canYoning 25 by AIC

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associazione italiana

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NOTIZIARIO dell’ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING > novembre 2010

> GPS e coordinate proviamo a fare chiarezza

> belin che freddo! canyoning in inverno tra neve e ghiaccio

> sicurezza

siamo sulla strada giusta ?

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numero

canYoning


ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING www.canyoning.it ^ segreteria@canyoning.it sede c/o Gruppo Speleo Stroncone piazza della Libertà 1 ^ 05039 ^ Stroncone (TR)

l’editoriale “Un’altra estate torrentistica è passata. Anche quest’anno si registrano nuove esplorazioni, un crescente entusiasmo degli appassionati, un sempre più intenso sfruttamento commerciale della disciplina, un consolidato interesse dei media “generalisti”, aziende che “attaccano” il mercato torrentistico con materiali specifici e, per quanto riguarda l’AIC, il rinnovato impegno divulgativo e la proposta di un moderno approccio al canyoning. Anche quest’anno, ed è il rovescio della medaglia, troppe notizie di incidenti evitabili, alcuni percorsi letteralmente invasi da orde di torrentisti improvvisati, canyon che continuano a servire da scarico fognario per alcuni comuni.” Mi rivolgo ai “soci storici”: vi sembra di avere già letto queste parole? Esatto, è proprio così, è l’incipit dell’editoriale che scrissi per il notiziario di novembre di 8 anni fa (la versione pdf del notiziario di novembre 2002 si trova anche sul sito AIC). Direi che avrei potuto scrivere le stesse cose dell’estate 2010. Ho riletto poi il resto dell’articolo ed ho verificato che, tutto sommato, AIC ed il torrentismo sono rimasti quasi fermi. Per tutti i torrentisti, AIC e non, la più bella novità di questi anni, visto che si parla di casi di emergenza, è l’impegno del CNSAS nella creazione di tecnici di forra specializzati. L’altro dato incontestabile è che la diffusione di cultura torrentistica ed i materiali hanno consentito un generale innalzamento delle difficoltà superate ed un abbassamento dei tempi di percorrenza delle forre. Tuttavia il torrentismo come “movimento” continua a navigare a vista. Nessuno degli attori sulla scena sembra interessato (compresa AIC) a portare avanti discorsi unitari e coordinati, oserei dire logici. Ognuno va per la propria strada. Riporto un’altra frase dell’editoriale di novembre 2002, ancora molto attuale. “Un obiettivo di tutti coloro che hanno a cuore il canyoning dovrebbe essere una maggiore collaborazione tra le varie associazioni ed enti (banalmente: l’unione fa la forza), sia esso il centro o il “contorno” della loro attività.” Sinceramente sono giunto alla conclusione che in pochi abbiano a cuore il canyoning, per lo meno al di fuori della propria attività. Per quanto riguarda AIC le novità degli ultimi 8 anni sono rappresentate fondamentalmente dalle iniziative della serie “Forre pulite” e dal raddoppio del numero di soci (abbiamo ormai superato i 600). La conseguente maggiore disponibilità di denaro ci consente, tra l’altro, di stampare questo splendido notiziario (a colori ed in numero di pagine maggiore) e di continuare il “Pro Canyon”. Oltre ovviamente alla felice consuetudine di organizzare raduni internazionali che anno dopo anno sono più belli ed interessanti. Continuiamo quindi a perseguire con efficacia gli scopi statutari, ma non riusciamo a porci un obiettivo di più ampio respiro che permetta al canyoning di uscire da questa sorta di limbo in cui continua a vivere. Ci accontentiamo di un tranquillo “tran tran”, interrotto solo dalla nostra specialità: farci male da soli. È evidente che uno dei principali motivi di questa situazione è l’instabilità dei cosidetti quadri dirigenti (parolone!), figlia della scarsa disponibilità ad impegnarsi da parte del corpo sociale, della incredibile litigiosità dei torrentisti, del tipico individualismo italico e dell’utilizzo perverso di un grande mezzo quale è internet. Il 90% degli interventi su internet nelle sue varie forme non fornisce alcuna informazione utile. Si preferisce chiedere, contestare, esibire, confutare. Eccoci quindi all’anno horribilis 2010, in cui un intero CD ha seguito il presidente nelle dimissioni ed ha interrotto il proprio mandato a metà della durata prevista. Inutile rivangare le cause o contestare le decisioni. Chi ha seguito la vicenda si è fatto una propria idea ed ha scelto con chi stare. Anche chi non l’ha seguita, spesso ha scelto con chi stare, affidandosi al buon vecchio pregiudizio. Sono però convinto che la maggioranza di voi se ne strafreghi di questa disputa da terza elementare, probabilmente “facendo la cosa giusta”. Spero altresì che, di fronte a questa ennesima “crisi”, tutti voi siate spinti a interessarvi e partecipare alla vita dell’associazione, a votare per il nuovo Consiglio Direttivo, a facilitare il lavoro ai diversi incaricati, magari con atteggiamenti più propositivi. Cercate di pensare che il torrentismo e le forre sono una passione che vi ha dato e vi dà moltissimo e che forse merita un minimo di impegno di “restituzione”. Per noi stessi, per l’ambiente, per il futuro dell’attività.

roberto schenone ^ vice presidente AIC

in queste pagine ^ Ogliana di Quarata ^ beura-cardezza ^ VB ^ foto guido armaroli


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in copertin a val Maggiore ^ Ponte nelle Alpi ^ Belluno foto francesco michelacci

redazione luca dallari daniele geuna francesco michelacci marta tosco hanno collaborato maurizio biondi sebastiano broili marcello carli erwin kob mattia pilato contatti c/o daniele geuna via madonnina 5 10065 pinerolo ^ to notiziario@canyoning.it rea liz z a z ion e grafica dallarik >< graphics

i n dice sicurezza

incidente in ossola

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associazione

raduno internazionale 2010

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editoria

“vecchie” e nuove proposte

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zoom

GPS e sistemi di riferimento

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contributi

torrentismo invernale

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tecnica

le grandi verticali

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esplorazioni

Gocta 2010 - Perù

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agenda

360° info

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materiali

news dal mercato

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associazione

organigramma e contatti

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nanni pizzorni

sara morando

cronaca di un incidente

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ossola, 2010

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La scelta di titolare il raduno estivo “Sicurarenderle fruibili nel corso del Raduno stesso. mente Torrentismo” è stata fortemente voluta Alla dimostrazione hanno partecipato tutti dal GOA anche se, devo ammettere, c’è molto i Volontari CNSAS presenti al Raduno e i di mio nello stimolo iniziale. Volontari dell’Ossola esperti in Soccorso I motivi sono facilmente intuibili per il mio in Forra. ruolo all’interno del Corpo Nazionale SoccorL’esercitazione svoltasi nel Rio della Valletta so Alpino e Speleologico; meno chiare anche alle spalle dell’Hotel Magenta a Bognanco se ben più importanti sono le motivazioni Fonti è perfettamente riuscita nei tempi e nelle che hanno indotto il gruppo a fare questa modalità che ci eravamo prefissati. scelta e a portarla avanti con tanto entusiaI torrentisti e i molti abitanti del paese hanno smo: realizzare un raduno con dei contenuti avuto la possibilità di vedere, a distanza ravimportanti al fine di valorizzarlo al massimo vicinata, tutte le fasi di un soccorso in forra, e contribuire al miglioramento di una cultura le tecniche e i materiali utilizzati. della sicurezza ancora acerba se non, addiritLa fase dedicata alle domande di rito è stata tura, sconosciuta. organizzata la sera stessa nella sede della Il primo passo in questo cammino è stato il Pro Loco con la presentazione di un filmato di riattrezzamento delle forre del comprensorio Soccorso e l’esposizione dei programmi futuri ossolano di maggior pregio e interesse: alla del CNSAS per quanto riguarda il Soccorso fine dei lavori siamo stati in grado di offrire in Forra. 3 canyon con attrezzamento Pro Canyon Mi rammarica dover sottolineare che la sensi(Mondelli, Val Bianca e Isorno) e 5 canyon bilità dei torrentisti presenti al Raduno è stata interamente riattrezzati (Rasiga, Variola, di poco superiore allo zero: una quindicina di Antolina, Quarata e Antoliva). partecipanti e poi la sala piena di Volontari, Sono stati inseriti in un libretto di ottima abitanti del paese e villeggianti. Nonostante fattura insieme a molte altre forre e a tutte ciò, l’iniziativa per me è stata un successo: le informazioni necessarie per percorrere in vedere volontari provenienti da tutte le parti sicurezza i percorsi ossolani. di Italia lavorare insieme, parlare la stessa Se si pensa alla lunghezza e alle difficoltà di lingua e portare a buon fine una ottima eserquesti canyon, unitamente al fatto che tutti citazione è la conferma che il CNSAS sta camgli ancoraggi vecchi e lesionati sono stati minando nella giusta direzione e ha raggiunto rimossi e portati fuori, è stato veramente un livelli che ci pongono all’avanguardia a livello lavoro non da poco. Tutte le informazioni mondiale. Continuiamo a lavorare duramente contenute nel libro del raduno erano frutto di nella speranza di non dover lavorare. indagini e rilievi diretti senza notizie riportate E per finire le discese organizzate dalla o scopiazzature. Scuola Nazionale Canyoning per favorire Da non dimenticare il lavoro prel’integrazione e la conoscenza zioso di informazione di tutte le fra i torrentisti provenienti dai A sera tutte le schede vari paesi. società responsabili di impianti venivano controllate L’iniziativa ha riscontrato un di captazione e rilascio idrico a al fine di verificare il ottimo successo a livello di parmonte dei canyon. buon esito delle uscite tecipanti tanto che tutte le diPasso successivo è stato un preciso e attento lavoro di inforscese organizzate hanno fatto il mazione rivolto ai partecipanti al pienone e, in alcuni casi, è stato raduno fornendo loro tutte le informazioni necessario dire di no a molte persone. I parsulle sicurezza racchiuse in esaustive dispentecipanti hanno avuto la possibilità di porre se consegnate all’atto dell’iscrizione. Nulla è domande, confrontarsi fra di loro e con gli stato tralasciato: dalle generali informazioni istruttori ma, più che altro, andare in forra sulle regole per la percorrenza dei canyon divertendosi in sicurezza e secondo lo stile sino a quelle specifiche sulle procedure in che contraddistingue la scuola. Il tutto in una caso di incidente. babele di lingue e idiomi che hanno reso la Ogni giorno i partecipanti erano invitati a cosa oltremodo interessante e simpatica. compilare una scheda concernente l’uscita Anche in questo caso, ahimè, il rammarico di che si voleva intraprendere comprensiva del aver dovuto dire molti no per la scarsa disponumero dei partecipanti, targhe delle autonibilità di istruttori. Sempre di più mi convinco vetture, orari di entrata e di uscita e nome che a non farci fare le cose non è la reale del capo gita. A sera tutte le schede venivano indisponibilità di tempo e di risorse, quanto controllate al fine di verificare il buon esito la paura di avventurarci in nuovi sentieri mai delle uscite e comunicare le cessazione delle esplorati. Peccato! attività della giornata al CNSAS. Facciamo un passo indietro. Ancor prima di A completamento della campagna di prevenaver visto il Raduno andare a buon fine i prezione è stato scelto di inserire la giornata dedisupposti c’erano tutti per un ottimo risultato cata al Soccorso proprio all’inizio del Raduno ma, come al solito, avevamo fatto il conto solo al fine di poter fornire tutte le informazioni e con le nostre fragili umane certezze. È l’atavi-

co errore che caratterizza il genere umano: la superbia che si sposa con la supponenza. A una settimana dall’inizio del raduno eravamo in quel di Bognanco alla fine di una dura giornata di lavoro a finire i lavori in due forre diverse. All’altezza dell’uscita del Variola avvistiamo una macchina del CNSAS e ci fermiamo per chiedere informazioni. Sembra che sia stato un incidente in forra e ne abbiamo presto conferma perché entriamo in contatto con un ragazzo olandese che fa parte del gruppo che ha lanciato l’allarme. Scopriamo che è un istruttore, che stanno tenendo un corso, che ci sono quattro allievi e che non è entrato in forra perché si è fatto male a un piede il giorno prima. La sequenza degli eventi è veloce è necessita solo di una sintetica cronaca: 1. L’allarme viene dato per telefono intorno alle 16.30, la chiamata arriva ai Carabinieri, si perde un po’ di tempo per trapassare le notizie e gli allertamenti. 2. Le Squadre CNSAS sono in zona intorno alle ore 18.00 ma si perde ancora tempo perché non si ha la certezza che siano nel Variola: le notizie sono frammentarie e i dati certi sono contraddittori. La vettura del parcheggio a monte è alla partenza del sentiero per l’accesso alla parte bassa del Rasiga (da questo parcheggio si può andare anche all’accesso del Variola inferiore ma è un accesso”anomalo”), la vettura del parcheggio a valle (scopriremo che dovrebbe essere una moto BMW) non è all’uscita del Variola (verrà trovata in seguito all’uscita di una forra secca 2km più a valle). 3. Le Squadre di ricerca terrestri avvistano i torrentisti bloccati alla sommità della cascata da 35m del Variola inf. intorno alle 19.30. 4. Viene richiesto l’intervento dell’elicottero per tentare un elisforramento; l’elicottero arriva circa un’ora dopo e si porta sulla verticale della cascata da 35m. 5. Negli stessi orari una squadra equipaggiata per entrare in acqua raggiunge il greto del canyon a 3 calate dalla sommità della 35m, a circa 80m in linea d’area dalle persone bloccate e a vista delle stesse. 6. Intorno alle ore 21.00 l’elicottero verricella il Tecnico alla sommità della cascata da 35m. Incominciano ad arrivare notizie dirette e precise: una persona bloccata sotto cascata e tre sulla sosta. Il tecnico constata l’impossibilità di effettuare uno svincolo e nel contempo l’elicottero deve fare rientro alla base per la sopraggiunta oscurità. 7. Si decide di procedere al recupero lungo le pareti e anche la squadra acquatica desiste dal raggiungere le persone bloccate. Nel Variola ci sono circa 250 l/sec di portata e la progressione di notte appare troppo rischiosa. 8. Dalla sommità della cascata arriva la notizia che le persone bloccate nell’acqua sono due. 9. Si allestisce una linea di calata per raggiungere le persone bloccate dall’alto: un primo tiro di circa 100m su piano inclinato


periore di certo alle loro forze (visto che erano anche in forte ritardo rispetto ai tempi medi di percorrenza). La risposta è stata affermativa ma, al contempo, essendo loro gli allievi non se la sono sentita di far rilevare questa cosa all’istruttore. Sul perché è avvenuta, ovvero quali sono state le cause scatenanti, si potrebbe scrivere un libro. Farò un elenco crudo e impietoso e non me ne voglia nessuno: se vogliamo dare un senso a ciò che è accaduto dobbiamo avere il coraggio di accettare i fatti, la forza di esaminarli con freddezza e il buon senso di trarne insegnamento. Se saremo in grado di fare queste cose potremo dire che non sono morti invano.

A questo punto è importante capire perché è avvenuta questa tragedia e se sarebbe stato possibile evitarla. Parto dalla seconda domanda e la risposta è: SI. Come ho detto in precedenza, la squadra di movimento in acqua ha raggiunto la forra su-

no, uno degli istruttori si fa male e decide di non partecipare alla discesa della giornata. Entrare in forra da soli con degli allievi è la madre di tutti gli errori: come fai a non porti la domanda “e se mi faccio male questi qua come escono?” E ancora “come faccio a garantire la sicurezza a valle e a monte delle cascate?” 2. Dal campeggio in Val Vigezzo la squadra si sposta in Val Bognanco senza avere informazioni precise sulla forra che andrà a fare tanto che richiedono, via cellulare, informazioni all’istruttore infortunato che ha il libro e che li avrebbe raggiunti in giornata. Viene consigliato il Variola inferiore non sapendo che in quel periodo la centrale a valle è ferma e che Gli errori incominciano dal motutta l’acqua dell’amonte entra Se la domanda è se mento in cui viene ideato il cornelle parte a valle più l’eccedenza sarebbe stato possibile del so. Rasiga! A questo si aggiunga evitare la tragedia, la che la valutazione delle cascate 1. È buona norma effettuare i risposta è si corsi, specialmente di livello finali del Variola (valutazione base, in posti molto ben comodissima vista che si fa diconosciuti. La perfetta conoscenza del rettamente dalla strada nel punto preciso territorio è il presupposto fondamentale dove si esce e dove si lascia la macchina) per non andare a cacciarsi nei guai. non viene fatta dal secondo istruttore 2. La scelta del posto è assolutamente inavisto che viene clamorosamente sbagliata deguata alle caratteristiche degli allievi e l’uscita della forra. degli istruttori. Se penso che quando ave3. Anche all’entrata della forra non viene vo fatto l’esame per diventare istruttore valutata la portata (e potrebbe anche avevo abbondantemente passato le 1000 starci poiché non è così semplice la valudiscese in forra, mi lascia perplesso il fatto tazione) ma cosa ben peggiore è che non ci di istruttori con un curriculum di 30 forre! si accorge in corso d’opera che le difficoltà

bito a monte della strettoia senza particolari difficoltà scendendo su pratoni inclinati. In quel posto sarebbe stato possibile sforrare o, quantomeno, fermarsi. Ma sarebbe stato possibile fermarsi anche a monte della cascata da 35m, visto che i superstiti erano fermi, e al sicuro, proprio in quel punto e da li era stata effettuata la chiamata di soccorso con il telefono cellulare. Ai superstiti è stato chiesto se non si fossero resi conto della reale difficoltà della forra su-

Gli allievi erano alla terza forra. Di sicuro l’Ossola non è un posto adatto per corsi se non si è profondi conoscitori del luogo. 3. Un posto tanto lontano ti mette nella deprecabile condizione psicologica di cercare “in ogni caso” di portare qualche risultato a casa non fosse altro che per giustificare il viaggio. E proseguono dalla mattina presto del giorno fatale. 1. Il giorno prima, durante la discesa dell’Isor-

della forra sono palesemente superiori alle risorse della squadra. La valutazione più semplice da fare era quella temporale: se la forra è data per 2 ore e mezza di percorrenza e dopo 5 ore siamo a metà un motivo ci sarà pure! 4. E arriviamo sulla fatidica cascata da 35m: si pone il problema di come scenderla visto che, nonostante l’armo esposto e il possibile deviatore, si entra inevitabilmente nel getto. Gli allievi pongono dei giusti e

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e un secondo verticale direttamente sulla forra. Nel tratto verticale si recupera con verricello a motore e nel piano inclinato con contrappeso. Poco dopo le 01.00 viene recuperata la prima persona bloccata (la ragazza) e nel giro di 30min anche gli altri due superstiti. Vengono portati a valle all’uscita della forra dove sono presenti la Centrale Mobile, l’ambulanza, i Vigili del Fuoco e i Carabinieri. A questo punto è palese che le persone bloccate sotto cascata sono due. Visto che i tecnici sono già dislocati si decide di fare un tentativo per estrarre le persone da sotto la cascata. La manovra riesce e le due salme vengono assicurate fuori della cascata pronte per essere recuperate. I volontari vengono fatti risalire e alle 04.00 le operazioni vengono dichiarate concluse. 10. Il mattino seguente una squadra ritorna in forra, procede al disboscamento di alcune piante e intorno alle 10.00 l’elicottero può procedere al recupero. Volutamente non ho indugiato in particolari per non rendere ancor più straziante questo triste racconto.

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sensati dubbi sul fatto di scendere dentro la cascata ma non ci sono alternative visto che l’istruttore fa notare che lui deve rimanere sulla sosta per gestire la calata. 5. Il resto è semplicemente inspiegabile: vengono buttati in acqua una decina di metri di corda e la stessa viene attaccata con nodo e moschettone all’imbragatura dell’allievo che scenderà da primo! Incomincia lo svincolo e dopo una decina di metri la corda si allenta senza che dal fondo della cascata (che diventa una sorta di scivolo) esca nulla. 6. L’istruttore butta giù il capo di fondo e attacca la parte alta all’ancoraggio. Su questo capo di corda si cala per raggiungere il compagno bloccato sotto cascata. Immagino e spero che l’agonia sia durata il minor tempo possibile. Al momento del recupero le due salme risultano aggrovigliate nelle corde e in condizioni indescrivibili. 7. Di certo la manovra per affrontare la cascata da 35m era sbagliata così come sbagliato il tentativo di Soccorso Diretto. Inutile e sciocco spiegare cosa si sarebbe dovuto fare nella specifica circostanza.

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VAL B0GNANC0

8° raduno internazionale AIC

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Conclusioni Le mie valutazioni e i miei giudizi possono apparire come una Sentenza: se pensate questo non avete capito nulla. Sul momento e nei giorni successivi ho cercato di comprendere e di dare una spiegazione all’accaduto. In un primo momento ho liquidato tutto catalogandolo come una pura e semplice FOLLIA. Poi ho pensato che la tragedia fosse il frutto amaro dell’inesperienza condito con il sale della presunzione. Oggi sono arrivato a ben altre conclusioni.

L’inadeguatezza di quei ragazzi in quella circostanza mi fa semplicemente pensare che fossero nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Lo smarrimento della ragazza che chiedeva di attendere “l’arrivo dei compagni bloccati sotto cascata, infreddoliti dopo le tante ore sotto l’acqua” mi suggerisce che accadde qualcosa che sfuggì alla comprensione umana e che quindi non può essere valutato da estranei all’evento. La disperazione dell’istruttore conscio degli errori commessi mi pone non nella condizione di giudice ma di imputato in un fatto che non coinvolge solo i sei ragazzi olandesi ma tutto il popolo torrentistico perché a questo punto vi chiedo: - quante volte siete entrati in forra anche se era la cosa sbagliata - quante volte avete demandato in toto la responsabilità delle scelte alla persona più esperta - quante volte di fronte a un consiglio lo avete ignorato - quante volte di fronte a una correzione avete mandato a quel paese chi ve la faceva E non dimentichiamo che nella serata nella quale si parlava di Soccorso, di Prevenzione e di Incidenti nella sala c’erano 15 torrentisti su 430 partecipanti al raduno. Fra una birra e l’altra è facile pensare che queste cose accadono soltanto agli altri. E ora, mestamente, lasciatemi abbracciare quei poveri ragazzi sopravvissuti e salutare chi non c’è più. La terra vi sia lieve.

Nanni

Sono davvero molto contento per come è andato il raduno. Tutto il GOA ha fatto una splendida figura e, per chi non c’era, posso assicurare che le tante e tante parole di ringraziamento e facce felici hanno ripagato il lavorone che il nostro gruppo si è accollato. Ho la presunzione di pensare che per AIC fosse proprio questa l’iniezione di fiducia necessaria in un momento così difficile. Personalmente ho trovato enormemente gratificante l’esperienza e la faticata e sono proprio felice di aver conosciuto così tante persone che in maniera entusiasta ci hanno dato una mano nelle loro possibilità. L’intera comunità di Bognanco, tra l’altro, è stata semplicemente splendida. Nelle parole di Marco Decaroli, coordinatore del gruppo organizzatore del raduno, tutta la soddisfazione per come si è svolto l’evento e per i tanti complimenti ricevuti. Il tutto dopo un esordio con 70 ore di pioggia consecutive...

totale presenze 402 iscritti da sito 335 , iscritti sul posto 67 Italia 170, Francia 38, Spagna 75, Svizzera 12, Austria 1, Germania 41, Grecia 42, Polonia 19, Usa 3, Bulgaria 1 torrentisti 381, accompagnatori 13, under14 8 partecipante più giovane: Tommaso, 8 mesi torrentista più giovane: Nicola, 12 anni (quasi 13, dice lui) torrentista più anziano: inutile dirlo, Romano, classe ‘31 torrenti percorsi 17, gruppi in forra 171, discese singole 1168 forra più discesa: Isorno inferiore (168 passaggi) giorno con più discese: mercoledì 18 agosto, 234 discese


“ELDORADO TICINO” LA GUIDA DEFINITIVA

PERCHÉ ALLORA CREARSI DEI CONFINI? giuseppe antonini da Figlie dell’acqua e del tempo, Società Editrice Ricerche, ottobre 2001

è TEMPO DI CANYONING IN GRECIA è il momento di mettere fine a un ingiustizia editoriale: sono infatti trascorsi più di 2 anni dalla pubblicazione di questo libro e ancora non ne avevamo parlato. Male, perché 50 Canyons in Central Greece è una pubblicazione che merita un posto nelle nostre librerie, soprattutto ora che c’è inflazione di guide sul nord Italia. Il mitico Gorgopotamos merita da solo il costo del viaggio, figuriamoci quello del libro, ma è solo uno dei tanti percorsi recensiti con dovizia di particolari e tante foto. Come al solito profili grafici, carte e informazioni sui luoghi, il tutto in 3 lingue (una per la verità incomprensibile...). Autore George Andreou, 16x22 cm, 320 pagine, prezzo 35 € che diventano 28 € per i Soci AIC. Sul negozio virtuale AIC www.canyoning.it/acquistiaic/

NUOVA GUIDA SUI CANYON DELLA MARTINICA La fame di esplorazioni e, di conseguenza, di nuove guide è all’origine di questo prodotto editoriale, a cura del club An Kanion La – Madinina. Si tratta di una sorta di bolletino a colori, in formato A5, realizzato alla stregua di una topoguida dedicata ai canyon della Martinica, isola delle Piccole Antille, nonché dipartimento francese nel cuore dell’arcipelago dei Caraibi. 15 percorsi con relativi profili grafici e carta della zona oltre ad un’introduzione su geologia, flora e fauna locali. Gli autori promettono che il ricavato sarà interamente impiegato per migliorare l’attrezzamento delle forre di Martinica.

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TORRENTISMO È UN TERMINE DAL SIGNIFICATO ESTESO E DAI CONFINI MOLTO AMPI, CHE LASCIA MOLTO SPAZIO ALL’ IMMAGINAZIONE.

Capita raramente che una guida riesca ad offrire qualcosa di originale, soprattutto se a venire recensita è una zona ormai battuta da anni. Eldorado Ticino va oltre e riesce persino a sorprendere per completezza, qualità tipografica e quantità delle informazioni. 102 percorsi recensiti, 42 dei quali poco o per niente conosciuti, carte e profili grafici, foto dei checkpoint di controllo del livello dell’acqua e una serie di menu che suddividono i percorsi in base alle loro caratteristiche principali, il tutto corredato da informazioni turistiche sul Ticinese. Autori Luca e Anna Nizzola, lingua inglese, formato 16.5x24 cm, 416 pagine, prezzo 48 CHF, ISBN: 97888-905017-7-7. Per acquistarlo www.swisscanyon.ch

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inchiesta

GPS e coordinate michele zandonati

proviamo a fare chiarezza Lo spunto per scrivere per queste righe mi è venuto l’estate scorsa mentre mi trovavo in quel di Biasca. Le forre della zona sono molto ben descritte nello splendido lavoro di Anna e Luca Nizzola “Eldorado Ticino”. Consultando questo libro si può notare che le mappe riportano correttamente anche le coordinate di ingresso e uscita dei percorsi (fig. 02) nel formato, per esempio 690.145 – 132.630. Ma come devono essere interpretati quei numeri? Affrontando il problema dal principio, in maniera molto sintetica si può dire che la posizione di un punto sulla superficie terrestre può essere espressa in molte e molte maniere. Detto altrimenti, non esiste un solo sistema di coordinate utilizzabile, bensì ce ne sono parecchie decine. L’origine storica della molteplicità dei sistemi di riferimento è dovuta alla necessità dei vari stati di sviluppare un sistema che approssimasse

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al meglio la realtà territoriale di ogni nazione, ciascuna con le proprie peculiarità. Un altro indizio di come le cose non siano del tutto scontate quando si parla di coordinate in cartografia, lo abbiamo andando a cercare nei parametri dei nostri ricevitori GPS escursionistici. Più o meno tutti i modelli, nel menu settaggi, riportano un lungo elenco di possibilità tra sistemi di riferimento e modi di rappresentarli. Proprio in considerazione di ciò, per utilizzare proficuamente il nostro ricevitore GPS con le informazioni riportate nella guida “Eldorado Ticino” dovremmo impostare il sistema di riferimento svizzero, nel caso specifico. Questo lo si può fare, per esempio nei ricevitori Garmin, andando a scegliere come “Formato posizione” il reticolo svizzero, specificando inoltre il datum CH1903. Noterete subito che nella pur lunga lista delle opzioni non viene riportato un sistema

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01: serie di ricevitori GPS (Corso Nazionale di Aggiornamento SNS CAI, ottobre 2008).

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02: esempio di rilievo di percorso torrentistico (da www.swisscanyon.ch, per gentile concessione dell’Autore).

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03: La suddivisione del territorio italiano nei quadranti del sistema UTM WGS84 (da Google Earth). In alto, un GARMIN GPSmap 60csx F


Il Global Positioning System (abbreviato in GPS, a sua volta abbreviazione di NAVSTAR GPS, acronimo di NAVigation Satellite Time And Ranging Global Positioning System), è un sistema di posizionamento su base satellitare, a copertura globale e continua, gestito dal dipartimento della difesa statunitense. I moderni ricevitori GPS hanno raggiunto dei costi molto contenuti. Dopo il telefono cellulare stiamo assistendo alla diffusione di un nuovo cult: quello del navigatore satellitare personale. Il mercato offre ormai soluzioni a basso costo per tutti gli impieghi e per tutte le tasche che si rivelano efficaci non soltanto per la navigazione satellitare in sé e per sé, ma anche per usi civili, per il monitoraggio dei servizi mobili e per il controllo del territorio. Esistono varie soluzioni: * Integrate: sono dispositivi portatili All-in-One che incorporano un ricevitore GPS, un display LCD, un altoparlante, il processore che esegue le istruzioni, date solitamente da un sistema operativo proprietario, uno slot per schede di memoria ove memorizzare la cartografia. * Ibride: sono dispositivi portatili (PC, Palmari, SmartPhone) che, nati per scopi diversi, sono resi adatti alla navigazione satellitare attraverso il collegamento di un ricevitore GPS esterno (Bluetooth o via cavo) e l’adozione di un software dedicato, in grado di gestire la cartografia.

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italiano. Questo non perché l’Italia non abbia un proprio sistema di riferimento, ce l’ha eccome, solo che non è stato considerato così diffuso da essere inserito tra le varie opzioni. Il risvolto positivo può essere che in questa maniera è più facile per gli utenti adottare il sistema WGS84, riconosciuto a livello globale. In particolare, laddove richiesto, è importante tenere presente che questo sistema suddivide il globo terrestre in Fusi, o “spicchi di sfera” numerati in senso antiorario da 1 a 60 partendo dall’antimeridiano di Greenwich (in pratica, per noi, dall’altra parte del pianeta). In considerazione di ciò si può vedere come l’Italia sia compresa praticamente per intero nei fusi 32 e 33. Analogamente, la Terra viene suddivisa in Fasce diciamo “orizzontali”, per capirci, contrassegnate dalle lettere dalla C alla X dell’alfabeto inglese, partendo dall’emisfero Sud, saltano la O (sono escluse le zone polari). L’incrocio di Fusi e Fasce va a delimitare i Quadranti, che per quasi tutto il territorio italiano corrispondono a quelli contrassegnati con le sigle 32T, 32S, 33T e 33S. (Fig. 03) Certi ricevitori sono in grado di decidere automaticamente quale quadrante adottare, a patto di specificare nelle opzioni del sistema che l’apparecchio dovrà utilizzare come “Formato posizione” quello con la sigla UPS UTM (Universal Polar System Universal Transverse Mercator), e come datum mappa WGS84. L’apparecchio ci fornirà così le coordinate in formato metrico, per esempio in questa maniera: 32T 624307 5078101, corrispondenti al punto di ingresso alla nota forra del Palvico (TN). I numeri sono effettivamente metri lineari, riferiti rispettivamente alle coordinate Est e Nord. La stessa corrispondenza dovremmo andare a cercarla anche nelle carte escursionistiche riguardanti il territorio italiano acquistabili nei negozi specializzati. Non fatevi trarre in inganno, però: non è sufficiente che la carta riporti stampigliato un “bollino blu” con una dicitura tipo “GPS compatibile” o simili. Per non avere sorprese dovremmo verificare sul cartiglio quale effettivamente sia il sistema adottato per rappresentare il reticolo riportato sulla mappa. Possibilmente dovrà essere UTM WGS84, se non vogliamo avere la sorpresa che le coordinate del nostro ricevitore GPS siano poi diverse da quelle riportate sul reticolo della carta che abbiamo comperato… Anche i popolari programmi di visualizzazione del territorio da Google Earth al sito Atlante Italiano curato dal ministero dell’ambiente (www.atlanteitaliano.it) possono visualizzare le coordinate alla stessa maniera, così da avere una completa analogia con il nostro ricevitore GPS. In conclusione si può dire che una volta stabilita la corrispondenza tra il sistema di riferimento adottato dalla cartografia che stiamo consultando, sia essa cartacea che informatizzata, e il nostro ricevitore GPS non avremmo più dubbi circa le esatte localizzazioni che andremo a ricercare.

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francesco michelacci Sino a qualche anno fa, a fine Ottobre la muta si riponeva in letargo fino ai primi di Aprile ed oltre, le uniche uscite su corda in canyon erano in percorsi fossili o con poca acqua e senza pozze, ad esempio la Foce ai Sibillini, che molte volte si è percorsa anche a fine Novembre. Poi, complici alcuni inverni miti, l’acqua che a Prodo giunge solo per pochi mesi, la passione e la curiosità, qualcosa è cambiato.

contributi Abbiamo proseguito la stagione dei canyon anche in inverno con soddisfazione, in situazioni di temperatura spesso a cavallo dello 0°. Sono naturalmente indispensabili alcune precauzioni, prima fra tutte adeguare l’abbigliamento. Chi possiede una muta stagna è già a buon punto, posto che anche questa soluzione non è scevra da potenziali e importanti pericoli, il suo utilizzo ci mette al riparo dal freddo nel migliore dei modi. Occhio a non bucarla però, con temperature prossime allo zero non deve essere piacevole. Diventano quindi d’obbligo un copri muta, di solito una tuta speleo, e un giubbotto salvagente. Chi rimane stoicamente fedele alla muta umida dovrà integrare con un sottomuta in lycra-pile rinforzato con corpetti vari in neoprene e/o aderentissime magliette in neoprene da 1mm. Cappuccio indispensabile sempre. Attenzione a non esagerare, troppi strati impediscono l’agilità nel movimento. Calzari da 5mm, ottimi ed affidabili. Guanti in

neoprene da 3-4 mm. Il resto della attrezzatura sarà quella di sempre. Come muoversi e quali percorsi scegliere? Meglio cominciare con prudenza; individuare tracciati già ben conosciuti ed ottimamente armati, da affrontare con portate ragionevoli. Poi, con l’aumentare dell’esperienza, si potranno ampliare gli orizzonti.

l’attenzione, soprattutto se la temperatura è relativamente alta i distacchi sono frequenti e pericolosi, occorre che in ogni calata il primo a scendere provochi la caduta degli accumuli instabili ed eventualmente e in presenza di condizioni che lo consentano, venga calato per non danneggiare la corda. Indispensabile il martello per scoprire gli ancoraggi ricoperti di ghiaccio.

in forra) e bagnando, come per le corde. Alla fine siamo stati costretti a non chiudere le ghiere, altrimenti risultava difficile riaprirle, alcuni petzl Williams tri-act si sono rotti. Con la dovuta precauzione, in un caso del genere sarebbe meglio utilizzare moschettoni senza ghiera. Qui alcune foto e una descrizione della gita:

acque fredde Vanno sempre controllati i pendii Con accumuli importanti e pozze soprastanti, un accumulo che completamente gelate, divengono dovesse staccarsi e degenerare obbligatori piccozza e ramponi, in valanga, potrebbe avere ma di questo tratteremo in conseguenze insalubri. futuro. La marcia nella neve porta via più tempo ed energia, bisognerà Con temperature sensibilmente cercare di non sudare troppo e al di sotto dello zero, il materiale non entrate in acqua accaldati gela. per evitare lo shock termico. A noi è successo una volta Al seguito avremo il solito sola, in questo caso le corde materiale d’emergenza, ottimo bagnate divengono simili ad un un thermos con qualcosa di pacchetto di spinaci surgelati caldo, e la doppia pila. e per utilizzarle (buffo ma mica Sino a che tanto) si dovranno non saremo immergere in gli ambienti assumono acqua e “sciogliere”. in presenza aspetti magicamente L’esperienza è stata di ghiaccio, fiabeschi con il nulla o quasi fatta alla forra del cambia rispetto Presale lo scorso ghiaccio e la neve alla normale 20 Dicembre, la progressione, temperatura era –6°. dovremo certamente esser più In questo caso si deve saper spediti nelle manovre, eviteremo valutare l’autonomia in minuti le calate sotto il getto e i tuffi prima che il freddo inchiodi non indispensabili, attenzione completamente la corda e però a non farsi male, una sosta provvedere al ripristino della forzata a basse temperature stessa sia bagnandola che implica rischi ben più grandi del immergendola nuovamente. solito. Anche le molle dei moschettoni gelano e forzandole si rompono, il Con un moderato accumulo di fenomeno si attenua lubrificando ghiaccio è necessario aumentare in abbondanza (prima di entrare

www.photosprint.it/forum/ topic.asp?TOPIC_ID=27 È dunque possibile praticare il canyoning tutto l’anno? Decisamente sì ma non ovunque ed a patto di osservare alcune semplici regole di elementare prudenza quali quelle già citate. Le sensazioni sono grandi, gli ambienti, anche se già conosciuti, assumono aspetti magicamente fiabeschi con il ghiaccio e la neve che ammantano e ricoprono gran parte di quanto rimane fuori dall’acqua. La possibilità di fare belle foto, anche in forre non eccelse, aumenta a dismisura. Altre percorrenze, come in forre completamente invase dal ghiaccio o colonizzate dai nevai mastodontici dell’Appennino centrale, necessitano di tecniche ad hoc che sono proprie della progressione alpinistica su ghiaccio e neve. Chi intendesse misurarsi con situazioni del genere dovrà prima acquisire le necessarie competenze per poi adattarle alle discese con la muta.

le forre discese queste le forre percorse in condizioni di freddo intenso, sino ad ora: Fosso Campione, Prodo, TR _ gennaio 2007, aria 3°, acqua 4°, niente neve né ghiaccio Fosso della Cornacchia, Serravalle di Carda, PU _ febbraio 2007, aria 2/3°, acqua 2°, neve 10 cm, no ghiaccio Valle della Grigna, Biennio, BS _ gennaio 2009, aria 2°, acqua 2°, qualche cm di neve, niente ghiaccio Vajo delle Scalucce, Fumane, VR _ gennaio 2009, aria 0°, acqua 2, neve 10 cm, moderato accumulo di ghiaccio Rio Nero, Tiarno, TN _ dicembre 2009, aria 2°, acqua 4/5°, neve 20 cm all’ingresso, niente ghiaccio Fosso del Presale, Piobbico, PU _ dicembre 2009, aria - 6°, acqua 0°, neve 30 cm, ghiaccio moderato


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a cura della scuola nazionale canyoning

tecnica

le grandi verticali

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Con questa definizione particolare, la maggior parte delle persone identifica le calate di altezza elevata. In realtà, una grande verticale è tale quando, per scenderla, è necessario giuntare due corde, fosse anche di “soli” 30 metri. Può sembrare apparentemente esagerata come definizione, ma bisogna considerare tutte le problematiche che derivano dall’uso di due corde, invece che di una sola, soprattutto nell’eventualità di dovere gestire un’emergenza. Normalmente, la discesa su questo tipo di calate avviene al di fuori del getto d’acqua; questo perché, nel caso di portate elevate, l’acqua si nebulizzerebbe al punto tale da impedire una normale respirazione e, fattore non trascurabile, l’eventuale peso della colonna d’acqua sulla testa impedirebbe una corretta gestione della discesa. In questo modo, si evitano già in partenza molti dei rischi connessi all’acqua. La calata fuori dall’acqua, l’assenza di corrente all’arrivo e un bacino di ricezione poco profondo permettono quindi una maggiore tranquillità nell’esecuzione delle manovre e l’uso di tecniche per le quali non sia necessario avere la corda a raso d’acqua. Se un compagno dovesse rimanere bloccato sulla corda, ad esempio a causa del formarsi di una bocca di lupo, non vi sarebbe la necessità di intervenire con urgenza, non essendoci i rischi connessi ad una calata nel getto d’acqua. Non va inoltre dimenticata la possibilità di sfregamenti sulla corda che, su altezze elevate, e vista l’elasticità della corda, ne determinerebbe comunque un considerevole movimento abrasivo sulla roccia. Per ancor meglio delimitare il perimetro della problematica che vogliamo qui affrontare citeremo alcuni esempi, noti a molti, di calate che molto bene rappresentano le situazioni per le quali, in queste righe, cercheremo di evidenziare quali siano gli accorgimenti e le accortezze che permettano un corretto approccio al problema: - calatona del Pisciarellone (Abruzzo) - grandi cascate delle forre alla Reunion (Trou de Fer, Takamaka, Dudu, ecc.) - quintultima calata del Rio Cuestis (Friuli) - ultima calata del Rio Meltina (Alto Adige) - cascata dei Gracchi (monti SibilliniMarche)

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Innanzitutto, prima di cominciare ad approntare un qualunque sistema sarà indispensabile avere le idee chiare su come si evolveranno tutte le fasi della manovra, ivi compreso il recupero delle corde. La prima cosa da risolvere è se scenderemo in corda singola o in corda doppia. Tranne casi particolarissimi e da valutare volta per volta la scelta dovrà ricadere sulla corda singola. Tra i numerosi punti a favore di questa scelta vanno ricordati la maggior facilità di gestione, il dimezzato peso delle corde che talvolta può creare un problema non da poco e la maggiore

facilità di bloccaggio del discensore. A questo punto sarà necessario decidere come stenderemo la corda di discesa. Sulle grandi altezze io scarterei l’ipotesi di lanciare il sacco con la corda e quindi rimangono due possibilità: o filarla lungo la cascata o calare il primo a scendere. Entrambe le opzioni sono buone e la scelta andrà fatta volta per volta a seconda delle circostanze. Va però detto che la potentissima tecnica di calare il primo non è cosa che si può improvvisare e se ne raccomanda l’uso solo a persone già esperte al riguardo. In qualunque caso andrà approntato, alla sosta, un freno che permetta di dare corda. Visto che, in questi contesti, uno dei problemi con i quali dovremo sempre fare i conti sarà l’attorcigliamento delle corde, sarà imperativo usare un sistema di freno adatto. La scelta dovrà quindi ricadere sull’otto verticale. Il suddetto freno ci permetterà quindi tanto di calare (se questa è stata l’opzione scelta) quanto di dare corda per regolarla e di gestire gli sfregamenti. Nell’approntare il freno si raccomanda di non procrastinare l’inserimento della corda nell’anello dell’ancoraggio e di farlo, quindi, fin da subito. Normalmente detto anello può vantaggiosamente essere usato come punto di rinvio del freno. L’eccedenza di corda potrà rimanere, per ora, regolarmente insaccata dentro al kit boule e con il capo di fondo normalmente legato. Quando il primo sarà arrivato in fondo provvederà a sciogliere eventuali nodi sul capo della corda e si potrà procedere con la discesa degli altri componenti della squadra. È opportuno che, durante la discesa del penultimo, la lunghezza della corda di discesa sia incrementata di qualche metro (agendo sul freno) in modo da permettergli, una volta arrivato in fondo di spostarsi dalla verticale trattenendone in mano l’estremità. Questa manovra, apparentemente in contrasto con le regole della corda a pelo d’acqua, è lecita in quanto, come abbiamo visto, in questo tipo di calate la pozza di arrivo, quando presente, non è mai problematica. La persona arrivata alla base della cascata con la corda in mano dovrà quindi attendere all’importante compito di evitare che l’ultimo a scendere ruoti su se stesso causando attorcigliamento delle corde. Questo si ottiene applicando costantemente una moderata tensione sulla corda: non tanto elevata da impedire la discesa del compagno ma sufficiente a tenerla ben distante dalla verticale. Viene da se che tanto maggiore sarà lo spostamento dalla verticale, tanto migliore sarà l’effetto anti-rotazione. È parimenti ovvio che la tensione dovrà essere costantemente modulata in funzione delle esigenze dell’ultimo a scendere. Mentre il penultimo, arrivato in fondo alla cascata, si posiziona nel suddetto modo per evitare la rotazione, l’ultimo rimasto in sosta giunta la corda di calata con quella (o quelle)

di recupero e pratica un nodo a contrasto con moschettone in posizione opportuna. A questo punto egli può smontare il freno. Il sacco con la corda di recupero andrà portato con sé appeso all’imbragatura. Non va appeso alle longe o ad un cordino in quanto il rischio che la corda, uscendo man mano, vi si attorcigli è elevato. Come di consueto il sacco andrà quindi portato appeso al porta materiali utilizzando due moschettoni (moschettone su moschettone) possibilmente dal lato opposto rispetto a quello da dove passa la corda del discensore. Dopo un ultimo controllo, l’ultimo potrà iniziare la discesa. Arrivato in fondo si allontanerà dalla verticale portandosi appresso il sacco con l’eccedenza di corda. Avremo così ottenuto che le due corde siano assolutamente divise e non attorcigliate. Man mano che cominceremo a tirare la corda di recupero, si procederà a lascare la tensione su quella di discesa fino a lasciarla i n f i n e andare.


l’otto montato in verticale funziona da freno ed evita l’attorcigliamento delle corde a sinistra il discensore è montato su un moschettone direttamente infilato nell’anello di passaggio della corda mentre a destra il montaggio sfrutta lo stesso anello come punto di rinvio del freno

Considerazioni e varianti: - Se la situazione fosse tale da suggerire una discesa in doppia di tutta la squadra, lo si potrà fare anticipando le operazioni descritte per l’ultimo e il penultimo e spostandole al primo ed al secondo. L’importante è che poi le due corde siano mantenute costantemente semitese e distanziate. La discesa in doppia anche del primo non è MAI opportuna. - È noto che bisogna sempre affrontare le cose in modo da fronteggiare il “rischio prevalente”. Una volta appurato che l’annegamento non costituisce un problema su questa tipologia di cascate si può pensare di adottare un nodo autobloccante di sicurezza allestito con un cordino in kevlar montato sotto al discensore. - Se ci dovesse essere anche il minimo dubbio che la corda possa non arrivare, sarà bene non usare l’ancoraggio come punto di rinvio ma preferire un moschettone all’uopo posizionato per svolgere questa funzione. Un’eventuale passaggio del nodo nel freno, infatti, sarebbe molto più complesso se il freno usasse l’ancoraggio come punto di rinvio. - In taluni casi può essere opportuno spostare, rispettivamente sul terzultimo i compiti del penultimo e sul penultimo i compiti dell’ultimo. In tal modo l’ultimo ha un’ulteriore ultima opportunità per controllare che tutto sia a posto. - È evidente che questa manovra richiede un buon livello di affiatamento della squadra e una buona preparazione dei singolo per ogni specifico ruolo. Pensare di attuarla correttamente in una squadra composta da un solo leader esperto più un gruppo di “trasportati” sarebbe un errore.

Expedición Gocta – 2010 PERU’

Per maggiori info (e ne vale la pena!) www.barrancosenperu.es www.youtube.com/watch?v=T7K9sQafocU

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Una spedizione composta da 14 torrentisti spagnoli, tra giugno e luglio di quest’anno, ha aperto e disceso la quarta cascata più alta al mondo, il salto Gocta, 771 m di salto, situata nella regione di Amazonas, provincia di Bongará. La cascata è divisa in 2 parti: la superiore è alta 231 m, quella inferiore 540 m. Scopo della spedizione era l’esplorazione del potenziale torrentistico delle valli della provincia di Chachapoyas che, a quanto pare, ha le carte in regola per diventare una delle zone di maggior interesse al mondo. Al progetto va inoltre il merito di promuovere alcuni obiettivi umanitari: lo sviluppo turistico dell’area come risultato dell’attrezzamento dei suoi canyon e l’impegno fattivo nella raccolta di materiale scolastico e di prima necessità per le popolazione locali. Presto sarà disponibile una pubblicazione/guida sulle megaforre della zona.

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torrente Brion, Hone ^ Aosta ^ foto luca dallari

FORRE PULITE

RIC 2011

Per l’annuale pulizia del nostro patrimonio torrentistico la Banda Bauscia ha effettuato la pulizia del torrente Lirone, Como, lo scorso ottobre, grazie anche alla partecipazione di soci da Genova, Pavia e Roma. Un grazie al CNSAS locale e all’amministrazione di Claino con Osteno per il supporto. Avanti i prossimi!

Il prossimo Rendezvous International Canyon, il decimo, si svolgerà dal 7 al 13 aprile 2011 niente meno che in Himalaya, nel distretto di Lamjung, Nepal. Al momento sono previsti 270 partecipanti, 5 i percorsi attrezzati, tutti a quote ragionevoli. L’evento è organizzato dalla Nepal Canyoning Association.

FIUMI SICURI IN TICINO “Per la loro conformazione, i corsi d’acqua possono nascondere insidie anche per le persone più esperte.” Questo il motivo per cui il Consiglio di Stato Svizzero, nel settembre 2001, ha istituito la Commissione cantonale Fiumi ticinesi sicuri con lo scopo di elaborare una strategia di prevenzione, informazione e sorveglianza sulla frequentazione dei fiumi del Cantone Ticino. Negli ultimi 30 anni, gli incidenti mortali nei fiumi ticinesi sono stati in media 6 all’anno, per un totale di 164, ma grazie alla Campagna per la Sicurezza nei Fiumi nel 2010 sono scesi a 2.

INDAGINE SUGLI INCIDENTI IN FORRA Sul portale francesce DescentCanyon è in corso un’interessante indagine per creare una statistica degli incidenti in forra. La pagina è ovviamente in francese ma le risposte chiuse ne agevolano la comprensione. www.descente-canyon.com/actus

INTERDIZIONE RIO VARIOLA INFERIORE Resta tuttora interdetto il rio Variola inferiore (val Bognanco, VCO), nel tratto dal ponte di Monticchio fino alla confluenza con il torrente Bogna, a seguito dell’ordinanza emessa dal Sindaco di Bognanco l’8 agosto scorso.

OPERAZIONE 600 RIUSCITA ! AIC A QUOTA 600

NEGOZIO ON LINE

È fatta, quota 600 superata, ora siamo 601! Così distribuiti: Abruzzo 4, Basilicata 2, Campania 3, Emilia Romagna 29, Friuli Venezia Giulia 16, Lazio 42, Liguria 91, Lombardia 85, Marche 16, Molise 7, Piemonte 60, Puglia 18, Sardegna 35, Sicilia 21, Toscana 22, Trentino Alto Adige 43, Umbria 58, Valle d’Aosta 4, Veneto 36, estero 9

Libri, manuali, felpe e t-shirt, tutto acquistabile sul negozio on line, nel sito web AIC all’indirizzo www.canyoning.it/acquistiaic

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AGENDA > info a 360°


ADIDAS EQUIPMENT Cominciamo subito con il dire che queste scarpe ad oggi non sono in commercio e non è dato sapere se e quando lo saranno. Il discorso vale anche per il resto dell’attrezzatura da torrentismo sviluppata da Adidas che, ormai da qualche anno, sta puntando sullo sport outdoor, almeno a livello di marketing. Canyon, Rock, Water, Air, Dirt, sono questi i cinque elementi che definiscono gli ambiti delle attività in cui il marchio tedesco schiera una serie di team composti da personaggi di tutto rilievo (per citarne alcuni, i fratelli Huber nell’arrampicata e la campionessa di deltaplano Corinna Schwiegershausen). Ma il torrentismo, si sa, non è sport competitivo (almeno per ora), per cui tutto è riportato ad un livello più ludico e meno agonistico ma ciò che conta è che un colosso dell’attrezzatura sportiva dedichi risorse a sviluppare prodotti per la nostra attività. Dal casco alla muta alle scarpe, tutto ciò che indossano

TEVA AVATOR 2 Teva le definisce le calzature definitive per stabilità, protezione e prestazione. L’Avator 2 si ispira ai carri armati più che alle auto da corsa, con suola cucita ad una muscolosa tomaia in neoprene per garantire sicurezza e tranquillità durante la discesa. La calzata, sulla struttura modificata della Wraptor, offre un saldo bloccaggio del piede ed ha dimensioni generose nell’avampiede, quindi nessun problema anche con calzari da 5mm. Chiusura in neoprene intorno alla caviglia per impedire l’ingresso di detriti e suola in gomma S2. Più realisticamente, a detta di chi le ha testate, il grip è buono, paragonabile a quello delle Five Ten e la calzata facile e comoda. Buone anche negli avvicinamenti, un po’ meno dal punto di vista della protezione del piede. Peso 525 g, prezzo 92,50 €

BESTARD CANYON GUIDE Secondo la Bestard, azienda spagnola con sede a Mallorca, la nuova Canyon Guide promette alti livelli di durata, funzionalità e comodità, sia negli avvicinamenti che in forra. Costruita in Spagna, la scarpa verrà commercializzata solo a partire dalla primavera 2011 ma, a giudicare dalle foto già disponibili e dalle premesse del costruttore, dovrebbe offrire una durata decisamente migliore di quella delle FiveTen (ma non ci vuole poi molto). Concepita più come scarponcino che come scarpetta leggera, beneficia di una ghetta superiore per evitare l’ingresso di terra e sabbia, di suola scolpita in Vibram-IdroGrip e di un comfort garantito dalla soletta in EVA. Infine, protezione in gomma su punta e tallone. Le premesse sono buone ma il giudizio è rimandato alla prossima primavera.

SALEWA THE NINE Dopo l’otto viene il nove! Con queste entusiastiche parole Salewa presenta il suo nuovo dispositivo di sicurezza per arrampicata sportiva, perché è di questo che si tratta. Se qualcuno ve lo spaccia per discensore da torrentismo, meglio cambiare pusher perché i contro superano di gran lunga i pro ed alcuni sono decisamente problematici: difficoltà a svincolarsi dalla corda una volta in acqua, passaggio drammatico da posizione di attesa a quella di progressione, bloccaggio involontario e inevitabile di un capo di corda in doppia... inutile insistere. Di positivo ha la facilità di bloccaggio, il peso contenuto, la struttura monopezzo e un design molto accattivante. Insomma, se non siete dei climbers avete trovato un bellissimo fermacarte.

PROMOSSO: KONG FUTURA BODY KONG FUTURA BODY Dopo la recensione della maniglia Hand sul numero 24 tocca ora al bloccante ventrale del Futura System. Il Futura Body, con corpo in lega d’alluminio e camma in acciaio, pesa 80g ed ha dimensioni estremamente contenute (82mm di larghezza max). Questo lo rende eccezionalmente pratico per l’uso in forra dove lo si può tenere costantemente montato senza alcun fastidio. Essenziale ed efficace, molto interessante. Adatto a corde da 8 a 12mm. Prezzo intorno ai 37€. EN567:97 con corde Ø 8-12 mm EN12841-B:06 con corde Ø 10-12 mm

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RIMANDATO AD ALTRO: SALEWA THE NINE

i componenti dell’Adidas Canyoning Team è firmato Adidas, zaini inclusi. Per tornare alle scarpe, la particolarità è la suola in feltro, ispirata alle vecchie scarpe dei pescatori, che tiene piuttosto bene ma non contribuisce di certo alla serenità mentale di chi le usa; calzata ottima e spazio interno buono, da rivedere la chiusura con stringhe. C’è da augurarsi che l’esempio venga seguito da altre grosse aziende sportive, magari cominciando dall’altra azienda di famiglia, la Puma, e che presto si possa contare su una sana concorrenza che porti allo sviluppo di nuovi materiali e ad un ridimensionamento del prezzo di alcuni articoli, oggi quasi monopolizzati. Per noi che non passa forra in cui non rimpiangiamo le insuperate Salomon Raidwater...

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Associazione Italiana Canyoning Scuola Nazionale Canyoning “Federico Tietz” Associazione Italiana Canyoning

Vice-Presidente Roberto Schenone (roberto.schenone@canyoning.it) Segretario Bruno G. Messa (segreteria@canyoning.it) Tesoriere Milena Argiolas (tesoreria@canyoning.it) Consiglieri Daniele Geuna ^ Francesco Radicchi ^ Mauro Santa-Maria Commissione catasto Paolo Bolis ^ Francesco Cacace (catasto@canyoning.it) Commissione scientifica Paolo Madonia (commissione.scientifica@canyoning.it) Ufficio stampa Christian Roccati (press@canyoning.it) Ufficio editoria Cosimo La Gioia (editoria@canyoning.it) Contatti aziende Milena Argiolas (aziende@canyoning.it) Ufficio assicurazioni Sara Morando (assicurazione@canyoning.it) Contatti internazionali Rosemarie Siegl (romy@canyoning.it) Ambiente ed ecologia Mauro Santamaria (ambiente@canyoning.it) Merchandising Luca Dallari (luca.dallari@canyoning.it) Ufficio Coordinatori Regionali Daniele Geuna (daniele.geuna@canyoning.it) ^ Francesco Radicchi (francesco.radicchi@canyoning.it) Redazione notiziario Luca Dallari ^ Daniele Geuna ^ Francesco Michelacci ^ Marta Tosco (notiziario@canyoning.it) Gestione Sito Web Paolo Giannelli ^ Roberto Schenone ^ Cosimo La Gioia (webmaster@canyoning.it)

associazioni affiliate

A.S.D. M&N – Movimento e Natura Volpiano (TO) ^ www.movimentoenatura.it ^ tel 011 9882022 A.S.D. i Lemuri GA Ceresara (MN) ^ www.lemuri.org ^ lemuri@lemuri.org Associazione Aqua Varese ^ www.euforione.altervista.org ^ tel 0332 813001 Banda Bauscia Milano ^ mauro.santamaria@fastwebnet.it ^ cell 349 1835818 CAI Sezione Alpi Marittime Imperia ^ sprea65@libero.it ^ tel 0183 273509 CAI Sezione Sanremo - Alpi Liguri Sanremo (IM) ^ cell 328 0157293 Campo Base Isernia ^ campobaseonlus.spaces.live.com ^ campobase@live.it CanyonEast Udine ^ bastiancontrari@virgilio.it ^ cell 348 6965069 Club CAI Perugia Etruskanyoning Corciano (PG) ^ vento748@hotmail.com ^ cell 335 7957808 Compagnia Canyoning CAI Pinerolo (TO) ^ danielegeuna@libero.it ^ tel 0121 202711 Eddyline Campertogno (VC) ^ www.eddyline.it ^ tel 0163 775114 Etna Canyoning Giarre (CT) ^ www.etnaadventure.it ^ cell 329 9188187 Etna Discovery Tremestieri Etneo (CT) ^ www.slamtour.it ^ tel 095 7125514 G.S. CAI Varallo Varallo (VC) ^ www.caivarallo.it ^ cell 347 0436933 G.S. Stroncone Stroncone (TR) ^ www.stronconespeleocanyon.com ^ cell 347 1379633 GOA Canyoning Genova ^ www.cailiguregenova.it ^ cell 347 5171573 Grigue Canyoning Recco (GE) ^ www.griguecanyoning.org ^ griguecanyoning@gmail.com Gruppo Canyoning Ranciga Morbegno (SO) ^ alda.vaninetti@tin.it ^ cell 335 8031018 Gruppo Escursionistico H2otto Cesenatico (FC) ^ franz@photosprint.it ^ cell 347 9186715 Gruppo Grotte ‘’Emilio Roner’’ CAI SAT Rovereto (TN) ^ www.gruppogrotte.it ^ cell 347 3667873 Gruppo Speleoforristico Besenello Besenello (TN) ^ www.speleocanyon.it ^ cell 349 4442044 Gruppo Speleologico CAI Malo Malo (VI) ^ www.speleomalo.it ^ cell 347 5968595 Gruppo Speleologico Leccese ’Ndronico Lecce ^ www.ndronico.it ^ cell 338 8947823 Gruppo Speleologico Urbinate Urbino ^ www.gsurbinospeleo.it ^ info@gsurbinospeleo.it Gruppo Zompafossi Montefranco (TR) ^ radicchifrancesco@hotmail.com ^ cell 347 7009897 MKF Vara Sestri Levante (GE) ^ www.arrampicate.it ^ cell 338 2819725 Monrosa Canyoning Balmuccia (VC) ^ www.monrosarafting.it ^ cell 347 3200303 / 340 6638975 Mountain Live Storo (TN) ^ robymalco@libero.it Piemonte Canyoning Torino ^ dino.ruotolo@virgilio.it ^ cell 335 6110291 SerVolare 17 San Gregorio di Catania (CT) ^ sergiogiuffrida17@tiscali.it ^ cell 349 1660782 Slow Canyon Team Roma ^ marco@strani.net ^ cell 335 7516223 Spaccaforra Sardegna Canyoning Sassari ^ anelimroc@yahoo.it ^ cell 329 6111324 Tiahuanaco Bolzano ^ www.tiahuanaco.it ^ canyoning@tiahuanaco.it Toboga Club Latina ^ info@torrentismo.it ^ cell 335 7881237

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coordinatori regionali

Le persone a cui rivolgersi per avere informazioni, organizzare incontri, promuovere eventi. Per ognuno di loro è attivo un indirizzo e-mail del tipo: nomeregione@canyoning.it Emilia Alessandro Marchi ^ tel 328 7576453 Romagna Francesco Michelacci ^ tel 347 9186715 Friuli Venezia Giulia - Carnia Sebastiano Broili ^ tel 348 6965069 Friuli Venezia Giulia Romy Siegl ^ tel 347 4349947 Lazio Fabio Ferranti ^ tel 339 7548906 Liguria Eva Trasforini ^ tel 349 5792407 Lombardia Guido Armaroli ^ tel 328 2920011 Molise Gianni Di Salvo ^ tel 333 9056966 Piemonte - TO e CN, Canavese, Monferrato Dino Ruotolo ^ tel 335 6110291 Piemonte - Val Sesia, VC, NO, Verbano-Cusio-Ossola Paolo Testa ^ tel 347 0436933 Puglia Fausto Meleleo tel ^ 333 3464460 Sardegna Silvia Campanelli ^ tel 338 1608573 Sicilia Diego Leonardi ^ tel 329 9188187 Trentino Alto Adige Marcello Carli ^ tel 338 5293554 Umbria Mirco Lazzari ^ tel 339 8324904 Valle d’Aosta Andrea Mantovani ^ tel 335 5431143 Veneto - Verona Francesco Cacace ^ tel 348 3398199 Veneto - Vicenza e Bellunese Jvan Chemello ^ tel 347 5968595

Scuola Nazionale Canyoning

Istruttori Formatori > Maurizio Biondi (Direttore) ^ Marco Biasioni ^ Roberto Coppo ^ Erwin Kob (ViceDirettore) ^ Roberto Recchioni ^ Giovanni Pizzorni Istruttori > Francesco Berti ^ Marcello Carli ^ Marco Cellitti ^ Alessandro Cerise ^ Jvan Chemello ^ Marco Cipriani ^ Filippo Dall’Aglio ^ Luca Dallari ^ Alessandro De Simoni ^ Martino Frova ^ Carlo Gatti ^ Mirco Lazzari ^ Diego Leonardi ^ Maria Franca Lepre ^ Uberto Liuzzo ^ Roberto Locatelli ^ Cristiano Massoli ^ Francesco Michelacci ^ Juri Montese ^ Andrea Nadali ^ Mattia Pilato ^ Salvatore Ribichesu ^ Stefano Rossi ^ Dino Ruotolo ^ Gabriella Russo ^ Marco Saccardo ^ Roberto Schenone ^ Romy Siegl ^ Paolo Spreafico

iscrizione

11 IC 2O

A Quote associative per l’anno sociale 2011 - socio singolo 30 euro - socio minorenne figlio di socio singolo 15 euro - socio sostenitore quota libera (minimo 100 euro in regalo la Felpa AIC) - gruppi locali e associazioni 200 euro, comprendente una tessera intestata al gruppo più 8 tessere singole intestate a 8 soci del gruppo; la quota di iscrizione per ulteriori soci è di 15 euro Il pagamento può essere effettuato nei tre seguenti modi: 1. pagamento online > si può accedere direttamente al sistema sicuro di pagamento online e pagare con Paypal, VISA, MASTERCARD, POSTEPAY all’indirizzo: www.canyoning.it/iscrizioni/iscrizioniaic.htm 2. CCP (bollettino postale) > versare l’importo dovuto sul CCP n. 11855608 intestato ad Associazione Italiana Canyoning, Piazza della Libertà 1, 05039 Stroncone (TR) specificando la causale “quota sociale 2010” e darne comunicazione via mail o sms alla Segreteria (segreteria@canyoning.it ^ cell 333 3908515). 3. CCB (bonifico bancario) > versare l’importo dovuto sul conto BANCOPOSTA 11855608 - ABI 07601 - CAB 02600 - CIN “M” - IBAN: IT95 M 07601 02600 000011855608 – SWIFT: BPPIITRRXXX presso BANCOPOSTA Ufficio Genova Centro Via Dante 4B/N, intestato ad Associazione Italiana Canyoning, specificando nell’ordine di bonifico la causale “quota sociale 2010” e darne comunicazione via mail o sms alla Segreteria (segreteria@canyoning.it ^ cell 333 3908515). Nei casi 2 e 3 si consiglia di conservare la ricevuta dell’avvenuto pagamento. Nel caso 1 invece la notifica è automatica. I rinnovi andranno notificati dal socio o dal coordinatore di ciascun gruppo alla Segreteria dell’Associazione, allegando copia della ricevuta di pagamento, via mail all’indirizzo segreteria@canyoning.it o a mezzo fax al +39 0744 1921423. Si rammenta che i pagamenti paypal comportano onerose commissioni per l’Associazione, si auspica pertanto l’impiego delle altre due modalità in fase di rinnovo.

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> negozio online Sul sito internet dell’Associazione Italiana Canyoning è possibile acquistare libri, manuali, felpe e t-shirt tramite il negozio on line. Per i soci AIC il prezzo dei libri è scontato rispetto a quello di copertina. Per acquisti cumulativi da parte di gruppi le spese di spedizione si riducono. Contattare preventivamente l’Ufficio Editoria editoria@canyoning.it prima di effettuare il versamento. www.canyoning.it/acquistiaic

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> corsi SNC Sul sito internet dell’Associazione Italiana Canyoning sarà presto disponibile il calendario dei corsi nazionali e locali della Scuola Nazionale Canyoning in programma per il 2011 www.canyoning.it/scuola/scuolacorsi.htm#current

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assicurazion

> assicurazione polizza del torrentista Essere socio dell’Associazione Italiana Canyoning dà la possibilità di sottoscrivere un contratto di assicurazione con Inter Hannover, tramite lo Studio Mangano s.r.l. di Roma. Le condizioni generali della polizza per l’anno 2011 saranno pubblicate non appena disponibili su: www.canyoning. it. Per info scrivere a assicurazione@canyoning.it La responsabilità dei contenuti degli articoli è dei rispettivi autori che non sempre esprimono la linea di pensiero dell’Associazione Italiana Canyoning e della redazione di canYoning. Chiunque individui all’interno di canYoning articoli coperti da copyright è pregato di contattare la redazione indicando le fonti originali dei lavori. Per collaborare scrivere a notiziario@canyoning.it.


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