ROCCA SAN SILVESTRO
seminario di paeseologia – margherita bacci, cosimo bonciani, laura crudeli
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localizzazione
La Rocca San Silvestro è un villaggio fortificato medievale, sorto intorno al X grazie allo sfruttamento signorile dei ricchi giacimenti minerari. Il complesso fa parte della Val di cornia si raggiunge facilmente seguendo la SS1 Aurelia, uscita Campiglia Marittima dalla quale dista circa 3 chilometri. Il sito sorge alle pendici del Monte Calvi al centro del parco archeominerario di san silvestro, ben segnalato. E’ necessario seguire uno dei percorsi archeo-minerari del parco per giungere alla Rocca. Il parco archeominerario di san silvestro è uno dei parchi della val di cornia, in toscana. Questa valle racconta una storia millenaria dell’antico popolo degli etruschi e testimonia secoli di attività di estrazione e lavorazione di metalli, proponendo anche splendidi ambienti naturali, costieri e collinari.
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Cenni storici Il villaggio fortificato di Rocca San Sivestro, conosciuto durante tutto il medioevo con il nome di Rocca a Palmento, fu uno degli insediamenti principali della diocesi Toscana di populonia prima e massa marittima poi, grazie alla sua posizione su uno sperone roccioso a dominio della pianura costiera, all'epoca palude, posto fra il Golfo di Baratti e le Colline Metallifere. Più che militare la sua importanza fu legata alla grande attività estrattiva che vi si svolgeva, infatti gran parte dell'area del borgo era destinata alla trasformazione del rame e piombo argentifero fin dai tempi degli etruschi. Il castello ebbe origine fra il X° e XI° secolo quando i Conti della Gherardesca decisero di sfruttare a fondo le risorse minerarie della zona e risalgono a questo periodo le prime tracce di fortificazioni. I Della Rocca subentrarono nel corso dell’XII secolo ai Della Gherardesca. Questo evento dette una forte spinta economica ed urbanistica. La cinta muraria fu riedificata e dotata di una porta di accesso fortificata preceduta da una scalinata in pietra, la residenza comitale fu provvista di una alta torre quadrata e di due cisterne per l'acqua, la chiesa ingrandita e addirittura anche le case del borgo, quasi tutte ad un piano, furono ricostruite seguendo un primordiale piano urbanistico per la razionalizzazione degli spazi. All'interno delle mura l'insediamento fu diviso in settori, a ovest la zona residenziale ed a est quella industriale e artigianale. La nuova ferriera, la forgia e le carbonaie furono impiantate all'esterno delle mura. Nel 1310 il castello venne venduto a un certo raniero di donoratico, ma venne abbandonato verso la metà del XV secolo dopo un periodo di frequentazione sporadica. Tra le cause dell’abbandono ci furono probabilmente l’impossibilità di sviluppare le tecnologie estrattive e metallurgiche a causa della mancanza di forza idraulica per l’attivazione dei mantici e dei magli, inoltre non deve essere sottovalutata l’incidenza di un terremoto che colpì la zona nella seconda decade del XIV secolo
descrizione Il villaggio è composto da due piani concentrici e fortificati. Il piano superiore, costituisce la vera e propria parte fortificata, con la torre di guardia, mentre quello inferiore è il centro abitato dai minatori, con le a bitazioni, il forno, l'area produttiva e il borgo popolare. Immediatamente sotto l'area militare-signorile si ha un piano circondato da una seconda cortina muraria, tuttora ben conservata per lunghi tratti, al cui interno si sviluppa il centro abitato popolare con le abitazioni, e i fulcri vitali del villaggio. La Rocca è quindi articolata con più edifici e costruzioni fondamentali:la cinta muraria, la porta, la chiesa, il cimitero, le abitazioni dei minatori, il frantoio, il forno, il borgo signorile, la cisterna per la raccolra d’acqua Al di fuori delle mura si trova:le aree di produzione e lavorazione dei minerali, la forgia, la carbonaia, la cava calcare
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foto
Le mura
La chiesa
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La zona comitale
finestra della chiesa
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Rovine dell’abitato
via di accesso al borgo
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Il forno del pane
Il frantoio
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Le miniere Nelle valli circostanti la rocca, sono sempre visibili le tracce delle miniere medievali, fondamentali per ricostruire il ciclo estrattivo e minerario della lavorazione dei metalli: •
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I minatori seguivano la vena metallifera attraverso gallerie molto ristrette, con attrezzi come il mazzolo e il punteruolo, riducevano in pezzi il minerale, che veniva portato in superficie a mano, in sacchi di pelle o cesti. All'esterno si frantumava il minerale per separare i minerali utili dalla roccia, questa operazione era svolta dalle donne e dai ragazzi con rudimentali martelli fatti di pietre e ciottoli. Veniva poi svolta un'ulteriore separazione del minerale, che poteva essere effettuata a mano o con l'aiuto dell'acqua. Una volta lavorato, il minerale veniva trasportato all'interno del castello, dove iniziava il ciclo metallurgico.
Gallerie dei minatori
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il ciclo metallurgico L'area di trasformazione del metallo si trova su terrazzi artificiali, nella parte ovest del castello a ridosso del muro di cinta attualmente visibile, subito al di sotto del cassero fortificato, quindi a stretto controllo del signore; infatti il rame, il piombo ma soprattutto l'argento avevano un ruolo fondamentale per la produzione monetaria e per l'economia medievale. Si possono distinguere in base al materiale lavorato tre grandi aree di produzione del metallo: Produzione di rame, produzione di piombo argentifero e produzione di ferro. L'ultima fase di lavorazione avveniva nella forgia, situata ai piedi del castello
Area di produzione del ferro
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la rovina
Quali edifici sono da considerarsi come rovine? Come comportarsi nei confronti della tutela di edifici in rovina?
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Fino al XVII secolo gli edifici del passato furono considerati solo come 'cose vecchie' e servirono da cava di materiali per la costruzione di nuovi edifici: 'quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini '
Questa frase satirica è indirizzata a papa Urbano VIII Barberini e ai membri della sua famiglia per gli scempi edilizi di cui si resero responsabili: questi, in virtù delle cariche e dei poteri ottenuti, fecero danni alla città, dall'interno, maggiori di quelli che avrebbero potuto esser causati da un'invasione barbarica. In uno degli episodi più tristemente famosi, papa Urbano VIII nel 1625 fece asportare e fondere gli antichi bronzi romani del Pantheon , per costruire il baldacchino di San Pietro e i cannoni per Castel Sant’Angelo. Immagini da google immagini
Vi furono però degli eventi che cambiarono il modo di guardare al passato: •
La scoperta delle rovine di Ercolano, Pompei e Ostia Antica;
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La scoperta e la diffusione di numerosi testi greci e latini;
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Il rinnovato interesse per il trattato di Vitruvio 'de architectura' scritto nel 15 d.C.: 'Haec autem ita fier debent, ut habeatur ratio firmitatis, utilitatis, venustatis'
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Vengono redatti i primi editti del Papa che impediscono di deturpare le rovine antiche;
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Inizia uno studio dettagliato, da parte di architetti e letterati, sui resti delle costruzioni del passato;
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Nasce il concetto di Museo così come lo intendiamo oggi;
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Numerosi stati, prima fra tutti l'Inghilterra, entrano in competizione per portare nel proprio paese le opere;
Il passato non è più solo 'vecchio', ma diviene qualcosa di profondamente affascinante perché nasconde in sé segreti del passato. La rovina dunque diviene bella e attraente in quanto rovina: l'edificio è ora qualcosa di nuovo rispetto a quello che era stato nel suo passato, altrettanto bello ed anzi forse più affascinate.
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Giovanni Piranesi (Mogliano Veneto, 1720 – Roma, 1778) fu incisore, teorico ed architetto italiano. Scrisse numerosi trattati e produsse numerose incisioni sul tema della rovina.
Johann Joachim Winckelmann (Stendal, 1717 – Trieste, 1768) fu archeologo, antiquario e storico dell'arte inglese.
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La questione al centro del dibattito era se fosse necessario ricostruire, a partire dai resti in rovina, gli edifici cosĂŹ come erano oppure lasciare e conservare le rovine.
'Il restaurare con convenienza questa o quella scultura, non consiste nel saper fare un bel braccio, una bella testa, una bella gamba, ma nell'agguagliare ed estendere, dirò cosÏ, la maniera e l'abilità dell'antico Scultore di quella statua alle parti che vi si aggiungono di nuovo.' Winckelmann
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letteratura e rovina Anche la letteratura fu colpita dal fascino della rovina:
'FaIl'n, fall'n, a silent Heap; her Heroes allSunk in ibeir Urns; behold the Pride of Pomp,The Throne of Nations fall'n; obscur'd in dust; Ev'n yet Majestical...' John Dyer, 1740
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Francesco Milizia, Memorie_1785: 'Costruito un edificio è sempre pericoloso il ritoccarlo nelle sue parti essenziali. La grossezza de' massicci fa spesso illusione: si crede che sia dell'eccedente e che il levarne un poco non produca nocumento sensibile. Ma si ha presto il dolore di veder tutto sconcatenato. '
Quartremere De Quincy, Dizionario storico di architettura_1844: 'La parola 'restaurare è divenuta comune dall'epoca in cui le arti sono risorte...Si cominciò allora a ricercare tra le rovine di Roma antica gli avanzi delle statue mutilate, si cercò di rendere la loro integrità della forma primitiva, rifacendo con la stessa materia le parti guaste, ed in ciò consiste propriamente il restaurare. L'architettura si compone necessariamente di parti che possono, mediante l'esatta osservanza delle misure, essere identicamente copiate o riprodotte. L'ingegno non entra in una simile operazione, la quale può ridursi al più semplice meccanismo, ma la misura di questa restaurazione deve dipendere dal maggiore o minore interesse che vi si associa, e dal grado di deterioramento in cui si trova il monumento .'
XIX secolo Nel XIX secolo si svilupparono due scuole di pensiero:
Restauro stilistico:
Restauro romantico:
Consiste nel cercare di cancellare la storia successiva di un edificio, demolendo le parti che non sono coerenti con il suo stile originario e rifacendo le parti mancanri o demolite nello stile originario dell'edificio.
Maggiore esponente Ruskin: si oppone radicalmente al restauro stilistico proposto dai francesi, chiamandolo 'di menzogna'. Secondo Ruskin significa fare un falso, per cui l'unica operazione consentita è di curare il piÚ possibile gli edifici, ma di non fare niente se questi divengono rovina.
Viollet-Le-Duc : 'restaurare un edificio significa ristabilirlo in uno stato di integrità che può non essere mai esistito'.
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XXI secolo Il Restauro nel XXI secolo: Colosseo 80 d.C.
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carte Nel corso del XX secolo furono redatte numerose Carte:
• Carte d'Athènes (1931) • Carte Italienne (1932) • Carte de Venice (1964) • Carte Italienne (1972) • Carte de Cracovie (2000)
La relazione con il passato ed il Restauro sono un dibattito tutt'ora attuale:
Allen Memorial Art Museum, Oberlin 1976.
Marchel Duchamp, 1919 Immagini da google immagini
riqualificare Ăˆ necessario ripensare agli spazi del passato e adibirli a nuove funzioni:
Museo di arte romana, R.Moneo, Merida 1986
Stazione Leopolda, Firenze (18371841, restauro 1993)
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Gli edifici e le rovine non possono essere dei musei!
Gli edifici del passato devono essere protetti, ma dobbiamo regalargli anche nuove funzioni. Il vero romanticismo risiede nella possibilità di continuare ad utilizzare ed a farci emozionare da ciò che è stato costruito nel passato.
rapporto tra uomo e natura Il Parco costituisce un esempio straordinario di integrazione e dialogo tra ambiente naturale e attività umane fortemente invasive come l’estrazione e la lavorazione dei minerali.In questa zona infatti il legame tra insediamento umano e risorse minerarie costituisce un filo mai interrotto. La storia degli uomini e degli elementi di madre terra in questo luogo ha il sapore diun viaggio importante e ricco dove il benessere fisico del movimento e del contattocon la natura è accompagnato dalla conoscenza di aspetti della vita dell’uomo che generalmente si apprendono unicamente da racconti o fonti scritte. La millenaria attività mineraria ha lasciato importanti tracce che costituiscono uno deipiù begli esempi di archeologia industriale. Viaggiatori, escursionisti e turisti trovanoin questa chiave di lettura l’accesso più diretto con questo territorio dove ogni passo,ogni edificio, ogni reperto raccontano storie importanti. Immagini da google immagini
bibliografia •
www.castellitoscani.com/italian/silvestro_foto.htm
•
www.parchivaldicornia.it/parco.php?codex=ssil-gen
•
wikipedia
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www.castellitoscani.com/italian/silvestro.htm
•
Toscanascosta.blogspot.it
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Ceram, storia dell’archeologia
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Teroria del restauro, cesare brandi