28 dicembre 2013 ss innocenti

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Santi Innocenti Betlemme, 28 dicembre 2013 Cari Fratelli. Respiriamo ancora pienamente il clima festoso del Santo Natale durante il quale ci è stata annunziata la grande gioia, accesa la speranza e donata la pace capace di cambiare la vita di ogni uomo. L’unica condizione per beneficiare di questi grandi doni è la buona volontà di volerli accogliere. Fin qui, potremmo dire, non troviamo niente di difficile. Infatti, chi non vorrebbe essere gioioso, avere la speranza e sentire la pace? Ma ecco, subito dopo la festa di Natale, abbiamo celebrato il martirio di Santo Stefano, primo martire e quindi il primo testimone dei doni portati dal Salvatore. Oggi, al clima festoso del Natale, aggiungiamo la festa dei Santi Innocenti i quali, come apprendiamo dai testi liturgici, non a parole, ma con il sangue hanno glorificato il Figlio di Dio. In altre parole, anche loro hanno dato testimonianza al Messia che ci porta i suoi doni e che viene a salvarci. sono considerati martiri? Non hanno fatto alcuna scelta, non hanno quindi nessun merito. Le domande potrebbero continuare all’infinito, ma la risposta non è lontana. La ragione di quest’apparente incoerenza di Dio può essere compresa solo a partire dall’evento dell’incarnazione, della nascita e della morte di Gesù, Figlio di Dio, Messia e Salvatore. Le domande fatte sono il frutto della nostra logica, quella umana, secondo la quale tutto è molto semplice, ma niente fa uscire dalle tenebre e dal dolore. La violenza genera violenza, l’inganno fa nascere l’inganno, la morte provoca la morte. Gesù invece con la sua nascita ci svela la logica divina, quella che può cambiare tutto e ostacolo per credere alla bontà di Dio, alla giustizia che Egli promette. Avvicinandosi il tempo della sua passione e morte Gesù avverte i discepoli di quanto avrebbe sofferto e conclude il suo discorso dicendo: ”Beati quelli che non si scandalizzeranno di me”. Forse di fronte a Gesù che muore in croce, dopo tutto il bene che ha compiuto, non rimaniamo più scandalizzati, ma Gesù non solo subisce la violenza fisica del patibolo della croce, subisce anche la grande sofferenza di vedersi smentito da Dio. Il silenzio di Dio, che appare assente, sembra dare ragione a chi l’ha messo in croce come impostore. Gesù però conosce la volontà del Padre e attende con fiducia l’azione di Dio, che non verrà come e quando noi ci aspetteremmo, ma verrà, quando risusciterà suo Figlio, liberandolo dal potere della morte. di credere in questa logica e, soprattutto, di accoglierla nella nostra vita? vari eventi, il suo messaggio.

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Perfino attraverso la figura e il comportamento di Erode ci viene trasmesso un messaggio molto utile che mette in guardia il nostro modo di agire e potrebbe risultare contrario alla logica di Dio. Come sappiamo, Erode era un personaggio crudele. La sua crudeltà, particolarmente verso la fine della sua vita, divenne proverbiale persino a Roma. Nei suoi ultimi anni egli fece uccidere anche tre dei suoi figli ed emanò un decreto con il quale dispose di eliminare i più influenti tra i giudei. Le misure prese nei riguardi del “Re dei giudei che è nato” e che i Magi hanno cercato non hanno avuto altro scopo se non quello di assicurare le sue aspirazioni e il suo dominio indisturbato. Mentre i Magi lo cercano per adorarlo, Erode lo cerca per ucciderlo. Non ha voluto incontrarlo per adorarlo, per accogliere la sua logica e per cambiare la sua vita. Noi forse non potremmo mai arrivare all’eliminazione di chi potrebbe confondere le nostre aspirazioni, la nostra carriera o il nostro successo personale. Tuttavia, spesso non siamo lontani dall’applicare tutte le misure e le nostre logiche per indebolire o screditare chiunque potesse risultare una minaccia ai nostri piani. Per intercessione dei Santi Innocenti preghiamo il Signore perché in noi ci sia l’umiltà di accettare anche ciò che non comprendiamo e ciò che non risponde alle nostre attese su Dio. Preghiamo perché non ci fermiamo a giudicare il comportamento di Dio, ma cerchiamo di vedere che anche il dolore innocente nelle sue mani non rimane motivo di pianto e di odio, ma produce molto frutto e genera vita in abbondanza come ci ha promesso Gesù. P. Dobromir JASZTAL OFM Vicario Custodiale

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