Nella Dimora Maggio 2011 n° 7 rivista CSV San Nicola

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nella D i ora (Gruppi di Iniziativa Territoriale) si promuove la finanza etica partendo dal pilastro della trasparenza sull’utilizzo dei risparmi dei clienti e per l’erogazione dei prestiti viene adottato un doppio criterio che prevede oltre ad un’analisi economico-finanziaria anche un’altra (fatta da volontari) tesa all’analisi degli effetti socio-ambientali sul territorio dell’iniziativa economica. Tra le ultime esperienze Banca Etica con il Comune e le OdV di Putignano ha aperto una linea di microcredito per famiglie indigenti con un fondo di garanzia di 30 ml euro. Pensa che sul nostro territorio tali iniziative possano contribuire ad arginare il fenomeno dell’usura? Non c’è dubbio: il ricorso all’usura nasce da uno stato di bisogno che non trova una risposta istituzionale. L’istituzione di fondi pubblici di garanzia consente alla banca convenzionata di superare il problema delle garanzie patrimoniali che chi ricorre all’usura in generale non è in grado di prestare e finisce così in un circuito dal quale è difficile uscire. E’ stato rilevato che, quanto il prestito alle famiglie in stato di bisogno viene accompagnato da un’attività di assistenza e di seguimento, i casi di morosità o di insolvenza nel rimborso del prestito vengono a ridursi notevolmente. La Banca Etica, con lo sviluppo recente della sua presenza, si avvarrà sicuramente del suppor to del volontariato in queste attività. Durante il convegno è emerso che anche la Regione Puglia è attiva nell’ambito del microcredito con il Piano straordinario del lavoro, strategia che ha l’obiettivo di finanziare con i Fondi Strutturali la realizzazione di piccole imprese e la formazione professionale per soggetti a rischio di esclusione sociale. Pensa che queste azioni possano bastare a responsabilizzare i microimpreditori, a maturare una consapevolezza diversa rispetto a quello che si fa? La semplice emanazione di una legge non è mai di per sé stessa un fattore di sviluppo, se non è accompagnata da un collegamento attivo

con il mondo della domanda potenziale e da strutture di ser vizio, delle quali una impresa nascente ha più che mai bisogno: una decisone di

investimento senza un progetto d’impresa non ha molte possibilità di riuscita. La legge regionale che stabi-

lisce aiuti agli investimenti e alla nascita di microimprese, collegata con “Principi Attivi”, si occupa anche di questo ed è auspicabile che le associazioni di categoria della piccole imprese ed il mondo dell’impresa sociale se ne avvalgano. Microcredito non è dunque puro dono ma uno strumento che stimola l’attività produttiva e la dignità delle persone a cui viene data una possibilità di crescita che non viene regalata, ma “prestata”. Quella che viene riconosciuta è la fiducia nella possibilità della persona: il credito prima ancora che monetario è fiducia al microimprenditore e al suo progetto.

PRIMO S ALLA LEGGE DELEGA SU ASS CIAZIONI E FONDAZIONI Il Consiglio dei ministri ha approvato la legge delega di modifica al Codice civile sulla disciplina di associazioni e fondazioni, ora all’esame del Parlamento che ne dovrà approvare i decreti legislativi di attuazione. Il provvedimento segue due percorsi. Innanzitutto, semplifica la procedura di riconoscimento della personalità giu-

LE ONLU

ridica degli enti non profit, assimilandone il percorso a quello delle società di capitali. In secondo luogo apre la strada ad associazioni e fondazioni allo svolgimento di attività commerciali con ritorno economico a condizione che sia funzionale esclusivamente al raggiungimento degli obiettivi sociali.

S E L IMPRESA SOC IALE

Via libera anche dall’Agenzia per le onlus a un atto di indirizzo sulle imprese sociali che permette che queste siano detenute dalle onlus e quindi anche dalle organiz zazioni di volontariato. La risoluzione 83/E/05 recita che “è consentita la detenzione di par tecipazioni in società di capitali alle onlus, a condizione che il possesso di titoli o quote, in considerazione dell’entità della par tecipazione e del ruolo effettivamente svolto nella società par tecipata, si sostanzi in un’azione statico -conser vativa del patrimonio, realiz zando un impiego delle risorse patrimoniali finaliz zato alla percezione di utili da destinare al raggiungimento degli scopi istituzionali”. Viceversa “qualora la onlus…assuma funzioni di coordinamento e direzione della società par tecipata, e s e rc i ta n d o u n’i n fluenza dominante si configura lo svolgimento di un’attività non consentita alle onlus”.


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