VIVIANE L'INFERMIERA (PREVIEW)

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SBAM! libri


Sbam! Libri Collana a cura di Antonio Marangi viviane l’inferMiera ISBN 978-88-85709-09-6 © 2018 Filippo Pieri - Cristiano Corsani © 2018 Sbam! (ADM Studio Sas) - Via E. Curiel, 7 - Cologno Monzese (MI) Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo volume può essere riprodotta senza autorizzazione scritta dell’editore. Ogni riferimento a persone o cose realmente esistite è puramente casuale.

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Per quanto mi riguarda, gli unici manga di cui apprezzo senza riserve la lettura sono gli hentai. Sarò strano ma che ci devo fare? I robot non mi entusiasmo più di tanto, gli shojo sono per ragazzine, gli shonen sono infantili, e soprattutto non riesco a leggere le storie pubblicate alla rovescia. Invece se ci sono donnine nude, lette da destra a sinistra o da sinistra a destra è lo stesso. Le tette sono palindrome. Inoltre, gli hentai sono politicamente scorretti e dunque trasgressivi. In una società piuttosto rigida come quella nipponica è consentito, nel contesto delle regole di un gioco che sublima gli istinti e li rende inoffensivi, disinnescandoli, trasgredire. Si sa che più vige il proibizionismo, più c’è gusto a fare ciò che ci viene proibito. Perciò, se ammirare il lato B di una concorrente al titolo di Miss Italia non si può più (l’inquadratura posteriore è stata vietata, in attesa che venga vietato di Moreno Burattini * tutto il concorso), eccomi a guardare il sedere di Ruko Tatase, l’infermiera assistente del dottor Sawaru Ogekurie nella Clinica dell’Amore creata da Haruka Inui nel 1987. Da noi ormai non ci sono più i sexy fumetti (quelli che tra gli anni Sessanta e Novanta, con il marchio dello Squalo o del Condor, hanno stuzzicato intere generazioni di lettori), viva il Giappone dove ancora ci sono. Ruko Tatase, peraltro, oltre a essere giustamente disinibita, è anche amante del sadomaso e sfoggia tenute da mistress, perfetta incarnazione del feticismo di cui sono cultori i nipponici, ringalluzziti dalle uniformi da liceali, dalle divise da infermiere, dalle tenute da marinarette, da ogni tipo di travestimento che possa servire a un gioco di ruolo erotico. Il sesso goduto in chiave ludica è del resto la morte sua, o meglio, la vita sua. In Italia sono persino sparite ai cinema le commedie erotiche, come L’infermiera di notte (1979) dove il dottor Nicola Pischella (Lino Banfi) assume per fare da badante notturna al vecchio zio Saverio (Mario Carotenuto) la bella Angela (Gloria Guida). Risate e strip tease erano garantiti, bei tempi che furono. Fuori dai cinema si potevano anche esporre quei manifesti un po’ scollacciati che oggi causerebbero l’intervento della buoncostume allertata dall’Associazione Genitori e dall’Esercito della Salvezza. Con evidente sprezzo del pericolo, Filippo Pieri e Cryx propongono oggi la loro versione di quel tipo di commedia sexy che ha fatto la storia del cinema italiano quando ancora i film incassavano qualche spicciolo (non solo con Gloria Guida ma anche con Edwige Fenech, Annamaria Rizzoli, Nadia Cassini, Agostina Belli e chi più ne ha più ne metta). Ovviamente partono da una infermiera, oggetto da sempre di fantasie erotiche maschili. Ma essendo giovani e baldi (non oso dire belli) lo fanno contaminando le loro storielle con le suggestioni dell’eros giocoso giapponese (evidenti gli influssi manga ogni volta che entra

Odissea nell’ospizio


in scena l’infermiera Viviane). Ruko Tatase incontra Banfi e Carotenuto: come non esserne contenti? Viviane tuttavia non è maliziosa, né tantomeno lasciva e perversa, ma beatamente serafica nella naturale e istintiva ostentazione delle proprie forme, come non è maliziosa la digitale purpurea che attira le collegiali a cui è stato vietato annusarne l’odore venefico o non sono perversi i gelsomini notturni che esalano il loro profumo di fragole rosse (per citare Giovanni Pascoli, sensibile a modo suo al richiamo del proibito). Fra gli influssi ci metterei anche quelli de Il Vernacoliere, e viene in mente Luana, la baby sitter di Daniele Caluri, “portatrice sana di topa” (per dirla con Mario Cardinali) e felicemente svampita e inconsapevole (o disinteressata alla cosa) dei ferormoni femminili dalle lei emanati e delle reazioni testosteroniche altrui. Luana, del resto, è anche felicemente livornese e vernacolare, e fa da badante a un pestifero bambino, Maicol, paragonabile ai vecchietti terribili della residenza per anziana Casa Nova toscana in cui sono ambientate le avventure di Viviane. Del resto vecchi e bambini, si sa, si assomigliano. Come nelle disavventure di Caluri, anche in quelle di Pieri e Cryx si ride con trovate scatologiche, si possono vedere vomiti e rigurgiti, erezioni sotto i pantaloni, viva la libertà della frittatona di cipolle, birra ghiacciata e del rutto libero. A Casa Nova si può perfino vedere uccidere a pistolettate un pappagallo senza che accorra Edoardo Stoppa. Che liberazione, quella dal politicamente corretto e dal perbenismo imperante. Perbenismo di cui, per loro fortuna, possono essere esentati i vari Principe, Macao e Jesus, gli arzilli e impenitenti ottuagenari di Casa Nova, toscanamente simili ai vecchietti pisani del Bar Lume di Marco Malvaldi (Pilade, Amelio, Emo) ma anche e forse soprattutto ai Mascetti, Melandri, Necchi e Sassaroli, i protagonisti di Amici Miei – Atto III (1985), il film di Nanni Loy in cui i goliardi di Monicelli si ritirano tutti in un ospizio senza perdere la voglia di fare le loro zingarate. Alla fine la serie a fumetti di Pieri e Cryx, a dispetto del titolo, finisce per avere come protagonista non tanto la procace infermiera Viviane, quanto il teatrino di personaggi: il mafioso Don, la cinica e avida direttrice Gabriella Kaputt, l’inserviente di colore Paco, il focoso Raulo e il per nulla focoso dottor Noè. Tanti character che interagiscono dando vita a divertenti episodi di due pagine. I fumettisti di un tempo ne avrebbero tratto una striscia (pensiamo al variegato microcosmo dei Peanuts, di Beetle Bailey o di Lupo Alberto), quelli di oggi si allungano su distanze di poco maggiori, considerando che, per motivi a me incomprensibili, anche le strisce latitano come le commedie sexy. I fumettisti di oggi esordiscono in Rete, come hanno fatto Pieri e Cryx: fortunatamente, talvolta arrivano anche su carta. Finché dura. * Moreno Burattini è scrittore, sceneggiatore di fumetti e umorista. Tra le sue opere più recenti, troviamo le raccolte di aforismi Utili Sputi di riflessione e Sarò bre’, e l’antologia di racconti Dall’altra parte. Da svariate migliaia di anni, scrive storie di Zagor, personaggio Bonelli di cui cura la serie in edicola.



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Finito di stampare nel mese di luglio 2018 da PressUp Srl per conto di Sbam!



ÂŤBuongiorno a tutti, sono Viviane, la nuova infermiera, ma potete chiamarmi ViviÂť

ISBN 978-88-85709-09-6

9 788885 709096

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