Mauro Staccioli 2009 1972 VOLTERRA Luoghi d’esperienza / Sites of experience
L’indicatore 2009 acciaio corten, cm 1780x50 SR 68 località Spicchiaiola Il luogo conosciuto dai volterrani con il termine “l’indicatore”, posto nei pressi della località di Spicchiaiola, è un punto panoramico che si incontra percorrendo la Strada Regionale 68 che collega Colle Val d’Elsa con Volterra, una spettacolare strada che si adagia sui crinali delle colline costeggiando la Val di Cecina e la Val d’Era e continuando giù fino al mare. Il luogo segna il punto di passaggio tra la provincia di Pisa e quella di Siena; non molto lontano si incontrano infatti i pochi resti di un’antica torre, indicatore visivo appunto del confine che nel Medioevo separava i territori di Volterra da quelli di San Gimignano: l’ormai perduta rocca con la torre di Montemiccioli che, oltre a svolgere le funzioni di dogana confinaria e di vedetta, proteggeva il territorio volterrano. L’alta stele di Staccioli si innalza come nuova vedetta, questa volta però non più a controllare e proteggere, ma a segnare un confine che deve essere superato e che mette in comunicazione, così come, nel lontano 1981, il Fosso al Mercato del Sale esigeva un attraversamento. Qui la scultura si impone quale fulcro accentratore, segno di interscambio, perentoria affermazione di un confine da superare sempre, alla ricerca dell’altro, di una relazione con il mondo che questa terra, isolata e dura, deve ricercare. L’opera segna così l’inizio del percorso della mostra costringendoci a lanciare uno sguardo a Volterra che si staglia poco lontano sul suo monte. (a sinistra ph. B. Tyson, a destra ph. S. Borghesi; pagina precedente ph. B. Tyson)
Terracotta 2009 terracotta, cm 280xØ137 Pignano L’intervento nel cortile del complesso di Pignano, davanti alla Pieve di San Bartolomeo, intende sottolineare il bellissimo borgo medievale, uno dei teatri della storia locale, le cui origini risalgono almeno al XII secolo. Appartenuta a una delle famiglie nobili volterrane, i marchesi Incontri, la villa nacque originariamente come castello rurale fortificato, uno dei tanti luoghi concepiti per la difesa del territorio, ancora qui a ricordarci un passato di lotte e aspre contese di un territorio ricco e ambito. Con la conquista del territorio da parte dei fiorentini e con l’ormai superfluo ruolo difensivo, il complesso si trasformò, come molti altri borghi di questa terra, in villa padronale, a servire i poderi e i campi lavorati posti intorno. Così Staccioli, con l’utilizzo di un materiale di antica memoria e dalla lunga tradizione di uso anche contadino, elabora una scultura che da una parte elogia il materiale, dall’altra richiama la vocazione al lavoro dei campi, alla vegetazione e alla natura. (ph. S. Borghesi)
Al bimbo che non vide crescere il bosco 2009 cinque elementi, ottone, rame, acciaio inox, alluminio, acciaio corten, cm 1530x25 SR 68 bivio per Mazzolla - podere San Nicola La “selva” di steli posta a ridosso del bivio per il borgo di Mazzolla rende omaggio al bosco di Berignone-Tatti poco lontano, un omaggio alla sua bellezza e varietà. E nell’immaginario dell’artista gli alberi diventano metafore del crescere, diventare adulti, vivere, in una dedica sentita a una vita stroncata prematuramente. Poco distante si sviluppa la riserva protetta di Berignone, punta avanzata di un complesso boschivo il quale, intervallato da qualche piccolo centro abitato, giunge fino al territorio grossetano. Il complesso forestale è compreso nelle aree protette della regione Toscana. È una macchia intricatissima popolata da una fauna ricca e differenziata. Per secoli teatro del duro lavoro di boscaioli e carbonai, che traevano da vivere da questo ambiente selvaggio, il bosco costituiva anche un’enorme riserva di legname combustibile per alimentare le caldaie di evaporazione delle saline volterrane. (ph. B. Tyson; pagina seguente ph. S. Borghesi)
Attraversando la storia 2009 intonaco rosso, cm 535x70x535 Chiesa di San Lorenzo a Mazzolla L’intervento sul fianco della Chiesa di San Lorenzo scaturisce dalla volontà di evidenziare il tratto murario medievale conservatosi, al contrario della facciata purtroppo modificata nel corso del XIX secolo. L’arco ideato da Staccioli nasce sul margine della stretta via che costeggia la chiesa, per appoggiarsi delicatamente sul muro medievale, quasi a voler sorreggere questi resti di un passato da ricordare. Staccioli segnala cosÏ il borgo di Mazzolla, uno dei castelli-fattorie che contrassegnavano la zona, cercando di restituirgli il rilievo che un tempo lo caratterizzava. (ph. B. Tyson)