Ascensione Gerusalemme, 28 maggio, 2014 “Signore è questo il tempo in cui ricostruirai il Regno d’Israele?” E’ la domanda che i discepoli fanno a Gesù dopo che l’hanno visto risorto e dopo aver ascoltato parlare per 40 giorni delle cose che riguardavano il Regno di Dio. Essi speravano che la sua Risurrezione avesse cambiato il mondo affinché tutti fossero liberati dalla fatica di vivere in questo mondo e, forse, anche di essere esonerati dal dover percorrere lo stesso cammino del Maestro. Ma Gesù non impegna altro tempo per spiegare ancora quanto confermato con la sua vita e, soprattutto, con la sua Morte e Risurrezione. La sua Ascensione al Padre è un atto che completa la comprensione della Risurrezione stessa fino all’effusione del dono dello Spirito Santo. Ascendendo al Padre Gesù non si allontana da loro come non si allontana da chiunque, crede in lui. Riceverete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni fino ai confini della terra. Possiamo solo immaginare quello che i discepoli sentirono in quel momento e possiamo anche comprendere il fatto che fissavano lo sguardo verso il cielo dove Gesù si è unito a Dio Padre. La comprensione del mistero della salvezza e della missione affidata avviene con il tempo e soprattutto con la disposizione personale di accogliere il dono dello Spirito Santo che è stato promesso. Perché state a guardare il cielo? Gesù ritornerà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo. Sappiamo molto bene cosa è successo in seguito e quale significato ha avuto per la Chiesa e per i credenti l’Ascensione del Signore. Egli non ha mai lasciato la sua Chiesa, è sempre presente e operante con la Sua vita e con la Sua missione. Forse oggi, a distanza di 2000 anni, potremmo anche essere tentati di chiederci: Signore, quando verrai a prenderci tutti per portarci là dove sei salito e farci gustare la felicità e la gloria alla quale ci hai chiamati? Purtroppo non riceveremmo alcuna risposta contenente una data o qualche altra indicazione precisa. Invece, anche noi, riceviamo l’invito di non guardare il cielo, ma di rimanere sulla terra e, come i discepoli d’allora, guardarci intorno per vedere dove e come possiamo indicare la presenza del Signore. I Discepoli sono scesi dal Monte e sono ritornati con gioia alla loro vita e alla loro missione. Come agnelli tra i lupi, non più dove volevano andare, ma dove il Signore li ha mandati, fino ai confini della terra. Per portare la Buona Novella, la gioia, la pace e la speranza a tutti.
Cari fratelli, la missione affidata ai discepoli non è cambiata. Non chiediamo al Signore altri miracoli per noi, ma la luce e la forza dello Spirito perchÊ possiamo servire Lui nei fratelli, unirci sempre piÚ strettamente a Dio e raggiungere la Sua gloria che oggi celebriamo in questo luogo.
P. Dobromir JASZTAL OFM Vicario Custodiale