Vergine Addolorata Santo Sepolcro, 11 aprile 2014 Cari Fratelli. Il nostro cammino quaresimale oggi ci ha portati qui, sul Calvario, per essere anche noi dove Maria sta sempre insieme a colui che ci ha salvati. Nelle varie celebrazioni liturgiche è molto difficile trovare una pericope del Vangelo così breve come quella che abbiamo appena ascoltato e, allo stesso tempo, un’immagine così densa di significato e di mistero. Il Figlio di Dio è inchiadato alla croce e Maria è sotto la croce del Figlio, non come una passante qualsiasi, non come una persona curiosa e, di certo, non come una madre qualsiasi sotto il patibolo di un figlio. È proprio questa sua presenza che oggi attira la nostra attenzione e deve coinvolgere e incidere la nosta mente e la nostra vita. Se c'è luogo dove Maria è più che mai "Tutta là", anima e corpo, tutta attaccata al Figlio, tutta inchiodata alla volontà del Padre, come il Figlio è inchiodato alla croce, è proprio su questo Calvario. Maria è tutta presente in quell'ora perché il mistero della croce ha il suo inizio nel mistero dell'incarnazione. Non può mancare; proprio perché c'era dall'inizio e dunque ci deve essere anche alla fine, nel compimento. Il suo cammino dietro il Figlio conduce anche lei sul Calvario, all'ora stabilita dal Padre. Qui, sotto la Croce Maria "sta", come dice il Vangelo e come sottolinea la liturgia, non solo "è", ma "sta", è "stabilita". È stabilita in quel momento come dono per tutti, così come in quel momento il Corpo di Gesù è stabilito sacramento d'amore sacrificato per la salvezza di tutti. Entrando nel mondo il Verbo aveva detto: mi hai dato un corpo; io, mediante questo corpo, compio la tua volontà (Eb 10, 5-7; Sal 39, 7-9). Maria è presente al "Sì" che il Verbo dice al Padre, sulla croce, perché già nel momento in cui ha ricevuto l'annunzio
aveva detto "Sì". Qui fiorisce il "Sì" dell'amore, dell'obbedienza del Verbo Incarnato e della Madre che l'ha concepito, perché essi non possono essere separati. La presenza di Maria sotto la Croce perdura lungo tutti i tempi fino all'ultimo giorno, così come la croce rimane elevata sul mondo fino alla fine dei secoli, quale segno dell'alleanza sancita per sempre tra il cielo e la terra. Sul Calvario Maria dunque "sta" e dalla croce il Figlio le rivolge le ultime parole, ancor più brevi che a Cana. Gesù, mostrandole il discepolo prediletto le dice: "Donna, ecco il tuo figlio"; e consegnandola a Giovanni dice: "Figlio, ecco tua Madre". Il Vangelo non riporta alcuna risposta né da parte di Maria, né da parte del discepolo. La consegna della Madre al discepolo e la consegna del discepolo alla Madre è un fatto di cui Maria prende atto semplicemente con il suo stesso stare lì, già tutta donata alla Chiesa che pure è messa in grembo al suo nascere. "Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me." (Gv 12, 32). Cari fratelli con il Battesimo noi tutti apparteniamo già a Cristo, siamo stati attratti dalla sua Croce. E proprio per questo ciascuno di noi ha una missione da compiere. Prima di tutto deve accogliere la Parola di Dio e incarnarla nella propria vita, affinché tutto il mondo sia attratto dalla sua Croce perché solo in essa c'è la salvezza. Incarnare la Parola non vuol dire accoglierla soltanto, vuol dire far sì che la Parola si compia, come si è compiuta in Maria e nella sua vita lungo tutta la durata della missione del Figlio, conclusa qui, sotto la Croce. Questa missione non la possiamo compiere da soli. Abbiamo il bisogno continuo di guardare la Croce per attingere quella forza che dalla croce ci viene trasmessa. Maria, vera Madre di questo Figlio morto qui, è anche madre di tutti coloro che formano un solo corpo con Lui. Mentre guardiamo la Croce, vediamo anche la Madre che intercede per noi e ci insegna come accogliere, come obbedire, come fare la volontà del Padre fino alla fine. Solo così la nostra vita di cristiani potrà aver un senso e un compimento.
P. Dobromir JASZTAL OFM Vicario Custodiale