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Economia
Domenica 16 Maggio 2021 www.gazzettino.it
L’intervista Antonio Fallico a Russia ha sempre bisogno e voglia di made in Nordest. E quello russo non è solo un mercato strategico, ma anche un Paese strategico. Malgrado tutto, ci sono segnali di distensione. È interesse di tutti cercare una coesistenza tranquilla, incontrarci su quelle cose su cui siamo d’accordo. Il business per esempio può sostituire la diplomazia». Antonio Fallico, 76 anni, è un uomo che della Russia e del mondo vicino a Mosca sa molto, quasi tutto. «Ci andai per la prima volta nel 1974 quando l’allora Banca Cattolica del Veneto aprì un ufficio, dopo la laurea e lo sbarco a Verona, la mia città d’adozione dove ho insegnato all’università». Oggi è presidente di Banca Intesa Russia e dal 2012 è ai vertici di Mir Capital, il primo Fondo d’investimento italo-russo fondato da Intesa e Gazprombanke. Ma è anche impegnatissimo a creare ponti culturali con l’associazione «Conoscere Eurasia», fondata nel 2007 a Verona.
«L
In questi ultimi anni lavorare per la Russia non è stato semplice: sanzioni, rapporti diplomatici tesi. Lei come la vede la situazione oggi? «Le sanzioni proibiscono esportazioni dall’Europa soprattutto nell’agroalimentare e nell’alta tecnologie - risponde da Mosca Fallico - ma soprattutto sono una barriera psicologica per gli imprenditori italiani. E sono una barriera anche per i russi: a Mosca capiscono che il nostro governo non è ostile, ma queste sanzioni un pochino scoraggiano e vediamo qualche disinvestimento in Italia. È deperito soprattutto l’interscambio: dal 2014 al 2020 il calo è stato del 35%, in certi casi anche del 50%. Ma gli investimenti diretti sono diminuiti di pochissimo, - 10%».
«Il disgelo con la Russia può aiutare la ripresa a Nordest» Il presidente di Banca Intesa a Mosca: «Chi `«L’aumento del petrolio aiuta il rilancio ha investito qui ha fatto un grande affare» di un Paese che è anche leader tecnologico»
grande possibilità di sviluppo. Ma la Russia è anche un Paese di alta tecnologia. Leonardo compra i suoi chip in Siberia. Il 20 giugno Enel inaugura il più grande parco eolico al mondo sul Don, pensi che 14 anni fa il primo forum a Verona di «Conoscere Eurasia» era dedicato alle energie alternative, sembrava fantascienza. E sono all’avanguardia anche nella farmaceutica».
`
Import - Export Import 2019
Import 2020
Export 2019
Export 2020
Veneto
Friuli Venezia Giulia
323.980.976
1.307.504.882
233.327.308
214.849.998
246.795.196
1.218.990.055
197.991.241
231.495.835
Russia 7.995.743
80.496.745
9.254.881
9.443.009
Kazakistan 40.919.670
403.337
7.203.973
4.750.972
55.800.077
1.164.288
17.877.802
4.465.630
55.316.757
862.772
18.732.112
38.757.338
56.089.574
0
2.102.095
32.558.817
52.912.540
0
1.661.435
15.490.246 Bielorussia
Armenia
INTESA RUSSIA Antonio Fallico 72.017
2.760.406
0
169.054
49.610
3.145.424
0
127.331
Kyrgyzstan Fonte: ISTAT
IL VACCINO SPUTNIK POTREBBE OTTENERE PRESTO IL VIA LIBERA ED ESSERE PRODOTTO ANCHE IN VENETO
A che punto è lo sbarco del vaccino Sputnik in Italia? «Sputnik è stato già venduto in 60 paesi, viene prodotto all’estero. Entro fine maggio speriamo nel via libera dell’Europa e poi si potrebbe vendere anche in Veneto: il governatore Zaia mi sembra aperto a quest’ipotesi. E chissà che non si possa anche produrlo lì». Le imprese hanno bisogno di banche d’appoggio... «Come Intesa qui abbiamo una storia importante, un migliaio di addetti e grande autonomia. Poi c’è Unicredit, che è l’altra grande banca straniera. Intesa insieme alla Gazprom ha varato Mir Capital, un fondo che investe in aziende medie italiane e russe, come la Lima di Udine. Poi c’è l’iniziativa tra Cdp e il fondo russo Rdif, ma non la vedo molto attiva».
L’Ego-Hub
Perché? «Chi si radica qui ha maggiori possibilità di sviluppare gli affari. Ci sono diversi esempi di successo di imprese del Nordest in Russia, penso a Danieli, Zoppas, la Codest di Udine. La maggior dai mobili esportati sono del Nordest, ci sono tanti negozi
Calzedonia, il Prosecco è molto popolare. La Russia ti apre anche uno spazio commerciale immenso, fino alla Cina grazie all’Unione Economica Euroasiatica. Anche la Serbia ha accordi particolari con Mosca». Quali sono i settori più promettenti dove investire?
«Le produzioni tecnologiche, ma anche l’alimentare, e ci sono grandi vantaggi fiscali. I numeri non ci danno ragione ma bisogna forzare i nostri imprenditori a prendere più fiducia». Con l’aumento del prezzo del petrolio c’è aria di ripresa? «Il barile è 67 dollari dà una
C’è ancora spazio per imprenditori coraggiosi? «Sì, ma bisogna costruire ponti, noi ci proviamo: quest’anno nel forum a San Pietroburgo ci sarà anche il ministro Giorgetti. Il primo luglio a Innoprom l’Italia sarà ospite d’onore col ministro Di Maio. E il 28-29 ottobre il forum a Verona». Maurizio Crema © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IX
Valbelluna
Domenica 16 Maggio 2021 www.gazzettino.it
A scuola col “pedibus”: convenzione rinnovata `Comune, Usl
e Pro loco pronti a riproporre il servizio SEDICO È stato confermato anche per il prossimo anno il progetto Pedibus per agevolare il raggiungimento in sicurezza delle scuole frequentate da parte dei ragazzi. La giunta comunale ha proceduto in questi giorni all’approvazione dello schema del protocollo d’intesa con l’azienda sanitaria locale Usl 1 Dolomiti e l’istituto comprensivo di Sedico-Sospirolo.
IL SUCCESSO LA CRISI L’ingresso dell’Acc: nel recente corso del confronto sul futuro, Electrolux ha confermato il ruolo strategico dell’azienda di Mel
Acc, spiraglio da Electrolux: intanto parte l’asse sindacale Il tavolo di crisi ha confermato il ruolo `Pressing delle rsu di Susegana perché strategico e la volontà di salvare l’azienda all’impegno verbale ora seguano i fatti `
BORGO VALBELLUNA L’Electrolux di Susegana al fianco dei lavoratori dello stabilimento Acc di Mel. Nel corso del recente tavolo di confronto sulla crisi dell’azienda bellunese la proprietà trevigiana ha lasciato intravvedere uno spiraglio per sostenere lo stabilimento zumellese nella sua necessità di liquidità immediata. Un’apertura che è stata colta con favore dalle rsu di Electrolux, da sempre vicine ai lavoratori Acc: «La direzione ne fa una di buona, anche per suo tornaconto. Ora serve dare sostanza agli impegni».
L’INCONTRO Venerdì pomeriggio si è tenuto un incontro tra l’assessore regionale Elena Donazzan
supportata dall’unità di crisi, il commissario straordinario Maurizio Castro e i clienti e fornitori di Acc. Un incontro che ha riaperto qualche speranza tra i lavoratori dello stabilimento zumellese con clienti e fornitori che hanno condiviso il ruolo strategico di Acc e hanno valutato la necessità di approfondire l’attivazione di possibili iniziative coordinate con l’amministrazione straordinaria per sostenerla. E per farlo questa settimana ci saranno tutta una serie di incontri. Nel tavolo regionale sedeva anche la direzione di Electrolux che ha dichiarato la propria disponibilità ad individuare soluzioni utili alla continuità delle produzioni di Acc.
LA REAZIONE «Quest’apertura dell’azien-
da – hanno dichiarato le rsu di Electrolux -, dimostra ancora una volta l’importanza strategica che la fabbrica di Mel e i suoi lavoratori costituiscono per Electrolux e per il settore elettrodomestici refrigerazione in Europa e che il suo rilancio costituirebbe elemento imprescindibile anche dal punto di vista occupazionale, oltre ad essere un’impresa ad impronta sociale ed ecologica positiva anche sul piano della vicinanza dai clienti a km zero». Le Rsu auspicano che «nei prossimi incontri la volontà di Electrolux si tramuti in decisioni importanti e decisive per il futuro industriale di Acc, in attesa che la Regione già impegnata offra anche soluzioni utili a risolvere alcuni problemi strutturali del sito, e che il governo e il Mise decida-
no finalmente quale prospettiva offrire con le loro leve per la continuità produttiva, l’innovazione e l’occupazione dei lavoratori Acc e del territorio».
LA IDEAL Resta alta l’attenzione anche alla Ideal Standard di Trichiana. I sindacati stanno definendo gli ultimi dettagli per l’attivazione, a partire da martedì mattina, del presidio permanente davanti allo stabilimento e la concomitante raccolta fondi a sostegno della vertenza. Un avvio non casuale. Martedì si terrà anche un nuovo incontro tra le organizzazioni sindacali e la proprietà per cercare di raggiungere un accordo sul futuro dello stabilimento. Eleonora Scarton © riproduzione riservata
Nuovo elettrodotto: «Così non va» `Il Comune chiede
modifiche al tracciato proposto da Terna BORGO VALBELLUNA Approvato all’unanimità l’ordine del giorno relativo alla richiesta di revisione del progetto di Terna “nella media valle del Piave”. La società lo sta modificando in provincia di Belluno introducendo alternative di tracciato e utilizzando l’interramento. Terna ha in progetto la realizzazione di una nuova Stazione di trasformazione a Volpago del Montello (Treviso) che porterebbe alla imposizione sul territorio di nuove linee elettriche. L’Assessore all’Ambiente, Simone Deola ha premesso come il tema sia molto complesso e ha illustrato la situazione relativa al territorio comunale, dove insistono due elettrodotti: partono dalla stazione di Polpet, uno raggiunge la stazione di Vellai attraversa la zona bassa del Comune di Borgo Valbelluna e l’altro rag-
giunge la stazione di Volpago del Montello attraversando il territorio comunale nella zona di Sant’Antonio Tortal – Campedei, per poi innestarsi nella zona del Passo San Boldo per scendere verso il trevigiano. «Entrambi sono elettrodotti aerei e datati. Dal 2008 ad oggi si sono susseguiti osservazioni, ricorsi, problematiche varie, per quanto riguarda le valutazioni di incidenza ambientale e anche degli stop alle progettazioni, soprattutto quando non vi era un accordo complessivo di tutte le Amministrazioni comu-
nali. Nel 2018 si giunge alla sottoscrizione di un protocollo di intesa tra Terna, Regione Veneto e Provincia di Belluno – spiega l’assessore Deola - con l’obiettivo di sbloccare la situazione». Arrivati quindi ai giorni nostri, quando proprio su pressione dell’Ente Provincia si ritorna a discutere di elettrodotti, Terna fa tutta una serie di revisioni sulla tratta Soverzene Ponte Nelle Alpi - Belluno, fino quindi all’attraversamento del Piave, che vanno ad accontentare queste tre Amministrazioni comunali che subiscono note-
voli interferenze. «La strategia di Terna, consistente nel trattare sempre in maniera frammentata senza presentare mai un progetto unitario, fa sì che ci si ponga il problema di valutare quello che succederà a Borgo Valbelluna. La proposta potrebbe andare bene per il Comune, per quanto attiene alla linea Polpet-Vellai, mentre l’altro elettrodotto impatta pesantemente su vari tratti del nostro territorio dal punto di vista paesaggistico e soprattutto in termini di vincoli, in quanto nelle aree limitrofe all’impianto tutta una serie di attività sarebbero precluse. La proposta che il Comune di Borgo Valbelluna ha presentato a Terna, con il Comune di Limana e con la Provincia di Belluno, è che l’interramento sfrutti le infrastrutture esistenti ad esempio il corridoio della Strada Provinciale 1 per arrivare a Vellai». Per il secondo elettrodotto «abbiamo chiesto a Terna la possibilità, demolendo l’impianto aereo, di sfruttare, per scendere verso Volpago del Montello, l’autostrada e la pedemontana. Si sta attendendo da Terna risposta». Fe.Fa. © riproduzione riservata
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«Dalla fase sperimentale di attivazione del servizio – spiega la vicesindaca, Gioia Sacchet - è stato possibile rilevare una significativa adesione delle famiglie al servizio insieme ad un apprezzamento delle finalità dell’iniziativa. Si è provveduto pertanto alla stipula di nuova convenzione con la Pro Loco che consentirà la prosecuzione del progetto fino al 31 dicembre 2022 recependo le innovazioni e i miglioramenti suggeriti dalla fase sperimentale. È stato inoltre rinnovato il precedente protocollo d’intesa, che aveva durata triennale, con la sottoscrizione di un nuovo impegno da parte dei soggetti interessati al progetto». «Il servizio Pedibus – ha spiegato la consigliera comunale Giulia Micheluzzi, a cui ci si può rivolgere, previo appuntamento, per qualsiasi informazione - è un progetto che aiuta a rendere la città più vivibile, meno inquinata e più sicura limitando il numero di mezzi in prossimità dei plessi scolatici. Rappresenta anche un’occasione per fare esperienze nuove, per socializzare, per sperimentare l’educazione stradale e diventare
utenti della strada consapevoli. Il servizio è rivolto agli alunni frequentanti le scuole primarie di Sedico. Il Pedibus rappresenta un modo sano, sicuro, divertente ed ecologico per andare e tornare da scuola e costituisce di fatto un autobus umano che va a piedi, formato da un gruppo di bambini passeggeri che effettuano il percorso casa-scuola insieme, accompagnati da due o più adulti. Funziona come un servizio di autobus: con orari, fermate ed itinerari, presta servizio tutti i giorni, con qualsiasi tempo e seguendo il calendario scolastico”.
LE LINEE Nelle scorse settimane era stata attivata la linea blu che va dal parcheggio di Longano alla Primaria di Bribano, con fermate intermedie lungo il marciapiede di via Sant’ Ubaldo e al parcheggio di via Piave. È questa la quarta linea attiva nel territorio comunale. Va ad aggiungersi alla linea gialla (sempre della primaria di Bribano, entrambe le linee sono di andata) e alle due linee di ritorno (rossa e verde) con partenza dalla Primaria di Sedico. L’amministrazione comunale, in questi giorni, ha incontrato anche i volontari che si sono resi disponibili a portare avanti il servizio ed ha predisposto un calendario. E.P. © riproduzione riservata
IL PEDIBUS al via con nuove linee
Biblioteca chiusa per trasloco: quella nuova sarà un gioiello SEDICO La biblioteca cambia casa. Si sta trasferendo, dopo tanti anni passati nella storica sede del palazzo dei servizi, nel nuovo polo culturale di via De Gasperi, al primo piano delle ex scuole elementari di Sedico che compiranno a breve il secolo d’età. La struttura è chiusa perchè il trasloco richiede grande lavoro anche di riordino. «Da parte nostra – spiega il bibliotecario Alessandro Giacomin - assicuriamo una nuova sede all’altezza delle esigenze di tutta la cittadinanza. Se ci sarà qualche disguido, siate pazienti». Lo spostamento avviene all’interno dell’intervento di recupero delle vecchie scuole elementari del paese all’interno del quale troverà posto anche il nuovo polo culturale di Sedico. Al vecchio edificio è stato aggiunto un ulteriore volume. L’intervento è costato più di due milioni ed è stato finanziato coi soldi entrati nelle casse del Comune
SI STA COMPLETANDO ANCHE UN COMPLESSO LAVORO DI RIORDINO GENERALE, LA FESTA D’INAUGURAZIONE SLITTA IN AUTUNNO
con la variante concessa a Luxottica quattro anni fa per consentirne l’ampliamento. Nel nuovo polo hanno ritrovato casa, o la stanno ritrovando via via, anche alcune associazioni. Con la sede delle associazioni, è stata ricavata anche una sala polifunzionale capace di 140 posti. La vecchia sede della biblioteca civica era stata inaugurata nel 1982. La nuova biblioteca, all’interno del polo culturale, sarà ospitata al primo piano. Avrà “uno spazio più generoso rispetto all’attuale oramai assolutamente insufficiente”. La nuova biblioteca disporrà di quattro sale grandi, luminose e confortevoli, con finestre in legno e pavimenti in rovere, collegate da un lungo corridoio multifunzionale. Le quattro sale ospiteranno spazi per bambini, per ragazzi, uno spazio narrativa e letteratura e una sala per le varie discipline, oltre a molti angoli di lettura. Il progetto di recupero e ampliamento delle ex elementari è stato segnalato anche da un articolo on line della prestigiosa rivista di architettura Domus. A causa del Covid, è già stato anticipato, l’inaugurazione ufficiale della biblioteca, per ragioni di prudenza, sarà pianificata verso l’autunno. L’utenza della biblioteca troverà anche un patrimonio librario parzialmente rinnovato. E.P. © riproduzione riservata
V
Primo Piano
Domenica 16 Maggio 2021 www.gazzettino.it
La lotta al Covid-19
Dal 16 giugno vaccini liberi a tutti Tra un mese prenotazioni aperte indipendentemente dall’età. Trecentomila le dosi iniettate dal 27 dicembre `
CAMPAGNA VACCINALE VENEZIA Centossessantamila vaccinazioni da qui a un mese esatto, equamente suddivise: 80 mila nuove prime dosi, tra cui ci sono i primi 25 mila quarantenni che dall’altro ieri, con l’apertura delle prenotazioni, sono corsi in massa a iscriversi, e altrettanti richiami, tra cui c’è una consistente presenza, tra gli altri, di lavoratori della scuola che si stanno sottoponendo alla seconda inoculazione.
ACCELERAZIONE L’Ulss 3 Serenissima continua a spron battuto la propria campagna vaccinale, pronta per la “spallata” d’inizio estate, mentre giusto ieri ha tagliato il traguardo delle 300mila dosi totali somministrate da quando ha cominciato, il 27 dicembre dell’anno scorso. Il direttore del Dipartimento di Prevenzione, Luca Sbrogiò, conferma che anche per il Veneziano vale quanto annunciato dal presidente della Regione Luca Zaia l’altro ieri: «Dal 16 giugno è plausibile l’apertura delle vaccinazioni libere senza più il criterio delle classi d’età» e, probabilmente, senza neanche il criterio delle categorie professionali, fermo restando che molte grandi aziende si stanno attrezzando per vaccinare i propri dipendenti e collaboratori, con convenzioni ad hoc siglate con ospedali e centri clinici.
I QUARANTENNI Tra i già prenotati, in base alla disponibilità attuale delle dosi, ci sono – per la precisione – 24.943
IERI SONO STATE 5.100 LE DOSI SOMMINISTRATE DALL’AZIENDA SANITARIA VENEZIANA
quarantenni, cioè i nati tra il 1972 e l’81; 40.126 cinquantenni; 10.979 sessantenni, 2.027 settantenni e 177 ottantenni; e, ancora, 354 disabili gravi e 1.955 soggetti estremamente vulnerabili. Approfittando di qualche slot libero, i singoli appuntamenti fissati a orario preciso, già ieri sono stati vaccinati i primi 245 quarantenni, mentre altri 350 sono prenotati per oggi. «Ora le indicazioni nazionali e regionali sono che per aprire a una classe d’età inferiore non è più necessario che per la precedente sia stato raggiunto il 70% di copertura, ma si può procedere spediti», spiega Sbrogiò. E, infatti, tra i 50 e i 59 anni, tra già vaccinati e prenotati, la percentuale arriva finora al 64,7, mentre in tutte le altre decadi il traguardo è stato raggiunto e superato: 75,4% tra i 60 e i 69; 83% tra i 70 e i 79 anni; quasi il 100% dagli 80 anni in su, mentre oltre il 70% si posizionano anche i disabili gravi, 74,4%, e gli estremamente vulnerabili, 73%. Adesso l’attenzione è tutta rivolta ai quarantenni, per i quali le prenotazioni sono state aperte venerdì anche prima delle annunciate ore 16, con un boom di iscrizioni in poche ore: oltre 20mila, segno che lo stesso passaparola personale e il tam-tam sui social network spingono tantissimo ad andare sulla piattaforma regionale, tramite il portale dell’azienda sanitaria, per cercare di fissare l’appuntamento. Discorso che vale maggiormente in una fetta della popolazione molto più avvezza all’uso dei dispositivi informatici rispetto a quella più anziana, per la quale è stato spesso fondamentale, per fare la prenotazione, il supporto dei medici di medicina generale e dei farmacisti di fiducia che si sono
Solo nell’Ulss 3 “Serenissima” sono 20mila i quarantenni iscritti in poche ore. Già immunizzato un veneziano su tre `
Le vaccinazioni nell'Ulss 3 70-79
60-69
50-59
Popolazione
70.467
83.738
106.400
85.769
Vaccinazioni 1ª dose
56.502
52.118
28.762
13.306
% primo ciclo
80,2%
62,2%
27,0%
15,50%
Prenotati
2.027
10.979
40.126
24.943
% con prenotati
83,1%
75,4%
64,7%
44,6%
Mancanti
11.938
20.641
37.512
47.520
%
%
40-49
L’Ego-Hub
prestati con grande disponibilità.
Ulss 4 del Veneto Orientale
Centomila persone hanno ricevuto una dose. Prenotati diecimila 40enni
PREVENZIONE Il dottor Luca Sbrogiò
DAL PROSSIMO MESE SCATTERÀ LA PROFILASSI NELLE AZIENDE E IN ALTRE STRUTTURE
Vaccinazioni, toccata quota centomila all’Ulss 4. Il numero è stato fornito ieri: a fronte di 183mila persone in tutto, dai 16 anni in su, 100mia sono quelle che nel Veneto Orientale, risultano avere fatto almeno la prima dose. Un numero destinato ad aumentare con l’apertura delle prenotazioni per la fascia d’età compresa tra i 40 e i 49 anni: in una sola giornata hanno chiesto di essere vaccinati circa 10mila over 40 (per la precisione 9.519), su un totale di 13.530 posti attivati. Entro una settimana inizieranno le vaccinazioni anche per loro. Da ricordare che, per la fascia 50-59, si era registrato il sold-out con 11.600 prenotati
LE SOMMINISTRAZIONI
F.Cib.
Ieri, complessivamente, sono stati somministrati 5.100 vaccini, così che l’Ulss ha potuto sfondare quota 300mila da inizio campagna, quattro mesi e mezzo fa: «Più di un veneziano su tre, il 35%, ha ricevuto almeno la prima dose», sottolinea Sbrogiò. Circa duemila sono stati effettuati al PalaExpo, dove i sanitari e i volontari lavorano ogni giorno fino a esaurimento scorte, accompagnati dal continuo “blin-blon” del segnale acustico di chiamata a ogni paziente, il cui codice compare sui pannelli luminosi per lo smistamento alle varie posizioni. Un suono decisamente un po’ snervante, alla lunga, per chi nell’ex struttura fieristica ci lavora tutto il giorno, tanto che l’Ulss sta correndo ai ripari mettendo un po’ di musica di sottofondo, ben più riposante del cicalino. Alvise Sperandio
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su 11.600 dosi a disposizione. Domani si continuerà con le vaccinazioni agli ultracinquantenni e, come sempre, con le seconde dosi. Si ricorda, infine, che, per quanto riguarda lo stato dei contagi, la discesa della curva ha determinato la chiusura di un’altra sezione di malattie infettive al Covid-Hospital di Jesolo, dove ne risultano aperte due, per un totale di 22 persone ricoverate, più altre 12 persone allo Stella Marina, la struttura che ospita i pazienti in via di definitiva guarigione; un paziente è in terapia intensiva, ma all’ospedale di Portogruaro.
Personale sanitario, ultimo richiamo «Ma i no-vax sono veramente pochi» I LAVORATORI DELLA SANITÀ VENEZIA Ultimissima chiamata. Il prossimo fine settimana l’Ulss 3 Serenissima aprirà gli ultimi posti per la vaccinazione del personale sanitario che ancora non si è vaccinato, ma decidesse di farlo.
PROFILASSI OBBLIGATORIA Per questa categoria, com’è noto, la profilassi è divenuta obbligatoria come condizione per esercitare la professione, e chi rifiuta senza giustificato motivo è passibile di sanzione che va dal demansionamento alla sospensione del lavoro e dello stipendio. L’azienda sanitaria in queste settimane ha inviato 3.900 lettere nominali ai diretti interessati per chiedere conto dell’esclusione, di cui 900 sono dipendenti diretti. Dalla categoria dei non dipendenti «sono arrivate 1.747 risposte, ma finora ho trovato una sola lettera di obiezioni di un avvocato», spiega il direttore del Dipartimento
di Prevenzione Luca Sbrogiò, secondo il quale, alla fine della conta, i no-vax «saranno un numero residuale». Molti, infatti, hanno chiesto il vaccino, precisamente 442, 299 ieri e 193 oggi, e l’azienda sta procedendo con le somministrazioni; altri 5/600 hanno certificato di essersi vaccinato in altre regioni o di non poterlo fare in quanto affetti da qualche malattia o in terapia farmacologica che ne sconsigliano la somministrazione, oppure ancora, per le donne, di essere incinte o nel periodo dell’allattamento; c’è anche chi è iscritto all’Ordine, ma non lavora più, magari per il pensionamento.
SONO STATE 3.900 LE LETTERE INVIATE DALL’AZIENDA A DIPENDENTI CHE HANNO RIFIUTATO L’IMMUNIZZAZIONE
Il bollettino dell’epidemia La pandemia continua a frenare: solo 72 nuovi contagi e meno pressione negli ospedali Un morto, 72 nuovi contagi, tre ricoveri in meno, di cui due terapie intensive. Continua la frenata della pandemia. Il bollettino serale di Azienda zero ha rilevato, ieri, un decesso in più rispetto a venerdì (uno era stato anche l’altro ieri, numeri ben inferiori rispetto ai giorni scorsi), per un totale di 1.993 vittime dall’inizio dell’emergenza sanitaria, 15 mesi fa. D’incoraggiante c’è che le nuove positività restano sotto il centinaio, circostanza che non si verificava da tempo. Attualmente i positivi sono 2.574, 22 in meno rispetto a due giorni fa, su un dato cumulativo di 68.800. Crescono, invece, di 95 unità i “negativizzati”, che sono adesso in tutto 64.233. I
ricoveri in provincia (Ulss3 e Ulss4) diminuiscono: erano 151 venerdì, sono 148 adesso, di cui 140 in area non critica (-1 sulle 48 ore) e 8 in terapia intensiva (-2). Stando solo nell’azienda Serenissima, il tasso di positività registrato grazie ai tamponi scende in 24 ore dello 0,2%: dal 2,6 al 2,4. In generale si conferma, così, il miglioramento della situazione, che certamente può dare fiducia, ma non giustificare un abbassamento della guardia: a tutti, anche agli stessi vaccinati, è comunque raccomandato l’uso della mascherina, l’igienizzazione delle mani e il distanziamento per contrastare la diffusione del contagio. (a.spe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IN PRIMA LINEA Personale sanitario in servizio negli ospedali
EQUIPE AL LAVORO La risposta va data nel termine dei cinque giorni dalla ricezione della richiesta di chiarimenti. Per analizzare la documentazione l’Ulss ha creato un’equipe dedicata e punta a chiudere la partita al massimo entro fine mese. Il destino dei sanitari no-vax è nelle mani della direzione sanitaria. Tra i dipendenti, il maggiore ostracismo è venuto dagli operatori socio-sa-
nitari, mentre la risposta dei medici è stata pressoché unanime. Il decreto legge che dai primi di aprile ha reso obbligatoria la vaccinazione ha cambiato le carte in tavola dopo la prima fase della campagna in cui l’adesione anche dei sanitari era volontaria. E non sono stati pochi che, di fronte all’eventualità della sanzione, ci hanno ripensato. A.Spe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CRONACA 13
L'ARENA Domenica 16 Maggio 2021
SENZA ABBASSARE LA GUARDIA
I NUMERI Il tasso di positività cala al 2,2 per cento
La lotta alla pandemia
Sempre in calo Sono 294.686 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. L’altro ieri i test erano stati 298.186. Il tasso di
positività è del 2,2 per cento, in calo rispetto al 2,5 per cento dell’altro ieri. Scende ancora il numero di ricoverati nelle terapie intensive (-21, 390) e nei reparti (-92, 2159).
SOS TUMORE AL SENO Si registra un calo di esami del venti per cento, il dato si riferisce ai primi 9 mesi del 2020
Il Covid danneggia lo screening «Non saltate le mammografie»
MEDICI IN PRIMA LINEA
Squadra multidisciplinare in aiuto delle donne malate
Il primario Montemezzi: «Le donne per paura del virus hanno rinviato gli appuntamenti» Camilla Ferro camilla.ferro@larena.it
Tumore: mancano all’ap•• pello 2 milioni di esami di screening, a livello nazionale, a causa del Covid-19, nei primi nove mesi del 2020. Significa 2.793 cancri non diagnosticati. Significa, individuando la patologia maligna in fase più avanzata, minori probabilità di guarigione. Quello lanciato dalla dottoressa Stefania Montemezzi, coordinatrice del Centro Hub di Senologia di Verona, nonchè primario della Radiologia dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata, è un appello alle donne «a non rinunciare, per paura del virus, alla prevenzione, fondamentale per le neoplasie di mammella e cervice. Il tumore al seno non è scomparso con la pandemia», spiega, «ma a causa sua in tante non si sono presentate agli appuntamenti e il rischio, adesso, è che la malattia venga individuata in fase più avanzata, probabilmente anche quando non è più operabile, con conseguenti minori probabilità di guarigione e necessità di maggiori risorse per le cure». Nel centro Hub o Breast
Unit dell’Aoui nel 2020 la riduzione delle mammografie è stata del 20% rispetto al 2019 (da 13.628 esami a 10.955 cioè 2.673 di meno), «contenuta rispetto ad altre realtà italiane dove è arrivata anche al 50%», sottolinea, «ma solo perchè, nonostante la sospensione delle attività nei mesi tragici di marzo e aprile della prima ondata, abbiamo comunque tenuto il contatto con le pazienti, chiamandole al telefono, riprogrammando uno per uno gli appuntamenti, facendo quindi un lavoro certosino di “convincimento“ sul fatto che potevano venire in ospedale in sicurezza: solo questo ci ha permesso di non perdere una mole infinita di esami e di contenere il danno, anche se purtroppo c’è stata chi, anche dopo la ripresa delle attività già nel maggio dell’anno scorso, ha continuato a saltare le visite, auto-convincendosi che “ma sì, salto un anno, che sarà mai“. E’ l’errore più grande da fare perchè l’arma più efficace», ricorda la dottoressa, «di fronte a patologie maligne del seno, è giocare d’anticipo, è intercettare le lesioni quando sono minime: il successo della cura dipende da quanto prima trovi
il nemico e lo attacchi: quando ci riesci, grazie a tecniche diagnostiche e chirurgiche all’avanguardia, le percentuali di guarigione sono altissime. Insomma, il messaggio è sempre uguale: la tempestività della diagnosi è un salvavita; iniziare invece la battaglia troppo tardi, con un maggior numero di linfonodi coinvolti e neoplasie di dimensioni superiori, vuol dire minori possibilità di farcela». La Breast Unit di Verona è una squadra composta da professionisti di diverse specialità in grado di accompagnare la donna in tutte le diverse fasi di screening, diagnosi e cura del tumore del seno: oltre al radiologo-senologo e a tutti i tecnici di radiologia del dipartimento diretto da Montemezzi, ci sono i chirurghi senologi (guidati dalla dottoressa Francesca Pellini), gli oncologi (professor Michele Milella), gli anatomo-patologi (professor Aldo Scarpa), i radioterapisti (dottor Renzo Mazzarotto) e i chirurghi plastici (dottor Maurizio Governa). «Abbiamo ottenuto in febbraio la prestigiosa certificazione europea di Eusoma», annuncia Montemezzi, «che riconosce la qualità del nostro lavoro in
BreastUnit diVerona inprimalinea nellalotta al tumoredel seno
L’appelloStefaniaMontemezzi,primario della Radiologiadell’Aoui
base ad una serie di obiettivi centrati e con questo riconoscimento ora la Breast Unit di Verona è dentro alla rete europea dei migliori centri certificati per la cura del tumore del seno. Nel 2019 (prima del Covid) abbiamo trattato 621 lesioni mammarie di cui 432 maligne e 189 benigne. Di fronte ad ogni caso, ci riuniamo e decidiamo il trattamento terapeutico più idoneo per la paziente: il 97% dei tumori è stato sottoposto a chirurgia, nel 62% conser-
vativa e per il restante numero di casi radicale con mastectomia. Al di là dei numeri, quello che cerchiamo di fare, tutti qui, è prendere per mano le nostre donne e portarle alla guarigione lungo un percorso», conclude Montemezzi, «che per quanto sia emotivamente devastante e fisicamente pesante, le faccia sentire nel posto giusto, al sicuro, dove sanno di avere il meglio della medicina e della ricerca, per uscire dal tunnel della malattia».
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MALATI ONCOLOGICI L’intervento di Zaia per la Giornata nazionale
«Il Veneto non ha trascurato nessuno» I pazienti positivi a maggior rischio di complicanze Oggi si celebra la Giorna•• ta nazionale del malato oncologico. «Lo facciamo con la consapevolezza che in Veneto non abbiamo mai lasciato a piedi i nessuno, anzi. Lo sforzo del personale sanitario durante la pandemia non si è sostanziato soltanto nell’affrontare con uno sforzo sovrumano i casi della pandemia, ma anche nel prendersi cura di tutte le aree critiche della Sanità regionale, e dell’oncologia in particolare. Questo dà la misura definitiva della solidità del sistema sanitario Veneto». Lo afferma il presidente della Regione, Luca Zaia, dedicando un pensiero a tutti i malati, a chi ha superato il cancro, a coloro che hanno vissuto da vicino la malattia ma anche a tutte le persone che dedicano il loro tempo in associazioni di volontariato, a servizio dei malati e delle loro famiglie. «Conoscere i numeri del cancro in una popolazione significa guidare la prevenzione e le cure, quantificare le ri-
sorse necessarie per contrastare tale malattia, promuovere interventi di prevenzione e di diagnosi precoce - dice il governatore -. In Veneto, grazie al nuovo sito web istituzionale dell’Rtv, il Registro Tumori del Veneto, raggiungiamo cittadini e professionisti con dati epidemiologici aggiornati dei tumori della popolazione residente». «Ma il nostro impegno non si esaurisce qui. Infatti, grazie al lavoro prezioso del direttore scientifico del Registro tumori Veneto, il professor Massimo Rugge, la nostra Regione è stata la prima a ottenere la certificazione di qualità Iso 9001:2015 di un Registro Tumori Italiano continua il presidente Zaia -. Questo perchè abbiamo colto l’importanza di raccogliere, conoscere, aggregare e valutare i numeri e le tipologie delle neoplasie che colpiscono i veneti e le venete. Arma fondamentale sia per programmare le azioni via via da attuare, sia per aiutare i clini-
ci a definire cure sempre più incisive. L’Rtv è un fiore all’occhiello di tutta la sanità veneta e nazionale, e il lavoro sulla correlazione tra cancro e Covid ne è una dimostrazione lampante». Dalle analisi, effettuate su 84.246 veneti sottoposti a tampone per la ricerca virus tra febbraio e marzo 2020 - è emerso che il rischio di infezione nei pazienti oncologici è simile a quello della popolazione che non ha contratto la infezione. Nei pazienti oncologici positivi è sensibilmente maggiore il rischio di complicanze (ricoveri e decessi). Questi eventi negativi sono risultati più frequenti nei pazienti con diagnosi di tumore più recente (negli ultimi due anni), ma rispetto alla popolazione generale il rischio è rimasto più elevato anche in quelli con una diagnosi più lontana nel tempo. «La certificazione di standard internazionale - conclude Zaia premia la qualità del lavoro svolto in questi anni».
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L’incontroIlgeneraleFrancescoPaolo Figliuolo conil Governatore Zaia
•• Gran Guardia verde e blu Neurofibromatosi La Gran Guardia si accende di blu e verde per la Giornata Internazionale di sensibilizzazione sulle Neurofibromatosi. Nella serata di lunedì 17 maggio il Comune di Verona aderisce così alla campagna promossa dalle associazioni ANF OdV, Ananas Onlus e Linfa Odv, con l’iniziativa «Shine a light on NF» Accendi una luce sulle
NF. L’evento è stato lanciato a livello internazionale dalla storica fondazione statunitense Ctf, Children’s Tumor Foundation, e coinvolge molte associazioni che nel mondo si dedicano ai pazienti affetti da neurofibromatosi. Nel 2020, nonostante la pandemia, sono stati illuminati 173 luoghi nel mondo, molti anche in Italia.
«Durante la sospensione, causa Covid, delle attività ospedaliere non urgenti», spiega la dottoressa Francesca Pellini a capo della chirurgia senologica dell’Aoui, «per non perdere il contatto con le nostre pazienti abbiamo attivato la telemedicina e abbiamo dovuto adattarci ad una serie di cambiamenti necessari ma che si sono rivelati poi opportunità importanti, sicuramente utili anche per il futuro, come l’utilizzo del verde di indocianina per il linfonodo sentinella e la crioablazione». «Questo per dire», ha aggiunto la coordinatrice della Breast Unit Stefania Montemezzi, «che ciò che caratterizza la presa in carico delle donne che si rivolgono a noi è il fatto che le seguiamo andando oltre i limiti imposti dalle
circostanze, come la pandemia, e anche durante i due mesi di stop nel 2020 ci siamo ingegnati per occuparci di loro: abbiamo valutato a livello multidisciplinare come procedere costruendo su tutte un abito-terapeutico su misura, personalizzando la scelta in base alle necessità, alle aspettative, all’età». Ci sono anche molte giovani colpite da tumore al seno. E il caso ha voluto che una di queste fosse proprio una neo-laureata in medicina, una di quelle che probabilmente si specializzerà in chirurgia senologica. «Ha 25 anni, è stato un colpo durissimo per tutti qui», ammettono Montemezzi e Pellini, «è stata operata e ha fatto le terapie. Ma non è stato facile dover curare una collega che fino al giorno prima era in corsia “dall’altra parte“». C.F.
CRONACA 17
L'ARENA Domenica 16 Maggio 2021
VERSO LE ELEZIONI In piazza Bra il movimento detta la linea. «Serve una svolta su Fiera, Catullo, economia, cultura» IL FLASH MOB In Bra Valdegamberi e Grigolini
Traguardi lancia la sfida civica Ma rebus sul candidato sindaco Ferrari: «Alternativi a chi ha guidato la città negli ultimi quindici anni Il nome? Se Tommasi accetterà saremo i primi a sostenerlo» Enrico Giardini enrico.giardini@larena.it
Un punto fermo c’è, per •• il movimento Traguardi, che lancia la campagna per le elezioni comunali dell’anno prossimo, davanti a Palazzo Barbieri. «La Verona del dopo pandemia non può ripartire con chi ha amministrato la città negli ultimi quindici anni, dove è rimasta ferma. E il rinnovamento deve nascere dalla società civile e dalle forze alternative a chi ha amministrato». Lo enfatizza, per tracciare una linea di demarcazione, Tommaso Ferrari, capogruppo di Traguardi in Consiglio comunale. Ponendo l’obiettivo della discontinuità Ferrari allude dunque al centrodestra dell’attuale sindaco Federico Sboarina e a quello dell’ex sindaco Flavio Tosi e ora consigliere, che si ricandideranno a sindaco. Con il presidente di Traguardi Pietro Trincanato, la vice e consigliera in Quinta circoscrizione Beatrice Verzè e il segretario Giacomo Cona - Ferrari detta la linea. Pensando ai fondi al Piano nazionale di ripresa e resilienza che il sindaco eletto l’anno prossimo dovrà gesti-
re. «Dovrà finanziare progetti del Next Generation Eu, pensando ai giovani. Poi vanno rilanciati Fiera, aeroporto, le aziende pubbliche, puntando all’efficienza e anche aprendosi ad alleanze. No alla “veronesità a tutti costi”». Quartieri e sostenibilità, anche nei trasporti, economia «con un Innovation Hub tra Comune, Università, mondo produttivo» - urbanistica, cultura, con una Fondazione dei musei civici, obiettivi del programma. Resta - si fa per dire... - il rebus del candidato sindaco e della coalizione. Su quest’ultima Ferrari ribadisce l’apertura massima, «al Pd in primis», spiega. Il candidato sindaco? Gira il nome dell’ex calciatore Damiano Tommasi, corteggiato da Traguardi e anche dal Pd. «Se sarà lui saremo i primi a sostenerlo». Ma, appunto, c’è un “se”. In piazza anche Luciano Butti, nominato dal sindaco nel cda di Amt in quota alle minoranze, preferito ai candidati del Pd e dei tosiani. Ma anche Federico Testa, Carlo Rugiu, Giorgio Mion, Massimo Babbi, Alberto Bronzato. Questi e altri saranno alla manifestazione elettorale del 29 maggio, promossa da Traguardi.
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ValeVerona StefanoValdegamberi alflash mobper la famiglia
«Vanno agevolate le famiglie con figli È un investimento» Verso il2022 Gliesponentidi Traguardi sullascalinata diPalazzo Barbieri FOTO MARCHIORI
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CONSIGLIO COMUNALE Il bilancio di previsione 2021/2023
L’avanzo 2020 a enti, sociale e imprese in crisi Dopo una mediazione tra maggioranza e minoranze, in Consiglio comunale l’Amministrazione, attraverso l’assessore alle finanze Francesca Toffali, ha accolto i 107 ordini del giorno - 75 dei quali come raccomandazioni collegati al bilancio di previsione 2021/2023 già
approvato. Tra le proposte dei consiglieri quella dei 50 chilometri orari in via Gramsci, l’acquisto di arredi per il campo sportivo di via Badile. Intanto Michele Bertucco, capogruppo di Verona e Sinistra in Comune, cita la bozza della proposta di delibera che assegna le risorse dell’avanzo 2020, di 29,4 milioni,
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LA STORIA INFINITA Il Pd all’attacco: «In Borgo Roma e Borgo Venezia lavori in alto mare»
Cantieri filobus, nuovo scontro «In due punti restano aperti» Amt: «Viabilità ripristinata ovunque, sui marciapiedi finiremo presto» Il filobus - che non c’è, no•• nostante sia stato concepito come idea 14 anni fa, nella prima Amministrazione Tosi - continua a creare polemiche. Anche se, stoppato il progetto attuale, l’Amministrazione comunale e l’Amt stanno valutando una nuova soluzione, di un mezzo interamente elettrico, senza fili e quindi meno impattante. L’ultimo scontro nasce però sulla chiusura - venerdì scorso, 14 maggio, termine ultimo - dei cantieri stradali legati alla filovia. Salutata dall’Amministrazione Sboarina come una promessa mantenuta, visti i disagi ai residenti e anche alla circolazione in vari quartieri. Ora però il Pd, con i consiglieri comunali Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani, attacca: «Non è un caso che venerdì il primo cittadino si trovasse a dichiarare chiusi i lavori stradali del filobus dal cantiere di via Fedeli, a San Michele, dal momento che quello è uno
dei pochi realmente conclusi, mentre molti altri cantieri in tanti quartieri sono ancora in alto mare», dice il Pd. «Ai cittadini di Borgo Venezia e di Borgo Roma basta infatti aprire le finestre per constatare che il cantiere di via Dalla Corte è fermo da settimane allo stesso punto, che in via Scuderlando si attende ancora la realizzazione della banchina, che tra via Tunisi e via Comacchio i lavori sono ancora molto lontani dal venire conclusi». Il Pd però s’interroga sul futuro. «E il mega cantiere di via Città di Nimes? E lo sdoppiamento del filobus tra via Pisano e viale Spolverini? E il passaggio in via San Paolo? A quando l’aggiornamento tecnologico del mezzo?». Interpellata, l’Amt, stazione appaltante del filobus, risponde con il presidente Alessandro Rupiani, che ha anche replicato a Benini in un post su Facebook. «Come comunicato venerdì, ai sensi dell’accordo di transazione
Vale Verona: «Tagli a Irpef e tariffe e sostegni per le giovani coppie»
BorgoRomaIlcantiere delfilobus ancoraallestitoin via Comacchio
con le imprese appaltatrici, sono stati ripristinati i cantieri relativi alla viabilità ordinaria. Nell’atto di transazione i lavori si dividevano in allegato A e B. Le imprese», spiega Rupiani, «erano tenute a terminare i lavori nei termini prescritti, ai sensi dell’allegato, e gli altri lavori non relativi alla viabilità ordinaria, ad esempio banchine o, come
nel caso di via Comacchio, passaggi pedonali o pezzi di marciapiede, non rientrano nel primo accordo, ma nel cronoprogramma di riavvio dei lavori secondo normalità. Certamente il mio compito», conclude Rupiani, è provvedere affinché i lavori riprendano anche qui, riducendo ulteriormente anche questi disagi». E.G.
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«alle linee di intervento da noi indicate come minoranze, in gran parte accolte. Tra queste, alle famiglie in difficoltà due milioni; per le agevolazioni Tari a beneficio delle imprese più esposte alla crisi economica e sanitaria 2,5 milioni. Alle imprese in difficoltà pure un milione. All’accoglienza di minori in nidi e materne un milione; 500mila alla digitalizzazione. Il resto agli aumenti di capitale di Veronafiere, di 11,9 milioni, e dell’aeroporto Catullo, di 1,7 milioni». E.G.
Agevolare «la famiglia con figli, attraverso una politica fiscale e di servizi che riconosca anche finanziariamente la genitorialità, significa non spendere, ma investire sul futuro. Senza figli, infatti, l’Italia morirà». Si scalda - e del resto è cominciata la campagna elettorale per le comunali del 2022 - Stefano Valdegamberi, consigliere regionale del Gruppo Misto e presidente di Vale Verona. E tuona da piazza Bra al flash mob nella Giornata internazionale della famiglia. «L’assegno unico? Non sia assistenzialismo». Intervenuti il vicepresidente Filippo Grigolini, i consiglieri di circoscrizione Antonio Zerman, Elena Fasoli e Andrea Cona. «Le vere discri-
minate sono le silenziose famiglie con figli. Di queste nessun raduno di Primo Maggio o Fedez di turno parla», dice Valgegamberi, durissimo contro «il Ddl Zan e il Pd». Grigolini, sottolineando il calo della natalità a Verona «nel 2020 i morti 3.400, i nati 1.700» - aggiunge: «All’Amministrazione, che poco ha fatto a sostegno delle famiglie, chiediamo tre interventi: la riduzione dell’addizionale Irpef comunale per le famiglie in funzione della composizione del nucleo, la revisione delle tariffe dei servizi di acqua luce e gas e soprattutto la destinazione di parte degli utili delle stesse aziende alle politiche familiari, per le giovani coppie». E.G.
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PADOVA
DOMENICA 16 MAGGIO 2021 IL MATTINO
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L’asse di Padova Est
«Via Venezia sarà l’avenue dei servizi ma il traffico non regge i concerti» Claudio Malfitano
«L’asse di via Tommaseo e via Venezia avrebbe dovuto essere il CPVMFWBSE dei servizi. Ora è cresciuto fino a diventare una grande BWFOVF a forza di concentrare lì sempre più funzioni. Ma non può sopportare il carico di traffico di eventi da 10-15 mila persone». L’Arena della musica in fiera dunque può rappresentare un pericolo per la mobilità cittadina. Una vera e propria “bomba” che va disinnescata con una serie di mosse: completare l’Arco di Giano, realizzare il tram e pensare al Grande raccordo anulare. Tutti pezzi di un unico puzzle, che era già stato risolto nel piano della mobilità del 2001 dall’allora vicesindaco Domenico Menorello. Un piano che è tutt’ora valido, anche perché realizzato solo in parte. «Serve un’operazione di alta urbanistica per realizzare l’asse dei servizi a Padova Est. Alla fine è un’intuizione che sta nella tradizione politica di Padova perché ogni giunta è un “nano sulle spalle di giganti”. L’AVENUE DEI SERVIZI
Il grande viale dei servizi di Padova ormai si è allungato dalla stazione fino a Padova Est. Vi si incontrano in sequenza: il tribunale, la fiera (dove ci sarà il nuovo centro congressi e la sede di Ingegneria), il polo universitario, la cittadella della Stanga, la futura nuova questura (nel raccordo con via
I NODI DA RISOLVERE
Una nota stonata e pericolosa perché i grandi eventi non sono sostenibili. Bisogna intervenire ARENA DELLA MUSICA L’ex vicesindaco e parlamentare Domenico Menorello
mato l’Arco di Giano». COMPLETARE L’ARCO DI GIANO
Un asse fondamentale di distribuzione urbana ma manca un pezzo: va fatto il cavalcaferrovia tra San Lazzaro e Mortise
ARCO DI GIANO
«Priorità assoluta al completamento dell’Arco di Giano e serve anche il Gra» Anelli), l’area commerciale con il Centro Giotto e gli altri megastore, fino al nuovo polo ospedaliero di San Lazzaro. «Perché sia un vero viale urbano – spiega Menorello – dovrebbe esserci un trasporto pubblico di qualità, alberature più importanti e la possibilità di percorsi ciclo-pedonali protetti. Per cui il traffico veicolare dovrebbe asciugarsi al massimo». È in questo contesto che si è inserita, buon ultima, l’arena della musica all’interno del padiglione 7: «Una nota stonata e pericolosa perché i grandi eventi non sono sostenibili. E mentre fiera, centro congressi e zona direzionale sono un volano per l’economia, una sala concerti non lo è», osserva con un giudizio netto di Menorello. Come fare dunque? «L’unica soluzione – spiega l’ex parlamentare – è spostare tutto il traffico sul lato nord della ferrovia. Cioè in quello che è chia-
CROMASIA
L’ex vicesindaco Menorello, padre del Piano della mobilità del 2001: «Per l’Arena della musica serve correggere la viabilità»
Andava inserito nel Recovery, altrimenti la zona ovest di Padova resterà congestionata
GRANDE RACCORDO ANULARE
Mi viene da piangere a vederlo fermo al semaforo rosso. Il nuovo sistema dovrà migliorare l'efficienza LA RETE DEI TRAM
«L’Arco di Giano va completato: è una priorità assoluta», chiarisce Menorello. L’idea con cui è stato pensato è quella di un “asse di distribuzione urbana” che potesse congiungere il versante est con quello ovest della città. Ne manca un tratto: quello che dalla rotatoria di via Avanzo, via Grassi e via Plebiscito si congiunge all’ultimo pezzo realizzato a San Lazzaro e che porta fino al casello di Padova Est. In questo modo si potrà arrivare velocemente da autostrada e tangenziale in Fiera senza passare dalla Stanga: va realizzato un cavalcaferrovia con un costo che si aggira sui 7 milio-
«Dobbiamo ragionare da settima area urbana di tutto il Paese con 380 mila abitanti» ni di euro. Soldi che l’ex assessore Stefano Grigoletto (giunta Bitonci) aveva reclamato, senza successo, da Roma. «Bisogna spostare radicalmente il traffico su questo asse, altrimenti il sistema non regge – avverte Menorello – E questo anche nell’ottica del nuovo ospedale. Si tratta di una direttrice interna: chi arriva da fuori si sposta lungo la città attraverso l’Arco di Giano e decide il punto in cui entrare. Per questo sono nati i due cavalcavia, quello della Fiera e il Sarpi-Dalmazia». Menorello ricorda anche come tutte le decisioni prese negli anni scorsi sono concatenate in un disegno comune: «All’epoca si decise di realizzare la linea metrobus Sir3 per Voltabarozzo prima della Sir2 Rubano-Vigonza perché mancava l’Arco di Giano e perché a ovest non c’era il Gra che avrebbe ridotto il traffico sull’asse di Chiesanuova».
Anche il grande raccordo anulare, secondo il creatore dell’ultimo Piano della mobilità, resta fondamentale per la viabilità padovana: «Non capisco perché non si sia riflettuto sull’utilizzo del Recovery Plan per realizzare il Gra e l’accesso nord a Padova con il nuovo ponte sul Brenta. Sono infrastrutture necessarie». IL SISTEMA DI TRAM E I BINARI
Nel “Piano nazionale di ripresa e resilienza” invece è entrato il finanziamento del sistema di tre linee di tram che permetterà di dotare Padova di un trasporto pubblico efficiente e moderno. Un sistema di cui uno dei “papà” è proprio Domenico Menorello: «Mi viene da piangere dopo vent’anni a vedere il metrobus che ancora si ferma con il semaforo rosso. Non è ancora stata realizzata una sincronizzazione degli incroci – chiarisce – E ci sono ancora linee di bus che si sovrappongono a quella del tram. Non c’è una logica di sistema e per questo vediamo solo una piccola parte dei vantaggi di questo mezzo. Spero che adesso si possa completare la rete immaginata ormai più di vent’anni fa». Rispetto a quel disegno però mancano purtroppo dei pezzi fondamentali anche nel trasporto su ferro: «Abbiamo perso le tracce del disegno di policentrismo veneto immaginato con l’Sfmr, il sistema ferroviario metropolitano regionale, che avrebbe dovuto avere una fermata a San Lazzaro proprio davanti il nuovo ospedale – conclude Menorello – E manca quel collegamento verso la Zip per cui si potrebbero usare i binari inutilizzati, aiutando i lavoratori a non dover prendere l’auto tutti i giorni». Il monito è chiaro, guardare al macro e non solo al micro: «Padova deve ragionare come settima area urbana del Paese. Un territorio da 380 mila abitanti che è il cuore produttivo del Veneto». —
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Primo Piano
Domenica 16 Maggio 2021 www.gazzettino.it
Coronavirus, la sanità LA PROGRESSIONE PADOVA Finalmente una prospettiva. Dopo tanto parlare di terapie intensive piene e ospedali al collasso, di vittime fra gli anziani, di contagi sempre più estesi, di un’economia ogni giorno più in ginocchio ora la sensazione è che il vento sia girato. Il virus non è scomparso, ma i contagi sono nettamente di diminuzione, gli ospedali tornano alla normalità, esercizi commerciali e baristi hanno ripreso a lavorare.
I RISULTATI Ma per battere il coronavirus c’è un solo sistema, vaccinare. Ebbene in tre mesi l’Ulss 6 è riuscita in un’impresa. Arrivare con almeno una dose a 414mila abitanti nel territorio, oltre la metà dell’obiettivo da raggiungere, 800.250 persone. Mentre sono 100mila coloro che hanno già completato la seconda dose e dunque sono del tutto immunizzati. Se si pensa soprattutto alla carenza di forniture che ha contraddistinto l’avvio della campagna vaccinale i prossimi mesi si preannunciano tutti in discesa, a cominciare alla stabilità proprio degli arrivi delle dosi. Ne parliamo con Lorena Gottardello direttore dell’ufficio Igiene e sanità pubblica del Dipartimento di Prevenzione, uno dei dirigenti sulle cui spalle è ricaduto il peso dell’organizzazione. «Noi abbiamo la ragionevole certezza di riuscire a raggiungere anche i giovani fra i 16 e i 18 anni almeno con una dose entro agosto» dichiara. Una rivelazione importante perchè consentirebbe di ricominciare l’anno scolastico senza nessuna preoccupazione. «Non sappiamo ancora come avverrà questa campagna specifica, non so se saranno aperti solo sul portale o si invieranno lettere a casa per convincerli, ma di certo ci penseranno i loro genitori che si stanno vaccinando in queste settimane».
NUOVI POSTI La notizia dunque è che entro agosto l’Ulss 6 stima di raggiungere l’intera popolazione a cui sono destinati i vaccini. Ma come ci si arriverà? Dipende dalla sensibilità delle coorti, come si dice. «Ad esempio la classe dei quarantenni sta rispondendo benissimo alla chiamata. In 24 ore abbiamo esaurito i primi 40mila posti prenotabili. Credo che la prossima settimana riapriremo altri slot». E le altre classi? «Un successo enorme per quanto riguarda novantenni, ottantenni e settantenni». I primi e i secondi sono stati raggiunti al 97 per cento. Ottimo il 73 per cento dei settantenni. Mentre i sessantenni sono al 66 per cento. «Ma presto arriveremo al 70 perché la prossima settimana praticamente finiamo la loro classe con gli ultimi prenotati mentre nel frattempo cominciamo massicciamente i cinquantenni». Dunque facendo un po’ di conti e pensando ai richiami a 42 giorni i sessantenni saranno immunizzati entro metà luglio, i 50enni entro la fine di luglio. «Esatto». E ora veniamo ai quarantenni che cominceranno la lor prima dose dopo il 9 di giugno e sono circa 143mila. Dunque entro fine agosto avranno la seconda dose.
I VENTENNI Restano i giovani fra i 20 e i 30 anni. Ci sarà il “liberi tutti? Ovvero la vaccinazione libera? «Ovviamente è una decisione che non spetta a noi ma alla politica. Posso dire però che tecnicamente all’inizio di luglio potremmo aspettarcela». Ma gli hub vaccinali reggeranno? C’è l’urto delle prime chiamate e quello dei richiami. «Ma certo. Guardi che in
CALENDARIO Prosegue con rapidità la campagna vaccinale. La dirigente Ulss Lorena Gottardello, nella foto sotto, prevede la vaccinazione dei sedicenni ad agosto
Ad agosto i vaccini anche ai sedicenni Le tappe della campagna anticovid: entro luglio seconda dose a 60 e 50enni, il mese dopo ai 40enni. E agli studenti prima del ritorno a scuola in settembre
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Fiera potremmo fare 10mila vaccini al giorno, è una macchina potentissima». Invece oggi siamo a una media di circa 5-6mila con una punta, venerdì, di 7.271, ma siamo arrivati anche a 8.600. L’impressione è che con questo e altri punti vaccinali l’Ulss 6 possa reggere. «Infatti ci fa piangere il cuore non avere sufficienti vaccini per poter aumentare il ritmo. Oggi siamo costretti ad aprire gli slot in base a quello che ci arriva». L’immunità di gregge quando? «Non so rispondere. È’ un concetto molto alea-
torio e con queste varianti è impossibile stabilirlo».
IL BILANCIO La campagna si muove su un sfondo nel quale il virus sembra in ritirata. Nelle ultime 24 ore l’Azienda zero della Regione segnala 57 nuovi casi, mentre sono scesi a 2.611 i positivi in tutta la provincia. Negli ospedali restano ricoverati 135 persone, 24 delle quali in terapia intensiva. Mauro Giacon © RIPRODUZIONE RISERVATA
LORENA GOTTARDELLO: DIRIGENTE DELL’ULSS: «SARÁ DELICATO INVOGLIARE I GIOVANI, MA I LORO GENITORI DARANNO L’ESEMPIO»
TUTTE PRENOTATE LE 40 MILA DOSI PER I NATI FRA IL ‘72 E L’81 DA LUNEDÌ APERTI NUOVI SLOT
In campo anche il Cuamm: ricerca di volontari L’APERTURA RUBANO Medici con l’Africa Cuamm entra nella campagna vaccinale contro il Covid 19 e chiede la disponibilità di volontari. L’organizzazione infatti annuncia l’apertura di un punto vaccinale a Rubano, punto che troverà la sua sede nell’ex scuola secondaria paritaria di primo grado del Seminario minore di via Rossi 3. I locali saranno attrezzati in questi giorni rendendoli idonei alle vaccinazioni.
LA DECISIONE Una decisione che il Cuamm ha assunto per manifestare concretamente il proprio impegno a fronte dell’allargarmento delle fasce d’età delle persone alle quali verrà somministrato il
vaccino. Sono state infatti aperte le prenotazioni per ha fra i 40 ed i 49 anni (nati tra il 1972 ed 1981), circa 143mila persone fra Padova e provincia. Un punto vaccinale, quello di Rubano, che entrerà in funzione il prossimo mese di giugno, l’apertura al pubblico è prevista dal lunedì al venerdì in orario pomeridiano e serale, mentre il sabato e la domenica le vaccinazioni saranno effettuate per tutta la giornata.
DA GIUGNO UN HUB NEL SEMINARIO MINORE DI RUBANO LANCIATO UN APPELLO A PERSONALE SANITARIO E OPERATORI
LA SEDE Il Seminario Minore di Rubano diventa punto vaccinale
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Al fine di ottenere una gestione nella massima sicurezza ed efficienza, il Cuamm lancia un appello per la ricerca di volontari che si rendano disponibili proprio da giugno. La richiesta è rivolta sia al personale sanitario, lauree in medicina, infermieristica e ostetricia, sia non sanitario. I primi saranno destinati ad occuparsi dello screenenig dei pazienti e della somministrazione delle dosi di vaccino. Per far funzionare il punto vaccinale sono però indispensabili anche figure di personale non sanitario, persone che avranno ruoli di supporto nella logistica e nell’organizzazione come, ad esempio, occuparsi dell’accettazione delle persone all’ingresso, del controllo del flusso dei pazienti o di supporto delle perso-
ne nelle sale d’attesa. Un appello dunque rivolto, come sottolinea il Cuamm, a tutti perchè «chiunque voglia partecipare sarà il benvenuto: ogni aiuto è prezioso e insieme possiamo fare la differenza».
COME ADERIRE Per dare la propria disponibilità si può compilare il format presente sul sito www.mediciconlafrica.org oppure rivolgendosi direttamente alla sede del Cuamm telefonando allo 0498751279. Per tutti i volontari che aderiranno all’appello a partecipare al punto vaccinale è prevista un’adeguata formazione che li metterà in grado di gestire la mansione che verrà loro affidata in tutta sicurezza. Luisa Morbiato © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Domenica 16 Maggio 2021 www.gazzettino.it
La lotta al Covid
Belluno, tra i no-vax anche un primario Dopo il primo ricorso respinto dal tribunale ne arriva un altro `Rischiano sospensione dal servizio e procedimenti disciplinari con 62 firmatari, tra cui tre medici: «Non intendono vaccinarsi» La precedente decisione dei giudici: prevale il diritto alla salute `
NO VAX Una delle manifestazioni delle ultime settimane del movimento che rifiuta la profilassi: in questo caso a Vittorio Veneto
IL CASO BELLUNO Un primario e due dirigenti medici. Spuntano tre nomi importanti dal secondo ricorso “no-vax”in provincia di Belluno, quello presentato da 62 dipendenti dell’Ulss Dolomiti e di quattro case di riposo del territorio. In cima alla lista dei ricorrenti c’è Sergio Bissoli, primario di Medicina nucleare al San Martino di Belluno. Subito dopo compaiono i nomi di Federica Zanatta, medico in Cure palliative (distretto di Feltre), e del dottor Cosimo Damiano Smiraglia, che ha un incarico dirigenziale di alta specializzazione in Psichiatria a Feltre. Medici, quindi persone che hanno gli strumenti culturali necessari per valutare l’efficacia della vaccinazione e rifiutano di sottoporsi alla profilassi.
Ma la profilassi funziona: decessi ridotti del 95% IL FOCUS ROMA «Diciamo la verità: un anno fa, di questi tempi, l’ipotesi di avere un vaccino già all’inizio del 2021 che ci avrebbe protetto dai decessi al 95 per cento e dell’infezione all’80, era sì una speranza, ma non è una certezza. Per fortuna, i primi risultati che uscivano allora dalle sperimentazioni sono stati confermati dalla vita reale». Il professor Massimo Andreoni è direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali. E ieri analizzava con soddisfazione i risultati del primo report
dell’Istituto superiore di sanità sull’effetto delle vaccinazioni. Sono state prese in considerazione le persone a cui è stata somministrata almeno una dose a partire dal 27 dicembre del 2020. In totale sono stati analizzati gli effetti su 13,7 milioni di italiani fino al 3 maggio.
Dopo i 35 giorni si osserva una stabilizzazione della riduzione che è circa dell’80 per cento per il rischio di diagnosi, del 90 per cento per il rischio di ricovero e del 95 per cento per il rischio di decesso». Lo studio riguarda tutti e quattro i vaccini autorizzati
RISULTATI
REPORT DELL’ISS: GIÀ DOPO LA PRIMA DOSE LE INFEZIONI DIMINUISCONO DELL’80%
Si legge nel report: «L’analisi congiunta ha evidenziato che il rischio di infezione da Sars-CoV-2, ricovero e decesso diminuisce progressivamente dopo le prime due settimane e fino a circa 35 giorni dopo la somministrazione della prima dose.
Test salivari, c’è il via libera per scuole, anziani e disabili L’ipotesi per la maturità IL PIANO ROMA Per scovare il Sars Cov 2 d’ora inpoibasteràunpiccoloprelievodi saliva. La circolare del ministero della Salute che dà il via libera ai test salivari «per i soggetti asintomatici sottoposti a screening ripetuti per motivi professionali» si rivela provvidenziale per il tracciamento del virus nelle classi. «Data la semplificazione della tecnica di prelievo- scriveilministero- itestsalivari possono rappresentare uno strumento utile per il monitoraggio e il controllo dell’infezione da Sars-cov 2 in ambito scolastico». La novità diagnostica, che potrebbe entrare a regime nelle aule alla ripresa delle lezioni in autunno, forse sarà già utilizzata per i prossimi esami di terza media e di maturità. Il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso, infatti, ha anticipato di voler sottoporre «il tema all’attenzione del ministro Patrizio Bianchi». Favore-
La notizia dei tre medici bellunesi contrari al vaccino anti-covid ha gelato il mondo della sanità. «Preferisco non commentare» ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin. Hanno risposto allo stesso modo l’Ulss Dolomiti («Non commentiamo») e il presidente dell’Ordine provinciale dei medici Stefano Capelli. Al ricorso partecipano 62 persone: 52 dipendenti dell’Ulss Dolomiti (medici, infermieri, oss), 4 di Valbelluna servizi srl (Borgo Valbelluna), 4 di Azienda Feltrina (Feltre), uno di Fondazione Casa di riposo Meano (Santa Giustina) e un altro di Le Valli scs (Longarone).
GLI OBIETTIVI
(Pfizer-BioNTech, Moderna, AstraZeneca e Johnson&Johnson) senza distinguere tra un prodotto e l’altro. Numericamente comunque il dato è influenzato maggiormente dai risultati di Pfizer-BioNTech, visto che in Italia i 2/3 dei vaccini distribuiti sono dell’alleanza delle due case farmaceutiche americana e tedesca. Segue, come peso, AstraZeneca, che rappresenta circa il 23% delle dosi consegnate alle Regioni. Ricorda il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro: «I dati del primo report confermano l’efficacia delle vaccinazioni e della campagna vaccinale, e la necessità di raggiungere presto alte coperture in tutta la popolazione per uscire dall’emergenza grazie a questo strumento fondamentale».
Ma cosa sperano di ottenere? L’avvocato Andrea Colle l’ha messo nero su bianco nel ricorso. Vengono chiesti “provvedimenti necessari e sufficienti a dichiarare il diritto dei ricorrenti di scegliere liberamente se vaccinarsi o meno, senza che ciò comporti la loro sospensione dal lavoro senza retribuzione o il loro demansionamento”. Il decreto, secondo l’avvocato, sarebbe inapplicabile “perché in contrasto con gli articoli 3, 8, 21, 35 e 38 della Carta dei Diritti e delle Libertà Fondamentali dell’Ue”. Nel caso in cui il giudice del lavoro Anna Travia non ritenesse abbastanza forti queste motivazioni, i ricorrenti sollevano la questione di legittimità costituzionale del decreto. Ma su questo punto si è già espresso il collegio del Tribunale di Belluno quando ha rigettato il reclamo, presentato sempre da Colle, su istanza di altri 7 operatori socio sanitari no vax. Nell’ordinanza si legge che “è da ritenersi prevalente, sulla libertà di chi non intende sottoporsi alla vaccinazione anti-covid-19, il diritto alla salute dei soggetti fragili che entrano in contatto con gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario”. Davide Piol
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LA DECISIONE Nessuno di loro ha patologie per cui il vaccino è sconsigliato. Si legge nella premessa del ricorso: “I ricorrenti svolgono il loro servizio con mansioni di medico, infermiere e di operatore socio sanitario ed hanno tutti scelto di rifiutare la somministrazione del vaccino “Pfizer-BioNTech covid-19”, facoltà di scelta fra l’altro implicita nella richiesta di sottoscrivere un consenso informato”. E più avanti: “Non hanno intenzione di vaccinarsi nemmeno nel prossimo futuro, fermo restando che non è dato sapere quale vaccino verrà loro “offerto” nel periodo post decreto”. Quella di non vaccinarsi è una scelta dettata da convinzioni personali che rischiano ora di mettere in discussione il loro ruolo di medici. Se infatti rimarranno fermi su questa posizione – intento già dichiarato nel ricorso – l’Ulss Dolomiti dovrà sospenderli dal servizio fino al 31 dicembre. E avvisare l’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri a cui sono iscritti, che potrebbe avviare provvedimenti disciplinari (tra cui la sospensione dall’albo).
LE REAZIONI
voli all’utilizzo dei test salivari anche i sindacati della scuola, convintiche inquestomodosaràpossibile svolgere esami in sicurezza. Dell’utilità di questa nuova procedura per diagnosticare la positività al virus in realtà si parlava già da diversimesi.
I VANTAGGI Maurizio Sanguinetti, direttore del dipartimento di Scienze di Laboratorio e infettivologiche del Policlinico Gemelli di Roma e presidente della Società europea di Microbiologia e Malattie infettive, è
SÌ DEL MINISTERO ALL’ESAME ALTERNATIVO AL TAMPONE SCREENING A REGIME AD OTTOBRE
uno degli esperti che hanno contribuito alla stesura del documento del ministero. «I test validati per la saliva - spiega - sono tre-4. E hanno una sensibilità che è assolutamente sovrapponibile al tampone nasofaringeo. Col passare dei mesi c’è stata una evoluzione significativa delle modalità del prelievo, che li rende facili da utilizzare e sicuri. Quindi, si tratta certamente di una strategia che può essere messa in campo nelle scuole». Rispetto agli altri test diagnostici, i salivari hanno infatti qualche marcia in più. «Il tampone è una misura fastidiosa, soprattutto per i bambini, quindi il prelievo della saliva è potenzialmente una svolta - rimarca Mauro Pistello, ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica all’Università di Pisa e vicepresidente della Società italiana di Microbiologia - Dal punto di vista della sensibilità, poi, ci si è avvicinati molto a quella del tampone. E comunque, la probabilità di un falso
Tre tipi di tampone Una sorta di lungo bastoncino cotton-fioc è usato per prelevare materiale biologico, utile a scoprire l’infezione da Sars-Cov 2 COSA PRELEVA
COSA CERCA
IN CHE TEMPI
AFFIDABILITÀ
Rino-faringeo (”classico”)
la mucosa da naso e gola
RNA del virus (test molecolare)
2-6 ore in laboratorio
alta (70-98%)
Nasale (”rapido”)
la mucosa dal naso
le proteine del virus (test antigenico)
15 minuti nel luogo del prelievo
media
Salivare
la saliva in bocca
se l’organismo ha prodotto anticorpi (può essere molecolare o antigenico)
10-12 minuti nel luogo del prelievo
bassa*
*come il test sierologico (prelievo del sangue) indica chi è entrato a contatto col virus, non se è attualmente positivo L’Ego-Hub
negativo è più bassa. Ora le Regioni si stanno attrezzando per poterli usare, perché rappresentano un metodo diagnostico più semplice e meno invasivo. La raccolta del campione, poi, è più rapida. Sono convinto che questo sistema si possa utilizzare anche nei porti o negli aeroporti». Per ora, però, a beneficiarne saranno alcune categorie ben definite. «I test salivari - rimarca Fausto Baldanti, direttore del Laboratorio di Virologia molecolare del policlinico San Matteo di Pavia - hanno il grande vantaggio della praticità di prelievo. Sono disegnati e
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sviluppati soprattutto per i bambini o le persone con difficoltà, disabili oppure soggetti che non hanno la compliance sufficiente con gli altri test molto fastidiosi». Utilizzarli, dunque, nelle scuole permetterà di scovare gli asintomatici senza grande fatica. «Sappiamo che gli istituti hanno avuto diversi problemi per quanto riguarda il tracciamento - precisa Baldanti - La praticità dei salivari sta poi nel fatto di poter ripetere il test, in certi contesti, su base periodica». Se sarà necessario confermare il test salivare con un tampone nasofaringeo in caso di
positività ancora non è chiaro. «Dipende da quello che deciderà il ministero». Quanto alle varianti, non dovrebbero esserci problemi a scovare il virus, visto che «quella che predomina - assicura Baldanti - è l’inglese. Comunque, se anche ci fosse una minore sensibilità del test, il fatto che siano facilmente ripetibili può consentire il tracciamento di intere classi. Ricordiamo che finora, con gli altri test, si è rivelato difficoltoso e ha messo in evidenza tutta una serie di complicazioni pratiche». Graziella Melina © RIPRODUZIONERISERVATA
XI
Castelfranco
IL SINDACO: «LA CITTA’ HA PUNTATO AD ANNULLARE LE DIFFERENZE. QUESTO E’ UN PRIMO GRANDE PASSO»
Domenica 16 Maggio 2021 www.gazzettino.it
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CASTELFRANCO
Casa smart per disabili Il ministro: «È unica»
«Oggi le imprese puntano sul green, in futuro arriveranno a pensare anche all’inclusione come aspetto fondamentale per essere competitive sul mercato. Questo progetto che nasce a Castelfranco è unico in tutt’Italia, è frutto della complessa legge 112 che vuole mettere le persone con disabilità al centro. Ed è frutto di ` un lavoro di rete. Non c’è nessuno, nemmeno a livello ministeriale, che apre un cassetto e trova la soluzione, bisogna ascoltare il territorio». Con queste parole la ministra per le disabilità Erika Stefani racchiude l’essenza della Domho Bass. Un appartamento “intelligente” nel quartiere Risorgimento studiato apposta per far fronte alle esigenze dei ragazzi diversamente abili e alla loro volontà di sperimentare l’autonomia.
Un appartamento con comandi touch e vocali per rendere autonomi giovani diversamente abili. Erika Stefani: «Progetto all’avanguardia in Italia» università di Padova, Verona e Venezia. «Grazie alla rete siamo riusciti a curare aspetti tecnologici e tecnici portandoli a livelli veramente alti» afferma Alberto Sozza, presidente della rete. A turno, entreranno nell’appartamento, tre utenti e un assistente per un fine settimana allungato dal venerdì al lunedì mattina. I primi ospiti di Domho Bass saranno le persone che ora frequentano il centro Atlantis e il centro per la disabilità di Castelfranco Veneto diretto dalla cooperativa L’Incontro. Tra i primi anche Filippo che, insieme al suo papà Daniele De Nadai, ha messo a disposizione l’appartamento: «Dobbiamo dare ai nostri ragazzi la possibilità di essere attori della loro vita e non comparse. Per noi genitori è importante sapere che loro non saranno mai da soli» ha detto. Presente all’inaugurazione anche l’assessore regionale, Roberto Marcato che ha aggiunto: «Abbiamo creato le reti innovative regionali per la ricerca e l’innovazione. Abbiamo messo a disposizione 20 milioni per le università per fare rete con le aziende. E da qui è nata questa tecnologia straordinaria per rendere autonomi le persone fragili». Emozionato il sindaco Stefano Marcon: «La nostra città ha sempre puntato ad annullare le differenze. Questo è un lavoro che mi inorgoglisce, non è semplice declinare le idee, gli strumenti normativi e poi toccare il prodotto con mano. A Castelfranco l’inclusione sociale era stata anticipata anche con il parco inclusivo Due Mulini e il percorso giallo senza barriere architettoniche che porta in centro. Tutto questo è stato possibile grazie al volontariato, alla rete e alle famiglie che non si sono arrese». Lucia Russo
L’IDEA A dare l’idea per la creazione di questo progetto sono stati proprio loro, i ragazzi, i “Buoni amici social street” del centro Atlantis. Un appartamento che sfrutta l’intelligenza della tecnologia domotica su due livelli, il touch e il vocale, rendendo accessibili tutte le azioni quotidiane come accendere o spegnere le luci, aprire e chiudere le porte o i balconi, accendere la tivù. Tutte azioni che per molti sono abituali ma che per altri sono straordinarie. «Questa è per noi una sperimentazione unica, un modello che poi potrà essere usato anche per le strutture ricettive alberghiere e le case vacanze – afferma il coordinatore scientifico del progetto, Luca Gamberini – Questa è la prima abitazione a tecnologia domotica assistita pensata per la coabitazione e la vita indipendente di persone con gravi disabilità». «L’obiettivo del progetto è di migliorare la vita delle persone e dare loro la possibilità di sperimentare – aggiunge la presidente del centro Atlantis, Raffaella Munaretto – Questo progetto ha dato a tutti noi nuovi stimoli e ci ha fatto capire che il nostro centro doveva essere diffuso, uscire dai suoi confini e andare in mezzo alle altre persone».
LA RETE DI IMPRESE Un progetto studiato e fatto diventare realtà da una rete di imprese riunite sotto Luce in Veneto e Ict4ssl con 20 partner e anche le
IL TAGLIO DEL NASTRO L’appartamento intelligente nel quartiere Risorgimento (sopra) personale e diversamente abili del centro Atlantis. Nei tondi di fianco la ministra Erika Stefani e l’assessore regionale Roberto Marcato. Nel tondo in alto il sindaco Stefano Marcon (Nuove Tecniche/De Sena)
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Mamma e figlia avversarie in campo: «Che emozione» contro l’altra. Ci hanno messo entrambe in campo da titolari e ci siamo trovate una davanti Mamma e figlia complici nella all’altra sotto rete. Vedere la mia vita ma avversarie in campo. Si è piccolina lì è stata una sensaziodisputata venerdì sera nella pale- ne indescrivibile». stra dell’istituto Martini, la partita tra il Don Bosco e il Giorgione LA PASSIONE Chiappin pratica questo sport pallavolo valida per la Coppa Italia Seconda Serie divisione nazio- sin da quando era piccola, non si nale. In campo per il Giorgione è fermata nemmeno durante la Sara Marini e, per il Don Bosco, gravidanza e appena finito di alFrancesca Chiappin, rispettiva- lattare ha ricominciato subito. mente figlia e mamma, 16 e 48 an- Ed è riuscita a tramandare la pasni. «E’ stata un’emozione fortissi- sione anche a Sara, la più piccola ma – afferma Chiappin – Non me di casa. «Avevo sempre detto lo aspettavo. Quando ho visto “Quando giocherò contro mia fiche tra le squadre partecipanti glia, mollo” ma ora che questo è c’era il Giorgione ho subito chia- successo non ho alcuna intenziomato l’allenatore e ho chiesto se ne di lasciare la pallavolo – afferci sarebbe stata anche mia figlia ma Chiappin – Finchè le mie ma mai avrei creduto che ci sa- gambe reggeranno io continueremmo trovate a giocare una rò a giocare. So che è un sacrifi-
CASTELFRANCO
cio per tutta la famiglia, anche mio marito si è adattato ai ritmi della pallavolo con gli allenamenti e le partite nel fine settimana. E’ uno sport che mi fa sentire bene e sono felice che mia figlia abbia deciso di praticare proprio la pallavolo. A me ha dato tanto, non solo in campo ma anche nella vita e le auguro altrettanto».
IL RISULTATO
FRANCESCA CHIAPPIN HA TROVATO LA SUA SARA SOTTO RETE. LA PARTITA DI VOLLEY VINTA DALLA SQUADRA DELLA MAMMA
AVVERSARIE Sara Marini e la mamma Francesca Chiappin con un mazzo di fiori consegnato dai presidenti delle due squadre
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La partita è stata vinta proprio dalla squadra della mamma per 3 set a 1. E, in quell’unico set che la Don Bosco ha perso, c’è stata un’invasione di campo particolare. «L’arbitro ha fischiato e ha sospeso la partita, sono entrati i presidenti delle squadre con due mazzi di fiori in mano, uno per me e uno per mia figlia – spiega la mamma – Non sono riuscita a trattenere le lacrime, tutti si sono commossi, anche l’arbitro. E’ stato un momento emozionante e tutta la mia squadra, composta da tante madri, era scossa tanto che quel set lo abbiamo perso. Per le amiche di mia figlia è strano che io giochi ancora a pallavolo ma per Sara è normale. E’ una passione che le ho trasmesso e ne sono felice». (l.r.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
PRIMO PIANO
DOMENICA 16 MAGGIO 2021 IL MATTINO
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Coronavirus: l’emergenza sanitaria i numeri del primo report di ministero e iss
Con i vaccini crollano morti e ricoveri Ma 2 milioni di over 70 aspettano ancora la prima dose. In arrivo “l’operazione giovani” su TikTok Nadia Ferrigo
L’opera è composta da 12 uscite a 9,90 euro.
Non c’è nessun margine di intepretazione nelle direttive del general-commissario Francesco Paolo Figliuolo: la priorità assoluta va agli over 80 e alle persone più fragili. Subito dopo a chi di primavere ne ha tra le 70 e le 79. Molto semplice a dirsi, ma non altrettanto a farsi: all’appello mancano oltre 2 milioni di italiani over 70, che non hanno ricevuto nemmeno la prima dose del vaccino. Secondo il primo primo report nazionale dell’Istituto superiore di Sanità e del Ministero della Salute, aggiornato allo scorso 14 maggio, 519.666 cittadini ultra ottantenni – l’11 per cento della popolazione di questa fascia d’età – e 1. 495.947 tra i 70 e i 79 anni – il 24 per cento, poco più di due su dieci – non sono ancora immunizzati. Per individuare i cosiddetti “ottantenni fantasma”, che sembrano sfuggire ai radar della campagna vaccinale, il piano di Figliuolo pre-
Roma, folla di turisti a fontana di Trevi, chiusa ieri per alcune ore
A Rimini festa per la riapertura del “Bagno 62”
vedeva anche una sorta di “vaccino a domicilio”, magari con il coinvolgimento delle unità mobili di aeronautica ed esercito. Ma se le direttive sono nazionali, le competenze restano in capo alle regioni.
la regione che ha vaccinato meno è invece la Sicilia, con il 42 per cento. Quella che è andata meglio? La Puglia, dove resta un 15 per cento di non immunizzati. Ma perché? In Sardegna prima scarseggiavano Pfi-
A leggere i dati nel dettaglio tra gli over 80 la più indietro è la Sardegna, con un 31 per cento che non ha avuto neanche la prima dose, mentre in Veneto la percentuale precipita all’1,56 per cento. Tra i 70-79enni
zer e Moderna e abbondava AstraZeneca, poi il rapporto si è invertito. E le Asl denunciano: «difficile programmare le vaccinazioni, se non sappiamo che abbiamo in casa». Ieri c’è stato il passaggio al portale di pre-
notazione di Poste Italiane, con le registrazioni aperte anche gli over 50. L’isola inizia già il conto alla rovescia per la zona bianca: il cambio di colore potrebbe esserci dal 24 maggio. Secondo il report, è la regione italiana con l’indice di trasmissibilità del Covid, l’R (t), più basso d’Italia. Buone notizie, ma completare le vaccinazioni della fascia più vulnerabile in Sardegna e in tutte le altre regioni agli ultimi posti in classifica è se possibile ancor più importante: a partire dai 35 giorni dall’inizio del ciclo vaccinale si osserva una riduzione dell’80% delle infezioni, del 90% dei ricoveri e del 95% dei decessi. La prossima settimana è previsto l’arrivo di altre tre milioni di dosi: oltre ai 2,1 milioni di Pfizer, dovrebbero essere invece distribuiti anche 200mila shot di Johnson & Johnson, 500mila di Astrazeneca e oltre 100mila di Moderna. E stavolta le destinazioni dei camion dell’esercito potrebbero subire diverse variazioni. Novità anche per i giovanissimi: in cantiere una campagna di sensibilizzazione sull’importanza della vaccinazione: per gli under 20 su Tik Tok, per gli under 30 con i vip di Instagram, Facebook e Twitch. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Domenica 16 Maggio 2021 L'ARENA
VERONA
Redazione Cronaca cronaca@larena.it / 045.9600.111
LA LOTTA ALLA PANDEMIA I dati confermano un sostanziale «arresto» della pandemia, si nota una netta diminuzione nel 52 per cento dei Comuni scaligeri
Contagi in calo, la mappa dei positivi In soli due giorni si registrano sessanta casi in meno a Verona Zaia lancia un appello a Draghi «Basta Rt per definire le zone» Luca Fiorin
Contagi in calo a Verona •• e provincia. L’analisi dei casi di positività nei Comuni mostra un andamento che è nel complesso in diminuzione. A dirlo è la tendenza riguardante la seconda parte della settimana. I dati diffusi ieri - sabato 15 maggio - dalle istituzioni sanitarie mostrano, infatti, una situazione in miglioramento. Il quale è meno rapido di quanto tutti ci augureremmo, ma, comunque, indiscutibile.
La discesa Il 52 per cento delle municipalità veronesi, 51 su 98, sabato registrava un numero di positivi inferiore rispetto a quello di giovedì. In altri 25 Comuni, invece, la situazione risultava essere perfettamente stazionaria. In più di tre quarti dei paesi, poco meno del 78 per cento, l'andamento pandemico risultava quindi quantomeno arrestato. D'altro canto, nelle 22 comunità in cui risultava una crescita di positività, questo fenomeno era dovuto ad incrementi piuttosto risicati. Il numero massimo di nuovi casi, infatti, non superava mai le cinque unità. Certo chi è uso a vedere l'andamento della diffusione dell'epidemia ha ben presente che i trend possono cambiare, in maniera anche molto evidente, nel giro di pochi giorni. Sta di fatto, però, che la situazione fotografata sabato appariva in miglioramento anche rispetto a quanto era stato verificato il giorno precedente rispetto a mercoledì, in forza di un andamento che sta andando avanti ormai da parecchi giorni e che, evidentemente, sta dicendo che le misure di contrasto al virus in atto stanno portando effetti positivi. I numeri della città A Verona sabato si registravano ben 60 casi di contagio in meno rispetto a due giorni prima. I positivi erano 744, mentre giovedì risultavano essere 804. Di essi, e questo è un dato non di poco conto, solo il 6,5 per cento, 49 in tutto, erano ricoverati in strutture sanitarie, mentre uno era ospite di rsa o case di riposo. I positivi costituivano quindi il 2,68 per mille della popolazione complessiva. Solo il giorno prima si parlava del 3,09. Eppure venerdì si erano riscontrati 16 casi in meno di mercoledì, con 58 ricoverati. E in provincia? Al di fuori delle mura cittadine, pur nel contesto del miglioramento generale della situazione, si registrano le situazioni più disparate. Tanto che è difficile, per non dire impossibile, identificare degli andamenti
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La situazione Totale Totale Differenza Popolazione Totale al 31/12/2019 casi positivi su casi positivi casi positivi popolazione 15 maggio 2021 13 maggio 2021 per mille -60 259.785 2,86 Verona 744 804 Affi 13 13 0 2.362 5,50 Albaredo D'Adige 9 9 0 5.265 1,71 Angiari 4 3 1 2.317 1,73 Arcole 11 9 2 6.377 1,72 Badia Calavena 7 9 -2 2.615 2,68 -2 7.184 1,53 Bardolino 11 13 Belfiore 3 2 1 3.235 0,93 Bevilacqua 3 3 0 1.717 1,75 Bonavigo 1 1 0 1.990 0,50 Boschi Sant'Anna 2 3 -1 1.377 1,45 Bosco Chiesanuova 1 1 0 3.551 0,28 -2 16.119 1,55 Bovolone 25 27 Brentino Belluno 1 1 0 1.347 0,74 -1 2.487 3,62 Brenzone 9 10 Bussolengo 73 79 -6 20.410 3,58 Buttapietra 12 16 -4 7.019 1,71 Caldiero 24 22 2 7.945 3,02 Caprino Veronese 32 30 2 8.591 3,72 Casaleone 12 14 -2 5.581 2,15 Castagnaro 0 3.656 Castel D'Azzano 43 39 4 11.990 3,59 Castelnuovo Del Garda 20 28 -8 13.407 1,49 -3 6.015 1,83 Cavaion Veronese 11 14 Cazzano Di Tramigna 1 2 -1 1.489 0,67 Cerea 58 61 -3 16.717 3,47 Cerro Veronese 2 2 0 2.497 0,80 -1 8.499 2,00 Cologna Veneta 17 18 Colognola Ai Colli 19 19 0 8.722 2,18 Concamarise 2 2 0 1.089 1,84 Costermano 6 5 1 3.902 1,54 Dolce' 4 4 0 2.610 1,53 Erbe' 1 1 0 1.900 0,53 Erbezzo 1 3 -2 766 1,31 Ferrara di M.Baldo 0 268 -3 4.114 2,92 Fumane 12 15 Garda 11 14 -3 4.124 2,67 Gazzo Veronese 5 9 -4 5.282 0,95 -12 10.857 2,39 Grezzana 26 38 Illasi 6 8 -2 5.219 1,15 -3 11.548 1,99 Isola Della Scala 23 26 Isola Rizza 6 10 -4 3.248 1,85 Lavagno 35 35 0 8.561 4,09 -6 7.063 3,40 Lazise 24 30 Legnago 24 30 -6 25.624 0,94 Malcesine 3 7 -4 3.690 0,81 -1 3.157 2,85 Marano Di Valpolicella 9 10 Mezzane Di Sotto 5 6 -1 2.518 1,99 Minerbe 1 3 -2 4.578 0,22 COMUNE
collegabili a situazioni facenti riferimento ad aree geografiche od a dimensioni delle comunità. In ogni caso, sabato i Comuni con zero casi erano solo 3. Si andava da Castagnaro, che conta poco meno di 4.000 abitanti e si trova nella Bassa, a Ferrara, che ha poco più di 250 abitanti ed è sul Monte Baldo, a San Mauro di Saline, che di cittadini ne annovera poco meno di 600 e si trova in Lessinia. Venerdì, quando la situazione era mediamente peggiore, i municipi Covid free erano il doppio. In tale novero andavano infatti contate anche altre tre municipalità della Bassa: Pressana, Roveredo di Guà e Terrazzo. In ogni caso, quasi tutti i Comuni il 15 maggio erano al di sotto dei 5 positivi ogni mille abitanti. Quasi l'80 per cento, 78 su 98, ne mostrava addirittura meno del 3. Le presenze in proporzione più rilevanti si registravano mediamente in municipalità piuttosto piccole, in cui basta la presenza di poche persone che abbiano contratto il Covid a fornire rappresentazioni che tendono a spiccare di più. E' questo il caso dei due Comuni con l'incidenza più alta di contagiati. Si tratta di Selva di Progno, che conta oltre il 10 per mille di positivi a causa di soli 11 casi, di cui 2 ricoverati, su quasi 900 cittadini, e di Velo, con oltre il 9 per mille e 7 casi, di cui nessuno in ospedale, su 750 residenti.
Veneto virtuoso Continua la discesa della curva dei contagi in tutto il Veneto anche se il totale degli infetti dall’inizio dell’epidemia sale a 419.558. Sono complessivamente 1.046 i malati ricoverati, dei quali 916 nei reparti non critici, e 130 nelle terapie intensive. I soggetti attualmente positivi e in isolamento sono 16.735. Il quadro complessivamente ottimistico fa insistere Zaia e l’amministrazione per un allentamento delle misure e la rimodulazione dei parametri sul rischio di contagio, come proposto dalle Regioni: per l’incidenza «sotto i 50 casi ogni 100.000 sia prevista la zona bianca, dai 50 ai 149 la zona gialla, dai 150 ai 250 la zona arancione, sopra i 250 la rossa. Dopodichè - ha aggiunto il presidente - c’è un altro parametro: se si è sopra al 30 per cento delle terapie intensive e del 40 delle aree non critiche si va in rosso. Oppure si va in arancione al 20 e al 30 per cento. Noi non vogliamo avere una posizione da irresponsabili. Però dobbiamo far presente che le vaccinazioni ci danno un contesto epidemiologico e sanitario diverso da un anno fa. Trovo ancora qualcuno che ragiona come fossimo al 21 febbraio del 2020».
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COMUNE
Totale Totale Differenza Popolazione Totale casi positivi casi positivi al 31/12/2019 casi positivi su 15 maggio 2021 13 maggio 2021 popolazione per mille Montecchia Di Crosara 7 7 0 4.344 1,61 -3 9.048 1,99 Monteforte D'Alpone 18 21 Mozzecane 14 22 -8 7.948 1,76 Negrar 33 34 -1 17.052 1,94 -2 8.461 1,89 Nogara 16 18 Nogarole Rocca 9 9 0 3.730 2,41 Oppeano 26 23 3 10.263 2,53 Palu' 5 7 -2 1.254 3,99 Pastrengo 4 4 0 3.156 1,27 Pescantina 64 65 -1 17.472 3,66 Peschiera Del Garda 45 45 0 10.746 4,19 -1 7.276 2,20 Povegliano Veronese 16 17 Pressana 1 1 2.523 0,40 -1 2.206 6,80 Rivoli Veronese 15 16 Ronca' 13 15 -2 3.769 3,45 Ronco All'Adige 16 14 2 5.952 2,69 Roverchiara 2 2 0 2.638 0,76 Roveredo Di Gua' 2 2 1.603 1,25 Rovere' Veronese 6 5 1 2.101 2,86 -1 3.833 1,04 Salizzole 4 5 San Bonifacio 46 57 -11 21.529 2,14 -3 5.019 1,99 San Giovanni Ilarione 10 13 San Giovanni Lupatoto 52 58 -6 25.434 2,04 Sanguinetto 7 3 4 4.124 1,70 San Martino Buon Albergo 48 48 0 15.799 3,04 San Mauro Di Saline 0 572 San Pietro Di Morubio 7 2 5 3.034 2,31 San Pietro In Cariano 31 31 0 12.920 2,40 Sant'Ambrogio Di Valpolicella 24 24 0 11.959 2,01 -3 2.539 0,79 Sant'Anna D'Alfaedo 2 5 San Zeno Di Montagna 8 8 0 1.417 5,65 Selva Di Progno 9 9 0 896 10,04 Soave 3 4 -1 7.106 0,42 Sommacampagna 32 29 3 14.865 2,15 Sona 39 37 2 17.719 2,20 Sorga' 5 5 0 3.013 1,66 Terrazzo 1 1 2.153 0,46 Torri Del Benaco 6 4 2 3.053 1,97 Tregnago 14 9 5 4.902 2,86 Trevenzuolo 21 19 2 2.776 7,56 Valeggio Sul Mincio 23 24 -1 15.729 1,46 -1 754 9,28 Velo Veronese 7 8 Veronella 27 29 -2 5.106 5,29 Vestenanova 4 7 -3 2.564 1,56 -11 10.329 2,71 Vigasio 28 39 Villa Bartolomea 7 9 -2 5.832 1,20 Villafranca Di Verona 125 130 -5 33.443 3,74 -9 15.218 2,83 Zevio 43 52 Zimella 13 12 1 4.882 2,66
LO SCENARIO CHE CAMBIA Ferrara di Monte Baldo era «immune»
Un mese e mezzo fa c’era solo un Comune covid free ••
Giusto un mese e mezzo fa, il primo aprile, la situazione Covid nei Comuni della nostra provincia era ben diversa rispetto a quella attuale. Di municipalità che non registravano nessun caso positivo ce n’era solo una - si trattava di Ferrara di Monte Baldo, la quale ancora oggi conferma la sua predisposizione a non essere terra favorevole al coronavirus – e risultavano essere molti meno di quelli attuali i paesi in cui l'incidenza del contagio era so-
stanzialmente poco rilevante. D’altro canto, in quei giorni si stava registrando una recrudescenza della pandemia. Tanto che fra l’1 e il 2 aprile quasi in tre quarti dei Comuni veronesi, 71 su 98, si registravano contagi in crescita. Il primo aprile le municipalità in cui c'erano più di 10 casi ogni 1.000 abitanti erano ben 9. Si andava da Albaredo, 11,5 con 60 positivi, a Cazzano di Tramigna, poco più del 10 con 15 casi, a Garda, quasi 13,5 con 55 positivi, a
Roncà, quasi il 12 con 44 malati, a San Giovanni Ilarione, 10,4 con 46 casi, a San Zeno di Montagna, 10,6 con 15 contagi. Se adesso l’80 per cento dei Comuni conta meno di 3 malati ogni mille abitanti, un mese e mezzo fa questa percentuale era di poco superiore al 14. Erano solo 14, su 98, i paesi che potevano vantare questa situazione. La maggioranza di loro, 56, ovvero quasi il 58 per cento, doveva affrontare più di 5 casi ogni mille cittadini. L.F.
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Curvain discesa Contagi incalo grazieanche allevaccinazioni
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BELLUNO
DOMENICA 16 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI
verso il 2022
Elezioni comunali: il centrodestra è unito Candidato alla Lega L’alleanza c’è, partiti al lavoro per costruire un progetto Gidoni: «Faremo noi i primi nomi, ma pronti a discuterli» Alessia Forzin / BELLUNO
È ormai una certezza che il centrodestra correrà unito alle elezioni comunali in programma a Belluno il prossimo anno. «Le direttive di partito sono queste», spiega infatti il commissario provinciale della Lega, Franco Gidoni. «Non servirà alcun accordo scritto, è la naturale conseguenza di anni di politica», rimarca il senatore e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo. C’è l’impegno anche di Forza Italia, confermato dal coordinatore provinciale Dario Scopel. I partiti sono al lavoro da tempo, gli incontri si susseguono e si sta costruendo un progetto per la città. Il candidato sarà espressione della Lega, anticipa Gidoni, «ma solo come inizio del lavoro. Bisognerà vedere se sarà condivi-
so dagli alleati. In ogni caso, non siamo restrittivi, siamo pronti a discutere e se ci sarà una persona valida anche di altri schieramenti la valuteremo». ARMONIA
Piena armonia, dunque, fra le forze che oggi siedono all’opposizione in consiglio comunale. L’ultima volta che il centrodestra guidò la città fu tra gli anni 2007 e 2012, con il sindaco Prade. Poi due sconfitte, nel 2012 al primo turno e nel 2017 al ballottaggio. «Nel 2022 correremo uniti», spiega De Carlo. «Abbiamo già dato la nostra parola. Non servirà firmare un accordo. Mi piacerebbe, però, sottoscrivere un programma comune, quello sarà importante». Il prossimo passo che De Carlo auspica è che il centrodestra parli con una voce unica an-
che in consiglio comunale. «Forza Italia si è posta l’obiettivo di correre in un centrodestra compatto e proprio per questo stiamo lavorando in vista delle elezioni 2022», aggiunge Scopel. «Il centrodestra unito ha sempre dimostrato di essere forte e di raccogliere il favore dei cittadini, che vedono in un movimento moderato come Forza Italia un motore importante del centrodestra. Credo che a Belluno come in altre realtà sia necessario portare avanti idee di rinnovamento dopo dieci anni di governo Pd-sinistra». CHI VA E CHI RESTA
Quattro anni (che diventeranno cinque) in opposizione gli sono bastati. Paolo Gamba non si ricandiderà nelle liste di centrodestra per le comunali 2022. «Darò una mano», assicura lo sfidante di Massaro
del 2017. Potrebbe rimanere la sua lista, Belluno è di tutti, ma è aperto il ragionamento se mantenere la civica o se farla confluire in una delle liste partitiche. Ci sarà sicuramente, invece, Franco Roccon, che a Palazzo Rosso rappresenta la Liga Veneta Repubblica: «Si sta già lavorando per la lista», spiega, «ma non è semplice trovare 32 persone che desiderino impegnarsi in politica di questi tempi. Comunque noi ci saremo, del resto siamo la quarta gamba del centrodestra». Conferma la sua presenza anche Raffaele Addamiano, l’uomo di Fratelli d’Italia in consiglio: «Adoro la mia città e l’esperienza fatta in questi anni è stata molto stimolante. Mi piacerebbe ripeterla, non in opposizione magari». Addamiano è convinto della necessità di un centrodestra unito e del ruolo forte dei partiti, «ma senza escludere il ruolo delle civiche». IL CANDIDATO
Gidoni annuncia che sarà la Lega ad esprimere i primi nomi, ma che il partito è aperto a discutere le candidature a sindaco. De Carlo invece attende che sia il nazionale a decidere a quale partito spetterà esprimere il candidato, visto che si tratta di un Comune capoluogo di provincia: «Comunque valuteremo le persone, oltre all’appartenenza». L’obiettivo è chiudere i ragionamenti entro la fine dell’estate, assicura Gidoni. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
l’outsider
redditi 2019
Giuseppe Vignato alla finestra «Serve un cambio di passo»
Case e azioni nel Bellunese per il ministro dell’economia
BELLUNO
Dice di non avere rapporti con il Pd, né agganci di alcun tipo con la maggioranza. L’obiettivo parrebbe quello di costruire un progetto interamente civico, da parte del gruppo che sta nascendo attorno alla figura di Giuseppe Vignato. L’ex amministratore e risanatore di Bim Gsp, oggi presidente di Sedico Servizi dov’è stato chiamato per risolvere le criticità finanziarie dell’Azienda speciale, sta sondando il terreno in vista delle elezioni comunali nel capoluogo del prossimo anno. Ed è già stato visto muoversi in alcuni ambienti, come quello ospedaliero. Sui social, in un profilo personale che ha aperto qualche mese fa, non mancano i post in cui analizza le politiche per la città, e quello che non ha funzionato finora: si è concentrato molto sulla Cucciolo - Marisiga, ma anche sulle politiche giovanili. «Vediamo come si muoveranno i partiti e i gruppi che sostengono Massaro», afferma quando gli si chiede se sta costruendo una sua candidatura a sindaco. «Quello che serve è una visione innovativa, non ancorata al passato, un progetto di città credibile. Serve innalzare il livello ed è necessario un cambio di passo su tante cose, a partire dal-
Giuseppe Vignato
le progettazioni. Belluno deve essere più autorevole con gli enti sovraordinati». Una premessa da candidato sindaco. «Ma no», ride Vignato. «Non c’è nulla. C’è la passione politica, quella non la nego. C’è qualcuno che mi sta chiedendo la disponibilità, ma è ancora tutto da costruire, bisogna capire le dinamiche. È troppo presto». L’esperienza però non le mancherebbe, visto che è stato assessore ai tempi del sindaco Fistarol. «Vedremo» (altro sorriso). C’è un confronto aperto all’interno di un gruppo? «Sono chiacchiere fra amici. Credo che si inizierà a parlarne seriamente a partire dall’autunno. Ora è veramente presto per parlare di que-
ste cose». Ma si sta muovendo come nome del Pd? «Non ho rapporti con il Pd». E con l’attuale maggioranza? «Non ho alcun aggancio con la maggioranza. Ci sono tante promesse che non sono state mantenute da questa amministrazione, che per carità ha fatto parecchie cose... ma non tutte quelle che aveva detto». Cosa pensa del passo indietro fatto sulla Cucciolo Marisiga? Lei è sempre stato molto critico su quell’opera. «È una decisione saggia, perché serve tutta la valutazione del quadro economico e finanziario. E poi in conferenza dei servizi la Provincia aveva segnalato perplessità sulla sostenibilità dei flussi di traffico in via Anna Fulcis. È stato saggio prendersi una pausa». Il suo è uno dei nomi che sta girando in città come possibile candidato sindaco. «Bisognerà vedere, più avanti. Di sicuro posso dare una mano. Sono una risorsa della città, tale mi considero, ma se ci saranno dei giovani che avranno voglia di scendere in campo, ben venga. Io per ora sto alla finestra». —
BELLUNO
A.F.
Nel 2019 il ministro dell’Economia Daniele Franco ha dichiarato redditi per poco più di 278 mila euro. È sul podio nella classifica riservata ai guadagni dei ministri tecnici, pubblicata ieri dal quotidiano La Stampa. Come si legge nel servizio, che analizza i 730 del 2019 dei ministri pubblicati online per la trasparenza, Franco proprio in quell’anno è andato in pensione, incassando 454.064 euro di indennità di fine rapporto. A questa cifra si aggiungono 98.521 euro di compensi del Mef e 180.183 erogati da Banca d’Italia. Il ministro dell’Economia possiede un appartamento e un garage a Roma, il 7,34% dell’appartamento condominiale; nel Bellunese ha il 50% di un fabbricato e l’11% di altri due edifici. Guida una Tiguan del 2020 e ha un discreto pacchetto azionario. Franco ha investito molto nel territorio, come dimostrano le azioni ExilorLuxottica e Safilo. Ha anche azioni Prysmian, Ferrari, Stellantis, CNH Industrial, Danieli, Prima industrie, Autogrill, Deutsche Telekom e Livanova Plc. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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I dottori saranno il riferimento dei pazienti con malattie cronico-degenerative avanzate
Cure palliative anche in montagna con i medici di base Partito il primo corso IL PROGETTO
a cultura delle cure palliative va implementata e diffusa non soltanto nell’ambito volontaristico e dell’assistenza ospedaliera e residenziale, ma anche tra i medici di medicina generale. Questo per rafforzare la fascia assistenziale intermedia soprattutto nelle zone più marginali della montagna bellunese, dando nuovi strumenti per aiutare meglio pazienti e familiari, ma anche per supportare i colleghi che si occupano di assistiti cronici, oncologici e terminali. Grazie a un’idea del dottor Giampietro Luisetto (medico di famiglia di Sedico) e al coordinamento delle associazioni Mano Amica di Feltre e Cucchini di Belluno, venerdì è partito il primo corso regionale (e fra i primi in Italia) per formare 25 medici di medicina generale sulle cure palliative in territorio montano, una proposta che ha raccolto il pieno sostegno dell’ordine dei medici di Belluno, con il patrocinio dalla Regione e dall’Ulss 1 Dolomiti. L’obiettivo è delineare il profilo delle competenze del Mmg in cure palliative, soprattutto nell’assistenza ai malati non oncologici. I medici di medicina generale diventeranno così responsabili clinico-terapeutici dei pazienti con malattie cronico-degenerative avanzate, grazie a conoscenze che permetteranno loro di garantire uno standard omogeneo di presa in carico a livello provinciale. «Ci eravamo posti questo obiettivo 4 anni fa», ricorda il presidente di Mano Amica Paolo Biacoli. «Il problema delle aree di montagna è la dispersione geografica e la difficoltà di raggiungere le periferie con i servizi socio-sani-
L
tari. Per questo la figura del medico di famiglia è fondamentale, per integrare quella parte di sorveglianza e assistenza che talvolta manca». «La pandemia ha già portato a un incremento delle terapie a domicilio per liberare reparti ed evitare la trasmissione del contagio Covid», sottolinea il presidente della Cucchini Paolo Colleselli, «inoltre con l’allungamento dell’età media stanno aumentando i casi di anziani con malattie croniche o terminali che prima venivano curati in struttura, mentre ora e sempre più saranno supportati a casa». Fondamentale resta il lavoro che da anni i due sodalizi svolgono a favore della comunità bellunese, anche se purtroppo non sempre basta: «Il trattamento del dolore è una prerogativa fondamentale nella somministrazione delle cure palliative: più dottori sapranno prendere in carico questi casi con competenza e qualità, più sollievo verrà dato ai loro pazienti». «Il medico di medicina generale deve diventare un riferimento primario per le famiglie», aggiunge Biacoli, «anche perché questo tipo di percorso di accompagnamento al malato ha bisogno di essere umanizzato. L’obiettivo è offrire un servizio 7 giorni su 7». In un momento in cui l’Ulss Dolomiti si sta preparando ad assumere nuovi medici e infermieri, l’apporto di nuove professionalità sarà essenziale per rafforzare il servizio. «L’appoggio delle istituzioni è sempre stato ampio, l’invito però resta quello di sostenerci». Uno dei metodi più efficaci, soprattutto in questo periodo, è quello di destinare in modo mirato il proprio 5 per mille. — FRANCESCA VALENTE © RIPRODUZIONE RISERVATA
LE FARMACIE
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Cortina Codivilla (Valle del Boite, Centro Cadore); Val di Zoldo - Centro Servizi (Longaronese, Zoldo); Belluno, Ospedale (Ponte, Belluno, Limana e Alpago); Santo Stefano Via Dante (Comelico e Cadore). Canale d’Agordo via Roma (basso Agordino, valle del Biois); Caprile Via Dogliani (alto Agordino): 118 Per Mel, Lentiai Sedico, Trichiana, 0439 883783-883784; Alano, Cesio, Feltre, Seren, Pedavena, Sospirolo, Quero Vas, San Gregorio, S. Giustina, 0439 883287-883785 Lamon, Fonzaso, Arsiè, Sovramonte 0439 883781-883782
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ATTUALITÀ
DOMENICA 16 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI
legge contro l’omotransfobia
Ddl Zan, piazze contro A Firenze c’è Malika Il “no” invade Milano La ragazza cacciata dalla famiglia: «Adesso sono felice» Tensioni tra manifestanti e polizia in piazza Duomo
ROMA
Tante piazze arcobaleno ad attraversare l’Italia per dire sì al Ddl Zan. A Roma, Firenze, Cagliari, Rimini cittadini e politici sono scesi in strada per chiedere l’approvazione della legge contro l’omotransfobia. A Firenze c’era anche la giovane Malika Chalhy, la 22enne di Castelfiorentino cacciata da casa dopo aver rivelato alla sua famiglia di essere omosessuale. «Amare una persona dello stesso sesso o non sentirsi bene con il proprio corpo non è una malattia, è sintomo di coraggio, amore e libertà – ha detto Malika – e la libertà va sempre cercata come la felicità. Io ho trovato la felicità accanto alla mia compagna, che mi ha cambiato la vita. Non sarò mai abbastanza grata alle persone che mi sostengono ogni giorno, cosa che però nel-
le mura domestiche non ho trovato. La famiglia non ha colori», ha detto Malika circondata dall’affetto di tanti manifestanti in una delle piazze che ha aderito alla chiamata voluta alla mobilitazione voluta dal Circolo di cultura omosessuale “Mario Mieli” che, a Roma, ha visto la partecipazione dello stesso deputato Alessandro Zan. «Questa piazza sta dicendo in modo gioioso che non è più possibile fare passi indietro, stiamo parlando di dignità delle persone. Il Senato deve fare in fretta, siamo al terzo tentativo in Parlamento e non è possibile fallire di nuovo – ha detto il deputato da piazza del Popolo –. Faccio un appello ai membri del Senato affinché venga approvata questa legge contro i crimini d’odio. L’Italia è “maglia nera” in Europa per quel che riguarda la discriminazione e la violenza».
A Milano si è riunita l’altra piazza, quella contraria al ddl Zan, alla quale ha partecipato Matteo Salvini. «Tante associazioni di omosessuali, lesbiche e femministe sono contrarie, perché ghettizza, perché con la scusa di parlare di diritti porta avanti una battaglia ideologica. Uno deve poter amare chi vuole senza essere discriminato e aggredito, tanto che la Lega e l’intero centrodestra hanno presentato una proposta per delle aggravanti per chi aggredisce o insulta per strada, a scuola, sul lavoro un altro essere umano», ha detto Salvini. All’iniziativa di Milano si sono registrati momenti di tensione con spintoni e qualche manganellata fra la polizia e un gruppo di manifestanti intervenuti in piazza del Duomo per protestare contro un’iniziativa anti-ddl Zan. —
In alto disordini alla manifestazione di Milano contro il ddl Zan. Sotto le famiglie arcobaleno in piazza a Roma
reggio emilia
Picchiato dai bulli e umiliato con un video Vittima due volte: prima del pestaggio subito nel parco di un comune della Bassa Reggiana e poi del cyberbullismo, con la pubblicazione online del video in cui, dopo essere stato picchiato, è stato obbligato a inginocchiarsi davanti al suo aggressore e a chiedergli scusa. Immagini – che vedono protagonisti dei giovanissimi – girate con i telefonini da una decina di ragazzini divenute subito virali. Talmente virali da finire sul tavolo dei carabinieri di Reggio Emilia che hanno approfondito la questione e, una volta individuato, denunciato l’aggressore alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minori di Bologna con l’accusa di lesioni personali. Analizzate le immagini, rimbalzate da uno schermo all’altro, i militari hanno prima identificato la vittima – un minore di 14 anni – e poi ricostruito minuziosamente i fatti. Dopo esser stato minacciato dai bulli, il ragazzino, ha cercato di fuggire in bicicletta ma è stato raggiunto da un ragazzo che lo ha colpito con schiaffi e pugni e poi costretto a inginocchiarsi e chiedergli scusa davanti alla videocamera di un telefonino. —
Silvio Berlusconi con il vicepresidente del gruppo San Donato, Kamel Ghribi, che lo ha incontrato prima delle sue dimissioni dal San Raffaele
Il presidente di Forza Italia dimesso dal San Raffaele. Niente clamore Tajani: «Infondate le notizie allarmistiche sul suo stato di salute»
Berlusconi lascia l’ospedale Potrà curarsi ad Arcore dai postumi del coronavirus IL PERSONAGGIO
«S
tiamo ancora qui...». Il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi è stato dimesso nel tardo pomeriggio di ieri dall’ospedale San Raffaele dove era stato ricoverato lunedì sera, per
seguire alcune terapie contro le complicazioni legate al post Covid. Prima di lasciare l’ospedale milanese l’ex premeir, al telefono con interlocutori che si sono sincerati del suo stato di salute, ha ringraziato per l’attenzione e si è lasciato andare, anche facendo alcune battute sdrammatizzanti. Il suo ritorno a casa cancella i ru-
mors circolati anche nelle ultime ore in modo incontrollato sui social di ipotetici repentini aggravamenti. Rimane comunque alta l’ansia e la preoccupazione per le condizioni di salute del Cavaliere, tenuto conto dell'età, 85 anni il prossimo settembre, e di un quadro clinico da anni complesso, reso ancora più de-
licato dall’infezione contratta mesi fa. Già in mattinata, Licia Ronzulli, senatrice azzurra e stretta collaboratrice di Berlusconi, aveva anticipato che in giornata sarebbe tornato a casa: «Si va verso le dimissioni», sono state le sue parole, interpellata telefonicamente dall’agenzia Ansa. Poi alle 18.30 circa, la notizia tanto attesa: contrariamente alle precedenti dimissioni dalla stessa struttura, il Cavaliere ha preferito evitare di farsi vedere da cronisti e cameramen che lo attendevano all'uscita del padiglione D dell’ospedale. Non era infatti presente a bordo di una delle auto del corteo che è partita dal padiglione ma, a quanto si è saputo, è stato fatto salire su un’altra vettura che attendeva nei pressi ed è uscito da un altro varco. Prima di uscire, l’ex premier ha incontrato il vice presidente del Gruppo San Donato Ka-
mel Ghribi, proprietario del San Raffaele. «Siamo davvero felici per il presidente Berlusconi. L’ho trovato forte e in forma», ha riferito Ghribi poco dopo le dimissioni. Del loro incontro è stata diffusa una foto, che mostra il Cavaliere seduto a un tavolo con dei fogli e una penna in mano, in completo scuro, pallido e piuttosto provato in volto. Ma vigile, anche dopo una terapia complessa che lo aiuta a recuperare la carenza di ossigenazione del sangue causata dai postumi dell’infezione Covid. Una terapia che potrà continuare anche ad Arcore, ogni volta che sarà necessario, in una sala appositamente attrezzata. Intanto è grande il sollievo, soprattutto da parte dei fedelissimi di Forza Italia, dopo ore di grande ansia. «Berlusconi - spiegava il coordinatore nazionale Antonio Tajani su Skytg24 prima delle dimissioni - è un leone e vincerà anche il Covid ed i vaccini. Gli ho parlato l’altra sera. Aveva qualche linea di febbre ma nulla di preoccupante». In serata, con un lungo post su Facebook, sempre Tajani ha dato voce ai sentimenti del partito azzurro, fornendo anche qualche dettaglio sulla via del recupero: «Il Presidente Berlusconi - ha scritto - continuerà a domicilio un adeguato periodo di riposo, di riabilitazione e cure come prescritto dai sanitari. Si conferma così l’infondatezza delle notizie allarmistiche circolate nei giorni scorsi, delle quali il Presidente stesso ha sorriso coi i suoi stretti collaboratori». Con un tweet il saluto del leader della Lega, Matteo Salvini, «Bentornato a casa Silvio, alla faccia di gufi e avvoltoi!». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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BELLUNO
DOMENICA 16 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI
verso il 2022
Elezioni comunali: il centrodestra è unito Candidato alla Lega L’alleanza c’è, partiti al lavoro per costruire un progetto Gidoni: «Faremo noi i primi nomi, ma pronti a discuterli» Alessia Forzin / BELLUNO
È ormai una certezza che il centrodestra correrà unito alle elezioni comunali in programma a Belluno il prossimo anno. «Le direttive di partito sono queste», spiega infatti il commissario provinciale della Lega, Franco Gidoni. «Non servirà alcun accordo scritto, è la naturale conseguenza di anni di politica», rimarca il senatore e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo. C’è l’impegno anche di Forza Italia, confermato dal coordinatore provinciale Dario Scopel. I partiti sono al lavoro da tempo, gli incontri si susseguono e si sta costruendo un progetto per la città. Il candidato sarà espressione della Lega, anticipa Gidoni, «ma solo come inizio del lavoro. Bisognerà vedere se sarà condivi-
so dagli alleati. In ogni caso, non siamo restrittivi, siamo pronti a discutere e se ci sarà una persona valida anche di altri schieramenti la valuteremo». ARMONIA
Piena armonia, dunque, fra le forze che oggi siedono all’opposizione in consiglio comunale. L’ultima volta che il centrodestra guidò la città fu tra gli anni 2007 e 2012, con il sindaco Prade. Poi due sconfitte, nel 2012 al primo turno e nel 2017 al ballottaggio. «Nel 2022 correremo uniti», spiega De Carlo. «Abbiamo già dato la nostra parola. Non servirà firmare un accordo. Mi piacerebbe, però, sottoscrivere un programma comune, quello sarà importante». Il prossimo passo che De Carlo auspica è che il centrodestra parli con una voce unica an-
che in consiglio comunale. «Forza Italia si è posta l’obiettivo di correre in un centrodestra compatto e proprio per questo stiamo lavorando in vista delle elezioni 2022», aggiunge Scopel. «Il centrodestra unito ha sempre dimostrato di essere forte e di raccogliere il favore dei cittadini, che vedono in un movimento moderato come Forza Italia un motore importante del centrodestra. Credo che a Belluno come in altre realtà sia necessario portare avanti idee di rinnovamento dopo dieci anni di governo Pd-sinistra». CHI VA E CHI RESTA
Quattro anni (che diventeranno cinque) in opposizione gli sono bastati. Paolo Gamba non si ricandiderà nelle liste di centrodestra per le comunali 2022. «Darò una mano», assicura lo sfidante di Massaro
del 2017. Potrebbe rimanere la sua lista, Belluno è di tutti, ma è aperto il ragionamento se mantenere la civica o se farla confluire in una delle liste partitiche. Ci sarà sicuramente, invece, Franco Roccon, che a Palazzo Rosso rappresenta la Liga Veneta Repubblica: «Si sta già lavorando per la lista», spiega, «ma non è semplice trovare 32 persone che desiderino impegnarsi in politica di questi tempi. Comunque noi ci saremo, del resto siamo la quarta gamba del centrodestra». Conferma la sua presenza anche Raffaele Addamiano, l’uomo di Fratelli d’Italia in consiglio: «Adoro la mia città e l’esperienza fatta in questi anni è stata molto stimolante. Mi piacerebbe ripeterla, non in opposizione magari». Addamiano è convinto della necessità di un centrodestra unito e del ruolo forte dei partiti, «ma senza escludere il ruolo delle civiche». IL CANDIDATO
Gidoni annuncia che sarà la Lega ad esprimere i primi nomi, ma che il partito è aperto a discutere le candidature a sindaco. De Carlo invece attende che sia il nazionale a decidere a quale partito spetterà esprimere il candidato, visto che si tratta di un Comune capoluogo di provincia: «Comunque valuteremo le persone, oltre all’appartenenza». L’obiettivo è chiudere i ragionamenti entro la fine dell’estate, assicura Gidoni. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
l’outsider
redditi 2019
Giuseppe Vignato alla finestra «Serve un cambio di passo»
Case e azioni nel Bellunese per il ministro dell’economia
BELLUNO
Dice di non avere rapporti con il Pd, né agganci di alcun tipo con la maggioranza. L’obiettivo parrebbe quello di costruire un progetto interamente civico, da parte del gruppo che sta nascendo attorno alla figura di Giuseppe Vignato. L’ex amministratore e risanatore di Bim Gsp, oggi presidente di Sedico Servizi dov’è stato chiamato per risolvere le criticità finanziarie dell’Azienda speciale, sta sondando il terreno in vista delle elezioni comunali nel capoluogo del prossimo anno. Ed è già stato visto muoversi in alcuni ambienti, come quello ospedaliero. Sui social, in un profilo personale che ha aperto qualche mese fa, non mancano i post in cui analizza le politiche per la città, e quello che non ha funzionato finora: si è concentrato molto sulla Cucciolo - Marisiga, ma anche sulle politiche giovanili. «Vediamo come si muoveranno i partiti e i gruppi che sostengono Massaro», afferma quando gli si chiede se sta costruendo una sua candidatura a sindaco. «Quello che serve è una visione innovativa, non ancorata al passato, un progetto di città credibile. Serve innalzare il livello ed è necessario un cambio di passo su tante cose, a partire dal-
Giuseppe Vignato
le progettazioni. Belluno deve essere più autorevole con gli enti sovraordinati». Una premessa da candidato sindaco. «Ma no», ride Vignato. «Non c’è nulla. C’è la passione politica, quella non la nego. C’è qualcuno che mi sta chiedendo la disponibilità, ma è ancora tutto da costruire, bisogna capire le dinamiche. È troppo presto». L’esperienza però non le mancherebbe, visto che è stato assessore ai tempi del sindaco Fistarol. «Vedremo» (altro sorriso). C’è un confronto aperto all’interno di un gruppo? «Sono chiacchiere fra amici. Credo che si inizierà a parlarne seriamente a partire dall’autunno. Ora è veramente presto per parlare di que-
ste cose». Ma si sta muovendo come nome del Pd? «Non ho rapporti con il Pd». E con l’attuale maggioranza? «Non ho alcun aggancio con la maggioranza. Ci sono tante promesse che non sono state mantenute da questa amministrazione, che per carità ha fatto parecchie cose... ma non tutte quelle che aveva detto». Cosa pensa del passo indietro fatto sulla Cucciolo Marisiga? Lei è sempre stato molto critico su quell’opera. «È una decisione saggia, perché serve tutta la valutazione del quadro economico e finanziario. E poi in conferenza dei servizi la Provincia aveva segnalato perplessità sulla sostenibilità dei flussi di traffico in via Anna Fulcis. È stato saggio prendersi una pausa». Il suo è uno dei nomi che sta girando in città come possibile candidato sindaco. «Bisognerà vedere, più avanti. Di sicuro posso dare una mano. Sono una risorsa della città, tale mi considero, ma se ci saranno dei giovani che avranno voglia di scendere in campo, ben venga. Io per ora sto alla finestra». —
BELLUNO
A.F.
Nel 2019 il ministro dell’Economia Daniele Franco ha dichiarato redditi per poco più di 278 mila euro. È sul podio nella classifica riservata ai guadagni dei ministri tecnici, pubblicata ieri dal quotidiano La Stampa. Come si legge nel servizio, che analizza i 730 del 2019 dei ministri pubblicati online per la trasparenza, Franco proprio in quell’anno è andato in pensione, incassando 454.064 euro di indennità di fine rapporto. A questa cifra si aggiungono 98.521 euro di compensi del Mef e 180.183 erogati da Banca d’Italia. Il ministro dell’Economia possiede un appartamento e un garage a Roma, il 7,34% dell’appartamento condominiale; nel Bellunese ha il 50% di un fabbricato e l’11% di altri due edifici. Guida una Tiguan del 2020 e ha un discreto pacchetto azionario. Franco ha investito molto nel territorio, come dimostrano le azioni ExilorLuxottica e Safilo. Ha anche azioni Prysmian, Ferrari, Stellantis, CNH Industrial, Danieli, Prima industrie, Autogrill, Deutsche Telekom e Livanova Plc. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I dottori saranno il riferimento dei pazienti con malattie cronico-degenerative avanzate
Cure palliative anche in montagna con i medici di base Partito il primo corso IL PROGETTO
a cultura delle cure palliative va implementata e diffusa non soltanto nell’ambito volontaristico e dell’assistenza ospedaliera e residenziale, ma anche tra i medici di medicina generale. Questo per rafforzare la fascia assistenziale intermedia soprattutto nelle zone più marginali della montagna bellunese, dando nuovi strumenti per aiutare meglio pazienti e familiari, ma anche per supportare i colleghi che si occupano di assistiti cronici, oncologici e terminali. Grazie a un’idea del dottor Giampietro Luisetto (medico di famiglia di Sedico) e al coordinamento delle associazioni Mano Amica di Feltre e Cucchini di Belluno, venerdì è partito il primo corso regionale (e fra i primi in Italia) per formare 25 medici di medicina generale sulle cure palliative in territorio montano, una proposta che ha raccolto il pieno sostegno dell’ordine dei medici di Belluno, con il patrocinio dalla Regione e dall’Ulss 1 Dolomiti. L’obiettivo è delineare il profilo delle competenze del Mmg in cure palliative, soprattutto nell’assistenza ai malati non oncologici. I medici di medicina generale diventeranno così responsabili clinico-terapeutici dei pazienti con malattie cronico-degenerative avanzate, grazie a conoscenze che permetteranno loro di garantire uno standard omogeneo di presa in carico a livello provinciale. «Ci eravamo posti questo obiettivo 4 anni fa», ricorda il presidente di Mano Amica Paolo Biacoli. «Il problema delle aree di montagna è la dispersione geografica e la difficoltà di raggiungere le periferie con i servizi socio-sani-
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tari. Per questo la figura del medico di famiglia è fondamentale, per integrare quella parte di sorveglianza e assistenza che talvolta manca». «La pandemia ha già portato a un incremento delle terapie a domicilio per liberare reparti ed evitare la trasmissione del contagio Covid», sottolinea il presidente della Cucchini Paolo Colleselli, «inoltre con l’allungamento dell’età media stanno aumentando i casi di anziani con malattie croniche o terminali che prima venivano curati in struttura, mentre ora e sempre più saranno supportati a casa». Fondamentale resta il lavoro che da anni i due sodalizi svolgono a favore della comunità bellunese, anche se purtroppo non sempre basta: «Il trattamento del dolore è una prerogativa fondamentale nella somministrazione delle cure palliative: più dottori sapranno prendere in carico questi casi con competenza e qualità, più sollievo verrà dato ai loro pazienti». «Il medico di medicina generale deve diventare un riferimento primario per le famiglie», aggiunge Biacoli, «anche perché questo tipo di percorso di accompagnamento al malato ha bisogno di essere umanizzato. L’obiettivo è offrire un servizio 7 giorni su 7». In un momento in cui l’Ulss Dolomiti si sta preparando ad assumere nuovi medici e infermieri, l’apporto di nuove professionalità sarà essenziale per rafforzare il servizio. «L’appoggio delle istituzioni è sempre stato ampio, l’invito però resta quello di sostenerci». Uno dei metodi più efficaci, soprattutto in questo periodo, è quello di destinare in modo mirato il proprio 5 per mille. — FRANCESCA VALENTE © RIPRODUZIONE RISERVATA
LE FARMACIE
ORARIO FERIALE Mattino 8.45-12.30, pomeriggio 16-19.30 (Cortina 9 - 12.45 e 16 - 19.30)
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REGIONE
DOMENICA 16 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI
sondaggio di diamanti su repubblica
Fiducia nei leader, Zaia batte Salvini di 10 punti In testa Draghi con il 75% di gradimento seguito da Conte al 68 Il governatore veneto al 53% piace più di Speranza, Meloni e Letta Albino Salmaso / PADOVA
La pandemia ha cambiato la gerarchia dei leader in politica: a guidare la classifica del gradimento c’è Mario Draghi con il 75% di consensi, seguito da Giuseppe Conte con il 68 e poi da Luca Zaia con il 53%, dieci punti in più rispetto a Matteo Salvini e cinque più di Giorgia Meloni, l’astro nascente del centrodestra sovranista anti-Ue. Il sondaggio di Ilvo Diamanti pubblicato da 3FQVCCMJDB riflette la classifica di quello commissionato da Agorà a Emg che vede sempre Draghi e Conte al comando con Zaia che stacca di 5 punti Salvini. Dal sondaggio di Diamanti il divario tra il governatore del Veneto e il leader della Lega è un abisso di dieci punti, ma anche Letta, Di Maio, Speranza, Gentiloni e Zingaretti perdono il confronto con il Doge serenissimo. Cos’è cambiato? La pandemia ha mandato in cri-
Matteo Salvini e Luca Zaia a Venezia: strette di mano e patto di fedeltà
si la fiducia nei partiti e gli italiani si affidano a leader autorevoli, in primis al premier Draghi, per vincere la paura della crisi, sanitaria ed economica. Anche Conte nei suoi 1000 giorni di Palazzo Chigi ha garantito un profilo tecnico europeista, con il capolavoro dei 191 miliardi del Pnrr. Come si spiega la fiducia al 53% per Zaia, che si candida come leader
del governo di centrodestra al prossimo test? Il presidente è un amministratore che rassicura l’opinione pubblica con il tuo tg web non-stop da 15 mesi, un talk show di statistica fai da te Covid, auguri ai centenari, politica da bar e ottimismo sulle ali dei primati ineguagliabili della sua squadra. Quando c’è qualche serio problema sollevato dalle opposi-
zioni, Zaia schiera in sua difesa 9 supertecnici, con una prassi che il ministro Speranza mai ha pensato di utilizzare per rispondere agli assalti di FdI. Forte del suo 76%, il Doge di Godega può raggiungere qualsiasi traguardo. E gli italiani lo preferiscono a palazzo Chigi al posto di Salvini e Meloni, ottimi leader sovranisti da comizio, ma con un profilo tecnico troppo debole per tenere l’Italia ancorata all’Europa dopo la durissima crisi. A chi gli chiede cosa ne pensa di tali sondaggi, Zaia risponde recitando il solito salmo di umiltà, come un abate che non vuole mancare di rispetto al priore. «Salvini fa bene il segretario, finiamola con manfrine sul mio futuro, a me non interessa il ruolo di presidente del consiglio o segretario del partito», ha dichiarato il 30 aprile scorso al tg web. «A quelli preoccupati del mio futuro dico: state tranquilli, non me ne frega niente di fare scalate politiche. L’ultima campagna elettorale è stata sei mesi fa! E allora dico: dormite tranquilli». Salvini, che guida una Lega leninista con i veneti sottomessi ai lùmbard dal 1989 dopo l’accordo Rocchetta-Bossi, è sereno e tranquillo. Chi ogni sera si arrovella nel dilemma è il Pd. Non c’è dubbio: meglio Zaia di Salvini a Palazzo Chigi. Così alle prossime regionali forse si supera la barriera dell’11%. Si potrà mai avverare il doppio miracolo?—
Tutte le regole per spostarsi in Italia e all’estero
Buon viaggio
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stampato da grafica veneta
Per il libro di Palamara scattano le denunce di altri tre magistrati PADOVA
Il libro di Luca Palamara e Alessandro Sallusti “Il Sistema”, edito da Rizzoli e stampato da Grafica Veneta di Trebaseleghe, provoca nuove inchieste che ora salgono a tre. Palamara ha scritto il libro per raccontare la sua verità dopo la sua radiazione dall’ordine giudiziario: era infatti presidente dell’Associazione nazionale Magistrati e membro togato del Csm, radiato nell’ottobre del 2020 in seguito a un’inchiesta sul suo ruolo di “mediatore” tra le correnti della magistratura. Per competenza territoriale, data la stampa del libro a Trebaseleghe, è la Procura di Padova che raccoglie le denunce di chi si sente diffamato dal contenuto del libro. A marzo era stato aperto un primo fascicolo dopo la segnalazione del procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo. Ma era solo l’inizio di quella che potrebbe diventare una vera e propria pioggia di querele. In questi giorni, infatti, si sono aggiunti altri magistrati, come Antonio e Ferdinan-
do Esposito, padre e figlio, il primo presidente del collegio della Corte di Cassazione che condannò Silvio Berlusconi per la frode fiscale sui diritti Mediaset, e poi il giudice Piergiorgio Morosini, giudice per le indagini preliminari del processo Stato-Mafia a Palermo. I primi due contestano la ricostruzione fatta da Palamara che ricostruisce con numerosi particolari due procedimenti disciplinari interni al Csm, uno contro Antonio Esposito, assolto dall’inchiesta interna per aver anticipato a un giornalista le motivazioni della condanna di Berlusconi, l’altra al figlio Ferdinando, sottoposto a sua volta a procedimento per una serie di illeciti penali che gli venivano contestati dalla Procura di Milano, tra cui alcune frequentazioni con l’ambiente di Arcore, in particolare con Nicole Minetti. Palamara, che si ritrova indagato per diffamazione, dovrà rispondere nei prossimi giorni alle domande del pubblico ministero padovano Marco Peraro che coordina le inchieste. — ELENA LIVIERI
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PRIMO PIANO
DOMENICA 16 MAGGIO 2021 CORRIERE DELLE ALPI
Coronavirus: il rischio sanitario
Fragili e disabili in ritardo con le vaccinazioni Zaia: «Non si prenotano». Fimmg: «Errori Usl» Manca all’appello quasi un terzo delle persone più vulnerabili al Covid. Il dg Bramezza: «Recupereremo in fretta» Laura Berlinghieri / VENEZIA
La vaccinazione delle fasce più deboli della popolazione trova un inatteso ostacolo proprio nelle stesse persone che avrebbero diritto alla profilassi in via prioritaria. Vulnerabili e disabili gravi: le due categorie che, più delle altre, stanno disertando l’appuntamento. Sono circa 300 mila i primi, 200 mila i secondi, ma la percentuale di copertura fatica a decollare, fermandosi rispettivamente al 68,8% e al 72,4%. In pratica, tre su dieci continuano a dire no al vaccino anti-Covid. Del resto, lo ha ammesso un paio di giorni fa lo stesso governatore Zaia: «Abbiamo posti liberi dedicati a vulnerabili e disabili, ma mancano le prenotazioni. Probabilmente, molte persone appartenenti a queste categorie le abbiamo già vaccinate, procedendo per fasce di età». Le spiegazioni, in realtà, sono molteplici. Dalla difficoltà nel procedere con la prenotazione online, al bisogno, per una percentuale importante di queste persone, di essere sottoposte alla vaccinazione domiciliare. «Per noi medici di famiglia, vulnerabili e disabili sono i pazienti più preziosi, che appartengono antropologicamente alla medicina generale. Eppure ci sono alcune aziende sanitarie che hanno deciso di procedere autonomamente con la loro vaccinazione, magari con l’ausilio delle Usca, e i risultati sono scadenti. Questa categoria dovrebbe essere riservata ai medici di famiglia» tuona
il report
Somministrate venerdì 44.726 dosi Record di prenotazioni
La vaccinazione di una persona in sedia a rotelle. In alto a destra Maurizio Scassola, sotto Carlo Bramezza
Maurizio Scassola, presidente regionale di Fimmg. «D’altra parte, in occasione dei “vax day”, nei quali abbiamo potuto procedere con le vaccinazioni domiciliari, noi medici di famiglia abbiamo somministrato una media di quattromila dosi al giorno, per provincia. Siamo stanchi di essere considerati la pezza per rattoppare il sistema». Secondo Scassola, dunque, la spiegazione non andrebbe individuata in una ipotetica ri-
trosia dei fragili di fronte al vaccino, con il timore che la profilassi possa interferire negativamente in un quadro già delicato. «La percentuale di “no vax” in tutta la popolazione si aggira intorno al 5-6%, ma scende tra i fragili e le loro famiglie, ben consapevoli dell’importanza della profilasi» sottolinea Scassola. Intanto le Usl continuano con le telefonate. «Gli ospedali procedono tutti i giorni nella convocazione dei fragili,
chiamandoli uno ad uno» spiega Luca Sbrogiò, commissario alla vaccinazione nell’Usl 3 veneziana. Ma quella dei vulnerabili è una categoria vasta e composita. «Non escludo che alcuni di loro non sappiano nemmeno di appartenere a questa fascia» ipotizza Carlo Bramezza, direttore generale dell’Usl 7 Pedemontana. «Per questo, molti attendono lo sblocco della propria coorte anagrafica, per prenotare la dosi. E, una volta effettuata la
padova smette di vaccinare, altre province in bilico
La rivolta dei medici di famiglia «Ci trattano come concorrenti» VENEZIA
I soldi non c’entrano, è una questione di rispetto. I medici di famiglia veneti minacciano di sfilarsi dalla campagna di vaccinazioni. Un rischio che fa il paio con la profilassi in farmacia ancora non pervenuta, nonostante i continui proclami. E allora il piano presentato in pompa magna giusto tre giorni fa, in Veneto, dal generale Figliuolo rischia di crollare ancor prima di vedere la luce. I primi ad alzare la voce, in tempi non sospetti, erano stati i medici di base di Treviso. Ieri la questione è deflagrata a Padova, dove i camici bianchi della Fimmg se ne sono andati sbattendo la porta: «Garantiremo solo richiami,
In Veneto sono state somministrate venerdì 44.726 dosi di vaccino anti-Covid , mai così tante dall'inizio della campagna in una sola giornata. Il totale dallo scorso dicembre sale così a 2.246.558, pari al 91,9% delle forniture ricevute. Lo riferisce il report della Regione. I veneti che hanno già completato il ciclo con richiami sono 649.393, il 13,3% della popolazione. Sono invece 1.565.700 (32,1%) quelli che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino. Per fasce d’età, ha ricevuto almeno una dose il 97,3% degli ultraottantenni, l’83,2% degli over 70, il 67,2% degli over 60 e un quarto degli over 50. Venerdì è partita poi la prenotazione per gli over 40: le chiamate sono state 208.990: pure questo un dato record.
vaccinazioni a domicilio e prenotazioni già fatte». È meno perentorio il presidente regionale Maurizio Scassola, ma solo perché la sua posizione gli consente di bilanciare le situazioni delle diverse Usl: «In alcune ci sono condizioni molto pesanti, in altre meno. Ma il tema riguarda tutto il Veneto». Ed è fondamentalmente uno: «L’impossibilità per i colleghi di fare una programmazione anche solo settimanale. Ci vengono promessi vaccini che non arrivano. Giusto oggi, una medicina di gruppo ha dovuto disdire 350 appuntamenti, per la mancata consegna delle dosi attese. Solo nell’Usl 3 veneziana, i medici possono sapere tramite il portale quanti tra i loro pazien-
L’hub vaccinale in Fiera a Padova: Regione accusata di tenersi i vaccini
vaccinazione, vengono cancellati automaticamente dalle due liste, per età e per categoria». Ma a preoccupare non è solo l’elevata non adesione tra i fragili, ma anche tra gli anziani “meno anziani”. In sintesi, i settantenni, tra cui la percentuale di copertura è ferma a 83,2%, vale a dire ben 14 punti percentuale in meno rispetto agli ultraottantenni, tra i quali la disponibilità alla profilassi è stata plebiscitaria. «Ma è solo perché abbiamo ini-
ziato a vaccinarli dopo. Sono sicuro che, terminata la campagna, anche tra i settantenni l’adesione sarà altissima» rassicura Bramezza. «Non è una generazione di “no vax” e il “digital divide” non c’entra. Anche perché stiamo ricevendo l’aiuto prezioso di medici di famiglia, comuni e associazioni di categoria. In questo modo, prenotare è semplice per tutti, anche per chi non sa utilizzare il computer». —
ti hanno prenotato la seduta nell’hub aziendale. Altrove, i colleghi non fanno altro che rincorrere le persone con le telefonate, per poi sentirsi dire: “Abbiamo già fatto, grazie”. C’è un accordo regionale che prevede modelli molto precisi di organizzazione, ma ci sono aziende, in giro per il Veneto, che non stano rispettando questo accordo, cercando di accentrare tutto negli hub aziendali. Non vogliamo sfilarci e crediamo ci siano margini di recupero, ma pretendiamo al più presto un incontro con la Regione. Senza risposte chiare, prenderemo eventualmente le decisioni più drastiche, compresa la possibilità di abbandonare la profilassi, extrema ratio a cui non voglio neanche pensare». Il programma vaccinale, nell’immaginario iniziale, doveva essere un mosaico dalle tante tessere. Nel concreto, si è trasformato in un “tutti contro tutti”. Solo la settimana scorsa, i medici aderenti allo Snami si erano scagliati contro la profilassi in farmacia, valutando i farmacisti incompeten-
ti per la redazione dell’anamnesi. Ora lo scontro si inserisce in un nuovo binario e vede fronteggiarsi medici di famiglia e aziende sanitarie. I primi dipendono dalle seconde negli approvvigionamenti. Le seconde macinano iniezioni, pur non avendo ancora raggiunto la potenzialità massima. E, forse per questo, tengono per sé i vaccini. «Le aziende sanitarie vogliono dare precedenza agli hub, con cui non vogliamo entrare in competizione. Ma siamo stanchi di trascorrere le giornate rincorrendo i pazienti, pretendiamo rispetto. Si è voluto accelerare con le coorti anagrafiche, almeno ci sia consentito subito di vaccinare i quarantenni, altrimenti rischiamo di rimanere al palo ancora. Quando ci sono stati dati i vaccini, abbiamo dimostrato quanto possa essere prezioso il nostro aiuto, con numeri pari se non superiori a quelli forniti dagli hub. Non siamo più disposti a mandar giù» conclude Scassola. —
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IL SINDACO: «LA TECNOLOGIA È FONDAMENTALE MA È INDISPENSABILE LA COLLABORAZIONE DEI CITTADINI»
Abano Selvazzano
Domenica 16 Maggio 2021 www.gazzettino.it
padova@gazzettino.it
Polizia locale: tutta la città sotto gli occhi elettronici
Il Parco Colli nel patrimonio del mondo `Si costruisce il dossier gnificativo di simbiosi fra l’am-
diretto a Ministero dei Beni Culturali e Unesco COLLI EUGANEI
Nuove strumentazioni in sala operativa le telecamere presto saranno settanta `
ABANO Su due grandi monitor arrivano le immagini in diretta, e in alta risoluzione, che 38 nuove telecamere di ultima generazione per la videosorveglianza riprendono nel centro città e nei quartieri. Non è un ambiente grande, ma la sala operativa allestita nella sede della Polizia locale è certamente il cuore di un sistema di videocontrollo che l’amministrazione negli ultimi anni ha voluto implementare e aggiornare. Sui monitor infatti confluiscono anche le immagini di 20 apparecchiature di precedente generazione alle quali si aggiungeranno quelle di altre 12 apparecchiature nuovissime in funzione già nelle prossime settimane. Quando sarà al gran completo il sistema di videosorveglienza di Abano conterà 70 videocamere. Non poche. «Ora abbiamo una centrale operativa unica che controlla tutte le postazioni di videosorveglianza che abbiamo nel nostro territorio. Qui arrivano anche i dati delle apparecchiature foto trappola e dei varchi per la lettura targhe - ha detto il sindaco Federico Barbierato - ma tutto non può dipendere dalla sola tecnologia. Indispensabile è la collaborazione dei cittadini e le loro segnalazioni. Non abbiamo operatori davanti ai monitor 24 ore su 24 sette giorni alla settimana, per cui le segnalazioni che ci arrivano dai cittadini possono essere decisive per individuare nelle registrazioni video fatti e particolari utili alle indagini». È proprio grazie a queste segnalazioni, ad esem-
pio, che sono state individuate persona che lasciavano a terra in prossimità di isole ecologiche ogni genere di rifiuto.
ALTA RISOLUZIONE «L’alta risoluzione delle nuove videocamere - ha spiegato il comandate della Polizia locale Francesca Aufiero - consente di zoomare su dettagli e di avere immagini di una qualità che può consentire una identificazione. Questo anche di notte, perché la tecnologia delle apparecchiature lo permette». Le nuove videocamere sono state istallate anche su impianti preesistenti in modo da offrire una possibilità di controllo a 360 gradi, mentre prima era unidirezionale. Gli agenti della Polizia locale sul territorio sono dotati di tablet che si collegano al sistema di videosorveglianza in modo da poter verificare in diretta cosa sta accadendo. Sugli stessi arrivano anche le notifiche delle auto prive di assicurazione o non sottoposte a revisione che transitano sotto i varchi per la lettura tughe. «Se abbiamo una pattuglia nei pressi può anche intervenire in questi casi che rappresentano veri pericoli per la sicurezza della circolazione - spiega il comandante Aufiero -, non possiamo invece filtrare i dati di questo tipo di violazione e sanzionare i possessori dei mezzi». La possibilità di videosorvergliare i quartieri e i parchi e ammodernare diversi impianti esistenti si deve a un progetto da 185 mila uro che ha ottenuto un contributo del Ministro dell’Interno di 55 mila euro. Alessandro Mantovani © RIPRODUZIONE RISERVATA
SICUREZZA Nella sede della Polizia locale la sala operativa mantiene sotto controllo l’intera città
Lavori, viabilità modificata SELVAZZANO Lavori in corso in alcune vie del territorio dove è stato necessario modificare temporaneamente la viabilità fino al 28 maggio. Ad interessare le vie Monte Santo, Puccini e Mascagni sono alcuni per lavori di riparare una condotta fognaria nera e per la chiusura di una voragine. I lavori prevedono la chiusura dell’incrocio fra via Monte Santo e via Puccini dove è stato istituito un divieto di transito, esclusi i residenti e i frontisti su via Puccini con l’istituzione del divieto di sosta e fermata per il solo tratto di via Puccini per una lunghezza di 50 metri a partire dall’incrocio con via
Monte Santo, con rimozione forzata in ambo i lati. C’è poi l’istituzione di un divieto di transito escluso residenti e frontisti sul tratto di via Monte Santo a partire dall’intersezione con via Scapacchiò e fino all’intersezione con via Puccini, e anche qui l’istituzione del divieto di sosta e fermata per il solo tratto di via monte santo per una lunghezza di 50 metri a partire dall’incrocio con via Puccini in direzione via Scapacchiò con rimozione forzata in ambo i lati. E’ stato anche istituito un percorso alternativo di accesso al cimitero e alle proprietà poste in via Monte Santo oltre l’incrocio con via Puccini percorrendo via Mascagni. Ba.T. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Due strade da percorrere, ma destinate entrambe alla stessa mèta, ossia quella di qualificare il Parco dei Colli Euganei come patrimonio dell’Unesco. E’ questo l’obiettivo già in cantiere per l’Ente di Tutela, deciso a sollecitare ora le autorità regionali e quelle governative per rendere l’ambiente euganeo riconosciuto a livello internazionale. «È un lavoro che ci vede impegnati da almeno tre anni – spiega il vicepresidente dell’Ente Parco – Antonio Scarabello – e che consiste nel valorizzare in toto l’ambiente euganeo nella sue peculiarità ambientali, storiche ed architettoniche che ne fanno un contesto unico a livello internazionale. Ma esiste anche una seconda strada per qualificare i Colli Euganei come patrimonio mondiale. Ed è quella che passa per il riconoscimento del territorio euganeo come ambito specifico della biosfera, ai sensi di programma intergovernativo avviato dall’Unesco nel 1971 proprio per promuovere su base scientifica un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente». Le Autorità del Parco, vogliono ora far discutere il progetto all’interno della Consulta dell’Ente di Tutela di cui fanno parte le molteplici associazioni ambientaliste del territorio. Una volta scelta la strada più appropriata per puntare al riconoscimento dell’Unesco, toccherà alle autorità governative percorrerla. A porre già l’obiettivo già sulla rampa di lancio sono diversi esponenti del Consiglio regionale collocati all’interno della Lista “Zaia Presidente”. «L’ecosistema dei Colli è un “unicum” che va tutelato e promosso – ha spiegato infatti la consigliera Elisa Cavinato – perché costituisce un esempio si-
biente e l’attività umana che da sempre lo caratterizza». A livello regionale sono quindi già in atto incontri fra l’Assessore ai Beni Ambientali, Cristiano Corazzari ed i dirigenti dell’Area Programmazione e Sviluppo strategico per far decollare il progetto. «La Regione – ha spiegato il consigliere regionale Giulio Centenaro – ha intenzione di promuovere la creazione di comitati scientifici con l’idea di dare risalto e conoscenza alle peculiarità non solo dei Colli Euganei, ma anche della zona della Valpolicella e dei Berici nel territorio regionale. Da questa spinta “dal basso”, che vede il coinvolgimento dei comuni e delle associazioni locali, nascerà finalmente il dossier destinato al Ministero dei Beni Culturali e all’Unesco per ufficializzare la candidatura». Lucio Piva © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ENTE DI TUTELA SOLLECITA LE AUTORITÀ REGIONALI E QUELLE GOVERNATIVE PER RENDERE L’AMBIENTE COLLINARE RICONOSCIUTO A LIVELLO INTERNAZIONALE
NELLA SEDE Il vice presidente Scarabello con Elisa Cavinato
Conoscere gli scorci inediti degli Euganei: sette sentieri ripristinati volon, un progetto di valorizzazione dei sette sentieri dei Colli Euganei già noti, che si è avvalso anche dell’esperienza del Club Alpino di Padova che ha collaborato in questi mesi per l’installazione della giusta segnaletica verticale e orizzontale. Si tratta di sentieri che negli anni sono diventati noti e molto frequentati dal turismo più familiare spinto dalla voglia di intraprendere una
ROVOLON Un fine settimana per conoscere i sette nuovi sentieri del Colli Euganei restaurati di recente. Cartina illustrativa alla mano e via alla scoperta del territorio di Rovolon anche attraverso questi nuovi percorsi che permettono di conoscere “da vicino” alcuni scorci inediti del parco dei Colli Euganei. Un programma di escursioni che, condizioni meteo permettendo, hanno permesso di prendere confidenza con questa novità, attraverso camminate sportive, escursioni naturalistiche e per famiglie, adatte anche ai passeggini, e camminate enogastronomiche. Evento che ha inaugurato la novità dei sette sentieri di Ro-
LE INIZIATIVE Trasformata anche la pagina Facebook del Comune dove si possono trovare i nuovi sentieri e tutte le novità di Rovolon
VALORIZZAZIONE E RILANCIO DEL TURISMO TRA PASSEGGIATE ED ENOGASTRONOMIA, CONTRIBUTO DEL CLUB ALPINO ITALIANO
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passeggiata non impegnativa nel proprio territorio. Il progetto di valorizzazione di questi percorsi naturalistici da parte dell’amministrazione comunale, che ha visto impegnati l’assessore alla Promozione del Territorio Francesca Callegaro e l’assessore al Lavori Pubblici Davide Cristofanon, è stato realizzato in collaborazione con Veneto Agricoltura e l’Ente Parco Colli. Una novità che si aggiunge alle iniziative Ed è anche questa novità dei sette sentieri una delle iniziative che spinge l’amministrazione a potenziare il rilancio del turismo locale. Nei giorni scorsi si è tenuto un incontro con gli operatori del settore organizzato dal Comune presentare il progetto
di rilancio del turismo a Rovolon. E oggi sarà inaugurato anche il nuovo punto per le informazioni turistiche in piazza a Bastia che sarà operativo poi, per tutte le domeniche, per fornire informazioni ai turisti non solo per i sentieri ma anche per tutte le attività ed eventi turistici di Rovolon e di tutti i Comuni dei Colli che fanno parte e della destinazione turistica OGD Terme e Colli Euganei. Con l’occasione viene anche trasformata la pagina Facebook di Rovolonexpo in una pagina più ampia e ricca di informazioni turistiche ed eventi. La pagina è stata significativamente chiamata “Rovolon Turismo”. Barbara Turetta © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Conegliano
IL COMMISSARIO Roccoberton: «Si inquadra perfettamente nel piano strategico per la valorizzazione del ricchissimo patrimonio naturale e culturale che le colline rappresentano»
Domenica 16 Maggio 2021 www.gazzettino.it
treviso@gazzettino.it
CONEGLIANO Nessuno è voluto mancare ieri all’apertura del Sentiero della Porta del Soccorso - battezzato così perché conduce all’antico accesso al Castello di Conegliano da nord - il primo ufficialmente inaugurato tra i percorsi delle Colline Unesco. Il compimento del nuovo tratto percorribile a piedi da via dei Pascoli, all’altezza di Villa Canello, è il frutto dell’impegno dell’Associazione Nazionale Alpini e in particolare dei Gruppi Ogliano e Medaglia d’Oro Maset che lo hanno realizzato. Il loro impegno al servizio della comunità, affrontato nonostante le difficoltà del terreno impervio e dei ritardi dovuti alla pandemia, permette da oggi, dopo tre anni di lavoro, di poter usufruire di questo cammino culturale e naturalistico, vanto per la città e originale attrattiva per chi vorrà conoscere meglio questi territori.
Inaugurato in città il cammino Unesco Taglio del nastro per il percorso che ` Applausi agli Alpini che l’hanno creato conduce all’antico accesso al Castello in tre anni di lavoro: «Vanto del territorio» `
LE AUTORITÀ «Il nuovo Sentiero della Porta
TRA I PRESENTI LA PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE UNESCO MONTEDORO E IL CONSIGLIERE REGIONALE VILLANOVA
L’EVENTO Il commissario Roccoberton inaugura il primo sentiero dell’Unesco
Grida e vetri rotti al Biscione intervengono i carabinieri CONEGLIANO Grida, schiamazzi, bottiglie rotte per terra. Il tutto nel mezzo di decine di persone e moltissimi giovani che ieri nel primo pomeriggio erano affollati al Biscione. Chi all’uscita di scuola, in attesa di salire su pullman e corriere per fare rientro a casa. Chi appena arrivato in città per passare un pomeriggio in compagnia. Tra loro però non mancavano neanche alcuni volti noti della zona stazione, un gruppo di ragazzi ventenni che staziona abitualmente nell’area e che ieri, visto l’atteggiamento particolarmente molesto, ha richiesto l’intervento di una pattuglia dei carabinieri che ha proceduto a identificarli tutti.
IL CONTROLLO Il controllo è scattato poco dopo le 14. Alcune pattuglie erano impegnate sulle strade per i quotidiani monitoraggi, anche in ambito del rispetto delle norme anti Covid. Transitando nella zona del Biscione, il terminal degli autobus, i militari hanno notato il capannello di ragazzi. Volti già ben noti alle forze dell’ordine della cittadina, dal momento
IDENTIFICATI QUATTRO GIOVANI PREGIUDICATI. ANCHE TRA VIA ONGARO E CALLE SCOTO SONO STATE LANCIATE A TERRA DELLE BOTTIGLIE
che nonostante la giovane età hanno tutti diversi precedenti penali alle spalle. Quattro di loro in particolare erano piuttosto su di giri. Incuranti della presenza di molte altre persone, hanno rotto alcune bottiglie di vetro spargendo i cocci a terra e hanno continuato a gridare e infastidire i passanti. Italiani di origine straniera, sono stati inviatati dai carabinieri ad abbassare i toni e a calmarsi, dopo di che sono stati tutti identificati. Al momento nei loro confronti non sono scattate multe né denunce.
CONEGLIANO
Piano industriale da 60 milioni di euro
La Lega lancia un sasso nello stagno del centrodestra: «Il modello delle liste civiche è superato dalla nostra forza aggregante». Forza Conegliano replica annunciando che manterrà la propria identità, Conegliano in movimento (vicina a Forza Italia) invece preannuncia la nascita di «un nuovo contenitore in cui confluiranno forze civiche e partitiche». La frase è passata quasi inosservata, perché erano i giorni della scorsa settimana in cui lo stato maggiore leghista replicava al vice presidente di Forza Italia Antonio Tajani, che incontrando i militanti azzurri in città annunciò che il candidato del partito alle elezioni comunali d’autunno sarà Fabio Chies. Dalla Lega replicarono, suggerendo di evitare «fughe in avanti», il coordinatore regionale Alberto Stefani, il commissario provinciale Gianangelo Bof e quello coneglianese Roberto Bet, che oltre a invitare «tutti a fare un passo indietro per l’unità del centrodestra» si è rivolto anche «agli esponenti politici locali che non hanno
Quello al Biscione non è tuttavia stato l’unico episodio simile verificatosi ieri a Conegliano. Sempre nel pomeriggio un’altra comitiva composta da ragazzi e ragazze si è spostata a più riprese tra via Ongaro e calle Scoto de Scoti, dove sono state trovate diverse bottiglie di vetro lanciate a terra proprio dal gruppetto e andate in frantumi lungo la strada. I giovani, richiamati anche da alcuni passanti e residenti, sono poi scappati a piedi in direzione del castello. La cittadina è ancora scossa dopo la violentissima rissa scoppiata due settimane fa in piazza Cima, dove un gruppo di undici ventenni kosovari ha aggredito a sprangate e massacrato di colpi alcuni coetanei macedoni, che erano seduti nel plateatico del Caffè al Teatro. Ingenti furono i danni e ancor più le polemiche che ne seguirono. Il gruppo dei picchiatori è poi stato interamente identificato dalla polizia nei giorni scorsi. Serena De Salvador © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Le parole più sentite sono state quelle del capogruppo Alpini Ogliano Marcello Silvestrin che, a nome delle due sezioni, ha ricordato i valori trasmessi dagli anziani, i loro sacrifici anche nell’affrontare le guerre e il fatto che non si siano mai accasciati su loro stessi: «Ci hanno lasciato la cultura del territorio e l’educazione civica – e ha aggiunto – noi lo consegniamo e speriamo non diventi un’oasi in mezzo alla sterpaglia. Bisogna rimboccarsi le maniche e amare il proprio paese». Ha espresso soddisfazione, a latere, Gianfranco Losego, che dai tempi del progetto di valorizzazione del Parco del Castello ha animato il comitato spontaneo, cercando di mantenere sempre alta l’attenzione sul compimento dell’opera. Grande apprezzamento anche dall’ex sindaco Fabio Chies, che ha voluto ringraziare gli Alpini sottolineandone il generoso impegno. Il percorso è parte di un itinerario urbano di 2,9 km della durata di 1h30 che permette di fare il giro delle antiche mura ed è il primo ufficializzato anche nella grafica con la cartellonistica Corporate Identity dell’Unesco. In tutto sono 420 i km dei sentieri tracciati nelle Colline del Prosecco Conegliano Valdobbiadene, a cui si aggiungono i 52 del Cammino, coinvolgendo 29 comuni. Chiara Dall’Armellina © RIPRODUZIONE RISERVATA
DIVERSE ANIME A sinistra Pierluigi Damian (Conegliano in movimento) e Claudio Toppan (Forza Conegliano)
Piave Servizi
(pdc) Piave Servizi, ok al nuovo piano industriale: nel prossimo triennio saranno investiti quasi 60 milioni di euro. «I numeri confermano che la nostra è una realtà in continua evoluzione – spiega il presidente, Alessandro Bonet – Il trend dei nostri investimenti è in aumento. Questo è il periodo del cambiamento: possiamo subirlo, gestirlo, oppure viverlo come un’opportunità. Abbiamo scelto la terza opzione, sviluppando un piano che si potesse focalizzare su progetti di miglioramento organizzativo. Lo faremo semplificando la struttura, implementando la collaborazione e la flessibilità, e presidiando il processo di erogazione del valore». Il Piano stabilisce quattro obiettivi principali. «Mettiamo la soddisfazione del cittadino al primo posto e per questo vogliamo operare nell’ottica di contenere le tariffe - continua Bonet migliorare l’efficacia e la qualità del servizio, e posizionare l’azienda nel territorio. In questo senso, dunque, diventa necessario implementare l’efficienza della struttura».
LE LAMENTELE
(NuoveTecniche/DA RE)
del Soccorso costituisce un’iniziativa fortemente voluta dalle amministrazioni che mi hanno preceduto – ha detto nel suo discorso il commissario prefettizio Antonello Roccoberton – anche in momenti storici antecedenti l’importante riconoscimento. Si inquadra perfettamente nel piano strategico per la valorizzazione del ricchissimo patrimonio naturale e culturale che le colline rappresentano e Conegliano, immersa in queste terre, è uno scrigno di bellezze architettoniche e artistiche». Alla cerimonia sono intervenuti anche Aberto Villanova consigliere regionale, Marina Montedoro, presidente dell’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco, Giovanni Carraro, promotore di questi itinerari, Gino Dorigo, presidente della sezione Ana di Conegliano e il parroco del Duomo don Bruno Daniel. Il presidente della Regione Luca Zaia ha inviato una lettera con i ringraziamenti agli Alpini volontari.
LE PENNE NERE
DAMIAN ANTICIPA L’IDEA SU CUI SI STA LAVORANDO MA FORZA CONEGLIANO SI SFILA: «MANTENIAMO LA NOSTRA IDENTITÀ»
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L’idea nel centrodestra «Un contenitore popolare per liste civiche e partiti» più simboli di partito» perché «dobbiamo riflettere sul fatto che il modello delle civiche è ormai superato dalla forza aggregante della Lega che vede in Zaia il modello di governo da replicare anche a Conegliano». In precedenza, Bof chiarì che il candidato sindaco del centrodestra, vista l’importanza della città, non sarà deciso a Conegliano e forse nemmeno a Treviso bensì a Venezia (c’è chi dice perfino Roma). Che ruolo avranno allora le civiche? Dopo lo strappo dei Popolari, decisivi per la caduta di Chies e dei quali si attendono le mosse, l’ex vicesindaco Claudio Toppan conferma che la sua Forza Conegliano «sarà presente alle elezioni comunali». Con Chies, “candidato” da Tajani in persona? «Stiamo con il centrodestra – risponde sibillino Toppan – vorremmo essere parte attiva nella definizione di una coalizione, di un
programma e, come terzo passaggio, di un sindaco». Anche Toppan muove le acque, annunciando che «non è escluso che Forza Conegliano presenti qualche candidatura a sindaco nel tavolo della coalizione. Le parole di Bet? Noi continueremo ad essere una civica e a mantenere la nostra identità». Diverso sembra il destino di “Conegliano in movimento”, civica che nell’ultima consiliatura fu rappresentata da Enzo Perin. «Stiamo lavorando, vicini a Forza Italia, per proporre una lista partecipata e in grado di mobilitare i coneglianesi» spiega il coordinatore Pierluigi Damian. In quali termini? «Il nostro progetto è un grande contenitore popolare, liberale e cattolico nel quale confluire insieme ad altri movimenti civici e partiti. Per ora non posso dire di più». Luca Anzanello © RIPRODUZIONE RISERVATA
II
Primo Piano
Domenica 16 Maggio 2021 www.gazzettino.it
I no vax e la ripartenza IL COLLOQUIO BELLUNO «Il direttore generale dell’Ulss Dolomiti ha il dovere di sospenderli fino alla fine della pandemia». Non usa giri di parole Francesco Noce, presidente della Federazione regionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri del Veneto, riguardo al personale sanitario bellunese che non si è vaccinato e che ha presentato un ricorso al Tribunale del lavoro di Belluno. Noce è il primo a rompere il silenzio sulla questione dei sanitari contrari al vaccino. E il motivo è semplice: tra i 62 ricorrenti ci sono 52 dipendenti dell’Ulss Dolomiti, tra cui il primario di Medicina Nucleare Sergio Bissoli, la dottoressa Federica Zanatta di Cure Palliative a Feltre e il dottor Cosimo Damiano Smiraglia, dirigente sanitario in Psichiatria a Feltre. Una situazione che ha messo in imbarazzo la sanità bellunese. E non solo.
Presidente, in questo secondo ricorso ci sono tre medici, tra cui un primario. Cosa ne pensa? «Credo debbano essere valutare le singole posizioni. Magari hanno patologie importanti che impediscono la somministrazione del vaccino». Nella premessa del ricorso si legge che tutti “hanno scelto di rifiutare la somministrazione del vaccino “Pfizer-BioNTech covid-19”, facoltà di scelta fra l’altro implicita nella richiesta di sottoscrivere un consenso informato”. «Questo non è un modo di comportarsi da medici, pensando anche che possono contagiare i malati nel caso in cui dovessero risultare positivi. Significa venir meno al giuramento di Ippocrate». Dicono anche che “Non hanno intenzione di vaccinarsi nemmeno nel prossimo futuro, fermo restando che non è dato sapere quale vaccino verrà loro “offerto” nel periodo post decreto”. «È una scusa banale. Intanto al personale sanitario viene somministrato Pfizer, o al limite Moderna. E poi tutto il mondo scientifico è impegnato nella vaccinazione e ci ha messo la faccia, dall’immunologo Fauci agli altri scienziati». Come valuta quindi il medico che non ha patologie e che si rifiuta di eseguire il vaccino? «La sua è una posizione anti-deontologica e anti-scientifica. Va contro il nostro giuramento. Il direttore generale
IL RICORSO Un primario e due dirigenti puntano il dito contro l’Ulss che li obbliga a farsi vaccinare per poter continuare a lavorare
(Archivio)
L’Ordine è inflessibile: «L’Ulss deve sospenderli» Il presidente veneto, Noce: «Posizioni anti-deontologiche e anti-scientifiche contrarie al giuramento. Se mancherà personale in qualche modo ce la faremo»
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casa, deve essere sospeso. Anche se questo comporterà una carenza di personale sanitario ma in qualche modo faremo».
dell’Ulss Dolomiti ha il dovere di comunicarlo all’Ordine di iscrizione per capire quali provvedimenti si possono prendere».
Il decreto, in realtà, prevede anche la possibilità di spostarli di mansione. Ma sarebbe possibile? «Fosse un impiegato lo si potrebbe mettere in uno stanzino ma il ragionamento non regge nemmeno in questo caso. Il medico ha a che fare con il malato. Se prende il virus poi lo porta ovunque perché gira tra i reparti, tocca, etc. Poi in ambiente sanitario la questione è delicata. Non ci sono giovani che magari la prendono e la superano senza grosse difficoltà. Qui parliamo di persone fragili, anziani, malati».
Aggiungiamo, inoltre, che la campagna vaccinale è iniziata quasi 5 mesi fa. Non c’era il tempo per sciogliere ogni dubbio? «I medici hanno iniziato a vaccinarsi a dicembre. Da me sono tutti vaccinati con le seconde dosi. Chi non vuole se ne sta a
«NON È UN MODO DI COMPORTARSI DA MEDICI, DEVONO SAPERE CHE POSSONO CONTAGIARE»
PRESIDENTE Il dottor Francesco Noce guida la federazione degli ordini dei medici del Veneto
Lei come spiega questo atteggiamento contrario al vacci-
Le prime pronunce: «Il trattamento preserva la salute» L’ALTRO RICORSO BELLUNO Sono soddisfatte, le case di riposo Sersa srl e Sedico Servizi, riguardo alle motivazioni con cui il giudice di Belluno ha rigettato il reclamo dei 7 oss contrari al vaccino anti-covid: «Ora attendiamo con fiducia la conversione del decreto legge 44 del 2021 in legge ordinaria». È un punto, questo, che era stato sollevato anche dai ricorrenti. La loro obiezione era più o meno questa: perché dovremmo vaccinarci quando il decreto potrebbe non essere convertito in legge? Ma il tribunale di Belluno è stato chiaro: «La fonte normativa in oggetto – si legge nell’ordinanza – è atto con forza di legge, la cui portata precettiva è pertanto immediata e contestuale alla sua entra-
ta in vigore; ai fini del presente procedimento cautelare dev’essere valutata la normativa in attualità vigente e, pertanto, la forza normativa del decreto legge non può essere esclusa in considerazione della sola eventualità che il medesimo non sia convertito».
UN PASSO INDIETRO Attraverso il reclamo, i sette operatori socio-sanitari contestavano l’ordinanza del 19 marzo scorso. Quella firmata dal giudice del lavoro Anna Travia che, spiega l’amministratore unico di Sersa Paolo Santesso, «rispondeva alla loro richiesta di dichiarare il diritto dei ricorrenti, che in quel caso erano 10, di scegliere liberamente di vaccinarsi o meno senza che ciò comportasse il loro collocamento in permessi o ferie
forzate o la loro sospensione dal lavoro». Il giudice aveva fatto leva sull’articolo 2087 del Codice civile per il quale l’imprenditore è tenuto ad adottare le misure che secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica sono necessarie a tutelare l’integrità fisica dei lavoratori. «In questo secondo giudizio – continua Santesso –assistiamo a un nuovo rigetto delle richieste dei ricorrenti. Il tribunale non torna sull’intreccio tra articolo 2087 del Codice civile e articolo 32 della Costituzione (“Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”, ndr)». Ma rileva semplicemente l’inammissibilità del reclamo ritenendo la questione superata dalle previsioni del decreto legge 44 che prevede l’obbligatorietà del-
la vaccinazione anti-covid per il personale di interesse sanitario. Come appunto gli oss che hanno presentato il ricorso.
DESTINO SEGNATO
SODDISFATTO Paolo Santesso casa di riposo Gaggia Lante di Belluno
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Per quanto riguarda i dipendenti di Sersa, la struttura li aveva già lasciati a casa senza retribuzione. Mentre quelli di Sedico Servizi sono in ferie e ci rimarranno finché non esauriranno i giorni a disposizioni. Dopo di che saranno sospesi anche loro. «È significativo sottolineare il punto – conclude Santesso – in cui il Tribunale dichiara che il diritto alla salute dei soggetti fragili viene prima della libertà, relativa agli operatori sanitari, di decidere se vaccinarsi o meno». L’avvocato Andrea Colle aveva infatti sollevato la questione riguardante la legittimità del decreto, a
suo parere in contrasto con l’articolo 32 della Costituzione. Il collegio ha richiamato alcune sentenze della Corte Costituzionale secondo le quali non c’è alcuna incompatibilità «laddove il trattamento è diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri». Inoltre è da ritenersi prevalente, sulla libertà di chi non intende sottoporsi alla vaccinazione anti-covid-19, «il diritto alla salute dei soggetti fragili che entrano in contatto con gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario in quanto bisognosi di cure e, più in generale, il diritto alla salute della collettività, nell’ambito della perdurante emergenza sanitaria». DP © RIPRODUZIONE RISERVATA
III
Primo Piano
Domenica 16 Maggio 2021 www.gazzettino.it
Inverno senza turismo: sale a 61 milioni il fondo per aiutare il settore L’annuncio del senatore Saviane: «Il decreto è approvato anche se non conosciamo le tempistiche di erogazione»
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PASSAGGIO IMPORTANTE
LO STANZIAMENTO BELLUNO Sui 700 milioni dal Governo stanziati per la montagna attraverso il Decreto Sostegni in fase di conversione alla Camera, 61 milioni arriveranno al Veneto. «Considerata la pressoché totale montuosità della provincia di Belluno, va da sé che una buona parte arriveranno in provincia». Ad annunciarlo è il senatore bellunese della Lega Paolo Saviane, soddisfatto per il risultato ottenuto dopo tanti sforzi. «Come aveva promesso il leader Matteo Salvini, con il nuovo Governo c’è stato un cambio di passo e la montagna, bistrattata con Conte, oggi ha avuto la sua rivincita – prosegue il senatore -, questo grazie all’impegno di Salvini, del ministro Massimo Garavaglia e di tanti membri del partito».
Saviane è ottimista, si spinge a parlare di una ripartenza epocale per la montagna veneta e bellunese in particolare, grazie alla possibilità di mantenere, ora, i posti di lavoro e di guardare alla stagione in arrivo con speranza. I numeri della disoccupazione, i peggiori in Veneto, spaventano ma toccato il fondo inizia la risalita che, questa volta, può contare sull’appoggio del Governo. «I dati diffusi dalla Bussola della regione Veneto parlano chiaro – prosegue Saviane -: nel nostro territorio sono andati persi 494 posti di lavoro nei primi quattro mesi dell’anno, siamo la provincia che sta risentendo maggior-
TURISMO
IL NODO RIPARTIZIONE
L’OSPEDALE DI BELLUNO Il primario e i due dirigenti medici lavorano all’Ulss di Belluno che al momento non ha preso alcun provvedimento nei loro confronti. I tre (assieme ad una lunga lista di colleghi, nel frattempo, hanno avviato un azione legale contro il datore di lavoro.
no anti-covid? «Non lo capisco, non riesco a immedesimarmi in questa cosa. Per noi è un dovere morale e deontologico. È intollerabile che un medico si comporti così». Anche perché, da questo punto di vista, avete delle norme precise, non è così? «Certo. Queste posizioni non fanno della deontologia medica e siccome bisogna seguirla e rispettarla, se qualcuno non lo fa è soggetto alle sanzione. Ripeto: è bene che il direttore generale informi gli ordini di appartenenza». Davide Piol © RIPRODUZIONE RISERVATA
«QUESTE POSIZIONI NON FANNO PARTE DELLA DEONTOLOGIA MEDICA. IL DG INFORMI GLI ORDINI DI APPARTENENZA»
Il bollettino
Sei i nuovi positivi, ieri un decesso Scende a 337 il numero delle persone attualmente positive in provincia di Belluno, sei quelle che si sono aggiunte ieri, individuate grazie al tampone. Altre 17 persone sono ricoverate tra gli ospedali di Feltre e di Belluno. L’unico ospedale di comunità aperto in provincia è proprio Feltre: sette i pazienti ricoverati. Numeri ben diversi rispetto a quelli della seconda, e anche della terza ondata pandemica. Ieri, però, c’è stato il decesso di un paziente di 76 anni: era ricoverato nel reparto di Malattie Infettive all’ospedale di Belluno. Intanto prosegue a passo spedito la campagna vaccinale: sia attraverso le strutture dell’Ulss Dolomiti che attraverso le sedute
organizzate dai Medici di Famiglia (venerdì ad Auronzo, ieri a Lamon e Rocca Pietore oggi a Cencenighe e martedì a Fonzaso). In totale in provincia di Belluno i vaccini somministrati dall’inizio di dicembre sono 105mila 340. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ancora non è nota quale sarà la ripartizione del fondo tra le province del Veneto, il tesoretto sarà erogato direttamente dal Ministero una volta stabiliti gli importi. Si sa, però, che 32 milioni 830 mila euro andranno agli impianti di risalita su un totale di 430 milioni previsti a livello nazionale; il contributo è stato stabilito nella misura del 70% dell’importo corrispondente alla media dei ricavi ottenuti dalla vendita dei biglietti negli anni 2017 – 2019. Al Collegio regionale del Veneto dei maestri di sci andranno complessivi 3 milioni 386 mila, che verranno ripartiti su 1291 professionisti iscritti mentre per le imprese turistiche danneggiate dai divieti e ubicate nei territori dei comprensori sono previsti complessivi 24 milioni 774 mila euro. «Non conosciamo con certezza le tempistiche dell’erogazione – conclude Saviane -, ma il decreto è stato approvato e ora siamo solo in attesa che i tecnici del Governo formalizzino lo stanziamento. Ricordiamo poi che nel Sostegni Bis sono previsti altri 100 milioni di euro in sostegno alle attività ricettive di montagna, per la cui distribuzione non si guarderà il calo del fatturato ma il totale delle spese fisse sostenute nei mesi di chiusura. Io credo che questi siano davveri buoni segnali, tali da farci intravedere una primavera dopo un lungo e rigido inverno».
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mente della crisi in Veneto e questo proprio per il ruolo fondamentale che riveste il turismo per noi. Unico modo per dare speranza e voglia di crederci ai nostri imprenditori è aiutarli economicamente. Senza benzina per ripartire alle imprese si rischiava di perdere ulteriori posti e così di disperdere un patrimonio professionale costruito e coltivato nel tempo. Le nostre strutture alberghiere e i nostri ristoranti hanno personale altamente formato, in parte già uscito dal settore nei mesi scorsi quando in molti hanno cambiato mestiere non vedendo prospettive certe. Oggi è diverso, con questo Governo il passo è cambiato e ora abbiamo strumenti concreti per evitare il drenaggio di altri lavoratori, fondamentali per la nostra offerta turistica».
SENATORE Paolo Saviane siede a Palazzo Madama (Lega)
Il futuro è in quota, la pandemia sembra aver dato chiari segnali in questa direzione, Saviane è convinto che il turismo d’ora in avanti cambierà modificandosi in base alle rinnovate esigenze. «Si penserà a dotare le strutture ricettive di spazi per chi lavora – conclude – e lo stare in rete sarà ritenuto sempre più importante. Abbiamo acceso un lumino, ora il territorio saprà farne buon uso con quello spirito che contraddistingue noi bellunesi». © RIPRODUZIONE RISERVATA
FLASH MOB In inverno le proteste per chiedere certezze sui ristori
CRONACA 21
L'ARENA Domenica 16 Maggio 2021
SANTA LUCIA EXTRA
DAL CAMPO ALLA TAVOLA Inaugurati 700 metri quadrati all’ex Macello dei Filippini, operativi il sabato e domenica
Mercato coperto Km 0 in città È il primo e va a energia verde
CONSUMI
Veronesi conquistati dalla spesa Campagna Amica, Coldiretti e ForGreen alleati nello spazio a ridosso del centro storico consapevole Il sindaco: «Ripresa di un settore che ha resistito». Il vescovo: «Equità nelle retribuzioni» Paolo Mozzo paolo.mozzo@larena.it
Settecento metri quadra•• ti. E con garanzia verde, per-
ché alimentato da energia rinnovabile da fonte agricola a «chilometri zero». Il primo mercato al coperto di Campagna Amica nel cuore di Verona e sesto nel Veneto, in via Macello, rione Filippini, apre i battenti con tutti i crismi: autorità al gran completo e benedizione da parte del vescovo, Giuseppe Zenti. Completa la geografia locale dei punti vendita «dal produttore al consumatore»: è il dodicesimo in città, cui si sommano i 14 già attivi in provincia. D’ora in poi, il sabato e la domenica, dalle 8 alle 13 le aziende proporranno l’intera filiera dell’agroalimentare, nel senso più ampio. Con l’aggiunta di degustazioni, giornate a tema, laboratori ed iniziative di educazione ambientale dedicate alle scuole. «Un altro segnale di ripresa e soprattutto una giornata importantissima per questa zona della città, che tornerà ad animarsi con il ritorno dei turisti», afferma il sindaco Federico Sboarina. Nastro tagliato, la folla si precipita a verificare «in presenza».
Scommessa Parlamentari di ogni schieramento, il presidente della Provincia, Manuel Scalzotto, consiglieri e rappresentanti delle forze dell’ordine, tutti schierati. Troppo per un mercato? «Offriremo a cittadini e turisti la possibilità di assaggiare ed acquistare le eccellenze agroalimentari del nostro territorio, rafforzando quel patto di qualità con il consumatore nato già vent’anni fa e legato alla salubrità dei prodotti», spiega Daniele Salvagno, presidente di Coldiretti Verona. I grandi parcheggi sono piuttosto vicini e il sindaco usa il verbo «intercettare» riferendosi ai molti turisti (auspicabilmente) in arrivo. La
strategia è chiara e giustifica da sola lo spiegamento di forze per l’inaugurazione.
Verde Il mercato di Campagna Amica «ai Filippini», entrerà nella comunità agroenergetica regionale. Segno distintivo: la produzione e l’impiego di fonti completamente rinnovabili. Anche i trasporti, come le consegne a domicilio, saranno inoltre effettuati con un mezzo a trazione elettrica. Alle spalle c’è l’accordo tra Coldiretti Verona e l’amministratore delegato di ForGreen, Vincenzo Scotti: le imprese agricole associate alla confederazione cedono ad altre ed alle abitazioni dei soci, a prezzo convenzionato, l’energia prodotta. Chiusura del cerchio. Settore «Vetrina di pregio», dice il presidente della Provincia, Manuel Scalzotto. Dietro c’è un comparto che, parole del sindaco, «è stato fondamentale, ha retto in questo disgraziato periodo». Ma che, fa notare il vescovo Zenti, «vive nel rischio, legato all’inclemenza del tempo. E dovrebbe godere di adeguate retribuzioni, almeno pari a quelle della grande distribuzione organizzata». Non è l’unico problema. L’Alta Velocità avanza verso Est, con un corollario di espropri. «Stiamo perfezionando un accordo con i concessionari della linea sulle compensazioni per la tratta Verona - Vicenza», spiega la vicepresidente della Regione, Elisa De Berti. «Non sarà forse al livello di quello relativo alla sezione Ovest ma sicuramente più equo di quanto era stato prospettato». La folla fa le prime prove dirette tra i banchi. «Un sogno che si realizza, come già nelle grandi capitali europee», commenta Franca Castellani, presidente del consorzio di gestione dei mercati «chilometri zero» di Campagna Amica. Fine della cerimonia e inizio della verifica.
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AlcopertoIlmercato diCampagna Amica eColdiretti neglispazi dell’ex Macelloai Filippini FOTO MARCHIORI
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© RIPRODUZIONERISERVATA
Acquisti consapevoli. E precedenza a qualità e salute. Nitidissima la «fotografia» restituita dallo studio «Le scelte di consumo dei veronesi in epoca Covid», promossa da Coldiretti Verona e coordinata da Debora Viviani, ricercatrice del dipartimento di Scienze umane dell'Università scaligera. L’indagine, condotta su 1003 famiglie residenti nel comune di Verona, ha evidenziato come si riponga grande attenzione alla qualità dei prodotti quando si effettuino scelte d’acquisto (43,5 per cento), alla provenienza «made in Italy» (30,7) oltre che all’etichettatura (10,2). Anche le certificazioni, come Dop e Igp, sono ritenute garanzia di qualità per il 76,8 per cento degli intervistati ed il 77,7 ha fiducia nel prodotto «chilometri zero», proprio in virtù della provenienza. La svolta «verde» sta anche nei comportamenti individuali: otto veronesi su 10 (85,9%) hanno ridotto gli sprechi e nove (93,9%) dichiarano di riutilizzare cibo avanzato scaldandolo per il pasto successivo o creare altre ricette. Forte il desiderio di coltivare da sé frutta e verdura o erbe aromatiche: unico limite lo spazio disponibile: il 36 per cento non ne ha a sufficienza. Nella scelta del punto vendita, il 95,7 per cento dei veronesi cerca la qualità dei prodotti, il 95,4 l’attenzione alle regole anti - contagio e il 94,3 il buon rapporto qualità-prezzo. Quanto agli acquisti a «chilometri zero» il 21,3 percentuale degli intervistati ne effettua quasi tutte settimane (16,1 il dato del 2018) e il 6,6 in modo esclusivo. Inoltre, il 61,4 per cento del campione statistico preferisce, sempre «per paura del contagio», acquistare prodotti alimentari nelle ore di minore affluenza e il 21 compra maggiori quantità per ridurre la frequenza. P.M.
Tagliodel nastroIlsindaco Sboarina all’inaugurazione nel cortiledell’ex Macello
Monumento con un cuore per i donatori della Fidas ••
«Mille e mille gocce, un unico grande cuore». È quanto si leggerà sul nuovo monumento che sta per sorgere di fronte alla chiesa di Santa Lucia Extra, in via Santa Elisabetta, per celebrare la sede locale della Fidas e i suoi 148 donatori. L’anno scorso l’associazione di Santa Lucia ha compiuto 50 anni e il cippo era previsto per quell’occasione. La pandemia ha però tenuto tutto in stallo e ora, per non rischiare di dover rinunciare alle celebrazioni, che solitamente si svolgono in ottobre, la sezione della Fidas ha deciso di inaugurare il monumento, con una messa celebrativa, il 13 giugno. Per ora, nell’aiuola di fronte alla chiesa, coronata da un albero, si vede solo uno scavo, preludio del cippo alto circa un metro e 60 che verrà collocato nei prossimi giorni. Spiega Rosanna Bosi, presidente della Fidas Santa Lucia. «Abbiamo pensato a un monumento con una vela, che rappresenta la nostra vita, in movimento e a volte in pericolo, con sopra tante piccole gocce rosse in vetro, a formare un piccolo cuore». Il monumento sarà color panna, in marmo botticino, e su esso spiccherà la scritta citata inizialmente, anch’essa raffigurata in rosso. «Un paio di anni fa, durante una riunione, abbiamo pensato di ricordare il passato e dare vita al futuro in occasione del 50esimo», prosegue Bosi. «La nostra sede è poco distante, in via Santa Elisabetta al secondo piano della Casa della Gioventù. È una delle più storiche di Verona e contiamo 148 donatori e 15 volontari nel direttivo». «Ho accolto volentieri la richiesta di posizionare un piccolo manufatto a ricordo dei donatori di sangue, la donazione rappresenta un valore di notevole valenza sociale e la Fidas Santa Lucia è ormai da tempo particolarmente attiva sul territorio», evidenzia l’assessore ai Giardini e al Decentramento, Marco Padovani. «La giunta ha accolto positivamente la domanda già nell’ottobre 2019 ma, a causa del Covid, l’associazione ha rimandato l’esecuzione dei lavori, avviati all’inizio di queC.Bazz. sta settimana».
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IN MONTAGNA Un 2020 con 81 missioni per il Cnsas veronese, nonostante il lockdown. E la stazione compie 50 anni
Soccorso alpino, interventi in aumento Un «anno orribile», il •• 2020. Complicato anche sul-
le montagne. Il rapporto del Corpo nazionale di Soccorso alpino e speleologico del Veneto è eloquente: 1.054 interventi, relativi a 1.086 persone, con un aumento del 16 per cento rispetto al 2019. Ovvero: i due mesi di «lockdown» è come non fossero esistiti. L’emergenza sanitaria da Covid-19 e gli eventi meteo disastrosi hanno contribuito: 115 missioni classificate come di Protezione Civile, del cui sistema il Cnsas è parte integrante. La stazione sca-
ligera (27 operatori e tecnici specializzati), che celebra in questi mesi il suo cinquantesimo compleanno, non fa eccezione: 81 gli interventi, diretti o in collaborazione con l’elisoccorso del «Suem 118 Verona Emergenza», contro i 66 del 2019. Verona è seconda alla sola Cortina d’Ampezzo per richiesta d’impegno. E il contatore per il 2021 segna già 26 missioni. «È aumentata la frequentazione della montagna, spesso senza preparazione. L’anomalia semmai sta nel fatto che ciò sia accaduto in un an-
no con due mesi di “lockdown“ e restrizioni al movimento», osserva Rodolfo Selenati, presidente del Cnsas veneto. Le «terre alte» sono state viste «come “aree non contaminate“». Spesso con leggerezza: 69 gli interventi «per ricerca», soprattutto di escursionisti improvvisati. Il capo della stazione veronese, Alberto Corà, offre una lettura locale. «L’aumento degli interventi nella fascia pedemontana, la Valsorda con il suo ponte tibetano, territorio teatro di diversi incidenti dove ora il Comune di
Marano ha messo in atto interventi di sistemazione e messa in sicurezza dei sentieri di accesso, può valere come esempio. Proprio perché rispecchia la falsa equazione: “vicino a casa uguale facile“. In tutto ciò le restrizioni per il Covid hanno avuto una parte ma si tratta di un’illusione, poiché sottovalutare preparazione, meteo, percorsi, calzature adeguate e attrezzatura resta il primo degli errori, dalle conseguenze potenzialmente disastrose». Le restrizioni al movimento pesano anche su chi arrampica (due
MissioneSoccorsoalpinoe«118»
gli incidenti in falesia nei primi mesi del 2021) o pratica scialpinismo, in un anno come pochi ricco di neve. «Il desiderio di tornare alla montagna non deve fare scordare le regole di base, il calcolo, le valutazioni, la dotazione. E soprattutto l’allenamento, perché, dopo mesi di attività ridotta, non è immediato riprendere a “macinare“ dislivelli», sottolinea Corà. Nel bilancio, tra le voci positive, si inserisce comunque «la maggiore dimestichezza dei frequentatori della montagna con gli strumenti di geolocalizzazione (Georesq su tutti, l’“app“ sviluppata dal Cnsas e dal Cai, ndr), un fattore che, insieme alla recente introduzione del Tecnico di centrale operativa nel cuore del “118 Verona Emergenza“, si sta ri-
velando prezioso negli interventi», conferma il capo stazione. Intanto la squadra del Cnsas Verona si prepara alla festa per le «nozze d’oro» con la città. Resta nel vago Marco Urbani, ex soccorritore, ora «maestro di cerimonia»: «Sarà una serie di eventi, una storia da ripercorrere tra capoluogo e provincia, da condividere e fare raccontare ai protagonisti». I 27 della squadra veronese del Cnsas-Cai, ospiti attualmente dell’ex calciatore Damiano Tommasi nella sua scuola a Settimo di Pescantina, non lo dicono ma continuano a sperare in un regalo: una vera sede operativa in città. Perché di Verona è la stazione, la seconda per territorio coperto in Italia dopo la Sicilia. P. M.
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Primo Piano
Domenica 16 Maggio 2021 www.gazzettino.it
La progressione dei vaccini 800.250
Popolazione
929.520
Target campagna POPOLAZIONE RAGGIUNTA
414.522
prima dose
VACCINATI AD OGGI In percentuale 90 enni
97,5
80 enni
92,5
100.000
70 enni
seconda dose
60 enni
PRIMA DOSE 66 enni entro maggio
PRENOTATI ULSS 6 FINO A FINE GIUGNO
83
50 enni entro fine luglio
40 enni entro giugno-metà luglio
40 enni entro agosto
La Regione annuncia che fra 10 giorni emanerà la delibera: In arrivo 6,6 milioni per le buste paga più basse del Veneto
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66
SECONDA DOSE 60 enni entro metà luglio
50 enni entro maggio-metà giugno
140.000
Ospedale-università: ai dirigenti medici stipendio aumentato
DA GIUGNO "possibile" vaccinazione libera 20-30 enni DA AGOSTO vaccinazione 16-18 anni
L’Ego-Hub
LA SVOLTA PADOVA L’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin in conferenza stampa: «Stiamo approntando il provvedimento, entro una decina di giorni sarà pronto». E poi il presidente Zaia: «È una nostra battaglia». Sono le parole che chiudono la controversa vicenda dei dirigenti medici dell’ospedale-Università di Padova i meno pagati di tutti. La Regione aveva fatto una delibera per equilibrare, il governo l’ha impugnata, ma la Corte Costituzionale ha dato ragione al Veneto. E dunque giustizia sarà fatta. «Apprendiamo con soddisfazione le parole dell’assessore Manuela Lanzarin sulla delibera che sbloccherà i fondi destinati soprattutto ai dirigenti medici dell’ospedale-universita’ di Padova, fino ad oggi fortemente penalizzati nei confronti dei colleghi delle altre Ulss ospedaliere. Vale la pena ricordare la lunghissima e costante battaglia condotta dall’Anpo con il diretto coinvolgimento e sensibilizzazione della parte politica regionale nei suoi più alti vertici, con incontri che hanno coinvolto i dirigenti medici e i vertici Anpo nazionale e regionale. Ricordo l’interrogazione regio-
Dopo mesi Agna diventa Covid-free Il sindaco: «Non abbassare la guardia» LO SCENARIO AGNA/CANDIANA «Zero contagi ad Agna, mi sembra davvero una notizia incoraggiante per tutti». É soddisfatto il sindaco Gianluca Piva dopo aver esaminato i dati arrivati dall’Ulss Euganea. «Dalle evidenze che ci vengono fatte arrivare dagli uffici sanitari, appare chiaro che nel nostro Comune siamo divenuti di nuovo Covid free, cosa che non accadeva da mesi ormai. É un bel segno, anche se non bisogna certo abbassare la guardia in questo momento», precisa il primo cittadino.
LA STORIA Ad Agna risiede Graziano Ruzza, il tecnico 54enne, primo estubato dal reparto di terapia intensiva di Schiavonia, proprio un anno fa che, solo qualche mese addietro era stato volentieri testimonial dell’Ulss Euganea 6 per invitare tutti ad un comportamento responsabile. «Ora ho imparato a vivere con la mascherina costantemente addosso, è la nostra cintura di sicurezza contro il virus - aveva detto Ruzza Giovani, anziani: dobbiamo tenere tutti alta la guardia e rispettare il lavoro dei sanitari, perché il virus c’è e ci sarà, non si sa ancora per quanto. Se verranno introdotte ulteriori restrizioni, poi sta-
IL PAESE HA REGISTRATO FINO A 230 CASI IERI IL DOTTORE DI BASE HA INIETTATO OLTRE CENTO DOSI IN DUE COMUNI
remo tutti a casa. A guardare le stelle dalla finestra». Ad Agna d’altro canto non sono mancate le preoccupazioni anche di recente. «A gennaio e febbraio i numeri erano alti, avevamo superato i 70 casi, poi la curva ha iniziato a scendere pian piano, in tutto ad Agna da inizio novembre 2020 ad oggi abbiamo avuto circa 230 casi di persone affette da Coronavirus», sottolinea ancora il sindaco Gianluca Piva. Proprio ieri ad Agna e Candiana, grazie alla disponibilità del medico di famiglia Antonio Pandini, è stato possibile vaccinare una sessantina di persone. A Candiana nella mattinata in palestra, con l’aiuto dei volontari della Croce Rossa e dell’associazione di volontariato Mano Ami-
ca, oltre trenta persone hanno ricevuto la prima dose di vaccino: tra questi anche il sindaco Luca Manfrin. Nel pomeriggio lo stesso medico si è spostato ad Agna, dove, con il supporto dei presenti volontari della Protezione Civile, sempre presenti, del vicesindaco Erika Rampazzo che ha la delega alla gestione emergenza da Covid e del consigliere comunale Ilenia Gazzetta con delega alla tutela alla sanità pubblica, sono state vaccinate oltre venti persone. La prossima settimana nuova tornata vaccinale sempre ad Agna ad opera del medico di famiglia Pandini, persona riconosciuta da tutti per grande umanità e professionalità. Nicola Benvenuti © RIPRODUZIONE RISERVATA
SODDISFAZIONE Il sindaco di Agna Gianluca Piva. Nel tondo, il vaccino al sindaco Luca Manfrin
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nale e non ultima la email inviata lunedì proprio ai vertici politici regionali perché si compisse “l’ultimo miglio” cioè la delibera di sblocco dei fondi di cui l’assessore ha annunciato a breve la pubblicazione fermando la fuga dei medici verso strutture al di fuori degli ospedali». Questo il commento di Flora Alborino, presidente direttivo Anpo e direttivo Aafm regionale. Una battaglia condivisa soprattutto con il presidente padovano Giampiero Avruscio. La delibera di Giunta assegnerà all’Azienda 6,6 milioni di euro per il triennio 2020-2022 (2,2 milioni per ciascun anno). Provvedimento già approvato nel bilancio regionale del novembre 2019 con l’emendamento all’articolo 21, poi impugnato dal Consiglio dei Ministri e portato davanti la Corte Costituzionale. Ma la motivazione dell’impugnazione è stata ritenuta “il-
IL GOVERNO AVEVA IMPUGNATO LA MISURA DECISA DALLA GIUNTA MA LA CORTE COSTITUZIONALE GLI HA DATO TORTO
legittima” dalla Corte Costituzionale, con sentenza depositata in Cancelleria il 12 febbraio 2021 e pubblicata nel Bur Veneto n. 30 del 26 febbraio 2021. Nell’emendamento al bilancio regionale del Veneto si leggeva: “A fronte di un maggior impegno profuso, i dipendenti possono contare su fondi contrattuali, i quali finanziano il trattamento economico accessorio, che, in particolare per le aree dirigenziali, sono ai livelli più bassi (se non al livello più basso) tra tutte le aziende sanitarie venete, e che non consentono neppure di dare effettiva applicazione alle disposizioni dei contratti collettivi nazionali di lavoro, specie in relazione alla valorizzazione degli incarichi dirigenziali. Ciò sta producendo un crescente stato di disagio tra il personale che rischia di determinare molte fuoriuscite verso strutture, pubbliche e private, che offrono ai propri dipendenti trattamenti economici notevolmente più elevati, con evidente pregiudizio per l’Azienda Ospedale-Università di Padova e per l’intero sistema sanitario veneto data l’alta qualificazione e il carattere strategico dell’azienda Ospedaliera nel contesto sanitario regionale”. M.G. © RIPRODUZIONE RISERVATA
XV
Riviera
IN ATTESA Il sindaco non ha ancora sciolto le riserve sulla possibile ricandidatura che sembrava quasi certa
del Brenta
Domenica 16 Maggio 2021 www.gazzettino.it
mestrecronaca@gazzettino.it
MIRA A Mira si scaldano già i motori in vista delle elezioni amministrative per la primavera del 2022 ed il Pd avvia le consultazioni in maggioranza, ma senza il sindaco Marco Dori. Le comunali del prossimo ottobre, che coinvolgeranno alcuni comuni della Riviera come Dolo, Fossò, Fiesso d’Artico, Vigonovo e Campolongo Maggiore saranno un primo banco di prova ma a Mira, il comune più popoloso della Riviera, lo sguardo è puntato sulle amministrative 2022. Qualche giorno fa Enrico Carlotto, ex consigliere comunale di Alleanza Nazionale, ha annunciato la sua candidatura a sindaco con la lista “Nova Mira”.
PRIMI INCONTRI Se nel 2017 la netta vittoria di Marco Dori e della coalizione di centrosinistra davano praticamente certo un secondo mandato per il giovane sindaco, ora queste certezze sembrano vacillare. Il Pd, o almeno una parte del partito, ha avviato una serie di consultazioni con i responsabili dei gruppi dell’attuale maggioranza. Incontri ai quali però non
Pd già verso le elezioni Consultazioni senza Dori I Democratici sondano i gruppi della `Intanto nel centrodestra è ancora buio fitto maggioranza in vista del voto del 2022 mentre il Movimento 5stelle si è frantumato
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ha partecipato il sindaco Dori e, secondo indiscrezioni, gli stessi del Pd avrebbero comunicato che il primo cittadino non ha ancora sciolto le riserve sulla ricandidatura. Qualche problema nel centrosinistra? Probabilmente una fase di riassestamento, stando anche ai vari “mal di pancia” che vive la maggioranza in Consiglio comunale, con commissioni convocate a singhiozzo e assemblee consiliari che saltano per
mancanza del numero legale.
LE MINORANZE Non va meglio nel centrodestra dove sembra che si continui a procedere in ordine sparso: fucsia da una parte e Lega dall’altra. A Mira, dove i fucsia contano tre consiglieri comunali e la Lega uno, un elemento di novità potrebbe essere la decisione del sindaco metropolitano Luigi Brugnaro che ha presentato il simbo-
lo “Coraggio Italia” con l’intento di proporsi politicamente a livello nazionale. E i 5stelle? L’ex sindaco e deputato Alvise Maniero è uscito dal Movimento aderendo ad “L’alternativa c’è” e la capogruppo Elisa Benato, candidata a sindaco nel 2017, è uscita dai pentastellati costituendo il gruppo misto. In consiglio sono rimasti Michele Pieran e Sabrina Cervi, e se a livello nazionale sembra sfumata l’ipo-
I FUCSIA ASPETTANO LE DECISIONI DI BRUGNARO CON “CORAGGIO ITALIA”. FINORA UFFICIALMENTE IN CORSA SOLO L’EX AN ENRICO CARLOTTO
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DOLO Dopo l’esito infelice dello scorso settembre quando ottenne la metà dei voti della lista vincitrice di centrosinistra, la Lega corre ai ripari e per le elezioni del prossimo autunno ha deciso di affidarsi all’esperienza di Flavio Zebellin per portare avanti la campagna elettorale. Zebellin, da trent’anni in politica, già consigliere provinciale e da dieci anni vicesindaco a Fiesso d’Artico, è stato nominato commissario unico e responsabile della campagna elettorale a Dolo. «Ho ricevuto il mandato dai vertici nei giorni scorsi – spiega Zebellin – ed ho subito iniziato a lavorare in vista delle prossime elezioni con una serie di incontri per avere le idee più chiare su
tesi di alleanza Pd–M5s, a Mira le cose non vanno meglio. «Vogliamo mantenere l’impegno assunto con i cittadini di Mira fino a fine mandato e magari anche in seguito – afferma Pieran –. A prescindere dalle scelte a livello nazionale, ad oggi ci sentiamo più dialoganti con “Mira in Comune” rispetto a questo Pd che ha affrontato male molti dei temi che ci stanno a cuore, come innovazione, mobilità sostenibile e consumo del suolo». Intanto sui social locali appaiono continue critiche alle scelte della maggioranza, dai “percorsi a priorità ciclabile” alle asfaltature a singhiozzo, dagli interventi nel muro di villa Levi Morenos ai lavori su piazza Mercato a Oriago. E se il gradimento o meno sull’attuale operato dell’amministrazione Dori non può essere certo affidata ai social, qualcosa si sta comunque muovendo in vista del 2022. Luisa Giantin
Lega, un commissario per Dolo «Il candidato? Decisioni a breve» come riuscire a riportare entusiasmo dopo l’esito negativo delle scorse elezioni». La Lega si era presentata in una coalizione di centrodestra che si chiamava “Obiettivo comune”. «L’idea è quella di rifare un’alleanza di
centrodestra alla quale possano partecipare anche liste civiche che siano interessate al progetto - riprende Zebellin -, è probabile che rimanga anche la denominazione». E per quanto riguarda il candidato sindaco, rimarrà Ivano Michelotto? «Ho grande
rispetto per Michelotto che ha il sostegno e la fiducia della Lega risponde il commissario leghista -. Il suo impegno è stato massimo in un momento delicato, purtroppo ci sono delle fasi in cui i risultati non sono in linea
con il valore delle persone e, per questo, stiamo valutando un ventaglio di ipotesi, senza escluderne alcuna». Ora comunque i tempi stringono in vista del voto. «Spero che entro fine mese si possa ufficializzare la nostra scelta - annuncia Zebellin -, ma innanzitutto quello che mi fa piacere è constatare come, dopo un momento d’impasse, in tanti si stiano riavvicinando. Ricordiamo che la Lega ha governato a Dolo con il sindaco Gottardo e, forse, dopo vi sono state troppe aspettative che non sono state del tutto mantenute ed hanno portato a delle delusioni, non certo per colpa delle persone ma a causa del momento politico. Ora dobbiamo sfruttare questa fase di ritrovato ottimismo». Lino Perini © RIPRODUZIONE RISERVATA
FIESSO D’ARTICO UNA STRADA PER I MARTIRI DELLE FOIBE Viene inaugurata oggi a Fiesso d’Artico s’inaugura una strada dedicata ai Dalmati e Giuliani. L’amministrazione comunale, in collaborazione con l’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, inaugurerà una strada in ricordo dei massacri delle foibe e degli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. La strada è una laterale di via Pioghella che collega via Cavalieri di Vittorio Veneto. Dopo il saluto del sindaco e la benedizione del parroco don Massimo Donà, sarà scoperta la targa commemorativa con l’intervento del rappresentante dell’associazione, Franco de’Vidovich . L’inaugurazione si terrà alle 9 e, nel rispetto delle normative anti-Covid, la celebrazione si terrà in forma ristretta; si richiede ai partecipanti di mantenere il comportamento in base alle normative previste. (r.pas.)
FOSSÓ L’EX COMANDANTE DEI VIGILI IN CORSA PER IL CENTRODESTRA Il centrodestra di Fossò compatto alle elezioni comunali d’autunno. Ufficializzato l’accordo tra le forze politiche che vede candidato sindaco il 63enne Alberto Baratto (nella foto), ex comandante dei vigili dell’Unione della Riviera del Brenta, ora in pensione. L’accordo porta la firma dei vari responsabili politici comunali e provinciali, soddisfatti di aver compattato in una unica lista tutto il centrodestra. «Ho accettato la candidatura dopo aver conosciuto una squadra molto motivata, formata da persone capaci – ha detto il candidato sindaco Alberto Baratto -. Abbiamo già formato quattro commissioni: una per ambiente, protezione civile, sicurezza e attività produttive; una per cultura, sociale e comunicazione; una per istruzione e sport e l’ultima per lavori pubblici e urbanistica. Ogni squadra è composta da una decina di persone che stanno predisponendo il programma». (v.com.)
Chiese nel mirino, triplo raid dei ladri nelle canoniche CAMPOLONGO/CAMPONOGARA Nel mirino dei ladri le canoniche delle chiese a Campolongo Maggiore, rubati denaro ed effetti personali. Il triplo raid sarebbe avvenuto quasi in contemporanea, mercoledì 12, nel capoluogo e nelle frazioni di Liettoli e Prozzolo. Il pretesto per i ladri sarebbe stata l’assenza dei parroci nel tardo pomeriggio, quando si trovavano in chiesa per celebrare la messa serale. Al ritorno la sorpresa di trovare tutto sottosopra e la sparizione di soldi, carte di credito, computer ed effetti perso-
nali in un caso, danni agli infissi e a un’auto nell’altro. Uno dei colpi a danno delle abitazioni dei parroci, quello nel capoluogo, non ha avuto esito positivo: gli intrusi infatti hanno cercato di entrare dalla porta sul retro, forzandola e danneggiandola, ma sono stati spaventati e messi in fuga dall’allarme. Prima della tentata incursione però si erano concentrati sulla vettura del parroco, don Emanuele, parcheggiata all’esterno, forzando la porta del conducente e rovistando all’interno senza trovare oggetti di valore. Nei prossimi giorni il parroco si recherà a sporgere
denuncia. Altra sorte invece a Liettoli: «Stavo celebrando la messa serale – riferisce il sacerdote, don Renato - e al mio ritorno in canonica ho capito che era stata forzata l’entrata e portato via tutto il possibile. Nella fattispecie soldi, bancomat, computer e altri oggetti. Ho allertato le forze dell’ordine e sporto regolare denuncia. Non nego che la cosa mi ha lasciato senza fiato perché è accaduto in pieno giorno e perché ho poi appreso che la stessa sorte è toccata anche ad altre canoniche del territorio». Risulta infatti che sorte simile si sia verificata anche presso
CAMPOLONGO MAGGIORE La chiesa del capoluogo
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la canonica di Prozzolo. Tre furti che hanno creato sconcerto e provocato anche le prime reazioni nella politica locale; in particolare a commentare l’accaduto il coordinamento di Fratelli d’Italia di Campolongo Maggiore: «Abbiamo appreso che nel tardo pomeriggio di mercoledì sono stati commessi questi furti negli spazi delle canoniche mentre veniva celebrata la messa serale, esprimiamo dunque vicinanza e solidarietà ai parroci. Il fatto, che riteniamo oltraggioso anche nei confronti dei cittadini tutti, fedeli e non, sorprende per la dinamica con cui è avvenuto in pieno
giorno, con i ladri che hanno potuto agire indisturbati». Così il Coordinamento, in clima di elezioni amministrative del prossimo autunno, evidenzia dei punti deboli e avanza delle proposte: «Manca un sistema di sorveglianza che controlli i punti più sensibili del territorio. Fratelli d’Italia, in vista delle prossime elezioni, presenterà le proprie proposte ai cittadini per rafforzare la sicurezza, in particolare proponendo l’installazione di impianti di videosorveglianza anche per contenere infrazioni stradali». Gaia Bortolussi © RIPRODUZIONE RISERVATA
PADOVA
DOMENICA 16 MAGGIO 2021 IL MATTINO
il futuro del territorio
«Nuove infrastrutture ma meno burocrazia» Il presidente di Assindustria Destro dialoga con gli Ingegneri «Per essere competitivi bisogna investire sull’ambiente» «Oggi se arrivi all’uscita di Padova Est stanco, magari di notte e dopo tanti chilometri sulle spalle, è un attimo che ti trovi a Camposampiero invece che alla Stanga»: Massimo Coccato, presidente dell’Ordine degli ingegneri, boccia la porta d’ingresso alla città. «Infatti io esco sempre da Padova Ovest» scherza, di rimando, Leopoldo Destro, presidente di Assindustria Veneto. Il numero uno degli industriali di Padova e Treviso è stato intervistato (a distanza) dagli ingegneri padovani sulle urgenze infrastrutturali in vista dei finanziamenti del Recovery Fund. «Padova Est è un’area strategica» ha sottolineato Destro, «perché servirà le aree che cresceranno nel prossimo futuro». Un chiaro riferimento alla Soft City, il cosiddetto “chilometro dell’innovazione” tra la Fiera, la Cittadella (dove ha sede anche Confindustria), lo Startcube e il Netcenter. Tra le opere che non possono più aspet-
Il presidente degli industriali Leopoldo Destro
tare ci sono il completamento della Superstrada Pedemontana Veneta e la realizzazione delle bretelle verticali Nord-Sud. In particolare: la nuova SR 47 Valsugana; la nuova SR 10; la nuova SR 308 Statale del Santo; il completamento del Grande raccordo anulare di Padova e la terza corsia dell’autostrada A13. C’è poi tutto il capitolo della viabilità
territoriale: il completamento dell’anello tangenziale con la realizzazione della tangenziale ovest tra Selvazzano Dentro e il nuovo casello sull’A4 a Ronchi di Villafranca; il potenziamento dell’accesso nord della città, con la realizzazione di un collegamento ad ovest della SR 307 tra Vigodarzere e Pontevigodarzere o, in alternativa, il potenziamento della viabilità
ad ovest della SR 308 di raccordo con la tangenziale nord. Inoltre l’adeguamento della tangenziale est, con l’ampliamento a tre corsie del tratto compreso tra l’innesto della strada del Santo e il raccordo con l’A13 fino a Corso Boston e il completamento dell’Arco di Giano. «Abbiamo davanti un futuro impegnativo ma pieno di stimoli» continua Destro, «che non può prescindere da un tema essenziale: il superamento dei limiti determinati dalla burocrazia. Abbiamo bisogno di una struttura normativa certa e semplice che possa fare affidamento su una macchina pubblica efficiente. Con il sistema attuale realizzare entro il 2026 tutti i progetti che abbiamo sul piatto sarà difficile». A fondamento del domani deve inoltre esserci la sostenibilità ambientale: «Guardiamo ai nostri cugini tedeschi» sottolinea Destro, «la metà del loro importo del Recovery fund sarà investito in temi ambientali. È indiscutibile che siano molto avanti perché sono partiti anni fa, ma cosa accadrà tra due o tre anni, quando dovranno scegliere tra un fornitore italiano e uno turco o uno polacco se questi ultimi avranno puntato tutto sulle politiche green? Non possiamo perdere questa opportunità e siamo avvantaggiati: basti pensare che siamo al primo posto per numero di certificazioni ambientali tra i paesi del G20. Dunque non fermiamoci». — ELVIRA SCIGLIANO
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avruscio, presidente dell’associazione primari
Più fondi alla sanità «Importante risultato dopo anni di battaglia» Grande soddisfazione per il presidente dell’Associazione Primari ospedalieri Giampiero Avruscio: dopo anni di battaglie arrivano finalmente le risorse per rimpinguare i fondi accessori per il personale medico e di comparto dell’Azienda ospedale Università di Padova. Si tratta di 6,6 milioni di euro per il triennio 2020-2022 che erano stati inseriti nel bilancio regionale del 2019 grazie a un emendamento poi impugnato dal Consiglio dei ministri. Lo scorso febbraio, tuttavia, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo l’atto governativo, dando di fatto il via libera all’emendamento. Di fatto, però, le risorse ancora non erano state attivate dalla Regione. «Lunedì scorso ho scritto una lettera all’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, alla presidente della V Commissione Sonia Brescacin, alla vice Annamaria Bigon, al segretario Marco Zecchinato, all’ex presidente della V Commissione Fabrizio Boron e a tutti i consiglieri regionali eletti nel collegio padovano» sottolinea Avruscio, «ricordando le motiva-
zioni che a suo tempo avevano portato la Regione ad approvare l’emendamento. Finalmente è arrivata la delibera che concretizza la previsione di queste risorse aggiuntive». Avruscio ha sempre fatto leva sull’importanza strategica e scientifica dell’Azienda ospedaliera padovana che comporta prestazioni a un livello mediamente più elevato rispetto a quelle richieste nelle altre aziende sanitarie venete. Eppure il personale qui è il meno pagato. «È stata una lunghissima e costante battaglia condotta dall’Anpo con il coinvolgimento e sensibilizzazione della politica regionale, con incontri che hanno coinvolto i dirigenti medici e i vertici Anpo, con appelli che ci hanno visto sempre capofila» rivendica Giampiero Avruscio, «inviati a tutti i livelli istituzionali. Ora la battaglia continua perché bisogna vedere se effettivamente saremo equiparati ai colleghi delle altre aziende» conclude il presidente Anpo, «e se basterà a fermare la fuga dei medici verso altre strutture». — ELENA LIVIERI
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Montebelluna
L’OBIETTIVO Il primo cittadino: «Il San Valentino deve essere ampliato con nuovi spazi per degenza e parcheggi»
Domenica 16 Maggio 2021 www.gazzettino.it
treviso@gazzettino.it
L’appello del sindaco a Zaia «Ospedale, servono più letti» Severin l’ha ripetuto al ministro Stefani `«Le aggregazioni di medici di base «Da rivedere i parametri posti-abitanti» da bocciare. Col Covid spesso chiuse»
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Casse d’espansione Zanoni e Bottacin, duello sul Piave ` Il consigliere: «Fatele
a Ponte». La replica: «Anche a Ciano»
MONTEBELLUNA «Ospedale più grande e stop alle aggregazioni di medici di famiglia». Il sindaco di Montebelluna Elzo Severin lo ha scritto chiaramente in una lettera inviata nei giorni scorsi al presidente della Regione Luca Zaia, in cui ha toccato sia il problema dell’ospedale di Montebelluna sia della medicina territoriale. E lo ha detto in modo altrettanto deciso agli esponenti politici presenti ieri alle Opere Pie di Onigo di Pederobba, in occasione della visita del ministro Erika Stefani. Un evento per il quale si sono radunati a Pederobba il primo cittadino del Comune pedemontano Marco Turato, quello di Cornuda Claudio Sartor e quello di Cavaso del Tomba Gino Rugolo, Gianangelo Bof referente provinciale della Lega, i consiglieri regionali Silvia Rizzotto e Sonia Brescacin e vari parlamentari veneti.
CROCETTA
LA RICHIESTA L’ospedale San Valentino deve essere ampliato. Sopra il ministro Erika Stefani col sindaco Elzo Sverin (in camice) tra Marco Turato e il presidente Agostino Vendramin
GLI INSEGNAMENTI A fare gli onori di casa proprio Severin, in camice bianco. Oltre a essere sindaco di Montebelluna, infatti, il medico in pensione è attualmente responsabile della Rsa interna alle Opere Pie. «A proposito del San Valentino - dice Severin - vanno realizzati i parcheggi sotterranei per poter ampliare l’ospedale a nord e collocarvi sale operatorie nuove ma anche nuovi spazi per la degenza. I parametri attualmente in vigore che stabiliscono un certo numero di posti letto per abitante non vanno bene. Nel complesso devono inoltre essere aumentati gli investimenti nel settore sanitario e previsto un aumento del personale». L’altra questione riguarda la medicina territoriale. «Le aggregazioni di medici in poliambulatori sono state solamente un danno -dice Severin- E’ bastato un contagio e
Avis Cambio al vertice, Zavarise è il presidente «Donazioni aumentate in un anno difficile» (L.Bon) Paola Zavarise è il nuovo presidente dell’Avis. Che festeggia un aumento di iscritti e donazioni. Rinnovato il consiglio direttivo e il collegio dei revisori dei conti. Paola Zavarise succede a Maria Teresa Perin, la quale ha guidato l’Avis negli ultimi 8 anni, e continuerà il suo impegno come vice vicario. A completare l’esecutivo il vicepresidente Matteo Casella, la segretaria Valentina Foltran e il tesoriere Paolo Scarabottolo. Nel consiglio direttivo: Antonio Ballon, Renzo Cimolin, Lorella Costa, Vilma Fabris, Luigina Forner, Francesco Gajo, Maria Gallina,
Fabio Garofalo, Alice Lalumera, Roberto Luzzato, Matteo Olivieri, Gianni Pol, Marta Poloni, Maria Pozzobon, Luigi Savietto e Ivana Zamprogno. Per il collegio dei revisori dei conti il nuovo presidente è Franca Dal Bello; sindaci sono stati eletti Vanessa Dametto e Ornella Pozzobon. «L’associazione -dice Perin- conta 990 iscritti, le donazioni nel 2020 sono state 1396 con un incremento rispetto all’anno precedente. Forse, il Covid ha aiutato a prendere coscienza della necessità di darsi da fare per gli altri». © RIPRODUZIONE RISERVATA
hanno dovuto chiudere. Molto meglio il singolo studio del medico che non crea problemi di assembramento. Purtroppo, a Montebelluna non ce n’è più di due, tre».
LE RICHIESTE Ma Severin ha fatto anche delle richieste specifiche al Ministro Stefani, in relazione al settore di competenza dello stesso: «Ho chiesto che vengano riviste le schede sulla base delle quali vengono stabiliti i punteggi volti a definire l’inserimento dei disabili negli istituti. Gli indicatori sono troppo soggettivi e non portano a soluzioni eque». Ad accogliere il ministro c’erano anche il presidente delle Opere Pie, Agostino Vendramin, il direttore Nilo Furlanetto e il cda della struttura. Laura Bon © RIPRODUZIONE RISERVATA
Scintille tra Andrea Zanoni, consigliere regionale del Pd, e Gianpaolo Bottacin, assessore regionale all’Ambiente. Il terreno dello scontro sono le casse d’espansione sul Piave all’altezza di Ciano. Progetto che la Regione sta mandando avanti, su sollecitazione del Ministero che ha già finanziato progettazione (1,6 milioni di euro) e primo stralcio (20 milioni), e che Zanoni e parte del mondo am- CONTRO Bottacin e Zanoni bientalista contestano. L’esponente Dem, riprendendo l’in- da PD, che ha approvato il piatervista di Bottacin rilasciata al no stralcio del Piave, preveda Gazzettino, attacca: «Nessuno solo uno dei bacini, mentre tale nega l’utilità delle opere di con- piano ne prevede almeno due. tenimento, bensì la scelta di do- Quindi è falso far credere ai citve realizzarle per evitare gravi tadini che Ponte sia alternativo ripercussioni all’ambiente, che Ciano. Questi due, per decisiosembra però rappresentare ne del governo, devono essere l’ultima delle preoccupazioni entrambi realizzati. E lo stesso dell’assessore, nonostante sia governo ha finanziato per primateria di sua competenza. È ma la progettazione di Ciano. una presa di posizione che do- Evidentemente Zanoni che tanvrebbe motivare, anziché spo- to parla sui giornali, non è riustare il tiro raccontando bu- scito a far cambiare idea ai suoi gie». Per Zanoni l’opera do- rappresentanti romani. Ma anvrebbe essere realizzata a Pon- cor più grave è che il solerte Zate di Piave e non a Ciano, oasi noni ignori che la giunta su ambientale protetta. E invece mia proposta ha già avviato il ricorda, tra tante altre critiche percorso del contratto di fiutra cui quella di aver ignorato me». E poi la questione dei sinl’invito dell’ex ministro Costa daci: Bottacin dice che sono tutad avviare il confronto per rea- ti d’accordo sull’intervento a lizzare il contratto di fiume, Ciano, tranne il primo cittadiche a essere sacrificata per con- no di Crocetta. Zanoni invece tenere le esondazioni del Piave replica che Crocetta, Cornuda, sarà «un’area protetta unica al Valdobbiadene, Montebelluna, mondo» (Ciano ndr) e non Vidor, Caerano San Marco, Gia«qualche centinaia di ettari di vera e Volpago del Montello vigneti (Ponte di Piave). È più hanno indicato in Ponte di Piaimportante salvaguardare am- ve il punto migliore. L’assessobiente e natura o gli ettolitri di re quindi ribatte: «Quanto alle mie dichiarazioni sulle posizioProsecco?». ni dei sindaci nel corso delle riunioni ufficiali convocate dai LA REPLICA Bottacin, ovviamente, non ci prefetti, ci sono i verbali a dista. E ribatte: «La cosa più im- mostrare la veridicità di quanbarazzante - osserva l’assesso- to da me affermato». P. Cal. re - è che (Zanoni) continua a far credere che il governo a gui© RIPRODUZIONE RISERVATA
Volpago riscopre il suo pittore: il centro civico intitolato a Guizzo GLI APPUNTAMENTI Volpago riscopre il “suo” pittore Island Guizzo: il 22 maggio gli intitola le ex scuole elementari, ora centro civico, e gli dedica una mostra. Intanto, è stata fissata per il 5 giugno l’inaugurazione, con altre due mostre, della restaurata Ca’ Bressa in via San Carlo.
LA DECISIONE Le ex scuole elementari del Comune, in via Del Medico, ora sede di varie associazioni, recheranno il nome del pittore nato a Volpago nel 1915 e morto a Roma nel 1987. Una scelta non casuale, quella dell’amministrazione Guizzo. Il centro civico si
trova infatti nelle vicinanze della via sulla quale si affaccia la casa che diede i natali alla famiglia di Island Guizzo, in via Castella, e si è colta quindi un’ulteriore occasione per mantenere viva la memoria del pittore volpaghese, amico, tra gli altri, di Giovanni Comisso e Giorgio De Chirico. La mostra sarà allestita nella sala espositiva all’ex municipio e inaugurata alle 17 alla presenza del pittore Sergio Favotto. «I quadri esposti -spiega il sindaco Paolo Guizzo- appartengono a collezioni private e sono stati l’occasione per riannodare fili di memoria tra quanti hanno personalmente conosciuto Island Guizzo, legati da vincoli di parentela o di amicizia, in un rinvio di ricordi e suggestioni le-
LA SEDE Le ex scuole elementari saranno intitolate al pittore volpaghese Island Guizzo sabato prossimo con una mostra
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gate al territorio di Volpago del Montello che attraverso l’esposizione abbiamo cercato di mettere in evidenza». Si tratta di una selezione di opere che offre un iniziale spunto conoscitivo sulla figura di un’artista che, come scrisse Valerio Mariani, rappresenta “un panorama di paesaggi ed immagini umane quanto mai pittoresco, nutrito di viaggi e di avvenimenti”. Island Guizzo iniziò la sua preparazione artistica nelle vicine città di Treviso e Venezia. La sua carriera fu però interrotta dalla seconda guerra mondiale durante la quale venne deportato in Germania. Nel 1946 riuscì a reinserirsi nel mondo dell’arte. Nel 1952 si trasferì a Roma, con la famiglia. A Roma vive ancora la figlia Se-
ban, che ne tiene viva la memoria e il legame con il territorio di Volpago e dintorni.
INAUGURA CA’ BRESSA Intanto, è attesa per il prossimo 5 giugno l’inaugurazione di Ca’ Bressa, il cosiddetto convento dei Nonantolani di via San Carlo, fiore all’occhiello dell’amministrazione Guizzo. Anche a Ca’ Bressa, che diventerà un polo culturale e accoglierà in particolare la biblioteca comunale, per l’occasione verranno allestite delle mostre. Una riguarda i restauri che hanno portato a trasformare un rudere cadente in uno splendido gioiello. L’altra sarà, più in generale, relativa al territorio del Montello. (l.bon) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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PIOVE DI SACCO - MONSELICE - ESTE
DOMENICA 16 MAGGIO 2021 IL MATTINO
maltempo
Tre sindaci chiedono lo stato di calamità La pioggia e la grandine hanno causato danni ingenti alle colture tra Bagnoli, Tribano e Anguillara. «Speriamo nei ristori» TRIBANO
La sferzata del maltempo ha lasciato il segno sui campi del Conselvano, dove si allunga la contabilità dei danni. Poco più di un mese fa le coltivazioni della stessa zona, dalla vite ai frutteti, dagli ortaggi ai cereali, erano state colpite da ripetute gelate precoci, ora anche dalla gradine e dall’acqua caduta in abbondanza. I sindaci delle zone maggiormente colpite, tra Bagnoli, Tribano, Anguillara, chiedono il riconoscimento dello stato di calamità in modo da poter attivare le procedure per la delimitazione delle aree e delle coltivazioni colpite. Un primo passo dovuto, spiegano i sindaci, nella speranza che possa tradursi in qualche forma di ristoro per gli agricoltori. Oggi a Tribano è atteso l’assessore regionale all’ambiente e alla protezione civile Gianpaolo Bottacin, al quale il sindaco Massimo Cavazzana spiegherà come il nubifragio di giovedì scorso abbia messo in crisi l’attività agricola ma anche la rete stradale, con allagamenti diffusi che hanno richiesto l’intervento dei volontari. Anche edifici
pubblici come la scuola elementare e la palestra hanno dovuto fare i conti con le infiltrazioni d’acqua. «Dirò a Bottacin di tenere presente che il nostro territorio ha già subito danni con il maltempo dello scorso anno» spiega Cavazzana «quando il vento forte rovinò in parte la copertura della chiesa e del municipio. Per quell’evento non abbiamo ancora visto un centesimo ma le riparazioni andavano fatte. Aumentano i problemi anche per l’agricoltura, già messa in
boara pisani
Il ponte sull’Adige chiuso al traffico domani notte
Il nubifragio ha fatto franare gli argini già indeboliti dalle gallerie delle nutrie Gli argini franati nelle campagne nel territorio di Bagnoli
difficoltà da più di un anno di Covid e dalle gelate di primavera. Oggi a Tribano c’è la festa dell’asparago, una delle tipicità del nostro territorio. Ma per garantire una produzione di qualità è necessario che le nostre imprese agricole siano messe nelle condizioni di poter tutelare al meglio le loro eccellenze e il loro reddito». Una posizione condivisa dal
sindaco di Anguillara Veneta Alessandra Buoso: «Ci stiamo già muovendo per capire se possiamo fare qualcosa per i nostri imprenditori agricoli. Siamo in un momento delicato per la patata merita, il nostro prodotto locale d’eccellenza, a denominazione comunale De. Co. , che in questi giorni è in fase di piantagione nei campi, parte dei quali allagati
nei giorni scorsi». Alle conseguenze della grandine e e della pioggia battente sulle coltivazioni si aggiungono gli smottamenti degli argini lungo lo scolo Vitella, nelle campagne di Bagnoli. «È l’effetto dell’azione combinata della grande quantità d’acqua scaricata dal nubifragio» spiega il sindaco Milan «e della fragilità delle spone dei nostri corsi
este
d’acqua a causa delle nutrie e delle loro lunghe gallerie». L’acqua entra nei cunicoli e provoca le frane sugli argini. Un problema denunciato più volte dalle organizzazioni agricole padovane che sottolineano la pericolosità di questi smottamenti sia per la sicurezza degli agricoltori che per la tenuta degli argini. — NICOLA STIEVANO
Il ponte sul fiume Adige sarà completamente chiuso al traffico dalle 22 di lunedì alle 6 di martedì. Questo per permettere ad Anas degli interventi sulla sovrastruttura stradale e sulla pavimentazione del tratto interessato della Ss 16 Adriatica. Ci sarà anche una limitazione di velocità a 30 km/h, nonché il divieto di sorpasso, in corrispondenza dell’area del cantiere. Per chi, in deroga al coprifuoco, avrà necessità di spostarsi, sarà predisposto un percorso alternativo (percorrenza calcolata in circa 20 minuti) da e per Rovigo, con una deviazione che permetterà di attraversare il fiume all’altezza di San Martino di Venezze (RO). Si annunciano quindi disagi alla viabilità contenuti, confidando anche nel tempo.
piove di sacco
Emergenza cinghiali, 485 abbattuti Banca Patavina bilancio approvato «Ma bisogna fare ancora di più» utile a 6,3 milioni
ESTE
«I numeri delle catture e degli abbattimenti dei primi 4 mesi del 2021 sono confortanti, ma vanno letti nella maniera corretta. Se aumenta il numero dei prelievi significa che i capi presenti sul territorio sono ancora tanti e per questo bisogna fare di più». Il neo presidente dell’Ente Parco Colli, Riccardo Masin, dati alla mano fotografa l’attuale situazione dei cinghiali nell’area protetta. «Da gennaio ad aprile sono stati rimossi 485
L’ente Parco Colli «Significa che i capi presenti sul territorio sono ancora tanti» capi, di questi 366 sono femmine gravide e questo fa ben sperare per il futuro», aggiunge Masin. «Quest’anno grazie alla disponibilità dei dipendenti di Veneto Agricoltura, siamo fuori 5 sere la settimana con una trentina di persone, tra operi forestali e selecontrollori. Ci siamo attrezzati con delle celle frigo sul territorio dove vengono ammassate le carcasse prima di essere trasportate al macello. Un dato in controtendenza rispetto alle passate stagioni è quello delle richieste di risar-
I danni causati dai cinghiali al parco di villa Mainardi a Luvigliano
cimento danni che quest’anno è bassissimo. Può essere la conseguenza della lotta che abbiamo messo in campo, ma può anche derivare dal fatto che gli animali si sono spostati al di fuori del perimetro del Parco, come dimostrano i danni creati ai coltivi nell’area tra Este e Ospedaletto Euganeo». Ed è proprio a seguito delle devastazioni riscontrate nei giorni scorsi in località Le Val-
lette che Confagricoltura Padova intende partire con causa legale collettiva a tutela delle aziende colpite. «Chiediamo venga liberalizzata la caccia ai cinghiali, interessando le associazioni faunistiche, perché ogni anno che passa il problema sta peggiorando», afferma il presidente Michele Barbetta. «A febbraio avevamo promosso un incontro via Web con l’assessore regionale all’agricoltura
Federico Caner, nel quale avevamo spiegato che il problema della fauna selvatica era diventato abnorme, facendo un accorato appello affinché finissero i rimpalli e si passasse ai fatti. Sono passati tre mesi e nulla si è mosso. L’unica strada che ci rimane per tutelare le nostre aziende colpite è l’avvio di una class action». Sulla questione cinghiali e non solo, venerdì scorso sui colli c’è stato un incontro tra i vertici dell’Ente Parco e il consigliere regionale Giulio Centenaro (Zaia Presidente). «Con gli amministratori dell’Ente ho incontrato alcuni titolari di aziende agricole del territorio che hanno avuto danni alle colture a causa dei cinghiali», evidenzia Centenaro. «Mi farò portavoce in Consiglio regionale per risolvere questa annosa questione. Tra i vari argomenti trattati insieme alle aziende del Parco Colli, abbiamo discusso anche della tutela dei loro prodotti, tra cui il vino Serprino è solo l’ultimo esempio. Sta a tutti noi valorizzare e proteggere questa area che racchiude interessanti siti archeologi, musei naturalistici, antichi borghi, ville venete eremi e monasteri circondati da pregiati vigneti. Un territorio che la Regione Veneto non lascerà solo». — GIANNI BIASETTO
PIOVE DI SACCO
Indicatori in crescita e utile netto a 6,3 milioni di euro. Banca Patavina ha appena approvato, con il voto assembleare al quale hanno partecipato quasi 2 mila soci, il bilancio 2020 che l’istituto di credito territoriale definisce come storico. «Un anno difficile» ha spiegato il presidente Leonardo Toson «segnato dagli effetti della pandemia sull’economia locale. Tuttavia anche in uno scenario avverso la nostra Bcc ha dimostrato la propria spinta verso una crescita dimensionale sana e costante al servizio del proprio territorio. Nel corso del 2020, a sostegno degli operatori colpiti dalle conseguenze della pandemia, abbiamo concesso 3 mila moratorie, cioè sospensioni del pagamento delle rate dei mutui a famiglie e imprese in temporanea difficoltà fino a un valore di 335 milioni di euro. Abbiamo poi erogato oltre 1.600 pratiche di liquidità semplificata per le partite Iva e oltre 135 milioni di liquidità ordinaria». La Banca, che conta 37 sportelli attivi nelle province di Padova e Venezia e 301 dipendenti, di cui la me-
tà donne, si è presentata all’appuntamento annuale del bilancio consuntivo con dati in decisa crescita rispetto al 2019 su tutti i fronti. «Abbiamo raccolto i frutti di un percorso cominciato nel 2017» ha aggiunto spiega il direttore generale Gianni Barison «che ha visto Banca Patavina migliorare i propri indicatori di solidità e di crescita con un utile netto che si attesta a 6,3 milioni di euro, un +40% rispetto al 2019. Si tratta di un risultato importante, il migliore degli ultimi anni, che va a rafforzare il patrimonio e a dare sostegno all’azione della banca sul territorio, anche grazie al prezioso supporto del Gruppo bancario cooperativo Iccrea». La Patavina è diventata punto finanziario di riferimento della provincia di Padova e del Clodiense, con una situazione patrimoniale 2020 che evidenzia un totale attivo superiore ai 2,15 miliardi. L'esigenza di sostenere il tessuto economico della città di Padova e della sua provincia trova riscontro nella crescita degli impieghi che superano 1,2 miliardi di euro (+ 8,9% rispetto al 2019). — ALESSANDRO CESARATO
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Rovigo
Domenica 16 Maggio 2021 www.gazzettino.it
Vaccini, i 40enni si prenotano in massa Praticamente esauriti i posti a disposizione dal pomeriggio `Sta diminuendo la pressione sulle strutture ospedaliere di ieri: la corsa alla somministrazione accelera sensibilmente ma si registra un altro decesso. Polesine a quota 520 vittime
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BOLLETTINO COVID
EMERGENZA SANITARIA ROVIGO La lotta al virus accelera.
C’è voglia di vaccino e di ritornare alla normalità per gli over 40 del Polesine. A tempo di record, sono stati letteralmente bruciati ben 10.500 dei 10.800 posti disponibili nella fascia d’età dal 1972 al 1981. Esaminando i dati aggiornati alle 16 di ieri, sono quindi rimasti liberi soltanto 300 posti. Dall’inizio della campagna vaccinale, alla mattina del 15 maggio, le dosi somministrate sono 122.468 (82.972 prime dosi, 38.270 seconde dosi, 1.226 monodose). Chi si trova in difficoltà nella prenotazione del vaccino può sempre consultare il numero verde dell’Ulss 5 800938880.
Sono nove i nuovi positivi al virus, l’incidenza degli ultimi 7 giorni (nuovi casi riscontrati sul totale delle persone testate nel periodo) è pari al 1,71%. La triste conta arriva a registrare la 520esima vittima in Polesine da quando è scoppiata la pandemia. Sono attualmente 25 i ricoverati nelle strutture ospedaliere così suddivisi: 23 pazienti nell’area medica Covid al San Luca di Trecenta, una persona in terapia intensiva sempre a Trecenta e un paziente ricoverato nel reparto di malattie infettive all’ospedale di Rovigo. Continuano a calare i contagiati nelle Rsa: tre ospiti positivi alla San Salvatore di Ficarolo, un operatore positivo al centro servizi “Villa Tamerici” di Porto
Viro, alla casa di riposo “Città di Rovigo” e a “Villa Agopian” di Corbola. Dall’inizio dell’epidemia sono stati effettuati 236.154 tamponi, 355.679 i test rapidi.
Le 32 nuove guarigioni fanno salire a 12.944 il totale dei guariti in Polesine da inizio epidemia. Sono 481 le persone attualmente positive in provincia. Ad oggi so-
no 835 le persone poste in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva. L’invito è sempre prestare la massima attenzione, indossare la mascherina e rispettare la distanza di sicurezza. Si conferma l’accelerata sul fronte dei vaccini: la percentuale di persone vaccinate in fascia di età 70-79 era pari al 84,4%, in fascia di età 60-69 era pari al 65,7%, in fascia di età 50-59 era pari al 20,4% e in fascia di età 40-49 era pari al 14,7%. Contando anche i già prenotati entro il 16 giugno, le persone vaccinate in fascia di età 70-79 arriveranno a circa l’88%, in fascia di età 60-69 saranno pari a circa l’80%, in fascia di età 50-59 saranno pari a circa il 64% e in fascia di età 40-49 il dato si attesta al 42%. Alessandro Garbo
ruolo attivo di Forza Italia al governo. Presenti anche i rappresentanti Azzurro Donna Layla Marangoni, dei giovani Alberto Marinelli, dei seniores Renzo Marangon. A tenere banco anche la crisi politica del Comune e la delicata questione del Tribunale, per la senatrice Toffanin «Rovigo non si merita questa instabilità nel momento storico in cui stiamo vivendo, la città ha bisogno di amministratori validi». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Mix di volti nuovi ed amministratori rodati: Forza Italia lancia la squadra dei referenti (bilancio e finanze), Dario Passarella ( lavori pubblici) il sindaco di Trecenta Antonio Laruccia (enti locali), l’ex sindaco di Rovigo Bruno Piva (sport), Paolo Avezzù (formazione), Lucia Merlin (immigrazione) e Matteo Barbieri per il dipartimento casa, edilizia sociale e periferie. La conferenza stampa indetta nella sede di via X Luglio è stata anche l’occasione per lanciare la campagna di tesseramento e del 2x1000 a sostegno del
movimento, come ha ricordato Bimbatti «un modo semplice e gratuito per sostenere Forza Italia e i tanti progetti in agenda». Per Cortelazzo si deve
lavorare sui territori dando risposte e proponendo soluzioni concrete ai problemi, mentre Toffanin ha sottolineato l’importanza del
Sorrisi e cortesie in maggioranza ma la controversia non si appiana CRISI IN COMUNE ROVIGO Un consiglio comunale dai toni pacati, con l’augurio di pronta guarigione rivolto al sindaco Edoardo Gaffeo che martedì si è sottoposto ad un delicato intervento chirurgico già programmato, e con la maggioranza che apparentemente non mostra crepe. Addirittura, le tre variazioni di bilancio all’ordine del giorno, sono passate all’unanimità. Nulla, se non qualche frecciatina, che abbia suggerito che quello di venerdì sera potrebbe essere stato l’ultimo consiglio comunale in questa composizione.
SOTTO TRACCIA Conta però quello che si muove dietro le quinte perché il tempo è agli sgoccioli. Il 20 le dimissioni del sindaco diventeranno irrevocabili. E, a dispetto delle dichiarazioni dei primi giorni, quando il “facilitatore” Achille Variati, inviato dalla segreteria nazionale del Pd per impedire il fallimento dell’esperienza amministrativa del centrosinistra, si dichiarava “ottimista”, le cose sembrano essersi complicate. Già dopo la riunione di mercoledì con i tre capigruppo, Nello Chendi per il Pd, Elena Biasin per la Lista Gaffeo e Matteo Masin per il Forum, il segretario provinciale del Pd Angelo Zanellato, il presidente ed il vicepresidente dell’Associazione Civica per Rovigo Fabio Osti e Claudio Curina ed il coordinatore ed il presidente del Forum, Federico Saccardin e Giovanni Nalin, Variati aveva rimodulato la propria posizione su un “pacato ottimismo”. Do-
po gli ulteriori incontri di giovedì, in gran segreto e sempre sotto la cortina di silenzio imposta per evitare che anche una sola parola possa scatenare l’implosione definitiva della maggioranza, la pacatezza sembra rimasta ma l’ottimismo quasi scomparso.
TENSIONI PERMANENTI Invece di allentarsi, infatti, nelle ultime ore, le tensioni sembrano riacutizzate. Domani dovrebbe essere il giorno dell’approdo di tutte le forze di maggioranza su un documento condiviso, dopo il primo presentato unitariamente dal Pd, bollato tuttavia come “acqua fresca” dagli alleati. Documenti che, però, non sono altro che “parole”. Il sindaco, nella sua doppia conferenza del 5 maggio, ha detto: «Non sono io a dover chiedere, ma chi ha creato questa situazione a proporre atti concreti che confermino la volontà di proseguire in questa esperienza. Io le dimissioni le
SEGRETARIO PD Angelo Zanellato
do, non le chiedo». E non sembrava riferirsi a pezzi di carta. Il casus belli del Tribunale, con il voto contrario dei cinque consiglieri Pd alla mozione con la quale si chiedeva il rispetto dei vincoli urbanistici nel caso fosse scelta l’ex Questura, cosa che è stata di fatto implicitamente recepita dalla Conferenza permanente, è stato superato dagli eventi e, del resto, era stato definito «solo l’ultima goccia per far traboccare il vaso».
LISTE CIVICHE Anche se nessuno lo dichiara, la richiesta, più o meno velata, da parte dei “civici” è il defenestramento di qualche figura del Pd. Fra queste, anche gli accordi avviati fra Pd e Forza Italia in vista delle elezioni provinciali. Mentre si chiede una maggiore considerazione da parte del Pd nei confronti di delle civiche il “Veneto che vogliamo” con la presenza delle civiche. Tutto si è, dunque, cristallizzato di fronte a una richiesta che non può nemmeno essere appoggiata da Variati, che non ha un ruolo di commissario, ma solo di “casco blu” incaricato di riportare una pace che in questo momento sembra lontana. Anche perché, davanti allo stallo, il sindaco sembrerebbe portato a non ritirare le dimissioni, nell’ottica del “muoia Sansone con tutti i filistei”. Solo che, ad uscire con le ossa rotte, in questo caso, potrebbe essere solo Sansone cioè lui stesso. Oltre alla città umiliata dal terzo commissariamento in sette anni. Francesco Campi © RIPRODUZIONE RISERVATA
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“Vivi Boara”: «La piazza è già intitolata a don Tristano» (A. Gar.) L’intitolazione della piazza di Boara Polesine ai Martiri delle Foibe, nei pressi del cimitero, rischia di diventare un caso. Emilio Mazzetto del Comitato civico Vivi Boara si rivolgei a Comune e assessore Patrizio Bernardinello: «Piazza Don Tristano Bonvento non si tocca. La Giunta ha deliberato di intitolare la piazza antistante il cimitero ai Martiri delle Foibe, ma il 12 ottobre 2017 il Comune con delibera 311, già autorizzata dal Prefetto, aveva disposto d’intitolarla a don Tristano Bonvento, in seguito ad una numerosa raccolta firme sottoscritta dai cittadini di Boara». «Noi non abbiamo nulla contro i Martiri delle Foibe che meritano sicuramente la massima attenzione e memoria, ma il Comune dovrà provvedere in altro modo. Anche perché nella piazza andrà collocato il busto di Don Tristano, commissionato e pronto per la posa, il tutto in accordo con il Comune che aveva già approvato l’installazione. Si revochi la delibera e si di attuazione a quella del 2017».
Vita dei partiti
(A. Gar.) Si allarga la famiglia di Forza Italia. Affiancato dall’onorevole Piergiorgio Cortelazzo e dalla senatrice Roberta Toffanin, il vice coordinatore Andrea Bimbatti ha fatto gli onori di casa e presentato la squadra dei referenti provinciali che vanno a comporre i diversi dipartimenti. Un mix di volti nuovi e storici del partito azzurro. Il team è formato da Enrico Bonafè (ambiente e territorio), Renata Ferrarese (istruzione), Luca Rossetto
Frazioni
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Primo Piano Vaccinazioni in Veneto DOSI SOMMINISTRATE IERI
+44.726 Totale
Dosi fornite
2.246.558 91,9% PRIME DOSI
+24.628 Totale
Popolazione
1.578.486 32,1%
Domenica 16 Maggio 2021 www.gazzettino.it
Veneto, record di vaccini Prima dose per uno su tre Oltre 2,2 milioni di somministrazioni: `Venezia, dal 16 giugno aperti a tutti tra gli over 80 la percentuale sale al 97,3 Padova, ad agosto sedicenni “protetti”
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CICLI COMPLETATI
+20.098 LA GIORNATA Totale
Popolazione
668.058
13,3%
CON ALMENO 1 DOSE Popolazione OVER80
97,3% Popolazione 70-79 anni
83,2% Popolazione 60-69 anni
67,2% Popolazione 50-59 anni
25,1% Disabili
72,4% Vulnerabili
68,8% NB: Popolazione di riferimento ISTAT
L’ANDAMENTO SETTIMANALE ∆
Totale campagna ULSS n. 1 Dolomiti
1.610
105.340
ULSS n. 2 Marca Trevigiana
7.565
389.341
ULSS n. 3 Serenissima
4.702
296.822
ULSS n. 4 Veneto Orientale
2.366
100.089
ULSS n. 5 Polesana
1.443
122.352
ULSS n. 6 Euganea + AOUPD
7.271
414.522
ULSS n. 7 Pedemontana
4.285
162.846
ULSS n. 8 Berica
4.547
224.198
ULSS n. 9 Scaligera + AOUIVR
10.905
417.703
Istituto Oncologico Veneto
32
13.345 TOTALE
44.726
2.246.558 L’Ego-Hub
VENEZIA Un veneto su tre ha avuto la prima dose di vaccino anti-Covid 19. E uno su dieci, per la precisione il 13,3%, ha avuto anche il richiamo, così da essere completamente immunizzato. È quanto emerge dal report diramato da Palazzo Balbi che segna anche il record assoluto di somministrazioni: 44.726 nella giornata di venerdì 14 maggio, mai così tante dall’inizio della campagna vaccinale. Non solo: l’Ulss 3 Serenissima di Venezia conta di aprire dal 16 giugno la profilassi a tutti, senza più distinzioni di età, mentre l’Ulss 6 Euganea di Padova punta a vaccinare per agosto i sedicenni. Sfondata, intanto, la soglia dei 420mila positivi dall’inizio dell’emergenza sanitaria.
I NUOVI TAMPONI E visto che il ministero della Salute ha sdoganato i test salivari, ritenendoli “uno strumento utile per il monitoraggio e controllo dell’infezione da Sars-CoV-2 in ambito scolastico”, la Regione del Veneto sta valutando di modificare il proprio Piano di sanità pubblica inserendo appunto anche questi nuovi tamponi, molecolari e antigenici rapidi, con l’uso della saliva. Tra l’altro i test salivari potrebbero essere utilizzati, in vista dei prossimi esami di terza media, per tutto il corpo insegnante, gli studenti, i bidelli e il personale di segreteria.
LE SOMMINISTRAZIONI In Veneto le somministrazioni totali di siero dallo scorso 27 dicembre sono state 2.246.558, pari al 91,9% delle forniture ricevute. Le persone che hanno già completato il ciclo con richiami sono 668.058, di cui 649.393 residenti, il 13,3% della popolazione. Sono invece 1.578.486 (1.565.700 i residenti, pari al 32,1%) quelle che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino. Per quanto riguarda le fasce di età, in Veneto ha avuto almeno una dose il IN ATTESA Persone in coda al Centro vaccinale di Padova per avere la somministrazione del siero 97,3% degli over 80, l’83,2% dei 70-79enni, il 67,2% dei 60-69en- IL CONFRONTO cioè oltre 2 milioni di italiani ni, il 25,1% dei 50-59enni. Infine Come riconosciuto anche dal over 70 che non hanno ancora rile categorie: tra i disabili ha avu- commissario per l’emergenza co- cevuto la prima dose del vaccino. to almeno una dose il 72,4%, tra i ronavirus Francesco Paolo Fi- Tra gli over 80 la regione più invulnerabili il 68,8%. gliuolo, il Veneto è una delle Re- dietro è la Sardegna, con un gioni più avanti nella campagna 30,99% che non ha avuto neandi profilassi. Va detto che, in base che la prima dose mentre in Veneto la percentuale scende all’ultimo report del governo, agall’1,56%. Tra i 70-79enni la regiogiornato sempre a venerdì 14 ne che ha vaccinato meno è la Simaggio, in tutta Italia ci sono cilia, con il 42,57% e quella che è 519.666 ultra ottantenni (l’11,49% andata meglio è la Puglia, dove della popolazione di questa fa- resta un 15,70% di non vaccinati. scia d’età) e 1.495.947 cittadini In Veneto continuano intanto GIORNATA NAZIONALE tra i 70 e i 79 anni (il 24,84%) che le prenotazioni delle sedute vacnon sono stati vaccinati. Ci sono cinali per i quarantenni. Da VENEZIA «Non abbiamo mai lasciato a piedi nessuno, anzi. Lo sforzo del personale sanitario durante la pandemia non si è sostanziato soltanto nell’affrontare i casi di Covid, ma anche nel prendersi cura di tutte le aree critiche della sanità regionale, e dell’oncologia in particolare». Parola del governatore Luca Zaia nel giorno in cui viene celebrata la Giornata attività ricettive saranno finalnazionale del malato oncolomente pronti ad abbracciare gico: «Conoscere i numeri tutti gli ospiti che verranno a del cancro in una popolaziotrovarci», ha affermato Alesne significa guidare la presandro Berton, presidente di venzione e le cure, quantifiUnionmare. care le risorse necessarie per A Jesolo ieri erano aperti circontrastare tale malattia, ca 150 hotel sui 360 totali. A promuovere interventi di sentire gli operatori, è arrivata prevenzione e di diagnosi addirittura più gente di quanto precoce. Con il nuovo sito era previsto fino a una settimaweb istituzionale del Regina fa. «La sensazione riscontrastro tumori del Veneto ragta all’arrivo dei turisti negli hogiungiamo cittadini e profestel - dicono le associazioni desionisti con dati epidemiologli albergatori - è che l’avere gici aggiornati dei tumori tolto la quarantena al rientro, della popolazione residente. ma anche il fatto che si inizi a Grazie al lavoro prezioso del parlare di togliere anche il codirettore Massimo Rugge, la prifuoco, o comunque spostarnostra regione è stata la prilo, unito al sole e alla voglia di JESOLO Tutto pronto per accogliere i turisti, manca solo il caldo ma a ottenere la certificaziovacanza ha convinto molti a ne di qualità ISO 9001:2015 di prenotare last minute. Sono arun Registro tumori italiarivati soprattutto italiani, mol- zati o rimborsati” per i turisti no». Dalle analisi effettuate ti altoatesini, ma anche dalla che arrivano sul litorale, ovvesu 84.246 veneti sottoposti a Lombardia». ro la possibilità di prenotare il tampone è emerso che il riPer quanto riguarda Austria proprio posto in spiaggia e di schio di infezione nei paziene Germania, la risposta è anco- ottenere (in cambio di un picti oncologici è simile a quello ra tiepida, anche se si registra- colo sovrapprezzo) un rimbordel resto della popolazione no le prime presenze. Tra l’al- so in caso di maltempo. Lo conma è sensibilmente maggiore il pericolo di complicanze. tro anche quest’anno Jesolo ri- ferma Claudia Davanzo, diretpropone la formula “Abbron- tore generale di Jesolo Turi-
Zaia: «Mai trascurato i malati di tumore»
PALAZZO BALBI RIVEDE IL PIANO DI SANITÀ PUBBLICA PER CONSENTIRE L’USO DEI TEST CON LA SALIVA
Ombrelloni e lettini pronti per l’estate ma il freddo frena l’arrivo dei turisti LA RIPARTENZA VENEZIA Da Rosolina a Jesolo, il tempo incerto ha frenato gli arrivi dei turisti, soprattutto pendolari, nel giorno di riapertura al pubblico delle spiagge nel rispetto delle norme Covid. Sono andate però bene le prenotazioni. Anche sulla costa friulana, dove ieri si è svolto un singolare e suggestivo evento simbolico, l’apertura in contemporanea di oltre 25.000 ombrelloni, con le “ola” fatte sempre con gli ombrelloni, l’afflusso di visitatori è stato inferiore alle aspettative.
VENETO «La costa veneta è pronta: dalle foci del Tagliamento al delta del Po tutte le spiagge del Veneto sono in grado di accogliere al meglio gli ospiti. Le ultime strutture stanno completando le operazioni di riapertura, ma possiamo dire che nei prossimi giorni il 100% delle spiagge, dei campeggi e delle
quando, lo scorso 1° aprile, è stato aperto il portale regionale, ci sono state complessivamente 1.274.210 prenotazioni di cui 208.990 nella giornata di venerdì scorso, quando, nel pomeriggio, sono stati accettati anche i quarantenni. A Venezia la prossima tappa, come anticipato dall’Ulss 3 Serenissima, sarà il “liberi tutti”: dal 16 giugno sarà possibile a chiunque prenotare indipendentemente da età, stato di salute e professione. Venezia ha già dato l’annuncio, resta da capire se anche le altre Ulss faranno lo stesso tra un mese. E a Padova l’Ulss 6 Euganea punta a vaccinare i sedicenni per agosto.
A JESOLO APERTI 150 HOTEL SUI 36O TOTALI. E TORNA LA FORMULA “ABBRONZATI O RIMBORSATI”
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BOLLETTINO Continua a scendere la curva dei contagi Covid-19 in Veneto. La regione registra nelle ultime 24 ore 382 nuovi positivi e 9 decessi. Il totale degli infetti dall’inizio dell’epidemia ha sfondato la soglia dei 420mila, per la precisione 420.045, mentre quello delle vittime è salito a 11.485. Appena superiore a quota 1.000 il numero dei pazienti Covid negli ospedali: sono 1.002 i posti letto occupati, dei quali 882 (-31) nelle aree non critiche e 120 (-9) nelle terapie intensive. I veneti attualmente positivi e in isolamento sono 15.730. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
CONTAGI, SFONDATO IL TETTO DEI 420MILA MA I REPARTI OSPEDALIERI CONTINUANO A SVUOTARSI
smo, nel giorno di apertura della stagione: «Siamo alla disponibilità di tre quarti della spiaggia, siamo partiti con il servizio di salvataggio dal faro fino a piazza Torino. Per il pieno regime stiamo attendendo la fine dei lavori di rimpascimento della pineta, ma presumo che nell’arco delle prossime due settimane saremo al 100%».
FRIULI VENEZIA GIULIA Scarsa l’affluenza a Lignano Sabbiadoro, una delle località turistiche del litorale friulano tra le più note e frequentata anche dai turisti della vicina Austria, come dai tedeschi. A scoraggiare bagnanti e vacanzieri nel giorno della riapertura degli impianti balneari il tempo non proprio da mare, col cielo coperto da dense nubi. «Al momento - ha detto ieri il sindaco di Lignano Sabbiadoro, Luca Fanotto - non si registra molto movimento nella località, auspichiamo che il bel tempo continui anche domenica, quando si potrà effettivamente valutare l’afflusso verso la nostra spiaggia nel corso di questo weekend». © RIPRODUZIONE RISERVATA