“Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza” - 0,42 E
Copia omaggio / anno XIII n.10 / ottobre 2012
L’intervista Filippa Lagerback Siamo in emergenza idrica?
La mia impresa per Gheddafi Dominique Malonga Gol d’ebano per Vicenza
Paralimpiadi un mese dopo
Non spegniamo
i riflettori
Gruppo Fimauto Autogemelli Concessionarie esclusive BMW e MINI per le provincie di Vicenza e Verona
Specialisti in Carrozzeria
“L’attenta e scrupolosa formazione del personale - spiega Dario Antoniazzi, Direttore After Sales Gruppo Fimauto Autogemelli -, l’adozione di strumenti tecnologici di ultima generazione, la cortesia e la puntualità, sono tutte peculiarità che contraddistinguono il Service del Gruppo Fimauto Autogemelli. Perché chi acquista BMW o MINI ha diritto ad un trattamento all’altezza del Marchio”.
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editoriale di Stefano Cotrozzi
sommario
Doppia vergogna Mensile d’informazione Registrazione del Tribunale di Vicenza n° 965 del 12-01-2000 - Editrice Millennium s.r.l. 40.000 copie certificate Direttore Responsabile Stefano Cotrozzi. Caporedattori Nicoletta Mai, Marta Massignan. Caporedattore sportivo Stefano Canola. Caporedattore economia Elisabetta Badiello. Redazione: Alessandra Groppo, Ilaria Boscardin, Alberto Faedo, Silvia Maculan. Editorialisti Lino Zonin, Alberto Fabris, Elisabetta Badiello, Gianfranco Sinico, Luisa Nicoli. Art director Alessandra Peretti. Grafico Amos Montagna. Stampa: Centro Stampa Editoriale Grisignano di Zocco (VI)
Redazione e Sede legale Piazza Campo Marzio, 12 - 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 450693 fax 0444 478247 e-mail: info@corrierevicentino.it Per la pubblicità: Alberto Faccin 335 5319350 Alex Bertacche 349 5183614 Aristide Crema 320 0522400 Federico Hanard 335 5293582 Monica Dall’Omo 340 6717242 © 2011 Le immagini ed i testi sono di proprietà riservata della rivista. Ne è vietata a tutti la riproduzione totale o parziale e l’uso pubblicitario in altra sede. L’editore è a disposizione dei proprietari dei diritti su eventuali immagini riprodotte, nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione. Questo giornale è stampato su carta certificata FSC. Il marchio FSC identifica i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.
La Jaguar era parcheggiata nel posto dedicato ai disabili. Nessun contrassegno visibile sul cruscotto. Cosa fare? Chiamare la Polizia per far spostare il mezzo sembrava una buona idea. I Vigili inseriscono la multa sotto il tergicristallo. In quel momento arriva il padrone dell’automobile. Strappa la multa dal vetro la getta sul sedile. Sposta la macchina inviperito e risale nel suo ufficio. L’invalido finalmente può parcheggiare. Quando torna dal suo giro l’amara sorpresa: i pneumatici sono stati bucati. Chi avrà mai fatto uno scherzo simile? Di fronte all’edificio ci sono gli uffici dell’Ater dotati di telecamere. Non è facile avere i filmati di quella giornata ma alla fine le Forze dell’ordine ci riescono. Le immagini non lasciano dubbi ecco il colpevole: nessun maggiordomo ma lo stesso presidente dell’Ater che guarda caso è anche il proprietario della Jaguar multata. Sembra una storia di pura fantasia e invece è accaduto realmente in quel di Lecco qualche settimana fa. Invece che nascondersi dalla vergogna alla vista dei Vigili che lo multavano, si è voluto vendicare con chi gli ha rubato il posto. Il presidente dice che non si dimette perché c’è gente che ha fatto peggio di lui, poi assicura che non si era mai accorto che quello fosse un parcheggio per disabili. Alla fine però, incalzato dallo scandalo, si dimette. E noi increduli a seguire la vicenda. Il suo è un caso estremo, ma quanti sono in Italia ad utilizzare falsi tagliandi o ad occupare abusivamente i posti per i disabili? Durante le Paralimpiadi abbiamo gioito con i disabili che mostravano con orgoglio il tricolore. Abbiamo scoperto emozioni nascoste seguendoli in televisione ma poi, appena il tempo di riporre le medaglie nei cassetti, ecco che tanti progetti sbandierati dalla politica sull’onda dell’emozione svaniscono. La nostra attenzione, almeno, rimanga viva perchè la civiltà di un popolo si vede anche da un parcheggio non occupato.
Inchiesta Riflettori sempre accesi
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L’INTERVISTA Filippa Lagerback
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focus Emergenza idrica?
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arzignano Signorin via dalla politica
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Nogarole Cento anni per il campanile
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Chiampo Chi di loro sarà il nuovo sindaco?
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Montecchio Una città per lo sport
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MONTORSO Un paese per ciclisti
LONIGO Centro diurno verso la rinascita?
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sarego Il futuro dell’asilo
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noventa Novità per il centro storico
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Barbarano Il genio dei numeri
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Mossano La mia impresa per Gheddafi
TIRO CON L’ARCO 60 Il 14enne Leonardo Biolo scocca la freccia tricolore SPORT AMATORIALI 61 Mountain bike e rugby, non solo passione
Made in vicenza
vipera con garbo
Grazie Londra e grazie atleti!
Puntualità: siamo pari
Andrea Stella *
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* Fondatore Onlus Lo Spirito di Stella
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uante volte è capitato di fissare un appuntamento e di dover aspettare qualcuno spazientiti, guardando ripetutamente l’ora con un senso di irritazione che talvolta comincia a montare, incontrollabile. Magari l’appuntamento è a pranzo. L’attesa ha l’aggravante che lo stomaco amplifica il senso di rabbia. Da principio il desiderio di cibo è un impercettibile languore, col passare dei minuti la cavità addominale comincia a contrarsi desolatamente vuota chiedendo soddisfazione. Quando invece l’appuntamento è del genere “amoroso”, un incontro cui riserviamo particolari aspettative, il ritardo si trasforma in un vero e proprio tormento. Assaliti da dubbi, incertezze e timori, passiamo in rassegna ogni giustificazione
o cercato un biglietto per andare ad assistere di persona alle Paralimpiadi di Londra, ma non l’ho trovato, avrei dovuto muovermi prima, era tutto esaurito da tempo. In televisione comunque, pur con i limiti delle televisioni a pagamento, l’offerta era alta, qualcuno dice pari a quella delle Olimpiadi. Queste Paralimpiadi sono state un vero successo, e non solo per Pistorius… Tanti i record superati e tante le storie raccontate, alla faccia di Villaggio, alla faccia della sua tristezza. In pista si sono visti grandi campioni che sono stati ammirati da tutti. Il cronometro, giudice imparziale, abbatte i limiti e i pregiudizi, finalmente. Ma le Paralimpiadi sono andate oltre lo sport. Londra è cambiata… Da sempre queste grandi manifestazioni sono un’ottima occasione per adeguare le città alle esigenze di tutti, ai rotellati e a chi non ci vede, rendendole più conosciute e più comode, migliori per le mamme con i passeggini, per gli anziani, per i bambini... E allora benvenute le Paralimpiadi! Londra è stato uno spartiacque, possiamo dire che c’è un preLondra e un post-Londra. Non dimentichiamole troppo in fretta, non spegniamo i riflettori su un cambiamento che è in atto, continuiamo ad abbattere barriere e a spostare l’asticella sempre un po’ più in alto. I limiti sono nella testa di chi li vede. Perciò da parte mia, grazie Londra, grazie atleti!
che mitighi l’irrequietezza. In quei momenti di attesa la mente innesca le ipotesi più insidiose sull’inesorabile passare dei minuti ma ogni pensiero si pacifica alla visione dell’amato. Se poi manchiamo a un appuntamento di lavoro le conseguenze potrebbero essere ben peggiori. Potremo perdere un’occasione o, nella migliore delle ipotesi, passare per non affidabili. Sebbene esista il ritardatario cronico, per il quale farsi attendere è la regola, sembra proprio non ci sia un ritardo “di genere”. Uomini e donne si fanno aspettare in egual misura, la parità è ormai raggiunta da tempo! Una cosa è certa però, la vita del puntuale è un inferno!
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Care mamme, quando avete perso la pazienza?
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Baldini, Cagni, Beghetto, Di Carlo, Murgita... Sapete cos’hanno in comune questi allenatori (e forse qualcun altro), oltre al fatto d’aver perso la panchina negli ultimi mesi o negli ultimi giorni? Poco tempo prima dell’esonero, sono stati intervistati sul nostro giornale. Chi sarà il prossimo?
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aggio 2013, il Giro d’Italia passerà dalle nostre parti. Saremo tutti più o meno interessati, per passione, lavoro, curiosità o semplicemente per forza, perché quel giorno le strade saranno chiuse e anche le prozie nubili ne parleranno. Sarà l’occasione per vederli in faccia, questi campioni della bici, ripetendo un rituale vecchio di decenni ma sempre mutevole, come i protagonisti. Eroi della fatica, con migliaia di km nelle gambe in poche settimane, o palloni gonfiati dal doping, che ha nel ciclismo una delle sue frontiere più calde? Magari lo capiremo guardandoli negli occhi in quei brevissimi istanti, mentre sfrecciano a 60 all’ora verso uno sprint rischiatutto o un arrivo alla spicciolata. Nel 1996 c’erano tre maglie rosa a salutare la carovana di passaggio a Lonigo. Erano quelle indossate pochi giorni prima da Davide Rebellin e appese sul terrazzo di casa, col giovanotto in corsa verso una folgorante carriera, prima dello scivolone di Pechino. Non facciamoci prendere in Giro, ma senza vedere, sempre, tutto nero.
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Care mamme, quando avete perso la pazienza?
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on mi avventuro quasi mai in questioni politiche: come per il calcio, parlare di politica significa ormai disquisire di codice penale. Ed io, dentro dentro, sotto sotto, sono ancora legato a situazioni chiare, con Rivera da una parte e Mazzola dall’altra, con i comunisti di là e i democristiani di qua. Mi trovo in difficoltà quando un calciatore giura fedeltà a una maglia a ottobre, a novembre tarocca un paio di partite e a marzo bacia un’altra maglia, così come mi turbano gli impegni solenni preelettorali dei candidati, sorpresi poi satolli di porchetta e di trebbiano de li castelli in tempo di ramadan. Credo che in politica (ma anche nel calcio) i malandrini siano sempre esistiti, ma l’esasperazione odierna non ha confronti. Non so se questa situazione discenda dalla corsa al sistema elettorale maggioritario degli anni novanta, presentato come panacea per la governabilità, fautore della necessità di alleanze un tempo improponibili: scomparvero le competizioni ideologiche e nacquero veri e propri centri di potere dove, dimenticando di essere i paladini del popolo, personaggi inquietanti esercitarono (ed esercitano) il loro mandato semplicemente come raccolta di vantaggi personali. Mi intristisce pensare che sia necessaria una legge per contrastare la corruzione: su quegli scranni dovrebbero sedere i migliori, oi aristoi. Per il sistema di voto qualcuno sta ripescando l’antico proporzionale con le preferenze, il che mi conferma che i nostri vecchi padri della patria, negli anni cinquanta, non erano così sprovveduti (almeno non quanto gli autori di porcate). Ma penso sia troppo tardi. Non credo che quelli chi ci hanno portato fin qui abbiano la ricetta per toglierci le castagne dal fuoco. Per lo meno non credo che ne abbiano voglia: per loro sarebbe come segare il ramo dove sono seduti, rischierebbero troppo la poltroncina. E in questi tempi di sperequazione, con individui che ciarlano a suon di milioni mentre la maggioranza è soggetta ad iniqui prelievi salva-banche, non riesco a rimuovere un pensiero: forse ci siamo disfatti troppo frettolosamente di quel flagello chiamato comunismo… Chissà dove sono annidati i duri e puri dei rossi… Che stiano passando il temperamatite sulle punte dei forconi? Mah… Forse non era vero che mangiavano i bambini.
Chia po m
Quel giorno che Quando i bambini Quando la piccola si avevo mal di testa Quando mio figlio da diventano dispettosi è spalmata addosso e i miei figli non la piccolo fingeva semdopo ore di capricci un barattolo di crema smettevano di cantare pre il mal di pancia
interno 8 Alberto Fabris
Non mollare! Hanno arrestato Batman! Beh, insomma, hanno arrestato ‘Er’ Batman. Che è diverso, nel senso che ‘Er’ Batman, al secolo Franco Fiorito è l’ex capogruppo Pdl della regione Lazio, quello che prelevava allegramente, per le sue spesucce, alcuni milioncini dalle casse del partito che lui stesso “amministrava”. Tutti lo insultano e lo maltrattano, lo scherniscono e lo irridono, io no! Perché Er Batman è tutti noi, è la quintessenza dell’italiano che i Vanzina non oserebbero mettere sullo schermo per paura di esagerare, uno che alla contestazione di 88 mila euro per l’acquisto di un fuori strada Bmw X 5, risponde tranquillo: «Avevo un tremendo bisogno di questo Suv». Un tremendo bisogno. Ma tra tutti i malversatori profittatori ladruncoli parassiti che infestano le patrie istituzioni, il mio adorato Batman è il più schietto e almeno lui è genuinamente convinto di non aver fatto nulla di male, non lo sfiora neanche il sospetto, le vacanze di lusso a spese del partito? : «La campagna elettorale mi aveva lasciato spossato e depresso. Avevo bisogno di una vacanzona». Fantastico, inarrivabile Francone Fiorito, lascia dire gli invidiosi, i rancorosi e le mezze calzette che negano, nicchiano, storcono il collo e fanno finta di non aver saputo visto sentito niente. Tu no, nobile Batman, tu dici quello che pensi e pensi quello che dici, “le cifre che prendiamo sono vergognose”. Non che la cosa ti turbi, semplicemente la constati, con la leggerezza tipica del puro, dell’innocente che attraversa il mondo e ne fa uso, dato che c’è. Sappi che il tuo grido dal carcere “Urlo forte la mia innocenza!” non rimarrà inascoltato, Batman, non mollare!
Via dalla pazza folla Vinicio Trend La parola chalet ha una radice pre-indoeuropea “Chal”, dal ligure “cala”, ovvero “luogo riparato, rifugio, riparo di montagna”. Nel diciannovesimo secolo l’aristocrazia sviluppò un interesse sempre maggiore nei confronti di questa costruzione tradizionale svizzera e gli Chalet iniziarono così a decorare i giardini delle residenze degli aristocratici. In quel periodo il fiorente turismo fece diffondere lo Chalet molto velocemente, come “casa di
festa”, ovvero una piccola casa - di legno, costruita nel giardino o in periferia - non più ad uso essenziale o come base per le escursioni in montagna, ma anche per feste ed eventi. Ed è quello che oggi vi propongo: un allestimento elegante, estremamente caldo ma insolito: una festa in uno chalet, “via dalla pazza folla”. Toni caldi e bianchi, noisette, tortora, cioccolato. Uno sviluppo del colore sia nell’allestimento sia nella scenografia, che riporta a quel vero relax dal sapore antico che spesso oggi inseguiamo, senza trovarlo. Perché il vero lusso sta qui: lasciarsi coccolare, lontano dai rumori, con le montagne che ci abbracciano fuori.
Piccolo Skerno Lino Zonin
Tutto torna Stagione nuova, televisione vecchia. È arrivato l’autunno, è tempo di migrare e cadono le foglie (come ci ricorda il poeta), riaprono i palinsesti e tutto è come prima. Bruno Vespa è ancora là a “Porta a Porta” (Giulio Andreotti, uno che la sa lunga, ha definito il programma di Brunone “Il terzo ramo del Parlamento”) e pontifica ogni sera su tutto e su tutti, immarcescibile, indistruttibile, insopportabile. Un paio di reti più in là gli fa eco Giovanni Floris, anche lui, con “Ballarò”, sempre uguale a se stesso, con quel ghigno sinistro da coniglio mannaro e i soliti ospiti politicanti che fanno finta di scannarsi e poi passano dal Fiorito di turno a ritirare il gettone di presenza. Vespa è blu, Floris rosso è ma la sostanza non cambia e il colore vero vira sul marroncino. Non rischia niente neanche Fabio Fazio, eterno enfant prodige della tv che dalla scrivania di “Che tempo che fa” dispensa sorrisetti, elogi e leccatine. Chi gli sta seduto di fronte abbozza e sta al gioco. Siccome di solito, se è arrivato fin lì è perchè ha un libro da promuovere, tanto vale far finta di divertirsi alle battutine sceme del conduttore e incassare i diritti. Fonti non ufficiali assicurano che un passaggio da Fazio garantisce in libreria vendite superiori alle 20 mila copie. Poi, durante l’intervallo della partita, arriva Luciana Littizzetto con il suo festival del riciclo: gli uomini ce l’hanno piccolo e gli puzzano i piedi. E poi la Jolanda e il Walter e le solite tiritere tra il mega populista e il finto inkazzato. Basta! Aridatece Techetechetè.
i numeri di Porta a porta
22/01/1996 Prima Puntata
13/10/1998 Intervento telefonico in diretta di Papa Giovanni Paolo II 27/04/2012 Puntata numero 2.000 | Opinioni
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sex in vicenza info@corrierevicentino.it Cari Elena e Paolo, abitavo a Noventa e per motivi di lavoro ho deciso di spostarmi a Vicenza. Non ce la facevo più di quel tempo perso in macchina: ora esco dal lavoro e sono pronta per gli aperitivi e le cene con gli amici Bene, direte voi, ma il “cuore” cosa c’entra? C’entra eccome, perché il mio fidanzato è rimasto a Noventa. Ci siamo conosciuti che entrambi abitavamo da soli e nessuno dei due ha mai voluto traslocare dall’altro. Però abitavamo vicini. Ora che sono a Vicenza non ci vedremo tutti i giorni. Ho sbagliato a trasferirmi? Giovanna Elen
Feisbuc girl Cose di cui non puoi fare a meno Lo shopping Hobby Recitare a teatro Cibo preferito Crepes alle noci Film preferito Colazione da Tiffany Persona a cui ti ispiri Nicole Kidman
Nome Sofia Martini Età 18 Vive a Creazzo Situazione sentimentale Impegnata Lavoro Studentessa e fotomodella
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Cara Giovanna, solitamente non si trasloca da un giorno all’altro: tempo che cerchi la casa e ne trovi una che ti piace passa qualche mese. Quindi è già qualche mese che sai che non abiterai più a due passi dal tuo fidanzato e che, con molta probabilità, vi vedrete meno. Non è che per caso è proprio quello che vuoi?! Ora avrai più tempo per te, per la palestra, per le amiche, per la vita sociale... Io, se permetti, un consiglio lo darei al tuo fidanzato più che a te: se ci tieni davvero a Giovanna, vai a vivere con lei a Vicenza! Elena
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o P ao l Cara Giovanna, penso che tu abbia fatto benissimo a spostarti più vicino al tuo lavoro. La tua qualità di vita aumenterà di molto e il livello di stress per gli spostamenti quotidiani diminuirà altrettanto. Per quanto riguarda il tuo moroso, penso sia una bella cosa vedersi di meno. Questo vi permetterà di verificare la vostra affinità di coppia e trovare un nuovo equilibrio. Il solo fatto che tu dica che pur abitando a Noventa nessuno aveva mai pensato di traslocare dall’altro è significativo. Buon divertimento e in bocca al lupo al tuo fidanzato: con tutte quelle cene, aperitivi, amici….
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a r z ig n a n o
vicenza
Silenzio, prego!
Ti lascio solo le mutande
A quanto pare Venezia, città di musicisti importanti come Vivaldi o Luigi Nono, non ama il vicentino Bepi De Marzi. Quando, infatti, un gruppo di giovani turisti ciechi hanno voluto rendere omaggio alla Basilica veneziana intonando “Signore delle cime”, il bra no che De Marzi ha composto nel 1958, sono subito intervenuti i vigili urbani che hanno imme diatamente zittito e allontanato il coretto.
La scena è un classico: suona l’allarme anti taccheggio del supermercato e il cliente vie ne bloccato dalla sicurezza che vuole capire cosa è stato rubato. In un supermercato cinese di Vicenza, però, la situazione è degenerata. Un cliente, dopo aver fatto scattare l’allarme per ben tre volte, è stato bloccato dagli agenti che lo hanno costretto a spogliarsi lasciandolo in mutande davanti a tutti gli altri clienti. Ora i due agenti rischiano una condanna per violenza privata.
Processo bloccato Andrea Ghiotto può (per ora) dor mire sogni tranquilli. A causa del trasferimento del giudice Cristina Berlotti, infatti, il processo a carico del faccendiere arzignanese rischia di ripartire da zero: dovranno essere risentiti i testimoni e dovranno es sere ridiscussi i passaggi definitivi. La strada, insomma, è ancora lunga!
Furto in Fiera
La porta non si apre
Monete antiche d’oro e d’argento per un valore di 500 mila euro: que sti sono i dettagli del furto messo a segno ai danni di un espositore austriaco alla fiera numismatica di Vicenza. L’austriaco è stato raggi rato nel parcheggio da una donna bionda che gli ha chiesto se fossero suoi i dollari per terra. Neanche il tempo di girarsi e la valigetta con le monete antiche era già sparita.
L’americano Jay Elliot è stato voce del primo computer creato dal gran de Steve Jobs. Il primo ottobre, però, la sua voce di super esperto informa tico non è riuscita a far aprire le por te bloccate del freccia bianca che lo aveva accompagnato a Vicenza per la presentazione del suo libro. Risulta to: l’ex numero 2 della Apple è finito a Padova ed ha dovuto prendere un altro treno per tornare a Vicenza.
un mese di notizie in Breve
a cura di Alessandra Groppo
sport
Il Giro d’Italia a Vicenza ladri vicentini
17 anni e 99 denunce Ha solo 17 anni ma la sua identità è ben nota a tutti i comandi di Ca rabinieri e di Polizia del Veneto. V. J., una ragazzina nata a Roma 17 anni fa, anche se ancora minorenne è già stata denunciata ben 99 volte a causa di vari colpi messi a segno in tutto il vicentino e ora che sta per raggiungere la maggiore età dovrà rispondere di furto, rapina impro pria e porto di arnesi da scasso.
Vicenza si veste di rosa. Segna tevi sul calendario la data del 22 maggio, giorno in cui la 17ª tappa del Giro d’Italia 2013 toccherà i comuni vicentini di Gambellara, Montebello, Lonigo, Alonte, Or giano, Sossano, Villaga, Barbara no, Mossano, Nanto, Arcugnano e per poi concludersi in viale Roma a Vicenza. Il tracciato studiato da gli organizzatori vicentini è lungo 50,7 chilometri e prevede un’asce sa di 778 metri. Il sindaco di Vi cenza, Achille Variati, durante la conferenza stampa per l’annun cio della tappa vicentina del giro
Corriere Vicentino |
16 | Notizie in breve
d’italia, ha rilanciato la volontà di un altro grande evento: “Segnate vi sul calendario la data del 2014 – ha detto ai giornalisti – il nostro obiettivo è quello di far partire la corsa rosa proprio da Vicenza.”
scuola
Hacker tra i banchi Assieme ad altri 9 compagni ha craccato il sistema informatico della scuola per alzare la propria media scolastica. E così un giovane studen te di informatica di Valdagno è sta to notato da una nota ditta di inge gneria informatica di Thiene che gli ha offerto assistenza legale e un posto da stagista. Ma per il giova ne ragazzo, pentito del la sua ma rachella, il presente è un altro: la “pena” da scontare per il suo piccolo reato consi ste nell’orga nizzazione della giorna ta dell’open source a scuo la e nello svolgere servizi di volon tariato.
chiampo
Ingresso negato
Un pomeriggio al cinema si è tra sformato in una giornata da dimen ticare per una chiampese in carroz zina e il figlio, disabile intellettivo. Al The Space Cinema di Torri di Quartesolo mamma e figlio sono stati accusati di imbroglio dal per sonale di servizio. “Avevo acquista to due biglietti per disabili – spiega la signora – ma hanno contestato la disabilità mentale di mio figlio perché non si vede. L’hanno fatto davanti a tutti e il bimbo piangeva perché non poteva andare al cine ma.” A risolvere la situazione sono intervenuti i Carabinieri.
c r e s pa d o r o
Capsula anti Maya
I Maya dicono che il 21 dicem bre il mondo finirà. E allora me glio non rischiare e lasciare il nostro ricordo a chi verrà dopo di noi. È per questo motivo che l’associazione Cieli Perduti ha ideato una capsula che conterrà un dvd con varie testi monianze e che verrà messa a dimore nell’os serva torio di Marana il 20 di cembre. Chiunque può partecipa re al video che ver rà registrato nei giorni 12, 19, 20, 26 ottobre e 2 novembre.
i n c h i e s ta
Riflettori sempre accesi Archiviate le Paralimpiadi e le grandi emozioni che ci hanno regalato, ora l’obiettivo è quello di non far cadere nel dimenticatoio il mondo della disabilità. Perché, nonostante i passi in avanti fatti, tanti restano ancora i problemi da risolvere e le barriere da superare. di Alessandra Groppo, Ilaria Boscardin, Nicoletta Mai
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Da Londra è tornata con una valigia carica di ricordi stupendi: l’emozione delle gare, l’affetto e il sostegno di amici e parenti, l’adrenalina che solo le Paralimpiadi sanno donare. La montecchiana Valeria Zorzet to, medaglia d’argento nel tennistavolo ad Atene 2004, dopo Londra si dice pronta a ritirarsi dalle gare e a lanciarsi in una nuova sfida: allenare i giovani della sua squadra. Come è stata quest’ultima Paralimpiade? Bellissima e molto partecipata. So per certo che sono stati venduti moltissimi biglietti e, anche da casa, le persone sono riuscite a seguirci grazie alla Rai che ha trasmesso qualche gara in più rispetto alle passate edizioni. Mi sono commossa quando alcune persone mi hanno detto di aver seguito più volentieri le Paralimpiadi delle Olimpiadi perché noi atleti Paralimpici siamo più veri e regaliamo più emozioni dato che non abbiamo sponsor. E cosa ci dice, invece, della città di Londra? Londra è fantastica anche per le persone disabili. Le metropolitane sono accessibili a tutti e si riesce a raggiungere il centro e a girare per negozi senza difficoltà. Mi è piaciuto, poi, vedere i disabili alle prese con lavori normali come il cassiere del supermercato oppure il gestore di punti d’informazione. In Italia, invece, come è vista la disabilità? Purtroppo nel nostro paese c’è ancora una mentalità abbastanza chiusa riguardo alla disabilità: i trasporti pubblici sono poco accessibili e molti negozi e marciapiedi hanno gli scalini. Non è facile la vita in carrozzina ma sono convinta che, con un po’ di buona volontà, qualsiasi disabilità possa essere superata.
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Quest’anno ha provato per la prima volta il brivido delle Paralimpiadi, ma Marco Pusinich non è di certo una matricola nel mondo del tiro a segno con pistola: il vicentino, infatti, ha già vinto diverse competizioni e, attualmente, è il campione italiano in carica. Dal 2004 Marco si trova su una sedia a rotelle a causa di un incedente stradale ma, dice, “quell’incidente ha migliorato la mia vita perché all’ospedale di Vicenza ho conosciuto Barbara, la mia attuale compagna con la quale ho costruito una splendida famiglia”. Lo sport, invece, quando è arrivato? Mi è sempre piaciuto il tiro a segno, ma ho iniziato a praticare questo sport solo nel 2009, dopo aver visto le Paralimpiadi: la gioia nel volto degli atleti mi ha talmente commosso che ho voluto provare anche io. E alle Paralimpiadi quest’anno ha partecipato. Esatto, dopo quattro anni passati ad allenarmi tutti i giorni sono riuscito a qualificarmi per le gare. Non ho vinto nessuna medaglia, ma vivere il clima delle Paralimpiadi, gareggiare per la propria nazione e conoscere atleti fantastici è stata un’esperienza che mi porterò sempre nel cuore. Qualche critica, invece, la devo fare al villaggio olimpico. Perché? Abbiamo alloggiato nello stesso villaggio degli atleti delle Olimpiadi e le strutture erano visibilmente costruite per persone normodotate. Abbiamo trovato stanze piccole, lavandini con i mobili sotto e bagni senza i maniglioni: un ambiente poco adatto a chi, come me, sta su una sedia a rotelle. Come giudica l’attenzione nei confronti delle Paralimpiadi? Purtroppo non fanno notizia e questo è un vero peccato perché vedere una partita a calcio tra ciechi, per esempio, insegna davvero che nessuna disabilità si può mettere tra te e gli obiettivi che ti sei prefissato.
18 | Inchiesta
Una nuova sfida
Troppe barriere
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L’A.S. Delfini di Montecchio Maggiore non ha bisogno di presentazioni: la prima squadra italiana di minibasket in carrozzina vanta infatti ben tre vittorie ai campionati italiani in soli quindici anni di attività. “I Delfini - ci spiega il presidente Ruggero Marzotto - sono nati dalla volontà di alcuni genitori che frequentavano l’Avisb (Associazione veneto idrocefalo e spina bifida). Oggi, oltre al minibasket, c’è anche la serie B, ma la grande novità di quest’anno riguarda gli allenatori che
Enrico Agosti è il delegato provinciale del Comitato Italiano Paralimpico (CIP). L’ente, tra le altre cose, si impegna per assicurare una vigilanza continua sugli impianti sportivi della provincia. “Le palestre e i palazzetti, soprattutto delle scuole, sono solitamente a norma, anche perché spesso veniamo interpellati per supervisionare le strutture assieme ai progettisti - spiega Agosti -. A volte, però, capita che ci siano delle sviste. In una piscina, ad esempio, può succedere che siano stati facilitati l’entrata o l’accesso agli spogliatoi, ma che poi ci si sia dimenticati di installare un sollevatore per agevolare l’ingresso in acqua. Quando poi un disabile si reca in una struttura che non ha le attrezzature adatte tende a sentirsi messo da parte e a non tornarci più. Questo meccanismo va stroncato con continui controlli e richieste di adeguamenti, altrimenti è il solito cane che si morde la coda”. Purtroppo le barriere sono ancora tante, troppe, in tutte le nostre città. Marciapiedi e piazze non sempre sono accessibili ai disabili e i bar con bagni per disabili sono meno dell’1%, situazione aggravata anche dalla presenza di una legge che non obbliga i locali di metratura inferiore ai 150 mq a realizzare servizi accessibili. Altro tallone d’Achille, i mezzi pubblici, dove la percentuale, se possibile, si abbassa ancora di più rasentando lo 0%. “La nostra associazione collabora con
“Al primo canestro da parte dei Delfini si è sentito un vero è proprio boato. E alla fine si sono ritrovati tutti a giocare assieme con la “clausola” però che i Delfini non tirassero a canestro, perché in quel caso non ci sarebbe stata storia”. A raccontare le emozioni dell’incontro tra gli alunni della scuola primaria di Alonte e i Delfini è Carla Curti, una dei referenti per la disabilità a scuola dell’Istituto Comprensivo di Orgiano. “Che i ragazzi disabili dovessero partire svantaggiati era un punto di vista opposto rispetto all’opinione comune – spiega Curti -. Il capovolgimento dei punti di vista è l’elemento portante del lavoro che facciamo a scuola sulla disabilità. Poi il contatto diretto è fondamentale. I ragazzi arrivano a questi momenti preparati ma mai con delle risposte. Hanno tante domande e poi dall’esperienza vengono le risposte, spesso spiazzanti, o magari nascono altre domande”.
sono due ragazzi in carrozzina”. Nicola Giuriolo, chiampese di 24 anni, è uno di questi. “Sono entrato a giocare nei Delfini all’età di 8 anni – ci racconta – e da allora non ho più smesso. Il minibasket mi ha regalato grandissime emozioni, mi ha dato la possibilità di girare l’Europa e di superare i miei limiti. L’anno scorso il mio allenatore mi ha detto che con la mia disabilità non avrei mai potuto giocare ad alti livelli, ma non mi sono perso d’animo: sono andato a giocare nel Bologna dove vivevo da solo e facevo il pendolare a Padova, dove invece studio. È stato un anno difficile, ma mi ha dato la possibilità di dimostrate a tutti quanto valgo. Sono anche il più giovane atleta italiano ad aver preso il brevetto da allenatore di secondo livello, qualifica che mi dà la possibilità di allenare anche squadre di serie A. La gioia più grande me la danno i miei ragazzi quando mi dicono: un giorno vorremo diventare come te”.
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i Comuni - spiega il presidente di H81 Cristiano Saracco per migliorare l’accessibilità delle nostre città; sul nostro sito è anche possibile segnalare i punti critici, permettendoci di intervenire e cercare di risolvere la situazione”. www.h81.org
19 | Inchiesta
L
Ricette contro la crisi
La profonda crisi che sta interessando tutta l’economia non risparmia le cooperative che inseriscono nel mondo del lavoro soggetti svantaggiati e disabili e che di questi tempi sono costrette ad affrontare un vistoso calo di commesse. “La cooperativa 81 di Montecchio Maggiore è una delle più importanti realtà della zona e segue circa 90 ragazzi – spiega il presidente Giovanni Dolcetta –. Nonostante la nostra sia un’impresa senza scopo di lucro, è un’azienda a tutti gli effetti, con un fatturato e un bilancio da presentare. Quest’anno abbiamo presentato un piano di crisi aziendale e abbiamo previsto delle perdite. Durante l’assemblea dei Soci abbiamo discusso il piano d’azione arrivando a due conclusioni: o licenziavamo tre persone oppure percorrevamo la via del ‘tirare la cinghia’, per cui più ore di volontariato, meno ferie, nessun aumento di salario e una maggiore flessibilità nei compiti assegnati. A parte un astenuto, tutti i soci hanno votato per questa seconda opzione pur di tenere i ragazzi con noi”. Pino Strano di Piano Infinito, cooperativa che si occupa di persone con grave disabilità, aggiunge: “Ciò che conta è continuare ad andare avanti e ad innovare i servizi offerti. Noi non vogliamo restare fermi ad aspettare che tutto passi, ma vogliamo sviluppare nuovi progetti”. Uno di questi è sicuramente la Fattoria didattica Integrata di Brendola. Lo spazio a disposizione fa parte della Fondazione Famiglia Paolino Massignan che già negli scorsi anni aveva realizzato una casa famiglia dove al momento sono ospitate 10 persone con grave disabilità. L’azienda agricola comprende 5 ettari di terreno ed è gestita in collaborazione con la Cooperativa 81 e la Cooperativa Piano infinito.
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AgriMeA è la cooperativa di inserimento lavorativo di Crespadoro che aiuta i ragazzi con disagi sociali e gli adulti con difficoltà a realizzarsi nella vita sociale. Di AgriMeA si conoscono già i simpatici asinelli che accompagnano i turisti lungo percorsi di trekking a Valdagno, oppure le more romagnole, i docili maiali che ogni anno regalano salami, salsicce e salumi venduti durante le feste del paese. E poi c’è la frutta e verdura di stagione che gli otto soci, quattro dei quali ragazzi
“L’idea della fattoria didattica - ci spiega Orfeo Rigon presidente Fondazione Massignan - è nata anche per dare uno nuovo sbocco economico. Vista la crisi che ha colpito i nostri due settori più forti, cioè l’industria e la cura del verde pubblico, abbiamo deciso di lanciarci in questo nuovo canale. Lo scopo principale è quello di avviare una serie di attività che hanno come obiettivo l’integrazione delle persone ospiti della casa famiglia con i nuovi servizi terapeutici, come la pet therapy, l’onoterapia, l’ippoterapia e l’ergoterapia. Al contrario del lavoro alla catena di montaggio, qui i ragazzi hanno possono assistere all’inizio e alla fine di un lavoro che dà loro maggiori soddisfazioni e permette di creare maggiore socializzazione”. Mauro Urban, che alla fattoria si occupa dei terreni, degli animali da cortile e della scuderia racconta: “Dopo il diploma di perito agrario ho fatto per 15 anni l’idraulico, anche se nano avevo sempre nel cuore aArzig d a egion È la terra. Quando mi nto r dei e m o a din rope r u o e o c o hanno offerto questo t il o per vimen gnand torio o e M p l m i lavoro accanto ai o le de serva stiam un os i di tutte . “Ci d i l a ragazzi disabili non i b a t a vi tant dis a dare resen p a p credevo alle mie Padov e a r r i o n c i o r c e riusc d re ilità porta ga Fe orecchie. Per me è disab - spie entale per i sulla é n h o c i una missione: mi dam ociaz to per le ass e rete è fon , soprattut n u piace molto e creere tti ar ni -. F dee e proge ebbe di av or i e i t do che anche per i et Regi avant perm on la i c c o o c i t ragazzi sia davvero buun ques petto utore s c a ’ o l l r e e un’ottima esperienza”. lir int i snel ne e d atico”. rocr con svantaggi sociali, coltivano e rivendono attraverso alcuni Gas. Ma la realtà è in crescita. “Sono appena nati una ventina di nuovi maialini e presto sarà possibile il trekking con gli asinelli anche in Altavalle ci spiega Gianluca Lombardi - ; inoltre abbiamo vinto un bando di concorso indetto dalla comunità montana che ci permette di coltivare, essiccare e rivendere attraverso una rete di erboristerie cinque tipi diversi di piante officinali”.
Filippa Lagerback di alessandra dal monte
Il complimento che preferisce è quando la definiscono una persona semplice. Dice che la realtà conferma gli stereotipi sugli italiani. Poi, però, si dichiara innamorata del nostro paese, di quel tocco in più che noi abbiamo e che agli svedesi manca.
L
a conosciamo tutti nei panni dell’assistente bionda e discreta di Fabio Fazio: sorridente e sobria introduce gli ospiti di Che tempo che fa. Ma Filippa Lagerbäck, 39 anni, bellezza svedese in Italia dal 2000, non è mai stata solo questo. E finalmente ha l’occasione di dimostrarlo: dalla scorsa primavera conduce That’s Italia, programma di costume in onda il sabato pomeriggio su La7d. E poi è mamma, blogger, twit-star: sul social network dei cinguettii vanta ben 50mila follower. Filippa, ha cominciato come modella, ora è una presentatri ce apprezzata. Come ci è riuscita? Studiando, preparandomi, cercando di migliorarmi sempre. E poi, certo, ho avuto fortuna. Il ruolo a Che tempo che fa le sta stretto? Io non posso che ringraziare il programma e Fabio Fazio, mi hanno fatto imparare tantissimo. Grazie a quella trasmissione ho conosciuto centinaia di persone e ho avuto molta visibilità. È stata ed è una bellissima esperienza, infatti la sto portando avanti. Ma sapevo che prima o poi sarebbe arrivata l’occasione per potermi esprimere di più. È successo con That’s Italia. Lo show sul La7d racconta storie di italiani: iniziative, pro fessioni, stranezze. Che idea si è fatta di noi? Siete un popolo passionale e molto curioso. Credete di essere coraggiosi invece siete più tradizionalisti di quanto non im-
Corriere Vicentino |
22 | Intervista
maginiate. Siete un po’ permalosi e un po’ mammoni: sono stereotipi, che però vengono confermati dalla realtà. Comunque ci ho messo tanto a capirvi, e di sicuro non ce l’ho ancora fatta fino in fondo. I 12 anni in Italia mi sono serviti tutti: per calarmi nella vostra mentalità, per imparare la lingua e avvicinarmi al vostro modo di pensare. E alla fine che conclusioni ha tratto? Io mi sono innamorata dell’Italia, non solo perché qui mi sono fatta una famiglia (Filippa è la compagna di Daniele Bossari, dal quale nel 2003 ha avuto una figlia, Stella, ndr). Amo il vostro Paese perché avete un grande entusiasmo, sapete emozionarvi e appassionarvi. Noi svedesi, invece, siamo più concreti, riservati, ordinati. Ma ci manca quel tocco in più che rende la vita gioiosa. Nostalgia di casa? Tornerebbe in Svezia? Io ho trovato l’America in Italia. Torno comunque spesso a casa, ho anche contatti di lavoro lassù (nel 2004 Filippa ha condotto a Stoccolma il reality La Fattoria, ndr). Diciamo che mi sento molto italiana in Svezia e molto svedese in Italia. Lei ha un’immagine seria, ben diversa da quella di altre donne che popolano la nostra televisione. Che cosa pensa di certe ragazze che fanno politica, e del «modello velina» che spopola in Italia? Penso che le persone siano diverse tra loro, perciò anche se tante si comportano in un certo modo non vuol dire che tutte debbano fare la stessa cosa. Ognuno deve partire dalle proprie regole personali, deve comportarsi in modo da guardarsi allo specchio ogni mattina e poter dire «so che ho fatto le scelte giuste, magari ci metterò di più a fare carriera ma non ho preso scorciatoie». Mi dispiace che certi atteggiamenti in Italia vengano accettati, ma penso anche che gli italiani ormai siano stufi. Fa un grande uso di internet: ha un blog (www.planetfil.net) e twitta tantissimo. In realtà non sono molto tecnologica, ma ho sempre amato confrontarmi con le persone. Da quando ho scoperto che la rete permette di farlo, ho cominciato a usarla. Sul mio blog parlo con tante donne: mi chiedono cosa succede nel backstage del mondo della moda e della tivù e io lo racconto. Ho anche organizzato degli incontri, ne sono nate delle belle amicizie. Anche Twitter è un modo utilissimo per relazionarsi con le persone: ovviamente quelle che hanno un interesse per me, io non voglio convincere nessuno. Il miglior complimento e la peggior critica che abbia mai ricevuto. Il complimento migliore che possano farmi è: «sei una persona semplice». Quando me lo dicono mi fa molto piacere. Di critiche ne ho ricevute tante: alcune costruttive, altre gratuite. Ma c’è sempre chi pensa male, non potrò mai piacere a tutti. Alle donne però piace: lo dimostra il successo del suo blog. Sì, credo che sia perché mi pongo in modo amichevole, non faccio concorrenza, non sono una mangia uomini. Non me la tiro mai: sono una persona normale con un lavoro un po’ fuori dal comune.
Corriere Vicentino |
23 | Intervista
focus
Emergenza idrica? Scarsità di precipitazioni e alte temperature hanno fatto sì che il bilancio idrico regionale sia in deficit di circa 2 miliardi di metri cubi l’anno. Ma com’è, in particolare,
L’
la situazione nel Vicentino? di Luca Trissino e Nicoletta Mai
“L’emergenza idrica ha interessato la stagione estiva a causa della siccità, in lieve aumento rispetto a quella critica del 2003 – dichiara il presidente del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta Antonio Nani – e si ripeterà in stagioni altrettanto colpite dalla siccità, ma la nostra zona è toccata soltanto parzialmente dalla problematica idrica”. Non esiste dunque un problema di siccità cronica? “È necessario dividere la provincia in due macroaree. La parte a nord è alimentata dalle risorgive e dall’Astico, per cui abbiamo sempre acqua a disposizione e, nel caso in cui non sia sufficiente, attiviamo le pompe che pescano l’acqua nel territorio. Lo stesso vale per la Valle dell’Agno. Nella parte a sud abbiamo l’Adige a salvare la situazione, visto che il Sistema Leb (Lessinio-euganeo-berico) prende l’acqua dall’Adige e la distribuisce nel basso veronese, vicentino e padovano, e irriga circa 100 mila ettari di territorio. La scarsità d’acqua è una rarità, grazie all’apporto primario dell’Adige, che finora non ha mai dato problemi, data la sua notevole capienza idrica, di circa 600 milioni di metri cubi d’acqua”. Ci sono aree particolarmente a rischio? “Le aree più a rischio sono le zone di alta collina, come ad esempio Gambellara, Montebello e alcune parti di Lonigo”. Quali sono, invece, le aree di risorsa idrica? “Le zone di montagna e le aree nelle quali sono operativi gli otto pozzi bevitori: quattro a Sarcedo, due a Montecchio Precalcino e due a Cornedo. Ogni pozzo raccoglie 1,2 milioni di metri cubi d’acqua nei 7-8 mesi all’anno in cui l’acqua viene immessa. Disponiamo così di circa 10 milioni di metri cubi d’acqua come scorta idrica. Quest’anno circa cinque-sei milioni sono stati utilizzati per l’irrigazione agricola”. Come avete affrontato la questione idrica? “Abbiamo dotato il territorio di particolari impianti in grado di raccogliere l’acqua che giunge dalle risorgive, dai corsi d’acqua o dal sottosuolo e di impianti di irrigazione in pianura, come quelli di Barbarano, Mossano e Castegnero. Inoltre stiamo studiando come dotare di acqua anche le zone collinari”.
Una risorsa da proteggere La Provincia negli ultimi anni ha intensificato la propria azione a tutela dell’acqua con progetti che vanno dalla ricarica delle falde al monitoraggio della qualità dell’acqua con i muschi acquatici passando, doverosamente, per la sensibilizzazione della comunità ad un uso più responsabile dell’acqua. “Il Vicentino è un vero e proprio serbatoio che fornisce acqua a diverse zone del Veneto – afferma il Commissario Straordinario della Provincia Attilio Schneck- . A noi la responsabilità di mantenerlo in salute, il che significa monitorare costantemente la qualità e la quantità dell’acqua, intervenendo sia nel sottosuolo che nelle acque superficiali. Un compito che diventa sempre più complicato visto che si alternano periodi di siccità ad altri di forti acquazzoni. Certo, non possiamo governare il tempo, ma possiamo e dobbiamo avere più rispetto per il territorio e per le sue risorse naturali, ricordando che non sono inesauribili”.
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24 | Focus
Negli ultimi 40 anni la falda dell’Alto Vicentino è calata in media di 1 metro e mezzo
punto di prelievo, oggi si guarda al futuro e alla necessità di ricaricare la falda prima che sia troppo tardi. La Provincia ha elaborato con tutti gli enti vicentini che si occupano di acqua (Acque Vicentine, Alto Vicentino Servizi, Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta, Consorzio Bonifica Pedemontano Brenta, Centro Idrico Novoledo, Veneto Agricoltura) il progetto Aquor, finanziato dalla Comunità Europea con circa 700mila euro”.
Che azioni sono state messe in cam po?
Qual è lo stato di salute delle no stre falde? “Negli ultimi 40 anni - spiega la dirigente provinciale Sandra Brentan - la falda dell’Alto Vicentino, che rappresenta uno dei patrimoni idrici sotterranei più importanti d’Europa, è calata in media di un metro e mezzo causando l’esaurimento di più di un terzo delle nostre sorgenti di pianura, le risorgive. Se, fino a qualche decennio fa, il problema dell’approvvigionamento veniva risolto semplicemente abbassando il
“Si è ricorsi all’utilizzo delle cave dismesse per invasare le portate di piena e rilasciare lentamente l’acqua in falda (in particolare nell’alta pianura vicentina); inoltre sono stati realizzati “pozzi bevitori” per infiltrare acqua nei terreni agricoli (a Cornedo, in particolare, sono stati costruiti tre pozzi in collaborazione con il Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta; con il Consorzio Brenta, invece, sono stati realizzati pozzi bevitori a Sarcedo e a Montecchio Precalcino e Aree Forestali di Infiltrazione a Sandrigo)”. “Nell’Ovest vicentino - conclude Brentan - la Provincia ha operato in sinergia con Agenzia Giada. Nel 2001 è partito il primo studio sulle falde che alimentano la grande piscina sotterranea di Almisano, fonte di approvvigionamento di ovest e basso vicentino, nonché di parte del Veronese; lo studio, completato nel 2009, ha rilevato una sofferenza, seppure contenuta, causata dal fatto che i prelievi superano la ricarica. È un deficit che non desta preoccupazione ma che sarebbe sbagliato sottovalutare, tanto che ce ne stiamo occupando attraverso i pozzi bevitori”.
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focus
Il disperso ritrovato
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di Silvia Maron e Nicoletta Mai
Forse in questa storia c’entra la fortuna che alle volte si intreccia con gli eventi della vita o forse, semplicemente, ogni cosa ha un suo tempo per realizzarsi e basta solo aspettare. Siamo negli anni tormentati della seconda guerra mondiale e il leoniceno Guido Bernardi, classe 1912, viene richiamato alle armi il 15 febbraio del ‘41 per prestare servizio nel 56° reggimento fanteria. Dopo la sua partenza, la famiglia viene allietata dalla nascita di sua figlia Pierina. Purtroppo, qualche anno più tardi, la moglie viene avvertita della morte del marito in un campo di prigionia in Germania per “deperimento fisico”. E fino a qui la storia sembra ricalcare quella che tante altre famiglie italiane hanno vissuto. Senonché la vita, a distanza di tanto tempo, ha aggiunto altre sorprese a questa vicenda. La figlia, che non ebbe la fortuna di conoscere il padre e del quale possiede soltanto la vecchia foto di un uomo in divisa milita-
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re, posa il suo sguardo su un’indagine condotta da Roberto Zamboni e pubblicata sulle pagine di un quotidiano locale. C’erano i nomi e il luogo di sepoltura dei vicentini deportati che non avevano più fatto ritorno dalle terre del Terzo Reich. E tra questi Pierina ritrova quello del padre. Da qui è nata l’idea di riportare la salma del genitore nella sua Lonigo e poterlo finalmente tumulare nella tomba di famiglia. Dal 2011 Pierina inizia l’iter burocratico per il trasferimento del militare, inviando le domande al Comune di Lonigo e al Ministero della Difesa, attendendo fiduciosa il nulla osta per il trasferimento del papà dal Cimitero militare italiano d’onore di Francoforte sul Meno. “Cerco di ricomporre la famiglia - chiarisce Pierina - la mamma è morta l’anno scorso… e mi farebbe piacere avere anche il papà qui vicino”. La guerra ha diviso ma la vita ha unito.
L’opera che Roberto Zamboni sta portando avanti per ritrovare il luogo di sepoltura dei caduti italiani dispersi durante la seconda guerra mondiale è iniziata da una vicenda personale. “Avevo uno zio che nel 1944 fu deportato per motivi politici nel lager di Flossenburg. La nostra famiglia non seppe più nulla della sua sorte finché non arrivò dalla Croce Rossa la comunicazione che poteva essere stato seppellito dagli americani nel cimitero comunale. I resti poi erano stati traslati dal Ministero della Difesa nel cimitero italiano di Monaco di Baviera. Negli anni 50, infatti, i caduti italiani sepolti nei cimiteri comunali furono trasferiti nei sei cimiteri militari italiani (quattro in Germania, uno in Austria e uno in Polonia). E probabilmente questa seconda sepoltura non venne comunicata a tutti, facendo in molti casi perdere le tracce dei propri cari”. Sono più di 16 mila i sepolti nei cimiteri militari italiani, 2224 i veneti e 393 i vicentini. “Dopo aver seguito le vicende di mio zio – continua Zamboni - mi sono occupato di avvertire anche i parenti degli altri tre italiani che erano con lui nel lager di Flossenburg. Da lì ho non mi sono più fermato e finora ho identificato la sepoltura di quasi tutti i 16 mila caduti. All’inizio mi occupavo di sentire direttamente i parenti, poi naturalmente è diventato impossibile e ho scelto di pubblicare i nomi sui quotidiani locali, oltre che sul mio blog. Ad oggi in 350 mi hanno contattato per dirmi di aver ritrovato il proprio caro grazie alle mie ricerce. Nel 1999, su mio interessamento, è stata abrogata la legge del 1951 che vietava di riportare i caduti in patria e ora mi sto attivando perchè le spese del rimpatrio non siano più a carico dei richiedenti”. www.robertozamboni.com
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Arzignano
Ovest vicen tino
Il giudice lascia arzignano di francesco meneghini
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arzignano Giostrai schedati
nogarole 100 anni per il campanile
Chiampo Chi di loro sarà il nuovo sindaco?
Brendola Acque divise
montecchio Una città per lo sport
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a presenza del giudice di pace ad Arzignano è appesa a un filo. La manovra economica bis del 2011, in un’ottica di razionalizzazione della spesa, prevede infatti la soppressione degli uffici distaccati del giudice di pace, ovvero quelli con sede diversa da quella circondariale. Nella lista degli uffici da eliminare, che ne conta più di 600 in tutta Italia, compare anche la sede arzignanese di via Achille Papa, che vedrà i suoi quattro dipendenti più il giudice Nilde Lorenzato ricollocati presso il tribunale o la procura di Vicenza. L’assenza del giudice di pace nell’Ovest Vicentino non sarà un problema da poco, vista la mole di procedimenti civili e penali trattati fino ad oggi: soltanto l’anno scorso sono stati affrontati 1.488 contenziosi civili e 266 penali, senza contare i 582 procedimenti tutt’oggi in lista d’at-
tesa. L’unica speranza di mantenere la sede distaccata arriva dalla stessa legge. I comuni interessati potranno fare richiesta che la sede non venga soppressa, a patto che si facciano carico dei dipendenti e degli uffici. Un ulteriore spesa per le amministrazioni già in difficoltà economiche, ma che resta l’unica strada percorribile, come ha dichiarato il sindaco di Arzignano Giorgio Gentilin in seguito ad un’interrogazione dell’opposizione: “Stiamo ancora aspettando i decreti attuativi per esaminare la situazione, ma sicuramente non ci potremo permettere le spese di mantenimento del personale d’ufficio. Se altri comuni vorranno fare squadra e dividere le spese saremo disponibili a discuterne”.
Cosa ne pensano i sindaci della zona? Antonio Boschetto, Chiampo “Quello del giudice di pace è un servizio di competenza statale e mi rifiuto di gravare ulteriormente sui cittadini con nuove imposte.”
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montorso Una paese per... ciclisti
Zermeghedo Un pellicano per il gruppo Fidas
Diego Zaffari, Montorso “Il giudice di pace offre un servizio importante, quindi cercheremo di tirarci su le maniche e valutare le opzioni per mantenerlo.” Giuseppe Castaman, Zermeghedo “La filosofia di creare una rete di comuni per mantenere i servizi essenziali per i cittadini mi sembra giusta e la terremo in considerazione.” Milena Cecchetto, Montecchio Maggiore “Stiamo cercando di capire quale disponibilità economica serva per garantire un servizio così importante per i cittadini.” Corriere Vicentino |
28 | Ovest Vicentino
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Via Per
Media Memoriae
Senza Politica di stefano cotrozzi
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Per la prima volta un convegno giornalistico nazionale nel Veneto ed è toccato ad Arzignano ospitare 40 testate di tutta Italia. Nelle foto alcuni momenti della giornata nella città del Grifo.
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a notizia arriva nella quiete della vita politica all’ombra del grifo: Gianfranco Signorin lascia il Consiglio comunale. Dopo 32 anni tra i banchi sopra piazza Libertà l’ex sindaco di Arzignano lascia la politica. “Sono stato poco con la mia famiglia, ho dedicato passione alla politica, mi sono accorto che mio figlio era cresciuto quando mia moglie mi ha ricordato la data del suo giuramento. Ho deciso di non commettere lo stesso errore, almeno con i miei nipoti. Non potrò rimediare al passato… ma ora voglio stare vicino alla mia famiglia”. Una vita in politica? Ho iniziato nel 1980 come consigliere comunale. La politica al tempo iniziava prima. Nella Democrazia Cristiana non diventavi consigliere comunale se non avevi fatto il tuo tirocinio. Dibattiti, discussioni su temi della tua vallata. Gli anni con l’azione cattolica ti forgiavano; arrivavi preparato. La politica è una droga? Una passione, ma post lavoro! Prima devi trovarti un lavoro e poi ti puoi dedicare alla politica. E dopo devi tornare al tuo lavoro. Cosa ricorda del suo primo Consi-
glio Comunale? Il Sindaco Trevisan, l’ho sempre considerato il mio maestro. E poi l’avvocato Bettini… mi ricordo le facce. Anche della minoranza, sa, erano tempi diversi. Dopo aver dibattuto, anche ferocemente, in Consiglio si andava tutti assieme a bere un prosecco al bar. È stato assessore e sindaco per due mandati. Di cosa va più fiero? Di tutte le opere pubbliche che abbiamo fatto, trasformando Arzignano. E del rapporto con la gente, l’ascoltare aveva una grande importanza cercando di risolvere grandi e piccoli problemi della comunità. E la cosa che l’ha delusa di più? La strumentalizzazione del parcheggio sotto il campo del Mattarello. Non c’è stata coerenza di chi allora amministrava la parrocchia… quel progetto ce lo avevano chiesto loro e poi si sono tirati indietro. E il passaggio alla “grande” politica? Quando ero segretario provinciale della Margherita, avevo una possibilità. La maggior parte dei miei colleghi in quel ruolo sono ancora in Parlamento. In quel periodo sono stato aggredito dal cancro, la mia sfida era diventata un’altra. La politica, dopo le cure, mi ha anche aiutato dandomi stimoli differenti per concentrarmi in altro.
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arzignano Noi sosteniamo Renzi!
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uando si è preoccupati per il futuro c’è chi si gira dall’altra parte e chi cerca una via da percorrere. È con questo spirito che Antonio De Sanctis, Federico Farinon e un’altra decina di persone hanno fondato un comitato per sostenere Renzi alle prossime primarie. Credono nella idea di politica del gio-
A San Bortolo in bici vane sindaco, vogliono meno ideologia e più rottamazione, e sono stati ammagliati da un intervento di Baricco al Big Bang di Firenze: per questa ragione proveranno a convincere gli arzignanesi ad appoggiare Renzi alle primarie del PD. Hanno anche aperto una pagina su Facebook, guardare per credere. p.t.
Episodi d’arte in villa 2012-2013
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l bar Mattarello apre le porte all’arte. “Episodi d’arte in villa 2012-2013”, questo il nome dell’iniziativa curata da Michele Cisco, gestore del bar, e dal critico d’arte Antonio Carradore. “In una sala appositamente predisposta all’interno del bar, dal 18 ottobre al 26 maggio si succederanno 8 mostre personali di altrettanti artisti locali – ci spiega Antonio Carradore – spaziando dal figurativo all’astratto at-
traverso varie tecniche, dall’incisione all’affresco all’olio su tela. L’obiettivo è fare del Mattarello un polo culturale, per riavvicinare gli arzignanesi a questo edificio storico che rimane troppo spesso in secondo piano”. Si parte da giovedì 18 ottobre con Luigi Rossetto, cui seguiranno Virgilio Antoniazzi, Gabriele Vignaga, Raffaello Galiotto, Domenico Scolaro, Giovanni Frizzo, Cristina Crestani, Luigino Galiotto. e.c.
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Manuale di democrazia
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arzignanese Alessia Spagnolo, studentessa al Sartori di Lonigo, è stata premiata con la borsa di studio finanziata dalla Pro Loco di Lonigo.
egli ultimi mesi gli sperperi di denaro pubblico venuti alla luce in giro per il Paese hanno portato la disaffezione per la politica a livelli mai raggiunti prima. E se quella che vi è sempre stata presentata come tale non fosse vera democrazia? È il nostro un sistema che esprime davvero la volontà dei cittadini? Questa è la domanda che si sono posti due giovani avvocati, Marco Bernabè da Arzignano e Alessandro Rostello da Montorso. La soluzione a cui sono giunti sarà con-
ono da poco iniziati i lavori per la realizzazione di un nuovo marciapiede ciclopedonale nel tratto di via Castaneda compreso tra l’ingresso della chiesa di San Bortolo e via Pelosa.
tenuta nel volume “Rivoluzionare la politica senza rivoluzione”, e prende il nome di “democrazia annunciativa”. Si tratta sostanzialmente di un sistema che, tramite una piattaforma online, permetterà agli elettori di aumentare il controllo sull’attività dei loro rappresentanti, incrementando anche la partecipazione alle decisioni. Un progetto ambizioso, ma per i due ideatori i tempi sono maturi: “Con le tecnologie di comunicazione disponibili pensiamo che un sistema del genere possa diventare presto realtà”. L’uscita del libro e del sito avverrà verso la fine di ottobre. f.m.
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è il primo...
è ad Arzignano
Giostrai SCHEDATI di francesco meneghini
“Abbiamo deciso di aumentare i controlli - spiega l’Assessore alla sicurezza Enrico Marcigaglia - e gli standard di sicurezza in seguito ad alcuni spiacevoli episodi avvenuti durante la scorsa edizione della Fiera”
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ovità in vista per i giostrai che arriveranno ad Arzignano per la tradizionale Fiera dei Santi. La prima riguarda il luogo designato per il parcheggio dei caravan dove tutti gli operatori alloggeranno che, ufficialmente per motivi viabilistici, verrà spostato dalla zona stadio di San Zeno a una nuova area attrezzata in via dell’Altura, ai confini con la zona industriale. La novità più rilevante però arriva dal fronte sicurezza: tutti i titolari di giostre, parenti compresi, saranno sottoposti dalla Polizia Locale ad una autentica schedatura fotografica, con annesso controllo di documentazione tecnica delle giostre, polizze assicurative, documenti (con eventuali permessi di
soggiorno) e targhe dei veicoli. I controlli riguarderanno anche i casellari giudiziari degli operatori, che vedranno respinta la loro autorizzazione alla
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partecipazione in caso di illeciti penali gravi. Un’operazione massiccia che si prevede riguarderà più di 100 persone e altrettanti veicoli.
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arzignano
Circolo tennis: Cosa si farà? di paolo tedeschi
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er il futuro del Circolo Tennis di Arzignano (Cta) si respira ottimismo. La convenzione con il Comune, ovvero il proprietario, scadrà a fine anno e, come è noto, dal 1° gennaio 2013 la gestione passerà alla Gis, che ha vinto il bando di concorso per costruire e gestire la nuova cittadella dello sport per 30anni. Il Cta, nella persona del presidente Guido Tonin, sta trattando per pianificare il futuro, puntando all’autogestione con contratto di locazione gratuito 6+6 anni. Ottenere la parità di bilancio pagando un affitto e sostenendo costi di gestione ordinaria e stra-
ordinaria – confessa – per noi sarebbe molto difficile. Raffaele Pedon, patron della Gis, sorride. “Concessione a titolo gratuito? Mi pare improbabile. Noi non siamo mecenati ma imprenditori dello Sport”. Vero e giusto. L’impegno preso è significativo e allo scadere della concessione dovranno lasciare al Comune di Arzignano una struttura in perfette condizioni di utilizzo. Ovvero, durante i 30 anni bisogna lavorare bene e guadagnare perché ci sono i costi da ammortizzare! “Ma c’è molta stima per il lavoro svolto dal Consiglio direttivo nei recenti anni – dice Pedon - quindi c’è la voglia di continuare a lavorare con loro per meglio affrontare i bilanci e i progetti futuri.” Come stanno davvero le cose?
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Al momento le parti sono in fase di attesa: ma si rispettano e cercano una soluzione soddisfacente. Ad oggi il futuro del Circolo Tennis è ancora da formalizzare ma il presente è tornato collaborativo e roseo come è doveroso che sia e molti adulti si sono riavvicinati al tennis. Insomma, dalle voci dei protagonisti si alza un coro positivo e collaborativo, e noi vogliamo crederci, anzi dobbiamo crederci, almeno fino a fine anno, poi parleranno i contratti: male che vada, con la nuova gestione al ristorante del circolo si mangia molto bene e al giusto prezzo!
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Una borsa di studio per la concia di alessandra groppo
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ent’anni fa la coraggiosa scelta di lasciare tutto per scappare dalla difficile condizione politica e sociale del Marocco e raggiungere l’Italia con la speranza di un lavoro migliore e di una vita più tranquilla. Oggi l’orgoglio di vedere il proprio figlio Yassin El Fdali diplomarsi al conciario e ricevere una borsa di studio che gli permetterà di studiare per un anno presso la British School of Leather Technology, prestigioso ateneo inglese riconosciuto per la formazione nel settore della concia. “Siamo arrivati in Italia carichi di speranze, ma l’inizio è stato davvero duro perchè non avevamo un lavoro – ci raccontano gli arzignanesi Mo-
hamed e Rachidea El Fdali -. Poi le cose pian piano sono andate meglio: il primo impiego nel settore conciario, l’integrazione nel paese e vedere che nostro figlio cresceva circondato da affetto e da amici. Il fatto che il figlio di immigrati abbia vinto quella borsa di studio ci rende onore e dimostra che la buona integrazione è possibile.” “Sono veramente un appassionato del settore conciario – ci racconta Yassin - e andare a studiare in Inghilterra è un sogno che si realizza: già due anni fa avevo partecipato ad un incontro con professori e studenti inglesi e in quell’occasioni ho detto “ci vediamo tra due anni…”. E ora la tua valigia è pronta… Ora mi aspetta una grande avventura anche perché la scuola è davvero co-
stosa e non voglio pesare troppo sulla mia famiglia: penso che mi cercherò un lavoretto per cavarmela da solo. Sai che non sarà facile però… Lo so, ma seguo l’esempio dei miei genitori, persone forti che hanno visto la povertà e la sofferenza. Assieme a Yassin è stato premiato anche l’amico Filippo Fetta, anche lui emozionato e agitato per la nuova avventura londinese. “Con questa borsa di studio ci è stata data davvero una grande possibilità – conclude Filippo – e mi aspetto di dare il massimo e di ricevere il massimo: dopotutto siamo consapevoli di andare in Inghilterra per crescere dal punto di vista professionale e umano.
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100 anni per il campanile di enrico corato
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lvese ne ha da festeggiare, quest’anno. “Nel 2012 ricorre il centenario dalla costruzione del campanile - spiega il parroco don Mario Geremia - e sono passati 110 anni esatti dalla costruzione della nostra chiesa parrocchiale, dedicata a San Giuseppe”. Pur soffrendo la miseria e la fame, le sapienti mani della gente del paese hanno saputo creare un gioiello che dopo il recente restauro del 2005 risplende ancora. “Lassù in cima - continua il parroco - è ancora visibile, inciso nella pietra, il nome del capomastro, Michele Corato e celebreremo questa ricorrenza a Natale”. Nel frattempo, dal 26 al 28 ottobre, un’ottima occasione per visitare Alvese di Nogarole sarà la “Festa dei Maruni”, appuntamento fisso che quest’anno raggiunge la 30ª edizione. “Tutto è cominciato nel lon-
tano 1983 - spiegano gli organizzatori del Gruppo Alvese Onlus - quando alcuni giovani hanno voluto salutare l’amico e compaesano padre Severino Mastrotto, missionario in partenza per il Giappone, abbrustolendo un po’ di marroni e facendo festa per tutto il paese”. Inizialmente l’evento serviva proprio a raccogliere qualche soldo per padre Severino, ma con il tempo questo momento ha richiamato sempre più persone attirate dal sapore di un buon bicchier di vino e una manciata di “maruni brustolà”. “Non abbiamo mai perso la volontà di fare del bene – continuano i soci del gruppo – e ancora oggi parte del ricavato va ad alcuni missionari originari di Alvese, alla parrocchia e ad altre attività benefiche, anche per il nostro paese. Come il bar, nel 2010, sorto nell’edificio completamente ristrutturato che una volta ospitava le scuole elementari”.
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iscritti, viaggi a Parigi, crociere, feste di paese, mostre, incontri e soprattutto una borsa di studio riservata agli studenti più meritevoli delle scuole superiori della vallata. Sono le attività del Centro culturale Molino di Altissimo. “Siamo un’associazione dinamica e molto attiva nel sociale”, parola del presidente Guido Danese. Nata nel 1992, la sua sede è nell’edificio che un tempo ospitava la “casara”. “L’iniziativa a cui più teniamo - continua il presidente
- è l’assegnazione di una borsa di studio agli studenti più meritevoli. È un bando aperto a tutti gli studenti delle scuole superiori residenti a Chiampo, Crespadoro, Nogarole, San Pietro Mussolino e Altissimo. La famiglia Garavoglia, che da sempre sostiene l’associazione, ogni anno assegna questa borsa ai due studenti più meritevoli. Una terza borsa è invece assegnata con dall’associazione stessa”. La cerimonia di consegna quest’anno sarà il 1° novembre. L’invito è dunque rivolto a tutti gli studenti interessati, basta consegnare una fotocopia della pagella relativa all’anno scolastico 2011/2012 presso la sede del Centro Culturale Molino.
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s . p. m u s s o l i n o I 100 di nonna Rosina
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a più anziana del paese è nonna Rosina Dalla Valle che ha da poco spento cento candeline. Donna dal carattere forte e deciso ha festeggiato il compleanno con la famiglia, con la comunità di San Pietro e un omaggio da parte dell’Amministrazione comunale. d.d.b.
Chiampo
Chi di loro sarà il nuovo sindaco? di alessandra groppo
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on c’è ancora la data ufficiale per le prossime elezioni, ma in paese circolano già le prime indiscrezioni e tra una chiacchiera e l’altra può capitare di captare il nome di qualche papabile candidato al ruolo di sindaco. Noi ve ne presentiamo tredici: tra questi ci sarà sicuramente il nome della persona che guiderà Chiampo nei prossimi cinque anni. CHI… SÌ DI SICURO L’attuale sindaco, Antonio Boschetto, è l’unico che non nasconde la voglia di ricandidarsi di nuovo. “Ho guidato Chiampo – ci spiega - tra difficoltà economiche, tagli ai finanziamenti e progetti bloccati per cui mi candiderò per portare a termine il lavoro iniziato”.
“Sicuramente mi ricandido - spiega l’assessore Samuele Negro - ma non so in quale veste. Voglio comunque mettermi al servizio del paese”.
sbilancia su quello politico… Sui giovani punta invece Andrea Dal Maso, che pensa che Chiampo abbia bisogno di ragazzi preparati e impegnati in senso civico. Giovanissimi sono, infine, gli ultimi due possibili candidati: Edoardo Righetto, attuale consigliere comunale che sta creando un gruppo di ragazzi preparati e pronti a metterci la faccia e Luca Macilotti, il quale però non si sbilancia perché “nulla è definitivo”.
Sì
Forse
Forse
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SÌ, NO, FORSE, NON SO… Giuliana Fontanella, nonostante abbia alle spalle due mandati da sindaco e grande impegno politico non si sbilancia: “Non so se continuerò l’impegno politico ma sicuramente continuerò a lavorare al fianco di questa comunità che mi ha sempre dato tantissimo”. Nessuna risposta certa nemmeno da parte di due giovani assessori delle giunta Boschetto.
“Sto valutando – continua l’assessore Alessandro Tonin – ma dobbiamo aver chiaro gli obiettivi da raggiungere.” Al consigliere dell’opposizione Vinicio Ceriolo, invece, non manca la voglia di candidarsi, ma: “Solo se ci sarà un buon programma politico”, mentre Maurizio Boschetto ci garantisce la continuità per quanto riguarda l’impegno civico, ma non si Corriere Vicentino |
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C’È CHI DICE NO! Tra i nomi dei possibili candidati che circolano ci sono poi anche alcune persone che hanno deciso di rinunciare alla vita politica per dedicarsi alla famiglia, al lavoro o a impegni personali. Come Massimo Confente, ex sindaco, che ha rinunciato all’impegno per dedicare più tempo ai suoi bambini, oppure l’assessore Dario Antoniazzi che ci rivela di lasciare anche la carica di assessore per impegnarsi al massimo nel lavoro e nella Fondazione Fibrosi Cistica. Rinunciano alla poltrona da sindaco Dario Faedo e Sandra Benetti: l’avvocato chiampese da diversi anni ormai non partecipa alla vita politica, mentre la signora Benetti ricorda la sua candidatura alle ultime elezioni come un’esperienza importante, ma vuole lasciare posto ai giovani.
brendola Arriva la terza farmacia
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ra qualche mese Chiampo avrà la terza farmacia. Sarà in piazza papa Giovanni XXIII e sarà una farmacia di proprietà del Comune e data in concessione ad un farmacista chiampese: Simone Negro. “Sarà la farmacia del paese - ci spiega Simone - un punto di riferimento per l’acquisto dei farmaci e per tanti altri servizi pensati per i cittadini”. Ad esempio? “La misurazione gratuita di peso, altezza e pressione, oppure la consegna gratuita di farmaci a domicilio di persone anziane o segnalate dai servizi sociali. Organizzeremo, poi, incontri con le scuole e con le associazioni sportive per parlare di salute, dell’uso dei farmaci e del doping, incontri dedicati alle neo mamme sul mondo dei bambini e dell’allattamento materno e incontri di educazione sanitaria aperti a tutta la comunità. Ogni due mesi, poi, distribuiremo un opuscolo con informazioni sulle patologie tipiche di ogni periodo dell’anno”. Quante novità… “Sì, la farmacia avrà anche orari più flessibili per venire incontro alle esigenze dei lavoratori, sarà possibile il noleggio di strumenti quali aerosol, bilance, stampelle e carrozzine, e ci sarà una sezione per la medicina veterinaria. L’obiettivo mio e dei miei collaboratori infatti è quello di creare una rete di servizi capace di aiutare i chiampesi a vivere meglio e a stare meglio”. a.g.
Acque Divise L e forti piogge non saranno più un problema nella zona industriale di Brendola: l’Amministrazione comunale, infatti, ha da poco concluso il primo stralcio di lavori della rete fognaria. Quali interventi avete realizzato? Abbiamo separato la rete fognaria delle acque bianche, ovvero quelle acque di provenienza piovana, da quelle delle acque nere provenienti dagli scarichi industriali grazie alla realizzazione di una nuova rete fognaria specifica per il flusso delle acque bianche – ci spiega l’assessore ai lavori pubblici Stefano Meneghello -. Abbiamo poi ripulito le tubature già esistenti per migliorare il flusso dell’acqua. La vecchia rete fognaria, infatti, era sporca, non permetteva
un veloce deflusso dell’acqua e questo ingorgo provocava piccoli problemi di allagamento all’interno delle fabbriche della zona. A quanto ammontano i costi dell’intervento? I lavori sono iniziati ancora nel 2010 e la spesa complessiva dell’intervento è stata di 760.000 euro. Ma il Comune ha contribuito soltanto per 174.000 euro perché i restanti 586.000 euro sono stati finanziati direttamente dalle ditte interessate. Quali sono i prossimi progetti? Abbiamo in progetto la sistemazione di altri punti della rete fognaria, ma per il momento dobbiamo verificare il buon funzionamento di quest’ultimo intervento grazie al quale abbiamo risolto la maggior parte dei problemi idraulici dell’intera zona industriale. a.g.
Un pullman per la fondazione Massignan
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razie al contributo di 21 attività commerciali che hanno sponsorizzato l’iniziativa il Comune di Brendola ha aderito a Novastrada, un progetto sociale che offre ai comuni un automezzo dedicato al trasporto di persone anziane e disabili. Il mezzo di trasporto assegnato a Brendola è un Fiat Doblò grigio predisposto per il trasporto di 5 persone a sedere o di 3 persone a sedere e una carrozzina che il Comune ha messo gratuitamente a disposizione della fondazione Paolino Massignan.
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Una città per lo sport di ilaria boscardin
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randi notizie per lo sport di Montecchio Maggiore. Il comune castellano, infatti, si è candidato al titolo di “AcesEuropa Town of Sport” ovvero “Città Europea dello sport”, contando sui suoi oltre 30 impianti sportivi per le più diverse attività e su quasi 60 associazioni e gruppi sportivi che operano nel territorio. “Il Sindaco Milena Cecchetto ci ha candidati ufficialmente il 18 aprile scorso - spiega l’assessore allo Sport Gianluca Peripoli – e approfitto per ringraziarla per la sua bravura nell’arrivare alla candidatura, mentre venerdì 28 settembre abbiamo ricevuto la delegazione Aces con in testa il presidente europeo Lupatelli che ha il compito di valutare i nostri impianti e le nostre associazioni sportive”. Durante la conferenza stampa di presentazione del progetto, ogni presidente e delegato ha avuto la possibilità di presentare la propria realtà: “È stato davvero emozionante vede-
re che la quasi totalità delle società sportive cittadine erano presenti, segno della stretta simbiosi tra società e Amministrazione comunale”. Il 7 novembre a Bruxelles ci sarà l’annuncio della vincitrice “nel caso vincessimo – aggiunge Peripoli – fa-
remo una grande festa e poi valorizzeremo ancora di più il nostro sport con tanti nuovi progetti, alcuni dei quali già avviati e finanziati come l’ampliamento degli spogliatoi del Calcio S.Vitale, i lavori alla palestra del polisportivo, la struttura di via Veneto, il palazzetto
di via Collodi e le palestre di alcuni istituti scolastici. Per il futuro, siamo già in fase di approvazione del progetto preliminare del rifacimento della pista di atletica con risorse per metà nostre e metà della Regione; poi è nostra intenzione finanziare l’ampliamento del circolo Tennis fresco di promozione in A2, l’integrazione dell’area del polisportivo con la realizzazione della ‘Cittadella dello Sport’, la costruzione degli spogliatoi e delle tribune della pista di pattinaggio per poter accogliere i Campionati Europei di Pattinaggio. Infine, il sogno nel cassetto, la costruzione di una nuova palestra, di cui sarei contento di vedere almeno il progetto preliminare prima di fine mandato, per dare un nuovo spazio e risposte alle numerose associazioni che crescono ogni anno di più”. Grandi investimenti, dunque, per un ammontare di circa 700.000 euro a sottolineare l’importanza dello sport a livello non solo fisico, ma anche sociale. In bocca al lupo!
Tanti auguri remo! di alberto faedo
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na vita dedicata allo studio, all’arte, al teatro e alla storia: si può riassumere così l’esistenza di Remo Schiavo. Lo andiamo a trovare a casa sua, in occasione del suo 84° compleanno, in via Conti Gualdo. All’interno troviamo le sue passioni: una biblioteca personale ben fornita, che lascerà al Comune di Montecchio Maggiore; quadri, di vario genere artistico; statue di marmo; gatti “i miei figli”… Per chi non ricordasse, Remo è stato un docente di filosofia e storia al Liceo classico A. Pigafetta, il responsa-
bile della Villa Cordellina e uno dei membri dell’Accademia Olimpica. Com’è stata la sua formazione? “Ho avuto un curriculum difficile, mio papà voleva che io studiassi materie più scientifiche e meno umanistiche, per questo ho frequentato il liceo scientifico. Dopo questo percorso però, ho preso anche la maturità classica, più adatta alla mia passione naturale. Infine, la laurea in filosofia” Il suo rapporto con la tecnologia? “Non so usare il computer, scrivo ancora a mano con carta e penna, però sono favorevole al progresso tecnologico e al cambiamento.” Cosa ne pensa dell’Italia? Corriere Vicentino |
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“Posso dire che i problemi della nostra nazione sono iniziati nel 1848, gli Italiani non sono fatti per essere una nazione, pensano prima a sistemare la propria famiglia. Quindi non è colpa dei giovani se oggi le cose non vanno bene.” Un consiglio ai ragazzi? “Studiare! La mezza cultura non porta da nessuna parte. Conoscere la storia è fondamentale per impostare al meglio il futuro.”
“Questa azienda ha un’anima”. Così esordisce il presidente della società per spiegare lo spirito della due giorni di porte aperte programmata per venerdì 12 e sabato 13 ottobre. Due occasioni distinte con lo scopo di celebrare i 50 anni di attività dello stabilimento e far conoscere da vicino l’azienda e il percorso che sta facendo.
i n n a 50 a s i h g i d
“Fonderie di Montorso è stata fondata il 1° ottobre 1962 e, attraverso varie proprietà e periodi più o meno felici, è arrivata a 50 anni di attività. Mezzo secolo di storia che merita una festa e lo meritano le persone che ci lavorano e che hanno contribuito a questo traguardo”.
relazioni umane interne fra noi ed esterne”. Le due giornate sono state così pensate: il venerdì 12 ottobre esclusivamente su invito, dedicato a tutti gli attori esterni coinvolti nella produzione, i clienti, i fornitori, banche ect.; il sabato 13 ottobre, dalle 11.00 alle 17.00, sarà un porte aperte per le famiglie dei dipendenti e per chiunque abbia il piacere o la curiosità di visitare lo stabilimento in tutta tranquillità e conoscerne da vicino il lavoro.
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Tra le prime dieci fonderie di ghisa in Italia, Fonderie di Montorso sta vivendo negli ultimi anni un profondo percorso di trasformazione. Investimenti sono stati fatti per migliorare sia l’efficienza sia la qualità del prodotto, ma molto di più per minimizzare il proprio impatto sul territorio e dare ai dipendenti un miglior ambiente di lavoro. La comunicazione interna, per coinvolgere la totalità dei dipendenti su obiettivi e progetti, l’attenzione alla pulizia dei locali e l’ambiente, la formazione, sono aspetti centrali su cui l’azienda lavora con decisione. “Crediamo nell’importanza di operare in un ambiente gradevole, pulito, ordinato ed efficiente, perché lavorare contenti porta a dare il meglio e consolida lo spirito di gruppo. L’azienda è fatta di impianti, di processi, ma soprattutto di
m o n t e cc h i o
Obiettivo sicurezza di alessandra groppo
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revisione, prevenzione e soccorso sono i tre concetti che guidano il lavoro dei volontari della Protezione Civile. E per continuare a monitorare al meglio un territorio in continua evoluzione, la Protezione Civile di Montecchio ha da poco modificato il proprio piano comunale, ovvero il documento che analizza i problemi del territorio e che propone come intervenire in caso di necessità. Quali sono i problemi che potrebbero verificarsi?
I problemi di Montecchio – ci spiega Massimo Chiarello - sono legati al maltempo e al traffico stradale. Le abbondanti piogge potrebbero causare la rottura degli argini del Guà con il conseguente riversamento delle acque sulla zona industriale, oppure la formazione di piccoli “laghi” che rendono impraticabile la statale 246. Ogni giorno, infine, potrebbero verificarsi degli incidenti che coinvolgono i mezzi di trasporto industriale che percorrono le nostre strade con la conseguente dispersione di sostanze chimiche nell’ambiente. Come possiamo affrontare queste situazioni? Con la calma e la cooperazione. Abbiamo infat-
ti individuato delle persone pronte a segnalarci ogni minimo cambiamento del territorio e speriamo sempre che le persone non si facciano prendere dal panico: con questi due accorgimenti riusciremo ad intervenire tempestivamente. È semplice, però, cadere nel panico. È vero, ma una persona deve conosce il proprio ambiente, riconoscere una situazione di pericolo e non allarmarsi. Ed è quello che anche quest’anno, assieme al gruppo Artemide, insegneremo ai bambini delle scuole grazie ad un progetto che permetterà ai ragazzi di conoscere l’ambiente, di prendersene cura e di imparare la scurezza e l’autoprotezione. Così, con l’aiuto di tutti, anche noi volontari riusciremo a garantire alla cittadinanza un intervento veloce ed efficiente.
Quarant’anni di unitalsi I l gruppo Unitalsi di Montecchio Maggiore e Brendola ha spento 40 candeline ed ha festeggiato questo importante traguardo l’8 ottobre con una grande festa per la comunità. Quarant’anni sono un bel traguardo… Sì – ci spiega il capo gruppo Enzo Gaspari – siamo molto orgogliosi di aver spento 40 candeline ma… c’è ancora un alone di mistero sulla nascita del nostro gruppo. Ci spieghi. Non ci sono documenti che attestano la data di nascita dell’Unitalsi di Montecchio, così abbiamo supposto che il gruppo sia nato nel 1972 quando il fondatore Bruno Lampreda portò per la prima volta la figlia a Lourdes.
E in 40 anni a Lourdes ci siete stati moltissime volte… Non solo Lourdes ma anche Fatima e Loreto. Lo scopo dell’Unitalsi è, infatti, accompagnare i disabili durante questi pellegrinaggi.
Partecipiamo a tre viaggi l’anno durante i quali noi 12 volontari assistiamo in tutto i malati. Svolgete anche altri servizi? Corriere Vicentino |
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Certamente. Alcuni di noi, per esempio, quest’anno sono stati in Emilia ad assistere gli ammalati nelle terre del terremoto. Cosa regala l’esperienza in Unitalsi Far parte dell’Unitalsi regala una felicità immensa. Non serve fare grandi cose perché il sorriso degli ammalati ti regala emozioni indescrivibili. Progetti futuri? Uno dei nostri obiettivi principali ora è quello di far conoscere il nostro gruppo, raccogliere fondi per aiutare gli ammalati e invogliare qualche nuovo volontario ad unirsi a noi… Non bisogna avere paura: donando un po’ del proprio tempo possiamo davvero ricevere molto. a.g.
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montorso
Un paese per... Ciclisti di alessandra groppo
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acciamo un giro in bici a Montorso? A breve si potrà inforcare la propria due ruote e percorrere tutto il paese in sicurezza, in lungo e in largo, scoprendo magari punti su cui non ci si era mai soffermati. L’Amministrazione comunale di Montorso, infatti, sta lavorando ad una serie di progetti che porteranno alla realizzazione di un percorso ciclopedonale che permetterà di raggiungere scuole, negozi, fabbriche e attraversare la strada provinciale. “Il piano delle piste ciclabili è un progetto che abbiamo steso ancora nel 2007 - ci spiega il sindaco Diego Zaffari - e da quasi un mese abbiamo concluso i lavori per la realizzazione del primo tratto di percorso. Questo primo stralcio è il punto più impor-
tante perché collega l’area delle scuole di via IV Novembre con via Villa e la strada provinciale. A breve, poi, partirà il lavoro di completamento di questa pista ciclabile, con un tratto che permetterà di attraversare la strada provinciale e raggiungere la pista ciclabile lungo l’argine del fiume Chiampo”. Avete altri progetti?
“Certamente. Sono da poco partiti, infatti, i lavori da parte di un privato per un altro tratto di percorso ciclopedonale che permetterà il collegamento di via IV Novembre con l’inizio di via Zanella, in direzione nord del paese. Spetterà a noi poi completare il tragitto con un tratto che la colleghi, da un lato, alla zona commerciale di Ponte Cocco e dall’altro alle scuole”. Montorso sarà un paese per ciclisti, insomma. “Il nostro obiettivo – conclude il sindaco – è dare la possibilità ai cittadini di accompagnare i bambini a scuola, di recarsi al lavoro o di fare la spesa lasciando a casa la macchina e vivendo il paese all’aria aperta”.
montebello
E allora, il cis? di ilaria boscardin
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i ricordate del famoso Cis, il Centro Intermodale Merci e Servizi che dovrebbe sor-
gere tra la regionale 11 e la ferrovia? Bene, ancora tutto fermo se non per il cambio di presidente. Ora, al posto di Zanchetta, c’è Angela Peretto, una commercialista nominata dalla Camera di Commercio e affiancata da due avvocati per far ripartire l’attività di Cis Spa. “Mi aspetto che il nuovo Cda dia un’accelerata ai lavori – commenta il sindaco Fabio Cisco -, il nostro
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obiettivo è la realizzazione di quel centro intermodale di cui da troppi anni parliamo. Entro l’autunno sarà elaborato un piano urbanistico che riorganizzerà l’intero corridoio lungo la strada regionale 11, da Vicenza a Gambellara. Questa situazione è davvero spiacevole, anche perché in questo periodo difficile significherebbe un’ottima opportunità di lavoro”.
zermeghedo
Un pellicano per il gruppo fidas
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n grande pellicano posizionato nel piazzale della chiesa di Zermeghedo: così è stato pensato il monumento al donatore del gruppo FIDAS (Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue) di Montebello e Zermeghedo che è stato inaugurato il 23 settembre. “Il monumento – ci spiega la presidente del gruppo Maria Beatrice Vezzaro – è formato da un blocco di marmo e da una striscia di bronzo a forma di cuore che avvolge l’intero blocco e che termina con una goccia di sangue sulla quale è impresso il nome della FIDAS e delle altre due associa-
zioni che hanno lo scopo di migliorare la vita delle persone attraverso la donazione: l’AIDO e l’ADMO. Sopra il blocco di marmo, infine, è posto un pellicano, simbolo della nostra associazione perché, così come un donatore rinuncia a qualche goccia del proprio sangue per aiutare gli altri, questo animale si becca il petto per dar da bere ai propri piccoli. Abbiamo pensato a questo monumento per dare un segno di riconoscimento a tutti gli ex donatori di sangue e per far conoscere ai giovani la nostra associazione che conta oggi ben 350 donatori e continua a crescere giorno dopo giorno”. a.g.
Paese in festa per il centenario della Chiesa
Il 30 settembre la comunità di Zermeghedo ha festeggiato la dedicazione della Chiesa parrocchiale a San Michele.
Lavori di riparazione per il monumento ai caduti
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l monumento di via Giovanni Giolitti, di fronte alle scuole medie di Montebello, realizzato in ricordo dei caduti sul lavoro, giace da qualche mese disteso sul terreno. È stato danneggiato da ignoti, probabil-
mente vandali, alcuni mesi fa. Come ci spiega il sindaco Fabio Cisco, i costi per i lavori di riparazione, già partiti nei giorni scorsi, ammontano a circa 2.000 euro, metà a carico del Comune e metà coperti dall’assicurazione.
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Il connubio è ormai inscindibile: energia deve voler dire anche risparmio. Si parte dagli impianti fotovoltaici e solari, dagli infissi e dagli isolamenti, dall’illuminazione, all’arredo, all’intonaco...
Idee per una casa eco-green Le luci a led
sono il futuro dell’illuminazione. Il Led (LightEmitting Diodes) è un componente elettronico che, al passaggio di una minima corrente, emette una luce priva di infrarossi e ultravioletti, accendendosi immediatamente. Il risparmio ottenuto utilizzando illuminazione a LED è di circa il 93% rispetto alle lampade ad Incandescenza; 90% rispetto alle Alogene; 70% rispetto alle lampade a Ioduri metallici; 66% rispetto alle lampade Fluorescenti. Hanno un’alta efficienza luminosa, ossia il rapporto tra la quantità di luce e l’energia necessaria per produrla: se per le fluorescenti arriviamo a valori di 80-90 lumen su watt, con il LED superiamo i 120-130. Altro punto di forza è la durata: le fluorescenti possono durare 8-9mila ore, qualcuna arriva a 12mila, le lampade a LED durano circa 4050mila ore, trascorse le quali non si spengono ma diminuisce la quantità di luce.
Cemento fotocatalitico che mangia lo smog: è una
malta a base di biossido di titanio in grado di abbattere i livelli di inqui-
namento atmosferico. Sono masselli che attivano una reazione chimica che abbatte gli agenti inquinanti. Il biossido di titanio, infatti, ha la capacità, in presenza di luce naturale e artificiale, di ossidare sostanze organiche e inorganiche scomponendole per poi trasformarle in nitrati e carbonati. E anche vernice fotocatalitica, per interni ed esterni: è un particolare rivestimento pittorico in grado di trasformare lo smog in aria pulita sempre grazie alla luce. Principio attivo: il biossido di titanio.
conducibilità termica e le sue caratteristiche di igienicità, impermeabilità, durevolezza, incombustibilità e riciclabilità. Il Relax è verde. Si chiama Soft rocker ed è la poltrona in legno con celle fotovoltaiche che ricarica cellulare e computer. È un’inventiva poltrona a dondolo inventata da un gruppo di studenti del MIT (Massachussets Institute of Technology): eco-compatibile, rea-
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lizzata in legno, è tecnologica con 3 porte usb che ricaricano lettori MP3 o computer. Come? Con la potenza dell’energia prodotta dalle celle fotovoltaiche presenti sul tetto e attraverso un dispositivo che sfrutta il moto oscillatorio provocato quando qualcuno si dondola. L’energia prodotta alimenta una batteria che poi ricarica via usb qualsiasi dispositivo tecnologico.
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Energia quanto ci costi Dal 1° ottobre lieve incremento dei prezzi di gas ed energia elettrica. Secondo quanto stabilito dall’Autorità per l’energia, il gas aumenterà del 1,1% e l’energia elettrica dell’1,4%. La maggiore spesa su base annua sarà rispettivamente di 14 euro per il gas e di 7,6 euro per l’energia elettrica. A influire sulle variazioni sono principalmente gli inaspettati ri-
alzi delle quotazioni petrolifere che in meno di tre mesi sono saliti di oltre il 20%. Tuttavia, per il gas, occorre sottolineare che l’applicazione del nuovo metodo di aggiornamento della ‘quota energia’ (QE), approvato a giugno dall’Autorità, ha consentito di evitare, alla vigilia dei più alti consumi autunnali, un aumento che sarebbe stato dell’1,7%. Per l’energia elettrica, oltre ai rialzi del petrolio, ha inciso la necessità di aumentare il gettito a copertura della voce per l’incentivazione alle fonti rinnovabili e assimilate.
Cresce la tecnologia verde e del risparmio Fotovoltaico 3D
Un team di ricerca del MIT (Massachusetts Institute of Technology) ha sviluppato un sistema di cattura solare a tre dimensioni. All’interno di un progetto finanziato anche dall’Enel, infatti, stanno testando delle torrette solari statiche che combinano moduli fotovoltaici e riflettori solari che massimizzano la quantità di luce captata in base alle diverse ore del giorno, alle stagioni e all’area geografica. Nel team internazionale anche due ricercatori italiani: Marco Bernardi e Nicola Ferralis.
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Area beri ca
lonigo
Centro diurno verso la Rinascita? di Lino zonin
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Lonigo Giarolo: nell’arte ci vuole tecnica
sarego Il futuro dell’asilo
noventa Novità in vista per il centro storico barbarano Il genio dei numeri
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embra che per il Centro Diurno di via Fiume stiano per finire i giorni dell’incertezza e della precarietà. Una recente delibera del consiglio comunale ha infatti affidato la gestione del centro - rimasto per quasi due anni senza una guida dopo la scadenza, nel dicembre del 2010, dell’ultima convenzione - alla casa di riposo Villa Serena, l’ente che gestisce da tanti anni con ottimi risultati il centro di ospitalità per anziani e che ha tutte le carte in regola per assicurare uguale funzionalità alla struttura da poco presa in ca-rico. In attesa di vedere come lo staff di Villa
Credo che la soluzione migliore sarebbe un comitato interno
Serena saprà dare nuova linfa ai locali di via Fiume, ripercorriamo la strada che ha segnato la nascita, gli splendori, la decadenza e, si spera, la rinascita del Centro Diurno. 58
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sossano Finalmente è differenziata spinta mossano La mia impresa per Gheddafi
quale incontrarsi. Il centro è stato inaugurato nel 1992 dopo un importante lavoro di restauro e riconversione e ha immediatamente riscontrato un grande successo attirando utenti non solo da Lonigo ma anche dai comuni vicini. La gestione è stata affidata a una cooperativa formata tra gli stessi soci del centro e, per alcuni anni, tutto è filato via per il meglio. Poi sono cambiati i responsabili, si è fatto ricorso a soggetti esterni e le cose sono rapidamente peggiorate. Non nascondo la mia delusione nell’aver dovuto vedere per tanto tempo ridotto a un regime di sopravvivenza il gioiellino che avevamo creato con tanto entusiasmo. Spero che con Villa Serena le cose vadano meglio. Io resto convinto che la soluzione migliore sia affidare il centro a chi lo usa, formando un comitato interno dotato di competenza e, soprattutto, di passione”.
IL DEBUTTO Chi oggi ha più di cinquant’anni avrà senz’altro ottenuto il battesimo scolastico alla scuola materna statale che si trovava proprio nello stesso posto in cui oggi c’è il punto ricreativo per gli anziani. Ricorda l’allora sindaco Santo Dal Maso: “All’inizio del mio secondo mandato abbiamo deciso di utilizzare quello stabile di proprietà comunale, abbandonato dopo la costruzione della nuova scuola materna, per dare una risposta alle esigenze degli anziani che chiedevano di poter avere un luogo nel Corriere Vicentino |
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LA CRISI Lentamente, ma inesorabilmente, il centro diurno ha co-minciato a perdere appeal e frequentatori. E’ sopravvissuto un gruppo ristretto di fedelissimi, ma le schiere di danzato-ri e di giocatori di briscola e di tombola dei primi tempi sono diventate con gli anni un ricordo. Alla fine del 2010 il Comune ha deciso di non rinnovare la convenzione con gli ultimi gestori, mettendosi alla ricerca di nuove formule per far convivere le scarse risorse di cassa con le esigenze degli anziani, i quali rimpiangevano gli antichi splendori e auspicavano un rilancio del centro. È cominciata allora la serie delle trattative, delle promesse, delle verifiche e delle rinunce, con l’assessore ai servizi
sociali Franco Rebesan alla difficoltosa ricerca di un soggetto in grado di soddisfare le diverse esigenze. Dopo quasi due anni, sembra che sia riuscito. IL N UOVO ACCORDO In base al regolamento appena stipulato e approvato dal consiglio comunale, Villa Serena si occuperà del Centro Diurno per tre anni a partire dal primo ottobre, “con un sistema di auto gestione e auto finanziamento”.
Il Comune interviene con una somma una tantum di 10 mila euro per favorire l’avvio dell’attività e con un contributo annuo di 20 mila euro per sostenere lo “sportello unico dell’anziano”, servizio di assistenza a vario titolo per le persone della terza età che costituisce la vera novità dell’accordo. Anche i costi per utenze e pulizie sono a carico del Comune mentre le altre spese saranno sostenute dal gestore con gli introiti del tesseramento e delle varie attività a pa-
Ritorna Gustus Itineris
gamento offerte dal centro. Tutto bene, dunque? Ancora non si sa, è presto per dirlo, vedremo. Di sicuro, per ora, c’è che le minoranze consigliari non condividono il piano elaborato da Rebesan e che in consiglio comunale hanno negato la loro approvazione. Una partenza in salita, che complica il lavoro di chi si preso l’impegno di restituire la massima funzionalità a un servizio importante e molto gradito dagli anziani di Lonigo.
Festa di classe da principi
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itorna a Vicenza l’appuntamento con l’eccellenza dei prodotti vicentini. Il 20 e 21 ottobre parte Gustus Itineris, la due giorni durante la quale sarà possibile assaporare, direttamente dai produttori, i migliori vini del territorio e i prodotti tipici della gastronomia locale. L’iniziativa, arrivata alla terza edizione, sarà organizzata dalla Strada dei Vini dei Colli Berici nella splendida cornice del Palazzo Valmarana, opera dell’architetto Andrea Palladio. L’ingresso è di 8 euro ma per gli aderenti all’evento su Facebook è previsto un ingresso ridotto a 5 euro per i quali verrà ritenuta valida la lista partecipanti confermati fino al giorno prima della manifestazione. i.b. www.gustus-itineris.it www.facebook.com/StradaViniColliBerici
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a festa per il settant’anni della classe 1942 ha riservato a numerosi partecipanti una lieta sorpresa: la presenza del principe Carlo Giovanelli, leoniceno onorario anche lui nato nel 1942 e giunto appositamente da Roma per salutare i coscritti. In una pausa del pranzo svoltosi a villa San Fermo – per molti anni dimora della famiglia Giovanelli – posano assieme al principe: Attilio Nicoli, Prospero Purelli e Antonio Tognon. l.z.
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2008/2009
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Nell’arte ci vuole Tecnica di Lino zonin
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hi ha seguito nel corso delle ultime estati il “Cinema sotto le stelle”, rassegna ambulante che ha animato con le sue proiezioni i quartieri e le frazioni di Lonigo, ricorderà senz’altro il tipo alto e dinoccolato che, con fare calmo e sicuro, montava lo schermo, regolava il proiettore, seguiva da lontano il film e poi, con la solita flemma, smontava, metteva via e se ne andava. Quel tipo si chiama Pier Paolo Giarolo, ha quarant’anni, abita ad Almisano ed è uno al quale la semplice definizione di addetto al proiettore va molto stretta. Pier Paolo è infatti un artista a tutto tondo, diplomato in pianoforte al conservatorio, ricercatore di nuovi linguaggi, regista e produttore di documentari. “La svolta, dopo qualche anno passato a guardarmi in giro, è avvenuta seguendo un corso di tecnica della narrazione a Torino con Alessandro Baricco e Gabriele Vacis - racconta -. Lì ho capito che ogni forma espressiva, per raggiungere il suo obiettivo, deve seguire delle regole ben precise e molto simili tra loro. Per eccellere nella pittura, nella scrittura, nella recitazione ma anche per diventare un bravo cuoco, un bravo contadino o un bravo falegname esiste una tecnica universale che conduce al successo. Questa scoperta mi ha aperto la mente e mi ha indicato la strada”. Una strada che lo ha portato ad occuparsi di arti visive e in particolare di documentari. “Ho accompagnato per circa un anno
la famiglia tedesca del Circo Soluna lungo il suo viaggio itinerante nelle varie piazze d’Italia. Ne ho fatto un documentario intitolato “Un piccolo spettacolo” che ha vinto il primo premio al festival del Cinema di Roma del 2005. In seguito ho curato
La regola è fare ogni cosa con passione
le riprese e il montaggio del Dvd che racconta la realizzazione del lavoro teatrale compiuto da Marco Paolini per lo spettacolo “Il sergente” tratto dal libro di Mario Rigoni Stern. Poi, prima di partire per il Perù, dove ho raccolto del materiale per conto del canale culturale franco/tedesco “Arte” che sto montando e che verrà pronto in primavera, ho girato “Tradurre”, un viaggio nel mondo dei traduttori di libri, dei musicisti e dei fornai”. Qua una spiegazione in più ci vuole.
“Sempre in base al principio di universalità di cui sopra, ho messo a confronto le diversità della lingua scritta, il rapporto della sonorità dei vari idiomi con gli strumenti musicali e, compiendo una specie di triplo salto mortale, con il pane che ogni paese produce. Ne è venuto fuori un racconto poetico che, partendo dalle presunte diversità, descrive un’Europa più unita di quanto non sembri”. Resta da capire come Pier Paolo Giarolo riesca a conciliare la sua vena creativa con quella di addetto al telone e al proiettore. “Se ci si pensa bene, la distanza non è poi molta. Con il mio “Cinemambulante” porto le opere d’arte davanti alla casa della gente, la invito ad uscire, a spegnere la tv con le sue assurdità e a sedersi al fresco e al buio per guardare un bel film. La regola è sempre la stessa: fare le cose con passione, seguire il mantra universale secondo il quale se lavori come si deve, se segui le regole e se sei onesto con te stesso, il risultato arriva di sicuro”.
L’adunata degli Alpini
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er il secondo anno consecutivo la città di Lonigo, nel mese di settembre, ha ospitato l’adunata degli Alpini “Val del Guà”, coinvolgendo le scuole e la cittadinanza tutta attraverso un concerto, uno stand gastronomico allestito al parco ippodromo, sfilate con gagliardetti e un incontro presso il teatro comunale. “L’anno prossimo ricorre l’ottantesimo anniversario della fondazione degli Alpini a Lonigo, per cui vorremmo por-
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tare nella nostra città l’adunata sezionale che vedrebbe la presenza di circa 10.000 alpini e un mese di incontri - spiega il presidente Sergio Portinari -. Per realizzare questo progetto, però, abbiamo bisogno che il Comune ci sostenga economicamente. L’evento dovrebbe svolgersi in seguito al raduno nazionale e a quello del triveneto, dunque verso la fine di giugno o l’inizio di luglio”. s.m.
Cittadinanza onoraria al reggimento Savoia Cavalleria
l reggimento del Savoia Cavalleria ha ottenuto la cittadinanza onoraria leonicena alla presenza del sindaco Giuseppe Boschetto, del comandante del reggimento colonnello Giovanni Cafforio e di numerosi rappresentanti d’arma di ieri e di oggi. Le ragioni che uniscono in modo così stretto la città di Lonigo e il reggimento che porta il nome della casata reale piemontese trovano origine nel lontano 1941, quando i cavalieri del Savoia
prestarono giuramento in piazza Garibaldi prima di partire per il fronte russo. Un anno dopo, durante la battaglia di Izbušenskij, i soldati italiani entrano negli annuali militari per aver effettuato l’ultima carica di cavalleria della storia. In occasione del settantesimo anniversario di quell’impresa si è pensato di consolidare lo storico legame con il conferimento al Savoia Cavalleria della cittadinanza onoraria. l.z.
sarego
Il futuro dell’aSilo di giovanni salviati
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nche il nuovo asilo di Meledo sconta lo stesso destino di tutte le opere pubbliche necessarie nell’Italia di oggi: è a rischio per mancanza di liquidità utilizzabile. “Abbiamo sospeso il progetto – spiega il sindaco Roberto Castiglion - perchè non c’era copertura finanziaria certa e si trattava di un’opera piuttosto costosa (un milione e mezzo di euro) ”. L’ex assessore Faedo dice che in realtà i soldi c’erano. “Il grosso del finanziamento su cui contava la passata giunta erano 800mila euro, che dovevano arrivare come indennizzo di legge al Comune per l’utilizzo della miniera di bentonite di Meledo, concessa alla Berica Immobiliare srl di Dueville. Ma i problemi al riguardo sono due. Primo, non è mai stata firmata la fideiussione bancaria a garanzia di quella cifra, che comunque non doveva arrivare tutta in una volta, ma nel corso di ben 30 anni di gestione della miniera. Secondo, anche se fosse stata firmata, gli accordi stipulati con
la società escavatrice prevedono che se gli introiti saranno minori del previsto, la Berica Immobiliare potrà richiedere indietro quanto anticipato al Comune. E da colloqui con il titolare Diego Marchioro - continua il sindaco - risulta che la crisi generale fa prevedere una forte diminuzione del bilancio previsto. Anzi, tira aria di chiusura della miniera, o per lo meno di sospensione delle estrazioni per il prossimo anno”. E il finanziamento della Regione? “Il bando del 2010 prevedeva al massimo 500mila euro per una spesa di un milione e mezzo, come rimborso a lavori finiti. Stiamo tentando di rinegoziare l’accordo del bando”. Quali sono le soluzioni possibili? “Allo studio ce ne sono tre, necessariamente molto più economiche. Prima: costruire la scuola materna dietro le scuole medie a Meledo, ma ridotta rispetto al progetto esistente. Seconda ipotesi: ristrutturare la struttura attualmente utilizzata in via Bisognin. Ma
resterebbero i problemi di accesso, e poi, appartenendo l’immobile all’Ipab che gestisce la casa di riposo, l’accordo non sarebbe semplice, anche se il consigliere della Lega nord, Bisognin pure lui, si sta adoperando per renderlo possibile. Terza: ampliare la scuola dell’infanzia di Monticello di Fara, e non la scuola primaria, come erroneamente è stato scritto. O, in subordine, quella di Sarego”. Farete un referendum per far decidere ai cittadini? “Altra voce errata che circola. No, il metodo che seguiremo è un giro di incontri pubblici coi cittadini, che abbiamo già iniziato”.
Quelli di ALDIQUADELGUà di stefano canola
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er il suo esordio in pubblico, AldiquadelGuà è andato al di là delle aspettative. Il 30 settembre, nella sala parrocchiale di Meledo, erano in tanti ad assistere alla conferenza sul tema “Alimentazione, amore, formula Caisse*: quale relazione con il cancro?” messa in piedi dal neonato Gruppo per una comunità sostenibile e a fare domande ai relatori Marcello Pamio, Loretta Martello e Ludovico Guarnieri. “C’è stata grande partecipazione con ospiti venuti anche da molto lontano – raccontano gli organizzatori. - Molti hanno espresso interesse per le future
attività del gruppo, facendoci sperare in prossime nuove adesioni. Ringraziamo quanti hanno contribuito alla riuscita dell’evento, in particolare il Gas Lonigo. È stato interessante l’accostamento dei diversi punti di vista nel modo di considerare e affrontare la prevenzione e la malattia: l’aspetto fisico-alimentare, l’aspetto animico-spirituale e l’ottica del malato, di chi il percorso lo ha fatto in prima persona. Ci siamo posti di fronte a questo e ad altri temi considerando l’uomo nella sua interezza e con alcune linee guida: investire nella cucina per una vera prevenzione, proporsi di risolvere i conflitti dell’anima e credere nelle risorse naturali per curarci”. Corriere Vicentino |
52 | Area Berica
Ma chi è questa strana gente di AldiquadelGuà? “Siamo residenti del comune di Sarego e ci incontriamo due volte al mese per costruire una realtà territoriale attenta allo stile di vita e di relazione. Partecipazione, condivisione, sostenibilità ambientale, economia consapevole sono le nostre parole d’ordine. Organizziamo corsi, laboratori di autoproduzione, incontri formativi. Puntiamo ad avere in futuro al nostro interno anche un Gas (gruppo d’acquisto solidale)”. *Tisana depurativa e disintossicante, che molti utilizzano per curare anche i tumori. Proviene da una ricetta che l’infermiera Caisse, in Canada, aveva ricevuto dagli indiani del luogo.
10a settimana della ricerca italiana per la Fibrosi Cistica
n o v e n ta
Novità in Centro Spazza di silvia maculan
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l via l’ultima parte del progetto di riqualificazione del centro storico di Noventa: un centro vivo, moderno, pulito e sicuro. “Queste sono state le parole d’ordine e le priorità che ci hanno guidato in questi anni di lavori - spiega l’assessore Carmine Pasquale Coppola -. Varie e diverse sono le novità legate al centro storico che investono anche quest’autunno caldo”. La prima notizia riguarda la piazza principale, piazza IV novembre, che è stata rimoderna-
S
ta. I lavori sono pressochè finiti, da ultimare la messa in posa delle panchine ai lati ed una serie di fiorere per dare vita e, sicuramente, colore a questo grande foro, che ha sullo sfondo la spettacolare Villa Barbarigo, riportandoci ai fasti di fine Ottocento. Una novità è l’installazione di alcuni strumenti di diffusione sonora, che verranno attivati nei giorni di festa e, in particolar modo, durante le festività natalizie, lungo corso Matteotti, l’arteria principale che attraversa il paese. “Questo sicuramente ci differenzierà dagli altri paesi circostanti e cercherà di rendere Noventa un centro per passeggiare e trascorrere un piacevole pomeriggio, tra un caffè e un po’ di shopping” ci chiarisce Coppola. Il Comune ha l’ambizione di diventare un punto nevralgico dell’Area Berica, dato che è anche un punto di incrocio tra le province e si trova in una posizione lontana dalle città. Infatti “per la prima volta nei prossimi mesi, Noventa sarà accessibile e visitabile da qualsiasi parte del mondo” irrompe l’assessore. Verranno infatti posizionate in piazza IV novembre due webcam collegate ad una linea adsl e il centro sarà online su internet 24 ore su 24.
Un autunno dedicato al sociale
arà la tematica sociale la protagonista di una serie di convegni aperti alla cittadinanza con il patrocinio dell’Assessorato alle politiche sociali di Mattia Veronese. Il primo, organizzato dal Servizio Adozioni dell’Ulss n. 6 e curato dal dott. Germano Parlato, sarà “La famiglia adottiva guarda al futuro. Proposta formativa e di approfondimento sull’adozione. Il percorso scolastico del bambino adottivo: difficoltà e risorse alle diverse età” e si svolgerà nella serata di giovedì 18 ottobre presso Villa Barbarigo. Per il mese di novembre, invece, sono in programma altri tre convegni. Venerdì 16 novembre ci sarà una serata dedicata alla prevenzione del tumore al seno e poi un corso di formazione, suddiviso nei due appuntamenti del 15 e 22 novembre, che tratterà un argomento molto attuale, quello del mondo delle badanti. Il corso sarà rivolto a tutte quelle famiglie che necessitano di tali figure per l’assistenza domiciliare di anziani e disabili in genere. s.m.
Corriere Vicentino |
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città
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ino a pochi anni fa lo chiamavamo “lo spazzino”. Negli anni 60 girava per le vie del paese su una bicicletta dotato di bidone e scopa, a pulire i piccoli rifiuti, come le cartacce o le sigarette “nazionali”. Se non ci ricordassimo del personaggio, è possibile ritrovarlo in un qualsiasi film di Totò! Il comune di Noventa Vicentina, dal luglio scorso, ha intrapreso un nuovo progetto, Spazza città, che consiste nell’utilizzo, da parte di un operatore ecologico (rassegniamoci: lo spazzino ormai si chiama così), di una bicicletta particolare: un triciclo dotato di quattro porta bidoni per la raccolta differenziata e una ramazza. L’idea è venuta all’assessore all’ambiente Cesare Giacomuzzo, dato che, come ci spiega “l’uso di strumenti e tecnologie per provvedere alla raccolta differenziata di piccoli rifiuti, non aveva del tutto risolto la pulizia del centro storico, ancora carente. Ormai era diventata una necessità”. L’operatore, dal lunedì al venerdì (o sabato, a seconda delle necessità), passa per le vie del centro e raccoglie i rifiuti lasciati incivilmente dai cittadini. Intanto i primi risultati cominciano a vedersi. “Il triciclo è un incentivo per la cittadinanza a una presa di coscienza - spiega l’assessore - ed è in corso uno studio per migliorare lo spazzamento stradale estendendolo anche alla periferia”.
orgiano
Restauro totale di silvia maculan
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n una posizione strategica, sull’estrema propaggine dei Berici e all’imboccatura della Val Liona si trova Orgiano, un antico insediamento romano. I suoi castelli confermano l’esistenza già intorno al IX – X secolo, in epoca Longobarda, e viene suggerita l’ipotesi di un’altrettanto antica chiesa di Santa Maria, anche se la sua esistenza è stata accertata alla fine del 1200. Fondamentale Vicariato nel territorio, venne ricostruita nel 1740 ed ampliata nel 1859. Nel 1977 il campanile, originario del ‘500 e la cuspide sono stati restaurati, ma i problemi statici dell’epoca non sono mai stati risolti radicalmente e sono tuttora fonte di danni. La Parrocchia di Santa Maria Assunta ha così richiesto alcuni interventi di restauro conservativo e di consolidamento statico della struttura di copertura e delle murature perimetrali. Il campanile presentava molte lesioni a causa dell’azione
dei fulmini e la situazione risultava aggravata dall’impoverimento della malta sulla cuspide e nelle stuccature cementizie della ghiera in pietra dell’orologio di facciata: “Le pietre e gli elementi potevano essere addirittura sfilati e da un momento all’altro la struttura sarebbe potuta cedere senza preavviso, anche sul sagrato, procurando danni alle persone” spiega don Gabriele. Anche sulle statue esterne ci sono elementi di degrado, mentre la cella campanaria presenta alcune lacune tecniche e danni sulla muratura, a causa delle percussioni, sollecitazioni e microvibrazioni, generate dal naturale movimento delle campane. Per tutti questi motivi la Parrocchia sta procedendo, da inizio estate, all’integrale recupero della torre campanaria, al restauro e consolidamento della copertura della cuspide, dalla messa in posa di ammortizzatori per le campane in neoprene alla messa in sicurezza della copertura e all’adeguamento alla normativa vigente per l’impianto parafulmine. Altri piccoli interventi riguardano la Chiesa e l’Oratorio attiguo. E i finanziamenti? “La CEI ci finanzia direttamente con circa 80.000 euro. Il resto dei fondi arriva dalla Parrocchia. Ci siamo mossi con richieste al Ministero dei Beni Culturali e alla Regione ma di questi tempi è dura” conclude don Gabriele. s.m.
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barbarano
Il genio dei numeri di Silvia maculan
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n diciottenne come tanti? Forse. Non solo però, perché Damiano Zeffiro è a dir poco un genio della matematica. Campione provinciale, ma anche regionale, plurimedagliato a livello europeo, Damiano è nella squadra nazionale e, il luglio scorso, ha partecipato alle Olimpiadi svoltesi in Argentina. “La passione per i numeri è senza dubbio qualcosa che ho costruito nel tempo - racconta Damiano, che oggi frequenta il liceo scientifico Masotto di Noventa Vicentina -. In questo credo siano state determinanti la mia curosità e un po’ di testardaggine. Ricordo che, fin dalle scuole medie, ogni volta che non capivo del tutto la spiegazione di un esercizio non smettevo di pensarci finché non riuscivo a padroneggiare completamente l’argomento. Un altro stimolo fondamentale mi è arrivato, senza dubbio, dai buoni risultati nelle pri-
me gare che ho fatto”. Ti capita di usare la matematica nella vita di tutti i giorni? Mi può capitare di fare qualche ragionamento logico per organizzare in maniera ottimale il tempo che dedico allo studio; o se gioco a carte posso usare il calcolo delle probabilità per stabilire l’aspettativa di una
certa mossa. Che esperienza è stata quella delle Olimpiadi? È stato molto bello conoscere ragazzi da tutto il mondo che condividono il mio interesse. Inoltre, la competizione è stata per me un ottimo stimolo per fare del mio meglio. Come ti sei classificato? Alla prima metà dei concorrenti è stata assegnata, in base al punteggio, una medaglia di bronzo, d’argento o d’oro. Io ho ottenuto una medaglia d’argento. L’emozione più grande? Il sollievo di quando ho scoperto che la mia soluzione ad un esercizio della gara funzionava. Ne ero veramente ossessionato! Cosa vorresti fare da grande? Ancora non lo so. Comunque c’entrerà con la matematica. Le tue passioni? I giochi di strategia per computer, i libri e i film fantasy e un po’ di sport quotidiano. 2+2 fa sempre 4? Certo che sì, ma talvolta può non essere così evidente...
Lavorando per l’integrazione degli stranieri
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iamo nel 2012 ma le notizie di razzismo e prevaricazione dei diritti umani più elementari sulle persone immigrate non mancano. Non mancano le realtà, come Barbarano, che continuano a lavorare silenziosamente per l’integrazione, al fine di aiutare gli immigrati a diventar parte del nostro tessuto sociale. Anche quest’anno il Centro Territoriale permanente per l’istruzione e la formazione in età adulta di Noventa Vicentina, con il patrocinio del Comune, promuoverà i corsi di lingua italiana per stranieri, da metà ottobre al mese di maggio 2013. Saranno proposti degli orari diversi in modo che gli stranieri possano frequentare i corsi senza rinunciare al loro lavoro. Quello generico presuppone un esame finale che servirà per ottenere il permesso di soggiorno a lungo termine e si svolgerà ogni mercoledì e venerdì dalle 17.30 alle 21.30 nella Sala Civica Comunale a Ponte di Barbarano. Un altro interessante progetto è il corso per straniere, destinato alle mamme immigrate, sprovviste di automobile ed impegnate nella crescita dei figli, e si svolgerà sia nel comune di Barbarano presso il Palazzo dei Canonici, che nella frazione di Ponte, presso la Sala Civica, in orari mattutini: i lunedì e i mercoledì dalle 9.30 alle 12. s.m.
Corriere Vicentino |
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Frammenti dal ‘700 di Silvia maculan
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usica barocca in sottofondo, bel canto, storia ed illusionismo, tessuti che aleggiano e danze, in continuo movimento: è la Venezia del 1700 riportata in vita dal gruppo Frammenti dal ‘700. Nato recentemente come costola della ben consolidata Rievocazione Storica di Ponte di Barbarano, il gruppo è partito in quinta, con forte entusiasmo e consapevolezza. “Siamo circa 50 persone, più coloro che si occupano del backstage e le instancabili sarte che ci seguono negli
appuntamenti e ci aiutano nelle vestizioni - raccontano i fondatori -. Il gruppo fa parte della Pro Loco Ponte e, in quanto tale, grava su di essa. La speranza è quella di riuscire, con le entrate, a pareggiare le uscite per i costi legati ai vestiti e agli accessori”. Il vostro obiettivo? “Diffondere la cultura veneziana del ‘700. Siamo alla continua ricerca di elementi da proporre, dalla riflessione sui gravi problemi che il bustino procurava alle donne gravide al linguaggio del ventaglio e dei nei. Il tutto, ovviamente, viene condito con gli usi e i costumi del passato ed elemen-
ti di attualità che rendono la proposta più frizzante ed apprezzata, per far divertire il pubblico”. Le uscite più significative ad oggi? E i prossimi appuntamenti? “Sono state la partecipazione a “I venerdì in musica” a Lonigo, alla sfilata inaugurale di “La notte rosa delle terme” ad Abano Terme, sfilate ad Este e Camisano Vicentino. Tra i prossimi programmi la partecipazione al Gran Galà del 18 ottobre per il congresso Nazionale dei commercialisti in Villa Cordellina a Montecchio Maggiore e lo spettacolo nei saloni del Circolo ufficiali dell’esercito a Castelvecchio”.
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sossano
Rifiuti: Si cambia! di Federico Tosato
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nche a Sossano è ormai tempo di una piccola rivoluzione: la raccolta differenziata spinta, porta a porta. Dopo anni di scomodi via vai all’ecocentro, spesso con automobili ingombre di rifiuti fino all’inverosimile, è oggi sufficiente depositare fuori casa il rifiuto di turno, che sarà raccolto dai mezzi targati Padova Tre. Calendario alla mano, ad essere raccolti porta a porta sono l’umido, il secco, la carta, il vetro e la plastica insieme alle lattine. Vi sono come è ovvio alcune novità relative al conferimento: la più rilevante riguarda la tessera identificativa, da applicare al contenitore dell’umido per verificarne il conferimento, mentre all’ecocentro (aperto il mercoledì e il sabato e per accedere al quale dovremo presentare un documento di riconoscimento) lasceremo solo gli ingombranti, gli olii vegetali e minerali, i toner, le lampade al neon, gli inerti, le pile, i medicinali scaduti, gli abiti usati; infine, con la plastica si consegneranno pure le latte, le lattine, i piatti e i bicchieri usa e getta. Nel sintetico opuscolo consegnato alle famiglie è indicata per ogni tipo di rifiuto la destinazione più appropriata, così come vi sono segnalati i tipi di conferimento per effettuare i quali occorre
contattare la ditta di raccolta. Ovvio poi che ogni rivoluzione comporta cambiamenti che necessitano di tempo per divenire consuetudine: ecco perché godremo di circa tre mesi di tempo per rodare e imparare a suddividere i rifiuti nel modo più corretto; successivamente, gli addetti alla raccolta che noteranno un conferimento scorretto (perché i sacchetti devono essere trasparenti per permettere di esaminarne il contenuto), lo faranno presente alla famiglia interessata. Attualmente i sossanesi, produttori ciascuno di 276 chili di immondizia l’anno, riciclano il 56% dei rifiuti, ma i margini di miglioramento sono ancora molto ampi nell’unica regione che supera una media di differenziata del 50%. Per quanto riguarda la spesa, Enzo Trulla, assessore all’ecologia, ci spiega che gli aumenti che avremo da un lato, dall’altro saranno abbattuti, evitando disagi per l’utenza: la nuova raccolta ci costa 47.000 euro in più per plastica, carta e vetro porta a porta, ma ne spendiamo 11.000 in meno nella raccolta di umido e secco, grazie alla richiesta economica di Padova Tre, più contenuta rispetto a quella dell’azienda precedente. Se fino a ieri lo smaltimento del secco ci costava poi 80.000 euro, da oggi il risparmio è perlomeno, per rimanere fin troppo cauti, del 25%.
Corriere Vicentino |
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La scuola si rifà il trucco
L’
ultimo giorno di settembre è stato inaugurato a Colloredo l’Ente Morale Giovanni Pegoraro, la scuola materna della frazione. Dopo anni di miglioramenti, possibili grazie ai molti benefattori e che hanno coinvolto gli
impianti elettrico, idrico, di condizionamento, di riscaldamento, la tinteggiatura, i servizi igienici, i pavimenti, i serramenti, il parcheggio e il marciapiede per la sicurezza dei bambini, il sottotetto e il controsoffitto, la scuola è stata presentata alla comunità. Sorta nel ’29, quando il parroco pensò di accogliere all’interno della canonica un paio di sezioni, fu resa statale negli anni Settanta grazie all’impegno profuso in tal senso dall’allora sindaco e dirigente scolastico Antonio Boraso. Nel corso della cerimonia sono stati diversi gli interventi in programma; don Renzo ha parlato della materna come di un ambiente che alimenta “la cultura di umanità in un cammino di rispetto e di civiltà”, mentre il sindaco Flavio Caoduro l’ha definita “culla del nostro futuro”. f.t.
Mossano
La mia impresa per gheddafi di manuel mantoan
È
risaputo che Muammar Gheddafi, il dittatore libico ucciso il 20 ottobre 2011 durante la guerra civile, aveva una particolare predilezione per i giardini: molti ricorderanno le sue due ultime visite in Italia (giugno 2009 e agosto 2010), che fecero scalpore perché alle sfarzose stanze di Villa Pamphili e dell’Ambasciata libica a Roma, il colonnello preferì come camera da letto una tenda allestita nei giardini delle due residenze. Lo stesso privilegio non spettò però al parco di 50mila metri quadri realizzato in mezzo al deserto libico da Damiano Carboniero, disegnatore meccanico e giardiniere di Mossano. “All’inizio degli anni 80 – spiega Carboniero – il colosso vicentino Maltauro aveva vinto un appalto per la costruzione dell’ospedale militare Salah El Din di Tripoli e l’azienda per cui lavoravo aveva ricevuto l’incarico di realizzare un enorme parco intorno al perimetro della struttura. Oltre
alla funzione estetica, obiettivo dell’opera era contenere la sabbia del deserto e abbassare la temperatura dell’area nei mesi più caldi dell’anno”. In quanto tempo realizzaste l’opera? In sei mesi il lavoro era concluso. In tutto rimasi a Tripoli tre anni per seguire la crescita e la manutenzione di questo immenso parco, poi mi vidi costretto a rientrare in Italia per l’attacco condotto dagli americani nel Golfo della Sirte, nel 1986. Ci furono difficoltà? Innanzitutto strappare terreno al deserto, per questo furono erette mura alte quasi tre metri per bloccare l’avanzata della sabbia sospinta dai venti. Un altro problema fu importare la terra e le piante dall’Italia: la dogana libica rispedì al mittente i container di terriccio e numerose piante morirono per la lentezza di sdoganamento, così dovetti arrangiarmi con sabbia, terra, concimi organici e semi che avevo a disposizione in Libia. Altri problemi furono la reperibilità di acqua, le alte temperature, il vento secco e gli attacchi di cavallette e altri insetti succhiatori. Cosa piantaste oltre all’erba? Mimose, eucalipti, fucus, lantane, la cineraria marittima, l’ibiscus, siepi di conifere, il pino marittimo, le palme,
ma il mio fiore all’occhiello furono le oltre 5mila rose che grazie alla temperatura mite riuscivo a far fiorire per tutto il tempo dell’anno. Il parco piacque a Gheddafi? Sì, piacque molto ai libici in generale: quando passavano le mura di recinzione e vedevano il parco scendevano dalle macchine e si sdraiavano sull’erba come se non l’avessero mai vista prima. Ci furono ben tre inaugurazioni alle quali il colonnello presenziò ringraziandoci molto per il lavoro svolto. Mi rimane però il dubbio se fosse davvero lui o uno dei suoi numerosi sosia. Come fu vivere in Libia? In estate, durante il giorno si potevano raggiungere i 50 gradi all’ombra e lavorare sotto il sole era davvero estenuante. Alle 18 poi scattava il coprifuoco ed eravamo costretti a chiuderci in casa per evitare l’arresto. Quando partii per rientrare in Italia mi furono sequestrati tutti i rullini fotografici, perché le autorità libiche temevano azioni di spionaggio. Insomma, non fu sicuramente semplice.
t i ro c o n l’ a r c o
sport
Leonardo centra il tricolore
di alessandra groppo
L’
arco e le frecce sono da sempre la sua passione: a tre anni si divertiva a scoccare frecce di plastica giocando agli indiani o a Robin Hood, oggi l’arzignanese Leonardo Biolo mostra orgoglioso la medaglia d’oro del campionato italiano di tiro di campagna. A 14 anni sei già tricolore… Sì: è stata un’emozione fortissima vincere l’oro italiano. Avevo già vinto molte competizioni locali prima, ma questa è stata la mia prima vittoria importante. Solitamente i ragazzi della tua età preferiscono il calcio. Anch’io giocavo a calcio da piccolo, ma la mia più grande passione è sempre stato il tiro. Ricordo ancora il mio primo vero arco: avevo appena finito la terza elementare e i miei genitori me l’hanno regalato per la promozione. Da quel giorno non ho mai smesso di allenarmi. Quanto si allena un campione? Scocco frecce circa tre volte a settimana, d’estate all’aperto e d’inverno in palestra. Ma ora ho iniziato le superiori, studio al Pigafetta di Vicenza e ho meno tempo, perciò passerò in palestra due pomeriggi a settimana. Quali sono le caratteristiche del tiro con l’arco? Innanzitutto è uno sport di concentrazione: inizialmente si impara la tecnica, come tenere l’arco e come tirare bene le frecce, ma una volta fatte proprie queste abilità bisogna imparare a gestirle, a rimanere concentrati e rilassati perchè
spesso basta una freccia fuori per compromettere l’intera gara. Questo sport, poi, è particolare anche perché comprende diversi tipologie di prove. Ci sono gli Indoor, i campionati invernali in palestra in cui bisogna colpire un bersaglio posto ad una distanza di 18 metri. Per la stagione estiva, invece, ci sono due possibilità: i FITA, ovvero una serie di tiri a bersagli posti a 90, 70, 50 e 30 metri e il tiro di campagna, la specialità che mi ha permesso di vincere l’oro italiano. Spiegaci la tua disciplina.
Particolare, affascinante e divertente. Ci sono 24 piazzole con i bersagli sparse per il bosco: di 12 di queste piazzole conosci la distanza mentre delle altre 12 devi riuscire, attraverso alcune indicazioni, a calcolarla da te, per decidere l’intensità con cui scoccare le frecce. Come ti sei preparato ai Tricolori? I campionati italiani si sono svolti in Calabria il primo weekend di settembre. Sono arrivato sul campo senza alcuna aspettativa: era la prima volta che provavo questo tipo di gara e non mi ero per nulla allenato… Avevo vinto le qualificazioni regionali e per me era già tanto così! E invece poi… Ho vinto l’oro, ma le cose inizialmente non sono andate così bene! Appena arrivato in albergo ho cominciato a montare l’arco, mi sono accorto di aver dimenticato a casa la mia corda e sono entrato nel panico! Per fortuna il mio maestro mi ha prestato la sua, con la quale mi sono trovato subito benissimo: con le prime frecce ho subito fatto centro, ho iniziato la gara al massimo, mi sono rilassato e ho raggiunto il gradino più alto del podio. A chi dedichi questa prima importante vittoria? A diverse persone: a me stesso per l’impegno di tutti questi anni, ai miei genitori per il continuo sostegno, alla mia società Arcieri Arzignano e ai miei maestri. Progetti per il futuro? La scuola! E ancora l’arco: sono ancora euforico per la medaglia d’oro ma mi devo rilassare e tornare in palestra per prepararmi ai prossimi campionati italiani!
s p o rt a m ato r i a l i
Punto Bici bronzo veneto di stefano testoni
s
tagione da incorniciare per il Punto Bici, team di appassionati che nel 2012 ha raccolto grandi risultati nella mountain bike. Gli atleti della vallata del Chiampo hanno conquistato un ottimo terzo posto nella classifica finale della Coppa Veneto – Zero Wind, un bronzo di squadra ottenuto nella categoria Grandi Gruppi vinta dal team trevigiano Pedali di Marca. Una stagione racchiusa in sei gare, dal Lago di Garda con la Granfondo Paola Pezzo, attraversando Tregnago e correndo la Divinus Bike fino alla Prosecchissima di Miane. Doppia tappa anche in terra vicentina quelli del Punto Bici si sono contraddistinti con ottimi risultati nella Granfondo dei Cimbri in Altopiano e nel gran finale della Valleogra a Schio.
“Grandi risultati per un team che conta 65 aderenti, al cospetto di squadre che arrivano anche a trecento – spiega Piergianni Zarantonello, uno dei responsabili dell’associazione. – Siamo molto soddisfatti”. Domenica
7 ottobre Punto Bici era presente in massa alla Via dei Berici, gara che ha chiuso la stagione. “Stiamo valutando cosa fare per il 2013: in pentola bolle qualcosa di importante come il
passaggio definitivo in FCI – continua Zarantonello. - Le idee sono tante, una di è quella di unire le nostre forze col team amatoriale della Banca Popolare di Vicenza (oltre 150 iscritti), per organizzare tante uscite aperte a tutti. E poi c’è un sogno nel cassetto. Di sicuro saremo ancora al via della Coppa Veneto e anche in altre corse, il movimento qui non si ferma mai”. Di che sogno sta parlando? Quello di avere una scuola ufficiale di MTB che manca nel nostro territorio, sono solo 5 o 6 in tutto il Veneto. Sarebbe un gran colpo per noi, ne abbiamo parlato con chi di dovere, speriamo di avere presto risposte positive. Le forze umane sono pronte, capitanate dal nostro atleta e istruttore federale Fornasa, quelle economiche le troveremo strada facendo.
In campo i Leoni del rugby di stefano canola
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a palla ovale è approdata anche nell’Area Berica per merito della Leonicena Rugby, fondata lo scorso gennaio a Lonigo e ora ai nastri di partenza del suo primo campionato. “La società conta una quarantina di tesserati senior – spiega il presidente Marco Pace – oltre a un centinaio di bambini e ragazzi delle giovanili nei Leoni del Nord Est, in collaborazione con San Bonifacio. La prima squadra affronterà il campionato amatoriale girone Est, sperando di approdare in serie C nella prossima stagione: match d’esordio il 14 ottobre contro il Sirena Rugby, club trentino; prima partita casalinga il 28”. Intanto è già andato in scena il debut-
to ufficiale con la gara amichevole del 30 settembre nell’impianto di Santa Marina (all’interno della pista di speedway), che ospita pure gli allenamenti, il lunedì e il mercoledì sera. “La partita ha visto buona affluenza sugli spalti ed è servita alle squadre per prepararsi ai rispettivi campiona-
Corriere Vicentino |
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ti – racconta ancora Pace. - Il risultato? 42 a 3 per il Valchiampo (serie C), ma l’importante per noi è aver messo in campo tutto quello che abbiamo imparato finora. Il progetto gestito dall’head coach Alessandro Deli e dal preparatore atletico Roberto Zanettin è solido”.
C
i ha messo davvero poco Mimmo a conquistare i tifosi del Vicenza. Che adesso si aspettano molto da lui. Dominique Malonga, classe 1989, nato a Chatenay-Malabry, nella periferia di Parigi, viene da una famiglia numerosa e la passione per il calcio l’ha ereditata dalla mamma Adele, grande tifosa del Diablo Rouge, famosa compagine del Congo, e dai fratelli più grandi. Penultimo di sei figli, ha seguito le orme in particolare di Paris, oggi 33enne, considerato una promessa del calcio ma fermato a 17 anni dalla frattura della tibia. Così è il piccolo Dominique che realizza i sogni di una famiglia di sportivi: papà Dominique Camarà in Congo, prima di trasferirsi in Francia, è stato campione di karate. Malonga cresce nelle giovanili del Monaco e a soli 18 anni nel 2007 arriva in Italia, al Torino. “Avevo sperato di restare nel Monaco – racconta Dominique Malonga – ma sono contento di aver scelto l’Italia. A Torino mi sono trovato subito bene. Ricordo il debutto in A contro il Siena e il primo gol contro il Catania. L’allenatore Novellino mi vedeva bene, sono stati mesi positivi. L’anno dopo, con in panchina De Biasi, ho avuto la mia chance in Coppa Italia contro il Livorno. Ricordo bene quel giorno. Era il 1° ottobre e mi sono rotto il legamento collaterale del ginocchio destro”. Il recupero non è facile, il ginocchio continua a creare problemi. E nel febbraio 2009 va al Foggia in Lega Pro. “Avevo appena compiuto 19 anni e lì ho capito quanto stavo bene a Torino. C’erano giocatori bravi come Troianiello. I playoff però non ho potuto giocarli, per il solito ginocchio. Così sono tornato in Francia per farmi curare. Ho disputato con la Nazionale francese Under 20 i Giochi del Mediterraneo e ancora problemi al ginocchio”. Piano piano però Malonga guarisce e rientra a Torino. In panchina c’è Colantuono. Ma qualcosa non gira e nel 2009 va al Cesena. “L’inizio è stato dif-
Dominique
Malonga ficile. Mister Bisoli chiedeva intensità. Io mi allenavo bene ma non giocavo. Poi la prima volta in campo a Mantova ho fatto bene, contro il Torino ho segnato e da lì ho giocato quasi sempre, contribuendo con 8 gol alla promozione in serie A. L’anno dopo, con Ficcadenti, all’inizio non c’era tanto feeling, magari non davo il massimo in allenamento. Poi ho ripreso ad andare bene, di gol ne ho fatti 2, però è stata una bella salvezza di gruppo in serie A”. Ed è proprio a Cesena che Dominique diventa “Mimmo”, per i compagni prima e poi per i tifosi. L’anno scorso però arriva la retrocessione in B. “Black-out. Ho avuto problemi fisici ma già dal ritiro le cose non andavano, volevo andare via. Erano arrivati giocatori importanti come Mutu e Candreva, ma non ero a mio agio. L’allenatore è cambiato più volte, un anno da dimenticare. Che ora però mi spinge a fare di più per non ricaderci, per non rivivere un periodo come quello. Il presidente del Cesena ha sempre creduto in me e i tifosi mi volevano bene, mi è dispiaciuto di non essere esploso in serie A”. Ritornare nella massima serie diventa così il primo obiettivo per Malonga. E intanto a riscattarsi ci prova da Vicenza. “Mi sono trovato subito bene qui, con il mister e con la squadra. Ho forti motivazioni e sono quelle che contano”. E il Vicenza già sogna con Mimmo Gol. Che vuole battere il suo record di 8 reti a Cesena. E che in città si sta ambientando: “Piccolina ma carina” dice, sostenuto dal tifo della famiglia e della fidanzata Paola, di Torino, che lo segue sempre.
Corriere Vicentino |
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Prima o poi però dovrà fare un viaggio in Congo. “Non ci sono mai stato ma lì vivono tutti i parenti di mamma e papà ”. E anche lì tifano Dominique. E sognano con i suoi gol come a Vicenza.
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