canYoning 26 by AIC

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numero

notiziario dell’ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING > maggio 2011

> molise terra di zampognari e torrentisti

> raduno 2011 tutte le info sul 9° raduno internazionale targato AIC

> reunion

26 forre in 27 giorni


ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING www.canyoning.it ^ segreteria@canyoning.it sede c/o Gruppo Speleo Stroncone piazza della Libertà 1 ^ 05039 ^ Stroncone (TR)

l’editoriale Le due facce dell’associazione Non sapevo cosa aspettarmi quando, durante l’assemblea al raduno in Ossola, ho pensato per la prima volta di candidarmi come Consigliere, dopo la situazione in cui l’associazione era venuta a trovarsi la scorsa estate, tra colpi di scena e polemiche autolesioniste che avevano portato alle affrettate dimissioni del precedente direttivo. Che il compito fosse difficile era una delle poche certezze: portare avanti il tanto lavoro svolto dai precedenti direttivi in un contesto in cui, per la prima volta, sarebbe venuta a mancare continuità nella gestione dell’associazione, confermare quanto di buono fatto fino a quel momento e proseguire lungo quella strada e, infine, fare fronte ad un clima interno in parte avvelenato. In poco più di cinque mesi questa certezza si è sonoramente palesata, dimostrando una volta di più che l’AIC non è ancora diventata adulta. Posso dire che questo è l’obiettivo a lungo termine più ambizioso che questo Direttivo si pone: lasciare ad altri il terreno di scontro interno all’associazione e cercare, per quanto possibile, un dialogo più ampio con la maggioranza dei soci e soprattutto con gli altri soggetti che a vario titolo fanno torrentismo in Italia, pur attribuendo agli stessi luoghi interessi diversi. Viene da sé che, per risultare autorevoli, coerenza e serietà sono necessarie ma non sufficienti e che l’incontro con altre associazioni nazionali è un punto fondamentale per capire quale sarà il ruolo dell’AIC in un futuro che potrebbe essere prossimo, visto che altre realtà - prima fra tutte il CAI hanno cominciato a muoversi, scrollandosi di dosso l’immobilismo dell’ultimo decennio. I primi dieci anni di questo millennio (!) hanno infatti visto l’AIC crescere, persino guidare lo sviluppo del torrentismo dal punto di vista della tecnica e della sicurezza, ora è importante che questo patrimonio venga riconosciuto e non disperso. Se l’AIC saprà comportarsi da adulta ed essere una realtà nazionale credibile, potrà mettere a frutto la propria conoscenza ed affrontare l’attuale difficile momento del torrentismo costretto sempre più spesso a fare i conti con il rischio di interdizioni immotivate e la carenza di legislazione. Più la voce sarà forte e condivisa, più gli interlocutori saranno disposti ad ascoltare ed ecco il perché dell’importanza del dialogo con le altre associazioni nazionali. La prima importante tappa di questo percorso dovrebbe (condizionale necessario) essere un incontro a fine giugno, in Liguria, ma ci sono ancora troppe incognite al momento di andare in stampa per dare la cosa per certa. Le altre tappe fondamentali della crescita sono invece gli impegni e gli obiettivi che l’associazione persegue da anni, l’evoluzione e la formazione tecnica, il ProCanyon, Forre Pulite, i momenti di incontro; perché questi obiettivi continuino ad essere alla portata è fondamentale il supporto dei vari gruppi locali che devono costituire l’interfaccia operativa sul territorio. La speranza è che in molti seguano l’esempio virtuoso di regioni come Umbria, Sardegna, Liguria e Lombardia, in cui piccoli gruppi hanno saputo fare divulgazione e aggregazione, diventando un po’ per volta sempre meno piccoli e sempre più operativi. Tanto di quello che l’AIC ha potuto ottenere negli ultimi anni è dipeso da quanto gruppi come questi hanno saputo fare. Continuiamo su questa strada, lo chiedo come socio a cui sta a cuore la propria associazione, che vorrebbe vedere crescere, in cui vuole riconoscersi e in cui le energie sono spese per costruire e non per distruggere. L’obiettivo è lo stesso per tutti quanti, far diventare adulta la nostra associazione.

luca dallari ^ presidente AIC

in queste pagine ^ Ogliana di Quarata ^ Beura-Cardezza ^ VB ^ foto guido armaroli


numero

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in copertin a Trou de Fer ^ ile de la Réunion foto ignacio fernández

redazione luca dallari daniele geuna francesco michelacci marta tosco hanno collaborato maurizio biondi sebastiano broili marcello carli erwin kob mattia pilato contatti c/o daniele geuna via madonnina 5 10065 pinerolo ^ to notiziario@canyoning.it rea liz z a z ion e grafica dallarik >< graphics

i n dice riflessioni

per un futuro migliore

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associazione

raduno internazionale 2011

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contributi

alla conquista della Réunion

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zoom

per torrenti in molise

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tecnica

il mancorrente

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agenda

360° info

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news & info

chi, cosa, come

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materiali

news dal mercato

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associazione

organigramma e contatti

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canYoning

per un futuro migliore

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L’anno 2011 verrà ricordato per due eventi che hanno profondamente segnato l’associazione in modi, a dir poco, contrastanti. Sicuramente i fatti hanno dimostrato che l’associazione è in grado di mettere in cantiere progetti ambiziosi e di realizzarli in maniera magistrale ma, d’altro canto, hanno messo in risalto la malsana tendenza a farsi del male con le proprie mani evidenziando una fragilità sulla quale riflettere. Fra i motivi che mi hanno indotto a candidarmi nel CD, sicuramente l’ha fatta da padrona la preoccupazione che tutto potesse finire senza aver fatto un tentativo di tenere a galla la barca. Barca alla quale sono affezionato ma per me non vitale: mi spiego meglio perché è una domanda che mi sono posto e alla quale, prima di candidarmi, ho dovuto dare una risposta. In altre parole, che cosa è per me l’Associazione Italiana Canyoning. La possibilità di fare attività, l’appartenenza alla SNC, i vari progetti in cantiere, il notiziario, sono tanti piccoli elementi accattivanti ma non determinanti. Alcuni risultano addirittura superflui. Attività, didattica, progetti, divulgazione, sono tutte cose che potrei fare anche al di fuori dell’associazione ma l’associazione è quella che da uno scopo e una prospettiva al mio operato. Alla soglia dei 50 anni si fanno dei bilanci e si pensa a cosa fare nel tempo restante. L’associazione mi permette di dare un senso al mio trascorso e di progettare il futuro. Le mie conoscenze, la mia esperienza, la mia storia, al di fuori dell’associazione, di un contesto sociale, sono destinate ad estinguersi con me. Non si viene ricordati per aver fatto mille forre ma per aver scritto un libro, partecipato a

un evento storico, aver salvato una vita. Ma il motivo della mia discesa in campo è molto meno “elevato” e, per alcuni aspetti, “banale”. Vorrei semplicemente provare a far si che l’Associazione sia il punto di riferimento per il torrentismo italiano: questo vuol dire un contenitore dove ci sia spazio per tutti e tutti possano dire la loro opinione. Mi piace pensare all’Associazione come alla mia cassa degli attrezzi. Quando lavoro mi piace avere tutti gli attrezzi a disposizione, ordinati, in buono stato e di prima qualità. I cacciaviti nel loro settore così come le giratubi, le chiavi combinate etc. Detesto ravanare nella cassa alla ricerca di qualcosa con il rischio di piantare la mano sulle forbici o sulla spazzola metallica. Nella mia cassa tutti i ferri hanno pari dignità e tutti servono a uno scopo preciso: insieme mi permettono di realizzare il lavoro. Nella mia cassa non ci sono attrezzi cinesi o di bassa qualità: niente roba fasulla! Nella mia cassa è tassativo l’uso proprio dell’attrezzo: non si danno martellate al cacciavite per fare un buco. Nella mia cassa la chiave giratubi serve per i grandi diametri, la pinza a pappagallo per i lavori di fino. Potrei andare avanti con queste metafore “idrauliche”all’infinito ma vi risparmio. L’importante è che abbiate capito il concetto. A questo punto la mia analisi introspettiva finisce e incomincia la vostra. La domanda che mi sono fatto dovrebbe diventare la vostra. Nel film “gli intoccabili” quando Sean Connery colpito a morte dal killer della mafia dice le sue ultime parole fra le braccia di Kevin Costner gli domanda: “che cosa sei disposto a fare!” Alla luce dei fatti è la domanda che faccio a tutti voi. Da pochi giorni ho saputo che Odissea Natura Avventura, il

gruppo di Matteo, si è riscritto all’associazione. La domanda mi è sorta spontanea: perché? È nella mia stessa condizione: non ha bisogno dell’associazione ma vuole essere nell’associazione. Mi piace pensare che le motivazioni possano essere le stesse. Mi piace pensare che voglia dare una risposta alla domanda di Sean Connery. Ma, ancor di più, mi piace pensare che la stessa domanda se la stanno facendo Skeno, Gioffri, Milena, Giorgio, Marco e chi più ne ha più ne metta! Queste sono le mie speranze. E ora vi dirò quali sono le mie certezze. Di sicuro non mi accontenterò di una convivenza forzata, dello star bene dell’ignorarsi, dell’insofferenza di chi pensa di essere nella ragione, di frasi sussurrate o riportate, di interpretazioni capziose e tendenziose. Pensare di trascorrere i prossimi tre anni valutando di volta in volta, che potrò fare la gita con caio ma solo se non c’è sempronio, è una cosa che mi spaventa. Si, mi spaventa così tanto che non sono assolutamente disposto ad accettare una condizione del genere. Mi spaventa così tanto da essere disposto a soluzioni personali estreme: risolvere il mandato per non essere stato capace ad assolvere il programma che mi ero prefissato. Da sempre il mondo va avanti con persone che stanno al palo e persone che si muovono, chi tira la carretta e chi ci sta dietro, chi si esprime e chi tace, chi parla e chi ascolta etc. Si può vivere stando su entrambi i fronti e, addirittura, sono convinto che servono entrambi in un contesto di convivenza sociale. È indubbio che appartenere alla categoria “interventista” ti espone molto di più e ti mette inevitabilmente nella condizione di commettere errori. Anche

nanni pizzorni

questo è un fatto ineluttabile: soltanto chi fa commette errori e l’errore ti sottopone inevitabilmente a giudizio. L’ammissione dell’errore è cosa difficile da digerire, basti pensare alla frase ricorrente quando si è colti in fallo: ma io… Ancor più difficile è digerire la critica: chi è quello per dirmi ciò… Sono stati commessi molti errori, ce ne siamo dette di tutti i colori, abbiamo rovinato delle amicizie! L’Associazione è sopravvissuta, qualcuno se ne è andato, qualcuno è arrivato, qualcuno non c’è più! Mi domando a chi abbia giovato tutto ciò che è accaduto e che sta accadendo. Mi domando se l’Associazione avrà la forza di sopportare un altro scrollone. Mi domando se avremo il coraggio di voltare pagina e riprendere il cammino. Possiamo anche decidere di non far nulla e di continuare la nostra vita facendo finta di nulla. È una scelta che non costa fatica, non comporta impegno e non impone contatti; richiede soltanto il piccolissimo sforzo di scendere a compromessi con noi stessi e qualche domanda: - dove è finita la tolleranza? È scomparsa - dove è finito il buon senso? È scomparso È la fine della vita e l’inizio della sopravvivenza.

“La coerenza è sempre preceduta dalla consapevolezza delle proprie scelte, delle proprie decisioni. La coerenza ne è il passo successivo. È il compito di tener fede a quello in cui credi: è rappresentata dalle cose e dai valori che, nella vita, scopri essere i più idonei a te stesso. Ma non è una strada senza uscita, non equivale a cocciutaggine, bensì resta sempre aperta a tutto.” Walter Bonatti


9° Raduno Internazionale Canyoning AIC 2011 | Piemonte e Valle d’Aosta

TAVAGNASCO - DONNAS 2011 | l’acqua che berremo 7 - 14 Agosto 2011 organizzato da Piemonte Canyoning | Compagnia Canyoning CAI Pinerolo È in piena fase organizzativa l’annuale raduno internazionale dell’Associazione Italiana Canyoning, arrivato alla sua nona edizione. Quest’anno il teatro dell’incontro sarà tra Piemonte e Valle d’Aosta. Grazie alla collaborazione delle amministrazioni comunali di Tavagnasco (TO) che ospiterà il campo base presso le strutture sportive del comune e di Donnas (AO) che ospiterà la mostra sull’acqua. Incredibilmente poco conosciuta e frequentata dai torrentisti, questa zona delle Alpi conta decine di percorsi. Si spazia da percorsi noti da tempo, Pacoulla, Chalamy, Fer, ai più impegnativi e meno frequentati Comboè, Licony, Piovano - la cui uscita è a 3 minuti dal campo tende di Tavagnasco. A mezz’ora di auto si trova la selvaggia Valle Orco: una dozzina di percorsi di varia tipologia dal breve Rio Mares ai più lunghi Rio Praie o Lazun; gli splendidi Rio Eugio, Torrente Chironio (o Vallungo), Rio Noaschetta e il ProCanyon Rio Passeur. In quest’area, grazie all’indefesso lavoro di alcuni nostri soci (gli Highlanders / evergreen), le amministrazioni locali hanno colto nel canyoning un’occasione di promozione del territorio, inserendolo nei documenti informativi delle aziende per la promozione turistica tra le attività naturalistico-sportive, apponendo alla partenza di alcuni percorsi delle bacheche informative sul torrentismo e sul torrente in questione. La zona che ci ospiterà dal 7 al 14 agosto 2011 è ricca di attrazioni turistiche anche per chi non frequenterà le forre: a pochi minuti di macchina troviamo lo splendido Forte di Bard, sede del Museo delle Alpi, e fino al 1° Novembre di una mostra di opere di Joan Miró. La stessa Donnas ha un bellissimo borgo medievale e conserva vestigia di un lontano passato: monumenti megalitici, massi coppellati nonché un tratto della “Strada delle Gallie” che da Roma andava ad Aosta (Augusta Salassorum-Praetoria) per diramarsi verso la Francia per passi alpini. Infinite le opportunità di fare passeggiate lungo percorsi più o meno impegnativi entro zone paesaggisticamente rilevanti e poi le falesie per arrampicata, i parchi naturali ( del Monte Avic, del Mont Mars), i geo-siti di Bard, il lago fantasma di Lot e il mistero del ghiacciaio sotterraneo a Eresaz, il Parco Nazionale del Gran Paradiso, la zona del Monte Rosa... non mancano le opportunità. Vi aspettiamo numerosi nella terra tra le due terre.


a cura di guido

armaroli

Manuel “Lolo” Aragón Ignacio “Nacholas” Fernández

sto facendo dei sogni realtà… Lolo, 14 settembre 2009 …la mia testa è un fervore. Passano tutti i ricordi che ho di questa forra, le foto, le documentazioni le chiacchiere che ho avuto su essa. In poche ore mi ritrovo lì meravigliato, in uno dei posti più impressionanti del mondo… Nacholas, 28 settembre 2009

Réunion

los Sueños locos testo di María Marín Abeytua

canYoning

Un sogno che si materializza. Una spedizione ideata da due amici uniti da un interesse comune, il Torrentismo. Durante i mesi precedenti li ascoltiamo parlare dell’Isola di Réunion. Passavano i giorni e, a poco a poco, il viaggio andava prendendo forma. Arrivò l’estate, comprarono parte del materiale all’Encuentro Nacional de descensos de Barrancos al Gorgs, proseguirono con la traduzione della guida di Emeric Beaucheron, poi arrivarono i biglietti dell’aereo, come un murales plasmarono il programma sulla parete del salone di Manolo e durante tutti i fine settimana scesero tanti canyon sui Pirenei, per prepararsi fisicamente e mentalmente alle fatiche dell’avventura. L’estate si affrettava a finire e si avvicinava il giorno della partenza per l’isola di Réunion, si avvicinavano le loro vacanze per fare quello che a loro piace, viaggiando dall’altra parte del mondo sarebbero arrivati all’Isola con le più impressionanti forre del pianeta.

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L’11 settembre 2009, alle cinque della mattina, caricarono l’auto che li avrebbe portati all’aeroporto di Bilbao. Il viaggio ebbe inizio, la tensione si trasformò in illusione. Nei giorni successivi arrivarono le prime notizie: va tutto bene, i sogni stanno diventando realtà, in 4 giorni abbiamo sceso 7 torrenti, andiamo al Cap Blanc, abbiamo fatto un canyon pianificato per 2 giorni, con bivacco, in sole 16 ore, gli avvicinamenti sono stupendi ma molto duri, tutto è spettacolare!!

Nella piccola Rioja si avvertiva che sarebbero stati giorni che sarebbero rimasti impressi nelle loro memorie per sempre. Manolo e Nacho si stavano superando giorno dopo giorno ed era impossibile immaginare a pieno le loro sensazioni, quello che passava per le loro teste mentre affrontavano i percorsi più duri e tecnici o quando finivano ogni discesa. Paesaggi, esperienze, sguardi, pensieri, sensazioni... rimarranno in loro per sempre Quello che hanno provato è unico, qui a Rioja il sentimento diffuso era di allegria sapendo che stavano facendo quello che con tanta voglia si erano imposti, emozione ogni volta che scendevano un canyon in più e orgoglio perché sapevamo che stavano realizzando il loro sogno.


testo di Ignacio Fernández

Magasin, il primo dei canyon da farsi in due giorni, da noi sceso in 16 ore trasportando molti chili di materiale necessari per scendere i 438 metri della grande cascata. Successivamente abbiamo sceso Bras Noir, un piccolo parco giochi, per non perdere l’abitudine ma anche per rilassarci un po’

dalla fatica che avanza, poi Dudu inferiore che è stata la prima delusione, forra di fama internazionale ma che a noi non è piaciuta affatto, e Bras de Lianes, seconda delusione, un torrente con qualche cascata e un lungo tratto di marcia nel caos. Ora ci aspetta il pezzo forte della spedizione,

Imágenes desbordan mi cerebro. Verticales imposibles, guardadas celosamente, defendidas por la vegetación, el agua, el misterio. El miedo. Dos seres creados para sacar, de las arrugas a la tierra, la vida. Roca y agua marcaran sus pasos juntando las lunas perdiendo entre las nubes el sol fundiéndose en los húmedos brazos que la selva tendió. La lluvia eterna creadora de magia sonoramente envuelve cincelando las formas suspensión ingrávida de los sentidos devoradores de tierra surcan la isla buscando roca y agua

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Il 12 di settembre del 2009 il mio compagno Manuel Aragón (Lolo) ed io, Ignacio Fernández (Nacholas), partiamo dall’aereoporto di Bilbao, verso la isola di Réunion. Nelle nostre teste si è sviluppato un progetto che qualcuno taccia come ambizioso per noi, l’intenzione di approfittare al massimo delle nostre vacanze facendo quello che a noi piace, scendere canyon: la nostra idea è di scendere 23 forre in 24 giorni. Cominciamo dal circo di Cilaos, una volta installati nella piccola località che dà nome al posto iniziamo con una serie di forre senza grandi difficoltà tecniche e con accessi facili, Ravine Les Salazes, Ravine Ferriere, Bras des Etang inferiore. In questa zona si trovano anche due classici dell’isola: il Fleurs Jaunes, del quale abbiamo concatenato la parte superiore uscendo da “La Chapele” - finale spettacolare per quelli che come noi lo realizzeranno integralmente, una calata nel vuoto che ti proietta in una gola immensamente incassata, magnifica! - ed il Bras Rouge, di cui abbiamo percorso i suoi tre rami in una sola giornata, un percorso tutt’altro che facile che presenta una delle calate più tecniche di tutta l’isola, la cascata “Bassin Fouquet”, di una cinquantina di metri, dove la forza dell’acqua ci ha staccato gli adesivi dai caschi!! Lasciamo Cilaos, zona ideale per acclimatarsi all’isola poco a poco e per entrare in stretto contatto con le sue forre; fino ad ora è stato tutto facile. Ci dirigiamo alla Riviera de Laguevin, regione poco conosciuta ma dove si trovano i torrenti con i livelli di difficoltà più alti di tutta l’isola. Qui abbiamo disceso Bras des Mousses, Cap Blanc, Coup des Sabres e Ti Cap. Sono stati quattro giorni di autentico inferno, gli avvicinamenti sono lunghi e dispersivi, i sentieri appena accennati, la vegetazione è tanto esuberante che perdersi è la cosa più facile di questo mondo, i canyon pur non molto verticali hanno grandi portate e sono poco frequentati, gli armi sono a dir poco esplorativi, nulla a veder con Cilaos. Cambiamo nuovamente zona, ci spostiamo verso est, arriviamo a La Plaine des Palmires, questo sarà il nostro campo base per i prossimi 15 giorni, da qui si accede facilmente a un gran numero di forre molte delle quali ormai mitiche. Iniziamo con Takamaka I che si può solo definire impressionante, poi Bras

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in primis il Trou de Fer per Bras Mazerin, sceso anche questo sceso in 16 ore, magnifico nella sua totalità, in assoluto uno dei posti al mondo più belli che abbia visto. Continuiamo con il classico dei classici il Trou de Fer per Bras Caverne, lo scendiamo da una nuova via aperta nel 2004 che arriva nell’acqua, approfittando così al 100% delle sue potenzialità (ci hanno detto che siamo stati il terzo gruppo ad averlo sceso in questa versione ed il primo ad averlo fatto a vista); questa volta la nostra discesa dura quasi 15 ore, discesa che solitamente si fa in due giorni!! Nel giorno di riposo, per non farci mancare nulla, siamo saliti fino al Piton de la Fournas, il vulcano attivo dell’isola (2632 m), il giorno

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e tecnico, sicuramente diventerà un classico. Bras du Park e il divertente Trou Blanc completano la nostra sosta in Salazie e scendendo verso la costa ci fermiamo a La Voile de la Marie, piccolo torrente che a causa della pioggia della notte è con più acqua del solito, cosa che ci fa sfruttare al meglio la discesa. Ormai già stabiliti sulla costa è il turno del Bras Sec, interessante per lo spettacolare finale che proietta in un prezioso meandro della riviera de Marsouins. Per concludere scendiamo il Takamaka III, altro classico, corto e stupendo percorso regalatoci da questa incantevole Isola! Alla fine sono 26 canyon in 27 giorni, impresa mai riuscita prima a un gruppo così piccolo.

seguente scendiamo il Ravine Blanche ed è il momento più duro della spedizione, siamo a pezzi sia fisicamente che psicologicamente, abbiamo alle spalle già tanta fatica e dobbiamo mettere in gioco ogni risorsa per uscire dallo sconforto che ci ha preso! È dura ma eccoci all’ultimo dei grandi canyon che percorreremo, il Ravine Colocopie, 13 ore. Siamo stanchi ma molto contenti, abbiamo sceso quasi consecutivamente 5 delle forre più impegnative dell’isola che normalmente richiedono 2 giorni, impiegando ogni volta un solo giorno. Lasciamo la Plaine des Palmires, abbiamo passato dei giorni stupendi in questa zona, e ci dirigiamo al Circo de Salaize ma non prima di concludere con il Bras de Piton, bello, ludico

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un progetto che qualcuno taccia come troppo ambizioso per noi: la nostra idea è di scendere 23 forre in 24 giorni

pagina 6 Trou de Fer per il Bras Caverne pagina 7 in alto Takamaka I pagina 7 in basso Bras Sec in queste pagine: 1. Bras Rouge 2. Fleurs Jaunes 3. Dudu Inferior 4. ultima cascata del Trou de Fer 5. Cap Blanc 6. Takamaka 1 7. Fleurs Jaunes - la Chapele 8. la caverna Minotauro nel Trou de Fer per Bras Mazerin

percorso Ravine Les Salacies Ravine Ferriere Bras des Etang inf. Mini Fleurs Jasunes Fleurs Jaunes Bras Rouge sup Bras Rouge inf. Bras de Mousses Cap Blanc Coup des Sabres Ti Cap Takamaka I Bras Magasin Bras Noir Dudu inf. Bras des Lianes Trou de Fer (Bras Mazerin) Trou de Fer (Bras Caverne) Ravine Blanche Ravine Coloscopie Bras Piton Bras du Park Trou Blanc Voile de la Marie Bras Sec Takamaka III totali

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avvicinamento discesa h 30 min 1 h 15 min 0 h 5 min 2 h 0 min 1 h 0 min 1 h 15 min 2 h 30 min 0 h 30 min 0 h 15 min 4 h 0 min 1 h 0 min 3 h 0 min 0 h 5 min 2 h 0 min 1 h 30 min 4 h 30 min 1 h 0 min 4 h 0 min 1 h 0 min 6 h 0 min 1 h 40 min 1 h 0 min 0 h 10 min 6 h 0 min 4 h 30 min 10 h 0 min 2 h 0 min 1 h 30 min 0 h 5 min 4 h 15 min 1 h 5 min 3 h 30 min 1 h 40 min 11 h 30 min 3 h 40 min 11 h 0 min 2 h 0 min 6 h 15 min 0 h 0 min 6 h 50 min 1 h 30 min 6 h 10 min 1 h 30 min 2 h 50 min 0 h 0 min 2 h 10 min 0 1 h 15 min 0 h 0 min h 5 min 6 h 20 min 2 h 20 min 4 h 0 min 2 h 10 min 113 h 5 min 33

rientro h 5 h 0 h 0 h 5 h 45 h 5 h 0 h 30 h 30 h 30 h 30 h 0 h 0 h 30 h 40 h 30 h 0 h 0 h 45 h 0 h 30 h 0 h 10 h 10 h 30 h 0 h 45

min 2 min 3 min 4 min 1 min 6 min 7 min 3 min 9 min 9 min 12 min 2 min 10 min 16 min 3 min 6 min 5 min 16 min 14 min 11 min 12 min 9 min 4 min 2 min 2 min 8 min 7 min 191

totali h 50 h 5 h 15 h 5 h 0 h 5 h 5 h 30 h 30 h 30 h 10 h 10 h 30 h 0 h 0 h 5 h 10 h 40 h 0 h 50 h 10 h 20 h 20 h 25 h 55 h 20 h

min min min min min min min min min min min min min min min min min min min min min min min min min min

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i canyon discesi

Cilaos

Ravine des Salazies Ravine Ferriere Etang inferior Fleurs Jaunes superior Fleurs Jaunes inferior Bras Rouge superior Bras Rouge inferior

Riviere de Langevin 07 05

Bras de Mousses Cap Blanc Coup de Sabres Tip Cap

Plaine des Palmires

Riviere de Marcousin

Dudu inferior Bras Sec Takamaka III

Plaine des Lianes

Bras de Lianes Bras Piton Ravine Blanche Ravine Coloscopie

Salazie

Bras du Park Trou Blanc Voile de la Marie

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Takamaka I Bras Magasin Bras Noir Trou de Fer (Bras Mazerin) Trou de Fer (Bras Caverne)

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approfondimento

MOLISE canyon

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giovanni di salvo

cinque meravigliosi gioielli immersi in una natura ancora vergine

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Il torrentismo è un’attività che solo ultimamente ha avuto, anche se limitatamente, uno sviluppo in regione; sebbene i percorsi siano stati affrontati già nei primi anni ottanta e siano stati molto apprezzati da pochi privilegiati, solo negli ultimi anni si sono avuti interventi di riarmo e messa in sicurezza di tre delle cinque forre, secondo i dettami del progetto Pro Canyon. Molto si deve ancora fare perché la nostra attività sia considerata e valorizzata come portatrice di sviluppo nell’ambito della microeconomia, ma già si notano alcuni cenni ottimistici, grazie soprattutto alla vicinanza ed alla sensibilità di alcune Amministrazioni Comunali. Qualche incomprensione ancora persiste in alcune zone vincolate dai regolamenti dei parchi nazionali ma si sta lavorando in un’ottica di collaborazione con gli Enti preposti alla tutele dei luoghi, perché si arrivi ad una vera e propria regolamentazione dell’ingresso in forra che, se da una parte preservi il delicato ecosistema esistente, dall’altra offra la possibilità di scoprire le meraviglie del territorio incentivandone lo sviluppo. Partendo dal bassissimo Molise, affacciato sul mare, e dirigendosi verso ovest iniziamo a trovare le prime formazioni collinari del Frentano e successivamente il grande massiccio montano del Matese, seguito a nord dalle spettacolari Mainarde. Questi due massicci sono i luoghi da cui nascono le meravigliose forre della regione, cinque spettacolari gioielli: le Gole del Quirino, il fosso di San Nicola, il torrente Callora, Peschio Rosso e la foce di San Michele, tutte immerse in una natura ancora vergine. Le Gole del Quirino, lungo itinerario, molto suggestivo, acquatico e spettacolare per le ripide e alte pareti che chiudono la forra che a volte quasi si toccano; iniziato l’itinerario si parte per un viaggio dominato da un paesaggio selvaggio, dove la forza dell’acqua ha saputo farsi largo tra le rocce e tracciare un percorso di inestimabile valore naturale. La forra è caratterizzata da un susseguirsi infinito di piccoli salti e lunghe vasche dove la corda si usa veramente poche volte. Lungo il percorso del Quirino, a poche centinaia di metri dall’uscita della forra, anche il torrentista meno attento potrà ammirare sulla destra idrografica un’ampia fenditura nella roccia: è il segno che l’acqua ha lasciato indelebile e che forma il fosso di San Nicola (Pro Canyon).

Quest’ultimo nel tratto iniziale è caratterizzato da due cascate, la più alta delle quali raggiunge i 39 metri, dando un impatto visivo impressionante al torrentista che si affaccia sulla prima calata. L’ambiente è molto austero ma da la possibilità di divertirsi, calandosi in una zona protetta dal WWF. La forra prosegue tra vasche pensili, altre cascate e profonde vasche, per poi affluire nel Quirino. Unico neo, al quale stiamo cercando di porre rimedio, è l’orrenda discarica abusiva che si para davanti agli occhi dei visitatori quasi all’uscita del percorso. Siamo proprio sotto l’abitato di Guardiaregia e siamo testimoni della barbarie dell’essere umano nei confronti della natura. La forra del Callora, al confine tra le Province di Isernia e Campobasso, rappresenta in Regione l’eccellenza per il divertimento. Divenuta Pro Canyon nel 2010 è caratterizzata da un insieme di affluenti, tutti interessanti per il canyoning. Il ramo principale è quello più peculiare da un punto di vista tecnico, sebbene sia stato invece attrezzato, secondo il progetto Pro Canyon, il ramo destro, più ludico e spettacolare. Entrambi convergono ad un terzo del percorso totale, dove l’alveo si allarga facendo sì che il sole inondi di luce la forra nei mesi primaverili. Da qui un susseguirsi di enormi vasche, quasi tutte tuffabili, portano al termine del tragitto. Per la facilità di ingresso e di uscita (si esce direttamente nel paese di Roccamandolfi), per le numerose vie di fuga presenti, per le strutture esistenti in paese, ossia l’ostello dove è possibile una doccia calda a fine forra, il Callora è il luogo ideale per i principianti e per tutti quelli che intendono affrontare un percorso non troppo impegnativo ma divertentissimo. È da non sottovalutare anche il secondo affluente sinistro posto quasi all’uscita della forra, di breve lunghezza, ma che può diventare un’alternativa interessante nel caso in cui il torrente sia impraticabile per la massiccia portata d’acqua. Il Callora è l’esempio di come interessi economici possano convivere con quelli ambientali e culturali, grazie alle sinergie messe in atto tra l’Associazione Campo Base Onlus e l’Amministrazione Comunale di Roccamandolfi. Campo Base Onlus, da parte sua, ha provveduto alla pulizia dell’alveo fluviale ed

a riarmare la forra secondo gli standard previsti dall’AIC, mentre l’Amministrazione Comunale ha supportato tutto l’operato mettendo più volte a disposizione dei volontari l’ostello per l’alloggio o per una sana doccia. Tutto ciò ha portato la forra a diventare meta attrattiva per i torrentisti locali ma anche per quelli provenienti dalle regioni limitrofe. Il Peschio Rosso o Rava delle Cupelle è un’altra forra Pro Canyon ed è l’ultima di rilievo del massiccio del Matese, versante molisano; si inabissa in una gola spettacolare che incuteva timore persino ai pastori e contadini della zona che vi si affacciavano. Caratterizzata di un susseguirsi di alte cascate ed enormi vasche è la gioia dei torrentisti più esperti, grazie alle sue discese mai banali ed al lungo tratto finale, dove toccherà camminare un bel po’ per poter uscire. Posta geograficamente parlando a poche decine di chilometri, di fronte al Peschio Rosso, troviamo infine la Foce di San Michele. Incastonata in un contesto montano di rara bellezza, ai piedi dell’eremo omonimo, si estende per la sua totalità nel Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise. È vincolata dai regolamenti del parco e per percorrerla è necessaria l’autorizzazione dell’Ente Parco. Il percorso è poco tecnico, caratterizzato da piccoli salti e qualche vasca, compensati però dall’ultima calata con la quale si esce dalla forra. Si tratta di due cascate in sequenza, spezzate da una sorta di cengia per un totale di 54 metri di calata. Lo spettacolo è assicurato poiché sembra di calarsi nelle viscere della terra in uno scenario molto suggestivo, in quella che in ere geologiche passate doveva essere una enorme grotta dove il silenzio, rotto solo dal cupo rimbombo dell’acqua, accompagna la concentrazione del torrentista impegnato nella discesa. Il Molise, quindi, la seconda regione più piccola d’Italia, quasi dimenticata da tutti e ignorata dagli altri, sa però regalare, con il suo territorio vario e mai noioso, scorci di natura incontaminata che meravigliano tutti coloro che cercano all’aria aperta la quiete ed il ristoro dell’anima. Giovanni Di Salvo, Coordinatore Regionale per il Molise


1. teleferica al Callora (Roccamandolfi, IS) 2. ultima calata a San Michele a Foce (Castel San Vincenzo, IS) 3. toboga al Callora nello stesso punto della teleferica 4. la cascata pi첫 alta del Callora 5. una delle ultime calate di San Nicola (Guardiaregia CB) 6. una delle ultime vasche del Callora 7. Sempre Callora... e tu mi dirai: ma non vi stancate mai di sto cavolo di Callora?! ;-)

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a cura della scuola nazionale canyoning

tecnica

il mancorrente

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Le moderne tecniche di attrezzamento di una forra impongo di ricorrere spesso all’uso del mancorrenti, al fine di raggiungere, in piena sicurezza, ancoraggi particolarmente esposti. In pratica, un mancorrente si può considerare come una linea di sicurezza, che consente di raggiungere agevolmente l’ancoraggio, su terreni esposti o scivolosi. Purtroppo, a volte, la fretta o un’eccessiva sicurezza nelle proprie capacità fanno sottovalutare l’uso dei mancorrenti, inducendo il torrentista ad avvicinarsi direttamente all’ancoraggio, facendo assurdi equilibrismi e mettendo in serio pericolo la propria vita. La mancata conoscenza della tecnica, inoltre, fa sì che alcuni torrentisti scambino l’ancoraggio del mancorrente per l’ancoraggio di calata e solo quando hanno iniziato la discesa si accorgono che, in realtà, l’installazione era magari dietro la parete rocciosa o proprio sopra la verticale. È quindi evidente che, una volta giunti al punto di calata, ci si dovrà guardare bene intorno, per individuare la posizione dell’ancoraggio e, nel caso questo sia esposto, individuare in posizione arretrata gli eventuali ancoraggi per installare il mancorrente, sempre che coloro i quali hanno attrezzato la forra ci abbiano pensato. Per diversi motivi, la tendenza, ormai quasi consolidata ovunque, è quella di non lasciare alcun mancorrente fisso, ma, al contrario, di predisporre in fase di attrezzamento della forra solamente quanto necessario per la successiva installazione. Un buon torrentista deve quindi essere in grado di installare un mancorrente che sia poi recuperabile. Ciò consentirà, innanzitutto, un

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risparmio di corde, visto che non si dovranno abbandonare sul posto. In secondo luogo, si deve imparare a diffidare dei mancorrenti esistenti; spesso, infatti, le corde sono reduci dall’esposizione alle intemperie di intere stagioni e potrebbero non rispondere più ai requisiti di resistenza. Infine, non va dimenticato l’aspetto ecologico, in virtù del quale bisogna ridurre al minimo indispensabile la presenza di materiale estraneo all’ambiente. Nel caso si trovi un mancorrente già installato, si verifichi con estrema attenzione lo stato della corda e, per non tralasciare nulla, anche dei nodi. Attenzione che, nel caso in cui il punto d’arrivo del mancorrente non sia visibile, non è assolutamente da escludere che la corda possa essere lesionata. È senz’altro consigliabile valutare se sia piuttosto preferibile affidarsi ad un proprio mancorrente parallelo a quello esistente. Nelle forre molto frequentate, soprattutto ove operano le guide che accompagnano i clienti, non è raro imbattersi in mancorrenti permanenti realizzati con cavi d’acciaio. Normalmente, i percorsi così attrezzati sono anche ben manutenzionati, ma, nel caso di forre poco frequentate, non ci si fidi troppo di questi cavi, che magari sono in opera da anni. L’allestimento di un mancorrente che sia recuperabile viene di norma effettuato con una delle corde di calata. La regola prevede che si utilizzi il capo inferiore della corda, quello cioè che sta sotto nel kit-boule. Questo metodo consente quindi di installare un mancorrente e di attrezzare la calata con la stessa corda, velocizzando così i tempi di progressione in

attesa che arrivi il resto del gruppo con le altre corde. Si tenga però presente che bisogna essere assolutamente sicuri della lunghezza della corda, ricordandosi che non si potrà usare tutta la corda per calare in caso di emergenza. Nel caso in cui il mancorrente sia particolarmente lungo e complesso, è invece preferibile usare una corda unicamente per questo scopo. Questo discorso è tanto più valido nel caso in cui la calata da attrezzare necessiti di corde lunghe. Quando si prende il capo inferiore della corda per infilarla nei punti di ancoraggio del mancorrente, si presti bene attenzione che questa non sia infilata in un anello del kit-boule o sia attorcigliata al cordino di chiusura del sacco. È un piccolo particolare, ma che rischia di far perdere del tempo prezioso. In percorsi esposti o scivolosi, o comunque di una certa lunghezza, vi saranno anche dei punti intermedi nei quali fare passare la corda del mancorrente; solitamente, sono realizzati o con chiodi resinati o con piastrine munite di anello. Questi punti hanno principalmente lo scopo di mantenere in quota la linea di sicurezza, evitando che, in caso di caduta, la persona finisca troppo in basso rispetto alla linea teorica del mancorrente. Tecnica d’esecuzione - Il primo prende il capo di corda posto inferiormente nel kit-boule, sfilandolo dall’anello a cui era legato, e lo infila nei due ancoraggi di partenza del mancorrente; per agevolare il recupero al termine di tutta l’operazione, è opportuno infilare per prima la corda nell’anello dell’ancoraggio posto più in alto.


Passaggio del secondo: - Una volta che il primo ha comunicato il via libera (segnale che indica il collegamento della corda all’ancoraggio esposto e lo svincolo del primo dalla corda del mancorrente), l’operatore alla partenza del mancorrente tende la corda e la blocca con un nodo tampone (cioè un nodo delle guide con frizione, con infilato un moschettone con ghiera) - Può quindi assicurarsi con tutte e due le longes al mancorrente e, con il kit-boule appeso all’imbrago, raggiungere il primo sulla sosta esposta. Per agevolare lo sfilamento della corda, il kit-boule va appeso dalla parte

opposta alla direzione in cui si avanza. - Arrivato all’ancoraggio, si assicura con le longe al moschettone di servizio – o ad un altro punto che gli sarà indicato dal primo. - Prendendo la corda che esce dal kit-boule, la tensiona e costruisce un nodo delle guide con frizione, per collegarla all’ancoraggio tramite un moschettone con ghiera. - Appende il kit-boule al moschettone di servizio o, se di intralcio, ad una fettuccia collegata con lo stesso. - Il primo, nel frattempo, sfila dal kit-boule il capo di inizio corda (quello superiore, ancora agganciato al sacco) e, inserendolo nell’anello al vertice dell’ancoraggio, predispone la corda per la calata. - Una volta che tutti i compagni sono scesi a valle, il penultimo a scendere, assicurato sulla sosta e in attesa del suo turno, aiuta il primo a recuperare il mancorrente, sciogliendo i nodi del mancorrente e recuperando la corda nel kit-boule.

moschettone precedentemente posizionato dal primo - è importante che l’ultimo che passerà si ricordi di recuperare tutti i moschettoni agganciati sui diversi punti intermedi.

Nel caso in cui vi siano dei punti intermedi lungo il mancorrente, l’intera sequenza di operazioni subisce alcune piccole variazioni. In particolare: - quando il primo operatore arriva al punto intermedio, aggancia a questo un moschettone e quindi infila il capo di corda che eccede dal suo nodo delle guide con frizione direttamente nell’ancoraggio (attenzione, non nel moschettone!); quindi, con un ulteriore nodo delle guide con frizione, collega il capo di corda appena infilato al suo imbrago, usando un secondo moschettone con ghiera. Solo a questo punto potrà sciogliere il primo nodo delle guide con frizione, facendo recuperare la corda in eccedenza al compagno che lo assicura e raggiungendo la sosta esposta. Se vi è la necessità di assicurarsi con la longe, questa va agganciata al moschettone appena messo. - Il secondo operatore, nel momento in cui lo dovrà raggiungere ed arriverà al punto intermedio, non dovrà fare altro che agganciare il secondo ramo del mancorrente (quello che si sta portando dietro con il kit-boule) al

In conclusione, non possiamo che ricordare di non sottovalutare l’importanza del corretti uso dei mancorrenti: pochi minuti in più possono essere quelli necessari a salvarci la vita.

a sinistra installazione completa di un mancorrente con punto intermedio a destra un mancorrente fisso come capita non di rado di trovare in forra... voi vi fidereste?

Perché si usa il nodo bolina seminfilato e non si aggancia invece, più semplicemente, il mancorrente sfruttando il nodo delle guide con frizione già usato per fissare la corda al nostro imbrago? I motivi sono diversi, frutto di un lungo periodo di prove e di osservazioni; in primo luogo, il bolina è un nodo che si può sciogliere agevolmente anche dopo che ha subito carichi enormi, anche con corde bagnate. è un nodo veloce da costruire, che normalmente viene utilizzato anche per fissare la corda al kitboule. Ma, l’aspetto più importante, è che questo nodo, per essere sganciato dall’ancoraggio, deve essere completamente sciolto, cosa che evita di lasciare residui che impedirebbero il recupero della corda.

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- Con un nodo delle guide con frizione, fissa il capo di corda appena infilato negli ancoraggi al proprio imbrago, agganciandolo con un moschettone con ghiera. Facendo il nodo delle guide con frizione, bisognerà lasciare un capo morto lungo almeno 1,5 metri. - A questo punto, un secondo operatore lo assicurerà, usando, ad esempio, la sicura in vita con l’otto veloce; attenzione: nel caso vi sia il rischio di caduta, l’operatore dovrà essere pronto a trattenere il primo, visto il rischio per l’operatore stesso di essere attirato velocemente verso la parete. - Raggiunto l’ancoraggio esposto, il primo vi installa, nel punto più alto e come prima operazione, il moschettone di servizio, cioè un moschettone dotato di ghiera, e si autoassicura con le proprie longes allo stesso. - Quindi, fissa il capo di corda che eccede dal nodo collegato con il suo imbrago direttamente sull’ancoraggio, costruendo un nodo bolina seminfilato, lasciando fuoriuscire circa 50 cm. di capo morto. Il punto ideale per questo collegamento è, possibilmente, direttamente nel chiodo superiore dell’ancoraggio - A questo punto si può sciogliere il nodo delle guide con frizione, svincolando la corda dall’imbrago.

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rio Antolina ^ Crodo ^ Verbania ^ foto pietro torellini

espeleo-canyons meeting 2011

gorgs 2011 - ottava edizione

Organizzato dalla Federació Catalana d’Espeleologia, a La Pobla de Segur, nei Pirenei, dal 6 all’8 maggio. Espeleo-Canyon è un incontro destinato ad essere un punto di riferimento per gli amanti di speleologia e torrentismo. www.espeleocanyons.com

A Sant Llorenç de Morunys, Pirenei Catalani, dal 27 al 29 maggio avrà luogo l’8° edizione di quello che è uno dei più importanti eventi internazionali, organizzato dalla FEEC (Federació d’Entitats Excursionistes de Catalunya). gorgs.blogspot.com/

presale, uscita sociale Come ogni anno il gruppo H2Otto invita i soci AIC alla discesa della forra del Presale in notturna. Appuntamento l’8 maggio a Rocca Leonella (Piobbico) alle 19,30 ma per chi vuole ci sarà anche un primo giro alle 16. Fondamentali pila e batterie di ricambio. Per ulteriori info: Paolo Giannelli, 338.9480672, paolo.giannelli@canyoning.it

discesa in matese Il gruppo Campo Base Onlus organizza l’8 maggio la discesa del torrente Callora a Roccamondolfi (IS) tra i Monti del Matese, in concomitanza con Vivere e far vivere il Matese. Occasione buona per conoscere natura e gastronomia del territorio. A disposizione gratuitamente 12 posti letto nell’ostello al centro del paese. Per ulteriori info: Giovanni Di Salvo, 333.9056966, disalvo76@hotmail.com TUTTI IN GARFAGNANA Torrentisti in Garfagnana 2011, dal 2 al 5 giugno, per scendere le brevi ma divertenti forre toscane, nella Valle del Serchio. Base dell’incontro presso il camping Pian D’Amora, a Coreglia Antelminelli, in località Pian d’Amora(LU).

Catasto on-line è in via di completamento il nuovo catasto delle forre italiane in versione on-line targato AIC. Una database consultabile via internet, contenente tutti i dati salienti dei percorsi e una carta di riferimento!

resio, sammaro e titerno Armi danneggiati nel torrente Resio, in Valcamonica (BS), ora la calata più alta è di 37 metri, necessario il borsino d’armo. A causa di frane sono invece impraticabili i torrenti Sammaro, a Roscigno (SA), e Titerno, a Pietraroja (BN).

AGENDA > info a 360°

Canyon in Valle orco L’AIC come referente per il torrentismo in Valle Orco; la Comunità Montana ha infatti in progetto l’allestimento di pannelli informativi all’ingresso dei percorsi della zona su cui dovrebbero comparire logo e indirizzo web dell’AIC, sulla scia di quanto fatto in Liguria nel 2009.


SNC - aggiornamento tecnico per i corsi di 2° livello L’ innovazione delle tecniche e dei materiali nel torrentismo non conosce sosta e molte cose sono progressivamente cambiate negli anni dai primi corsi SNC. La Scuola Nazionale Canyoning offre da quest’anno un corso di aggiornamento che mostra una panoramica di ciò che è stato oggetto di modifiche. Un’opportunità di ripasso generale e di re-incontro con la Scuola.

PREMIATO Christian roccati Il libro Le montagne di Genova, scritto dal nostro responsabile Ufficio Stampa Christian Roccati (editore da Le Mani - Roccati Editore, 2009) si è classificato 3° ad uno dei più importanti premi letterari italiani di montagna, il premio nazionale LeggiMontagna, Sezione Guide, Gerla d’Argento, edizione 2010. Complimenti a Christian!

un saluto ad ANTOINE FLORIN è morto ad aprile in seguito ad una malattia l’autore di Canyons de Madère. Florin, che aveva 50 anni, è stato uno dei pionieri del canyoning a Madeira e nella sua carriera di torrentista ha esplorato ed armato più di 50 forre.

i canyon delle alpi orobie Non una guida tecnica ai percorsi ma un libro sulla storia, le tradizioni, la geologia, la fauna e le leggende legate ai canyon delle Alpi Orobie. Il libro è patrocinato dall’AIC e contiene una pagina a cura della nostra associazione che illustra l’opera annuale di pulizia dei torrenti svolta in concomitanza con Puliamo il Mondo.

Vertigini Sport di recente ha messo in catalogo una muta umida in neoprene, specifica per il torrentismo: 2 pezzi (salopette+giacca), spessore 5 mm, cappuccio incorporato, cerniera per tutta la lunghezza, rinforzi sui gomiti e ginocchia e 2 tasche chiuse con velcro, una che può alloggiare ad esempio la macchina fotografica o dei cordini ed una, utilissima, dedicata alla cesoia d’emergenza Spadon, fornita insieme alla muta. Per info e acquisti www.vertiginisport.com

contraffazione prodotti petzl Ormai se ne parla anche dal salumiere ma in questi casi è sempre meglio essere strasicuri: a febbraio 2011 sono stati scoperti 4 DPI della PETZL contraffatti, made in China. Si tratta di: bloccante CROLL (B16), moschettone a ghiera ATTACHE (M35 SL), maniglia bloccante ASCENSION destra (blu) vecchio modello (B17 R), carrucola RESCUE vecchio modello (P50). A detta della casa, le contraffazioni sono identiche ai prodotti originali e portano il logo Petzl ma non sono conformi agli standard di sicurezza, non sono identificabili dall’utente e presentano importanti mancanze in termini di sicurezza e performance. Per evitare spiacevolissime sorprese acquistate esclusivamente presso rivenditori ufficiali; tutte le info nelle News della sezione Sport del sito della casa francese.

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nuova muta da torrentismo

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Associazione Italiana Canyoning Scuola Nazionale Canyoning “Federico Tietz” Associazione Italiana Canyoning

Presidente Luca Dallari (presidenza@canyoning.it) Vice-Presidente Giovanni Pizzorni (vicepresidenza@canyoning.it) Segretario Guido Biavati (segreteria@canyoning.it) Tesoriere Paolo Giannelli (tesoreria@canyoning.it) Consiglieri Guido Armaroli ^ Luca Bianchi ^ Francesco Radicchi Commissione catasto Paolo Bolis ^ Francesco Cacace (catasto@canyoning.it) Commissione scientifica Paolo Madonia (commissione.scientifica@canyoning.it) Ufficio stampa Christian Roccati (press@canyoning.it) Ufficio editoria Cosimo La Gioia (editoria@canyoning.it) Contatti aziende Milena Argiolas (aziende@canyoning.it) Ufficio assicurazioni Sara Morando (assicurazione@canyoning.it) Contatti internazionali Rosemarie Siegl (romy@canyoning.it) Ambiente ed ecologia Mauro Santamaria (ambiente@canyoning.it) Merchandising Luca Dallari (luca.dallari@canyoning.it) Ufficio Coordinatori Regionali Guido Armaroli ( coordinatori.regionali@canyoning.it) Redazione notiziario Luca Dallari ^ Daniele Geuna ^ Francesco Michelacci ^ Marta Tosco (notiziario@canyoning.it) Gestione Sito Web Paolo Giannelli ^ Cosimo La Gioia (webmaster@canyoning.it)

www.canyoning.it scuola@canyoning.it

coordinatori regionali

Le persone a cui rivolgersi per avere informazioni, organizzare incontri, promuovere eventi. Per ognuno di loro è attivo un indirizzo e-mail del tipo: nomeregione@canyoning.it Emilia Alessandro Marchi ^ tel 328 7576453 Romagna Francesco Michelacci ^ tel 347 9186715 Friuli Venezia Giulia - Carnia Sebastiano Broili ^ tel 348 6965069 Friuli Venezia Giulia Romy Siegl ^ tel 347 4349947 Lazio Fabio Ferranti ^ tel 339 7548906 Liguria Eva Trasforini ^ tel 349 5792407 Lombardia Guido Armaroli ^ tel 328 2920011 Molise Gianni Di Salvo ^ tel 333 9056966 Piemonte - TO e CN, Canavese, Monferrato Dino Ruotolo ^ tel 335 6110291 Piemonte - Val Sesia, VC, NO, Verbano-Cusio-Ossola Paolo Testa ^ tel 347 0436933 Puglia Fausto Meleleo tel ^ 333 3464460 Sardegna Silvia Campanelli ^ tel 338 1608573 Sicilia Diego Leonardi ^ tel 329 9188187 Trentino Alto Adige Marcello Carli ^ tel 338 5293554 Umbria Mirco Lazzari ^ tel 339 8324904 Valle d’Aosta Andrea Mantovani ^ tel 335 5431143 Veneto - Verona Francesco Cacace ^ tel 348 3398199 Veneto - Vicenza e Bellunese Jvan Chemello ^ tel 347 5968595

iscrizione

Quote associative per l’anno sociale 2011 - socio singolo 30 euro - socio minorenne figlio di socio singolo 15 euro - socio sostenitore quota libera (minimo 100 euro in regalo la Felpa AIC) - gruppi locali e associazioni 200 euro, comprendente una tessera intestata al gruppo più 8 tessere singole intestate a 8 soci del gruppo; la quota di iscrizione per ulteriori soci è di 15 euro Il pagamento può essere effettuato nei tre seguenti modi: 1. pagamento online > si può accedere direttamente al sistema sicuro di pagamento online e pagare con Paypal, VISA, MASTERCARD, POSTEPAY all’indirizzo: www.canyoning.it/iscrizioni/iscrizioniaic.htm 2. CCP (bollettino postale) > versare l’importo dovuto sul CCP n. 11855608 intestato ad Associazione Italiana Canyoning, Piazza della Libertà 1, 05039 Stroncone (TR) specificando la causale “quota sociale 2010” e darne comunicazione via mail o sms alla Segreteria (segreteria@canyoning.it ^ cell 333 3908515). 3. CCB (bonifico bancario) > versare l’importo dovuto sul conto BANCOPOSTA 11855608 - ABI 07601 - CAB 02600 - CIN “M” - IBAN: IT95 M 07601 02600 000011855608 – SWIFT: BPPIITRRXXX presso BANCOPOSTA Ufficio Genova Centro Via Dante 4B/N, intestato ad Associazione Italiana Canyoning, specificando nell’ordine di bonifico la causale “quota sociale 2010” e darne comunicazione via mail o sms alla Segreteria (segreteria@canyoning.it ^ cell 333 3908515). Nei casi 2 e 3 si consiglia di conservare la ricevuta dell’avvenuto pagamento. Nel caso 1 invece la notifica è automatica. I rinnovi andranno notificati dal socio o dal coordinatore di ciascun gruppo alla Segreteria dell’Associazione, allegando copia della ricevuta di pagamento, via mail all’indirizzo segreteria@canyoning.it o a mezzo fax al +39 0744 1921423. Si rammenta che i pagamenti paypal comportano onerose commissioni per l’Associazione, si auspica pertanto l’impiego delle altre due modalità in fase di rinnovo.

associazioni affiliate

A.S.D. M&N – Movimento e Natura Volpiano (TO) ^ www.movimentoenatura.it ^ tel 011 9882022 A.S.D. i Lemuri GA Ceresara (MN) ^ www.lemuri.org ^ lemuri@lemuri.org Associazione Aqua Varese ^ www.euforione.altervista.org ^ tel 0332 813001 Banda Bauscia Milano ^ mauro.santamaria@fastwebnet.it ^ cell 349 1835818 CAI Sezione Alpi Marittime Imperia ^ sprea65@libero.it ^ tel 0183 273509 CAI Sezione Sanremo - Alpi Liguri Sanremo (IM) ^ cell 328 0157293 Campo Base Isernia ^ campobaseonlus.spaces.live.com ^ campobase@live.it CanyonEast Udine ^ bastiancontrari@virgilio.it ^ cell 348 6965069 Club CAI Perugia Etruskanyoning Corciano (PG) ^ vento748@hotmail.com ^ cell 335 7957808 Compagnia Canyoning CAI Pinerolo (TO) ^ danielegeuna@libero.it ^ tel 0121 202711 Eddyline Campertogno (VC) ^ www.eddyline.it ^ tel 0163 775114 G.S. Stroncone Stroncone (TR) ^ www.stronconespeleocanyon.com ^ cell 347 1379633 GOA Canyoning Genova ^ www.cailiguregenova.it ^ cell 347 5171573 Grigue Canyoning Recco (GE) ^ www.griguecanyoning.org ^ griguecanyoning@gmail.com Gruppo Escursionistico H2otto Cesenatico (FC) ^ franz@photosprint.it ^ cell 347 9186715 Gruppo Grotte ‘’Emilio Roner’’ CAI SAT Rovereto (TN) ^ www.gruppogrotte.it ^ cell 347 3667873 Gruppo Speleoforristico Besenello Besenello (TN) ^ www.speleocanyon.it ^ cell 349 4442044 Gruppo Speleologico Leccese ’Ndronico Lecce ^ www.ndronico.it ^ cell 338 8947823 Gruppo Speleologico Urbinate Urbino ^ www.gsurbinospeleo.it ^ info@gsurbinospeleo.it Gruppo Zompafossi Montefranco (TR) ^ radicchifrancesco@hotmail.it ^ cell 347 7009897 Odissea Naturavventura Nave (BS) ^ info@odisseanaturavventura.it ^ cell 348 2214569 Piemonte Canyoning Torino ^ dino.ruotolo@virgilio.it ^ cell 335 6110291 Spaccaforra Sardegna Canyoning Sassari ^ anelimroc@yahoo.it ^ cell 329 6111324 Tiahuanaco Bolzano ^ www.tiahuanaco.it ^ canyoning@tiahuanaco.it Toboga Club Latina ^ info@torrentismo.it ^ cell 335 7881237 Sercant Adventures Sommacampagna (VR) ^ www.sercantadventures.it

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> corsi SNC Sul sito internet dell’Associazione Italiana Canyoning è disponibile il calendario dei corsi della Scuola Nazionale Canyoning, continuativi o articolati su più weekend, in programma per il 2011. www.canyoning.it/scuola/scuolacorsi.htm#current

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> assicurazione polizza del torrentista Essere socio dell’Associazione Italiana Canyoning dà la possibilità di sottoscrivere un contratto di assicurazione con Inter Hannover, tramite lo Studio Mangano s.r.l. di Roma. Le condizioni generali della polizza per l’anno 2011 e ogni altra info si trovano sul sito dell’AIC, www.canyoning.it. Per richieste scrivere a assicurazione@canyoning.it La responsabilità dei contenuti degli articoli è dei rispettivi autori che non sempre esprimono la linea di pensiero dell’Associazione Italiana Canyoning e della redazione di canYoning. Chiunque individui all’interno di canYoning articoli coperti da copyright è pregato di contattare la redazione indicando le fonti originali dei lavori. Per collaborare scrivere a notiziario@canyoning.it.


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