Tutto Scorre, mai cantato senza gioia (Bozza) - di Franco Boldrini

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Franco Boldrini

Tutto Scorre Mai cantato senza gioia

A mia madre, l’Angelo consolatore che con un sorriso, mi tergeva le lacrime…

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Tutto scorre, mai cantato senza gioia Franco Boldrini

©

tutti i diritti riservati

Progetto grafico: Leonardo Bigazzi ISBN:

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Questo Libro nasce grazie a questa Famiglia, di Vittorio Tarchi, nato a Fiesole, atavica città etrusca

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INCIPIT C'era una volta un bambino, una casa, un giardino, c'era mia madre, si pregava alla sera, si pregava al mattino, glicini, fiori e ortensie di tanti colori, in quella casa pulsavano cuori. Poi il tempo li ha presi per mano, li ha spinti nel vento, nel cielo, lontano, li ha messi nel cerchio di un arcobaleno… C'era una volta un bambino, che pregava alla sera, che pregava al mattino.

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PREFAZIONE di Roberto Zanella Scrivere la prefazione di un libro di vita è come regolare gli strumenti prima di un concerto, tutto deve essere perfetto per introdurre l'ascoltatore, o il lettore in questo caso, nello scenario che gli si rivelerà pagina dopo pagina. Farlo per un volume come questo diventa doppiamente difficile perché l'autore, che ha intrecciato pagine di vita con quelle di storia e l'esperienza con la poesia, è diventato parte integrante della mia storia, sia come personaggio pubblico più volte incontrato in concerti live, sia come amico personale. Ci troviamo di fronte alle pagine vergate da un grande interprete della musica che sul palco trasforma con la sua voce una canzone in poesia musicale: si apre il sipario e la scena diventa magia, proprio come questo libro che ci fa percorrere un cammino raccontando, pagina dopo pagina, i passi da giovane calciatore nell'Empoli in serie “C” sino ai palcoscenici italiani. Per il lettore sarà quindi un muoversi tra le pagine di una vita eclettica: calciatore, musicista, autore, e fondatore del mitico gruppo dei “I Califfi” di Firenze negli anni Sessanta, Franco Boldrini ha girato in lungo e in largo per la nostra penisola e non solo, calcando i più prestigiosi palchi e teatri d’Italia, partecipando alle più importanti manifestazioni, dal “Disco per l’Estate” al “Cantagiro” e “Festivalbar”, giornalista pubblicista e direttore responsabile di molte testate giornalistiche e 7


televisive, oltre che ideatore di alcuni emozionanti “Musical”. Siamo senz'altro di fronte ad un interprete dell’amore a tutto tondo nelle cui vene corre un sangue intinto di spettacolo, musica, poesia. Entrando in questo libro si è immersi in un susseguirsi di aneddoti e ricordi meravigliosi vissuti con una vita come quella di Franco, colui che amo ricordare come il mio “Poeta” preferito. Roberto Zanella

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INTRODUZIONE “Tutto scorre” e mai ho cantato senza gioia. Ed è vero. Ecco un titolo che descrive la meravigliosa avventura della mia vita. Anzi, della nostra vita. Un libro che nasce quasi per caso, che raccoglie storie di guerra, di calcio, di lampi d’amore, di musica, spettacolo. Storie di personaggi famosi e non, che si sono con me incrociati nel tempo, storie di viaggi nel mondo, l’Europa, l'America delle leggende del Birdland e Radio City di New York, i Caraibi, le Antille…quindi la storia vera dei Califfi, prima e dopo, di “Quanto ho amato, riso e pianto” … All'inizio volevo scrivere solo la storia dei Califfi, ma poi ho cambiato idea. Perché non inserire anche un po' di storia di quel Tempo? Il prima e il dopo dei Califfi? E così ho fatto. La maggior parte dei giovani ritiene d'istinto che il Mondo “sorge solo con la propria generazione”. Ma non è così. La Storia invece insegna e vuol ricordare che sono esistiti altri uomini prima di noi, la cui opera ed esperienza, negativa o positiva, sono pur sempre un’immensa ricchezza per i discendenti. In tutto il mondo. 'Amare la Storia' dunque è amare noi stessi e gli altri, di cui sempre avremo bisogno. Così come amare e salvaguardare le tradizioni Ecco dunque un libro, il mio, come un volo fantastico, costellato di storici aneddoti e avventure vissute fra le mie

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più “recondite armonie” di un Tempo sì perduto, ma certamente non dimenticato. Perché Tutto scorre. Franco Boldrini

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TUTTO SCORRE Franco Boldrini dei Califfi "Mai cantato senza gioia" Le 5 fasi della mia vita. 1940-1950 I primi dieci anni della mia vita La guerra, Lerici, la morte di mio padre La ricostruzione del ns Paese 1950-1960 La scuola media, Ragioneria abbandonata, Salesiani via Gioberti, il calcio dalla U.S.Sales all'Empoli F.C. La nascita in Italia della Televisione, il Rock'N'Roll esplode nel mondo, Elvis impera. Nascono i primi amori. 1960-1977 Dal calcio alla Musica, Chiari Quartet, l'America, i Caraibi, Edoardo Vianello, i 10 anni dei Califfi, il Matrimonio, la nascita di mia figlia Barbara, muore mia madre, il matrimonio si scioglie insieme ai Califfi. 1978-2000 Entrata nelle TV private-locali, autore programmi a Canale 48, direttore a Rete Mia di Lucca, Regista a Canale 10 di Vittorio Cecchi Gori, le trasmissioni di Casablanca, Giornalista 11


2000-2020 Nasce mia nipote Désirée, uscita definitiva dalle TV, il ritorno alla Musica, “Franco dei Califfi”, con Radio BK, i Festival Show nel Triveneto di Zanella, i Musical in Teatro. La terribile Pandemia dal febbraio 2020 al dicembre e oltre…

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E cosa dire del Campo di Marte e del Viale Manfredo Fanti? Chiedetelo a loro !

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Il mondo è in fiamme, la Dittatura dilaga col Nazi-Fascismo

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Mio padre Athos Boldrini nel viale Manfredo Fanti

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Mia madre Ada Tarchi

Con la mia sorellina Paola al Campo di Marte e nel giardino dei sogni nel Viale Manfredo Fanti 229

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1940 - 1950 Gli anni '40. Questi sono anni di cui porto ancora nella mente notevoli ricordi-flash, come il rombo lugubre dei bombardieri, la visione anche spettacolare come i proiettili traccianti delle controaeree nel cielo del golfo attaccato dal nemico. Ricordo i 'M.A.S' siluranti nel porto de La Spezia, i bengala che apparivano nel cielo e illuminavano mare e terra del golfo, come fossero festosi fuochi d'artificio. E invece illuminavano macerie e morte. La guerra, quale immane disastro umano. Ma per me era quasi un gioco.

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Quando poi la guerra termina (Settembre ’45), l'Italia cerca faticosamente di riprendersi, cercando un futuro fatto finalmente e soprattutto di umanità, in una dolce musica come la “Vie en rose” cantata da Edith Piaf, come nuovo messaggio di pace per tutto il mondo. Ci sono le Elezioni, per la prima volta anche le donne possono votare…Vince la Repubblica ma la Monarchia, malgrado avesse permesso l’ingresso al Paese il Fascismo di Mussolini, malgrado la guerra civile per oltre due annii, con eccidi violenti della Repubblica Sociale, alle Elezioni ottiene oltre dieci milioni di voti Perché? Nel futuro lo scopriremo.

La A. C Fiorentina de 1947 con Valcareggi 20


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Nasce mio fratello Maurizio, un anno dopo muore mio padre, aveva 41 anni (1949). Lo vedo morire e imparo, forse troppo presto, a conoscere la morte. Mio padre Athos, mi portava sempre allo Stadio, amava il gioco del calcio e la nostra Fiorentina, quella di Moro, Eliani, Furiassi e Piccardi. Proprio in quell’anno il 4 maggio ci fu la tragedia del grande Torino, con l’aereo che si schiantò sulla Basilica di Superga. Non vedremo più Valentino Mazzola, Gabetto, Loik, Menti e altri, che avevamo visto e applaudito allo stadio di Firenze pochi mesi prima. Il 23 dicembre anche mio padre ci lascia e lo sconforto fu grande, immenso. Avevo undici anni e andai a piangere dietro la Chiesa dei Salesiani di via Gioberti.

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Abitiamo in via Chiarugi, ma siamo rimasti in tre, io, mia sorella Paola e mia madre Ada. La vita è dura ma sempre bella, il frigorifero ancora non esiste, ogni due giorni passa sotto casa un barroccino pieno di lastre di ghiaccio che di volta in volta acquistiamo a pezzi e gli alimenti li accostiamo sopra e sotto in pentoloni capienti. All’acqua del rubinetto a tavola spesso si aggiungeva in una bottiglia l’Idrolitina, una polverina magica in una bustina che rendeva frizzante l’acqua per bere. Il riscaldamento invernale invece consisteva in una piccola stufa a carbone per tutta la casa, mentre la sera quando il letto è ghiaccio, per riscaldarlo usavamo il “trabiccolo” costruito con fascette di legno, che ogni sera infilavamo tutti sotto le lenzuola. A un gancio del trabiccolo, si agganciava uno scaldino di coccio pieno di brace ardente… e il problema era risolto. Ed ero felice.

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Sì, tutti siamo felici e pieni di una semplice speranza e tanta voglia di vivere. Il “Trabiccolo” con lo scaldino agganciato, pronto per essere inserito sotto le lenzuola!

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1950 - 1960 Gli anni ‘50 E arrivano gli anni cinquanta.

In fila con la tessera per il pane (1941-45) Gli anni '50 son determinanti nel nostro Paese perché vedono il Rinascimento di un'Italia disastrata dalla tragica guerra nazi-fascista. In via Scipione Ammirato ci sono ancora le tristi macerie causate dai bombardamenti. Il cinema contribuisce a curare l'animo deluso e scettico di milioni di persone colpite dalla distruzione 25


morale e civile dalla tragica guerra. La televisione non esisteva, arrivò nel '54 e si viveva di Radio e giradischi Lesa. I film di Totò, Macario, Gianni e Pinotto, le avventure di Tarzan e Zorro, portano di nuovo il sorriso e la speranza, specie nei giovani, che poi col Rock'n'Roll esploderanno completamente in tutto il mondo. Nel 1950 dunque molti ragazzi fiorentini si trovano riuniti all'Oratorio Salesiano di via Gioberti, a qualche centinaio di metri da casa mia, via Chiarugi, e da Piazza Alberti. In questo Oratorio si coltivano una miriade di iniziative culturali e sportive, compresa la grossa operazione “gioco del calcio” con la nascita della storica squadra della U. S. Sales, grazie all’iniziativa del Direttore Don Marcello Morelli. Io sono fra i primi giocatori. Il sindaco Giorgio La Pira interviene per la crescita economica della squadra salesiana, ho la fortuna anche di stringergli la mano in Palazzo Vecchio. Quando accompagnai Don Morelli e il grande Sindaco ci ricevette nel suo ufficio. Il sindaco più amato dai fiorentini, così aiutò a far nascere la U.S. Sales e i suoi colori, gialloblù. Ma dove si giocava? Un piccolo campo sterrato lungo circa 60 metri e largo 30, è il massimo che può offrire l'Oratorio e qui vengono organizzati i primi tornei organizzati dalla U.S.FI Sidol e U.S. Brozzi con squadre di 7 giocatori ciascuna e l'entusiasmo è alle stelle. Il pallone è di cuoio, la gonfiatura è a 'spillo', la vecchia cucitura è superata. 26


La mia scuola è l'Istituto Salesiano di via Fra G. Angelico, attaccato all'Oratorio fondato da Don Bosco.

Pallone cuoio con cucitura, anni 40-50 Dunque “C'era una volta … Un Re”… direte voi…'No'dico io - non è una fiaba alla Collodi, è la storia vera di un ragazzo fiorentino che dal “Calcio” della fase giovanile negli anni cinquanta, passò alla Musica per un goal sbagliato in un caldo pomeriggio del Giugno del 1960. Ma andiamo per ordine…e non è facile. 27


Chi c'era “intorno a noi”? Erano gli anni che crearono il Festival di Sanremo (1951), di Nilla Pizzi, Achille Togliani, Carla Boni, gli anni in cui esplose il R'n'R nel mondo, in Italia nel 1955 il Maestro Cinico Angelini riceveva il Premio Sorrisi e canzoni per l'Orchestra più popolare d'Italia. Grazie alla Radio, naturalmente. Mentre Modugno cantava con la sua chitarra nelle trattorie nel '54 “La donna riccia”, “Lu pisce spada” e nel '55 il suo “Vecchio frack”, solo in seguito divenuti successi dietro il boom di “Nel blu dipinto di blu” del 1958. E la scuola? Della mia scuola non ho un bel ricordo, anche perché dopo le medie, dove primeggiavo in latino, italiano e disegno, in famiglia mi imposero di entrare a Ragioneria, zeppa di matematica, algebra e geometria che odiavo. Al terzo anno mollai tutto e mi dedicai al calcio, l’Empoli F.C., rappresentativa Toscana etc. Nel 1954 muore Alcide De Gasperi, il grande statista che riuscì a ottenere dall'America il Piano Marshall, un piano di aiuti per una vera ricostruzione dell'Italia devastata dalla tremenda guerra contro il nazismo. De Gasperi nel 1947, ottenne dollari, pane e carbone! Il 1954 e anche l'era del Presidente Einaudi e di Fanfani, ma per me fu l’anno magico di avere in casa un Telefono a muro anche se Duplex, cioè abbinato ad un contratto con un altro vicino abbonato per risparmiare il costo. Ma se alzavi la cornetta e ti dava occupato, sapevi il perché.

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Ma, soprattutto, nel 1956 esplodeva la bomba Rock con Little Richard (Penniman, classe 1932) che con Lucille, Tutti frutti e Good Golly miss Molly e altre, portò il R'n'R all'apice nel mondo. Noi giovani impazziti e attaccati ai Juke-Box a tutto volume! Erano dunque gli anni giovanili di Franco e il “calcio” era il suo piccolo-grande sogno, “ala sinistra” il suo ruolo, da buon mancino e rigorista, dalla U.S. Sales dei Salesiani di via Gioberti, poi all'Empoli F.C. e oltre, e questa è la sua storia. E' doveroso per me citare la nascita di questa meravigliosa squadra di calcio denominata “U.S. Sales” (Unione Sportiva Sales), dove ho imparato non solo a stoppare un pallone, ma soprattutto ho ricevuto quella educazione, cultura e umanità che mi hanno accompagnato per tutta la vita. Per completezza d'informazione la denominazione Sales proviene dal nome Salesiani che Don Bosco coniò 29


anche a Firenze (1882) e che proveniva dal santo Francesco di Sales, nato appunto nel Castello di Sales, una piccola Diocesi di Ginevra.

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Don Bosco era un grande estimatore del Santo e creò anche a Firenze l'Oratorio Salesiano, oltre alla Chiesa della Sacra Famiglia di via Gioberti (1904 e completata nel 1930). Un po' di storia non fa mai male, specie per i giovani che “non sanno”!

Lo “staff della nascitura squadra era prestigioso semplicemente perché composto da Amici, amici veri come Romolo Paolinelli, Luigi Dugini, Giancarlo Ormi, Cantelli Ivan, Alvaro Roselli, il presidente Mario Tesi e soprattutto l'ideatore, il genio, il fantastico direttore dell'Oratorio Don Marcello Morelli, vero Deus ex machina. 31


Come già descritto il campetto era una striscia sassosa di 60 x 30 metri circa, delimitato da campi gestiti da un contadino (il Bonechi) da una parte e dalla Chiesa dall'altra. Poi per le partite del CIS e FGC il campo della Sales diventò quello della Rinascita in via Aretina, dove oggi sorge la nostra sede Rai di Firenze.

Anche negli anni cinquanta il gioco del calcio rimane lo sport numero uno insieme al ciclismo (non dimentichiamo Coppi e Bartali) , dove la nostra amata Fiorentina vince il primo scudetto della sua storia nel campionato 1955-56. Ma a questo punto devo menzionare i veri amici di quel tempo perduto, amici veri che rimangono nel cuore 32


per sempre, che camminavano anche loro a piedi nella famosa via Gioberti, che univa Piazza Alberti alla storica Piazza Beccaria, quella dei cinema Alhambra e Cristallo.

(in piedi) Pestelli, Sanarelli, Godenzoni, Manzani, Mangani, Nanni (accosciati) Giangrasso, Daliana, Boldrini, Casini D., Casini E.

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Un ricordo speciale per Mino, più che fratello mio, scomparso nel 2006. Quante avventure insieme, nel calcio, in teatro, a scuola, in vacanza sulle Dolomiti. I nostri primi amori…indimenticabile amico! e il fratello Kiko Casini. Poi Paolo Panichi, Fernando Cantini, Paolo De Lille, Giancarlo Pestelli, Antonio Lucignano, Lello Galanti, Gino Menicucci, Piero Giangrasso, Vittorio Baroncini, Sergio Sanarelli, Alvaro Roselli, e altri che dopo oltre 60 anni sono ancora nei nostri cuori. Anche chi non c'è più, come, appunto, Mino Casini, Alvaro Roselli, Romano Crini, Gino Menicucci, Romolo Paolinelli, Franco Mangani, il Presidente Mario Tesi e altri.

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Pillole in ordine sparso! Lo spettacolo! Ma c'era anche un piccolo Teatro nel nostro Oratorio di via Gioberti e non vi dico le risate quando ci vestivamo da donna per ballare il Can-Can e “Luci del varietà” coi mutandoni, gonne e costumi presi a noleggio alla Sartoria Teatrale Fiorentina di Piazza Duomo!

Teatro Salesiani febbraio 1955 (in piedi):

Piero Merlini, Giancarlo Pestelli, Marcello Formichi, Piero Baggiani, Giancarlo Nesi, Gino Menicucci (accosciati): Paolo Banci, Paolo De Lille, Giancarlo Ormi, Vittorio Baroncini, Paolo Panichi, Franco Boldrini.

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Sono i tempi di Van Wood con “Butta la chiave” e “Tell me why”, “Diana” di Paul Anka, “Rock around the clock” di Bill Haley e “Be bop a lula” di Gene Vincent…il Rock! Sì, esplode il Rock'and'Roll in tutto il mondo e noi, dopo anni di Nilla Pizzi e Achille Togliani diventiamo i nuovi fan di Elvis Presley, Gene Vincent e Little Richard! Quasi contemporaneamente in Italia nasce la Televisione con Mike Bongiorno, Lascia o raddoppia e Mario Riva con Il Musichiere. La TV sembrava una vera magia! Modugno, dopo la strepitosa vittoria del 1958 con “Nel blu dipinto di blu” vince di nuovo Sanremo con “Piove” e Franco debutta come cantante con “Mille violini suonati dal vento”, “Ciao, ciao bambina”, urlo e grido …

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1960 - 1967 Gli anni '60. ...e avviene la mia prima vera e grande emozione nel piccolo e magico Teatro dell'Oratorio Salesiano nel 1959 e, nel 1960, il debutto col mio contrabbasso bianco col quartetto “I Kings Combo” con Beppe Cao alla batteria, Renato Martinelli e Paolo Marzili alla chitarra, al pianoforte il maestro Franco Cecchi.

Proprio in questi anni si affermano voci e volti nuovi come Celentano, Dallara, Mina etc, che traducono e esprimono con spirito e linguaggio nostrano i più celebri successi internazionali. L'onda lunga del Rock sta facendo sentire i suoi effetti ad ogni livello e il nuovo modo di ascoltare di fare e di consumare musica è già divenuto parte del nostro vivere quotidiano. 37


E la mia scissione fra calcio e Musica è ormai vicina. E poi le stupende Riviste, Scanzonatissima, Ci risiamo etc… io il Gigolò che canta “Le foglie morte” e tutto l'audio veniva registrato dal “fantastico” registratoremagnetofono Geloso 4.75 mentre il video con una cinepresa 8mm! L'operatore straordinario era Minuccio Minucci!

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Arriva l'Amore! E come non ricordare il mio primo grande amore, il mio primo vero bacio avvenuto in una festa in via Chiarugi dove abitavo, mentre un grammofono suonava Johnny Guitar cantata da Peggy Lee, ed io stringevo lei, Annalina, fra le braccia! E non dormire la notte, mentre pensavo a lei che stava per svenire fra le mie braccia. Un bacio, un semplice bacio allora faceva sognare.

Poi nell'estate la Sales in vacanza con Don Morelli che ci portava sulle Dolomiti, a Vigo di Fassa, in tenda 39


naturalmente, con varie escursioni sulle Tre cime di Lavaredo, Passo della sentinella, Marmolada e gite in Austria, Vienna e dintorni…che meravigliose vacanze, vissute con veri amici.

Vienna 1956 Paolo Panichi, Giancarlo Ormi, Franco Boldrini Poi Don Morelli fu trasferito a Varazze. E siamo nel 1959. Si sa che lo Sport praticato dai giovani, specie il gioco del calcio, è sempre uno spettacolo innocente di gioia e festa per tutti. E qui davvero sono esplose le più grande e vere emozioni di avventure felici. 40


Poi il vecchio campo sassoso di via Gioberti viene trasformato(1959) in regolare campo di calcio erboso, grazie all'intervento della A.C. Fiorentina! Addio vecchio campo di terra, logorato da migliaia di ragazzi di tante generazioni nei tuoi anni '50 anni di vita e attività frenetiche e gloriose. Era doveroso per me descrivere questo 'fazzoletto' di campo sterrato dove ho sudato e gioito insieme a tanti veri amici…

Giancarlo Ormi e Don Marcello Morelli, chi potrà mai dimenticarvi?

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E tutto scorre… Una gioventù meravigliosa dunque, con amici meravigliosi. Ma poi esco per sempre dalla Sales, entro nello staff calcistico di Mauro Franceschini, manager famoso come talent-scout ma senza scrupoli, che mi “compra” e trasloca in prestito all'Empoli F.C. E la mia vita cambia. A Empoli, l'ambiente è tutta un'altra cosa. Un certo Silvano Bini, dirigente generale della squadra, essendo solo in prestito, mi rende la vita difficile, prende in giro i miei trascorsi ai salesiani con i preti e io rimpiango amaramente l'armonia e l'amicizia vissute con la nobile U.S. Sales. Ora gioco meglio certamente, sono più bravo, imparo a calciare anche col piede destro, vengo convocato in rappresentativa Toscana, gioco la finale contro la Lazio in diretta TV all'Olimpico, ma non trovo più quei valori morali ed etici che avevo conosciuto e imparato nella mia Sales di via Gioberti 33. Ancora un flash di quel calcio. Dunque sono l'ala sinistra dell'Empoli F.C. e l'anno è il 1957. In questa foto siamo nel vecchio Stadio Castellani, allenatore Romoli Arduino, ex-portiere Fiorentina dal 1937-39 e 1946, classe 1916 e tuttora vivente (2020) con anni 104!

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Julio Botelho, ovvero il Grande Julinho

Poi, come ho già accennato, faccio parte della Rappresentativa Toscana nel Torneo delle 20 Regioni d'Italia, secondi classificati dietro alla Lazio e siamo nel 43


giugno del 1960, al mio collo ho ancora la medaglia d'argento consegnatami da Umberto Agnelli, allora Presidente Figc. Questo Torneo delle Regioni di calcio è stata una meravigliosa avventura vissuta dopo una severa selezione avvenuta per mesi in Toscana per creare questa rappresentativa regionale. Una volta scelto, nel ruolo di ala sinistra tornante, in ritiro al Centro Tecnico di Coverciano per una settimana, poi partenza per Roma, all'Hotel Hilton, nostra sede del torneo. Mi sembrava tutto un sogno, ma era tutto vero e la convocazione me la ero proprio sudata e guadagnata con perfette prestazioni. In lizza ci sono 20 regioni, noi vinciamo il nostro girone, poi gli ottavi, i quarti, la semifinale, tutte vinte, i giornali in Toscana impazzano con articoli gloriosi, ma la finale con la Lazio la perdiamo per 1-0, sbaglio un facile goal davanti al portiere avversario e svanisce così un sogno, ma ne appare un altro che mi porterà ai futuri “Califfi”. Intanto da due anni studio contrabbasso.

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Allenatore Romano Magherini, scomparso nel 2018, 84 anni) La grande scelta è fatta! Questo è l'ultimo mio atto calcistico prima di entrare nel mondo della Musica. Finisce così la mia “era calcistica” durante la quale però ho sempre studiato contrabbasso con il prof. Gianpaolo Orsini del Conservatorio Cherubini Firenze e soprattutto con Giovanni Tommaso dei “4 di Lucca”. Alla Casa Musicale Ceccherini, nel novembre del ‘60, incontro il Maestro G. Carlo Chiari che “al volo” mi assume come contrabbassista nel suo complesso e debutto la sera stessa al River Club, night club d'élite della Firenze bene. Infatti al River Club approda anche Riccardo Rauchi col cantante Sergio Endrigo e Riccardo Del 45


Turco, che poi sposerà la sorella di Endrigo. Nel dicembre sempre del ’60, muore mio nonno Vittorio. Ha ben 80 anni e senza di lui negli anni ’50 non avremmo mai superato i difficili problemi economici della nostra famiglia. Il vuoto che lascia è immenso, ma così è la vita.

La mia vita ormai è segnata, il River Club me la ha indicata completamente. Intanto l’ultimo dell’anno arriva nel locale una grande attrazione che si alterna al nostro quintetto: l’artista si chiama Umberto Bindi, che si presenta col suo organo a canne e canta “Il nostro concerto” accompagnandosi. Meraviglioso. Nel Lungarno 46


echeggia la voce di Umberto “Ovunque sei, se ascolterai… accanto a te mi troverai…” E il mio strumento diventa ufficialmente il Contrabbasso. Come dicevo siamo nel 1960, il prossimo anno prenderò la patente, la benzina costa 110 Lire al litro, ma tanto non ho ancora la macchina che però mi occorrerà anche per il trasporto del mio contrabbasso, acquistato alla Ditta Ceccherini di Piazza Antinori, con gli ultimi introiti del calcio.

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Il Night Club. Ha inizio così la grande avventura col Chiari che mi porterà prima in tournée in Germania, e precisamente a Duisburg-Lido Tanz Club, due mesi stupendi coronati da incontri amorosi che ricordo ancora con gioia: Helga, una meravigliosa ucraina di un metro e 80 (sic), Monica e Brigit, due bellissime tedesche doc. Che notti… Poi, a dicembre seguì la mia più grande e suprema avventura, quella dell'America, partenza da Napoli con l’Homeric, attraverso l’Atlantico in tempesta. Sette giorni di traversata sofferta, con sbarco finalmente a New York. Entriamo in Manhattan, dove c’è la storia, Central Park, l’Empire State Building, grattacieli a non finire…è il 20 Dicembre dell'anno 1961 e mi sembra di sognare.

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Questa foto è la copertina del primo LP inciso nel Dicembre del 1961 per la “Jubiles Record” di New York, metropoli cosmopolita incredibile dove ogni settimana frequento lo storico “Birdland Jazz Club” per applaudire i vari Sinatra con Ava Gardner, Ella Fitgerald, Count Basie, Charlie Mingus, Tony Bennet, B.B.King, Art Blakey, Judy Garland, stringo la mano a Sonny Rollins… .Vivo nella leggenda…

Un mondo fantastico si spalanca davanti a me che sembra un sogno.

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1962 E siamo nel 1962. Da New York ai Caraibi e le Isole Barbados ad Haiti, qui (foto) mentre canto la nostra sigla “Lollipop” a due voci con Giancarlo Chiari, mio grande Maestro e Amico. Un'esperienza unica, dai meno 20 gradi di New York, ai 40 gradi all'ombra di Haiti per Natale.

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1963 L'amore si fa serio... Con il ritorno dall'America in Italia, faccio parte del Franco Godi Quartet, con Piero Barbetti alla batteria e Ruggero Cini al piano (1933-1981), autore di “Bisogna saper perdere” Sanremo 1967 coi i Rokes, e di “La bambola” di Patty Pravo 1968. Questo è anche l'anno fatidico del mio incontro con colei che sarà mia moglie, Carla, che mi presentano alcuni amici in un bar del Piazzale Michelangelo, la invito ad una festa, la bacio, la bacio, ci innamoriamo, ci fidanziamo. La amo perdutamente

Penso sia proprio lei la donna della mia vita. Con lei accanto ho la forza e la determinazione di ripartire daccapo e costruire un mio complesso. E nasce il 53


gruppo fiorentino “I Califfi”. Nel novembre sempre di quest’anno arriva il primo 45 giri dei Beatles, "Please, please me" con retro "Ask me why", una bomba. Paul McCartney, John Lennon, George Harrison e Ringo Star, invadono il mondo con la loro strepitosa musica che influenzerà poi tutto l’universo musicale per sempre. Fausto Leali infatti al Cantagiro del ’64 si presenterà coi Novelty e i capelli alla Beatles, con un brano dove urlava Ye-Yé… Nasce così una nuova e vera Cultura musicale in tutto il mondo. Frank Sinatra inciderà in seguito Yesterday di Paul e Something di George, che considerava la più bella canzone d’amore del mondo, Triste dirlo, ma lo scrivo adesso, John Lennon, 40 anni, quello di “Imagine”, verrà ucciso l’8 Dicembre dell’80 da uno squilibrato e George Harrison muore di cancro a 58 anni, nel novembre del 2001. Ma adesso possiamo continuare l’avventura. La mia. Inizia così anche l'era delle dirette Radio come “Il Grillo canterino” con la bravissima e simpaticissima Wanda Pasquini (la “Sora Alvara), Rino Benini (“Nonno Pilade”), dove il vernacolo fiorentino impera per tutta la trasmissione. Corrado De Cristofaro (Gano il duro di S. Frediano) etc, sempre in diretta dalla sede Rai di P.zza S.M. Maggiore. Ma facciamo anche un po' di storia di questa fortunata trasmissione. Il Grillo Canterino è la trasmissione radiofonica che più di ogni altra, rappresenta lo spirito fiorentino e che suscita ancora oggi, negli ascoltatori, un tuffo nel passato 54


alla riscoperta di una comicità irriverente e diretta, ma elegante e intelligente come solo la nostra tradizione può consentire. Siamo negli anni 50, in una Firenze che, come il resto d’Italia, ha iniziato il faticoso e lungo percorso del dopo guerra. In questo scenario si colloca anche la storia di Radio Firenze, una voce che aveva accompagnato il ritorno alla normalità dei fiorentini fin dal settembre del 1944, per merito di alcuni tecnici e giornalisti di eccezione che, a rischio della vita, avevano registrato e diffuso voci e rumori della battaglia nelle strade, lo sferragliare dei carri tedeschi, i rumori delle sparatorie, utilizzando attrezzature “garibaldine”. Nel 1950 vengono inaugurati i nuovi impianti Rai della sede fiorentina di piazza Santa Maria Maggiore, in pieno centro. Inizia la produzione di programmi culturali e d’intrattenimento che proseguiranno con successo nel tempo. Nel 1953, sulla scia di un generale fervore di idee ed iniziative, la sede Rai di Firenze elabora programmi di grande spessore culturale come l’Approdo, d’informazione come il Gazzettino Toscano redatti e curati da 2 grandi personaggi: Amerigo Gomez ed Umberto Benedetto. Programmi voluti e gestiti da un grande dirigente di quei tempi, Omero Cambi. Ed è proprio Omero Cambi, responsabile dei programmi, che, per riempire il vuoto domenicale del Gazzettino, ipotizza un programma che insieme alla cultura riesca a far sorridere la gente e ci riesce in pieno, ancora alle prese con tutti i problemi di un lungo dopoguerra e di una faticosissima ricostruzione… non solo materiale. Rievocando il Grillo 55


saggio di Pinocchio e il grillo fiorentino della nostra Festa, che faceva “liberamente sentire la sua voce” nasce “Il Grillo Canterino”!

Dopo circa un anno di rodaggio, il programma cambia completamente aspetto, passando dal giornalistico semiserio al vero e proprio spettacolo leggero, con la nascita di personaggi sopra citati che ne determinano un successo popolare da fare invidia alle più seguite trasmissioni radiofoniche dei nostri giorni. Nel 1967 la sede Rai di Firenze appare così, come una

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vera struttura di Produzione televisiva, ai confini orientali della città, un’enorme complesso che occupa un'area di circa 18.000 m² tra la via Aretina e il lungarno, in riva al fiume e in vista dei colli, in prossimità dello snodo autostradale di Firenze Sud. Del terreno disponibile è coperta solo la nona parte, essendo il rimanente sistemato a giardino e a parcheggio. Dal Franco Godi Quartet passo all'Edoardo Vianello Quartet, e nel gennaio del 1964 dunque sono il bassista del Watusso, il cantautore in voga di “Pinne fucile ed occhiali”, “Abbronzatissima”, “Il capello”, “Guarda come dondolo” e, naturalmente, “I Watussi”, l'hully-gully più ballato d'Italia. Debutto col suo gruppo allo “Shaker” di Napoli, lo storico locale di via Nazario Sauro, che vide i successi di Carosone, ai tempi della “Pansé” e Van Wood (“Butta la chiave”). In estate partecipo al fantastico “Cantagiro” (La Tremarella) con finale in diretta TV a Fiuggi dove conosco grandi artisti come Morandi (vincitore assoluto di questo Cantagiro), Lucio Dalla, Michele, Little Tony, Rita Pavone, Fausto Leali, Dino, Gino Paoli etc. Un “Cantagiro” fantastico ma anche turbolento. In una tappa mi trovai nell’Hotel con Little Tony. Nel giardino circostante intravidi Little Tony con le mani nei capelli. Mi avvicinai e vidi che stava piangendo. Alla mia domanda cosa fosse successo mi tranquillizzò e si confidò che stava pensando al suo grande amore Luciana. Lo aveva lasciato. Lo consolai un po', sapendo bene che non ci sarei riuscito. 57


A Salerno poi, tappa turbolenta, ai lati del palco c’erano dei tralicci in legno, pericolanti, con grappoli di giovani arrampicati. L’organizzazione agli altoparlanti intimò a tutti di scendere, ma non ottenne effetto. Allora, quando Gino Paoli salì sul palco, cantò con rabbia e con le spalle al pubblico, ma a metà dovette smettere perché la folla inferocita si rigettò sul palco e la guardia del corpo di Celentano fu ferita con una coltellata. Un fuggi-fuggi generale. Io avevo la mia macchina dietro al palco e nascosi Little Tony disteso e coperto nei sedili posteriori. La gente dava la caccia al cantante chiunque fosse, ma il mio volto per loro era sconosciuto e riuscii a passare indenne fra il corridoio di folla urlante fino al nostro Hotel. Ma che paura. Sempre in questo periodo, durante una pausa in una serata che non ricordo dove, vengo avvicinato da un giovanotto quasi pelato, ma che io riconosco subito perché lo avevo visto anni prima alla Bussola di Focette. Sì era lui, Pino Amenta, il bassista di Peppino di Capri. Mi dice che è stato licenziato da Peppino, cercava lavoro e mi chiese se conoscevo qualche gruppo che cercasse un bassista. Il mio imbarazzo fu grande e la mia risposta pure. Seppi poi che nel ’68 tornò con Peppino. Poi grandi spettacoli in tutta Italia e un disco LP inciso in diretta Live a Roma negli studi di RCA con i Flippers e Lucio Dalla al sax-clarino. Tutto questo accade nel periodo con Edoardo Vianello.

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Ma Tutto scorre...

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1964 Ottobre. I Beatles stanno dilagando in tutto il mondo, sento giunta l'ora di formare un complesso, un quartetto mio, il nome ce l'ho già in mente: “i Califfi”, (poi spiegherò il perché di questo nome). Con i proventi dei miei introiti di America, Godi e Vianello, acquisto un impianto audio completo Binson, microfoni Siemens, aste, giraffe, cavi etc., Devo ora cercare e trovare validi elementi per costruire il quartetto che ho in mente. Al Teatro Puccini di Firenze c'è una rassegna di complessi beat, mi piace particolarmente un batterista (Marcovecchio Carlo Felice) e un chitarrista (Marco Bracci), mi presento e faccio loro la proposta di far parte di un nuovo gruppo con me (che conoscevano di nome). Il chitarrista Marco Bracci e il batterista Carlo Felice Marcovecchio erano reduci da una fortunata tournée in Svezia dove insieme al bassista Giuliano Giunti ebbero un grande successo proprio nell’esecuzione dei brani dei Beatles (in Italia ancora poco conosciuti) eseguiti con il trio particolare per quell’epoca (chitarra, basso e batteria) e con un affiatamento vocale ottimo di Bracci e Marcovecchio. Accettano e siamo in tre. Alla Casa Musicale Ceccherini di P.zza Antinori mi presentano un pianista organista (Giacomo Romoli) reduce dalla Francia. Accetta anche lui e il quartetto è formato. Nessuno di loro però ha la patente, né la macchina. Si va con la mia, una 1500 Fiat berlina con portabagagli. Si carica naturalmente tutto sulla mia vettura e si parte ogni fine settimana verso il primo contratto da me stipulato al Dancing “Giardino 61


d'inverno” (gestito da Oscar Carboni) di Ferrara. Le prove le facciamo sempre nella cantina di casa mia (dove sono nato) e il primo spot e le prime foto nascono proprio sul tetto di casa, davanti allo splendore del Campo di Marte.

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1964 Dicembre Il repertorio dei Califfi si arricchisce sempre più, i giovani nei dancing (le discoteche ancora non esistono) apprezzano tantissimo i brani dei Beatles che ogni sera cantiamo, ”Please please me” “A hard day's night”, “She loves you”“And I love her” “Twist and shout” e altri vengono alternati anche con i successi di Peppino di Capri, Paul Anka, Fred Bongusto, De Andrè, Sinatra, Endrigo, Vianello, Paoli etc. Ma non sono tutte rose e fiori, altri problemi sono in vista. Ma il mio amore per la mia Charlotte è sempre più grande, le sue lettere alimentano la mia gioia di vivere per lei, e con lei accanto posso affrontare qualsiasi problema…

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La Fede sposta le montagne (S. Paolo)

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1965 Dopo il contratto di Ferrara emergono contrasti con Marco Bracci e Romoli. Marco Bracci deve impegnarsi per l’Esame di Maturità in Ragioneria, già saltato quando era in Svezia. Romoli e Bracci escono dal gruppo ma subito sostituiti con Giuseppe Maffei al piano e Michele Di Stefano alla chitarra. A Marzo debuttiamo il sabato e domenica al Carillon di Tognetti a Marina di Pietrasanta e veniamo confermati per Luglio in “tandem” con Giannetto e gli Etruschi. Poi alla Siesta di via Cimatori a Firenze, mentre il Romoli è rientrato nel gruppo. Incidiamo la prima cover della nostra storia a Milano “Ti giuro è così' col mio testo, cover di “You really got me” dei The Kinks e “Sotto casa tua” (Over me di Freddie & the dreamers) per la CD Record che però scopriamo che è un'etichetta che non esiste. Torniamo al Jolly Club di via Dei Bardi, ma altre insidie pericolose per i Califfi stanno velocemente maturando. La sera amara di Settembre, si presenta così. Siamo ancora al Jolly Club di via De' Bardi a Firenze, mentre stiamo suonando entrano nel locale due tipi con capelli alle spalle, ci osservano, ci ascoltano. Alla fine della serata confabulano col nostro batterista Marcovecchio e se ne vanno. Marco mi prende da parte e mi comunica che lascia i Califfi perché farà parte del gruppo dei 2 tipi con cui ha parlato che gli hanno promesso un contratto anche per il Piper Club di Roma. Il suo nuovo complesso si chiama “Le facce di bronzo” (di Pisa) e questa denominazione -penso- sta proprio “a pennello” anche al il sig. Marcovecchio Carlo Felice. Gli altri componenti 65


alla nuova notizia si scoraggiano e mollano anche loro il gruppo. Rimango solo, al punto anche che alla fine, due giorni dopo al Jolly Club, smonto da solo il mio impianto audio, strumenti, cavi etc, faccio il carico sulla mia macchina (col cuore gonfio) come sempre e riporto tutto nella solita mia cantina. Son rimasto solo, devo ricominciare daccapo. Ma non demordo, ho da rispettare il prossimo contratto col Carillon già fissato e ancora la Siesta. Ma il nome Califfi mi resta, son deciso a tutto e non finirà così. "se non puoi volare, corri, se non puoi correre, cammina, se non puoi camminare, striscia, ma vai sempre avanti” Dove eravamo rimasti? Ah, sì, i Califfi al Jolly Club Firenze, il batterista Marcovecchio se n'è andato con “Le Facce di bronzo” di Pisa. Di conseguenza anche Maffei pianista e Di Stefano chitarrista, si son dileguati, son rimasto solo, col nome del gruppo, l'impianto audio Binson completo di mia proprietà (siamo nel 1965 e allora era determinante per poter lavorare nei locali sprovvisti di tutto) oltre alla mia macchina berlina (importante anche quella per il trasporto di tutti gli strumenti) e inoltre avevo sempre la fiducia del mio impresario Pino Moschini, fiducia che mi ero procurata ai tempi del Chiari (America) Franco Godi Quartet e Vianello. Dunque una mattina decido di andare a piedi alla Casa Musicale Ceccherini, direttore Baccetti (Lando Fanfani commesso), dove nel 1960 ho comprato il mio primo 66


contrabbasso bianco, con debutto nel night club River Club Firenze col Chiari Quartet (orario di lavoro 22:00 – 4:00 del mattino, il sabato anche fino alle ore 7:00) Ho l'intenzione di richiamare il pianista Romoli e mentre cammino sul Lungarno Torrigiani, a pochi metri dal Pontevecchio, sul muretto proprio davanti al Jolly Club (dove i Califfi si erano sciolti), su quel muretto, con la sua chitarra, suona un giovanotto che avevo tempo fa intravisto e che sapevo suonava nel complesso dei Samurai di Livorno. Lui si chiama Paolo Tofani. Mi fermo a parlare con lui, gli racconto la mia storia dei Califfi e che adesso sono solo. Anche lui è uscito dal suo complesso. Gli chiedo se gli piacerebbe entrare nei Califfi, accetta. Manca il batterista e Tofani consiglia il ritorno del Marcovecchio, che conosceva, dato che recentemente ha saputo di un fallimento generale col gruppo delle Facce di bronzo. Io sono perplesso e dubito che Marcovecchio abbia il “coraggio” di tornare, ma Tofani dice che uno che ha avuto la faccia tosta (o meglio di “bronzo”) di lasciarmi in tronco come ha fatto, avrà la faccia tosta anche di tornare. Infatti è così, lo richiama lui, Marcovecchio Carlo Felice accetta e torna nei Califfi che si ricompongono in quartetto grazie anche al ritorno del pianista Romoli. I contratti della Siesta di Firenze del Pugi e Ghigo e del Carillon di Marina di Pietrasanta di Roberto Tognetti, vengono così rispettati. Le prove nella mia cantina riprendono a funzionare, è il tempo di “I'll go crazy” e “The house of the rising sun”. Siamo ad ottobre del 1965, ci aspettano tre mesi intensi e fantastici di successi alla Siesta e al Carillon, dove una sera 67


veniamo portati addirittura anche in trionfo sulle spalle da un gruppo di nostri fan. Dunque dopo quattro mesi eccezionali, da ottobre 1965, torniamo al Tiffany Club di Giuliano Bartoli di via delle Casine Firenze. A gennaio 1966, quando Tofani purtroppo parte per il Servizio di Leva Militare a Caserta (tornerà a Marzo del 1967 per l'incisione di Al mattino). Come dicevo nell'ultimo intervento il successo al Carillon fu strepitoso, accompagnato da un repertorio che pochi complessi proponevano e con una strumentazione funzionale e di qualità (per l'epoca, naturalmente) come l'impianto audio Binson potenziato col Montarbo e Davoli, il Tofani con chitarra Gretsch e amplificatore Fender Shoman300W, Romoli con organo Vox e piano elettrico Wurlitzer, io col Fender Precision Jazz e amplificatore Ampeg 100 W (poi a gennaio arriveranno basso Gibson e amplificatore Marshall...). Al Carillon, sabato e domenica, con sede all'Hotel Bixio di Lido di Camaiore, i nostri successi si rispecchiavano con “Like rolling stone”, “Satisfaction”, “My girl “,”In the midnight hour”, brani degli Animals, Them, B.B.King, Otis Redding, tanto Rock vero e blues di qualità. Momenti veramente fantastici, irripetibili, coi fan che crescevano di settimana in settimana. La nostra musica, i nostri suoni, il nostro sound aveva conquistato completamente il pubblico e il Carillon diventò il primo locale della Versilia di quel genere di musica (con Zucchero Fornaciari, allora giovanissimo, che abitava a Massa e che veniva a sentirci nei pomeriggi dedicati alle prove). 68


(nella foto, sulla destra, si può notare posteggiata la mia macchina Fiat 1500 berlina) “Tutte le cose sono in cammino, verso una meta” (Anonimo) Curiosità e precisazioni. Vi chiederete come faccio a ricordare con precisione un così passato remoto… Semplice, tengo ancora tutti i miei diari dove ogni giorno annotavo fatti, persone, eventi coi relativi dettagli, dal 1954 (su quaderni fino al '60) fino ad oggi 2020. Questi diari sono tutti “in fila” negli scaffali della mia biblioteca. Detto questo, riprendiamo la nostra storia e ripartiamo dal gennaio 1966, dal Tiffany Club di via delle Casine, a circa 100 metri dal fiume Arno che il 4 novembre inghiottì il piccolo locale di Giuliano Bartoli, insieme a tutta la nostra Firenze. 69


Questa foto che pubblico è l'unica che mi è rimasta di quel gennaio al Tiffany Club, con la formazione col Tofani che a fine mese partì per il servizio militare (Caserta), foto che successivamente (1968) la Ri-Fi Record di Milano utilizzò come copertina del singolo 45 giri di Così ti amo. Inoltre si può notare come l'evoluzione strumentale dei Califfi sia già avanzata con l'innesto degli amplificatori Marshall JTM100 per chitarra e basso, la chitarra di Tofani diventa una Gibson ES 335 (la preferita di Chuck Berry!) e il sottoscritto col basso Gibson EB Zero color ciliegia, mentre Marcovecchio è passato alla batteria Ludwig. Il sound migliora ancora e noi anche. I 70


Califfi ormai sono in orbita, il nome è già in orbita in Toscana e oltre. Moschini intanto ci ha preparato un contratto eccezionale per Roma alla Cabala Hostaria dell'Orso, come orchestra attrazione, mentre la seconda orchestra è quella di Mike di Leo. In questo strepitoso locale incontreremo Gassman, Delia Scala, Tognazzi, Lollobrigida, Sordi e tutta l'élite artistica romana.

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1966 Gennaio Tofani è a Caserta con i capelli a spazzola, Modugno vince a Sanremo per la quarta volta, ma ormai in tutta Italia soffia il vento del beat. A tal proposito vengo convocato dall'impresario Pino Moschini per una proposta veramente interessante e importante. Ma prima di proseguire nella storia voglio raccontarvi chi era il Maestro Pino Moschini. Era la tromba solista della grande Orchestra Francesco Ferrari della Rai di allora e fu il primo musicista a vincere il Primo Festival della canzone Italiana che si svolse a Viareggio nel 1948 alla Capannina di Marco Polo. La canzone s'intitolava “Serenata del primo amore”, cantata da Narciso Parigi. In seguito il Festival si trasferì a Sanremo. Ma torniamo a noi, Moschini all'Agenzia Cora, mi chiede se intendo partecipare con I Califfi al grande e primo Giro Beat nazionale che si svolge in Aprile in tutti i Palazzetti dello Sport nelle maggiori città d'Italia, dove partecipano I Giganti, I Pooh, I Profeti, I Dik-Dik, Le Orme, I Corvi, Équipe 84, Camaleonti e Delfini. L'organizzazione è tutta fiorentina, infatti come presentatore c'è Giorgio Ariani (imitatore e in seguito attore), mentre l'impianto audio completo e luci sono appannaggio della GRS di Armando Grieco. Moschini mi chiede se accetto di partecipare con I Califfi, non ci sono soldi, solo vitto e alloggio. Rispondo che accetto anche se so che siamo ancora in tre. Mi prendo la responsabilità e mi metto in cerca del chitarrista perché entro pochi giorni 73


c'è la partenza per Roma. Alla GRS di Armandino in via dei Pilastri incontro un giovane chitarrista, mi sembra giusto, deve imparare solo due brani che porteremo al Giro beat, Al mattino e Don't let me be misunderstood degli Animals. Il giovane accetta, si chiama Franco Falsini, dopo tre giorni partiamo per Roma. L'avventura ha inizio e sarà determinante per il futuro dei Califfi. Dunque stiamo parlando dei primi mesi del 1966, con i Califfi alla ricerca di un chitarrista valido che sostituisca il Tofani, ma non è facile. Al Tiffany si alternano diversi chitarristi tra i quali Luigi Fiumicelli e Roberto Rosati (che portiamo anche al Carillon per alcune serate), ma per varie ragioni (anche perché sapevano che Tofani a fine leva militare sarebbe ritornato titolare nel gruppo) non concludiamo nessun accordo. Ma questo, all'incontro con l'impresario Pino Moschini, non lo dico. Ecco perché la scelta del giovane Franco Falsini per il futuro Giro Beat proposto dal Moschini. Franco Falsini è già un nostro fan e voglioso di mettersi in evidenza e, anche se per un breve periodo, accetta con entusiasmo l'ingaggio nel gruppo che già ammirava da tempo. Quindi I Califfi partono per Roma (Palazzetto), poi Bologna, Modena, Torino, Milano (Palalido).. Il Falsini si comporta benissimo, si muove a suo agio sul palco e trasmette la sua gioia all'immenso pubblico di giovani che applaude. Tutti i complessi fanno due cover a testa, solo noi Califfi e i Giganti presentiamo una cover e un brano nostro inedito. Infatti io, dopo l'esecuzione di “Don't let me be misunderstood” degli Animals in originale, presento e sottolineo la nostra Al mattino, che riscuote un grosso successo. 74


Sceso dal palco mi sento battere sulla spalla, mi giro e mi trovo davanti Giorgio Gaber, si presenta con Antonio Ansoldi Direttore Artistico della Ri-Fi Record di Milano, mi fanno i complimenti per la performance appena eseguita, mentre Ansoldi vuole il mio indirizzo. Gaber invece ci invita a cena a casa sua, è innamorato di “Al mattino”, mi parla della Ri-Fi Record di cui fa parte insieme a Mina, Leali, Bindi etc. La cuoca è naturalmente Ombretta Colli. Ceniamo in allegria e poi suoniamo e cantiamo Beatles e Rock a tutta birra. Il dado è tratto, i Califfi entrano finalmente nel fantastico mondo della Serie A della Musica italiana. E così il favoloso Giro Beat, il primo nella storia dei maggiori complessi italiani del momento nel nostro Paese è terminato. Il bilancio per i Califfi è stato strepitoso. Al mattino ha conquistato Giorgio Gaber e Antonio Ansoldi direttore artistico Ri-Fi Record ci prospetta un prossimo contratto discografico. Quella notte io non ho dormito tant'era la gioia nella mia testa. Torniamo a Firenze e risolviamo quasi subito il problema del “chitarrista”. Falsini non ha le basi musicali per affrontare un repertorio vasto come si richiede ai Califfi per lavorare nei locali. La gente vuole sentire e ballare non solo rock ma anche brani di Sinatra, Bongusto, Nat King Cole, Endrigo, etc. Falsini formerà in seguito un suo trio e poi esploderà dal suo ritorno dalla Virginia con la formazione psichedelica dei Sensation's fix. Il chitarrista ufficiale ma sempre provvisorio in aspettativa del Tofani dunque diventa Federico Frigerio, 75


grande amico e personaggio molto conosciuto nell'ambiente musicale fiorentino. Io intanto faccio la raccomandata A.R. alla S.I.A.E per sostenere l'esame di Autore parte Letteraria, richiesto per depositare le opere musicali presso la suddetta Società. Mi fissano l'esame a Roma nel mese di marzo. Alle ore 8 del mattino devo presentarmi presso una scuola nei pressi della S.I.A.E, in un'aula con circa altri 30 esaminandi. Quindi mi reco a Roma nella serata del giorno avanti, trovo un hotel nelle vicinanze SIAE e la mattina dopo alle ore 8 sono in aula pronto per l'esame di “Autore”. I temi richiesti sono due. Il primo richiede di trasformare un testo famoso da loro proposto (“Stessa spiaggia, stesso mare” di Focaccia) testo contenente la stessa metrica e rime naturalmente cambiate; l'altro tema è la scrittura un proprio testo originale a piacere, due strofe e ritornello con metrica e rime “baciate”. Tempo per lo svolgimento 4 ore. Alle ore 10 avevo già finito, alle 12 riprendo il treno e torno a Firenze. Intanto al Tiffany di Firenze, che ormai è “casa nostra”, incontriamo un singolare cantante inglese, molto bravo, Simon Catlin. Decidiamo d'incorporarlo con noi e con il suo contributo il repertorio si amplia notevolmente e il nostro successo anche. Ad aprile arriva la raccomandata della SIAE che mi comunica i superamento dell'esame. Adesso sono Autore, iscritto regolarmente alla spettabile S.I.A.E.

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1966 Giugno Dal Tiffany di Firenze passiamo al complesso estivo meraviglioso dell'Helio Cabala (stessa proprietà dell'Hostaria dell'Orso) a Marino, sui colli romani. Agiamo come prima orchestra insieme al complesso dei Santoni di Firenze, anche loro sotto l'impresariato di Pino Moschini. Una struttura-Hotel enorme, con ampio parco con piscina, palco per orchestra con luci psichedeliche, in mezzo a un verde suggestivo a cornice della spettacolare vista della vallata romana. Attacchiamo ogni sera alle 22:30 fino alla mezzanotte, mentre I Santoni continuano fino alle una. Il pubblico è veramente eccezionale, il solito Gassman, Tognazzi, Sophia Loren (che ha la sua villa a pochi centinaia di metri dall'Helio Cabala), Franchi e Ingrassia, e il grande Renzo Arbore con il quale diventiamo subito amici. Ma fra i “clienti” eccezionali ci sono l'attrice Linda Christian con sua figlia Romina Power di anni 15 che s'innamora del nostro cantante Simon Catlin, e questo ci permette di frequentare per tutta la nostra permanenza la piscina, alla quale solo i clienti potevano accedere. Il successo è enorme, il pubblico ogni sera si scatena negli shake più in voga di allora arrivando a ballare freneticamente anche sulla nostra pedana, gomito a gomito mentre eravamo in piena azione beat! Ma fra i nostri fan ce n'era uno d'eccezione che quasi tutte le sere si metteva davanti a noi in silenzio e ci osservava attentamente. LEI si chiama Nicoletta Strambelli, in arte Patty Pravo, quella di “Ragazzo triste”, cover di Sonny and Cher. Nicoletta è conquistata dal nostro repertorio inglese, mi 77


invita a casa sua a Roma con i nostri testi quali “Dancing in the street”, “I'll go crazy”, “The doc of the bay” di Otis Redding etc, che gentilmente mi chiede la possibilità di ricopiarli tutti (a mano, naturalmente). Mi fa assistere nella sua cantina alle prove col suo primo complesso, ricopiamo i testi e accordi e ci rivediamo all'Helio. Lei è già la “Ragazza del Piper”, ma il vero successo ancora non è esploso. Quello avverrà solo quando Mike Bongiorno la lancerà definitivamente al grande pubblico nella sua trasmissione-quiz TV “Giochi in famiglia” (1967). Comunque il successo dei Califfi prosegue per tutto il mese di giugno. Il direttore artistico dell'Helio, Ermete Di Mario, a grande richiesta vuole allungare il contratto, ma noi abbiamo già un nuovo contratto che ci aspetta: quello col Carillon di Marina di Pietrasanta, dove ci aspettano a braccia aperte. Comunque prolunghiamo per altri 3 giorni il contratto poi partiamo per la nostra Versilia. Un altro successo annunciato ci sta aspettando. Dunque i Califfi, dal fantastico regno dell'Helio Cabala sui colli romani di Marino, orgogliosi del loro successo, tornano al Carillon di Marina di Pietrasanta di Tognetti, dove siamo abbinati all'orchestra dei Samurai di Livorno (ex complesso di Tofani). Luglio e agosto saranno due mesi Beat indimenticabili per tutti i giovani in vacanza nella Versilia. Alla fine della stagione Simon Catlin lascia i Califfi e si unisce a Penny Brown formando un duo che insieme a Tito Schipa daranno vita alla prima Opera beat mondiale. Penny poi collaborerà anche con Giorgio Albertazzi. 78


Il Cantagiro intanto apre anche ai complessi beat creando un girone C tutto per loro. Vince l'Equipe 84 con “Ho in mente te”, cover di “You were on my mind” col testo in italiano del solito Mogol (per I Califfi il primo Cantagiro sarà nel 1970). Settembre: torniamo al nostro Tiffany di via delle Casine fino a ottobre. Questo mese sarà molto intenso come vedrete. Infatti la nota più importante è quella dell'arrivo della raccomandata della Ri-Fi Record di Milano con il contratto discografico da firmare (esclusiva di 3 anni). Siamo al 15 di ottobre. Esultiamo, scrivo al Tofani che mi invia la sua delega per la firma ed è fatta. Siamo nella Ri-Fi di Milano, ma per l'incisione ormai aspettiamo il ritorno di Tofani. Intanto Ciao Amici, settimanale importante di musica Beat in voga, pubblicizza un concorso con brani inediti solo per complessi a Rieti. Compongo un mio brano, “Le semplici cose”, lo proviamo velocemente e siamo pronti per partecipare al concorso. C'è da pagare una quota d'iscrizione, invio il vaglia all'organizzazione e il 26 ottobre ci presentiamo a RIETI per il Primo Festival Nazionale complessi beat che, per regolamento, devono presentare ognuno un brano nuovo, inedito in Italia. Alle prove del pomeriggio noi siamo in scaletta subito dopo i New Dada (famosi radical-chic solo per aver partecipato ne 1965 all'apertura degli spettacoli dei Beatles in Italia). I New Dada si presentano naturalmente col loro cantante Maurizio Arcieri (poi Krisma) e cantano il loro brano inedito che s'intitola “Ci vuol poco”. Ma alla prime 79


note e alla prime battute e per tutta la canzone, noi Califfi rimaniamo increduli e stupefatti. I New Dada stanno cantando -in italiano - I' ll go crazy” di James Brown che noi con SIMON abbiamo da tempo in repertorio, portato e cantato dallo stesso Simon. Tutti applaudono. Ora tocca ai Califfi a provare. Chiamo Simon e gli dico di prepararsi a cantare la vera “I'll go crazy”, al posto della mia canzone inedita che avevo scritto per quella occasione. Attacchiamo il brano a tutta birra, le facce dei New Dada sbiancano, parlottano tra loro, si agitano, vanno dai dirigenti del Festival. Io li seguo con gli occhi, finché arriva un dirigente che ci obbliga a fermarci, urlando e inveendo contro di noi. Gli spiego che quello dei New Dada è fuori regolamento perché è un brano di James Brown, sconosciuto in Italia ma famoso su Radio Luxemburg già dal 1965. Niente, non mi ascoltano. i New Dada vinceranno questo primo festival nazionale complessi beat, con la “loro” canzone inedita (??? ). ”Ci vuol poco”. Sic!. Anche stavolta possono ringraziare il loro impresario Leo Wachter. Torniamo a Firenze amareggiati, dove mi chiama Patty Pravo dicendomi che sarà alla SIESTA col complesso dei Cyan Three, un trio inglese estrapolato dal Piper di Roma. Vado a trovarla e lei mi confessa che è in crisi col gruppo, le dico che è naturale che ciò avvenga quando ci si fidanza con uno del gruppo (il batterista Gordon). Lei meravigliata e decisa mi risponde sorridendo “Guarda che io sono fidanzata con tutti e tre”. Sorrido anch'io, l'abbraccio e ascolto la sua performance, con brani anche 80


del repertorio-Califfi che le avevo trascritto a Roma con musica e testi. Brava. E siamo giunti a Novembre. Il primo novembre al Tiffany ci danno il cambio Toto e i Tati di Toto Cutugno. Il 4 novembre l'Arno invade Firenze, via delle Casine è inghiottita dalle acque. Gli strumenti di Toto distrutti. Il 5 novembre mattina, col mio furgone porto delle taniche d'acqua mentre sul marciapiede osservano increduli i loro strumenti pieni di fango. Firenze è in ginocchio, ma nasce subito la volontà di ricostruire, ripartire. Giovani da tutto il mondo arriveranno in frotte per aiutare Firenze, la città d'Arte più bella e amata del mondo.

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1967 Son passati sette anni da quel fatidico giugno 1960 quando giocai nella rappresentativa calcio Toscana nella finale all'Olimpico di Roma del Torneo delle Regioni in diretta TV Nazionale contro la Lazio. Perdemmo 1-0 e ancora sudato con la maglia viola col giglio di Firenze stampato sul petto, ricevetti la Medaglia d'argento dalle mani di Umberto Agnelli, che ancora è appesa al mio collo, con il ricordo anche della sua energica stretta di mano. Quella partita e soprattutto l'episodio di un gol fallito dal mio piede sinistro, condizionò sicuramente tutto il resto delle mie scelte di vita. Quando tornai a settembre agli incontri calcistici esterni con la mia squadra, andavo incontro a continui insulti, cori offensivi di ogni tipo e perfino sputi per colpa sempre di quel gol mancato. Ecco dunque la mia scelta del Contrabbasso, l'entrata in orchestra di prof. con Giancarlo Chiari, l'esperienza in Germania, l'avventura meravigliosa dell'America. New York, il Birdland e Radio City con artisti del calibro di Sinatra, Ella Fitzgerald, Count Basie, Charlie Mingus. Poi i Caraibi, Haiti, la Colombia, il Venezuela, il Canada. L'Empoli e il calcio tutto sono ormai un nostalgico ricordo. Il ritorno in Italia, con Franco Godi Quartet, il Grillo Canterino, i Caroselli TV, poi con Edoardo Vianello Quartet, quello dei Watussi e Pinne fucile e occhiali, il primo Cantagiro gli incontri con Morandi Dalla, Paoli etc. La formazione dei primi Califfi, la prima delusione al Jolly Club di Firenze, la Siesta, il Tiffany di via delle 83


Casine di Giuliano Bartoli, l'incontro col Tofani e la rinascita del complesso, l'esame alla SIAE come Autore. I successi del Carillon di Marina di Pietrasanta, quelli strepitosi dell'Helio Cabala di Roma, l'amicizia con Renzo Arbore, Romina Power, Patty Pravo. Altri fatti importanti seguirono come il Giro Beat del 1966, l'incontro determinante con Giorgio Gaber e Ansoldi della Ri-Fi Record di Milano, con Mina, Zanicchi, Leali, Bindi, la terribile alluvione subita dalla nostra Firenze del 4 Novembre. Tutto questo mi porta poi a sposare colei che da tempo amavo, Carla, la mia “Charlotte” del cuore e dell'anima. La Cappella Palatina di Palazzo Pitti di Firenze ci vide per sempre uniti. Siamo nel 1967 e ancora tutto può succedere, tutto può ancora accadere. L'alluvione del 4 novembre '66. Sì, un'esperienza terribile per la nostra città. Acqua e fango hanno inghiottito tutto, case, cantine, negozi, beni culturali e artistici per cui Firenze è famosa in tutto il mondo come la Basilica di Santa Croce, il Duomo, la Biblioteca Nazionale e mille altre strutture artistiche di valore distrutti, devastati dalla violenza inaudita dell'Arno. Tutto il mondo ci guarda con apprensione e ci aiuta. Io da parte mia, il 5 novembre, oltre alle taniche d'acqua portate col mio furgone (quasi tutti gli acquedotti erano fuori uso) nel centro della città, riesco a filmare con la mia Canon super8, l'immensa devastazione con la gente che mi urlava di filmare i propri danni subiti. Da Via Gioberti arrivai a piedi fino alla Casa Musicale Ceccherini in Piazza Antinori, dove trovai il direttore Lando Fanfani con le mani nei capelli, davanti alla vetrina distrutta, 84


quella vetrina che all'interno ci vedeva fin dal 1960 tutte le sere in piccole jam session con piano, contrabbasso, batteria e chitarra (che procurò anche il mio primo ingaggio nell'Orchestra Chiari al River Club). Quindi l'anno finisce con uno shock terribile che tutti i fiorentini si portano in cuore assieme al loro generoso e coraggioso sindaco Piero Bargellini. Nel gennaio del 1967 i Califfi sono a Roma alla Cabala, Hostaria dell'Orso e il mio amore per Carla (che chiamo “cina” diminuitivo di piccina) è sempre il mio unico amore e le scrivo tutti i giorni… La chiamo Cina mia, diminuitivo di Piccina...

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E dunque avviene il grande passo, mi sposo con Carla il 3 Aprile 1967 nella storica Cappella di Palazzo Pitti, il nostro amore è consolidato con l'unione finalmente raggiunta…Partiamo per Roma.

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Mamma, solo per te la mia canzone vola…

Ma il 1967 sarà veramente anche un anno magico, sia per la rinascita di Firenze che per l'affermazione in chiave nazionale dei CALIFFI. Infatti a gennaio, a grande richiesta, siamo ancora a Roma all'Hostaria Dell'Orso di via dei Soldati, nel solito Palazzo storico quattrocentesco frequentato dai soliti attori, artisti come Gassman, Delia Scala (con la quale ballo il Madison), Monica Vitti, Lollobrigida etc. Il 87


successo si ripete come al solito. Pino Moschini viene a trovarci e ci esprime le sue congratulazioni. Ci spostiamo poi nei pressi di Via Veneto, nel prestigioso Club84, abbinati a Wess & Airdles, ex bassista di Rocky Roberts. A Sanremo il 28 Gennaio ci viene la triste notizia del suicidio di Luigi Tenco (1938). L'avevo conosciuto al Piper Club di Crocetta quando ci esibimmo (gratis naturalmente) per una sera nel '66. Scrivo una lettera di rammarico al suo indirizzo, ma non so se arriverà mai a destinazione e chi l'avrà ricevuta. E così siamo giunti a marzo. Paolo Tofani termina il servizio militare, partecipa al mio matrimonio in Aprile come già descritto. A maggio, presso la sala incisione della Play-Co della RI-FI incidiamo su un 4 piste il nostro primo 45 giri di “Al mattino”. La gioia è infinita, uscirà in tutta Italia il 21 giugno in pieno Solstizio d'estate. Quattro fiorentini sono finalmente entrati “in pista” fra i maggiori complessi italiani e non con una cover straniera, ma con un brano di loro composizione. Grazie Giorgio Gaber !

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1967, la tv di stato, la Ri-fi records di Milano, il primo 45 giri dei Califfi ”Al mattino” dunque è il primo 45 giri dei Califfi e la RI-FI manda per la prima volta in TV nel programma nazionale al festival di Pesaro il complesso fiorentino con questo brano. Ma prima di affrontare i dettagli di Pesaro di quel 14 Luglio 1967, volevo raccontare come era davvero la Televisione di quel tempo. Questo per i giovani, ma non solo per loro. E per far questo devo anche ripartire da quel giugno 1960, quel giorno della partita in diretta Rai Nazionale Lazio89


Toscana 1-0. Nei dettagli di questa partita ve n'è uno davvero curioso che vengo a raccontare. Appena entrati in campo all'Olimpico, io ero naturalmente emozionato al massimo, cercavo con gli occhi le Telecamere Rai, sapevo che tutta la mia famiglia, amici e non, mi avrebbero visto in diretta tv, siamo nel 1960, la TV in Italia esiste solo da 6 anni, ricordatelo! Mentre mi sto scaldando i muscoli delle gambe, sento “urlare” il mio nome: 'Boldrini…Boldrini'…mi volto verso quella voce urlante e vedo un postino che all'uscita del tunnel d'ingresso in campo, sventola qualcosa, mi vede avvicinarsi a lui, mi chiede se sono io e mi dice “Telegramma”, me lo consegna e sparisce nuovamente nel tunnel del campo. Leggo, ci sono gli auguri infiniti dei miei compagni di Empoli, Montecatini, Montelupo etc. Sono ancor più emozionato ma felice e consegno il telegramma al mio allenatore Magherini ai bordi del campo. Tutto questo per dire quale era l'emozione non solo di tutti gli amici, ma anche di tutta la gente che si apprestava a vedere questa diretta televisiva sull'unico programma nazionale tv esistente allora in Italia. Nel 1960 infatti i programmi TV duravano circa 4 ore al giorno, Carosello e Canzonissima erano i programmi di punta della Televisione di Stato. Solo nel 1961 arriva il Secondo Canale, che apre le trasmissioni alle ore 18 e termina alle 23:30 circa. Ma siamo nel 1967 e i Califfi vanno per la prima volta in televisione da Pesaro, che però la Rai registra in AMPEX tutto lo spettacolo, per poi trasmetterlo in data 90


da destinarsi: Non c'importa, l'emozione è veramente grande e provo le stesse sensazione di quel fatidico 1960. La televisione, specie le dirette, trasformeranno il mondo. e così è stato. Voglio terminare questa parte un pò speciale con una mia citazione che scrissi in seguito nel prologo di una mia sigla TV in una mia trasmissione nella TV di Cecchi Gori quando ne ero il Regista e autore nel '95: la trasmissione si chiamava “Casablanca”, storia TV etc e la conduttrice era la bravissima giornalista Rossella Martini. Ecco cosa scrissi in quel prologo: “Il Tempo presente è contenuto nel Tempo passato. Tutto ciò che ci circonda, tutto ciò che vediamo, che ci è vicino o che ci appartiene, è contenuto nel Tempo passato, ne è la stessa proiezione. Ogni giorno in questo stesso Tempo, noi stessi siamo gli attori principali, i commedianti eccellenti di un Casablanca che racchiude amore, odio, razzismo, pietismo, con le solite e perpetue contraddizioni. E la televisione, questa incredibile scatola magica di casa nostra, trasporta noi stessi in un continuo processo fluttuante, un insieme danzante di ricordi, i nostri, di cui proprio questa nostra tivù ne è la magica profezia trainante. Possibile che nulla ce ne avanzi fuorché i Ricordi?” Mi piace uscire al mattino Perché tutto è diverso, il mondo è vero solo al mattino, quando il sole illumina il tuo viso” (Al mattino, 1967) Il 1967 è proprio un anno particolare dove le tribù hippies si definiscono “i figli dei fiori”. 91


Ma molti viaggiavano con il coltello in tasca, chiedevano un’autonomia individuale, sognavano una costellazione di piccole nazioni indipendenti e libere sparse per il mondo. Con le loro singolari religioni e “credo” politico, il cosiddetto Rinascimento della comune, nel quale il diritto alla corsa alla felicità, società utopica come quelle immaginate dagli scrittori di fantascienza (ricordate i romanzi di Urania?) che si organizzano pateticamente dopo un cataclisma nucleare e nella quale i valori morali, sessuali, economici sono ben diversi dal pragmatismo occidentale e dal dogmatismo politico vigente sulla terra. Tutto questo finisce alla fine del 1969-1970 con un bestiale concerto dato dai Rolling Stones, (li ho visti a Roma al Paleur nell’aprile del 1967) dove giovani ragazzi e ragazze, ipnotizzati da Mick Jagger, si strappavano i vestiti di dosso, strisciavano verso il podio come verso un altare, offrendosi in sacrificio alla ferocia delle guardie del corpo dei Rolling (gli Angels): più erano picchiati e sanguinavano, più erano costretti, come da una forza soprannaturale, a immolarsi a quegli agenti di Satana. La violenza trascendeva ogni comprensione. Era diventata una specie di rito primordiale, in cui le vittime non solo sopportavano il dolore e la brutalità, ma vi cooperavano attivamente. Allora risuonavano i tamburi vudù e gli urli primitivi con cui i Rolling Stones iniziavano la loro canzone d’omaggio all’Anticristo: era esattamente il 6 dicembre 1969: da quel giorno il gergo hippy, il potere dei fiori e l’Era dell’Acquario erano finiti. Il grande sogno degli anni sessanta fu spazzato via. Ci sarebbe voluto un po’ di tempo perché il messaggio fosse recepito anche nel 92


resto del mondo, ma quel concerto fu lo spartiacque, ad Altamont, in California. Fu proprio ad Altamont che il mito utopistico della generazione Hair di Oz e dei Rolling Stones andò in pezzi, mostrando la menzogna di una stupida 'anarchia su cui si basava. Ad Altamont non c’erano borghesi guerrafondai, né capitalisti né matusa: c’era soltanto la pura feroce realtà dell’anarchia. Quella era la società permissiva che i Rolling Stones avevano tanto vantato, la libertà per tutti in cui avevano fatto sperare i ragazzi d’ogni paese, droga compresa. Ma era orrenda, insensata, cieca, oscura, terrificante e pilotata anche da veri satanisti e accoliti. Infatti nel sud della California un altro ammiratore dei Rolling Stones e dei Beatles, con la svastica tatuata sulla fronte, stava insegnando ai suoi discepoli uno stile di vita ispirato al suo concetto della libertà ideale, il suo nome era Charles Manson, capo della famiglia di satana che nell’agosto sempre del 1969- aveva fatto squartare Sharon Tate (moglie di Polanski, film Rosemary’s baby, 1968) e uccidere altre sei persone in quel di Bel Air. I gruppi italiani e i miei Califfi naturalmente erano ben altra cosa, “Al mattino” e “‘Così ti amo” ne sono la prova: “Mi piace uscire al mattino, perché tutto è diverso; il mondo è vero solo al mattino, quando il sole illumina il tuo viso..”. Siamo nel 1967, ma sia i Rolling che i Beatles già conoscevano un certo Crowley, famoso satanista e Guro della “magia sessuale” che i Beatles addirittura lo raffigurano nella copertina nel loro LP “Sergent Pepper…”, definito dal ‘Times’ “un momento determinante nella storia della civiltà occidentale”, un 93


commento che oggi farà senz’altro sorridere, ma che tuttavia era giusto, anche se forse non proprio nel modo in cui fu interpretato. E man mano che lo shock andava esaurendosi, voci di persone di un’epoca precedente cominciarono a protestare che quella musica era completamente imbevuta di droga. Non tutta certamente, ma molta produzione era orientata così. Intanto nel dicembre del 1969, pochi giorni dopo il tragico concerto dei Rolling ad Altamont, a Milano, in piazza Fontana, avveniva la strage di cui Francesco fu testimone col suo collega Giacomo. Una strage che portava per la prima volta il califfo a chiedersi i primi tremendi ‘perché’ di una strage assurda, per lui insensata. Ma non per altri. L’anno zero si avvicina e l’Anticristo pure. Ma torniamo alla musica, la nostra musica. Primeggiano le “cover” straniere, iniziano gli assalti dei complessi per accaparrarsele, entra in funzione la censura della Rai Nazionale e i Califfi di Firenze ne conoscono le conseguenze. Siamo ad Aprile del 1967, Firenze in piena ripresa economica dopo le terribili ferite dell'alluvione, io con mia moglie Carla parto per Roma dove assistiamo al prestigioso concerto dei Rolling Stones al Palazzetto dello Sport. Mick Jagger è fantastico, Keyth Richards molto bravo, gli altri due, basso e batteria non mi entusiasmano. Giriamo per mano per la splendida Roma, anche il nostro amore è in pieno sole. Dopo pochi giorni arrivano gli altri Califfi, perché siamo ancora riconfermati all'Hostaria dell'Orso, come già descritto. A Maggio l'incisione di “Al mattino”, che 94


esce in tutti i negozi di dischi d'Italia il 21 giugno. Come accennavo precedentemente la nostra non è una cover straniera, è un brano nostro. In Italia ormai siamo abituati alle traduzioni nella nostra lingua di successi già affermati dagli originali stranieri come “Sognando California” dei Dik-Dik (California dreaming, Mamas and Papas), (testo naturalmente di Mogol-Giulio Rapetti), “Senza Luce” (“A whiter shade of pale”, Procol Harum) ancora Dik-Dik ( testo sempre di Mogol), “L'ora dell'amore” dei Camaleonti (“Homburg”, Procol Harum e “Io per lei” (“To give”, Frankie Valli), Bang Bang, Ho in mente te Equipe 84, etc, etc...Ma per accedere a questi successi stranieri è doveroso essere a stretto contatto (e non solo ) con Edizioni musicali, discografici, produttori, autori etc, che si accaparrano (e spesso si acciuffano!) i maggiori successi per firmarli, distribuirli e soprattutto depositarli in SIAE, unitamente alle edizioni straniere, con la ripartizione quote-parti stabilite dalla SIAE stessa. Un vero business per gli Autori e le Edizioni. Il complesso dei Califfi è ancora tagliato fuori da tutto questo (e lo sarà anche in seguito), Firenze stessa in confronto ai giganti milanesi e romani, discograficamente è una piccola provinciale in affanno perpetuo. Dunque “Al mattino” viene distribuito in tutta Italia, ma dopo appena una settimana ci arriva una doccia fredda. Molto fredda, anzi “ghiacciata”. La censura della Radio Rai, allora in piena azione, 'boccia' il disco, perché inciso male e soprattutto non piace la voce di Marcovecchio, che definiscono una voce col “birignao”. Siamo disperati, questo vuol dire esser tagliati fuori da 95


ogni programma Radiofonico Rai, forse più importante anche della televisione. Un vero danno, anche morale. In effetti l'incisione su 4 piste degli Studi Play-Co della RI-FI non era eccellente, anzi, ma mai ci aspettavamo una bocciatura così senza appello. Ma la Ri-Fi ha ancora una carta da giocare, quella di Radio Montecarlo. Iscrive "Al mattino" al referendum nazionale Radiomontecarlo condotto dalla splendida Louiselle che ci presenta tutti i giorni con frasi eclatanti e speciali. Tutta la Versilia e oltre, che già ci conosce, come anche molti giovani che riuscivano a sintonizzarsi a RMC, tutti ascoltano il nostro disco:.”Mi piace uscire al mattino, perché tutto è diverso”...! Ebbene, vinciamo il referendum con migliaia e migliaia di cartoline postali con la scritta “Al mattino” che arrivano da tutta Italia alla sede di Milano della RI-FI, Corso Buenos Aires 77 !. Vedo con i miei occhi le pile delle cartoline accatastate in fila negli uffici della RI-FI. Antonio Ansoldi mi abbraccia e a me vien da piangere dalla gioia. ”Mi piace guardarti al mattino, quando sciogli i tuoi capelli!…”

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Ancora successi estivi, Helio Cabala, Carillon, Barracuda, film “Il Profeta”. Dunque “Al mattino” è riuscito a sfondare, anche se parzialmente, grazie a Radio Montecarlo e i contratti dei Califfi si moltiplicano, compreso le conferme di Helio Cabala Roma e Carillon di Marina di Pietrasanta. Infatti oltre al Festival di Pesaro arrivano serate al prestigioso Barracuda di Santa Margherita Ligure, Lignano Sabbiadoro, etc. 97


A ottobre siamo al nuovo Tiffany di Lungarno Colombo che il nuovo Sindaco di Firenze Luciano Bausi ha concesso in gestione al solito Giuliano Bartoli. Il Tiffany è ancora una volta la nostra “sede” fiorentina. A breve verranno anche Ricchi e Poveri e Dik-Dik. Naturalmente mia moglie Carla mi segue sempre, anche all'Helio Cabala, dove prendiamo un appartamento tutto per noi, in un magico bosco adiacente all'Hotel Cabala. Carla non sa ancora cucinare, ma ci ridiamo sopra, ci vogliamo bene e in agosto è già incinta. E ne siamo felici. Il 22 Novembre il nostro impresario Pino Moschini ci comunica che partecipiamo al Film del regista Dino Risi, “Il Profeta”, con Vittorio Gassman. Carichiamo i nostri strumenti in macchina e li montiamo in uno splendido salone di Palazzo Serristori, dove Gassman accennerà un ballo con la bellissima Ann Margret durante un nostro shake. Intanto la RI-FI ci propone di incidere un brano dei Bee Gees, allora in auge in tutto il mondo con S. Francisco, Massachuttes, Holiday. Il brano proposto s'intitola “Close Another door”, che fa parte di un LP del complesso australiano, ma sconosciuto a tutti. Gli LP (Long Playing), infatti, non erano ancora commerciabili per le vendite come lo era invece il singolo 45 giri. Il titolo tradotto in italiano è “Chiuso con tutti” con testo di Gino Paoli, che le sue Edizioni Senza Fine, hanno ottenuto in esclusiva per tutti i brani dei Bee Gees. Ma quel brano non è certo un loro successo, nessuno lo conosce. E nessuno lo vuole incidere, perché proprio noi? 98


Gli uffici della RI-FI dicono che è molto commerciale e ce lo impongono. Questa incisione sarebbe la nostra prima 'cover', ma il brano proprio non ci convince, è una marcetta che non riteniamo adatta ai Califfi, specie dopo “Al mattino”, brano d'amore dove armonie e testo s'intrecciano e si completano. A dicembre e per fine anno '67 siamo allo Stork Club di Bologna, Carla ha già un piacevole pancione. Ma le sorprese maggiori con Gino Paoli e le sue Edizioni son già in agguato alle porte con il prossimo anno che sta per giungere: il 1968.

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1968 “Ove si leva un canto, là puoi sostare” Dunque vi racconto la storia incredibile, complicata ma stupenda, di “Così ti amo”. E' il 21 di Marzo 1968, e mia moglie Carla da' alla luce l'incantevole “califfina” Barbara, proprio nel primo giorno di Primavera e in piena era di “Così ti amo”.E' un buon segno.

Ma andiamo per ordine, torniamo un po' indietro. Dunque in tutta l'Italia musicale imperversa, specie nei complessi, ma non solo, la caccia ai successi stranieri trasformati con testi italiani, di cui molti raggiungono il 101


successo come “Senza luce” - Dik-Dik (Procol Harum), “L'ora dell'amore” Camaleonti (Procol Harum), “Bandiera gialla”Gianni Pettenati (The Monkees), “Bang Bang, Equipe 84 e così via. Poi è naturale che dopo questi relativi successi dei complessi italiani, resta più facile ad altri autori, produttori etc, scrivere e proporre, sempre per loro, brani nuovi e originali italiani fino a farli partecipare anche al Festival di Sanremo. E gli introiti sono tanti. Per tutti. I Califfi non sono fra questi privilegiati, nessuno ha MAI proposto loro un qualsiasi brano di successo straniero, quindi ci dobbiamo contentare della cover dei Bee Gees “Close another door”, con testo di Gino Paoli. Ma il brano è sconosciuto a tutti e nemmeno è in commercio. Sconosciuto anche perché “nascosto”, insieme ad altri brani, in un LP dei Bee Gees, di cui Gino Paoli ha appena acquisito l'esclusiva italiana con le sue Edizioni Senza Fine. Ma io non ci sto. Si dà il caso infatti che mio fratello Maurizio, di ritorno alla visita in Germania della sua giovane fidanzata, mi fa ascoltare un brano che a lui piace molto, sempre dei Bee Gees, cantato in un Long Playing da lui comprato in Germania. Siamo a casa mia, e un giradischi Lesa con la sua puntina di diamante scorre fra i solchi del vinile. Il brano si chiama “To love somebody” ed è stupendo. Sì, penso subito, è questo il brano che i Califfi, dopo Al Mattino, devono cantare al mondo, altro che ”Close another door”! Il giorno stesso mi metto al lavoro per stilare il testo italiano, un testo d'amore, un proseguimento di "Al 102


mattino", con alla base sempre un Sole che “illumini ancora il suo viso” un Sole che ora deve sorgere su dal mare, sempre con Lei e sempre per Lei. Mi viene subito in mente una Poesia di Pablo Neruda, mio idolo della letteratura, che amavo particolarmente e che era scritta in spagnolo in una sua raccolta di sonetti del 1959, dal titolo “Clen sonetos de amor”, dove c'è un verso che mi è sempre rimasto nel cuore: “Porque no se' amar de otra manera, asi te amo”. Sì, “Asi te amo”, “Cosi' ti amo”! È questo il prossimo titolo che deve apparire sul nuovo singolo dei califfi. Sì, ho deciso. Penso poi che questo testo dovrà essere anche quasi un inno all'Amore, valido per ogni tempo e mi viene ancora in aiuto la sequenza di un film che mi spingerà a scrivere un verso molto importante per il mio Così ti amo. Il film è Guendalina , un film del 1957 di Alberto Lattuada, con Jacqueline Sassard, Raf Mattioli, rispettivamente nel film sono Guendalina e Oberdan. La sequenza che mi ricordo e che amo da sempre, è quella di una loro lunga corsa ai margini della battigia sulla spiaggia di una Viareggio assolata, quando poi Oberdan (Raf Mattioli) raggiunge e abbraccia Guendalina (J.Sassard) e rivolgendosi al mare che accarezza loro i piedi, urla “Io amo Guendalina, io amo Guendalina !”, mentre Lei, in risposta, ripete sempre gridando al mare, il suo amore per il suo ragazzo. Poi finiscono distesi sulla spiaggia baciandosi appassionatamente. Ecco che mi ispira le frasi “Io vivrò qui con te, io vivrò qui con te - ed ogni giorno grideremo al mare come ci amiamo”. 103


Alcuni commenti dopo il mio canto di “Così ti amo”, video di Bassano Festivalshow, nel 2020: Sandra Tronci “Bellissima canzone Franco. Fortunata la donna che nella vita può sentire tanto amore da parte del suo uomo, per non parlare di quanto è raro che un uomo sappia tradurre il suo sentire in parole qui, tu addirittura metti una poesia in musica. Per la donna che ti ha ispirato devi esser stato davvero un gran dono. Cinzia Enio “Franco sei meraviglioso....la tua voce mi fa sognare mi arriva al cuore e mi riscalda l anima....starei a sentire la tua voce ore ed ore.... e credimi.....una pasta di voce bella come la tua non ce ne sono molte....Sei unico....sei per sempre!! Ma la sofferta 'Odissea' di “Così ti amo” continua. 104


Siamo a fine anno del 1967, “Chiuso con tutti” col testo di Gino Paoli (e sue Edizioni Senza Fine) è quasi finito e la RI-FI sta per stamparlo definitivamente per metterlo in commercio come singolo. Sarebbe un bel guaio. Intanto il testo “Così ti amo” è finito, abbiamo già fatto un nostro arrangiamento con in evidenza il nostro organo Hammond C3 (alla Procol Harum, o quasi...), Lo mettiamo immediatamente nel nostro repertorio e lo suoniamo ripetutamente nelle nostre serate. Il responso è strabiliante, molti giovani alla fine del brano, ci assalgono chiedendo il bis e domandano se esiste il 45 giri. Come avevo pensato il brano funziona davvero, ma adesso devo convincere di questo lo Staff della RI-FI che sta per pubblicare l'altro brano. Il testo è finito, i Bee Gees “To love somebody” l'avevano scritta per Otis Redding, io l'ho scritta per la donna che amavo. L’arrangiamento è pronto, ma non basta, la parte più difficile inizia adesso.

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1968 Siamo ormai a gennaio del 1968, telefono al Maestro Gianfranco Intra, nostro produttore e spiego il fenomeno che sta succedendo con “Così ti amo” e le reazioni positive dei giovani nei nostri concerti. Mi crede, si prende la responsabilità per una nuova incisione presso la Phonorama di Milano, ci fissa dei giorni per l'incisione pirata e partiamo per Milano. Nell'arrangiamento non ci sono né violini né altro, solo i nostri 4 strumenti, perché la incidiamo senza il permesso dello Staff della Ri-Fi, sotto la sola responsabilità del Maestro Gianfranco Intra, quindi niente archi, sax, fiati etc. Siamo nella seconda fase e tutto sembra andar bene. Ma non è così. Siamo al 15 Gennaio e Intra mi consiglia intanto di contattare Gino Paoli per le Edizioni e per l'approvazione anche del testo da parte dei Bee Gees. 107


La situazione non è semplice, anzi è delicata perché “Chiuso con tutti” da noi praticamente rifiutato, ha il suo testo. Comunque Paoli lo conosco dal Cantagiro 1964, quando ero con Vianello, telefono alle sue Edizioni Senza Fine, Piazzetta Pattari Milano, lo trovo, gli accenno a grandi linee il problema e fisso un appuntamento. All'incontro porto con me il batterista Piero Barbetti, anche lui amico del Paoli all'epoca sempre del Cantagiro con Vianello. Arriviamo alla sua sede di Milano nell'orario fissato, ma lui non c'è. Alla segretaria dico che l'appuntamento era per quella mattina, lei mi risponde che non ne sapeva niente. Brutto segno. Le domando dove fosse il Paoli, mi risponde che crede sia nella sua residenza di Sassuolo, dove ha una ditta di mattonelle. Riesco ad avere l'indirizzo, rimontiamo in macchina e via a gran velocità per Sassuolo. Finalmente lo troviamo, si scusa per il mancato appuntamento di Milano per motivi che non riesco a capire, ma fa niente. Ci invita a pranzo e a tavola ci racconta delle sue avventure amorose specie nella Versilia, a cominciare dall'epoca de “Il cielo in una stanza”. Non me ne frega niente delle sue conquiste sessuali, ma devo sorbirmi gioco forza dei suoi racconti boccacceschi con santa pazienza. Evvabbé! Finiti i racconti erotici del Paoli-Casanova, affronto il problema di “To love somebody” , gli spiego che lo preferiamo a “Close another door” per i vari motivi già descritti. Accetta con indifferenza la sostituzione e per quanto riguarda il testo mi conferma “l'hai scritto tu, quindi passa pure dagli Uffici delle mie Edizioni e firma il 108


bollettino SIAE col tuo nome”. Felicissimo di questo risultato, ci salutiamo, ci abbracciamo e col Barbetti (testimone) ripartiamo per Firenze. L'8 marzo torno a Milano nella sua sede Edizioni, accompagnato da Riccardo Del Turco (che fra poco vincerà il Disco per l'estate con “Luglio” con Giancarlo Bigazzi), firmo il Bollettino SIAE e torno a Firenze. Il Tiffany mi aspetta ancora. Ma il bello deve ancora venire. Intanto a Febbraio debuttiamo ancora al Club 84 a Roma, a Sanremo vince Endrigo con “Canzone per te” che a me piace molto e la mia macchina la sostituisco con la prestigiosa HF 1600, la vincitrice di quasi tutti i Rally d'Italia. Riepilogando, l'incisione di “Così ti amo” è fatta,gli accordi con Paoli per le Edizioni e permessi vari son stati presi, non resta che far ascoltare agli Uffici della RI-FI il nuovo brano e decidere sulla copertina. E qui parte un'altra fase difficile da superare. Gli spettabili uffici promozione etc., non accettano “Così ti amo!”, perché NON è commerciale come lo è “Chiuso con tutti” Sic ! Rimaniamo tutti perplessi, meglio dire imbestialiti. Anche il Maestro Intra è deluso ma la decisione la danno sempre gli uffici commerciali e promozionali. Ma ancora una volta non mi dò per vinto. In quel periodo andava in RaiTv lo sceneggiato televisivo “Odissea, le avventure di Ulisse”. Ecco, mi sento anch'io come un piccolo Ulisse che deve combattere contro la Maga Circe, Polifemo e i Proci. L'unica cosa da fare penso - è quella di appellarmi al presidente 109


Amministratore Delegato Unico della RI-FI Gian Battista Ansoldi (padre di Antonio). Riesco ad avere uno speciale appuntamento. Mi reco dunque con grande ansia in Corso Buenos Aires 77 Milano, col mio registratore portatile Grundig, dove sul nastro Basf è inciso la nostra “Così ti amo” che il presidente sicuramente non aveva mai ascoltato. L'appuntamento era per le 9 del mattino, ma l'attesa è lunga, solo dopo ben 4 ore vengo ricevuto. Quattro ore seduto su una poltrona in sala d'attesa sono troppe, ma sempre poche per il mio scopo. Alle 13 circa, Gian Battista Ansoldi mi riceve, mi fa ancora i complimenti per “Al mattino” a cui si è affezionato e questo mi dà subito la forza di affrontare l'argomento. Spiego tutto, in sintesi naturalmente, e accendo il mio Grundig, schiaccio play ed esce la nostra “Così ti amo”. Il Presidente ascolta attentamente, senza batter ciglio. Alla fine io spiego ancora che la eseguiamo già in pubblico e tantissimi giovani già ce la richiedono. Il Presidente mi fissa negli occhi ancora in silenzio, poi mi dice “Boldrini, mi fido di lei, il brano è buono...faremo uscire per prova tutti e due i brani in questione, li daremo a tutti i nostri rappresentanti d'Italia, che a loro volta li consegneranno a tutti i negozi di loro competenza e faremo scegliere anche a loro quale dei due preferiscono". Sono soddisfatto. Son già sicuro del risultato che infatti dopo 15 giorni arriva: vince in assoluto - “io vivro' qui con te, ed ogni giorno grideremo al mare come ci amiamo” !!! Sembra fatta, ma non è così, Ulisse deve ancora affrontare Polifemo, e non sarà per niente facile. 110


“Se non puoi volare, corri, se non puoi correre, cammina” Ulisse vs Polifemo… non è ancora finita. Dunque “Così ti amo” è stato scelto, ha vinto il paragone con “Chiuso con tutti” e sarà il nostro prossimo singolo 45 giri. Tutto questo grazie all'intervento del Presidente della Ri-Fi Record, Giovan Battista Ansoldi. Ma, sia chiaro, “tutto questo” è stato principalmente possibile solo perché di “To love somebody” non esisteva un singolo in commercio, o meglio non esisteva nessun successo né in Italia né altrove. Era un brano completamente sconosciuto nel 1968. Altrimenti i vari falchi parolieri blasonati come Mogol, Pace, Beretta etc, con per mano i Camaleonti, Dik-Dik, Equipe 84 etc, l'avrebbero fagocitato fra i loro solidi artigli musicali & editoriali. Da parte mia mi accorgo anche che a noi Califfi manca un vero manager, preparato, con agganci veri con Milano e Roma, che pensi solo a noi e ci guidi nella produzione presente e futura. Ma a Firenze una figura professionale così non esiste. Infatti io, senza accorgermene, finora ho agito oltre che da Manager anche da produttore, da pubblicitario, relazioni pubbliche, promotore etc., insieme a essere cantante, bassista, autore & leader del complesso I Califfi. Troppe cose forse. Ma così è nel 1968 e se non avessi agito con quella determinazione, sicuramente il Testo di “Così ti amo” sarebbe rimasto lì, su quel giradischi LESA, accanto ad un LP dei Bee Gees allora sconosciuto ai più. Non dimentichiamo anche che tutto questo lavoro era fatto nei giorni liberi dagli impegni dei nostri concerti 111


come al Tiffany Nuovo di Firenze, al Club 84 di Roma, al Roxy Club di Milano, nei giorni famosi della nascita di mia figlia Barbara, il 21 di Marzo con partenza immediata alle ore 7 del mattino per vederla in clinica, abbracciare mia moglie e ripartenza per Milano per le ore 18. Il successo infatti fortunatamente si mantiene a buoni livelli. “Così ti amo” ancora non è uscito in commercio ma i concerti si moltiplicano, anche perché sul palco - devo dire - siamo veramente “Forti” e il nostro sound in pochi lo hanno. Ma il 'fatto' più incredibile sta per cascare sulle teste dei Califfi. La RI-FI il 25 Aprile ci manda al Festival di Rieti, dove partecipano come al solito tutti i maggiori complessi italiani, per debuttare finalmente e ufficialmente in teatro con la nostra “Cosi' ti amo”, di cui, come già detto, l'8 Marzo avevo già firmato - come d'accordo col Paoli- il relativo Bollettino SIAE. L'inviato della RI.FI con la nostra base su nastro si chiama Pippo La Rosa e nel pomeriggio, alle prove nel teatro Flavio Vespasiano, ci chiama da una parte e ci comunica che c'è un cambiamento di programma. non cantiamo più la nostra “Cosi'ti amo”, cantiamo “Chiuso con tutti”, perché intanto il sig. Gino Paoli ha fatto un altro testo e lo fa cantare ad una bella artista dal nome Angela Be. il suo nuovo titolo e' “Tu non sai” !!! s i c !!! si ripete, in chiave diversa ma sempre farsesca, quello che avvenne allo stesso festival del 1966 con la vittoria pilotata dei New Dada, ricordate? 112


Dunque Paoli ha tradito in pieno l'impegno preso con me, ma perché? Semplice. Sì semplice, perché Angela Be vince il festival di Rieti col nuovo testo di Paoli, il quale naturalmente ha “pilotato” tutta la giuria per quel risultato. Paoli cerca un successo tutto per sé, col suo nuovo testo. Ma non sarà così. Sono distrutto e deluso. Ulisse è ancora prigioniero di Polifemo. Cerco immediatamente di contattare Paoli, voglio parlare con LUI, voglio spiegazioni del Bollettino di dichiarazione SIAE, voglio sentire da lui stesso il perché di questo comportamento scorretto. Ma il Paoli è irreperibile, è una Primula Rossa. Non si trova più. I miei compagni Califfi mi guardano in silenzio, non sanno cosa pensare, mi chiedono spiegazioni che io purtroppo non so dare. Ma non basta. Un'altra tegola sta per colpirci non in testa ma in faccia. La RI-FI a Giugno ci manda a Salsomaggiore con Claude Francois et ses Claudettes (la cui etichetta viene distribuita in Italia dalla RIFI) per la ripresa televisiva di Miss Italia. I Califfi con “Cosi ti amo”. Claude Francois è l'autore di “Comme d'habitude”, tradotta da Paul Anka in "My way", un successo che farà il giro del mondo. Presenta la manifestazione Corrado e cantiamo tutti in play-back. E' il 6 giugno 1968, il triste giorno in cui viene ucciso Robert Kennedy, un giorno grigio e strano. La RAI registra in Ampex tutto lo spettacolo e lo manda in onda il 16 giugno. II programma però viene giudicato troppo lungo ed ogni casa discografica deve presentare solo uno dei suoi artisti. 113


Naturalmente Claude Francois et ses Claudettes con cosce all'aria viene scelto e i Califfi vengono tagliati. Umiliato ancora una volta, monto sulla mia Lancia HF.e dopo un'ora e 55 minuti sono a Milano. Irrompo negli Uffici e chiedo spiegazioni di un danno enorme così subito. Ma le risposte le potete ben immaginare. Un dirigente dell'Ufficio Promozioni mi chiama da una parte e mi dice “Franco, finché non ti trasferisci a Milano, ti sarà difficile raggiungere un vero successo” Forse ha ragione lui, ma su tutte le cornici delle finestre degli hotel di turno da me frequentati, la mattina ci trovavo sempre due dita di fuliggine oltre a una nebbia umida e fastidiosa. La mia Firenze è un'altra cosa, mia moglie e mia figlia appena nata, anche. Torniamo al nuovo Tiffany di Firenze, gli artisti famosi oltre a noi si alternano sempre più come Ricchi e Poveri, Dik Dik, Camaleonti etc. ma una sera al Tiffany viene anche Renzo Arbore, conosciuto, come scrissi, all'Helio Cabala a Roma. Arbore ci ascolta, ci applaude, sente “Cosi ti amo”, lo mette in classifica in radio a “per voi giovani”, ci menziona nel suo dizionario della musica. Non è poco. infatti dopo poco tempo, Angela Be di Paoli è letteralmente scomparsa dalle scene con la sua “Tu non sai” e mi arriva a casa il 12 settembre 1968, una lettera di conferma dell'accettazione e deposito del famoso bollettino di dichiarazione da me firmato quell'8 marzo, ma con la differenza che sotto alla mia firma, Gino Paoli ha messo anche la sua. Bravo eh? Non l'ho più rivisto ma in seguito Paoli agirà ancora peggio. E lo racconterò presto. 114


Per ora Ulisse è uscito dalla caverna di Polifemo. Siamo giunti a Dicembre 1968, l'A.C.F. Fiorentina chiama I Califfi per allietare la grande festa dell'ultimo dell'anno nella storica sede di via Del Parione col Presidente Nello Baglini. “Garrisca al vento il Labaro Viola” e presto, molto presto sventolerà per la seconda volta nello Stadio Comunale di Firenze. Ale' Viola ! ”quanto ho amato, riso e pianto”...scriverò fra qualche anno nella magica notte dell'anno 2000 allo Sporting Club del Cinquale, con Filippo Grassia e Paolo e Loretta De Lille e della mia “Tutto scorre” cantata per la prima volta in quella occasione. Ed è proprio vero, amare, ridere e piangere, fa tutto parte della nostra vita, di questa nostra meravigliosa avventura unica, che non si ripeterà mai più. Tornando un attimo al 1968, nominavo anche Riccardo Del Turco che mi accompagnò alle Edizioni di Gino Paoli quello storico (per me) 8 Marzo. Del Turco lo conoscevo già dalla fine degli anni '50, quando io (calciatore) studiavo contrabbasso e lui già cantava nel suo complessino “Gianrepari”, nome derivato dai componenti del gruppo, Gianni, Renato, Paolo e Riccardo. I cognomi dei tre non li ricordo. Poi c'incontrammo al River Club quando io ero col Chiari nel 1960 e lui già dal 1957 con Riccardo Rauchi, dove faceva parte anche Sergio Endrigo e quando incise “Non occupatemi il telefono”. Nel '68 poi incontra Giancarlo Bigazzi, insieme costruiscono “Luglio” che vince a man bassa “Un Disco per l'estate”. Di Bigazzi parlerò più avanti, perché è una storia lunga che parte dagli anni cinquanta, quando eravamo 115


compagni spensierati nell'Oratorio Salesiano di Firenze di via Gioberti. Nell'ultimo mio intervento parlavo dei vari tagli in TV, censure Radio Rai, ostacoli di vario tipo, come ai Festival di Rieti nel '65 grazie ai New Dada e nel '68, grazie a Gino Paoli e la sua Angela Be...censura Radio Rai di Al mattino, taglio micidiale nella TV di Salsomaggiore, programma seguitissimo di Miss Italia e Miss Europa. Eventi importanti mancati che avranno il loro peso in seguito (fino ad oggi) per la visibilità e promozione del complesso I Califfi di Firenze.

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1969 Scriverò in seguito altri particolari sempre del settore discografico di allora in Italia, ma per ora voglio citare solo due fasi importanti del 1969. Partiamo dalla nostra prima partecipazione a “Un disco per l'estate” del 1969. L'amicizia decennale con Giancarlo Bigazzi si completava anche nel Bar Marisa, di via Landucci, dove Giancarlo abitava al portone accanto. Spesso ci si incontrava a prendere il caffè e un giorno di questi, si affaccia alla finestra e mi dice di salire su da lui. Entro in casa e mi presenta subito a un tizio con una chitarra in mano. Questi si chiama Claudio Cavallaro, mi dice di sedermi e ascoltare. Cavallaro suona e Bigazzi canta. Alla fine mi guardano e mi dicono che ne penso. Quello che ho ascoltato è eccezionale. Mi piace e molto. Come s'intitola, chiedo: Il titolo è Lisa dagli occhi blu”. Bigazzi sa bene che I Califfi parteciperanno a Un disco per l'estate, io prendo la palla al balzo e chiedo se la possiamo portare noi alla manifestazione estiva. Alla risposta positiva, mi precipito alla mia macchina posteggiata accanto al Bar, prendo il mio fedele Grundig portatile, risalgo su e registro subito il brano. Mi complimento con Cavallaro e con Giancarlo fisso d'incontrarci all'indomani a casa mia. Convoco i Califfi per prove immediate, piace anche a loro, facciamo un primo arrangiamento-provino che registro ancora sul mio Grundig. Devo portarlo subito a Milano. Dopo gli accordi a casa mia con Bigazzi che ha un'esclusiva per la CGD, il giorno dopo parto per 117


Milano, incontro Gianfranco Intra e Antonio Ansoldi, ascoltano, piace anche a loro e mi danno il benestare anche se le Edizioni non sono RI-FI, ma CGD. Fa niente. E' il 21 Febbraio 1969. Sembra tutto a posto ma non è così. Il 25 Febbraio ricevo a casa mia la Telefonata di Bigazzi. Con voce costernata mi dice che “Lisa dagli occhi blu” non può cederla ai Califfi perché l'ha ascoltata un certo Mario Tessuto che, avendo ottenuto dalla CGD di partecipare a Un disco per l'estate, vuole questo brano, si è messo a piangere e urlare. Ma le Edizioni sono della CGD, quindi Bigazzi avendo firmato anche lui l'esclusiva non può farci niente. “Lisa dagli occhi blu” andrà a Mario Tessuto. Deluso e arrabbiato, ma anche preoccupato perché dobbiamo presentare il pezzo all'organizzazione della manifestazione, fisso un altro appuntamento col Maestro Intra e riparto per Milano, sempre col mio strafedele Grundig portatile. Spiego tutto a Intra, mi porta in una sala dove c'è un pianoforte, mi dice di accendere il Grundig e incido la sua Musica, che giudico subito molto bella. “fai il testo”mi dice e nasce così “Fogli di quaderno”.che incidiamo in seguito alla Phonorama anche con l'orchestra di violini. Tutti sappiamo poi come è andata a finire, “Lisa dagli occhi blu” vince Un disco per l'estate, come io immaginavo e “Fogli di Quaderno” comunque avrà anche lui il suo spazio di popolarità. Certo avessimo vinto noi Un disco per l'estate, sarebbe stato tutta un'altra cosa. 118


L'altro evento importante sempre del 1969 è stato per me lo sbarco dell'uomo sulla luna, si mi ha colpito particolarmente. I Califfi il 20 di Luglio sono in concerto alla Pro Loco di Segni, Roma e terminano molto tardi. Per il ritorno Marcovecchio e Tofani partono per conto loro, io e Giacomo Romoli per conto nostro perché vogliamo vedere, ma non sappiamo ancora dove, lo Sbarco sulla Luna dell’Apollo 11. Ci avviamo sull'Autostrada verso Firenze, sono ormai le quattro del mattino e penso sia vicino l'allunaggio. Giacomo guida la macchina, gli dico di uscire al casello di Chianciano, ci avventuriamo nella città, troviamo un Bar aperto zeppo di persone. Entriamo nel Bar, in alto c'è una Televisione in diretta con Houston, sullo schermo c'è Tito Stagno che illustra emozionato quello che sta per succedere...A un tratto dice-”ecco, ecco, la gamba sinistra di armstrong sta scendendo in questo momento...lungo la scaletta...ecco il piede e' nel vuoto...-sto provando dice Armstrong...(seguita Stagno)...fra poco l'impronta di Armstrong restera' alla storia...e' l'impronta che secondo gli scienziati potrebbe restare per milioni di anni. Sì…ha toccato !!! “ Neil Armstrong ha messo il piede sulla Luna. Sono le ore 4:57, del 21 luglio 1969 e l'uomo e' sbarcato sulla Luna...io e Giacomo ci abbracciamo e ripartiamo per Firenze. Altre avventure ci attendono sulla nostraTerra. ”quante cose accumula il tempo, la guerra, l'amore, gli occhi”...io da là provengo “ 119


E' proprio vero, tante, forse troppe cose, eventi e fatti belli ma anche brutti, si accavallano inesorabilmente nel Tempo. E anche in questo particolare Tempo che sto per raccontare. Sono in mezzo ai miei diari e mi accorgo che è impossibile - come vorrei - descrivere tutto-tutto di quel Tempo passato, anzi remoto. Ma alcune cose devo dirle, devo riportarle alla luce, i giovani che non sanno devono sapere, riflettere. Si diceva delle case discografiche in Italia. Le maggiori erano sicuramente la RCA, RICORDI, CGD-CBS, EMI, RI-FI, tutte ben piazzate fra Milano e Roma. Firenze sta a guardare e ...sogna. Gli artisti di ogni appartenenza erano sicuramente amici, ma - inevitabilmente - si alimentavano fra loro gelosie e invidie di ogni tipo. Ognuno cercava di mettersi in evidenza per la conquista di partecipare alle manifestazioni più importanti esistenti. E i “posti” erano limitati, la Televisione era una sola, partecipare a Sanremo e Canzonissima, ma anche a Un disco per l'estate e Cantagiro, era sempre un sogno. Quindi spesso si scatenava regolarmente anche un classico “fuoco amico” fra gli stessi artisti. Ma se questo non bastasse, ogni Casa Discografica poi distribuiva anche alcune etichette straniere e quando i relativi artisti venivano ospiti in Italia, la concorrenza delle promozioni aumentava e complicava ulteriormente la vita ad ogni artista italiano, Per esempio nel gruppo RI-FI, insieme ai Califfi convivevano Iva Zanicchi, Fausto Leali, Giorgio 120


Gaber, Umberto Bindi, Michele, Giuliano e i notturni, Fred Bongusto, Rossano etc, Ma insieme a questi gli Uffici Promoter, gestivano anche artisti delle etichette prese in esclusiva, quindi entravano “in corsa” con noi anche Wilson Pickett, Aretha Franklin, Ray Charles, Otis Redding, Iron Butterfly e per ultimo il nostro Claude Francois che con le sue Claudettes, ci fregò (non per colpa sua) il posto in TV a Salsomaggiore nella Manifestazione di miss Italiamiss Europa. Per non parlare poi di Sanremo che nel 1968 i cantanti potevano cantare in coppia con la stessa canzone. La RIFI manda Fausto Leali con “Deborah” e mi spedisce un nastrino con un canto guida del brano: “Preparatevi” ci dicono i soliti 'uffici'. Ci rinchiudiamo nella mia cantina e impariamo il brano alla perfezione. Attendiamo con ansia la chiamata per le prove di Milano. Ma arriva il contrordine! Il brano in coppia con Leali viene affidato a Wilson Pickett. Altra delusione. Enorme. L'anno successivo, idem, ci dicono -stessa prassi- di preparare “Un'ora fa” sempre con Leali. I Califfi sono ancora una volta pronti, ma la canzone viene affidata a Tony Del Monaco. E' un destino? Forse sì, oppure aveva ragione il sig Abbà' quando mi consigliava di stabilirmi a Milano per curare da vicino gli interessi dei Califfi? Forse aveva ragione lui, ma... L'unica, grande mia soddisfazione personale intanto è quella di quando vengo a sapere che la RCA di Roma, ha fatto incidere “Così ti amo” alla grande Nina Simone, la stupenda cantante americana famosa in tutto il mondo. Poteva inciderlo nella sua lingua originale - penso - invece 121


no, la incide col mio testo. Per la prima volta in vita sua canta in italiano e sarà l'unica volta. Vedo tra i miei diari che ci sono tante altre cose da raccontare, la scadenza del contratto RI-FI, la CGD con Bigazzi e altro. Ma voglio finire questa parte con un fatto triste, terribile per il nostro Paese, che ho vissuto personalmente da vicino a Milano. Avevo già preso accordi con Bigazzi per un nuovo contratto dei Califfi alla CGD-CBS con Giancarlo produttore insieme a Elio Gariboldi e Alfredo Cerruti. “Dille ricami su un pezzo di seta, due gabbiani fra nuvole rosa, ma non con filo di tanti colori, ma con il crine dei suoi capelli” (La Fiera del Perdono,1969) È il 12 dicembre 1969, come d'accordo con Bigazzi vado a Milano per far ascoltare al nuovo futuro produttore Elio Gariboldi, alcuni provini, fra cui “Acqua e sapone” per il prossimo anno. Siamo in Galleria del Corso e sto parlando del futuro dei Califfi con Elio Gariboldi, quando sentiamo uno strano botto sordo e pochi secondi dopo decine di sirene invadono le strade sottostanti. Sono le 16:30 circa, io e Elio ci precipitiamo in strada, ci dicono che qualcosa di brutto è successo dalle parti di Piazza Fontana. Chiedo a Gariboldi se è lontana, No, è a circa un Km da noi. Ci avviamo verso il posto, con noi si accodano altre persone, passiamo Piazza Duomo, raggiungiamo Corso Europa e poi Piazza Fontana. Sembra un film di guerra. Nebbia, anzi fumo, lingue di fuoco, urla strazianti che non si capisce da dove. 122


Tutto rimbomba nell'aria irrespirabile e si confonde con le sirene delle ambulanze e i Vigili del Fuoco. Una fuga di Gas? Un crollo improvviso di qualcosa? Non riusciamo a capire, finché una donna piangendo ci urla:-'una bomba', è stata una bomba'. La Polizia intanto transenna la Piazza, io e Gariboldi torniamo sui nostri passi. Inutile stare lì. Usciamo da quell'inferno, ci fermiamo nella strada accanto, ci guardiamo negli occhi, increduli e ci chiediamo 'Perché…perché?' Torniamo in CGD con tanta amarezza nel cuore, sapremo poi delle 17 vittime e gli 88 feriti gravi dilaniati da quella maledetta bomba nella Banca Nazionale Agricoltura e che sarà la “madre di tutte le stragi”. Mi sento piccolo-piccolo, la mia musica e i miei provini diventano il nulla, non ho più voglia di niente. Saluto Gariboldi e riparto per la mia Firenze. Dunque nell'era di “Così ti amo” e “Fogli di quaderno”, si affaccia minacciosamente anche la cosiddetta strategia della tensione”, gli anni di piombo sono ormai alle porte, ma la Musica, la nostra Musica e la Vita vanno avanti, sempre con Fede, Amore e Speranza.

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1970 Gli anni settanta sono anni difficili, per tutti. Sono gli “anni di piombo” che anche la Musica, cantanti e complessi, devono condividere col resto del mondo. I delitti delle Brigate Rosse, il terrorismo e le stragi dell'Eversione nera nelle piazze e sui treni, i delitti di Mafia, il sequestro e uccisione di Aldo Moro (1978). Insomma non era facile convivere con tutto questo, ma la Musica va avanti, guai fermarsi. Guai! “Acqua e sapone, rosa e limone era il viso che piu' non rivedro'...”. Dunque siamo nel 1970, i Califfi entrano a far parte della prestigiosa CGD-CBS di Piero Sugar. Bigazzi con Elio Gariboldi e Alfredo Cerruti sono i loro produttori. Purtroppo devo a malincuore dire subito che Gariboldi è scomparso nel 2005 e Bigazzi nel 2012.

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Ma vorrei parlare un po' dell'amico Bigazzi. Sì perché con Giancarlo abbiamo passato insieme negli anni '50 momenti eccezionali all'Oratorio Salesiano di Firenze, in via Gioberti, 33. Giancarlo lo chiamavano “il biondo”, per la sua capigliatura liscia e brillante che gli scivolava sempre sulla fronte. Erano giorni spensierati e gioiosi, ma quello che ci unì particolarmente furono le riviste musicali nel teatrino all'interno dell'Oratorio, dove si recitava, si cantava e si ballava addirittura vestiti da donna, con i mutandoni trinati fino alle caviglie. Che risate col Can Can !...non solo del pubblico che applaudiva ma anche fra noi, specie alle prove. Tra l'altro fu proprio in quel teatrino che feci il mio vero debutto come cantante con “Le foglie morte”. Con Giancarlo dunque ricordo in particolare la nostra “Scanzonatissima”, una parodia musicale e scherzosa di Canzonissima, allora in auge in Rai-Tv. e Giancarlo con la sua parrucca da donna non era molto sexy, come del resto tutti noi. Insieme ai vari amici anche del Bar Marisa, Giancarlo venne anche al mio debutto col Chiari come contrabbassista al River Club nel dicembre 1960, fino a seguirmi al Tiffany Club di via delle Casine all'inizio dei primi Califfi. Fu in quel periodo che mi chiamò per la prima volta in casa sua, mi fece ascoltare alcune sue piccole composizioni e mi chiese se gli spiegavo alcune cose su quel piano verticale che sua madre un tempo suonava. Gli insegnai un giro di accordi, la loro composizione, evitando “settime maggiori, seste, accordi 126


diminuiti” etc, che lui rifiutava regolarmente. Voleva solo le cose più semplici, gli accordi maggiori e quelli minori. Poi arrivò l'amicizia con Riccardo Del Turco, e la splendida e intelligente Luglio, che il testo di Giancarlo portò alla vincita di “Un disco per l'estate” del 1968 e la sua esclusiva alla CGD-CBS. Siamo agli inizi del 1970, Bigazzi ci traghetta dunque alla CGD, lavoriamo insieme su Acqua e sapone, che la Casa discografica vuole mandare al Cantagiro e Festivalbar. In quella stanza fumiamo come turchi e finiamo il pezzo. Siamo felici, abbiamo dei produttori in gamba, determinati e la concorrenza dei Pooh che intanto sono entrati anche loro in CGD, non ci fa paura. Il loro produttore è il bravo ma giovane Giancarlo Lucariello, ma I Califfi sono sotto la protezione di Elio Gariboldi, Alfredo Cerruti e soprattutto adesso c'è il mio amico Giancarlo Bigazzi. Al Cantagiro canteremo tutte le sere dal vivo con l'orchestra Cichellero “Primavera dove vai, mi lasci un fiore e prendi tutti i sogni miei”. Ma altre ombre stanno per apparire all'orizzonte. ”chi dice la verita' prima o poi verra' scoperto” (Oscar Wilde) 1970, Bigazzi, CGD, Cantagiro, Festivalbar...Tutto molto bello, ma alcuni dettagli lo sono molto meno. Infatti per quanto riguarda il Cantagiro, il patron Ezio Radaelli all'ultimo momento non vuole i Califfi nel Girone A, quello dei BIG dove ci sono Camaleonti, DikDik, Giganti, Ricchi e Poveri, Celentano etc, e li piazza nel GIRONE B in mezzo a sconosciuti o quasi. Ma la grossa differenza è che gli artisti del girone A, nella serata finale a Recoaro e anche in altre, andranno tutti in diretta 127


rai-tv, e nessuno di quelli del Girone B, che avranno una classifica a parte, un premio (di consolazione) al vincitore (Paolo Mengoli) e stop. Ecco le conseguenze di tutti i tagli subiti dai Califfi nei due anni precedenti già descritti. Comunque partiamo tutti da “Pugnochiuso”, tre giorni di prove con l'orchestra Cichellero con la quale il nostro quartetto si aggrega e io canto “Acqua e sapone” sempre in diretta per tutte le tappe. I voti delle varie giurie che incontriamo non sono granché, ma non ci interessa molto, l'importante era andare in TV e questo ormai ci era negato, insieme a Fiammetta, Giovanna, gli Alluminogeni, Pio, Nazzaro etc. Un aneddoto interessante però fu quello della partita di calcio fra cantanti e giornalisti nella sera di riposo nello Stadio delle Terme di Montesano. Io, dato i miei precedenti di calciatore giocai nel mio vecchio ruolo di ala-sinistra, mentre all'ala destra c'era il mitico Garrincha, ex campione del mondo del Brasile 1958 e 1962. Garrincha infatti faceva parte anche lui della nostra carovana perché era il marito della cantante Elza Soares, ospite fissa del Cantagiro . Altre note interessanti sono il treno personale di Celentano, che lo seguiva tappa per tappa e una litigata tremenda fra lui e Don Backy (ancora una volta) perché il “molleggiato” a Recoaro in TV voleva cantare in PlayBack, mentre Aldo Caponi (Don Backy) voleva cantare dal vivo. Naturalmente la diatriba la vinse Celentano. 128


Per quanto riguarda invece il Festivalbar di Vittorio Salvetti, andammo in finale ad Asiago e ogni artista poteva apparire in TV per un minuto ciascuno. Meglio che niente prendiamo anche questo, pensiamo un minuto prezioso. Vince Battisti con “Fiori rosa, fiori di pesco, mentre per la linea gialla, vince “It's five 'o clock” degli Aphrodite's child. Dopo l'esibizione, a fine serata ci siamo trovati tutti in un locale adiacente al teatro e col mio Basso ho partecipato ad una jam session con Demis Roussos alla chitarra e il percussionista dei Mango Jerry (In the summertime) alla batteria. Ad ascoltarci ci sono i Camaleonti, Dik-Dik, Equipe 84 e Formula Tre. Applausi. Demis lo rincontrerò poi nel 2008 al Festival Show di Castelfranco Veneto, dopo lo show andammo ad una mega-cena con tante risate e foto-ricordo, ma già non stava bene, infatti ci lascò poi nel 2015, all’età di 65 anni.

Demis Roussos 1946 - 2015 129


Cosi' e' se vi pare Il 1970 è come un riflettore puntato sul piccolo mondo di “Pettegoli”, sempre in auge nella storica Fiorenza. Così è se vi pare ! Se la Verità esista o meno è cosa tantomeno irrilevante, diceva Pirandello. Ma una cosa è certa, i Califfi di Firenze, anche negli anni di piombo e malgrado gli “esosi” tagli in TV subiti, sono sempre stati i primi nella nostra Toscana. L'Unico gruppo con quattro fiorentini che dilagano con il loro sound per tutta la Penisola, dalla Svizzera Lugano al Lido di Mondello di Palermo, dalle Rotonde di Garlasco Torino allo Shaker di Napoli, dal Tiffany di Firenze al Piper di Roma e Viareggio, dai Palasport di Milano, Pesaro e Bologna, al Piper di Reggio Calabria, per dirne alcune...e così via Il tutto contornato dalle manifestazioni di “Un disco per l'estate”, Cantagiro, Festivalbar, Rai Nazionale, Radio Montecarlo, TV Svizzera. etc. Figuriamoci se avessimo partecipato anche a Sanremo. Il 1970 naturalmente raccoglie anche l'era dei “Figli dei fiori”, il Movimento studentesco del '68 (finito male), Woodstock, Jimi Hendrix, Joe Cocker, Santana, il Film straordinario di Kubrick “2001-Odissea nello spazio”, “Per voi giovani” e “Alto gradimento di Arbore, il clou del calcio ai Mondiali con Italia-Germania 4-3 ! e i Rolling Stones e Led Zeppelin sempre all'avanguardia del “Sesso, Droga & R'n'R. I Califfi dunque vincono anche un referendum toscano indetto da Moreno Polidori, ideatore e creatore del Tascabile TV, abbastanza in voga fra i giovani toscani.

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Prima di proseguire nei fatti del 1971, voglio chiarire il perché di certe scelte musicali discutibili dei Califfi. E mi sento responsabile. Ma è bene ricordare la mia lotta per la nascita di “Così ti amo”, “Al mattino” bocciata in Rai, i tagli continui nella unica TV di Stato, i tagli di Rieti, Pesaro, Salsomaggiore. Va ricordato poi una cosa importante e cioè che proprio “Così ti amo”, grazie a quei tagli, non ha mai fatto una importante televisione, il suo successo è stato esclusivamente-unicamente grazie alla Radio Rai e Radio Montecarlo. Pensate se fosse andato una volta in tv prima serata. Per quanto riguarda “Fogli di quaderno”, non andammo in finale grazie ai voti delle giurie Rai sparse in tutta Italia compresa la Giuria della Toscana della Rai di Firenze che dette più voti a Tony Astarita che ai Califfi. Mentre nella semifinale, in una sala dell'Hotel osservavo in TV i risultati e mi lamentavo ad alta voce, si avvicinò a me Raffaella Carrà, amica dai tempi di Roma, Cabala etc, che mi disse: ”Caro califfo, se eri napoletano andavi sicuramente in finale”. Quindi altra TV negata. Poi sempre nel 1969, la RI-FI ci affidò una cover dal famoso film “Il laureato”, “Scarburough Fair” di Simon-Garfunkel, che faceva parte della colonna sonora del Film e che nessuno aveva ancora inciso. “The sound of silence ovvero La tua immagine e Mrs Robinson - naturalmente - se le erano già accaparrate Dino e i Dik-Dik, mentre di Scarborough fair.Simon&Garfunkel avevano già bocciato tre traduzioni del loro testo. Ci provai io e il mio testo “La fiera del perdono” (incisa anche da Bobby Solo) fu approvato e così uscì in commercio il nostro 45 giri, senza un minimo di pubblicità e soprattutto senza radio e TV. - naturalmente 131


e così uscì in commercio il nostro 45 giri, senza un minimo di pubblicità e soprattutto senza radio e TV. naturalmente Ma adesso i Califfi dalla RI-FI son passati in CGD, con Bigazzi produttore, e non solo lui. Ma ci sono anche i Pooh di Riccardo Fogli & C. “come poteva essere e non e' stato” Ma non soffro di rimpianti, avessi cent'anni, il mio giorno migliore sarebbe sempre Domani.

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1971 Sfoglio le solite pagine del diario che mi confermano con precisione i fatti importanti accaduti in quest'anno storico. Come ho detto precedentemente, siamo in CGD-CBS, prestigiosa Casa Discografica di Milano che se la batte alla pari con la RCA di Roma. I Califfi dunque hanno come produttori Bigazzi, Gariboldi e Cerruti (che formeranno poi anche gli “Squallor” con Toto Savio e Pace). Anche i Pooh fanno parte del sodalizio CGD-CBS, ma nel loro interno ci sono già malumori di vario genere, che li trasmettono anche al loro produttore Giancarlo Lucariello, che non riesce a tamponarli. Infatti nel 1970 non hanno brani interessanti da proporre e la CGD punta invece sui Califfi con “Acqua e sapone” come già detto. Cantagiro e Festivalbar. i Pooh niente. Nel 1971, i problemi aumentano per i Pooh con le smanie di Riccardo Fogli, che si sente il “numero uno” del complesso e lo fa pesare. Sono sull'orlo dello scioglimento. Intanto anche nei Califfi le cose non vanno molto bene moralmente. Tofani ha anche lui le sue smanie e le trasmette in varie maniere al gruppo. Io sono preoccupato perché capisco che il Tofani prima o poi se ne andrà. La sua ragazza inglese lo influenza molto, come accadrà anche a Fogli con Patty Pravo. Nei primi giorni di Marzo la CGD decide di mandare i Califfi a “Un disco per l'estate” con “Lola bella mia”, un brano costruito ad hoc nella stanza di casa Bigazzi. I Pooh non hanno ancora alcun brano e nessuno li considera. Solo Giancarlo Lucariello riwsce a tenerli uniti. Sempre in quel mese, negli uffici CGD, mi vedo con Dodi Battaglia, chitarrista 133


dei Pooh, e facciamo un lungo dialogo. Appurato che i Pooh sono in fase di scioglimento, gli prospetto subito la possibilità di entrare nei Califfi, quando il Tofani se ne andrà e Dodi accetta con entusiasmo. Rimaniamo d'accordo di risentirci presto. Nel frattempo Facchinetti e Negrini (ex batterista del gruppo), dopo varie contraddizioni, riescono a finire una canzone che propongono al loro produttore Lucariello. Questi impone di far cantare il brano a Dodi Battaglia, escludendo Riccardo Fogli che si adira sempre più. Il brano s'intitola “Tanta voglia di lei”, musica di Roby Facchinetti, c'è rimasto solo un posto al FestivalBar e Lucariello riesce a iscrivere il suo gruppo con quel brano. I Califfi intanto il 21 di maggio subiscono un furto di grave entità. L'autista e tecnico del complesso che aveva in consegna il pulmino dei Califfi con gran parte degli strumenti, non lo mette in garage a Milano e nella nottata il furto. Gli amplificatori Marshall per chitarra e basso, batteria Ludwig nuova di zecca, impianto voce, Binson e luci, tutto sparito. Un disastro, anche e soprattutto economico. Ma siamo presi e concentrati sul Disco per l'estate.e il 10 Giugno abbiamo le prove Rai-TV a St Vincent, Nel pomeriggio siamo insieme a New Trolls, Nomadi, Equipe 84, Nuovi Angeli, Alunni del Sole, Michele, Leali e altri. Gabriella Farinon, l'Angelo della Rai ci mette tutti in fila. Io mi ero fatto portare per l'occasione un contrabbasso per usare nel play-back della trasmissione. C'è un pianoforte e nell'attesa, Giacomo va al piano, Tofani alla chitarra, Marcovecchio alle tumbe e io al contrabbasso. Attacchiamo un brano di Ramsey Lewis “The 'in' crowd-” Tutti gli artisti si mettono seduti 134


in circolo sul pavimento, ascoltano. Mi accorgo che guardano il mio contrabbasso con vera curiosità. Infatti nei complessi attuali non c'è nessuno che suona il contrabbasso, quello vero di legno. Solo io. Mi diverto e faccio anche un “assolo”. Applausi. Poi andiamo in onda nella finale del 12 Giugno...”Strega o bambola, non so, ma il tuo bacio sembra vero”. Tofani, Battaglia e molte altre sorprese mi attendono ancora. “..noi siamo quello che conserviamo” Con tutto questo cosa voglio dire? Voglio dire che I Califfi avevano assolutamente urgenza di una vera apparizione nella unica tv nazionale allora esistente e quando mi fu proposto Lola bella mia per Un disco per l'estate, con un brano non adatto a noi, anche se a malincuore, accettai. Infatti questo brano io lo proposi a Bigazzi non per i Califfi, ma per Del Turco, senza calcolare che però Riccardo non avrebbe mai accettato un pezzo non firmato anche da lui. Così il provino capitò nelle mani di Gariboldi e Alfredo Cerruti che imposero il brano per i Califfi a Un disco per l’estate. Prendere o lasciare. e io lo presi, considerando anche che il brano era firmato da me e da un Bigazzi che nel 1968 vinse la manifestazione con Luglio, con Ricca Del Turco e nel 70 con Lady Barbara con Renato dei Profeti, vendendo milioni di copie.

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“Lola-Lola, bella mia, che ti costa una bugia, non e' amore ma che fa, se il cuore mio con te, si e' riscaldato già” ma era “Il tempo delle more”. Dunque è l'Aprile del 1971 e “Lola, bella mia” di Bigazzi-Boldrini è designata anche dai produttori Gariboldi e Cerruti a “Un Disco per l’Estate”. Nei Califfi sorgono alcuni problemi di vario genere specie da parte 136


del Tofani che ormai da tempo, come dicevo addietro, si comporta in modo strano. Come già detto, io incontro nella sede CGD, Dodi Battaglia, chitarrista dei Pooh, sapendo che anche lui non naviga molto bene assieme ai suoi colleghi. gli prospetto un eventuale suo futuro ingresso nei Califfi e lui accetta di buon grado. Prendiamo appuntamento per fine estate per i dettagli. Partono le selezioni in radio di tutte le canzoni e Lola va avanti spedita e raccoglie i voti necessari per la finale di Giugno a Saint Vincent. Intanto a Milano ci rubano gli strumenti dal nostro furgone, Amplificatori Marshall, impianto voce Montarbo, Binson, Batteria Ludwig nuova di zecca, luci, etc..Siamo disperati perché non siamo nemmeno assicurati, ma la CGD ci aiuta con noleggi e altre soluzioni. I Pooh intanto si danno daffare per entrare a far parte del Festivalbar, unica manifestazione a loro proposta. Ma non hanno un brano valido, che apprendo da una discussione fra il nostro produttore Alfredo Cerruti e Giancarlo Lucariello prod. dei Pooh. Alfredo Cerruti, famoso a tutti per le sue dissacrazioni varie, ironizza con la sua cadenza napoletana sui Pooh e su Lucariello stesso. Ma di lì a poco, dopo un vero travaglio musicale, riescono con Facchinetti e Negrini a produrre un brano nuovo che Lucariello affida per la prima volta alla voce di Dodi Battaglia. Come ho già detto il brano si chiama “Tanta voglia di lei”. Arriviamo al 12 Giugno alla finale in TV presentata da Mike Bongiorno con Gabriella Farinon e i Califfi e io col 137


mio contrabbasso, fanno finalmente una bella esibizione in diretta. Vince Mino Reitano con “Il tempo delle more” ma per i Califfi le richieste di serate si moltiplicano notevolmente da parte di tutta Italia, la presenza in TV ha funzionato e ha dato i suoi frutti. Finalmente. Arriviamo ad agosto e il giorno 26 alla finale del Festivalbar di Asiago i Pooh arrivano secondi, dietro a Demis Roussos che vince sì con We shall dance, ma sono i Pooh che si piazzano subito primi in hit parade e ci restano per sette settimane. Naturalmente il progetto Dodi Battaglia-Califfi, giustamente e logicamente, fallisce. Con mio grande rammarico, Dodi era giusto per noi.

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Ma proprio nello stesso giorno, questo fatidico 26 Agosto, il Tofani mi lascia un biglietto nella mia cassetta delle lettere, dicendomi che abbandonava per sempre i Califfi e che si trasferisce a Londra con la sua ragazza inglese. E così, i Califfi rimangono con il “cerino in mano”. Alcuni contratti vengono annullati, come quello della Bussola di Focette in programma, mentre altri, a fatica, riusciamo a portarli a termine con l'inserimento ancora una volta del buon Frigerio. Ma il complesso con la mancanza del Tofani si è musicalmente indebolito e i danni collaterali da lui creati sono notevoli, specie un contratto da tempo da definire per la RCA. Nel frattempo, nei ritagli del tempo libero da giugno a settembre, io giravo per molti locali, anche quelli un po' malfamati, alla ricerca dei nostri strumenti rubati. E siamo a ottobre, esattamente a domenica 31. Mi arrivano infatti voci che un complesso suona con Ampli Marshall a Bonate Sotto, provincia di Bergamo. Mi metto in macchina con mia moglie Carla e arriviamo a Bonatesotto, vediamo affissi dei manifesti che pubblicizzano il complesso di “Stefano e gli off sound” presso il locale “Dancing Pizzeria”, pomeriggio e sera. Pranziamo in quello stesso locale e all'apertura del dancing entriamo mentre i musicisti suonano un blues. Riconosco subito il mio ampli Marshall anche se è stato verniciato di bianco, riconosco la batteria Ludwig, l'impianto voce, il Binson… tutto ! Sono i nostri strumenti, non c'è dubbio. Dico a mia moglie Carla di 139


andare a chiamare i Carabinieri, mentre io, davanti a loro, rimango sempre in ascolto con attenzione. Su quella pedana, in prima linea, c'è il chitarrista che si da' molto da fare, con canto e assoli di buon gusto. Anche perché vede me, con i capelli lunghi come i suoi, che sembro interessato alla loro musica. Il ragazzo è giovane e non è affatto male, penso, specie come chitarrista, mentre usa il mio Marshall Jtm100 doppia cassa. Intanto torna Carla che mi dice che i Carabinieri sono già nella pizzeria e aspettano un nostro ordine. Lasciamoli finire di suonare, dico e aspettiamo. Alla fine del matinée scendono dalla pedana, stanno per andare nel corridoio che conduce all'uscita, quando io... ”Scusate!”. Si bloccano tutti e mi guardano sorpresi, al che io proseguo “Avete suonato con i miei strumenti…”, mentre i carabinieri si fanno avanti. Il chitarrista esclama “mi sembrava troppo bello”. Questo giovane chitarrista si chiama Umberto Tozzi, sì, proprio quello di “Ti amo”, “Gloria”, etc, quello che venderà circa 30 milioni di copie in tutto il mondo, Gloria, manchi tu nell'aria... Dimenticavo (e lo spiegherò la prossima volta), che chiesi a Umberto se voleva entrare nei Califfi e Tozzi accettò di buon grado.

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“Dille ricami su un pezzo di seta, due gabbiani fra nuvole rosa, ma non con filo di tanti colori, ma con il crine dei suoi capelli...” (Fiera del Perdono-F.B.1969) La mia “Fiera del Perdono”, col testo ispirato dalla storica Festa del Perdono di San Giovanni Valdarno, famosa in tutta la Toscana e che Simon & Garfunkel approvarono nel 1969. Ma torniamo a noi, dove eravamo rimasti? Sì, a Umberto Tozzi. Preciso subito che gli strumenti rubati ai Califfi e che Tozzi & C usavano non li aveva rubati Umberto, ma il capo-complesso degli Off sound, Stefano. Aveva effettuato un incauto acquisto da sconosciuti, perseguibile comunque, da denuncia. Ma io non li denuncio, perché quel ragazzino, allora diciannovenne, che suona la chitarra, mi è veramente piaciuto e visto com'è andata ormai con Dodi Battaglia, già nell'Olimpo dell'Hit Parade con “Tanta voglia di lei”, corrispondente all'uscita definitiva del nostro Tofani dai Califfi, mi rimane solo e inaspettatamente la carta del chitarrista degli Off sound, Umberto Tozzi. I carabinieri dunque sigillano la pedana con tutti gli strumenti che vengono ripresi in settimana dai nostri tecnici col nostro furgone. Io intanto fisso con Stefano e Umberto di vederci a Torino nell'occasione del ritiro delle Luci psichedeliche che erano rimaste in cantina di Stefano Off sound. Nel gennaio '72 cerco di fissare per le prove col Tozzi, ma mi telefona e mi avverte che gli è arrivata la cartolina di precetto per la Leva Militare. Ci risiamo, penso. Infatti 141


capisco anche con sofferta coerenza che il progetto Umberto Tozzi diventa complicato e ci salutiamo cordialmente. “in bocca al lupo”, gli dico...Altro che Lupo...Nel 1975 incontrerà Bigazzi e con “Ti amo” vincerà il Festivalbar, vendendo 8 milioni di copie, mentre nel 1977, sempre con Bigazzi, nasce il capolavoro Gloria, 29 milioni di dischi in tutto il mondo. Così è se vi pare. I Califfi dunque provano anche la carta di rimanere in trio, di fare a meno del chitarrista, ma la cosa non funziona, dopo due mesi rinunciamo. E così arriviamo ad Aprile del 1972 e sono stanco un po' di tutto, specie del comportamento del nostro gruppo. E non certo per colpa del Romoli. Riepilogo “tutto” da quando li scelsi nel 1965, quando non avevano né macchina, né patente e si usava solo la mia vettura col portabagagli e il mio impianto audio. Adesso Marcovecchio ha la patente (le Facce di Bronzo sono solo un cattivo ricordo...), viaggia con Lancia Fulvia Zagato, (che del resto aveva anche il Tofani) e ha un piccolo negozio di abbigliamento in Borgo S.Jacopo a Firenze. Ma non è più il batterista di un tempo, certamente è più bravo di allora, ma il suo carattere -per me - è diventato insopportabile. Anche il Romoli viaggia col Porsche 911, e con lui si può ragionare...Ma... Ma è l'ora di cambiare tutto. Il 1° d'Aprile li convoco e non è un “pesce”, ho le lacrime agli occhi mentre parlo, ma è realtà. Un nuovo gruppo con un nuovo progetto mi aspetta nella Fonit Cetra, dove nascerà un LP, “Fiore di metallo” con nuovi e bravi Califfi. 142


“fiore finto, fiore di metallo, il colore dell'invidia e'giallo, profonde le radici sono della gelosia, si nutrono dell'uomo e cosi' sia...” Questa una strofa tratta da ”Fiore di metallo”, nuovo LP considerato progressivo dalla critica degli addetti ai lavori, soprattutto per due brani incisi in trio con mio fratello Maurizio alla batteria e Sandro Cinotti organo Hammond, piano e Synthesizer EMS. I due brani prog che emergono su tutti sono Varius e Campane.

Intervista a Maurizio Vandelli Tratta dal Libro di Nicola Sisto, C’era una volta il Beat-Gli anni 60 della canzone italiana-MusicaLibro-Piper Club 143


Questa è la dichiarazione di uscita definitiva dal complesso I Califfi di Giacomo Romoli e con la stessa formula è stato per Carlo Felice Marcovecchio. Mentre Tofani Giampaolo se ne andò improvvisamente senza preavviso, come già descritto, recando notevole danno al nome del complesso.

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la copertina di Fiore di metallo LP – Fonit Cetra

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il batterista di Varius, Maurizio Boldrini

I Califfi 1973 da sinistra: Vincenzo Amadei (chitarra), Sandro Cinotti (tastiere e organo Hammond), Maurizio Boldrini (batteria), Franco Boldrini (basso)

Varius, raccoglie stili e sonorità nuove e diverse, con passaggi che vanno dall'Organo a Canne all'Hammond C3, al classico Pianoforte, al jazz, all'esplosione del Synthi, al mio basso col raddoppiatore d'ottave, alla batteria di Maurizio, non ha molta scuola ma ha un tempismo veramente perfetto. “Campane” invece è un brano in 7/8, che vuole ricordare i suoni antichi di una Chiesa, ma sempre con sonorità nuove e ricercate, con in evidenza ancora il suono del Synthesizer, che vuol rappresentare il Futuro di un'era umana migliore. Negli altri brani alla chitarra c'è Vincenzo Amadei. Ci stiamo avviando verso la Fine della storia dei Califfi, anzi direi di questa Avventura che prende vita dal 1960. Siamo nel 1973 e ancora devo raccontare alcune cose 146


importanti e cioè il dopo-califfi, la mia entrata nelle TV private e la nascita di Franco dei Califfi. “Fiore di metallo” coi nuovi Califfi nasce alla FonitCetra grazie al nostro nuovo produttore Mauro Nava, ex braccio destro di Pino Moschini e scomparso prematuramente. Con Mauro andiamo alla sede di Torino e poi a Milano dove il Direttore artistico è Marino Marini. Sì, quello di “Marina” e “La più bella del mondo” (e chi non le ha cantate almeno una volta?). Il LongPlaying esce in commercio, ma senza un'adeguata promozione, solo poca Radio e - naturalmente - niente TV. Dopo un paio di mesi mi telefona Luciano Beretta da Milano, si complimenta per il lavoro effettuato nel LP “Fiore di metallo” e mi propone di lavorare con lui per il prossimo album di cui ha già in mente un buon progetto per I Califfi. Luciano Beretta, per chi non lo sa, è un grandissimo autore. I suoi successi sono “Il ragazzo della via Gluck” di Celentano,”Pugni chiusi” (Ribelli), “Applausi” (Camaleonti”,”La coppia più bella del mondo”, “Una carezza in un pugno”, “Chi non lavora non fa l'amore” di Celentano e altri. Naturalmente mi sento onorato della proposta di lavorare con lui, anche perché con Bigazzi ho rotto il sodalizio, a causa del suo carattere troppo diverso dal mio e che lo porterà anche a più importanti rotture compreso lo stesso Tozzi, Raf e altri artisti. Ma Bigazzi, coi suoi testi e le sue originali frasi, rimarrà sempre e veramente straordinario, e i suoi successi sempre molto apprezzati anche all'estero. 147


Comunque quell'incontro con Luciano Beretta non avvenne mai purtroppo e ancor oggi penso che forse sarebbe stato decisivo per tutto, non solo per I Califfi ma specie per me. L'incontro con Beretta non avvenne perché proprio in quel periodo, in quei giorni, ha inizio una mia profonda crisi familiare che a breve cercherò di descrivere Adesso però un salto indietro. Devo ricordare anche che nel 1972, ed esattamente dal 23 Aprile al 4 Maggio, vado in tournée in Romania con Riccardo Del Turco e Sergio Endrigo, che dobbiamo accompagnare anche nel loro repertorio. Mio fratello è partito militare, quindi alla batteria scelgo il mio vecchio batterista che militava con me con Franco Godi e Vianello, Piero Barbetti, al pianoforte Massimo Forni, al Sax Rodolfo Bianchi, tutti e due dei Players. I successi e i consensi sono entusiasmanti, sia nel prestigioso teatro di Bucarest che nei Palazzetti dello sport della Romania. La politica repressiva del regime di Ceausescu costringe i giovani romeni a non poter ascoltare, se non di notte e di nascosto, la musica straniera, così mi raccontano loro stessi, ma davanti a noi esplodono in applausi incontenibili malgrado la presenza costante della Polizia che li controllava severamente. “A volte il Futuro abita in Noi, senza che lo sappiamo e le nostre parole che credono di mentire, disegnano una realtà prossima” (Marcel Proust) “E vissero tutti felici e contenti” Questo succede nelle Fiabe, ma nella realtà non è sempre così...Comunque oggi è per me come una “semifinale” di Coppa, descriverò sempre alcune cose importanti che fanno sempre parte della nostra cultura 148


anche se passata. Domani poi, che è il mio compleanno, voglio terminare con la finale di questa Avventura che forse sarà raccolta anche in un Libro se troverò l'Editore giusto. Una domanda che molti mi hanno sempre fatto è quella del nome “I Califfi”. Come è nato? Bisogna risalire al 1964, quando ero nel Quartetto di Edoardo Vianello e il quadro è questo: è venerdì 10 luglio, siamo a Fiuggi per la finale in diretta tv del Cantagiro di Radaelli. Edoardo canta “Tremarella” una specie di Surf, ballo che stava andando di moda allora (tipo “If I had a hammer” di Trini Lopez). Nel gruppo di Vianello, oltre alla sua chitarra Fender, c'è Gregorio Alicata all'organo Farfisa, Piero Barbetti alla batteria ed io al basso Fender Jazz. Ma già da tempo fa parte della nostra compagnia, e ci segue sempre, anche Franco Califano, che procura a Vianello anche le ballerine (e non solo quelle) che si esibiscono durante l'esecuzione del brano. Vianello poi mette sulla copertina del 45 giri la foto di Califano con la sua prima ballerina. Tornando a noi dunque siamo a cena tutti insieme in un bel ristorante di Fiuggi alla vigilia della diretta televisiva, quando Edoardo esclama “Senti califfo (così era soprannominato Califano dai suoi amici) che ne dici dell'idea domani di farmi presentare da Pippo Baudo come “ecco a voi edoardo vianello e i califfi in “Tremarella”. Franco Califano annuisce senza entusiasmo, mentre io (che ero già in caccia al nome del mio quartetto che avevo in mente per il prossimo futuro), esplodo in un “Sììììì, bellissimo!!!”, Barbetti e Alicata approvano e così è fatta. Ricordiamoci che siamo nel 1964, in diretta TV Nazionale, unica TV 149


esistente in Italia, uno Spot promozionale eccezionale, penso. La mattina del sabato, con Barbetti andiamo a comprare tre magliette bianche T-shirt, compriamo del nastro isolante nero e incolliamo le lettere - i califfi - una per una su tutte le magliette. Fu un lavoro un po' maldestro come potete immaginare, mentre Gino Paoli nell'osservare il nostro lavoro, ci dileggiava ridendo. Ma il lavoro fu portato a termine e Pippo Baudo per la prima volta in Italia, presenta Vianello con i suoi Califfi. E questa è la vera storia della nascita del nome. Grazie a Califano e a Vianello con la sua Tremarella. Il risultato poi di questo video non lo so proprio, semplicemente perché non l'ho mai rivisto. Un'altra cosa che vorrei raccontare è il mio esame di compositore melodista dato presso la SIAE a Roma in via della Letteratura. Era il 7 Ottobre del 1969 e sono convocato in un enorme salone della SIAE, dove intorno a un tavolo lungo e ovale, vi sono schierati 12 musicisti di diverse età. Il capo-gruppo a capotavola mi propone alcune buste sigillate con scritto, classica, jazz, pop, folk, rock. Io, senza esitare, scelgo Rock, e lui mi fa accomodare al pianoforte, apre la busta e mi suona quattro misure scritte all'interno e mi dice di proseguire e fare un inciso di almeno 8 misure. Io sono un bassista ma il mio primo strumento della mia vita è stato fin da quando avevo 4 anni, il pianoforte, grazie a mia zia diplomata in conservatorio. Proseguo le quattro misure, sviluppo l’inciso di 8 misure e torno al mio posto. “Le faremo sapere”, mi dice il Maestro capo e mi saluta cordialmente. 150


Il mese dopo arriva l'esito positivo dell'esame. Ora oltre ad Autore sono anche Compositore. Oggi, 2020, basta inviare on line un modulo di richiesta come associato o mandante accompagnato da una quota da versare alla SIAE e diventi Autore e Compositore in 30 secondi. Un'altra cosa importante da sottolineare nella storia dei Califfi è quella che tutti gli anni settanta sono costellati dal terrorismo rosso e nero, che va dalla strage di Piazza Fontana del dicembre 1969, già da me descritto, fino alla strage della stazione di Bologna del 1980, passando per la strage di Piazza della Loggia del maggio del 1974, treno Italicus dell'agosto sempre del '74 e altre. I miei diari, oltre a Così ti amo, Lola bella mia, Fiore di metallo etc, riportano anche queste terribili tragedie del nostro Paese. Altra cosa sempre importante, è la crisi energetica del dicembre 1973. La benzina schizza alle stelle,e Il Governo mette il divieto di circolare con le auto, tutti in bicicletta per lunghi periodi, i locali sono aperti fino alle ore 23, ma la maggioranza di loro chiudono, i contratti con i complessi vanno a sparire. Ma siamo ormai nel 1974 e i Dancing, quelli rimasti, si trasformano, le orchestre si sciolgono come neve al sole. Le Balere dunque vengono sostituite dalle discoteche coi relativi Disk-Jokey, che diventano addirittura la vera nuova attrazione delle sale illuminate furbescamente da luci stroboscopiche e psichedeliche. Intanto le nuove tecnologie hanno sapientemente potenziato anche gli impianti audio, fino a stordire completamente o quasi i giovani scatenati nel ballo e 151


riversati nelle piste sempre più sofisticate. In questa situazione i gestori di questi nuovi locali ci “sguazzano” a meraviglia e si moltiplicano a dismisura, togliendo lavoro alle orchestre dal vivo. Evitano così di pagare le orchestre, di versare all'Enpals (Lavoratori dello Spettacolo) i vari contributi che accumulavano i vari musicisti, aumentano le affluenze di molti giovani “assetati di alcol, birra e altro” e con i facili introiti, questi Nuovi Imprenditori di musica registrata semplificano notevolmente altri problemi del locale. Naturalmente le orchestre dal vivo pian piano vanno a scomparire e le attrazioni diminuiscono di colpo, Noi siamo una di quelle attrazioni più colpite. Evviva la Musica Disco! Con gli anni di piombo e la crisi energetica, non solo per la Musica, ma per tutti in Italia la vita si complica e diventa davvero più difficile vivere nello spettacolo. Ma così è, se vi pare. “La musica e' finita, gli amici se ne vanno” Ma non finisce qui la mia piccola storia di vita, amore e R'N'R..., perché Tutto scorre, As time goes by, vero? Adesso mi è doveroso raccontare degli ultimi avvenimenti di quegli anni settanta che mi portarono fuori dalla Musica. In un tiepido Maggio del '73, nel mese delle rose, mia Madre lascia questo mondo, provocandomi un dolore che non conoscevo, un dolore a me sconosciuto, che non credevo potesse esistere il mio morale è messo così a dura prova E' il tempo di “Fiore di metallo”, è tempo di cambiare sound, nuovi volti, nuove idee Ma passano pochi mesi quando mia moglie decide per una sua nuova scelta di vita, mia figlia c'è e non c'è, e le 152


mie mani stringono sabbia, è un momento veramente difficile, forse il più difficile della mia vita. Luglio 1975 CoLei che amavo, la donna che credevo della mia vita, se ne va per sempre…il cervello mi sanguina. Dio mio, quanto ho sofferto. Non trovo le parole per descrivere questo dolore. Non m’importa più di nulla, né dei Califfi, né di altro, solo di Charlotte e l’amore di mia figlia. Il mondo mi è crollato addosso. E mi sfogo scrivendo. “tuttodunfiato” (una domenica di Luglio 1975, scrivo in apnea…) un’accusa-denuncia a modo mio a una particolare politica in Italia che avanza. fisso un muro e mi vedo riflesso come da specchio mi vedo mattone cemento di gesso e fa lo stesso virgole e punti e maiuscole al cesso mettetele voi “maestri di cose”mettetele a caso intanto è lo stesso riflesso di specchio di muro di spicchio di fiore all'occhiello vestito da sera di seta e d'amianto di gioia e di pianto di verbi d'onore di furbi e disturbi di mafia d'infamia di cavia e caviale di tondo maiale che spesso fa male di sera e si spera nel rosso la nera chimera d'amore che fai nelle ore del giorno al ritorno di un duro lavoro e speri un riposo che senti corroso dagli anni dai danni nei panni lavati e usati dall'uomo con denti di cromo che crede allo gnomo alla donna madonna “ma” con la gonna che domina il mondo che credi rotondo e ti porta nel fondo ti senti di sasso di gomma di gesso nel muro ti guardi non c'è più mattone ma solo cerone per dare sul viso ci spalmi un sorriso di denti cariati già marci salati ti senti nel cuore strizzare le vene non trovi più il bene e cerchi il respiro che prese il 'vampiro' nascosto nel gesso nel muro nel sesso lo stesso riflesso e come mi chiamo non voglio saperlo lo so cos'è un 153


merlo l'amore è dolore dipinto a colore che spacca le ossa ti porta alla fossa non sai cosa dire se incontri qualcuno vorresti un po' amare qualcuno ed essere amato e anche capito che non sei finito ma come mi chiamo non voglio saperlo e so come farlo non essere sciocco ripassa domani ti dicono ma poi non hanno le 'mani' per oggi rimango col nome di sempre di gesso di sasso di fesso che spera ma è l'uomo che spara l'amara invenzione del tiro al piccione mia figlia è già grande più grande dei grandi non merita certo il male che ha avuto colato in imbuto ti senti perduto ti senti tremare non sai cosa fare e sai cosa fare ti senti bambino poi uomo piccino vorresti tornare bambino a giocare vorresti ammazzare chi t'ha ucciso l'amore ti metti a studiare vorresti strozzare chi ti ha dato dolore legare sudare fuggire urlare in gola di lei strapparle la pelle amarla fra stelle non sai cosa fare che dire dormire, dormire con lei era bello finire nel letto l'affanno nel petto di notte l'angoscia ti prende alla gola non sai se è sola e vorresti volare strisciare da lei strapparle quegli occhi strozzarla con fiocchi baciarle i ginocchi spezzarle le reni baciarla sui seni far finta di niente e tornare 'sereni'. (Franco Boldrini, Luglio 1975)

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Ma se mi lasci, tutto se ne andrà con Te Una scelta che comunque rispetto ancor oggi che siamo sempre buoni amici. Ma allora quella scelta mi fece uscire per sempre non solo dai Califfi, ma anche da tutto il mondo della Musica. 155


“ma se mi lasci, tutto se ne andra' con te”. Erano gli anni quando alla RAI finalmente fu tolto il monopolio delle trasmissioni in esclusiva in Italia, e che provocò l'esplosione delle TV private e locali. Rinuncio ai Califfi ed entro in quel mondo per restarci vent'anni. Iniziai come “cameraman” a Canale 48, poi Tecnico audio, autore sigle musicali e programmi”, poi giornalista inviato al terremoto in Irpinia, regista, fino a diventare anche Direttore Responsabile di Testata giornalistica a Rete Mia di Lucca. Ecco una piccola sintesi. Dopo il fallimento di Rete Mia, proseguo con la TV Canale10 di Mario & Vittorio Cecchi Gori, come regista e autore dei programmi “Casablanca, storia tv” e Casablanca viola, Storia della Fiorentina, dove termina il mio ventennale lavoro nelle televisioni locali. E siamo giunti nell'anno 2000, che vede il mio rientro nel mondo dello spettacolo. Scrivo “Tutto scorre”, vengo chiamato da Roberto Zanella, boss radiofonico e TV del triveneto. Col suo Festival show, giro il mondo con tutti i maggiori artisti degli anni 60-70, come Camaleonti, Dick-Dick Corvi, Mal, Bobby Solo, Little Tony, Califano, Nuovi Angeli, Giuliano e i Notturni etc. Mi presento come Franco dei Califfi e il successo è alle stelle. Le tournée si moltiplicano e arrivano fino a Spagna, Francia, Portogallo, Tunisia, Marocco, Grecia, Egitto, Turchia, ma sono impegnato anche nei miei concerti- recital, compreso il teatro musicale nei prestigiosi Teatri come il Teatro Verdi di Firenze, il Nuovo Teatro Verdi di Montecatini, Le Laudi Firenze e il Teatro della Pergola, storico teatro fiorentino. Sono felice. Tutto scorre. Ancora 156


“Quanto ho amato, riso e pianto, ma stasera amore, io canto, canto Te e si ferma il mondo. Balliamo ancora, amore, balliamo fino in fondo...” Con queste parole terminavo il mio sogno di “tutto scorre”, ma oggi posso ancora dire con certezza che la “Musica non è finita” e che gli “Amici non se ne vanno”... Posso dunque confermare che “mai ho cantato senza gioia e che “vivere” è stato il mio vero e più grande successo.

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Possiamo dunque dire paradossalmente che “To love somebody” è stata la cover di “Così ti amo” in Italia… Per la prima volta…

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1978 - 2000 Ma non finisce qui, il mio viaggio continua nel mondo delle TV private e locali in espansione. Entro a far parte della TV Canale 48 di Firenze, di Mauro Montagni, dal dicembre 1977. Ma questo è un anno cattivo perché vede la morte del mio idolo, il mio Numero Uno, Elvis Presley che scompare a Memphis nell’agosto di questo anno, Mi sembra quasi impossibile che the Pelvis, a soli 40 anni non ci sia più. Ma è così. I want you, i need you I love you, fu la prima canzone sua che imparai su un giradischi Lesa nel ’56. E lavoro a Canale 48. Il volto di Canale 48 Firenze, via Leonardo Da Vinci, 10. Quando Canale 48 iniziò le sue trasmissioni il 2 febbraio 1976 era, come tante altre, una televisione pirata e i suoi dirigenti rischiavano di persona con il continuo timore di finire in un’aula giudiziaria. Si trattava però, di gente coraggiosa e pienamente responsabile delle proprie azioni, convinta dei valori della democrazia e soprattutto rispettosa della libertà d’informazione. L’emittente televisiva fiorentina fu premiata immediatamente con un lusinghiero successo. In pochi mesi Canale 48 divenne la televisione numero uno in Toscana. La prima sede di questa TV fu un quartierino di via Val Marina 11, a Novoli, nella periferia nord di Firenze; una sede senza pretese, ma che divenne subito un centro di attività sorprendente. 160


Pochi tecnici ma preparati; ristretta l’équipe dei dirigenti, ma dinamica, giovanile, aperta, intraprendente, amante del rischio. Ottima l’apparecchiatura tecnica, tale da permettere una programmazione a colori, quando il ‘colore’ ancora alla Rai era lontano. Dibattiti politici, incontri culturali, questioni sindacali, problemi religiosi, manifestazioni sportive, spettacoli... costituirono l’ossatura dei primi palinsesti, che si arricchirono sempre più, fino ad accontentare un folto pubblico, desideroso di vedere qualcosa di nuovo, di diverso dai soliti schemi prodotti da Rai-tv. Nella Pasqua del 18 aprile 1976, Canale 48 fece la sua prima uscita ufficiale in esterno, in piazza del Duomo a Firenze, per trasmettere in diretta lo scoppio del Carro. Ormai Canale 48 era pronto ad affrontare qualsiasi programma e quella trasmissione fu il suo vero battesimo e da quel giorno Canale 48 di strada ne ha fatta tanta. Si fece sentire poi l’esigenza di una sede più idonea per la giovane emittente, che si trasferì in piazza Indipendenza 21. Ma anche questa sede , dopo pochi mesi, si rivelò insufficiente, data l’attività sempre crescente di C48 e così si è giunti alla nuova sistemazione in via Leonardo da Vinci 10, Firenze, in un ambiente decorosissimo e funzionale, ricco di uffici e studi televisivi. I programmi di C48 sono stati sempre ispirati al più ampio pluralismo ideologico. In questa televisione c’è stato, c’è e ci sarà sempre posto per tutti, in un clima pienamente democratico, dove il rispetto per ogni ideologia è dovere. 161


Fu C48 per primo a programmare il ‘diritto d’accesso’, mettendosi così a disposizione sia delle autorità, sia dell’uomo della strada, per affrontare insieme i problemi più vivi e scottanti del momento. Canale 48 ha voluto dare un certo privilegio allo spettacolo ed è riuscito ad ottenere un indice d’ascolto altissimo, fino a farlo collocare, nell’Italia centrale, subito dopo la Rai-tv e Telemontecarlo. Una équipe di giornalisti cura il tg Tuttotoscana ed Econotizie; un gruppo di esperti di comunicazione segue la fascia riservata ai ragazzi, mentre lo spettacolo è programmato da persone di teatro. Consiglio d’Amministrazione di Canale 48 nel 1976: Presidente: ELSA LUTI MONTAGNI Amm. delegato: MAURO MONTAGNI Consigliere: SANDRO MONTAGNI Direttore resp. e dir. programmi: UGO VAGNUZZI PADRE UGOLINO CARATTERISTICHE TECNICHE DI C48 nel 1976 Trasmissioni a colori sistema PAL Telecamere Shibaden, 4 a colori e 3 B/N n.2 regie video n.3 mixer audio Telecinema a colori: 35mm, 16mm, super 8; Proiettore DIA registratore JVC a 1 pollice U-Matic 3/4 pollice Furgone regia mobile comprendente: 162


3 registratori portatili con relativa telecamera Plambiconcolore, più 2 B/N 1 reg.portatile a colori; 1 registr. Ampex da 1 pollice, mixer audio, parco lampade, gruppo elettrogeno. Canale di trasmissione 88 UHF da Monte Secchieta Ripetitore canale 40 da monte Meto Ripetitore canale 26 da monte Albano zona servita :Toscana (e oltre)

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1978 Le bellissime presentatrici di Canale 48 di via L. Da Vinci Firenze, Rossella Martini e Irene Thaon de Revel

Il CPT di Calenzano, via Dino Ciolli, con gli studi di produzione, con trasmissioni di successo come Play Quiz, Bowling, Confusion, Liscio con ghiaccio di Narciso Parigi, Silvio Gigli, Riccardo Marasco, Pier Francesco 164


Listri, Giorgio Ariani, Aldo Rami, Gian Franco D'Onofrio

Ma chi c'è a Canale 48 di via Leonardo da Vinci? Prima di tutti Lei. Ed ecco il mio primo incontro con la bellissima Rossella Martini, presentatrice di spicco dell'emittente fiorentina Rossella attira subito le mie attenzioni e dopo qualche mese scrivo una canzone per lei, “Sei come il mattino”

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Il primo giorno incontrai subito il tecnico Andrea Barbacci (con il quale in seguito agimmo in coppia nell'occasione di realizzare varie trasmissioni quali Confusion e Bowling...) al quale mi presentai dicendogli che ero lì per imparare a conoscere sia le macchine che il personale di C48. Mi rispose subito che per le macchine non c'erano problemi, ma conoscere bene il personale sarebbe stata la parte più difficile. Diventammo subito amici, come del resto anche con Alessandro Del Bianco, ora a Canale 5, col quale stabilii uno splendido rapporto d'amicizia. Ma dei tecnici parleremo più avanti. E le donne invece di Canale 48 chi erano? La prima donna dello staff che conobbi fu Irene Thaon de Revel, l'annunciatrice bionda dagli occhi grandi di cielo, che già conoscevo tramite lo schermo di Canale 48, che già trasmetteva dal 1976, e che, tra l'altro mi aveva anche invitato quale ospite alla sua trasmissione “La gibigiana”, dove cantai in diretta alcuni miei brani inediti. Poi trovai Luciana Piantini nell'amministrazione (per le prime buste paga), Marisa Morbidi (una dei primi tecnici donna) e la splendida Rossella Martini, nel fiore dei suoi vent'anni che già dimostrava di avere una personalità e una professionalità spiccate. Ma torniamo ai tecnici. Di Barbacci e Del Bianco ho già detto e devo quindi proseguire nell'elenco che via Leonardo da Vinci vedeva scorrere ogni giorno con grande frenesia e questi erano: Luca Francalanci, Nicola Rosano, Michele Szlavik (l'ungherese), Andrea Marchi, Paolo Menicalli (purtroppo oggi scomparso), Stefano Rizzo; poi dopo qualche mese arrivarono Maurizio Michelini, Danilo Labani, Mauro Fibbi e Wladimiro 167


Batti. Tutti regolarmente assunti e quindi messi a libro paga. Questo era il primo staff tecnico di Canale 48 dal dicembre 1977 al 1978. Alla direzione dell'emittente, quando entrai, trovai Padre Ugolino Vagnuzzi, che poi fu sostituito (marzo 1978) dal presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Toscana Gastone De Anna. Quale coordinatore dei programmi e sovrintendente alla messa in onda, c'era Filiberto Bernabei, fratello proprio di quel più famoso Ettore Bernabei della Rai. Come collaboratori esterni c'erano poi Roberto Orioli, capo struttura tecnica, Walter Civirani, operatore, Sandro Nelli, telecronista, Gianfranco D'Onofrio, ideatore e conduttore di vari programmi come il Grillo canterino, Pazza Piazza, etc; Aldo Rami col suo intelligente ‘Play quiz’, il colonnello Bozzini con la sua rubrica “Guardando il cielo”; Narciso Parigi, con le sue trasmissioni musicali un po' démodé quali ‘Liscio con ghiaccio’ e ‘Viva l'amore’, Mario Salinelli con l'estenuante ‘Porta aperta’ e i’ Numeri Uno’, Paolo Melani col suo ‘Brivido sportivo’, e altri ancora che metterò a fuoco più avanti. I giornalisti erano invece più agguerriti di tutti e determinati come Paolo De Anna, Piero Campani, Marco Bacci (scomparso prematuramente maggio 1997) che con il loro Tg Tuttotoscana, già dimostravano una chiara competenza della professione di giornalista televisivo, mezzi tecnici a parte. Poi la succursale di Produzione al CPT di Calenzano, via Dino Ciolli, dove nascevano le trasmissioni come Play Quiz, Confusion, Bowling, Liscio con ghiaccio di Narciso 168


Parigi, Riccardo Marasco, Silvio Gigli, Pierfrancesco Listri etc. Una vera e propria produzione impegnativa in tutti i settori della comunicazione che anche la Rai regionale si sognava, ma per la gestione corretta della suddetta produzione, palinsesti compresi, ci volevano altre menti, altre competenze, altra cultura.

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La pubblicità con la bellissima “show-girl” Giosiana Pizzardo “Chi dice la verità prima o poi verrà scoperto” (Oscar Wilde) A questo punto farei una sintesi su queste Televisioni, le prime in Italia a trasmettere via Etere. Ma chi erano questi imprenditori, primi pionieri di un mondo a loro sconosciuto? Mauro Montagni, Mauro Ballini, l’ing. Poli, tutti imprenditori tv toscani, anzi direi un po’ i bottegai dell’etere, tutti senza molti scrupoli quando si trattava di arraffare frequenze, come la corsa all’oro, con l’alibi del pioniere al servizio della cultura che ai posteri sa che verrà ricordato con simpatia e ammirazione. Per forza l’emittenza locale non è mai decollata. Con questi signori, 170


senza competenza mediale, definiti quasi eroi, i “pionieri del passato” come poteva avvenire una crescita seria del settore tivù? Le cose purtroppo stavano diversamente da quello che viene riferito nelle varie interviste rilasciate in “caduta libera” da questi ex-patron dell’etere, ma solo chi ha vissuto a contatto di loro può sapere la verità di come quegli anni siano stati veramente “dorati” solo per queste eminenze grigie dell’etere, la cui vera bravura è stata quella di essersi mossi per primi in un settore ancora sconosciuto, che hanno portato per primi la tivù locale nelle nostre case, che hanno avuto la costanza e l’intuizione, d’accordo, ma che adesso non si atteggino a piccoli eroi del pionierismo, non ostentino i loro cosiddetti sacrifici: per loro è stato un vero e proprio ‘business’, a scapito di altri che invece avevano la vera passione del mestiere che andavano a imparare. Come non parlare dello sfruttamento di chi lavorava in quel settore, dei dipendenti che si sentivano anche rinfacciareper non dire ricattare- sullo stesso luogo di lavoro con frasi come “ti diverti” quindi puoi anche “non essere pagato” oppure “al tuo posto c’è sempre uno che verrebbe gratis!” Ecco quindi, l’iscrizione in massa al sindacato che ci aiutò in maniera determinante specie nell’occasione di formulare le basi di quello che poi fu in seguito il contratto di lavoro delle Emittenti private regionali, tradotto in seguito-con le dovute riforme- come contratto nazionale. Con l’avvento alla direzione di Canale 48 di Gastone De Anna le cose cambiarono, per esempio il mio livello 171


fu portato al 3°: mi chiamò in ufficio proprio il dottore in persona (allora Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana) e congratulandosi per la colonna sonora da me creata per una produzione televisiva riguardante l’operazione a ‘cuore aperto’ su di una bambina effettuata dallo specialista Dr. Azzolina (il quale da parte sua disse che una colonna sonora così non poteva averla fatta che un musicista), mi disse che mi avrebbe passato al terzo livello perché non riteneva giusto che rimanessi al 4° (allora il livello più alto era il 1°,2°,3°... e venivano trascritti all’Enpals con la qualifica di appartenenza. Per non parlare poi di quando gli proposi di andare in Irpinia nel dopo-terremoto, di quanto tribolai per andarci, sia la prima volta nel 1981 che nel 1982 (a spese delle ditte di Gran Bazar di Pisu!) Quando mi trovavo a S. Angelo dei Lombardi (700km circa da Firenze) con i terremotati , nella notte di Natale, mentre Montagni e tutti i VIP di Firenze festeggiavano al Palazzo dei Congressi nella trasmissione in diretta ‘Le stelle di Natale’, distribuendo premi e poesie a poveri e disgraziati di turno, un piccolo giornalista si rifiutò, per ‘problemi tecnici’, - ripeto- si rifiutò di collegarsi telefonicamente con Franco Boldrini da Sant’Angelo dei Lombardi (oltre mille morti per il terremoto). Il sottoscritto accanto aveva il sindaco del paese gemellato con Firenze e l’Assessore alla Sanità della Campania, venuti apposta nel centro storico devastato e sommerso di neve, per un collegamento con la grande e generosa città di Firenze gemellata con la piccola e disgraziata Sant’Angelo. Eravamo nel centro storico disastrato, fra le macerie coperte di neve, ero attorniato da una cinquantina di 172


giovani studenti, tutti coperti con piumini e guanti, tutti desiderosi di poter fare un applauso a Firenze e ringraziare per quello che facevamo. Ma il filo del telefono non arrivava sul palco (come mi confermò Rossella Martini dall’altra parte del telefono (confermandomi così che ‘la gelosia è proprio una 'brutta bestia’); quindi il collegamento non fu possibile effettuarlo, quando invece avrebbe potuto essere realizzato con la più semplice facilità (la semplice ‘volontà’ di stendere una semplice prolunga...!) con la possibilità poi di montare insieme le due registrazioni quella di Firenze con quella di Sant’Angelo che effettuavo dal centro storico distrutto, per andare in onda poi il primo dell’anno 1983! Mi accorgo di essere stato un po’ polemico, ma, credetemi, non ho potuto fare a meno di raccontare questo episodio. Così andarono i fatti, ma il mio lavoro non andò completamente perduto, lo portai a esaminare all'Ordine dei Giornalisti che mi iscrissero all'Ordine della Toscana e inoltre vinse un Premio Giornalistico pubblicato su un bellissimo libro della Motta Editore. Ecco alcune “Miserie e Nobiltà” delle TV private di allora! Irpinia, i giovani, la droga Sant’Angelo dei Lombardi,1982 (dossier televisivo di Franco Boldrini in occasione del dopo-terremoto del 1980 in Irpinia. S. Angelo dei Lombardi fu assegnata come ‘gemellata’ a Firenze. A questo servizio speciale gli è stato riconosciuto il Premio 173


Giornalistico Motta Editore 1986 e pubblicato (la sintesi del testo) sul libro “I giovani e la droga, vittime o colpevoli?”, della Motta Editore) Prologo: immagini assassinio del Generale Dalla Chiesa, sua moglie e la scorta. Droga, mafia, camorra: un problema di carattere nazionale-internazionale; i giovani come protagonisti: dal Piemonte alla Sicilia, tutti i giovani sempre più uniti nella lotta alla criminalità organizzata. Quadro consuntivo del dopo-terremoto in Irpinia: Fatti e fenomeni nuovi emergono con lo stanziamento dei miliardi per la ricostruzione in Irpinia: mafia e prime infiltrazioni della droga in alta Irpinia; inquinazioni nelle istituzioni; interessi occulti e palesi degli speculatori. Intervento sindaco di S. Angelo dei Lombardi, Dr.ssa Rosanna Repole: (...) Ogni parte sociale, ogni cittadino deve affrontare con grande consapevolezza il problema droga e criminalità, specie con l’afflusso dei miliardi per la ricostruzione, si è spalancata contemporaneamente la porta al crimine organizzato. Difendiamo i nostri figli. Siamo in un processo storico aperto a tutti gli sviluppi. Anche la nostra società avrebbe però due armi micidiali da contrapporre al fenomeno droga e criminalità: i giovani stessi, quelli socialmente impegnati e culturalmente più preparati uniti all’informazione divulgativa ‘giusta e tempestiva’ messa a disposizione del cittadino dagli enti pubblici e privati. Intervento Preside scuola Liceo S. Angelo Lombardi Prof. Aldo Marandino: 174


“Fase storica delicatissima che sta attraversando l’alta Irpinia, la partecipazione dei giovani è certamente positiva: essi però chiedono un ruolo anche responsabilizzato e istituzionalmente riconosciuto. Prospettive occupazionali del domani di questi giovani: questa è la parte più drammatica ed è un interrogativo che ritorna in qualsiasi momento. La criminalità organizzata che incorpora e sviluppa il fenomeno droga, va combattuta con maggiore organizzazione, specie l’informazione sociale, continua e costante. 1983, gennaio, manifestazione nazionale a Napoli contro Mafia-Camorra e crimine: più di centomila giovani in piazza venuti da tutta Italia. Preside: “...il consiglio distrettuale scolastico ha commissionato un’indagine su tutto il territorio distrettuale per verificare a che punto l’infiltrazione di canali camorristici collegati con lo spaccio della droga; purtroppo pare esistano molti centri scolastici contaminati. I giovani combattono, si, ma devono essere aiutati dalle istituzioni.” NAPOLI - “...è importante che il dialogo venga portato avanti, che non si facciano più schematizzazioni e discriminizzazioni di qualsiasi genere politico: tutti gli studenti, tutti i giovani di tutte le parti politiche e non, culturali, religiose, devono impegnarsi, inserirsi e lottare ‘uniti’ per programmi con cui combattere costantemente la crimonalità organizzata...” Intervento Dott. Marco Sena, Ass. Reg. Pubblica Istruzione Campania 175


Nell’era dei satelliti, la nostra, con i mezzi di comunicazione sempre più sofisticati e la nuova tecnologia raggiunta da radio, televisione pubblica e privata, stampa etc., possiamo se ‘vogliamo’ accorciare distanze un tempo ritenute incolmabili; possiamo se ‘vogliamo’ creare importanti pinti sociali, culturali, economici. I giovani studenti irpini - : “...una proposta nuova; un nuovo modo di essere amici e di essere impegnati fra i giovani di tutta Italia, tramite videocassette, stampa locale, comunicazioni di ogni tipo per scambi culturali di ogni genere, per tentare di capirci un po' di più e meglio...Una proposta nuova per i giovani di ogni regione d’Italia...” Questi giovani si sono ritrovati la notte di Natale al club ‘Il Dialogo’, nel centro distrutto di Sant’Angelo dei Lombardi: il freddo e la neve non hanno certo spaventato i giovani santangiolesi che hanno ancora una volta sfidato il pericolo di un crollo, ballando a suon di musica moderna, avvolti nei loro piumini... Intervento finale del capo USL Irpinia, Tony Lucido: “...facciamo in modo che questi scambi futuri producano effetti positivi fra i giovani, per combattere tutti insieme, anche se ognuno dal proprio paese o città. Il problema anche della disoccupazione, della forza lavoro, che molto spesso creano un serbatoio dove va ad attingere la criminalità organizzata...” Ecco dunque le parole più adatte di un grande poeta e predicatore inglese: “Nessun uomo è un’isola, intero in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte della terra. Se una zolla viene portata dall’onda del mare, l’Europa ne è diminuita, 176


come se al suo posto fosse stato un promontorio o una magione amica o la tua stessa casa. Ogni morte di uomo mi diminuisce, perché io partecipo dell’umanità; e così non mandare mai a chiedere per chi suona la campana, essa suona per te.” (John Donne,1572-1631) Le toccanti parole di John Donne rimangono immortali naturalmente per tutti i terremoti e disastri intercorsi nel nostro Paese, dai più recenti del Belice in Sicilia del 968, fino ad Amatrice del 2017, passando per il Friuli, Umbria, Marche, Emilia con altri terribili disastri che hanno creato morte, sofferenze e innumerevoli perdite economiche.

. E divento giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine Giornalisti Toscana. 177


Ma torniamo alle televisioni private, vere novità di questo tempo. Dopo l'avvento di Berlusconi arrivano licenziamenti vari a C48, CPT etc, (1986) e dopo un terribile anno senza lavoro avviene il mio importante salto come regista e autore programmi a Rete Mia di Lucca, di Giorgio Mendella, di cui divento anche Direttore di Testata Giornalistica (1988-1992) Inizialmente vengo assunto regolarmente con queste qualifiche: di regista, giornalista, autore programmi Nel 1989: Direttore Testata Giornalistica, responsabile di tutti i programmi sportivi come il Torneo Mondiale Calcio giovanile, Viareggio Coppa Carnevale, Winner’S Cup, esclusiva Inter F.C., Curatore testi - realizzazione documentari “Una finestra sulla Toscana” (via Satellite Eurosat), Curatore programmi sportivi, giornalieri (Sport-Vetrina) e settimanali, quali calcio, ciclismo, tennis, pallavolo, hockey, scherma, ginnastica artistica, paracadutismo, pallacanestro, sci, altri sport minori. Inoltre non solo in Italia, ma tramite il satellite SAT, andiamo in onda in quasi tutta Europa e le mie trasmissioni di Musica e Sport ottengono successi notevoli Sembra però tutto molto strano. Ma chi è questo Giorgio Mendella, l’imbonitore creatore di Rete Mia? Giorgio Mendella è sempre rasato di fresco, gli abiti sono perfettamente stirati, i capelli pettinati, le mani curate; anche i denti, prima trascurati hanno subito un 178


radicale intervento odontoiatrico e anche loro adesso sono smaglianti e tutti al loro posto. Giorgio Mendella è, come si suol dire, un bel ragazzo, piacente, dai modi gentili e discreti; in qualunque parte tu ne venga a contatto, anche al di fuori della televisione, ne rimani piacevolmente conquistato. Mentre sto lavorando e perfezionando un montaggio di una trasmissione televisiva, Giorgio mi si mette accanto e mi osserva in silenzio; colgo il suo sguardo e gli sorrido, lui allora, timidamente, mi chiede spiegazioni, s’interessa al problema e ne partecipa con convinzione, si complimenta con me per la professionalità esercitata e lo scrupolo dimostrato: è la prima volta che ci parliamo e diventiamo subito amici, anche se io non lo cercherò mai per ottenere avanzamenti o simil cose a cui non pensavo affatto; anzi sarà lui - sei mesi dopo circa - a propormi con successo alla direzione della Testata giornalistica di Retemia. Poi mi dirà (allo stadio dei Pini di Viareggio) che sono il suo regista televisivo preferito e che mi affiderà anche la regia della sua prossima candidatura in politica. Ma non farà in tempo. Sembra nato per il successo. Il suo pensiero, le sue idee, i suoi prodotti sono sempre i migliori naturalmente e lo ribadisce nei suoi spazi televisivi. Pochi, credo, possono stargli alla pari: quando parla, lo ascolti, anche se non lo vuoi, lo ascolti anche se non gli credi e alla fine ha vinto lui perché volere o no lo hai ascoltato e lo racconterai. I suoi risparmiatori hanno trasformato Mendella in un idolo. Me ne sono accorto nella prima convention di Viareggio(1988). E in una manciata di mesi è diventato il Messia di quella piccola borghesia che ama e invidia i 179


grandi capitani d’industria. E’ questa la chiave del successo di Giorgio Mendella, figlio di un severo tenente di cavalleria, nato a Monza sotto il segno dei Pesci, due matrimoni con prole. L’ultimo ‘si’ l’ha pronunciato nell’agosto del 1990 quando ha sposato una splendida ragazza di 22 anni originaria della Polonia. Allora era apparentemente allo zenith: stava tentando di acquisire l’Istituto di Credito, il Banco di Tricesimo , cercando di entrare nei salotti buoni della Finanza, ma non aveva le coperture politiche di Berlusconi. Sui muri dello stadio dei Pini di Viareggio, c’erano ancora le scritte “Giorgio, facci sognare”, quando intervenne la Banca d’Italia e i sogni da quel momento furono pieni d’incubi. Prima una denuncia della Consob - che poi dimostrerà tutta la sua incapacità nel gestire leggi e leggine solo di comodo - poi il governo rumeno che smentisce gli accordi commerciali con il gruppo Intermercato. riguardanti terreni e costruzioni-case in Romania con 7 milioni. Anche in questa ultima operazione i ‘traditori’ di Giorgio si sprecano, uniti anche a plateali incapacità dei suoi ‘collaboratori’ come per esempio spedire nel mese di luglio al Titan (enorme super-mercatone di Bucarest) quintali di generi alimentari in camion privi di celle frigorifere, con il risultato di gettare tutto - all’arrivo - nel Mar Nero...! Peccato. Peccato davvero. La Toscana ha perso ancora una volta l’occasione per avere un ‘ponte’ tutto suo di comunicazione con l’Italia televisiva, divisa fra Rai e Fininvest, quando i risultati già cominciavano e intravedersi, specie nello sport e nella musica. Ma l’invidia, l’ingordigia, un po' di malcostume e mancanza 180


di scrupoli dei suoi principali collaboratori, compresa tanta ingenuità e superficialità di Mendella stesso, hanno fatto sì che tutto si trasformasse in una ‘bolla di sapone’ volata e dissolta proprio in quell’etere che lo aveva fatto nascere stella.

Nel 1992 vengono uccisi dalla mafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, a pochi mesi di distanza. Due vite intrecciate, uno stesso destino. Hanno sfidato il mostro più terribile d’Italia. Lo hanno fatto da soli, con le armi della loro intelligenza. Rimango attonito e sconcertato, come milioni di italiani.

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Poi arriviamo al trapianto di CANALE 10 FIRENZE di Mario & Vittorio Cecchi Gori, assunto anche stavolta come regista televisivo, autore programmi, giornalista pubblicista, dal 1993 al 1998. Mi metto al lavoro con entusiasmo e i risultati sono eclatanti, i miei programmi ottengono ancora una volta successo, specie con le regie dell'A.C. Fiorentina e il mio format “Casablanca” Le prime regie sono naturalmente sul cinema, con Luca Speciale, seguono poi altre TX interessanti. Ma ecco un primo elenco: ”Cinema, cinema, che magia”, per Leone d’oro Venezia,(1993) con Luca Speciale ”Ciao, Mario”, nov. 1993, speciale sulla scomparsa di Mario Cecchi Gori “Tutte le partite della Fiorentina”, anno 1993-1994, da Stadio A. Franchi e amichevoli Partita ”diretta intercontinentale Fiorentina-Bolivia”, 1994 via satellite da stadio A. Franchi. Partite “Pallanuoto Rari-Nantes Florentia”, 1993-94 “Birimbao”, Regia in diretta: programma per ragazzi (Rizzoli). “Sportando”, TX sport, ogni sabato, 1995 (con Gianni De Magistris) “L’occhio nel ciclone”, prima serie, 1995, diretta ogni venerdì con M. Sandrelli “Via de’ Malcontenti”, diretta ore 12-13, con Antonello Giacomelli, 1995 “Il Ring dei Tifosi”, (Guetta) dal 1994, con mia sigla “Stadium”, dal 1994 (Santillo-Sandrelli) al maggio 1997, diretta domenicale, 20:30 dalla sede A. C. Fiorentina 182


“Casablanca, album di famiglia delle tivù private & dintorni” (autore format e testi con Rossella Martini e Cristiano Militello

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Listri, Barbara, Rossella Martini, Cristiano Militello, Cinzia Spinelli, Ivano Bini, Stefano Bollani 184


PROLOGO alla trasmissione “Casablanca, album di famiglia delle tivù locali e dintorni” di Franco Boldrini: Il tempo presente è contenuto nel tempo passato. Tutto ciò che ci circonda, tutto ciò che vediamo e tocchiamo, che ci è vicino o che ci appartiene, è contenuto nel ‘tempo passato’, ne è la proiezione. La nostra memoria si ricollega in qualche modo a quel tempo passato e ne contiene anche il futuro... 185


Ogni giorno - in questo stesso tempo - noi stessi siamo gli attori principali di un film, i commedianti eccellenti di un Casablanca, di un film, i commedianti eccellenti di un Casablanca che racchiude amore, odio, razzismo, pietismo, con le perpetue contraddizioni. E la Televisione, questa magica scatola di casa nostra, contiene più di ogni altra cosa al mondo questo “tempo passato-presente”, che scorre attraverso questo strumento magico in una evocazione istantanea. Trasporta noi stessi in un processo fluttuante, un insieme danzante di ricordi, i nostri, di cui proprio questa nostra tivù ne è la magica profezia trainante! Possibile che “nulla me ne avanzi fuorché i ricordi”? I primi ospiti della trasmissione che trattava il tema delle prime nascite delle Tv private, furono questi personaggi storici, con in primis il creatore della Tv via etere Mauro Montagni. Primo Capitolo La nascita della tivù localeMauro Montagni Gino Latilla Francesco Colonna Narciso Parigi Padre Ugolino Vagnuzzi Gabriella Lescai Francesco Matteini Moreno Polidori Cristina Vanni Rockgalileo Irene Thaon de Revel 186


Voglio pubblicare uno stralcio dell'intervista di quella sera fatta da Rossella Martini a Mauro Montagni, il primo imprenditore in assoluto a trasmettere per la prima volta in Italia via Etere da Firenze, una televisione pubblica, “Firenze Libera”, che andò in onda nell'agosto del 1974. È un documento inedito. Eccolo: (Rossella Martini) - “A questo punto io mi reco nella mia postazione e vorrei immediatamente lanciare la nostra prima puntata partendo da una data che è davvero storica: è il 10 agosto 1974 e nasce proprio a Firenze la prima tivù locale via etere che si chiama “Firenze Libera” ed ha come protagonista principale questo signore: Mauro Montagni… ci vuole raccontare sig. Mauro come furono questi storici inizi? M. MONTAGNI: - Si, bisogna però che torni indietro di quattro anni; perché una specie di televisione libera è nata addirittura a Firenze nel 1970, esattamente con i campionati di calcio mondiali del Messico, che noi ditta, volemmo farli vedere a colori a a tutta la città, quando ancora la Rai trasmetteva in bianco e nero; e da lì nacquero tutte le vicissitudini giudiziarie nei miei confronti, con relativa denuncia da parte della Rai perché avevo trasgredito la famosa legge del 1938; subii un sacco di processi fino ad arrivare al 1974 dove venne emessa la prima sentenza della Corte Costituzionale che stabiliva che le televisioni straniere si potevano “ripetere” in Italia ....Allora noi facemmo la provocazione di Firenze Libera - come dire, se uno straniero può trasmettere in Italia i suoi programmi, perché non può trasmetterli anche un italiano?, e questa fu l'idea dell'avv. Federico Federici, oggi scomparso, che appunto disse: “Possibile che un francese possa trasmettere programmi 187


francesi in Italia e un italiano i suoi no? Perché non facciamo una televisione a Firenze...?” - Io a quei tempi ero ancora più intraprendente di ora, accettai subito l'idea e si iniziò... MILITELLO: Montagni, lei è conosciuto come il “Rynold man” del Secchieta,, se non sbaglio... MONTAGNI: Esatto, il Monte Secchieta credo che sia conosciuto sulla cartina geografica per merito mio, perché prima non lo conosceva proprio nessuno. Andammo in Secchieta e su un canale che prima trasmetteva Capodistria, su quella frequenza ci trasferimmo la nostra Firenze Libera, con una trasmissione che fu realizzata proprio con questa telecamera... ROSSELLA: Sì Montagni, e grazie proprio a questa telecamera è nata la prima tivù locale via etere e lei era addirittura l'operatore...! MONTAGNI: Bè, io naturalmente sto meglio dietro la telecamera che davanti, oggi mi trovo davanti ma... anche gli strumenti di cui disponevamo erano limitatissimi, comunque proprio con questa telecamera facemmo le quattro interviste che andarono in onda il 10 agosto 1974; le 4 interviste furono fatte a Luciano Bausi allora sindaco di Firenze, a Lelio Lagorio Presidente della Regione Toscana, a Luigi Tassinari, Presidente della Provincia e Carlo Ludovico Ragghianti in rappresentanza del Comitato di Liberazione, e come intervistatore il Dr. Achille Vuturo con la prima annunciatrice Maria Luisa Sinatti. ROSSELLA: si perché il 10 agosto del 1974 la prima trasmissione sperimentale aveva anche l'annunciatrice! MONTAGNI: Esatto. E volevo precisare - perché credo che molti non lo sappiano - che la nostra televisione si chiama 188


Firenze Libera, su consiglio di Montanelli (proprio in quei giorni usciva il primo numero de “Il Giornale” con Montanelli direttore), perché era il 30° anniversario della liberazione di Firenze dai tedeschi, quindi si chiamò Firenze Libera solo perché coincideva con la data della liberazione di Firenze e non per altri motivi d'antenna, poi è stata mantenuta la parola Libera - nel senso di monopolio ma in quel periodo noi non ci pensavamo proprio: era “Firenze Libera” su consiglio di Montanelli (in quei giorni a Firenze, n.d.a.) MILITELLO: 10 agosto del 1974, bene, bene... io compivo sei anni e anche per mia madre è stata una liberazione!, volevo chiedere al sig. Montagni: lei ha conosciuto anche le patrie galere di Sollicciano o no, perché se non sbaglio lei è stato condannato a un mese e 10 giorni di arresto... MONTAGNI: precisiamo, allora non c'era Sollicciano ma c'erano le Murate e fui condannato a 40 giorni d'arresto, dal Pretore di Pontassieve, ma non per la Firenze Libera, ma per la trasmissione dei campionati del mondo del 1970 che ho accennato prima. Firenze Libera, ripeto, è nata in conseguenza di quella controversia e direi - se mi permettete che l'ha provocata proprio la Rai, perché fu proprio la Rai a denunciarmi alla Magistratura per la famosa trasmissione a colori delle partite di calcio del mondiale '70 del Messico e in funzione di quella denuncia seguirono tutte le altre procedure giudiziarie, fino alla sentenza della Corte Costituzionale che poi mi diede ragione, quindi poi i 40 giorni di arresto mi furono tolti non per buona condotta o altro, ma perché la legge con la quale ero stato condannato in primo grado fu giudicata dalla Corte Costituzionale semplicemente incostituzionale... 189


Poi Rossella dialogando con Cesara Buonamici di Canale 5 dice… ROSSELLA: Cesara ti aspettiamo nei nostri studi prossimamente, grazie ancora, Cesara, e concludiamo questa parentesi con Cesara Buonamici e sentiamo il prossimo documento del 20 settembre 1974 a cui partecipò oltre al qui presente Francesco Colonna, Marco Pannella, G. Carlo Masini del Giornale, Padre Ernesto Balducci, l'On. Odoardo Speranza, un giovanissimo e non ancora onorevole Valdo Spini e poi Lombardi dell'Unità - tutti coordinati sempre da Enzo Tortora... - Enzo Tortora: - Buonasera, la faccia di chi vi parla in questo momento vi compare sui teleschermi italiani dopo circa cinque anni di assenza... qualche cosa quindi è inevitabilmente successo un qualche cosa ve lo dico subito che non si chiama Raitivù perché questo piccolo miracolo televisivo questo fantasma in esilio compare sui teleschermi di una televisione che non è la 190


Raitv... è una stazione fiorentina alla quale sono profondamente grato per questo invito, Firenze Libera... è una data emblematica è il 19 settembre domani spunta il venti e 104 anni fa il nostro paese, salvo errori, accadeva qualche cosa di definitivo, gli storici dicevano mirabile, entravano i Bersaglieri a Porta Pia, si parlava di Libertà finalmente conquistata oltreché di un'Italia Unita... se questa data è stata effettivamente nel corso dei secoli... e questa unità raggiunta e tutte le libertà alle quali si aspirava è proprio in tema al dibattito che abbiamo pensato di affrontare questa sera

…(segue) - Enzo Tortora -: (...) il Giornale Nuovo come dice la testata e ci era necessaria questa intervista vorrei dire che era indispensabile, trasmettendo da Firenze con un mezzo d'informazione alternativa sarebbe stato estremamente grave da parte nostra, aver trascurato un personaggio che è fiorentino e che rappresenta in fatto d'informazione l'alternatività per eccellenza, la rottura vorrei aggiungere per eccellenza... Indro Montanelli che nel Giornale Nuovo è direttore e la nostra prima domanda si rivolge a questo tipo di informazione non tradizionale - televisiva - e non su carta stampata, ma via etere che è alternativa. Montanelli è la dimostrazione mi pare, vivente di come si possa fondare dirigere e farlo navigare solidamente un giornale nuovo in mezzo a difficoltà di ogni tipo...Vogliamo un tuo giudizio, direttore, su queste televisioni diverse, su queste televisioni impossibili... - Indro Montanelli -: - Ma, io penso che il problema vostro, voglio dire di una tivù...indipendente, sia pressapoco identico a quello nostro, cioè quando io ho lanciato l'idea di questo giornale, tutti hanno cominciato a dirmi "ma non c'è spazio, non c'è spazio"...io a questa storia degli spazi non ci ho mai creduto, 191


ed è una cosa anzi che mi fa ridere; io penso che se il prodotto è buono lo spazio se lo trova da sé... e credo che questa regola si possa e si debba applicare anche alla televisione ...si tratta ora di vedere se si otterrà il permesso di queste trasmissioni, diciamo indipendenti, e se queste trasmissioni saranno tali da poter avere un suffragio di pubblico, un appoggio di pubblico che le renda effettivamente indipendenti e vitali.-

La settimana successiva argomento “Radio in Italia” Secondo capitolo, argomento Radio La radio e la tv locale – *Wanda Pasquini, la ”Sora Alvara” de “Il Grillo Canterino” Gianfranco D’Onofrio Riccardo Marasco Pier Francesco Listri Marcello Giannini Vittorio Argento Sandro Nelli Bibi Faller David Guetta Graziano Miai Marco Vigiani Alberto Lorenzini Mario Tenerani Silvano Bianchi Guido Gheri Gigi Santedicola Ma cosa disse Wanda Pasquini in merito al Grillo canterino? Ecco cosa disse alla nostra Rossella Martini… -ROSSELLA: A questo punto colleghiamo appunto il legame che unisce proprio la radio alla nostra tivù locale e vediamo 192


come una trasmissione come I’ grillo canterino, trasmissione radiofonica per eccellenza con grande successo di ascolti nella Firenze fine anni cinquanta e anni sessanta... fu portata in tivù negli anni settanta; Wanda Pasquini... - WANDA PASQUINI: - L’importanza di quella trasmissione fu enorme, anche perché insomma erano le prime volte che facevamo una trasmissione del genere, e Firenze praticamente era come impazzita con questo Grillo canterino; naturalmente vi erano diversi personaggi che rifacevano un poco il modello della persona di tutti i giorni... e quindi ha subito attecchito questo modo di parlare di Firenze... insomma di vederla attraverso gli occhi di tutti e tutti i giorni... - ROSSELLA: - ...Aveva un audience notevole vero?... - PASQUINI: - Si, Firenze alle due (alle 14,00 ...) per le strade era deserta... tutti erano in casa ad ascoltare I’grillo canterino...! - ROSSELLA: - Tutto ciò è bellissimo...per la radio...! - PASQUINI: - Si, è vero, è stata una trasmissione molto seguita ... scritta da autori che conoscevano la gente fiorentina...

Terzo capitolo Lo sport e le tivù locali, nascita e crescitaGiordano Goggioli Raffaello Paloscia Loris Ciullini Massimo Sandrelli Alessandro Fiesoli Giancarlo Antognoni Sandro Nelli Franco Ligas Fabrizio Biondi Fabrizio Borghini 193


Giovanni Serni Quarto capitolo Le televendite e le produzioni localiClaudio Sottili Riccardo Porciani Massimiliano Meucci G.Luca Meucci Gianni Giannini Fernando Capecchi Carmen Saracino Anubi Santino Scarpa Andrea Barbacci Filippo Conti Quinto capitolo Il Telegiornale e i giornalisti nelle tv localiP.F.Listri Gastone De Anna Paolo De Anna Marco Bacci Ottavio Matteini Alberto Severi Domenico Mugnaini Enrica Pellerano Antonello Riccelli Interessante l’intervento del Dott. Gastone De Anna, ex presidente Ordine Giornalisti Toscana… ROSSELLA ; dottor De Anna, lei curava molto, abbiamo detto, l’informazione, però curava anche lo spettacolo e 194


aveva un occhio di riguardo all’evoluzione della medicina anche nel 1978...io ho qui infatti un vecchio palinsesto appunto del 1978 di Canale 48(vedi foto o rifacimento) e vedo per esempio dei titoli come ‘La vista’, un programma del prof. Simonelli , poi il dottor Prosperi per La salute del bambino, Medicina per l’uomo con il prof. Bozza, e poi, soprattutto il 14 agosto del 1978 fu ripresa interamente una operazione al cuore del chirurgo dr.Gaetano Azzolina...(vedi Cd rom)...come riuscì a convincere Azzolina di fare un operazione con in sala operatoria una telecamera...? GASTONE DE ANNA: ...questo fu forse il più bel colpo che noi (C48) abbiamo fatto...molto probabilmente Azzolina, che poi era nostro amico perché ogni tanto veniva anche a trovarci, si era reso conto dell’importanza di Canale 48 e quando io gli chiesi se avesse potuto ammettere una nostra telecamera mentre operava, lui ci dette con piacere l’autorizzazione e operò una bambina a cuore aperto e riuscì una delle trasmissioni più significative e più belle del momento, tenendo conto che poi, quando la trasmettemmo, lui con me in studio, la commentò attimo per attimo...e questa fu una prima dimostrazione dell’importanza che aveva Canale 48 in quel periodo, e noi demmo praticamente un documento inedito, forse in quel momento in tutta Italia

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Sesto capitolo Il pianeta donna nella tivù privata e il cinemaMarco Duradoni Piero Terzi Luca Speciale (ora giornalista a LA 7) Cesara Buonamici Gabriella Simoni Mariolina Cannuli Anna Sciortino Beatrice Bocci Alessandro Ferrari Massimo Muraglia Alessandra Acciai Cinzia Th Torrini 196


Settimo capitolo La violenza nello sport: rapporti con la tv privata e localePaolo Beldì (Regista Rai) Alessio Da Ronch Gianni De Magistris (Nazionale Pallanuoto) Stefano Cioni Otello Lorentini Lucio Cataldo Mario Mazzoni Barbara Scarpettini Jean Paul & Angelique Marco Marchi - Filippo Pucci Ottavo capitolo La comicità nella tivù locale Toscana. Da Benigni a Pieraccioni Giorgio Panariello Novello Novelli Carlo Monni Graziano Salvadori Gaetano Gennai Walter Santillo Massimo Ceccherini Alessandro Paci Tiziana Caserta Claudio Fadda Fernando Capecchi (Vegastar, Pistoia) A proposito di Fernando Capecchi e i comici toscani ecco cosa dissero in trasmissione: 197


IVANO BINI: ...il Cavalier Fernando Capecchi è uno dei re Mida dello spettacolo toscano, la premiata ditta Vega Star 25 anni fa era lui, la sua Lambretta e un pugno di orchestre...un passato ruspante, peraltro mai rinnegato, anzi calzato con orgoglio...oggi Capecchi è come uno di quegli assi di pallone, sempre meglio averlo a fianco che contro... MILITELLO: eh, non male...(applausi) ROSSELLA : ma chi ha scritto tutto questo? CAPECCHI : c’è qualche errore...non era una Lambretta ma una Vespa ed era trent’anni fa... PANARIELLO: sì e ringraziamo Capecchi per aver scritto questo testo (risate) ROSSELLA : Fernando Capecchi, io voglio subito chiederti, Giorgio Panariello dove l’hai incontrato la prima volta...? CAPECCHI: dieci anni fa, nella primavera del 1985, a Bussoladomani di Viareggio... ROSSELLA: e Leonardo Pieraccioni? CAPECCHI: Pieraccioni me lo ha portato Carlo Conti e l’ho comprato a scatola chiusa, per uno spettacolino estivo, che si faceva nell’ ‘86, uno spettacolo per giovani, ma anche Pieraccioni la sua prima serata l’ha fatta a Bussoladomani, e diciamo che li ho visti tutti e due sulla stessa ribalta, li ho potuti ammirare e apprezzare da lì PANARIELLO: si, invece Graziano Salvadori l’hai incontrato sul viale, ti ricordi, e tu lo mettesti sotto con la macchina...(risate) MILITELLO: però è strano che Capecchi abbia comprato a scatola chiusa... CAPECCHI : mah, devo dire che devo dare atto anche a Carlo Conti, che è sempre stato anche lui un buon talent scout e mi ha sempre consigliato bene , specie nel caso di Pieraccioni, comunque un po' tutti voi siete venuti tramite Conti da me, quindi Carlo ha dato modo a me di 198


conoscervi ...vorrei dividere con lui questo merito...riguardo ai tempi della mia ‘Vespa 125’, che poi mi hanno rubato, ricordo che la prima orchestra da me piazzata riscosse 28mila lire e presi 2800 lire di percentuale...un affare: 5 pieni di miscela alla Vespa! MILITELLO : e la prima serata di Panariello, avete pagato voi ...? PANARIELLO: sì gli lasciai la Vespa, anch’io... CAPECCHI: si, Giorgio alle serate arrivava sempre molto presto... PANARIELLO: a volte non arrivavo mai...una volta sbagliai per uno spettacolo, da Ponte a Egola a Ponte a Ema e non arrivai mai... CAPECCHI: una volta lo aspettavo a Brindisi, lo chiamai alle 19.30...era sempre a Marina di Massa e mi disse ‘scusa Fernando, penso di non farcela ad arrivare in tempo...’ (risate)

Nono capitolo La pubblicità: la scuola di “Carosello” e la tivù privata Pino Marchi Vanni Ricottini Nilvio Natali Pier Federico Leone Mario Fabiani Grazia Radicchi Fulvio Janovitz Marcello Janovitz Elisa Pampaloni

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Decimo capitolo La tivù degli anni novanta e quella del 2000: via cavo, satellite, Internet. Franco Cardini (Prof. Univ. Rai, scrittore) Pier Francesco Listri (giornalista, scrittore, prof.) Umberto Benedetto (regista radio) Carlo Fusaro (Prof. Univ. giornalista) Alberto Severi (Rai Tre Toscana, scrittore) Ottavio Matteini (Pres, Ord. Giornalisti Toscana) Gabriele Melani (Avv. studio Vichi) Michel Isler (Dir. Tele37) Marco Cestelli (tecnico satellite) Antonio Parisi (Dir. Rete Mia) Mauro Montagni (imprenditore) Ma in questa puntata è interessante il pensiero del prof. Franco Cardini, che disse: ROSSELLA: Prof. Cardini, il decreto legge sulla parcondicio, così com’è, sicuramente impedisce una corretta informazione, ecco, come dovrebbe essere secondo lei una par-condicio per essere credibile? CARDINI: bàh, adesso io le potrei rispondere in due modi...in un modo diplomatico, molto banale, dicendo che l’informazione televisiva dovrebbe essere compiuta, esaustiva, serena, obiettiva etc...sono tutti bei aggettivi, che corrispondono anche a una verità, che tutti noi spereremmo, come spereremmo di essere tutti giovani, belli, ricchi, fortunati, e naturalmente anche buoni...ma si sa che le cose così non vanno nella realtà...Il problema del decreto sulla par-condicio è che esso parte da un malinteso di fondo, cioè il malinteso consistente nel fatto che quando vi siano delle carenze sul piano della civiltà civile, si può rimediare moltiplicando le leggi, rendendole sempre più dure, sempre più rigorose, sempre più difficili a essere 200


eseguite...e questa è un’antica e un po' pietosa illusione, in realtà quello che manca per stabilire una par-condicio in Rai è, forse, una diffusa volontà al livello di coscienza civica...in pratica i protagonisti di quella che dovrebbe essere la parcondicio non sono molto disposti a portare rispetto ai loro avversari, quindi non c’è da aspettarsi molto, a questo livello, bisognerebbe avere un’informazione televisiva, non che fosse imparziale, perché nessuno di noi è imparziale, ma che fosse più equa nelle intenzioni di fondo, cioè che vi fosse un’attenzione effettiva alle ragioni degli altri e pochissime regole basi...invece si sono fatte infinite regole, regoluzze, regoline, che potrebbero legiferare su tutto, perché si sa bene che non c’è una disposizione di buona fede e credo che a questo livello le contestazioni siano destinate a crescere ma la funzionalità del decreto sia destinata a restare quello che oggi appare, cioè molto modesta per non dire velleitaria...”ROSSELLA: L’avvento del satellite cambierà il modo di fare televisione...? CARDINI: si, io credo che fatalmante lo cambierà e cambierà soprattutto - e bisognerà stare attenti che questo modo non finisca per schiacciare i più deboli , i più deboli tecnologicamente , più deboli economicamente- non solo col satellite, ma c’è tutto un blocco di nuove tecnologie rispetto alle quali noi siamo oggi abbastanza indietro e rispetto alle tecnologie noi saremo sempre fatalmente clienti, almeno per i prossimi anni, delle tecnologie estere, specie del satellite che sta dall’altra parte dell’Atlantico; noi abbiamo la nostra capacità, la nostra inventiva e abbiamo la nostra produzione... ROSSELLA: a questo proposito vorrei ricordare l’Unait, Unione Nazionale attori italiani, ha protestato contro l’acquisto delle fiction straniere, vedi Beverly Hills, Emanuela e così via, però in questi giorni la presidente della 201


Rai Moratti, ha stipulato un accordo proprio per le produzioni, in particolare quelle tivù europee, francesi e tedesche...è un po' una risposta a questa protesta oppure un piano di lavoro ben preciso...

Sono intervenuti artisticamente: Stefano Bollani, pianista jazz (poi diventerà famoso in tutta Europa) Cinzia Spinelli, cantante Barbara Casini, cantante Silvia Querci, cantante, i Gruppi toscani: Bandabardò Rockgalileo Otto’P’Notri EMME Chicago Band (*Guido D'Andrea) Florence Simphonietta Jean Paul & Angelique Poi per il 70° della nascita della A.C. Fiorentina, la grande trasmissione, la più amata dai fiorentini CASABLANCA VIOLA, storia dell’ A.C.Fiorentina, 70 anni di Fiorentin: condotta da Massimo Sandrelli con sigla e regia (“Uno stadio, un giglio, un cuore, musica e testo, Boldrini-Rosati), cantata da Silvia Querci. Interessante è osservare tutti gli ospiti eccezionali delle 6 trasmissioni

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Casablanca Viola n. 1 - 1° trasmissione: anni 1926 al 1950 Prima parte gli anni ’30-‘40 OSPITI IN STUDIO: Menotti Avanzolini, Rigoletto Fantappiè Giordano Goggioli, Luigi Griffanti, Arturo Maffei, Cosimo Polidori, Nicola Ridolfi, Ferruccio Valcareggi schede di Petrone-Pizziolo- (Fantappiè, via Bellini) Marasco canta ‘Firenze’- ‘Solo per te Lucia’ e ‘Porti un bacione a Firenze’(finale tx)Cinzia Spinelli canta ‘Amapola’ e ‘Ma l’amore no’ Silvia Querci canta ‘Summertime’ _____________________________________________ Casablanca Viola n. 2 - e mi ritrovo in mezzo ai campioni del 1955, ospiti che trattano di calcio dal dagli anni 1951 OSPITI IN STUDIO: Sergio Cervato, Menotti Avanzolini, Egisto Pandolfini, Ardico Magnini, Beppe Chiappella, Lando Parenti, Marcello Giannini, Aurelio Prini, Letizia Befani, Leonardo Costagliola, Giuliano Sarti. al telefono dal Brasile Julinho -la telefonata è commovente fino al pianto!Narciso Parigi canta ‘Cuore fiorentino’ e ‘Canzone Viola (inno Fiorentina, di Marcello Nanni-Vinicio) ‘I gatti matti’ cantano ‘Blue suede Shoes’(Presley) e ‘Great balls of fire’ Silvia Querci canta ‘Malafemmena’ (De Curtis) _____________________________________________ 203


Casablanca Viola n. 3 - anni 1956 al 1960 (in onda 6 maggio) OSPITI IN STUDIO: Giuseppe Virgili, Sergio Carpanesi, Alberto Orzan, Romano Romanelli, Sergio Castelletti, Kurt Hamrin, Enrico Albertosi, Loris Ciullini (schede: Hamrin-Albertosi-Farabullini) Miriam Guidelli canta ‘La vie en rose’ (Piaf-Louiguy), ‘Resta cu mmè’ (Modugno) e ‘The man I love’ Silvia Querci canta ‘Il cielo in una stanza’ (Paoli) _____________________________________________ Casablanca Viola n. 4 – anni 1961 al 1970 OSPITI IN STUDIO: Claudio Merlo, Luciano Chiarugi, Beppe Chiappella, Don Desiderio Sozzi, Raffaello Paloscia, Ennio Raveggi, Amarildo al telefono in diretta da Abudabi Schede: Chiarugi-De Sisti + intervento da Roma Scheda Amarildo - intervista Baccani e Righetti. Silvia Querci canta ‘Amor mio’ e ‘Vorrei che fosse amore’ (sigla finale) Mersey Beat cantano ‘Twist and shout’- Marasco canta ‘L’alluvione’, applausi a non finire! _____________________________________________ Casablanca Viola n. 5 - anni dal 1971 al 1980 OSPITI IN STUDIO: Giancarlo Antognoni, Gaetano Barbarisi, Ennio Pellegrini, Mario Mazzoni, Claudio Merlo, Ugolino Ugolini, Egisto Pandolfini, Enrico Martellini, Andrea Orlandini, Maurizio Restelli, Ennio Raveggi, Emanuela Righini 204


schede: Antognoni- intervista F. Franchi. I Califfi cantano in video ‘Così ti amo’ Silvia Querci ‘Grande, grande, grande’ e ‘Insieme’ _____________________________________________ Casablanca Viola n. 6 - anni 1981 al 1990 - 27 maggio, 1997) - ultima trasmissione OSPITI IN STUDIO: Francesco Graziani, Claudio Nassi, Ranieri Pontello, Tito Corsi, Giancarlo Nencioni, Alberto Di Chiara, Mario Ciuffi, Ennio Raveggi, Roberto Galbiati, Alessandro Rialti, Manola Conte, al telefono da Buenos Aires, Daniel Bertoni Schede: Roberto Baggio, Daniel Passarella intervista Italo Allodi e Roberto Baggio intervista Valeria Cecchi Gori intervento Vittorio Cecchi Gori. Silvia Querci canta ‘I migliori anni della nostra vita’ e ‘Non dire niente’ (sigla finale) Aringa & Verdurini canta ‘La testina di vitello’ (Spadaro)- Time 90’ Una trasmissione veramente comica con Giorgio Ariani e Andrea Muzzi è stata “LAVORI FORZATI” di Stefano Silvestri, nell'ottobre 1997. Giorgio Ariani conferma di essere un grande attore e amico indimenticabile, (1941-2016)

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Poi le Nozze di Barbara, la mia bambina nata nel mese di “Così ti amo” 21 Marzo 1968. Il 9 Maggio 1998, si sposa con Leonardo Antonini. Una festa meravigliosa al Casinò Borghese con ospiti speciali come Cristiano Militello, Filippo Grassia e altri.

Barbara e Leonardo al Casinò Borghese di via Ghibellina

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E adesso un piccolo riepilogo e dell'avventura televisiva di Franco Boldrini

analisi-sintesi

Più di vent’ anni son passati ormai, dalla mia prima assunzione in una tivù privata, dalla mia prima avventura nel mondo così precario della tivù locale. Da Canale 48 di Mauro Montagni a Canale 10 di Vittorio Cecchi Gori, passando da Giorgio Mendella di Retemia di Lucca. Ed è stupefacente come – nell’ era duemila - quasi nulla sia cambiato nel modo-maniera di condurre e gestire questo settore della comunicazione. Forse tecnicamente è migliorato un po’ - vorrei ben vedere -, anche se in talune occasioni il privato- pur di risparmiare le centomila lire continua a usare tecniche tipo anni settanta/ottanta! Ma nulla, ripeto nulla è cambiato nei rapporti dei valori umani e professionali tra azienda/datore di lavoro e dipendente, sia tecnico, giornalista o regista: ultima dimostrazione a Canale 10 di Vittorio Cecchi Gori, dove l’arroganza del potere e l’ipocrisia dei portaborse sono sempre bene in evidenza. Tutto dunque è esattamente come venti anni fa, sono solo cambiati alcuni volti. E viene da ‘pensare… Quanti ‘Giganti dell’arroganza’ e quanti ‘Nani della cultura' ho avuto modo di conoscere. Quanti ‘generali’ e ‘colonnelli’ ho incontrato nel mio campo di battaglia, disseminato di ‘morti’, ‘feriti’ e ‘sopravvissuti’ come personaggi usciti da film western d’avventura alla John Wayne. A quanti capitani e direttori di aziende e di testate giornalistiche ho dato loro il ‘buongiorno e buonasera’, alternati anche da scontri verbali e legali: dal furbo Mauro Montagni al faceto Padre Ugolino di C48, 208


dal saggio Gastone De Anna (allora Pres. Ordine Giornalisti Toscana) al severo ma inesperto Sergio Galli de La Nazione, dal simpatico Valentino Giannotti (allora anche Presidente di C48) all’ iracondo Remo Giannelli, fino agli scontri ‘frontali’ col ragionier Alberghini, l’amministratore terribile dei Pontello, allora in auge, che comprarono C48 e poi l’A.C. Fiorentina con Socrates & C., fino all’impopolare vendita di Roberto Baggio alla ‘signora’ Juventus nel maggio del 1990.

Poi venne l’incontro (come regista e come Direttore di Testata giornalistica) con Giorgio Mendella, che si presentò al pubblico italiano con il suo Gruppo Intermercato (e dài col Gruppo!) dai teleschermi di Rete Mia, con sede a Lucca, anche lui con i suoi colonnelli e generali, quasi tutti incompetenti, quali l’Ammiraglio Rossi, il Generale Marco Migli, Capitan Calosi, Caporal Marsala!… La nave naturalmente, era una ‘Fregata’ di parecchie tonnellate di miliardi che per un po' ha retto il 209


mare, ma alla prima vera burrasca è colata a picco, con tutto l'equipaggio! E dire che ne sono stato, oltre che regista, responsabile dello Sport & Musica, anche il direttore responsabile della testata giornalistica! Mi dette il cambio poi il mitico, ma ormai vecchio e superato, Ruggero Orlando. Ma si va avanti. Successivamente incontro Filippo Grassia, Presidente Nazionale dei giornalisti sportivi (USSI), ‘mosca bianca’ per onestà, competenza e rapporti umani nel mondo multimediale, che mi ‘traghetta’ in un altro Gruppo, quello di Cecchi Gori, con a capo Mario Cecchi Gori, già presidente della neo-acquistata Fiorentina di Batistuta. Anche in questo ‘gruppo’ - però dopo la morte di Mario -, arrivano in massa i soliti ‘colonnelli’, ‘generali’ e ‘capitani’, tutti naviganti su ‘portaerei’ tipo Interprise, ben circondate e scortate da veloci ‘Spitfire’, da piccoli ‘incrociatori’ da guerra e successivamente dalle solite ‘Fregate’ che senza la saggia guida di Mario Cecchi Gori, a cui è succeduto l'incauto e piccoso figlio Vittorio, dà inizio ad una inevitabile decadenza non solo per il gruppo, ma anche per il futuro della A.C. Fiorentina e di Firenze. Esautorato anche Grassia che Mario aveva giustamente scelto, con un ‘colpo di stato’ dei vari nani-traditori travestiti da Giganti (dell’arroganza!), ecco arrivare in porto le ‘Fregate’, coi vari Generale Cardini, Ammiraglio Luna, Capitan Sandrelli (unico competente), e, ad ‘interim’ , il terribile Colonnello Luigi Giacumbo, detto il ‘tagliateste’. Tutti alle dipendenze del Grande Re, Vittorio Cecchi Gori, soprannominato, alla Giuseppe Giusti, ‘il novello Re Travicello’, cascato poi in uno stagno 210


di celluloide maleodorante guidato da spavaldi e arroganti cineasti romani. Ho vissuto dunque in questo piccolo mondo multimediale, a volte eclatante, altre volte bastardo, in mezzo a piccole tivù locali di ogni tipo, che hanno gestito anche loro, direttamente o indirettamente, il delitto Moro come gli incidenti di Antognoni, la strage di Bologna ‘80, come la P2; il terremoto dell’Irpinia-Campania come quello dell’Umbria-Marche; l’attentato a Papa Wojtyla e i delitti del ‘mostro’ di Firenze e così via…. Spettacolo, fatti di cronaca, avvenimenti sportivi, culturali che hanno dato lavoro e un senso chi più chi meno, a queste mediocri e ‘travagliate’ tivù locali. Come ho già detto, Miserie e nobiltà delle TV locali. Questa la realtà e la gestione ventennale locale-privata della comunicazione televisiva in Toscana. Infatti anche Rete Mia fallisce, Giorgio Mendella viene arrestato e tutto, Intermercato compreso, finisce, come al solito, in bolle di sapone. Bei tempi quelli dei Califfi.

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…Ma Tutto scorre...

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Qui siamo a Lerici, quella Lerici del ’43, quella della foto sul Castello nel golfo dei Poeti… mia sorella Paola e Vieri, figlio di Rossella, mia nipote

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2000 - 2020

La mia famiglia nel 2000! Arriva il 2000, un secolo con tre zeri ! Quella notte cantavo allo Sporting Club di Cinquale (Viareggio) e per la prima volta canto “Tutto scorre”, un sogno dedicato a colei che nel 1980 scrissi “Sei bellissima”, ma che oggi non c'è più. Il 27 febbraio nasce la mia adorata nipote Désirèe e divento nonno! Il 2000 è un anno strano, con alti e bassi, il 5 Maggio muore Gino Bartali, anni 86 e tutto il mondo del ciclismo è in lutto. Firenze piange il suo campione, vado al suo funerale immerso tra la grande folla sparsa fra la Chiesa gremita e la strada davanti…Ciao Gino, “gli è tutto da rifare”, lo so! 214


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Ma è anche l'anno del mio primo computer PC 510 DX, il computer che cambierà la vita di tutti. Divento “Franco dei Califfi”, e il 2001 ha inizio, ma purtroppo ha inizio a Febbraio con la morte di mia zia Bruna (Tarchi) che praticamente mi fece da mamma fin dagli anni ‘70 quando mi lasciai da mia moglie Carla e andai a vivere con lei. Aveva raggiunto da poco i 90 anni, e ancora una volta il dolore è veramente grande. Ma devo farmene una ragione, ora sono solo in casa e mi devo arrangiare. Il 6 Marzo mi arriva una telefonata da Castelfranco Veneto. E' la giornalista Paola Maiorana di Radio Birikina che mi intervista per la prima volta e così inizia la grande era di Radio Birikina di Roberto Zanella, il vero Premier delle Radio in Veneto e oltre... L'11 settembre è il tragico giorno delle Torri Gemelle di New York distrutte dal terrorismo islamico, l'America e la città di New York che conobbi nel 1961, è colpita al cuore. Sconforto in tutto il mondo civile. Quel giorno muoiono circa 3000 persone a causa dell’attacco ordinato da Osama Bin-Laden leader dell’organizzazione terroristica di matrice islamica Al-Qaeda. Sconforto e preoccupazione in tutto il mondo.

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Una grande fiorentina, Oriana Fallaci, nel suo libro La rabbia e l’orgoglio, scrive: Non chiedere chi ha vinto, non ha vinto nessuno. Non chiedere chi ha perso, non ha perso nessuno. Non chiedere a cosa ha servito, non ha servito a nulla. Fuorché a eliminare 5 mila persone fra i diciotto e i 30 anni.

E così la vita continua, The show must go on …ma che tristezza… Un altro giorno di lutto appare il 30 novembre con la scomparsa del grande George Harrison dei Beatles, divorato da un male incurabile. Il mondo della Musica e oltre piange con la sua “Something, in the way she moves” “Franco dei Califfi” presenta in tutta Italia il suo speciale Recital con la storia dei Califfi e la storia della Musica internazionale del mondo. 217


Con l'organizzazione di Radio BK inizia la mia presenza nei vari Festival Show, Ieri, oggi e sempre, le crociere sulle navi, l'emozione di “Così ti amo” cantato sul Mar Rosso di Sharm Hel Sheik. Spettacoli meravigliosi, pieni di applausi, di abbracci, di vita. Contemporaneamente, nel 2004, debutto col mio primo Musical “Addio Mariù, che parlavi d'amore” al Teatro Le Laudi di Firenze, un omaggio alla scomparsa di Mariù Bacigalupi, avvenuta nel gennaio, moglie di Cesare Andrea Bixio, compositore della celebre “Parlami d’amore Mariù”.

Mariù col marito Cesare Andrea Bixio, che mi ha ispirato il Musical “Addio Mariù che parlavi d’amore” al teatro Le Laudi di Firenze alla presenza dei suoi figli.

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Fino ad arrivare al Musical “Piazza Signoria” al Teatro della Pergola nel Dicembre del 2017. Per questi musical devo fare una particolare lode alla mia scoperta di una bella e speciale ballerina, Prem Mahan, che ha nterpretato sempre in maniera eccelsa, i personaggi di Mariù, di Anna Frank, Esmeralda di Notre Dame e altre performances. Il Teatro Musicale comincia a entrarmi nel sangue e dopo “Addio Mariù, che parlavi d’amore”, procedo nel 2006 con “Eppure quando guardo il cielo”. 219


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Al Teatro Verdi di Firenze, un omaggio ad Anna Frank e dintorni, poi nel 2008 “Così ti amo amore mio”, al Teatro Le Laudi e Teatro Astra di Bassano. Nel 2013 “Quando i ciliegi erano rosa” al Nuovo Teatro Verdi di Montecatini, il Musical della nostra vita, con l’introduzione magica delle Muse Talia, Clio, Euterpe, Erato, Polimnia, Calliope, Tersicore, Urania e Melpomene, interpretate dalle Isidine Parvani Lorenzon, Prem Mahan, Cristina Multinu, Serena Fadda, Carlotta Fratini, Paola Petricella, Irene Unitulli, Camilla Cambi. Al Musical partecipano con simpatia Dino, quello di “Te lo leggo negli occhi” e Giuliano dei Notturni, quello del “Ballo di Simone (Batti in aria le mani)”. I ballerini sono sempre favolosi come quelli del Florence Dance Center, con Dario Salemi, Devrim Soylar, Valentina Mazzanti, Virginia Negrini e la bravissima Maestra Marta Martini. Ma c’è anche un’altra bravissima Maestra, Elisa Bellini, del gruppo Arcoballando con Giulia Reati, Giulia Cellai, Virginia Ragazzini, Valentina Visani. L’attrice Lavinia Parissi interpreta la saggia Musa Talia, che con la frizzante attrice Giusy Landi e l’eclettico attore Gabriele Tiziani, accompagnano questo viaggio musicale assieme alla ballerina solista Marcella Ricci, il super-mimo Stefano Orselli e con le splendide voci di Laura Landi e Laura Gurrado. Naturalmente non manca il Rock’n’Roll, infatti c’è il rocker Max Panconi che fa scatenare i ballerini del Pocker d’Assi Ballet Academy, capitanati dall’ex campione del mondo Giancarlo Sernissi. Poi nella seconda edizione al Teatro Reims si esibiranno anche Carlotta e Mauro Comparini, Patrizia Farsetti, Giulia Pelagatti e la 221


meravigliosa Eleonora Puglia con le sue movenze accattivanti E così arriviamo al 2017 con “Piazza Signoria” al Teatro della Pergola, il Teatro storico fiorentino più prestigioso d'Italia, che ha visto come al solito gli stupendi monologhi di Lavinia Parissi, vera artista di teatro, che ha donato con le sue maestose interpretazioni un grandioso omaggio alla nostra Fiorenza, dal Rinascimento agli anni sessanta. Da sottolineare anche i meravigliosi costumi di Can-Can di Barbara Farina, ammirati e applauditi da un pubblico sempre attento e competente. Grande successo. La bellissima Prem Mahan, interprete eccezionale di Mariù, Anna Frank, Esmeralda di Notre Dame e altre performances di prestigio. Scrivo “Sogno mio d'amore, più sei lontana e più ti amo...” “Il Sole tramontava e disegnò il suo viso”

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Barbara Farina, la nostra stupenda costumista, sempre presente ai nostri spettacoli teatrali, arricchiti dai suoi meravigliosi costumi originali d’epoca, con la sua regia competente e colma di cultura del Costume. I suoi costumi i più belli e i più veri del mondo…

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“Piazza Signoria”, ecco cosa scrive Carla Ceretelli: "Piazza Signoria”, scritto, ideato e diretto da Franco Boldrini dei Califfi, aiuto Regista Francesca Morganti. Musical Maestro! Il musical dei due mondi. Un leggendario viaggio nella bellezza del tempo, dal Rinascimento Fiorentino al rock ‘n’ roll mondiale. Con attori, cantanti danzatori fasciati da sontuosi costumi. Si incontreranno personaggi come Leonardo e Lorenzo il Magnifico, Madonne fiorentine e prestigiose famiglie patrizie quali i Corsini, Torrigiani, Frescobaldi Guicciardini…. La seconda parte sarà dedicata ai tempi moderni, dal can can all’avvento del cinema, con Chaplin, dalle chanteuse 224


della canzone napoletana, allo swing e il charleston degli anni ’20 / ‘30. A seguire incontreremo Spadaro e Lilì Marlene, fra i tanti, fino agli anni della ricostruzione, Piaf, Totò, gli esordi del R’n’R con Elvis. Avanti la chiusura del sipario il coro a bocca chiusa della Butterfly. Infine un messaggio di speranza e di pace con “We are the World” cantato in coro con gli spettatori. Il Rotary Club “Firenze Lorenzo Il Magnifico” ha presentato la Pièce ideata e messa in scena da Franco Boldrini dei Califfi al “Teatro della Pergola”. Musical Maestro, il musical dei due mondi. I palchi si affacciano sulla platea gremita di ospiti, attratti dalla novità della rappresentazione iconografico /musicale nella prestigiosa location della Pergola. Con il patrocinio del Comune di Firenze. In un vecchio palco della Pergola , nel dicembre del 2017, spettacolo di gala, signore in decolletée, discese da una pratica tramvia o una snella macchina da città, in moto o in bicicletta perché in via della Pergola ci si arriva così. Quanta e quanta gente nella sala, c’è tutta Firenze in gran soirée per ascoltare Franco, per ascoltar gli autori audaci e innovatori con i vari protagonisti fra cui svettano le stupende voci delle due cantanti di punta, Silvia Querci e Lavinia Parissi, insieme a quella, ancora giovane, integra e chiara di Franco Boldrini. (Gianmaria Vassallo Steven Tadros Gabriele Tiziani). Una fantasmagorica sceneggiatura, che narra Florentia in tutto il suo splendore dal Rinascimento ai giorni nostri, 225


con sontuosi costumi, “Fiorian Fiorenza in tutti i suoi gran fatti“. Quadri teatrali ricchi, con un copione variegato di cantanti e danzatrici e attori e illusionisti. Uno spettacolo variopinto vivace ma profondo e a tratti, commovente nel ricordo della strage dei Georgofili, strage di mafia, con la scomparsa, fra gli altri, della piccola Nadia Nencioni e la sorellina Caterina di 50 giorni. Lentamente poi il sipario cala, scendono le luci nel foyer. È vuota già la sala e non rimane che la quiete nello sfarzoso teatro storico di Firenze, uno dei più antichi e ricchi di storia di tutta Italia. I proventi della serata saranno destinati al service che il Rotary Club Lorenzo Il Magnifico ha scelto per arricchire il progetto del Rotary International “END POLIO NOW”, finalizzato alla completa eradicazione della polio nel mondo. Carla Ceretelli, dicembre 2017

Georgofili ’93 – le vittime dell’attentato Un doveroso ricordo

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Ma come non citare il messaggio di Buddy Elias (19252015), cugino di Anna Frank, che dopo aver visto il video del Musical “Eppure quando guardo il cielo” da me speditogli in DVD a Basilea dove risiedeva, mi ha scritto queste bellissime parole:

“Mai ho cantato senza gioia”

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E dopo un mio concerto ad Alleghe sulle Dolomiti, sulla mia tastiera mi arriva una lettera… Afra, mia ammiratrice, mi scrive…

…Tanti messaggi mi arrivano e uno bellissimo dalla Spagna…

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Ma i miei Musical vanno avanti, con successo e il Comune di Firenze invia il suo Assessore alla Cultura Eugenio Giani a presentare i miei spettacoli in Teatro, che al Teatro Verdi disse: “Franco Boldrini è una persona straordinaria, che a questa città ha dato molto, sia come singolo artista che come fondatore del complesso i Califfi e come Autore di brani di successo. Ha calcato palcoscenici della musica leggera a livello nazionale e non si è mai ritirato dalla scena, anzi lo abbiamo visto sempre impegnato per Firenze, che si trattasse di Musical, in cui portava tutta la sua esperienza, o che si trattasse di spettacoli di beneficenza che la sua Firenze offriva. Franco c’è sempre. E’ uno dei personaggi di questa Firenze, che sa sempre rinnovarsi e quindi a nome delle Istituzioni che io rappresento, il mio ruolo è questo, io gli dico grazie, perché è davvero uno di noi, un fiorentino vero che ha saputo parlare ben oltre la sua città, suscitando sempre emozioni e successo ovunque si sia presentato” (Eugenio Giani, Assessore alla Cultura Firenze)

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La piccola Benedetta Freschi che interpreta Nada Nencioni con la maestra coreografa Marcella Ricci

Questi anni duemila raccolgono molti successi, sparsi in molti luoghi d'Italia e oltre, come il già citato “Festival Show, Ieri, oggi e sempre”, le crociere sulle stupende navi MSC e Costa nel mondo, da Istanbul a Lisbona, i miei Recital, il mio Teatro Musicale in teatri prestigiosi come il Teatro Verdi di Firenze (2006), Nuovo Teatro Verdi Montecatini (2013), Teatro della Pergola di Firenze (2017).

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Ma questi anni raccolgono anche un mio grande, immenso dolore con la scomparsa del mio grande amore Rossella, la Ross del 1978, quella di “Sei come il mattino”, “quel corpo di seta, risveglia i versi del poeta”, era il 16 Novembre del 2016, ed era Tempo di piangere… Scrivo uno dei cento, mille ricordi e poesie dedicate a Lei, a Ross: “21 Marzo, 1992”, insieme nel Teatro della Pergola… “Nel Teatro, nel buio del primo Atto, Tu accanto a me che sussurri parole che non capisco perché stordito dal calore che emani, dal tuo profumo da me sempre amato, confuso col tuo alito di pesco fiorito, ma sei Tu, Ross, la vera Primavera, sei Tu, mia amata, la più bella immagine di questo Teatro”

Stella stellarum, quanto ti ho amato… 231


Ma “The show must go on” E il Festival Show di Roberto Zanella, il creatore di Radio BK, Bella & Monellla, Sorriso, Gelosa etc “Bella musica vince” il suo storico libro! Riepilogando… Dopo quasi 25 anni di Tv locali, con varie mansioni e per ultime come regista e giornalista, nel 1998 mi dimetto da Canale 10 di Vittorio Cecchi Gori, che poi fallirà clamorosamente fino ad essere arrestato per "banca rotta fraudolenta" (stessa fine di Giorgio Mendella di Rete Mia). Nell'anno 2000, con la composizione di "Tutto scorre", rientro definitivamente nel mondo della Musica e mi propongo da solo come “Franco dei Califfi”. Il basso, una tastiera e un computer con le mie basi. Ma il momento più importante avviene quando il 6 Marzo 2001 vengo intervistato via telefono dalla giornalista Paola Maiorana di Radio Birikina di Castelfranco Veneto. (scomparsa purtroppo nel novembre del 2020)

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Ed entro davvero in un mondo nuovo. Quello del Festival Show di Roberto Zanella. Il Festival Show raccoglie artisti famosi dagli anni sessanta in poi e la formula funziona. Eccome. Lo spettacolo, organizzato al massimo della professionalità e della competenza, incontra ovunque simpatia e grande accoglienza. Da Trieste a Rovigo, da Arzignano ad Asiago, da Sacile a Scorzè, da Udine a Jesolo, da Vicenza a Bibione. In due estati Festival Show con 27 appuntamenti, tappa dopo tappa, raduna circa 200 mila persone. E Franco dei Califfi entra a far parte della "rosa" di artisti anni '60. Si rivela fin da subito una "festa amica", uno spettacolo che mancava in Italia. Festival Show in ogni serata assicura allegria e divertimento. E' per tutte le età, ognuno trova l'occasione e la canzone giusta che ama e ricorda. La carovana comprende sempre anche giovani artisti oltre ai Big, i balletti, i comici e le sorprese che si alternano sul palcoscenico, dove le Radio fanno anche loro spettacolo in ogni piazza, a tu per tu con la gente. Gente che sa trasformare le piazze in un grande ritrovo di tanti amici. Un vero spettacolo, completo, intelligente, unico, ideato e prodotto da Roberto Zanella, patron anche delle Radio di via delle Mimose a Castelfranco. 233


Franco Capovilla, dei Delfini, amico mio che ci hai lasciato

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MAL, amico mio di spettacoli immensi e gioiosi, sempre più bravo, insieme a vari Festival Show e Sharm el Sheick

Qui sopra con Renato dei Profeti, Zanella, Nico dei Gabbiani, GianPieretti, Giuliano dei Notturni, Franco Ghirardello…

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E da buon giornalista riporto notizie e fatti di Franco dei Califfi, con particolari e graditi messaggi... Novembre 2009, Pianobar al Graffiti di S. Martino Lupari (Padova), Vanessa lavora al Bar e mi scrive:

Vanessa

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Fra le cose belle del Festival Show e di Radio Bk, la splendida Amicizia con due Artisti meravigliosi che non si possono dimenticare, Alvio e Elena, stupenda chanteuse… due musicisti veri…qui insieme a Lisbona…

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Nel Febbraio del duemila sedici, sono sul palco storico del Salone delle feste di Sanremo, grazie alla eclettica artista Flower Terry Tedeschi, quel magico palco che vide il Festival della Canzone italiana dal cinquantuno al millenovecento 76. Mi spoglio e mi vesto nel camerino che usò Modugno nel 58…che emozione… Poi il Festival fu trasferito al Teatro Ariston. Grazie Terry…

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Il Musical “Così ti amo, amore mio”, Teatro Le Laudi, Firenze

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Hoara Borselli, bella tra le belle!

Ma il duemilasei è molto importante perché è l’anno del debutto al Teatro Verdi di Firenze con Eppure quando guardo il cielo, titolo ripreso da una frase del Diario di Anna Frank del ’44, pochi giorni prima che venisse deportata ad Auschwitz. Gli artisti sono tanti e come sempre molto bravi, come Lavinia Parissi, che interpretava il Tempo, Alessio Sardelli, Narratore, Marcella Ricci, Gaia Scuderi, la clessidra, Prem Mahan, Mariù, Anna Frank e il Cielo finale, Irene Benoni, la ballerina classica, Anna Sebestyén, Violinista, Elena Prest e Juan Lorenzo, per il Flamenco, Dalia Lauriola, chanteuse, Valentina Rafanelli, solista danza, Ferruccio Bigi, il clown delle bolle di sapone, Isabella Checcucci Lisi, Piera Dalbizi, la Scuola ADS Jazz Club

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Un duetto speciale con mia nipote Désirée, il futuro è suo! Noi siamo l’Universo e l’Universo è dentro di noi. Inafferrabile. 244


15 novembre 2007 Improvvisamente il mio cuore cede, non respiro più come prima, il dottore mi ordina un’urgente ricovero con codice rosso. Pronto Soccorso, Ospedale di Careggi, intervento di Angioplastica nelle mie arterie che così ho descritto: "Quando vedi battere il tuo Cuore su un freddo “monitor” in bianco e nero, vedi accanto anche i tuoi momenti più belli, cari ricordi immortali, come forse vorresti essere tu. Ricordi circondati da piccoli viali-pulsanti di memoria, mentre osservi il sangue, il tuo sangue, scorrere nelle vene, nelle tue vene, che trasportano gioie e dolori, speranze e amori. Quando vedi battere il tuo cuore, “vedi il mondo in un granello di sabbia”, il “cielo in un petalo di rosa”, “l’eternità in un’ora”. E mentre il sangue, il tuo sangue, cerca disperatamente di arrivare al cuore per dargli il suo calore, tu ami come mai, la luce, il mare, il cielo, mentre il ritmo vitale del Cuore, del tuo cuore, è alla base di tutto, musica, suono, armonia. Così estrai fuori da te una forza che non sapevi possedere, la proietti verso il tuo Cuore nudo che batte, maldestramente ma batte. E lo vedo, sempre lì, su quel freddo monitor. Poi smetto di guardare, prendo fiato, sono stanco, tremo dal freddo, strani oggetti frugano insistentemente intorno al mio cuore, viaggiano fra quei viali-arteriosi ostruiti che portano il sangue al cuore, al mio cuore, che mi guarda. Ora è Lui che mi osserva, dall’alto di un monitor sempre più freddo ma perfetto. 245


E si va avanti, a volte le forze mi mancano, mi dicono di respirare velocemente, di tossire, più che posso. Lo faccio, mi riprendo, mentre l'attrezzo si spinge sempre più dentro quelle vene arteriose occluse, bastarde. Si spinge sempre più per far largo al sangue, al tuo sangue che vuole-deve arrivare al cuore, al tuo cuore, che aspetta fiducioso, sicuro che non lo tradirai mai più, mentre ti guarda sempre da quella finestra sul mondo. E sospiro stanco e chiudo gli occhi, cerco di riposarmi, mi appoggio ancora al mio respiro, faticosamente ma con fermezza lo spingo al cuore, al mio cuore che sempre mi guarda. Adesso sembra sorridermi. E' tutto finito. La Paura bussò alla mia porta, la Speranza andò ad aprire: non c’era nessuno. (Franco) Ma molto presto torno al mio Teatro, alla mia Musica, alla mia Vita ! Un bellissimo Musical mi aspetta nel 2008, a Firenze e a Bassano Ma al Teatro Le Laudi di Firenze chi c’era? Il Gruppo di ballo era quello del Tris d’Assi di Arezzo con Antonello Lanzi, Simona Ciccarelli, Simona Dini, Linda Barbagli. Poi c’era Marcella Ricci, la piccola Benedetta Freschi che interpretava Nadia, la bambina rimasta uccisa nell’attentato di via Georgofili a Firenze nel 1993, Elena Sarti cantante, Piero Barbetti batterista dei vecchi tempi 246


E chi c'era invece al Teatro Astra di Bassano nel 2008 ? C’era il Dancing International Bassano di Patrizia Lini con gli stupendi ballerini Claudia Nicolussi, Arduino Bertoncello, Giada Lini, Alberto Faccio, Marco Ventrella, Greta Gasparotto, uno più bravo dell’altro e tanti altri…

Giada, quando la danza si fa Bellezza e Poesia! Giada Lini…

Ma anche stavolta, come sempre, Tutto scorre... Il mondo del Festival Show di Roberto Zanella è un mondo meraviglioso, particolare, suggestivo, pieno di vita, con artisti mai dimenticati, con giovani in gara per il domani. Si avverte sempre un’atmosfera di gioia, di amicizia, di voglia di vivere nella cultura dello spettacolo. Ecco, Radio BK con Zanella ha creato tutto questo. E Franco dei Califfi gli dedica un Pensiero. 247


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Come il Tempo passa lo dimostra mia nipote Désirée con tutta la sua bellezza…

‘A cchiù bella ‘e tutt’e belle nun è maje cchiù bella ‘e te… 249


E come tutte le più belle cose anche il mio Libro termina naturalmente con la mia “Tutto scorre”, dove l'Amore sogna! “As time goes by”! Tutto scorre intorno a noi, ciao amore, come stai ?… Festa grande, tutti in fila, io poi ti bacio, è l’alba del duemila…! Anche il mare è qui con noi, c’è poesia negli occhi tuoi; passa il tempo e tutto scorre, Tu la Regina ancora dentro la mia torre…! Quanto ho amato, riso e pianto, ma stasera amore io canto… canto Te e si ferma il tempo, ti bacio ancora e ancora ti amo tanto! Tutto scorre, “As time goes by! come l’acqua, come noi, grideremo ancora al mare come ci amiamo e insieme ancora camminare… Quanto ho amato, riso e pianto, ma stasera amore io canto… canto Te e si ferma il mondo, balliamo ancora, amore, balliamo fino in fondo ! Tutto scorre, “As time goes by”… come l’acqua, come noi… 250


Grideremo ancora al mare come ci amiamo e insieme ancora camminare E così termina questa meravigliosa avventura scritta, narrata, a volte anche sceneggiata, della mia vita! Un magico viaggio che parte dagli anni '50 fino ad arrivare ai palcoscenici in Piazze e Teatri degli anni 2000… Un viaggio meraviglioso, che descrive anche tutto quello che ho raccolto con la mia voce, con il mio canto, fra la gente di ogni età, fra gli applausi, le strette di mano, le foto, gli abbracci, i baci, occhi che brillavano di gioia e commozione: questa è stata la mia gente, la mia vera gente che ha arricchito in modo straordinario la mia anima. Nella mia vita ho percorso dal Castello di Lerici nel Golfo dei Poeti, come ho scritto all'inizio della mia avventura letteraria, fino al Teatro della Pergola di Firenze, ho percorso - dicevo - grandi strade, ma anche stretti e difficili sentieri che attraversavano boschi complicati e scalato ripide montagne rocciose, mentre limpidi torrenti e ruscelli di vetro, cercavano e si univano ai fiumi, che perpetuamente e con buonsenso, si uniscono sempre al Mare. Dunque possiamo adesso ben dire “Quanto ho amato, riso e pianto”, e vorrei terminare il mio racconto con le parole straordinarie -da me sempre amate- di un gigante della Letteratura, Lev Tolstoj: “Torneranno mai più quella freschezza, quella spensieratezza, quel bisogno d’amare e quella potenza di fede, che si possiedono nell’infanzia? 251


Quale età può essere migliore di quella in cui le due più belle virtù, l’innocente allegrezza e l’inesauribile bisogno d’amare, erano le forze propulsive della vita...? Dove trovare quelle ardenti preghiere...? Dove il migliore dei doni...? Quelle pure lacrime d’intenerimento: accorreva a volo l’angelo consolatore, con un sorriso tergeva le lacrime... Possibile dunque che la vita m’abbia lasciato così gravi tracce nel cuore da avere per sempre allontanato da me quelle lacrime e quelle estasi...? Possibile che nulla me ne avanzi, fuorché i ricordi...? ( Lev Tolstoj, “Infanzia, adolescenza, giovinezza”. )

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Due grandi amici di Piteccio (Pistoia), che gestivano il Service dei Califfi

Gino Menicucci Grande amico mio dei tempi migliori Grande Arbitro internazionale

2 novembre 2020 Addio Stefano, compagno di grandi avventure musicali…

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FINE TUTTOSCORRE, Franco Boldrini dei Califfi Firenze gennaio 2020

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APPENDICE SPECIALE Credevo di aver terminato invece arriva in tutto il mondo il coronavirus e la Vita di tutti viene completamente sconvolta...

Sì, credevo di aver terminato questa meravigliosa avventura nel gennaio del 2020. Ma poi nel febbraiomarzo è apparso nel mondo un maledetto virus, portatore di morte, paura e sofferenza. Una cosa sola mi è abbastanza chiara: la saggezza nel tempo di tragiche crisi, spinge a un ritorno alla propria interiorità, che sembra essere il più potente farmaco 256


contro i virus di paure, stupidaggini, cattiverie, invidie, egoismi, ma suggella anche molte solidarietà. In questi giorni, diciamo e scriviamo spesso che dopo il coronavirus niente sarà più lo stesso; tutto sta cambiando: relazioni, politica, economia, religioni, Europa, globalizzazione. Ed è terribilmente vero. Ma non è assolutamente automatico, né che il cambio sarà positivo o che impareremo dagli errori commessi nel presente e nel passato. E la storia è maestra solo per chi diventa cosciente che il male dentro di noi sopravvive anche ai peggiori virus. E convive anche bene con i peggiori virus. Le crisi svelano il meglio di una comunità nazionale: si pensi oggi al sacrificio di medici, infermieri, operatori sanitari, membri delle istituzioni pubbliche, forze dell’ordine, protezione civile, operai, semplici cittadine e cittadini che contribuiscono come e dove possono. Ma le crisi svelano anche il peggio di noi stessi e della nostra società. Si pensi agli sciacalli di questi giorni: sciacalli politici che approfittano della disgrazia per fare i bulli in Tv e carpire consensi, promettono collaborazione e dieci minuti dopo dicono il contrario oppure sono sempre in Tv a lamentarsi, invece di fare il proprio dovere; sciacalli mediatici che diffondo idiozie e falsità; sciacalli economici che incrementano affari sulla pelle dei cittadini (dalle mascherine alle attrezzature sanitarie) o speculano in borsa; sciacalli che diseducano con atteggiamenti riprovevoli; sciacalli religiosi che predicano eresie e stupidaggini su presunte punizioni divine e apocalisse alle porte oppure diffondono devozionismi deleteri on line. La lista potrebbe continuare. Non è il caso. 257


Il cambio di mentalità, la metanoia è una rude fatica: intender non la può chi non la prova, direbbe il Poeta parlando in un’altra fatica che è l’amore. Il nuovo mondo, dopo il coronavirus, nasce non domani, ma oggi. Ognuno attinga alla tradizione che gli appartiene, sia classica o ebraica o cristiana, e troverà, in sagge letture e lunghi silenzi, tanta pace e tanta forza. Mai come ora in questa crisi, siamo chiamati non ad imporre ad altri posizioni culturali o religiose, ma a condividerle. Ognuno ha i suoi maestri di vita che la Costituzione ci ha consegnato e insegnato; nella misura in cui ci rendono meno sciacalli. E più umani, #andratuttobene, si urla, ma solo se imbocchiamo questa strada. A Novembre c’è la seconda ondata della pandemia ed è ancora più terribile. Si può davvero paragonarla alla guerra: Anche la parola coprifuoco rievoca i racconti dei nostri padri, nonni, compreso i miei. Questo virus è come un cecchino, che può coglierti ovunque e senza preavviso. E non per tutti è uguale, è un terribile nemico invisibile che s’insinua nell’organismo umano e colpisce ogni volta organi sempre più diversi. E tu puoi solo coprirti il volto, lavarti le mani, tenere una distanza sicurezza. Sarà un Natale molto difficile. Ma purtroppo non finisce qui. Nel Febbraio del prossimo anno iniziano i vaccini e solo loro potranno farci tornare alla vita di un tempo, alla normalità di vivere e alla serenità.

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RINGRAZIAMENTI Mi è doveroso ringraziare i collaboratori e compagni di viaggio di questa avventura e cioè Marco Bracci, in primis, Roberto e Andrea Zanella, Carla Ceretelli, Flower Terry Tedeschi, Prem Mahan, Elena Tagliaferri.

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Affido a te, Désy, nipote mia, questo mio libro e ai figli dei tuoi figli

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