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direttore responsabile e redazione vice direttore pubblicità marketing web impaginazione e grafica fotografia editore info e abbonamenti spazi pubblicitari
hanno collaborato
alessandra jamundo de cumis eugenio ungaretti fabio berlingheri federico antonioni italo montale lorenzo macrì and family pap rolling beatles woody
ringraziamenti
carlo bordoni cassius clay errri de luca giacomo paleni gigi del neri giovanni bettineschi e promoeventi giovanni licini kobe bryant ivan gotti lance armstrong laura merletti lorenzo cappia luca degani mario bonzi e il padre pelligrino onlus massimo florioli
mickey rourke milvo ferrandi panathlon bergamo pippo inzaghi rafael nadal & roger federer teamitalia u2 vera carrara
studio bertacchi commercialisti ass.ti via mazzini, 24 035 249187 dott.ssa laura bertacchi dottore commercialista revisore contabile
PERIODICO DELLA BC&E SRL REGISTRAZ. TRIBUNALE DI BG N°8 DEL 06 MARZO 2007 Iscrizione R.O.C. num. 15811
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SETTE
EDITORIALE AVVENIMENTI GIRO D’ITALIA GIOVANNI BETTINESCHI - INTERVISTA LANCE ARMSTRONG FEDERER E NADAL GIGI DEL NERI - INTERVISTA TENNIS VIP PIPPO INZAGHI - INTERVISTA INTERNAZIONALI DI TENNIS DI BERGAMO CASSIUS CLAY SCI CLUB RADICI GROUP MASSIMO FLORIOLI - INTERVISTA IVAN GOTTI e VERA CARRARA - INTERVISTA TEAMITALIA EVENTI LIFESTYLE psicologia dietologia preparazione fisica musica cinema narrativa medicina physiomedica next art gallery
IL PRIMO QUOTIDIANO INDIPENDENTE ONLINE
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Considero Valore… Erri De Luca
Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca. Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle. Considero valore il vino finche’ dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e’ risparmiato, due vecchi che si amano. Considero valore quello che domani non varra’ piu’ niente e quello che oggi vale ancora poco. Considero valore tutte le ferite. Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordare di che . Considero valore sapere in una stanza dov’e’ il nord, qual e’ il nome del vento che sta asciugando il bucato. Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia. Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore. Molti di questi valori non ho conosciuto.
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e d i t o r i a l e sport&clubs DI LUCA CAVADINI
Scusate se parliamo di noi. Speriamo che a qualcuno interessi sapere che resistere nel panorama editoriale è una specie di corsa ad ostacoli. Invece di trovare per 110 metri la stessa asticella alla medesima altezza troviamo filo spinato, paludi, improvvisi smottamenti, gomitate dal corridore di fianco, atleti che fanno finta di correre e una volta arrivati, totale indifferenza. Consoliamoci. Per tutti è un periodo difficile e bisogna reagire in qualche modo. Analizziamo qualche metodo. Il primo è antico, guardare il bicchiere mezzo pieno e trascurare il mezzo vuoto. Non vuol dire sottovalutare il problema ma essere consapevoli che in momenti di carestia anche una frittata è stupendamente buona. È sapersi accontentare, grande qualità che diventa virtù quando ci si accontenta dopo aver fatto tutto il possibile per lavorare bene, per fare il meglio di quello che si poteva. Il secondo è attaccare. La miglior difesa è l’attacco recita un proverbio, un metodo temerario per coraggiosi ma a volte i frutti maturano. In economia è quasi una legge, per chi ci vuol provare… Il terzo metodo è nascondersi in attesa di tempi migliori, molto utilizzato perché generalmente costa di meno. Ognuno poi ha espedienti personali in base anche alla propria natura e in funzione del proprio carattere. Noi di S&C cercheremo di allenarci bene, di essere pronti a correre di più, di impegnarci alle continue gare da affrontare. Non ci si iscrive a queste competizioni, è una partecipazione omaggio e non c’è affollamento di partecipanti. Parte solo chi ha grinta e coraggio. Non c’è solo la possibilità di vincere. Già esserci è importante. Riscopriamo il gusto di affermare veramente che l’importante è partecipare. A nostro modo, con il nostro stile che ci accompagna dal primo numero. Nasce una nuova collaborazione con Next Art Gallery. Sport e Arte Contemporanea, due piaceri della vita. Veniteci a trovare alla Fara per conoscere la redazione e ammirare qualche opera d’arte. Magari anche per lasciarci qualche critica, sempre salutare. Sport & Clubs. Ci piace essere un rumore che non vuole fare rumore. Ad Maiora.
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AVVEN GENNAIO
FEBBRAIO
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IMENTI GENNAIO
FEBBRAIO
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MARZO
14 Gianvito Plasmati - COSA SI FA PER UN GOL !
15 Daniel Albrecht - LA STREIF DI KITZBUEHEL
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17 Il SuperBowl vinto dai Pittsburgh Steelers - USA SI FERMANO
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19 Sergio Floccari - L’INTER IN GINOCCHIO
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21 David Beckham - INNAMORARSI A MILANO
22 Arianna Follis - ORO AI MONDIALI DI SCI NORDICO 2009
23 Lindsey Vonn - VINCITRICE COPPA DEL MONDO 2009
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25 Six Nations - IL CUCCHIAIO DI LEGNO ...SIGH...
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27 Aksel Lund Svindal - VINCITORE COPPA DEL MONDO 2009
28 José Mourinho - BICCHIERE MEZZO PIENO O MEZZO VUOTO ?
29 Ireland Rugby - IL GRANDE SLAM 2009
IL GIRO D’ITALIA A BERGAMO ... e sono cent’anni ... DI FABIO BERLINGHERI photo s&c
PROMOEVENTI SPORT – Volontariato e Marketing “Perché non facciamo arrivare il Giro in Presolana?!” Da questa ambiziosa idea sette anni fa nasceva Promoeventi Sport, da un gruppo di amici che avevano la passione per lo sport ed i suoi grandi eventi, convinti nelle potenzialità di un grande veicolo di promozione territoriale. In questi anni molti obiettivi sono stati raggiunti, anche al di sopra di ogni aspettativa. Senza dimenticare tutti gli altri importanti eventi nell’ambito di diverse discipline sportive targati Promoeventi, è il Giro d’Italia che ha caratterizzato l’attività della nostra Associazione: nel maggio 2004 la prima grande esperienza e poi l’incessante ed entusiasmante triennio 2007-2008-2009, e così Bergamo e la sua terra sono tornate protagoniste del grande evento popolare della “corsa rosa”. Importante e fondamentale è ribadire che Promoeventi Sport è un’Associazione che opera senza alcun fine di lucro e tutte le sue attività e risorse sono indirizzate alla migliore organizzazione e promozione dell’evento sportivo del momento. Tracciando un ipotetico bilancio di quanto fatto fin’ora rischiamo di stupirci pure noi, valutando a mente serena il livello “mediatico” e “tecnico-agonistico” degli eventi organizzati e le risorse economiche ed umane impiegate per questo; a maggior ragione se si pensa che il tutto si fonda sul volontariato, sul tempo libero e la grande disponibilità di chi con passione si è impegnato in questa attività. Il volontariato che, necessariamente, deve legarsi al marketing, termine forse troppo altisonante per noi, ma vuole significare che per creare qualcosa di grande, servono grandi risorse e grande impegno per poterle trovare. Ma come si snoda il percorso che porta alla tappa del Giro d’Italia…proviamo a percorrerlo insieme. Nel 2004, con la nostra prima volta, il percorso era partito da lontano, alcuni anni prima, con un fitto scambio di corrispondenza tra noi, la RCS Sport e gli Enti pubblici coinvolti a livello territoriale nell’ipotetico tracciato della tappa che si voleva ottenere. Dopo diverse lettere interlocutorie e l’aiuto di alcuni personaggi legati al mondo del ciclismo arrivò il primo incontro con l’allora “capo supremo” del Giro d’Italia, l’Avvocato Carmine Castellano. Approdati a Milano, negli uffici della Gazzetta dello Sport, il primo grande scoglio era superato e si potevano così presentare e discutere le nostre proposte che si concretizzarono poi con l’eccezionale successo sportivo e di partecipazione popolare della tappa Bormio-Presolana, divenuta una delle pagine più belle del ciclismo italiano degli ultimi tempi. C’è da dire che tutta la fase preparatoria e di discussione con gli organizzatori del Giro in merito alle nostre richieste per le edizioni successive si è rivelata, paradossalmente, l’aspetto più semplice ed allo stesso tempo gratificante; grazie all’ottimo rapporto instaurato con la prima esperienza ed alla serietà ed affidabilità dimostrata da Promoeventi Sport, nel 2007 il progetto triennale consecutivo del Giro a Bergamo ha trovato la piena condivisione nell’ambito dei programmi di RCS Sport, anche grazie alla splendida collaborazione con il suo responsabile Dott. Angelo Zomegnan, e le tappe a noi assegnate in questi ultimi tre anni, disegnate con la volontà di toccare tutto il territorio bergamasco, ne sono la dimostrazione. Ma torniamo all’assegnazione della tappa…Il primo atto: la presentazione ufficiale del Giro, da quel giorno la consapevolezza della responsabilità e soprattutto si può dire…”abbiamo la tappa !!”. Una tappa del Giro, se si vogliono sfruttare tutte le sue potenzialità promozionali, ha un costo di alcune centinaia di migliaia di euro, ed è questa la parte di attività che impegna più di tutte. Ed è qui che entrano in gioco le Istituzioni locali e gli sponsor privati e si da avvio al cosiddetto “marketing” alla ricerca di risorse economiche necessarie a coprire i costi di tutte le iniziative collegate e collate-
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partner istituzionali comitato tappa BE
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Provincia di Bergamo
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92° giro d’italia ...quello del centenario! 8ª tappa morbegno - bergamo KM 208
CITTÀ DI TAPPA
SABATO 16 MAGGIO 2009
media communication
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www.promoeventisport.it
CITTĂ€ DI TAPPA
Valtaleggio
Valsassina
altimetria
planimetria partner comitato tappa
sponsor comitato tappa
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www.bettineschi.it
rali all’organizzazione e promozione del’evento. Richieste, incontri, contatti, discussioni alla ricerca di contributi e sponsorizzazioni. Molte importanti aziende e realtà imprenditoriali bergamasche hanno condiviso il nostro progetto e hanno risposto positivamente alle proposte di collaborazione, mettendo a disposizione della nostra Associazione importanti risorse finanziarie a fronte di un ritorno pubblicitario e di immagine nell’ambito delle diverse iniziative abbinate alle tappe del Giro di nostra competenza. E’ però doveroso sottolineare che senza il prezioso sostegno avuto in tutti questi anni dalle Istituzioni pubbliche, tra le quali merita un plauso particolare la Provincia di Bergamo i cui maggiori esponenti hanno partecipato attivamente alla programmazione ed alla realizzazione del progetto “Giro a Bergamo” di Promoeventi Sport, senza poi dimenticare i Comuni, le Comunità Montane e la Regione Lombardia, nulla di quanto fatto fin’ora sarebbe stato possibile. Il grande ritorno del Giro d’Italia in terra bergamasca, visto come evento sportivo di massa a beneficio della promozione territoriale, è il risultato positivo dell’unione di risorse pubbliche e private destinate ad uno specifico progetto unitario e condiviso. Trovate le risorse e determinato il budget a disposizione si parte con la promozione, mentre in parallelo si mantengono stretti rapporti con la struttura di RCS Sport per l’aspetto logistico legato all’allestimento del percorso della tappa e soprattutto delle aree di arrivo e partenza. Bisogna trovare ed approntare la sede del Quartiertappa, trovare i parcheggi per tutta la carovana, le aree per il Villaggio di Partenza e/o quello di Arrivo (a volte entambe), coordinare la sistemazione negli alberghi, valutare quali e come sistemare le strade dove passerà la corsa e ancora qualche altra decina di cose. Allo stesso tempo un fitto calendario di riunioni del Comitato Tappa, per programmare le svariate iniziative promozionali, il lavoro dell’Ufficio Stampa per i comunicati stampa e gli spazi pubblicitari su stampa, radio e tv, lo studio e realizzazione della brochure dell’evento, con il meticoloso lavoro di raccolta del materiale (testi, foto, loghi, ecc) da pubblicare, lo studio e la realizzazione dei gadget, dei kilometrici striscioni rosa e dei cartelloni pubblicitari, l’organizzazione della cerimonia di presentazione ufficiale della Tappa, divenuta un prestigioso appuntamento mondano per lo sport bergamasco, con la presenza di importanti personaggi del mondo del ciclismo a partire dal nostro campionissimo Felice Gimondi, fino ad arrivare al grande Eddy Merckx e Francesco Moser. Altro tassello importantissimo ed indispensabile al successo che ha sempre caratterizzato il passaggio del Giro d’Italia in bergamasca, e così sarà certamente anche quest’anno, è il coinvolgimento e la stretta collaborazione con Promoeventi Sport, di tantissimi Gruppi e Associazioni di volontariato operanti sul territorio, in particolare per quanto riguarda il controllo ed il presidio della viabilità per garantire la sicurezza sia degli atleti che del numerosissimo pubblico. In ogni appuntamento con la tappa bergamasca del Giro, circa 500 volontari sono stati impegnati in vari compiti, dalla sorveglianza degli incroci stradali alla gestione dei parcheggi, al servizio di trasporto, e molto altro ancora. A tutte queste persone va il doveroso ringraziamento degli sportivi bergamaschi e non solo, perché grazie a loro hanno potuto assistere e vivere questi grandi appuntamenti con il ciclismo mondiale sul nostro territorio. Quest’anno si conclude il progetto triennale consecutivo del Giro a Bergamo realizzato da Promoeventi Sport, che già sta lavorando affinché altri traguardi sportivi, tinti forse anche di altro colore, possano essere raggiunti dal territorio bergamasco grazie al comune sforzo organizzativo e di investimento economico delle Istituzioni pubbliche locali e mondo imprenditoriale. E’ stato un percorso impegnativo ed a volte, come capita spesso a chi ci mette solo la passione e l’impegno senza nessuna contropartita, ti fai la domanda …“ ma chi me lo fa fare ?!” Ma quando rivedi le immagini della folla assiepata lungo i tornanti della Presolana, sulla salita di Città Alta, sotto il diluvio al Monte Pora e poi quando assisti dal vivo all’arrivo dei campioni sul “tuo” traguardo…allora ti rendi conto del perché lo fai e pensi…”è fantastico…al lavoro per il prossimo!”.
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GIOVANNI BETTINESCHI Deus ex machina REDAZIONE S&C photo s&c Giovanni Bettineschi, Presidente del comitato di tappa del Giro d’Italia a Bergamo.
Un lavoro incessante? Si una mole di lavoro veramente incredibile che è partita il giorno dopo l’arrivo della tappa 2008. Questa è l’ultima tappa di tre arrivi a Bergamo. Esatto, una soddisfazione incredibile per noi di Promoeventi e penso anche per tutta la città e la provincia. Le altre due tappe? Nel Maggio 2007 la tappa Cantù-Bergamo, nel 2008 la Legnano-Presolana-Mte Pora e anche la partenza del giorno successivo a Rovetta e quest’anno il Giro del Centenario. Meglio di così! Cosa comporta organizzare una tappa del Giro? Avere passione, lavoro duro, organizzazione, grande volontà ed uno staff all’altezza della situazione. La scelta del percorso e le verifiche tecniche, la copertura televisiva, gli accordi con tutti i comuni interessati, il marketing, la ricerca degli sponsor… E Giovanni Bettineschi… Beh faccio del mio meglio, con alti e bassi. Quest’anno chiedere sforzi economici e contributi alle aziende e ai comuni è veramente difficile per la congiuntura economica sfavorevole. Vi sono comunque vicini… Molto, a cominciare dalla Provincia di Bergamo, dal Comune e dagli enti locali, la camera di commercio e gli istituti bancari. Poi ci sono le aziende private e molti appassionati di ciclismo si annidano tra coloro che aiutano economicamente la riuscita della tappa. Cosa significa Giro del Centenario? Significa avere un numero impressionante di giornali, televisioni e appassionati che ci seguono. Quest’anno ci sono tutti i più grandi corridori compreso il ritorno alle gare di Armstrong. Solo gli Stati Uniti hanno tre televisioni! Sono più che voci quelle di un arrivo del Tour de France a Bergamo… Ci stiamo lavorando e i contatti sono ben avviati. In Francia stravedono per Gimondi o Gimondì come lo chiamano loro. Sarebbe fantastico dedicargli la tappa e con lui onorare Casartelli e il santuario del Ciclismo al Ghisallo. Bergamo è una provincia che ha dato all’Italia numerosi Campionisimi. Oltre Gimondi ricordo Savoldelli, Gotti, Vera Carrara e ancora Guerini, Corti, Mazzoleni e molti altri. Una Bergamo tutta rosa in previsione di vederla tutta gialla. Sarebbe un onore e ci stiamo provando veramente con il cuore. È più probabile che si realizzi nel 2011 o 2012. Siamo pronti.
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LANCE ARMSTRONG il ritorno di un predestinato REDAZIONE S&C
Lance Armstrong rappresenta una delle leggende vere del ciclismo. Una vita da film che del resto l’americano ha già interpretato. Un ciclista normalissimo, uno dei tanti che si ritira dal Tour de France per tre volte e arriva 36° nel quarto. Vince un Mondiale come assoluto outsider e nel 1996 scopre di avere un tumore ai testicoli. Si cura salvaguardando i polmoni per cullare il sogno di vivere e tornare a gareggiare in bicicletta. Il risultato lo sapete tutti. Sette vittorie consecutive al Tour de France, la gara più importante del mondo nel ciclismo. L’unico rivale degno di nota Marco Pantani, che in salita nel 2000 lo staccò in due tappe, umiliandolo nella seconda. Purtroppo per Marco finì male mentre Armstrong dopo il ritiro arriva il momento di tornare alle corse. Lo farà per la prima volta al Giro d’Italia, mai corso, mai affrontato. Una scommessa nella scommessa di questo clamoroso come-back. E farà anche il Tour, o almeno questo è il programma. Un’atleta incredibilmente dotato dalla natura. Il medico che lo ha curato e lo staff che lo allena affermano che il cuore di Lance può battere per 200 volte
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al minuto e che la camera di compressione espelle completamente il sangue, circa nove galloni, mentre un cuore normale ne pompa cinque. Per ragioni ancora inspiegabili dalla scienza i muscoli dello statunitense producono meno acido lattico, il sangue si ossigena meglio e il rendimento non cala in salita. Tutto vero ma anche la testa sembra essere diversa. Una motivazione super, una costanza di allenamento totale, una pianificazione meticolosa soprattutto nel training senza bici, quello che sembra aver fatto sempre la differenza. Armstrong ha raccolto negli anni milioni di dollari per la ricerca sul cancro, la cosa che gli sta più a cuore. Sua l’iniziativa della vendita di braccialetti colorati che fu un caso di marketing. La lotta ai tumori è la sua vera ragione di vita e in ogni angolo della terra con o senza bici non se lo scorda mai, raccogliendo e devolvendo fondi. Esistono sospetti, inutile negarlo, ma hanno di fatto preso tutti mentre Lance Armstrong è sempre uscito pulito dagli innumerevoli controlli. Fortunato? Scientificamente più avanti del controllo antidoping? Troppo potente a livello economico-mediatico? Insistiamo a considerarlo un grande atleta che fino a prova contraria e se mai sarà dimostrato il suo doping, rimarrà nella storia del ciclismo e dello sport.
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A come Aereo B come Brasile C come Costruzione D come Diritti E come Empatia F come Fede G come Grazie H come Ho Bisogno di Voi I come Impegno L come Luis M come Marco N come Nessuno è Perfetto O come Onestà P come Padre Q come Qualità R come Ragione S come Sincerità T come Testardaggine U come Umiltà V come Valori
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NADAL & FEDERER lo sport è ancora emozione DI PAP
Dopo quattro ore e mezza di gioco Rafael Nadal batte ancora il rivale Federer in un’altra fimale epica di questo sport e si aggiudica il sesto Slam, gli Australian Open. 7-5 3-6 7-6 3-6 6-2 il risultato ma… Ma la vera notizia non è questa, o almeno non solo. La bellezza dello sport e la verità dei campioni autentici si legge nel volto del grande Roger che scoppia in lacrime davanti allo spagnolo e a milioni di spettatori. Non si ferma più al punto di rattristare anche Nadal che lo consola, imbarazzato applaude e lo incoraggia ma la crisi è tremenda, un pianto continuo e una sofferenza unica anche perché in palio non c’era solo il torneo ma il record di vittorie di Sampras, 14 Slam vinti in carriera. E’ la risposta più bella alle chiacchere da bar, ai benpensanti delle tavole rotonde, alle certezze di chi sentenzia che i soldi rovinano tutto. Beh, lo svizzero ha vinto in carriera più di 200 milioni di dollari. Eppure piange come un bambino per aver perso sportivamente un torneo e sempre sportivamente aver perso ancora con Nadal, un incubo. In quel momento al campione dello sport non gliene importa nulla dei soldi, assolutamente nulla. Probabilmente ne avrebbe sborsati un bel po’ per vincere, ma sempre sul campo. Nadal lo abbraccia e dice belle parole a tutti. Anche questo è sport, quello bello di due persone che se le sono date di santa ragione, quasi pugilisticamente, e poi si congratulano da grandissimi uomini. Già, prima di essere tennisti, sono uomini.
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GIGI DEL NERI IL MISTER DI LUCA CAVADINI photo s&c
Incontriamo il mister Luigi Del Neri ospiti del Dottor Macrì, dentista tra i più affermati e conosciuti in tutta italia. Siamo temerari perché dopo una seduta dal dentista proporre un’intervista non è sicuramente la migliore delle situazioni. Nulla di più sbagliato. Troviamo una persona gentile, affabile, disponibile a parlare di tutto.
Mister problemi ai denti? Non ho grandi problemi ma la cura della mia immagine e della mia persona è importante. Ho trovato un medico preparato e mi fido del dott. Giovanni Macrì. So di essere in buone mani perchè tanti miei colleghi e personaggi dello sport e dello spettacolo si rivolgono alle sue cure. Cura del look? In senso lato sicuramente. Comunicazione in tutti i sensi, di comportamento, anche d’immagine. Oggi è tutto cambiato. Vi immaginate un’intervista alla Brera con Nereo Rocco sotto un albero che beve vino. Oggi sarebbe distorta e male interpretata. Partiamo dai giocatori, le sue pedine, esiste un giocatore ideale? Ideale forse no ma esistono gli uomini prima dei giocatori di calcio. Persone che hanno valori anche fuori dal campo e lo dimostrano tutti i giorni con un impegno e una dedizione particolare. Testa, gambe e tecnica ? Non solo. Un giocatore moderno deve giocare con e per la squadra. Guardate Rooney contro l’Inter in Champions. Un campione che arriva a fare il terzino se occorre. Importantissimo. Decisivo. Direi Doni, basta il nome. E la società ideale? Quella che ti da fiducia. Che dimostra di credere in quello che fa l’allenatore. Certo, non nascondiamoci, il risultato è alla base di tutto. Ma devi riuscire a pianificare un programma e imporre le tue idee. La società guida e crea insieme a chi guida la squadra, mai sul piano tecnico durante
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il campionato, ma sempre quando si programmano acquisti e cessioni.
Quindi un dialogo, una collaborazione… Mi piace sapere quello che pensa la società. Mi da fastidio solo se le scelte iniziali vengono disattese. Se un’idea è quella, quella deve rimanere. Se un allenatore ha determinate caratteristiche e viene scelto non può accadere che cambi strada facendo. La scelta è stata sbagliata, non il lavoro di chi guida i giocatori. Cosa le da più fastidio nel calcio? E’ un lavoro che nel giro di due ore ti può completamente far cambiare tutto. Una partita prima sei un fenomeno una dopo sei esonerato. Io ho un buon equilibrio personale, diciamo che ho assimilato i meccanismi e in qualche modo li ho assecondati. Anche se a volte… Tutti bravi a parlare? Si esatto, cinquanta milioni di esperti calcistici, e tutti ci capiscono. A cominciare dai giornalisti che si smentiscono spesso da soli, che si contraddicono continuamente. Si riconosca un pregio. Sono equilibrato in tutto. Lo ero anche vent’anni fa e non sono cambiato. E un difetto? Direi lo stesso, a volte nel nostro mondo è più conveniente sbottare. E’ segno di forza. Io mi sono costruito il mio modo di fare e sono rispettato comunque. Esiste la riconoscenza nel calcio? No. In modo assoluto. Se non ci sono risultati non c’è nulla e questo è sbagliato. A me è successo di essere messo in discussione anche personalmente, e questo mi da enormemente fastidio. Il rispetto per il lavoro che con il massimo impegno ho fatto non deve mai mancare, a prescindere. Non accade. Fare i contratti anno per anno segue questa logica. Voglio essere libero di scegliere e permettere alla società di fare le proprie valutazioni. Esistono esasperazioni insopportabili. Reja esonerato? Non è incredibile. È la regola. Conosco bene Reja. Ha messo in gioco la sua professionalità andando ad allenare il Napoli in C2, portandolo in A e facendogli fare una coppa. Ha un momento di difficoltà ed ecco che scatta l’esonero.
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Chi sbaglia? C’è un difetto di comunicazione iniziale. Se si diffonde l’obiettivo errato l’opinione pubblica, spinta anche dalla passione, risponde in modo esasperato. Il Napoli salvo è già un’impresa. Se la comunicazione è il Napoli in Champions non sono i risultati a sorprendere, ma l’errore di partenza. La società deve essere chiara dall’inizio per non generare equivoci anche pericolosi. A determinati investimenti corrispondono determinati obiettivi. Quindi a Bergamo è sbagliato parlare di Uefa? Non mi sembra che la società abbia mai dato impressioni diverse. Ma in campo non si va mai per perdere. Certo bisogna sapere da dove si viene e dove si vuole andare con le proprie caratteristiche. Non parlo solo di tecnica ma di realtà societaria, di investimenti, di parco giocatori. L’Atalanta deve salvarsi. Questo è il suo compito prioritario. Tutto il resto è possibile ma straordinario a condizioni straordinarie. E i media? Li perdono meno. Spesso giudicano troppo facilmente. A volte peggio. Giudicano ancora prima di guardare e farsi un’idea realistica. Da bravissimi a scarsissimi in due partite, senza un minimo di equilibrio. Siamo una squadra con caratteritiche da provinciale che può vincere con tutti, l’abbiamo dimostrato. Possiamo perdere con tutti in A. E ci sta. Il salto di qualità? Appunto, bisognerebbe confermare la squadra di qust’anno senza vendere nessuno e aggiungere altri giocatori.
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Impossibile per l’Atalanta. Bisogna dirlo forte e chiaro.
Il rischio di fare la Uefa con la rosa attuale? Senza dubbio. La serie B. Oppure fare la Uefa tanto per farla. Una partita e via. Una serie A già difficile… Esatto. Un’Atalanta abile e fortunata. A riconoscere ed esaltare giovani. A confermare certi ruoli. Pensate a società come Bologna, Torino, Lecce, Siena, con investimenti almeno tripli a quello fatto da noi. Guardate come soffrono. Ma non è sempre possibile fare tombola. Che rapporti ha con i tifosi della Curva Nord? Chiaro, serio, sincero. Parlo chiaro dicendo quello che penso. Hanno sbagliato in passato ma stanno pagando oltre misura e non è giusto. In altre piazze si sorvola su fatti gravissimi. Giusto punire per comportamenti scorretti. Ma perseverare ad oltranza no. Non è educativo e si esasperano gli animi. A noi la curva piace calda, per tifare e sostenerci. Favorevole a moviola in campo e aiuto tecnico? Assolutamente si. Favorevole soprattutto a determinare situazioni pre-
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cise ed evidenti di eventi definiti. Un fallo da rigore. La palla se è entrata o meno.
Perché questo ostracismo? Perché una certa parte del mondo-calcio ha evidenti motivi per mantenere invariate le cose. Difficile ribaltare un episodio a favore dell’Atalanta a Milano. Se succede ne parlano per una settimana. E poi… Meglio Floccari protagonista all’Atalanta o in panchina alla Juventus? Può fare bene anche alla Juve. Ma non puoi fermare un ragazzo che tenta la strada decisiva. Guadagno e prestigio. Sono molti che hanno fatto già una scelta di cuore quest’anno e altri dovranno decidere presto. Ma non sono sorpreso. È giusto così. All’Atalanta si impara. Si. L’Atalanta è un’idea. Un progetto. Un modello da imitare. Crea e sviluppa continuamente attraverso una filosofia dei giocatori che si esprimono secondo quella filosofia. E l’Atalanta deve esprimersi e mai adattarsi. Contro chiunque. Chi vorrebbe acquistare? Vorrei un altro Doni. Un esempio per tutti. Impegno e qualità. Bobo Vieri? Un peccato. Molto sfortunato e io molto dispiaciuto per il ragazzo che è serio e impegnato e per la squadra. Ci avrebbe dato quella qualità e quella maturità che in certe situazioni è fondamentale. Soprattutto in una squadra così giovane. Per il prossimo anno non conosco le scelte di Bobo. Lo sport professionistico fa bene? Agli altri si. Per me è uno stress continuo. Un rapporto di serietà con la città e con la società che ha investito. E Bergamo? Appunto. La mia scelta personale si vedrà esaminando tutto. Non solo gli aspetti economici. Posso dire che dodici, tredici squadre non hanno possibilità di giocarsi la mia disponibilità a rimanere. Dovete però capire che un professionista di fronte a certe offerte deve decidere con serietà. E se decido lo faccio in modo totalizzante. Se rimarrò a Bergamo lo farò convinto e caricato al 100%. Mister. A Bergamo si sta bene. In modo assoluto. Anche il dentista più bravo che c’è…
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TENNIS VIP SETTANTACINQUEMILA MOTIVI PER SORRIDERE: IL VIP REGALA LA VITTORIA PIU’ BELLA REDAZIONE S&C
“Il futuro sarà tutto in salita, ma cuore, entusiasmo e motivazione sono valori che non cambiano nemmeno nella tempesta. Faccio un appello per il miracolo del 2009”. Col cuore in mano pensando al futuro. Nel giorno in cui il Vip 2008 firma il match più bello e consegna 75mila euro alla speranza, il senso della sfida è nelle parole
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di Alessandro Masera, presidente dell’Accademia del Tennis. Parafrasando John Belushi, ora che il gioco si fa duro i duri continuino a giocare, è l’appello-speranza del Vip alla solidarietà. In attesa del futuro, la partita del 2008 è stata vinta. Al Centro Congressi Papa Giovanni XIII la serata della consegna dell’assegno, 75mila euro raccolti nell’edizione 2008 e devoluti agli Amici dell’Oncologia della Valseriana e Valcavallina (55mila euro), Anvolt (Associazione Nazionale Volontari Lotta contro i tumori: 15mila euro) e Sci Club Orezzo (5mila euro), ha continuato a far correre il treno della solidarietà. “Se questa organizzazione potrà continuare a lavorare, il sostegno a chi soffre è assicurato”, promette Giovanni Licini, ideatore, organizzatore e deus ex machina del Vip, e l’invito suona chiaro: aiutateci ad aiutare. Tutti in campo!
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FILIPPO INZAGHI e sono 300 ...... DI LUCA CAVADINI photo s&c
Filippo Inzaghi, nato a Piacenza nel 1973. Ha militato nel Leffe, Piacenza, Parma, Atalanta, Juventus e Milan. Nella carriera ha segnato 66 reti nelle coppe europee (primo insieme a Raùl) ed è l’unico giocatore che ha segnato in tutte le competizioni internazionali. Ha vinto: 2 scudetti con Juventus e Milan, 2 Supercoppe italiane e una Coppa Italia, una Coppa Intertoto, 2 Champion League, 2 Coppe Uefa, una Coppa del Mondo per club, Campione nel Mondo con la nazionale nel 2006. Capocannonire in serie A nel 1996 con 24 reti.
Iniziamo proprio con la promessa di non farti la solita domanda sul tuo ritorno all’Atalanta… Pippo i numeri sono incredibili, record e titoli a non finire, un campionissimo ! Si una bella carriera ricca di soddisfazioni, sono felice di quello che ho fatto e mi sento ancora bene per continuare a regalare qualche rete ai miei tifosi Una carriera segnata anche da molti infortuni, come li hai vissuti? Come inevitabili, coprattutto per un attaccante. Di botte ne ho prese tante perché la mia velocità per i difensori è sempre stata un problema. Sono sempre stato tranquillo anche perché seguito da ottimi medici che mi hanno rimesso in campo integro. Ma nel calcio conta anche la fortuna?
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Come in tutto direi. Fortuna è anche arrivare in una squadra al momento giusto con allenatore e dirigenti positivi. La mia storia all’Atalanta lo dimostra. Mi hanno preso e con pazienza rilanciato dopo un brutto infortunio.
L’Atalanta, appunto, un trampolino per molti. Una società fatta apposta per stare bene, e una città che ti ammira, ti coccola ma ti lascia tranquillo. Sono tutti ingredienti che capisci soprattutto avendo provato altre esperienze. E poi quella curva che ti incita per novanta minuti incondizionatamente. Unica. I tifosi spesso si lamentano perché tutti i super vengono ceduti ad altre squadre. E’ nella natura dell’Atalanta. I tifosi devono capire anche se il cuore vorrebbe un’altra cosa. La sopravvivenza di questa società è legata a questo aspetto. Infatti è una delle poche ad avere i conti in regola. Capocannoniere con 24 reti in una squadra provinciale, quasi
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incredibile. Si incredibile, ma avevo compagni eccezionali che giocavano per me. Un feeling speciale e un Morfeo in più. Già, Morfeo, si narra di un episodio particolare, un rigore … acquistato! Eravamo giovani e un po’ pazzi, si lo ammetto, ho pagato per battere il rigore e Domenico mi ha detto ok. Mi è costato caro quel gol ma ne valeva la pena. E poi è capitato che il rigore lo battesse lui per forza!
Poi la nazionale. Ero in albergo, l’ho fatto vedere oggi alla mia fidanzata salendo nella meravigliosa Città Alta. Un’emozione incontenibile e l’esordio contro il Brasile. Finì tre a tre. E sostituii Vieri… Juventus e Milan, due grandi squadre. Differenze? Due grandi club dove si gioca solo per vincere. Tradizione ed organizzazione. Alla Juve si respira tutto il passato e quando scendi
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in campo gli avversari già ti temono per la maglia che indossi. Al Milan devo tutto. Mi sento rossonero e mi sento in una grande famiglia. Lo considero il più importante club del mondo ed è un onore giocarci.
Il fatto di confermare un allenatore per tanto tempo è importante? Fondamentale, per l’equilibrio di tutti. Ancelotti è un grande uomo e lo ammiro molto. E poi tutto lo staff. Mi ripeto, è una famiglia il Milan. Tu sei un mite di natura, quasi timido. Come vivi le polemiche e le risse del calcio. Non mi appartengono. Sono sempre riuscito a non entrarci e continuerò a farlo. Ma non giudico. Io sono così e per me è più facile. La grinta mi serve per giocare bene e segnare. Un premio assegnato dal Panathlon di Bergamo per la sua correttezza e lealtà dimostrata in tutta la carriera. Onorato di essere accostato a tanti campioni che hanno ricevuto lo stesso riconoscimento. Mi piace pensare di essere un buon esempio per i bambini che giocano a calcio. Vorrei vedere gli stadi pieni di bambini. Beh con quel soprannome poi, superpippo… Non piace a mia madre che mi chiama Filippo, forse l’unica E la vita personale ? Io parlo pochissimo di questo. Posso solo dire che come per qualsiasi altra persona la vita sentimentale è determinante. Con Alessia ho trovato tutto quello che cercavo. Sono felice. Manteniamo la promessa, non ti chiederemo se finirai la carriera all’Atalanta, ma abitare in Città Alta con Alessia non sarebbe poi così male…
Sorriso. E una settimana più tardi realizzò una tripletta indovinate a quale squadra…
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IL VINCITORE Lukas Rosol 62
IL FINALISTA Benedikt Dorsch
Internazionali di Tennis di Bergamo quarta edizione
redazione s&c
Vince gli Internazionali di Bergamo il Ceko Lukas Rosol che in finale batte il tedesco Dorsch 61 46 76 (5) e si aggiudica i 15mila euro in palio per il vincitore. L’incontro si è svolto in una bella cornice di pubblico che ha potuto assistere ad match avvincente. Rosol aveva eliminato ai quarti il favorito del seeding Santoro al quale Bergamo ha tributato una standing ovation di ringraziamento per il suo impegno e affetto a questa città. Nel doppio Beck-Levinsky (Svk – Rce) battono Haggard-Vizner (Rsa . Rce) per 7-6 (6) 6-4. Una lode agli organizzatori della Olme Sport per la buona riuscita di tutta la manifestazione che ha confermato l’importanza dell’evento sportivo, secondo solo a Roma. Appuntamento al prossimo anno per un’altra prestigiosa edizione degli Internazionali di Bergamo.
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CASSIUS CLAY I GRANDI MITI REDAZIONE S&C
Nato a Louisville Kentucky, USA il 17 gennaio del 1942, dopo una brillante carriera da dilettante si mise in luce alle Olimpiadi di Roma del 1960 conquistando l’oro nella categoria dei pesi mediomassimi. Il 25 febbraio 1964 a Miami conquistò per la prima volta la corona di Campione del Mondo dei pesi massimi, battendo il campione in carica Sonny Liston per abbandono all’inizio della settima ripresa. Dopo la conquista del titolo, nel 1964 Clay si convertì alla fede musulmana, aderì alla Nation of Islam e cambiò il suo nome in Muhammad Ali che significa degno di lode e altissimo. La rivincita con Liston durò un solo minuto. Il campione sferrò un solo pugno definito fantasma , addirittura qualcuno ipotizzò che Clay non lo avesse nemmeno colpito. Poi la sconfitta contro Frazier che combattè altre due volte. Trenta round in due incontri e soprattutto nell’ultimo la boxe più drammatica di sempre. Il ritiro di Frazier alla quindicesima ripresa con Cassius Clay seduto all’angolo, esausto, distrutto anch’egli e per sua stessa ammissione ad un passo dal ritiro. A Kinshasa nel 1974 sconfisse Foreman, più giovane di lui di dieci anni, un incontro che gli esperti giudicano il più sofferto, incredibile e importante di tutti i tempi. Lo fece sfogare in tutta la sua potenza appoggiandosi alle corde e limitando con la flessibilità i colpi di Foreman. Dopo otto riprese Alì prese in mano l’incontro e con una serie di micidiali uppercut e di jab mise al tappeto il rivale, l’apoteosi della tattica e della strategia. Il grande campione americano ha sempre affermato
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che la boxe è intelligenza e solo con la forza e la rabbia non si può arrivare da nessuna parte. La caratteristica fondamentale di Muhammad Alì era la leggerezza e lo spostamento dei piedi uniti ad un micidiale stile nei colpi. Tecnica e tattica insieme ad una condizione fisica e mentale perfette. Vinse 56 incontri su 61 disputati andando al tappeto una sola volta per KO e infliggendone ben 37. Papa Wojtjla lo incontrò confessando la sua passione verso le sue imprese, viste in tv di nascosto nel collegio polacco di Roma, e dimostrando grande preparazione e conoscenza della tecnica del grande pugile che uscì dal Vaticano visibilmente commosso. Un grande uomo che da anni vive nella malattia. Una difficoltà vissuta con lo stesso coraggio e la stessa tenacia desiderata, costruita e plasmata sul ring. “Quando ho riflettuto su questo, ho capito tutto. Ci insegnano ad amare il bianco (white) ed odiare il nero (black). Il colore nero significa essere tagliato fuori, ostracizzato. Il nero era male. Pensiamo a blackmail (ricatto). Hanno fatto l’angel cake (pane degli angeli) bianco e il devil’s food cake (torta del diavolo) color cioccolato. Il brutto anatroccolo è nero. E poi c’è la magia nera... Quel che voglio dire è che nero è bello. Nel commercio il nero è meglio del rosso. Pensate al succo di mora: più nera è la mora, più dolce il succo. La terra grassa, fertile, è nera. Il nero non è male. I più grandi giocatori di baseball sono neri. I più grandi giocatori di football americano sono neri. I più grandi pugili sono neri”.
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SCI CLUB RADICI GROUP PASSIONE BIANCA
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IL NOSTRO SCI CLUB… Innovazione. Energia. Aggiornamento costante. Entusiasmo. Passione. Sono questi gli elementi che contraddistinguono le persone dello Sci Club Radici Group. La nostra struttura è dotata di uno staff tecnico di altissimo livello: maestri di sci, allenatori di Club, Allenatori Federali, Istruttori Nazionali. Il nostro sci club, presieduto da Olga Zambaiti Radici, crede fermamente nel valore formativo dello sci e, più in generale, dello sport. Siamo in grado di offrire ad ognuno dei nostri atleti una struttura che permetta loro una naturale evoluzione tecnica, agonistica e umana. Le splendide piste della nostra provincia e la forte tradizione montana della terra bergamasca sono elementi di fascino in questo sport. Il rapporto con le famiglie diventa spesso un punto di forza. I nuovi impianti di neve artificiale e la nuova pista illuminata del Monte Pora sono la principale palestra degli atleti “radicini”. Tredici tecnici qualificati tra allenatori e preparatori atletici. Quasi 100 atleti appartenenti alle diverse categorie giovanili. Questa è la grande famiglia dello Sci Club RadiciGroup.
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UNA BREVE STORIA… “Sci Club Colombi Sport”. Questo il nome di un club antesignano di una storia di successo.Il nome con cui nasce, nel 1975, lo Sci Club Radici. Il Club diventa poi, nel corso degli anni, “Sci Club CAB Ski RadiciGroup” ed infine, nel 1996 “Sci Club RadiciGroup”. Figura di rilievo per la crescita e lo sviluppo del Club è stato Pierantonio Zoni, per anni presidente del Club sciistico. Dal 2001, Presidente è Olga Zambaiti Radici, affiancata da Ennio Frigeni, Vice Presidente e direttore agonistico del Club. Numerosi gli eventi di rilievo organizzati negli ultimi anni dallo Sci Club. Per citarne alcuni: • • • •
Campionati Regionali Children (2005) Coppa Europa (2002-2003-2005) Campionati Italiani Assoluti (2001) Campionati Regionali Children (1998)
Lo Sci Club RadiciGroup ha visto militare nella propria struttura atleti di interesse nazionale tra cui Massimiliano Blardone. LA NOSTRA MISSIONE… Sogniamo di offrire ad ogni atleta la possibilità di vincere un’Olimpiade. Attraverso un percorso tecnico, umano e sociale. Crediamo fortemente nello sport come percorso di vita legato al gioco, al divertimento, all’impegno, al rispetto non solo delle regole, ma anche dei compagni e degli avversari. Vogliamo creare un ambiente in cui ogni bambino possa vivere l’attività sportiva come un mezzo importante per la propria crescita personale. Un ambiente in cui l’atleta formato possa trovare i giusti stimoli e i mezzi necessari per diventare un campione. Ci impegniamo affinché anche i genitori degli atleti si sentano davvero parte del nostro Club, condividendo così l’avventura dei propri figli. Mettiamo a disposizione tutto quanto serve agli allenatori per poter sviluppare e a mettere in pratica la loro professionalità.
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KOBE BRYANT il più grande di tutti REDAZIONE S&C
Kobe Bryant è per molti osservatori statunitensi il miglior giocatore di tutti i tempi. Diciamo che se non è il migliore è sicuramente nella top ten. I numeri parlano chiaro e la sua carriera anche. Le schede gli assegnano il ruolo di guardia tiratrice ma Kobe fa di tutto, anche playmaker all’occorrenza. Eclettico e mano incredibilmente prolifica. Insieme a Chamberlain è riuscito a realizzare per quattro partite consecutive più di 50 punti! Grande difensore al punto che nelle ultime nove stagioni è stato inserito per otto volte nel miglior quintetto difensivo NBA. Kobe a 17 anni è passato direttamente nel campionato professionistico senza giocare nei college dopo aver vissuto sette anni in Italia dove il padre giocava a Rieti. Tifoso del Milan e del Barcellona e grande appassionato di calcio, Bryant è il più giovane giocatore della storia dell’All Star Game, una specie di evento dove gli USA si fermano. Lo vedono protagonista ininterrottamente dal 1998. Ad oggi ha una media partita di realizzazione di 25 punti! Il 22 gennaio 2006 ha stabilito il secondo miglior punteggio di tutti i tempi in una singola partita nella storia NBA, segnando 81 punti contro i Toronto Raptors. Per non farsi mancare nulla nel 2003 è stato arrestato per un sospetto stupro. Rilasciato su cauzione ammise il rapporto con la ragazza di 19 anni che disse fosse consenziente e che ritirò la denuncia. Sposato con due figlie, innamoratissimo dell’Italia dove molti team cullano il sogno di farlo giocare nel proprio quintetto. Ha vinto con il Dream Team le Olimpiadi di Pechino e con i Lakers Los Angeles il titolo NBA nel 2001,2002 e 2003. 70
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Record assoluti Più giovane giocatore dell’All Star Game (19 anni e 175 giorni) l’8 febbraio 1998. Più giovane giocatore ad essere stato scelto nel Miglior Quintetto Difensivo NBA (1999-2000). Più giovane giocatore ad essere stato scelto nel Miglior Quintetto Rookie (1996-97). Più giovane giocatore ad avere vinto lo Slam Dunk Contest: (18 anni e 175 giorni) l’8 febbraio 1997. Più giovane giocatore ad avere segnato: 14.000 punti (26 anni e 240 giorni) 15.000 punti (27 anni e 136 giorni) 16.000 punti (27 anni e 192 giorni) 17.000 punti (28 anni e 86 giorni) 18.000 punti (28 anni e 156 giorni) 19.000 punti (28 anni e 223 giorni) 20.000 punti (29 anni e 122 giorni) 23.000 punti (30 anni e 171 giorni) Uno dei due giocatori della storia ad aver segnato 50 o più punti in 4 gare consecutive (l’altro è Wilt Chamberlain, che è primo essendo arrivato a 7 gare consecutive). Più tiri da 3 segnati in una partita: 12 (7 gennaio 2003 contro i Seattle SuperSonics) Più tiri da 3 segnati in un tempo: 8 (28 marzo 2003 contro i Washington Wizards) Più tiri da 3 segnati consecutivamente in una partita: 9 (7 gennaio 2003 contro i Seattle SuperSonics) Più tiri liberi segnati in un quarto: 14 (20 dicembre 2005 contro i Dallas Mavericks) Più tiri da 3 segnati negli All-Star Game: 14 73
MASSIMO FLORIOLI Passione golf DI PAP photo paolo scaccini
Maestro Florioli, abbandonato il PGA European Tour e iniziato il mestiere di insegnante? Si, un’altra vita e altri obiettivi anche se qualche gara la faccio ancora per mantenere comunque il feeling con certe sensazioni. Hai anche una passione per il tennis… Si mi piace e mi aiutava ad allenarmi e scaricare le tensioni Qualcuno afferma che siano in antitesi tecnica e fisica. Non mi pare. È sempre una questione di proporzioni. Mantenendo un rapporto equilibrato di tempo dedicato ai due sport non ci sono assolutamente problemi. Ma è più difficile il tennis o il golf? Nel golf giochi contro te stesso e nel tennis c’è un altro che cambia strategia e ti può completamente ribaltare quello che avevi deciso un secondo prima. Nel golf la carta vincente è l’handicap che consente a tutti i livelli di giocare alla pari. Nel tennis non potrà mai accadere. Professionista all’Albenza? Si insegno in un circolo di prestigio assoluto. Ci sono tutti i requisiti per fare bene il proprio lavoro. Il golf non ha ancora superato il pregiudizio di essere uno sport d’elìte… In effetti nonostante l’avvento della tessera federale non legata ad un circolo siamo ancora un po’ lontani dal rendere questo sport popolare. Una reale svolta secondo me sarebbe costruire campi pubblici dove si può praticare il golf senza vincoli e
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spese considerevoli. È stato così in altre nazioni e potrebbe esserlo anche in Italia. Nei paesi anglosassoni in molti campi possono giocare veramente tutti i ceti sociali.
Il golf come occasione anche per uno sviluppo economico? Certamente. Un’occasione per aumentare l’occupazione ma anche per l’ambiente che rimane sotto costante controllo e mantiene caratteristiche naturali. Quali sono le soddisfazioni da giocatore e quali da maestro? Sono stato un buon giocatore a livello europeo e mi sono tolto delle belle soddisfazioni, come insegnante mi piace ascoltare le sensazioni del dopo gara dei miei allievi. Aiutarli a gestire la competizione dove ho esperienze da comunicare. Lavori con quali età? Un po’ di tutto. Anche con molto giovani, il futuro del golf. Quali sono le caratteristiche fondamentali di un giovane golfista che promette bene? Soprattutto la voglia di migliorarsi. Mai accontentarsi e sacrificarsi sempre. Pensiamo che Tiger Woods all’apice della carriera ha cambiato il suo swing. Probabilmente sarebbe comunque rimasto numero uno ma la ricerca del miglioramento è fondamentale. Quante ore si allena un golfista professionista? È una cosa personale. Penso che sia necessario più che la quantità mantenere un livello qualitativo altissimo. Programmi precisi e nessuna distrazione. Per quella c’è tempo e modo ma quando ci si allena bisogna farlo al 100%. E per le Pro-Am (ndr gare dove il prof gareggia con i dilettanti) ci saranno tante altre occasioni. Ma nel golf è necessario un allenamento fisico? In linea di massima sempre. È chiaro che più si sale con il livello più diventa determinante una preparazione fisica. Ma comunque per tirare il drive a certe distanze e per tutta la gara bisogna essere preparati. Le medie di lunghezza dei colpi si è notevolmente alzata e se non sei nella media non vai da nessuna parte.
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E la componente mentale? Determinante e oggi si allena mentre pochi anni fa ti davano del matto. Esistono psicologi specializzati nello sport. Tre aggettivi per descrivere il golf? Difficoltoso, emozionante, intenso. È un gioco di strategia, di calma, dove il passo deve essere fatto considerando sempre la gamba. Magari alzando sempre con piccoli passi l’obiettivo. Il talento? Conta sicuramente. Probabilmente chi è forte e ha qualcosa in più lo dimostrerebbe in qualsiasi campo. Il lavoro può comunque portare a giocare un buon golf.
Massimo Florioli nato a Mantova il 14/02/1972 Professionista dal 1992. • • •
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nel 1993 e nel 1994 vince il campionato italiano PGA nel 1995 si classifica per 5 volte nei migliori 5 in vari open del challenge tour Nel 1996 vince l’ open della Costa d’Avorio e ottiene 5 piazzamenti dei top 5 (2 secondi, un 3 un 4 e un 5) e altre risultati che gli consentono l’accesso al PGA European Tour per il 1997 Nel 1997 mantiene la carta per l’anno 1998 e vince il campionato Omnium Nel 1998 i migliori risultati sono: 2° all’Open di Francia, 3° al Benson and Hedge in Inghilterra e con Rocca si classifica 2° alla Coppa del Mondo in Nuova Zelanda, lo stesso anno partecipa al Volvo Master e si classifica 49° nell’European Order of Merit. Nel 1999 2° all’Estoril Open e vince il campionato italiano Match Play Zucchetti Nel 2000 3° all’Open di Madeira e 4° all’Austian Open Nel 2002 si classifica 2 volte nei top 10 nell’European Tour, arriva 2° sia al Campionato Italiano PGA che all’Omnium (perdendo al play off) Nel 1992 arriva 20° nell’ordine di merito Challenge Tour 40° QUALIFYING SCHOOL 2002 PER LA CARTA DEL TOUR 2003 (-10 su sei giri: si qualifica il -11) Nel 2003 2°al Gosser open in Austria tre piazzamenti nei primi 10 nel Challenge Tour 2004 77
Quali sono le maggiori difficoltà con i giovani? Difficoltà di concentrazione. Dimostrano insofferenza alla pazienza e nel mio sport è difficile il tutto e subito. Ma se tu fossi il Presidente della Federazione Golf cosa faresti come prima innovazione? Sicuramente cercherei di dare la possibilità di giocare con 5 euro su campi pubblici. Difficile ma sarebbe bellissimo. Darei orari di accesso economicamente più accessibili. Grazie Maestro.
Maestro Professionista Massimo Florioli Cell . 335 5263898
CAMPIONI MADE IN BG DI LUCA CAVADINI photo s&c Partiamo forte. Perché un genitore deve scegliere il ciclismo per il proprio figlio? V. Per il divertimento e l’indipendenza. I. Condivido. Nel ciclismo sei protagonista e non c’è la panchina. E poi il senso di libertà. Ma quando inizi devi essere già responsabile del tuo allenamento. La libertà di uscire in bici vuol dire anche volontà e perseveranza, doti difficili nei giovani… I. È sicuramente uno sport individuale ma c’è anche un senso di squadra che ti aiuta nei momenti dove allenarsi è più faticoso. Una sfida continua. Quando sei professionista cambia tutto e devi comportarti da tale. Nessuno ti obbliga ad uscire ma lo fai perché è la tua professione. V. Comunque l’allenatore crea stimoli. Il divertimento è trovare nuovi limiti. Ma non avevate il richiamo di altri sport? I. Tutt’altro. Una delle mie motivazioni è stata proprio…non gioco a calcio. Anche se capisco i genitori che con i pericoli delle strade possano scegliere altre discipline. Tre parole per definire il ciclismo. I. Libertà, sfida, sacrificio.
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VERA CARRARA V. Il sacrificio si ma visto come fattore positivo. E poi la perseveranza.
Cosa pensate all’arrivo di una tappa massacrante, ancora ansimanti, quando il cronista vi chiede che sensazioni hai? V. Una cosa positiva c’è. Vedere il giornalista significa aver finito la tappa, la fatica. Se poi non si è preso dieci minuti dal primo è ancora meglio! Ma in quel caso se ne sono andati anche i giornalisti… I. Sono sempre stato spontaneo, anche troppo. A volte la voglia è rispondere… lo sai meglio di me come è andata…ma prevale la professionalità. Siamo abituati, fa parte del gioco. Qual è il pensiero più ricorrente durante le tappe lunghissime? I. Sei ore sulla bici sono tante. Ci sono momenti della gara dove sei rilassato e ti distrai. In altre prevale la fatica, la concentrazione, l’attenzione a quello che fai e pensi solo a fare il meglio che puoi. Capita di pensare solo al mal di gambe! V. In pista le gare sono brevi e molto pericolose. Bastano dieci centimetri per cadere. Devi solo concentrarti. La parolaccia più frequente? I. Sicuramente vaff… Ci sta a pennello su tutto! V. Condivido al 100%. Soprattutto a fattori imponderabili. Odiavo il vento per esempio, un vero incubo.
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Ma esiste ancora il concetto di gregario? I. Si è evoluto. Molti cosiddetti gregari potrebbero vincere anche delle corse ma scelgono di assistere un big. A volte è una scelta economica. V. Non avere precise responsabilità aiuta e si possono ottenere egregi piazzamenti. Mi fanno ridere certi articoli dove si scrive…è arrivato solo settimo…Solo settimo nel ciclismo non si può dire mai. È un’offesa. Può accadere che un corridore vinca il giro d’Italia senza squadra? I. Potrebbe anche accadere se sei un outsider. Deve prendere la maglia rosa nelle ultime tappe, o nascondersi bene. Certo è più difficile che avere dei compagni che ti aiutano. Se hai responsabilità immediate di classifica è più dura. È un aiuto psicologico o proprio concreto per arrivare a fine tappa? V. Personalmente è più un incitamento, un aiuto morale che mi ha sempre fatto effetto. I. Se il distacco dai primi è di quelli importanti l’aiuto di un compagno è inutile. Se invece bisogna recuperare solo un minuto o due allora è determinante. Pensiamo alle tappe di montagna o anche a discese dove un Savoldelli può guadagnare minuti in pochi chilometri. Una soluzione per il doping? I. Sono d’accordo che bisogna risolvere il problema. Ma il metodo usato fin’ora è inutile se non dannoso. Ha provocato una reazione opposta. E poi vorrei che gli stessi regolamenti usati nel ciclismo fossero applicati alla lettera in tutti gli altri sport. Calcio compreso. V. Anche io sono per uniformare i parametri per tutte le discipline sportive. Io da sei anni sono quasi agli arresti domiciliari. Devo comunicare tutti i miei spostamenti ed essere reperibile sempre. Mi sembra esagerato. Accanimento? I. Sicuramente. Vorrei che si parlasse di ciclismo e non sempre di doping. Il mondo del calcio ha minacciato di scioperare per due giocatori che si sono presentati tardi agli esami. Un ciclista sarebbe stato mandato in galera! A chi vuoi dedicare la tua carriera? I. A me stesso. V. Alla mia famiglia. Presente ma senza mai interferire. Un bel vantaggio. La più grande soddifazione della carriera? I. Sarebbe scontato dire Giro d’Italia ma lì ero favorito. Se devo dirti la verità il ricordo più bello è la prima maglia gialla del Tour de France. Ho capito le mie potenzialità. Ho deciso che il ciclismo non era più un’utopia ma una realtà. V. La vittoria ai Mondiali, è andato tutto come previsto. E l’amarezza?
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V. Le partecipazioni olimpiche. I. Dimentico in fretta, o faccio a meno di ricordare.
Se non foste diventati campioni di ciclismo? I. Una vita come altre. Un impiego normale. Il Vigile del Fuoco o la Guardia Forestale. Squadra del cuore? I. Atalanta. V. Nessuna. Canzone del cuore? V. A Modo Mio dei Negrita. I. Nessuna. Un pensiero su Armstrong? I. Classe, forza mentale, potenza. E il ritorno è legato alla sua associazione per raccogliere fondi contro i tumori. V. La premessa è che mi piacciono i corridori meno calcolatori e più istintivi, comunque è un grande del ciclismo. E questo Giro del Centenario?? I. Non mi fa impazzire il percorso perché non ci sono montagne adeguate. Avrei messo le classiche scalate. L’arrivo a Bergamo è una grande occasione per far conoscere la città. Il favorito? I. Tanti, a cominciare da Armstrong e Basso, ma anche Di Luca e altri ancora. Si deciderà nella crono delle Cinque Terre credo. È così diverso il Tour de France dal Giro? I. Totalmente. C’è molto più caldo, la qualità dei corridori è mediamente più alta, il percorso è mediamente più duro, ci sono molti più soldi in palio. È la gara di ciclismo più importante del mondo. Dopo la parentesi di campione come tornare alla vita normale? I. Io sinceramente non ne potevo più di ciclismo. Vent’anni di bici sono sufficienti e volevo cambiar pagina. Voglio inserirmi bene nel mondo reale e interessarmi d’altro. V. Ero e sono nauseata dall’ambiente. Mi ritiro dalle competizioni dopo l’amara esperienza di Pechino dove ho sbagliato e mi hanno fatto sbagliare. Basta. Convintissima di lasciare. Cosa farete da grandi? V. Ho un progetto nel sociale ma ne parlerò quando sarà più concreto. Mi piacerebbe ridare un po’ di fortuna che ho avuto a chi ne ha più bisogno. I. Io sto benissimo così. Lavoro per la Ferrero e sono felicissimo. Collaboro con Giovanni Bettineschi e la Promoeventi per la tappa del Giro, sono amici. E voglio conoscere quello che la vita d’atleta mi ha nascosto. Grazie Campioni.
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Soap Box Rally 09 maggio 2009 punzonatura - Sentierone Bergamo
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La Notte Bianca dello Sport
la
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29 maggio 2009 aspettando la Notte Bianca
dello sport
30 maggio 2009 dalle 18,00 alle 02,00 sport NON STOP
La Canzone Italiana Festival Nazionale della Canzone d’Autore per Giovani Talenti
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VIII Festival Internazionale del Cinema d’Arte Piazza Mascheroni- Città Alta Bergamo
17_25 luglio 2009
Sport Awards Il Gran Galà dello Sport Palazzo Agliardi - Bergamo
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Italian Golf Tour 2009 Il Gran Galà del Golf della Lombardia 4 aprile: franciacorta golf club – brescia 11 aprile: golf club ambrosiano – milano 30 aprile: golf club l’albenza – bergamo 24 maggio: la pinetina golf club – como 13 giugno: golf club la rossera – bergamo 26 giugno: golf club salice terme – pavia 5 settembre: golf club parco dei colli – bergamo 3 ottobre: golf club villa paradiso - milano
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Recensione LIBRO DI ITALO MONTALE
Il CUOCO di MUSSOLINI CARLO BORDONI Casa editrice: Edizioni Bietti Società Della Critica Srl www.edizionibietti.it Numero di pagine: 157 Prezzo di copertina: 17.50 euro
Bel romanzo a cavallo tra fatti veri ed inventati, storia di miseria e nobiltà di una settimana della vita di Benito Mussolini all’interno di una casa toscana. L’incontro con l’unico personaggio inventato, il ragazzino cuoco, resistente a modo suo, al quale Mussolini affiderà la sua possibile salvezza. Lo scrittore corre bene sul filo dell’immaginario attraverso personaggi realmente esistiti ed umori del tempo. Insofferenza del popolo e meschinità varie. Il Duce ridotto male, ma senza pietà e senza odio descritto come un povero uomo avvolto dai mille dubbi della sua esistenza così tragicamente pesante. Un bel libro che fa meditare sulla solitudine e sulle paure degli uomini. Si legge velocemente e si è coinvolti dal clima così leggero nonostante la gravità dei momenti. Lettura assolutamente raccomandabile. Un’avvertenza: la politica non c’entra nulla, chi fa lo sforzo di trovarla mente sapendo di farlo.
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DI EUGENIO UNGARETTI
IL GIORNO PRIMA DELLA FELICITA’ ERRI DE LUCA Casa editrice: FELTRINELLI Anno di pubblicazione: 2008 Numero di pagine: 133 Prezzo di copertina: 13.00 euro
Erri De Luca è una grande stella del panorama letterario. Forse questo libro è una timida risposta alla cruda verità di Saviano, sicuramente è il ritratto di una certa Napoli, malinconica, vera e poetica. E dei suoi abitanti, soprattutto la gente umile. Il racconto di Smilzo è di certi personaggi a partire dalla guida Don Gaetano, il portiere del palazzo, passando per la vedova che lo inizia al sesso e arrivando ad Anna, giovane con un carattere molto complesso che dopo un pomeriggio amoroso sussurrò…”tu sei il polline, ubbidiscimi che sono il vento”. Bellissimo, a tratti ironico e struggente ma ricco di poesia. Un romanzo senza fronzoli e cinguettii scritto alla Erri De Luca che al termine ci lascia una delle sue perle… “ … L’uomo è un bacino di raccolta delle storie, più sta in fondo e più ne riceve”. Verità, grandissima verità.
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Recensione LIBRO
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DI ROLLING BEATLES LEGENDA: *APPENA SUFFICIENTE **DISCRETO ***BUONO ****OTTIMO *****CAPOLAVORO
U2 CD - No Line On The Horizon Casa discografica - Universal Official site - www.u2.com 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 111
No line on the horizon Magnificent Moment of Surrender Unknown Caller I’ll Go Crazy If I Don’t Go Get On Your Boots Stand Up Comedy Fez/Being Born White as snow Breathe Cedars of Lebanon
Commento Prima di iniziare a leggermi ammetto la totale devozione verso questo gruppo di irlandesi bastardamente magici. Quando Bono canta e sento la chitarra inconfondibile che attacca potrebbe esserci anche Pupo al mio fianco. Gli parlerei in un inglese bergamasco…great! Devo contenermi e mi limiterò a raccontarvi di un viaggio che prevede tutto. Rock vero e ballate da brivido. E’ un concerto che vi coinvolgerà totalmente. Cori e suoni orientali miscelati alla stridente malinconia degli U2. Poi la carica esplosiva, il sogno che non vi lascia mai. Non vi cito i migliori pezzi perché non saprei quali non citarvi. E’ innovativo, non c’è nulla di nuovo, somiglia al precedente…ma chissenefrega. È tremendamente bello. E camminando per una qualsiasi strada di una qualsiasi città ascoltando Cedars of Lebanon… Buon ascolto. Ascoltate, non sentite. Ascoltate. Giudizio complessivo : *****
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Recensione CD
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The Wrestler DI FEDERICO ANTONIONI
Titolo originale: The Wrestler Nazione: Usa Anno: 2008 Regia: Darren Aronofsky Sito ufficiale: www.thewrestlermovie.com Cast: Mickey Rourke, Marisa Tomei, Evan Rachel Wood Premi: Leone d’Oro 2008 a Venezia
COMMENTO La verità è una sola. Mickey Rourke sul set di Nove Settimane e Mezzo ci è capitato per errore. Una parentesi che con la sua vita e le sue successive opere non c’entra nulla. Questa pellicola è un piccolo grande capolavoro dove l’attore sembra farsi del male apposta, incredibilmente vero e simile a se stesso da sembrare un’autobiografia. Sicuramente durante le riprese si sarà fatto male e le scene sono talmente crude da pensare ad una auto punizione per espiare qualcosa che nella vita Rourke ha fatto. Ma badate bene, non è violenza. Il film è talmente ricco di significati che la crudeltà è consequenziale, è proporzionata e facente parte naturale della storia. Della vita. La celebre rivista Variety parla della recitazione dell’attore americano come tra le più grandi e iconiche performance della storia del cinema. Il 98% delle recensioni giudicano questo film con termini che vanno dal positivo all’entusiasta. Non ha vinto l’Oscar perché gli Americani a volte non sopportano che qualcuno offuschi il sogno americano. Nemmeno la possibilità di sognare il sogno. Leone d’Oro a Venezia perché ogni tanto l’imbrocchiamo anche noi. Bravo Mickey, e tieni alla larga Kim Basinger.
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Recensione FILM
Giovanni Macrì Medico Odontoiatra DI PAP photo S&C
Dott. Macrì, ci parli della sua professione. Quali sono le novità nel settore? Posso dirvi che sono stato il primo ad utilizzare il sistema computerizzato Cad/Cam in odontoiatria e soprattutto ho introdotto sistematicamente l’uso dello Zirconio. È un materiale bianco che ha sostituito i metalli oro/leghe in supporto alla ceramica, materiale universalmente utilizzato come rivestimento di ponti e corone. Immaginiamo ci sia stata un
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Quali sono altre caratteristiche dello Zirconio? Abbiamo già detto del suo colore bianco al contrario delle leghe decisamente scure. Poi la biocompatibilità e la resistenza. Alla luce di una esperienza di oltre cinque anni posso affermare che l’utilizzo dello zirconio di fatto permette a ponti e corone di durare maggiormente nel tempo.
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po’ di difficoltà iniziale a sostituire le leghe. All’inizio c’è voluto un po’ di coraggio ma la priorità nella mia professione è migliorare l’estetica del sorriso.
Parliamo di costi, molti penseranno chissà quanto costano ? All’inizio c’era una notevole differenza di prezzo rispetto alle leghe tradizionali. Ma la maggiore diffusione con gli anni ha permesso di ridurre notevolmente questa differenza per cui i prezzi sono sempre superiori ma non in maniera rilevante. Il maggior costo però è giustificato dal vantaggio dato dalla mancanza dell’inestetismo dovuto ai bordi scuri dei ponti tradizionali che si verifica in caso di regrezione gengivale (recessione).
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Precisi pure dottore. I miei studi di Milano, Londra e anche a Bergamo sono spesso frequentati da clienti i cosiddetti VIP. Sono orgoglioso del mio successo perché l’immagine e il sorriso di molti personaggi famosi sono legati alla mia professionalità. Ma quello che mi da più soddisfazione è il fatto di usare lo stesso parametro per tutti. Tutti i miei pazienti hanno questo trattamento. Il mio obiettivo medico e professionale è dare assistenza e garantire il successo del lavoro effettuato. Anche il mio staff è professionalmente preparato a questo. Cosa pensa dei viaggi all’est per farsi curare i denti a prezzi stracciati? Penso che la qualità media dei dentisti italiani è ottima. Questo però dovrebbe incentivare tutta la categoria a contenere un pò i prezzi soprattutto per le fascie sociali più deboli. Non ho mai negato un aiuto professionale a chi ne ha veramente bisogno. Sono un medico e un uomo fortunato, non lo scordo mai. Figlio di un medico condotto… Esatto, mio padre ha curato famiglie di ogni estrazione sociale, situazioni a volte difficili, un grande insegnamento per me. So che ha curato gratis anche molti ragazzi delle giovanili dell’Atalanta ... Si, l’ho fatto volentieri, soprattutto ragazzi che avevano la famiglia lontana e in difficoltà economiche. E poi l’Atalanta è nel mio cuore. Dottore lei ha un cuore grande…con gli stessi colori! Non lo nascondo, sono interista, ma l’Atalanta è una cosa speciale, la squadra della città che sento vicina alla mia famiglia, al mio lavoro, alla mia vita. Poi con la famiglia Ruggeri ho un rapporto splendido. Persone speciali. Ma tornando ai VIP, ci racconti un’emozione speciale. Curare uno dei miei idoli. Giacinto Facchetti. Da bambino sognavo di giocare con lui. Conoscerlo e curarlo è stato emozionante. Più di Ronaldo! Ultimamente un’altra emozione è stata curare Eugenio Carmi, uno dei maggiori astrattisti italiani. Debora Salvalaggio è stata eletta sorriso più bello della televisione? Debora è una mia paziente, si è affidata alle mie cure dopo Miss Italia, ma è già talmente bella … Ma la famiglia Macrì continuerà la tradizione medica? Mio figlio Luigi ha scelto odontoiatria e sta frequentando a Madrid l’università. Il primogenito Saverio frequenta giurisprudenza mentre Lorenzo è al liceo, e vuole entrare nel giornalismo. Attenti voi di S&C, potrebbe rubarvi il lavoro. A disposizione Doctor!
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Lei è in tutta Italia conosciuto come il dentista dei VIP. Cosa vuol dire, che cura solo loro? Assolutamente no! Io sono il dentista di tutti e molto sensibile nei confronti dell’odontoiatria sociale. Al di la dei materiali usati, a tutti i miei pazienti vengono elargite le prestazioni con la medesima cura e professionalità. Ci tengo a precisarlo.
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Qua n t i e rrori ! R E DAZ IO N E S &C
Quanti allenatori, maestri, istruttori si saranno sentiti chiedere “voglio dimagrire fammi correre!”. Partiamo da questo principio fondamentale: il dimagrimento dipende da una combinazione di fattori che si possono riassumere semplicemente in tre parti fondamentali. Il primo è considerare l’apporto calorico che il nostro corpo richiede per vivere normalmente. Dipende dal sesso, dalla costituzione personale, dall’età, dal tipo di lavoro e dalla disciplina sportiva che pratichiamo o non pratichiamo, dipende anche dal clima dove viviamo e dalle nostre abitudini. Dipende dal metabolismo di ognuno di noi, che varia spesso anche in periodi molto brevi. Deve essere chiaro che non si possono consultare due tabelle per formulare una corretta scelta di calorie assunte. Serve un medico, meglio se dietologo, e questo assunto ci seguirà per tutto quello che scriveremo in questo articolo. Il secondo fattore è lo sport o più semplicemente il movimento del soggetto in dieta. Anche il lavoro di un certo tipo può essere considerato dal punto di vista dietetico uno sport. Il consumo calorico varia in base alla disciplina praticata e dal livello di allenamento. Il 90% di chi pratica abitualmente uno sport non ha bisogno di diete relative al miglioramento della prestazione e questo la dice lunga sulla materia in questione. Il dimagrimento associato allo sport è più da vedere come relazione con il metabolismo che al consumo diretto di calorie. Un esempio? Per bruciare un panino al prosciutto occorre praticare circa due ore di tennis ad alto livello oppure un’ora di ciclismo a ritmo sostenuto. E’ chiaro che per avere un effetto immediato di perdita di peso effettivo dobbiamo parlare della maratona. Il resto è semplicemente una perdita temporanea di liquidi da reintegrare. Chiaro?! Terzo fattore, importantissimo, è il fattore mentale e la consapevolezza delle proprie scelte. Il cibo è una reale necessità ma è diventato anche un problema per molte persone. La nutrizione è direttamente proporzionale alla salute e alimentarsi correttamente significa prevenire malattie, cosa molto più importante del controllo della pancetta o del chilo di troppo. Inutile non riconoscere che la golosità e
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Dimagrimento e Sport
l’appagamento del gusto rappresenta per molti un fattore altrettanto importante. Il buon senso e l’equilibrio possono sposare il controllo del proprio peso con la concessione saltuaria al consumo di piatti invitanti e prelibati. Gli errori più comuni : • • • • • • • • • • • • • • •
corro molto coperto e sudo così dimagrisco corro piano perché brucio i grassi corro velocissimo perche se aumento i battiti cardiaci dimagrisco digiuno mangio per una settimana solo carne o solo verdura o solo… improvvisamente dal nulla o quasi pratico tre ore di qualsiasi sport vado a correre o fare sport e mi peso faccio sport e mi alimento solo con integratori mi vieto qualsiasi alimento appagante mi nutro con il bilancino il fai da te le diete dei giornali il dimagramento eccessivo e troppo veloce posso mangiare perché ho fatto sport faccio sport perché ho mangiato
Esistono dei concetti scientifici e delle regole indiscutibili che nessuno può sindacare. • • • • • • • • • • •
il dimagrimento è direttamente legato alla quantità di calorie assunte il dimagrimento lento e costante ha più probabilità di essere definitivo lo sport aiuta il processo metabolico il controllo del peso previene patologie cardiovascolari ogni organismo ha un personale livello di consumo energetico in base alla frequenza cardiaca diminuire le calorie e fare sport costano fatica e impegno la convinzione è importante ma non deve essere un obbligo è importante fissare un obiettivo a medio e lungo termine i soggetti poco allenati scelgano discipline non traumatiche come nuoto e ciclismo. l’aiuto di istruttori qualificati può essere determinante la pratica sportiva deve essere proporzionale alla condizione at-
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letica e alla struttura personale senza eccessi e devianze mentali praticare sport in modo corretto è utile fisicamente e mentalmente anche per poco tempo più volte durante una giornata è indispensabile riscaldarsi bene prima di iniziare l’attività sportiva e rilassarsi immediatamente dopo aumentare gradatamente l’impegno senza eccessi rinunciando alle solite scuse per saltare l’appuntamento con l’esercizio fisico
Una informazione personale è fondamentale, ecco una semplicissima serie di consigli e…buon allenamento. 1) LA CORSA è UNO DEGLI SPORT PIU’ EFFICACI PER DIMAGRIRE VERO. Durante l’azione di corsa le grandi masse muscolari coinvolte consentono di bruciare molte calorie. In generale tanti più muscoli vengono coinvolti nel movimento e tante più calorie si consumano. 2) SE UNA PERSONA VUOLE DIMAGRIRE GLI ESERCIZI CON I PESI SONO INUTILI FALSO. Eseguire qualche esercizio di tonificazione generale all’inizio dell’allenamento può amplificare i risultati ottenuti con la sola attività aerobica. Un leggero aumento delle masse muscolari oltre a regalarvi una figura più tonica e snella vi consentirà di bruciare più calorie durante la giornata, innalzando il vostro metabolismo basale. 3) PER DIMAGRIRE DEVO ANDARE PIANO FALSO. Più piano andiamo e più il consumo percentuale di grassi sarà elevato ma, essendo il consumo calorico molto basso, il quantitativo totale di grassi consumati sarà molto basso. 4) PER DIMAGRIRE DEVO BRUCIARE GRASSI FALSO. I principianti (e per principiante si intendono le signore Maria che vanno in palestra due volte alla settimana) non essendo efficienti dal punto di vista metabolico utilizzano prevalentemente il glucosio anche a basse intensità di allenamento. 5) PER DIMAGRIRE DEVO BRUCIARE CALORIE VERO. Niente di più semplice !
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VERO. Il fattore limitante nell’utilizzo dei grassi a scopo energetico è la disponibilità di ossigeno. Con l’allenamento di tipo aerobico aumenta la disponibilità di ossigeno (VO2max), e di conseguenza anche la capacità di utilizzare i grassi come fonte energetica primaria. 7) SE CORRO FORTE POTREBBE VENIRMI UN INFARTO FALSO. Un cuore sano ha dei meccanismi di controllo intrinseci tali da impedirne il danneggiamento in qualsiasi circostanza esso si trovi. Questo significa che per un cuore sano non esistono sport e livelli di intensità più o meno sicuri. Esistono invece delle precauzioni da adottare in caso di problemi cardiovascolari, quali ipertensione, aritmie, episodi precedenti di infarto, angina pectoris ecc. Sarà il medico a valutare, in questi casi, l’idoneità o meno alla pratica sportiva. 8) SOLLEVARE CARICHI PESANTI VI FARÀ DIVENTARE COME UN CULTURISTA FALSO. Eseguire qualche esercizio di tonificazione all’inizio della seduta non potrà farvi guadagnare le masse muscolari tipiche dei body builder. L’estrema ipertrofia di questi soggetti è ottenibile solamente grazie a particolari programmi alimentari, dietetici e di allenamento. 9) PER OTTENERE DEI RISULTATI CI VUOLE MOLTO TEMPO VERO E FALSO. Se la forza è la caratteristica che migliora più rapidamente, la resistenza è quella che lo fa in maniera più consistente. Iniziate ad allenarvi ed in breve tempo vedrete aumentare notevolmente la vostra capacità di resistere allo sforzo. Siate in ogni caso realisti con voi stessi ed evitate di porvi traguardi che per essere raggiunti richiedono una dedizione ed un impegno che non potete mantenere. 10) ALLENARSI MENO DI 40 MINUTI NON FA DIMAGRIRE FALSO. ciò che conta è la frequenza e la costanza negli allenamenti. Meglio quattro allenamenti settimanali da 30 minuti ciascuno che due sole sedute da 40 minuti. In ogni caso anche se vi allenate per poco tempo brucerete comunque delle calorie e si sa che le calorie bruciate aiutano a dimagrire!
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6) TANTO PIU’ SONO ALLENATO TANTI PIU’ GRASSI CONSUMO
Milena Jo vic e vic Po po v i c
J ulian O p ie
J ulian O p ie
L idia Ba c h is
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L’ ARTE CONTEMPORANEA A BERGAMO
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Per prima cosa è necessario darne una definizione. La forza è semplicemente la capacità di sviluppare energia contraendo i muscoli. Il concetto di forza è prima di tutto una legge della fisica, scienza nella quale questo concetto viene così definito: F = M x A (Forza = massa x accelerazione) È però una definizione non sempre applicabile in fisiologia. Per esempio spingendo un muro che chiaramente non si muove. Manca accelerazione, ma è innegabile che ci sia pur sempre l’applicazione di una forza. Questo esempio ci permette di capire che il corpo umano è talmente complesso e le situazioni in cui può venire fatto lavorare sono talmente ricche di diverse eventualità, che è difficile disegnare schemi rigidi. Anche se la forza, concettualmente, è una sola, si può manifestare in molti modi:
Massimale: è la massima forza che il sistema neuromuscolare è in grado di esprimere come contrazione volontaria. Nella pratica di palestra è il carico massimo che si può superare con un’unica esecuzione del gesto. Rappresenta quella che comunemente si definisce come forza “pura”. È quella che i bambini che ancora hanno la fortuna di praticare giochi all’aperto sono abituati a misurare ad esempio sollevando la pietra più pesante o spezzando il bastone più grosso. Veloce: è la capacità del sistema neuromuscolare di superare resistenze basse con elevata capacità di contrazione. Cioè spostare carichi bassi ad elevate velocità dei gesti. Resistente: è la capacità del muscolo di opporsi alla fatica durante prestazioni di forza di durata. In molte discipline sportive è importantissima perché determinante per la prestazione dell’atleta
I tipi di lavoro della forza possono essere schematizzati nel modo seguente:
Lavoro superante: la forza umana applicata supera e vince quella della resistenza. Si ha, ad esempio, quando prendo un libro e lo sollevo per riporlo in uno scaffale sopra la mia testa. Tecnicamente si dice che si tratta di un lavoro di tipo concentrico. Lavoro cedente: detto anche eccentrico, negativo, passivo. Rappresenta un freno alla discesa: una ballerina spicca un salto e il porteur
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LA FORZA.
l’afferra a mezz’aria e delicatamente l’accompagna appoggiandola a terra. Lavoro statico: si tratta di una situazione puramente teorica. Si ha lavoro statico quando sviluppo forza senza però muovermi, ad esempio spingendo contro un muro o appoggiando i palmi delle mani uno contro l’altro e spingendo nelle due direzioni opposte. Lavoro combinato: mette insieme, combinandoli, due o tre dei lavori precedenti: per tornare all’esempio dei ballerini è il caso del porteur che dopo avere sollevato lui la compagna, senza che questa abbia spiccato un salto (lavoro superante), la sostiene alcuni momenti ferma in alto (lavoro statico) e poi la riaccompagna dolcemente a terra (lavoro cedente). In questo caso abbiamo una esempio di come la forza può esprimersi in modo combinato pur con un unico gesto.
In ogni caso, qualunque sia il tipo di forza che si prende in considerazione, il suo livello dipenderà da tre elementi:
Dimensione della sezione trasversa del muscolo : un muscolo con un maggior numero di sarcomeri svilupperà più forza di uno più piccolo. Tranne il caso dei culturisti, che applicano sistematicamente solo tecniche di ipertrofia muscolare, più un muscolo è grosso, più è forte. Coordinazione intramuscolare : il singolo muscolo è composto da tantissime fibre muscolari. Nella persona non allenata esse tendono a eccitarsi ed a contrarsi in modo meno coordinato che nel soggetto allenato, il quale è in grado di eccitare le varie fibre nei tempi ideali. Coordinazione intermuscolare : i gesti del corpo umano non sono mai effettuati da un singolo muscolo: ne interviene sempre più di uno contemporaneamente. La capacità dell’atleta allenato, rispetto al soggetto non allenato o al principiante, di coordinare più muscoli che compiono il gesto si traduce nella capacità di esprimere un più elevato livello di forza. Uno degli obiettivi dell’allenamento, infatti, visto che una catena è forte quanto il suo anello più debole, è di trovare sempre il punto debole della catena e rinforzarlo con un lavoro mirato. Una delle principali logiche con cui si deve impostare un allenamento di forza, quindi, consiste nello studiare quali muscoli intervengano nell’esecuzione di un gesto e lavorare su quelli più deboli.
ALLENAMENTO DELLA FORZA PER I GIOVANI Prima dei 12-13 anni, la forza non è allenabile. Occorre comunque distinguere tra età anagrafica ed età biologica, tuttavia prima di quest’età nell’organismo manca il testosterone essenziale per lavorare sulla forza e anche la cartilagine è in costruzione. L’allenamento fino a questa fascia di età va finalizzato dunque a migliorare la coordinazione e la tecnica e va insegnato all’allievo il corretto svolgimento dei gesti e il lavoro a corpo
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VANTAGGI DEL LAVORO CON I PESI
Stimola l’accrescimento muscolare, sviluppandola armonicamente, in una fascia di età in cui la presenza di GH (ormone della crescita) è ancora notevole. Aumenta la mobilità articolare, se il lavoro è effettuato con esercizi che tengano conto di questo obiettivo e si evita il lavoro fatto in concentrazione con ridotta escursione articolare. Migliora la velocità, come sottoprodotto dell’aumento della forza assoluta e relativa, cioè in rapporto al peso corporeo. Aumenta la forza. Aumenta la resistenza. Migliora le capacità coordinative, se vengono utilizzati pesi liberi come manubri e bilancieri e non macchine. Crea le basi per avvicinarsi a qualsiasi disciplina sportiva. Rafforza e mantiene la salute. Abitua alla cultura del movimento. Contribuisce a creare una mentalità volta a sopportare la fatica fisica e a stimolare l’agonismo.
E’ assolutamente consigliabile farsi seguire da un istruttore esperto in grado di modulare il lavoro, i carichi e avere obiettivi congruenti alla fisiologia del giovane. In particolare si dovrà evitare:
Una prematura specializzazione L’assenza di esercizi preparatori prima dell’allenamento L’irregolarità nella frequenza degli allenamenti La ripetitività noiosa degli allenamenti La discontinuità nell’insegnamento della tecnica Un aumento inadeguato dei carichi Una sproporzione tra lavoro e recupero Una non corretta esecuzione tecnica L’impiego di mezzi allenanti difettosi La presenza di situazioni di pericolo nella palestra L’Inadeguatezza di abbigliamento e scarpe Una sproporzione tra superficie di allenamento e numero allievi Un eccessivo numero di allievi per un solo insegnante Temperatura ambientale sbagliata sia in eccesso che in difetto, tenendo anche conto dell’umidità ambientale.
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libero.Gli esercizi di forza possono comunque essere utilizzati nell’ambito di un programma completo teso a correggere e migliorare i paramorfismi. Il carico va modulato sulle esigenze e l’età biologica del ragazzo, personalizzando le tecniche di lavoro. Dalla pubertà in avanti, invece, il lavoro con i pesi, finalizzato anche allo sviluppo della forza può essere consigliato per molti motivi.
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Di Dott.ssa Alessandra Jamundo De Cumis, Psicoterapeuta Studio:
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La parola vergogna deriva dal latino vereor che significa rispetto, timore rispettoso, mentre il suo corrispettivo inglese shame (vergogna) che deriva dalla radice Indo-Europea sham o skem significa nascondere; quindi il primo significato pone l’attenzione sul senso di rispetto, l’altro sulla conseguente azione di nascondere, celare, velare. La vergogna ha una forte connotazione corporea e da un punto di vista fenomenologico si manifesta attraverso una particolare mimica: ci si ripiega su se stessi, si ha un senso di sprofondamento degli arti inferiori, si abbassano gli occhi e si è colpiti da vampate di calore e rossore che salgono alle guance. La persona che viene sopraffatta da tale emozione percepisce un senso di nudità, il desiderio di sparire e di divenire invisibile. Quando si prova vergogna cade la maschera attraverso la quale proteggiamo l’intimità del nostro sé ed è per tale motivo che quando questa viene meno ci sentiamo nudi poiché vengono esposti alla vista altrui i nostri lati sgradevoli, inaccettabili ed inadeguati o parti di noi, delle quali non siamo consapevoli. Un esempio chiaro di quanto detto precedentemente, lo troviamo nell’Edipo Re. Edipo non sopporta di guardare ciò che ha fatto, ovvero di aver provocato la distruzione di Tebe, quando invece credeva di stabilire ordine e autorità. Divenuto consapevole del suo ruolo nel flagello e della sua vergognosa sconfitta, si acceca. Non può sopportare di immaginare se stesso negli occhi degli altri e dunque, cancella gli altri rendendosi realmente cieco. La situazione di Edipo è in qualche modo la nostra poiché quando non riusciamo a sopportare il peso della vergogna o quando vacilla la no-
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LA VERGOGNA.
stra certezza su chi siamo, cerchiamo di allontanare l’umiliazione e di evitare quello di cui ci vergogniamo. Un altro esempio ci è dato da “I viaggi di Gulliver.” Il personaggio principale, quando si trova a Lilliput, dove gli abitanti sono un dodicesimo delle dimensioni dei comuni mortali egli non solo viene premiato per la sua grandezza e la sua forza ma viene anche invidiato. I Lillipuziani invidiosi cercano di cavargli gli occhi mentre Gulliver è drogato. In tal modo, se Gulliver non li vede ne consegue che non può percepire quanto siano piccoli e questi ultimi, possono essere grandi quanto vogliono evitando così la vergogna di vedere se sessi attraverso gli occhi del protagonista. Opposta è la situazione in cui quest’ultimo si trova a Brobdingnam poiché, essendo lui minuscolo, un giocattolo della Regina e dei bambini, sperimenta vergogna ed umiliazione. Si evince anche quanto sia importante e forte lo sguardo dell’altro che si posa su di noi, tanto da poter offuscare improvvisamente la fiducia in noi stessi e far vacillare l’identità. Lo sguardo talvolta può essere utilizzato come arma per far sorgere nell’altro il desiderio di sparire generando un blocco, una paralisi che fa sentire pietrificati. Lo stesso Luigi Pirandello in un passo scrive: “ Fermati per un momento e guarda qualcuno che sta eseguendo l’atto più comune e ovvio della vita, fissalo in modo tale che quello che fa non è chiaro per noi e può allo stesso modo non essere chiaro per lui stesso; fai questo e la sua fiducia in se stesso si offusca improvvisamente ed egli inizia a desistere. Nessuna folla potrebbe essere così sconcertante come quel paio di occhi che non vedono, occhi che non vedono noi o che non vedono le stesse cose che noi vediamo.” In particolare, durante l’adolescenza la vergogna si fa viva in merito ai cambiamenti corporei, alla sensazione di non avere un corpo mai abbastanza perfetto e per il motivo che il ragazzo necessita di ricevere dall’esterno riconoscimento ed approvazione. A tal proposito, molti adolescenti si comportano in modo ribelle e sfrontato nel tentativo di dimostrare sicurezza allo scopo di celare vergogna e fragilità. La vergogna sarà maggiore tanto più è la differenza tra il modo in cui si teme di essere visti ed il modo in cui si vuole apparire. Chiaramente, nemmeno l’adulto è immune a tale disagio, soprattutto se esposto allo sguardo ed al giudizio altrui. Se ci sentiamo in ansia al pensiero di essere percepiti in modo sbagliato, possiamo mettere in atto tentativi di invenzione, di occultamento e sotterfugi. Ciò con buona probabilità, porterà ad indurre ansie di apparire, ancora più grandi e
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pesanti. Anche l’invidia può essere usata per difendersi dalla vergogna. Invece di sentire che siamo noi a mancare di qualcosa, diveniamo invidiosi di qualche altra persona che ha qualcosa che noi non abbiamo. In generale sarebbe produttivo giungere a comprendere e riconoscere quando si prova vergogna ed ad individuarne l’origine. Chiaro è, che ciò presuppone un lavoro su di sé ed il mettersi in discussione. Ma anche se questo può rivelarsi un indagare dolorosa, se ne sarà ripagati in termini di una maggiore conoscenza di sé. In tal modo sarà più semplice accettare alcuni nostri punti deboli fino ed eventualmente giungere all’ accettazione degli stessi. La vergogna diventa patologica, quando ne costituisce una condizione abituale che può nei casi estremi, portare il soggetto ad un ritiro sociale. La continua sensazione di non essere all’altezza della situazione, il temere di esporsi e di esporre le proprie idee mortifica i rapporti sociali spontanei. Nelle passate generazioni prevaleva il bambino mammone gravato dai sensi di colpa (eliminabili chiedendo scusa) ed impegnato a sublimare gli istinti e a rispettare ed aderire alle regole ed alle richieste degli adulti. Al contrario, il bambino di oggi tende a negoziare le regole della famiglia, non si sente in colpa e prova un forte senso di vergogna quando va incontro ad un fallimento; in tal caso può essere spinto alla vendetta. Ciò è strettamente collegato alla crisi dell’autorità paterna. Il padre per eccellenza è la figura normativa che permette gradualmente al piccolo di introiettare norme, regole e valori. Oggi i genitori trasmettono maggiormente affetto ponendosi più come amici che come genitori. In maniera analoga ciò si verifica anche nelle scuole dove gli allievi si pongono in un rapporto quasi paritetico con gli insegnanti. Se la colpa è legata ad una autocondanna rispetto ad una azione, la vergogna invece è un senso di avversione verso il proprio sé percepito come deficitario ed ha a che fare con il non sentirsi all’altezza e di conseguenza è collegata alla sfera narcisistica. Se ci si sente in colpa, si può alleviarne il peso riconoscendola, chiedendo perdono e, quando possibile, provvedere riparando. Viceversa, come accennato precedentemente, per sgravarsi dal peso della vergogna è necessaria l’accettazione di sé e dei propri punti deboli, questione sicuramente più complessa. Purtroppo nella società attuale, sembrerebbe che il sano senso di colpa di una volta abbia lasciato il posto alla vergogna.
Antonello Gavazzi Direttore del dipartimento di Cardiologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo DI PAP photo S&C Dr Gavazzi, una definizione? Uomo degli Ospedali Riuniti di Bergamo con un piccolo spazio per l’attività di libero professionista all’esterno della struttura pubblica. Coordino un team di 33 medici e una struttura molto articolata e impegnativa. “…ogni cuore è diverso dall’altro” ? Un medico deve curare la persona e non solo la malattia. Non ci si può limitare ad una cura sulla base statistica. La somministrazione di farmaci con principio attivo e con effetto placebo ha studi numerici esatti ma la realtà è diversa. La malattia si manifesta ed evolve in modo diverso rispetto all’individuo e così il decorso e la cura. Dobbiamo tenerne conto sempre.
Può essere un aspetto determinante? Lo è. Teniamo presente che l’anamnesi del paziente porta a scoprire notizie fondamentali. A volte siamo in presenza di più malattie insieme al problema cardiologico. senza dimenticare i tratti caratteriali.
A che punto siamo in Italia? Le malattie cardiovascolari sono tutt’oggi la prima causa di mortalità e di ospedalizzazione in Italia. La mortalità è in regresso, l’ospedalizzazione aumenta. I motivi? Campagne di prevenzione. Diffusione delle notizie dai media, consapevolezza in aumento, un migliore rapporto con il medico di famiglia, cultura sullo stile di vita ideale. Quali sono i fattori più importanti da sottolineare? Lo stile di vita. Fumo, controllo del peso, dieta povera di grassi animali, movimento, pressione arteriosa e controllo emotivo dello stress. 112
La società e le istituzioni danno segnali contrastanti… Si, accade qualche volta che da una parte si cerchi di informare correttamente e dall’altra si decida in modo contradditorio. Nelle scuole per esempio siamo ancora lontani dalla pratica sportiva e dalla dieta ragionata e ragionevole. Dovremmo cominciare dall’istruzione per arrivare alla cultura. La parola stress, un po’abusata? Per noi stress significa esasperazione della pressione che solitamente è legata alla prestazione. Può essere in ambito lavorativo o familiare. Una forma ansiogena che se è limitata nel tempo non da disturbi particolari ma se permane può sfociare in patologie. Spesso quindi siete davanti a nevrosi più che a malattie cardiache. E fate gli psicologi. Un medico dovrebbe sempre essere un po’ psicologo. A volte i tempi non lo permettono. Perché la scelta di cardiologia? Erano gli anni settanta, i trapianti, l’avvenire di grandi prospettive e una passione che nasceva. Cuore, amore, passione, tutti concetti fortemente carichi di significati oltre la medicina… Il cuore è idealizzato come sede dei sentimenti e delle emozioni, nell’arte, nella musica. Una sconfitta professionale? Come tutti i medici che si sono occupati per molti anni di trapianti, vedere un paziente morire in corsia in attesa di un cuore è difficile da accettare. E non c’è abitudine o assuefazione. La si vive comunque come sconfitta. E un successo? Tutti i giorni salviamo vite umane. Infarti e arresti cardiocircolatori risolti dall’equìpe e persone che in pochi giorni tornano alla vita normale. Se fosse ministro della salute? Avrei abolito il fumo nei locali pubblici. Ma per fortuna è stato già fatto da Sirchia. Abbiamo un ottimo sistema sanitario, uno dei migliori del mondo. Manca l’uniformità su tutto il territorio nazionale. Questo è l’obiettivo. Un consiglio da dare nel rapporto sport-salute. Il consiglio è di cominciare gradatamente in base alla propria forma fisica e all’età. Saper modulare lo sforzo e scegliere sport non competitivi. Inoltre essere seguiti almeno inzialmente da un medico. Dottore lei come combatte lo stress? Mi piace il mio lavoro. Ho raggiunto un equilibrio e non vivo la pressione in modo negativo. Ho uno staff professionale e umanamente validissimo. Tutti i giorni c’è uno scambio reciproco sia scientifico che umano. Questo è molto gratificante. Essere medico negli anni 2000? C’è il rischio della specializzazione esasperata, essere super specialisti di una piccola parte del problema. Ma a livello di preparazione i dottori che escono dall’Università sono molto preparati. Alcuni diventano anche grandi medici, perché sono già persone speciali. E questo l’Università non lo può insegnare.
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LIFESTYLE
Beh, una parola…! Mi rendo conto che in certi casi è dura. Soprattutto il movimento dopo una lunga giornata di lavoro. Ma sono tutti comportamenti che incidono notevolmente sulla salute delle persone. A volte basta veramente un’attenzione in più, un’abitudine utilissima. Badate che non si tratta di estetica o di moda ma di prevenire problemi spesso molto seri, quindi…
PHYSIOMEDICA L’ Eccellenza della Medicina redazionale S&C
I medici
Cardiologia
Gnatologia
Dott. Antonello Gavazzi Dott. Enrico Iavarone Dott. Francesco Pattarino Dott. Felice Valle
Dott. Giovanni MacrĂŹ
Chirurgia Dott. Antonio Corapi Dott.ssa Maddalena Menozzi. Chirurgia Vascolare Dott. Luca Camozzi
Dermatologia
Neurologia Dott. Ubaldo Del Carro Dott.ssa Raffaella Fazio
Neuropsichiatria Dott.ssa Livia Poloni
Ortopedia
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Prof. Giuseppe Andreoletti Dott. Almerico Megaro
Ematologia
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Fisiatria
Ostetricia
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Dott.ssa Giusy Carolei Dott. Fabrice Curnis
Idro e Kinesiterapia
In PhysioMedica sono presenti medici professionisti con formazione certificata in diverse discipline.
Nefrologia Dott. Massimo Maccario
Paolo Fassi Matteo Bertulini Sara Galbiati Valeria Gallinari Giovanni Mussetti
Pediatria
Gastroenterologia
Radiodiagnostica
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Ginecologia Dott. Matteo Cappato Dott.ssa Elena Ciriello Dott.ssa Daria Mattioni Dott.ssa Antonella Villa
Dott. Paolo Bianchi Dott. Paolo Menghini
Psicologia Clinica Dott.ssa Sara Maccario Dott. Pierluigi Vay Dott. Carlo Ancora
Urologia Prof. Antonino Lembo
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PHYSIOMEDICA L’ Eccellenza della Medicina Le patologie legate all’apparato cardiocircolatorio sono la prima causa di ricovero ospedaliero e purtroppo anche il fattore che mette più a rischio la popolazione occidentale. Stress, fumo, peso eccessivo, mancanza di movimento, controllo della pressione non costante e abitudini alimentari errate sono le cause principali. Una corretta prevenzione assistita da medici specialisti e da una struttura adeguata possono accompagnare una persona nel corso delle varie fasi della sua vita e consigliarlo al meglio. PhysioMedica offre una equìpe di cardiologi di primo livello unitamente ad una struttura con tutte le strumentazioni necessarie ad una accurata assistenza e diagnostica. La peculiarità di PhysioMedica è poter visitare un paziente completando nell’arco del primo appuntamento tutti gli esami necessari, senza costringerlo a interminabili viaggi per effettuare le indagini diagnostiche per poi tornare dal cardiologo a farsi visitare per l’eventuale diagnosi. Un grande vantaggio per risparmiare tempo ed avere in cambio efficienza e professionalità Diagnostica Cardiologica:
Elettrocardiogramma Ecocardiogramma Holter cardiaco Holter pressorio Test da sforzo con cicloergometro
Cardiologia
Diagnostica Vascolare:
Ecocolordoppler Venoso arti inferiori e superiori Aorta addominale Arterioso arti inferiori e superiori Scrotale tsa
Un check up completo utile per tutte le età e per tutti gli scopi. Una particolare attenzione al mondo dello sport con la possibilità di seguire atleti agonisti ma soprattutto di visitare, effettuare esami sotto sforzo e consigliare persone che affrontano a livello dilettantistico varie discipline sportive. Massima attenzione a tutti coloro che per la prima volta decidono di praticare uno sport. PhysioMedica e l’equìpe cardiologica, in collaborazione con i medici di base, offrono visite cardiologiche e test diagnostici, l’Ecocardigramma color-doppler a domicilio per pazienti in difficoltà con particorari egigenze. Basta veramente un minimo impegno per garantirsi un controllo periodico che tutela la vostra salute. Affidatevi a PhysioMedica.
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PHYSIOMEDICA L’ Eccellenza della Medicina PhysioMedica si preoccupa di riabilitare i pazienti aiutandoli a prevenire il ripresentarsi del problema, della malattia. E’ accanto all’atleta di ogni livello per il ritorno post-trauma alle competizioni, con programmi specifici e personalizzati. • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
Terapia Fisica Kinesiterapia Propriocettività Rieducazione Posturale McKenzie / Mezières Mobilizzazione Articolare Massoterapia Trazioni manuali e Pompages Mobilizzazioni Manuali Feldenkrais Osteopatia Riabilitazione pediatrica Riabilitazione cardiaca Riabilitazione della mano Ricondizionamento muscolare generale Sviluppo di programmi ad Personam Test atletici e di valutazione fisica Collaborazione con staff tecnico della squadra Valutazione risultati e rielaborazione programmi
I programmi Acqua comprendono: • • • • • • • • • • • •
Idrokinesiterapia Terapia posturale globale in Acqua Rinforzo muscolare secondo Kabat Propriocettiva in idrostasi Acquadolce: Cura e prevenzione algie vertebrali Percorso nascita: corsi pre-parto e corsi post-parto Corsi dedicati genitori-figli Corso di acquaticità prima infanzia Progetto di psicomotricità funzionale in acqua Watsu Corsi di recupero psico-relazionale Percorsi di coppia
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PHYSIOMEDICA L’ Eccellenza della Medicina PhysioMedica segue la donna nel suo viaggio che comprende trasformazioni fisiche e psichiche importanti, spesso trascurate o sottovalutate. Attraverso la diagnostica con il mammografo ottico che lavora in assenza di radiazioni ma anche con l’assistenza psicologica di operatori specializzati.
Prevenzione ginecologica
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Percorsi pre-parto e post-parto e puerperio
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Prevenzione e cura oncologica
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Riabilitazione oncologica in acqua
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Menopausa
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Diagnostica per immagine
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Visite specialistiche
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L’esame diagnostico non è un episodio ma una regola inserita in un contesto clinico, fondamentale
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Mammografia ottica (assenza di radiazioni ionizzanti)
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Mammografia digitalizzata
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Ecografie
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Internistica
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Parti molli
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Muscolo tendinea
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Ostetrico-ginecologica
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Diagnostica prenatale
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Cardiologica
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Diagnostica senologica
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Mineralometria ossea computerizzata (DEXA)
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PhysioMedica è organizzazione di convegni medico-scientifici e formazione degli operatori
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professionisti dello sport in tante piazze della citta per info: 035 234917 - 3930300167
Sports in tour è un’occasione unica di conoscere discipline sportive a due passi da casa, ne lle piazze di Bergamo, gratuitamente! Molti quartieri della città coinvolti a giugno e settembre in una manifestazione mirata a diffondere lo sport e la cultura al movimento. Un mondo si sport e altre sorprese che stiamo preparando per regalarvi un’estate serena e divertente. Adulti e ragazzi di ogni età potranno praticare direttamente gli sport seguiti da tecnici e insegnanti qualificati senza impegni ago118 nistici ma con lo spirito del vero appassionato.
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L’eccellenza della Medicina Prevenzione ginecologica Prevenzione e Riabilitazione in acqua Prevenzione e Riabilitazione in palestra Preparazione atletica Attività ambulatoriale e visite specialistiche Gnatologia Psicologia clinica c on cep t & grap hic s by www.bergamoeventi. com / tel. 035 249.294
dalla maternità all’età adulta
Consulenza a scuole e società sportive Ricerca scientifica e formazione Convegni medico-scientifici Diagnostica per immagine Mammografia ottica (in assenza di radiazioni ionizzanti) Mammografia digitalizzata Ecografie Internistica Parti molli Muscolo tendinea Ostetrico-ginecologica Diagnostica prenatale Cardiologica Diagnostica senologica Mineralometria ossea computerizzata (DEXA) 120
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