30 maggio 2015 visitazione 2015

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Visitazione della Beata Vergine Maria

Ain Karem, 30 maggio 2015 Cari Fratelli. Nella devozione francescana, le origini della Festa della Visitazione che celebriamo oggi, risalgono al Secolo XIII. Un secolo più tardi papa Bonifacio IX introdusse la festa nel calendario della chiesa universale. Inizialmente celebrata il 2 luglio, nel nuovo calendario la festa è stata anticipata, per armonizzarla con la memoria dei fatti evangelici distribuiti durante l’anno liturgico e collocata tra l’Annunciazione e la Festa della nascita di Giovanni Battista. Da oltre venticinque anni, la Custodia di Terra Santa, ha associato a questa celebrazione il conferimento dei Ministeri di Lettorato e Accolitato a chi ha scelto di dedicare la propria vita al servizio di Dio e della Chiesa come ministri sacri. Oggi ci troviamo proprio nel luogo indicato come testimone della Visita di Maria a Elisabetta. In questo contesto storico e liturgico, ci mettiamo da soli di fronte al mistero della continua presenza di Dio, del suo agire nella storia della salvezza del genere umano, nel mistero della storia per la salvezza di ciascuno di noi. Infatti, se ci limitassimo solo a cantare le glorie di Maria e di quanto Dio ha compiuto in Lei, potremmo correre il rischio di apparire come meri adoratori di un Dio lontano e, forse, anche ingiusto, perché capace di operare meraviglie nella vita di alcuni ed essere assente nella storia di altri. Invece Dio ha visitato e continua a visitare tutti. La storia del Popolo eletto è piena della presenza di Dio che l’ha scelto destinandolo a essere santo, a essere luce delle nazioni, come aveva promesso ad Abramo e alla sua discendenza per sempre. Ogni volta che Dio interviene, sconfigge il peccato, purifica da tutto ciò che non è santo per renderci capaci di essere il Suo Popolo. Di generazione in generazione la sua misericordia si stende su coloro che lo temono. 1


La figlia di Sion, di cui parla il profeta Sofonia e alla quale è promessa la revoca della condanna, è la figura di Maria. La Grazia di Dio raggiunge Maria nella sua umiltà e nella sua povertà di creatura. Come per il popolo di Israele e come per Maria, così anche per noi Dio interviene con la Sua onnipotenza nella nostra povertà. Il profeta Sofonia, non vede ancora la realtà della revoca della condanna, ma già la contempla inserita nella storia di Israele: Maria non vede ancora la realtà di Gesù presente in lei, ma già la sente e crede che qualcosa di unico sia accaduto per lei e per la salvezza del suo popolo. È la forza della fede che porta all’esperienza della presenza di Dio e alla coscienza della propria missione. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente… D’ora in poi tutte le genti mi chiameranno beata… Ciascuno di noi ha bisogno dello sguardo di fede come il profeta Sofonia e come Maria. Ciascuno ha una missione diversa, ma nella storia di tutti Dio è presente e vuole compiere la Sua opera. Cari fratelli candidati ai ministeri di Lettorato e di accolitato, per voi questi riti sono i primi passi verso il sacerdozio ministeriale. Tra poco riceverete il libro delle Scritture per trasmettere fedelmente la Parola di Dio; riceverete il calice con il vino per la celebrazione dell’Eucaristia e per servire alla mensa del Signore. Sono i primi passi verso la realizzazione della chiamata che avete ricevuto e della scelta che avete fatto. Non è ancora il sacerdozio, ma è il germe di quello che Dio ha già seminato in voi. Sull’esempio di Maria abbiate il coraggio e, soprattutto, la coscienza della presenza di Dio, della Sua predilezione particolare per voi e della missione che vi è affidata per il Suo popolo. Da questa presenza di Dio scaturiscono e sono alimentate la fede e la gioia del servizio. Se però lasciate che la tiepidezza, l’indifferenza, la fretta e gli interessi personali, tolgano spazio in voi alla presenza di Dio, allora tutto si capovolge: la fede diventa ideologia o fuga dalla realtà, l’esultanza nello spirito diventa gioia passeggera e superficiale, il servizio diventa ricerca di sé o autoaffermazione. E, come ha detto l’altro ieri papa Francesco nella Casa di S. Marta, la Chiesa può essere anche il luogo per fare i propri affari. Senza fede è facile cadere anche nella trappola di religiosità egoistica e sterilità spirituale. 2


In Maria abbiamo l’esempio di come essere veri discepoli e come aprire la mente, il cuore e la vita per accogliere la Parola di Dio in noi. Se abbiamo il coraggio di fare questo, allora anche noi potremo sentire e cantare l’azione di Dio che opera nella storia dell’umanità e nella nostra storia personale. E potremo dire, nella bellezza del servizio reciproco, che il regno di Dio è veramente già in mezzo a noi. P. Dobromir JASZTAL OFM Vicario Custodiale

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