempi la crisi nella nostra Nazione non aveva colpito crudelmente la maggior parte della popolazione, si vivevano ancora anni di un certo benessere, anche nel meridione dove, per esempio, le assicurazioni auto venivano regolarmente pagate e il grande amore di Irene era un agente molto prolifico, selezionato più volte per delle importanti riunioni gestionali a Bari. Poi arrivò l’enorme crisi economica che stiamo vivendo, tanto da sembrare inesauribile e Francesco che le aveva promesso di sposarla, fu licenziato in tronco e fu costretto a ritornare dai suoi che lavoravano la campagna, in una frazione di Trani per sopravvivere appena, si vergognò di questo con lei e con un confuso bigliettino scritto tra le lacrime, le disse addio per sempre. Irene pensava quasi tutti i giorni a quell’amore vero ma perduto… Quando all’improvviso, si era arrivati alle 13,30 del mattino, senti il campanello della porta di casa suonare per tre volte. Vagamente incuriosita, ma senza eccesso di entusiasmo, andò ad aprire e davanti a lei comparì Francesco, tale e quale a come lo ricordava, soltanto con qualche capello bianco in più! Rimasta completamente senza parole, lui subito cominciò a dirle: “Dopo anni di umiliazioni sono tornato ed esclusivamente per te, ho trovato grazie all’amico di famiglia Cavalier Riccardo Meloni, un posto di lavoro proprio nel tuo centro commerciale, al banco carni; mi permettono sei mesi di prova poi, secondo il mio rendimento e il loro giudizio, avrò una regolare assunzione….Irene non c’è stato un attimo di questi spietati e lunghi anni che io non pensassi a te!”. Lei con gli occhi colmi di lacrime di gioia a fatica rispose: “Io sapevo che quello che sta accadendo ora succede esclusivamente nelle favole però questa è la realtà e sta capitando a me, a noi!” Lui stendendola dolcemente sul divano rosso le sussurrò: tesoro immenso della mia vita, quando c’è l’amore, nonostante le molte sofferenze, tutto ciò che è buono può accadere ma deve essere amore vero!”.

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Cultura/News La De.c.o. del mese a cura di “Chi Mangia la Foglia!” Galantina di Grottazzolina De.c.o. Note informative De.c.o. a cura del Presidente Noris Rocchi L’etimologia ci riporta al basso latino che indica la radice “gal” che si ritrova nel tedesco gallert gelato, gelo, gelare e quindi galantina. Questo piatto, ovviamente freddo, costituito da carne di pollo farcito, ma anche, di cappone, di anitra o tacchina, ed altre carni, servito per lo più con gelatina, è presente come tradizione vuole nel menù del pranzo di Natale dove veniva preparato con il cappone, ed anche in quello di Pasqua, inoltre nella Pentecoste con la gallina o il pollo. La ricordiamo chiaramente come portata di riferimento nei menù di matrimoni, comunioni e ricorrenze, servito come piatto importante ed accompagnato spesso con erbe di stagione. Si tratta di una portata sempre servita nei menu degli incontri gastronomici di rilevo. In queste occasioni la sua presenza non fa distinzione tra mense dei ricchi e quelle dei poveri, che si tratti di ricorrenza o cerimonia. Ingredienti e preparazione Ingredienti: gallina matura o pollo o cappone, di circa 1 kg; 1 etto di parmigiano grattugiato, 4 etti di carne magra di manzo macinata, 2 etti di carne magra di maiale macinata, 1 etto di carni varie compreso il recupero del disossamento, 1 etto di prosciutto grasso e magro a pezzetti, 2 etti di lingua salata, 4 uova crude, 4 uova sode, 50 grammi di pi-

stacchi, 2 carote e sedano tritati, 1 etto di olive verdi snocciolate e spezzettate, tartufo nero nel ripieno circa 40 grammi a fettine, spolverata di pepe bianco, lievissima noce moscata, e sale, ½ bicchiere di vino marsala. Per il brodo: 1 foglia di lauro, 1 chiodo di garofano, 1 pezzetto di cannella, tutti gli avanzi delle carni usate e del cappone ossa comprese, carota, sedano, cipolla. Procedimento: disossate il volatile da cortile, a parte preparate la farcia passando prima al tritacarne le carni manzo, maiale, lingua e di recupero, impastate insieme con il parmigiano grattugiato, le uova crude, il prosciutto tagliato a pezzi, i pistacchi, le carote tritate, le olive verdi snocciolate e spezzate, una spolverata di pepe bianco e noce moscata, sale q. b., tartufi a fettine 40 gr. circa, ½ bicchiere di vino marsala, amalgamando bene. Passate ora a farcire il cappone, sistematevi al centro un uovo sodo, sistemate i pezzi di carne più grandi con ordine compattate e richiudete bene la pelle cucendola con un filo di cotone bianco, avvolgendo e chiudendo stretto in telo bianco o rete alimentare idonea. Nel frattempo avrete messo a bollire 4 litri di acqua salata con 1 foglia di lauro, 1 chiodo di garofano, 1 pezzetto di cannella, Tutti gli avanzi delle carni usate e del cappone ossa comprese, carota, sedano, cipolla. Al primo bollore immergetevi la gallina e lasciate cuocere il tutto a fuoco lento per almeno 3 ore, schiumando quando è necessario. Una volta cotta la galantina va adagiata su di un piano rigido pos-

sibilmente pietra dove lasciarla raffreddare, per darle una forma ovale necessita di un peso sopra di circa 3 Kg. Un consiglio pratico per stabilire la quantità di farcitura per il volatile che dobbiamo approntare che ci viene dato dal cuoco Cesare Tirabasso, la regola pratica dice semplicemente che per ogni chilo di pennuto da imbottire servono 850 gr. di ripieno. Gelatina: lasciando ristringere il brodo di cottura della galantina, passandolo delle impurità in una fitta telina, aggiungendo e frullando 5 chiare di uovo riportando a bollore, possiamo preparare la gelatina con cui condire e servire la “galantina in bellavista” come da tradizione la gelatina può essere anche decorativa inglobando all’interno alcuni degli ingredienti utilizzati per la galantina ed altri nuovi utili alla decorazione per colore o per forma o anche per gusto. Note salutistiche a cura della dott.ssa Paola Palmieri La galantina è un piatto ricco di ingredienti, ma oggi ci concentriamo sui pistacchi: sono gustosi e colorati con ottime proprietà curative, soprattutto per il cuore. Sono ricchi di vitamina E che è una naturale protezione per il sistema cardiovascolare, soprattutto per i fumatori. I pistacchi contengono grassi monoinsaturi e polinsaturi che agiscono sul colesterolo cattivo (LDl). Grazie alla ricca presenza di fibre, unita alla composizione di grassi, i pistacchi controllano la glicemia postprandiale con un buon

aiuto nel diabete di tipo Alcuni studi recenti attribuiscono ai pistacchi un buon valore nell’attività di prevenzione per i tumori, soprattutto al seno. Note dietetiche a cura della dott.ssa Maria Preziosa Del Papa La Galantina di Grottazzolina, una vera “soppressata di proteine” e una vera armonia equilibrata di nutrienti! Il tutto corroborato da spezie (pepe-noce moscata-chiodi di garofano-cannella) ricche di antiossidanti. Che dire, poi, dei pistacchi e del tartufo che apportano una buona dose di zinco (*) che rafforza il nostro sistema immunitario e vi pare niente di” questi tempi”. Quindi ci troviamo di fronte ad una notevole pietanza. Il problema è nel non eccedere come porzione, cosa facile a causa dei profumi ammalianti che si sprigionano dalla galantina e ci inducono a consumarne di più. Ma la vera prerogativa, si diceva, è la concentrazione di proteine animali accompagnate da grassi in giuste proporzioni tra loro (saturi/insaturi) come i canoni della dietetica raccomandano. In particolar modo mi preme sottolineare la presenza nelle carni di pollame di “acido linoleico”, un componente dei grassi interessante, ad esempio, per la crescita dei lattanti. (*) Banca Dati composizione Alimenti I.E.O./98

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Cultura/News Fermo/Avviato l’anno accedemico

Conservatorio in crescita ma c’è tanto da fare I numeri parlano chiaro: il Conservatorio di Musica “G.B.Pergolesi” di Fermo sta crescendo e questo è un gran bene per tutta la città e per il territorio che possono vantarsi di un istituto di prim’ordine nel panorama nazionale. “Siamo passati da i 156 esaminandi del 2013/14 ai 262 di quest’anno accademico – spiega Carlo Verducci, presidente C.d.A. del Conservatorio -, di questi 209 hanno superato l’esame d’ammissione. Tra loro figurano studenti provenienti da varie parti del mondo, con un alto numero di cinesi. Fino a gennaio non avremo cifre ufficiali sugli iscritti, ma dovremmo agevolmente superare le cinquecento unità. E’questo un ottimo risultato, segno del fatto che il Conservatorio riesce ad attrarre grazie alla qualità dell’offerta didattica e alle tante iniziative, alle collaborazioni di alto livello culturale che stringiamo nel territorio ed oltre”. Purtroppo non sono tutte rose e fiori. “Il grande organo all’interno della Chiesa del Carmine non può essere utilizzato a causa dell’inagibilità dell’edificio e questo per noi è un grave problema vista l’importanza dell’organo per l’attività che viene svolta dai docenti. Stiamo cercando una nuova sistemazione”. Un’altra difficoltà riguarda il consiglio di amministrazione. “E’ un organo deliberante, quindi centrale nell’organizzazione del Conservatorio. Dev’essere composto da cinque persone - spiega Verducci - presidente, direttore, rappresentante dei docenti indicato dal consiglio accademico e ratificato dal ministero, rappresentante degli studenti indicato dalla consulta degli studenti e ratificato dal ministero ed esperto ministeriale. Attualmente non abbiamo questi ultimi tre componenti e così stando le cose non siamo in condizione di operare. In sostanza siamo bloccati dalla fine di agosto nonostante già ai primi di luglio abbiamo indicato al ministero rappresentante dei docenti e degli studenti. Ci avessero ratificato queste due figure, ora avremmo avuto quattro soggetti su cinque e avremmo potuto riunirci. Invece ad oggi non abbiamo avuto riscontri e non possiamo svolgere importanti attività, comprese le decisioni in materia finanziaria e per quanto riguarda il personale”. (a.s.)

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Fermo/Presentazione di libri in Biblioteca

È tempo di “Letture Fermane” “Letture Fermane” è il titolo dell’iniziativa di presentazione di quattro volumi curata dalla casa editrice “Andrea Livi editore” e dalla Biblioteca civica “Romolo Spezioli” di Fermo. Giovedì 8 novembre si parlerà di “Emancipazione delle donne nelle Marche del sud – Lavoratrici, monache e migranti fra ‘700 e primi del ‘900”, libro di Olimpia Gobbi. Il 15 novembre sarà la volta di “Giardini di agrumi sull’Adriatico – Distribuzione territoriale e soluzioni architettoniche”, di Keoma Ambrogio. Giovedì 22 novembre Elena Pisuttu presenterà il volume “Storia di una donna libera: vita, pensiero e poetica

di Joyce Lussu”. Ultimo appuntamento della rassegna il 29 novembre con “Pellegrini e pellegrinaggi dalle Marche meridionali – Gerusalemme, Santiago de Compostela, Assisi, San Michele al Gargano, Roma, Loreto” di Luigi Girolami. Gli incontri si terranno alle ore 17,30 presso la Sala di lettura della Biblioteca civica “Romolo Spezioli”, in Piazza del Popolo a Fermo. Per l’occasione i libri saranno in vendita ad un prezzo speciale. Ricorrendo il trentesimo anno di attività della casa editrice, sarà offerto un omaggio a tutti gli intervenuti. info@andrealivieditore.it biblioteca.centrale@comune.fermo.it

Breve Monterubbiano Mostra per la Grande Guerra e per la C.R.I. A Monterubbiano si celebra la ricorrenza dei Cento anni della fine del primo conflitto mondiale. Tra le varie altre iniziative spicca la mostra fotografica, documentaria e di cimeli che prova ad illustrare gli aspetti paesani salienti della Grande Guerra, come i personaggi coinvolti, i Caduti con i loro ritratti, la storia della lapide alla fine del conflitto e la nascita della locale Associazione dei Combattenti e Reduci. In una seconda parte mostra il ruolo della Croce Rossa Italiana, la rinascita del Sottocomitato di Fermo per merito del suo presidente il Conte Ernesto Garulli. La mostra, curata da Walter Scotucci, è allestita fino al 6 gennaio presso il Polo Museale San Francesco.



9 novembre 2018

Cartellone/News Teatro Montegiorgio

Si apre la stagione dell’Alaleona caratterizzata da un ricco cartellone e spettacoli per tutti i gusti “Coscienze” è il tema della Stagione 2018/2019 del Teatro Alaleona di Montegiorgio, promossa e realizzata dall’Amministrazione comunale. Scopo del Teatro in generale, e in particolare da chi propone questo immancabile appuntamento culturale, non è solamente mettere in scena opere e vicende antiche o moderne, ma anche e soprattutto dare al pubblico momenti e spunti di riflessione e confronto sui temi attuali della nostra società. Spazio quindi alle vicende delle coscienze che uniscono i protagonisti che si avvicenderanno sul palcoscenico. La stagione di prosa prevede cinque appuntamenti da dicembre a marzo, con quattro esclusive regionali. Si parte con il gradito ritorno di Alessandro Bergonzoni che, domenica 2 dicembre alle ore 21, presenterà all’Alaleona il suo nuovo spettacolo: “Trascendi e Sali”. Il nuovo anno si aprirà con lo spettacolo “After miss Julie”, trasposizione moderna di Patrick Marber, drammatica e seduttiva del classico di Strindberg, costruita attorno alla figura di Miss Julie, nata e cresciuta in una famiglia dell’alta società inglese. Ad interpretarla, venerdì 4 gennaio, Gabriella Pession protagonista insieme a Lino Guanciale, nuovo beniamino della fiction TV. La stagione montegiorgese proseguirà il 24 gennaio con un testo di Budd Schulberg, ovvero “Fronte del porto”. Alessandro Gassmann dirige Daniele Russo e altri 11 attori in una riscrittura, tratta dal celebre film del 1954 vincitore di 8 premi Oscar, in cui Enrico Ianniello fonde le suggestioni del testo originale con quelle dei poliziotteschi napoletani degli anni ‘80. Lunedì 11 febbraio il Teatro Alaleona ospiterà per la prima volta la travolgente Maria Amelia Monti, protagonista di un adattamento teatrale, firmato da Edoardo Erba, delle celebri vicende di Miss Marple. La più famosa detective di Agatha Christie, sale per la prima volta su un palcoscenico in Italia. La stagione di prosa si chiuderà il 4 marzo con un appuntamento dedicato ad un altro drammaturgo anglosassone, ovvero David Mamet. Luca Barbareschi dirige e interpreta “Il penitente” con Lunetta Savino. Una tragedia moderna, un dilemma morale. Quest’anno gli abbonati potranno usufruire di uno spettacolo opzionale, realizzato dalla Compagnia della Marca e Legambiente: “Aprite i vostri occhi”, di e con Roberto Rossetti

(venerdì 1 febbraio), è in linea con il progetto della stagione di prosa, una riscoperta della coscienza e dell’identità. Particolarmente interessante e ricca è anche la Stagione operistica, con titoli importanti quali Il barbiere di Siviglia (26 gennaio), Rigoletto (16 febbraio) e La cavalleria rusticana (17 marzo) che sicuramente saranno apprezzati dagli amanti del bel canto. Completa il ricco cartellone di eventi ospitati al Teatro Alaleona la Stagione per ragazzi che si compone di

quattro titoli, con produzioni provenienti da diverse regioni d’Italia che spaziano dal teatro d’attore a pupazzi e figure animate e teatro d’ombre. Il primo spettacolo, di spirito natalizio, sarà “Il tenace soldatino di stagno”, in programma sabato 8 dicembre alle 17,15. Inoltre, come tradizione, la programmazione del Teatro Alaleona ospiterà molti eventi di associazioni e compagnie locali. Tra questi l’immancabile “Montejorgio Cacionà”, spettacolo di folklore, musica e poesia, che verrà presentato a marzo con ben

quattro rappresentazioni: il 23 alle ore 21,15, il 24 alle 17, il 30 alle 21,15 e il 31 alle 17. Sabato 10 (ore 17/19,30), domenica 11 e lunedì 12 novembre (ore 10/13) sarà possibile rinnovare i vecchi abbonamenti di prosa e musica presso la biglietteria del Teatro Alaleona; i nuovi abbonamenti potranno essere sottoscritti sabato 17 novembre dalle ore 17 alle 19,30 e lunedì 19 novembre dalle 10 alle 13. La prevendita dei biglietti inizierà martedì 20 novembre presso tutti i punti vendita ciaotickets.

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Cartellone/News Teatro Porto San Giorgio

Al via la Stagione del Teatro Comunale, spettacoli di vario genere per soddisfare un pubblico variegato Il Comune di Porto San Giorgio presenta il cartellone della Stagione teatrale. Sei gli spettacoli della prosa (uno in più rispetto allo scorso anno), cinque della rassegna contemporanea Sottopassaggi. E poi concerti in collaborazione con Tam, la 22^ edizione del teatro per ragazzi, la rassegna dialettale e gli appuntamenti fuori programma. Gli appuntamenti salienti sono stati illustrati dall’assessore alla Cultura Elisabetta Baldassarri e dal direttore dell’Amat Gilberto Santini alla presenza del sindaco Nicola Loira, Marco Renzi (Teatro per ragazzi), Stefano Tosoni (Proscenio) e Corrado Bruni (Pro Loco). “Il teatro ha registrato lo scorso anno un elevato numero di aperture, ben 158. Vorremmo anticipare i tempi della comunicazione per accrescere il numero degli abbonamenti” ha detto Baldassarri, mentre Santini valuta “Eclettica e frizzante la programmazione, consolidata e proiettata verso il nuovo”. Per il sindaco “si è riusciti a costruire in questi anni stagioni importanti e coinvolgenti, che hanno ridato lustro all’offerta culturale della nostra città. La crescita di spettatori è indice che la programmazione ha incontrato i favori di un pubblico ampio e variegato”. Il 27 ottobre è partita la stagione concertistica con un omaggio a Debussy con l’accademia Malibran. Seguono il concerto gospel del 1 gennaio 2019, gli Avion Travel (28 febbraio), Cristina Donà e Ginevra Di Marco a marzo. Il 24 novembre via alla prosa: apertura con La Compagnia della Marca in «Salvatore Giuliano»,

il musical di Dino Scuderi messo in scena per la regia di Roberto Rossetti. La vicenda personale del bandito siciliano si intreccia con le vicende della del dopoguerra – la nascita di alleanze sociali e i nuovi equilibri politici – che hanno caratterizzato la storia recente del nostro Paese. Sabato 15 dicembre arriva in anteprima “In nome del padre”, nuovo spettacolo di Mario Perrotta scritto da Perrotta con la consulenza di Massimo Recalcati. Uno dei narratori più intensi della seconda generazione, in questo primo capitolo di una trilogia dedicata ai padri, indaga e si confronta con la mutazione delle famiglie al tempo dei millennials e quanto resta ora di universale ed eterno. Venerdì 25 gennaio è la volta della danza con “R.OSA. 10 esercizi per nuovi virtuosismi” di Silvia Gribaudi. Interpretata da Claudia Marsicano (Premio UBU 2017 Migliore attrice/performer Under 35), straordinaria danzatrice taglia XL, la performance porta in scena con ironia l’espressione del corpo, della donna e del suo ruolo sociale ispirandosi alle immagini di Botero, a Jane Fonda, alle idee di “successo” e “prestazione”. Domenica 3 febbraio Edoardo Leo è protagonista delle letture semiserie di “Ti racconto una storia”. Benni, Calvino, Eco, testi originali, articoli di giornale, aneddoti e appunti raccolti in vent’anni compongono una riflessione su comicità e poesia suggerendo che, in fondo, potrebbero non essere così lontane.

Teatro Fermo

C’è “Il padre” per la stagione di prosa del Teatro dell’Aquila Secondo appuntamento per la stagione di prosa del Teatro dell’Aquila di Fermo. Dopo il successo di Arturo Brachetti con “Solo”, nel Massimo cittadino arrivano Alessandro Haber e Lucrezia Lante Della Rovere che portano in scena la pièce “Il padre” di Florian Zeller, regia di Piero Maccarinelli. La sapiente penna di Zeller riesce a descrivere una situazione che, seppur tragica, viene affrontata con leggerezza e con amara e pungente ironia. Appuntamento i prossimi 28 e 29 novembre alle ore 21. Tel. 0734.284295

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Sabato 16 febbraio Francesca Reggiani. propone il nuovo e spumeggiante “D.O.C. Donne d’Origine Controllata”. In un palcoscenico affollato di personaggi, nell’one-woman-show la comica propone una fotografia dell’Italia di oggi alle prese con i paradigmi, le tendenze, le mode e le (sempre meno autorevoli) opinioni a cui siamo ormai abituati. Anna Galiena, Debora Caprioglio, Caterina Murino e Paola Gassman chiudono il programma venerdì 1 marzo con la commedia “Otto donne e un mistero” di Robert Thomas per la regia di Guglielmo Ferro. È della donna, fra le affascinanti otto in casa, che ha pugnalato Marcel e tagliato i fili del telefono, trasformando la bella casa in una prigione di paura il profumo che aleggia in questa perfetta notte di Natale? Thriller dall’ingranaggio perfetto la commedia seduce e tiene con il fiato sospeso lo spettatore, dosando con maestria la comicità noir d’oltralpe. Cinque gli appuntamenti di Sottopassaggi: sabato 12 gennaio “I treni della felicità”, venerdì 22 febbraio “La sposa del vento”, venerdì 15 marzo “Sasso, carta, forbice”, venerdì 29 marzo “Yellow racket” e venerdì 12 aprile “Play time”. Domenica 18 novembre l’inizio della stagione per ragazzi, sette date a partire da “Cappuccetto e la nonna” con la possibilità per le famiglie di sottoscrivere abbonamenti a prezzo agevolato. Inizio spettacoli ore 21,15, domenica 3 febbraio ore 17,30.

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Cartellone/News Teatro Belmonte Piceno

Inaugurato il Festival BAT, una rassegna senza precedenti per i piccoli Comuni “Cartellone super, un miracolo portare tanti ospiti illustri a Belmonte Piceno. Ancora una volta il gioco di squadra ha funzionato. Un grazie particolare al Comune, alla Camera di Commercio di Fermo e ai partner privati che sostengono il nostro progetto”. Manu Latini, fondatore e direttore artistico del Festival BAT (Belmonte ama il Teatro), giunto alla terza edizione, è molto soddisfatto nel presentare la rassegna che si svolgerà al teatro Don Bosco di Belmonte Piceno da novembre ad aprile. Otto appuntamenti: 7 in cartellone e un fuori abbonamento. Eventi di qualità dove si mescolano prosa, musica, lirica ed eventi culturali. “E’ con grande orgoglio ed emozione che presento la nuova stagione del teatro Don Bosco – aggiunge Latini –. Le componenti sono sempre le stesse: amore per il territorio, amicizia, passione. È un progetto nato tre anni fa con semplicità ed è cresciuto grazie al duro lavoro di tutto lo staff di Progetto Musical. Mettetevi comodi e godete di questo nuovo viaggio tra emozioni del cuore, musica, storia e autenticità

con artisti e personaggi di calibro nazionale. Ci sarà spazio per gli allievi del Conservatorio di Fermo che ringrazio per la preziosa collaborazione. E come dice qualcuno più famoso di me: forse il teatro non ti darà da vivere, ma ti farà vivere meglio”. Il Festival ha preso il via lo scorso 5 novembre con il grande Blas Roca Rey protagonista dello spettacolo “Vincent van Gogh, le lettere a Theo”. Sabato 17 novembre (ore 21.15) sarà la volta del poliedrico Vincenzo Di Bonaventura che metterà in scena “Il Contrabbasso”, celebre testo di Patrick Suskind. Lunedì 19 novembre (ore 21.15), ecco la serata fuori abbonamento (ingresso libero): Riccardo Cucchi, storica prima voce della radio italiana, presenterà il suo libro dal titolo “Radiogol, trentacinque anni di calcio minuto per minuto”. Cucchi sarà intervistato da Stefano Cesetti (caposervizio del Resto del Carlino); annunciati, inoltre, diversi ospiti. Sabato primo dicembre (ore 21.15) sarà la volta di Gianluca Marinangeli con “L’uomo del coniglio”, piéce

firmata da Ana Magnabosco. Mercoledì 12 dicembre (ore 21.15), altra serata speciale dal titolo “Tra Fede e Magia”: padre Gianfranco Priori, in arte Frate Mago, si racconta al giornalista Vincenzo Varagona (caposervizio della Rai). Una panoramica sui 40 anni di attività di Frate Mago che, con i suoi abili giochi di prestigio, ha incantato anche Papa Francesco. Ospite d’eccezione, il poliedrico attore Piero Massimo Macchini. Martedì primo gennaio (ore 16.30), una delle novità di BAT: il Concerto di Capodanno eseguito dal Quartetto d’archi Pergolesi del Conservatorio di Fermo. Domenica 27 gennaio (ore 17), momento di riflessione in occasione del Giorno della Memoria. In anteprima regionale, arriva a Belmonte Piceno lo spettacolo “Irena Sendler, la terza madre del ghetto di Varsavia” di e con Roberto Giordano e Federica Aiello. Giordano per primo in Italia ha studiato la storia di Irena Sendler che riuscì a salvare dai lager 2.500 bambini. Gran chiusura, venerdì 5 aprile (ore

21.15), con “La cambiale di matrimonio”, opera lirica firmata da Gioachino Rossini ed eseguita in forma di concerto dalle classi di canto del Conservatorio “Pergolesi” di Fermo. Proprio quest’anno, infatti, ricorre il 150° anniversario della morte del grande compositore pesarese. Teatro da 98 posti, la campagna abbonamenti ha fatto registrare su numeri da record. Per informazioni: tel. 339.3706029

Breve Porto San Giorgio

Pippi Calzelunghe a teatro Appuntamento il 2 dicembre, alle ore 17, al Teatro Comunale di Porto San Giorgio con “Domenica a Teatro”, la rassegna di teatro per ragazzi curata da Proscenio Teatro. Sul palco la Fondazione Aida di Verona porterà lo spettacolo “Pippi Calzelunghe” di Astrid LIndgren. Spettacolo adatto a bambini dai 4 anni in su. Tel. 0734.440348 – 440361 www.proscenioteatro.it


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Sabato 10 novembre dalle ore 10 alle 20, in Piazza del Popolo a Fermo, si terrà la manifestazione “Lo svuota cantine - dove trovare l’introvabile”. Iscrizioni per gli espositori fino a venerdì 9 novembre chiamando il numero 389.9613917

Musica classica

Musica classica

Fermo

Montegranaro

La Stagione Concertistica si ripresenta, puntuale, al pubblico degli appassionati per il 64° anno consecutivo. E come sempre ha al suo attivo numeri e caratteristiche straordinarie, confermandosi come una delle manifestazioni musicali più rilevanti in campo regionale. All’auditorium “Billè” gli appuntamenti cameristici (in attesa della Sala dei Ritratti del Palazzo dei Priori, inagibile dopo il terremoto), al Teatro dell’Aquila quelli sinfonici, sempre di domenica alle ore 17. Sette mesi di programmazione. Grandi artisti internazionali con punte di assoluta eccellenza, orchestre, affascinanti programmi. Un cartellone ricco, vario e accattivante predisposto dall’Assessorato alla Cultura del Comune in collaborazione con la Gioventù Musicale d’Italia, il Conservatorio di Musica “G.B.Pergolesi”, la FORM e l’apporto di altre realtà musicali. Dopo il successo dello scorso 4 novembre, quando il Teatro dell’Aquila ha accolto il grande violinista Uto Ughi, la Stagione continua domenica 11 novembre alle ore 17 all’auditorium Billè con l’esibizione di un giovane pianista marchigiano, vincitore del Concorso “Al chiaro di luna”, si tratta del diciassettenne Marco Ottaviani diplomato con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore. Ha già al suo attivo numerosi concerti ed ha ricevuto il premio Crescendo Firenze per la migliore esecuzione di un brano romantico. Nel marzo scorso ha vinto anche il prestigioso premio Schumann. Bellissimo, oltre che particolarmente impegnativo il programma che il giovane talento eseguirà a Fermo. La poderosa Sonata op.109 di Beethoven, la n.5 di Skrjabin e l’op. 9 di Schumann, lo straordinario Carnaval. Domenica 25 novembre (sempre alle 17 auditorium Billè) un altro giovane talento, stavolta alla fisarmonica, il ventunenne Lorenzo Albanese. Anche lui vincitore di una prestigiosa competizione come l’ “Amadeus Factory”, il primo talent dedicato alla Musica Calssica. Con la sua fisarmonica si è già esibito in vari Paesi europei (A Londra presso la Royal Academy, in Olanda, Finlandia…). Il programma che Lorenzo Albanese proporrà al pubblico fermano è particolarmente vario e accattivante. Partendo da Pachelbel, il concerto si snoda in vari ambiti della musica classica e romantica per concludere con un omaggio alle Marche e a Rossini con una travolgente trascrizione de “Largo al factotum” dal Barbiere di Siviglia.Tel. 347.6529970

Si inaugura la Stagione Concertistica di Montegranaro con due concerti d’eccezione: domenica 11 novembre, alle ore 17,15, al Teatro La Perla, si esibirà l’Alessandro Carbonare Clarinet Trio composto da Alessandro Carbonare (clarinetto/corno di bassetto), Perla Cormani (corno di bassetto), Luca Cipriano (corno di bassetto/ clarinetto basso). Il trio nasce nel 2016 da un’idea di Alessandro Carbonare, primo clarinetto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, solista internazionale e storico collaboratore di Claudio Abbado, accolta e condivisa dai clarinettisti Perla Cormani e Luca Cipriano. Questa formazione - tanto inconsueta quanto versatile - permette di spaziare liberamente all’interno di un repertorio vario e stimolante. Nel programma sono inserite musiche di W.A. Mozart, F.Poulenc, A.Corea, Nazareth, Gismonti. Domenica 2 dicembre, sempre alle ore 17,15, sarà la volta de “I Solisti di Santa Cecilia”, ossia Francesco Di Rosa (oboe)

Giovani talenti per la la Stagione musicale fermana

La Stagione Concertistica parte col botto

e Andrea Zucco (fagotto), con l’Orchestra Filarmonica Marchigiana. Francesco Di Rosa (foto) è considerato dal pubblico e dalla critica uno dei migliori oboisti nel panorama internazionale e ricopre attualmente il ruolo di primo oboe solista nell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Andrea Zucco, torinese, ha iniziato lo studio del fagotto a dieci anni. A soli 22 anni è Primo fagotto del Teatro dell’Opera di Roma e dal 2006 Primo fagotto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Tel. 0734.893350 – 338.4321643

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9 novembre 2018

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Sport/News

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Calcio/Ma Mister Flavio Destro predica calma ed umiltà

Da brutto anatroccolo a splendido cigno: la Fermana vola “Noi sappiamo bene quale deve essere il nostro cammino e che tipo di Campionato dobbiamo fare, quindi non cambia nulla in termini di obiettivi”. Giusto affermarlo, difficilissimo crederlo. Perché al momento di andare in stampa, la Fermana è prima in classifica. La prudenza di Mister Flavio Destro dunque, è un esercizio che parte da lontano: “Chi fa questo mestiere deve essere abituato a ricevere le critiche e gli elogi alla stessa maniera. Tutto deve essere gestito con equilibrio. L’equilibrio è una parola magica che deve esserci sempre. A volte manca perché trascinati dai momenti, dalle emozioni, ma non si può prescindere da esso. Ci sta che ci possano essere partite negative, come ci sta che ci possano essere partite al di sopra delle proprie possibili-

tà”. Ecco, appunto. Schiantare il Vicenza, vincere fra le mura amiche del Pordenone ed infilare un uno/due tremendo (in dieci uomini) al Teramo, sono imprese ritenute, un po’ per scaramanzia ed un po’ per fare sempre riferimento a quell’umiltà che è alla base di ogni successo, “al di sopra delle proprie possibilità”. L’ambiente però, guarda già oltre, anche se il tecnico di Rivoli non sente ragioni: “Sono passate solo poche giornate ed è presto per parlare di graduatoria. Ripeto, noi sappiamo quale deve essere il nostro campionato: dobbiamo essere sereni, ma anche concentrati rimanendo con i piedi per terra”. La Fermana però, non è più definibile come “sorpresa” del torneo. È una certezza assoluta: una squadra vera, di rango, capace di mandare

in corto circuito sia le fonti di gioco che i terminali offensivi delle avversarie di turno (canarini miglior difesa del torneo): “Il merito è tutto dei ragazzi: ho la fortuna di avere un gruppo che mi segue – prosegue Destro – ed a loro vanno i riconoscimenti per quanto sin ora fatto”. Tosta, compatta, unita, granitica la Fermana, squadra che ti fa giocare male. Capace di intasare le linee di passaggio a centrocampo ed abile ad alzare il muro quando la palla arriva sulla sua tre quarti per interrompere, inibendoli sistematicamente, trame e tentativi di sortite offensive di chi ha di fronte. In cuor suo, il timoniere di Rivoli tutto questo lo sa. Ma non lo dirà mai, anzi: “Il punto di forza della Fermana deve essere l’umiltà. Una qualità che ci deve servire per sacrificarci e affron-

Il centrocampista Manuel Giandonato

tare ogni gara. Poi non partiamo mai battuti o come vittime sacrificali”. I prossimi impegni della Fermana F.C.: domenica 11 novembre, ore 14,30, Rimini-Fermana; domenica 18 novembre, ore 14,30, Fermana-A.J. Fano; domenica 25 novembre, ore 14,30, Vis Pesaro-Fermana. Uberto Frenquellucci

Pallacanestro/Le parole del GM Alessandro Bolognesi

Poderosa inizio campionato sicuramente positivo La XL Extralight Poderosa Pallacanestro Montegranaro ha iniziato nel migliore dei modi la sua seconda stagione nel torneo di serie A2, riuscendo a conquistare 5 vittorie su 6 partite disputate nonostante un calendario sicuramente difficile, con il grande rammarico per la sconfitta interna arrivata nell’ultima giornata contro la Bakery Piacenza che è costata il primato. Finora sono arrivati dei successi abbastanza inattesi su dei parquet tradizionalmente ostici come Ravenna, Udine (indicata dagli addetti ai lavori come candidata alla massima serie) e Forlì, che hanno proiettato la squadra ottimamente allenata dell’esperto coach sangiorgese Cesare Pancotto per un mese in testa al campionato insieme alla storica Fortitudo Bologna, che il prossimo 18 novembre scenderà a Porto San Giorgio, mentre ora

i gialloblù sono al secondo posto solitario a quota 10 punti. Dal buon momento in casa gialloblù ne abbiamo parlato con uno dei maggiori artefici il giovane General Manager Alessandro Bolognesi (foto), a cui abbiamo chiesto se aveva previsto un inizio di stagione così: “Ovviamente no, soprattutto per il tipo di calendario che avevamo davanti. Iniziare con il derby casalingo contro Jesi non era facile, come non lo è stato. Poi avevamo trasferte molto insidiose con squadre di livello come Ravenna e soprattutto Udine e Forlì, che credo lotteranno fino in fondo per i primi quattro posti”. Con quale spirito state vivendo questo momento? “Dentro la società ovviamente si respira entusiasmo. I ragazzi, invece, li vedo molto tranquilli, ma anche consapevoli di ciò che stanno facendo. Sintomo di una sicurezza che lo staff tecnico è stato bravo a trasmettere loro. Anche se siamo consapevoli del nostro valore, quello che abbiamo fatto finora è assolutamente straordinario”. Parlare di singoli è scomodo in un momento del genere, nel quale tutti stanno dando il loro contributo. C’è qual-

cuno che ti ha sorpreso in modo particolare?: “Sorpreso no, perché se non avessimo creduto dall’inizio in tutti questi ragazzi, non li avremmo presi. Ma voglio citare due esempi: Palermo è stato fondamentale perché ha dato ordine, lucidità e solidità alle prestazioni della squadra in questo filotto. E poi Treier, perché dalla panchina sta dando un contributo incredibile, sfruttando a pieno la fiducia che gli sta dando il coach. Su Kaspar abbiamo creduto con un progetto pluriennale, ha qualità incredibili e per questo con il coach quest’estate abbiamo voluto prendere un centro vero come Simmons, per non intasare ulteriormente il ruolo di ala forte. Ha bisogno di spazio, ma soprattutto ha bisogno di poter sbagliare con tranquillità. E poi voglio citare capitan Amoroso. Lo stiamo vedendo in una veste meno usuale e sta dando un contributo incredibile non solo in attacco ma anche in difesa”. Quanto è stato importante coach Pancotto in questo grande avvio? “Cesare dà una serenità incredibile alla squadra e ne abbiamo avuto l’ulteriore riprova anche a Forlì, dove nonostante un approc-

cio negativo, finendo sotto di 11, è riuscito a trasmettere la sua calma ai ragazzi. Con lui abbiamo scelto di fare investimenti su giocatori che avessero forte voglia di rivalsa, dopo una stagione magari sfortunata e condizionata dagli infortuni. Questa fiducia, questa serenità che lui sa dare, si sta dimostrando un valore aggiunto imprescindibile”. Endrio Ubaldi

Brevi Montegiorgio

Il Palio dei Comuni parla francese Anche quest’anno si terrà a Montegiorgio, presso l’Ippodromo il Palio dei Comuni, giunto alla XXX edizione. La manifestazione ippica dedicata a “Lanfranco Mattii” e che ricalca i tornei cavallereschi medievali secondo la formula della sfida tra Comuni, si svolgerà il 18 novembre e rientra nell’ambito ufficiale delle corse al trotto. Un evento che, fin dalla prima edizione, ha visto una crescita continua richiamando Comuni dalle regioni vicine: Abruzzo, Umbria e Toscana e anche dall’estero con la partecipazione quest’anno di due Comuni francesi.



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