Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Corso di Progettazione dell’Architettura
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
TESI DI LAUREA TRIENNALE Melotti Dalila - matr. 901240 Jacopo Vitali - matr. 900545
RELATORE Prof. Vincenzo Gaglio
24 Settembre 2020 Anno Accademico 2019-2020
INDICE
1.0
INTRODUZIONE 1.1 - Sostenibilità e ambiente urbano 1.2 - Dal Rapporto Brundland all’Agenda 21 1.3 - La corsa europea alle sperimentazioni urbane sostenibili: gli Eco-quartieri 1.4 - Tendenze recenti: non solo Città Eco ma anche Smart 1.5 - Uno sguardo al futuro
2.0
MISURARE LA SOSTENIBILITÀ 2.1 - Indicatori della sostenibilità e classificazioni eco 2.2 - La confusa risposta europea e la proposta di Ecolabel 2.3 - Enviromental Management and Aufit Scheme (EMAS) 2.4 - Eupean Green Index 2.5 - Analisi e riflessioni sui parametri dell’European Green Index
2
INDICE
3.0
CASI STUDIO 3.1 - Criteri di selezione 3.2 - Indicatori di sostenibilità adottati 3.3 - Copenhagen: Orestad 3.4 - Friburgo: Rieselfeld 3.5 - Malmo: BO01 3.6 - Londra: BedZed 3.7 - Madrid: Ecobulevard
4.0
LA SOSTENIBILITÀ URBANA TRA PRESENTE E PASSATO 4.1 - Comparazione analitica dei casi studio 4.2 - Analogie tra passato e presente 4.2.1 - La città razionalista: l’importanza dell’asse eliotermico e delle reti di trasporto 4.2.2 - Milano verde: la proposta urbana dei razionalisti italiani - La città Giardino: il decentramento come strumento per una vita più salubre 4.2.3 4.2.4 - Il Garden Suburbs: l’unità di vicinato a Radburn 4.3 - Riflessioni sui casi presentati
3
INDICE
5.0
VERSO UN POSSIBILE DECALOGO PER LA PROGETTAZIONE SOSTENIBILE 5.1 - Ambiente 5.2 - Risorse 5.3 - Trasporti 5.4 - Economia
6.0
CONCLUSIONI 6.1 - Quale città per il futuro?
4
ABSTRACT L’utilizzo sempre più pervasivo del termine “Sostenibilità” e il massiccio riferimento a stili di vita e pratiche di progetto “Sostenibili” ed “Ecologiche” influenzano sempre più l’immaginario, i comportamenti collettivi, e le discipline specialistiche legate al progetto di luoghi. A partire da questa considerazione è stato condotto un approfondimento, supportato da un’indagine sullo stato dell’arte, sugli indicatori e da una raccolta di casi studio significativi. Si tratta di una ricerca tesa a rintracciare le etimologie, la genesi dei processi e delle pratiche che hanno portato alla diffusione di approcci “Sostenibili” al progetto in generale, e al progetto urbano in particolare (in riferimento sia alla costruzione di nuovi comparti che al recupero di organismi esistenti). Dopo aver riconosciuto, negli interventi analizzati, alcuni caratteri ricorrenti, si è voluto procedere a un confronto con altre realizzazioni o progetti significativi della tradizione e della modernità per rintracciare eventuali invarianti di lungo periodo e per metterne in evidenza le innovazioni, le potenzialità e le possibili azioni di progetto che potrebbero avere ricadute positive sul progetto urbano.
5
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
1.0 INTRODUZIONE
2008
1992
1987
2000
1990
6
2020?
1.1 - Sostenibilità e ambiente urbano
L’
avvio del nuovo millennio è stato sempre
Una ricerca all’interno dell’Enciclopedia Treccani
più caratterizzato dalla diffusione del ter-
può in parte rispondere a tale interrogativo, intrec-
mine “Sostenibilità”, e dalla diffusione di
ciando l’etimologia della parola sopracitata con il
una nuova sensibilità ecologica. Ciò tra dibattiti,
concetto di “Sviluppo”:
buoni propositi e sterili eventi mediatici che non sempre si sono concretizzati in buone pratiche.
Sostenibilità –> Sviluppo sostenibile: (...) una pre-
Certamente le sfide poste sono di ampia portata
cisa definizione del termine, riconosciuta a livello
e coinvolgono la scala globale, per questo si è vo-
internazionale (...) in cui si definisce sostenibile lo
luto indagare sul significato e sull’uso del termine
sviluppo idoneo a soddisfare le necessità della ge-
Sostenibilità.
nerazione presente senza compromettere la capacità di quelle future di rispondere alle loro. Sostenibilità –> Sviluppo sostenibile: Espressione entrata nel linguaggio dei mass media, dei politici, delle imprese e del pubblico, assumendo significati in parte diversi, anche per l’uso inappropriato che ne è stato fatto, per proprio tornaconto (greenwashing), da parte di politici e imprese. Dichiarando di ispirare le proprie scelte alla sostenibilità, si acquisiscono meriti agli occhi dell’opinione pubblica che inizia a percepire la serietà dei problemi dello s. economico (…).
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Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
La sostanziale differenza che si può cogliere ri-
Per cercare dunque come quest’ultime si siano
siede nel “fine” del termine e nel contesto in cui
interfacciate con la tematica della Sostenibilità, è
viene utilizzato: nel primo caso è riferito ad una
necessario analizzare i principali avvenimenti che
progressiva attenzione ad una questione ambien-
hanno reso “famoso” questo termine.
tale, mentre nel secondo caso più ad una “tendenza” che si è affermata nel tempo per promuovere e giustificare, a modi spot, scelte in ambito politico-finanziario. Ad ogni modo per comprendere come l’ambiente
2%
15%
60%
1800
1900
2020
urbano, nostro focus di ricerca, sia saldamente collegato alla “Sostenibilità” è necessario partire da una fondamentale constatazione: nel 1800, solo 2 persone su 100 vivevano in città; agli inizi del XX secolo 15 su 100; oggi, nel XXI secolo, più della metà della popolazione globale vive in un ambiente urbano. Si sempre più delineato dunque un mondo Popolazione a livello mondiale risiedente nelle città
che potremmo definire “spigoloso”1, ai cui vertici si trovano questi catalizzatori di talenti, imprese, ricchezze e innovazioni e la cui loro espansione ed inurbamento è ancora in forte sviluppo. Le città sono sempre più luogo di consumo e produzione di materiali inquinanti ed è imperativo far sì che diventino ambasciatrici di soluzioni in ambito ecologico, per far fronte alle criticità dei cambiamenti climatici.
1. Paul Knox (2015), Atlante delle città, Hoepli, “Prefazione” (p.8) di Richard Florida
8
Capitolo 1.0 introduzione
1.2 - Dal Rapporto Brundtland all’Agenda 21
I
l termine Sostenibilità, o per meglio dire Sviluppo Sostenibile, entra effettivamente per la prima volta nel “vocabolario mon-
diale” nel 1987, come soggetto del Rapporto Brundtland, una relazione frutto di una conferenza internazionale all’interno della quale vengono accesi i riflettori su questioni di carattere ambientale. La tutela del pianeta e delle sue risorse sono i cardini del dibattito che si conclude con una particolare e sorprendente presa di posizione: per la prima volta nell’era moderna, al di fuori di conflit-
Gro Harlem Brundtland, primo ministro di Norvegia, durante lo storico discorso del 19 ottobre 1987 all’assemblea generale delle Nazioni Unite per l’ambiente e lo sviluppo (Fonte: UN Photo)
ti bellici, vengono richieste limitazioni sull’agire umano contemporaneo al fine di garantire, anche alle generazioni future, le medesime possibilità di vita e progresso. All’interno del Rapporto Brundtland2 è possibile
•
Tutela degli ecosistemi e della loro biodiversità
•
Riproducibilità delle risorse naturali e la loro
identificare alcune linee guida delle linee guida su
ridistribuzione equilibrata evitando di allarga-
cui porre l’attenzione, prima tra tutte, la necessità
re il divario tra diversi paesi, concentrando e/o trasferendo risorse da un luogo ad un altro
di revisionare le modalità di crescita economica •
garantendo: •
L’efficientamento dei processi produttivi ed
equilibrio tra presenza umana e disponibilità
energetici, con l’obiettivo di reimmettere e riu-
di risorse in un determinato territorio
tilizzare risorse riciclate nel mercato •
2. Generalmente conosciuto con questo termine, si fa riferimento al rapporto “Our Commmon Future”, frutto della World Commission Environment and Development, commissione internazionale formatasi nel 1983 e presieduta dal ministro norvegese Gro Harlem Brundtland (dal quale si è preso il nome).
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L’impiego di energie rinnovabili
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
Dato’ Seri Dr. Mahathir Mohamad, Primo Ministro della Malesia il 13 giugno 1992 all’assemblea generale delle Nazioni Unite per l’ambiente e lo sviluppo di Rio de Janeiro, Brasile (Fonte: UN Photo).
Il principale elemento che emerge dalla confe-
Si tratta di un tentativo di definire una visione uni-
renza interessa il concetto di Sviluppo Sotenibile,
taria che i vari Stati Membri possano seguire per
secondo il quale è fondamentale instaurare una
disciplinare uno dei settori - quello urbano - che
relazione tra vari ambiti e contesti - sociale, eco-
dal Secondo dopoguerra ha conosciuto uno svilup-
nomico ed ambientale - che richiede e comporta
po mai vissuto prima, raggiungendo e superando
uno sguardo univoco, un progresso generalizzato
costruzioni e ampliamenti prodotti in circa duemi-
su tutti i fronti, precludendone da quel momento in
la anni di storia in meno di mezzo secolo. L’obietti-
poi, una compartimentazione stagna.
vo principale posto all’interno del Libro verde è di
In ambito urbano, nostro protagonista, la Sostenibilità irrompe attorno agli anni 90. Con il Libro verde sull’ambiente urbano, una relazione redatta dalla Comunità Europea, all’interno della quale vengono forniti una serie di orientamenti volti ad un miglioramento sostenibile dell’ambiente costruito cittadino o metropolitano che sia.
10
agire sin dalle primarie fasi di pianificazione del territorio, con un’attenta valutazione delle strategie da perseguire; in tal modo verrebbe arginato il fenomeno della crescita disordinata dell’urbanizzazione che ha connotato il periodo del boom economico-industriale a metà del secolo scorso – con conseguenze ancora oggi diffuse - correlando ai
Capitolo 1.0 introduzione
piani di sviluppo urbano particolari studi in merito al trasporto pubblico, tutela del patrimonio storico, valorizzazione dell’ambiente e della qualità della vita in ambito cittadino. Negli anni a venire l’argomento Sostenibilità è stato ripreso in un altrettanto importante trattato: L’Agenda 21, un documento programmatico frutto della conferenza internazionale di Rio de Janeiro del ’92. Firmato da più di 170 nazioni, al suo interno vengono sanciti dei provvedimenti in ambito ambientale più incisivi rispetto alle indicazioni del precedente Rapporto Brundtland, con delle obbligazioni quali ad esempio: la riduzione del consumo di risorse – prima tra tutte il suolo - il reimpiego
Una vista generale dei leader mondiali che si incontrano durante il Summit della conferenza.
di scarti di lavorazione e rifiuti nei processi produttivi, l’approvvigionamento energetico tramite sfruttamento di risorse rinnovabili (…), che i firmatari si impegnavano a rispettare negli anni a venire Questa ulteriore spinta, accomunata dalla crescente diffusione di una consapevolezza popolare sulla ripercussione di eventi o scelte del presente sul futuro, oltre che una “corsa all’ecologia” per aggiudicarsi una posizione sul palcoscenico mondiale, hanno portato alla realizzazione di alcune sperimentazioni innovative nella costruzione di veri e propri quartieri gioiello che hanno reso l’Europa, la protagonista della sostenibilità.
United Nations Conference on Environment and Development (UNCED). I funzionari della conferenza prendono parte a una cerimonia di piantagione di alberi in occasione della Giornata della Terra. (Fonte: UN Photo)
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Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
1.3 - La corsa europea alle sperimentazioni urbane sostenibili: gli Ecoquartieri
I
nuovi quartieri influenzati dalla scia “so-
La scala del progetto non era più da rapportare
stenibile”, anche a distanza di anni gli uni
solo agli edifici confinanti e nemmeno al quartiere
dagli altri, vennero tutti accomunati dal
in cui quest’ultimo si trovava inserito o aggiunto; lo
prefisso “eco”, in virtù dell’attenzione con cui la
sguardo doveva coinvolgere tutto il contesto locale
progettazione andava ad intervenire sul territorio,
(cittadino), regionale, nazionale e perché no, an-
rispettando e rispondendo alle questioni ambien-
che internazionale. Tramite una collaborazione tra
tali poste dai vari rapporti internazionali, propo-
vari Stati infatti si sarebbe potuto garantire un’ef-
nendo in particolar modo attenzione:
fettiva efficacia alle iniziative proposte all’interno
•
nel campo del contenimento dei consumi
dei vari trattati-rapporti internazionali (Rapporto
energetici
Brundtland, Libro verde (...) o Agenda 21…).
•
nella modalità di approvvigionamento delle risorse da fonti rinnovabili
•
nella considerazione del ciclo vita di materiali da costruzione, nei materiali di scarto o rifiuto
•
nella gestione delle acque (meteoriche o reflue)
•
nell’impiego di ampie superfici a verde per garantire spazi di convivialità permeabili e dall’elevato pregio ambientale.
Trascinate o meno dall’enfasi del momento, queste sperimentazioni hanno dato una svolta non solo
Ecolonia, uno dei primi eco quartieri costruiti in Europa. È situato nel comune olandese di Alphen aan den Rijn. (Fonte: GerwenArchitecten - www.patm.home.xs4all.nl/ GERWEN.ARCHITECT/--Ecolonia.I.Alphen)
alle procedure costruttive ma in particolar modo alla metodologia e al pensiero alla base della progettazione, ponendo di fronte alla realtà il mondo urbano e più in generale l’edilizia.
12
Capitolo 1.0 introduzione
1.4 - Tendenze recenti: non solo città Eco ma anche Smart
S
ebbene il clima europeo sembra sia stato
È in quest’ottica che subentra la progettazione so-
e sia tutt’ora più che propositivo, proble-
stenibile che richiede differenti scale di approfon-
mi e criticità non sono pochi.
dimento: da una vision urbana al singolo arredo o dettaglio tecnologico. È imperativo influenzare
In tutte le città aderenti al Patto dei Sindaci, una
sin dai piccoli gesti le abitudini quotidiane del cit-
media di uno su tre residenti si reca al lavoro, utiliz-
tadino, rendendo lo stile di vita collettivo il meno
zando mezzi privati, contribuendo all’aumento del-
impattante possibile, contribuendo al contempo
le emissioni di CO2 e all’inquinamento atmosferico
ad un aumento della qualità di vita. Così come in
generale. La percentuale media di energia rinno-
un motore è necessario che per un efficiente fun-
vabile consumata è solo del 7,3%, molto lontana
zionamento tutti gli ingranaggi si incastrino e la-
dall’obiettivo dichiarato dell’UE di portare questa
vorino all’unisono, partire dal coinvolgere il singolo
percentuale al 20% entro il 2020, e ancora più uto-
individuo è un processo lungo ma fondamentale al
pica al 30% entro il 2030. Quasi un litro di acqua su
fine di ottenere un effetto più efficace e duraturo,
quattro consumata dalle città viene perso e meno
oltre che a provocare una “contaminazione” a ca-
di un quinto dei rifiuti complessivi è attualmente
tena dapprima tra gli stessi concittadini, a livello
riciclato3. Inoltre, incoraggiare e coinvolgere at-
locale, successivamente tra città e città, e così via
tivamente la popolazione con un cambiamento
allargando l’influenza a livello regionale e nazio-
comportamentale di utilità ambientale, non è una
nale.
questione semplice: le città spesso hanno poca influenza e fondi per indurre cittadini, aziende o
È necessario pensare che le città del futuro non
altri livelli di governo, a modificare le loro azioni
solo si fermino al concetto di eco, ma che si ado-
o politiche.
perino al fine di diventare sempre più propositive e intelligenti: le città del domani si potrebbero qui battezzare con il termine di Eco-Smart City - città dove la velocità di diffusione e reperimento delle informazioni sono il cardine per un coinvolgimento attivo della popolazione.
3. Fonte: Sustainable development goals
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Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
Si tratta dunque di un’inversione di tendenza che ribalta completamente il modus operandi e il ruolo del cittadino, che da soggetto passivo, destinatario finale di un’utenza, diventa il fulcro dell’innovazione. “Le città intelligenti forniscono ai residenti informazioni e risorse che migliorano la loro qualità della vita”4; un semplice e banale esempio di
Avviso riguardante la circolazione della linea metropolitana 2 inviato da ATM (Azienda Trasporti Milanesi) tramite il social “Twitter” per informare di un problema tecnico sulla linea.
quanto questo sia importante lo si può registrare anche oggi giorno nell’utilità che il singolo automobilista ha nel condividere la sua posizione e stato,
Un ulteriore spinta in questa direzione, è la possibi-
durante il viaggio per poter offrire in tempo reale
lità offerta dalle varie tipologie di “sharing” - bici-
la situazione del traffico, oppure la disponibilità di
clette, monopattini, motorini, macchine - che nella
aree di sosta libere ecc.
maggior parte dei casi impiegano veicoli elettrici
Un rapido scambio di informazione può muta-
o a basso impatto ambientale e che permettono
re quelle che sono le abitudini o le possibilità di
un rapido interscambio con altre metodologie di
azione del singolo individuo nelle scelte quotidia-
trasporto.
ne, facendo propendere per una opzione oppure un’altra in tempi molto ristretti: si pensi ad esempio all’aggiornamento in tempo reale dell’attesa per bus, metro, treni o della congestione del traffico, informazioni che possono far tendere il cittadino a scegliere di utilizzare una differente modalità di spostamento al fine di impiegare al meglio il proprio tempo.
Alcuni brand di “sharing” diffusi a Milano
4. Paul Knox (2015), Atlante delle città, Hoepli, “La Citta intelligente: introduzione” (p.228) di Kevin C. Desouza.
14
Capitolo 1.0 introduzione
1.5 - Uno sguardo al futuro
I
(Fonte: ANSA)
l comparto urbano (e con lui il settore
Riallacciandoci alla considerazione fatta ad inizio
dell’edilizia) è stato individuato come “or-
capitolo6, queste cifre risultano poco rassicuranti
gano” dal quale deriva la maggior parte
dato che secondo le stime, il quantitativo di indi-
del consumo di risorse naturali ed ener-
vidui all’interno delle città non farà altro che au-
getiche. È stato stimato che nonostante le città
mentare nei prossimi decenni, con un conseguente
occupino solo circa il 2% della superficie terrestre,
incremento delle necessità urbane: alloggi, super-
la loro “fame” di risorse fa sì che circa l’80 % di
mercati, aree verdi, posti di lavoro ecc.
queste ultime siano consumate sia durante la loro
Dunque un ulteriore inurbamento del territorio
costruzione o ampliamento sia durante la loro fase
sarà inevitabile, così come un ulteriore consumo
di “vita”, e che ne derivi una trasformazione in ma-
di materie prime. Dato che le odierne città, qua-
teria inquinante pari al 75% delle emissioni globali
si totalmente sature, non riusciranno a sopportare
totali5.
un ulteriore nuovo carico umano-esigenziale e al
5. Fonte: Rapporto Greenpeace 2 Maggio 2018 6. ..nel 1800, solo 2 persone su 100 vivevano in città; agli inizi del XX secolo 15 su 100; ad oggi, nel XXI secolo, più della metà della popolazione globale vive in un ambiente urbano.
15
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
contempo a garantire un costante aggiornarsi per
Tale risultato è anche sostenuto e comprovato, ad
rimanere al passo con l’imperante variare delle ne-
esempio, dalle innumerevoli metodologie/enti di
cessità umane del futuro.
classificazione della Sostenibilità che sono comparse nei vari Stati membri negli anni successivi
Un cambio di rotta, così come pionieristicamente
all’introduzione dei provvedimenti Sostenibili.
alcune amministrazioni territoriali a livello europeo, hanno tentato di dare intervenendo su alcune
Per concludere il tracciato storico-evolutivo del-
città simbolo, o per meglio dire su porzioni urbane
lo Sviluppo Sostenibile, un ultimo provvedimento
- gli “eco-quartieri” poco prima citati - si è tramu-
nell’ambito della Sostenibilità è il Patto dei Sinda-
tato però in una confusa risposta. Prese di posizio-
ci7; un’iniziativa della Commissione Europea lan-
ne, metodologie di approccio e finalità diverse da
ciata nel Gennaio del 2008 che chiede ai sindaci
Stato a Stato hanno reso frammentaria e di diffi-
delle varie municipalità di elaborare un Piano per
cile comprensione la complessa svolta sostenibile
l’Energia Sostenibile (e il Clima) entro i due anni
di cui questi nuovi avanguardistici interventi si fa-
successivi dall’adesione alla proposta. Quest’ulti-
cevano portatori.
mo è un impegno a cui molte città europee hanno risposto nell’ottica di ridurre il loro impatto sull’am-
Con uno sguardo a posteriori, dopo circa un tren-
biente.
tennio da queste “eco-sperimentazioni”, si possono identificare le cause di questo disordinato e frammentario processo, in una insufficiente comunicazione tra i diversi Stati che hanno preferito agire singolarmente, prediligendo piuttosto che una strategia comunitaria, una strategia fortemente nazionalista.
7. Le città firmatarie s’impegnano a sostenere l’attuazione dell’obiettivo comunitario di riduzione del 40% dei gas a effetto serra entro il 2030, e l’adozione di un approccio comune per affrontare la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Al fine di tradurre il loro impegno politico in misure e progetti pratici, i Firmatari del Patto s’impegnano a presentare, entro due anni dalla data della decisione del consiglio locale un Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC) che indichi le azioni chiave che intendono intraprendere.
Il piano conterrà un Inventario di Base delle Emissioni per monitorare le azioni di mitigazione e la Valutazione di Vulnerabilità e Rischi Climatici. La strategia di adattamento può essere parte del PAESC oppure essere sviluppata e integrata in un documento di pianificazione separato. Questo audace impegno politico segna l’inizio di un processo di lungo termine che vede le città impegnate a riferire ogni anno sui progressi dei loro piani.
16
Capitolo 1.0 introduzione
Bibliografia e Sitografia Libri e dispense consultati Paul Knox (2015), Atlante delle città, Hoepli Alessandro Bordin (2017), La Città sostenibile. Strategie di sostenibilità: smart cities, sistemi di gestione, impatto ambientale e casi pratici, Wolters Kluwel, Pagine web consultate Patto dei Sindaci per il clima e l’energia, consultato il 09/05/20 - www.pattodeisindaci.eu/about-it/l-iniziativa/obiettivi-e-finalita ATM – Azienda Trasporti Milanesi - www.atm.it Rapporto Greenpeace 2 Maggio 2018 - https:// www.greenpeace.org/italy/rapporto/
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Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
2.0 MISURARE LA SOSTENIBILITÀ
18
2.1 - Indicatori della sostenibilità e classificazioni eco
P
er poter certificare appieno alcuni aspetti sostenibili, sono stati adottati degli indicatori che potessero quantificare lo
Sviluppo Sostenibile in linea con le indicazioni del Rapporto Brundtland, Libro Verde, Agenda 21, misurando sia l’efficacia che l’efficienza degli impegni prestabiliti che una effettiva garanzia di Sostenibilità cui il singolo manufatto era chiamato a rispondere. Divenne così una necessità di prim’ordine avere un termine di rapporto con il quale garantire e constatare il livello “qualitativo” ottenuto mediante l’adozione di metodologie, processi “sostenibili”. Negli anni successivi alle conferenze fiorirono enti ed indicatori di classificazione dello Sviluppo sostenibile, istituiti sia per iniziativa di Enti pubblici che di Associazioni private, aventi una “scala”, una dimensione variabile: attribuiti a più categorie - gruppi di prodotti - oppure a campi più limitati uno o pochi prodotti, riconducibili ad uno specifico settore produttivo.
Alcuni dei più importanti e diffusi certificati eco a livello europeo
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Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
2.2 - La confusa risposta europea e la proposta di Ecolabel
I
n ambito europeo, questo diffuso dilagare di codici fu tale da spingere la stessa Unione Europea a reagire, imponendo
una metodologia di classificazione unificata. Tale provvedimento, di estrema necessità, venne pensato da un lato per garantire efficacia ed efficienza alla questione ambientale e dall’altro per garantire il proseguimento del libero mercato comunitario, dato che i rapporti tra vari Stati venivano minati dalla non riconoscibilità di determinate classificazioni che variavano da paese a paese, rendendo
Ecolabel. Marchio europeo registrato
frammentaria ed inefficace l’intenzione - ogni stato per l’appunto si dotò di propri indicatori alimentando una strategia di marketing vincente a livello nazionale ma deleteria a livello europeo. Il Regolamento CEE n.
sull’argomento rispetto alla necessaria chiarezza e trasparenza europea, istituendone uno unitario e riconoscibile da tutti gli Stati membri.
880/1992, promulgato
dall’Unione Europea, istituì il cosiddetto ECOLABEL1
L’introduzione di un marchio certificatore quale
comunitario, un marchio ecologico ad applicazio-
l’Ecolabel si presentò in un primo momento come
ne “volontaria”, cioè la cui adozione dipendeva dal
indicatore sostitutivo dei vari marchi nazionali,
singolo Stato. Si pose con questa iniziativa un fre-
permettendo così la circolazione di merci senza li-
no alla proliferazione di marchi ecologici nazionali,
miti tra gli Stati facenti parte dell’Unione Europea.
che per l’appunto promuovevano più confusione
L’intento con cui venne pensato sembrò chiaro e
1. Conosciuto anche come provvedimento Ecolabel I dato per una gestione so stenibile delle istituzioni e d elle atche negli anni successivi si susseguirono revisioni e agtività economiche, p. 44 giornamenti dei provvedimenti interni al Regolamento 3. Regolamento CE n. 1980/2000 conosciuto anche come 2. Alessandro Bordin (2017), La Città sostenibile. Strategie di Ecolabel II sostenibilità: smart cities, sistemi di gestione, impatto ambientale e casi pratici, Wolters Kluwel, Cap. 4 Strumenti
20
Capitolo 2.0 misurare la sostenibilità
preciso, ricostituire l’obiettivo primario del merca-
con il quale “(…) tutti i beni e i servizi destinati alla
to comunitario: la circolazione di merci senza limiti
distribuzione, al consumo o all’uso sul mercato co-
tra gli Stati membri.
munitario, a titolo oneroso o gratuito”
Da subito sorsero le prime perplessità sull’effettiva
ora accedere alla certificazione; con l’adozione del
funzionalità ed efficacia dell’abbandono delle cer-
seguente Regolamento venne abrogato il prece-
tificazioni “locali” che avrebbero creato sia “distor-
dente provvedimento (n. 1980/2000) ma vennero
sioni di mercato e confusione tra gli attori del siste-
aperte nuove possibilità per prodotti alimentari,
ma economico” che tra i “produttori che avevano
soprattutto a quelli tipici e/o derivanti da agricol-
già ottenuto il marchio, distributori dei prodotti non-
tura biologica6 oltre che a prodotti ceduti gratuita-
ché tra i consumatori stessi” . Il dilemma si sciolse
mente sul mercato comunitario.
2
a seguito di un comunicato comunitario emanato nel 20002, con il quale venne sottolineata la volontarietà della adozione alla classificazione unitaria – appunto la certificazione Ecolabel - e la possibilità di coesione di una doppia “scala” di garanzia, sia nazionale che europea. L’aggiornamento del provvedimento dunque rivalutò la funzionalità dei marchi ecologici esistenti4 oltre che ad ampliare anche al settore dei servizi la certificazione ecologica. Un’ulteriore aggiornamento dei campi di attestazione della certificazione ecologica Ecolabel vennero raccolti nel Regolamento CE n. 66/2010,
4. Vennero rivalutate le potenzialità ed il riverbero che i vari marchi nazionali avevano nel mercato interno del singolo paese. 5. Regolamento CE n. 66/2010 6. Già citati nei Regolamenti CE n. 510/2006 e n. 834/2007
21
5
potevano
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
2.3 - Enviromental Management and Aufit Scheme (EMAS)
A
ll’indomani del primo Regolamento Ecolabel, l’Unione Europea promosse un altro strumento con il quale aziende, enti
pubblici, ecc. potevano valutare e migliorare il loro impegno nelle prestazioni ambientali: l’Eco Management and Audit Scheme7, abbreviato EMAS. Istituito con il Regolamento CE n. 1836/1993 come il marchio Ecolabel, suo contemporaneo, anch’esso subì vari aggiustamenti con il passare degli anni; seguirono infatti due aggiornamenti rispettivamente nel 2001 e nel 20098.
EMAS. Marchio europeo registrato
Come nel caso di Ecolabel, anche per EMAS l’adesione/adozione per gli Stati membri è di tipo vo-
L’SGA viene definito come “parte del sistema com-
lontario e la peculiarità sta nell’attiva partecipazio-
plessivo di gestione comprendente la struttura or-
ne che i vari stakeholder, privati e pubblici, sono
ganizzativa, le attività di pianificazione, le respon-
chiamati a ricoprire nella tutela dell’ambiente e
sabilità, le pratiche, le procedure, i processi e le
nella gestione sostenibile del territorio.
risorse per sviluppare, mettere in atto, realizzare,
Sviluppo sostenibile e responsabilità sono i concet-
riesaminare e mantenere la politica ambientale e
ti cardine sul quale questo strumento è stato pen-
per gestire gli aspetti ambientali”9. Con il termine
sato. I partecipanti sono richiamati principalmente
Audit viene intesa una “valutazione sistematica, do-
a implementare due elementi essenziali: il Sistema
cumentata, periodica e obiettiva delle prestazioni
di Gestione Ambientale (SGA) e l’Audit.
ambientali di un’organizzazione, del sistema di ge-
7. All’interno del libro di Alessandro Bordin (2017), La Città 8. Rispettivamente si fa riferimento ai Regolamenti CE n. sostenibile. Strategie di sostenibilità: smart cities, sistemi 761/2001 e n.1221/2009. Come nel precedente caso del di gestione, impatto ambientale e casi pratici, Wolters marchio Ecolabel, anche in questo caso i vari RegolamenKluwel, viene utilizzato il termine Environmental Manati sono conosciuti con le abbreviazioni EMAS I, EMAS II ed gement and Audit Scheme al posto dell’indicazione Eco EMAS III, in funzione delle revisioni e degli aggiornamenti Management and Audit come invece riportano molti siti cronologicamente operati. internet trai quali anche quello dell’Istituto Superiore per 9. Definizione da Regolamento CE n. 1836/1993 (EMAS I) la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) - http://www. isprambiente.gov.it/it/certificazioni/emas
22
Capitolo 2.0 misurare la sostenibilità
stione e dei processi destinati alla tutela dell’am-
ficatore viene limitata alle lettere o carte intestate;
biente” .
quindi non deve essere applicato singoli prodotti
10
Si vanno dunque a identificare due modalità, una
realizzati.
a priori di progettazione e organizzazione, ed una di valutazione periodica dei provvedimenti progettati e adottati; l’obiettivo è quello di creare un dialogo aperto con il pubblico - inducendo anche quest’ultimo a intraprendere tale processo11 - ma che necessariamente deve contare sull’attiva formazione e coinvolgimento del personale componente le organizzazioni interessate. Questa certificazione, strettamente legata alle “scelte politiche” dei vari stakeholder (aziende, pubbliche amministrazioni ecc.), va aggiornata annualmente oppure ogni qualvolta ci siano eventuali correzioni o aggiustamenti ad esempio dati da cambi di politiche interne. Per evitare di andare ad inserire nel vasto e complicato mondo dei marchi ecologici un ulteriore elemento che potesse creare confusione con l’Ecolabel, la possibilità di utilizzo del marchio certi-
10. Definizione da Regolamento CE n. 1836/1993 (EMAS I) 11. Come appunto abbiamo già citato in precedenza la spontanea “contaminazione” è data dalla compartecipazione del pubblico a iniziative di carattere eco-sostenibile.
23
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
2.4 - European Green Index
U
n altro degli indicatori di sostenibilità che a livello europeo sono stati adottati a partire dal 2009, è l’European Green
City Index cerca di misurare e valutare le prestazioni ambientali di 30 principali città europee sia nella loro globalità che in ogni sua voce specifica. Si tratta di uno strumento con il quale si vuole offrire un termine di paragone con cui sia possibile migliorare a comprendere le capacità decisionali di tutti coloro che sono interessati alla problematica dell’ecologia, dai singoli cittadini ai responsabili
European Green Index. Derivante dall’European Sustainable Developement Report
delle politiche urbane. La metodologia è stata sviluppata dall’Econo-
no una vasta gamma di fattori ambientali - dalla
mist Intelligence Unit12 in collaborazione con Sie-
governance ambientale e del consumo di acqua
mens. Un gruppo di esperti di sostenibilità urbana
alla gestione dei rifiuti e alle emissioni di gas ed
ha fornito importanti spunti e feedback, dando
effetto serra - e classifica le città usando un pro-
vita a uno studio che non ha l’intenzione di sop-
cesso di valutazione trasparente, coerente e re-
piantare altre iniziative meritevoli, come l’European
plicabile. I punteggi relativi assegnati alle singole
Urban Ecosystem Survey o l’European Green Ca-
città (per prestazioni in macro categorie, oltre che
pital Award14, ma cerca invece di fornire informa-
complessive) sono anch’essi univoci per l’indice e
zioni secondo nuovi criteri d’analisi. L’indice tiene
consentono un confronto diretto tra le diverse città
conto di 30 singoli indicatori per città che tocca-
poste in analisi. Sebbene possa essere discutibile
13
12. L’Economist Intelligence Unit (EIU) è una business unit del e documentare l’impatto ambientale di ogni singola nagruppo Economist Group che fornisce previsioni e servizi zione, analizzandone l’andamento e gli strumenti con cui di consulenza economici attraverso ricerche ed analisi di persegue gli obiettivi prefissati nell’Agenda 2030. mercato, come ad esempio rapporti informativi mensili 14. L’European Green Capital Award è un premio assegnato sulle nazioni, previsioni economiche sul periodo di 5 anni annualmente dalla Commissione Europea ad una città eudelle nazioni, rapporti di servizio sul rischio dei Paesi e ropea che ha raggiunto obiettivi di salvaguardia ambienrapporti industriali. Fonte: Wikipedia tale e sviluppo economico sostenibile. Tale riconoscimen13. L’European Urban Ecosystem Survey è un’indagine anto viene assegnato dal 2006, anno in cui è stato ideato nuale redatta a cura dell’Unione Europea volta a mappare tale premio durante un incontro dell’UE a Tallinn.
24
Capitolo 2.0 misurare la sostenibilità
la volontà di voler misurare e mettere in relazioni
profonditi che non solo spiegano le sfide, i punti di
30 città che incentrano il proprio sviluppo su fronti
forza e di debolezza di ogni città, ma evidenziano
diversi, tale studio assume come punto forte del
anche le migliori pratiche emergenti e le idee in-
proprio percorso la possibilità di poter confrontare
novative che altri potrebbero desiderare emulare.
le città per macrocategorie, senza rendere generi-
L’indice differisce ancora una volta dagli stu-
co il dibattito e l’analisi dei dati: questi ultimi infatti, affinchè vengano correttamente interpretati, de-
di sopracitati precedentemente15 condotti perché
vono essere affiancati da una relazione che illustri
studiato e condotto in maniera indipendente, piut-
gli intenti economico-amministrativi del paese e
tosto che essere condizionato da invii volontari da
ne esplichi gli scopi. L’obiettivo dell’indice è quello
parte dei governi delle città. Questo ha permesso
di consentire ai principali gruppi di stakeholder -
di raggiungere una copertura di oltre 30 città - ca-
quali amministratori delle città, responsabili delle
pitali politiche o commerciali - di 30 paesi europei.
politiche, fornitori di infrastrutture, organizzazio-
Sebbene le città siano piuttosto eterogenee tra di
ni non governative ambientali (ONG), esperti di
loro e seppur tutte europee, è possibile condurre
sostenibilità urbana e cittadini - di confrontare le
confronti in base a determinati criteri, come la re-
prestazioni della propria città con quelle degli altri
gione geografica o il gruppo di reddito. In breve,
nel loro complesso, e all’interno di ciascuna cate-
questo strumento è nato con lo scopo di unificare
goria. Naturalmente, i numeri di per sé costituisco-
gli sforzi in materia ambientale che le singole città
no solo una parte dell’immagine e instaurano un
europee portavano avanti singolarmente, costi-
confronto che, per quanto possa sembrare imme-
tuendo un fronte compatto/comune nella lotta ai
diato e facilmente comprensibile dai non addetti
cambiamenti climatici.
ai lavori, necessitano quindi di un’integrazione che tenga conto del contesto, con ritratti di città ap15. L’European Urban Ecosystem Survey o l’European Green Capital Award.
25
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
Ad ogni città viene attribuito un voto da 0 a 10 per ogni categoria delle otto indicate + un voto da 0 a 100 per 30 indicatori individuali (uno per ogni città. Sedici indicatori su 30 sono costituiti da dati quantitativi misurando le capacità gestionali di una città, ad esempio, il livello di emissioni di CO2, la quantità di energia che consuma, la quantità di rifiuti prodotti, ecc. I restanti 14 indicatori sono valutazioni qualitative riguardanti il loro impegno: a utilizzare più energia rinnovabile possibile, nel migliorare costantemente l’efficienza energetica degli edifici, ridurre la congestione stradale, valutare l’impatto del riciclaggio e il riutilizzo dei rifiuti. Gli indici vengono così composti da una sommatoria di punteggi aggregati appunto per aree tematiche (es. energia). Vengono poi sommate tutte le aree degli index per assegnare un punteggio complessivo alla città. Le macro categorie con i fattori principali16 -
Environmental governance
-
Air quality
- Water -
Waste&Land use
- Transport - Buildings - Energy - CO2
16. Traduzione: Governance ambientale, qualità dell’aria, acqua, rifiuti e uso del suolo, trasporto, edifici, energia, CO2.
26
Capitolo 2.0 misurare la sostenibilità
2.5 - Analisi e riflessioni sui parametri dell’European Green Index
L’
eventuale adozione della valutazione Gre-
Le categorie e gli indicatori comprendono tutto
en Index, e con essa dei suoi conseguenti
ciò che è rilevante per la sostenibilità ambienta-
rapporti e valutazioni, potrebbe essere da
le, sia a breve che a lungo termine? È necessario
un lato un’occasione con la quale attivare ambizio-
aggiungere ulteriori fattori all’elenco di indicatori?
ni dormienti in alcuni paesi, dando una spinta ad innovazioni e provvedimenti in ambito ambientale per poter migliorare il proprio punteggio, dall’altro un campanello di allarme con il quale dover ricorre al più presto ai ripari. Tuttavia, pur adottando tali metodologie di valutazione delle prestazioni, è importante stabilire obiettivi e traguardi ed essere consapevoli delle insidie che possono esistere nel corso di una cieca ricerca di un “punteggio verde” più elevato. Complementarità e compensazioni esistono tra gli indicatori definiti ai fini del calcolo del punteggio verde. Le amministrazioni cittadine sono segmentate in diversi partititi con differenti orientamenti politici; questa situazione comporta che il singolo schieramento punti ad adempire a propri obiettivi e traguardi senza calcolare, spesso anche consapevolmente, sovrapposizioni, conflitti, sinergie che tali scelte/vision creerebbero incontrandosi con quelle altrui.
Innanzitutto, è evidente la necessità di separare gli indicatori qualitativi e quantitativi. Sebbene vi sia molta soggettività associata alle misure qualitative, si comprende che queste costituiscano le cause alla base degli indicatori quantitativi che, in sostanza, si possono considerare come effetti. Si può dunque pensare all’European Green Index come ad un rapporto suddiviso in uno “schema-elenco” causa-effetto. Separando i 12 indicatori qualitativi ci sarà la possibilità di aggiungere all’elenco degli indicatori quantitativi misurabili. Mentre l’indicatore nella categoria energia viene misurato su base pro capite, il consumo di energia negli edifici residenziali viene misurato su base per metro quadrato di superficie. Le unità suggerite per il consumo di energia nel settore idrico e il consumo di energia nei trasporti assicurerebbero che le ultime tre lo siano non sottoinsiemi del primo di per sé basati sulla conoscenza degli Effetti delle Cause.
27
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
In altre parole, usando le interconnessioni tra gli
sa tipologia urbana. Tuttavia, le città non devono
indicatori di “causa” derivanti dalla politica e gli
essere confrontate tra loro utilizzando l’European
indicatori di “effetto” relativi all’attuazione, le au-
Green City Index aggregato o addirittura anche
torità cittadine potrebbero escogitare strategie
per i punteggi delle singole categorie. Indicatori
e azioni che, in virtù della loro complementarità,
comuni, con gli stessi metodi di misurazione e pa-
produrrebbero di più da meno sfruttando tutte le
rametri di riferimento possono essere confrontati
sinergie esistenti. Ogni dipartimento o divisione
ed impostati di conseguenza. Per le 30 città inclu-
dell’amministrazione comunale potrebbe deside-
se nel rapporto in esame, il PIL pro capite potrebbe
rare di avere un proprio lungo elenco di indicato-
essere utilizzato, ad esempio, per definire il limite
ri - sia specifici (per gli studiosi che analizzano i
tra due tipi di città. In questo caso, pur riconoscen-
sistemi) sia compositi (per i responsabili politici
do la necessità di uno sviluppo socio-economico
del governo), e ci si può aspettare che forniscano
nel gruppo con valori di PIL pro capite più bassi,
alcuni di questi come input per il Green City Index.
nel rendendosi conto dell’incapacità nel raccoglie-
Sono stati definiti gli indicatori corretti per la città in questione? Gli indicatori dovrebbero essere adattati alle diverse tipologie di città?
re fondi per gli investimenti in costose tecnologie eco-compatibili, gli indicatori che possono essere rilevanti per l’altra parte possono essere considerati inapplicabili. Naturalmente, poiché le città
Se gli indicatori vengono creati per valorizzare i
sono organismi dinamici, il loro PI aumenta o di-
diversi accenti che le città pongono sulle temati-
minuisce (e con esso aumenta e diminuisce anche
che, ovviamente non è possibile confrontare due
il PIL pro capite), verrebbero automaticamente
diversi tipi di città usando il Green City Index. Tut-
promosse alla classe superiore o “degradate” alla
tavia, le città possono essere confrontate con altre
classe inferiore, e dovrebbero quindi prendere in
del stesso tipo. Certo, se il paradigma del miglio-
considerazione gli indicatori che sono considera-
ramento continuo, confrontando le prestazioni di
ti inapplicabili alla appartenevano in precedenza.
una città solo con quanto bene ha funzionato in
Definire i tipi di città seguendo tali criteri garanti-
passato, si radicasse, non ci sarebbero ostacoli
rebbe che la singole tengano in conto un quadro
lungo il percorso di indicatori su misura per diver-
più ampio.
28
Capitolo 2.0 misurare la sostenibilità
La valutazione effettuata rispetterebbe quindi i di-
stata attribuita una ponderazione inferiore rispetto
ritti di diverse città - con possibili contesti storici
all’uso effettivo del trasporto non automobilistico.
e culturali diversi – garantendo aspetti importanti
Ciò sembra piuttosto difficile da giustificare, dal
sono considerati per primi.
momento che si potrebbe supporre intuitivamente
E i fattori di ponderazione? Ancora una volta, le città devono poter definire i propri fattori in base a ciò che è considerato critico per un determinato periodo di tempo?
che la dimensione della rete di trasporti pubblici dovrebbe avere un’offerta maggiore per disincentivare l’utilizzo del trasporto privato. Il consumo di energia degli edifici residenziali ha un peso maggiore rispetto al consumo di energia (totale), e evi-
Tutti i 30 indicatori non sono temporanei e né
dentemente il primo fa parte del secondo. Tutta-
adattabili in circostanze particolari. Ciascuno de-
via, sarebbe meglio che ogni città utilizzasse tale
gli Indicatori di qualità dell’aria è meno pondera-
strumento come un mero quadro ed esaminasse
to di quello degli Indicatori di Acqua, Rifiuti e Uso
criticamente se i fattori di ponderazione suggeriti
del suolo e di Energia. Nella categoria Trasporto,
nell’Economist Intelligence Unit (2009) si possano
alle dimensioni del trasporto non automobilistico è
applicare a loro.
29
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
A seconda di una sovrabbondanza di fattori, esterni e non, le priorità e quindi i coefficienti correttori dovrebbero differire da città a città. Basti pensare come la percezione del tempo possa variare in base alla realtà urbana in cui si vive, stabilendo così gerarchie e tempistiche differenti affinchè alcune sfide vengano superate. I fattori di ponderazione potrebbero essere assegnati sulla base di obiettivi politici, con la gravità del problema vista in termini di “distanza” dal livello critico o la volontà di pagare per evitare problemi. Avere politiche ben definite è il primo passo, ma ciò che conta di più è il modo in cui queste vengono implementate, e ancora più importante, quali siano i risultati finali (misurati appunto dagli indicatori quantitativi). Pertanto, all’Indice di causa potrebbe essere assegnato un peso relativamente più basso rispetto all’Indice di effetto. Si può dire dunque che
Esistono realizzazioni di complementarità e compensazioni nella definizione degli indicatori? Per quanto possibile, è necessario prestare attenzione alla definizione di indicatori distinti e indipendenti l’uno dall’altro; tuttavia, sebbene ciò sia difficile, l’alternativa migliore potrebbe essere determinata dall’utilizzo consapevole di indicatori spesso correlati tra loro in maniera più o meno marcata e con un “risvolto” più o meno positivo17. Gli interventi e le strategie possono quindi mirare ad aumentare o diminuire il valore di uno o di un insieme di indicatori e, data la forte correlazione, il raggiungimento di questo scopo primario può comportare effetti benefici su alcuni e/o indesiderati su altri. L’effetto complessivo può essere un aumento o una diminuzione o addirittura nessuna modifica del punteggio finale.
l’attuazione delle politiche che portino ad un mi-
Esiste la possibilità che alcuni punteggi attribuiti
glioramento del ranking, definito tramite il soddi-
in una categoria vengano modificati dalla risonan-
sfacimento dei “quesiti” posti dai vari indicatori, è
za di altri indicatori appartenenti ad altre catego-
imperativa ancor prima delle “politiche di partito”,
rie? O un aumento desiderato del valore di un indi-
soprattutto se quest’ultime non siano in linea con
catore in una categoria viene a scapito di un calo
le indicazioni del Green Index che per l’appunto lo
indesiderato (o aumento) in altri in altre categorie?
si può pensare come strumento sia di guida che
C’è consapevolezza su questo fatto?
di verifica.
Il miglior esempio è il legame tra energia e anidride carbonica, o più specificamente, consumo
17. Ovviamente, non è possibile quantificare quanto queste correlazioni siano profonde poiché il loro grado di mutua influenza è strettamente collegato all’andamento degli altri indicatori
30
Capitolo 2.0 misurare la sostenibilità
di energia ed emissioni di carbonio. Il fattore di
to delle acque reflue investe nella digestione dei
ponderazione per il primo è inferiore a quello del
fanghi anaerobici e catturasse e riutilizzasse il
secondo. Se si verifica una diminuzione dell’inten-
biogas come fonte per la produzione di energia,
sità energetica (supponendo che ciò sia dovuto
sostituendolo nel processo ai combustibili fossili, il
esclusivamente alla riduzione dell’utilizzo di ener-
consumo di energia potrebbe forse aumentare, ma
gia prodotta da combustibili fossili), si verifica au-
le emissioni di carbonio (in questo caso, si presu-
tomaticamente un calo delle emissioni di carbonio.
me che siano le emissioni non biogeniche), no. Se
Entrambe queste riduzioni sono indice di un basso
le emissioni derivanti dalla combustione del bio-
impatto ambientale dell’operato dell’uomo sul pia-
gas sono considerate biogeniche e pertanto non
neta. Il primo cambiamento - la riduzione dell’in-
contribuiscono potenzialmente al riscaldamento
tensità energetica - è il principale e più impor-
globale, le emissioni di carbonio prodotte dal trat-
tante, poiché comporta a sua volta un calo delle
tamento delle acque reflue diminuiranno concre-
emissioni di carbonio. La causa, in questo caso, è
tamente. La presenza di tutti questi collegamenti
ponderata meno dell’effetto, nel calcolo del Green
tra le categorie suggerisce l’indispensabilità del
City Index . Tuttavia, un incremento del punteggio
processo decisionale integrato. Le insidie associa-
riguardante una categoria può essere compensato
te a ciascuna divisione / dipartimento che traccia
dal peggioramento di un altro indicatore in un’altra
i propri piani e strategie sono troppo evidenti per
categoria. Ad esempio, un punteggio più elevato
essere ignorate. Ogni città maturerà i suoi criteri di
per il trattamento delle acque reflue (un indicatore
guida in base al principio di sostenibilità adottato e
qualitativo definito nel rapporto) significherebbe,
in base a quest’ultimo, ci saranno alcuni indicatori
tra l’altro, un maggior grado di rimozione dei nu-
di primaria importanza ed altri di minor influenza.
trienti per garantire che le acque reflue trattate di
Ciò dipenderà dalle preoccupazioni urgenti e dalle
migliore qualità siano scaricate nel lavandino (o
sfide immediate. Detto ciò, bisogna stare attenti a
rese disponibili per il riutilizzo).
non abusare della standardizzazione delle infor-
Questo comporterebbe un maggiore consumo di
mazioni da fornire verso gli utenti finali, poiché ciò
energia e, di conseguenza, maggiori emissioni
che è pertinente e credibile per uno e potrebbe
di carbonio. Tuttavia, se l’impianto di trattamen-
non esserlo per un altro.
18
18. In effetti, una maggiore partecipazione del pubblico alla politica verde (auspicabile) può ridurre contemporaneamente il consumo di energia, l’intensità di energia, il consumo di energia in edifici residenziali, il consumo di
acqua, la produzione di rifiuti urbani (tutti i cambiamenti desiderabili) e anche aumentare l’uso del trasporto non automobilistico e riciclaggio dei rifiuti
31
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
Con varie modalità, va definita una serie generica
biennale con riferimento agli obiettivi, alla mitiga-
di indicatori che devono essere adottati da diverse
zione e all’andamento di quanto concordato con
utility: la pertinenza, la credibilità e la legittimità
la Commissiona europea. Ogni quattro anni inve-
degli indicatori dipendono da ciò che i destinatari
ce dovrebbe essere aggiornato l’inventario delle
delle informazioni ritengono necessari, utili e af-
emissioni, per verificare che le azioni intraprese
fidabili.
abbiano condotto ad un miglioramento/mitiga-
In conclusione, riprendendo dalle parole di Pittock, è indispensabile “un ‘indagine congiunta tra
zione delle emissioni e del consumo energetico in quel dato territorio.
vari attori” al fine di elaborare provvedimenti sostenuti da politiche efficaci, come dimostrano le complesse interconnessioni discusse in questo documento. Non si tratta solo di perseguire ciecamente un punteggio verde più elevato, ma di integrare l’indice delle città verdi con un indice socioeconomico. Le autorità cittadine potrebbero utilizzare la conoscenza delle interconnessioni e delle correlazioni tra i diversi indicatori (e indici) per tracciare la rotta da seguire, garantendo nel contempo che le complementarità e le sinergie siano pienamente sfruttate. Un piano d’azione “tipo” (inteso come una pianta tipo di un edificio) che dovrebbe adottare un consiglio locale, descriverebbe i passi verso il raggiungimento degli obiettivi per il prossimo decennio (2020-2030): i progressi verrebbero presentati mediante una relazione di monitoraggio
32
Capitolo 2.0 misurare la sostenibilità
Bibliografia e Sitografia Libri e dispense consultati Paul Knox (2015), Atlante delle città, Hoepli Alessandro Bordin (2017), La Città sostenibile. Strategie di sostenibilità: smart cities, sistemi di gestione, impatto ambientale e casi pratici, Wolters Kluwel Audrone Telesiene, Matthias Gross (2016), Green European: Environmental Behaviour and Attitudes in Europe in a Historival and Cross-Cultural Comparative Perspective, Routledge Govindara j Venkatesh, (2014). A critique of the European Green City Index. Journal of Environmental Planning and Management Pagine web consultate European Green City Index – https://eiuperspectives.economist.com/sustainability/europeangreen-city-index Economist Intelligence Unit – https://www.eiu. com/n/solutions/country-analysis/ European Urban Ecosystem Survey – https:// ec.europa.eu/jrc/en/publication/mapping-andassessment-urban-ecosystems-and-their-services European Green Capital Awards –https://ec.europa. eu/environment/europeangreencapital/winningcities/
33
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
3.0 CASI STUDIO
34
3.1 - Criteri di selezione
L
a letteratura moderna e contemporanea
dalla prima rivoluzione industriale possano aver
dedica sempre più spazio alla narrazione
influenzato lo sviluppo e le sorti dei paesi. Essen-
di progetti urbani ecosostenibili. Questi,
do non lineare lo sviluppo di tali città europee nel
nonostante abbiamo come denominatore comune
tempo, e conseguentemente eterogenee le confor-
il concetto di ecosostenibilità, differiscono gli uni
mazioni di quest’ultime, altro criterio di selezione
dagli altri per per dimensione, per tipologia o per
è stato l’anno di realizzazione e completamento
condizioni di contesto. Per il nostro lavoro abbia-
degli interventi. In questo modo è stato possibile
mo ritenuto significativo riferirci a cinque progetti
documentare e valutare i diversi approcci soste-
urbani europei. L’individuazione di questi progetti
nibili nel tempo, distinguendo le costanti rivelate-
è scaturita da un lavoro di selezione basato sulle
si vincenti ed i nuovi criteri progettuali da poter
seguenti considerazioni.
adottare a favore di altre azioni ancora, che talvol-
I casi studio posti in analisi sono stati individuati
ta possono sembrare poco congegnali.
in seguito ad un processo di ricerca e selezione dei
Ogni caso studio testimonia a suo modo la capa-
quartieri reputati sostenibili per i riconoscimenti
cità di coniugare il rapporto tra l’uomo e l’ambien-
conferiti o la notorietà acquisita in ambito euro-
te così da rendere i luoghi incontaminati quanto
peo. Tale necessità è stata dettata, come descritto
quelli costruiti, la casa dell’essere umano. Una re-
nei capitoli precedenti, dalla risonanza del rappor-
lazione simile non può esimersi dal considerare il
to conflittuale tra il progressivo inurbamento dei
progresso delle modalità costruttive, dei materiali
nostri continenti e l’urgenza di voler ristabilire una
utilizzati, del ciclo di vita delle risorse necessarie
gerarchia che preservi l’ambiente naturale incon-
al sostentamento dell’intervento stesso, la cui som-
taminato. Sin dal principio la ricerca è stata cir-
matoria influenzerà inevitabilmente la forma ed il
coscritta al continente sopracitato per essere certi
disegno del costruito, dalla scala del dettaglio al
di avere una minima omogeneità storica e di svi-
disegno urbano, instaurando un rapporto simbio-
luppo, pur essendo consci di come gli avvenimenti
tico tra essi.
che hanno coinvolto le singole nazioni a partire
35
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
A partire dai casi studio posti in analisi, si può
fine di ricreare un intervento ideale che consideri
quindi indagare sulla natura delle forme urbane:
globalmente ogni azione volta ad una sostenibili-
se queste talvolta instaurano legami con logiche
tà ambientale, con una forte attenzione per ogni
insediative consolidate, in seguito troveranno ri-
aspetto progettuale. Tale processo di selezione dei
chiami alle prime pratiche progettuali basate su
quartieri da analizzare ha trovato un secondo filtro
saperi empirici piuttosto che una progettazione
che potesse fungere da restrizione nell’approccio
trasversale che influenzi l’equilibrio tra popolazio-
che questi ultimi adoperassero per reinventare il
ne, risorse e ambiente.
concetto di sostenibilità: la sostenibilità economi-
A partire dalla ricerca effettuata, sono stati presi in considerazione i seguenti quartieri: BedZED (Sutton), Bo01 (Malmö), CasaNova (Bolzano), Clichy-Batignolles (Parigi), De Bonne (Grenoble), Ecoboulevard (Madrid), Eco-Viikki (Helsinki), Ecolonia (Alphen aan den Rijn), Greenwich Millennium Village (Londra), GWL Terrein (Amsterdam), Hammarby Sjöstad (Stoccolma), Kronsberg (Hannover), Le Albere (Trento), Orestad (Copenhagen), Rieselfeld (Friburgo), solarCity (Linz-Pichling) e Vauban (Friburgo).
ca e la volontà di costruire edifici nZEB caratterizzava i progetti di Linz, Hannover, Alphen aan den Rijn, Sutton e Bolzano, mentre l’approccio con la morfologia del terreno ha interessato i progetti di Copenhagen e Grenoble; la gestione del traffico è stata il fiore all’occhiello dei quartieri progettati a Friburgo, Helsinki e Amsterdam, mentre il rapporto con la preesistenza è stata oggetto di studio nei casi di Trento e Londra. Singolare è stato il caso di Madrid, assimilabile ad un vero e proprio intervento urbano.
Tutti i casi selezionati in prima istanza sono validi in egual misura perché considerati fiori all’occhiello di ogni singolo stato e rivestiti di diversi riconoscimenti europei sopracitati. Sono stati quindi considerati cinque quartieri, la cui selezione non è stata effettuata secondo una logica singolare bensì pensando a come questi potrebbero instaurare relazioni tra di loro perché complementari per le attenzioni dedicate ai diversi risvolti progettuali, al
36
Capitolo 3.0 casi studio
3.2 - Indicatori di sostenibilità adottati
I
l passo successivo alla selezione dei quar-
A supporto di queste voci sono state adottate tre
tieri in analisi è stato l’individuazione di
chiavi di lettura necessarie ad introdurre ed elen-
indicatori di sostenibilità del progetto che
care i riconoscimenti di ogni ecoquartiere, legger-
non fossero basati su dati meramente quantitati-
ne il contesto ed i fattori caratterizzanti, esplicar-
vi quanto decontestualizzati: questi talvolta ver-
ne i tratti salienti e le nozioni utili da integrare in
ranno riproposti per dare dimensione all’impatto
un’ottica di progettazione sostenibile globale.
del progetto stesso e non verranno utilizzati come
•
Obiettivi preposti e traguardi raggiunti
chiave di lettura per l’effettiva riuscita di un inter-
•
Inquadramento
vento. Il primo passo verso questo approfondimen-
•
Masterplan
to ha visto l’adozione di criteri utilizzati dall’Euro-
•
Spunti di riflessione
pean Green Index, accorpando alcune voci simili o afferenti allo stesso ambito d’intervento così da settorializzare i campi d’azione senza sacrificare una visione globale ed un confronto trasversale. Lo
3
sviluppo più o meno omogeneo di queste voci a
1
sua volta può esplicitare l’inclinazione amministrativa verso alcune politiche, o la predisposizione morfologico-sociale del quartiere stesso. •
4
2
Buildings + Waste and Land use + Environmental governance = Architettura e uso del suolo
•
5
Energy + CO2 + Water + Air quality = Gestione delle risorse e dell’ambiente
•
7
Transport = Trasporto e mobilità sostenibile 6
1.Gestione delle risorse e dell’ambiente, 2.Architettura e uso del suolo, 3.Trasporto e mobilità sostenibile, 4.Obiettivi preposti e traguardi raggiunti, 5.Inquadramento, 6.Masterplan, 7.Spunti di riflessione
37
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
3.3 - Copenhagen: Orestad
Progettista
APRT, Danish KHR arkitekter, Daniel Libeskind
Anno progettazione
1997
Anno realizzazione
2001
Anno completamento
2005
Committenza / Soggetto promotore
Municipalità di Copenhagen
Abitanti
20.000 ab
Superficie
310 ha
Densità abitativa
64.51 ab/ha
Strumento urbanistico
Città satellite
Obiettivi preposti e traguardi raggiunti
Lo strumento adoperato a partire dal 2005, il Cli-
grazie alla sua posizione strategica: con la costru-
mate Plan di Copenhagen, prevede una riduzione
zione del ponte di Øresund nel 2000 è diventato
di CO2 del 20% in dieci anni, rivelandosi così come
un punto baricentrico sviluppatosi secondo il nuo-
un obiettivo intermedio verso la meta finale: diven-
vo “town concept” che vede la metropolitana come
tare una capitale carbon neutral entro il 2025. Oggi
rete principale di trasporto pubblico che collega la
Copenhagen conta circa mezzo milione di biciclet-
zona con il resto della città. Nel mese di Luglio 2012,
te in città e il 55% dei cittadini utilizza quest’ultima
l’Unione Europea ha assegnato a Copenhagen il
come mezzo di trasporto ogni giorno. La strategia
premio European Green Capital 2014, definendola
adottata finora è quella di combinare i forti temi
come modello di successo per la green economy,
climatici con la crescita economica della città at-
non solo per l’insieme di azioni realizzate ma per
traverso investimenti cospicui per lo sviluppo ur-
l’impegno di lungo termine dei policy maker, per la
bano e tecnologico, con un’attenzione particolare
capacità di coinvolgimento dei cittadini e l’efficace
alla crescita, all’occupazione e ad una qualità di
strategia di comunicazione.
vita migliore. Il quartiere in analisi si è sviluppato
38
Capitolo 3.0 casi studio
Inquadramento All’inizio degli anni Novanta un brusco cambiamento in campo economico portò la capitale ad abbracciare una filosofia di mercato più imprenditoriale, applicandola sia nel campo della pianificazione sia nello sviluppo territoriale: nonostante il “fingerplan”1 sia da sempre risultato vincente per le cinque dita che vengono sviluppate e collegate attraverso un forte sistema infrastrutturale, l’isola di Amager e i suoi 100.000 abitanti sono stati dimenticati da questo ambizioso piano. Viene quindi decretato l’inizio del progetto di Ørestad in seguito alla decisione del parlamento alla fine degli anni Ottanta di chiudere il porto navale di Copenhagen e di spostare tutte le sue attività nello Jutland. La condizione di depopolamento, deindustrializzazione e una situazione finanziare poco florida ha conseguentemente decretato la perdita di posti di lavoro e l’adozione di azioni per rivoluzionare l’economia della città ed il suo stato economico. Allo stesso modo, la crisi petrolifera degli anni Settanta ha stimolato lo sviluppo del sistema di teleriscaldamento e l’uso di fonti energetiche rinnovabili.
1. Piano urbano del 1947 che fornisce una strategia di sviluppo dell’area metropolitana di Copenaghen seguendo le linee ferroviarie dei treni pendolari S, a disegnare le cinque “dita” che si estendono a partire dal “palmo”.
Tra le dita, i “cunei” verdi sono destinati a fornire terreni a scopo agricolo-ricreativo.
39
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
Masterplan La soluzione arriva da un gruppo parlamentare
Formalmente la storia del quartiere inizia nel
che propone un maggior investimento nelle in-
1992 con la legge “Act on Ørestad”, che rinomina
frastrutture pubbliche: la prima grande decisione
il distretto in precedenza conosciuto come Vesta-
è di abbattere il confine fisico tra Svezia e Dani-
mager; l’anno successivo, la Municipalità di Co-
marca, la seconda è Ørestad. La costruzione di
penhagen e lo Stato Danese istituiscono l’Ørestad
questa infrastruttura rappresenta quindi una sor-
Development Corporation, un’autorità governativa
ta di elemento catalizzatore per promuovere una
privata responsabile dello sviluppo di Ørestad e
maggior integrazione, dove il fine ultimo è quello
della vendita dei terreni della zona. L’obiettivo di
di aumentare l’accessibilità: gli investimenti sul-
questa struttura legale è di consentire permessi
le infrastrutture e sulla pianificazione territoriale
edilizi senza ulteriori processi di pianificazione;
sono concepiti come una precondizione per lo svi-
all’agenzia viene pertanto affidata la responsabi-
luppo del territorio e non un obiettivo. In uno sce-
lità di garanzia dell’interesse pubblico rispetto a
nario simile, i cittadini rappresentano parte attiva
quello privato. L’area in cui si sviluppa longitudi-
nella strategia urbana fondata su un approccio
nalmente il quartiere in questione, viene divisa a
creativo-partecipato alla pianificazione urbana e
sua volta in quattro distretti: Orestad Nord, Amager
allo sviluppo di un’economia verde, senza imporre
Fælled, Orestad Syd, Orestad City.
tassativamente delle abitudini da rispettare o dei limiti da non oltrepassare: risultato tangibile ne è stato un rafforzamento dello spirito d’appartenenza e della sensibilizzazione riguardo un tema così delicato, cercando quindi di adattare i propri stili di vita ad un’ottica sostenibile. Da tale panoramica è desumibile come il successo di Copenhagen sia una sommatoria di risultati ed azioni nate come strategia per contrastare il lento declino sancito dalla crisi dei cantieri navali.
L’insediamento nel suo complesso è stato costruito su una zona paludosa, e fin dalla bonifica dei terreni nel 1964, pozze d’acqua, stagni e canali sono stati elementi caratteristici dell’area: l’area dell’isola di Amager faceva parte del sistema fognario di Copenhagen, e durante la seconda guerra mondiale è stata utilizzata come campo di lavoro. Dopo la guerra diviene un campo d’addestramento militare chiuso al pubblico, influenzando così l’attuale pattern, che sembra essersi
40
Capitolo 3.0 casi studio
curiosamente ripetuto: le istituzioni militari, 75 in
i quartieri e gli spazi aperti, ha sancito la possibi-
origine, sono state sostituite da aziende multina-
lità di creare un network di strade, piazze, parchi,
zionali, dormitori, un ospedale e da un enorme
che si sviluppano attorno agli elementi blu: viene
centro commerciale, che tendono però a funzio-
così esplicata la struttura fondamentale su cui si
nare in un modo introverso, con una limitata abilità
sono innestate le numerose architetture. L’impor-
a stimolare e generare nuove reti sociali di quar-
tanza dei trasporti su ferro viene ancora una vol-
tiere. A tal proposito, rimane importante cercare di
ta ribadita dal modo in cui questi si comportano
riconoscere questa eredità storica e, a partire da
nei confronti del terreno: sono infatti sopraelevati
questa, riflettere sulla possibilità di innescare nuo-
rispetto la quota di strada, in modo che l’impatto
ve e necessarie dinamiche sociali, tenendo conto
fisico sia ridotto quanto reversibile; quest’ultimo
delle temporalità costitutive delle relazioni e delle
aspetto assume un carattere di prioritaria impor-
routine.
tanza in quanto rappresenta la spina dorsale del sistema di trasporto locale e il simbolo dell’effi-
Di grande rilievo è il peso dato al sistema delle
cienza e dell’efficacia del trasporto pubblico. Seb-
infrastrutture, a tal punto da sovrastare ogni ge-
bene la storia del quartiere abbia radici ben ra-
rarchia: le strade di collegamento interno, quelle
dicate, e uno sviluppo piuttosto recente, bisogna
di grande traffico e le piste ciclabili sono state
sottolinearne come la sua funzione intrinseca vada
realizzate ancor prima degli insediamenti stessi,
oltre ogni intento progettuale: tale insediamen-
così che fossero funzionanti prima che gli edifici
to si attesta come elemento mediano tra il parco
iniziassero a prendere forma. Da ciò si può com-
naturale più esteso di Copenhagen – dove la città
prendere come la mobilità ed i trasporti abbiano
incontra la natura – e la parte orientale dell’Isola
influenzato la conformazione dell’agglomerato
di Amager. Quest’ultima è caratterizzata da macro
urbano, che al contempo ha assecondato il taglio
isolati residenziali con lato inferiore ai 500 m in
d’acqua che scorre lungo l’asse della città da nord
cui sono condensati complessi residenziali a bassa
a sud che, così come la metropolitana, connette i
densità: ogni porzione è delimitata da vie di ge-
quattro distretti. Un sistema secondario di canali
rarchia superiore, settorializzando così le velocità
che percorrono i terreni da est a ovest, collegando
e differenziando il traffico veicolare: nonostante
41
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
possa essere criticato come concezione di quartiere dormitorio, i servizi riguardanti il welfare di quest ultimo si concentrano in un maxi cluster di funzioni pubbliche, configurandosi come landmark e luogo di aggregazione pubblica, divenendo un vero e proprio centro di attrattività della zona orientale della capitale. Altra caratteristica che rende Orestad elemento mediano tra una realtà urbana consolidata e la riserva naturale è il suo sviluppo in altezza, che sebbene possa essere criticato perché concepibile come barriera visiva, riesce ad isolare acusticamente e visivamente la riserva naturale, sfumando e rendendo sempre meno invasiva la propria trama infrastrutturale. Nonostante l’uso dello spazio sia alterato e ripensato, il quartiere continua a vivere la sua eredità socio-storica: ciò è stato possibile grazie alla politica che sin dalle origini ha connotato la progettazione di questo quartiere, basata su elementi architettonici di spiccata qualità, innestati su una forte infra-strutturazione portante che garantisca al contempo un’elevata accessibilità agli elementi naturali.
42
Capitolo 3.0 casi studio
Architettura e uso del suolo Sin dal progetto euristico, il quartiere di Ørestad è stato concepito in simbiosi con l’ecologia e la sostenibilità: ogni edificio è in stretta relazione con la natura e non è difficile ad esempio trovare edifici che non abbiano intere pareti coperte di vegetazione. Il processo edilizio è stato inteso come un tutt’uno, puntando nella realizzazione di edifici con materiali innovativi ed ecosostenibili, perseguendo strategie di rigenerazione urbana, trasformazione di strutture dismesse, nel proget-
Ørestad Nord, 2005. (Fonte: www.divisare.it)
to di “Social Housing”, obbligando gli appaltatori a ridurre al minimo i trasporti e consumo energetico durante il periodo di costruzione per i materiali utilizzati. Inoltre, le duemila unità residenziali cercano di soddisfare al contempo requisiti di sostenibilità sociale, oltre che ambientale, essendo per il 25% destinate a residenze pubbliche. Ogni blocco è pensato per essere misto: nelle aree di grande traffico troviamo spesso negozi e servizi ai primi piani mentre a quelli superiori residenze. La maggior parte degli edifici presenti rientrano nella tipologia in linea o a grandi blocchi: sono
Ørestad downtown, 2005. (Fonte: www.divisare.it)
tutti di grandi dimensioni, con altezze medie di 8 piani e allo stesso tempo risalta una grande attenzione per gli spazi collettivi. Ogni isolato è stato progettato con particolari caratteristiche differenziandosi molto l’uno dall’altro: l’innovazione architettonica, la flessibilità degli spazi, l’attenzione agli affacci esterni e alla vita di comunità. Non c’è elemento costruito che non sia stato eretto senza utilizzare materiale di riciclo, sistemi di isolamento particolarmente efficienti, Una delle ciclabili sopraelevate che attraversano il quartiere, 2005. (Fonte: www.cycling-embassy.dk)
43
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
Multi-Purpose Sports Facility in Ørestad City. NORD Architects, 2005. (Fonte: www.archdaily.com)
Tietgen Dormitory. Lundgaard and Tranberg Architects, 2005. (Fonte: www.archdaily.com)
così come è costante la presenza di pannelli so-
sorbita durante la vita utile dell’edificio. In quanto
lari e sistemi di teleriscaldamento che soddisfano
alla vita quotidiana nel quartiere, questa sembra
il fabbisogno energetico degli edifici. Altra chiave
essere un prodotto della combinazione tra scelte
vincente nella progettazione sostenibile dei fab-
fisico-strutturali e di particolari prescrizioni per i
bricati si è rivelata essere la progettazione di fac-
residenti. Ancora una volta, il quartiere si propone
ciate realizzate con piastrelle riciclate, di pannelli
come mediatore tra un ambiente incontaminato e
di legno che proverranno dal riutilizzo di telai di fi-
una conformazione piuttosto radicata nel panora-
nestre recuperate, l’utilizzo di pavimenti realizzati
ma danese, costituita da residenze mono-bi fami-
in legno riciclato. Questi aspetti però non vengono
liari distanziate tra di loro grazie ad un margine di
concepiti come elementi a sé stanti, ma in stretta
rispetto che al contempo dona una zona di verde
collaborazione con altri principi progettuali come
privato di grande respiro. La disposizione spaziale
il verde, presente sia nel cortile sia sulle terrazze
degli edifici non viene determinata da una matrice
ai vari pani, la luce naturale, presente su entrambi
geometrica che viene riproposta più volte, bensì
i lati degli edifici, l’attenzione per i microclimi in-
asseconda il sistema infrastrutturale, cercando di
staurati e l’impronta a terra. Quest’ultima infatti,
formare delle vere e proprie corti, talvolta aperte
viene massimamente ottimizzata così da rendere
su tre lati: questo spazio semipubblico viene de-
massimo il rapporto tra superfice permeabile e co-
cretato come luogo perfetto per scaturire relazio-
struito, senza trascurare al contempo il rapporto
ni di vicinato che possono a loro volta decretare
tra CO2 emessa durante la costruzione e quella as-
interconnessioni con altri blocchi abitativi. Ad una
44
Capitolo 3.0 casi studio
scala ancora più ristretta invece, si pongono le
to interdetto al traffico automobilistico a favore di
“quinte facciate” dell’edificio: i tetti vengono eletti
un piano di mobilità slow. Secondo le stime, ogni
come luoghi in cui innestare ulteriori fenomeni di
giorno a Copenaghen vengono percorsi 1.100.000
socialità, aumentando la percentuale di verde pre-
di km in bicicletta e non solo dai commuter (pen-
sente e proponendo una concezione di orti urbani
dolari che si recano a Copenhagen per studio o
come fusione di questi due principi. Ancora una
lavoro), ma anche da coloro che vivono nel centro
volta, una piccola fascia longitudinale ospitante le
storico e usano la bici come mezzo di trasporto or-
funzioni pubbliche, media tra il quartiere di recen-
dinario. Copenaghen viene così dichiarata prima
te costruzione e il tessuto consolidato, fornendo
bike city al mondo con la sua rete di superhighway:
entrambi di licei, supermercati, ristoranti, uffici,
26 autostrade ciclabili che collegano i dintorni e la
complessi sportivi, biblioteche.
periferia al centro città, oltre che la green wave: il sistema di regolazione dei semafori sincronizzato
Trasporto e mobilità sostenibile
con la velocità di un ciclista medio. Nel 2006, il governo nazionale ha permesso a Copenaghen e ad
La metropolitana è rialzata nel tratto che concer-
altre quattro città di introdurre una zona a bassa
ne Ørestad ed è stata interamente finanziata con
emissione (LEZ)2. Dal 2010, tutti i veicoli più pesanti
i ricavati delle vendite 77 dei terreni - la costruzio-
di 3,5 tonnellate (autobus e camion) sono tenuti a
ne della sua intera rete e il relativo finanziamento
rispettare almeno le norme Euro IV o ad essere do-
si sono articolati attraverso tre fasi: la prima fase
tati di un filtro antiparticolato certificato, coprendo
riguardante il collegamento del nuovo quartiere
così quasi l’intera area della città. La città vorrebbe
satellite di Ørestad con il centro di Copenhagen
imporre una LEZ più rigorosa, ma ciò non è possi-
(in funzione dal 2002), la seconda unendo il centro
bile per i furgoni o le auto personali a meno che il
della città con il quartiere di Friederiksberg (a par-
governo nazionale non modifichi la legge.
tire dal 2003), per concludersi con la connessione con l’aeroporto a partire dal 2007.
Nel piano climatico della città, l’obiettivo è di realizzare una completa transizione all’elettrico,
La sensibilità di Copenhagen e della Danimarca
all’idrogeno o ai biocarburanti nel mondo del tra-
verso una concezione di mobilità alternativa ha
sporto. Da quando la città ha aggiornato la sua
radici profonde: lo Stroget, la via principale della
strategia di parcheggio nel 2006, ha continua-
capitale danese, è stato pedonalizzato fin dagli
mente apportato piccoli miglioramenti come ad
anni Sessanta, e dal 1995 il centro storico è sta-
esempio aumentare il numero di parcheggi a pa-
2. Low Emission Zone: Area all’interno della quale possono circolare solo veicoli che rispettano determinati standard ambientali riguardanti le emissioni inquinanti, contribuendo al miglioramento della qualità dell’aria.
45
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
gamento. Tale programma di mobilità integrata viene completata da una crescente offerta di trasporto alternativo: la città offre con 3 organizzazioni di car sharing (con circa 130 posti dedicati), programmi di mobilità aziendale e un ampio approccio incentrato a limitare le velocità. L’obiettivo previsto è di impostare 40 km/h come limite di velocità urbana a Copenaghen, associando un ulteriore limitazione, 30 km/h, nelle aree residenziali. La sostenibilità del progetto, inoltre, è sancita dalla presenza di un parco urbano nel raggio di 15 min a piedi. Inoltre, con il progetto PLUSnet sono state riprogettate strade e intersezioni pericolose per creare percorsi sicuri, affiancando a questi interventi un piano di sviluppo sia del servizio di manutenzione sia dei sistemi di parcheggi dedicati. Colonnine di rifornimento per auto elettriche, sperimentazione autobus alimentati a idrogeno, 450km piste ciclabili, asfalto speciale per ridurre inquinamento acustico funzionalità dei parcheggi, curati soprattutto dal punto di vista del design e del loro rapporto con ciò che li circonda, viene rivoluzionata sostituendosi alle piazze e diventando essi stessi luogo di incontro e di socialità. Un’ulteriore caratteristica di questi parcheggi è che nessuno di loro è asfaltato, sono tutti lasciati col terreno naturale; ciò permette di renderli permeabili all’acqua piovana che drena attraverso il terreno, viene raccolta da canali di scolo e va ad alimentare il canale aperto principale.
46
Capitolo 3.0 casi studio
47
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
Gestione delle risorse e dell’ambiente
Da sempre Copenaghen ha posto al centro le po-
to5 e refrigeratori elettrici6. I risultati attesi sono
litiche ambientali come discriminante che deter-
quelli di riuscire a ridurre di 14.000 ton. l’emissione
minasse la qualità della vita degli abitanti dane-
di CO2 ogni anno. Non vanno dimenticati i valori
si, affermandosi come principale stakeholder che
relativamente alti di consumo dell’acqua, sebbe-
fornisce i seguenti servizi: a partire dai livelli di
ne funzioni egregiamente il trattamento di perdite
inquinamento atmosferico relativamente bassi, sia
e acque reflue. Da una fase iniziale, il masterplan
per il PM103 che per il NO24, senza dimenticare il
finlandese suggerì l’uso di acque aperte per for-
distretto di teleriscaldamento che fornisce il 98%
nire carattere e identità alla vasta area. Al fine di
delle famiglie, ed il calore viene generato dai rifiu-
assicurare acqua sufficiente durante i periodi di
ti. Attualmente esistono due distretti di teleraffred-
secca, il sistema di canali può essere ulteriormen-
damento e funzionano attraverso l’estrazione di
te alimentato con acqua di scarico delle aree di
acqua dal mare con refrigeratori ad assorbimen-
sviluppo confinanti. In totale, i sistemi idrici sono
3. Insieme di sostanze sospese nell’aria di dimensioni varia- 5. Refrigeratore ad assorbimento: Un refrigeratore avente bili da pochi nanometri a 100 µm. Viene considerato come gas non compresso meccanicamente per essere portato uno degli inquinanti più frequenti nelle aree urbane, la cui allo stato liquido bensì assorbito da una speciale soluziopresenza eccessiva è strettamente connessa all’attività ne assorbente L’energia richiesta può essere fornita ad urbana. esempio dal calore residuo proveniente dall’estrazione di 4. Inquinante generato a seguito di processi di combustioacqua dal mare. ne o con intenso traffico veicolare, individuato come cau- 6. Refrigeratore elettrico: macchina termica operatrice che sa principale dell’aumento dei livelli di biossido d’azoto sfrutta la compressione e l’espansione di un aeriforme nell’aria. (fluido refrigerante), che consente di sottrarre calore a un fluido termovettore (spesso aria o acqua).
48
Capitolo 3.0 casi studio
Spunti di riflessione stimati a trattenere 178000 m3 d’acqua. Col pas-
L’attenzione e la canalizzazione delle forze e degli
sare del tempo è però aumentata la richiesta da
investimenti da parte dell’amministrazione locale
parte dei cittadini di poter usufruire dei benefici
ha fatto di Copenhagen la città in cui circolano più
derivanti dall’acqua urbana depurata, per questo
biciclette che automobili, con un rapporto di una
motivo è stato introdotto un sistema innovativo
bici ogni due abitanti. Ne è quindi esempio lam-
di depurazione chiamato Dual Porosity Filtration;
pante di una città piuttosto estesa (88,25 km2) che
l’acqua trattata deve rispondere a standard elevati
pur avendo climi poco miti (Temperatura minima
in riferimento a solidi sospesi, metalli pesanti e mi-
assoluta invernale: -20°C), ha da sempre conside-
croinquinanti organici, per tale motivo l’impianto
rato la bici come mezzo di trasporto primario. Ciò
DPF è composto da diversi strati di materiali fil-
non significa che un adeguata rete ciclabile e la
tranti attraverso i quali il flusso scorre orizzontal-
voglia dei cittadini di utilizzare la bicicletta possa
mente. I canali non sono solo lì puro vezzo estetico;
bastare: all’interno dei distretti deve esserci un’a-
servono un importante scopo pratico come parte
deguata progettazione urbana e distribuzione del
delle difese contro le alluvioni di Ørestad. L’acqua
welfare e del lavoro, che al contempo stabilisca
in tempesta in eccesso viene scaricata nei canali,
delle relazioni tra i diversi quartieri, garantendo
che conducono alla bocca del porto, e qualora ci
l’assenza di agglomerati urbani completamente
fosse più acqua di quella che i canali sono in gra-
autosufficienti, che invece porterebbero alla for-
do di sottrarre, i laghi e le zone umide di Amager
mazione di una città introflessa. Si deve quindi
Common e West Amager riescono ad assorbire il
guardare ad una scelta simile non come episodio a
quantitativo in eccesso. Tutto questo è controllato
sé stante, ma come fenomeno che non si può esi-
dalla Ørestad Water Guild7, che controlla anche lo
mere dall’avere una risonanza che coinvolga gli sti-
spessore del ghiaccio sui canali in inverno.
li di vita dei cittadini e la loro salute, la progettazione delle infrastrutture dei servizi a loro dedicati, le emissioni inquinanti prodotte e il traffico generato.
7. Un’azienda pubblica specializzata nella gestione delle acque cittadine e che si occupa di monitorare, nei mesi invernali lo strato di ghiaccio sui canali, permettendo qualora lo spessore sia elevato, di adibire quest’ultimi a pista di pattinaggio.
49
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
3.4 - Friburgo: Rieselfeld
Progettista
Gruppo Progetto Rieselfeld
Anno progettazione
1992
Anno realizzazione
1994 - 2009
Anno completamento
2010
Committenza / Soggetto promotore
Città di Friburgo
Abitanti
11.000 ab
Superficie
320 ha
Densità abitativa
34.37 ab/ha
Strumento urbanistico
Kommunalentwicklung (“sviluppo comunale”)
Obiettivi preposti e traguardi raggiunti
Lo sviluppo innovativo della città di Friburgo af-
verde fu da sempre incluso come elemento fonda-
fonda le sue radici sin dai primi anni dal Secondo
mentale di progetto: il principio delle “cinque dita”8
dopoguerra; il rispetto di tradizionali schemi urba-
venne adottato come metodo insediativo urbano;
ni, del patrimonio culturale e la progressiva scelta
nelle aree degradate della città, la componente
di interventi green e sostenibili furono gli obietti-
permeabile destinata ad attività conviviali venne
vi che dagli anni ’60 la città decise di persegui-
fortemente incrementata; grazie a ciò, ad oggi Fri-
re. Particolare interesse venne posto sul trasporto
burgo può contare uno dei più alti rapporti di mq
leggero e pubblico, con una strategica distribuzio-
verdi su abitante d’Europa9.
ne della rete tramviaria e ciclo-pedonale che, nel
Altro punto focale è il risparmio energetico:
tempo, ha reso sicuro e competitivo lo spostamen-
quest’ultimo viene garantito dall’utilizzo di ener-
to sostenibile rispetto a quello veicolare privato. Il
gie rinnovabili, prodotte mediante l’impiego di
8. Similmente al “Finger plan” di Copenaghen, cerca di spez- 9. Si contano più di 7 milioni di mq di verde urbano (parchi, zare la continuità urbana introducendo aree verdi che si boschetti…), circa 31 mq di spazio a verde per abitante spingono fin quasi al centro cittadino. M. Berrini e A. Colonetti (2010), GREEN LIFE: costruire città sostenibili, Editrice Compositori, “Friburgo, la città dell’energia solare” (p. 161).
50
Capitolo 3.0 casi studio
Inquadramento pannelli fotovoltaici che ricoprono buona parte
Colpita duramente dai bombardamenti durante il
delle coperture di abitazioni ed edifici pubblici (in
Secondo conflitto mondiale, la cittadina di Fribur-
particolar modo dei quartieri di Vauban e Riesel-
go ha fronteggiato fin dai primi anni, e successi-
feld) e dalla costruzione di edifici energicamente
vamente con diligente costanza, la problematica
efficienti. Quest’ultimo impegno, unito all’attenzio-
urbana di una ricostruzione ed una espansione
ne nei confronti del verde urbano, ha comportato
intelligente ed innovativa; ne sono da esempio i
una straordinaria riduzione delle emissioni di gas
provvedimenti che negli anni vennero progressi-
serra nell’ambiente che, secondo il piano strategi-
vamente attuati dalla municipalità: il centro sto-
co siglato nello scorso 2007, punta ad arrivare ad
rico trasformato in una grande area pedonale da
una riduzione complessiva di emissioni pari al 40%
destinare alla vita comunitaria, la progettazione
entro il 2030.
strategica di una efficiente e capillare struttura di trasporti pubblici, l’istituzione di numerose zone a 30 km/h10 per favorire lo spostamento dolce nel territorio comunale, il divieto di costruire grossi centri commerciali eccessivamente distanti dalle aree cittadine, al fine di scoraggiare spostamenti di massa, soprattutto tramite mezzi privati. Il quartiere in questione, Rieselfeld ha una storia ben più recente: situato a Ovest del centro città, venne progettato in seguito alla dismissione nel 1985 dello storico centro di depurazione, che da fine ottocento occupava l’area conosciuta, per l’appunto, come Reiselfelder11. L’area progettata occupa circa 70 dei 320 ettari totali, all’interno dei quali si era creato un micro-ecosistema con una folta flora ed una ricca fauna, la cui salvaguardia venne inclusa nei successivi piani di progettazione.
10. Ad oggi si conta che quasi il 90% del territorio comunale 11. Reiselfelder dal tedesco letteralmente campo di gocciosia soggetto a limitazione di velocità lamento; impianto per la depurazione delle acque reflue cittadine.
51
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
A seguito di operazioni di bonifica, tramite le quali vennero rimosse le sostanze inquinanti lasciate dalla precedente destinazione d’uso, venne avviata una progettazione compartecipata tra futuri residenti e progettisti, che dal 1991 si concluse nel ‘92. Come in altri casi di nuovi quartieri nord europei venne creata, sia per la fase progettuale che per il successivo esercizio, una società ad hoc gestita dalla municipalità e dai residenti stessi, che si occupasse di tutte le pratiche inerenti alla progettazione, alla realizzazione e amministrazione del quartiere.
Masterplan Nel 1994 presero avvio i lavori di realizzazione con la costruzione della linea tramviaria di collegamento con il centro città. Essendo un’area pianeggiate e periferica, non ci furono grandi problematiche dal punto di vista morfologico e risolto anche il problema dell’inquinamento nel sottosuolo, i lavori seguirono i piani previsti, realizzando in differenti “fasi costruttive” le varie aree del quartiere. Tre assi principali, che costituiscono la spina dorsale dell’area, e una griglia ortogonale di strade secondare va a definire l’impronta del quartiere, con lotti
52
Capitolo 3.0 casi studio
Architettura e uso del suolo più o meno regolari di varie dimensioni. Lungo il
La costruzione del quartiere, nei primi momenti
viale centrale (Rieselfeldalle) si trovano concentra-
della sua progettazione, fu oggetto di contesta-
ti la maggior parte degli edifici e dei servizi pub-
zioni in quanto nell’area che avrebbe occupato
blici inseriti in un grande parco che, riprendendo
si era ormai creato un vero e proprio micro eco-
il principio urbanistico comunale , funge da corri-
sistema ricco di flora e fauna che sarebbe stato
doio verde, spezzando la continuità urbana colle-
messo a repentaglio dalle opere di costruzione.
gando le numerose riserve naturali circostanti al
Il rispetto e la preservazione della natura furo-
centro del quartiere.
no primari obiettivi che la municipalità pose alla
12
Gli edifici residenziali, di diverse tipologie13 e disposti con una densità decrescente dal centro verso l’esterno del quartiere, sono immersi in floridi giardini che offrono più occasioni di convivialità tra i vari abitanti oltre che ad una elevata qualità ambientale. La morfologia urbana così costruita, è stata pensata per una “città slow” dove servizi, lavoro e spazi
base delle attività di progettazione, riconfermando l’interesse verso la problematica ambientale dimostrata già in pregressi interventi urbanistici. Venne imposta una limitazione all’edificazione, che poteva occupare solo 1/4 dei 70 ettari a disposizione, mentre la restante componente sarebbe stata trasformata in aree prettamente permeabili da destinare alla popolazione.
per il tempo libero siano ben distribuiti e a breve
Data la posizione periferica di Rieselfeld, al
distanza; inoltre, la fitta rete di percorsi “protetti”
fine di scongiurare fenomeni di segregazione
(ciclopedonali) permettono di raggiungere qualsi-
e un carattere di quartiere dormitorio, vennero
asi parte della città o della regione, sfruttando l’in-
fin dal principio garantite assistenze di vicinato
tercomunicabilità delle varie riserve naturali.
pubbliche e commerciali, tramite la costruzione di scuole, servizi pubblici, spazi comuni e un rapido collegamento tramviario con il centro città. Un altro intento con il quale il quartiere venne realizzato fu quello di garantire una forte coesione tra i vari residenti, promuovendo una mixi-
12. Ripresa del “Piano delle Cinque dita”, simile al “Finger plan” di Copenaghen 13. Nel centro del quartiere troviamo concentrati edifici in linea pluripiano (3-5 piani) mentre verso l’esterno villette a schiera e residenze bifamiliari.
53
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
-tè sociale, sostenuta da una vasta e varia offerta di alloggi aperti a tutte le fasce di reddito e una compartecipazione attiva dei residenti nelle attività di decisionali e di governo del quartiere stesso. L’edificazione dell’area avvenne in quattro fasi14 consecutive, durante le quali la municipalità poté rispondere prontamente alle mutevoli esigenze insediative, evitando così inutili sprechi di risorse. Gli edifici costruiti sono accomunati dalla loro disposizione nel lotto: quest’ultimi si pongono dirimpetto alla strada creando un invaso retrostante semi-privato, destinato a verde o playground; eccezione alla regola la si riscontra in presenza di edifici pubblici, dove parchi o piazze cingono gli stabili.
Residenze affaccio interno, 2010. (Fonte: www.flickr.com)
Sostenuto da una capillare rete ciclopedonale, il quartiere conta un rapido accesso alle circostanti riserve naturali, tra cui la più grande, Freiburger Rieselfeld, che con i suoi 250 ettari di estensione, offre riparo a innumerevoli specie animali che trovano rifugio tra le “rovine” del precedente impianto di depurazione15. Nonostante siano passati circa trent’anni il quartiere presenta tutt’oggi un carattere ben riconoscibile che lo distingue dal resto della città con edifici puliti, regolari, in stile moderno cosi come le innovazioni con le quali è stato pensato e realizzato.
Vista interna, 2010. (Fonte: www.architetturaecosostenibile.it)
14. Dalla conclusione di una fase all’inizio della successiva all’incirca passarono due anni 15. I 250 ettari di terreni che non vennero intaccati dalla costruzione del quartiere vennero per l’appunto destinati
a riserva naturale e le preesistenze antropiche, dighe e bacini di decantazione, vennero assorbiti dalla vegetazione che nel tempo li trasformò in rifugi per nuove specie animali
54
Capitolo 3.0 casi studio
Cul de sac isolati, 2010. (Fonte:www.flickr.com)
Rieselfeldallee. Sezione strada principale, 2010. (Fonte: www.flickr.com)
Trasporto e mobilità sostenibile Un rapido collegamento con il resto della città fu
a piedi17 di distanza dalle abitazioni più lontane.
tra i primari interventi che la municipalità mise in
Rieselfeld di fatto è un quartiere “di brevi distanze”
atto ancor prima di concludere i primi fabbricati.
dove oltre a un efficiente sistema di trasporto pub-
Rendere il trasporto pubblico competitivo rispetto
blico è presente una capillare rete di percorsi ciclo-
a quello automobilistico in un quartiere di nuova
pedonali. La mobilità lenta è ovunque privilegiata,
fondazione, era un’occasione da non perdere e da
assicurando comfort a pedoni e ciclisti: le strade
sfruttare per poter avviare una vera e propria rivo-
sono quasi sempre costeggiate da alberi o aiuo-
luzione nello spostamento urbano.
le e la velocità massima di percorrenza consentita
Sul viale principale (Rieselfeldallee) si attesta la linea tramviaria che permette di raggiungere celermente il centro città16; il percorso è caratterizzato dalla permeabilità del terreno (a prato) lungo quasi tutta la tratta che permette attenuare lo sferragliamento dei mezzi oltre che aiutare a gestire le acque meteoriche. Le fermate, tre e poste baricentricamente al quartiere, sono a massimo a 8 minuti
per le autovetture è di 30 km/h. La rete ciclopedonale di quartiere si collega a quella comunale e regionale costituendo un esteso e fitto intreccio di percorsi che conta un’estensione di circa 420 km. Favoriti anche dall’interscambiabilità con i mezzi pubblici, che permettono rapidi trasbordi anche alle biciclette, gli spostamenti sostenibili sono un reale competitor agli spostamenti automobilistici.
16. Il massimo tempo di attesa tra una corsa e l’altra è fissa- 17. Corrispondono a 500 m circa to tra 5 e 6 minuti, così da scoraggiare appunto l’utilizzo dell’automobile per gli spostamenti, e in meno di 20 min è possibile raggiungere il centro città
55
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
Per scoraggiare ancor più l’utilizzo dell’automobile, la municipalità ha siglato con buona parte dei residenti un accordo che vieta loro di fatto il possesso di un’autovettura; in alcune strade secondarie è stato inoltre interdetto il passaggio veicolare al fine di istituire ulteriori spazi dove adulti e bambini possono giocare e ritrovarsi. Le automobili dunque si trovano “confinate” in pochi e determinati percorsi che si allacciano al reticolo comunale a sud e a est del quartiere, nei pressi delle principali arterie cittadine.
Pannelli solari su copertura, 2010. (Fonte: www.flickr.com)
Gestione delle risorse e dell’ambiente Il quartiere di Rieselfeld fin dalla sua progettazione
fonti rinnovabili non fu di primaria necessità per
venne pensato come “quartiere a risparmio”. La
la municipalità, molto probabilmente per la diffi-
riduzione delle dispersioni di qualunque genere
denza che i futuri residenti manifestarono a fronte
(acqua, calore ed energia) furono l’obiettivo che
delle ingenti spese iniziali che la dotazione richie-
la municipalità pose alla base della progettazione
deva; con il tempo però si è assistito ad una lenta
degli edifici e del quartiere. Venne fissato come
e continua inversione di giudizio che ha convinto
massimo consumo energetico per il riscaldamen-
molti dei cittadini alla svolta energetica.
to 65 kWh/mq annui18 e la necessità di un collegamento alla rete cittadina di teleriscaldamento, alimentata da un impianto di cogenerazione che sfrutta energie rinnovabili per produrre calore ed energia elettrica. Nonostante la cospicua presenza di impianti fotovoltaici, disposti prevalentemente sulle coperture degli edifici pubblici, la produzione energetica da
La maggior parte del territorio, così come da ordinanza comunale, è ricoperto da terreno permeabile generalmente destinato a verde (prato/aiuole/ alberi/….), il che permette di avere un elevata qualità ambientale, una maggior vivibilità del quartiere anche durante i mesi estivi oltre che un efficiente gestione delle acque meteoriche. Quest’ultime infatti vengono raccolte e convogliate verso bacini
18. Si tratta di un notevole risparmio se paragonato ai consumi medi nel resto d’Europa, che si aggirano attorno ai 161 kWh/mq
56
Capitolo 3.0 casi studio
e canali, dotati di particolari organismi naturali,
La compartecipazione dei cittadini nelle fasi di
che depurano l’acqua da sostanze inquinanti19 per
scelta e attuazione di future ordinanze e proget-
poi riutilizzarla nell’irrigazione degli stessi giardi-
ti comunali, è un’altra delle carte vincenti giocate
ni o per a rinvigorire i bacini presenti nella vicina
dalla municipalità. Il cittadino diventa esso stesso
riserva naturale. La presenza dunque di una mol-
veicolo di innovazione partecipando attivamente
titudine di aree verdi, di un efficiente programma
nello sviluppo del proprio quartiere; si crea dunque
di trasporto sostenibile (pubblico e ciclopedonale)
quell’interesse globalizzato alla questione pubbli-
oltre che ad una campagna di sensibilizzazione dei
ca che garantisce una premura ed una costanza
suoi residenti, ha permesso sin dai primi anni dal-
generalizzata nel raggiungimento di un obiettivo.
la costruzione di registrare una discreta riduzione
A Rieselfeld la presenza di grandi spazi dedicati
delle emissioni di gas serra rispetto ad altri quar-
ad attività ludico-ricreative, oltre che ad un pro-
tieri della città.
gramma comunale aperto ad ospitare qualunque fascia di reddito ed età, ha permesso in breve tempo di creare un quartiere “ricco” e florido dal-
Spunti di riflessione
la forte identità che si fa portatore di una nuova urbanità, incentrata sull’ecologia e la sostenibilità
Una strategia lungimirante e visionaria, una stra-
ambientale.
ordinaria costanza nel portare a termine impegni ed obiettivi oltre che un coinvolgimento attivo della popolazione nelle progressive innovazioni, sono di sicuro alla base del successo di cui ad oggi Friburgo può vantare il primato. La scelta di rendere competitivo qualsiasi spostamento “sostenibile” rispetto all’automobile - che sia questo a piedi, in bicicletta o con trasporto pubblico - tramite l’istituzione di un’efficiente e capillare rete di percorsi dedicati e privilegiati, ha favorito un’automatica risposta da parte dei residenti, i quali, nei quartieri di Rieselfeld e Vauban, preferiscono abbandonare l’automobile per muoversi in città.
19. Largamente diffusa è la tecnica della fitodepurazione che permette di depurare l’acqua senza grosse spese o costosi impianti di depurazione. Le acque nere del quartiere, cosi come quelle della città
intera vengono convogliate verso un centro di depurazione regionale.
57
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
3.5 - Malmo: Bo01 Municipalità di Malmo, Eva Dal man, Mikael Edelstam, Hanna Progettista
Roberts, Agneta Persson, Bengt Persson, Santiago Calatrava, Ralph Erskine, Gert Wingárdh, Kai Vartiainen, Moore Ruble Yudell Architects & Planners, FFNS Architects, Kim Dahlgaard
Anno progettazione
1996
Anno realizzazione
2001
Anno completamento
2030
Committenza / Soggetto promotore
Commissione europea ed Amministrazione di Malmö
Abitanti
3.600 ab
Superficie
22 ha
Densità abitativa
163,63 ab/ha
Strumento urbanistico
Kommunalentwicklung (“sviluppo comunale”)
Obiettivi preposti e traguardi raggiunti Gli anni Novanta hanno rappresentato l’apice di una
con l’avvento di Expo 2000 ha conseguentemente
grande crisi economica-sociale a cui la città di Mal-
portato all’adozione dei piani urbanistici per l’inte-
mö ha risposto con la reinvenzione integrale della
ra penisola. Sin dagli schizzi progettuali, la matrice
regione dell’Øresund20, riconvertita in un polo nor-
insediativa è stata dettata da una griglia irregolare,
deuropeo per gli affari, i trasporti, la ricerca scienti-
modellata principalmente da esigenze bioclimati-
fica e l’educazione. Tale area è costituita da una pe-
che: questa porzione dell’area portuale è fortemen-
nisola di origine artificiale di 140 ettari di superficie,
te esposta a raffiche di vento capaci di arrivare fino
sorta verso la fine del XIX secolo attraverso un’o-
a 45 m/s, e le diverse rotazioni planimetriche degli
pera complessa di bonifica dell’originario litorale
edifici sono studiate per deviare le correnti d’aria.
marittimo. La pianificazione dell’intero quartiere
L’irregolarità possiede, inoltre, la peculiarità di cre-
20.Geograficamente parlando, la regione dell’ Øresund comprende la Danimarca Orientale e Skane, nel sud della Svezia, costituite entrambe da zone rurali e urbane. Ci sono due aree metropolitane all’interno della regione, area me-
tropolitana di Copenaghen e Metropolitan Malmö collegate dal ponte omonimo lungo 16 km.
58
Capitolo 3.0 casi studio
Inquadramento are micropaesaggi diversi l’uno dall’altro all’interno
L’obiettivo del quartiere sperimentale Bo01 è quel-
dell’edificato. Il completamento del progetto di rige-
lo di sviluppare una Città del Futuro basata sulla
nerazione urbana è previsto, indicativamente, per il
sostenibilità, la rivalutazione del capitale naturale
2030, e prevederà l’insediamento di 10.000 abitanti
e sulla costruzione di una società nella quale la co-
e 20.00021 posti di lavoro. L’area di edificazione pre-
munità è al centro delle scelte e stimola i soggetti
senta condizioni di degrado ambientale e un com-
per l’innalzamento della qualità ambientale, socia-
plesso sistema microclimatico, caratteristiche che
le e fisica. Il quartiere è stato scelto dalla Comunità
hanno caratterizzato la progettazione in chiave so-
Europea e dal Dipartimento Europeo per l’Energia
stenibile come ulteriormente incisiva e di contrasto
come uno dei migliori esempi per l’applicazione
rispetto allo scenario iniziale.
dell’utilizzo di energia rinnovabile in Europa. Su un’area portuale di 30 ettari, che si affaccia su Copenaghen, di fronte al ponte Oresund, si articola il programma che comprende: la costruzione del quartiere Bo01 con 800 appartamenti, parchi e infrastrutture pubbliche, e l’esposizione sull’edilizia sostenibile e sulla società dell’informazione, ospitata da una decina di stands temporanei. Tale intervento inoltre, è stato fulcro di dibattiti durante l’Esposizione delle Aziende, la Conferenza sullo Sviluppo Sostenibile (27-29 giugno 2001) riguardanti il dibattito sulle nuove pratiche progettuali nelle aree urbane in sviluppo ed i conseguenti rapporti riguardanti le aree di trasformazione (Agenda 21, Programmi Europei), che scaturiscono la divulgazione dei diversi modi di operare in Europa. I temi affrontati, aventi realizzazioni pratiche nel quartiere, sono principalmente tre: la sostenibilità ambientale degli interventi e la rivalutazione del
21. Rispettivamente, il 3,5% della popolazione e oltre il 15% dei posti di lavoro.
59
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
capitale naturale, la valutazione del capitale so-
In particolare, su 120.000 mq sono state costruite
ciale e la costruzione di una “società intelligente”.
800 abitazioni. Il layout della nuova area urbana
A Bo01 circa due terzi dell’area urbana sono ad
ha una densità media con edifici la cui altezza
uso residenziale ed un terzo è destinato ad attivi-
varia da uno a sei piani, costituenti due terzi del
tà commerciali, uffici e servizi22. L’edificato ha una
tessuto insediativo, il cui restante è delegato al
media densità, le altezze variano da uno a sei piani
comparto commerciale. Le case lungo la banchina
fuori terra, con una media di tre piani e le tipologie
saranno alte cinque piani per riparare tutto il quar-
prevalenti sono le case a schiera e i blocchi di ap-
tiere dal forte vento proveniente da ovest, dietro
partamenti. Gli edifici lungo la banchina sono alti
gli edifici sono più bassi. La tipologia delle varierà
dai cinque ai sei piani, nell’intento di proteggere
da case isolate, a case a schiera e alcuni blocchi di
il resto del quartiere dal forte vento proveniente
appartamenti. Tutti però seguiranno diversi regi-
da ovest. Il linguaggio architettonico, da un lato, è
mi: appartamenti in affitto, appartamenti in diritto
definito da un piano di iniziativa pubblica estrema-
di superficie, case e appartamenti in proprietà as-
mente dettagliato, che definisce i rapporti fra spa-
soluta. Grande importanza è data agli spazi aperti
zio costruito e spazio aperto, percorsi, dall’altro, è
e collettivi, che si articolano in una serie di par-
lasciato ampiamente libero riguardo alla varietà
chi, alcune aree attrezzate per lo sport con campi
architettonica.
multiuso, un grande spazio pensato per i giovani e destinato alla pratica dello skateboard, giardini
Masterplan
pubblici, banchine lungo il mare e lungo il canale che attraversa l’insediamento. Nel costruire il pae-
Il quartiere Bo01 è stato realizzato, a cavallo tra la
saggio naturale del quartiere, i concetti chiave che
fine degli anni ’90 e l‘inizio degli anni 2000, a circa
hanno guidato la realizzazione sono stati la tutela
3 km a nord-ovest del centro di Malmö, in occasio-
e l’incentivazione della biodiversità e il riutilizzo
ne della European Housing Expo del 2001: Västra
delle acque. a tal proposito sono state piantumate
Hamnen è una penisola di origine artificiale di 160
varietà locali, mirando verso lo sviluppo di fauna
ettari di superficie, sorta verso la fine del XIX seco-
acquatica. L’insediamento fino ad oggi completato
lo grazie alla bonifica dell’originario litorale marit-
sorge a stretto contatto con la spiaggia, i grandi
timo, allo scopo di accogliere i cantieri navali della
parchi urbani ed il centro della città, ed ha una di-
società Kockums.
mensione complessiva di circa 30 ettari23.
22. Dato relativo alla percentuale di area edificata imperme- 23. Equivalenti a poco più di 30 campi da calcio regolamenabile. tari.
60
Capitolo 3.0 casi studio
L’impianto edilizio è basato sulla contiguità dei lotti, disposti sulle rive contrapposte di un canale artificiale interno che sfocia nel bacino dell’Öresund, ed arricchito dalla presenza di un flesso nella disposizione delle quinte che valorizza l’inserimento di un ponte pedonale. Il tessuto urbano si caratterizza per la sua molteplice valenza, ovvero elementi e segni che vanno letti contestualmente sia in chiave planimetrica che in funzione del loro rapporto con l’ambiente. Questa molteplicità e ricchezza tanto planimetrica quanto volumetrica, ha reso possibile la creazione di spazialità urbane assimilabili a quelle di una città tradizionale, senza peraltro rinunciare alla ricerca tecnologica, alla sperimentazione tipologica e alla ricerca di un linguaggio architettonico che fosse espressione, tanto della “frammentazione” della contemporaneità, quanto capace di racchiudere nella sua matrice una forte componente linguistica del luogo. A tal fine, si è provveduto affinché su ogni lotto operasse un progettista diverso. Ciascuno di essi è contornato da una serie di spazi aperti progettati per dare la possibilità agli abitanti di incontrarsi, per favorire i rapporti sociali; queste aree sono integrate, soprattutto lungo i collegamenti principali, da bar, ristoranti, negozi e piccoli uffici, ma anche di uno spazio ben strutturato in cui ognuno potesse ritrovarsi e ritrovarvi aspetti socio-culturali andati perduti nelle moderne città.
61
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
Architettura e uso del suolo Ciò che connota tale intervento urbano è come i fattori climatici siano stati determinanti sin dagli albori delle fasi progettuali, in cui una forte esposizione al vento da ovest ha fatto sì che la griglia a maglie larghe del quartiere si deformasse in un tracciato irregolare quanto definito. Ciò ha garantito quindi ordine ed empatia su un grande piano, ed, allo stesso tempo, ha dato spazio alla scoperta di un mondo brulicante, meno tangibile all’interno delle grandi piazze. La gestione del territorio e della lottizzazione è stata inoltre modellata dalle ambizioni principali, quali: offrire una struttura
Vista dal canale interno al quartiere, 2018. (Fonte: www.visitsweden.com)
urbana sufficientemente robusta da soddisfare le esigenze di un futuro incerto, fornire le condizioni per l’incontro tra persone e culture diverse, suddividere gradualmente gli isolati e le sue parti in piccola scala per evitare la saturazione del trasporto su ruote ma avvantaggiando i pedoni. È così che il piano ha preso forma: una griglia distorta dal vento, come una rete appesa ad asciugare. Altro fattore che ha influenzato in maniera non indifferente la natura degli spazi e la sua fruizione, è stata la circolazione della conoscenza, a livello globale e all’interno del quartiere: questa pertanto è assicurata da un sistema tecnologico di comunicazione che lo attraversa trasversalmente. I residenti possono usare Internet per gli acquisti, per prenotare il turno alla lavanderia comune, per controllare elettrodomestici e sicurezza della casa. Oltre a questi servizi, gli abitanti possono dividere l’utilizzo di automobili offerte dal Comune e di un parco di auto elettriche, a gas metano e ibride che ap-
Vista dal canale interno al quartiere, 2018. (Fonte: www.visitsweden.com)
62
Capitolo 3.0 casi studio
partengono alla Comunità. Ancora una volta, una
di contenere una vasta gamma di vita naturale ed
componente naturale entra a far parte della pro-
habitat per diverse specie vegetali e animali. Tale
gettazione del territorio, fondendo così l’interven-
obiettivo viene perseguito mediante il sistema di
to antropico con le necessità della natura: l’acqua
ecoparchi sopracitato e la presenza quasi ossessi-
piovana entra a far parte del paesaggio raccolta
va di tetti e pareti verdi. L’amministrazione di Stoc-
in vasche apposite, per poi scorrere in una rete di
colma si è dimostrata sensibilmente attenta ai temi
piccoli canali a cielo aperto costeggianti le strade.
trattati, organizzando una serie di concorsi per le
L’acqua viene in seguito depurata in modo natura-
imprese produttrici di materiali e tecnologie per la
le con dei piccoli bacini di filtraggio dotati di let-
costruzione, ai cui partecipanti è stato fornito un
ti di sabbia e piante idrofile, per poi raggiungere
elenco, dove i clienti hanno specificato le perfor-
direttamente il mare evitando di sovraccaricare il
mance dei materiali e delle tecniche costruttive. I
sistema fognario cittadino. In quest’ottica si inne-
nuovi prodotti sono stati testati e ai vincitori è sta-
sta l’attenzione per i materiali da costruzione ed il
to assicurato un mercato dove vendere e applica-
loro Life Cycle Assessment, che incontra l’obiettivo
re le loro innovazioni tecnologiche. Per assicurare un processo costruttivo di qualità, le imprese e i
Vista dal mare del quartiere, 2018. (Fonte: www.visitsweden.com)
fornitori lavorano secondo un “sistema di gestione ambientale”, applicando la certificazione ISO 1400124 o EMAS e la riqualificazione ambientale degli addetti. Per quanto tali riconoscimenti a volte possano essere sinonimo di qualità e garanzia, non bisogna dimenticare le critiche mosse nei capitoli precedenti.
24. La certificazione ISO 14001 non attesta una particolare prestazione ambientale o un basso impatto ambientale, bensì dimostra che l’organizzazione certificata ha un sistema di gestione adeguato a tenere sotto controllo gli
impatti ambientali delle proprie attività. Non è quindi una certificazione di prodotto, come invece i marchi ecologici, bensì una certificazione di processo.
63
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
Trasporto e mobilità sostenibile
gamento con il resto della città, è stato studiato per ottenere soluzioni sostenibili, fino ad arrivare a
La garanzia data dalla presenza di un’efficiente
sistemi di trasporto pubblico che potessero essere
rete di autobus pubblici accessibile in un raggio
economicamente competitivi con i mezzi privati
di 300 metri da ogni abitazione e da un servizio di
oltre che dal punto di vista economico anche per
car sharing per i residenti, è un’infinitesima parte
quanto concerne la frequenza di utilizzo. Principio
dell’offerta proposta dall’amministrazione di Mal-
ordinatore di questa politica “green” è dato dalla
mo per contrastare la concentrazione del traspor-
densità edilizia dell’area che rende il tessuto co-
to privato su ruote. A tal proposito, gli abitanti del
struito compatto, minimizzando gli spostamenti in
quartiere hanno la possibilità di prenotare via In-
automobile, privilegiando l’uso della bicicletta ed
ternet un’automobile elettrica o a gas, che fa parte
incentivando la mobilità pedonale. I percorsi sono
di un gruppo di veicoli forniti da Sydcraft . Tutte le
stati studiati in maniera da rendere le piste cicla-
automobili sono parcheggiate in un garage ad hoc
bili e le strade riservate ai mezzi pubblici più brevi
che le ricarica. Un altro elemento che contribui-
e veloci rispetto a quelle dedicate al traffico priva-
sce al carattere ecosostenibile di Bo01 riguarda la
to automobilistico. Si è inoltre pensato di istituire
mobilità In fase di pianificazione, infatti si è deciso
un servizio di “car pooling”, ovvero l’istituzione di
di ridurre al minimo il traffico veicolare, favorendo
una sorta di noleggio pubblico di automobili, più
la mobilità ciclopedonale, avvalendosi di piste ci-
conveniente del possesso diretto dell’auto da par-
clabili e di un’ampia rete di percorsi che consente
te dell’utente finale. Nel quartiere sono state infine
anche lunghe passeggiate panoramiche nei pres-
predisposte stazioni di servizio “ecologiche”, in cui
si della costa, con numerosi accessi all‘acqua. Per
è possibile fare il pieno di gas naturale, biogas o
consentire una godibilità in sicurezza dell’area da
energia elettrica alla propria automobile.
25
parte di pedoni e ciclisti, la viabilità del quartiere è moderata a 30 km/h. L’area rimane comunque accessibile ai mezzi di trasporto motorizzati sia pubblici che privati, ma l’uso dell’automobile privata è scoraggiato mediante politiche di pricing per il parcheggio e prevedendo pochi posti per la sosta delle autovetture di residenti e non (il rapporto è 0,7 parcheggi per famiglia). Il sistema dei trasporti, sia interni al quartiere che per il colle25. Nota compagnia elettrica con sede a Malmö, è una filiale del gruppo energetico internazionale Uniper impegnata nella generazione di energia termica, nucleare e idroelettrica.
Ponte di Øresund, 2015. (Fonte: www.wikipedia.com)
64
Capitolo 3.0 casi studio
Gestione delle risorse e dell’ambiente Il raggiungimento di un equilibrio tra l’energia prodotta e l’energia consumata nell’area, ossia l’autosufficienza energetica, è basata sulla riduzione del consumo energetico combinata all’utilizzo di fonti di energia rinnovabili come il recupero e la generazione di energia da biogas: bacini sotterranei immagazzineranno aria calda e fredda che verrà utilizzata dalle abitazioni. Per misurare, monitorare e regolare le varie fonti rinnovabili e l’energia richiesta viene utilizzato un sistema di IT ad hoc per ogni casa, così da informare i singoli abitanti sul consumo energetico unitario e di tutto il quartiere. Questo sistema informativo ha l’obiettivo di
Dettaglio di facciata. (Fonte: www.isscbookofblogs.pressbooks.com)
sensibilizzare gli abitanti e di indirizzare i loro consumi verso un uso più sostenibile delle risorse a di-
(di oltre 6 milioni di kWh annui) è utilizzata nelle
sposizione. Sole, vento e acqua sono le fonti per la
abitazioni di Bo01, esaurendone quasi completa-
produzione di energia, insieme alla produzione di
mente la richiesta di energia elettrica. L’elettrici-
energia da biomassa. Il riscaldamento degli edifici
tà viene generata da mulini a vento e pannelli a
è fornito dal calore estratto dal mare, dalle sorgenti
cellule fotovoltaiche disposti sulla sommità degli
sotterranee e dai pannelli solari. Per compensare la
edifici, mentre il biogas27 viene estratto trattando
differenza tra la produzione ed il consumo di ener-
opportunamente i rifiuti prodotti con lo scopo di
gia, il sistema energetico del quartiere è connesso
garantire un’ulteriore quota di riscaldamento per
a quello cittadino, che verrà utilizzato come un ac-
gli edifici realizzati ed offrire propellente ai veicoli
cumulatore, immagazzinando una riserva energe-
sperimentali utilizzati per il trasporto pubblico. Il
tica le cui capacità si attestano attorno ai 132 kWh/
sistema di raccolta e dello smaltimento dei rifiuti
mq/anno . È pressoché fondamentale considera-
è stato organizzato in una logica di autoalimenta-
re lo sfruttamento dell’energia eolica, rappresen-
zione del distretto urbano. E’ stato previsto, a tal
tato da una turbina eolica da 2MW situata nella
fine, un sistema di smaltimento dei rifiuti solidi ur-
zona nord del porto, la cui produzione di energia
bani, i cui terminali sono collocati nelle pertinenze
26
26. Una casa in condizioni “medie”, oggi, consuma circa 150- 27. Il biogas, che si forma dal processo di degradazione della componente organica dei rifiuti, viene intercettato da più 200 kWh/mq mentre le costruzioni basate sull’ecoedilizia pozzi di estrazione, omogeneamente distribuiti su tutta permettono di raggiungere consumi inferiori ai 30 kWh/ l’area della discarica, e avviato alla combustione in appomq, vengono denominate case passive. siti motori a gas a combustione interna.
65
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
delle singole abitazioni. Nella zona sono presenti
Bo01. La pompa di calore produce l’85% del calo-
inoltre delle riserve naturali d’acqua nella roccia,
re richiesto dalla zona e funziona con l’elettricità
che possono essere utilizzate come depositi per
generata all’impianto eolico. Questo quartiere può
l’acqua calda d’inverno e per l’acqua fredda d’e-
essere quindi l’esempio evidente di come l’auto-so-
state. Sono stati ricavati dieci pozzi ad una pro-
stentamento energetico non sia un compromesso
fondità di 90 metri, ed in asse con questi ultimi, a
tra più esigenze ma la valorizzazione di diverse
50 metri di profondità sono presenti cinque bacini
chiavi progettuali architettoniche ed urbane.
per l’acqua calda prelevata in periodo estivo, il cui calore viene conservato dallo strato roccioso. Inoltre si è provveduto a ridurre la quantità di calore richiesta per il riscaldamento degli edifici grazie all’impiego di materiali e tecnologie di costruzione caratterizzati da elevati livelli di isolamento termico e di adeguati sistemi di ventilazione. Il quartiere è dotato di 1400 mq di pannelli solari distribuiti in nove edifici. Questi generano 525.000 kWh di potere calorifico l’anno, che equivalgono al 10-15% del calore utilizzato dall’area. L’energia viene immagazzinata dai singoli edifici grazie a grandi finestre ma anche “catturata” attraverso le coperture e sulle pareti degli edifici, dove sono posizionati pannelli solari che si vanno ad integrare nel disegno dell’ambiente costruito. Inoltre, sopra due edifici sono stati installati circa 200 mq di collettori termici, che producono il 50% di energia in più rispetto al pannello solare standard: la centrale include una pompa di calore che porta la temperatura dell’acqua depositata nei bacini da 15°C a 67°C28 e la trasferisce alla rete di riscaldamento di
28. La temperatura ideale per l’acqua calda sanitaria è tra i 45°C e i 55°C a differenza di quella utile per il riscaldamento che va mantenuta tra i 60°C e i 70°C per chi utiliz-
za impianti a radiatori e tra 25°C e 35°C per gli impianti radianti
66
Capitolo 3.0 casi studio
Spunti di riflessione Mai come nel quartiere Bo01, la costruzione del
progettuale come nel quartiere Bo01 è l’importan-
paesaggio del quartiere ha come paradigma prin-
za delle risorse provenienti dalle energie rinnova-
cipale la biodiversità e il riutilizzo delle acque,
bili con impianti eolici o fotovoltaici che rendono
riconoscendo nella scelta di materiali sostenibili,
gli appartamenti indipendenti energeticamente,
nella progettazione di un edificio energeticamente
che, messi a sistema in una rete di impianti di re-
autosufficiente, e nel suo riciclo o riuso dei mate-
cupero di gas e di utilizzo del calore del mare, con-
riali o di parti di edificio alla fine del suo ciclo di
tribuiscono a fondare una filosofia encomiabile, da
vita. Inserendo l’edificio in un ciclo di vita che tie-
diffondere anche in altri quartieri
ne in considerazione le risorse utilizzate, l’energia consumate e il flusso di queste attraverso l’edificio, vanno presi in considerazione molteplici fattori quali i criteri di durabilità, flessibilità, riciclo e riuso, quantità di energia utilizzata nella produzione, nel trasporto e nella messa in opera. Tale parametrizzazione trova un proprio discriminante nell’irregolarità morfologica che a sua volta ha generato micro paesaggi diversi che a loro volta, grazie ad una densità edilizia medio-bassa garantisce al maggior numero di abitazioni possibili la godibilità del paesaggio naturale circostante. Ancora una volta bisogna considerare quanto sia fondamentale costruire un quartiere a misura d’uomo, considerando pedoni e ciclisti come gli utenti principali, decretando la viabilità del quartiere a zona 30, garantendo inoltre un’efficiente rete di trasporto pubblico accessibile in un raggio di 300 metri. Altro caposaldo altrettanto fondamentale nella prassi
67
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
3.6 - Londra: BedZED
Progettista
Bill Dunster, Peabody Trust , Bill Dunster Architects , Arup e Gardiner e Theobald
Anno progettazione
1998
Anno realizzazione
2000
Anno completamento
2002
Committenza / Soggetto promotore
Città di Londra e Commissione Europea
Abitanti
340 ab
Superficie
0,83 ha
Densità abitativa
410 ab/ha
Strumento urbanistico
Edifici nZEB
Obiettivi preposti e traguardi raggiunti
Con oltre 23 riconoscimenti europei che ne sanci-
edifici sostenibili, ad impatto energetico minimo
scono la sostenibilità, il complesso residenziale a
ma con un alto comfort ambientale e durabilità nel
basso impatto ambientale, frutto di numerose ana-
tempo (o con un effettivo Life Cycle Assessment
lisi e ricerche, condensa la necessità di dimostrare
che ne minimizzi gli impatti ambientali). Bisogna
come la sostenibilità fosse possibile quanto conve-
però considerare che l’effettiva riuscita di un pro-
niente e come un intervento simile possa avere una
getto a medio-larga scala dipende dalla sua infra-
notevole risonanza nella società e nel suo futuro
strutturazione e dal conseguente dimensionamen-
a breve termine. A tal proposito, è evidente come
to dei servizi accessori e dipendenti dal progetto
gli edifici stessi siano i principali consumatori di
stesso. Al contempo non va però dimenticato che
risorse naturali e generatori di inquinamento e di
per quanto possa essere un esempio di progetta-
rifiuti . Emerge così la sfida del futuro: costruire
zione sostenibile, tale intervento debba una parte
29
29. Circa il 29% delle emissioni di CO2 è causato dal consumo energetico domestico
68
Capitolo 3.0 casi studio
Inquadramento della propria notorietà per gli insuccessi persegui-
Il Beddington Zero Energy Development (BedZED)
ti30, questi ultimi possono essere un ottimo punto di
è un complesso residenziale a basso impatto am-
partenza per la progettazione di domani, eviden-
bientale a Wallington, un sobborgo di Londra si-
ziando le criticità ed i punti di forza che possono
tuato nel distretto sud-occidentale di Suton. A dif-
esserci nell’incontro tra competenze multidiscipli-
ferenza di altri centri che si fanno promotori della
nari, senza raggiungere compromessi che possano
progettazione sostenibile, il sobborgo in cui nasce
diminuire la qualità del progetto stesso.
tale intervento ha radici che risalgono al 1088, e recentemente alcuni scavi hanno portato alla luce terme romane e ville del I sec. a.C. Ciononostante, la conformazione attuale è stata determinata con l’arrivo dei Sassoni, che con l’inurbamento progressivo e gli innumerevoli stanziamenti nella cintura del Thanet, suddivisero gli appezzamenti in lotti lunghi e stretti con la chiesa, la casa padronale e il villaggio ancora al centro e il pascolo dietro. Soggetto a numerose bonifiche bioregionali, queste hanno permesso nel tempo di contribuire al recupero di componenti in acciaio strutturale e perni per pareti in legno da siti di demolizione locali per la rigenerazione in nuovi componenti strutturali utili. Il nuovo quartiere, definito dai progettisti eco-friendly development, propone un rinnovato modo del vivere urbano, radicalmente diverso da quello consolidato: un insediamento residenziale di media/alta densità31 protetto da una cintura di verde, sostenibile e autosufficiente dal punto di vista energetico.
periodo estivo: i camini ed i tripli vetri hanno moderata30. Il sistema di car sharing nel primo periodo non è stato mente risolto tale problema. pienamente accolto nelle vite degli abitanti, che hanno dovuto modificare i propri stili di vita e le proprie abi- 31. Tale insediamento è planimetricamente riconoscibile per la sua compattezza ed eterogeneità rispetto al tessuto cirtudini per sfruttarne le potenzialità. Allo stesso modo, le costante. serre presenti in ogni appartamento destavano disagi nel
69
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
Masterplan Si è voluto quindi creare un sistema urbano facil-
BedZED nasce nei primi anni ’90 da una delle im-
mente riproducibile a costi competitivi, all’interno
prese edili più grandi di Londra impegnata nell’edi-
del quale possano convivere edifici residenziali a
lizia sociale. Il terreno è stato acquistato dalla Lon-
più piani e spazi dedicati al lavoro e al tempo li-
don Borough di Sutton ad un prezzo più basso da
bero. Al termine di una fase di studio durata cin-
quello di mercato, costituendo un precedente nella
que anni, l’equipe ha definito la massima densità
messa a disposizione di terreni per la collettività.
insediativa che consente da un lato di ottenere i
Ciò è una diretta conseguenza del diritto della pia-
benefici di un quartiere densamente popolato e
nificazione inglese (Planning Act del 1990) e le re-
ben attrezzato dall’altro la possibilità di garantire
lative performance ambientali che concorrono ad
un sufficiente guadagno solare in inverno e una
una matrice di sviluppo che permette di negoziare
corretta illuminazione e ventilazione naturale de-
un risparmio con le collettività. Nato nella parte
gli ambienti. Il quartiere, costruito sul sito di un ex
nord orientale del distretto di Sutton, il complesso
impianto per il trattamento delle acque reflue, è
residenziale BedZED consiste nella costruzione di
composto da 82 alloggi a terrazza a cui sono asso-
blocchi residenziali costituiti da aree domestiche
ciati ambienti di lavoro per 200 persone, fondando
e spazi lavorativi, giardini e terrazze di pertinenza
la propria filosofia sul principio ambientale “zero
di ogni alloggio, aree destinate a parcheggio sul
energy” e “zero carbon emissions”.
limite del lotto e, sul lato nord-ovest affiancato dal campo sportivo, un edificio adibito a spazio tecnologico per la cogenerazione e una clubhouse, creando così una buffer zone a protezione degli ambienti domestici e una maggiore complessità d’uso. Mirando sulla compresenza in situ di residenze, ambienti lavorativi e servizi primari (commerciali, sportivi e ludici), è stato possibile ridurre l’utilizzo, da parte dei residenti, del mezzo privato di locomozione, tanto da rendere sufficienti, per le loro necessità di spostamento, le 40 auto elettri-
70
Capitolo 3.0 casi studio
che a disposizione dell’intera comunità. Non viene però trascurata la concezione delle New Town (figlie delle città giardino), il cui collegamento con la capitale è ben consolidato, ed il suo centro ospita un’area amministrativa-commerciale, circondata interamente da quartieri residenziali, separati da parchi pubblici e piccole aree agricole che circondano le ville mono-bi familiari, aventi, a loro volta, un giardino a disposizione. A tal proposito, sin dagli albori della progettazione di questo quartiere, è stata posta in analisi la problematica dall’l’arch. Dunster preoccupato dall’inquinamento creato dalla food miles (distanza percorsa dal cibo dalla produzione al consumatore finale), prevedendo quindi la presenza nel masterplan di aree adibite al giardinaggio e piccoli orti. Sebbene il premier Gordon Brown32 si fosse mostrato entusiasta ponendosi l’obiettivo di replicare il BedZED al fine di creare fino a cinque milioni di nuove abitazioni, egli stesso è stato accusato di favorire l’urbanizzazione di vaste aree agricole e naturali, in molti casi distanti dagli insediamenti esistenti, entrando in contraddizione con gli obiettivi di rigenerazione urbana promossa dall’Urban Task Force. Analizzando l’attacco a terra del progetto in questione, il BedZED sfrutta la massima densità possibile nel rispetto delle condizioni ambientali (50 alloggi per
32. Intervista rilasciata al Daily Telegraph l’8 dicembre 2006.
71
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
Architettura e uso del suolo 1/2 ettaro), sancendo un’eterogeneità delle funzioni
Realizzato tra il 2000 ed il 2002, BedZED - Bud-
grazie allo sviluppo misto di abitazioni e di am-
dington Zero Energy Development – è un insedia-
bienti di servizio, senza però trascurare la presen-
mento a zero emissioni inquinanti e consumi ener-
za di terrazze verdi di pertinenza. Sviluppato su tre
getici, sorto dalla riqualificazione di una vecchia
livelli, l’edificio tipo che viene a sua volta ripropo-
area industriale dismessa. Nata con l’obiettivo di
sto in 8 blocchi forma un isolato di forma quadrata
sperimentare soluzioni orientate a sviluppare un’e-
il cui perimetro viene definito dalla Helios Road:
dilizia di mercato in grado di interpretare le muta-
l’unica via interna permette l’arrivo dei veicoli per
te aspettative della collettività, il quartiere mira a
il carico e scarico merci e logistica. Gli edifici ad
garantire un’alta qualità della vita ed, al contempo,
uso residenziale sono a loro volta collegati tra loro
riuscire ad utilizzare al meglio le risorse naturali
mediante piccoli ponti che permettono una comu-
rinnovabili, perseguendo la volontà di chiudere il
nicazione trasversale. Progetti di questo calibro
ciclo di utilizzo dei materiali, senza tralasciare le
però, hanno permesso l’entrata in vigore di un nuo-
funzioni sociali di cui si fa carico, cercando quin-
vo regolamento per rendere obbligatorie le norme
di di rendere autonomo l’insediamento. All’interno
di risparmio energetico: nessuna casa potrà essere
dell’insediamento sono presenti diverse tipologie
più costruita in Gran Bretagna senza un certificato
di alloggi e di spazi di servizio/lavoro per rispon-
di garanzia ecologica.
dere alle molteplici esigenze degli utenti. I materiali costruttivi adoperati sono reperiti entro un raggio di 40 km al fine di evitare un surplus di costi finanziari ambientale, e di trasporto; anche le tecniche costruttive mirano a minimizzare il tempo di costruzione e l’impatto ambientale, assicurando al contempo la durabilità del manufatto. Il principio adottato rispecchia la volontà di non utilizzare materiali nuovi o difficilmente reperibili ove è possibile servirsi di elementi riciclati e diffusi in loco: ad esempio, per l’involucro opaco sono stati adoperati mattoni prodotti da fabbriche locali o provenienti da vicini edifici demoliti, il ferro da una stazione
Vista aerea, 2002. (Fonte: www.wikipedia.com) 33. Il Forest Stewardship è un’ONG internazionale senza scopo di lucro: questa, ha dato vita ad un sistema di certificazione forestale riconosciuto a livello internazionale. Viene
72
così garantito che il prodotto è stato realizzato con materie prime derivanti da foreste la cui gestione e catena di custodia viene fortemente tutelata.
Capitolo 3.0 casi studio
ferroviaria demolita, mentre gli infissi sono realizzati in quercia verde. In generale, quindi, l’aspetto innovativo dell’alloggio non risiede tanto nell’utilizzo di una costruzione higt-tech quanto nella ricerca di nuove combinazioni fra tecniche e materiali locali. Tutto il legno utilizzato è approvato dal Forest Stewardship Council33 o da organizzazioni ambientali comparabili riconosciute a livello internazionale. Inoltre, i progettisti hanno tenuto in Scorcio laterale, 2002. (Fonte: www.wikipedia.com)
grande considerazione l’energia incorporata nello sviluppo (una misura dell’energia necessaria per fabbricare un prodotto). Alla base dell’agglomerato di 82 appartamenti ritroviamo quindi alcuni criteri fondamentali: materiali di recupero, risparmio energetico, energia pulita, risparmio idrico, costi contenuti e replicabilità del progetto, educazione ambientale. Sotto l’asfalto, uno strato di vecchie bottiglie frantumate garantisce il drenaggio dell’acqua piovana. L’orientamento e l’involucro edilizio degli appartamenti sono stati studiati in modo da garantire il risparmio energetico. Carat-
Vista delle coperture, 2002. (Fonte: www.flickr.com)
teristiche quali lo spessore dell’isolante, cinque volte superiore agli standard e grandi finestre a sud, caratterizzate da doppi o tripli vetri, consentono di accumulare il calore in inverno mentre il ricambio dell’aria e la sua circolazione negli ambienti sono ottenuti con un sistema di ventilazione naturale, che canalizza l’aria in unico punto all’interno della casa per raffrescarla durante l’estate. All’interno, il risparmio energetico continua con luci ed elettrodomestici ad alta efficienza energetica. I muri di cemento assorbono il calore durante il giorno per
Scorcio interno, 2002. (Fonte: www.flickr.com)
73
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
Trasporti e mobilità sostenibilie restituirlo la notte grazie a dei contenitori d’acqua
Nel quartiere di BedZED sono molto utilizzati il car
calda che servono anche da radiatori. Inoltre, al
sharing ed il car pooling, nonché una flotta di scoo-
fine di far appropriare il progetto a tutti i soggetti
ter elettrici. Anche la spesa la si fa senza inquinare,
coinvolti, sono nati i BedZED Center, luoghi d’infor-
attraverso un sistema di distribuzione del cibo a
mazione e promozione del quartiere dove diver-
chilometri zero, che, oltre a ridurre gli impatti lega-
se associazioni di abitanti sviluppano la maggior
ti al trasporti delle merci o delle persone, favorisce
parte delle attività, coordinando la gestione del-
lo sviluppo di un sistema economico locale. L’in-
le strutture collettive. I rifiuti da costruzione sono
tero sviluppo è stato progettato per incoraggiare
stati stoccati in loco per permetterne il riciclaggio,
alternative all’uso dell’auto adottando un piano di
mentre un sistema di compostaggio dei rifiuti ve-
trasporto verde promuove a piedi, in bicicletta e
getali ed organici produce materiale fertilizzante
l’uso dei trasporti pubblici, installando numerosi
per le zone circostanti. L’installazione di riduttori
pannelli fotovoltaici che forniscono fino a 170kWh
di flusso34 applicati a rubinetti e docce, toilette a
di energia sufficiente per ricaricare 40 auto. Tale
flusso duale e contatori visibili agli utenti ha sen-
infrastrutturazione, coniugata con stazioni di ser-
sibilizzato la popolazione riguardo gli sprechi.
vizio, parcheggi a ricarica gratuita, infrastrutture
L’acqua piovana viene raccolta e immagazzinata
di collegamento hanno permesso l’istituzione di
in cisterne sotterranee per l’irrigazione e per gli
un pool di auto per residenti, fornendo un approc-
scarichi dei servizi igienici.
cio strategico e integrato ai problemi dei trasporti. L’obiettivo di BedZED è una riduzione del 50% del consumo di combustibili fossili da parte dell’auto privata nei prossimi 10 anni rispetto ad uno sviluppo convenzionale. Gran contributo in questa politica è stato apportato con l’adozione del Green Travel Plan35, introducendo così l’utilizzo esclusivo di auto elettriche, una politica “prima pedonale” con una buona illuminazione, cordoli di lancio per carrozzine (passeggini) e sedie a rotelle, e un layout stradale che mantiene i veicoli a passo d’uomo. A
Vista dal terrazzo di copertura, 2002. (Fonte: www.zedfactory.com)
tal proposito, è stato previsto un ricovero sicuro
34. Dispositivi simili consentono di ridurre la portata di ac- 35. Stumento adoperato da aziende o organzzazioni al fine qua fino a circa il 40-50% senza che se ne percepisca un di identificare e promuovere modi per incoraggiare una calo di efficacia nei comuni usi grazie alla miscelazione gamma di modi di trasporto sostenibili o meno dannosi dell’acqua con l’aria che attenua la pressione esercitata per l’ambiente, di solito con l’accento sulla riduzione dei dal getto viaggi in auto private per utente singolo.
74
Capitolo 3.0 casi studio
Gestione delle risorse e dell’ambiente per le biciclette ed un’officina per le riparazioni nel
La facciata rivolta a sud è caratterizzata dalla pre-
quartiere. Tutta BedZed è zona 30, percorribile a
senza sia di elementi di accumulo termico passivo,
piedi ed in bicicletta in modo sicuro. Il sistema del-
quali vetrate e serre solari, che da pannelli fotovol-
la mobilità è imperniato sull’uso del trasporto pub-
taici semitrasparenti. Per ridurre del 60% il fabbi-
blico; per i residenti, car-sharing, car-polling e una
sogno di energia di una tipica casa suburbana e
miniflotta di scooter elettrici sono occasione sia
del 90% quello di calore, sono state adottate poche
per adottare comportamenti sostenibili di traspor-
e mirate strategie, quali l’uso di edifici molto isolati
to che per socializzare, creare reti interpersonali
e di sistemi di ventilazione a recupero passivo di
di convivenza comunitaria; il trasferimento di posti
calore, l’installazione di pannelli fotovoltaici, di ap-
di lavoro in zona, la creazione negli edifici di spazi
parecchi energy-saving36 e di impianti tecnologici
lavorativi cablati con banda larga e gestibili auto-
che non usano combustibili fossili e che, pertan-
nomamente, la filosofia del consumo dei prodotti
to, non emettono gas climalteranti. Nella stagione
alimentari a chilometri zero, unitamente a sistemi
fredda, la massiva struttura in laterizio e il notevole
di gruppi di acquisto, sono elementi che contribu-
strato di isolamento termico “a cappotto” presen-
iscono ad alleviare la congestione del traffico. E’
te sull’intero involucro edilizio opaco consentono
uno dei quartieri più eco-friendly che nasce con
di conservare l’energia accumulata durante le ore
l’obiettivo di dare più spazio alle persone e meno
di sole evitando che il calore raccolto attraverso
alle automobili. Gli abitanti del quartiere evitano
gli spazi solari e prodotto dalle comuni attività do-
circa il 64% di spostamenti in auto all’anno grazie
mestiche e lavorative sia disperso all’esterno. gli
anche ad un disegno delle strade interne e di ac-
elementi per la captazione/espulsione delle brez-
cesso che conferisce priorità ai pedoni e ai ciclisti.
ze stagionali, divenuti ormai il simbolo del BedZED.
Non è da trascurare la presenza di cul-de-sac, ti-
uno scambiatore di calore provvede al recupero
pici del pattern inglese, che contrastano l’utilizzo
del 50 - 70% del calore presente nell’aria viziata
assiduo ed ossessivo dell’automobile, allontanando
in uscita. Fulcro del progetto sono i camini solari,
al contempo l’inquinamento acustico dai blocchi
utili per eliminare il calore in eccesso tramite circo-
residenziali.
lazione forzata e/o aspirazione statica nelle giornate ventose, sono divenuti il simbolo del BedZED perché caratterizzati da una particolare forma a proboscide e da differenti e vistosi colori. Gli uffici
36. Tal apparecchi eliminano l’energia reattiva dalla rete elettrica (ossia, quell’energia che alcuni apparecchi elettrici assorbono da alcune, ad esempio motori e trasformatori, senza che, però, venga effettivamente utilizzata), diminuendo così i consumi elettrici.
75
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
sono esposti a nord e fungono da zone cuscinetto per le abitazioni; il calore necessario al loro riscaldamento proviene sia dall’unità di cogenerazione CHP (Combined Heat and Power generation) che da condotti di aerazione collegati alle serre solari. Dal punto di vista impiantistico, elettricità e calore sono prodotti dall’impianto CHP, alimentato con biomassa di trucioli di legname provenienti dal taglio di alberi locali, che fornisce acqua calda, distribuita intorno al sito tramite un sistema di teleriscaldamento di tubi superisolati. Le coperture degli ambienti lavorativi sono terrazze verdi, così che ogni alloggio possa beneficiare di un giardiSchema flussi caldo-freddo e funzionamento dei camini d’aria
no privato anche all’interno di un agglomerato urbano che, per densità propria, lascerebbe spazio
Sistema di efficientamento energetico dell’edificio
solo ad un balcone. Inoltre, tutte le case sono dotate di pannelli fotovoltaici che forniscono energia elettrica utile sia al fabbisogno domestico che ad alimentare il parco macchine elettrico comune, riducendo, in tal modo, la richiesta di combustibile fossile per il trasporto. Dal punto di vista energetico, le residenze possono “operare” sfruttando solamente l’energia prodotta in situ. L’autonomia energetica è resa possibile attraverso la riduzione del fabbisogno energetico degli alloggi, l’installazione di pannelli fotovoltaici in copertura, la presenza di elementi di accumulo termico stagionale e l’adozione di un generatore CHP.
76
Capitolo 3.0 casi studio
Spunti di riflessione L’ecosistema alloggio lavora in stretta connessione
Sebbene l’obiettivo primario dichiarato fosse il mi-
con quello ambiente: l’energia solare, attraverso i
glioramento della vita collettiva, sin dagli albori, il
pannelli fotovoltaici, alimenta il parco macchine
progetto ha voluto coniugare la ricerca di un’ar-
elettriche; il vento è captato e sfruttato per i ricam-
chitettura che influenzasse lo stile di vita collet-
bi d’aria in inverno, tramite un impianto a recupero
tivo, rendendolo il più sostenibile possibile, ed, al
di calore e per la ventilazione incrociata in estate.
contempo, curando l’impatto ambientale dell’in-
L’energia necessaria agli appartamenti è generata
tervento. Esemplare è stata pertanto la bonifica
da 777 mq di pannelli fotovoltaici posti sulle pareti
ed il recupero di un sito della periferia londinese
a sud e da una centrale termica che brucia legno
dismesso e degradato, esteso su 1,65 ettari, e, non
di scarto proveniente da aziende locali.
da meno, l’utilizzo e l’analisi della provenienza
Una particolare attenzione è stata anche rivolta
dei materiali di costruzione. Tale caso studio può
all’immagazzinamento e al riuso delle acque pio-
essere considerato esemplare per la piena coesi-
vane e allo smaltimento sostenibile di quelle reflue.
stenza dei tre principi cardine della progettazione
Tutta l’acqua grigia e nera della comunità è raccol-
NZEB: progettazione bioclimatica, collocazione in
ta e trattata sul posto, attraverso un sistema di fito-
loco di fonte energetiche rinnovabili, monitoraggio
depurazione contenuto in una serra. L’acqua, così
dei consumi mediante un alto livello di domotiz-
depurata, è riutilizzata per gli scarichi dei servizi
zazione. La sostenibilità del progetto non si ferma
igienici.
alle componenti prettamente tecnologiche bensì è data dall’abbattimento dei costi di costruzione, che a loro volta hanno permesso l’istituzione di affitti a canone agevolato. Ancora una volta, la sostenibilità progettuale viene affermata dal mix di vita e lavoro che sancisce la nascita di nuove attività, il tutto coronato dalla presenza di collegamenti che facilita la fruizione dei trasporti pubblici e la filosofia generale che tende all’autonomia dalla scarsità di carburante.
77
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
3.7 - Madrid: Ecoboulevard
Progettista
Ecosistema Urbano
Anno progettazione
2004
Anno realizzazione
2005
Anno completamento
2007
Committenza / Soggetto promotore
Comune di Madrid
Abitanti
65.160 ab
Superficie
-- ha
Densità abitativa
-- ab/ha
Strumento urbanistico
Alberi ed Aria
Obiettivi preposti e traguardi raggiunti
Mentre nuovi modi di costruire città nelle capitali
to gli edifici rispettino un buon fattore superficie/
europee sono espressi attraverso grandi progetti
volume, il nuovo insediamento ha reso imperme-
urbani, Eco-Boulevard, un viale bioclimatico che
abile la quasi totalità dell’isolato, lasciando poco
occupa un’area di 25.500 mq, dimostra la capaci-
spazio ad aree verdi o specchi d’acqua. Ne risulta
tà di integrare le realtà ecologiche emergenti e le
che in una quinta scenica in cui regnano gli ele-
esigenze infrastrutturali urbane: è quindi testimo-
menti costruiti, è stato possibile dare respiro ad un
ne di come si possono fondere efficacemente ar-
esperimento di progettazione urbana sostenibile
chitettura, urbanistica e paesaggio per ridefinire il
che potesse reagire alla totale assenza di attività
modo in cui guardiamo alle estensioni suburbane
sociale a causa di una cattiva pianificazione che
e alle strade in generale. L’esigenza di dover miti-
ha reso necessario un progetto in primo luogo ri-
gare la calura estiva però, non dipende da ragioni
generativo, in secondo luogo mitigatore. Costruito
di natura geografica bensì da una progettazione
come una struttura temporanea che offre una solu-
poco ponderata riguardante il rapporto tra pieni e
zione a lungo termine su come un paesaggio urba-
vuoti del quartiere in analisi (Vallecas): per quan-
no potrebbe adattarsi in conformità con ambienti
78
Capitolo 3.0 casi studio
Inquadramento urbani sempre più caldi, offre alla zona un nuovo
Nato come un comune a sé stante, in seguito all’an-
futuro. La presenza di pannelli fotovoltaici colloca-
nessione di Vallecas come quartiere di Madrid nel
ti nello schema urbano esistente ha fatto vincere
1950, tale conglomerato urbano ha subito un sen-
all’intervento urbano chiamato “Ecosistema Urba-
sibile ampliamento consistente con oltre 26000
no” il premio indetto da Architectural Review per
abitazioni: da qui nasce l’esigenza e l’interrogativo
l’architettura emergente nel 2007.
riguardante gli strumenti da adottare al fine di caratterizzare ed attivare lo spazio pubblico, senza perdere di vista il comfort abitativo e le connesse condizioni bioclimatiche. Il progetto consiste in un ampio boulevard, lungo ben 550 metri e largo 50, in cui campeggiano tre grandi “alberi d’aria”, risultato di un’architettura leggera ed attenta al fenomeno di desertificazione delle città (intesa come trasformazione di zone umide in aride e di conseguenza, anche difficilmente frequentabili dai cittadini), che utilizza materiali riciclati e riciclabili. Costruito in due fasi dal 2004 al 200737, i criteri ambientali e di sostenibilità sono stati alla base dell’intero processo di progettazione: autosufficiente in termini di energia, consumando solo ciò che è in grado di produrre attraverso l’energia solare fotovoltaica, la tecnologia esistente è stata riprogrammata e combinata con altri elementi per ready-made architettonici, prendendo in prestito tecniche di adattamento climatico dall’industria agricola per formare un modello per la gestione delle risorse a lungo termine.
37. Le due fasi si distinguono per un primo intervento di masterplan e posizionamento della piantumazione adeguata
79
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
Negli anni ‘90, il Piano d’azione urbano di Vallecas iniziò ad estendere un nuovo ampliamento di blocchi quadrati su un’area di oltre settecento ettari, tra la sua città vecchia e la tangenziale M-4538. Questa espansione avrebbe dovuto essere completata entro il 2004 e dovrebbe avere più di 25.000 nuove case; ma l’area fu urbanizzata (le strade che erano state adeguatamente pavimentate, i marciapiedi pavimentati, i marcati passaggi pedonali e il nome di semafori e lampioni funzionanti) furono praticamente spopolati di strutture e persone.
Masterplan L’intera proposta per l’eco-boulevard di Vallecas può essere definita come un’operazione di riuso urbano consistente nelle seguenti azioni: inserimento di un dinamizzatore aereo-sociale, su un’area di urbanizzazione esistente, densificazione di alberi, allineamento esistenti e riduzione e disposizione asimmetrica di circolazione del traffico su ruote. Lo sviluppo suburbano di Vallecas aveva tutte le pessime caratteristiche tipiche degli sviluppi suburbani, che però si è rivelato essere terreno fertile per la sperimentazione di un processo replicabile di rigenerazione urbana e climatica. Gli
38. Il raccordo principale che collega la città con l’autostrada A-4, che porta da Madrid a Cadice
80
Capitolo 3.0 casi studio
spazi pubblici appartengono a tutti e dovrebbero
sistema di corti introverse genera un secondo
fungere da supporto per una serie di attività ed
spazio pubblico ma di maggior intimità, senza
eventi, al di là di ciò che può essere pianificato: la
però lasciare alcun lato aperto: si manifesta così
proposta cerca di compensare la mancanza di at-
l’esigenza abitativa di spazi di socialità non cir-
tività e nasce dall’interesse a risolvere il problema
coscritti in quattro mura. Un intervento urbano
fin dal primo momento, essendo consapevole che
simile è un chiaro esempio di come non sia ne-
il miglior condizionamento per uno spazio pubbli-
cessario un edificio, ma un luogo per i cittadini,
co sarebbe un bosco sufficientemente denso con
per far sì che si inneschi un processo di rigenera-
una buona tenuta. Era quindi necessaria un’azione
zione urbana, la cui forma è definita dall’attività
di “emergenza”, che in futuro avrebbe potuto fun-
di ogni momento. La conseguente rigenerazione
zionare come una foresta. Viene quindi scelta una
degli spazi urbani è quindi possibile utilizzando
strategia di concentrazione, che interviene e con-
tecniche non invasive, senza generare sprechi,
diziona aree specifiche, fornendo loro un maggio-
consumare enormi quantità di energia e budget,
re comfort climatico, fungendo così da seme di un
ma soprattutto, attuando modifiche reversibili al
processo rigenerante di spazio pubblico. Situato al
terreno, senza aumentare la percentuale di tes-
centro del Casco Històrico de Vallecas, l’Eco Boule-
suto impermeabile ma bensì, aumentando gli
vard divide il nucleo abitativo di recente costruzio-
spazi verdi.
ne in due parti, attraversandolo longitudinalmente. Quest ultimo è ben distinto dalla morfologia del nucleo storico del quartiere, sia per il suo sviluppo in altezza, fino a sei piani, che per l’attacco a terra: l’impronta degli edifici presenti nel tessuto consolidato non seguono una matrice geometrica definita bensì vengono guidate da strade che rispecchiano parte del percorso sotterraneo della linea metropolitana e collegamenti radiali ad essa. Ancora una volta, articolare gli edifici secondo un
81
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
Architettura e uso del suolo Pertanto, l’ufficio per l’innovazione residenziale della società di edilizia municipale di Madrid, EMV, ha indetto una competizione di idee per rinnovare questo Boulevard della natura nel 2004. Aveva lo scopo di accelerare il processo di rivitalizzazione dell’attività sociale. in questo spazio pubblico, e raggiungere il consolidamento della massa residenziale che deve finire col popolare completamente l’area nel tempo. È stato anche che gli utenti della zona hanno potuto partecipare, esprimendo il
Vista dall’alto, 2007. (Fonte: .www.archdaily.com)
loro parere. Inoltre, voleva ottenere l’uso sperimentale di sistemi eco-efficienti ed ecologici, in modo che l’intervento dovesse migliorare il comfort climatico di questo spazio esterno, in particolare per far fronte alle estati calde e secche di Madrid. I volumi cilindrici dei padiglioni non hanno alcuna funzione reale se non quella di creare un ambiente fresco e vivibile, oltre a produrre energia elettrica e innestare fenomeni di socialità a partire da elementi di urbanismo tattico. Questi dispositivi sono una risposta temporanea ai problemi posti in analisi: la temporaneità viene determinata dall’ar-
Ludic Tree, 2007. (Fonte: .www.archdaily.com)
co di tempo necessario a risolvere i problemi di inattività e adattamento climatico. Dal momento in cui queste aree non dovranno più fare affidamento sull’istallazione di elementi temporanei, perché popolate da ampie aree boschive in grado di autoregolarsi bioclimaticamente, le strutture potranno essere smantellate e facilmente riproposte in luoghi che richiedono la rigenerazione dell’attività urbana (nuovi sviluppi suburbani, parchi degradati, piazze) o spazi di raccolta carenti, lasciando dietro Vista d’insieme, 2007. (Fonte: .www.archdaily.com)
82
Capitolo 3.0 casi studio
di sé spazi che ricordano le radure della foresta
amministrativa. I camini sono sedici membrane in
Sono costruiti con una varietà di materiali indu-
PES / PVC39, a forma di thorus interno, modellate
striali riproposti come plastica riciclata, tessuto
e precompresse per resistere all’azione del vento
per serre, pneumatici in gomma, ecc.
(anche senza i lobi esterni). Intorno a loro sono se-
Nello specifico si tratta di tre padiglioni cilindrici,
dici lobi realizzati in rete di polipropilene ombreg-
costruiti con una struttura d’acciaio zincato che
giante a doppio strato.
fungono da supporto per numerose piante rampicanti e altrettanti optional che ne permettono l’adeguamento alle diverse attività pubbliche, tutte
Montaggio struttura leggera, 2005. (Fonte: www.archdaily.com)
accomunate dall’obiettivo di creare un’atmosfera che invita e promuove l’attività in uno spazio pubblico urbano ammalorato dalla cattiva gestione
Rappresentazione 3D delle strutture realizzate. (Fonte: www.archdaily.com)
39. Il PES è un termoplastico per ingegneria con un’elevata resistenza alle alte temperature per lunghi periodi, inoltre garantisce elevata resistenza meccanica e rigidità, abbinate a una sensibilità all’intaglio piuttosto ridotta. Il PVC è il polimero più importante della serie ottenuta da monomeri vinilici ed è una delle materie plastiche di mag-
gior consumo al mondo. E’ anche il principale materiale con cui sono realizzati i manti di copertura delle coperture mobili industriali, capannoni, magazzini mobili, teloni per strutture e coperture di automezzi per il trasporto e la logistica.
83
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
L’esterno, le maglie di questi lobi hanno percen-
all’aperto, attraverso un intervento che potremmo
tuali di ombreggiatura diverse (fatte di fogli di
definire di eco-socio-sostenibilità.
alluminio), asseconda l’orientamento della faccia-
Tale complesso sfrutta la tecnologia dei pannelli
ta; l’interno è una tipica rete a effetto serra. Sono
fotovoltaici in Tedlar40, che in sede di smaltimento
di forma cilindrica, precompresso e ancorato alla
e calcolo del Life Cycle Assessment risultano es-
struttura mediante barre di acciaio all’interno di
sere meno impattanti e facilmente riciclabili vista
tasche e fettucce. L’autonomia di cui godono gli
la possibilità di poter separare i diversi materia-
alberi dell’aria permette loro di essere reinstallati
li costituenti il pannello senza impegnare ingenti
nelle stesse posizioni, o in altri ambienti che richie-
quantitativi di energia.
dano un processo urbano di rigenerazione (aree di sviluppo suburbane, parchi degradati, piazze). Il progetto risponde perfettamente alla necessità più tipica di un quartiere periferico: creare le condizioni migliori per lo sviluppo di una socialità diffusa a dispetto del grigiore dei palazzi. Esigenza a cui ancora una volta è l’intervento sul paesaggio e quindi la creazione di un nuovo rapporto uomo-ambiente a costituire la risposta vincente. L’articolazione in tre diverse strutture-padiglioni ha permesso di trasformare una condizione sfavorevole, l’estenuante calura estiva, in un vantaggio sociale: grazie infatti alla regolazione della temperatura, che risulta molto più gradevole e temperata all’interno di ogni complesso, è stato possibile creare dei punti di aggregazione nuovi, che
Media Tree, 2007. (Fonte: www.archdaily.com)
spingono ad uscire dalle mura domestiche e ad incontrarsi. L’Ecoboulevard si configura come un chiaro invito della natura ad uscire e a ritrovarsi al fresco di strutture che coniugano natura e avanzata tecnologia per offrire nuove zone di convivialità
40. Il Tedlar è un materiale specifico utilizzato nel settore fotovoltaico come backsheet per il modulo da 70W, perchè resistente agli agenti atmosferici, ai raggi UV e all’umidità
84
Capitolo 3.0 casi studio
Trasporti e mobilità sostenibilie Madrid ha creato un eccellente sistema di traspor-
linee diametriche, collegate tra loro da una linea
to pubblico frutto di politiche a lungo termine a
circolare (Linea 6). Il comune quindi viene coperto
sostegno dell’ampliamento delle reti della metro-
adeguatamente da tale infrastrutturazione, infatti
politana, con un sensibile miglioramento delle reti
il quartiere e la città stessa garantiscono al 50%
di autobus, la costruzione di 28 interscambi di tra-
della popolazione una stazione della metropolita-
sporti e le sovvenzioni al trasporto pubblico. Quasi
na nel raggio di 600 metri. Questa rete ferroviaria
la metà dei viaggi con mezzi meccanici nell’area
è supportata da una rete in continua espansione di
metropolitana viene effettuata con i mezzi pubbli-
autobus urbani. La rete EMT (Empresa Municipal de
ci, servendo oltre 10 milioni su 14,5 di viaggi al gior-
Transportes de Madrid) è molto fitta, con 217 rotte
no nella regione. La metropolitana rappresentava
e oltre 10.000 fermate: gli autobus a Madrid sono
il 40% dei viaggi con i mezzi pubblici, l’autobus il
l’unico sistema di trasporto pubblico disponibile 24
30%, gli autobus interurbani il 10% e Cercanías il
ore su 24, poiché la rete della metropolitana chiude
10%. Dati più recenti, per il 2013, mostrano i passeg-
tra le 2:00 e le 6:00, che serve radialmente la città.
geri trasportati ogni anno con l’autobus 404 milio-
Sebbene l’amministrazione non abbia dichiarata-
ni, metro 563 milioni, Cercanías 153 milioni41. Se il
mente incentrato la propria rivoluzione sostenibile
trasporto in centro città si basa principalmente sul-
a partire dalla mobilità pubblica, questa conserva
la metropolitana e sul servizio di autobus EMT, per
dei primati considerevoli nel panorama europeo.
quanto riguarda la periferia, il trasporto pubblico si basa soprattutto sui Cercanías e sugli autobus interurbani, in attesa di una capillare espansione della metropolitana in alcune parti dell’area esterna. Con l’aggiunta di un anello che serve periferia nel sud-ovest di Madrid chiamato Metrosur o Linea 12, è ora il secondo sistema di metropolitana più lungo in Europa occidentale, attualmente comprendente 293 chilometri di binari prevalentemente sotterranei e un totale di 302 stazioni, 12 linee, una diramazione e quattro linee del tram Metro Ligero (metropolitana leggera)42. A coronamento di tale infrastrutturazione vi è la rete composta da
41. Fonte: EMT Madrid, 2018 42. Per quantificare il confronto: Milano attualmente è servita da 113+23 stazioni e 96,8 km di rete ferroviaria
85
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
Gestione delle risorse e dell’ambiente I padiglioni bioclimatici nascono dall’esigenza di
possibile dal fatto che, al di sotto di ogni “albero
condizionare l’aria senza ricorrere ai sistemi ter-
d’aria”, si crea una piazza semi-chiusa nella quale
momeccanici ad alto impatto ambientale, permet-
si innesca un meccanismo climatico di evapo-tra-
tendo così di poter attendere con più tranquillità
spirazione particolarmente apprezzabile d’estate
la crescita dei piccoli arbusti messi a dimora nel
quando consente all’aria di raffreddarsi di circa
territorio circostante, del cui fresco si potrà benefi-
10-15 ºC.
ciare non prima di vent’anni. Al loro interno la presenza di un giardino verticale costituito da piante rampicanti e di un sistema di ventilazione, basato sul principio dell’evapo-traspirazione, permette di creare aria umida abbassando la temperatura esterna anche di 10 gradi. La progettazione di questi “alberi d’aria” è resa sostenibile dall’utilizzo di pannelli fotovoltaici che provvedono al sostentamento del dispositivo urbano e alla sua illuminazione, senza dimenticare la propria natura temporanea che al contempo li rende eterni. Gli obiettivi posti come fondamento dell’intento progettuale sono pochi ma universalmente perseguibili in contesti eterogenei: aumentare la presenza di flora e la sua relativa biodiversità, sviluppare una sorta di “serra reversibile” a basso impatto ambientale nel tempo. Il progetto, infatti, mirava a creare un’area di richiamo ed un luogo di ritrovo; tutto questo è
Rispetto al resto della zona, diventando il principale luogo di ritrovo del quartiere. L’idea che questi “alberi d’aria” servano a migliorare le non buone caratteristiche ambientali della zona sposa perfettamente la costante richiesta di riutilizzo e seconda vita dei dispositivi di progettazione sostenibile; le strutture potranno essere smontate e riutilizzate in altre zone, fra 15 o 20 anni, e cioè una volta raggiunto l’obiettivo che gli altri alberi, appena collocati, crescendo, trasformino l’area in un piccolo bosco. Ogni padiglione occupa 314 mq, e vede nel panorama di Madrid un’esperienza pilota per l’adattamento climatico di spazi esterni, composti da una struttura di acciaio zincato che funge da supporto per i vasi delle piante rampicanti e che è sollevata dal suolo. Sulla sommità degli “alberi d’aria” sono stati installati pannelli fotovoltaici che li rendono energeticamente autosufficienti
86
Capitolo 3.0 casi studio
oltre che capaci di produrre energia vendibile e
coronato da sedici unità da quattro pannelli solari
grazie a tali proventi si azzerano i costi di manu-
ciascuna, che a loro volta generano una potenza di
tenzione. L’albero dell’aria è una struttura leggera,
12.230 kWh/anno.
che è autosufficiente e può essere smantellato.
Ludic Tree: è rivolto prettamente alla popola-
Si consuma solo ciò che può produrre energia
zione più giovane e al loro piacere del gioco ne-
attraverso sistemi solari fotovoltaici di raccolta.
gli spazi pubblici. Elemento attrattore è il giardino
Inoltre, l’energia prodotta in surplus da oltre 144
verticale, che predomina e raffresca lo spazio la-
pannelli, viene venduta alla rete elettrica locale,
sciando alla natura libero arbitrio a partire dalla
generando introiti nel bilancio annuale e garanten-
rete metallica installata sulla struttura: quest’ultima
do una liquidità da poter reinvestire nella manu-
ne garantisce la permeabilità visiva, innestando
tenzione della struttura. I semplici sistemi di adat-
tale padiglione in un sistema di landmarks rico-
tamento climatico installati negli alberi dell’aria
noscibili ma non visivamente impattanti. Grazie a
sono di tipo evapotraspirativo , che viene spesso
veri e propri muri verdi che arricchiscono lo spazio
utilizzato nelle serre. Questa pratica aerotecnica
di ossigeno, se di giorno si rivela essere un punto
o adattamento artificiale non fa parte di una stra-
d’incontro gradevole per le temperature mitiga-
tegia commerciale. Al contrario, cerca di annul-
te, la sera viene illuminato da una serie di lampa-
lare il binomio del consumo per il tempo libero e
de esterne che rende il luogo più sicuro e idoneo
riattivare lo spazio pubblico creando veri e propri
all’incontro.
43
ambienti tematizzati. Ogni complesso ha un nome che ne esplica le caratteristiche principali:
Media Tree: è riconoscibile grazie alla presenza di schermi lungo il perimetro sottostante sui qua-
Air Tree: è progettato per ospitare la popolazio-
li vengono proiettate informazioni riguardanti il
ne nei mesi più caldi, nei momenti di svago. Costi-
quartiere e la temperatura registrata all’interno.
tuito da una serie di pannelli curvi che ne decreta-
Durante le manifestazioni pubbliche o eventi cul-
no la pianta circolare, la temperatura è nettamente
turali, il padiglione viene sfruttato come una sorta
minore al suo interno grazie all’ombreggiamento
di cinema all’aperto per proiezioni e presentazio-
naturale e alla nebulizzazione d’acqua mediante
ni. Pertanto, per consentirne una migliore visione
condotte verticali. Se si dovesse quindi quantifica-
durante le ore del giorno, e garantire un’adeguata
re l’apporto energetico della struttura, si può quin-
protezione dai raggi solari, lo spazio è caratteriz-
di parlare di un vero e proprio giardino verticale
zato dalla presenza sulla sommità di un telone leggero con un foro centrale.
43. L’evapotraspirazione è una variabile che misura la quantità d’acqua che nell’unità di tempo passa dal terreno all’aria allo stato di vapore per effetto congiunto della tra-
spirazione, attraverso le piante, e dell’evaporazione, direttamente dal terreno.
87
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
Spunti di riflessione Non sempre i progetti che si fanno promotori di un intervento sostenibile considerano il fattore temporale che intercorre tra l’inizio del progetto stesso e il suo effettivo impatto a pieno regime. È innovativo quanto fondamentale pensare ad un dispositivo urbano che non intacchi il terreno in maniera irreversibile, e con dei principi ed obiettivi universalmente validi, perché rispondenti a problematiche ambientali comuni a diverse città nel panorama europeo. Al contempo non va trascurato l’impatto ambientale che la produzione, la cantierizzazione e la messa in opera possono avere: l’utilizzo di materiali di riciclo e l’autosostentamento energetico sono ulteriori fattori che rendono tale configurazione urbana una soluzione riconfigurabile quanto facilmente replicabile. Sicuramente non va sottovalutato l’impatto sociale che l’azione progettuale può avere a partire dall’innesto di un sistema a padiglioni che non sancisce una gerarchia ma bensì instaura relazioni tra i diversi compiti a cui essi stessi devono assolvere, trasformando aree socialmente desertificate in aggregati socialmente attivi.
88
Capitolo 3.0 casi studio
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89
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
4.0 LA SOSTENIBILITÀ URBANA TRA PRESENTE E PASSATO
90
4.1 - Comparazione analitica dei casi studio
U
na volta passati in rassegna i casi studio
oggi occupano l’80% dello spazio pubblico, favo-
citati è necessario instaurare un confron-
rendo invece lo spazio pedonale della relazione,
to tra questi che ci conduca alla stesura
del mercato e dello scambio. Per quanto riguarda
del decalogo, avvalendoci di alcune considerazioni
in particolare la mobilità ciclabile l’esperienza del-
allegate all’European Green Index (di cui abbiamo
le città europee dimostra che si può arrivare ad
parlato nel capitolo 2) e dell’Europe Sustainable
avere numeri significativi di spostamenti ciclabili
Development Report. Quest ultimo consiste in una
se si passa da una visione di piste ciclabili ad una
relazione sullo sviluppo sostenibile in Europa, cal-
di “rete” che attraversa, nelle diverse direttrici, la
colato individuando le priorità politiche secondo
città. Il primo obiettivo è di realizzare in tutte le
l’Unione Europea necessarie a raggiungere gli
città un primo pacchetto di nuove corsie ciclabili
obiettivi di sviluppo sostenibile e soddisfare al con-
lungo le principali direttrici di mobilità all’interno
tempo l’accordo sul clima redatto a Parigi. In que-
dell’area urbana, che consentano spostamenti in
sto modo vengono confrontate le prestazioni dei
bici sicuri ed efficienti e costituiscano una valida
28 Stati membri dell’Unione Europea secondo i 17
e attraente alternativa all’uso dell’auto privata. L’o-
obiettivi di sviluppo sostenibile, delineando profili
biettivo finale è di arrivare ad una rete diffusa in
dettagliati per ogni paese.
tutte le aree urbane che renda sicuri e competitivi, rispetto all’auto privata, gli spostamenti in bici.
Una componente imprescindibile che tocca in-
Per far questo Comuni e Regioni devono prevede-
direttamente il nostro campo d’azione riguarda il
re piani e programmi specifici per la loro realiz-
sistema dei trasporti e la conseguente infrastruttu-
zazione. Per quanto concerne le risorse economi-
razione che ne deriva: l’attenzione che Copenha-
che, invece, serve un’azione da parte del Governo
gen ha dedicato verso un utilizzo della bicicletta
che co-finanzi insieme a Comuni e Regioni questi
sempre più assiduo quanto parte integrante nella
interventi. Esempi tangibili di quartieri senz’auto
quotidianeità del cittadino danese. Un’operazione
possono essere Friburgo e Copenaghen. In un pa-
simile viene resa possibile da un ridisegno consa-
norama simile, non si può pensare di poter conver-
pevole di punti nevralgici della città quali piazze
tire interamente il traffico automobilistico in spo-
e spazi pubblici, in cui va ribaltato il rapporto tra
stamenti via trasporto pubblico o bici, ma quanto
gli spazi pedonali e quelli delegati al movimento
meno inserire ecoincentivi quando possibile, così
di tram e mezzi di locomozione diversi rispetto
da utilizzare mezzi di trasporto ibridi o elettrici, ri-
a quelli destinati a carreggiate e parcheggi, che
91
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
92
Capitolo 4.0 la sostenibilità urbana tra presente e passato
ducendo l’inquinamento atmosferico. Quest’ultima
questa direzione, attraverso la partecipazione dei
considerazione non va letta come postulato per un
cittadini e con una nuova visione della città, del-
una mobilità ad impatto zero: sebbene la mobilità
le strade e della funzione che devono svolgere. In
elettrica sembrerebbe essere la risposta definiti-
tutto questo svolgono un ruolo importante i PUMS
va ai “mali” delle città, bisogna ancora indagare
(Piani urbani mobilità sostenibile) secondo quanto
a fondo sulle modalità di smaltimento e/o riciclo
previsto dalle linee guida europee del 2013. Non
delle batterie e sulle fonti da cui proviene l’ener-
dimentichiamo però come alcuni provvedimen-
gia stessa. Tale operazione non può esimersi dalla
ti, seppur incoraggiati dalle misure europee, non
creazione di zone 30 (dove imporre il limite di ve-
possono essere applicate omogeneamente in ogni
locità massimo appunto di 30 km/h) con l’obiettivo
città in maniera indistinta ed impersonale, bensì
finale di estendere questo limite all’interno di tutti
interpretando le esigenze e le abitudini di ogni in-
i centri abitati, con l’eccezione delle principali ar-
sediamento urbano. L’elemento ponte tra la mobi-
terie di scorrimento. Tale provvedimento è stato
lità lenta e le emissioni inquinanti in una città è co-
adottato infatti da tutti i casi studio posti in analisi
stituito dal rapporto che s’instaura tra il costruito
non come provvedimento caldamente consigliato
e il verde urbano.
dalle direttive europee, bensì come soluzione efficace nelle città che pur avendo matrici morfologiche differenti, conservano alcuni principi comuni come la necessità di avere un centro storico identificativo ed isolato dal traffico cittadino. A tal proposito, risultati simili potrebbero essere raggiunti con maggior facilità se la Comunità Europea o i singoli Parlamenti di ogni nazione aggiornassero il Codice della Strada, dando poteri e mezzi ai Comuni per ridisegnare gli spazi pubblici, le strade, le piazze (anche con appalti di gestione integrati a lungo termine) e finanziare interventi di mobilità sostenibile. Mosse da normative ed incentivi europei, le città sarebbero maggiormente propense ad attuare programmi di riqualificazione volti in
Osservando quanto riassunto dallo schema proposto, si può notare come tutti i quartieri posti in analisi siano nettamente meno impattanti rispetto al resto dei quartieri appartenenti alla stessa città. Viene infatti confrontato il consumo energetico medio in kWh/mq annuo necessario per soddisfare il fabbisogno energetico e di riscaldamento: in quartieri come BedZed e Rieselfeld, grazie ad un’attenta pianificazione dell’ambiente costruito e della sua densità e alla progettazione di infrastrutture energetiche dedicate, è stato possibile raggiungere traguardi esemplari. Con l’istituzione del Freiburg Fraunhofer Institut, il più grande istituto di ricerca sull’energia solare in Europa, il capoluo-
93
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
go tedesco si è affermato nel panorama europeo
come punto di forza la forte esposizione al vento,
per la produzione di energia solare, eolica, per lo
che a sua volta ha deformato la maglia iniziale in
sfruttamento delle biomasse e dell’energia idro-e-
un tracciato irregolare, e l’autosufficienza energe-
lettrica. Alcune politiche inoltre, hanno reso obbli-
tica combinato ad un sistema di monitoraggio del
gatoria la costruzione di edifici a energia zero e
consumo energetico unitario e di quartiere, fino a
energy plus, dando vita a oltre 50 case passive e
rendere necessaria la comunicazione con i quar-
almeno 100 unità con “più energia”, costituenti uno
tieri circostanti utilizzati come accumulatori ener-
dei più grandi “distretti solari” in Europa. Non da
getici in grado ci immagazzinare fino a 132 kWh/
meno è l’esempio inglese nel distretto di Sutton,
mq/anno. Esemplare ed unico tra questi casi studio
che invece di puntare i riflettori sull’energia rinno-
è l’utilizzo dell’acqua depurata in modo naturale in
vabile, è riuscita ad ottenere risultati simili se non
modo tale da evitare di sovraccaricare il sistema
migliori grazie alla progettazione bioclimatica dei
fognario cittadino combinato al sistema di raccol-
complessi residenziali: elementi di accumulo ter-
ta e dello smaltimento dei rifiuti organizzato in una
mico passivo, pannelli fotovoltaici semitrasparenti,
logica di autoalimentazione del distretto urbano e
edifici molto isolati, sistemi di ventilazione a re-
un sistema di smaltimento dei rifiuti solidi urbani,
cupero passivo di calore, installazione di pannelli
i cui terminali sono collocati nelle pertinenze delle
fotovoltaici, utilizzo di apparecchi energy-saving,
singole abitazioni.
struttura massive in laterizio, spessori significanti di isolamento termico “a cappotto”. Il fiore all’occhiello di tale complesso edilizio è l’elemento utilizzato per la captazione/espulsione delle brezze stagionali combinato ad uno scambiatore di calore.
Caso singolare quanto efficace per gli strumenti adoperati è il caso di EcoBoulevard a Madrid, che dovendo fronteggiare un problema relativo agli spazi aperti, ha agito sullo spazio pubblico urbano, influenzando senza dubbio, i singoli edifici presenti nel masterplan. Ciò non implica un distaccamen-
Intervento mediano tra un approccio sostenibile
to dalla filosofia finora enunciata: la scelta di ma-
alla costruzione e un disegno urbano che perse-
teriali a basso impatto ambientale o attenti al Life
gua gli stessi intenti è l’innesto abitativo realizzato
Cycle Assessment e l’utilizzo di energia prodotta
per l’European Housing Expo del 2001. Il quartie-
o l’immissione di quest’ultima nella rete cittadina
re Bo01 di Malmo coniuga in maniera esemplare
qualora presente un surplus, costituiscono i capi-
la progettazione di un attacco a terra che avesse
saldi progettuali dell’intervento posto in analisi. La
94
Capitolo 4.0 la sostenibilità urbana tra presente e passato
differenza sostanziale infatti risiede nella ricerca
Se gli interventi architettonici mirati a ridurre e/o
di un dispositivo urbano che contrastasse le iso-
annullare l’impatto energetico raggiungono i pro-
le di calore e la conseguente desertificazione di
pri obbiettivi analizzando i materiali e la loro pro-
un’area ponte tra un nuovo insediamento ed il con-
venienza, le fonti energetiche ed il ciclo dei rifiuti
glomerato storico. Tale salto di scala ha sancito la
generati, gli interventi urbani o che basano il loro
riorganizzazione di un ampio boulevard su cui si
disegno su larga scala mirano alla riduzione del
innestano tre grandi “alberi d’aria”: padiglioni cilin-
fenomeno delle isole di calore, ad una maggior sa-
drici costruiti con una struttura d’acciaio zincato,
lubrità degli spazi aperti, modificando talvolta le
facilmente smantellabili e riporponibili in luoghi
abitudini della popolazione ed i loro spostamenti
che richiedono una rigenerazione urbano-am-
in un’ottica sempre più “green”. Da ciò ne deriva la
bientale simili. I tre elementi urbani sono facilmen-
consapevolezza di una reale sostenibilità urbana
te riconoscibili perché accomunati dalla forma e
che non può limitarsi alla mera progettazione di
dal materiale, ma con intenti progettuali differen-
edilizia sostenibile, ma che debba essere sosteni-
ti, in modo da soddisfare la necessità di avere un
bile a partire dall’impianto urbano (e non solo, ba-
luogo che ospiti la popolazione nei mesi più caldi,
nalmente, la sommatoria dei singoli edifici)
nei momenti di svago con ombreggiamento naturale e nebulizzazione d’acqua mediante condotte verticali, l’istituzione di un giardino verticale che raffreschi lo spazio immettendo ossigeno nell’ambiente circostante e costituendo un landmark notturno grazie alle lampade esterne che aumentano la sicurezza e l’idoneità all’incontro. Ambasciatore dei due innesti è il terzo elemento urbano, riconoscibile grazie alla presenza di schermi lungo il perimetro sottostante sui quali vengono proiettate informazioni riguardanti il quartiere e la temperatura registrata all’interno, sfruttato come una sorta di cinema all’aperto per proiezioni e presentazioni, la cui ombreggiatura è garantita dalla presenza di un telone leggero con un foro centrale.
95
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
4.2 - Analogie tra passato e presente
G
li approfondimenti fin qui trattati hanno riguardato soluzioni che vari Stati europei hanno proposto per rispondere alla
sempre più pressante problematica ambientale. Per quanto innovativi, di sicuro dal punto di vista tecnologico, a livello morfologico e funzionale per questi quartieri non c’è da rimanere stupiti. Con uno sguardo al passato, è possibile constatare che, questi moderni eco-quartieri, presentano analogie con sperimentazioni urbane che, dagli anni ‘20 del secolo scorso, hanno fatto la loro comparsa sia in Europa che oltre Oceano; una vera e propria ricerca, sostenuta da una fitta ed intricata serie di studi di tipo economico, sociale ed ambientale, con la quale vennero pensati possibili rimedi alle devastanti condizioni che, industrie e automobili, avevano generato nelle città. Si vuole dunque in questa sede osservare da quali esperienze pregresse, le “moderne” eco-proposte, hanno tratto ispirazione.
96
Capitolo 4.0 la sostenibilità urbana tra presente e passato
U
Città d’affari
4.2.1 - La città razionalista: l’importanza dell’asse elio-termico e delle reti di trasporto
n approccio per alcuni aspetti considerato invasivo, fu quello proposto dai razionalisti negli anni 20-30, animati dalla
Parco
Alberghi Ambasciate
convinzione che la città dell’uomo moderno dovesServizi
se essere ricostruita dalle fondamenta inquanto, le città contemporanee, non erano più in grado di sopperire alle “nuove” esigenze umane. Un impianto molto rigido venne proposto da Le
Residenze
Giardini Servizi
Corbusier, nel progetto della Ville Radieuse (1930). Un piano urbanistico, mai di fatto realizzato, frutto di innumerevoli studi1 che prevedeva la costruzione
Residenze
di una città moderna, efficiente e all’avanguardia a misura di uomo. Rigore, rispetto dell’ortogonalità e
Parco
dell’azzonamento sono gli elementi che contraddistinguono la proposta. Varie “aree funzionali”, terziaria, residenziale, industriale, sono identificate
Industria
da un reticolo viario regolare, caratterizzato dalla differenziazione tipologica di attraversamento: peMagazzini
donale o veicolare2; tale divisione oltre a garantire un più efficiente e veloce collegamento, permette-
Industria pesante
va di assicurare completa sicurezza ai pedoni, che potevano spostarsi tra le varie aree urbane senza incontrare i percorsi veicolari.
1. È il frutto del lavoro di anni di studi urbanistici che Le Corbusier ha portato avanti nel tempo, modificando ed implementando le sue stesse teorizzazioni a partire dalla Ville Contemporaine, ideata nel 1922 e presentata per la prima volta all’Esposizione internazionale di Parigi del 1925.
2. Strade e autostrade, incavate nel terreno permettevano, oltre che ridurre il rumore prodotto degli stessi autoveicoli, di costruire un paesaggio ininterrotto nel quale gli unici elementi visibili fossero gli edifici che emergevano dalla vegetazione.
97
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
Gli edifici, posti secondo l’asse eliotermico3, sfruttavano al meglio gli apporti di luce, calore ed aria garantendo una maggior salubrità della vita. L’utilizzo del pilotis4 inoltre, avrebbe permesso di innalzare le costruzioni assicurando un ulteriore quantitativo di terreno coperto da destinare a servizi o alla convivialità, in aggiunta agli spazi aperti, piazze e parchi, già previsti dal piano, che intervallavano e collegavano le varie aree funzionali. La Ville Radieuse dunque, ad eccezione delle aree industriali, confinate da una schiera di parchi e foreste che ne mitigavano l’inquinamento, si presentava come un unico grande parco, solcato da “invisibili” autostrade e strade, al cui interno si distribuivano servizi e spazi ricreativi.
Plastico. Vista su una delle strade sopraelevate. (Fonte: www.fondationlecorbusier.fr)
Un piano urbanistico per certi versi utopico, che ha fatto della distribuzione e della sperimentazione elementi cardine della costruzione urbana. Una corretta ed efficiente progettazione della maglia viaria, per il trasporto pubblico, veicolare e pedonale oltre all’utilizzo di nuove tipologie edilizie (es. il grattacielo), disponendone intelligentemente gli affacci, permise di ideare uno spazio razionale, aperto da destinare prevalentemente al verde e alle attività comunitarie.
Plastico. Vista aerea su un quartiere residenziale tipo. (Fonte: www.fondationlecorbusier.fr)
3. Studio proposto da Augustin-Rey, Pidoux e Barde nel 1928, 4. Pilastro che sorregge al pian terreno un fabbricato. Nella accolto con che ricerca la media annuale più vantaggiofilosofia di Le Corbusier dovevano essere rigorosamente sa dei benefici di luce e di calore fruibili da parte di un in calcestruzzo armato e permettevano di innalzare l’edifabbricato. ficio restituendo la sua “impronta a terra” alla comunità.
98
Capitolo 4.0 la sostenibilità urbana tra presente e passato
Tavola originale. Quartiere residenziale tipo (Fonte: www.fondationlecorbusier.fr)
Le Corbusier mentre illustra il funzionamento del quartiere (Fonte: www.pinterest.it/pin/490822059390141404/)
Nel tempo l’utilizzo dello “zoning”5 ha mostrato come la mono funzionalità che caratterizza questa disposizione urbana generava fenomeni di congestionamento e inquinamento, in quanto per raggiungere un qualunque servizio era necessario spostarsi – per comodità con l’automobile - oltre che alla creazione dei cosiddetti “quartieri dormi-
Tavola Originale. Studio delle intersezioni vie pedonali e veicolari (Fonte: www.fondationlecorbusier.fr)
torio”.
5. Azzonamento attività tramite la quale vengono identificate e riconosciute per un determinato territorio, determinate funzioni (residenziale, commerciale,…)
6. Termine riferito prettamente ai casi di aree residenziali che va a sottolineare come il quartiere venga utilizzato solo per una funzione lasciandolo “inanimato” durante il resto della giornata. Altro esempio è il tipico quartiere industriale che, nel caso opposto, di notte è deserto.
99
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
4.2.2 - Milano verde: la proposta dei razionalisti italiani
D
irettamente
connesso
“all’esperienza”
della città razionalista, il progetto Milano Verde è ideato da un gruppo di architetti
italiani7 capitanato da Giuseppe Pagano8, promosso nel 1938 per l’urbanizzazione della zona Sempione Fiera, all’epoca periferia della città meneghina. Il piano prevedeva di innestare nel tessuto consolidato, un nuovo quartiere che rispondesse a canoni e innovazioni moderne (di stampo razionalista) senza però tradire la morfologia imposta dal precedente piano berutiano9; veniva infatti confermato e consolidato il modello dell’isolato quadrato tramite il prolungamento delle maglie viarie ottocentesche che diventano l’elemento generatore della morfologia urbana del quartiere. A livello planimetrico l’impronta del nuovo inurbamento, nonostante il rispetto del precedente tracciato, avrebbe avuto una chiara lettura, in quanto la disposizione degli edifici presentava un ritmo lineare e serrato, in netta contrapposizione con le preesistenze: si andava a sostituire infatti
Plastico. Vista zenitale dell’intervento (Fonte: Milano verde: Un’idea per l’architettura e la città)
l’isolato chiuso di stampo ‘800esco, costituito da edifici a corte, con un isolato aperto definito da edifici in linea.
7. Partecipano all’esperienza: Franco Albini, Ignazio Gardeldo di insediamento della dittatura in quanto affascinato la, Giulio Minoletti, Giancarlo Palanti, Giacomo Predaval, dalle idee avanguardiste con il quale il partito guardava Giovanni Romano. al futuro. 8. Giuseppe Pagano, architetto italiano, nato a Parenzo 9. Piano Beruto: primo piano urbano della città di Milano ap(Istria) nel 1896 e morto a Mauthausen (Austria) nel 1945. provato nel 1889. Regolò l’espansione della città negli anni Fu tra i principali sostenitori del fascismo nel primo periopost Risorgimento.
100
Capitolo 4.0 la sostenibilità urbana tra presente e passato
La disposizione dei fabbricati sarebbe stata rimarcata dalla maglia viaria, prevalentemente verticale, intervallata da due soli assi orizzontali, paralleli all’esistente Corso Sempione, tra i quali, uni di questi avrebbe assunto il carattere di viale Trionfale, sul quale sarebbero state realizzate le principali infrastrutture di trasporto pubblico (linee tram e bus). Il piano identificava tre tipologie edilizie: ville a tre piani, immerse in sontuosi parchi, edifici di 20 piani, disposti in prossimità dell’asse Trionfale e edifici a 6 piani, costituenti la parte più cospicua del
Pattern. Edifici costruiti dal nuovo intervento; in rosso gli edifici a carattere pubblico (Fonte: Milano verde: Un’idea per l’architettura e la città)
progetto. I fabbricati, intervallati da parchi urbani e strade, sarebbero stati posti ad una distanza minima di 25m gli uni dagli altri (per gli edifici di 20 piani minimo 50m) al fine di evitare problematiche di ombreggiamento reciproco. I vuoti tra un edificio e l’altro venivano così in parte colmati da aree permeabili, destinate alla collettività, che assumevano inoltre una funzione termo-regolativa, riparando nel periodo estivo dall’eccessiva calura e lasciando filtrare la luce e calore nel periodo invernale. Lungo l’asse Trionfale e nelle aree centrali del nuovo quartiere, sarebbero sorte attività commerciali e pubbliche (parchi urbani, centri sportivi, teatri, negozi…) la cui fruizione sarebbe stata agevolata dalla costruzione di un percorso pedonale porticato; sopra quest’ultimo sarebbe stata rea-
Pattern. Spazio destinato a verde (giardini/parchi) (Fonte: Milano verde: Un’idea per l’architettura e la città)
1 01
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
lizzata una promenade10 che avrebbe costituito un ulteriore spazio di convivialità e avrebbe offerto, ad abitanti e visitatori, suggestivi scorci sul quartiere ed il paesaggio, incorniciato dalle strutture residenziali lineari (di 6-20 piani). Il progetto, cosi per come venne pensato, si presentava come una “matrice” senza poli o centralità Residenze Giardini
morfologicamente definite, che permetteva una reiterazione ed una espansione che generasse “una città continua, illimitata (…) con un grado di indeterminatezza”11. Ovviamente questo sviluppo sarebbe avvenuto per fasi successive che avreb-
Matrice. Schematizzazione delle struttura del piano
bero permesso la sostituzione progressiva di interi brani di città con questa “nuova idea-organizzazione spaziale”12. Osservando a posteriori questo schema urbano, di cui geometria e rigore erano elementi fondanti, è possibile affermare che, se da un lato le innovazioni introdotte – disposizione eliotermica, immersione nel verde, nuovi standard abitativi (…) – crearono un quartiere modello, l’aspetto identitario caratterizzante un quartiere veniva a mancare in quanto la reiterazione di corpi uniformi e la mancanza di singolarità, dava luogo ad uno spazio impersonale che provocava confusione e smarrimento oltre che a creare possibili fenomeni di segregazione sociale. Plastico. Particolare quartiere composto da edifici da 6 piani (Fonte: Milano verde: Un’idea per l’architettura e la città)
10. Di fatto una passerella sopra elevata 12. F. Menegatti (2017), Milano Verde. Un’idea per l’architettu11. F. Menegatti (2017), Milano Verde. Un’idea per l’architettura e la città, Gangemi editore, Dal programma al diagramra e la città, Gangemi editore, Dal programma al diagramma. Milano e la città razionale, p. 67 ma. Milano e la città razionale, p. 66
1 02
Capitolo 4.0 la sostenibilità urbana tra presente e passato
4.2.3 - La città giardino: il decentramento come strumento per una vita più salubre
A
ltre analogie che gli eco-quartieri presentano con esperienze pregresse le si possono riscontrare osservando l’ambizio-
sa proposta di Ebenezer Howard. La Garden city compare per la prima volta13 citata nell’omonimo libro Garden Cities of Tomorrow pubblicato nel 1902,
Ferrovia
come soluzione ai problemi delle città moderne, in
Cintura verde
continua espansione, senza un sufficiente supporto di servizi e con condizioni di vita disumane.
Industria
La proposta elaborata da Howard è una sintesi di più schemi insediativi urbani, osservati o studiati in gioventù, che contrappone al gigantismo e al
Residenze Servizi
congestionamento della città industriale un certo numero di nuove città di dimensioni contenute, autosufficienti ed immerse nel verde, capaci di offrire migliori condizioni di vita. La Garden city, è un insediamento a pianta circolare, di raggio massimo 1,2 km, posto lontano dalle grandi città14 e con una “green belt”, letteralmente cintura verde, destinata a parchi e fattorie agricole così da impedirne possibili espansioni e un massimo di 32mila abitanti, calibrato al fine di garantire un efficiente e completa gamma di servizi e di opportunità lavorative.
13. In realtà la prima vera e propria comparizione risale a 14. Non venne fissata con precisione una distanza minima, quattro anni prima, nel 1898, all’interno del libro To-Morma doveva essere tale da rendere effettivamente indirow: A Peaceful Path to Real Reform, pubblicato sempre pendenti le nuove città, sottraendole all’influenza delle più dallo stesso Howard, che decide di ristampare il suo testo grandi. con degli aggiustamenti .
1 03
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
La distribuzione è anche in questo caso un elemento fondante del piano; sei boulevard radiocentrici suddividono la città in quartieri di circa 5mila abitanti, contenenti servizi, attività commerciali e posti di lavoro, mentre cinque avenue circolari e concentriche li intersecano. Il centro città, oltre a fungere da raccordo viario è caratterizzato dalla presenza di edifici di rappresentanza, uffici, negozi e un grande parco. Le aree industriali e produttive, poste ai margini della città, sono costeggiate da una rete ferroviaria (anch’essa circolare) che, connettendosi al sistema di trasporto regionale, garantisce un rapido e veloce interscambio tra città e città. La dimensione con il quale Howard pensò a questo “schema distributivo” è incentrata sulla necessità di dover ricostruire una città a misura d’uomo e per l’uomo, ribaltando lo squilibrio provocato dall’avvento dell’industria e delle macchine. Ovunque sono privilegiati gli spostamenti a piedi, con percorsi separati e/o protetti immersi in ampi e sontuosi parchi, mentre il traffico veicolare percorre “tangenzialmente” l’area usufruendo dei boulevard e delle avenue. I singoli quartieri presentano una mixitè funzionale e sociale15, che aiutano a limitare gli spostamenti veicolari e i fenomeni di segregazione16. Trattandosi di fatto di uno schema puramente concettuale, il piano di Howard poteva essere utilizzato dovunque, andandosi ad adattare alle varie morfologie e alle varie “peculiarità” ter15. Con il termine mixitè si va ad identificare, nel caso di quella dunzionale, la mescolanza di varie funzioni (terziaria, residenziale, …) 16. La presenza di varie tipologie e tagli di alloggi, oltre che le possibilità di affitto a basso costo permettono anche alle
Schema distributivo radiocentrico ideato da Howard. (Fonte: Wikipedia.en/Garden Cities of Tomorrow)
ritoriali; il problema con il quale questo metodo si scontrò risiedette nell’elaborata metodologia tramite la quale la città veniva ad essere costruita. I terreni, acquistasti da una società cooperativa creata ad hoc per il caso, dovevano essere dotati delle opere di urbanizzazione primaria (sistema idrico, fognario ed elettrico) per poi essere ceduti in diritto di superficie a futuri residenti o investitori. Il carico economico in capo alla società pubblica,
fasce di reddito meno agiate di poter vivere in un ambiente salubre e dignitoso.
104
Capitolo 4.0 la sostenibilità urbana tra presente e passato
nelle sperimentazioni realizzate, era molto ingente e, data la scarsa attrattività del sito (che offriva solo terreni), i primi profitti venivano posticipati di decenni, rendendo quasi insostenibile l’effettiva realizzazione17. Nonostante i problemi economico-finanziari del modello Howardiano, i principi fondanti dell’impianto della Garden city (grandi parchi, usi misti dei terreni, quartieri pedonali, traffico tangenziale) troveranno fondamento in altre sperimentazioni soprattutto in America, dove verrà ampiamente manipolato come strumento per contrastare il congestionamento veicolare, e ancora oggi con “strascichi” riscontrabili in molti degli odierni eco-quartieri.
Schema regionale ideato da Howard. (Fonte: Wikipedia.en/Garden Cities of Tomorrow)
Grafico dei tre magneti howardiani (Fonte: Wikipedia.en/Garden Cities of Tomorrow) 17. In Inghilterra, il piano delle Garden city diventerà nel secondo dopoguerra uno strumento con il quale lo Stato ovviò al problema dell’eccessiva popolosità delle grandi città (politica delle New Town). Ingenti furono gli inter-
venti statali che permisero la costruzione di innumerevoli di queste città.
.
1 05
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
4.2.4 - Garden suburbs: l’unità di vicinato a Radburn
U
n altro degli esempi più emblematici
te residenziali, immersi in grandi parchi venivano
dello scorso secolo è l’impianto del Gar-
a collegarsi mediante percorsi viari alla città esi-
den Suburbs, un piano che, partendo dalle
stente.
considerazioni howardiane, si costruisce per unità modulari, rappresentate dai quartieri. Rispetto alla Garden city vengono traditi i principi di autosufficienza e dimensione; infatti le nuove unità sono da considerarsi come delle espansioni delle città esistenti che presentano però standard ambientali e servizi nettamente migliori rispetto alle periferie urbane contemporanee.
Una chiara dimostrazione la si può riscontrare oltre oceano, a Radburn, dove questa tipologia urbana venne adottata da Clarence Stein ed Henry Wright nel 1928 per la costruzione di questa nuova città, poco distante da Manhattan (NY). La cittadina presenta una costruzione modulare alla cui base si trova una strada a cul-de-sac19 dove si trovano disposte le unità abitative. L’insieme di va-
I primi a sperimentare questa tipologia di
rie cellule base, collegate le une alle altre da aree
espansione furono Raymond Unwin e Barry Parker,
verdi e percorsi pedonali, compone il “super-block”
impegnati sin dal principio nella straordinaria in-
(il super isolato) definito tangenzialmente da stra-
novazione delle Garden city howardiane18, i quali
de veicolari ad alto flusso. I vari super-block si
realizzarono i primi “Garden Suburbs” a Londra a
raggruppano a loro volta attorno ad un isolato di
partire dal 1907. Questa loro nuova metodologia
servizi, dotato di scuola, parchi giochi e negozi,
prevedeva una meno stringente e problematica
andando a comporre così il quartiere; il raggrup-
soluzione rispetto alle città di nuova fondazione
pamento di più quartieri crea la città. Il piano re-
proposte da Howard, andando a creare uno svi-
datto da Stein e Wright prevedeva un’estensione
luppo sistematico delle città esistenti. Attorno a
regionale20, andando a intervallare tra città e città
quest’ultime doveva sorgere una cintura verde che
delle ampie aree a verde da destinare a riserve
bloccasse eventuali espansioni incontrollate; all’e-
naturali o agricole che ne limitassero l’eccessiva
sterno di questa, una serie di quartieri prettamen-
espansione.
18. Unwin e Parker, tra loro anche parenti, sono tra i primi 19. Strada a fondo cieco che presenta una sorta di rotatoria progettisti a cercare di trasformare gli schemi urbani di che permette un’agevole inversione di marcia. Howard in città vere e proprie. Realizzeranno infatti la prima città giardino Lechworth, a 56 km da Londra nel 1903. .
1 06
Capitolo 4.0 la sostenibilità urbana tra presente e passato
Quartiere. Insieme di più super-block al cui centro si trovano servizi pubblici o commerciali con un raggio di influenza di circa 400 m
40
0m
Cellula. Raggruppamento di più unità residenziali disposte attorno ad una strada a cul-de-sac
Super-block. Insieme di cellule collegate da sentieri pedonali e delimitati da strade veicolari ad alto flusso
20. Il Regional City Plan. Le varie città modulari venivano collegate tra loro da un’ampia e possente infrastruttura viaria e ferroviaria che attraversava la regione, connet. tendosi al resto del paese.
1 07
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
La peculiarità che contraddistingue questo schema, come nella Ville Radieuse, è la differenziazione dei flussi: i percorsi pedonali non intersecano mai le strade ad alto flusso veicolare grazie alla presenza di sottopassaggi che permettono di garantire continuità e sicurezza agli spostamenti lenti, confinando le automobili ai margini. La dimensione del quartiere è pensata in base alla capienza e alla posizione della scuola posta al centro di quest’ultimo; all’incirca per quartiere si ipotizzavano dalle 7mila alle 10mila persone ed una distanza massima tra scuola ed abitazione di 400-500 metri. Nonostante l’ambiziosa soluzione proposta, che garantiva un’elevata qualità ambientale comparata alla situazione delle città vicine, il piano del Garden Suburbs venne eccessivamente sfruttato, costruendo città sconfinate dove per l’appunto il traffico veicolare, da cui si cercava di porre rime-
Materplan del quartiere, Radburn. (Fonte: www.pinterest.com)
dio, divenne sempre più pressante, a causa dell’insufficienza dei servizi e della mancanza di un piano integrato del trasporto pubblico.
Radburn. Immagine aerea dello storico quartiere (Fonte: www.cincinnatilibrary.org)
Sottopassaggio. La mancanza di incroci pericolosi permetteva di passeggiare all’interno della città in tutta sicurezza (Fonte: www.interactive.wttw.com)
108
Capitolo 4.0 la sostenibilità urbana tra presente e passato
4.3 - Riflessioni sui casi presentati
L
a raccolta di esempi qui proposta po-
le proposte che oggi giorno più interessa le città
trebbe essere ulteriormente arricchita,
contemporanee che appunto, tramite operazioni
data la presenza di innumerevoli altre
di rigenerazione urbana, tentano di restituire alla
sperimentazioni urbane di cui è costellato il XX se-
comunità nuovi spazi di vita. La presenza di una
colo, ma quelle qui riportate sono forse quelle che
capillare rete ciclopedonale e di trasporto pubbli-
presentano più somiglianze con i casi studio presi
co, sono interventi sempre più necessari al fine di
in esame.
innescare quell’inversione di tendenza, che oggi
Come è osservabile, sia dal punto di vista organizzativo che dal punto di vista morfologico-funzionale, molte delle eco-proposte non hanno portato grandi innovazioni ma, come in passato, solo aggiustamenti e migliorie (anche dal punto di vista tecnologico) che hanno permesso di ottenere i risultati oggi osservabili. Non avvengono mai trasformazioni unilaterali, ma lo spazio fisico che oggi abitiamo è il risultato anche delle modificazioni del pensiero che queste utopie hanno alimentato.
definiamo sostenibile, che trova nella competitività e nella riscoperta della mobilità lenta e pubblica i fattori cardine. La priorità per queste tipologie di spostamenti deve anche essere sostenuta dalla presenza di percorsi protetti e numerose aree verdi, il più contigue possibili le une alle altre, per garantire la costruzione di veri e propri corridoi verdi che, oltre ad aumentare la qualità ambientale, favoriscano un’efficiente gestione delle acque meteoriche e condizioni di vita più accettabili anche nei periodi estivi. La presenza di varie attività
La necessità di dover rendere la città “accessi-
all’interno del singolo quartiere che garantiscano
bile” è da sempre uno degli impegni a cui le varie
servizi di ogni genere (commerciale, pubblico e
sperimentazioni hanno cercato di rispondere, al
lavorativo) anche grazie al progresso tecnologi-
fine di limitare congestione e inquinamento. Il riu-
co industriale, si è mostrata nel tempo sempre più
tilizzo o trasformazione di porzioni urbane che non
congeniale al fine di ridurre la necessità di sposta-
presentino più un utile scopo per la città è una del-
mento e di conseguenza anche di inquinamento.
1 09
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
Inoltre una sempre più elevata attenzione alla componente sociale, al di evitare fenomeni di degrado derivanti da segregazioni, è stata sostenuta da un’ampia proposta di tipologie edilizie e di metodologie di accesso alle residenze (affitto, acquisto, …) che ha permesso di costruire nuove forti identità anche in quelle città, o porzioni di quest’ultime, che si andavano a realizzare. L’ultima ma non meno importare peculiarità che ancora oggi in buona parte delle moderne eco-proposte è possibile riscontrare, è la presenza di una società che si occupi interamente della costruzione e gestione dei nuovi ampliamenti, così come Howard a inizio ‘900 aveva prefigurato per la costruzione delle sue Garden City; un’effettiva innovazione che ad oggi si può rilevare sta nella compartecipazione attiva della popolazione, che permette di accelerare il processo costruttivo ed identitario oltre che ad incrementare il senso civico, la sensazione di appartenenza e la sensibilità nei confronti della pubblica causa.
110
Capitolo 4.0 la sostenibilità urbana tra presente e passato
Bibliografia e Sitografia Libri e dispense consultati Antonio Galanti (2018), Città Sostenibili: Cento anni di idee per un mondo migliore, Aracne, Capitoli II, III, VI, VII L. Gaeta, U. Janin Rivolin, L. Mazza (2018), Governo del territorio e Pianificazione spaziale, Città Studi edizioni, Capitoli 9, 14 F. Menegatti (2017), Milano Verde. Un’idea per l’architettura e la città, Gangemi editore
Pagine web consultate Ville Radieuse - https://www.teknoring.com/wikitecnica/impianti/asse-eliotermico/ Ville Radieuse - http://www.cittasostenibili.it/urbana/urbana_L_10.htm Milano Verde - https://issuu.com/richish90/docs/ milano_verde Garden City - https://en.wikipedia.org/wiki/Garden_Cities_of_To-morrow
111
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
5.0 VERSO UN POSSIBILE DECALOGO PER LA PROGETTAZIONE SOSTENIBILE
112
D
opo aver analizzato i principi generali di
si vuol far notare che il riscontro numerico di alcuni
sostenibilità ambientale emersi analizzan-
aspetti ambientali conseguenti ad interventi pro-
do i diversi provvedimenti europei, dopo
gettuali urbani sono a loro volta la sommatoria di
averli selezionati per il livello di progetto urbano e
aspetti ambientali scaturiti da valori relativi a sin-
dopo aver verificato questi principi nei casi studio,
gole opere ed edifici. In altri casi invece la perfor-
si vuole ora proporre un sistema di criteri specifico
mance ambientale del progetto urbano non deriva
per il progetto urbano.
dalla sommatoria dei contributi ma dall’integrazio-
Lungo questo percorso deve essere vivida e co-
ne di componenti del masterplan.
stante l’integrazione tra gli aspetti ambientali, urbanistici ed architettonici (gli aspetti atmosferici possono essere legati ad aspetti energetici che a loro volta possono essere legati ad aspetti impiantistici, architettonici ed urbanistici); a tal proposito
La stesura del decalogo ha quindi tenuto conto di tutte le considerazioni fatte finora, suddividendo le proprie voci in quattro aree disciplinari: ambiente, risorse, trasporti ed economia. Tale ripartizione
113
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
è basata su tre fattori fondamentali ed imprescindibili per il progetto urbano: questo deve essere multiscalare cioè sapere interpretare e attuare le indicazioni del piano e predisporre l’impianto urbanistico che tiene insieme i progetti edilizi dai singoli edifici, deve inoltre essere site specific cioè specificare per il luogo in oggetto i criteri generali di sostenibilità ed infine deve contestualizzare il progetto rispetto al suo intorno urbano, cioè al sistema ambientale di contesto. Alla luce di ciò, è stato possibile procedere alla stesura del decalogo.
5.1 - Ambiente 1. Ridurre il fenomeno delle isole di calore
L’
attacco a terra degli edifici progettati
cielo visibile, che influisce sull’energia rilasciata e
non deve tener conto esclusivamente dei
dispersa dalle superfici, l’aumento di polveri sottili,
flussi che attraversano il lotto in questio-
del tasso di ozono a bassa quota e la ridotta pio-
ne, del fattore S/V e dei relativi assi eliotermici,
vosità1. L’aumento delle temperature causa inoltre
bensì deve reputarsi responsabile del fenomeno
anche significativi incrementi dei consumi idrici
delle isole di calore nelle aree urbane. Bisogna
ed energetici e notevoli problemi nella gestione
quindi procedere alla progettazione di aree ur-
dei rifiuti che, unitamente all’intenso traffico urba-
bane e relative attività antropiche che influenzino
no, generano un considerevole impatto negativo
positivamente il microclima locale, onde evitare
sull’ecosistema città, diminuendo il confort abita-
risultati derivanti da sinergie negative: la scarsa
tivo e di conseguenza causando gravi problemi di
ventilazione che non favorisce gli scambi termi-
salute e benessere sugli individui che lo abitano. La
ci, lo Sky View Factor (SWF) cioè la porzione di
riduzione degli effetti delle isole di calore urbano
114
Capitolo 5.0 verso un possibile decalogo per la progettazione sostenibile
risulta essere una sfida importante per questo secolo, attuabile con alcune strategie evinte dai casi studio come: •
Attuare un approccio conservativo mediante la mitigazione o l’adattamento di situazioni esistenti
•
Attuando un piano di progettazione funzionale che intervenga a livello di città, quartiere o singolo edificio.
•
Instaurare un programma strutturale a lungo termine che preveda strategie che riducano l’effetto, disegnando città a misura di disagi climatici
•
Prevedere politiche e misure che incentivino la costante presenza di alberature, isole verdi e piazze d’acqua che contrastino le ondate di calore
1. Rapporto dal Green City Network 2019: Adattamento ai cambiamenti climatici di Architetture e Città ‘Green’ per migliorare la resilienza dell’Ambiente Costruito
115
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
2. Progettare una città resiliente ai cambiamenti climatici In ogni città occorre disporre di specifiche cono-
•
scenze relative alle caratteristiche locali climatiche, morfologiche, demografiche, socio-economi-
date di calore e siccità •
che, al fine di effettuare analisi tecniche dei rischi
Adattamento e sfruttamento come valore aggiunto di fenomeni di precipitazioni intense,
connessi al cambiamento climatico, senza trascurare gli eventi atmosferici meno frequenti ma
Incremento della resilienza delle città alle on-
tempeste, Pluvial flooding •
Adattamento e sfruttamento come valore ag-
più disastrosi. A tal proposito vanno individuate
giunto di fenomeni quali innalzamento dei
e programmate strategie integrate per preveni-
mari da parte dei sistemi antropici sulle coste
re e ridurre la vulnerabilità dell’ambiente urbano in risposta a questi fenomeni o quanto meno per mitigarne gli effetti. Per la valutazione e la conseguente attuazione di strategie attuabili in base al contesto fisico e socio-economico, vanno messe a punto linee guida, protocolli e soluzioni progettuali che rafforzino le capacità adattive del territorio. Vanno promosse azioni mirate a rafforzare una cultura del rischio e una governance appropriate nelle aree urbane in modo da ridurne l’effettiva vulnerabilità e aumentarne la resilienza, integrando la pianificazione vigente con particolare attenzione alla riqualificazione e messa in sicurezza dei corsi d’acqua, del territorio e degli eventuali fenomeni sismici o vulcanologici2. Le principali azioni desumibili tra le strategie più ricorrenti nei casi di studio presi in esame sono: •
Sviluppo di strategie per la resilienza e l’adattamento ai cambiamenti climatici
•
Sviluppo di misure che contrastino i fenomeni di isola di calore
2. Green City Network: Relazione sullo stato della green economy 2019 – a cura di Fondazione Sviluppo Sostenibile
116
Capitolo 5.0 verso un possibile decalogo per la progettazione sostenibile
3. Ridurre le emissioni di gas serra per non indurre cambiamenti climatici Viste le considerazioni e le misure adottate dai sin-
•
goli organi e dall’Unione Europea, al giorno d’oggi
mance-based” volti ad una riduzione drastica
ogni singola città deve dotarsi di analisi sulle proprie emissioni di gas serra e fissare i propri obiet-
delle emissioni •
tivi per la riduzione di questi ultimi entro il 2030
parte di esse •
dell’Accordo di Parigi. Per perseguire tale obiettivo
Valorizzazione del rapporto tra mobilità urbana sostenibile e diminuzione delle emissioni di
è necessario svolgere un ruolo attivo di sensibilizzazione dei cittadini e dei soggetti economici per-
Valorizzazione del rapporto tra la presenza di infrastrutture verdi e la sottrazione di CO2 da
e anche a più lungo termine, al 2050, coerenti con gli impegni nazionali, europei e di attuazione
Adozione dei metodi di progettazione “perfor-
gas serra •
Quantificazione delle emissioni di gas serra e
ché effettuino scelte responsabili e valorizzino le
valutazione di ricadute economico-ambientali
opportunità di nuovi investimenti, di innovazione e
e sociali della loro riduzione volta a sensibiliz-
di offerte. È inoltre necessario accelerare i processi
zare la popolazione
mirati ad abbattere i consumi di energia ed incentivare la produzione e l’uso di fonti rinnovabili, sebbene ciò possa essere favorito da politiche finalizzate ad integrare policy per il clima con quelle per le green city: le misure per il risparmio energetico e le energie rinnovabili, oltre che sulla riduzione delle emissioni di gas serra, hanno influenza anche sulla riduzione dell’inquinamento dell’aria, sulla rigenerazione urbana, sulla riqualificazione degli edifici e sulla mobilità sostenibile. Le principali categorie di azioni che si sono evinte tra quelle più ricorrenti nei casi di studio presi in esame sono: •
Incentivazione dei processi di Deep Energy Renovation volti ad abbattere o quantomeno ridurre, le emissioni di gas serra
117
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
5.2 - Risorse 1. Minimizzare il consumo del suolo e preservarne la permeabilità
L
a rigenerazione urbana va affrontata con una strategia integrata per le diverse politiche settoriali, in grado di affrontare
la domanda crescente di trasformazioni in modo
Le principali categorie di azioni che si sono evinte tra quelle più ricorrenti nei casi di studio sono: •
to di intervento, e di lavoro sui “vuoti” e sui
innovativo, senza perdere di elasticità. Occorrono quindi delle linee guida mirate a soddisfare i diversi fabbisogni insieme senza trascurare le funzionalità ecologiche del sistema urbano e l’effettivo azzeramento del consumo di suolo, con positive ri-
“non-luoghi” urbani •
degrado o dismissione, nella loro trasformazione fisica e d’uso •
co e privato per rispondere ai nuovi fabbiso-
delle aree già urbanizzate. Opere come la riquali-
gni residenziali, in primis sociali e relativi al
ficazione dell’edilizia pubblica e privata, il migliospazi marginali che rivalutino il declino funzionale
Programmazione della più diffusa e continua riqualificazione del patrimonio edilizio pubbli-
l’uso efficiente del patrimonio edilizio esistente e
ramento della qualità urbana, la ricomposizione di
Rigenerazione degli spazi urbani residenziali e non, delle relative infrastrutture urbane, in
va frainteso con una visione conservativa bensì va cità d’attrazione alle città mediante il riutilizzo e
Ibridazione di aree monofunzionali con l’inserimento di mixitè funzionale, di attività e di usi
•
cadute sociali ed economiche. Tale approccio non letta come una scelta strategica per ridare capa-
Densificazione dei tessuti urbanizzati ogget-
welfare •
e il disordine insediativo, possono contribuire al rilancio della qualità delle città3.
3. UNI EN 16853:2017 “Conservazione del patrimonio culturale - Processo di conservazione - Decisione, pianificazione e realizzazione”
118
Programmazione della manutenzione del patrimonio edilizio esistente per aumentarne durata e qualità.
Capitolo 5.0 verso un possibile decalogo per la progettazione sostenibile
2. Garantire una costante presenza di infrastrutture verdi
Nella rigenerazione dei sistemi urbani e periurbani la tutela e la valorizzazione del capitale naturale, con particolare riferimento alle infrastrutture verdi multifunzionali e alla biodiversità, rivestono un ruolo essenziale. Negli strumenti di programmazione e di pianificazione territoriale e urbanistica, così come nelle progettazioni degli interventi, l’incremento e la tutela del capitale naturale vanno assicurati come dotazione essenziale di infrastrutture verdi necessarie per la qualità ambientale delle città. In tutti i contesti, anche in quelli più antropizzati, gli alberi possono fare la differenza e contribuire in modo significativo a ridurre l’impatto complessivo dell’inquinamento, con enormi ricadute positive per la qualità della vita: a tal proposito, bisogna considerare l’arco temporale necessario per raggiungere la piena maturazione delle essenze piantate e il conseguente assorbimento massimo degli alberi piantati attualmente4. Per evitare che il riscaldamento globale produca effetti disastrosi e irreparabili è fondamentale che in parallelo vengano portate avanti altre iniziative che fungano da cuscinetto prima che quanto pianificato raggiunga il massimo delle prestazioni previste.
4. Colannino B., Neonato F., Tomasinelli F. (2019), Oro verde: quanto vale la natura in città. pp. 54-55
119
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
3. Rendere le città protagoniste della decarbonizzazione e rigenerazione dell’aria Le principali categorie di azioni che si sono evinte
Una buona qualità dell’aria che si respira nelle città
tra quelle più ricorrenti nei casi di studio presi in
rappresenta un fattore decisivo per il benessere e
esame sono:
la salute, in particolare dei bambini e degli anziani
•
Promozione/valorizzazione delle infrastruttu-
e, in genere, delle persone più esposte e più vulne-
re verdi, della loro multi-funzionalità e della
rabili. Gli interventi per contrastare l’inquinamento
loro multifinalità
dell’aria devono essere integrati e riguardare tutte
Promozione/valorizzazione di corridoi ecolo-
le fonti di inquinamento e anche le emissioni dei
gici e di cinture verdi, in relazione ai caratteri
precursori che generano inquinanti secondari, de-
di contesto e biodiversità
vono essere permanenti e strutturali e, visto che
Promozione/valorizzazione di parchi e giar-
gli inquinanti percorrono anche grandi distanze,
dini, alberature, involucri verdi, in relazione ai
devono agire in un’area vasta. Le città hanno biso-
caratteri di contesto
gno di dedicare al problema un impegno maggio-
Promozione/valorizzazione di orti urbani e si-
re, ma non devono essere lasciate sole: le regioni
stemi di produzione a filiera corta, al fine di
devono adottare piani e programmi incisivi e va
ridurre al contempo le emissioni in fase di tra-
definita, insieme al Programma nazionale di con-
sporto
trollo dell’inquinamento atmosferico, una strategia
Programmazione della manutenzione/gestio-
nazionale per la qualità dell’aria. Anche il contrasto
ne del verde.
all’inquinamento acustico non può più essere tra-
•
•
•
•
scurato e deve rientrare a pieno titolo fra le politiche per la qualità ambientale delle città5. Le città sono, infine, impegnate a minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici, altrettanto dannosi. Le principali categorie di azioni che si sono evinte tra quelle più ricorrenti nei casi di studio presi in esame sono: •
Abbattimento delle emissioni inquinanti dell’aria nella gestione e riorganizzazione delle at-
5. Rapporto Arpa sulla qualità dell’ambiente urbano – Edizione XV. Cap. 3
1 20
Capitolo 5.0 verso un possibile decalogo per la progettazione sostenibile
4. Limitare il consumo d’acqua e incentivarne la seconda vita
•
•
• •
tività del sistema urbano
Sebbene l’acqua sia un bene primario quanto pre-
Abbattimento delle emissioni inquinanti dell’a-
zioso, spesso il pensiero comune tende a sovra-
ria attraverso azioni di incremento mirato del
stimarne la quantità, senza pensare agli sprechi
verde nelle città e di zone a traffico limitato
continui di cui gli edifici ne sono protagonisti. In
Abbattimento delle emissioni inquinanti dell’a-
questo panorama, le città devono porre fra le pro-
ria attraverso azioni di regolamentazione di
prie priorità la gestione della risorsa idrica come
eventuali impianti industriali presenti nell’area
questione strategica per il proprio futuro. La sicu-
Investire nell’installazione di impianti genera-
rezza di un approvvigionamento idrico sufficiente
tori di energia rinnovabile a casa
e di buona qualità richiede politiche attive di ri-
In ogni complesso residenziale, regolare il
sparmio, di usi efficienti, di contrasto degli sprechi,
riscaldamento domestico, utilizzare illumina-
di restituzione, dopo l’uso, ai corpi idrici di acque
zione a led, sostituire i vecchi boiler.
di buona qualità e di migliore capacità di gestione delle acque piovane. Sono altresì necessarie una programmazione di adeguati interventi per le città esposte a periodi di siccità prolungati e misure di resilienza e di mitigazione più efficaci e più rapide per ridurre i rischi legati a precipitazioni particolarmente intense e di breve durata. Le principali categorie di azioni che si sono evinte tra quelle più ricorrenti nei casi di studio presi in esame sono: •
Raccolta e riutilizzo delle risorse idriche grigie e piovane negli edifici e negli spazi aperti
•
Limitazione del consumo idrico e suo uso efficace ed efficiente negli edifici e negli spazi aperti
•
Utilizzo di reti di depuratori con elevata qualità degli effluenti depurati e trattamento-recupero dei fanghi generati
•
Promozione della diffusione e reimpiego di acqua depurata e proveniente da interventi di bonifica di siti inquinati
1 21
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
5.3 - Trasporti 1. Incentivare la mobilità sostenibile e lo stile di vita ad esso connesso
S
ebbene la cultura di una parte dei paesi
Le principali categorie di azioni che si sono evinte
europei, il clima e la morfologia possano
tra quelle più ricorrenti nei casi di studio presi in
influenzare lo stile di vita della popola-
esame sono:
zione, quest’ultima può subire modificazioni in
•
Limitazione della circolazione delle auto pri-
base all’adozione di alcune politiche economiche
vate in città e promozione della circolazione
che incentivino l’utilizzo di mezzi a basso impatto
tramite mezzi pubblici e sharing mobility grazie all’implementazione di sistemi ITC e ITS
energetico. Nel panorama europeo, puntare sulla mobilità elettrica e su quella a bassissime emissio-
•
donali tramite infrastrutture lineari esistenti o
ni è stata la mossa vincente, che ha postato a sua
nuove
volta ad una drastica riduzione del numero delle auto private in città, scoraggiandone e limitando-
•
Regolamentazione delle aree di sosta dei mezzi privati nello spazio pubblico
ne la circolazione. Ciò è stato possibile solo con una serie di azioni che ne permettessero l’effettiva
Incremento delle reti di percorsi ciclabili e pe-
•
sostenibilità quali l’aumento dell’offerta di mobilità multimodale da quella ciclo-pedonale al trasporto pubblico locale, la presenza di una fitta rete di sharing mobility e d’integrazione fra le diverse forme di mobilità con l’utilizzo dei sistemi digitali e delle applicazioni per sistemi di trasporto più efficienti.
1 22
Incentivazione dell’uso di auto elettriche, ibride e a biometano.
Capitolo 5.0 verso un possibile decalogo per la progettazione sostenibile
2. Istituzione di zone sempre più vaste a mobilità lenta (30 km/h)
L’istituzione di zone a mobilità lenta nel panorama europeo sempre più frenetico non ha raccolto un consenso immediato da parte della popolazione: quest’ultima ha dovuto modificare le proprie abitudini, sebbene raramente fosse a conoscenza degli effettivi risvolti positivi quali diminuzione del consumo di benzina, delle emissioni inquinanti e dell’inquinamento acustico. Tale ostilità non è altro che figlia di un luogo comune che vede la riduzione dei limiti di velocità come causa principale dell’aumento consistente dei tempi di viaggio. In realtà, a causa di fattori come il traffico cittadino, i semafori, gli attraversamenti pedonali, la presenza di pedoni e ciclisti, i passaggi a livello e la ricerca di parcheggio, i tempi di percorrenza aumentano solo di poco6. Tra gli altri risvolti positivi vi sono l’allargamento dei marciapiedi con conseguente rivitalizzazione delle attività di vicinato e dei fronti strada, la riduzione nel numero di morti e feriti gravi che a sua volta si traduce anche in minori costi per l’assistenza medica. Senza considerare gli ingenti risparmi riguardanti la spesa pubblica: una riduzione delle velocità massime comporta grossi
6. Montaldo C., Socco C. (2005), La strategia delle «zone 30, Sicurezza, multifunzionalità e qualità ambientale delle strade urbane. Cap. 2
1 23
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
risparmi di manutenzione, maggiore sicurezza per tutti, con una riduzione spesso trascurabile delle velocità medie dei percorsi urbani. Le principali categorie di azioni che si sono evinte tra quelle più ricorrenti nei casi di studio presi in esame sono: •
Adozione di sistemi di rallentatori di velocità quali dossi artificiali che fungono da attraversamento pedonale, pavimentazione stradale in rilievo, restringimenti
•
Ripristino del doppio senso al posto del senso unico e conseguente trasformazione di intersezioni/incroci
•
Limitare il traffico ai soli veicoli autorizzati istituendo la chiusura di strade per creare zone pedonali
•
Istituzione di un woonerf (in lingua olandese: “area condivisa”): una strada dove pedoni e ciclisti hanno la precedenza e dove, grazie a una serie di accorgimenti, gli automobilisti sono costretti ad adottare comportamenti di guida più prudenti.
1 24
Capitolo 5.0 verso un possibile decalogo per la progettazione sostenibile
5.4 - Economia 1. Riqualificare il patrimonio costruito per migliorare la qualità urbana
P
accrescere la qualità architettonica e urbani-
untare su un’elevata qualità architetto-
stica
nica e urbanistica delle città significa tutelare e valorizzare la ricchezza dei valori
•
dell’ambiente costruito
storici e identitari, delle espressioni culturali, dei
•
Valorizzazione degli ecosistemi antropico-culturali delle aree interne
saperi, delle opere e dei manufatti che le caratterizzano. La definizione di un profilo identitario del-
•
Promozione di un’economia della cultura
la città deriva da una sommatoria di azioni proget-
•
Promozione di un certo livello di omogeneità
tuali le cui radici si basano su attività di recupero e
ed equità nella distribuzione della qualità in
risanamento. A tal fine è fondamentale una lettura
ambito urbano.
sistemica delle relazioni che caratterizzano il metabolismo urbano e territoriale al fine di individuare, tutelare e valorizzare la sua qualità, con proposte di intervento che preservino e accrescano il capitale culturale locale e quello naturale, anche quando si interviene in zone considerate periferiche o nei contesti periurbani7. Le principali categorie di azioni che si sono evinte tra quelle più ricorrenti nei casi di studio presi in esame sono: •
Riconoscimento, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e dell’identità dei luoghi
•
Definizione di indirizzi, criteri, standard per
7. UNI EN 16853:2017 “Conservazione del patrimonio culturale - Processo di conservazione - Decisione, pianificazione e realizzazione”
1 25
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
2. Ottimizzare il trattamento dei rifiuti verso un’economia circolare Occorre, come ormai condiviso a livello europeo,
Le principali categorie di azioni che si sono evinte
per ragioni sia di sostenibilità ecologica sia di
tra quelle più ricorrenti nei casi di studio presi in
competitività economica, realizzare una transizio-
esame sono:
ne verso un’economia circolare che riduca il prelie-
•
vo di risorse naturali e promuova la durata, gli usi
Impiego progettuale di materiali ecocompatibili, nature-based, recycled-based, ambien-
condivisi, il riutilizzo dei prodotti, la prevenzione e il
talmente
riciclo dei rifiuti. In questo panorama, le città euro-
•
performanti
pee devono fungere da ambasciatrici di una serie
•
Raccolta differenziata, riduzione della produ-
di principi sempre più volti a minimizzare l’impatto
zione di scarti e riciclo dei rifiuti derivanti dai
umano sul pianeta: considerate come quartieri ge-
processi dell’Abitare o di ogni attività di co-
nerali della green economy, le città vedranno quindi ridurre il proprio consumo di risorse naturali, gli
struzione e demolizione edilizia •
sprechi e la produzione di rifiuti, massimizzando il
duzione-uso-produzione nella vita quotidiana
riutilizzo e il riciclo di tutti i tipi, promuovendo un cambiamento dei processi produttivi e dei modelli
Organizzazione circolare dei processi di proche ne minimizzi gli sprechi
•
di consumo. Una forte spinta in questa direzione deriva dal recepimento e dalla corretta attuazione del recente pacchetto di Direttive europee sui rifiuti e la circular economy.
1 26
Incentivare stili di vita improntati ad una minore produzione di rifiuti.
Capitolo 5.0 verso un possibile decalogo per la progettazione sostenibile
3. Ridurre consumi energetici ed aumentare produzione di energia rinnovabile Occorre promuovere le connessioni positive di molte delle politiche e misure per le green city con l’efficienza e il risparmio energetico. Vanno promosse riqualificazioni energetiche dell’intero edificio, considerando l’involucro edilizio quale sistema che consente di ridurre i consumi energetici con l’integrazione di soluzioni attive e passive, grazie all’utilizzazione di tecnologie e materiali innovativi. Occorre promuovere l’utilizzo di sistemi di valutazione delle prestazioni energetico-ambientali degli edifici e andare oltre le certificazioni e la riqualificazione energetica solo del singolo edificio, ampliando l’attenzione a quelle dell’aggregato edilizio, basate su indicatori chiave di prestazione che consentano di evidenziare le priorità e le soluzioni più efficaci. Bisogna far diventare le città protagoniste della rivoluzione energetica delle
Le principali categorie di azioni che si sono evinte tra quelle più ricorrenti nei casi di studio presi in esame sono: •
consumi degli edifici e degli aggregati edilizi
fonti rinnovabili, valorizzandone le ricadute positive: dai nuovi investimenti all’innovazione tecnologica, dalla creazione di nuova occupazione alla
sia pubblici che privati esistenti •
turali, passive da fonte solare, con sistemi di
e valorizzando le loro modalità di generazione dinimizzare le perdite di trasmissione, i costi di accu-
riscaldamento e illuminazione naturali •
Adozione dei sistemi smart di automazione, domotica e building management, per sup-
mulo e di distribuzione, di aumentare la sicurezza
portare il miglioramento delle performance
dell’approvvigionamento e le possibilità e capacità di gestione della domanda locale8.
Uso di soluzioni bioclimatiche passive con sistemi di ventilazione e, raffrescamento na-
riduzione dell’inquinamento locale, promuovendo stribuita e di gestione in sito che consentono di mi-
Efficientamento energetico e riduzione dei
energetiche •
Adozione dei metodi di progettazione basati sui processi di Simulation e Modeling dei caratteri ambientali
8. Berrini.M, Colonnetti.A, (2010), Costruire città sostenibili. Pp. 31-37
1 27
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
•
Utilizzo delle tecnologie di produzione energetica da fonti rinnovabili di tipo solare, eolico, geotermico, da biomassa, forza idrica, idrogeno ecc,
•
Azioni di utilizzo delle Smart Grid o Dynamic Smart Grid per la distribuzione diffusa e adattiva dell’energia prodotta da rinnovabili
1 28
Capitolo 5.0 verso un possibile decalogo per la progettazione sostenibile
Bibliografia e Sitografia Libri e dispense consultati Cayetano Cardelus (2019), Green architecture today, Loft Media Publishing Maria Canepa (2018), Riflessioni sullo sviluppo sostenibile in Europa, Mimesis Architettura Thomas Schropfer, Chan Heng Chee, Kees Christiaanse (2016), Dense + green : innovative building types for sustainable urban architecture
Pagine web consultate Economia - https://iot-analytics.com/ top-10-smart-city-use-cases-prioritized-now/ Risorse - https://www.greencitynetwork.it/documenti/ Risorse - https://www.greenreport.it/news/ economia-ecologica/earth-overshoot-day-come-non-buttare-i-vantaggi-della-pandemia/
1 29
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
6.0 CONCLUSIONI
1 30
U
no degli obiettivi che la tesi si poneva, era di giungere a una sintesi, attraverso
ripermeabilizzazione delle aree); •
un’ottica progettuale basata sull’integrazione
l’elaborazione di un possibile sistema di
interdisciplinare e intersettoriale di principi
criteri di sostenibilità ambientale e urbana. Ciò è
riscontrati nei casi studio e nelle linee guida
stato fatto attraverso un possibile Decalogo di linee guida che certamente non vuole essere un
europee; •
una redazione di linee guida correlate tra loro
punto d’arrivo, bensì un punto di partenza verso la
ma che al contempo conservano un’indipen-
progettazione urbanasostenibile, uno spunto, una
denza ed una singolarità che garantisce risul-
riflessione attiva e partecipata.. Il fulcro di queste
tati nel tempo.
riflessioni e dell’azione ambientale scaturita dal progetto urbano è l’integrazione dei contributi di diverse discipline a diverse scale, finalizzate alla performance ambientale del progetto: l’urbanisti-
Per arrivare allo scopo finale, la tesi ha dovuto basarsi metaforicamente, su 2 pilastri: 1.
tale utilizzato dai diversi indicatori europei
ca, l’architettura, l’ingegneria edile, l’ingegneria
e l’applicabilità di questi alla scala del livello
energetica, l’ingegneria dei materiali, l’impiantistica, la gestione delle acque, dei rifiuti, delle fonti rinnovabili, la mobilità e lo studio della progetta-
Lo studio dei principi di sostenibilità ambien-
urbani; 2.
L’analisi dei casi di studio di alcuni progetti urbani che hanno considerato fondamentale
zione partecipata sono tutti campi che interagi-
l’approccio ambientale alla progettazione.
scono attivamente instaurando relazioni biunivoche in una progettazione urbana. Gli obiettivi che
Tutto ciò ha permesso di individuare un sistema di
sin dagli albori abbiamo cercato di perseguire re-
criteri per la progettazione urbana, strategica per
digendo questa tesi sono (vedi indicatori di sosteni-
il rilancio delle città odierne e del tessuto già con-
bilità e classificazioni eco, al capitolo 1):
solidato, in una prospettiva di sviluppo sostenibile
•
che miri a preservare l’identità del luogo.
l’aggiornamento di tali linee guida seguendo l’evoluzione tecnologica e le tendenze disciplinari dell’urbanistica (reti, mix funzionale,
1 31
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
6.1 - Quale città per il futuro ?
S
ebbene gli obbiettivi della tesi siano
tagonisti della rigenerazione di edifici e quartieri
stati esplicati nel paragrafo precedente, è
per il terziario e il residenziale, di aree industriali
evidente come la riuscita ed i risultati tan-
deframmentate, di poli scolastici e di formazio-
gibili di quest’ultimi vengano influenzati da fattori
ne innovativi e di presidi sanitari adeguati. Ed è
imprevedibili che possono modificare la morfolo-
proprio per questo che le città vengono nominate
gia della città o degli insediamenti ad esse con-
palcoscenici di processi finanziari e di innovazione
nessi. Basti considerare come nel corso della storia
culturale di cui esse sono nodi.
eventi quali pandemie o calamità naturali siano stati capaci di radere al suolo porzioni di territorio, per poi dare veri e propri impulsi vitali aventi lo scopo di creare città ancor più resilienti.
Esempio nel passato, testimone di come le città siano cambiante in seguito ad eventi simili come quello sopracitato, può essere l’epidemia di colera che devastò Parigi nella prima metà dell’Ottocen-
Nel Medioevo e nel Rinascimento furono le mura
to: questa portarono a un vasto programma di la-
il simbolo della potenza difensiva contro la minac-
vori pubblici tra il 1851 e il 1868, sotto la direzione
cia materiale rappresentata dai briganti, dalle
dell’allora prefetto George-Eugène Haussman, che
incursioni dei predatori che arrivavano dal mare,
cambiò radicalmente il volto delle capitale france-
dagli eserciti dei signorotti. Molto più tardi, nell’Ot-
se. Un discorso analogo può esser fatto per Lon-
tocento, a fronte del fenomeno dell’urbanesimo
dra, che reagì con il Public Health Act del 1848, la
indotto dall’attrazione magnetica esercitata sulla
prima legge per la tutela della salute pubblica, con
popolazione rurale dalle grandi industrie cittadi-
cui gettò i semi della pianificazione urbana mo-
ne, divenne una necessità provvedere alla realiz-
derna1. In Italia invece, una risposta concreta è sta-
zazione delle reti fognarie. Oggi le grandi e medie
to il risanamento di Napoli nel 1885 in seguito ad
città sono macchine complesse, nelle quali vivo-
un’epidemia di colera, che ha messo in evidenza le
no e abitano milioni di persone, fruitori di servizi
condizioni critiche di parte dei quartieri della città.
pubblici e di trasporto sempre più ramificati, pro-
A tal proposito, è evidente come la forma delle cit-
1. Gabellini P. (2001), Tecniche Urbanistiche. Cap.10.
1 32
Capitolo 6.0 conclusioni
tà influenzi l’espansione o meno di un fenomeno virale: basti pensare all’organizzazione in comunità di lavoro chiuse negli anni ’70, ai tempi del controllo sociale di Mao Tse-Tung, che aveva creato dei “compound”, ognuno con la parte residenziale, la fabbrica, le scuole, lasciando un segno nelle grandi città cinesi. Queste tutt’ora sono rimaste strutturalmente divise in questi quartieri: quest’organizzazione della città in “recinti”, ancora visibile anche se legalmente non esistente (se non in pochi casi), ha agevolato il confinamento e la quarantena. La forma fisica della città cinesi si è prestata meglio al contenimento del virus rispetto al modello della città più fluida, dove c’è molta più promiscuità. E’ evidente come l’esperienza consolidatasi in seguito a tali avvenimenti abbia influenzato gli spazi che rappresentavano il legame tra vita privata e vita sociale: nelle vie o nelle piazze che erano simbolo dell’identità stessa di una comunità, la quotidianità stessa si rivela “liquida”, assumendo la forma della città stessa, forgiando una nuova percezione collettiva e condivisa della città.
PRIMA e DOPO. Progetto di restyling Piazza Ferrara by Comune di Milano e AMAT (Fonte: .www.domusweb.it)
1 33
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
Facendo invece un passo indietro nel tempo, si può
necessità dell’uomo se vuole continuare ad essere
analizzare come il termine greco pòlis, come Ari-
un «animale politico», ed in quanto tale «... portato
stotele ci indica, assieme al termine “Politica” in-
per natura a unirsi ai propri simili per formare delle
globasse l’insieme delle dottrine e dei saperi che
comunità»2. Nella città che ci aspetta è fondamen-
hanno per oggetto la specifica dimensione dell’a-
tale pensare ad una nuova agorà e ad una defini-
gire associato. Oggi questi significati appaiono
zione delle piazze intese come luoghi di socializ-
stravolti, per questo è utile e necessario tornare a
zazione e centro della vita economica della città.
ricercarne il significato ed il valore primo. E’ vero che la piazza, lo spazio pubblico e di riunione nato nelle città greche, l’”agorà”, si è trasformato nel tempo, generalizzandosi in luogo di contatto sociale. Ma è pur vero che la città è pur sempre una PRIMA. Progetto per riorganizzazione di alcuni assetti viari nei quartieri residenziali (Fonte: Fonte Foster + Partners)
2. Berti E. (1997), Aristotele. Cap. 2.
1 34
Capitolo 6.0 conclusioni
Tale dibattito, se messo in relazione con l’esperien-
A tal proposito nasce l’idea di una terza via, di una
za degli ultimi mesi, solleva quindi una serie di in-
città composta da tante comunità decentrate, una
terrogativi per ora senza risposta come:
città “arcipelago” formata da tante isole a scala
•
Ci sono interrelazioni tra la pandemia, i cam-
umana. Analogamente, altre vie sono quelle già
biamenti climatici e l’inquinamento da PM10?
percorse più volte dagli urbanisti: la città gerar-
L’aumento della temperatura del pianeta, la
chizzata, dove la vita si concentra in un centro, la
deforestazione, la desertificazione, creano un
città densa ad economia compatta; l’altra è la città
ambiente più favorevole alla trasmissione dei
diffusa, legata ad uno stile di vita individuale, con
virus?
le case sparse sul territorio. Pensando ancora una
Ci sono interrelazioni tra la diffusione del virus
volta alle città cinesi, bisognerebbe riflettere sul-
ed i modelli insediativi a livello territoriale ed
la possibilità di sostituire il modello della massima
urbano?
densità che ha portato in Europa a prezzi esplosivi
•
•
DOPO. Progetto per riorganizzazione di alcuni assetti viari nei quartieri residenziali (Fonte: Fonte Foster + Partners)
1 35
Obiettivo Sostenibilità buone pratiche per le città di domani
al metro quadrato, alla gentrificazione, alla conge-
presenti sul territorio con conformazione a corte
stione dei trasporti, con la struttura più decentrata
chiusa, aperta, a corpo unico o edifici separati,
di tante comunità a bassa densità. Senz’ombra di
vedono un forte rilancio e riutilizzo proprio grazie
dubbio però, il terzo modello formato da tante co-
alla versatilità in pianta o ai diversi ettari di terre-
munità urbane che formano tanti piccoli centri, di
no a loro assegnati: ne sono esempio gli aeroporti
scala medio-piccola che hanno meno prossimità,
di Milano Linate e Malpensa, costruiti su territori
aiuterebbero anche ad affrontare emergenze sa-
appartenenti a cascine, o il rilancio di quest’ultime
nitarie come quella che stiamo vivendo3.
a partire da opere di riqualifica, recupero e con-
Tale città arcipelago potrebbe essere fondata, o quantomeno potrebbe sintetizzare alcune nozioni ereditate a partire dagli insediamenti del passato che hanno caratterizzato il territorio lombardo: le cascine. A partire dal X secolo tali strutture agricole dalla conformazione variabile hanno ospitato decine di famiglie, divenendo unità produttive autonome inserite in una rete consolidata: la loro presenza sul territorio ha da sempre garantito una filiera alimentare a km 0, lo smaltimento dei rifiuti prodotti da essa ed una sostenibilità economica dell’intero comparto lavorativo. L’impatto ambientale di questi insediamenti e la qualità costruttiva
servazione che mirano ad inserire un mix di funzioni pubblico/private coerenti con i caratteri degli immobili. Alcuni esempi possono essere i servizi sociali per le categorie protette, negozi di artigianato o vicinato, incubatori di imprese, centri sportivi o di aggregazione sociale, ostelli o residenze per studenti, sedi espositive o centri culturali, o¬ mercati ortofrutticoli. Elemento comune di queste innumerevoli possibilità di rilancio è il riutilizzo di materiale esistente e di terreno ormai impermeabile su cui possa essere replicata la filiera produttiva e il metodo organizzativo grazie al quale le cascine sono tutt’ora oggetto di studio e tutela.
viene confermata dall’etereogeneità dei materiali adoperati, in base alla disponibilità a corto raggio, e dalla forma delle cascine stesse. Queste ultime
3. Gabellini P. (2001), Tecniche Urbanistiche. Cap.9-10.
1 36
Capitolo 6.0 conclusioni
A fronte di quanto detto, sorge spontaneo un interrogativo: quanto la sostenibilità in un progetto può dipendere da una ricerca costante verso nuove tecnologie, piuttosto che la reinterpretazione di tecniche già adoperate a partire dalla Prima Rivoluzione Industriale in chiave contemporanea?
Bibliografia e Sitografia Libri e dispense consultati Patrizia Gabellini (2001), Tecniche Urbanistiche, Carocci editore, Capitoli 9, 10 Paola Cerami, Roberto Gariboldi, Benno Scharf, Romilde Trevisan (2018), Milano e le sue cascine, Edizioni Selecta, Capitoli 1,2 Pagine web consultate Articolo - https://oggiscienza.it/2020/08/20/obiettivi-sviluppo-sostenibile-era-post-covid/
1 37
1 38
RINGRAZIAMENTI
A
conclusione di questo elaborato, desideriamo ringraziare il professore Vincenzo Gaglio, per la sua costante presenza e per
averci guidato con suggerimenti pratici, nelle ricerche e nella stesura dell’elaborato, senza farci mai mancare il sorriso. Approfittiamo per ringraziare le nostre famiglie, senza le quali tutto ciò non sarebbe stato possibile, i nostri amici più stretti, sia in ambito unversitario che extra universitario, con i quali abbiamo condiviso esperienze nuove, divertenti e spesso anche massacranti che però rimarranno per sempre indelebili nelle nostre menti. Ringraziamo anche Spotify, Youtube e le altre piattaforme streaming che ci hanno alleggerito le ore ed ore di lavoro impegnate non solo nella stesura di questo elaborato, ma nell’arco dei tre anni trascorsi. E infine un grazie reciproco a noi due: condividere questo percorso con qualcuno ha reso il tutto più leggero o quanto meno, ognuno di noi ha sempre trovato un orecchio pronto ad ascoltare, una chat di Teams pronta a rispondere.
1 39