I messaggi subliminali A CURA DI DAVIDE NICOLINI
I MESSAGGI SUBLIMINALI Istituto Professionale Commerciale Camillo Golgi Settore Grafico Pubblicitario Classe 5D Esame di Stato Anno Scolastico 2011/12 Davide Nicolini
La pubblicità è necessaria... “La gallina quando ha fatto l'uovo canta, l'anatra no. Nei negozi tutti chiedono uova di gallina, ma nessuno chiede uova di anatra. Chiaro?” [Cit. Marcello Marchesi]
INDICE Prefazione: Perchè i messaggi subliminali?........ 5 I messaggi subliminali nella pubblicità............... 7 Salvador Dalì..................................................... 17 I persuasori occulti............................................ 27 Andy Warhol..................................................... 29 Indottrinamento e propaganda fascista.............. 33 Il cinema............................................................ 37
Perchè i messaggi subliminali? I motivi che mi hanno spinto a trattare i messaggi subliminali nella tesina di maturità sono soprattutto di natura personale. Qualche anno fa durante una trasmissione televisiva ho assistito a un servizio su questo tema che mi ha colpito a tal punto da voler approfondire l’argomento. Nella prima parte della tesina troviamo un capitolo che spiega cosa sono e come sono nati i messaggi subliminali, per poi illustrarne alcuni esempi tra i più evidenti e conosciuti. Successivamente viene introdotto Salvador Dalì, pittore surrealista, indirettamente protagonista di un messaggio subliminale e che nella sua pittura usa una tecnica per certi aspetti simile a quella dei messaggi subliminali. Sia passa poi, da Vance Packard, autore del libro “I persuasori occulti” pilastro di questo argomento, a Andy Warhol, protagonista di un messaggio subliminale che ha reso famosi i Velvet Underground. Infine si parla dell’utilizzo dei mass-media per indottrinare un popolo, tecnica grazie alla quale si è affermato il fascismo in Italia e del cinema, mezzo di comunicazione che ha dato il via al primo messaggio subliminale della storia.
I messaggi subliminali nella pubblicità Cosa è un messaggio subliminale? Pubblicità. Una parola che al giorno d’oggi suona quantomai familiare. Nel 2012 la pubblicità è ovunque, essa è, come disse Henry Ford, l’anima del commercio. Secondo la definizione più comune, la pubblicità è la propaganda svolta da un azienda per attirare l’attenzione del pubblico sul proprio prodotto al fine di incrementare le vendite. L’azienda per raggiungere questo obbiettivo deve divulgare un messaggio che abbia dunque un impatto con il pubblico, così da catturarlo. Per essere efficacie, il messaggio deve far leva sulla razionalità dell’individuo, mettendo in risalto i vantaggi e l’efficienza del prodotto, e sull’emotività, colpendo appunto emotivamente e sentimentalmente il soggetto. Ma a volte ciò non basta più e il messaggio deve attecchire più in profondità, in una parte remota della nostra mente, l’inconscio, ovvero quel livello della psiche che non possiamo controllare, in cui si originano istinti e impulsi. Da qui nascono massaggi di propaganda contenenti elementi che possono “inconsciamente” richiamare l’attenzione, essi possono andare dalla determinata scelta di un colore, piuttosto che l’uso di particolari oggetti. Quando però, tali elementi risultano essere troppo “deboli” per essere percepiti dall’inconscio, succede che questi stimoli vengono recepiti ugualmente ma ad un livello ancora più inferiore, il subconscio. Da qui nasce il termine “subliminale” dal latino “sub” “limen”, ovvero “sotto il limite”. Queste informazioni percepite dal subconscio possono essere immagini (messaggi visivi) o suoni (messaggi sonori). Si può dire quindi che molte aziende, per andare oltre, e creare un collegamento diretto tra propaganda e percezione, hanno pensato a possibili messaggi subliminali da utilizzare in campo pubblicitario per convincere i consumatori ad acquistare un bene. Con il termine messaggio subliminale si indica perciò un immagine o suono che fa scattare il processo di percezione subliminale, ovvero il fenomeno secondo il quale stimoli non avvertibili perché troppo deboli, troppo confusi, o perché troppo rapidi, possono tuttavia influenzare il comportamento di un individuo.
Storia dei messaggi subliminali Il primo messaggio subliminale Nel 1956 James Vicary, un agente pubblicitario, titolare della “Subliminal Projection Company”, brevettò il “Tachistoscopio”, una macchina in grado di proiettare su un normale schermo cinematografico, film contenenti fotogrammi che venivano proiettati a una velocità di 1/3000° di secondo. Vicary sperimentò questa tecnica, inserendo in un film dei fotogrammi contenenti messaggi come “Hungry? Eat Popcorn!” e “Drink Coke!”, la velocità della proiezione faceva sì che il fotogramma fosse troppo veloce per essere percepito consciamente dagli spettatori ed essi, apparentemente, non lo notarono. Evidentemente però, il tempo di esposizione dei fotogrammi era sufficiente per scatenare “subconsciamente” le associazioni desiderate e il risultato fu un aumento del consumo di popcorn del 37,5% e di Coca cola del 38%. Ma Vicary tentò di andare oltre all’immagine subliminale, mettendo a punto quello che fu chiamato “Little Black Box”. Si tratta di un apparecchio acustico in grado di mixare e trasmettere un segnale audio da due sorgenti distinte. Una delle quali percepibile solo a livello subliminale. Questo dispositivo venne acquistato da 37 supermercati per ostacolare il fenomeno del taccheggio. Nella musichetta di sottofondo dei negozi vennero inseriti messaggi ripetuti 9000 volte all’ora, a volume bassissimo, che dicevano: “Be honest, do not steal, I am honest, I will not steal” (“Sii onesto, non rubare, sono onesto, non ruberò”). I taccheggi diminuirono del 36%.
Altri messaggi subliminali Possiamo trovare messaggi subliminali anche nelle parole scritte, e quindi in una frase, paragrafo o testo. Essi sono rintracciabili ed evidenziabili ad esempio leggendo la medesima frase al contrario, o solo le iniziali di ogni parola in un testo, oppure ancora possono nascondersi nelle iniziali della riga. Alcuni ricercatori sostengono di aver trovato messaggi subliminali anche nella musica. Essi sarebbero di varia natura: commerciale, promozionale, scherzosa ma anche di natura satanista e istigante al suicidio e omicidio. Sono proprio quest’ultimi ad aver attirato l’attenzione del pubblico, soprattutto quando le canzoni in questione erano quelle di gruppi di fama mondiale come i Beatles, Queen, Led Zeppelin e altri. Ad esempio i Judas Priest vennero sottoposti a processo rei, secondo alcuni critici, di aver istigato al suicidio due ragazzi. In un loro famoso pezzo risuonava l’esclamazione “Do it! Do it!” (Fallo! Fallo!) Messaggi subliminali commerciali e non solo.. Possiamo dunque affermare che il messaggio subliminale è un messaggio, nascosto in un contesto, che apparentemente non notiamo. Essi possono essere commerciali e promozionali ovvero quelli atti ad incrementare la vendita di un prodotto, scherzosi, a riferimento sessuale e satanista, come i centinaia trovati nei celebri cartoni della Walt Disney e in tantissime pubblicità, o istiganti alla violenza. Analizziamone i casi più evidenti e conosciuti.
Marilyn e il neo Mercedes
[Figura 1]
Figura 2]
Uno dei messaggi subliminali commerciali piÚ famosi riguarda una delle dive piÚ celebri della storia. Questo primo piano della bellissima Marilyn Monroe è apparso su un calendario della Pirelli [Figura 1]. Apparentemente non si nota nulla di anomalo, ma se si effettua un ingrandimento sul neo della guancia sinistra, si nota una forma inconfondibile, il logo della casa costruttrice di automobili Mercedes [Figura 2].
George e i ratti
[Figura 3]
I messaggi subliminali sono stati usati anche in politica, soprattutto nelle propagande elettorali. In America, prima delle elezioni che vedevano protagonisti i Repubblicani di G. W. Bush e i Democratici di Al Gore, I Repubblicani mandarono sulle televisioni Americane uno spot di circa 30 secondi che inizialmente elogiava il proprio programma elettorale e successivamente screditava il piano concernente la prescrizione di droghe sostitutive proposta dall’avversario. Ad un certo punto nel video compare un sequenza contenente la scritta: “The Gore prescription plane: bureaucrats decide” (“Il piano di prescrizione di Gore: i burocrati decidono”). Fin qui niente di scandaloso, semplice propaganda elettorale. Poi però, per una frazione di secondo, circa 1/30°, senza che lo spettatore se ne accorga, spunta la parola “rats”, ovvero il frammento finale della parola burocrati (bureaucrats) che in inglese significa appunto “ratti”, ma anche, più volgarmente “schifosi” [Figura 3]. E’ a questo punto evidente il tentativo di screditare l’avversario Al Gore.
Pepsi al gusto di.. La maggior parte dei messaggi subliminali è però a scopo sessuale. Queste due lattine di Pepsi, sovrapposte in uno spot, nascondono un evidente messaggio subliminale. Se si osserva con attenzione si scopre che i disegni sulle lattine formano la parola “SEX” [Figura 4]. Il Re leone e..
[Figura 4] [Figura 5]
Nel film “Il Re leone”, film che ha accompagnato le infanzie di molti bambini, compare per l’ennesima volta la scritta SEX. Durante una scena infatti, Simba, il protagonista del cartone animato i accascia su una roccia. Il movimento provoca uno spostamento di polvere nell’aria, che per un momento forma la scritta SEX le cielo [Figura 5].
Bianca, Bernie e la finestra
[Figura 5]
Nel 1999, la Disney ha annunciato il ritiro dal mercato della celebre videocassetta, uscita in Italia con il nome, “Bianca e Bernie” a causa di un immagine alquanto strana. In effetti dopo circa 40 minuti dall’inizio del film durante una scena, in due fotogrammi consecutivi, alle spalle dei due protagonisti, appare l’immagine fotografica di una donna in topless [Figura 5]. Si parla addirittura di 70 milioni di dollari pagati dalla Walt Disney per non comparire nel processo che la vedeva imputata proprio per questo messaggio subliminale. Ciò ha fatto sorgere molte domande sul perché di un simile gesto. Uno scherzo da parte del disegnatore? Se fosse così, la Disney avrebbe potuto scaricare le colpe sul disegnatore invece di pagare una simile cifra. Perché mettere una donna nuda in un programma per bambini? Quale effetto causa sui bambini? Sono le classiche domande da “un milione di dollari”, alle quali non è ancora stata trovata una risposta.
Vecchie pubblicità.. Questa è una vecchia pubblicità, nell’immagine è raffigurata una donna con in mano un bicchiere [Figura 7]. Il braccio è però stranamente deformato e la mano sinistra in una posizione inusuale.
[Figura 7]
Proviamo a capovolgere l’immagine e a concentrare l’attenzione sul collo [Figura 8]. [Figura 8]
Il braccio e il collo che nell’immagine originale erano visibilmente deformi, rovesciati diventano due gambe perfette, e la mano sembrerebbe non avere più una posizione inusuale. Certi messaggi sono visibili solo con l’utilizzo di molta fantasia, tanto che spesso non vengono nemmeno considerati, in altri casi, come in questi illu strati appaiono però talmente evidenti che delle domande sorgono spontanee.
Potremmo analizzare altri centinaia di casi, più o meno evidenti di messaggi subliminali.
[Figura 8]
[Figura 9]
A riferimento sessuale: come in questo caso in cui possiamo evidentemente notare la solita scritta SEX tra i fiori [Figura 8] o tra il ghiaccio del cocktail di Gin [Figura 9].
[Figura 10]
Massonico: come in questo fotogramma del celebre cartone animato “I Simpson” in cui sullo sfondo si nota un disegno molto simile al simbolo della massoneria [Figura 10].
[Figura 11]
Commerciale: come in questo fotogramma del cartone animato “Dragonball” dove nell’ inquadratura di un palazzo si nota la scritta “Camel”, nota marca di sigarette [Figura 11].
I messaggi subliminali: Storia dell’arte Più genericamente possiamo considerare messaggi subliminali o per lo meno messaggi nascosti, anche quelle immagini ambigue che nascondono al loro interno altre immagini, più o meno percettibili. “Il silenzio degli innocenti” e.. delle sette donne nude.. Nel 1991 uscì, sui grandi schermi americani, il famoso film di Johnathan Demme “Il silenzio degli innocenti”. Ovviamente l’uscita del film fu accompagnata da manifesti pubblicitari sparsi per tutta la città. Ed è proprio il celebre cartellone pubblicitario ad attirare la nostra attenzione. In esso, si vede l’immagine del volto di una donna sulle cui labbra è posata una falena [Figure 1 e 2]. Si tratta dell’acherontia atropos, un particolare tipo di lepidottero che il serial-killer inserisce nella cavità orale della sue vittime.
[Figura 2] [Figura 1]
E fin qui non vi è nulla di strano, ma se analizziamo una fotografia dell’insetto (a sinistra) con quella usata sulla locandina del film (a destra), vediamo come non si tratti dello stesso animale [Figura 3].
[Figura 3]
Sul dorso della farfalla usata sulla locandina è stato aggiunto una specie di teschio, il che potrebbe non essere strano, trattandosi di un film horror, ma ingrandendo ulteriormente l’immagine, analizzandola più accuratamente, notiamo come, in realtà la forma del teschio sia realizzata utilizzando il corpo di sette donne nude in varie pose [Figura 4].
[Figura 4]
L’immagine non è però casuale, essa è stata presa da una fotografia fatta realizzare dallo spagnolo Salvador Dalì, il quale amava fotografare o dipingere composizioni di questo tipo [Figura 5].
[Figura 5]
Come abbiamo detto i messaggi subliminali non hanno sempre lo scopo di manipolare la mente umana, convincendo un individuo a compiere determinate scelte, essi possono anche essere semplicemente delle immagini che celano al loro interno qualcosa di impercettibile all’uomo, ma non al suo occhio che lo memorizza e lo elabora, come in questo esempio. Dalì, anche nelle sue opere spesso, riproduce immagini ambigue, diversamente interpretabili, che non possono essere assolutamente definite “messaggi subliminali”, ma che comunque hanno quell’aspetto nascosto caratteristico appunto dei messaggi subliminali.
Salvador Dalì
[Figura 6] Fotografia di Salvador Dal
Salvador Felipe Jacinto Dalì nasce a Figueres, in Catalogna, l’11 maggio del 1904. Ancora minorenne è ammesso alla prestigiosa Accademia Reale San Ferdinando di Madrid, la stessa che nel 1897 aveva avuto tra i suoi allievi più brillanti, l’allora giovane Picasso. Rimase in Accademia soltanto pochi anni, nel 1923 viene infatti sospeso a causa dei suoi atteggiamenti provocatori, e nel 1926 viene definitivamente radiato per indegnità. Nel frattempo conosce Luis Buñuel con il quale stenderà la sceneggiatura di alcuni film surrealisti che desteranno scalpore tra gli intellettuali. Nel 1927 Dalì si reca per la prima volta a Parigi dove incontra Picasso, già famoso. L’anno successivo tramite l’amico Mirò entra in contatto con i surrealisti nei confronti dei quali, pur condividendone molte idee, assume atteggiamenti distaccati e altezzosi, atteggiamenti che sono alla base del proprio personaggio, egli si rivela infatti imprevedibile, enigmatico, stravagante ed estroso. Nel 1940 a causa della Seconda Guerra Mondiale e dell’occupazione nazista di rifugia negli Stati Uniti dove rimane per quasi un decennio diventando uno degli artisti più richiesti e alla moda. Nonostante si sia definito anti-borghese, in questo contesto statunitense dimostra una contraddittoria propensione al denaro tanto che viene ribattezzato da Breton “Avìda Dòllars”. Muore, dopo essere rientrato nella città natale, il 23 gennaio 1989. Con Dalì, muore l’ultimo vero protagonista dell’avanguardia artistica del novecento.
Dalì e il Surrealismo L’adesione di Dalì al Surrealismo è, almeno all’inizio, sincera e motivata. Egli inventa addirittura una particolarissima tecnica che definisce “metodo paranoico-critico”. La paranoia secondo la descrizione dell’artista stesso è: “...una malattia mentale cronica, la sintomatologia più caratteristica consiste nelle delusioni sistematiche, con o senza allucinazioni dei sensi. Le delusioni possono prendere forma di mania di persecuzione o di grandezza e di ambizione...”. Da ciò si può capire come le immagini che l’artista fissa sulla tela nascano dal suo inconscio (paranoia) e riescano a prendere forma pittorica solo grazie alla razionalizzazione del delirio (momento critico). Ecco allora che il delirio trova le più raccapriccianti espressioni incarnandosi in esseri ripugnanti, animali mostruosi, frammenti anatomici, rifiuti d’ogni tipo, forme ambigue dai mille possibili significati, figure inquietanti che, a seconda di come si guardano, possono sembrare cose diverse o più cose insieme. Tra le opere di Dalì più conosciute, ne sono alcuni esempi: – – – –
Apparizione di un volto e di una fruttiera sulla spiaggia Volto della guerra Il viso di Mae West L’uomo invisibile
Apparizione di un volto e di una fruttiera sulla spiaggia
1938 Olio su tela, 115 x 145 cm Hartford In questo dipinto l’attenzione dell’artista si sposta dalla paranoia al sogno, dove forme e personaggi non hanno contorni definiti e possono quindi assumere forme e significati incredibili e contraddittori. Dire con precisione che cosa rappresenti il dipinto è pressoché impossibile nonostante l’apparente chiarezza del titolo . Vi è un tavolo coperto da una tovaglia chiara, con sopra una natura morta composta da una frutteria bianca con alcune pere. Sullo sfondo oltre a d un promontorio roccioso, vi è una spiaggia e una catena montuosa all’orizzonte. Ma se stacchiamo gli occhi dal dipinto e poi torniamo a guardarlo, ecco che la frutteria si è trasformata in un volto. In secondo piano le rocce sembrano aver creato la figura di un cane, il collare del cane è costituito da un ponte e l’occhio è un tunnel. Il piedistallo della frutteria infine è diventato una figura femminile di spalle. Il dipinto, dunque ripropone ad ogni occhiata il proprio enigma senza fine, non vi è certezza e ogni forma appena percepita è subito polverizzata e contraddetta.
Volto della guerra
1940-1941 Olio su tela, 64 x 79 cm Rotterdam Il dipinto è stato fatto quando l’artista si trovava negli Stati Uniti per sfuggire alla guerra. Sembrerebbe una delle immagini più paurosa tra quelle inventate dall’artista, tuttavia questa bruttezza troppo ostentata fa pensare più che altro agli incubi del pittore. La guerra generatrice di morte alimenta l’angoscia di Dalì, ma forse qui è il ricordo della guerra civile spagnola a far agire i suoi fermenti. Nel dipinto, la maschera della morte è ritagliata su un paesaggio desertico, desolatamente vuoto fino all’orizzonte; sole presenze vive, i vermi-rettili che guizzano minacciosi ma che non trovano oggetto su cui avventarsi. La prospettiva veramente carica di angoscia contenuta dalla figura è quella moltiplicazione all’infinito del male, rappresentato dalla guerra. I vuoti delle orbite e della bocca sono occupati da teschi che a loro volta contengono altri teschi; ciò sta a significare come quella che vediamo sia solo una delle innumerevoli facce della guerra, contenuta a sua volta in una più grande: Le strane macchie chiare, in basso a destra, non sono altro che l’impronta della mano di Dalì.
Il viso di Mae West
1934-1935 Tempera su carta di giornale, 31 x 17 cm Chicago Dalì rimase così affascinato dall’attrice americana Mae West da concepire la possibilità di usare i tratti del suo viso per progettare un vero e proprio spazio nel quale allestire l’appartamento. Come base per il dipinto, l’artista si serve di una famosa fotografia della diva di Hollywood, semplificandone i lineamenti ma lasciandoli ben riconoscibili. Egli trasforma le sue labbra in un divano imbottito rivestito di stoffa vermiglia, i capelli sono poi trasformati in sontuosi tendaggi, gli occhi in due paesaggi assolutamente verosimili e il naso in un elegante mobile sul quale vi è un orologio.
L’uomo invisibile
1929 Olio su tela, 140 x 80 cm Madrid Questo dipinto, mai portato a termine, è la prima delle sue tele a contenere una doppia immagine e sembra che l’idea del quadro gli venisse dal ricordo di un libro sull’antico Egitto. A seconda dell’attenzione che si presta, si dovrebbe poter visualizzare la figura intera di un uomo seduto oppure un vasto paesaggio cosparso di edifici incompiuti o in rovina. Per esempio quelli che sono i capelli dell’uomo diventano nuvole dorate nel paesaggio. L’esperimento non soddisfece però l’artista che lasciò il quadro non finito. Sebbene questo primo tentativo di creare immagini doppie, sfruttando il meccanismo degli inganni visivi, non riuscì fino in fondo, in seguito egli proseguì su questa strada.
I messaggi subliminali: Psicologia Vance Packard Vance Packard nasce in Pennsylvania il 22 maggio 1914. Frequenta il College statale per poi iscriversi in quella che diventerà la Penn State University, dove si laurea nel 1936. Dopo aver brevemente lavorato per un giornale locale, consegue la laurea magistrale. Lavora quindi per il “Boston Daily Record” e nel 1939 si sposa con Virginia Matthews. Dal 1940 al 1956 lavora presso vari giornali spesso come reporter, poi dopo aver perso lavoro, nel 1957 si dedica all’osservazione della società scrivendo “I persuasori occulti”, saggio che l’ha reso famoso diventando sin da subito un grande successo. E’ stato il primo saggio ad analizzare i messaggi subliminali e il potere occulto della pubblicità. Da questo momento, ha speso tutto il resto della sua vita scrivendo saggi critici. Grazie ai suoi due più grandi successi “I persuasori occulti” e “I cacciatori di prestigio” ha vinto il National Book Award per la saggistica. Muore il 12 dicembre 1996. “I Persuasori Occulti” Quando si parla di ricerca motivazionale o di condizionamento mentale non si può non fare riferimento a una pietra miliare in questo settore, come “I persuasori occulti” di Vance Packard. E’ un saggio giornalistico, e nonostante sia stato scritto a meta’ anni 50, risulta estremamente attuale. Analizza le tecniche psicologiche utilizzate in pubblicità, e non solo, per usare i nostri più inconsci istinti allo scopo di farci comprare un prodotto piuttosto che un altro. Divide l’analisi in due sezioni, nella prima spiega l’utilizzo di questi metodi, appunto, in ambito commerciale, nella seconda, particolarmente scioccante, rivela come queste tecniche siano state utilizzate anche nel mondo politico. Si parla di come queste tecniche siano in molti casi state messe “fuorilegge”, o come alcune, ormai vecchie, siano state sostituite da altre più all’avanguardia e raffinate.
I messaggi subliminali: Inglese Andy Warhol Life and works Andy Warhol was born in Pittsburgh in 1928 and he had Czechoslovakian’s origin. At six years, he collected autographed photographs of movie stars. Then he went to New York and he started to work in advertising, designing adverts for women’s shoes and in graphic design. He adopted a blotted ink-line technique, that allowed him to create an extremely impersonal style. In 1962 he executed his first silk-screens (serigraphy) for icons of modern society, the most famous were the Marilyn Monroe, Mao Zedong and Che Guevara series. In 1963 he made the first film: Sleep. In 1963 he transformed a loft into “The Factory”, it was an international point of reference for alternative culture and artists. Into “The Factory” was born a rock group “The Velvet Underground”. Andy Warhol in his life worked as painter and filmmaker. He died in 1987. The most famous of Andy Warhol’s works are: the Campbell Soup and Coca Cola series. About “Coca Cola” series he said: “A Coke is a Coke, and no amount of money can buy you a better Coke than the one drunk by the vagrant on a street corner. All Cokes are the same and all Cokes are good.”
Andy Warhol and Pop art movement The Pop Art reduces to minimum the manual and painterly aspect of art. The Pop Art is mechanical and repetitive, without style and emotion. The subject are ordinary and banal. The most important Pop Art’s figure is Andy Warhol that isn’t a traditional painter, but he is the most important figure of a new generation of commercial artists, illustrators and designers. Andy Warhol eliminates the meaning in the artwork. Andy Warhol’s art is flat and literal, he uses the banal to highlight the banality and superficiality o the object. This object are repeat without significance. We can see this technique in “Campbell’s Soup Cans 200”. The pictures represent only 200 cans of Campbell’s Soup, all the cans are identical, they don’t symbolise anything. Warhol thought that in the modern world there was nothing original, everything was a copy. The serial repetition have an hypnotic effect. The difference between Romantic Art and Pop Art is that, for the Romantic artist, for example John Constable, art is a subjective experience and the artist is a prophet, but for Pop Art artist, for example Andy Warhol, life is a repetition of things, art is an ordinary experience. Andy Warhol and the cinema Andy Warhol wasn’t only an artist, illustrator and designer, he produced a lot of film. He entered in the cinema’s world in 1963, when he bought his first camera. He thought that his films were paintings, but they weren’t hung on the wall, they were projected on the white wall. His experimental films are particular. In those films, he fixes the camera in a point and he films the same subject for some minutes. The most famous film are: – Kiss (1963) - 50 minutes – Empire (1964) - 485 minutes – Vinyl (1965) - 70 minutes
– Chelsea Girls (1966) - 210 minutes – The Velvet Underground and Nico: A Symphony of Sound (1966) - 67 minutes – The nude restaurant (1967) - 100 minutes
The Velvet Underground The Velvet Underground was a US Rock Music group. It was born in 1964 and it dissolved in 1995 when the guitarist died. In the beginning the group didn’t have much success, but in 1965 during their performance, they met Andy Warhol and he became the manager of the group. Thanks to Andy Warhol they became famous. They signed a recording contract with “Verve Records”, that in 1967 published their first album: “The Velvet Underground & Nico”. Nico was the beautiful singer of the group in this album. The album is famous for the image on the cover, that was done by Andy Warhol.
[Figura 1]
The image is a yellow banana. Andy Warhol used a banana because he transformed in art, an ordinary object as a fruit. In original version of the cover, in the corner there is a write “Peel slowly and see” (Sbuccia lentamente e guarda”). A lot of people think that this is an evident “subliminal message”, in fact, if you remove the adhesive banana peel, you can see an allusive pink banana [Figura 1]. Under the banana there isn’t the name of the group, but there is the Andy Warhol’s name, because the name of the artist and his fame, attract the public.
I messaggi subliminali: Storia Indottrinamento e propaganda fascista Abbiamo dunque visto come il messaggio subliminale, abbia lo scopo di manipolare la mente dell’individuo per modificarne o cambiarne un comportamento. Fascismo e propaganda Manipolare il comportamento, le idee e le convinzioni, soprattutto delle masse, è sempre stato alla base delle principali dittature, è infatti risaputo come sin dal passato le idee abbiano avuto la forza di trascinare intere folle. Ne è un esempio la dittatura fascista. Ma com’è stato possibile per Mussolini imporre le proprie idee nascondendo tutto ciò che poteva essere dannoso dal punto di vista dell’opinione pubblica? Ma soprattutto, i mass media possono addirittura incidere sulle emozioni, convinzioni, idee di milioni di persone? A quest’ultima domanda aveva già risposto Gustave Le Bon, il quale, studioso della “Psicologia delle masse”, diceva: “Conoscere l’arte di impressionare l’immagine delle folle vuol dire conoscere l’arte del governare”. Ed è proprio quello che il Fascismo è riuscito a fare grazie a un intensa e mirata propaganda. Essi sono riusciti a comprendere il potenziale propagandistico del mass media come strumento di divulgazione e indottrinamento delle masse. Sono infatti noti i numerosi annunci del Duce al popolo, tramite radio, cinema, cinegiornali, stampa, manifesti e poster con slogan come “Credere, Obbedire, Combattere!” o “Boia chi molla!” o ancora “Vincere e vinceremo!” [Figura 1]. In questi annunci Mussolini lodava la nazione, le virtù della stirpe, la memoria degli eroi, e faceva sognare il Popolo italiano promettendo un Paese giovane, efficiente, forte e lavoratore. La propaganda fascista, inoltre, acquisiva consensi anche perché indirizzata a tutto il popolo, contadini compresi, i quali non essendo mai stati presi in considerazione prima d’ora, vedevano inizialmente di buon occhio il nuovo governo.
Il Regime assunse quindi il controllo dei principali mass media. Stampa, cinema e radio divennero le principali armi propagandistiche usate dal Governo.
[Figura 1] Immagine con una delle più celebri frasi del Duce
Stampa Acquistò le maggiori testate giornalistiche per divulgare il suo pensiero, le immagini del Duce e dei principali collaboratori comparivano quasi tutti i giorni, accompagnate dalle “opere” e dalle “realizzazioni” del Regime e da illustrazioni che esaltavano la nuova Italia militare ed economica. Per eliminare invece tutti quegli articoli dannosi al fascismo venne sostituito all’Ufficio Stampa, il Ministero della Cultura Popolare che appunto controllava i documenti che dovevano essere stampati. Inoltre per l’indottrinamento dei ragazzi venivano fatte pubblicazioni specifiche in cui si divulgava l’ideologia fascista come ad esempio “Superiorità dei bianchi verso i neri”.
Cinema e radio Mussolini appena salito al potere dichiarò: “La cinematografia è l’arma più forte” [Figura2]. Infatti il cinema permise di raggiungere più persone, superando le barriere dell’analfabetismo. Inoltre l’invenzione del sonoro diede maggior senso a scene, fino a quel momento banali, istruendo, commuovendo e affascinando il pubblico con l’utilizzo contemporaneo di immagini e parole. Nei cinema prima di ogni spettacolo, venivano obbligatoriamente riprodotti filmati di gesta e imprese del Regime, inoltre venne istituito il LUCE (Unione Cinematografia Educativa) che trasmetteva documentari esaltanti il primato della civiltà italiana, lo spirito nazionale, la dedizione alla patria e tutte le nostre vittorie militari. Cinecittà divenne il centro della divulgazione e, siccome le sale cinematografiche non erano sufficienti, venne creato il “Cinemobile”, un furgone dotato di proiettore che trasmetteva pellicole delle piazze più sperdute.
[Figura 2]
Inizialmente la radio non veniva utilizzata essendo molto costosa e soprattutto poco diffusa, infatti Mussolini preferiva comparire di persona durante i suoi discorsi. Soltanto nel 1930 la radio decollò permettendo la radiodiffusione dei discorsi del Duce in tutta Italia, sia nelle case che nelle scuole, officine e piazze attraverso altoparlanti. Anche la propaganda radiofonica era controllata da una commissione che decideva cosa pubblicare e cosa censurare. Cosi come la stampa aveva riviste specializzate, anche la radio aveva programmi radiofonici creati appositamente per l’indottrinamento dei ragazzi come “Il giornale radiofonico del fanciullo”, e programmi per gli agricoltori come “L’ora dell’agricoltore” che si sentivano così valorizzati.
I messaggi subliminali: Pianificazione pubblicitaria La storia del cinema La nascita L’invenzione della pellicola cinematografica risale al 1885 grazie a George Eastman, mentre la prima ripresa cinematografica è attribuita a Louis Aimè Augustin Le Prince che nel 1888 realizzò un cortometraggio di 2 secondi. La cinematografia come la intendiamo oggi, ovvero la proiezione su un telo bianco di una serie di immagini ad una velocità tale da creare l’illusione del movimento, in una sala, ad un pubblico pagante, è nata invece il 28 dicembre 1895 con i fratelli Louis e Auguste Lumière i quali a Parigi mostrarono per la prima volta il “cinèmatographe” [Figura 1].
[Figura 1] Esempio di uno dei primi cinematografi
Nel 1900 i fratelli Lumière cedettero i diritti di sfruttamento della loro invenzione a Charles Pathè, il cinematografo si diffuse così in tutto il mondo. Dopo i successi iniziali di film come: “Assalto al treno”, “Edwin Porter” o “Viaggio nella luna”, il cinema iniziò a svilupparsi sperimentando i primi effetti speciali come trucchi di montaggio, sovrimpressioni, scatti singoli, ecc.
L’evoluzione del cinema Inizialmente le storie proiettate non erano sempre logiche, anzi, molte volte disorganizzate, più interessate a mostrare il movimento e gli effetti speciali, che a raccontare qualcosa. Spesso era necessario in sala un narratore che spiegava la trama. Poi quando il cinema iniziò ad essere un business, si capì che investire in maniera corretta in esso poteva portare un guadagno altissimo, d’altra parte, se il film non incontrava i gusti del pubblico, l’investimento diventava un fallimento. Quando fu chiaro ai produttori che la gente si affezionava agli attori, essi divennero fondamentali, e quindi per renderli popolari i registi iniziarono a pagarli per convincerli a recitare nel film successivo. Nacquero così i primi divi e le prime star. Mentre negli Stati Uniti si sviluppava un cinema commerciale, e quindi classico, destinato ad un pubblico vasto, le avanguardie artistiche in Europa portarono a una serie di film sperimentali. Tra gli autori più importanti troviamo Canton Giulio Bragaglia, Luisa Bruñel, Salvador Dalì, Dziga Vertov, Renè Clair ecc. Il sonoro e la pellicola a colori Fu “Il cantante di Jazz” di Warner, nel 1927, a dare il via all’era del sonoro nel cinema. L’utilizzo dei suoni insieme alle immagini era già stato sperimentato e brevettato da Thomas Edison molti anni prima, ma il successo del cinema muto aveva reso non necessario e rimandato il suo utilizzo. Warner, sull’orlo della bancarotta tentò l’introduzione, non avendo nulla da perdere, e ottenne un gran successo. Nel 1930 la tecnica venne perfezionata con l’introduzione del doppiaggio e della sonorizzazione. Le stalle del cinema muto, caratterizzati da una recitazione teatrale che con il sonoro diventava eccessiva e ridicola, scomparvero per far posto agli interpreti, dotati di voci gradevoli e una tecnica di recitazione adatta al nuovo cinema. Da qui in poi il cinema inizia un processo di evoluzione che lo ha portato a quello odierno. Dal 1917 nacque il concetto di film come racconto, ovvero un romanzo visivo in cui lo spettatore viene reso partecipe della trama suscitando la sua fantasia e immaginazione, come veniva fatto nei libri. Nacquero così, come nella narrativa i generi: avventura, horror, giallo, commedia ecc., tutti con delle regole ben precise da seguire. Si evolsero inoltre le tecniche di montaggio, le inquadrature, gli effetti speciali e soprattutto le pellicole, con l’invenzione della pellicola a colori nel 1945.
Le capacità comunicative del cinema Il cinema è sicuramente uno dei media più accattivanti, esso si avvale infatti di varie caratteristiche che creano una situazione coinvolgente per lo spettatore, ad esempio il buio della sala cinematografica, le immagini di grandi dimensioni o il suono. Questo coinvolgimento porta a sentirsi totalmente assorbito dalle vicende raccontate, dimenticandosi per alcune ore tutto il resto. Cinema e pubblicità La pubblicità cinematografica è caratterizzata da due aspetti altamente contrastanti. Da una parte è pur vero che la comunicazione pubblicitaria tra giovamento, catturando l’attenzione grazie agli elementi sopracitati, dall’altra è altrettanto vero che spesso gli spot cinematografici infastidiscono molto lo spettatore. Il pubblico in sala può esprimere un certo interesse per la proiezione dei “promo”, la promozione dei film previsti per la stagione, ma generalmente rimane molto infastidito dagli spot pubblicitari, simili a quelli televisivi e solitamente più lunghi che ritardano l’inizio della proiezione. A differenza della televisione non è però possibile fare “zapping” e allo spettatore non resta che sopportare lo spot. E’ necessario però fare una distinzione tra pubblicità cinematografica intesa come: – Proiezione cinematografica – Comunicazioni pubblicitarie nella sala cinematografica Nel primo caso i messaggi proiettati possono essere, o spot pubblicitari veri e propri o diapositive di punti vendita situati nelle vicinanze della sala cinematografica. Nel secondo caso le comunicazioni pubblicitarie possono essere legate alla sponsorizzazione di eventi organizzati nella sala tramite distribuzione di pieghevoli o brochure da parte del personale, o possono essere locandine o pieghevoli informativi, legati a iniziative, collocati all’ingresso o nelle vicinanze della biglietteria. L’audience del cinema Il target audience di un cinema può essere definito: – Dalla tipologia di genere cinematografico, che sarà amato e quindi visto solo da una fetta specifica di spettatori – Dall’appartenenza dell’audience a uno specifico ambito territoriale nel quale si trova la sala cinematografica.
Davide Nicolini: I messaggi subliminali