SPECIALE
Un concilio del calcio, ma anche la sfida di Luna Rossa di Luca Andreazza Il Festival dello sport scalda i motori, tutto pronto per la prima edizione della kermesse e in cartellone si arricchisce di ulteriori ospiti, come Diego Milito per raccontare l'Inter del triplete in compagnia di Massimo Moratti, Marco Tronchetti Provera e Javier Zanetti per un incontro con Andrea Elefante (giornalista di Gazzetta) e Enrico Mentana (direttore del Tg La7). Un Festival che nasce e che per i prossimi tre anni ha come punto di riferimento Trento e il Trentino. Un'iniziativa che apre i battenti in grande stile giovedì 11 ottobre: l'inaugurazione è affidata alla nota conduttrice Ilaria D'Amico e Giacomo Agostini, il pilota più titolato del moto-mondiale, con Andrea Monti(direttore della Gazzetta), Gianni Valenti (videdirettore della rosa e direttore scientifico del Festival) e Urbano Cairo. Tante le cicche e un programma davvero serrato, come il team di Luna Rossa che si incontra per avviare la rincorsa alla Coppa America, Steve Nash e l'incontro tra Pep Guardiola, Carlo Ancelotti e Arrigo Sacchi. E ancora l'epopea infinita dei tuffi, cioè Giorgio e Tania Cagnotto (Qui info e programma completo).
Trento diventa capitale dello sport, la città si incontra e confronta tra sport giocato, parlato e discusso per un cartellone che prevede oltre cento appuntamenti, tutti gratuiti, mentre le piazze saranno attrezzate per praticare una disciplina sportiva. A questo si aggiungono maxi-schermi, bookstore, proiezioni di film al cinema Vittoria e il dome per allargare gli orizzonti tra imprese, università e ricerca. Questa prima edizione ruota intorno al "record". Questo il filo conduttore rosa della kermesse che attraversa imprese e fatica, vittorie e sconfitte. Il sogno di ogni campione e squadra: come raggiungerlo, come consolidarlo, batterlo e eguagliarlo. Ma sono tante le figure che si incontrano a Trento per approfondire questo tema, compreso il pubblico che assiste, si emoziona e vive questa parola. Un programma articolato tra outdoor e indoor e quattro format a scandire il ritmo. Il teatro Sociale e l'auditorium Santa Chiara sono le location designate per "Le interviste memorabili", un face to face tra un giornalista della rosa e un grande campione in bilico tra carriera e uomo, e per "I grandi temi" per accendere i fari sull'attualità tra performance, bellezza e progetti futuri.
Spazio quindi a "Le Conversazioni" per accogliere i personaggi, non solo sportivi, capaci di aggiungere un tassello fondamentale nella storia dello sport: dirigenti, allenatori e professionisti. L'epopea di una grande squadra. Qui le protagoniste sono "Le regine dei giochi", le ragazze d'oro del fioretto, il gruppo piÚ vincente della storia. L'ultimo contenitore è quello dei "Workshop", laboratori esclusivi a numero chiuso, occasioni uniche formative sugli aspetti tecnici dello sport per imparare da grandi professionisti teoria e pratica. In questo caso parola a Medicina sportiva, infortunio al legamento crociato: Pierpaolo Mariani, medico di Villa Stuart, e Rudy Tavana, ora al Torino dopo l'esperienza al Milan, per approfondire la tematica della rottura del legamento crociato. Ma da Jean Alesi a James Spithill, da Max Biaggi a Ross Brown, da Paolo Maldini a Francesca Piccinini, sono tantissimi gli atleti e dirigenti di primo, primissimo, piano a darsi appuntamento nel capoluogo, una kermesse a trazione trentine e che vede protagonisti tra gli altri gli atleti di Aquila Basket e Trentino Volley, cosÏ come Francesco Moser e Letizia Paternoster. Una cornice nella quale si tiene anche un "Concilio di Trento del calcio" con Gianni Infantino, presidente Fifa, Aleksander Ceferin, presidente Uefa, Andrea Agnelli, presidente della Juventus e Eca, Urbano Cairo, presidente del Torino e Zvonimir Boban, vice-segretario Fifa.
Da Sacchi a Guardiola, da Maldini a Schiavone, da Jean Alesi a Steve Nash lo sport mondiale a Trento per il primo Festival
di Paolo Andreatta Il Festival dello sport scalda i motori, tutto pronto per la prima edizione della kermesse e in cartellone si arricchisce di ulteriori ospiti, come Diego Milito per raccontare l'Inter del triplete in compagnia di Massimo Moratti, Marco Tronchetti Provera e Javier Zanetti per un incontro con Andrea Elefante (giornalista di Gazzetta) e Enrico Mentana (direttore del Tg La7).
Un Festival che nasce e che per i prossimi tre anni ha come punto di riferimento Trento e il Trentino. Un'iniziativa che apre i battenti in grande stile giovedÏ 11 ottobre: l'inaugurazione è affidata alla nota conduttrice Ilaria D'Amico e Giacomo Agostini, il pilota piÚ titolato del moto-mondiale, con Andrea Monti(direttore della Gazzetta), Gianni Valenti (videdirettore della rosa e direttore scientifico del Festival) e Urbano Cairo.
Tante le cicche e un programma davvero serrato, come il team di Luna Rossa che si incontra per avviare la rincorsa alla Coppa America, Steve Nash e l'incontro tra Pep Guardiola, Carlo Ancelotti e Arrigo Sacchi. E ancora l'epopea infinita dei tuffi, cioè Giorgio e Tania Cagnotto (Qui info e programma completo). Trento diventa capitale dello sport, la città si incontra e confronta tra sport giocato, parlato e discusso per un cartellone che prevede oltre cento appuntamenti, tutti gratuiti, mentre le piazze saranno attrezzate per praticare una disciplina sportiva. A questo si aggiungono maxi-schermi, bookstore, proiezioni di film al cinema Vittoria e il dome per allargare gli orizzonti tra imprese, università e ricerca. Questa prima edizione ruota intorno al "record". Questo il filo conduttore rosa della kermesse che attraversa imprese e fatica, vittorie e sconfitte. Il sogno di ogni campione e squadra: come raggiungerlo, come consolidarlo, batterlo e eguagliarlo. Ma sono tante le figure che si incontrano a Trento per approfondire questo tema, compreso il pubblico che assiste, si emoziona e vive questa parola.
La mappa degli eventi
Felicetti racconta il suo record: pastificio più alto d'Italia di Luca Andreazza Il Pastificio Felicetti è sempre a proprio agio nel mondo sportivo tra atleti e eventi e per questo è tra i partner di spicco della prima edizione del Festival dello Sport. Sono tantissime le manifestazioni e le attività che vedono l’azienda di Predazzo in prima linea, senza dimenticare quelle iniziativa organizzate direttamente come il Felicetti Golf Challenge, quest’anno giunto alla quarta edizione. Una buona alimentazione è parte integrante della preparazione atletica: la base di una dieta efficace è rappresentata dall’assunzione di una grande varietà di cibi, correttamente bilanciati e adeguati per l’apporto calorico. Ma il cibo non è solo la somma di calorie e grassi ingeriti, è anche gusto e sensazioni. Monograno Felicetti è un prodotto unico, genuino, semplice, facilmente digeribile, dal sapore ricercato e per questo molto apprezzato da chi è in continuo movimento. Il Pastificio Felicetti attiva a Palazzo Roccabruna la Monograno Felicetti Lounge, che per tutta la durata del Festival dello Sport per accogliere ospiti d’onore, atleti e testimonial. La cucina tecnica e creativa dello Chef stellato Alessandro Gilmozzi, interpreta in modo unico i prodotti Monograno Felicetti, dando vita ad espressioni gastronomiche capaci di lasciare un segno. Anche il Pastificio Felicetti vanta un record: è il pastificio più alto d’Italia e sicuramente uno dei più alti in Europa, produce una pasta di montagna pura, tenace, come i migliori atleti. L’inizio della storia del Pastificio Felicetti risale a oltre cento anni fa. Una storia che ha attraversato quattro generazioni, superando guerre e crisi, e un sogno, quello di “nonno” Valentino che è stato sicuramente esaudito. A questi primi ingredienti, dal 1908 ad oggi, si sono aggiunti il coraggio, la voglia di fare solo cose ben fatte, l’umiltà di imparare sempre, la fiducia che trae spunto dall’avere una visione
chiara e la saggezza del sapersi aprire a nuove sfide. Teatro di questa bella storia è Predazzo, nel cuore delle Dolomiti, in Trentino. Ancora oggi qui si produce con gli stessi ingredienti e senza perdere di vista l’obiettivo principale: creare un prodotto buono e sano senza mai accontentarsi. Obiettivo che si raggiunge anche partendo dalle materie prime, che vanno scelte accuratamente. Semola di grano duro, integrale e biologica, sfarinati di Kamut e farro, sono rigorosamente ricercate tra i produttori che condividono con Felicetti l'obiettivo della più alta qualità. A queste si uniscono l’acqua di sorgente purissima e l’aria pulita: uniche perché dono delle Dolomiti. Un dono che per l’azienda è anche un impegno ad agire nel pieno rispetto dell'ambiente e con un programma di ampio respiro nei confronti del biologico. Il Pastificio Felicetti si pone infatti costantemente l’obiettivo di tutelare le risorse naturali, favorire la biodiversità, rispettare l’equilibrio degli ecosistemi e salvaguardare l’ambiente. Ma non solo: l’insieme di pratiche controllate e certificate, la ricerca di metodi di coltivazione coerenti con la filosofia dell’azienda, l’esclusione totale di prodotti chimici applicati all’agricoltura o alla conservazione del grano e il blocco dello sfruttamento intensivo dei terreni sono prerogative della produzione di Felicetti e in particolar modo della linea Monograno. Monograno Felicetti nasce nel 2004 con l’obiettivo di coniugare quanto appena narrato con le esigenze di tutti i professionisti del settore ristorazione e dei cultori del buon cibo, sempre più consapevoli e sensibili ai temi di etica ambientale. Quattro le linee di Monograno Felicetti proposte: Matt, tenace e ricca varietà di grano duro proveniente dai campi della Puglia, Kamut Khorasan, antenato dei grani moderni con antiche origini in Medio Oriente, Farro, utilizzato dai Celti, Egizi e Etruschi e oggi coltivato da agricoltori umbri e toscani, e Il Cappelli, ricco di proteine di qualità e ottenuto da coltivazioni tra la Puglia e la Basilicata. Oggi il Pastificio Felicetti occupa una superficie di 6.500 m2 e può contare su 69 collaboratori e quattro linee di produzione che lavorano a ciclo continuo - due per la pasta corta, una per gli spaghetti e una per le tagliatelle a nido.
in questo numero 4.
Dal Festival dello sport una riflessione strategica su sport e innovazione
7.
Le Voci
8.
Ghedina al Festival dello Sport di Trento come testimonial dei Mondiali Cortina 2021
10.
Un concilio del calcio, ma anche la sfida di Luna Rossa
13.
Da Sacchi a Guardiola, da Maldini a Schiavone, da Jean Alesi a Steve Nash, lo sport mondiale a Trento per il primo Festival
16.
La mappa degli eventi
19.
Felicetti racconta il suo record: pastificio più alto d'Italia
21.
Itas per la cultura della prevenzione anche nel mondo dello sport
25.
Festival dello Sport – Trento 2018 – Aquila Basket Trento
27.
La Trentino Volley e i Record
31.
Da Stefano Baldini a Letizia Paternoster, da Maurizia Cacciatori alle fiorettiste, tante sorprese ai 7 camp del Festival dello Sport
33.
Le mostre, dagli scatti di Dino Panato ai caschi di Valentino Rossi e il rapporto donne e sport
36.
Dal torneo di eSport a Damiano Tommasi, dalle start up agli allenamenti in 5 minuti, la ''Trentino Sport Tech Arena''
38.
Da Stefano Bizzotto a Enrico Brizzi, un grande bookstore in piazza Duomo
41.
Trento è sempre sportiva e sale sul podio per il Sole24Ore
Per la tua pubblicità su D-Sport scrivi a: l.andreazza@ildolomiti.it
Itas per la cultura della prevenzione anche nel mondo dello sport di Luca Andreazza Itas e sport è un binomio quasi naturale. Da molti anni il colosso trentino delle assicurazioni è punto di riferimento per il mondo dello sport e per le associazioni che promuovono le attività come strumento di crescita sociale e educativa. L’impegno del Gruppo è concentrato soprattutto sul settore giovanile, con l’obiettivo di incentivare la crescita di nuove generazioni con i valori sani dello sport. In particolare con Aquila Basket, Itas ha un rapporto consolidato ormai da diversi anni come Top Sponsor della squadra, ma sostenendo anche la Fondazione Aquila Basket che, attraverso il progetto Trentino Basketball Academy, mira allo sviluppo di un modello territoriale sportivo comune. Il progetto coinvolge 26 settori giovanili e 25 centri minibasket nelle province di Trento, Bolzano e Verona, con circa 3.000 giovani praticanti, almeno 1.500 dei quali di età compresa tra i 5 e gli 11 anni, seguiti da oltre 100 istruttori abilitati e quasi 150 allenatori.
Lo sviluppo di una vera e propria cultura della prevenzione è un altro dei pilastri fondamentali che guidano l’azione della Compagnia mutualistica, per creare una vera e propria cultura legata al ruolo di un’assicurazione, facendone percepire il valore anche sociale. Per questo Itas ha fatto una chiacchierata con due figure molto importanti di Aquila Basket che, con ruoli diversi, si fanno portavoce dei valori che questo splendido sport sa interpretare.
Davide Pascolo Davide "Dada" Pascolo è un'ala grande italiana. Cresciuto con la maglia della Pallacanestro Udine, Dada è entrato in Aquila Basket già nel 2011. Nella stagione seguente, con 16 punti a partita e una percentuale di tiro del 64.7%, ha contribuito alla promozione della Dolomiti Energia Trentino in Serie A. Pascolo conta anche quattro presenze con la maglia della nazionale italiana di basket.
Davide, parliamo di tutela. Come giocatore di basket professionista avrai sicuramente la necessità di tutelarti da eventuali infortuni. Come sviluppi in concreto questo tipo di tutela? Sì, noi giocatori siamo sempre molto attenti a evitare possibili infortuni che possono mettere a repentaglio la nostra condizione fisica o in casi più gravi, anche l’intera carriera. Fortunatamente abbiamo delle tutele base messe a disposizione sia dalla Società per la quale giochiamo, sia dalla Lega Basket. Naturalmente è molto utile avere delle tutele personali aggiuntive, che possano coprire in modo puntuale le esigenze di ogni singolo atleta. Da questo punto di vista mi sono attivato personalmente per tutelarmi al meglio dal rischio di infortuni. Te ne occupi in modo autonomo o sei seguito da un professionista? Ho scelto di affidarmi a un professionista che possa consigliarmi nel prendere le decisioni giuste. Per l’attività che svolgo devo essere concentrato al 100% nella mia attività agonistica e potermi fidare di qualcuno, esperto di questi temi, è molto importante e mi permette di lavorare sereno senza dovermi preoccupare anche di questo aspetto.
La vita sportiva di un giocatore professionista non è lunga come quella di un normale lavoratore. Hai già pensato a cosa farai dopo? Per ora non ho ancora un’idea precisa. Ho diverse passioni, mi piace molto viaggiare, ma non mi dispiacerebbe rimanere nel mondo dello sport. E dal punto di vista previdenziale? Stai già pensando al tuo futuro quando non avrai più uno stipendio da giocatore? Sì, da alcuni anni sto già pianificando per tutelarmi dal punto di vista economico una volta che smetterò di giocare. Anche qui sono seguito da un professionista che mi aiuta ad avere una visione più ampia, anticipando le mie esigenze future e trovando soluzioni adatte alle mie esigenze. Direi che affiancarsi a una persona di fiducia è necessario per poter essere tranquilli e dedicarsi alla propria attività senza altri pensieri. Soprattutto al caso in cui il giocatore è molto giovane. Io ho cominciato a pensarci ancora prima di arrivare in serie A ma mi sono affiancato da subito a un professionista. Questo mi ha aiutato a non fare il passo più lungo della gamba ma a ragionare volta per volta a piccoli passi, per costruire le soluzioni più adatte a me. Direi che avere a fianco una persona capace, con cui instaurare una relazione professionale di fiducia è fondamentale.
Tomas Ress Quindici stagioni in Serie A con Pesaro, Bologna, Reggio Emilia, Siena e Venezia, 554 partite giocate, 2166 punti segnati, 5 Scudetti, 3 Coppe Italia, 6 Supercoppe, 1 FIBA Europe Cup, 34 presenze con la Nazionale Italiana. È oggi “Ambassador Dolomiti Energia Basketball Academy” Tomas, ti troviamo a Trento per una nuova avventura? Da questa stagione sono “ambasciatore” per l’Aquila Basket. E’ un’attività che mi piace molto e mi permette di stare a contatto con i giovani, trasmettendo loro i valori che mi ha insegnato questo sport. Il basket mi ha dato tanto e mi sembra giusto provare a ripagarlo almeno in parte, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni. Lavorerò quindi con i ragazzi, nelle scuole, insegnando loro a impegnarsi per raggiungere gli obiettivi senza perdersi d’animo e valorizzando le cose davvero importanti come l’amicizia, la lealtà e il rispetto per il prossimo. Fuori e dentro il campo. Come dico sempre ai ragazzi che incontro, bisogna darsi al 100%, nelle amicizie, nello sport, nelle relazioni.. non bisogna avere rimpianti ma trovare il giusto equilibrio in tutto, anche nell’uso dei social e delle tecnologie della comunicazione. In questo lo sport è una palestra straordinaria: aiuta a trovare l’equilibrio sviluppando i valori fondamentali per crescere in modo sano. Ormai hai quindi concluso la tua carriera agonistica. Hai mai avuto problemi legati agli infortuni e hai mai pensato a tutelarti da questo punto di vista? Ho concluso con il basket “giocato” ma non mi manca, si è conclusa in modo naturale una stagione importante della mia vita.
Nella mia lunga carriera sono stato davvero fortunato, non ho mai avuto problemi seri a livello fisico e questo mi ha dato la possibilità di giocare ad alti livelli fino a 37 anni. Bisogna anche sottolineare come il basket sia cambiato molto in questi anni: ora è un gioco molto più fisico, più esplosivo e naturalmente aumenta anche il rischio di infortuni. E’ più che giusto quindi pensare a delle coperture specifiche: come in tutte le cose della vita è meglio prevenire che curare! Nella tua carriera hai frequentato diverse squadre e sicuramente hai conosciuto moltissimi giocatori. Pensi che questo tipo di tutele, oltre a quelle legate alla previdenza, siano prese in considerazione? Dalla metà degli anni 90, anche grazie a norme di legge, le squadre hanno dovuto cominciare a tutelarsi soprattutto per quanto riguarda gli investimenti legati agli ingaggi. Questo per evitare che l’infortunio di un giocatore, e quindi la necessità di dover pagare lo stipendio a un nuovo sostituto, mettesse in crisi l’aspetto finanziario della Società. Ciò ha contribuito a far sì che anche i giocatori cominciassero a pensare alla loro tutela personale, anche se in base alla mia esperienza, sono ancora pochi quelli che lo fanno in modo preciso e puntuale. I giocatori, soprattutto quelli giovani, tendono ad avere poca lungimiranza soprattutto per la loro vita una volta che la carriera sarà finita. Naturalmente fa parte dell’età, tutti siamo più spensierati a 20 anni, ma è molto importante cominciare a tutelarsi fin da giovani per evitare spiacevoli sorprese negli anni successivi.
Festival dello Sport – Trento 2018 – Aquila Basket Trento di Christian Bertolla Quando a Trento e dintorni si parla di sport, la mente non corre immediatamente, come invece accade nella maggior parte dei capoluoghi di regione della nostra penisola, ad associare tale termine a quello di calcio. Anzi, nell’ultimo decennio è stata pressoché esclusivamente la pallavolo ad entusiasmare gli animi degli spettatori trentini che sempre di più, quasi senza accorgersene, hanno cambiato le proprie abitudini domenicali, preferendo alla tradizionale escursione in montagna un family ticket al PalaTrento, trascinati dall’exploit di una squadra che in brevissimo tempo è riuscita ad emergere dal limbo della mediocrità per assurgere a regina indiscussa del gotha pallavolistico mondiale. Dal 6 giugno 2014, però, tutto ciò è cambiato. O meglio, da tale data si potrebbe sostenere che tutto ciò sia raddoppiato, nel senso che quella sera d’inizio estate uomini, ragazzi e persino donne e ragazze cominciarono a rendersi conto che stavano forse assistendo alla nascita di una nuova realtà, scoprendo la passione che poteva regalare una squadra che praticava uno sport che in città non era affatto popolare come lo è oggigiorno. Stiamo parlando della pallacanestro, o basket che dir si voglia, e la squadra in questione è l’Aquila Basket Trento. L'Aquila Basket Trento è una società fondata nel 1995 dalla fusione di due società minori: Dolomiti Sport B.C. Trento e Pallacanestro Villazzano e dopo più di un decennio di alti e bassi trascorso battagliando nelle categorie inferiori, nella stagione sportiva 2013-2014 ottiene la promozione nella massima serie del campionato italiano: la Serie A. Questo storico traguardo è stato raggiunto dai ragazzi di coach Maurizio Buscaglia in seguito alla conquista del primo posto nella Divisione Nazionale A Gold, che ha consentito loro di accedere alla successiva fase dei playoff culminata col trionfo per tre partite a zero contro l'Orlandina Basket il 6 giugno appunto. Da questo momento in poi la squadra si è resa protagonista di un crescendo a livello generale, dallo stile di gioco passando per la consapevolezza della propria forza mentale, dall’appeal sul pubblico locale a quello nazionale, soprattutto grazie alla sempre più redditizia attenzione riservata a
questa squadra dalla televisione di Stato che con la trasmissione in diretta di svariati incontri dell’Aquila ha soddisfatto la curiosità delle migliaia di appassionati in tutta Italia. Tutto l’interesse che questa piccola realtà trentina ha suscitato non può certo essere giudicato come eccessivo, ma, anzi, gli occhi addosso questo team se li è fatti mettere con merito a suon di risultati eclatanti ed inimmaginabili. Chi se lo sarebbe mai aspettato infatti che una neopromossa nel 2014 sarebbe riuscita a bruciare le tappe in modo talmente repentino da arrivare in sole quattro stagioni a giocarsi addirittura la finale playoff con in palio il titolo di campione d’Italia in ben due occasioni? Se la domanda appare retorica, altrettanto non lo si può dire dei numeri che accompagnano questa squadra e che raccontano in modo schietto che i ragazzi del presidente Luigi Longhi riescono a raggiungere la finale scudetto un anno si ed uno no. E non bisogna certo cadere nell’errore di farsi lasciare indifferenti da questo dato soltanto perché in entrambe le occasioni l’Aquila non è riuscita a completare l’opera conquistando il titolo più ambito. Sia nella finale contro la Reyer Venezia che in quella contro l’Olimpia Milano, infatti, “Toto” Forray e compagni hanno offerto delle prestazioni altamente positive giocandosela fino in fondo e non dando mai l’impressione di essere inferiori all’avversario. Se a tutto ciò sommiamo i risultati ottenuti nelle altre competizioni ufficiali a cui la squadra ha partecipato, e che comprendono una semifinale di Coppa Italia ed una di Eurocup nella stagione 2015-2016 ed una semifinale di Supercoppa italiana nella stagione 2017-2018, ci possiamo rendere conto di quanto questi siano esiti al di fuori dell’ordinario per una società non avvezza a confrontarsi con un palcoscenico così importante e che solo pochi anni fa frequentava campionati dilettantistici. Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino, i tifosi trentini non dovranno attendere molto prima di vedere i propri beniamini con la casacca bianconera festeggiare tra le vie del centro portando in trionfo qualche prestigiosa coppa ed il miglior augurio che i supporters delle Aquile possono fare alla squadra è senza dubbio quello che possano ottenere le fortune dei “cugini” del volley con i quali condividono passione, ambizione e… pure il palazzetto!
La Trentino Volley e i Record
di Christian Bertolla Quattro volte per il Campionato italiano, tre per la Coppa Italia, due per la Supercoppa italiana, tre per la Champions League e quattro per il Campionato mondiale per club per un totale di sedici volte: a tanto ammontano le occasioni in cui i trentini hanno potuto riversarsi nelle piccole piazze e tra le vie del capoluogo stappando una buona bottiglia di spumante, rigorosamente locale, per accogliere in trionfo i propri beniamini che avevano appena conquistato un nuovo successo sportivo. Non si sta parlando come al solito di calcio o della pallacanestro che tanto sta facendo parlare di sé ultimamente anche grazie agli ottimi risultati che sta ottenendo l’Aquila Basket; qui ci si riferisce ad una compagine di pallavolisti che ha letteralmente fatto innamorare del loro sport gli abitanti di una cittadina di montagna a suon di record: la Trentino Volley, poi variamente denominata a seconda delle sponsorizzazioni che si sono via via succedute. La Trentino Volley è una società pallavolistica con sede a Trento che, costituitasi in seguito all’acquisto del titolo sportivo del Porto Ravenna Volley nel 2000, milita ininterrottamente dall’inizio del nuovo millennio nella massima competizione nazionale, vale a dire il Campionato italiano di Serie A1.
I buoni ma altalenanti risultati dei primi anni di permanenza nella categoria hanno permesso un graduale adattamento della squadra e della società stessa ad un panorama al quale, al di fuori dei confini regionali, nessuna compagine trentina era mai riuscita ad affacciarsi. A dimostrazione di ciò, è senza dubbio emblematico l’exploit che l’allora Itas Diatec ha avuto nella stagione sportiva 2003/2004, riuscendo a conquistare al termine della regular season la testa della classifica per la prima volta nella propria storia, ma non portando poi a termine l’impresa di conquista del trofeo e venendo subito eliminata ai quarti di finale dei playoff. Il processo di maturazione non era infatti ancora completato e, negli anni immediatamente successivi, la squadra trovò difficoltà nel mantenersi nelle primissime posizioni subendo eliminazioni sempre alle fasi iniziali dei playoff, non riuscendo a raggiungere il traguardo di giocarsi lo scontro finale per il titolo. La svolta ha perciò tardato ad arrivare e quando, nell’estate del 2007, sono approdati all'ombra del Bondone i bulgari Stojčev e Kazijski i tifosi gialloblu non avevano la benché minima idea che quella sarebbe stata la data che avrebbe segnato l’inizio di un’epopea che avrebbe condotto la Trentino Volley a scrivere una delle più belle pagine di sempre della pallavolo a livello globale e a farla entrare di diritto nella leggenda di questo sport.
Se volessimo paragonarci ad un manuale di storia, si potrebbe dire che il regno del patron Diego Mosna e dei ragazzi di Radostin Stojčev copre un arco temporale che si estende dalla stagione 2007/2008, anno del primo scudetto, alla stagione 2014/2015 con la vittoria del quarto e, per ora, ultimo scudetto. Era infatti il primo maggio del 2008 quando è cominciata la prima finale playoff per Kazijski e compagni e pochi giorni più tardi, esattamente il 7 maggio, i trentini potevano festeggiare la conquista del tricolore con brindisi che sono proseguiti fino a tarda notte ai piedi della fontana del Nettuno. Da quel momento in poi la partecipazione alle partite che assegnano il titolo di campione d'Italia diventeranno un'abitudine per la compagine trentina; saranno infatti ben otto le finali che la Trentino Volley disputerà, con fortune alterne, dal 2008 al 2017. Pur con la nota dolente di aver portato nella sede di via Trener soltanto la metà del bottino (2007-08, 2010-11, 2012-13, 2014-15), i numeri sono mostruosi e la percentuale dell'80% di partecipazioni allo scontro decisivo riesce solo parzialmente a rendere l'idea di quale macchina da guerra fosse la squadra di quel periodo. A tutto ciò va aggiunta la conquista della Coppa Italia in tre occasioni (2009-10, 2011-12, 2012-13) su sette finali disputate tra il 2010 ed il 2017 (87,5% di partecipazione alla finale e 37,5% di vittorie) e della Supercoppa italiana in due edizioni (2011, 2013) con un numero di finali che raggiunge quota sei negli anni che vanno dal 2008 al 2015 (75% di finali e 25% di vittorie).
La cosa che che ha reso il tutto ancora più straordinario è il fatto che questi dati si sono ripetuti anche oltre i confini nazionali, raggiungendo percentuali di vittorie che hanno oscillato tra il 75 ed il 100 per cento in ambito europeo ed internazionale. In quattro partecipazioni tra il 2009 ed il 2012 la Trentino Volley è infatti riuscita nell'impresa di laurearsi campione d'Europa per ben tre volte consecutive (200809, 2009-10, 2010-11) e piazzandosi sul gradino più basso del podio nell'edizione 2011-12. Ma il fiore all'occhiello che ha permesso di innalzare a leggenda planetaria quella che già era una squadra che ha dominato le competizioni continentali, è senza ombra di dubbio la conquista di quattro edizioni consecutive del Campionato mondiale per club (2009, 2010, 2011, 2012).
Per fare un paragone con altri sport, sono cifre che soltanto una ristretta cerchia di club, come ad esempio la Pallacanestro Varese degli anni Settanta od il Milan di Sacchi ed il Barcellona di Guardiola in ambito calcistico, può vantare nei propri almanacchi. Ed è proprio con il club catalano di Messi e co. che la Diatec Trentino può condividere uno dei più prestigiosi record di cui un club può fregiarsi: quello della conquista nella medesima stagione sportiva del titolo mondiale, continentale e nazionale, obiettivo raggiunto nell’annata 2010-11.
Insomma, quello che una società sportiva che rappresenta una città di sole 120.000 anime è riuscita a scrivere, portando il nome di Trento al di là dei confini italiani ed europei, è una bellissima favola che tutti i tifosi gialloblu si augurano possa proseguire negli anni a venire. Statistiche e numeri possono ancora essere migliorati perché questo è ciò a cui ambisce la società e ciò che vogliono i trentini e tutte le migliaia di appassionati che in ogni occasione affollano il ‘PalaTrento’ per gioire di un ace e di una nuova coppa da aggiungere alla oramai ricca collezione.
Da Stefano Baldini a Letizia Paternoster, da Maurizia Cacciatori alle fiorettiste, tante sorprese ai 7 camp del Festival dello Sport
di Luca Andreazza Il Festival dello Sport, in programma a Trento dall’11 al 14 ottobre, non è solo una grande inchiesta giornalistica sul tema del record. Tra campioni e esperti di caratura internazionale, la città si trasforma in un immenso campo da gioco: sono 7 i camp allestiti nelle principali piazze del capoluogo.
"Questi camp - spiega Elda Verones, direttrice dell'Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi - sono un modo per vivere il Festival attivamente e scoprire diverse discipline. Il valore aggiunto è quello di poter incontrare i testimonial ospiti della kermesse che passano nelle diverse location, senza dimenticare gli appuntamenti speciali".
In piazza Duomo si può praticare la scherma, in piazza Fiera invece spazio a basket e volley, in piazza S. Maria Maggiore si può arrampicare con La Sportiva, in piazza Dante ecco l'atletica tra giavellotto, salto in alto e gimkana, ma anche il ciclismo, mentre via S. Croce si può scoprire lo skiroll con Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi e Asd Charly Gaul Internazionale. "La giornata di venerdì - aggiunge la direttrice è dedicata a scuole e istituti, in questo caso è necessario l'accredito a info@ilfestivaldellosport.it. I cittadini e le famiglie invece possono registrarsi agli info-point dislocati ai diversi campi gara. Qui i partecipanti possono trovare tecnici di esperienza e campioni delle discipline a disposizione negli orari di apertura al pubblico". Ma le sorprese non finiscono qui. I camp sono pronti a accogliere e abbracciare tanti campionissimi delle diverse discipline. Si parte venerdì 12 ottobre con il capitano della nazionale di basket, Giacomo “Gek” Galanda, in piazza Fiera alle 10 per incontrare gli appassionati. Stessa location, ma alle 14 e alle 15 spazio a Trentino Volley e Aquila Basket. Al camp di scherma, in piazza Duomo, alle 15.30 protagonista la fiorettista Alessio Foconi.
Ma gli appuntamenti non finiscono di certo qui, il palinsesto è veramente ricco. Sabato 13 ottobre dalle 11.30 da piazza Dante-via Belenzani si può correre al fianco del campione olimpico di Atene 2004 Stefano Baldini: in questo caso il tetto è di 80 partecipanti.
Si passa a sabato 13 ottobre, alle 10, al camp di piazza Fiera arrivano due icone del volley italiano, Francesca Piccinini e Maurizia Cacciatori. Nel pomeriggio, sempre per la pallavolo, c'è Gianlorenzo Blengini, il ct della nazionale. Alle 17.30 invece in piazza Duomo sono presenti le grandi fiorettiste azzurre Vezzali, Trillini, Errigo e Volpi.
Nella giornata di sabato grande attesa per lo skiroll. Dalle 10 alle 11.30 prove libere e test materiali per i tesserati dei comitati, mentre dalle 13 alle 16 spazio al pubblico. "Nel mezzo commenta Verones - ci sono le sfide tra i migliori atleti di sci nordico e skiroll, da Federico Pellegrino a Dietmar Noeckler, Emanuele Becchis a Alessio Berlanda, quindi le gemelle Bolzan per una quindicina di atleti di punta".
Ci saranno inoltre anche alcuni eventi speciali riservati, in questo caso, ai tesserati delle varie federazioni. Venerdì 12 ottobre ci si trova in piazza Dante alle 14.30 per pedalare in compagnia di Davide Cassani, ct della nazionale di ciclismo. "Il numero massimo è di 50 partecipanti - evidenzia Verones - per partecipare basta iscriversi online".
Domenica mattina 14 ottobre, alle 7 in piazza Duomo, è in programma un training mattutino di sci alpino con Kristian Ghedina e Federico Liberatore. "Un appuntamento a staffetta prosegue la direttrice dell'Apt del capoluogo per celebrare l'avvicinamento ai Mondiali junior della Val di Fassa 2019 e alla rassegna iridata di Cortina 2020". Per gli appassionati di Mountain Bike, domenica alle 10, ritrovo in piazza Dante con il funambolo bronzo olimpico Marco Aurelio Fontana. Gran finale alle 15 di domenica per pedalare con la plurimedagliata giovane campionessa del ciclismo italiano, Letizia Paternoster e con Maurizio Fondriest, campione del mondo 1988 (massimo 50 partecipanti).
Le mostre, dagli scatti di Dino Panato ai caschi di Valentino Rossi e il rapporto donne e sport
di Luca Andreazza Ancora dieci giorni e Trento si trasforma nella capitale dello sport. Tanti i grandi protagonisti che si incrociano nel capoluogo, tantissime figure di altissimi livello pronte a raccontare la propria storia sospesi tra il personaggio, la carriera e il vissuto. Il tema di questa prima edizione è il "Record", il sogno di ogni campione e di qualsiasi squadra per lasciare un'impronta indelebile nella storia e diventare il migliore di tutti. E non importa quanto duri il primato, si entra a far parte in modo definitivo di una élite senza tempo.
Il record è gloria, fama, gioia. Ma anche tensione, pressione psicologica e grande responsabilità. Deve essere pulito, conquistato solo per l’intensità del duro allenamento, senza l’uso di sostanze proibite perché altrimenti sarebbe un tradimento. L’atleta o il gruppo che riesce a raggiungere questo risultato diventa un’icona e questo comporta l’obbligo di dare l’esempio, soprattutto alle giovani generazioni. Non solo grandi interviste e incontri, il cartellone del Festival dello Sport è davvero ricco, ricchissimo. Tre le mostre che si articolano tra palazzo delle Albere, palazzo Geremia e palazzo della Provincia.
Si inizia venerdì 5 ottobre con "Grandi campioni e record negli 'scatti' di Dino Panato". Per ricordare il grande fotografo trentino ecco un percorso tra le immagini più significative nella carriera di Panato, dal record dell'ora di Francesco Moser ai successi olimpici di Usain Bolt, ma anche alcune istantanee dedicate alla bellezza e all'intensità di sport quali calcio, rugby e ciclismo. A palazzo Geremia dal 10 ottobre l'attenzione si sposta al rapporto donne e sport in Trentino con "#shemoves #sheplays": la mostra narra, attraverso foto e testi, il percorso compiuto in ambito sportivo delle donne trentine. La storia dello sport trentino dalla sua nascita tra XIX e XX secolo a oggi attraverso un processo culturale di emancipazione e socializzazione, una risposta alla volontà e all'urgenza delle donne di vivere da protagoniste anche questo campo della società. Entrambe le mostre sono visitabili dalle 9 alle 18 fino al 14 ottobre. Da giovedì 11 spazio invece a "Drudi performance, livree da corsa", un viaggio nei 40 anni di attività dell'artista che disegnato le grafiche per i grandi piloti, compreso Valentino Rossi.
Il nome di Aldo Druidi è quello tra i più conosciuti tra gli appassionati di moto e motomondiale. Il designer romagnolo è tra i creatori delle grafiche dei caschi di tanti piloti che corrono il mondiale e in oltre 40 anni di attività ha disegnato quelli di alcuni tra i più grandi interpreti del mondo delle corse. Qui a Trento sarà esposta una parte importante della mostra "I colori del motomondiale" esposta per la prima volta a Milano in maggio, particolare attenzione per i caschi di Valentino Rossi, oltre alle livree e alle tute speciali con le quali la Yamaha ha corso in questi anni. La mostra segue gli orari 10-18 fino a domenica 21 ottobre.
Dal torneo di eSport a Damiano Tommasi, dalle start up agli allenamenti in 5 minuti, la ''Trentino Sport Tech Arena'' di Luca Andreazza Il Festival dello Sport è anche innovazione, sperimentazione e economia. Anche le start up diventano protagoniste e in questi giorni si vede sorgere passo a passo in piazza Battisti l'attesissima "Trentino Sport Tech Arena", una struttura a cupola targata Trentino sviluppo e Università di Trento per presentare il circolo virtuoso tra sport e tecnologia. Sono sette gli appuntamenti da segnare in calendario, si va dal "giornalismo sportivo al tempo dei social network" agli "Sport mega trends-new business, new tech", dalla "performance tech-materiali e tecnologie a servizio dei record" al rapporto tra "sport, televisione e new media per accendere i riflettori sul futuro". E ancora "E-bike, la rivoluzione silenziosa" per avere uno sguardo sulle tendenze, le innovazioni e il valore etico di un fenomeno inarrestabile, quindi spazio agli "E-sports" per una tavola rotonda sul fenomeno dei videogames a livello competitivo e "al Var dello sport", cioè come la tecnologia in aiuto degli arbitri sta cambiando calcio, pallavolo, basket e tennis. A questo si aggiunge un torneo di eSports, organizzato dal Team di eSport di UniSport. La grande novità è inoltre il primo acceleratore pubblico di start up dedicate allo sport, le protagoniste sono Wear-it, Corehab, BikerTop, We FIT, Motorialab e App “Trentino Salute+", ma non mancheranno le sorprese. L'innovazione e la tecnologie non si ferma in piazza Battisti: un percorso si snoda tra via San Pietro e piazza Pasi per scoprire il lato all'avanguardia del Trentino tra il mondo della bike con la Val di Sole, quello della neve con la Val di Fassa e i Mondiali juniores 2019 e il Trentino Virtual Reality. A questo si aggiungo la Formula SAE di UniTrento, Evotech, Brain e Le Draisine. Nella cupola si può anche praticare sport in forma attiva con “sporty break”, cioè dei momenti di 5 minuti per praticare attività sportiva aperta a tutti.
Gli eventi in cartellone sono tanti, ecco l’Oltre Festival, la giornata di formazione dedicata ai dirigenti sportivi dalle 9.30 di giovedì 11 ottobre al Centro Sportivo Borgo Valsugana, organizzata da Provincia e Trentino Sviluppo: i relatori sono del calibro di Damiano Tommasi (Dirigente sportivo e ex calciatore, attualmente presidente dell’Associazione italiana calciatori), Dino Ruta (Sda Bocconi) e Andrea Zorzi (ex giocatore e simbolo della pallavolo italiana). Un'occasione di riflessione su sport, nuove tecnologie e innovazione a ingresso libero fino ad esaurimento posti. La "Trentino Sport Tech Arena" è il risultato della "Smart Specialisation Strategy", un piano avviato nel 2014 per promuovere una maggiore integrazione della visione dello sport come volano di sviluppo, innovazione tecnologica e integrazione sociale, ma anche per radicare una visione trasversale dell’innovazione, del wellness e della tecnologia attraverso lo sport. Un progetto ambizioso in quanto l'intenzione di Trentino Sviluppo è quella di creare una strategia internazionale su sport e innovazione, Sport Tech e Sport Economy. Questa coinvolge anche la ProM Facility per l’Industria 4.0, i laboratori già insediati quali Cerism, Tess Lab– un centro per la sostenibilità, la laurea in Meteorologia Ambientale appena avviata e il futuro corso a Rovereto) negli Sport di Montagna. Tutto è pronto per il “Festival dello Sport” e tra Steve Nash, Pep Guardiola, Peter Sagan e Luna Rossa, non bisogna dimenticare di visitare "Trentino Sport Tech Arena” in piazza Battisti.
Da Stefano Bizzotto a Enrico Brizzi, un grande bookstore in piazza Duomo di Luca Andreazza E' davvero ricco il programma del Festival dello Sport (11-14 ottobre) che racconta e celebra il sogno di squadre e atleti: il record. La prima edizione prevede oltre cento eventi per un'inchiesta giornalistica che si propone di approfondire e analizzare come si costruisce, conquista e difende un primato. Oltre ai grandi personaggi, tra i protagonisti ci sono anche i libri e gli ospiti sono tutti d'eccezione: da Marco Malvaldi a Hervé Barmasse, da Enrico Brizzi a Luigi Garlando, da Riccardo Cucchi a Luca Crovi, da Stefano Bizzotto a Davide Cassani e Oney Tapia, il livello si preannuncia già altissimo. Un avvicendarsi di storie e personaggi nel segno della parola scritta in un programma elaborato dai giornalisti Massimo Arcidiacono e Carlo Martinelli - che a tratti si allontana in maniera un po’ “anarchica” dal tema del Record per immergersi nelle molteplici espressioni dello sport.
È così che si alternano vere e proprie anteprime di titoli in uscita, le imprese di grandi protagonisti raccolte nelle loro biografie, il racconto in prima persona di noti giornalisti radiotelevisivi e quello rivolto ai più giovani dello sport come insegnamento di vita. E ancora: i faccia a faccia su temi come “Lo sport nei gialli” o “Tifo e letteratura”. Si passa dalla rievocazione delle imprese di Pietro Mennea a quella del Black Power, i firmacopie di Simone Moro o Davide Oldani che incontrano il pubblico di Trento oltre il cartellone libri. Il grande bookstore allestito in Piazza Duomo, con ben 3 mila titoli disponibili, sarà il cuore degli eventi letterari (tranne l’appuntamento con Manolo previsto in piazza Santa Maria Maggiore).
giovedì 11 - ore 17.00 piazza Duomo, Bookstore GIRO DEL MONDO DI UNA COPPA di Stefano Bizzotto - il Saggiatore Partite dimenticate, momenti indimenticabili dell’avventura mondiale Ospite: Stefano Bizzotto venerdì 12 - ore 11.00 piazza Duomo, Bookstore LA MONTAGNA SCINTILLANTE di Walter Bonatti - Solferino Il racconto inedito di una conquista sportiva indimenticabile Ospite: Hervé Barmasse venerdì 12 - ore 14.30 piazza Duomo, Bookstore SCHERMA, SCHERMO di Davide Ferrario - add Editore Un regista dietro la maschera, quando il fioretto supera la pellicola Ospite: Davide Ferrario venerdì 12 - ore 16.30 piazza Duomo, Bookstore ABBIANO TOCCATO LE STELLE di Riccardo Gazzaniga - Rizzoli Ragazzi Lo sport dei coraggiosi raccontato ai ragazzi di oggi, uomini di domani Ospite: Riccardo Gazzaniga
venerdì 12 - ore 18.00 piazza Duomo, Bookstore TIPI CHE CORRONO di Fulvio Massini - Rizzoli LE SALITE PIU' BELLE D’ITALIA di Davide Cassani - Rizzoli Correre, andare in bici, l’importante è muoversi! Il faccia a faccia(e i consigli) di due che la sanno davvero lunga. Ospiti: Davide Cassani, Fulvio Massini sabato 13 - ore 10.30 piazza Duomo, Bookstore IL CACCIATORE DI 800 di Marco Confortola - Hoepli La mia sfida alle montagne più alte del mondo Ospite: Marco Confortola sabato 13 - ore 11.30 piazza Duomo, Bookstore PIÙ FORTE DEL BUIO di Oney Tapia - HarperCollins “Prima vedevo tutto, in realtà ero cieco. Ora sono cieco, ma ci vedo.” Ospite: Oney Tapia sabato 13 - ore 15.00 piazza Santa Maria Maggiore ERAVAMO IMMORTALI di Manolo - Fabbri Editore “Eravamo immortali”, quando il record da cercare sta dentro di sé Ospite: Manolo sabato 13 - ore 15.00 Piazza Duomo, Bookstore LE CIPOLLINE, IL CALCIO GIOVANILE E IL GASP Dialogo sulla realtà del calcio giovanile: come si deve far giocare un bambino? Ospiti: Gian Piero Gasperini, Luigi Garlando sabato 13 - ore 16.30 Piazza Duomo, Bookstore A BOCCE FERME di Marco Malvaldi - Sellerio L’OMBRA DEL CAMPIONE di Luca Crovi - Rizzoli C’è del giallo nel “rosa”. Dal Bar Lume alla Milano di Meazza, poliziesco fa rima con sport Ospiti: Luca Crovi, Marco Malvaldi sabato 13 - ore 18.30 Piazza Duomo, Bookstore LA FATICA PIÙ BELLA di Gastone Breccia - Editori Laterza Perché correre cambia la vita Ospite: Gastone Breccia domenica 14 - ore 11.00 Piazza Duomo, Bookstore TU CHE SEI DI ME LA MIGLIOR PARTE di Enrico Brizzi - Mondadori Il tifo nei libri, lo stadio come luogo della felicità Ospite: Enrico Brizzi domenica 14 - ore 14.30 Piazza Duomo, Bookstore RADIOGOL di Riccardo Cucchi - Il Saggiatore Trentacinque anni di calcio minuto per minuto Ospite: Riccardo Cucchi domenica 14 - ore 16.30 Piazza Duomo, Bookstore HO FATTO CENTRO di Oscar De Pellegrin - Infinito Edizioni Su una sedia a rotelle, in piedi di fronte alla vita Ospite: Oscar De Pellegrin domenica 14 - ore 19 Piazza Duomo, Bookstore PIETRO MENNEA di Tommy Dibari - Cairo Editore Il ragazzo del Sud che sconfisse il tempo Ospiti: Manuela Olivieri Mennea, Tommy Dibari
Dal Festival dello sport una riflessione strategica su sport e innovazione di Francesco Anesi Articolo pubblicato anche sull'Huffingtonpost Il Festival dello Sport (11-14 Ottobre, Trento) ci impone una riflessione generale su sport e innovazione. Cento eventi e 150 protagonisti e leader dello sport italiano ed internazionale ci faranno riflettere su queste tematiche. Ma la riflessione strategica su sport ed innovazione può solo partire dal Sistema Trentino ma deve allargarsi al Sistema Italia (il dibattito e la candidatura per le Olimpiadi 2026 sono formativi, soprattutto mentre il CIO e i Giochi Olimpici Giovanili si riuniscono a Buenos Aires) ed al Sistema Europa (ricordiamo infatti che con “Erasmus Plus”, l’Unione Europea ha allocato e finanzia iniziative strategiche sullo sport – nel 2018 è stato stanziato un budget di 37,4 milioni di euro). Siamo pronti per queste nuove sfide? La nostra risposta è che solo se sapremo “fare squadra” ed “internazionalizzare le idee”, alzando gli occhi a orizzonti più grandi, riusciremo a vincere in questo campo. Il mercato della sport industry a livello globale è stimato sui 1.3 miliardi US$ ed il mercato è in crescita – come testimonia il report di PwC intitolato “Sport Industry: lost in traslation? PwC’s Sport Survey 2018”, la crescita del settore è stimata a +7.0% annuale. A livello Unione Europea, è stato calcolato che il 2.12% del PIL è attribuibile alla sport economy. L’Unione Europea, sotto la Presidenza Austriaca il mese scorso, si è interrogata su “Economic dimension of sport” e le ramificazioni innovative dello sport – soprattutto a livello regionale. Il Libro Bianco del CONI calcola a 25 miliardi, ovvero all’1.6% del PIL, il contributo della sport economy nel Sistema Italia. Ci sono tuttavia dei picchi, se si considera che la sport economy a livello regionale – per esempio in Trentino – viene valutata al 6.5% del PIL vista la forte interconnessione con il turismo ed i grandi eventi. L’OECD sta lavorando soprattutto sui grandi eventi sportivi ed il concetto di legacy derivante da questi e dalla loro magnitudine mediatica ed infrastrutturale. Il Sistema Italia si sta preparando a decisioni strategiche – e occasioni di confronto saranno il Festival dello Sport, gli importanti dibattiti
promossi dal CONI e dalla Scuola dello Sport CONI, le elezioni FIGC (che decideranno il futuro dello sport più praticato in Italia), il Forum “Sport & Business: verso la Nuova Sport Economy?”. Qui vogliamo fare una analisi circostanziata e nel perimetro intellettuale e geografico del Trentino. Molte novità saranno presenti nella “Trentino Sport Tech Arena” al Festival dello Sport, dove ci saranno strutture che mostrano come startup, aziende e enti di ricerca applicano l’innovazione al mondo dello sport. Il Trentino è una delle Regioni leader nell’Indice di Sportività de Il Sole 24 ore e CERVED/Confindustria hanno dimostrato come il Trentino sia l’eccellenza italiana per intensità di startup innovative. Questo non basta per creare un ecosistema che sostiene e supporta l’innovazione. Per questo il Sistema Trentino ha delegato Trentino Sviluppo di creare una strategia internazionale su sport e innovazione, Sport Tech e Sport Economy. Si tratta di una primizia internazionale. A nostra conoscenza, solo Barcellona ha una strategia esplicita su sport & smart cities. Sono state ideate da Trentino Sviluppo, Fondazione Bruno Kessler e UniTrento alcune infrastrutture strategiche quali ProM Facility per l’Industria 4.0 e “TESS Lab” – un centro per la sostenibilità, lo Sport Tech e lo sport ed ha allineato il sistema della ricerca con l’Università di Trento (l’Università di Trento coordina un Gruppo di 40 Università Italiane nel trasferimento tecnologico a favore dello sport) e laboratori già insediati. La «Smart Specialisation Strategy» del 2014 ha posto le basi per “la maggiore integrazione della visione dello sport come volano di sviluppo, innovazione tecnologica e integrazione sociale” e “il radicamento di una visione trasversale dell’innovazione, del wellness e della tecnologia attraverso lo sport”. Questo è stato integrato nel 2016 con la Legge 4 sullo Sport che provvede capitoli specifici (anche di finanziamento) per la ricerca industriale, l’innovazione e la dimensione economica dello sport. Tutto è iniziato dalla riflessione che abbiamo cercato di stimolare dalle Universiadi Invernali Trentino 2013. Le Universiadi Trentino 2013, definite «esempio paradigmatico di integrazione tra sport e innovazione» dal Consiglio dei Ministri dello Sport dell’Unione Europea, hanno
Trento è sempre sportiva e sale sul podio per il Sole24Ore di Luca Andreazza Il Trentino si conferma sul podio per sportive nel report del Sole24Ore. Un secondo posto alle spalle di Trieste nella classifica che misura qualità e diffusione sportiva in 107 città italiane. La novità è Cagliari in terza piazza, mentre la città giuliana che ha dato i natali a Cesare Maldini si aggiudica il primo posto davanti alla plurititolata Trento. Bolzano si ferma in ventinovesima posizione in questo 2018. Nell’arco di un decennio anni Trento ha conquistato il titolo di provincia più sportiva d’Italia per ben quattro volte (2007, 2011, 2014 e 2016), arrivando altre sei volte seconda e una volta terza. Il Trentino brilla negli indici del "Ciclismo" trascinato anche da Matteo Trentin, Gianni Moscon e Daniel Oss e "Amatori-master", mentre chiude in terza piazza per "Attrattività eventi italiani e internazionali" frutto dell'organizzazione nel territorio provinciale di manifestazioni quali La
Leggendaria Charly Gaul Uci World Series, i campionati italiani di Comano Terme, le finali Coppa del Mondo Mtb cross country e Downhill in Val di Sole, la Trentino Basket Cup e Fisherman's Friend StrongmanRun a Rovereto, solo per citare alcune espressioni delle vivacità territoriali. Quinto e quattordicesimo posto rispettivamente nelle graduatorie 'Volley' e 'Basket', discipline sospinte dalle prodezze della Trentino Volley e dei vice-campioni d'Italia della Dolomiti Energia. Anche se per giocatori professionisti tra pallavolo, pallacanestro e calcio ci si ferma al quarantacinquesimo posto. Buon piazzamento anche in "Sport invernali", "Atletica", "Nuoto" e "Società dilettanti", che si confermano realtà importanti a livello provinciale tra Yeman e Neka Crippa, Arianna Bridi e le tante società natatorie come Snd Nuotatori Trentini, Rari Nantes e Buonsonsiglio, senza dimenticare le attività invernali tra neve e ghiaccio. Il "Calcio dilettanti" si classifica invece in settantaduesima posizione.
portato MIUR, Ufficio Sport – Presidenza del Consiglio, Presidente CONI, FISU, CRUI, CUSI, Provincia Autonoma di Trento e Università di Trento a sottoscrivere la «International Smart Trentino 2013 Declaration on Sport and University for Innovation». Il discorso tuttavia va allargato e bisogna abbracciare una prospettiva di sistema – e di cambiamento. Lo scorso anno a Tartu, l’Unione Europea ha sottoscritto (o meglio, 3 Commissari Europei hanno sottoscritto) la “Tartu Declaration for a Healthy Life Style” per sostenere stili di vita congrui, adeguati e moderni per il XXI secolo. Alcune imprese, come Technogym, stanno facendo molto – anche ospitando in questi giorni il Global Wellness Summit. Questo prestigioso evento, che riunisce i leader internazionali dell’economia del benessere, che vale circa $3.7 trilioni secondo il Global Welness Economy Report 2018 (con una crescita del +9.8% degli ultimi due anni), si tiene per la prima volta in Italia, proprio in ciò che Nerio Alessandri ed il suo Team ha chiamato come la Wellness Valley. Va riconosciuto a Technogym di aver allargato il concetto di fitness (25 anni fa si parlava di fitness in maniera isolata) al concetto di wellness/benessere come cambiamento paradigmatico nel settore, sdoganando un mercato di nicchia e trasformandolo in un fattore di coinvolgimento di un pubblico e di una società più ampia. Il Sistema Italia rappresenta il nono mercato al mondo nel settore del turismo-benessere con più di 6.6 milioni di viaggi-benessere intrapresi ogni anno che generano un budget di $12.7 miliardi. Su questo Nerio Alessandri, fondatore di Technogym, ha scritto il libro visionario “Nati per muoverci – Storia di Technogym da un garage alla wellness economy”. Va ricordato l’impegno di Andrea Illy con Illycaffe, che con la Fondazione Ernesto Illy è il solo sponsor del World Happiness Report 20182020, prodotto dalla United Nations Sustainable Development Solutions Network (SDSN), una ricerca cruciale che sta aiutando molte Nazioni a portare la felicità ed il benessere alla base delle politiche governative. Di sostenibilità e di idee sulla comunicazione si è parlato a Trento in questi giorni al workshop al MUSE: molte le aziende sensibili, sostenibili e presenti – a partire da Econyl/Acquafil con Giulio Bonazzi (che ha trovato in Kelly Slater, surfista campione del mondo, entrato nella storia con la sua California che si è dichiarata “Nazione del Surf”), Cantine Ferrari con Marcello Lunelli (e ricordiamo il grande articolo di Forbes dove si dichiara che “Italy’s best sparkling wine is not Prosecco” – spoiler, la
risposta è TrentoDoc e la sostenibilità di Cantine Ferrari che ne rappresentano un polo di eccellenza) et alii. Gli esempi di sostenibilità e cambiamento (aziendale) di pensiero ci sono e stanno crescendo. A proposito, Ferruccio de Bortoli, in una “testimonianza (autocritica) di giornalista”, sottolineava come anche la finanza stia cambiando: le società quotate sono chiamate a produrre rapporti su Ambiente, Sostenibilità e Governance (anche se i risultati sono spesso scarsi, scarni e scadenti, anche perché nessuna sanzione è associata a questi report). Fondi di investimento – continuava FdB – hanno riconosciuto il ruolo della sostenibilità nel medio-lungo periodo e l’importanza del ruolo sociale del business e delle imprese (citava infatti la lettera di Larry Fink, Chairman e CEO di BlackRock, il grande fondo di investimento e il più grande investitore nella Borsa Italiana). Critico nei confronti dei tempi moderni, dominati dalla Rete, e della poca preparazione/competenza che essi richiedono, ha ricordato con nostalgia intellettuale quando Umberto Eco teneva la rubrica su Il Corriere della Sera intitolata “Quando dire è fare”. Ma se vogliamo una prospettiva più ampia bisogna guardare al cambiamento della società e alla “Utopia Sostenibile” del Prof. Enrico Giovannini. L’utopia è sostenibile e possibile – ma bisogna indurre cambiamenti strutturali nella società e nel nostro stile di vita. “Non ci siamo” ha tuonato e borbottato – giustamente – il Prof. Enrico Giovannini in qualità di portavoce dell’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile). Purtroppo, tuttavia, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Prof. Giovanni Tria, ha risposto negativamente al richiamo idealistico di ASviS (a cui i giornali hanno dato poco risalto). In merito alle proposte dell’ASviS al Governo, Tria ha affermato: “io le sosterrò, ma devo rispondere negativamente proprio alla proposta che riguarda il mio Ministero: nei prossimi documenti di bilancio non presenteremo il rapporto di impatto misurato dai 12 indicatori di benessere previsti dalla legge, non perché vogliamo sfuggire, ma perché siamo stati impegnati a produrre un impatto positivo. Le politiche vanno in questa direzione, ma non abbiamo fatto in tempo a quantificare i risultati”…. “La sostenibilità richiede investimenti, ma anche competenza e armonia” recitava il titolo perfetto del comunicato stampa ASviS. Siamo pronti per questi cambiamenti? Allacciamoci le cinture di sicurezza, “facciamo squadra” e “internazionalizziamo le idee” – partendo dallo sport potrebbe essere educativo, allarghiamo la riflessione alla società del benessere ma guardiamo al mondo con occhi e cuore aperto.
Le voci di Luca Pianesi
Gianni Valenti Vicedirettore della Gazzetta dello Sport
Saranno quattro giorni ricchi di eventi con nomi molto importanti e crediamo che portare grandi campioni, grandi allenatori, grandi personaggi dello sport a contatto con la gente sia un modo nuovo di fare giornalismo un modo diretto che possa regalare delle esperienza uniche. Il punto di partenza è Pietro Mennea e il suo record: 19.72. E' come una bussola per noi. Chiaramente Mennea sarà uno degli argomenti di questo Festival e partiamo da questo record per raccontare i campioni che hanno raggiunto risultati straordinari ma anche le squadre che hanno raggiunto grandi obiettivi. Per questo penso ne verrà fuori un mosaico di cultura sportiva direi unico.
Arrigo Sacchi
I record? Il mio obiettivo era prima di tutto di meritarli, facendo le cose al massimo delle nostre capacità. Non ci si realizza solo con la vittoria ma ci si realizza con l'impegno e col lavoro. Non si deve pensare ai record ma a far bene il proprio lavoro, e se si tratta di sport di squadra bisogna avere l'etica del collettivo, l'etica della professionalità, essere modesti, generosi, con grande passione e possibilmente con una buona dose di intelligenza, anche se quando si è generosi vuol dire che c'è anche quello.
Maurizio Rossini Amministratore Unico Trentino Marketing
Sarà un grande festival, ne siamo sicuri. E' la prima edizione però abbiamo un Festival ricco di appuntamenti, credo completo per tutti i generi e per tutti i gusti. E accanto agli appuntamenti con i grandi sportivi avremo una città accogliente che si è attrezzata proprio in quest'ottica: le piazze, per esempio, saranno dedicate ai ragazzi che potranno sperimentare molte discipline anche nuove, potranno farlo con i nostri allenatori e con i campioni che verranno a trovarci, il tutto per un'immersione nello sport a 360 gradi.
Ghedina al Festival dello Sport di Trento come testimonial dei Mondiali Cortina 2021
di Luca Andreazza E' tra gli ospiti del Festival dello Sport ormai ai nastri di partenza. Tra i protagonisti della prima edizione della kermesse targata Gazzetta e Provincia c'è anche Kristian Ghedina, il più vittorioso discesista italiano nella storia della Coppa del Mondo di sci alpino. L'appuntamento con l'ex discesista, tra i migliori specialisti degli anni '90, è per domenica 14 ottobre alle 7 con "Run to alpine ski championship", un training di corsa mattutino di 4,04 chilometri. Una distanza scelta non a caso, Ghedina è il testimonial dei Mondiali di sci alpino di Cortina 2021 e corre a staffetta con Federico Liberatore, testimonial dei Mondiali juniores di sci alpino Val di Fassa 2019. I 4,04 chilometri sono la sommatoria degli anni delle competizioni iridate. "Sono fiero di poter essere a Trento in qualità di testimonial di Cortina - dice l'ex discesista - un ruolo che mi rende molto orgoglioso, sono veramente tanti gli atleti forti della Regina delle Dolomiti e quindi è un onore". L'esperienza a livello internazionale non manca tra mondiali e cinque edizioni dei giochi Olimpici da Albertville 1992 a Torino 2006. Ora sei testimonial per i Mondiali di casa, quelli di Cortina 2021. Il team di lavoro è veramente ottimo, mentre il lavoro è tanto per arrivare pronti all'appuntamento. L'organizzazione è complessa e si cerca
di fare il meglio, poi ci sono sempre gelosie, invidie e critiche, ma è anche giusto così. Si cerca di trovare la quadra tra privati, amministrazioni e governo. Ritirato nel 2006, la figura di Ghedina resta comunque ai massimi livelli, nonostante la carriera di discesista sia ormai conclusa. E' importante approcciarsi nel migliore dei modi durante la carriera. A volte può essere difficile corrispondere all'affetto e alle aspettative dei tifosi, ma è fondamentale essere disponibili. Terminati gli impegni di sci alpino poi non mi sono chiuso in casa, ma ho cercato di reinventarmi tra la televisione, eventi e l'automobilismo. Se sei troppo riservato la gente rischia di dimenticarti e sostenerti solo quando ci sono i risultati. Specialista nella discesa, come si migliora la performance una volta raggiunto il top? Sicuramente bisogna essere portati, rischio, velocità e adrenalina devono piacere. Ma la base è l'allenamento: sono tanti gli atleti che gareggiano, anche bene, perché necessitano dei punti per la classifica di Coppa del Mondo. Sono abbastanza spericolato e ovviamente questa specialità mi è sempre piaciuta più di altre, ma il lavoro ripaga sempre. Mai avuto paura prima di qualche gara? Quella è fondamentale, ma più che paura parlerei di tensione e guai se non ci fosse, altrimenti diventa pericoloso. Durante la gara e gli allenamenti è importante gestire l'emotività e la situazione: bisogna sempre viaggiare al limite. Oltre si sbaglia, sotto anche. Serve il giusto equilibrio.